Anno scolastico 2008-2009 - Casa delle culture - Comune di...

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1 Intercultura Intercultura & Accoglienza Accoglienza Anno scolastico 2008-2009

Transcript of Anno scolastico 2008-2009 - Casa delle culture - Comune di...

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InterculturaIntercultura

&AccoglienzaAccoglienza

A n n o s c o l a s t i c o 20 0 8- 20 0 9

II pluralismo è una sfida da vincere per chi non vuole una esistenza povera: la gioia si

costruisce nell'incontro, la felicità ha il volto della novità e della sorpresa.

ScIavi M., Arte di Ascoltare e Mondi Possibili, Le Vespe, Milano, 2000

Sii plurale come l'universo !!!

Fernando Pessoa

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PRESENTAZIONE

L’anno 2007 ha visto la terza edizione di un Protocollo d’Intesa con validità triennale fra i Comuni di Ravenna, Cervia, Russi, le Scuole Autonome dell’Obbligo di questi territori, la Casa delle Culture e l’U.S.P.Le premesse a questo protocollo d’intesa vengono già dell’esperienza avviatasi nel 2002, in cui diversi partners istituzionali sottoscrivevano alcune intenzioni ed obiettivi comuni in materia di alunni/e e famiglie migranti.Da allora si sono avviate e consolidate alcune significative “buone prassi” di accoglienza ed inserimento nelle scuole di Ravenna, Cervia e Russi dei bambini venuti da lontano.L’intenzione è stata quella di definire un contesto politico-sociale-educativo in cui i soggetti in causa hanno avuto l’opportunità di :

- elaborare insieme strategie- concordare ed integrare azioni ed interventi- creare spazi sperimentali per attività didattiche

Con la sottoscrizione di questo nuovo protocollo d’intesa si prosegue il percorso iniziato andando a consolidare alcune prassi e promuovendone altre “nuove”.In particolare evidenziamo:Incentivo e consolidamento delle buone pratiche di prima accoglienza per alunni stranieri, avvalendosi degli strumenti già elaborati in questi anni.

Avviamento di percorsi sperimentali di prima accoglienza per giungere in ogni singola scuola alla definizione di un protocollo d’accoglienza, ad una commissione “prima accoglienza” e a sportelli di mediazione culturale e consulenza per studenti, genitori, docenti.

Attivazione sperimentale negli istituti scolastici di un laboratorio plurilingue/multilivello per l’apprendimento dell’italiano come L2 (LINGUA SECONDA)

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Si tratta di un modello laboratoriale appreso in questi anni di formazione con i docenti dell’università di Venezia Cà Foscari, che risponde alle diverse esigenze riscontrate dentro alla scuola, dove si conferma ogni anno l’arrivo (in ogni periodo dell’anno scolastico) di diversi alunni/e provenienti da diversi paesi e dunque con matrici linguistiche e culturali diverse.

Realizzazione di laboratori sperimentali di L1 (LINGUA MADRE) volendo confermare l’importanza del mantenimento della lingua madre come strumento che rafforza l'identità e l'autostima, consolida le competenze e le conoscenze pregresse, favorisce lo sviluppo cognitivo e socio affettivo. Mantenendo la lingua madre si facilita l’apprendimento della lingua seconda.

Consolidamento del ruolo dei mediatori culturali quali figure professionali di supporto all’accoglienza dei bambini neo-arrivati e di inserimento e sostegno per i bambini già frequentanti la scuola italiana.Si tratta di un ruolo sempre più definito e pensato in stretta correlazione con quello dell’insegnante. Mediatori ed insegnanti non possono prescindere da un lavoro comune e condiviso, dove i due ruoli diventano complementari.

Prosecuzione nella realizzazione di iniziative comuni di formazione docenti programmando iniziative integrate sulla base delle esigenze manifestate da parte dei diversi Istituti Comprensivi. In particolare su questo ultimo punto relativamente alla formazione “L’italiano per parlare, l’italiano per studiare” (che troverete all’interno di questa pubblicazione) è importante evidenziare le finalità e gli obiettivi che travalicano i contenuti formativi tecnici, volendo sperimentare un percorso che consenta di avviare in tutte le scuole che lo vogliano, l’opportunità di un processo moltiplicatore di buone prassi nell’ambito dell’insegnamento e apprendimento della Lingua Seconda.Tali obiettivi possono essere così sintetizzati:

1) creare una equipe composta da insegnanti referenti di ogni Istituto Comprensivo, o ancora meglio, di plesso.

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L’equipe seguendo il percorso formativo avrà l’ opportunità di acquisire e consolidare competenze comuni e interscambiabili

2) Il ruolo dell’equipe avrà una ricaduta oggettiva in ogni singola scuola: ogni insegnante sarà formato anche per divenire consulente-formatore per i colleghi, attivando un processo moltiplicatore

3) Elaborare strumenti scientificamente tarati da mettere in circolo e a disposizione di tutti gli insegnanti, con un notevole interscambio di risorse

4) Consolidare le buone prassi e l’approccio umanistico-affettivo con garanzie di qualità e rigore scientifico attraverso la supervisione comune del Laboratorio Itals , Dipartimento di Scienze del Linguaggio, Università Ca’ Foscari di Venezia.

Infine le proposte didattiche laboratoriali di educazione interculturale.In continuità con le esperienze avviate gli scorsi anni, quest’anno troverete alcune novità, che speriamo stimolati nella prosecuzione di questo cammino che spesso si fa esplorazione, ricerca… scoperta

Casa delle Culture

Antonella Rosetti

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PROPOSTE FORMATIVEPROPOSTE FORMATIVEPERPER

L’ EDUCAZIONEL’ EDUCAZIONE INTERCULTURALEINTERCULTURALE

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COSTRUIRE IL PENSIEROCOSTRUIRE IL PENSIERO INTERCULTURALEINTERCULTURALE

LA PROPOSTADa 6 anni è attivo un Gruppo Intercultura composto dagli insegnanti referenti di ogni Istituto scolastico di Ravenna, Cervia e Russi e mediatori referenti dell’Equipe di mediazione facente capo all’Associazione Terra mia.E’ da questo gruppo che viene avanzata questa proposta progettuale, individuata come azione necessaria per diffondere buone prassi alla cui base è sotteso un “essere interculturale”. La dimensione dell’AGIRE deve agganciarsi alla dimensione dell’ESSERE

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PREMESSALe agenzie educative, principalmente la scuola, si muovono ancora con difficoltà nel processo di cambiamento portato da bambini e bambine che arrivano da lontano. Insegnanti ed educatori, da sempre preoccupati preminentemente alla trasmissione della propria lingua, dei propri valori e delle proprie norme, si trovano adesso di fronte a nuovi compiti. Da ciò possono scaturire insicurezza ed ansia: timore di perdere la propria identità culturale, per le conquiste democratiche e civili, per la qualità stessa dell’insegnamento. Si tratta di accettare la “scommessa dell’imprevedibile”, di ciò che non fa parte del mondo abituale della scuola. Si tratta di mettere in gioco competenze educative fondate sulla relazione, sullo stile d’insegnamento e conduzione della classe, sulla nuova didattica interculturale delle discipline. Si tratta di ri-fondare un pensiero pedagogico che parte dalla centralità dell’apprendente , e questo a beneficio anche degli alunni autoctoni

FINALITA’ E OBIETTIVI1) Attivare un processo di rielaborazione condivisa del pensiero

pedagogico interculturale, quale premessa alle buone prassi dell’agire interculturale. Tale processo dovrà essere inclusivo di tutti gli attori educativi ( docenti, dirigenti scolastici, educatori, mediatori culturali, amministratori )

2) Fondare basi teoriche di riferimento comuni e costruire un linguaggio condiviso dell’educazione interculturale nelle scuole di Ravenna, Cervia e Russi

3) Favorire un processo dialogico anche di confronto, relativo a differenti visioni e prospettive educative, dove sia possibile gestire anche conflitti taciuti e/o rimossi, al fine di promuovere un vero cambiamento democratico a tutto campo, polidimensionale e dinamico. Nella ricerca del dialogo e del confronto ogni insegnante può fare l’esperienza di apprendimento e di reciproco arricchimento, può avvalersi di nuovi apporti in un cammino che va sempre verso nuovi traguardi

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CONTENUTI / FOCUSLa nuova sfida dell’interculturale si gioca sul fatto che l’educazione deve raccogliere la scommessa di formare a un comune senso di umanità senza dimenticare “i volti”, la singolarità irripetibile di ognuno: condurre ad amare la somiglianza e la diversità; aiutare a rintracciare l’universale senza perdere il particolareQuali riferimenti teorici?Quali prassi?Quale didattica?Quali strumenti e approcci metodologici?

AZIONI1) Progettare un percorso dialogico-formativo itinerante.

L’idea è quella di avviare un ciclo di incontri decentrati in ogni singola scuola, destinato a tutte le insegnanti di “quella scuola” ma aperto a tutte le insegnanti delle “altre” scuole del distretto di Ravenna Cervia e Russi. In tal modo ogni insegnante avrà modo di partecipare all’incontro con le colleghe d’Istituto, ma se vorrà, potrà seguire altri incontri, costruendosi un suo percorso formativo. Sono previsti 10 incontri per le 10 scuole presenti.La conduzione / docenza sarà affidata ai formatori del CEM (Centro di educazione alla Mondialità), con cui si elaborerà anche il progetto sulla base dei bisogni rilevati da ogni singola scuola.

2) Quaderni d’interculturaOgni incontro sarà raccolto in una pubblicazione monografica da divulgare quale strumento di ri-elaborazione dell’esperienza, documentazione, divulgazione

TEMPIGli incontri si svolgeranno a scansione settimanale, nell’arco di tre mesi, durante questo anno scolastico 2008/09

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"SO-STARE NEL CONFLITTO""SO-STARE NEL CONFLITTO"La gestione del conflitto nella relazione educativa

Tutto quello che è dentro un conflitto ci riguarda: in ogni conflitto c'è una soggettività profonda, e se percepiamo

esattamente quel conflitto è perché è andato a colpire qualcosa di noi;…. Ogni conflitto che percepiamo parla di

noi stessi, non degli altri, anche se gli altri ci fanno da specchio"

Daniele Novara

La formula "SO- STARE" nel conflitto coniata dal CPP (Centro psicopedagogico per la pace) di Piacenza si riferisce anzitutto alla possibilità di permanere, in situazioni di perturbazione emotiva, nella relazione con "l'altro" quale momento irrinunciabile . Porta in sé anche il concetto di temporalizzazione: evitare cioè di trovare sempre e subito la soluzione di un conflitto ad ogni costo; la tempestività spesso impedisce la rielaborazione simbolica dei vissuti di sofferenza che il conflitto provoca (D.Novara). So-stare nel conflitto è un processo che attiva le risorse creative e generative di trasformazione che appartengono ad ogni persona.

ObiettiviLa proposta formativa è rivolta in particolare agli insegnanti, agli educatori, ai mediatori culturali impegnati quotidianamente nell’impegnativa relazione educativa, affinché:1) acquisiscano una maggiore consapevolezza dei propri vissuti ed agiti

conflittuali nella relazione educativa2) Acquisiscano capacità di lettura delle dinamiche conflittuali

all'interno della classe o del gruppo3) apprendano strumenti e competenze di gestione dei conflitti

Contenuti e percorso:1° incontro

- Il conflitto come accadimento emotivo: la ricerca intrapersonale

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2° incontro- Riconoscere e leggere le dinamiche conflittuali intrapersonali,

interpersonali e di gruppo: il quadrante dei conflitti in educazione3° incontro e 4° incontro- La nostra storia educativa come risorsa per affrontare i conflitti:

metodo di rielaborazione pedagogica- Saper leggere i bisogni per assumere una responsabilità educativa

MetodologiaEsercitazioni pratiche e momenti di riflessione ed elaborazione individuale e collettiva.

Materiale didatticoSchede didattiche e di approfondimento; bibliografia di approfondimento.

Conduttrice: Antonella Rosetti

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“SAHRAWI: UN POPOLO ... UNA STORIA”“SAHRAWI: UN POPOLO ... UNA STORIA”Cultura e Diritti di un popolo

FORMAZIONE: “CONOSCIAMO IL SAHARA OCCIDENTALE”

Destinari: insegnanti, educatori, mediatori

Durata: 2 lezioni di 1 ora e1/2 ciascuna

Obiettivo: fornire un quadro della situazione del Sahara Occidentale che permetta loro di avvicinare i ragazzi ad un problema ricco di spunti sociali e umanitari. Sono infatti circa trent’anni che il Popolo Sahrawi vive la condizione di profugo; circa 200.00 sahrawi sono rifugiati nei campi nel deserto algerino e vivono grazie agli aiuti umanitari. Il Comune di Ravenna è da tempo impegnato in progetti di cooperazione decentrata con il Popolo Sahrawi e svolge campagne di sensibilizzazione sul nostro territorio in merito a tale tematica.

Argomenti del corso: • breve storia del Sahara Occidentale• organizzazione dei campi profughi• presentazione dell’esperienza del Comune di Ravenna nei campi

sahrawi

NOTA:La formazione per l’INSEGNAMENTO E L’APPRENDIMENTO DELL’ITALIANO come lingua seconda è riportata nella sezione “l’Educazione linguistica” a pag. 25

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L’EDUCAZIONEL’EDUCAZIONE LINGUISTICALINGUISTICA

LINGUA MADRELINGUA MADRELINGUA SECONDALINGUA SECONDA

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L’educazione linguistica democraticaL’educazione linguistica democratica

La vecchia pedagogia linguistica era imitativa, prescrittiva ed esclusiva. Diceva: "Devi dire sempre e solo così. Il resto è errore". La nuova educazione linguistica (più ardua) dice:

"Puoi dire così, e anche cosi e anche questo che pare errore o stranezza può dirsi e si dice; e questo è il risultato che

ottieni nel dire così o così". La vecchia didattica linguistica era dittatoriale. Ma la nuova non è affatto anarchica: ha una

regola fondamentale e una bussola; e la bussola è la funzionalità comunicativa di un testo parlato o scritto e

delle sue parti a seconda degli interlocutori reali

I riferimenti che abbiamo scelto per questa progettazione complessiva sono riferibili a “Le dieci tesi per un’educazione linguistica democratica” 1975 GISCEL (Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione Linguistica) di cui riportiamo alcune sintetiche affermazioni.Ci pare un’importante premessa, che desideriamo condividere poiché è stato il punto di partenza del percorso formativo svolto con le mediatrici culturali, efficacemente guidato dalle formatrici dell’Università di Venezia Cà Foscari

Il linguaggio verbale intrattiene rapporti assai stretti con le restanti capacità ed attività espressive e simboliche. Possiamo affermare il suo radicamento nella vita biologica, emozionale, intellettuale, sociale Dati i molti legami con la vita individuale e sociale, è ovvio (ma forse non inutile) affermare che lo sviluppo delle capacità linguistiche affonda le sue radici nello sviluppo di tutt’intero l'essere umano, dall'età infantile all'età adulta, e cioè nelle possibilità di crescita psicomotoria e di socializzazione, nell'equilibrio dei rapporti affettivi, nell'accendersi e maturarsi di interessi intellettuali e di partecipazione alla vita di una cultura e comunità. Un bambino sradicato dall’ambiente nativo, che veda poco o niente genitori e fratelli maggiori, che sia proiettato in un atteggiamento ostile verso i compagni e la società, inevitabilmente parla, legge, scrive male. Possiamo parlare di pluralità e complessità delle capacità linguistiche Una pedagogia linguistica efficace deve badare al rapporto tra sviluppo delle capacità linguistiche nel loro insieme e sviluppo fisico, affettivo, sociale,

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intellettuale dell'individuo, in vista dell'importanza decisiva del linguaggio verbale (tesi I).La pedagogia linguistica efficace è democratica se e solo se accoglie e realizza i principi linguistici esposti in testi come, ad esempio, l'articolo 3 della Costituzione italiana, che riconosce l’eguaglianza di tutti i cittadini “senza distinzioni di lingua" e propone tale eguaglianza, rimuovendo gli ostacoli che vi si frappongono come traguardo dell'azione della “Repubblica". E "Repubblica", come spiegano i giuristi, significa l’intero complesso degli organi centrali e periferici, legislativi, esecutivi ed amministrativi dello Stato e degli enti pubblici. Rientra tra questi la scuola, che dalla Costituzione è chiamata dunque a individuare e perseguire i compiti di una educazione linguistica efficacemente democratica.

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AGIRE L’INTEGRAZIONEAGIRE L’INTEGRAZIONEI laboratori di lingua madre

Obiettivi• Valorizzare le competenze• Parlare la lingua del cuore• Creare un collegamento tra prima e dopo• Creare la consapevolezza di essere portatori di saperi• Creare pari opportunità

Allora… Lingua madre come momento di valorizzazione delle origini Lingua madre per ripercorrere i momenti lasciati, per poterli

rielaborare non solo come perdite ma come parte delle nostre radici

Lingua madre come momento per ripensare alle diverse parti di sè e creare un collegamento per metterle in relazione

Lingua madre è un momento per riscoprire dentro di sé qualcosa di già conosciuto

Metodologia e strumentiCos’è un laboratorio- Luogo di incontro e di sperimentazione- Luogo in cui non passa solo il sapere didattico- Luogo dove giocare le diverse competenze- Luogo di espressione creativaProgettare laboratori di lingua madre vuol dire.. agire l’integrazioneGli elementi della progettazione

- Lettura del contesto (per definire le finalità)- Individuazione dei bisogni (per declinare gli obiettivi)- Individuazione della metodologia di lavoro- Individuazione delle risorse (umane ed economiche).

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Percorso/contenutiIl percorso può essere costruito secondo le esigenze della matrice linguistica richiesta e del contesto in cui realizzare il laboratorio. Se si tratta di un gruppo piuttosto che di un singolo, variando ancora secondo l'età dei bambini.La proposta prevede 10 incontri di due ore

Destinatari: classi primaria e secondaria inferiore

Conduzione:Mediatrici linguistico-culturali

CostiNon sono previsti costi a carico della scuola, in quanto il progetto è interamente finanziato con i fondi ministeriali UNRRA.

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LABORATORIO LINGUISTICOLABORATORIO LINGUISTICO INTERCULTURALEINTERCULTURALE

LA TIPOLOGIA E I MECCANISMI DELLA LINGUA.

Italia, Albania, Romania, Filippine, Bulgaria1

Ambito scelto : linguisticoTema scelto : Raccordi possibili : somiglianza, partendo dal tipo di scrittura usato; tipologia ed affinità linguistiche (semplice o complessa); i meccanismi linguistici.

Con gli allievi di lingua italiana, albanese, rumena, bulgara e filippina, con una scelta ludica intendiamo aprire un confronto linguistico costruendo un albero globale delle lingue, cercando attraverso la relazione ed il confronto l’individuazione e la costruzione dei ponti che rendono la lingua globale.

Obbiettivi di apprendimento:

Gli studenti constateranno le numerose diversità linguistiche, sapranno che nel mondo esistono anche delle affinità e scopriranno che ogni cultura ha la sua lingua, scrittura, il suo alfabeto, la sua fonetica, i suoi meccanismi grammaticali e che alcuni ceppi linguistici spesso sono accomunati da linguaggi e culture. Gli studenti (meglio se divisi a gruppi) impareranno a conoscere alcune parole straniere e sulla base delle affinità a sapere fare dei raffronti.

1 Le quattro lingue sono proposte a titolo esemplificativo. Ogni insegnante potrà individuare le lingue sulla base delle presenze linguistiche della propria classe

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ContenutiPartendo dall’esame delle lingue rappresentate dal gruppo (albanese, bulgaro,filippino,rumeno) trattare analizzando per ciascuna lingua :

- famiglia, scrittura (romanizzata alfabetica/logografica), fonetica.- meccanismi linguistici (grammatica)- esame delle lingue (abbondante/economica.)– struttura della lingua (la posizione delle parole nella frase)

Materiali necessari.- Tabelloni/colori per sintetizzare quanto sopra. - Tabelloni con le scritture/alfabeti delle varie lingue.- Tabellone ove riportare anche con disegni le affinità (i ponti) individuati.- Audio per l’ ascolto delle varie lingue, o meglio brevi letture (favole, proverbi..) di ascolto diretto. Eventuali materiali stampati. (libri, deplliants,cartelloni)Giochi didattici.

Tempi Da concordare : da un minimo di un paio di ore, ad un ciclo di diversi incontri.

Destinatari: Classi primaria e secondaria inferiore

Conduzione:Mediatrici linguistico-culturali

CostiNon sono previsti costi a carico della scuola, in quanto il progetto è interamente finanziato con i fondi ministeriali UNRRA.

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LABORATORIO LINGUISTICOLABORATORIO LINGUISTICO INTERCULTURALEINTERCULTURALE

“I PRESTITI LINGUISTICI”italiano, rumeno, albanese, spagnolo1

Ambito: linguisticoRaccordi possibili: per differenza o per somiglianza

Obiettivi:Con gli allievi di italiano, rumeno, albanese, spagnolo, intendiamo

verificare attraverso un confronto linguistico se esistono o meno parole comuni o molto simili o che hanno la stessa radice. La valenza formativa risiede nell’educazione all’interculturalità, alla consapevolezza che un’osservazione attenta e un’educazione all’ascolto delle altre lingue ci aprono verso le altre lingue ritrovando molte cose in comune e altrettante parole uguali o molto simili.Lo studente saprà che:• in tutte queste quattro lingue (italiano, albanese, spagnolo, rumeno)

esistono delle parole comuni, presi in prestito da altri paesi,• queste lingue appartengono allo stesso ceppo linguistico (albero

linguistico)

Lo studente imparerà:• individuare, scoprire, osservare e analizzare le diversità e le

somiglianze delle parole comuni di tutte le quattro lingue• diverse informazioni generali legate alla storia e geografia dei singoli

paesi nonché i rapporti culturali, economici e linguistici fra questi stessi paesi.

1 Le quattro lingue sono proposte a titolo esemplificativo. Ogni insegnante potrà individuare le lingue sulla base delle presenze linguistiche della propria classe

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Età: classe 3^, 4^, 5^ elementare

Tempi Da concordare : da un minimo di un paio di ore, ad un ciclo di diversi incontri.

Gruppo di lavoro composto da: Margherita, Bujare e Aurelia (Mediatrici culturali)

CostiNon sono previsti costi a carico della scuola, in quanto il progetto è interamente finanziato con i fondi ministeriali UNRRA.

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NARRAZIONINARRAZIONI

"RACCONTI IN MAMMA LINGUA”promuovere l'incontro attraverso

il gioco e la lettura

"Immergersi e far immergere i bambini nel mondo fantastico, offrendo loro il più ampio repertorio di fiabe di ogni dove, è un modo per ricreare un "tuffo"

nell'immaginario e lasciarlo agire con le forze di incantamento, possibilità, magia…."

Graziella Favaro

Finalità/obiettivi Costruire un ponte fra infanzie e culture attraverso le storie e i

racconti Favorire l'inserimento dell'alunno straniero Valorizzare la cultura e la lingua d'origine dell'alunno straniero Fare scoprire i piaceri legati alla lettura.

Struttura e contenutiNarrazioni lette e animate con modalità bilingue.Ogni narrazione sarà condotta da un mediatore di madrelingua che interpreterà anche in lingua italiana.Utilizzo di oggetti, musiche, immagini, proiezioni.Fiabe, leggende, racconti in lingua:rumena, russa, macedone, boliviana, araba, albanese.Durata: due ore

CostiOgni narrazione ha un costo di €. 120,00, di cui a carico della scuola: €. 60,00

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"L'ITALIANO PER PARLARE, L'ITALIANO PER"L'ITALIANO PER PARLARE, L'ITALIANO PER STUDIARE"STUDIARE"

Dalla teoria alla pratica: per un laboratorio sperimentale di Italiano L2

"Spesso dormivo con il dizionario di francese sotto il cuscino. Ero persuasa che le parole di notte lo avrebbero attraversato per venire a sistemarsi in caselle predisposte per metterle in ordine. Le parole avrebbero così lasciato le pagine e sarebbero venute a stamparsi nella mia testa. Sarei diventata sapiente quel giorno in cui, nel libro, non ci fossero state che pagine bianche."

T.B. Jelloun "A occhi bassi"

Questa proposta formativa è da intendersi quale processo di costruzione di competenze integrate e interscambiabili fra docenti, nell’ambito dell’insegnamento e dell’apprendimento della lingua italiana come lingua seconda (L2)Lo scopo è quello di costituire un’equipe di docenti formati e “formatori” con effetto moltiplicatore all’interno della propria scuola. Sono ipotizzabili diverse piste di lavoro integrabili anche nella programmazione di corsi di aggiornamento previsti dai diversi Istituti Comprensivi. L'intenzione è quella di avviare una progettualità formativa che raccordi bisogni e risorse simili, delle diverse scuole, al fine di creare una rete che faciliti l'avvio e/o il consolidamento delle pratiche educative e didattiche laboratoriali per l'insegnamento dell'italiano come lingua seconda

FinalitàFornire conoscenze, competenze e strumenti per favorire l’inserimento linguistico e sociale degli alunni stranieri in classe

Obiettivi Rispondere ai bisogni formativi di 1° livello degli insegnanti ed

educatori , relativi ad un approccio umanistico-affettivo dell'insegnamento dell'italiano agli alunni stranieri

Rispondere, attraverso la sperimentazione diretta e guidata, ad

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ulteriori bisogni formativi specifici del gruppo docente che ha ricevuto una prima formazione ALIAS (Università di Venezia)

Formare docenti che siano autonomi nell’organizzazione e nella gestione di un laboratorio di italiano L2 e che, quindi, possano rappresentare delle risorse interne alla scuola fondamentali per gestire i nuovi arrivi, i nuovi inserimenti e le specifiche necessità del plesso

Favorire una collaborazione tra i docenti di diversi plessi nella costituzione di un gruppo di lavoro e nella produzione di materiale didattico specifico.

ContenutiLa facilitazione dell’apprendimentoMetodologie e tecniche didattiche a mediazione socialeAgire in una classe ad abilità differenziateI contesti: il laboratorio di L2Il tutorato tra pariLa metacognizione La didattica cooperativa

In convenzione stipulata tra il Dipartimento di Scienze del Linguaggio dell’Università Ca’ Foscari e la Casa delle Culture

Progettazione a cura del Laboratorio Itals ( Dipartimento di Scienze del Linguaggio, Università Ca’ Foscari di Venezia)

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I LABORATORII LABORATORIDELL’INTERCULTURADELL’INTERCULTURA

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CULTURE BOXCULTURE BOXLaboratorio di educazione alla differenza

e alla comunicazione interculturale

PREMESSA Il laboratorio, affrontando il tema dell’identità personale, offre nuovi strumenti alle pratiche di ermeneutica del sé e dell’altro e introduce una più ampia riflessione su ciò che gli abitanti di un certo luogo, in un certo tempo, pensano di sé, dei modi di conoscere e costruire il loro rapporto con se stessi e col mondo.Si propone, quindi, di fornire un’ampia chiave di lettura di sé e dell’”altro” valida per costruire uno sguardo differente verso il mondo, le culture ed i popoli.

OBIETTIVIComprensione e sperimentazione delle dinamiche di relazione da cui emergono pregiudizi e clicheé che possono essere espressi e messi a confronto per trovare soluzioni. Favorire una più ampia capacità di lettura del sé e dell’altro e della capacità di relazione.Lavorare sulla percezione di sé dei soggetti e favorire un’auto-sensibilizzazione alle differenti prospettive e sfumature che anche in soggetti cosiddetti „unici e omogenei“ si possono avere.

METODOLOGIE E SVOLGIMENTO DEL LABORATORIOL’apprendimento biografico o culture box é un approccio inizialmente individuale.L’oggetto mediatore di quest’esperienza è una scatola di cartone (25x25 cm) che ogni bambino/a partecipante al laboratorio utilizzerà per “parlare di sé “attraverso immagini ritagliate da riviste e altro materiale adesivo.Qui i soggetti devono cercare attraversi le sole immagini di „raccontarsi“ come si vedono dentro e come vogliono apparire „fuori“. Le scatole si prestano per loro natura a manifestare questi due diversi aspetti.Identità individuali e appartenenze culturali sono portate, quindi, su un piano riconoscibile, sul quale e´ possibile instaurare “dialoghi”.(Il metodo usato è la sperimentazione attraverso ciò che possiamo

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chiamare “Aesthetica” dalla radice greca –aisth- e dal verbo –aisthanomai- che vuol dire “rapportarsi a qualcosa attraverso i sensi”).I lavori vengono successivamente esposti insieme. E’ possibile una presentazione verbale di sé oppure la lettura della “scatola” da parte del gruppo che pone domande, indaga, scopre aspetti nuovi in ciò che apparentemente gli era noto. Successivamente tutte le scatole verranno utilizzate per creare una ”scultura di gruppo” che rimarrà come memoria di unione di identità individuali.

L’utilizzo di eventi significativi offre materiale umano per approfondire, attraverso giochi di ruolo, alcune situazioni legate al rapporto con la differenza, il pregiudizio, il razzismo e la discriminazione.Il lavoro avviene in piccoli gruppi e poi presentato nel plenum. Usiamo in questa fase le tecniche del teatro partecipato (orientato al Teatro partecipativo di Augusto Boal) o psicodrammatiche al fine di elaborare/trasformare le percezioni, eventuali clischeé e/o pregiudizi e gli stili comunicativi.

Strumenti metodologici:Culture BoxSimulazioni/giochi di ruoloLavoro in piccoli gruppi Eventi significativi

INCONTRI IN SINTESI

1°INCONTRO Attraverso i metodi del Culture Box e dell’apprendimento biografico si sottolinea l’importanza del raccontarsi e del sentirsi raccontare dall’altro, strumento e condizione della costruzione dell’identità e occasione di ricevere e rielaborare informazioni e spunti interpretativi su di sé.

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2 ° INCONTROLa seconda fase del laboratorio promuove il passaggio dalla percezione di sé a quella esterna (come ci vedono gli altri e come noi vediamo gli altri). In questa fase possono emergere pregiudizi e clischeé che possono essere espressi e messi a confronto attraverso il dialogo e giochi di ruolo.

3° INCONTRONella terza fase verrà stimolata, attraverso simulazioni e giochi di ruolo, la possibilità di coinvolgersi emotivamente e „verificare“ gli effetti e le conseguenze delle proprie percezioni di sé e degli altri.

4° INCONTROLa parte finale del laboratorio prevede una valutazione d’insieme dell’esperienze, su quello che essa ha dato o meno nella vita/consapevolezza di ognuno dei soggetti e la costruzione di una scultura che rappresenti il gruppo – classe.

TEMPI E MODALITA’ DI ATTUAZIONEIl laboratorio è rivolto ai bambini della SCUOLA PRIMARIA.La struttura di base prevede 4 incontri di 2 ore ciascuno. I referenti previsti sono 2 (1 operatore + 1 insegnante - osservatore)

CONDUZIONESamuela Foschini: formatrice, educatrice

COSTIEuro 360,00 (compreso le ore di presentazione del progetto e di rielaborazione finale) di cui €. 150,00 a carico della scuola

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IL GUSTO DELLE DIFFERENZEIL GUSTO DELLE DIFFERENZE

Laboratorio di comunicazione interculturale

INTRODUZIONE A partire dagli approcci storici, sociologici e antropologici, il laboratorio si propone di utilizzare il cibo per riflettere sulla propria identità culturale e prendere consapevolezza di come l’appartenenza a una cultura contribuisca a formare il proprio modo di pensare, sentire e comportarsi. Come si sa, ogni cibo è un buon indicatore di molti aspetti culturali, sintetizza relazioni, identità, differenze. Codici comportamentali distinti e regole tabuizzanti lo rendono sintomo di valori elevati (cfr.A. Destro), ma il cibo è anche un mezzo di comunicazione e di relazione interpersonale (cfr.Moran).

OBIETTIVIRiflettere sulla propria identità culturale;accrescere un atteggiamento critico nei confronti di stereotipi e pregiudizi approfondendo il proprio personale rapporto con il cibo;prendere consapevolezza dell’esistenza di altre culture, delle differenze e somiglianze e dei motivi di queste differenze;favorire una più ampia capacità di lettura del sé e dell’altro e della capacità di relazione.

METODOLOGIE E SVOLGIMENTO DEL LABORAOTORIOAttività con video e media: la visione critica di materiale filmico viene utilizzata come veicolare di clichè e pregiudizi. Il dialogo e le osservazioni che nascono dalla visione del materiale sensibilizzano alla decostruzione/decodificazione di messaggi

L’apprendimento biografico: si sottolinea l’importanza del raccontarsi e del sentirsi raccontare dall’altro, (strumento e condizione della costruzione dell’identità) e si stimola la riflessione sul fatto che qualsiasi persona può subire un processo di stereotipizzazione.Identità individuali e appartenenze culturali sono portate, quindi, su un piano riconoscibile, sul quale e´ possibile instaurare dei “dialoghi”.

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Strumenti metodologici:Lavoro con media/videoEventi significativiGiochi di conoscenza e interazioneLavoro in piccoli gruppi

INCONTRI IN SINTESI1° incontro: aspetti culturali e funzione simbolica del cibo

- Lavoro con video e media. Visione di video clip e sensibilizzazione alla decostruzione/decodificazione di messaggi.

Evidenziare come il gusto (inteso come preferenza in un contesto e non solo piacere dei sensi) sia anche un modo di orientare e definire i significati e i valori che una società e una cultura mettono a disposizione. Comprendere che gusti diversi sono legati ad educazioni alimentari diverse, ai prodotti offerti dal territorio, alla tradizione, ai tabù, alle credenze…

2° incontro: l’identità culturale raccontata attraverso il recupero della memoria sensoriale

- Giochi di conoscenza e interazione

Intervista con scambio dei ruoli: i ragazzi devono cercare attraverso il recupero della memoria sensoriale di „raccontarsi“.Compito per il prossimo incontro: intervista a genitori e nonni per conoscere i piatti tipici della nostra gastronomia ormai poco cucinati.Gli alunni stranieri realizzeranno una ricerca sui cibi e i piatti legati alla loro tradizione.

3°incontro: differenze alimentari nella nostra storia e nella nostra comunità.

Raccolta ed elaborazione dei dati emersi dalle interviste.E’ possibile integrare l’esperienza attraverso il racconto di un adulto (in questo caso occorre la partecipazione di un genitore o di un nonno) e

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conoscere la storia di alcuni alimenti attraverso un approfondimento bibliografico.Per il prossimo incontro scegliere uno dei due laboratori:1) Laboratorio di cucina. Compito per il prossimo incontro: portare un alimento o un aroma (aglio, cipolla, rosmarino…) o una spezia (pepe, curry…) che possa rappresentare la vita del ragazzo;2) cibo e contesti geografici. Compito per il prossimo incontro: ricerca dei cibi e dei piatti legati alla tradizione degli alunni extra-comunitari o dei cibi sperimentati durante i viaggi o nei ristoranti etnici.

4° incontroLa parte finale del laboratorio prevede una valutazione d’insieme delle esperienze, su quello che essa ha dato o meno nella vita/consapevolezza di ognuno dei soggetti e la realizzazione di una pietanza che rappresenti il gruppo – classe o la costruzione di una scultura, o di un mega cartellone o di un ricettario.

TEMPI E MODALITA’ DI ATTUAZIONEIl laboratorio è rivolto ai ragazzi della scuola mediaLa struttura di base prevede 4 incontri di 2 ore ciascuno. I referenti previsti sono 2 (1 operatore + 1 insegnante - osservatore)

CONDUZIONESamuela Foschini: formatrice, educatrice

COSTIEuro 380,00 (compreso le ore di presentazione del progetto e di rielaborazione finale) di cui €. 150,00 a carico della scuola

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LA STORIA SIAMO NOI... E ANCHE LORO!LA STORIA SIAMO NOI... E ANCHE LORO!Un viaggio dentro alla storia in prospettiva interculturale

Il progetto, rivolto agli alunni delle classi IV e V elementare si articola in tre incontri di due ore ciascuno, volti ad avvicinare gli alunni allo studio e all’amore per la storia in una prospettiva interculturale, attraverso esercizi di gruppo ed esperienze ludiche che intendono promuovere la partecipazione attiva e favorire il pluralismo. Lo studio della storia non può prescindere dalla conoscenza del contributo che le varie culture hanno apportato alla elaborazione di alcune idee, alla diffusione di alcuni principi, valori, scoperte fondamentali per il bene comune della famiglia umana. Una storia intesa come storia dei popoli, storia della pace e diritti umani con una particolare attenzione alla prospettiva di genere. Il progetto non intende sostituirsi alla scuola, ma solo sviluppare alcuni temi fondamentali, su cui ogni insegnante potrà facilmente ritornare, in un’ottica interdisciplinare, nel corso dell’anno scolastico, secondo le competenze e negli ambiti che gli sono propri. Per questo è ritenuta fondamentale la presenza dell’insegnante anche durante gli incontri con il collaboratore esterno.Gli incontri si articolano secondo questo percorso:

1 – Da una narrazione europea a una narrazione planetaria della storia umana Per allargare gli orizzonti della memoria, delle fonti, dei documenti, delle narrazioni, aprendo alla mondialità e dunque a popoli, culture e religioni non europei e ai fecondi rapporti di scambio e contaminazione fra di essi.

2 – Dalla storia delle guerre alla storia della pace e della non-violenza Spostando l’attenzione dal piano del potere economico-militare a quello del progresso scientifico, culturale e sociale non è difficile accorgersi che i più importanti passi avanti per l’umanità sono sempre stati compiuti nelle parentesi di pace fra una guerra e l’altra.

3 – Dalla storia di re e regine, alla storia dei popoli Fin dall’antichità la partecipazione popolare, pur espressa a livelli e in

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modi molto differenti, pare essere sempre stata l’elemento chiave che ha messo in discussione gli equilibri esistenti per aprire a scenari nuovi fondati su un maggiore rispetto dei diritti umani, della giustizia e della libertà.

TEMPI Il progetto si articola in un percorso di tre incontri, da 2 ore ciascuno.

COSTI Il costo del progetto è di 270 euro, comprensive di spese di viaggio, che saranno destinate ai progetti di Cooperazione internazionale di Mani Tese e Comitato di Amicizia in Africa, Asia ed America Latina. A carico della scuola il costo è di euro 135,00

CONDUZIONEMichele Dotti (formatore del CRES Mani Tese)

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"IL MONDO NELLA MIA CLASSE""IL MONDO NELLA MIA CLASSE"viaggio nei paesi di provenienza degli alunni migranti

"…Il simbolo del 3° millennio…dovrebbe…essere quello di una costellazione, una società basata sul rispetto del valore del pluralismo culturale. L'immagine della

costellazione è appropriata. Richiama alla mente la luce di tante singole stelle: raggruppate insieme formano una meravigliosa costellazione ma mantengono

nondimeno, ognuna individualmente, una bellezza impareggiabile. Lo splendore del cielo di notte sta proprio nella combinazione della loro diversità"

Umberto Eco (DuemilaUno n.69)

Finalità:Approssimarsi alle differenze culturaliPromuovere la conoscenza ed il confronto con le culture "altre"Sviluppare una maggiore consapevolezza della propria identità e insieme interessi e atteggiamenti di apertura verso gli altri popoliFavorire l'inserimento dell'alunno stranieroValorizzare la cultura d'origine dell'alunno straniero

Obiettivi:● Conoscere le realtà di altri popoli nel mondo● Riconoscere le somiglianze e le diversità culturali

Percorso/contenutiIl percorso modulare può essere costruito secondo le esigenze della programmazione e della classe. Le tematiche da affrontare possono spaziare da costumi e usanze (il cibo e l'alimentazione, le città e i paesi, le case, i vestiti ), il fantastico e l'immaginario ( fiabe, leggende, miti), l'arte (la musica, le espressioni artistiche principali), le tradizioni (le feste e il calendario, le usanze e i riti nei passaggi di vita), l'infanzia ( una giornata a scuola, i giochi e i giocattoli, i diritti )

Metodologie:Attività cooperative, brainstorming, ricerca d’immagini, rappresentazioni grafico-pittoriche, elaborazioni scritte.

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ConduttoriLa conduzione sarà tenuta da un mediatore culturale del paese d'origine dell'alunno straniero

CostiOgni incontro di due ore: €. 52,00 lorde, di cui a carico della scuola €. 25,00

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"FACCIAMO LA PACE ?""FACCIAMO LA PACE ?"Per dire la Pace nelle nostre mani: un progetto di educazione alla

Pace e alla Non-Violenza

Il progetto, rivolto agli alunni delle classi medie inferiori, si articola in quattro incontri di due ore ciascuno, volti a informare, coscientizzare e a coinvolgere attivamente i ragazzi sul tema della Pace, attraverso un’analisi delle parole chiave, dei grandi personaggi che hanno fatto la storia del pensiero Non-Violento, dei simboli della Pace nelle altre culture, degli stereotipi legati alle cause delle guerre e delle violenze, per arrivare a tracciare sentieri nuovi di Pace mostrando scelte possibili di cui i ragazzi possano finalmente essere attori e non solo spettatori passivi.“Facciamo la Pace?” non intende sostituirsi alla scuola, ma solo sviluppare alcuni temi fondamentali, su cui ogni insegnante potrà facilmente ritornare, in un’ottica interdisciplinare, nel corso dell’anno scolastico, secondo le competenze e negli ambiti che gli sono propri. Per questo è ritenuta fondamentale la presenza dell’insegnante anche durante gli incontri con esperti esterni.Gli incontri si articolano secondo questo percorso:

1) Le parole della Pace

Un percorso di riflessione che partendo dal metodo “Freire” delle parole generatrici favorisce una partecipazione attiva da parte degli alunni riguardo ai concetti chiave e ai nessi che li collegano, cercando di costruire una visione più ricca e articolata della realtà!

L’incontro, introdotto da un breve video e intervallato dall’ascolto di alcuni brani audio di grandi testimoni della Pace, punta a destrutturare un’immaginario collettivo paralizzato dalla disillusione e a fornire nuove chiavi lettura agli alunni.

2) I simboli della Pace nelle altre culture e i grandi testimoni della Pace nella storiaDall’analisi dei simboli della Pace nelle altre culture (taoista cinese, buddhista, induista, ebraica, islamica, ecuadoregna, dei nativi d’America…) attraverso un lavoro a gruppi, possiamo cogliere il

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contributo che ci proviene dalla ricchezza della diversità a livello interculturale.Ma grande è anche il contributo che hanno offerto con le idee e ancor più con i gesti alcuni grandi testimoni del pensiero Non-Violento, come Gandhi, Martin Luther King, Aldo Capitini… che andremo a scoprire attraverso brani e video.

3) Ma allora…perché ancora la guerra?!?

Occorre anzitutto smontare gli stereotipi legati alle cause della guerra e della violenza, analizzando in maniera più approfondita alcuni dei conflitti che affliggono l’umanità e cercando di cogliere l’importanza dell’informazione nella lettura della realtà.

La guerra, inoltre, non è soltanto l’uso delle armi; esiste una guerra invisibile, a livello mondiale, che uccide ogni anno milioni di innocenti attraverso una “violenza economica strutturale” , che ci deve portare a riflettere attentamente sullo stretto legame fra Pace e Giustizia nel pianeta.

4) Piccole e grandi scelte di Pace quotidiane

L’incontro prende le mosse dalla visione di un video che presenta alcune storie reali di vita, in vari paesi del mondo (Brasile, Kenya, Italia) mostrando nella concretezza e nella semplicità dei fatti che la Pace è possibile!Si prosegue poi ad un’analisi dei nostri comportamenti quotidiani in termini di Pace nei confronti dell’Uomo e della Natura, presentando proposte etiche (commercio equo, consumo critico…) ed ecologiche (riciclaggio, riutilizzo, sobrietà…) che rimangano come strumenti di Pace nelle mani dei ragazzi.

L’ultimo, e forse il più importante, dei passi da compiere è quello della ricerca della Pace con se stessi e nei rapporti interpersonali, superando la Paura che è la causa prima della violenza e della mancanza di rispetto nei confronti di chi è diverso da noi!

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Tempi Il progetto si articola in un percorso di quattro incontri, da 2 ore ciascuno.

Costi Il costo del progetto è di 360 euro, comprensive di spese di viaggio, che saranno destinate ai progetti di Cooperazione internazionale di Mani Tese e Comitato di Amicizia in Africa, Asia ed America Latina.A carico della scuola il costo è di euro 160,00

ConduzioneMichele Dotti (formatore del CRES Mani Tese)

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"GIOCANDO A CAMBIARE IL MONDO""GIOCANDO A CAMBIARE IL MONDO"Il gioco interculturale e cooperativo

UN PROGETTO DI EDUCAZIONE INTERCULTURALE E ALLA SOLIDARIETÀ

Il progetto, rivolto agli alunni delle classi III e IV elementare si articola in tre incontri di due ore ciascuno, volti ad avvicinare gli alunni alla prospettiva interculturale e cooperativa, attraverso esperienze ludiche che intendono promuovere la partecipazione attiva e favorire il pluralismo. L'educazione alla solidarietà infatti non può prescindere, nella società multiculturale, dalla conoscenza e dal rispetto di ogni cultura e dalla consapevolezza che la cooperazione fra tutti è un principio e una pratica indispensabile per il bene comune.

Il progetto non intende sostituirsi alla scuola, ma solo sviluppare alcuni temi fondamentali, su cui ogni insegnante potrà facilmente ritornare, in un’ottica interdisciplinare, nel corso dell’anno scolastico, secondo le competenze e negli ambiti che gli sono propri. Per questo è ritenuta fondamentale la presenza dell’insegnante anche durante gli incontri con esperti esterni ed auspicabile la partecipazione al corso di formazione "Cambiare…partecipando".

Gli incontri si articolano secondo questo percorso:

1 - Giocare... sul mondo Particolare attenzione viene dedicata in questo primo incontro al concetto di interdipendenza, sia a livello interpersonale che globale, attraverso alcuni giochi partecipativi (la "zattera", la "macchina ritmica", etc..), che saranno un filo conduttore per tutto il ciclo di incontri. L'obiettivo è di promuovere nei bambini una sensibilità come "cittadini del mondo", sempre più consapevoli e rispettosi delle differenze e di tutti i diritti umani.

2 - Giocare... in modo cooperativo Se pensiamo ai giochi della nostra infanzia ci rendiamo conto che quasi tutti sono fondati sul principio della competizione, mentre il valore della Cooperazione risulta pressoché assente e certamente non premiato dalle

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regole del gioco; se uno vince è perché qualcun altro sta perdendo! Non esiste solo questo tipo di situazione, né nel gioco, né nella vita reale, che invece presenta spesso situazioni in cui è necessario collaborare tutti per il superamento di problemi comuni.

3 - Giocare... con la logica Dopo aver esercitato il corpo nei primi due incontri, proviamo ora a “scaldare la mente”, attraverso una serie di giochi di logica molto particolari, in un percorso volto ad allargare la nostra prospettiva, a riflette su cosa è possibile o impossibile, a concentrarsi ma anche ad utilizzare il pensiero creativo nella soluzione dei giochi.

Tempi Il progetto si articola in un percorso di tre incontri, da 2 ore ciascuno.

Costi Il costo del progetto è di 270 euro, comprensive di spese di viaggio, che saranno destinate ai progetti di Cooperazione internazionale di Mani Tese e Comitato di Amicizia in Africa, Asia ed America Latina.A carico della scuola il costo è di euro 130,00

ConduzioneMichele Dotti (formatore del CRES Mani Tese)

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"……LE NOSTRE 5 PELLI""……LE NOSTRE 5 PELLI"TRA IDENTITA’ E DIFFERENZA

ATTRAVERSO IL LINGUAGGIO DELL’ARTE

“se un uomo sogna da solo è solo un sogno… se si sogna in tanti… è la realtà che comincia ! ”

F. Hundertwasser

Il percorso proposto si propone di stimolare i bambini e le bambine della scuola primaria a prendere coscienza dell’importanza dell’arricchimento reciproco, scaturito dall’incontro con diverse culture e tradizioni, partendo da un lavoro preliminare sulla conoscenza del sè e delle proprie emozioni attraverso attività di gioco esperienziale e manuale.Il filo conduttore delle attività prende spunto dalle idee ecologiste/ pacifiste del pittore e architetto Friedensreich Hundertwasser, che accompagnerà i bambini e le bambine in un viaggio incantato alla scoperta delle meraviglie che la natura ci regala. Attraverso le 5 pelli, (l’epidermide, i vestiti, la casa, l’ambiente e la società) che diceva essere indispensabile armonizzare alla natura, il viaggio si svilupperà in un percorso modulare che verrà preventivamente discusso con gli insegnanti referenti in modo da adattarlo alle esigenze e programmazione di classe.

FINALITA’- OBIETTIVIAvvicinare i bambini e le bambine alle concezioni dell’artista in chiave interculturale evidenziando come l’arte sia un terreno privilegiato di scambio fra culture: arte come contaminazione, esperienza di sé e della dimensione della pluralità e della diversitàAumentare la consapevolezza e il riconoscimento delle proprie emozioni;Approfondire e rendere consapevoli alle regole di convivenza civile;Stimolare e sviluppare la cooperazione attraverso il gioco e la manipolazione;Creare legami con culture e tradizioni altre;Facilitare il riconoscimento delle differenze/uguaglianze culturali;Rafforzare l’identità e l’autostima;

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Valorizzare la ricchezza dell’”altro… diverso da me”;

CONTENUTIA proposito delle nostre 5 pelli…

I contenuti a cui faremo riferimento riguarderanno la sfera personale di ogni componente del gruppo, in riferimento alla storia autobiografica, all’esperienza e ai racconti. Sarà un’esplorazione affettiva ed emotiva, non trascurando la bellezza, ovvero il BELLO come sentimento culturale e personaleSi cercherà di stimolare l’immaginazione e l’uso del corpo.Ed ancora contenuti che riguardano le discipline vere e proprie attraverso letture, commenti, interpretazioni di leggende e fiabe tipiche di altri paesi; giochi, filastrocche, canzoni, drammatizzazioni.

METODOLOGIALa pratica metodologica è quella del laboratorio, inteso come esperienza attiva ed empirica sperimentale.Uso delle tecniche autobiografiche, Teatro dell’Oppresso, Circle Time.

STRUTTURA E TEMPIIl percorso si sviluppa in moduli componibili tra loro, che tenendo conto dell’età , del grado di competenza degli alunni e delle esigenze curricolari delle insegnanti, si articolerà attraverso giochi di socializzazione, giochi teatrali, attività di cooperazione, interviste collettive, visioni di immagini e laboratori manipolativi.

Ogni modulo è composto da un minimo di 3 ad un massimo di 5 incontri da definire in fase progettuale. Ogni incontro ha la durata di circa 2 ore. Ogni modulo è indipendente, ma legato ad un filo conduttore comune, che può abbracciare ogni disciplina scolastica

PERCORSIPartendo dalla concezione espressa da Hundertwasser nei suoi manifesti, che riteneva il genere umano composto da 5 pelli e il benessere dell’umanità legato all’armonia delle stesse con la natura, patrimonio universale di tutti, si è pensato di sviluppare un programma di interventi che racchiudono aspetti ecologisti, benessere individuale e

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interculturale. A discrezione delle insegnanti e secondo l’interesse dei bambini, sarà possibile integrare maggiormente i percorsi con aspetti legati alle opere grafiche e architettoniche realizzate dall’artista…” pittore, architetto… dispensatore di sogni”.

PERCORSO A (la PRIMA PELLE)… l’epidermideGiochi esperienziali legati alla conoscenza del proprio corpo e alle diverse reazioni agli stimoli indotti …”Sensazioni a pelle”,” mi piace non mi piace”, il colore delle emozioni”…Percorso interculturale legato all’osservazione e conoscenza delle caratteristiche delle diverse pelli in contrapposizione alle diverse etnie che popolano il pianeta.

PERCORSO B (la SECONDA PELLE)… i vestitiGiochi esperienziali con la video-proiezione di immagini e fotografie dei diversi abbigliamenti , attraverso giochi sulle emozioni si arriverà a creare il proprio personale abbigliamento, con la costruzione di vestiti “riciclati” e travestimenti; giochi teatrali legati al teatro dell’oppresso “mettersi nei panni di…”Percorso interculturale conoscenza di vari abbigliamenti, tradizioni, culture, climi e colori diversi.

PERCORSO C (la TERZA PELLE)… la casaGiochi esperienziali sulla casa e i suoi abitanti… (chi abita …dove), costruzione di un plastico sulla “città ideale” con reporter in carne ed ossa alla ricerca delle abitazioni caratteristiche del territorio., “la mia casa” trasformata attraverso le concezioni dell’artista .Percorso interculturale conoscenza delle diverse abitazioni e paesaggi con foto ricerca delle caratteristiche strutturali.

PERCORSO D (la QUARTA PELLE)… l’ambienteGiochi esperienziali Percorso globale sull’albero, con giochi corporei e attività manuali di sensibilizzazione sul riciclaggio e la raccolta differenziata che porteranno alla costruzione di oggetti concretiPercorso interculturale legato alla conoscenza delle diverse forme e necessità degli alberi del mondo, con osservazione delle diverse tradizioni legate all’albero; narrazioni e produzioni grafiche.

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PERCORSO E (la QUINTA PELLE)… la societàGiochi esperienziali : come giocano i bambini del mondo… video-proiezioni e narrazioni sulla cultura ludica dei diversi popoli, costruzione di giocattoli con materiale di recuperoPercorso interculturale “la viaggiatora” presenterà ai bambini una valigia piena di giocattoli provenienti da tutto il mondo, descrivendone le ambientazioni d’origine e il funzionamento

COSTI€120,00 ad incontro, comprensivi di materiale e documentazione, di cui €. 50,00 a carico della scuola

CONDUTTRICIPelloni Stefania (formatrice-educatrice) e Preda Patrizia (naturopata, formatrice)

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"……IO SONO L’ALBERO""……IO SONO L’ALBERO"Tra identità e differenza:

L’ALBERO COME SIMBOLO INTERCULTURALEEDUCAZIONE INTERCULTURALE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE

L’Albero è una cattedrale delle culture animiste più antiche ed il suo culto è ancora diffuso Chi ha viaggiato nell’ India nel nord, nell’Asia Centrale, in Cina, in Tibet, in Siberia avrà sicuramente notato che alcuni alberi, in genere i più antichi o maestosi, sono oggetti di culto: vengono legati sottili fili intorno al tronco per mettervi incensi accesi, infilarvi ghirlande di fiori; alla base

dell’albero vengono deposti fiori, cibo, lumi accesi. Questa tradizione si conserva un po’ in tutto il mondo.

Il progetto è congiuntamente proposto da Casa delle Culture e dall’ Ufficio Ambiente e rientrante nel “Mese dell’albero in festa” a sottolineare l’interconnessione fra l’educazione ambientale ed interculturale. In entrambe i casi i valori del rispetto, della differenza, dell’interdipendenza, della relazione e del decentramento da sé, della sostenibilità… fanno parte di un pensiero ecologico-umano-globale.In questo caso l’educazione ambientale diventa uno degli spazi di laboratorio dove i bambini possono interrogarsi a partire dalla loro vita e dai loro ambienti di vita

FINALITA’Valorizzare la differenza culturale e biologica come patrimonio e ricchezza del pianeta Terra.Orientare alla costruzione di identità aperte: al cambiamento e alla trasformazione, all’alterità, alla naturaFavorire il riconoscimento di sé per riconoscere l’altro/aFavorire il ricongiungimento fra il mondo interno e il mondo esterno superando le separatezze, in particolare quella fra umano (inteso come cultura, stili di vita, mondo emotivo e affettivo, socio relazionale) e natura (eco-sistemi)

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CONTENUTI E PERCORSO“Storie d’alberi”Rapporto fra genere umano e albero nelle tradizioni e usi locali, nelle fiabe e nei miti dei popoliTutte le storie che ci chiedono d’essere ascoltate sono fatte di materia viva, di bambini, uomini, donne animati da passioni, emozioni, progetti e sogni. L’albero è spesso custode nel tempo e nello spazio di poteri, vita, magia, segreti…..

“Io sono l’albero”Il nostro mondo interno può essere rappresentato attraverso la simbologia dell’albero (le radici, il tronco, la chioma, i rami, i frutti….).E’ possibile “sentirsi albero” e lasciarlo esprimere con il corpo.E’ possibile dare voce con il corpo al nostro mondo interiore

“….Lo sai che gli alberi parlano?”uscita al parco o in pineta alla ricerca del “nostro albero”, quello che ci parlerà.Ognuno sarà pronto con carta e penna a trascrivere fedelmente i messaggi sorprendenti che “l’albero amico” ci vorrà lasciare. Qualcuno ha la fortuna di trovare ed incontrare anche ….un albero poeta!!

“I colori del verde”A volte le emozioni non si riconoscono perché sono sfumature.Sarà allora necessario rielaborare il percorso svolto raccogliendo parole e colori per trasformarle in un bel libro da guardare, leggere e regalare a chi vogliamo bene

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STRUTTURA3 incontri di due ore circa ed una mattinata intera per l’uscita. Al termine del percorso sarà pubblicato un quaderno con parole, pensieri e disegni.Ad ogni classe partecipante sarà consegnato il seme di aoghiri 1 da piantare in vaso e coltivare nel tempo (un paio d’anni) per poi piantumare l’arborescenza

CONDUZIONEPreda Patrizia, naturopata, Reikj master - teacher, formatrice

COSTIL’intero percorso comprensivo di uscita ha un costo complessivo di €. 400 ,00Di cui €. 170,00 a carico della scuola

1Questi semi derivano da uno dei tre alberi della stessa specie sopravvissuti alla catastrofe atomica di Hiroschima pur trovandosi vicini all’ epicentro dell’esplosione. Alcuni alberi Aoghiri attualmente crescono nel Parco della Pace di Hiroschima e i loro semi vengono accolti in varie parti del mondo quali testimoni di pace. Accogliendo e curando questa pianta così carica di significato, i bambini si faranno dunque custodi del suo importantissimo messaggio

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"…..COSA VUOI FARE DA PICCOLO ?""…..COSA VUOI FARE DA PICCOLO ?"Diritti dei bambini e interessi dei grandi

UN PROGETTO DI EDUCAZIONE AI DIRITTI UMANI

"Cara mamma, caro papà, quella notte vi ho sentito piangere nel buio. Tu, mamma, ti disperavi all'idea di doverti separare da me…M voi non avete niente da rimproverarvi. La colpa è tutta dell'ingiustizia dei potenti. Vi prometto che non chinerò il capo di fronte ai soprusi….Consacrerò la mia vita alla lotta contro le ingiustizie, non solo quelle che colpiscono i bambini, ma anche gli adulti, perché non può esserci benessere per i bambini finchè gli adulti saranno offesi e sfruttati. Vi abbraccio, vostro Iqbal"

Da "Il testamento di Iqbal" di Francesco Gesualdi

Il progetto, rivolto agli alunni delle classi elementari, si articola in due incontri di due ore ciascuno, volti a informare e a coinvolgere attivamente gli alunni su alcuni concetti chiave per una lettura più attenta della realtà odierna, secondo un principio definito “pensare globalmente, agire localmente!”.

Programma degli incontri:1 - IL LAVORO INFANTILE NEL SUD DEL MONDO; CAUSE E POSSIBILI SOLUZIONI. L’incontro articolato in due fasi, si propone di avvicinare gli alunni al tema dei diritti dell’infanzia e del lavoro minorile nel mondo in maniera partecipata e attiva, a partire dalla visione di un filmato a cartoni animati prodotto dall’Unicef (“Meena”), e da un lavoro a gruppi su alcune storie a fumetti di bambini di tre continenti diversi (Africa, Asia, America Latina), tratte dal libro “Lo zucchero amaro

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di Carlos José”, di Mani Tese, ed. Gruppo Abele.

2 – DIRITTI DELL’INFANZIA E DIRITTI DELL’UOMO; MA QUALI I DOVERI? Recuperando le riflessioni emerse nel primo incontro, e attraverso un gioco di interdipendenza, si intende sviluppare una coscienza civile e democratica, che colleghi in ogni piccolo gesto quotidiano la propria responsabilità personale e collettiva ai diritti di ogni uomo e di ogni donna, in una chiave di lettura di Educazione alla Mondialità. Vengono sistematizzate le conoscenze e le impressioni raccolte nei lavori di gruppo, e nell’analisi del “gioco della macchina”, in cartelloni che rimarranno nelle classi, sotto un grande tetto disegnato, quasi a ritagliare un angolo della classe come “luogo di riflessione” su questi temi., in cui i bambini possano incontrarsi per ritornare a parlarne insieme.

3 – COSA POSSIAMO FARE NOI?Partendo dalla visione di un video, e dalla successiva discussione dello stesso si intende riflettere sulla possibilità di creare un futuro migliore attraverso le proprie scelte personali e il sostegno a progetti integrati di lotta contro lo sfruttamento e per il sostegno ai diritti dell’infanzia.

ALCUNE CONSIDERAZIONIIl lavoro minorile (e i diritti dell’infanzia che ne sono il quadro di riferimento) è un tema che tocca in profondità i bambini e li appassiona stimolando in loro curiosità ed un forte “desiderio di fare qualcosa per un mondo migliore”.E’ fondamentale lasciare agli alunni, al termine del lavoro, alcune proposte concrete affinché possano sentirsi coinvolti attivamente in azioni contro lo sfruttamento del lavoro infantile.

ConduzioneMichele Dotti, formatore del CRES di "Mani Tese"E’ giusto ricordare che nel 1998 Mani Tese è stata capofila per l’Italia di tutte le associazioni che hanno aderito alla Global March, la marcia mondiale contro lo sfruttamento del lavoro infantile che è partita da Manila (Filippine) ed è terminata a Ginevra in occasione della Conferenza Mondiale dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro

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Costi Il costo del progetto è di 270 euro, comprensive di spese di viaggio, che saranno destinate ai progetti di Cooperazione internazionale di Mani Tese e Comitato di Amicizia in Africa, Asia ed America Latina.A carico della scuola il costo è di euro 100,00

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"UN MONDO A COLORI""UN MONDO A COLORI"L’intercultura come ricchezza della diversità

Il progetto, rivolto agli alunni delle classi elementari (secondo ciclo) e medie inferiori, si articola in quattro incontri di due ore ciascuno, volti ad avvicinare gli alunni alla prospettiva interculturale, attraverso esercizi di decentramento culturale che intendono promuovere la partecipazione attiva e favorire il pluralismo. Come ci ricorda Raimon Panikkar:"Pluralismo è più di tolleranza; il pluralismo è il riconoscimento che nessun uomo e nessuna cultura ha accesso alla totalità dell’esperienza umana, che nessuno di noi dal suo punto di vista può abbracciare tutto il reale. " Abbiamo quindi bisogno del punto di vista di tutti per una comprensione più profonda della realtà.E questo ci introduce al concetto di "intercultura" come scelta consapevole del "dialogo tra le culture" che presuppone il riconoscimento della diversità come ricchezza imprescindibile!Questo ci pare ancora più importante in un momento storico come questo, in cui le diversità culturali vengono spesso strumentalizzate per creare divisioni artificiose, o più semplicemente negate in un processo di omologazione culturale senza precedenti nella storia.Il progetto “Un mondo a colori...” non intende sostituirsi alla scuola, ma solo sviluppare alcuni temi fondamentali, su cui ogni insegnante potrà facilmente ritornare, in un’ottica interdisciplinare, nel corso dell’anno scolastico, secondo le competenze e negli ambiti che gli sono propri.Per questo è ritenuta fondamentale la presenza dell’insegnante anche durante gli incontri con esperti esterni.

Gli incontri si articolano secondo questo percorso:

1 - L'intercultura: la diversità come ricchezza

Partendo dalla visione dello splendido film a cartoni animati "Kirikù e la strega Karabà", tenteremo di avvicinarci ad alcuni dei valori

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fondamentali delle società africane, creando gruppi di lavoro che discutono un aspetto del film sulla base di una griglia base di domande aperte, che serviranno da stimolo alla riflessione e al dialogo tra i ragazzi.Terminato il lavoro in gruppi si ritorna in plenaria per una condivisione delle riflessioni, delle curiosità e dei dubbi emersi, che tenteremo di intrecciare per una più profonda comprensione del film e della cultura di cui questo è espressione.E’ un esercizio di “decentramento culturale” che allarga i nostri orizzonti e ci arricchisce sul piano umano, mostrandoci quanto la “diversità” sia davvero una ricchezza per tutti.Un esercizio che riteniamo sempre più necessario considerando che stiamo andando verso una società multietnica e multiculturale, in cui il rapporto e la coesistenza con il diverso non sarà più una scelta, ma una realtà (e un'opportunità) con cui fare i conti giorno per giorno.

2 – Impariamo a leggere e scrivere… come africani e cinesi!

Partendo da alcuni giochi di logica che ci aiutano a riflettere sull’importanza di allargare i nostri orizzonti e uscire dagli schemi, ci introduciamo al ruolo centrale della lingua, orale e scritta, come specchio della cultura di un popolo e analizziamo insieme alcune espressioni della lingua mooré dei Mossì del Burkina Faso, come esempio di cultura orale africana, ed alcuni ideogrammi cinesi, una delle più antiche ed affascinanti forme di scrittura della storia, ancora oggi utilizzata da una persona su cinque nel pianeta!La lingua è solo un “ponte” per attraversare quel “fiume” che ci divide da queste culture, e dalla possibilità di scoprire la ricchezza dei loro valori umani e culturali.

3 - "Noi visti dagli altri": il decentramento narrativo

Attraverso l'ascolto della narrazione dell'altro su di noi, tentiamo di vederci con i suoi occhi. E' come attraversare una galleria di specchi ognuno dei quali riflette un'immagine diversa da quella che abbiamo di noi stessi. Indiani d'America, tuareg, aborigeni australiani, africani, cinesi hanno una visione della cultura europea, e tutti portano un frammento di

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verità che ci aiuta a ricomporre la nostra identità.Partendo dalla lettura di brani, attraverso un gioco di hand-clapping e un successivo lavoro a gruppi si intende raccogliere questi "frammenti" e imparare, come ha fatto Lief Feam, a riscrivere la Fiaba di Cappuccetto Rosso raccontata dal punto di vista del lupo...E' l'essenziale per educare gli alunni ad un nuovo senso civico - non autoreferenziale - nella società delle differenze.

4 - Educazione alla mondialità: capire e vivere l'interdipendenza

Un percorso di riflessione che partendo dalla metodologia della Tela di Ragno consente una partecipazione attiva da parte degli alunni e una successiva analisi e verifica degli stereotipi emersi.Questa metodologia (fondata sul principio pedagogico dell’epoké, o sospensione di giudizio) si è dimostrata estremamente efficace nello stimolare l’interesse e la partecipazione di tutti ed è punto di partenza indispensabile, attraverso gli stereotipi che permette di rendere visibili, per cominciare a tessere un discorso serio sulla mondialità.Particolare attenzione viene dedicata in questo ultimo incontro all’interdipendenza, anche attraverso due giochi partecipativi (la "zattera", per le classi delle elementari, e la "macchina", per quelle delle medie inferiori.Ai ragazzi, come al termine di tutti gli incontri, vengono lasciati strumenti e proposte concrete per divenire "cittadini del mondo", sempre più consapevoli e rispettosi delle differenze e di tutti i diritti umani.(N.B. E’ possibile svolgere anche un percorso di secondo livello, di tre incontri, per le classi che hanno già partecipato a questo laboratorio e desiderano riprendere e approfondire le tematiche trattate.)

TempiIl progetto si articola in un percorso di quattro incontri, da 2 ore ciascuno.

ConduzioneMichele Dotti (formatore del CRES Mani Tese)

Costi Il costo del progetto è di 360 euro, comprensive di spese di viaggio, che

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saranno destinate ai progetti di Cooperazione internazionale di Mani Tese e Comitato di Amicizia in Africa, Asia ed America Latina.A carico della scuola il costo è di euro 160,00

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"LA CAPOEIRA""LA CAPOEIRA"Cos’è la capoeira

La Capoeira è arte, danza, sport, musica e cultura.Trae le sue origini dalle tradizioni africane importate in Brasile insieme agli schiavi, provenienti principalmente dall’Angola. Per molti anni, dall’epoca coloniale fino ai primi anni del XX secolo, la capoeira è rimasta espressione delle classi più emarginate, ma grazie all’impegno e al lavoro di Mestre Bimba e Mestre Pastinha a partire dal primo novecento la capoeira si è diffusa in tutte le realtà della società brasiliana, riconosciuta come forma di cultura e di attività sportiva afro-brasiliana. Attualmente in Brasile la capoeira è diffusa nelle scuole ed è impiegata nelle realtà difficili e bisognose, come ad esempio con persone, adulti e bambini, portatrici di handicap o in situazioni socialmente problematiche. La capoeira è infatti una forma di socializzazione, sviluppa la creatività dei praticanti grazie all’improvvisazione dei movimenti, alla musica e ai canti che accompagnano il gioco e che sono parte integrante di questa arte.

Roda di capoeira del gruppo Coquinho Baiano

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La capoeira è un gioco in cui i due contendenti, all’interno di un cerchio, accompagnati da canti e musiche tradizionali, si fronteggiano con destrezza, l’agilità attraverso un dialogo tra i due corpi in movimento. Come diceva infatti Mestre Pastinha, “la capoeira è un dialogo di corpi in cui io vinco quando il mio opponente non ha più risposte alle mie domande”.

La capoeira è accompagnata da canti e strumenti a percussione di origine afro-brasiliana che ne costituiscono l’essenza stessa. Lo strumento principale, che accompagna il gioco è il Berimbao, strumento a percussione formato da un arco di legno alle cui estremità è fissata una corda di metallo percossa con una bacchetta di legno, mentre una zucca fissata all’estremità inferiore dell’arco funge da cassa di risonanza. Il Berimbau comanda il gioco e indica agli altri strumenti la ritmica da eseguire (toques). Se ne distinguono tre tipi: Gunga, medio e viola, caratterizzati da diversi timbri e diversi ruoli nella roda.

Berimbao: Gunga, medio e viola

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Tra gli strumenti che vanno a formare la batteria della capoeira, insieme al Berimbao i due principali sono rappresentati dall’Atabaque, alto tamburo di forma conica di origine afro-brasiliana e dal Pandeiro, sorta di tamburello formato da una struttura circolare in legno, ricoperta in pelle con sonagli ai bordi.

Obiettivi:Diffondere la conoscenza di questa forma di cultura afro-brasiliana;Incentivare nel bambino la coordinazione, l’agilità, il ritmo, la musicalità;Favorire la capacità di lavorare in gruppo e di interagire con l’altro.

Modalità di svolgimento e tempiIl laboratorio si svolgerà in 4 incontri da un’ora e mezza l’uno in cui i bambini saranno coinvolti attivamente nell’apprendimento dei movimenti di base del gioco, soprattutto in funzione della logica di “domanda e risposta” che caratterizza lo svolgimento dello stesso. Apprenderanno inoltre alcune canzoni che accompagnano il gioco e potranno sperimentare direttamente i vari strumenti, per imparare a distinguerne le sonorità e la ritmica di base che li caratterizza.

CostiIl costo complessivo del laboratorio è di 350 € di cui 150 a carico della scuola

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INDICE

● Presentazione pag. 3

■■ SEZIONE 1: PROPOSTE FORMATIVE PER L'EDUCAZIONESEZIONE 1: PROPOSTE FORMATIVE PER L'EDUCAZIONE INTERCULTURALEINTERCULTURALE

● COSTRUIRE IL PENSIERO INTERCULTURALE pag. 9

● FORMAZIONE INSEGNANTI. "SO-STARE NEL CONFLITTO" La gestione del conflitto nella relazione educativa pag. 12

● FORMAZIONE E LABORATORIO DIDATTICO. SAHARAWI: UN POPOLO ... UNA STORIA”, Cultura e Diritti di un popolo - Formazione: “conosciamo il Sahara occidentale” pag.14

■■ SEZIONE 2: L’EDUCAZIONE LINGUISTICA. LSEZIONE 2: L’EDUCAZIONE LINGUISTICA. Lingua madre, ingua madre, lingualingua secondaseconda

● L'EDUCAZIONE LINGUISTICA DEMOCRATICA pag.16

● AGIRE L’INTEGRAZIONE. I laboratori di lingua madre pag.18

● LABORATORIO LINGUISTICO INTERCULTURALE. LA TIPOLOGIA E I MECCANISMI DELLA LINGUA. Italia, Albania, Romania, Filippine, Bulgaria pag.20

● LABORATORIO LINGUISTICO INTERCULTURALE. “I PRESTITI LINGUISTICI”. Italiano, rumeno, albanese, spagnolo pag.22

● NARRAZIONI. "RACCONTI IN MAMMA LINGUA” Promuovere l'incontro attraverso il gioco e la lettura pag. 24

● "L'ITALIANO PER PARLARE, L'ITALIANO PER STUDIARE". Dalla teoria alla pratica: per un laboratorio sperimentale di Italiano L2 pag.25

■■ SEZIONE 3: I LABORATORI DELL'INTERCULTURASEZIONE 3: I LABORATORI DELL'INTERCULTURA

● CULTURE BOX. Laboratorio di educazione alla differenza e alla comunicazione interculturale pag.28

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● IL GUSTO DELLE DIFFERENZE. Laboratorio di comunicazione interculturale pag.31

● LA STORIA SIAMO NOI... E ANCHE LORO! Un viaggio dentro alla storia in prospettiva interculturale pag.34

● "IL MONDO NELLA MIA CLASSE" Viaggio nei paesi di provenienza degli alunni migranti pag. 36

● "FACCIAMO LA PACE ?" Per dire la Pace nelle nostre mani: un progetto di educazione alla Pace e alla Non-Violenza pag.38

● "GIOCANDO A CAMBIARE IL MONDO" Il gioco interculturale e cooperativo - Un progetto di educazione interculturale e alla solidarieta'

pag.41

● "……LE NOSTRE 5 PELLI". Tra identita’ e differenza, attraverso il linguaggio dell’arte pag.43

● "……IO SONO L’ALBERO" Tra identità e differenza: l’albero come simbolo interculturale - educazione interculturale ed educazione ambientale

pag. 47

● "…..COSA VUOI FARE DA PICCOLO ?" Diritti dei bambini e interessi dei grandi - un progetto di educazione ai diritti umani pag.50

● "UN MONDO A COLORI" L’intercultura come ricchezza della diversità - Un progetto di educazione interculturale pag.53

● "LA CAPOEIRA", TRA DANZA E LOTTA. UN'ARTE STRUMENTO DI LIBERTA' pag. 57

Centro d'informazione e documentazione interculturale Casa delle cultureU.O. Politiche per l'immigrazioneComune di RavennaPiazza Medaglie d'Oro 4, Ravennatel. 0544 591876, fax 0544 423869mail: [email protected] http://www.racine.ra.it/casadelleculture

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Nell'ambito del protocollo d'intesa 2007/09:

Comune di RavennaU.O. Politiche per l'immigrazione

Comune di Russi

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