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ANNO LIV NUMERO 1 • GENNAIO/APRILE 2016Poste Italiane Spa

Sped. in abb. postale d.l. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 e 3, C/RM/04/2014

PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL'EDUCAZIONE AUXILIUM

RIVISTADISCIENZEDELL’EDUCAZIONE

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2 PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM

EDITORIALE«A Dio importa dell’umanità»Maria Spólnik 6-10

Vinci l’indifferenza e conquista la paceMessaggio del Santo Padre Francesco per la celebrazione della XLIXGiornata mondiale della Pace 1° Gennaio 2016 11-24

DOSSIER

NUTRIRE LA VITA: COMPITO E SFIDAIntroduzione al DossierEnrica Ottone 26-28

Nutrire la vita, educare la personaMaria Spólnik 29-42

Per un’economia a misura di persona:tra crisi e nuovi paradigmiFlavio Felice 43-57

Progettare il futuro amando la propria casaSimone Morandini 58-64

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3RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LIV NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2016

La comunità che nutre, la comunità che educa.L’esperienza del CEIS in Emilia RomagnaAndrea Ascari 65-78

Fame di Dio - Pane di vita: intervista al cardinal Gianfranco Ravasi Marcella Farina 79-89

SISTEMA PREVENTIVO OGGI

Il Sistema preventivo “spazio” del primo annuncio del Vangelo in stile salesianoPiera Ruffinatto 92-109

ALTRI STUDI

Prassi educativa e neuroscienzeCaterina Cangià 112-126

ORIENTAMENTI BIBLIOGRAFICIRecensioni e segnalazioni 128-149

Libri ricevuti 150-154

Norme per i collaboratori della Rivista 154-155

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DOSSIERNUTRIRE LA VITA: COMPITO E SFIDA

RIVISTADISCIENZE DELL’EDUCAZIONEPONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL'EDUCAZIONE AUXILIUM

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Premessa

Il 23 settembre 2015 sotto una pioggiabattente passo i tornelli per entrarenell’Expo; mi incammino attraverso ildecumano. Vicino ai Padiglioni del-l’Italia, Francia e Spagna, poco di-stante dalla Casa don Bosco vedo ilPadiglione della Santa Sede, un’areacomplessiva di 747 metri quadrati.Due scritte bibliche: Non di solo panee Dacci oggi il nostro pane quotidiano,tradotte in 13 lingue, percorrono lepareti esterne evocando due aspettifondamentali della fame e, quindi,del nutrimento. È declinato così iltema Nutrire il pianeta, energia per lavita dell’Expo Milano 2015. La SantaSede offre il suo specifico messaggioin dialogo con le svariate espressionidei molti Paesi, oltre 140, che hannotradotto il tema in sintonia con le pro-prie tradizioni, le situazioni attuali, isogni, i progetti di futuro che si spera,non solo auspicabili, ma realizzabili.Prima di varcare la soglia del Padi-glione alcuni volontari accolgono per-sonalmente il visitatore; in tal modoquesti si dispone “cordialmente” adentrare in un habitat spirituale e fisico,

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Alasciandosi interpellare dal crudodramma della fame nel mondo, famedel corpo e contemporaneamentefame dell’anima.Superata la tenda gialla dell’ingressoil messaggio è come raccolto tutto inun’unica sala, semplice, ma ricchis-sima di evocazioni umane ed evan-geliche. Lo sguardo è colpito e nutritodi bellezza dall’arazzo di Pieter PaulRubens, raffigurante l’istituzione del-l’Eucarestia, che coniuga cibo mate-riale e cibo spirituale.Lungo la parete sinistra un collagefotografico su cibo e povertà, una se-rie di foto, mostra squilibri economici,migrazioni e guerre, inquinamento efame; contemporaneamente richiamala possibilità di un’economia diversaa partire dalla vita quotidiana fino agiungere ai rapporti internazionali,alla fame e sete di dignità e di amore.Ogni foto è come commentata daespressioni di Papa Francesco.Tre video presentano l’impegno dellaChiesa e di Papa Francesco nelleopere di carità in campo alimentarequali espressioni della carità di Dio. Il visitatore è invitato ad approfon-dire successivamente una di queste

FAME DI DIO, PANE DI VITA:INTERVISTA AL CARDINALEGIANFRANCO RAVASIMARCELLA FARINA

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iniziative; chi desidera può contri-buire con una piccola offerta a so-stenere questa “globalizzazionedella solidarietà”.Cuore della visita è l’enorme tavola alcentro della sala; lunga 11 metri, oc-cupa la lunghezza del Padiglione. Èun tavolo multimediale con 18 posta-zioni che si attivano di volta in volta.È il risultato dell’unione di più tavoliche rappresentano i diversi aspetti emomenti della vita quotidiana: da quel-lo della cucina, a quello dell’artigianoe del giardiniere, del medico chirurgo,della mensa monastica, del gioco deibambini, del lavoro al computer; cul-mine è la mensa eucaristica, raccordodi dono divino e lavoro umano.Anche il congedo è curato dai volon-tari che consegnano un magnete raf-figurante Papa Francesco.Dopo questa immersione fisica e sim-bolica ho proseguito verso la Casadon Bosco che ha tradotto il temadell’Expo in Educare i giovani energiaper la vita. Qui la Pontificia Facoltà diScienze dell’Educazione «Auxilium»nei giorni 23 e 24 settembre ha co-niugato il tema con la domanda-pro-posta educativa: Nutrire il corpo, edu-care la persona, coltivare un sogno,attraverso una serie di iniziative attuateda docenti, studenti, operatori.Ho constatato una profonda sintoniatra questi Padiglioni sia nell’attenzioneai bisogni sia nella ricerca di possibilirisposte. Così, chiuso l’Expo, mi èsembrato utile condividere con unpubblico più ampio alcune domande,istanze, sogni e progetti raccolti inquella giornata. Ho visto che non era sufficiente con-sultare i siti web che pure sono sva-riatissimi. Molto più propositivo e fe-

condo sarebbe stato un confrontocon il Padiglione della Santa Sedeper la sua peculiare ed esplicita aper-tura alla dimensione educativa.1

Ho pensato allora di rivolgere qual-che domanda al cardinale Gian-franco Ravasi, Presidente del Pon-tificio Consiglio della Cultura e dellaPontificia Commissione di Archeo-logia Sacra, Commissario generaledella Santa Sede per l’Expo di Mi-lano 2015, il quale, nonostante ilsuo fitto calendario, gentilmente harisposto ampliando ulteriormentedomande e prospettive.

Non di solo pane: Dacci oggi il nostro pane quotidiano

Una prima curiosità: come mai la Santa Sede all’Expo?

«Tra i mille volti dell’Expo - Milano2015 la Santa Sede ha voluto esserepresente per offrire il suo contributo.Ma non è una novità, come ho ricor-dato a partire dal 27 febbraio 2014in occasione della firma del proto-collo di adesione, nella solenne cor-nice della Sala Regia del PalazzoApostolico in Vaticano e, successi-vamente nella presentazione del Pa-diglione nella conferenza stampadel 14 aprile 2015.2

Nel 1851, durante il pontificato di PioIX, si è inaugurata a Londra la GreatExhibition of the Works of Industry ofAll Nations, una delle prime grandiesposizioni internazionali. Ebbene, laS. Sede lì aveva eretto un suo padi-glione che ha ricevuto persino unpremio. È stata, quella di Londra, unaesposizione di grande rilievo, son-tuosa. In seguito in quasi tutti questi

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eventi “universali” non è mancata lapresenza vaticana, talora in modoimponente. All’Expo di New york del1964, ad esempio, fu trasferita nien-temeno che la Pietà di Michelangelo:per la prima volta usciva dalla basilicadi S. Pietro e varcava l’oceano, “con-fusa” con una vera e propria contro-

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RIASSUNTO

L’intervista al Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della PontificiaCommissione di Archeologia Sacra, Commissario generale della SantaSede per l’Expo di Milano 2015, è finalizzata a evidenziare significatiantropologici, culturali, spirituali dell’Expo2015, con i quali la SantaSede - con il suo Padiglione Non di solo pane e Dacci oggi il nostro pane quotidiano - ha dialogato offrendo il “più di senso” che vienedalla Rivelazione biblico-cristiana. Vi è una fame e sete - ricerca di Dionella solidarietà umana da accoglieree nutrire-dissetare fino a giungere al dono dell’Eucaristia.

Parole chiave: Expo, fame, cibo,

pane, deserto, educazione, Eucaristia.

SUMMARY

The interview with Card. GianfrancoRavasi, President of the PontificalCouncil of Culture and of the PontificalCommission of Sacred Archeology,General Commissioner for the HolySee at the Expo of Milan 2015, is aimed at highlighting the anthropological, cultural and spiritual meanings of Expo 2015.

The Holy See had the Pavilion Not ByBread Alone and Give Us This DayOur Daily Bread.By this means theywere able to enter into dialogue, offering all the meaning that the Bibli-cal-Christians Revelation can give.There is a hunger and thirst, searching for God, in human solidaritywhich wants to be nurtured and satis-fied to the point of the Holy Eucharist.

Key words: Expo, hunger, food,bread, dessert, education, Eucharist.

RESUMEN

La entrevista con el Card. GianfrancoRavasi, Presidente del Pontificio Consejo para la Cultura y de la Pontificia Comisión de Arqueología Sacra, Comisario General de la Santa Sedepara la Expo de Milán 2015, tiene como objetivo destacar los significados antropológicos, culturales, espirituales de la Expo2015, con los cuales la Santa Sedecon su Pabellón - No sólo de pan y Dànos hoy nuestro pan de cada día- ha dialogado ofreciendo “el mayorsentido” que viene de la Revelaciónbíblica - cristiana. Hay un hambre y sed - búsqueda de Dios en la solidaridad humana por acogery nutrir - apagar la sed hasta llegar al don de la Eucaristía.

Palabras clave: Expo 2015, hambre,alimento, pan, desierto, educación,Eucaristía.

figura in marmo di Carrara per ragionidi sicurezza. Ancora nel 2008, sottoBenedetto XVI, all’Expo di Zaragozasi ergeva un padiglione vaticano le-gato al tema dell’acqua. Non è, quindi,una sorpresa che nello spazio espo-sitivo di Rho-Pero sia incastonatoanche un segno architettonico che

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testimoni la volontà della Chiesa cat-tolica di partecipare al dibattito suuna questione capitale com’è quelladella custodia del creato e della di-sponibilità universale delle risorse ali-mentari del pianeta».

Qualche elemento di novità rispettoalle precedenti esposizioni

«Sono tante, legate ovviamente altema così concreto, universale, maanche così carico di simbolismo, diuna simbolicità che percorre tuttele culture e che a livello ecclesialeraggiunge il vertice nell’Eucaristia,nel Dio con noi. Qui vorrei rilevarequalcosa sullo stile.A differenza dell’esposizione di Londrae di New york, la presenza a Milanoè stata nel segno del cuore di PapaFrancesco: sobria, essenziale, nar-rante il significato reale e simbolicodel nutrimento. Già dall’esterno sipuò rilevare la sobrietà delle linee ar-chitettoniche insieme alla chiarezzae luminosità del colore, alla gentilezzadei volontari, al fatto che propone unmessaggio, non espone prodotti.L’area interna aperta al pubblico è disoli 330 metri quadrati, scorrono duescritte in varie lingue, ovviamente ap-paiono i caratteri greci ed ebraici per-ché il motto emblematico della strut-tura vaticana è affidato alle due frasibibliche che presentano i due voltidel cibo: Non di solo pane e Daccioggi il nostro pane quotidiano.La Chiesa in questo modo ha volutoessere presente con uno stile e unmessaggio preciso: far riflettere sultema partendo dai volti delle persone,dalle situazioni concrete che richie-dono soluzioni efficaci e non retori-che. Essendo essa presente in ogni

parte del mondo, ha voluto raggiun-gere gli Stati del pianeta nella mol-teplicità e varietà dei popoli ricor-dando il dramma della fame che at-tanaglia oltre un miliardo di persone,ma anche altre cruciali realtà».

Entrando nel Padiglione la proiezione di tre filmati: Quale l’idea ispiratrice?

«L’ispirazione è tratta dall’episodio diAbramo alle Querce di Mamre cheevoca tre bisogni: acqua, pane, ripo-so. Il libro della Genesi al cap. 18narra l’evento della visita di tre ospitiad Abramo, la visita del Dio della pro-messa. “Abramo abitava presso leQuerce di Mamre. Un giorno, nell’orapiù calda, mentre stava seduto all’in-gresso della sua tenda, gli apparve ilSignore. Abramo alzò gli occhi evide tre uomini in piedi, davanti a lui.Appena li vide dall’ingresso dellatenda, subito corse loro incontro, siinchinò fino a terra e disse: ‘Mio Si-gnore, ti prego, non andare oltre.Fermati. Sono qui per servirti. Vifarò subito portare dell’acqua perlavarvi i piedi. Intanto riposatevi sottoquest’albero. Prenderò un bocconedi pane e vi rinfrancate il cuore.Dopo potrete continuare il vostroviaggio. Non dovete essere passatidi qui inutilmente’” (Genesi 18,1-5).I video sono stati curati dalla registaLia Beltrami, girati rispettivamente inBurkina Faso, Ecuador e tra i profughidi Erbil - Kurdistan-Iraq. Il primo, am-bientato in Burkina Faso, indica il bi-sogno vitale dell’acqua e con riferi-mento evangelico alla donna al pozzodi Sicar richiama un bisogno “altro”(Gv 4,7-14), coniuga, perciò, due seti:la sete fisica e la sete di “Acqua per

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la vita eterna”. Il secondo è ambien-tato in Ecuador e richiama il bisognodi pane, in rapporto con la moltipli-cazione dei pani porta oltre: al “Panedella vita”. Il terzo è girato nei campisfollati di Erbil e indica il bisogno dirinfrancare il cuore; la coniugazioneè con l’istituzione dell’Eucarestiache è il nucleo vitale anche tematicodel Padiglione, espresso in linguag-gio di bellezza con le due opered’arte di Tintoretto e di Rubens».

Come e perché il tavolo multimediale?

«La sua realizzazione, dalla progetta-zione all’allestimento, è stata faticosa,ma anche geniale ed entusiasta.3

Sulla tavola vengono proiettate im-magini di vari contesti della vita in cuisi usa il tavolo: la mensa del convenirefamiliare, la mensa della condivisionecon i poveri; la mensa della parteci-pazione all’opera creatrice di Dio conle molteplici espressioni del lavoroumano, la mensa della comparteci-pazione della gioia e del dolore, lamensa imbandita da Gesù nel con-venire eucaristico. Evoca il messaggiofondamentale che viene dalla Rivela-zione biblico-cristiana: Dio imbandi-sce il banchetto per i suoi figli, ossiaper l’intera famiglia umana; tutti sonoconvocati alla sua mensa. Non esi-stono figli di un dio minore.Il tema è ecumenico, universale. Il cibo è un diritto per tutti, ma, pur-troppo, vi è chi ha troppo cibo e chiha gli scarti e, a volte, non ha nem-meno le briciole.Il pane sulla mensa è uno dei grandisimboli del nutrimento universale cherimanda alla madre terra. La sua as-senza dice il dramma della fame del

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mondo, provocata sovente dal mol-tiplicarsi di comportamenti distruttivie manipolatori che possono trasfor-mare il “giardino” nel “deserto”.L’espressione biblica Non di solopane più profondamente richiama ladimensione spirituale e culturale cheil cibo comporta, richiama ciascunoe tutti a operare responsabilmente,nella vita quotidiana, per cambiare ilmondo, a partire dal micro - la tavolafamiliare, al macro - la tavola dellacomplessità: dalla mamma, al vasaio,al maestro bonsai, per passare a unpiano più metafisico: la donna che sispecchia e si scopre giovane o ilciclo biologico della vita. È per questo motivo che molti hannoriconosciuto che il Padiglione dellaSanta Sede è stato forse quello chepiù di tutti ha centrato il tema».

L’attenzione è posta pure sulla realtà dei “deserti”: sui deserti spirituali, sul “cortile dei gentili”?

«La Bibbia dichiara: “Il Signore Dioprese l’uomo e lo collocò nel giardinodell’Eden perché lo coltivasse e locustodisse” (Genesi 2,15). L’umanità purtroppo ha devastatoquesto orizzonte di vita, riducendolo– come ripete la Bibbia – a “spine ecardi”. Sono i deserti urbani di ce-mento, le discariche industriali, le de-solazioni ambientali: abbiamo dimen-ticato la nostra sororità con la terra(“il Signore Dio plasmò l’uomo conpolvere del suolo”, ricorda ancora illibro della Genesi). È per questo chesi è voluto accompagnare la presenzadella Santa Sede all’Expo con unaserie di eventi che dal tema del cibosi allarghino a un ventaglio di altri ar-gomenti dai diversi profili.

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Nel National Day vaticano, l’11 giugno,tra le varie celebrazioni della SantaSede, alle 16.30, vi è stato appuntoun “Cortile dei Gentili” dal titolo I voltidella Terra, un dialogo con GiulianoAmato, il Presidente della Fondazione“Cortile dei Gentili” e l’ambientalistafrancese Nicolas Hulot, scelto dalPresidente Hollande come “inviatospeciale per la protezione del Pianeta”per la XXI Conferenza Onu sul clima.Ha moderato l’incontro Monica Mag-gioni, direttore di RaiNews24.4

Il titolo I volti della Terra ci riporta allaTerra da millenni definita e rappre-sentata come madre, perché dipen-diamo dai beni che ci offre. San Francesco, nel suo “Cantico delleCreature”, recitava “Laudato si’, mi’Signore, per sora nostra matre terra”,indicando il suo essere madre gene-rosa, fonte di abbondanza e di ric-chezze naturali, e dando un’immaginedel mondo serena e armoniosa graziealla fratellanza di tutte le creature edegli elementi naturali. Anche nella tradizione ebraico-cri-stiana è presente un’immagine fe-conda e positiva della madre terra,intrecciando la materialità e corporeitàcon la visione religiosa non estrinseca,né parallela ad esse, in quanto vi èuna interdipendenza tra i volti del-l’umanità e la terra. Il volto della natura non sempre ap-pare benigno e l’umanità, nella sualunghissima storia, ha dovuto difen-dersi da calamità e da vere e propriecatastrofi di origine naturale, ma lacalamità peggiore che ancora ci af-fligge, come l’insufficienza di cibo edi acqua per la vita degli abitanti delpianeta, non è dovuta al volto “mali-gno” della terra.

Lo stesso Papa Francesco, all’inau-gurazione dell’Expo, ha rivolto a tuttiun accorato appello affinché si re-cuperi la “coscienza dei volti”, a co-minciare da “i volti di milioni di per-sone che oggi hanno fame, che ogginon mangeranno in modo degno diun essere umano”. Egli ha quindi denunciato il “para-dosso dell’abbondanza”, per cuimentre la terra, che rimane semprenostra madre e sorella, continua adoffrirci cibo e acqua sufficienti pertutti, assistiamo allo scandalo dellafame di intere popolazioni, provocatonon dalla penuria di cibo, ma dall’in-giusta e disuguale distribuzione deibeni naturali.Benedetto XVI nell’Omelia di inizioPontificato, richiamando i vari desertiumani, ha riespresso il senso dellamissione della Chiesa: “Vi sono tanteforme di deserto. Vi è il deserto dellapovertà, il deserto della fame e dellasete, vi è il deserto dell’abbandono,della solitudine, dell’amore distrutto.Vi è il deserto dell’oscurità di Dio,dello svuotamento delle anime senzapiù coscienza della dignità e del cam-mino dell’uomo. I deserti esteriori simoltiplicano nel mondo, perché i de-serti interiori sono diventati così ampi.Perciò i tesori della terra non sonopiù al servizio dell’edificazione delgiardino di Dio, nel quale tutti possanovivere, ma sono asserviti alle potenzedello sfruttamento e della distruzione.La Chiesa nel suo insieme, ed i Pastoriin essa, come Cristo devono mettersiin cammino, per condurre gli uominifuori dal deserto, verso il luogo dellavita, verso l’amicizia con il Figlio diDio, verso Colui che ci dona la vita, lavita in pienezza”».5

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È come richiamare il profondo significato umanistico del quaerereDeum?

«Sempre Papa Benedetto nel discor-so agli intellettuali di Parigi, il 12 set-tembre 2008, ci ha condotti alla nostraterra e ai nostri deserti: la nostra in-telligenza con le sue operazioni cheincidono sulla “coltivazione” dellevarie “terre”. Egli ha sottolineato cheil “Quaerere Deum – cercare Dio elasciarsi trovare da Lui” oggi è ne-cessario più di ieri. “Una cultura me-ramente positivista che rimuovessenel campo soggettivo come nonscientifica la domanda circa Dio, sa-rebbe la capitolazione della ragione,la rinuncia alle sue possibilità piùalte e quindi un tracollo dell’umane-simo, le cui conseguenze non po-trebbero essere che gravi. Ciò cheha fondato la cultura dell’Europa, laricerca di Dio e la disponibilità adascoltarLo, rimane anche oggi il fon-damento di ogni vera cultura”.6

Successivamente nel discorso allaCuria Romana ha posto l’accentosulla fecondità del dialogo con chi èalla ricerca del Dio ignoto, come altempo di Paolo. La Chiesa deve pre-occuparsene perché costui “non ac-cantoni la questione su Dio […], per-ché accetti tale questione e la nostal-gia che in essa si nasconde”. Perquesto dovrebbe aprire “una sorta di“cortile dei gentili” dove gli uominipossano in una qualche maniera ag-ganciarsi a Dio, senza conoscerlo eprima che abbiano trovato l’accessoal suo mistero […]. Al dialogo con lereligioni deve oggi aggiungersi so-prattutto il dialogo con coloro per iquali la religione è una cosa estranea,

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ai quali Dio è sconosciuto e che, tut-tavia, non vorrebbero rimanere sem-plicemente senza Dio, ma avvicinarloalmeno come Sconosciuto”.7

L’Expo ha in un certo modo intercet-tato pure “questo uomo” con l’interaproposta espressa nel Padiglione cheè attenta alla fame e sete spirituali, apartire dalle due espressioni bibliche.Infatti, la prima, “Non di solo pane”,desunta dall’Antico Testamento, è ci-tata da Gesù nella sua disputa conSatana il tentatore: “Non di solo panevivrà l’uomo ma di ogni parola cheesce dalla bocca di Dio” (Deuterono-mio 8,3; Matteo 4,4). È, quindi, il ri-mando a una dimensione simbolicadel cibo che in tutte le culture è segnodi gioia e dolore, sentimenti espressiattraverso i pranzi nuziali o funebri oquelli annessi alle nascite, agli anni-versari, alle feste. Nel cristianesimo ilcibo acquista un valore supremo colpane e col vino, le componenti del-l’Eucaristia, che rendono presenteCristo nel fluire del tempo e nel dila-tarsi dello spazio. Componenti semplici e quotidianepresenti su ogni tavola, come scri-veva il poeta francese Paul Claudel:“Interroga la vecchia terra: ti rispon-derà sempre col pane e col vino”.L’altra frase è facilmente riconoscibileperché appartiene alla preghiera-ves-sillo del cristianesimo, il Padre nostro:“Dacci oggi il nostro pane”. Attornoa queste poche parole ruotano que-stioni roventi e provocatorie comequelle della fame nel mondo, dellospreco, dell’egoismo e dell’insensi-bilità di fronte alla miseria. Come haribadito spesso papa Francesco, “lasfida della fame e della malnutrizionenon ha solo una dimensione econo-

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mica o scientifica, ma ha anche e so-prattutto una dimensione etica e an-tropologica. Educarci alla solidarietàsignifica allora educarci all’umanità”.La Santa Sede ha concentrato l’atten-zione sulla forte rilevanza simbolicadell’operazione del nutrire e sulle po-tenzialità di sviluppo antropologico cheessa racchiude, potenzialità profonda-mente sociali e collettive, ma pure pro-fondamente personali. Il cibo si raffiguranon solo come nutrimento per il corpo,ma come gesto del nutrire che diventapasto e convivium, momento di incontroe di comunione, di educazione e dicrescita. Tutto ciò in netta contrappo-sizione con quella “cultura dello scarto”,che sempre di più oggi influenza la no-stra società generando iniquità e situa-zioni di povertà che rappresentanodelle vere e proprie piaghe».

Molto eloquente questo richiamo a educarci all’umanità. Come puòraggiungere le nuove generazioni?

«Papa Francesco nel suo messaggioha interpellato con forza perché “questaExpo sia occasione di un cambiamentodi mentalità, per smettere di pensareche le nostre azioni quotidiane – adogni grado di responsabilità – non ab-biano un impatto sulla vita di chi, vicinoo lontano, soffre la fame”. Egli auspicache da questa esperienza ci si sentarealmente “coinvolti in un grande pro-getto di solidarietà: quello di nutrire ilpianeta nel rispetto di ogni uomo edonna che vi abita e nel rispetto del-l’ambiente naturale […], una grandesfida alla quale Dio chiama l’umanitàdel secolo ventunesimo: smettere fi-nalmente di abusare del giardino cheDio ci ha affidato, perché tutti possanomangiare dei frutti di questo giardino”.

Di qui l’invocazione al Signore perchéEgli, che è Amore, “ci doni la vera‘energia per la vita’: l’amore per condi-videre il pane, il ‘nostro pane quotidia-no’, in pace e fraternità. E che nonmanchi il pane e la dignità del lavoro adogni uomo e donna”. L’auspicio delPapa interpella tutti a favore delle nuovegenerazioni che nei diversi contesti, amotivo della crisi economica, si trovanoin genere più povere di “speranza nelfuturo”. Anche loro, però, possono connoi “dissodare la terra”, “coltivarla”quale splendido e fecondo giardino.In questa prospettiva l’Expo della SantaSede ha offerto anche ai giovani delleopportunità, una serie di iniziative proprioper accendere in loro le domande giuste,per aiutarli a riconoscersi creature dentroun disegno che non è nostro, ma diDio, a scoprire la vocazione per diven-tare custodi e non tiranni del pianeta,a comprendere la lotta quotidiana per-ché a tutti sia garantito il pane delPadre nostro, ad amare la figura di Cri-sto, pane vero disceso dal cielo. I giovani usano dei linguaggi comple-tamente nuovi e il loro universo è in-dubbiamente molto complesso. Noiadulti, anche noi pastori, dobbiamosforzarci non di metterli sotto unasorta di microscopio, ma di iniziare asentire come sono il battito del lorocuore e il ritmo della loro mente.È carico di senso il fatto che nel Na-tional Day vaticano è stata proprioun’orchestra di giovani, i giovani di-versamente abili, l’“Esagramma”, asuonare l’inno della Santa Sede e adaccompagnare musicalmente l’interacerimonia ufficiale.Come “progetto” da condividere conle nuove generazioni vorrei richiamarequattro ambiti su cui ha insistito la ri-

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flessione, e, quindi, la progettazionee l’allestimento del nostro Padiglione.

1. Un giardino da custodire: si trattadella tutela del creato, con tuttele sue risorse, dono elargito dalCreatore a tutta l’umanità, beneche non va sprecato o depredatoe distrutto.

2. Un cibo da condividere: la paginaevangelica della moltiplicazione deipani è l’immagine-guida di questoambito, in cui si sottolinea il valoreuniversale della condivisione e dellasolidarietà, espresso in ambito cri-stiano da molteplici istituzioni chehanno attuato questo comanda-mento dell’amore fraterno.

3. Un pasto che educa: l’ambito edu-cativo è fondamentale per formarele giovani generazioni ad una cul-tura della relazione umana centratasull’essenziale e non sullo sprecoconsumista (delle cose come dellepersone).

4. Un pane che rende Dio presentenel mondo: esiste infine una di-mensione tipicamente religiosa ecristiana, ed è quella dell’Eucaristia,della mensa della Parola e del Panedi vita, “fonte e culmine” di tuttal’esistenza cristiana. La presenzacontinua di Cristo aiuta a capirecome il cibo educa, come diventaun fattore di socializzazione, di co-struzione della propria interiorità».8

L’Eucaristia nutrimento richiama un ordine simbolico fortementefemminile. Qualche raccordo…

«Nell’Expo vi sono state celebrazionie realtà espresse chiaramente al fem-minile. In molti Padiglioni la presenzadelle donne è stata consistente e di

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qualità. Ricordo l’incontro del 13 ot-tobre organizzato dal Global Forumdelle Donne parlamentari (WIP), dalSenato della Repubblica e dalla Ca-mera dei Deputati italiani presso ilPadiglione Italia, una iniziativa che haposto l’attenzione non occasionalesu: Donne in agricoltura e nello svi-luppo, Lotta agli sprechi alimentari eNutrizione e benessere.Relativamente al Padiglione della San-ta Sede bisogna sottolineare che lapresenza femminile è stata valorizzatafin dalla progettazione. I diversi nucleitematici svolti attraverso le foto, i vi-deo, il tavolo multimediale propon-gono tanti volti di donne che si fannocarico sia delle povertà sia della pro-duzione di risorse e soprattutto dellacura della vita.In particolare richiamo il doppio si-gnificato del cibo come nutrimentomateriale e spirituale dell’uomo: alcentro vi è il mistero dell’Eucarestiainterpretato dai grandi artisti, Tinto-retto e Rubens, e il tema della condi-visione, proposto attraverso l’espe-rienza del tavolo interattivo.Mi sembra molto illuminante la medi-tazione che ci propone Giuliana diNorwich, una mistica del XIV secolo(1342-1416), nel suo Libro delle Rive-lazioni ove raccorda Eucaristia e fem-minile: “La Madonna è nostra madre;in lei tutti noi siamo racchiusi e nascia-mo da lei in Cristo, poiché lei, che è lamadre del nostro Salvatore, è la madredi tutti quelli che sono salvati nel nostroSalvatore; ed il nostro Salvatore è lanostra vera Madre, in cui noi siamocontinuamente generati e non ci sepa-reremo mai da lui […] noi siamo tutti rac-chiusi in lui e lui è racchiuso in noi […].Gesù è la nostra vera Madre nella natura

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per la nostra prima creazione ed ènostra vera Madre nella grazia per averassunto la nostra natura creata. Tuttele belle funzioni e tutti gli uffici dolci egentili della preziosa maternità sonopropri della seconda persona […].Intesi tre modi di contemplare la ma-ternità in Dio. Il primo è considerare ilfondamento della creazione della no-stra natura; il secondo è l’assunzionedella nostra natura, e qui comincia lamaternità della grazia; e il terzo è lamaternità nell’operare. E qui c’è unespandersi sostenuto dalla medesimagrazia in lunghezza e larghezza, in al-tezza e profondità, senza fine: e tuttoè un solo amore […].[Gesù] La nostra Madre nella natura,la nostra Madre nella grazia, poichévoleva diventare completamente no-stra Madre in ogni cosa, pose il fon-damento del suo operare con moltaumiltà e mansuetudine nel ventre dellaVergine […]. Si rivestì e si preparò inquell’umile luogo, tutto pronto nellanostra povera carne, a prestare luistesso il servizio e il ministero dellamaternità in ogni cosa. Il servizio dellamadre è il più vicino, il più pronto e ilpiù sicuro: il più vicino perché è il piùnaturale, il più pronto perché è tuttoamore, e il più sicuro perché è tuttoverità. Questo ufficio non poteva néera in grado di compierlo perfettamentenessun altro all’infuori di lui […].Una madre può dare al bambino il suolatte da succhiare, ma la nostra caris-sima Madre Gesù è in grado di nutrircicon se stesso, e lo fa, con grande cor-tesia e tenerezza, mediante il sacra-mento beato che è il cibo prezioso perla vera vita; e con tutti i soavi sacramentiegli ci sostenta in pienezza di miseri-cordia e di grazia [...].

Una madre può stringere teneramenteal petto il suo bambino, ma la nostratenera Madre Gesù può familiarmentefarci entrare nel suo petto benedettoattraverso la dolce ferita del suo co-stato, e qui rivelarci, in parte, la divinitàe le gioie del cielo, insieme alla certezzaspirituale della felicità eterna”».9

Concludendo per intraprendereun nuovo cammino

Le considerazioni che ci ha condivisoS.E. il Cardinal Gianfranco Ravasi ciinterpellano ad intraprendere un rin-novato cammino nell’Educarci allasolidarietà […] educarci all’umanità”,offrendo alle nuove generazioni sen-tieri di speranza che vogliamo per-correre insieme a loro nello spirito diS. Giovanni Bosco e S. Maria Dome-nica Mazzarello.

NOTE

1 I siti web che menzionano il Padiglione dellaSanta Sede sono molti e di varia estrazione.Quello della Santa Sede, in http://www.expo-holysee.org, riporta un ricchissimo materialerelativo a iniziative, celebrazioni, discorsi, ap-profondimenti tematici in tavole rotonde, con-vegni, incontri diversi. Cf pure http://www.ex-

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po2015.org/archive/it/partecipanti/paesi/san-ta-sede.html; ed anche http://www.avvenire.it/expo2015/pagine/noiexpo.aspx. (31-01-2016).2 Cf Firma del Protocollo di partecipazionedella Santa Sede all’Expo di Milano 2015, inhttp://www.news.va/it/news/firmato-il-proto-collo-di-partecipazione-della-sant (31-01-2016); Presentazione in Vaticano del padiglionedella Santa Sede a Expo2015: Non di solopane, in http://www.expoholysee.org/sche-de-40-non_di_solo_pane_presentato_in_vati-cano_il_padiglione_della_santa_sede_a_ex-po2015 (31-01-2016); Conferenza stampa dipresentazione del padiglione della santa sedea expo 2015, 14-04-2015, in https://press.va-tican.va/content/salastampa/it/bollettino/pub-blico/2015/04/14/0268/00585.html (31-01-2016).3 Cf Tavolo luogo della vita, in http://www.ex-poholysee.org/schede-72-una_videocamera_a_8_metri_d_altezza_per_raccontare_la_ta-vola_luogo_della_vita (29-02-2016).4 Cf Il Cortile dei Gentili all’EXPO con “I voltidella Terra”, in http://www.cortiledeigentili.com/il-cortile-dei-gentili-allexpo-con-i-volti-della-terra/ (28-02-2016).5 BENEDETTO XVI, Omelia della domenica 24aprile 2005, in http://w2.vatican.va/content/be-nedict-xvi/it/homilies/2005/documents/hf_ben-xvi_hom_20050424_inizio-pontifica-to.html (28-02-2016).6 ID., Discorso con il mondo della cultura alCollège des Bernardins, venerdì 12 settembre2008, in http://www.vatican.va/holy_father/be-nedict_xvi/speeches/2008/september/docu-ments/hf_ben-xvi_spe_20080912_parigi-cul-tura_it.html (28-02-2016).7 ID., Discorso alla Curia Romana, 21 dicembre2009, in http://www.vatican.va/holy_father/be-nedict_xvi/speeches/2009/december/docu-ments/hf_ben-xvi_spe_20091221_curia-augu-ri_it.html (28-02-2016).8 Cf i 4 ambiti su cui ha insistito la riflessione,la progettazione e l’allestimento del Padiglionedell’Expo 2015: Non di solo pane, inhttp://www.cultura.va/content/cultura/it/even-ti/major/expo.html (28-02-2016).9 GIULIANA DI NORWICH, Libro delle Rivelazioni,a cura di Domenico Pezzini, Milano, Ancora1997, 249, 251, 255, 256.

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