Tenax Exhibition 2013

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Book about tenax project

Transcript of Tenax Exhibition 2013

In questa frase é racchiusa l’essenza di Tenax Exhibition, progetto nato dalla col-laborazione tra Tenax e IED (Istituto Europeo di Design) di Firenze.La prima edizione si concentra sullo sviluppo di due concept: “What Is Clubbing” e “Life In Tenax”.

“What Is Clubbing”

Il progetto nasce dall’idea di fornire diversi interpretazioni del significato di club culture, realtà che racchiude in sé diverse anime anche molto distanti fra loro. At-traverso un gruppo eterogeneo di artisti composta da pittori, illustratori e fotografi é quindi possibile osservare alcune sfaccettature e visioni di questo calediscopico movimento culturale contemporaneo.Qui di seguito il roster di artisti coinvolti:

Francesco Masci (USA), Jake Pauls (CAN), Tommaso Santucci (IT), Massimo Pasca (IT), Vincenzo Paccone (IT), Jonas Beck (DE), Kero (IT), Riccardo Banfi (IT), Lumo (IT), Yuri Segalerba (IT), Davem (IT)

Per l’occasione saranno presenti inoltre firme autorevoli del giornalismo musicale nazionale che hanno offerto il proprio contributo attraverso l’analisi dell’evoluzione del fenomeno clubbing rfilettendo su alcune delle opere cardine della filmografia di settore.

“Life In Tenax”

Un racconto multimediale che vuole catturare i suoni e le emozioni del locale fioren-tino. Dal payoff della stagione in corso Riccardo Banfi e Luca Bergami Viendalmare hanno immortalato l’essenza di Tenax. Il primo attraverso un progetto foto, video ed audio che sarà esposto nella atelier della fondazione “Bevilaqua La Masa” di Venezia in piazza San Marco, all’interno di una sala che per tutta la durata dell’esposizione sarà dedicata a questo concept. Il secondo invece, grazie alle foto che saranno esposte in contemporanea con gli altri artisti presenti per “What Is Clubbing”, ci offrirà una visione istintiva dei mo-menti che caratterizzano le interminabili notti del Tenax.

“Tenax Exhibition porta la club culture nel mondo dell’arte e del design”.

Ci sono notti che sembrano infinite, notti che racchiudono una sequenza di emozioni difficili da descrivere scrivendo storie degne del miglior romanzo. Parentesi che tra il tramonto e l’alba nascondono mondi diversi fatti di piccoli momenti d’estasi, sorrisi sinceri e abbracci fraterni.Le notti passano, le stagioni scivolano veloci, ma la passione rimane la stessa.

Questo é il motivo per cui leggere “Since 1981” evoca una sensazione di gioia ed allo stesso tempo di responsabilità, perché nel 2011 TENAX ha compiuto 30 anni di attività affermandosi come uno dei locali più longevi al mondo.

Ed é proprio da questo senso di responsabilità che nasce il progetto “The 30° Celebration Season”, perché un flyer può dire molto in merito ad una serata, un evento o un festival, ma può anche raccontare ed informare in modo capillare le nuove generazioni grazie alla propria capacità di comunicazione rapida ed immediata.

Si raccontano quindi i fatti e le storie che hanno caratterizzato gli anni in cui TENAX da bambino é diventato a tutti gli effetti prima ragazzo, capace di camminare sulle proprie gambe ed infine adulto, conosciuto ed amato in Italia ed all’estero. In questo lasso di tempo il mondo é cambiato e le tappe che hanno inciso su questa evoluzione sono state descritte settimana dopo settimana.

Da episodi drammatici quali la guerra in Iraq, la strage delle Twin Towers e la scomparsa di molti dei volti noti del secolo appena trascorso sino a momenti più felici come la fine della guerra fredda, l’elezione di Barack Obama o, con le dovute proporzioni, la vittoria dell’Italia nei mondiali di calcio del 2006 in Germania.

Luci ed ombre dell’umanità che sono stati ripercorsi per dare un piccolo spunto di riflessione, per ricordare che, anche se dentro il club di Via Pratese a volte il tempo sembra fermarsi, il mondo fuori va avanti e noi ne siamo stati, ne siamo e ne saremo sempre parte.

l progetto TENAX EXHIBITION si é sviluppato grazie ad una stretta partnership con l’Istituto Europeo di Design di Firenze. Alcuni studenti del corso di grafica e del Master in comunicazione hanno quindi espresso la loro visione di questo tema attraverso una serie di elaborati che saranno esposti in questa manifestazione assieme ai lavori degli artisti coinvolti.

Connection: Riccardo Boccardi presenta “Connection”, un’opera volta ad analizzare l’evoluzione del clubbing sulla base delle sue interconnessioni sociali e non, capaci di generare un elemento nuovo più coerente ed ordinato in una visione in cui il club é un vero e proprio organismo.

Clubbing to the core:All’interno della cornice del club visual, mapping e luci hanno sempre contribuito a creare effetti ipnotici sul dancefloor. Jen e Julie presentano un’opera in cui questi effetti colpiscono il clubber generando un impatto emotivo così forte da raggiungere il suo “IO” più profondo, il cosiddetto “Core”.

Clubbing is our religion:Max Pirsky ricorda con incredibile affezione la nota frase “God Is a Dj” e da questa trae l’ispirazione per dare un fluo stick ad una ragazza e ad un ragazzo i quli incro-ciandoli creano una croce, simbolo per antonomasia della religione, intesa in questa veste come quella del dancefloor.

Factory’s Sound:Elementi unici ma simili allo stesso tempo, questo il popolo del dancefloor rappre-sentato da Alice Santella nel suo elaborato. All’interno di questa creazione la vanità del pavone si scontra con il gesto provocatorio del cerbiatto che ne strappa le piume in dinamiche spontanee ed istintive proprio dei clubbers.

Clubbing is Tenax:Natalie Latouf e Tania Araj descrivono con il proprio lavoro una semplice ed efficace idea secondo la quale nell’ideale collettivo di qualsiasi giovane di Firenze il clubbing può essere associato unicamente al Tenax. Da qui lo storico logo si mescola alle im-magini delle migliaia di clubbers che ogni notte popolano il locale di Via Pratese.

Meat Market:Karina Weisbjerg Hansen analizza in maniera estremamente critica alcuni aspetti del dancefloor. Il club diventa un “mercato della carne” in cui ogni persona entra e può scegliere la propria preda, per una notte ad uso e consumo enfatizzando tale conc-etto attraverso l’utilizzo di manichini anonimi, di persone che non si conosceranno mai pur condividendo un rapporto d’intimità.

Sunday Morning After Praying:Luca Ruggeri presenta quella che potrebbe essere un’ideale famiglia del dancefloor, formatasi nel club ed unitasi successivamente nella vita reale. Ogni domenica matti-na i membri di questo nucleo si incontrano per pranzare o per continuare a danzare dopo aver pregato nel dancefloor il sabato notte.

Clubbing is Loud:Zeina Baaklini ci porta in quella dimensione del club in cui il nostro cuore inizia a pulsare freneticamente, in cui la musica é così alta da non poter parlare nemmeno ai nostri amici. In cui quella potenza sonora é tutto ciò che ci deve pervadere e di-vertire, senza distrazioni perché il divertimento é una cosa seria.

Anonimo – Jukio:Jukio disegna con colori caldi ed avvolgenti il concetto di club. Come una fusione di emozioni e di istinto. Il riparto del dancefloor dalle pene della quotidiniatà espresso da quello che sembra essere un volto sorridente posto al centro dell’immagine, tro-vato nell’unione e nella collettività che si esprime nel club.

WHAT IS CLUBBING

FIRENZE. C/O IEDVIA BUFALINI 6r

19.01.13/26.01.13

WHAT IS CLUBBING

Riccardo Banfi é un fotografo milanese che ha sviluppato la propria attitudine a questa forma d’arte attraverso uno studio in Visual Arts compiuto dopo il suo trasferimento a Venezia. La sua particolare pratica di miscelazione di elementi del quotidiano e fotografia ha con-tribuito a creare uno stile distintivo. Riccardo non sviluppa un lavoro di studio preferendo fotografare scene tratte dalla propria passione per la musica, il clubbing e la documen-tazione del reale. Da questa spontaneità scaturiscono scatti unici nel proprio genere. Nel suo curriculum una residenza di un anno presso la Fondazione Bevilacqua La Masa ed un premio alla fotografia per il suo lavoro “Sguardi Nel Presente”.

L’opera presentata dal fotografo milanese Riccardo Banfi rispecchia pienamente l’essenza del suo modus operandi nel mondo dell’arte ed allo stesso tempo la passione per la club cul-ture. Nell’istantanea presentata per “What Is Clubbing” infatti il soggetto é una donna che sorseggia il proprio drink e che con stupore si rende conto di essere fotografata. Un atteg-giamento istintivo in una cornice che spinge il vero clubber a spogliarsi degli atteggiamenti fittizi della quotidianità.

RICCARDO BANFI

Nato nel 1982 a Monaco si appassiona sin da giovane al mondo della fotografia. Nel 2005 si trasferisce a Berlino per poter trovare nuovi sbocchi e canali creativi ed é proprio grazie a questa decisione che riesce nell’anno successivo a divenire membro ed organizzatore all’interno del Querformart, un collettivo deputato all’organizzazione di eventi, mostre e condivisione artistica nella capitale tedesca. L’impegno profuso negli anni successivi lo conduce alla maturazione artistica che si traduce nell’ottenimento di un ruolo come foto-grafo del Kreuzberg Museum Berlin. Realizza nello stesso periodo una fortunata serie di scatti retrospettivi di Friedrichshain, famoso quartiere di questa città e nel 2011 ritorna a perpetrare la propria passione in veste di fotografo freelance ed autore. Partecipa al Third International Art Photography Festival realizzando il catalogo ufficiale intitolato “In Focus 2011” e continua la propria attività in ambito musicale realizzando diverse cover di album e produzioni musicali tra cui lavori per Death Disco e Ruinen.

L’opera di Jonas Beck ritrae una misteriosa figura femminile intenta a salire le scale e specularmente la stessa protagonista sembra essersi seduta su di esse. Il suo aspetto é vo-lutamente celato attraverso un attento gioco di luci ed ombre che pongono enfasi sulla sua femminilità senza svelarne i tratti precipui. La maggior parte del lavoro di post produzione effettuato su questa fotografia é dovuto ad un particolare utilizzo del parametro di nitidez-za che crea un effetto sensuale ed allo stesso tempo risalta ed evidenzia i flebili raggi di luce che lo attraversano.

JONAS BECK

Davide Meucci, in arte DAVEM, é nato a Torino nel 1979. DAVEM é un eccletico artista italiano, skateboarder, snowboarder, musicista di electronic jazz ed infine pittore. Il suo entusiasmo e la costante ricerca di nuovi mezzi di comunicazione lo hanno spinto ad avventurarsi nel mondo della grafica e della pittura, preferendo un taglio primitivo ed essenziale, inspirato talvolta ad una tortuosa ricerca interiore. Attivo da anni nella scena di pittura torinese presenta i suoi lavori in diverse occasioni creando un proprio stile. Le sue release musicali sono da sempre associate ad artwork stampati sulle cover. Nella sua car-riera ha avuto modo di esporre in diverse gallerie.

Davem presenta un’opera che ha come focus il motto centrale “People Need Quality Music”. Attorno ad essa figure che danzano di fronte ad una consolle le quali, attraverso uno stile che potremmo definire neotribale, rievocano antiche ritualità di danza collettiva in cui il dj non é più semplice incaricato della selezione musicale, bensì sciamano che guida le emozi-oni del popolo della notte. Questi sentimenti vengono rappresentati da un insieme di scritte e simboli che compongono il riempimento dell’opera.

DAVEM

EVES Vision é un progetto audiovisivo nato da un’agenzia con sede a Genova. L’incontro tra Cesare Bignotti e Giorgio Barroccu genera nel 2012 la necessità di creare questo collettivo. Il nome sta a significare Extraordinary Vision and Esthetic Sound e sotto questo moniker si occupa di progettazione grafica, immagine coordinata, produzione video e sound design. Rimanendo in bilico tra prodotto e arte predilige progetti ibridi tra suono ed immagine rivolti allo sviluppo di campagne di comunicazione e forte impatto. Inoltre EVES Vision si occupa di EVES music, label di musica elettronica dedicata alla ricerca del suono contem-poraneo. Uno degli highlight di EVES é stato partecipare all’esposizione internazionale JCE/European Biennial 2011/2013 vincendo con il video clip Nova Spectrum.

Il lavoro illustra una figura femminile composta da fumo, che emerge dal buio. Non si tratta dunque di un’illustrazione che rappresenta un qualcosa di concreto, ma piuttosto dell’idea della musica che abbiamo in testa, qualcosa di immaterico ed astratto, percepiamo il fascino della notte come un qualcosa di oscuro, misterioso e profondo allo stesso tempo.

EVES

Kero é un’illustratrice freelance e direttrice creativa di enorme talento. I suoi lavori prin-cipali sono spesso focalizzati nella collaborazione con etichette discografiche e crew alle spalle di party estremamente quotati. In questo senso Kero é stata capace di mettersi in luce per la sua abilità nel disegno a fianco di nomi noti quali Life And Death e Bosconi per ciò che concerne le labels e Fiesta Privada e Rebel Rebel nell’ambito dell’organizzazione di eventi musicali di prestigio. Alcuni suoi lavori compaiono inoltre nella collezione invernale wearing 2011 di Industrial Strange, noto brand di abbigliamento che ha sempre avuto un occhio di riguardo in materia di club.

Home Music, é un’illustrazione semplice che ritrae la struttura di uno degli strumenti capaci di generare uno dei suoi più familiari nelle case delle persone. Una moka sezionata ed analizzata in tutte le sue componenti, che sia per svegliarsi il mattino o più probabilmente per riprendersi dopo un hangover da club quel suono sembra richiamare nell’inconscio di ognuno di noi almeno un ricordo. L’opera é stata selezionata come cover di “Make It Good”, debutto di Dj Tennis firmato dalla blasonata label Life & Death.

KERO

Lumo é un artista molto giovane. Nato a Genova nel 1991, a soli 17 anni fonda il proprio brand di conceptwear ottenendo in 4 anni di attività molteplici riscontri positivi. Tuttavia nel proseguo di queste attività Luca, in arte Lumo, si accorge di avere bisogno di spazi di libertà più ampi. Così interrompe per un breve periodo la sua attività come fashion designer intraprendendo studi artistici che gli consentando di accrescere le proprie capacità e competenze. Sua particolarità é l’abbandono di un tratto pulito ricercando un disegno carico di movimento che gli consenta di dirigersi sempre di più verso la sperimen-tazione e lontano dai luoghi comuni.

Ho cercato di trasmettere su tela tutto quello che vedo ogni qual volta mi ritrovo all’interno di una tipica situazione da club, ho personificato le sensazioni che provo nei party under-ground. Il disordine delle immagini è contenuto volutamente allfiinterno di forme geomet-riche perfette per simboleggiare la ricerca continua della semplicità ossessiva della musica da club.

LUMO

Francesco Masci é un artista e graphic designer autore di diverse esposizioni e mostre in Italia, sia con collettivi che come singolo. Nato a Roma, ha vissuto a Firenze e ad Elba. Attualmente vive a Williamsburg, Brooklyn. Nel suo portfolio vi sono molte opere di spes-sore quali “La verità del paradosso, il paradosso della verità”, esposto al centro culturale d’avanguardia di Pisa e una mostra di dipinti presso il MUWO (Multimedia Workshop) di Roma. Per quanto concerne mostre collettive il suo “I Neorealisti” compare presso la galleria Mondrian Suite di Roma mentre “The Damoiselles Revisited” é esposto presso la Francis Naumann Gallery, come tributo per il centesimo anniversario di “Les Demoiselles d’Avignon” di Picasso. Si tratta della prima partecipazione di Masci all’interno di una mostra americana. Come vignettista Masci é comparso regolarmente su quotidiani italiani quali Il Tempo e La Piazza ed i suoi lavori come graphic designer sono stati richiesti tra gli altri anche dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano). Da quando é arrivato a New York si é concentrato unicamente a su lavori di matrice artistica.

Ho cercato di trasmettere su tela tutto quello che vedo ogni qual volta mi ritrovo all’interno di una tipica situazione da club, ho personificato le sensazioni che provo nei party under-ground. Il disordine delle immagini è contenuto volutamente allfiinterno di forme geomet-riche perfette per simboleggiare la ricerca continua della semplicità ossessiva della musica da club.

FRANCESCO MASCI

Nato a Napoli, ma da sempre proiettato verso palcoscenici internazionali, rielabora sin dai primi studi, il modo di fare grafica via web. Per lui creare, realizzare un lavoro gra-fico è qualcosa di strettamente personale, legato alle sensazioni del momento e agli stati d’animo. Ogni lavoro ha la sua storia personale dietro e soprattutto una forza comunicativa di chi ha scelto di parlare attraverso le immagini e non con le parole. Immagini veloci, fotografie ru-bate, schizzi veloci e tratti segnati anche attraverso il web si può comunicare trasmettendo le stesse emozioni di un foglio di carta. Circoloco Dc-10 Ibiza, GCDS wear sono solo alcuni tra i suoi clients più famosi. Il resto lo lasciamo alle immagini.

Paccone presenta un lavoro tributo al Paradise Garage, storico locale americano in cui l’icona di Larry Levan ha potuto trovare consacrazione internazionale in materia di House Music. La sua opera rappresenta la sua ideale visione del locale il cui unico focus e cuore pulsante é rappresentato dalla musica. All’interno presenti alcuni dettagli tratti dagli scatti del concept “Life In Tenax”, tributo al locale fiorentino ed in cima l’esplicativo motto “Club is what I feel and what I do”, summa della concezione di club espressa dall’artista partenopeo.

VINCENZO PACCONE

Massimo comincia a dipingere verso la metà degli anni novanta e nel 1994 si trasferisce da Lecce a Pisa dove si laurea in Conservazione dei Beni Culturali alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Pisa. Negli anni ha esposto in Italia e all’estero, realizzato numerose perfor-mance di pittura dal vivo e creato opere per privati, istituzioni, centri sociali, cineclub, teatri e musicisti. Alcuni dei suoi disegni sono finiti su maglie, borse e copertine di dischi. Nel 1998 realizza una pannellatura di circa quaranta metri quadrati affrontando il tema dell’apertura delle frontiere nella singolare cornice della Stazione Centrale di Pisa. Espone a Siviglia, Monaco, Firenze, Milano solo per citare alcune location che accolgono le sue opere. Dal 1995 ad oggi si é esibito dal vivo con Negrita, Luci della Centrale Elettrica ed una moltitudine di djs.

Ho concepito questo lavoro con la mia solita catarsi, con il fuoco del caos che parte dalle mani di un dj in posizione alta e centrale e poi si espande. Non credo più al disegno calcolato o ordinato, come dice la critica d’arte Alessandra Ioalé la mia arte è “un flusso di coscienza per immagini ma senza la punteggiatura”. Dentro ci sono tante piccole storie, e non sta a me svelarle,le ho gia disegnate.Lo vedo molto adatto in una situazione dove si balla, dove non si conosce assolutamente la scaletta del dj.

MASSIMO PASCA

Jake Pauls non é un artista che ama parlare di sé. Della sua infanzia racconta che é stato influenzato dalla natura, dai fumetti e dall’idea di fare qualcosa che potesse contribuire ad arricchire il contorno urbano all’interno del quale viveva. Il suo stile abbraccia diversi tipi di opere, dalla pittura al videomaking fino a vere e proprie installazioni di arte contem-poranea. Attualmente si occupa di Graphic Design presso il Pleasure Dome di Toronto, descritto come un longevo collettivo sperimentale che si occupa di videomaking. Ed é pro-prio in questa città che é possibile vedere moltissimi dei suoi lavori esposti nel contorno urbano, contribuendo a creare un’atmosfera meno grigia ed impersonale.

L’opera di Jake Pauls tratta il tema dell’esperienza sensoriale condivisa all’interno della cornice del club. Le vibrazioni del suono, nate attraverso la musica, creano emozioni ed im-magini nella mente di ciascuno dei presenti. Al centro di ogni onda vi sono i cristalli, simbolo per antonomasia della struttura alla base della musica, circondati a loro volta dal fluido che compone forme organiche, metafora delle emozioni e dei sentimenti provocati dalla musica.

JAKE PAULS

Artista pisano, scrive e disegna con la penna bic nera su pezzi di scotch carta , preparati talvolta con una base acrilica; ricomponendo poi il tutto su tavole di legno, materiale di recupero, scatole di latta e vecchie valige, andando così a formare una sorta di personale diario emozionale. Ripropone poi i suoi soggetti e le sue frasi con pennello e acrilico du-rante performances dal vivo, su grandi supporti di tela legno e su muro.La parola e il segno si fondono così, attraverso una trama di rimandi simbolici ,alla vita stessa dell’artista che disegna e scrive animato costantemente da quello che vive. “Prendo il mio vissuto e lo ripropongo alla mia maniera , non deve essere niente di elitario, di ermetico, alla fine si tratta di conflitto estetico, ti piace o non ti piace; ed è una cosa che parte da piccoli: ad esempio le cose che faccio io e che non mi piacciono le rompo. Sono contento del fatto che ciò che realizzo non sia per qualcuno ma per chi vuole.”

Una fusione di modalità espressive, ecco come lo stesso Tommaso Santucci definisce l’opera presentata all’interno di “What Is Clubbing”. Il suo modus operandi attraversa differenti stili e metodi scrivendo in una prima fase creativa e disegnando in una seconda, seguendo uno stream of consciousness privo di regole. Una summa di queste sfaccettature viene data quindi in questo lavoro cercando di trovare nell’unione delle varie visioni una totalità che possa riassumere le emozioni scaturite dal clubbing.

TOMMASO SANTUCCI

Yuri Segalerba, in arte Yuri Orbital, é un eccletico fotografo capace di evidenziare attra-verso il proprio lavoro forme e colori di luoghi e soggetti estremamente diversi fra di essi. Persone, paesaggi naturali o urbani, persino rovine, per Yuri non sembra esserci alcuna distinzione di sorta. Trasferitosi a Berlino ottiene subito consensi attraverso una mostra tenutasi nel celebre Templehof Airport, luogo vivido nella mente di ogni clubber che si rispetti. La sua visione della decadenza attira l’attenzione di testate importanti come Roll-ing Stones che pubblica il suo “Detroit, beautiful orrible decline”. Il suo lavoro viene scelto dagli End per il singolo “Erotic”.

Ho pensato di ritrarre un momento di transito all’interno della vita del clubber, un’azione comune a qualunque clubber, un ragazzo sta uscendo, stanco e sudato, dal locale dove è stato per tutta la notte e lascia allo spettatore la possibilità di immaginare se stia tornando a casa o si stia dirigendo verso un altro party. Ho voluto far vedere un altro aspetto del clubbing che va oltre al solito momento di divertimento, spostando l’attenzione a quello che viene dopo, lasciando aperte diverse possibilità di interpretazione. Del resto chi vive abitual-mente il mondo della notte sa bene che lasciare una festa non sempre significa aver finito la serata...

yURI SEgALERBA

Nel mondo dell’arte spesso si verifica un fenomeno conosciuto come “sussidiarietà incrociata”. Tale accadimento indica il supporto reciproco tra diverse branche e macrocategorie dell’arte stessa, per questo motivo risulta utopico credere che il cinema non abbia mai indagato nell’oscuro e misterioso mondo della club culture, soprattutto ai suoi albori quando in tutto il globo questa rappresentava una novità assoluta. Alcune delle più autorevoli firme nazionali in materia di giornalismo musicale hanno quindi offerto il proprio contributo all’analisi del clubbing partendo proprio dalle pellicole culto.

Maestro – Emanuele “Zagor” Treppiedi:

Dal Sanctuary al Paradise Garage, da David Mancuso a Lerry Levan, l’analisi di questo film induce la penna di Zagor a riassumere alcuni dei racconti e delle esperienze che nel film scorrono come un flusso di coscienza portandoci direttamente agli albori della House Music. Chiudendo il ciclo con la descrizione dell’evoluzione del formato vinile e della ricerca del soundsystem perfetto, vera e propria ossessione dei guru della scena.

24 Hours Party People – Damir Ivic:

Magnifici perdenti e visionari cialtroni nel racconto di una scena, quella di Manchester, che ha generato mostri dal sonno della propria ragione. Una ragione rifuggita volontariamente perché all’epoca, parliamo degli anni ‘80, non c’era nessuna voglia di scendere a patti con le regole del gioco. Bisognava sovvertire tutto ignorando mainstream ed underground ed attraverso lo studio ANCHE di questi eventi e personaggi é possibile comprendere una cultura che sta ridisegnando economia e socialità degli ultimi decenni.

Wir Sind Ein Techno Volk – giosué Impellizzeri:

Crolla il muro di Berlino, crollano convinzioni ed ideali che hanno radici profonde ma oramai troppo vecchie e deteriorate per reggere ancora il peso del tempo che avanza. Si incontrano culture tra drammi e gioie, battaglie e riappacificazioni e da tutto questo pathos emotivo e climax culturale nasce il popolo della Techno sapientemente raccontato dagli albori ad oggi grazie al contributo di Giosué Impellizzeri. Resta quindi il dubbio finale, la genesi di questo genere appartiene a Detroit o alla Germania?

High Tech Soul – Federico Spadavecchia:

Sin dagli anni ‘60 i piani politico-economici del governo statunitense si erano rivelati un completo fallimento nella gestione di Detroit. Un enorme conglom-erato urbano deputato ad ospitare ben 4 milioni di persone che alla fine degli anni ‘80 ne ospitava solamente 700.000. Disoccupazione alle stelle, criminalità e frizioni sociali in un quadro allarmante dal quale emerse il suono del futuro grazie alla triade composta da Juan Atkins, Derrick May e Kevin Saunderson. Niente strumenti tradizionali, solo macchine.

“What Is Clubbing” L’analisi filmografica della club culture:

Dall’analisi dei 4 film culto in materia di club culture nasce il progetto di una Fanzine dedicata elaborata per l’occasione da Lara Caputo. Laureata in architettura ed attualmente studente presso il corso di Design della Comunicazione del Politecnico di Milano, il suo lavoro come freelance in materia di grafica editoriale, tipografia e fotografia le offre le compe-tenze ed il retaggio per strutturare questo lavoro.

L’approccio manuale enfatizzato dalla partecipazione a diversi workshop sull’argomento dell’editoria indipendente é l’ispirazione per creare un concept differente per l’opera. Vengono strutturati quattro livelli sulla base del triangolo pitagorico ed in ognuno di essi viene presentato uno degli elementi che compongono la natura per come viene percepita da noi.

A fuoco, acqua, aria e terra viene accostata ognuna delle quattro pellicole in un preciso livello di riferimento dove all’interno sono visibili i frame cardine di “Maestro”, “24 Hours Party People”, “Wir Sind Ein Techno Volk” e “High Tech Soul”. Il lavoro viene svolto operativamente scattando delle istantanee delle pel-licole mentre queste incedono senza nessuna pausa. Con questa tecnica si mantiene un’idea di movimento e di spontaneità. In un secondo momento questi frame vengono rielaborati in misura essenziale attraverso strumenti di post produzione digitale.

Da ciò si ottengono immagini che vengono stampate ed utilizzate in una forma di collage prettamente handcraft, forma di espressione che Lara pre-dilige dallo strumento più freddo ed impersonale del lavoro tipico svolto tramite software. Nasce da questo sviluppo creativo una fanzine in formato A5 fronte/retro nel quale si catturano le emozioni ed i messaggi raccontati dalle esperienze cinematografiche vissute in prima persona da Lara.

Film Fanzine

lifeinT<3X

FIRENZE. C/O IEDVIA BUFALINI 6r

VENEZIA. C/O BEVILACQUA LA MASAP.ZA S.MARCO 71c

19.01.13/26.01.13 05.02.13/22.03.13

lifeinT<3X

Una foto cattura soggetti, luoghi e momenti. Un’ottima foto cattura sensazioni ed emozioni, e in una cornice come quella del Tenax dove queste sono molto intense si possono cogliere istantanee di attimi che si creano nella notte e all’alba svaniscono. Raccontare a voce ciò che accade all’interno di un club, quando il pubblico balla condividendo all’unisono lo stesso spettro emotivo, é impresa ardua.

Immortalare questi attimi e la loro spontaneità resta dunque l’unico modo per fermare il tempo in quel brevissimo istante in cui una ragazza chiude gli occhi e si lascia pervadere dalla musica o nel quale un ragazzo sorride alzando spontaneamente le braccia verso il cielo. LIFE IN TENAX attraverso le foto realizzate da Luca Bergami Viendalmare assolve questo arduo compito creando una galleria di ricordi che può esprimere qualcosa di concreto e tangibile agli occhi dell’osservatore.

Luca, in qualità di fotografo ufficiale di TENAX, ha avuto l’occasione di vivere pienamente l’atmosfera che pervade il locale in Via Pratese quando ogni sabato notte si spengono le luci, la folla invade il dancefloor e la musica comincia a diffondersi attraverso il soundsystem. Dunque a lui la responsabilità di interpretare ciò che nasce spontaneamente nel rituale collettivo della vita di un clubber.

Dall’interpretazione di queste foto nasce in seguito un lavoro di post produzione basato sull’irreale in cui il background di grafico che Luca vanta viene espresso pienamente. Colori che invadono il bianco e nero di una foto evidenziando un dettaglio, sguardi che superano mani poste sul volto, apparizioni eteree nel dancefloor. Questo e molto altro enfatiz-zando le sensazioni che trasudano dagli scatti suscitando le reazioni più disparate, dallo stupore al gradimento per chi osserva la prima volta il concept LIFE IN TENAX.

Un payoff che vuole incuriosire ma anche creare testimonianze e ricordi di notti che vivranno indelebili nella memoria di tutti i giovani che almeno una volta hanno attraversato l’ingresso di quel locale in questi 30 anni.

LIFE IN TENAX: Istantanee di un’emozione.

Un foglio A2, probabilmente una semplice locandina di quelle che si vedono sulle bacheche prima di qualche evento assieme ad uno stuolo di flyer per sponsorizzare una serata. Niente di più sbagliato, perché una volta preso in mano, analizzato ed aperto quel foglio diventa un A5 e su di esso nessuna data e nessun evento, bensì la rappresentazione del mondo che ruota attorno a TENAX.

Una fanzine dal carattere innovativo realizzata da Lara Caputo e camuffata sotto veste di semplice poster. In realtà dentro di esso un mondo attorno al quale ruotano elementi composti dalle sfaccettature di ogni serata passata al TENAX. Un collage in cui i volti dei resident si mescolano ai corpi delle ballerine dell’animazione del locale in Via Pratese, in cui si richiamano dettagli che si mescolano al corpo del pubblico che ogni notte affolla il club.

Tutti questi elementi ruotano attorno al globo terracqueo meglio con-osciuto come pianeta terra che vuole simbolicamente rappresentare il mondo di LIFE IN TENAX. Attorno ad esso orbite ellittiche attraversate dai protagonisti di questo mondo inevitabilmente attratti dalla forza di gravità e dal fascino di un locale che ha largamente influenzato la vita di molte persone creando amicizie, amori o semplicemente un’insieme di ritualità collettive alla base dell’evasione dalla quotidianità.

Una vera e propria vita parallela vissuta lontano da uffici, università e luoghi di lavoro o incontro convenzionali. Ancora una volta il tutto viene realizzato attraverso una tecnica handcraft rappresentando inconscia-mente un approccio diretto, spontaneo e privo di fronzoli come dovrebbe essere il rapporto tra due clubber che si incontrano in un dancefloor e per una notte sono tutti parte della stessa famiglia. Forse sarà per questo che si chiama LIFE IN TENAX.

Una storia lunga più di un secolo quella che compone l’eredità artistica della Fondazione “Bevilacqua La Masa”. Un luogo nato per volere di Felicita Bevilacqua, vedova del generale Giuseppe La Masa, la quale decise di lasciare in dote al Comune di Venezia il palazzo Ca’ Pesaro a patto che esso mantenesse nel tempo la propria funzione. Un ritrovo e rifugio per i giovani artisti emergenti e meritevoli, spesso disdegnati dai luoghi in cui l’arte era ufficialmente riconosciuta e perpetrata.

Una lungimiranza che permise a Venezia di divenire negli anni a venire un luogo di sperimentazione delle nuove arti non desiderate dai più conservatori ma ufficialmente benvenute presso la Fondazione, così attraverso una serie di modifiche e spostamenti oggi la sede espositiva principale si trova in Piazza S.Marco e la stessa fondazione ogni anno accoglie attraverso un bando i più promettenti artisti da tutto il mondo per consentire loro di esercitare i propri talenti con tutti gli strumenti ed il supporto necessario.

Inoltre questa Fondazione ha ospitato importanti mostre dedicate ai grandi artisti contemporanei quali Marlene Dumas, Richard Hamilton, Roni Horn, Yoko Ono e molti altri ancora. Dal 5 Febbraio un’intera sala dell’atelier ospiterà “LIFE IN TENAX” concept nato sotto l’insegna di TENAX EXHIBITION. Protagonista Ric-cardo Banfi con un progetto multimediale (audio, video, foto) dedicato a questo concept ed alla sua interpretazione dei momenti vissuti nelle mura del club.

Ad un secolo di distanza Fondazione “Bevilacqua La Masa” si attesta come un luogo di precursione artistica riconoscendo al club ed alla sua musica una dig-nità propria di un fenomeno che ha ridisegnato l’economia e la socialità degli ultimi decenni, un concetto che i sostenitori dei canoni classici non sembrano ancora aver compreso.

Riccardo Banfi porta la propria interpretazione del concept LIFE IN TENAX in occasione della conclusione dell’anno di residenza presso la Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia. Verrà quindi presentata nella sede di Piazza San Marco l’installazione CLUBNIGHT#2. Ecco come l’artista ci parla di questo progetto:

“L’ideazione e la realizzazione di questo progetto nascono con l’intento di analizzare la scena del clubbing italiano, come una realtà radicata nella società e culturalmente significativa. Nel tempo in diversi hanno scelto di indirizzare la loro ricerca in questa direzione, sottolineando come l’esperienza della musica non sia solamente intrattenimento e spettacolo, ma anche rito e forma di ribel-lione.CLUBNIGHT#2 mira quindi a ricreare nello spazio espositivo una possibile idea di clubbing, scegliendo come soggetto il Tenax. Una selezione di fotografie, che ritraggono la struttura del club, i dj, l’animazione e il pubblico, rivestiranno e sommergeranno le pareti di una delle stanze della Galleria, saranno illuminate da un impianto di luci stroboscopiche e flash, e trasformate sonoramente da un djset registrato in una delle notti della stagione iniziata lo scorso settembre.”Questa l’anticipazione del concept che sarà esposto sempre nell’ambito di TENAX EXHIBITION a partire dal 5 febbraio. Mentre l’opera “Anna/Dude Club/Milano” sempre di Riccardo Banfi inserita nel contesto di “What Is Clubbing” durante la tappa fiorentina della manifestazione.

CLUBNIgHT#2: Un’installazione tributo al club ad opera di Riccardo Banfi

Evento inaugurale 19.01.13

Opening by:

ALEXANDER ROBOTNICK

MR.gPHILIPP / COLE

ALEXXEI N NIgDAVEM & DIEgO gRASSEDONIO

DAy SESSION. From 17.30 c/o IED

NIgHT SESSION. From 23.00 c/o TENAX

è un progetto ideato e sviluppato da: MelkioGrazie a: Matteo Teti (Copywriter), Giovanni Bruni (co-selezionatore artisti), Marzia Lodi (IED)