Anno IV 6 Ottobre il comune...le si cerca di stimolare sia i Comuni sia il Cantone a sostenere le...

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Mendrisio-Chiasso il comune Anno IV - N. 6 - Ottobre 2005 Un nuovo ponte da costruire Gli scenari di aggregazione Avvenire sostenibile questo il percorso 9 12 La sfida della mobilità 18 A cura di FRANCESCO DEL PRIORE SPECIALE DOSSIER Il futuro della regione

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Mendrisio-Chiassoil comune

Anno IV - N. 6 - Ottobre 2005

Un nuovoponte

da costruire

Gli scenaridi aggregazione

Avvenire sostenibilequesto il percorso9

12La sfidadella mobilità18

A cura di FRANCESCO DEL PRIORE

SPECIALE DOSSIER

Il futuro della regione

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1Comune Ticino

Sommario

Costruirela città:la grande sfidaè questa

Perché e come aggregarsirivista a cura del Dipartimento cantonale delle istituzioni

il comune

Mauro De Lorenzi

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di MAURO DE LORENZI

Recentemente ho avuto modo diassistere a un dibattito in GranConsiglio, dal quale emergeva il

consenso pressoché unanime a prose-guire in modo sempre più incisivo sulcammino delle aggregazioni negli ag-glomerati urbani. Ne è passata di acquasotto i ponti da quando nel 1998 lapubblicazione del nostro studio “Il Can-tone e i suoi Comuni: l’esigenza di cam-biare” sollevò non poche reazioni nega-tive. “Città 2004”, l’ultimo documentopubblicato dal nostro ufficio, con il qua-le si cerca di stimolare sia i Comuni sia ilCantone a sostenere le aggregazioni ur-bane, è stato invece bene accolto. Nes-suno sembra più negare l’esistenza delproblema di cercare nuove e più fortiidentità comunali nelle zone più produt-tive del Ticino.Le aree urbane riuniscono la maggiorparte della popolazione cantonale. Oc-corre sensibilizzare i loro cittadini e con-vincerli dell’esigenza di un cambiamen-to, il che non è certo scontato. Cittadiniche vivono già di fatto quotidianamenteuna città effettiva, ben più estesa delloro Comune di appartenenza. Una cittàche li ospita non solo per dormire, mache è anche teatro del vivere professio-nale, del divertimento, della cultura, ec-cetera. Si riuscirà a convincere questagente dell’esigenza di dare una giustaorganizzazione democratica agli agglo-merati, che di fatto già esistono? Si trat-ta di mettere municipali e consiglieri co-munali in condizione di poter esercitareil proprio potere potendo contare su ri-sorse umane, finanziarie e territoriali ta-li da permettere l’adozione delle deci-sioni necessarie in tempi brevi. Si trattadi far capire i rischi che corre un Ticinorinunciatario inserito in un Europa sem-pre più competitiva. Mai come in questoprogetto sarà decisivo saper comunicare

questi principi. Questa rivista è statacreata proprio con questo scopo, manon sarà certo sufficiente. Dovremosvolgere un lavoro capillare di divulga-zione per spiegare gli effetti beneficidella creazione di nuove città in Ticino eper far capire quali gravi conseguenzeavrebbe marciare sul posto. Il lavoro dafare sarà molto e sempre in salita. Nonmi risulta che qualcuno in Svizzera abbiamai provato a costruire una città, perchédi questo si tratta. Nel caso di Lugano lacittà c’era ed era addirittura già il polocantonale.Nelle altre regioni del Ticino le condizio-ni di partenza sono molto diverse, sitratta di riunire Comuni che hanno unaforza molto simile tra loro e dove man-ca una vera leadership, salvo, per fortu-na, nel Mendrisiotto dove il ruolo deipoli è perlomeno riconosciuto. Occor-rerà dunque presentare alla gente unprogetto con la P maiuscola. Un proget-to nel quale il Cantone dovrà giocare unruolo di protagonista. L’obiettivo nondovrà forzatamente essere il conteni-mento delle spese, bensì l’affermazionedi nuove strategie per permettere al po-tere pubblico comunale del Mendrisiot-to di attivarsi, con tutte le forze della co-munità e dell’economia, e creare cosìveramente una nuova piattaforma d’a-zione. Una piattaforma i cui obiettivinon siano vaghi, ma concreti come ilconsolidamento dei posti di lavoro el’incremento del gettito fiscale attraver-so la realizzazione di reali progetti di svi-luppo, tutelando naturalmente una giu-sta qualità di vita. Il Mendrisiotto di og-gi disperde le sue forze, che sono tra lepiù valide del Cantone. Anche la Valle diMuggio attende un segnale dalla pianu-ra. Banche, industrie, commerci, econo-mia chiedono un nuovo interlocutoreforte per affrontare sfide importanti. Lasfida per il nuovo Mendrisiotto è già ini-ziata. Ogni aiuto è ben accetto. Dossier

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3Comune Ticino

Attualità

La via per gestire

il proprio futuroQuesta seconda edizione della rivi-

sta “il Comune” dedicata al Men-drisiotto giunge in un momento

in cui si stanno valutando concreti proget-ti di aggregazione che interessano, in par-ticolare, i due maggiori Comuni del di-stretto: Mendrisio e Chiasso. È bene allo-ra precisare che lo scopo della nostra rivi-sta, anche se potrebbe dare un’impres-sione diversa, non è quello di entrare nelmerito di scenari precisi per l’Alto e BassoMendrisiotto. Il nostro obiettivo è soprat-tutto quello di creare i presupposti affin-ché la popolazione sia in primo luogo ingrado di capire l’esigenza improrogabiledi ripensare la dimensione attuale dei Co-muni e di partecipare poi, con migliorecognizione di causa, al dibattito, alle scel-te concrete di aggregazione.Passando i mesi e acquisendo nuoveinformazioni sull’evoluzione economicadel Cantone, troviamo costante confermadi quanto da tempo andiamo afferman-do: se le comunità locali vogliono esserepartecipi delle scelte che le concernonopiù direttamente, devono avere il corag-gio di riorganizzare l’ente politico che più

direttamente le rappresenta, il Comune!Devono riconoscergli una dimensione chegli permetta di gestire in modo coerentele scelte territoriali, devono dargli gli stru-menti che gli consentano da una parted’interagire con le dinamiche dello svilup-po economico e con le strategie delle co-munità limitrofe, dall’altra di farsi valereverso gli enti superiori (Cantone e Confe-derazione).Tutte queste considerazioni, apparente-mente astratte, sono molto attuali e con-crete per il Mendrisiotto. La regione stainfatti vivendo, secondo me, un periodocruciale della sua storia. Sono evidenti, daun lato, le potenzialità, che – per ora so-prattutto nell’Alto Mendrisiotto – hannoprodotto progetti molto interessanti indifferenti ambiti. Sono però anche evidenti, dall’altro lato, irischi per una regione che, stretta fra duerealtà forti (quella luganese e quella mila-nese), deve necessariamente rinnovarsiper dare più voce, spazio, autorevolezzaalle sue comunità locali. Ciò anche pen-sando alla capacità di incidere sul forte di-segno di riassetto territoriale col quale è e

sarà confrontato il Mendrisiotto, in primoluogo sul tema primario della mobilitàcon tutte le sue ripercussioni ambientalied economiche.Per il cittadino il quesito è relativamentesemplice da porre, anche se è più difficiledargli una risposta: è meglio essere mem-bro di una piccola comunità, della qualericonosco facilmente l’identità tradiziona-le, o di un nuovo Comune, più grande,con maggiori competenze e poteri, ma al-l’interno del quale arrischio di non più ri-trovare la protezione confortante del“mio” campanile?Suggerisco sempre di rispondere a questadomanda valutando oggettivamente l’e-voluzione degli ultimi decenni e la ten-denza prevedibile per i prossimi. Non vi èallora dubbio, per me, che il rafforzamen-to dei poli di Mendrisio e Chiasso attra-verso la creazione di due nuovi Comuni(città?!) è la strada da seguire al fine dipermettere alle comunità locali del Men-drisiotto di gestire il proprio futuro, di rea-lizzare un “loro” progetto per il territorio.Così come non v’è per me dubbio sul fat-to che la sfida deve essere raccolta in tem-pi brevi e non rinviata alle classiche “ca-lende greche”! I problemi intercomunalipiù pressanti, se non saranno affrontati inmodo organico per l’intera regione, di-venteranno infatti sempre più complessi!Il treno dello sviluppo sociale ed economi-co si muove sempre più rapidamente enon si concede pause nelle stazioni deiPaesi che non si danno rapidamente unamossa!

Per pesaresulle prossimegrandi sfideserveil rafforzamentodei polidi Mendrisioe Chiasso

“di LUIGI PEDRAZZINI

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L’ECONOMISTA

Centro rurale, sbocco naturaledei prodotti delle mezzadriedella Campagna Adorna e diquelli dei contadini della Valle di

Muggio e della montagna d’Arzo, Men-drisio diventa, tra la prima e la secondaguerra mondiale, uno dei centri indu-striali più importanti del Cantone.La Mendrisio rurale, dei primi decenni del

secolo, è descritta in aneddoti gu-stosi da Raoul Monetti nel suo Il sal-vadanaio dei desideri. Gli anni deltake off industriale, invece, sonoquelli che fanno da sfondo alla sagafamigliare de La cava della sabbia diPio Ortelli. I due periodi sono im-mortalati nelle fotografie di GinoPedroli. Nel corso del periodo dimaggiore crescita del dopoguerra,gli anni cinquanta e sessanta delloscorso secolo, la prestazione dell’e-conomia mendrisiense è buona ma

non eccezionale. Eccezionale diventa in-vece nel periodo del cambiamento strut-turale, a partire dalla metà degli anni set-tanta fino ad oggi.Dei centri tradizionali dell’industria ticine-se, infatti, Mendrisio, è l’unico che ha sa-puto non solo contenere la perdita di po-sti di lavoro del secondario, ma addirittu-ra aumentarne gli effettivi. Nel 1975,Mendrisio contava 3’392 posti di lavoroin questo settore. Un quarto di secolo piùtardi, nel 2001, nel settore secondario diMendrisio le unità lavorative sono 3’533.I cambiamenti non sono però mancati.All’interno del secondario ha perso im-portanza l’edilizia e il settore più tradizio-nale dell’industria di Mendrisio: l’abbi-gliamento. Anche le piccole aziende delramo alimentare, ad eccezione dei pro-duttori di vino, sono scomparse. Hannoinvece acquistato importanza le piccoleaziende della metallurgia, della meccani-

ca e dell’elettronica che sono sorte attor-no alla capofila del settore, la “Riri”. Ma la trasformazione più importante èavvenuta a livello dell’insieme della strut-tura di produzione. Mentre all’uscita del-la seconda guerra mondiale e fino alla fi-ne degli anni settanta Mendrisio era uncentro industriale, nel corso degli ultimivent’anni anche l’economia di questocentro si è terziarizzata.

I due grafici riassumono l’evoluzione. Nelcorso dell’ultimo quarto di secolo, il setto-re agricolo (primario) ha perso a Mendri-sio gli ultimi posti di lavoro; è calato per-centualmente il secondario (industria eedilizia), mentre il terziario (servizi) si è af-fermato come il settore più importante,sia per quel che riguarda gli occupati, siaper quel che concerne il numero delleaziende. Da ultimo occorre ricordare chenel corso di questo periodo, il numero deipendolari in uscita e in entrata si è puremodificato. Pur continuando a restare uncentro di occupazione importante, Men-drisio ha visto la quota della sua popola-zione attiva che lavora fuori del comuneaumentare in misura importante. Di parti-colare importanza è l’emigrazione quoti-diana da Mendrisio e dai comuni dell’AltoMendrisiotto verso Lugano. In venticin-que anni, quindi, dal profilo economico,Mendrisio ha veramente cambiato pelle.

Mendrisio ha cambiato

pelle

L’economistaAngelo Rossi:“Il capoluogosi è difesonell’industriae ha vintola sfidanel terziario”

di angelo rossi

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7Comune Ticino

Lo studio

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Lo studio

Comune Ticino

“Le relazioni pendolari piùimportanti per la regionedi Lugano si osservanocon quella di Mendrisio”;

per il Luganese e il Ticino “emerge l’im-portanza dell’apertura verso sud”; per “laqualità della localizzazione le regioni diLugano e Mendrisio ottengono le valuta-zioni migliori”.Sono tre citazioni parziali sul forte rappor-to tra Luganese e Mendrisiotto tratte dallostudio “Lugano e il Ticino urbano – Strut-tura e prospettive”. Eseguito dalla dotto-ressa Sara Carnazzi Weber, lo studio èstato pubblicato quest’anno dal CreditSuisse e va qui sinteticamente ripreso. È in-fatti il Mendrisiotto la regione più legata –e non solo per contiguità geografica – alLuganese; la regione che più dipende dalpolo ceresiano, cioè dal “motore trainantedell’economia ticinese”. Una situazioneche pone il Mendrisiotto in chiave privile-giata per approfittare delle opportunità, al-la condizione di presentarsi come un inter-locutore sufficientemente forte. L’alternati-va è di trasformarsi in pura periferia del Lu-ganese, in territorio frammentato incapacedi beneficiare del rafforzamento dell’asseMilano-Lugano-Zurigo, in territorio dipen-dente e/o quasi da scavalcare economica-mente. La recente analisi sul Luganese per-mette dunque di dire di più sul Mendrisiot-to. Questo il taglio della nostra breve sinte-si, che non è e non vuol essere esaustiva.

Potersi confrontarecoi centri d’oltralpeLa dottoressa Carnazzi Weber evidenziacome oggi Lugano, nona città svizzera alcentro di un agglomerato di 120mila per-sone, sia in grado di competere con i cen-tri d’oltre Gottardo: ciò grazie a una seriedi attrattive (presenza di manodopera qua-

lificata, carico fiscale inferiore alla media,ottimi servizi finanziari,…), cui gioverebbecomunque un miglioramento sul pianodella viabilità, sia interna sia verso sud. Ecosì il Luganese – nonostante le importan-ti ristrutturazioni in termini di effettivi nelsettore bancario e parabancario – ha regi-strato una crescita occupazionale superio-re alla media nazionale, ha migliorato lasua posizione e “fa parte del gruppo di te-sta delle regioni economiche più competi-tive della Svizzera”. Non solo: grazie a tut-to ciò esso rappresenta il motore trainante“anche per la crescita demografica e lacreazione di reddito”. È questa una situa-zione che permette di superare i momentidi bassa congiuntura e di approfittare delleopportunità di una futura ripresa.

L’importanzadi unalocalizzazioneattrattivaAttualmente il Ticino urbano può confron-tarsi abbastanza proficuamente con altrearee metropolitane svizzere: con il 3,7%della popolazione elvetica dà lavoro al4,2% degli occupati nella Confederazionee produce il 4,7% del valore aggiunto na-zionale. Ma ciò è dovuto essenzialmentealla regione luganese. Basti una cifra: dasola essa produce il 2,4% del valore ag-giunto nazionale (ovvero la metà di quellocantonale), ciò che la situa al decimo postoin Svizzera per importanza in termini asso-luti e addirittura al terzo guardando al va-lore aggiunto pro capite (è superata soloda Zurigo e Ginevra).In una situazione congiunturalmente nonfacile – l’attuale lo è come conferma lostudio – è fondamentale disporre di diver-si atout per tenersi a galla ed essere pron-

ti per la ripresa. Diversi di essi, dalla fisca-lità all’accessibilità, dal livello di istruzionealla disponibilità di personale qualificato,possono essere raggruppati sotto la defi-nizione di “qualità della localizzazione”.Da questo profilo il Ticino nel suo insiemesi situa poco al di sotto della media nazio-nale, ma al suo interno esistono forti diffe-renze regionali. Le valutazioni migliori leottengono Lugano e Mendrisio, che perqualità della localizzazione si situano ri-spettivamente al 39.mo e al 53.mo postosulle 110 regioni economiche considerate(Locarno è 65.ma, Bellinzona 70.ma, le TreValli 94.ma). Per crescere occorre a tutte leregioni cantonali un innalzamento del livel-lo di istruzione e una migliore accessibilità;a tutte, ad esclusione di Lugano, serve pu-re un aumento della manodopera alta-mente qualificata.

Saper attirarecategoriesocioprofessionaliinteressantiUn altro parametro particolarmente signi-ficativo per misurare le prospettive eco-nomiche di una regione è dato dall’attrat-

tiva della stessa rispetto a differenti cate-gorie socio-professionali. Ebbene il bilanciomigratorio per quanto concerne le personeappartenenti al management superiore ve-de il Luganese largamente in attivo, segui-to a distanza dal Locarnese, mentre pertutte le altre regioni il dato è negativo. Lu-ganese in testa anche per le professioni ac-cademiche, i quadri superiori e i mestieriqualificati manuali e non; secondo infineper le libere professioni (è nettamente pri-mo il Locarnese, in grado probabilmente dioffrire le migliori condizioni residenziali).Per contro il Mendrisiotto è al primo postoper i mestieri manuali qualificati e al terzoper le libere professioni e gli impieghi non

qualificati, ma ha un bilancio fortementenegativo nei confronti del managementsuperiore e è in leggero passivo anche perle professioni accademiche e i quadri supe-riori. Detto altrimenti, il Mendrisiotto non èattrattivo nei confronti delle tre categoriesocioprofessionali economicamente più in-teressanti.

S’imponel’apertura a sudAbbiamo visto come l’accessibilità e più ingenerale la mobilità siano primarie per lacompetitività di una regione. Dallo studioemerge che il Ticino necessita di forti mi-glioramenti, specie per quanto concerne itrasporti pubblici. Ciò sia sul fronte internosia su quello esterno. Per il primo la rispo-sta sta sostanzialmente in una serie di in-terventi mirati, per il secondo nell’”apertu-ra verso sud che garantisce un bacino sup-plementare in termini di mercati e potered’acquisto”. In quest’ambito sovraregiona-le è prioritaria l’opzione ferroviaria, tramiteda un lato la creazione di una “S-Bahn”imperniata sulla futura galleria di base delCeneri (apertura prevista nel 2016), dall’al-tro sul sistema TILO (Ticino-Lombardia),

che necessita della nuova linea Stabio-Arci-sate per il collegamento Lugano-Varese-Malpensa. Come si vede, in particolare perquanto concerne la mobilità, la sfida e laconseguente ulteriore crescita luganese sigioca in buona parte nel Mendrisiotto, chea sua volta deve poterne trarre tutti i van-taggi. Sia diretti, migliorando la propria ac-cessibilità interna e dunque la propria at-trattiva, sia indiretti, favorendo il buon an-damento della sua regione di primario rife-rimento (nel Luganese lavorano 4’236abitanti del Mendrisiotto pari al 22% deglioccupati della regione, ovvero più di unapersona su cinque). Dunque, come si diceva, o la regione suddel Ticino si rafforza attraverso processi diaggregazione e riesce a diventare affida-bile partner del Luganese oppure finirà“risucchiata” da quest’ultima. Da partesua allo stesso Luganese è più utile avereun vicino valido che un vicino debole, poi-ché quest’ultimo ne rallenterebbe la cre-scita, soprattutto vista l’importanza del-l’apertura a sud. E un rallentamento delLuganese significa una perdita di velocitàper l’intero Ticino, che da esso – come di-mostra lo studio – dipende in misura as-sai marcata.

“Il Ticino urbanoè competitivounicamente graziealla regioneattorno al Ceresio

Il fortissimo

col Luganeselegame

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9Comune Ticino

“Garantire un avvenire fa-vorevole e sostenibile”al Mendrisiotto “da unprofilo socio-economi-

co, ambientale e finanziario”. Come? Attra-verso un marcato rafforzamento istituziona-le. Ciò significa promuovere una politica diunione regionale da innestare su “un certofermento aggregativo” già in atto a caratte-re locale. Questa la chiave per il rilancio diun Mendrisiotto che vive una “situazionemediamente buona ma in progressiva perdi-ta di velocità”.E la strada per una spinta aggregazionaleche vada oltre il confine locale punta a unrafforzamento in tempi brevi dei poli urbanidi Chiasso e Mendrisio. A medio terminequesti due poli rafforzati dovrebbero coagu-lare attorno ad essi il resto della regione (obuona parte di essa), in un positivo bipolari-smo concorrenziale-complementare (il pri-mo orientato sull’asse verso Varese, il secon-do su quello verso Como). Naturalmente,sulla carta e in tempi lunghi, non si escludeuno scenario di aggregazione in un Comu-ne unico. In ogni caso già con due poli fortied estesi, la piattaforma Mendrisiotto acqui-sterebbe un peso di molto superiore al di-sarmonico mosaico attuale e potrebbe pro-porsi quale valido partner verso nord e sud.È questa la conclusione dello studio dedica-to dal Cantone allo scenario istituzionale

della regione di confine. Un documento checompleta l’analisi economica effettuata asuo tempo dall’IRE e denominata Monitoreg(è stata presentata nel 4. numero de “il co-mune”, uscito nel maggio dello scorso an-no). Da Monitoreg erano emersi, dopo unadettagliata radiografia di tutti i fattori e del-la loro evoluzione nel tempo, sei i temi suiquali il Mendrisiotto deve far convergere ini-ziative e progetti. Ricordiamoli: la logistica; ilsettore vinicolo e agroalimentare; i sistemialternativi di mobilità; la costruzione e la ge-stione del territorio; la valorizzazione deiparchi geologici; il luogo d’incontro della

cultura e del multietnico. Tuttavia - si affer-mava chiaramente - la fattibilità di questi“futuribili” è generalmente bassa: per mu-tare la situazione occorre che il Mendrisiottoeviti una politica di difesa e ripiegamentooperando invece in maniera “offensiva”.Lo studio sullo scenario istituzionale com-pleta il discorso, dimostrando che per attua-re l’“opzione offensiva” è necessario unnetto rafforzamento degli attuali enti localitramite le aggregazioni.

C’è chi scende,c’è chi sale,ma l’insiemeperde quotaIl Mendrisiotto, nel comprensorio qui inteso,è costituito da 25 Comuni (piuttosto etero-genei sia demograficamente sia economica-mente sia per vocazioni) coinvolti tutti in so-lo due organismi: l’Ente turistico locale e laCommissione regionale dei trasporti. La re-gione copre unicamente il 3,8% del territo-rio ticinese ma vanta una popolazione di47’400 abitanti, ossia quasi il 15% dell’inte-ro Cantone. Sul piano demografico si assistesia a un costante calo della quota parte for-mata dai giovani sia al classico effetto cen-trifuga: le persone di reddito medio-altotendono a trasferire la propria residenza dai

Un rafforzamentoistituzionaleè indispensabileper sfruttarele opportunitàdel Mendrisiotto

Per un avveniresostenibile

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poli urbani alle cinture, “che offrono unaqualità di vita migliore associata a una co-modità di accesso al centro urbano, dovegeneralmente questa gente lavora. Ne ri-sulta che il centro si vede sempre più pri-vato di ‘buoni contribuenti’ e conosce in-vece un aumento percentuale delle classimeno abbienti”, con evidenti effetti ne-gativi sulle casse comunali e dunque sul-l’intera comunità. Economicamente è in crescita l’asseMendrisio-Stabio, mentre perdono quo-ta Chiasso e il Basso Mendrisiotto. Signi-ficativo l’andamento del numero degliattivi nel comprensorio: mentre Mendri-sio e gli altri Comuni non hanno registra-to variazioni significative, Chiasso ha su-bito un crollo (meno 10% solo nell’ulti-mo decennio). Ne risulta “che l’interocomprensorio ha perso attrattiva in ter-mini di opportunità d’impiego, a vantag-gio di altre regioni, prime fra tutte il Lu-ganese” (alla cui evoluzione abbiamoguardato nelle pagine precedenti attra-verso la sintesi dello studio pubblicatodal Credit Suisse). Detto altrimenti, purvivendo una situazione ancora abbastan-za buona, l’intero Mendrisiotto sta per-dendo quota. Dal punto di vista delle finanze pubbli-che, emerge come complessivamente lecasse comunali godano di discreta salu-te, anche se si registrano una minore cre-scita del pro capite fiscale e deboli inve-stimenti pubblici netti.

La frontieracambia: opportunitàeconomica La frontiera da ‘barriera/filtro’ si sta vieppiùtrasformando in ‘zona di contatto’ conun’area che nelle sole province di Como eVarese conta 1’350’000 persone. “Un baci-no enorme dal quale poter attingere risorsee mezzi grazie alle capacità e alle competen-ze nel ramo dei servizi che il Mendrisiottopuò offrire”. Ma per poterlo fare “è neces-sario per la regione apparire come un part-ner forte ed unito che offre concrete possi-bilità di collaborazione” con le due provincee, in prospettiva, con l’intera regione Lom-bardia. Dunque “un’unica identità istituzio-nale che copra l’intero comprensorio e chesia in grado di proporre un ventaglio di ser-vizi differenziato e completo in ambito ban-cario-fiduciario, industriale, turistico e disvago, porterebbe sicuri vantaggi”. Inoltretale scenario “permetterebbe al Mendrisiot-to di beneficiare interamente dei propriatout, in quanto gli indotti complessi po-trebbero essere reinvestiti nell’intera regio-ne e non solo in singoli Comuni come acca-de con l’assetto istituzionale attuale”. Tutta-via, vista la storicità del bipolarismo nella re-gione, un grande passo avanti sarebbecompiuto anche ‘solo’ passando a due Co-muni veramente forti.Attualmente tuttavia Chiasso e Mendrisiotendono a correre ognuno per proprio con-

to nel rapporto con questa frontiera che sitrasforma, per di più avendo perseguito eperseguendo politiche che hanno molte af-finità se non sovrapposizioni (per esempioentrambi i Comuni puntano sulla logistica,sull’industria, sui servizi, sui centri commer-ciali per non parlare di quando si scontraro-no per la concessione del casinò). Non man-cano perciò - rilevano gli autori dello studiocon riferimento anche a tematiche nonesclusivamente legate alla frontiera - “pro-getti di sviluppo simili ma non coordinati”,‘politiche campanilistiche’ e ‘doppioni’.Mentre il bipolarismo dovrebbe portare auna concorrenza complementare: ciò è pos-sibile unicamente attraverso il rafforzamen-to aggregativo dei due poli.

Mobilità: politichedivergentitra i due poliNon è tutto: anche il principale tema legatoalla frontiera, ovvero la mobilità lungo l’asseNord-Sud con tutte le sue implicazioni posi-tive e negative (in primis il degrado ambien-tale) vede i due poli mirare in direzioni diver-se. Chiasso teme di essere ‘tagliata fuori’ evuole la garanzia del mantenimento/raffor-zamento della linea ferroviaria classica, cioèla Gottardo-Chiasso/Como-Milano: in talsenso vanno visti ad esempio i tentativi direalizzazione di una stazione unica Chiasso-Como (progetto oggi fermo); Mendrisiopunta decisamente all’apertura del collega-

“Senza unionila regione nonbeneficeràdell’interazioneLugano-Milano

mento ferroviario verso Varese. Sul tavolo,ma anche qui non senza divergenze locali,pure il nuovo asse stradale verso il Gaggiolo.Direzioni diverse che devono sfociare incomplementarità e non in rivalità.Visti i fortissimi interessi in gioco e la neces-sità di dialogare con partner di livello supe-riore per peso economico e demografico(Luganese, Ticino nel suo insieme, provincedi Como e Varese e, più in alto, Svizzera-centrale e Lombardia), è assai difficile per ilcosì frazionato Mendrisiotto far sentire oggila propria voce, nonostante l’ottimo lavoroche svolge la Commissione regionale deitrasporti. Non che un Mendrisiotto riorga-nizzato fondamentalmente in due Comuniforti possa pretendere di confrontarsi diret-tamente con la Lombardia o i grandi centridel nord, ma - stabilite le priorità realmentefattibili - potrebbe farsi valere maggiormen-te a fianco di Lugano e del Cantone.

Natura: grandepatrimoniopoco valorizzatoIl Mendrisiotto possiede un patrimonio na-turalistico di assoluto valore ma non rie-sce/non può valorizzarlo a sufficienza e dun-que trarne il possibile indotto. Si tratta di unpatrimonio che comprende le aree del Mon-te San Giorgio (riconosciuto per il suo eleva-tissimo valore dall’UNESCO), del Monte Ge-neroso, della Valle di Muggio e delle Goledella Breggia nonché alcune parti della zona

di pianura. Regioni con caratteristiche diffe-renti, ma tutte di grande interesse per unosviluppo turistico, sì di nicchia, ma di unanicchia particolarmente interessante e ricca:quella del turismo a carattere naturalistico intutte le sue sfaccettature, dalla storia e geo-logia all’agroalimentare e vitivinicolo. Unambito che attira generalmente ospiti nonpiù giovanissimi appartenenti al ceto medio-alto. Anche in questo caso il rapporto con la te-matica delle aggregazioni è evidente: “Laframmentazione territoriale e istituzionale -si legge nello studio - ha impedito la defini-zione di una politica turistica attiva comu-ne”. Specie sul piano finanziario, quello do-ve l’ente turistico può fare molto poco. Stadunque a Comuni forti promuovere “unapolitica turistica attiva che rivaluti le bellezzenaturalistiche del comprensorio e che pro-muova uno sviluppo sostenibile dal profiloambientale”. Necessario quindi “un assettoistituzionale adeguato”.

Tre direzionidi sviluppoInsomma, vi sono tre ambiti, cui altri sonocomunque subordinati, dove una ridefini-zione istituzionale è fondamentale: 1. lamobilità legata alla soluzione di problemiquali il degrado ambientale ma anche a op-portunità attraverso una migliore accessibi-lità nei confronti delle province di Como eVarese col loro ampio bacino demografico;2. l’economia, riuscendo a gestire in positivo- come in parte effettivamente già fatto - latrasformazione della frontiera da barriera acontatto, ma soprattutto creando le condi-zioni per reinvestire in loco su scala regiona-le l’indotto; 3. il turismo di qualità passandoda una politica di semplice “possesso” diaree di grande interesse a una loro promo-zione, anche finanziaria. Chiara l’alternativa: o il Mendrisiotto si faràpartner di un certo peso fungendo da solidapiattaforma con ricadute in loco tra Luganoe Milano oppure si trasformerà in sempliceponte di transito frazionato tra il capoluogolombardo e il motore ceresiano.

Un partnerforte potràdialogarecon Comoe Varese

Forze e debolezze

11Comune Ticino10 Comune Ticino

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12 Comune Ticino 13Comune Ticino

Nel Ticino delle aggregazioni urbane van-no lodate le iniziative dei Municipi diMendrisio, Chiasso, Morbio Inferiore eVacallo, che nei rispettivi comprensorihanno attivato importanti progetti di ag-gregazione. Ciò in un contesto che vedeanche la capitale Bellinzona cercare diaprirsi a Nord grazie ad un positivo con-tatto instaurato con quei Comuni, e pureun Locarnese che, faticosamente, emergeda una situazione di stallo stimolato an-che da un’importante discussione parla-mentare che ha ribadito l’esigenza di pro-cedere con le aggregazioni nelle aree ur-bane. Per il Locarnese va inoltre sottoli-neato l’importante contributo dato da chiha promosso e sostenuto la raccolta dellefirme a livello popolare (tra cui i presiden-ti dei tre partiti principali) per favorire l’av-vio dei progetti di sponda sinistra e destradella Maggia. Un discorso, quello delleaggregazioni, che sembra proprio in cre-scita nella raccolta di consensi a testimo-nianza di quanti hanno a cuore l’avveniredi un Ticino sempre più “scrollato” dai

venti europei.Nel Mendrisiotto il primo passo è costitui-to dal rafforzamento dei poli urbani, perpoi passare a una loro estensione in unaseconda fase. Non si parte da zero. Nel2004 sono nati i nuovi Comuni di Men-drisio, unitosi a Salorino, e di Castel SanPietro, formatosi dall’aggregazione dellostesso con Casima, Monte e la frazione diCampora, che apparteneva a Caneggio;in attesa di votazione è l’aggregazionedella sponda sinistra della Valle di Mug-gio, che riunirebbe Bruzella, Cabbio, Ca-neggio, Morbio Superiore, Muggio e Sa-gno; in valutazione i progetti di unionetra Mendrisio e Capolago nonché traChiasso, Vacallo e Morbio Inferiore; in at-to lo studio preliminare per il Comunedell’Alto Mendrisiotto (Mendrisio, Arzo,

Besazio, Capolago, Castel San Pietro,Coldrerio, Genestrerio, Meride, Rancate,Riva San Vitale e Tremona); parecchi, infi-ne, i contatti tra Stabio e Ligornetto. Sulla carta è ipotizzato anche l’optimum,ossia il Comune unico del Mendrisiottoquale “città in linea”. Esso avrebbe unasuperficie pari a poco meno del 4% delCantone con una popolazione di oltre47mila abitanti (15,1% di quella ticinese),28’600 posti di lavoro (17,5% degli ad-detti nel Cantone) e risorse fiscali globaliequivalenti a più di 147milioni di franchi(14% del totale ticinese). Tre i vantaggi:dimensione territoriale e socio-economi-ca importante; raggruppamento sotto unsolo Comune dell’intero patrimonio natu-ralistico regionale; eccellente possibilità diattuare progetti di sviluppo regionale.Due gli svantaggi, ma determinanti: oggicome oggi appare impossibile condurre inporto un’operazione di questa portata; ilrischio di un senso eccessivo di perditadella propria identità locale da parte dellapopolazione.

Far crescereil Mendrisiotto

attraversoprogressive

aggregazioni

IL PRIMO passo è il rafforzamentodei due poli urbani: un processoche a livello di studi preliminari e dicontatti è già in corso, anche secon prospettive migliori perMendrisio rispetto a Chiasso,confrontata con Comuni vicinioridi maggior peso. Prevista da unlato l’aggregazione di Mendrisiocon Capolago, Rancate e Riva SanVitale, dall’altro quella di Chiassocon Balerna, Morbio Inferiore eVacallo. Il primo Comuneconterebbe poco più di 11milaabitanti, quasi 10mila posti dilavoro e risorse fiscali per 33,8milioni di franchi. Il secondo,nonostante una superficie paricirca alla metà,avrebbe 18’500abitanti, 10’500 posti di lavoro erisorse fiscali per 66,4 milioni difranchi.

VANTAGGI1. crescita dell’attrattiva dei poli dal

profilo dell’impiego;2. territori più diversificati e per

quanto concerne

la Nuova Mendrisio minordensità abitativa;

3. rafforzamento economico delBasso Mendrisiotto.

SVANTAGGI1. viene mantenuto un dualismo

competitivo e noncomplementare tra i due poli(hanno le medesime specificità);

2. la densità abitativa della NuovaChiasso risulterebbe ancoratroppo elevata;

3.questo rafforzamento dei polinon è comunque sufficiente peruna politica turisticadegli enti localicoordinata a livelloregionale;

4. vaste aree delcomprensorio sonoancora esclusedal processo (anche sepotrebbero cominciare conunioni periferiche, per esempioin Valle di Muggio)il che rischia di aumentare ildivario tra aree forti(i centri) e deboli (le periferie).

GLI SCENARI DI “CITTÀ 2004”

Raggruppamento naturalistico

IL PASSO successivo è rappresentato dall’aggregazione di tutto o quasi il compren-sorio in due soli Comuni. Quattro gli scenari ipotizzati: i primi due non integranoancora Stabio e Ligornetto, gli altri due – previsti in successiva battuta – sì.

DA UN LATO aggregazione tra la NuovaMendrisio e le aree naturalistiche delSan Giorgio, della Valle di Muggio e delbasso Ceresio, dall’altro estensione dellaNuova Chiasso. Alto Mendrisiotto avrebbe unapopolazione di 17’600 abitanti, 11’600posti di lavoro e risorse fiscali per 51,4milioni; Basso Mendrisiotto, con unasuperficie molto inferiore, conterebbe24’500 abitanti, quasi 13’mila posti dilavoro e risorse per 81,8 milioni.

VANTAGGI1.bassa densità abitativa per Alto

Mendrisiotto e grande offerta di spazinaturalistici (sviluppo sostenibile);

2.Alto Mendrisiotto disporrebbe disufficiente territorio per suddividerearee industriali e di svago e offrirenuovi sbocchi territoriali a società delterziario avanzato;

3.maggior superficie per BassoMendrisiotto rispetto alla sola NuovaChiasso e dunque possibile miglior

separazione tra areeindustriali/artigianali e residenziali;

4.riequilibrio del gettito comunale perBasso Mendrisiotto che potrebbepromuovere in modo coerentecommercio, industrie innovative ecultura;

5.raggruppamento di aree forti edeboli.

SVANTAGGI1. si rischia un ampliamento del fossato

tra Alto e Basso Mendrisiotto: il primopiù naturalistico, il secondo piùindustriale;

2.quasi tutto l’onere per la salvaguardiae la valorizzazione del patrimonionaturale peserebbe su AltoMendrisiotto;

3.sempre irrisolta, se pure attenuata, laconcorrenza tra i due poli

4.nel Basso Mendrisiotto mancherebbe-ro i fattori che stimolano la creazionedi un’identità locale.

Due Comuni equilibratiPASSIAMO al secondo scenariointermedio (costituirebbe cioè lafase seguente a quella delrafforzamento dei poli urbanivista in precedenza). Come ilprimo non contempla ancora iComuni di Stabio e Ligornetto.Sulla carta presenta più puntipositivi del precedente e menodebolezze. Esso prevede da unlato l’aggregazione dei Comunidell’alto Mendrisiotto e delMonte San Giorgio, dall’altro diquelli del Basso Mendrisiotto edella Valle di Muggio. I duenuovi Comuni avrebberosuperficie simile, ma il primoconterebbe 15’600 abitanti erisorse fiscali per 46,9 milioni, ilsecondo 26’400 abitanti erisorse per 86,3 milioni difranchi. Minor differenza per iposti di lavoro: 11’400 a Nord,13’100 a sud.

VANTAGGI1.sarebbero costituiti due

Comuni dotati di areeomogenee e variegate;

2. il costo della salvaguardia delpatrimonio naturale sarebberipartito su due enti e non suuno solo come nelloscenario precedente;

3.sarebbero raggruppati inentrambi i casi Comuni fortie deboli in un corretto mix;

4.vi sono le potenzialità disviluppo economico;

5.questa ripartizione, offrendoin entrambi i nuovi Comunitutte le componentiterritoriali, dovrebbe essereaccolta meglio dallapopolazione, dunque esserepiù fattibile.

SVANTAGGI1.Mantenimento della

separazione tra poli urbanicol conseguente rischio diuno sviluppo di strategieanaloghe non coordinate enon complementari, ancheperché si tratta di areeomogenee.

Due poli urbani più forti

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Asse Mendrisio-StabioÈ UN’IPOTESI a medio lungo-termine, che vede l’accorpamento diStabio-Ligornetto all’AltoMendrisiotto. Nascerebbero così dueComuni di entità superficiale nonmolto differente.Il primo, quello formato sull’asseMendrisio-Stabio incluso il MonteSan Giorgio, conterebbe quasi21’000 abitanti, 15’700 posti dilavoro e risorse fiscali per 63,5milioni di franchi; il secondo,costituito dal Basso Mendrisiotto conla Valle di Muggio, avrebbe 26’400abitanti, 13’100 posti di lavoro erisorse fiscali per 86,3 milioni difranchi.

VANTAGGI1.costituzione di due enti locali assai

forti dal punto di vista dellefinanze pubbliche;

2. le due aree sarebbero omogenee;3.come nel secondo scenario, la

salvaguardia del patrimonionaturalistico sarebbe ripartita sudue enti;

4.entrambe le aree sarebberoattrattive (anche se con unmaggior potenziale per quellanord);

5.sarebbe assai più facile ilcoordinamento di tutta l’areaproduttiva lungo l’asse Mendrisio-Stabio;

6.entrambi i Comuni disporrebberodi un importante valico doganale,il Gaggiolo per l’Alto Mendrisiotto,Brogeda per il Basso Mendrisiotto.

SVANTAGGI1. i poli urbani restano separati con

quel che ne segue;2. il potenziale di sviluppo

economico è maggiore per ilComune dell’Alto Mendrisiotto (inparticolare grazie all’unione conStabio);

3.parallelamente al rafforzamentodei poli e quindi alla loroestensione, sarebbe necessario unraggruppamento dei Comuni dellaMontagna nonché di Stabio conLigornetto.

Raggruppamento delle doganeANCHE questa è un’ipotesi a medio-lungotermine. Si basa sull’idea di costruire unComune di frontiera che raggruppi tutti iprincipali valichi doganali.In pratica Stabio e Ligornetto siunirebbero al Comune del BassoMendrisiotto. Si costituirebbero così dueenti locali di superficie simile. AltoMendrisiotto conterebbe 15’700 abitanti,

11’400 posti di lavoro e 50 milioni dirisorse fiscali; il Comune di frontiera

(Basso Mendrisiotto, inclusacomunque la Valle di Muggio)avrebbe il doppio di abitanti(31’700), 17’400 posti di lavoro e

risorse per 102,8 milioni di franchi.

VANTAGGI1.entrambi i Comuni disporrebbero di

eque risorse fiscali pro capite;2.Basso Mendrisiotto godrebbe di un

elevato potenziale di sviluppo sull’asseGaggiolo-Brogeda;

3.col raggruppamento doganale sarebbepossibile coordinare meglio la strategiatransfrontaliera;

4.come nei precedenti casi entrambi glienti avrebbero costi e benefici dalpatrimonio naturale;

5.si risolverebbe il problema dell’attualesaturazione del Basso Mendrisiotto;

6. l’eterogeneità delle due areecostituirebbe un fattore diavvicinamento per arrivare all’obiettivofinale, cioè l’aggregazione in unicoComune di tutto il Mendrisiotto.

SVANTAGGI1.potenziale di sviluppo più concentrato

nell’area di frontiera con rischio, siapure ridotto, di amplificare il divario trale due zone;

2. i poli urbani restano separati anche se,per le diverse specificità dei dueComuni, il rischio di politichesovrapposte sarebbe minore.

Vediamo ora gli scenari intermedi che includono tutti i Comuni del comprensorio, dunque anche Stabio e Ligornetto cheattualmente stanno ipotizzando una loro unione. Secondo gli autori dello studio per giungere ad integrare Stabio e Ligornettoin un Mendrisiotto suddiviso in due soli Comuni, è comunque necessario passare prima per uno dei due precedenti scenariintermedi.

15Comune Ticino

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17Comune Ticino

L’architetto

Quattro poli per il Ticinodi GIÒ REZZONICO

Acebillo

Ha cambiato il volto di una delle cittàpiù prestigiose del mondo: Barcel-lona. In qualità di responsabile del-

la pianificazione ha concepito e diretto ne-gli anni Novanta gli interventi per la crea-zione del quartiere olimpico (un nuovocomparto di città con 6 chilometri di pas-seggiata lungomare) e della cosiddettaRonda, 40 chilometri di autostrada anula-re attorno alla metropoli. Da due anni diri-ge l’Accademia di architettura di Mendri-sio. Si tratta di Josep Acebillo, un archi-tetto pianificatore di fama internazionale,che abita proprio nel Mendrisiotto.Lo abbiamo incontrato nel suo studio aVilla Argentina per parlare della regioneche lo ospita e dove sembra trovarsi parti-colarmente a proprio agio. Acebillo sor-prende per la chiarezza delle sue visioni.Parlando con lui i problemi si semplifica-no. Gli parliamo del Mendrisiotto come diun corridoio tra la ricca Lombardia e la di-namicissima nuova Lugano. Ci correggesubito.

Ma se non è un corridoio che cosa è? “Da un punto di vista geo-morfologiconon penso si possa considerare il Mendri-siotto come un corridoio. Il Ticino sì, ef-fettivamente, si configura come un corri-doio tra la Lombardia e la Svizzera delnord in base a un rapporto lineare. Ma ilMendrisiotto presenta una morfologia aY, che implica, cioè, non solo una linea-rità, ma anche un’alternativa (la Y appun-to) alla sua estremità”.Vediamo dapprima i rapporti con Co-mo e Varese. «Come conseguenza di questa struttura aY, il Mendrisiotto si trova nel baricentro diun triangolo, ai cui vertici si situano dauna parte Lugano, dall’altra Como e Vare-se. Deve saper amministrare la sua poten-zialità di stare al centro di questa impor-tante area. Perché il FoxTown riscuotetanto successo? Perché si trova al centrodi questo triangolo. La fortuna di questaregione non deve essere però rappresen-tata solo dal fatto che permette di passa-re da sud a nord, ma anche dalla capacitàdi stimolare il doppio rapporto con Comoe Varese». Ma Varese e Como non possono di-ventare dei concorrenti? «Si tratta di saper amministrare questa si-tuazione a proprio favore. Bisognerà pre-stare attenzione soprattutto a ciò che ac-cade nel Varesotto, una regione a voca-zione industriale, che – non avendo gran-de futuro l’industria in Europa – si dovrà

trasformare in direzione del terziario. Inquesto senso si può pensare che possaentrare in conflitto con il Mendrisiottoche, ovviamente, svilupperà un’attivitàessenzialmente neoterziaria. Ma non de-ve necessariamente andare così. La con-correnza tra il futuro neoterziario di Vare-se e quello del Mendrisiotto non deve tra-sformarsi in una concorrenza negativa,ma piuttosto generare il consolidamentodi una massa critica importante in tuttal’area lombardo-ticinese. Prendiamo dinuovo l’esempio del FoxTown. Se ce nefosse stato uno nel Varesotto, non avreb-be più avuto senso crearlo a Mendrisio». E Como? «Mi sembra una realtà più variegata, do-ve accanto al rapporto industriale e am-ministrativo si è sviluppato un discorso tu-ristico e culturale. Non mi pare che il suosviluppo possa entrare in conflitto conquello del Mendrisiotto». Il futuro delle vie di comunicazionecontinuerà a passare da Como o ver-rà dirottato su Varese? «Il grande problema dell’AlpTransit è co-me collegarsi con l’Italia. Una volta arriva-ti nel Mendrisiotto ci si dirige verso Mila-no o verso la Malpensa? Risolvere con ef-ficacia quest’incognita rappresenterà la

sfida per ottenere uno sviluppo socio-economico rilevante per il Ticino».In tutti questi discorsi quale ruolopossono avere le aggregazioni? «Un ruolo fondamentale. Questo delleaggregazioni è il progetto più ambiziosodel Ticino di oggi. Non solo dal punto divista politico-amministrativo, ma ancheperché questa ri-mappatura del territorioticinese darà luogo a un nuovo mosaicocomposto da macro-unità e perché sem-plificherà e renderà più efficace il discorsourbanistico-territoriale. L’attuale “mi-nifondismo” municipale rappresenta unadifficoltà per la pianificazione dei sistemigenerali, che si supererà metodologica-mente con un processo di aggregazione.Il dipartimento del Consigliere di Stato Pe-drazzini ha in mano la chiave organizzati-va del futuro Ticino». Ma lei vede un Ticino a uno o più poli?«Quello che ha fatto Lugano è ecceziona-le, ma se accanto alla nuova Lugano si svi-luppassero tre altri importanti agglomera-ti urbani (Locarno, Bellinzona, Mendri-sio/Chiasso ndr) il Ticino risolverebbe inun colpo molti suoi problemi. Almeno lametà dei 300 mila abitanti ticinesi do-vrebbero in futuro risiedere nei quattronuovi Comuni-polo».

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Attualità

19Comune Ticino

Mobilità: una necessità, un pro-blema, un atout. Da affrontarein tutte le sue componenti di-rette (mezzi e vie, privato e

pubblico, lento e veloce), nelle sue implica-zioni (inquinamento, sicurezza, tranquillitàma anche sviluppo commerciale, industriale,turistico) e nei suoi rapporti con l’insieme delterritorio (zone urbane, aree produttive,spazi di svago…). Dunque un’opera di orga-nizzazione territoriale a carattere regionalenel rispetto delle esigenze locali, in rapportocon le altre regioni (di qua e di là del confi-ne) e il Cantone nonché – trovandosi il Men-drisiotto sul grande asse Nord-Sud – con leesigenze nazionali e internazionali.Questo lavoro è stato svolto dalla Commis-sione regionale dei trasporti del Mendrisiot-to e Basso Ceresio, assecondata dall’alto dalCantone, dal basso dai Comuni. Una com-missione formata da 11 municipali ripartititra i 4 comprensori che raggruppano la tren-tina di Comuni della regione. “Una commis-sione – afferma il suo presidente AntonioSoldini – che ha operato come un Munici-pio del Mendrisiotto”. Un esempio impor-tante nell’ottica della politica delle aggrega-zioni. Il risultato è stato un dossier valido,completo e anche… voluminoso, avallatodal Consiglio di Stato e dall’Autorità federa-le, inserito nel nuovo Piano direttore Canto-nale. E non si tratta di “carta”, anzi! Le mi-sure e le opere sono concrete: diverse già invigore, altre saranno varate nei prossimi an-ni. “Siamo dovuti partire – spiega AntonioSoldini – da tre elementi: 1. il Mendrisiottoha una fortissima densità di motorizzazione;2. è percorso tutti i giorni da un forte traffi-

gano le periferie, anche transfrontaliere, e visono i punti di contatto dei percorsi ciclabilie pedonali nonché i Park & Ride”.Il margine di riduzione del traffico privatomotorizzato è grande. Ogni giorno nelMendrisiotto si registrano circa 220mila mo-vimenti veicolari giornalieri, la metà dei qua-li resta all’interno della regione. Di questi il50% – ossia più di 50mila – sono sposta-menti di meno di tre chilometri! Di più: il35%, cioè 15mila circa, è di un solo chilo-metro! “Ciò significa che c’è una mobilitàmotorizzata privata assurda! Va sostituitasia dall’andare a piedi e in bicicletta sia dal-l’uso di mezzi pubblici più efficienti e menocostosi come quelli che stiamo introducen-do”. Insomma – conclude Soldini – ‘Traspor-to pubblico quando è possibile, auto privataquando è necessario’. Per fare tutto ciò (spostare il traffico dagliabitati all’autostrada, sostituire ai mezzi pri-vati quelli collettivi, offrire ai frontalieri solu-zioni di trasporto alternative all’auto) era ne-cessario – e torniamo a quanto scrivevamo –un concetto di organizzazione territoriale,perché la mobilità si interseca sistematica-mente con essa. Basti un esempio: “Nel con-cetto si è deciso di prevedere la possibilità disviluppo industriale e commerciale su vastesuperfici solo in tre zone: Stabio, San Marti-no, Pian Faloppia (industria)-Bisio (super-mercati). Ciò perché queste aree sono vicineagli svincoli autostradali e possono dunqueessere servite senza generare traffico di at-traversamento nei Comuni”.E per operare su questa scala regionale c’èvoluto quello che, de facto, è stato un Mu-nicipio regionale.

Grande sfida èla mobilità

Non bastano le strade, è necessaria unariorganizzazioneterritoriale

co; 3. è spaccato in due da un’autostradadove passa il 90% dei mezzi pesanti che at-traversano la Svizzera. Da ciò deriva un gra-ve problema come l’inquinamento, confer-mato da tutte le analisi dell’aria”. Per garan-tire tranquillità e sicurezza negli abitati s’ètrattato di attuare misure di moderazione edi spostare il traffico sul sistema autostrada-le; per affrontare l’inquinamento bisognaandare oltre perché ‘traslocare’ i veicoli dauna strada all’altra nel ristretto spazio di unfondovalle non serve a nulla. La soluzione?“Spostare il traffico dal mezzo privato aquello collettivo”. Per far ciò occorreva e oc-corre un grande potenziamento del traspor-to pubblico, del quale TILO (vedi dossier allepagine IV-V) “rappresenta la spina dorsale,termine che uso volutamente – sottolineaSoldini – poiché implica coraggio e caratte-re. È dunque su TILO che s’innestano le lineedel trasporto pubblico su gomma che colle-

Il tema ha richiestoun “Municipio”del Mendrisiotto“

Antonio SoldiniPresidente dellaCommissioneregionaledei trasportidel Mendrisiotto

Resta tuttaviail primo referentedella regione“

Remigio Ratti,direttore RTSI

La lungae ricca storia

attornoalla “ramina”

Ècambiata e sta cambiando, ma restaun referente primario per il Mendri-siotto. È la frontiera. Per compren-dere mutamenti e opportunità, la

parola a chi da più di trent’anni è l’espertodel frontalierato con studi e pubblicazioni,ossia al professor Remigio Ratti, oggi diret-tore della RTSI.

Dalla Costituzione federale del 1848, che hacreato di fatto l’unione doganale svizzera, edall’Unità d’Italia del 1861 con relativa na-scita della “ramina”, la frontiera ha influen-zato lo sviluppo del Mendrisiotto. Dapprimapenalizzandolo a causa dei diversi interessinazionali; nel ventennio fascista per motivipolitici; nel secondo dopoguerra – in conco-mitanza con il miracolo economico italiano– col fiorire degli scambi commerciali e lapossibilità di sfruttare vere e proprie renditedifferenziali (nei salari, nel diverso carico fi-scale) e di posizione, con la Svizzera e il Tici-no quali vero o presunto paradiso di stabilitàpolitica, economica e sociale. S’è trattato di uno sviluppo “grazie” allafrontiera, nel senso che questa crescita si ba-sava, almeno fino a metà degli anni ‘80, sul-l’essere diverso. Successivamente, e soprat-tutto oggi, la traiettoria di sviluppo econo-mico non sarà più dovuta a questo tipo dieffetto frontiera – dove, come nella teoriadei vasi comunicanti, le rendite sono desti-nate a colmarsi – ma alle complementarità ealla sinergie da ritrovarsi nello spazio tran-sfrontaliero insubrico e nella sfida con il po-tente motore lombardo. Ciò si traduce an-che in una nuova mobilità e in nuove esi-genze strutturali tutte da gestire, pena ilsoffocamento.

Quel binomiotra industriae frontalieratoIl Mendrisiotto ha avuto, più di ogni altraparte del Cantone, la sua vocazione indu-striale, sia pur basata sulla manodopera fron-taliera e da essa condizionata. Dagli anni ’50,e soprattutto negli anni ’60 quando la Sviz-zera praticò la politica di contenimento dellamanodopera straniera residente, la possibi-lità di ricorso al frontalierato – relativamenteabbondante e qualificato – ha rappresentatoil vero fattore di sviluppo industriale. Oggi, progressivamente con l’entrata in vi-gore dei trattati bilaterali, questo vantaggiodifferenziale è perso. Ma resta assai interes-sante la prossimità con il bacino insubrico enord-lombardo: vi è posto per un seconda-

una rete insubrica e nord-lombarda, e perfi-no il Luganese ha saputo cogliere nuove oc-casioni. Ma il settore esiste e mantiene unaposizione forte, che va sostenuta anche coninfrastrutture adeguate alla nuova situazio-ne: meno binari ma più piattaforme per lalogistica dei servizi. Tuttavia è meglio non il-ludersi di far scomparire del tutto furgoni eautotreni se vogliamo restare in questo busi-ness.

Serve maggiorconsapevolezzanell’“artedell’arrangiarsi”“L’arte dell’arrangiarsi”: così si può definirela cultura di una regione di frontiera nel se-condo dopoguerra. Di per sé un valore, unavirtù, da non perdere. Ma, specie nel conte-sto odierno, anche la capacità di correggerealcuni comportamenti ad essa connessi:l’eccessivo individualismo, l’approccio dibreve termine sapendo che lo scenario puòribaltarsi perché le regole del gioco mutanorapide; il cogliere le rendite di posizioni (dalcontrabbando d’una volta alle rendite diffe-renziali sul sistema remunerativo, fiscale, fi-nanziario) più che investire in un sistema diproduzione. C’è ancora un salto da fare nel-la cultura di sviluppo, sia a livello individualesia a livello di collettività pubbliche. L’artedell’arrangiarsi va tradotta in maggiore con-sapevolezza di poter e dovere affrontare lesfide esterne ed interne al sistema transfron-taliero con maggior razionalità, senso strate-gico e dell’interesse collettivo.

rio avanzato, ridimensionato nei numeri,non più basato sui bassi salari, ma che puòancora avvalersi del posizionamento svizze-ro e delle sinergie e potenzialità con il vicino.

Muta il confine,muta la logisticaIl tradizionale settore delle case di spedizioniè andato in crisi sin dalla metà degli anni‘70, quando si è trovato impreparato difronte al mutare delle modalità di interventoalla frontiera – sino allora una vera rottura dicarico – e all’impossibilità di continuare a vi-vere sul solo vettore ferroviario. E siccome lecrisi rappresentano sempre anche un fattoredi opportunità – sia pur in modo poco linea-re e coerente – il settore ha finito per scopri-re le nuove caratteristiche della logistica ecapire che non è più necessariamente d’ob-bligo vedere e trattare le merci sotto casaper inserirsi in una logistica di servizi.Chiasso in particolare è solo uno dei poli di

La frontieraè cambiata

18 Comune Ticino

Grande sfida èla mobilità La frontiera

è cambiata di REMIGIO RATTI

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21Comune Ticino

Economia

In ambito economico, nonostante le tra-sformazioni avvenute degli ultimi decen-ni, il settore bancario resta un atout im-portante anche perché non si limi-

ta al ristretto bacino locale, ma èprincipalmente rivolto al mercatoestero, del quale la Lombardia (concirca 9 milioni di abitanti) – e in parti-colare la Regio Insubrica (1,5 milioniin un raggio di 25 chilometri dal con-fine) – rimane il mercato più impor-tante. Quali situazioni, prospettive enecessità? Lo abbiamo chiesto aClaudio Bordogna, presidente delGruppo Banche Chiasso.Il Mendrisiotto ha conosciuto for-ti mutamenti in ambito bancario:la situazione odierna?Ci troviamo in un periodo di grandestabilità per quanto riguarda il perso-nale e le strutture. Dopo le centraliz-zazioni delle attività di back officeverso la piazza di Lugano e in altricentri, la regione dispone oggi di unapiazza finanziaria completamenteorientata verso la clientela, il fronte,con consulenti specializzati soprat-tutto nell’ambito ipotecario, azien-dale e finanziario. Nell’alto Mendrisiotto, le banchetrattano una clientela locale; sonodunque più orientate alle ipoteche,ai crediti alle aziende e al finanziamento de-gli enti pubblici. Nella piazza di Chiasso vie-ne servita perlopiù la clientela internaziona-le, tramite consulenze e gestioni patrimo-niali di prim’ordine. Quali vantaggi per la clientela locale?La piazza di Chiasso è cresciuta grazie allaclientela internazionale. Le banche, attiratedal mercato italiano, si sono nel tempo sta-bilite vicino al confine, sviluppandosi pernumero e dimensione sino a fare di Chiassola seconda piazza finanziaria del Cantone(vi lavorano infatti più di 500 addetti!): unastruttura quindi molto più grande di quan-to necessiterebbe per coprire le esigenze lo-cali. Quando i tempi sono difficili, quandola clientela italiana rallenta un po’ il suo gi-ro di affari così come succede attualmente,

condizioni migliori di quelle che potrebbetrovare in altre realtà. Tutto ciò favoriscel’attività imprenditoriale nella regione.

Le aggregazioni comunali sonoutili anche alle banche e dun-que all’economia?Attualmente abbiamo troppi interlo-cutori: le banche vedono quindi nelprogetto di aggregazione dell’Alto eBasso Mendrisiotto un’ottima via permigliorare i contatti: pochi interlocu-tori sono meglio di molti. Inoltre le banche non si limitano aprestare soldi ai Comuni: analizzano ibilanci e forniscono consigli su comeimpostare la politica finanziaria. Ri-spondere a determinati requisiti disolvibilità e organizzazione, infatti, èuna condizione essenziale per l’otte-nimento di crediti. Più un Comune èsolido, migliore sarà il tasso di inte-resse che verrà concesso dalla banca.È dunque evidente che gli enti localihanno interesse a presentare, raffor-zandosi e aggregandosi, finanze sa-ne e amministrazioni al passo con itempi.Le banche, infine, hanno interesseaffinché i loro clienti possano goderedel valore aggiunto dato da unabuona qualità di vita, ossia cittadineaccoglienti, con aree pedonali, po-

steggi, facilità di accesso (essenziale per gliistituti finanziari), ricchezza di negozi, zoneverdi… In tal senso, abbiamo bisogno di Co-muni sufficientemente forti da poter investi-re ulteriormente in questo ambito. Apertura a sud e mobilità: importanteper le banche anche nell’era dell’infor-matica?L’e-banking ha sicuramente portato grossicambiamenti nell’attività bancaria, tuttaviaquesto servizio è per ora più sfruttato dallaclientela svizzera. La clientela estera ha esi-genze diverse, che la portano ad avere uncontatto diretto con il proprio consulente edunque a venire personalmente in banca.In questo senso, netti miglioramenti a livel-lo di mobilità sarebbero necessari, soprat-tutto nei collegamenti stradali e ferroviari.

Gli istituti bancarivedono benele aggregazioni“

Claudio Bordogna,presidentedel GruppoBanche Chiasso

Comuni più solidi

crediti migliori

le banche incrementano il loro business,rafforzando l’attenzione sul mercato inter-no. La clientela locale beneficia così di unasituazione privilegiata, che le garantisce

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Attualità

Il Mendrisiotto ha perso posti di lavoro nel-l’industria classica, ma vi è stata una ripre-sa in valore grazie al secondario avanzato.Ne parliamo con Franz Bernasconi,

presidente della Precicast di Novazzano,un’industria high-tech che ha saputo ade-guarsi al mutare delle esigenze.Quali fattori favoriscono nel Mendri-siotto l’insediamento di industrie high-tech?Un primo elemento è dato dal frontalierato,non tanto per i costi favorevoli di una ma-nodopera generica ma – sempre di più – perla possibilità di far capo a specialisti difficil-mente reperibili nel Cantone. L’industria tici-nese comprende tanti rami – chimica, me-tallurgia, informatica,… – ma in piccoleunità per settore, ognuna delle quali ha bi-sogno di determinati specialisti che servonosolo ad essa o quasi. Noi, per esempio, ne-cessitiamo di radiologi industriali e di espertiin metrologia per pezzi fusi: dubito che altreaziende in Ticino abbiano questa necessità.Non ha dunque senso chiedere allo Stato diistituire una formazione ad hoc. Potendo of-frire salari superiori, è molto più facile far ca-po al bacino lombardo, dove possiamo re-perire questo tipo di manodopera. Oltreconfine infatti le unità per i vari settori sonoben più grandi, ciò che giustifica la forma-zione di personale iperspecializzato. Ma anche quando questo tipo di manodo-pera non è presente neppure nel bacinolombardo, grazie ai Bilaterali possiamo farcapo all’intera Unione europea. Dove il van-taggio per il Mendrisiotto? Nel fatto che perchi opera in questa regione è più facile in-gaggiare uno specialista europeo – un fran-cese, un tedesco,...– perché costui può in-

cassare il salario svizzero senza forzatamen-te dover prendere domicilio da noi, ma an-dando ad abitare nella vicinissima area diconfine dove il costo della vita è più basso.Un secondo vantaggio sono i servizi, addirit-tura sovradimensionati per un’industria co-me la nostra. Penso a quelli finanziari con lebanche di Chiasso attrezzate per qualsiasiservizio internazionale di import-export (siveda l’ intervista a Claudio Bordogna a pagi-na 21) e a quelli offerti dalle case di spedi-zione, trasporto e logistica. Ciò contribuiscemolto a rendere meno periferico il Ticino, al-meno nella sua regione più a sud. Quali invece le necessità?Esistono problemi che concernono l’insie-me del Paese, in particolare l’alto costo dellavoro in tutti i suoi aspetti (dunque nonsolo i salari, ma anche il prezzo dell’ener-gia e così via) e la permanenza delle bar-riere doganali economiche con i relativicosti per le formalità.Sul piano regionale – ma non certo solo nelMendrisiotto! – è negativo l’eccessivo cam-panilismo tra Comuni. Tra le sue conseguen-ze, l’apertura di troppe aree industriali pic-cole invece di alcune grandi. Si è speso com-plessivamente di più e non le si è potute do-tare di tutti i servizi e le infrastrutture

necessarie. Altri due esempi sono la manca-ta realizzazione di un acquedotto industrialedel Mendrisiotto e l’operare in aree vicine diaziende elettriche diverse. Sono elementiche fanno perdere il vantaggio prezzi-pre-stazioni che darebbe una maggiore unitàterritoriale.Gli ambiti economici sui quali puntare?Non è possibile pianificare quale industriainsediare qui, quale là: si tratta invece dimettere in atto opportune condizioni-qua-dro, ciò che è compito del Cantone e dellaConfederazione. Starà poi agli imprenditoriindividuare quale industria può funzionare,insediarla e svilupparla. Il tutto con la neces-saria flessibilità, con la capacità di innovarsia seconda dell’evoluzione mondiale, comedel resto ha fatto la Precicast che in trent’an-ni ha cambiato tre volte pelle per adeguarsial mercato, sfruttando di volta in volta le co-noscenze acquisite.Altrettanto importante la diversificazione: lemonoculture possono rendere molto per undeterminato periodo ma sono un disastro sela situazione muta. Un esempio è statoChiasso: quando c’è stato il crollo delle atti-vità legate alla stazione ferroviaria da cui eraquasi completamente dipendente, ha persomolto. Per riprendersi ci sono voluti anni.

23Comune Ticino

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Franz Bernasconipresidente

della Precicastdi Novazzano,

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Economia

FoxTown, il famoso outlet di Silvio Tar-chini, compie 10 anni. Offre 130 ne-gozi che vendono 200 marchi di pre-stigio, 870 posti di lavoro (casinò

compreso), 26mila metri quadrati di super-ficie di vendita e 2 milioni e mezzo di visiteall’anno. Sì, avete capito bene, 2’500’000visitatori all’anno. Con queste cifre si puòben dire che ha contribuito in modo deter-minante a rilanciare l’economia del Mendri-siotto. Chi meglio di Silvio Tarchini ci puòquindi illustrare quali sono le chance di svi-luppo economico di questa regione? Lo sia-mo andati ad incontrare a Manno, dove pu-re ha creato una nuova zona di sviluppo eha costruito un altro piccolo impero se-guendo anche in questo caso un’intuizionevincente. È appena tornato dalla Cina, dovein aprile aprirà un nuovo FoxTown. La su-perficie di vendita sarà il doppio di quella diMendrisio. La volpe avrà dunque anche gliocchi a mandorla.Tarchini ci riceve nel suo ampio ed elegantestudio. Come gli parliamo di Mendrisiotto edi sviluppo economico i suoi occhi si illumi-nano e non abbiamo più bisogno di solleci-tarlo con altre domande. Questo problemaTarchini se lo è posto da tempo e ha rispo-ste chiare. “Vede – ci dice – noi ticinesi sia-mo provinciali abituati a pensare troppo inpiccolo. Dobbiamo invece avere il coraggiodi osare e pensare in grande. La mia espe-rienza all’estero – prosegue – mi insegnaquesto. Dobbiamo anche essere capaci diguardare avanti. Non penso solo a ciò cheaccadrà domani, ma a ciò che sarà fra tren-ta, quaranta, cinquant’anni. Ci vuole corag-gio!”. D’accordo, ma il Mendrisiotto cosapuò fare? “La sua prosperità, e quella del Ti-cino in generale, viene e verrà dalla Lom-bardia. Bisogna quindi collegarsi a Milano ealla Malpensa. Prima gli italiani venivano inSvizzera per portare i loro soldi. Oggi questoavviene sempre meno. Dobbiamo allora at-trarli con altri metodi”. Ma come? “Offren-do loro la possibilità di passare una simpati-ca giornata fuori porta in mezzo al verde. Seci si scosta di qualche minuto dall’autostra-da il Mendrisiotto offre infatti paesaggisplendidi”. L’unica carta a nostra disposizione è quelladel turismo? “No, assolutamente. ComeFoxTown dimostra abbiamo buone carte dagiocare anche nel commercio. Ma pensoanche nell’industria”. Come? “Creando unpolo tecnologico sul modello di quanto han-no fatto i francesi a Sophie Antipolis sullaCosta Azzurra. Hanno sfruttato la bellezzadel paesaggio e creato una nuova città, unacittà del futuro. Hanno offerto infrastrutture

“Il Mendrisiotto e il Ticino devono diventaresempre più mete ideali per il fine settimana.Per questo la regione deve sviluppare le sueinfrastrutture turistiche. Grazie al caro euro,il Ticino è diventato di nuovo interessanteper gli italiani. Oggi due milioni e mezzo dipersone vengono ogni anno al FoxTown.Dobbiamo offrire loro non solo shopping,ma anche passeggiate sul lago, sulle monta-gne, pranzi nei grotti della regione. La Lom-bardia è una delle zone più ricche d’Europa.Noi siamo alle porte, raggiungibili in pochis-simo tempo con il nostro paesaggio incon-taminato”. (G.R.)

modernissime a prezzi vantaggiosi, facilita-zioni fiscali, terreni a basso prezzo. Nel girodi pochi anni hanno attirato aziende di élite,sempre alla ricerca di insediamenti dove èpossibile installarsi in tempi rapidi. Nel Men-drisiotto si potrebbe importare questo mo-dello. Per farlo ci vuole però coraggio e bi-sogna osar pensare in grande. Solo il Canto-ne potrebbe fare qualcosa del genere”. Perprogetti così ci vorrebbe anche un agglome-rato urbano più unito. “L’aggregazione deiComuni è certamente un presupposto indi-spensabile allo sviluppo”.Torniamo al turismo o al tempo libero.

25Comune Ticino

L’aggregazioneè un presuppostoallo sviluppo“Silvio Tarchini,

imprenditore,proprietariodi Fox Town

Osare e pensarecon coraggio

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26 Comune Ticino

AttualitàLo studioIl turismo

Tra le vocazioni del Mendrisiotto,il turismo a carattere naturalisti-co ed enogastronomico. Un turi-smo di nicchia, ma qualificante e

dal possibile indotto tutt’altro che mino-re. Molti i visitatori della regione, anchese la loro presenza non si traduce in mo-do equivalente in pernottamenti locali:si tratta infatti principalmente di ospitidegli alberghi luganesi e di turisti digiornata. V’è spazio per uno sviluppo, pensandoal potenziale dato dalla numerosa uten-za dei centri commerciali e dai vacanzie-ri, una parte dei quali potrebbe gradirela possibilità di spezzare il viaggio Nord-Sud, facendo una sosta nella regione,dove troverebbe tranquillità a pochi mi-nuti dall’A2. Per far ciò occorre incre-mentare la visibilità, promuovere, coor-dinare e sostenere anche finanziaria-mente. Ne parliamo con Nadia Lupi-Fontana, direttrice dell’Ente turisticodel Mendrisiotto e Basso Ceresio.La regione dispone di un patrimonionaturalistico pregiato, ma non sem-pre valorizzato al meglio. Gli oggetti sono molti (vedi pagine VII-VIII del dossier) e per parecchi esiste unpotenziale di sviluppo. Limitandomi aibeni più noti (ciò non significa che gli al-tri siano meno importanti!), se è veroche per la Valle di Muggio e il MonteGeneroso, specie dal lato della ferrovia,si è fatto e si sta facendo molto graziead attivi promotori (basti pensare ai sen-tieri tematici o al museo etnografico), èanche vero che il Monte San Giorgio –riconosciuto patrimonio mondiale del-l’umanità dall’UNESCO nel 2003 – nonè sufficientemente valorizzato. È lo stes-so discorso fatto per i Castelli di Bellin-zona (vedi il Comune nr. 5 del giugnoscorso). Nel mondo vi sono 800 “ogget-

ti UNESCO”: 6 e mezzo sono in Svizze-ra, dei quali 2 in Ticino. Questi ultimi an-drebbero meglio utilizzati quali attratto-ri turistici per avere ricadute non solo suse stessi e le immediate adiacenze, masu tutta la regione che li accoglie, anzisulla promozione d’insieme del Canto-ne. Comuni più forti potrebbero aiutarviin questo compito?Non possiamo non guardare al territorioturistico del Mendrisiotto e Basso Cere-sio se non come a una regione unica: èindifferente se questo o quel bene si tro-va in questo o quel Comune. Conta cheè nella regione. E si tratta di una regionecon un potenziale di 47 mila abitanti,quindi un Comune unico del Mendri-siotto è senz’altro ipotizzabile e permet-terebbe un migliore sfruttamento dellerisorse.Nel raggio di 50 chilometri dal Confi-ne vivono 6 milioni di persone…Il Foxtown di Mendrisio è visitato da ben2,7 milioni di clienti all’anno, il 55% deiquali provenienti dall’Italia. Una massa digente – e dunque di possibili turisti – chenon potremo mai raggiungere diretta-mente. Ci siamo perciò accordati con ilFoxtown e vi abbiamo allestito un info-point turistico. Raggiungiamo così dueobiettivi: da un lato ci facciamo conosce-re a un numero assai elevato di persone;dall’altro, se anche solo una piccola par-te di quei 2,7 milioni di clienti decide diabbinare agli acquisti una gita turisticanella zona circostante, beneficiamo diun’importante ricaduta economica sul-l’insieme del territorio. È un discorso dicooperazione per una maggiore visibi-lità.Cooperazione anche per valorizzare iprodotti?Certo! Stiamo operando con tutti i part-

ner attivi nella regione, coinvolgendoComuni, associazioni, privati, cantine,musei in una valorizzazione d’insiemedove non conta l’ubicazione del singoloprodotto ma la ricchezza complessivadella regione. La finalità è di avere un tu-rismo di una certa qualità, scelto da noie non arrivatoci per caso. Non solo un turismo di giornata perospiti degli alberghi luganesi (che posso-no facilmente raggiungere la regione adesempio durante una gita in battello),vacanzieri di passaggio e clienti dei cen-tri commerciali, ma anche un turismo al-berghiero locale. Certo, non avremo maigrandissime strutture in quest’ambito,ma ci sono un ulteriore nuovo 4 stelleche sta per aprire, altri hotel che stannoinvestendo e alloggi tipo agriturismo ebed&breakfast (settore in crescita). Abbisogniamo però – e torno al temadella visibilità – di una segnaletica a ca-rattere turistico sull’autostrada e le vieprincipali. Stiamo identificando i beniche godono del consenso unanime dellaregione per poi sottoporre i progetti disegnaletica ai Comuni. Il Mendrisiotto èl’ultima parte di un imbuto stradale chesi apre sull’Italia, una zona di transito.Oggi il vacanziere che decide di spezzareil viaggio Nord-Sud con una sosta si fer-ma a Lugano o Como perché non sa chenella nostra regione vi sono molti benida gustare (vedere, mangiare, bere!) ealcuni posti dove riposare in totale tran-

FORTE di una lunga tradizione agricola, ilMendrisiotto, nonostante l’urbanizzazioneabbia ormai coinvolto buona parte del suoterritorio, resta la maggior regione viticolaticinese. La superficie vitata corrisponde apiù del 35% della superficie coltivata a vitenell’intero Cantone e la produzione ab-bonda in quantità come in qualità. Piccoli egrandi produttori – tra i quali non si puònon ricordare la Cantina sociale che racco-glie le uve di parecchi viticoltori ed ha lamaggiore produzione di vino del Ticino –contribuiscono con il loro lavoro all’imma-gine positiva del settore vitivinicolo ticinesein ambito nazionale e internazionale. Gra-zie a un suolo fertile che, pur in un’esten-sione piccola, è molto variegato, vi è la pos-sibilità di differenziare le coltivazioni e diprodurre vini assai diversi tra loro. Il saperedelle generazioni passate – spesso costrui-to sulla pratica tramandata in famiglia e ar-ricchita dall’importante apporto dellaScuola agraria cantonale di Mezzana chenel Mendrisiotto è una vera e propria isti-tuzione – è stato raccolto e messo a fruttoda quelle attuali, che godono di maggioripossibilità di formazione. Si assiste così aduna crescita qualitativa notevole, coronata

da successi quale il prestigioso riconosci-mento andato lo scorso anno all’aziendaTrapletti di Coldrerio (miglior vino barricatosvizzero).Importante è pure il contributo dato dal-l’attività viticola alla valorizzazione del pae-saggio: in un contesto assai compromessodallo sfruttamento urbano eccessivo e di-sordinato, la superficie coltivata a vite dàrespiro all’orizzonte, regalando ad alcunezone un tocco d’armonia che ricorda la To-scana. Un valore aggiunto raccolto dal lo-cale ente turistico che, in collaborazionecon altre associazioni, sta valorizzando inmodo eccellente il ruolo della viticoltura nelturismo, cosciente che uno dei filoni che ri-scuote maggior successo è quello che per-corre le vie della gastronomia e dell’enolo-gia sposate alla conoscenza dell’ambientenaturale. La ricaduta anche economica sulterritorio non dovrebbe tardare a vedersi. Ilprimo passo potrebbe essere il riconosci-mento UNESCO al Monte San Giorgio: unmessaggio positivo recepito dai viticoltoridella zona che hanno creato un loro mar-chio per far conoscere i vini prodotti allefalde della montagna.

(c.b.)

quillità a pochissimi minuti dall’autostra-da. Il Mendrisiotto, benché forse sia lazona del Cantone con la minor vocazio-ne turistica, ha dunque molto da offrire.A sua volta Ticino Turismo potrebbepensare a proporre direttamente il Men-drisiotto, perché le sue ricchezze, i suoiattrattori, non sono solo della regionema di tutto il Cantone. (fdp)

Giocare

naturalisticala carta

“La regioneoffre paesaggie ristoroa pochi minutidall’autostrada

Attività vitivinicoladi grande qualità

NadiaLupi-Fontana,direttricedell’Enteturistico delMendrisiottoe BassoCeresio

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Il turismo

28 Comune Ticino

Proporsi insiemea Lugano

“llMendrisiotto è una carta im-portante poiché va a comple-

tare l’offerta cantonale con lesue peculiarità e vanta diverse

potenzialità”: così ci dichiara Charles Bar-ras, responsabile della politica turistica diTicino Turismo. Una ‘carta’ che non fagrossi volumi ma che arricchisce l’offertadella Destinazione Lugano. Approfondia-mo il discorso.Che cosa porta in più il Mendrisiotto alpacchetto turistico cantonale?I principali prodotti peculiari offerti dalla re-gione sono le aree di shopping, la casa dagioco e l’enogastronomia: prestazioni giàoggi ben costruite e promosse, e con eccel-lente visibilità. Al di là delle sue specificità, ilMendrisiotto vanta altro, ossia un’offertanaturalistica di grande qualità e di grandediversità, che però non sembra ancora esse-re un prodotto turistico ben identificabile.Esiste dunque un potenziale da concretaretramite progetti: in particolare va “creato”Monte San Giorgio, patrimonio mondialedell’UNESCO, anche se evidentemente èmeno facile promuovere un’area di valorepaleontologico rispetto a un complesso difortificazioni come quello di Bellinzona,cioè l’altro patrimonio UNESCO presente inTicino.Un ulteriore potenziale importante perla regione e il Cantone è dato dal polofieristico della Lombardia, ormai quasiultimato. Sicuramente muoverà moltis-sima gente per congressi, eventi, mani-festazioni: trovandosi a due passi dal

confine è anche il nostro polo fieristico.Altra caratteristica in divenire del Mendri-siotto è la cultura col Max Museo e il futuroMuseo di architettura: possono essere veriattrattori per questa zona. Si tratta di ren-derli progettualmente identificabili comeprodotti turistici.Un’idea da studiare è quella di sfruttare lagrande visibilità turistica che ha una cittadi-na come Como: esiste un possibile discorsodi complementarità tra quanto può offrire ilMendrisiotto (spazi naturali, enologia…) el’area del Lario.Infine contribuirà sicuramente allo sviluppoturistico della regione la presenza dell’hubdi Malpensa, che con la nuova ferrovia e lanuova strada sarà più vicino.

Solo turismo di giornata per questa re-gione?Per le loro caratteristiche i prodotti del Men-drisiotto sono generatori soprattutto di mo-vimenti sulla giornata, vista anche la scar-sità di strutture di accoglienza, ma ciò nonha certo meno “valore” del turismo di sog-giorno. Questo non significa che i pernottamentinon ci interessino, anzi! Ben vengano dun-que nuovi alberghi e miglioramenti di quel-li esistenti, ma anche offerte di alloggi turi-stici particolari, per esempio in Valle diMuggio. Perché il Mendrisiotto non è propostocome destinazione a sé stante?Può esserlo sul mercato di prossimità, ossiala Svizzera, la fascia di confine, forse la Ger-mania. Ma oggi sul piano turistico dobbia-mo profilarci a livello mondiale. Per far ciòTicino Turismo propone tre destinazioni:Bellinzona ed Alto Ticino, ossia prevalente-mente cultura e montagna, Lago Maggiore(principalmente vacanza) e Lago di Lugano.Le peculiarità del Mendrisiotto completanola destinazione Lago di Lugano: abbiamoinfatti così una regione turistica che vantaquasi tutta la gamma dei prodotti (cittàcompresa) e l’adeguata struttura alberghie-ra. Il Mendrisiotto ha tutto da guadagnaredall’abbinamento con Lugano, il Malcanto-ne e le Valli di Lugano. Viceversa la destina-zione Lugano (e di conseguenza l’intero“prodotto Ticino”) aumenta di valore conl’inclusione del Mendrisiotto per le sue bel-le caratteristiche e i suoi potenziali.

Charles Barras,responsabiledella politicaturisticaticinese

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