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S p e r a n z e Speranze online NOTE DI VITA E SPIRITUALITÀ ROSMINIANA ANNO 8° N.5 MAGGIO 2017

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SperanzeSperanzeonlineNOTE DI VITA E SPIRITUALITÀ ROSMINIANA

ANNO 8° N.5 MAGGIO 2017

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sommario

Direttore responsabile: don Gianni Picenardi Redazione: Sergio Quirico, Argo TobaldoImpaginazione grafica: Argo TobaldoIn copertina: Casa Natale e ritratto ad olio di Rosmini

Sacra di San [email protected]@[email protected]

Ritratto di Rosmini in copertina: si tratta di un olio su tela di cm 117x78,5 esposto nelcorridoio dell'Archivio Segreto Vaticano. L'autore è il pittore Cesare Jamucci (Milano1845 - Torino 1934). Fu esposto nel Braccio Carlo Magno del Colonnato di S. Pietroin occasione della mostra "Testimoni dello Spirito" dall'8 maggio al 9 giugno 1979

Festa dei Giubilei: Il giovane Rosmini, compagno di cammino.............. pag. 3

“Quanto sia vero che l’amico sincero si riconosce nelle tribolazioni”......... pag. 4

Consiglio Generalizio.................................................................................... pag. 5

Basilica di San Giovanni Evangelista a Porta Latina................................... pag. 6

Educare alla comune ricerca della verità: prospettive possibili.................. pag. 8

L’ospitalità trinitaria della carità pastorale: la famiglia di Dio in cammino nel

mondo e col mondo............................................................................. pag. 10

Chiusura anno 2017..................................................................................... pag. 14

Ordinazione sacerdotale di fr. Bibin Mathew............................................ pag. 15

Umberto Muratore: Antonio Rosmini. Luce di verità, fuoco di carità..... pag. 16

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ISITUTO DELLA CARITÀ SUORE DELLA PROVVIDENZA

ROSMINIANI ROSMINIANE

1° luglio 2017 – Festa dei GiubileiSOLENNE MEMORIA LITURGICA DEL BEATO ANTONIO ROSMINI

nel decennale della beatificazione

Il giovane Rosmini,compagno di cammino

Con la Chiesaverso il Sinodo dei giovani

PROGRAMMAVenerdì 30 giugnoOre 21.00 Chiesa Parrocchiale di Stresa: concerto in onore del Beato Anto-

nio Rosmini con il Gruppo Corale Orchestrale “San LuigiOrione”, direttore Roberto Michele Baldo.

Sabato 1° luglio mattina: Solenne Memoria liturgica – Collegio RosminiOre 9.00 Al Collegio Rosmini: Accoglienza.Ore 9.30 Sala C. Rebora: testimonianze rosminiane.Ore 11.00 Presso il Santuario SS. Crocifisso, solenne Concelebrazione

Eucaristica, presieduta da S. E. il Cardinal Renato Corti.Festa dei Giubilei.

Ore 12.45 Pranzo.

Sabato 1° luglio pomeriggio: Stresa cittàOre 16.00 Villa Ducale - Centro Studi: “Un po’ di Rosmini …”

breve presentazione. - Premiazione “Concorso” dei ragazzi.Ore 18.00 Chiesa Parrocchiale: solenne Celebrazione Eucaristia, seguita

dalla processione per le vie cittadine con la statua del Beato.Ore 20.00 Centro Internazionale di Studi Rosminiani - Villa ducale: cena

di solidarietà preparata dalla Sezione di Stresa dell’AssociazioneNazionale Alpini. Il pomeriggio e la serata saranno allietati dal“Corpo Musicale Mottarone”.

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Ho ricevuto la vostra carissima lettera e per un verso m’accorgo che l’avetedettata afflitto e quasi con le lacrime agli occhi; ma per un altro verso, giacchéscorgo una vera e fedele amicizia che io tanto amo e mi meraviglio con me stessod’averla trovata in voi altri, da questa stessa lettera sento veramente quanto siavero che gli amici nelle tribolazioni ci servono di conforto. Infatti con il manife-starmi liberamente il vostro stato di malinconia e quasi lacerandomi, sento nelmedesimo tempo che mi fate sentire il modo con cui porgete conforto e medicinaalla ferita. Nell’amicizia, che delicatamente mi annunzia le tristi avventure, sentonon tanto l’animo turbato dalla tristezza del loro aspetto, quanto risuscitato dallagentilezza e dolcezza dell’amicizia, e occupato in uno squisito diletto […]

Caro Luigi mio, state forte; e non pensate se non potete guarire il difetto altrui;né vi dia pena il pensiero del tornarvi bene o male l’educazione del giovane; per-ché voi non avete stretto bisogno di nessuna reputazione buona o cattiva, quandoavete Dio dalla vostra. Affidatevi a Lui; è Colui che ha fatto il sole e la luna ed haguidato Abramo e Mosè. Io penso che, così facendo, Dio forse vorrà distaccaredi più il vostro cuore da Trento, dove non vi sete trovato quieto e contento; e pensoa quei giorni – spero Dio ce li accorderà – nei quali staremo insieme su qualchecolle, o fra qualche valle poetando o d’Atene o di Roma, ragionando gioiosamentecon Don Simone e con un altro scelto drappello d’amici. Penso poi agli anni chepasseremo nell’umile e ritirata nostra città di Rovereto, lavorando ed istruendo.Chi sa? Chi sa quello che è nella mente di Dio? Chi sa che forse qualcuno fra que-sti monti non mandi un tal grido che anche ben oltre si senta?

(Lettera 45: A Don Simone Tevini a Trento, da Rovereto 22 dicembre 1815, in: Epistolario com-pleto, vol. 1, p. 117)

Don Gianni Picenardi

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“Quanto sia vero che l’amico sincero si riconosce nelle tribolazioni”

In questo 1° luglio 2017, abbiamo scelto di di voler avere per compagno il giovane Antonio Ro-smini, anche in preparazione al “Sinodo dei Giovani” che papa Francesco ha indetto per l’interaChiesa cattolica e che vedrà nella XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi del-l’ottobre 2018 il momento culminante.

Vi proponiamo qui una parte di una lettera che il Nostro Beato a 17 anni scrisse all’amico donSimone Tevini, nella quale possiamo cogliere quale grande valore attribuisse alla vera amicizia.

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Roma, San Giovanni a Porta Latina. Dal 14 al 20 maggio 2017 si è riunito il "Consiglio GenerallizioMaggiore", composto dal Padre Generale, i suoi tre Vicari, l'Amministratore Generale, il SegretarioGenerale ed i Padri Provinciali (assente il Padre Provinciale del Venezuela, per la grave situazionedi quella nazione), per trattare delle questioni ordinarie e straordinarie dell'Intero Istituto.

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Esercizi spirituali per gli Ascritti

Sacro Monte Calvario 3-9 settembre 2017

Guida: Padre Generale don Vito Nardin

“I sette doni, i nove frutti, i mille carismi dello Spirito Santo

che è la Carità”.

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BASILICA DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA A PORTA LATINAGiorno di festa a Porta Latina.Il cardinale Renato Corti, domenica 15 maggio, ha preso possesso del titolo

di San Giovanni a Porta Latina; basilica cardinalizia istituita tale nel XVI sec. Il cardinale Corti, riceve l’ordinazione episcopale il 6 giugno 1981 dall’arci-

vescovo Carlo Maria Martini. Nel concistoro del 19 novembre 2016 papa Fran-cesco lo ha creato cardinale, assegnandogli il titolo di San Giovanni a Porta Latina.

Dall’inizio della causa di beatificazione di Antonio Rosmini, mostra un pro-fondo interesse per il suo pensiero. Il 21 febbraio 2009, vista la conoscenza pro-fonda del pensiero del prete roveretano, i padri Rosminiani gli conferiscono aDomodossola l’Ascrizione all’Istituto della Carità.

Nello stesso giorno, si è ricordata la ricorrenza del martirio di S. GiovanniApostolo, avvenuto in via di Porta Latina, dove esiste tuttora il Tempietto che se-condo la tradizione è il luogo dove è avvenuto il martirio.

Valerio Comba

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Educare alla comune ricerca dellaverità rimanda al tema dell’esistenzapossibile di luoghi comuni di conver-sazione o dialogo. Conversare è “di-morare in”, trovarsi insieme, è un in- contro, la conversazione è dialogo, in-teso come “domandare e risponderetra persone associate dal comune inte -resse della ricerca” (Abbagnano). Co -me scrive Rosmini, quando un uomoconversa ci si deve preoccupare nonsolo di dolcezza e amabilità, ma anchedi “vera edificazione” (sesta massima,Lezioni spirituali). L’edificazione im-plica il riferimento alla verità.

Esiste un dialogo possibile per unacomune ricerca della verità? Per ri-spondere bisogna tener presente al-cune questioni.

Questione terminologica. Quandoutilizziamo il termine dialogo inten-diamo cose diverse e i termini usati so -no spesso condizionati da visioni po- litiche e ideologiche. È fondamentalepertanto concordare sul significato cheattribuiamo loro.

Questione filosofica. Il dialogo sot-tende una visione filosofica, non si puòridurre a mero strumento o semplicedialettica che si esaurisce in sé stessa,ma è “ambiente in cui domanda e ri-sposta abitano” (Claris). Il problemadel dialogo emerge, scrive Ottonello,«nella tensione di problema gnoseolo-gico-metafisico. Come possibilità e mo -dalità del rapporto conoscitivo e fon- dativo di un vivente e pensante conl’al tro da esso» (Dialogo e silenzio,110). Il tema rimanda all’«istanza del

dar senso ad una universalità e ad unasingolarità compresenti», è la que-stione del rapporto tra individualità euniversalità. L’individuarsi si svela nelproprio limite. Io mi individuo in rap-porto con l’alterità, l’altro è il mio li-mite. Ma noi siamo le due cose, siamola relazione. Il silenzio ci aiuta a rinun-ciare alla parola inessenziale e a puri-ficare quella essenziale» (ibid., 147).

Il dialogo è ascolto incondizionato,apertura illimitata, «disponibilità to-tale all’altro e agli altri che si dona in-teramente senza nulla chiedere». Perrealizzarlo bisogna prima riconoscerela volontà di dialogo, intendendolo«come il chiarimento delle condizionidi compossibilità di tutti i punti di vi -sta» (Calogero, Logo e dialogo, 182).Tutti hanno un eguale diritto ad espri-mersi.

Buber sottolinea come il dialogotra aventi visioni diverse non può av-venire sul piano delle visioni del mon -do ma su quello umano. Una conver-sazione autentica dunque è possibile sesi accetta l’altro “nel suo essere-que-sto-qua, nel suo essere-fatto-così” (Di-stanza originaria e relazione, 290).

L’educazione svolge un ruolo fon-damentale, essendo, per definizione,relazione, incontro, l’unica in grado difarci evitare conflitti. Come? Con lascoperta graduale degli altri e col fareesperienza di obiettivi comuni per tuttala vita (Delors, Nell’educazione un te-soro, 86), riconoscendo che va co-struita una unità senza distruggere lediversità. E per fare questo si ha biso-

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Educare alla comune ricercadella verità: prospettive possibili

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gno di «capacità di ascolto, di flessi-bilità cognitiva, di empatia, di umiltàe di ospitalità che determina il succes -so del dialogo interculturale» (Une-sco, Investire nella diversità, 11).Tutto questo non significa favorire ilrelativismo, ma significa costruire unapace fondata su “l’unità nella diver-sità”. Bisogna superare forme di ideo-logia per orientarsi verso le persone.Scrive Maritain: «l’accordo vi si puòcompiere spontaneamente, non sullabase di un comune pensiero speculati -vo, non sulla base dell’affermazione diuna medesima concezione del mondo,dell’uomo e della conoscenza, ma del-l’affermazione di un medesimo com-plesso di convinzioni che dirigano l’a- zione» (Le vie della pace,118).

Il fondamento pedagogico si può tro-vare nel riconoscimento che «ad entrarein contatto non sono primariamente leculture, ma le persone, ra di cate nelle lororeti storiche e relazionali. Si tratta, al-lora, di assumere la relazionalità comeparadigma pedagogico fondamentale»(Congr. per l’educ. catt., Educare al dia-logo interculturale …, 42).

Molte sono le Idee errate di dia-logo. Questo non è deposito di idee daun soggetto ad un altro, né semplicescambio, non discussione polemica,non imposizione della propria verità.Serve amore, umiltà, fede negli uominie testimonianza (Freire, La pedagogiadegli oppressi, 79). In sintesi, scriveFreire, «senza di lui non c’è comunica -zione, e senza comunicazione non c’èvera educazione» (ibid., 83), gli uo-mini sono “comunicazione”.

Davanti a posizioni inconciliabili civiene in aiuto Rosmini.

Il dialogo è apertura. È l’atteggia-

mento dell’uomo che si pone in ricer -ca. Scrive Rosmini. «ognun sappia,che agli occhi nostri ogni questione,per ben definita che sia, riman sempreaperta» (Prefazione all’Apologetica,12). Naturalmente non si può mante-nere un atteggiamento di dialogo eapertura senza eliminare pregiudizi epresunzione (ibid., 10). Tutto questosignifica rispettare le opinioni altrui,essere disponibile a mettersi in discus-sione e non giudicare. Non si può bloc -care la “conversazione” solo perchéqualcuno la pensa in modo diverso danoi. E questo non significa essere ac-condiscendenti all’errore, rinunciareal la verità o cadere in forme di relati-vismo. Rosmini ci ricorda che non sia -mo noi i giudici, e che non può veniremeno affetto e carità (Ibid., 8). Biso-gna inoltre «tirare una linea, anzi ungran muro di separazione fra l’erroree l’errante, impugnando quello senzapietà, e questo rispettando e amando»(ibid., 9). Difendere dunque la veritàma rispettare chi la rifiuta.

Infine, riprendendo Freire, non sipuò dialogare se ci sentiamo élite diuomini puri, detentori della verità,mentre gli altri sono ‘indigeni ineriori’(Freire, 80). Posso non accettare unavisione filosofica, religiosa o etica, manon posso rifiutare la persona di chi neè portatore.

Esiste un punto di incontro tra na-tura e grazia? Per Rosmini l’incontropuò avvenire su ciò che infonde la na-tura, non su ciò che dipende dalla gra-zia. Scrive: «chiudano qui gli orecchiquanti non hanno ne’ lor sentimentitan ta elevatezza, quanta è quella chenelle madri e né padri veramente cri-stiani non infonde la natura, ma la pa-

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È stata una tre giorni pastoralequella che gli ascritti modenesi-nonan-tolani hanno contribuito ad organizza -re, insieme ad alcuni “amici di Ro -smini”, a Modena e Reggio Emilia,con l’intento di dare incremento all’ar-monizzazione delle tre forme della ca-rità materiale, intellettuale e spiritualesu alcuni temi che ci sono particolar-mente cari: famiglia, intercultura e re-ciprocità delle vocazioni all’internodella Chiesa, nell’ottica dell’EvangelliGaudium. Il convegno ha visto l’impe-gno in prima persona di tre comunitàmigranti cattoliche presenti in diocesie di varie realtà associative del territo-rio e non solo.

La tre giorni è iniziata venerdì sera5 maggio presso l’Abbazia Benedet-tina di San Pietro in Modena con unaveglia di preghiera condotta da donLuigi Verdi della Fraternità di Romenache si è sviluppata intorno ad alcuneparole chiave (tra cui le principaliumanità, dignità e bellezza) e ha visto

alternarsi riflessioni, canti e testimo-nianze.

Shyrelyn, figlia della prima gene-razione di immigrati filippini in Italia,era allo stesso modo emozionata ecommossa mentre raccontava come “Èstata la povertà e la qualità di vita aspingere i nostri genitori a sacrificareil poter stare insieme alla loro fami-glia, volevano poterci dare un futuromi gliore”, poi dopo anni di lontananza,dopo una laurea, un lavoro in banca eil matrimonio, dopo essere diventatamamma anche lei è venuta in Italia in-sieme al marito: “E dopo un anno ètoc cata a me… alla fine abbiamo ripe-tuto la storia dei nostri genitori, ho la-sciato anche io mio figlio… era undo lore immenso. Ma il motivo era di-verso siamo stati spinti della malinco-nia per i nostri genitori. Volevo poterstare con loro ma sopra tutto ricam-biare i sacrifici che hanno fatto pernoi, ormai anche loro stanno invec-chiando, così potevamo trascorrere in-

rola dell’Altissimo» (Del principio su-premo della metodica 246). Quindi, ildialogo deve avvenire su elementi co-muni che la ragione ci offre e l’uomoriesce a formarsi da sé.

Concludendo, si può educare aduna ricerca comune della verità, maciò che è comune è senza dubbio la ri-cerca, è l’incontro tra ricercanti, è l’ac-

cettazione della persona. Arrivare aduna comune verità è possibile su ele-menti razionali generalissimi (una ra-gione naturalmente aperta), la conver- genza su ciò che riguarda la fede dellepersone e il piano della grazia è moltopiù difficile, se non impossibile.

Oronzo Labariledegli Amici di Rosmini

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L’OSPITALITÀ TRINITARIA DELLA CARITÀ PASTORALE:

LA FAMIGLIA DI DIO IN CAMMINO NEL MONDO E COL MONDO

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sieme tutti gli anni passati”. “Sotto lapelle uguali e fratelli”, è stato il titoloscelto per quella veglia e dalle testimo-nianze dei migranti filippini, peruvianie africani francofoni, unite alle rifles-sioni dirette e acute di don Luigi Verdi,tutti i presenti sono usciti un po’ piùconsapevoli della uguaglianza e dellafratellanza di tutti gli uomini. Tra i mo-menti più toccanti è stato quello finale,quando tutti i presenti sono stati invi-tati ad avvicinarsi ai tre testimoni perricevere un cartoncino ricordo e final-mente c’è chi ha stretto loro la mano,chi li ha abbracciati e baciati…

Il sabato 6 maggio ci siamo spostatia Reggio Emilia, presso il conventodei Frati Cappuccini, che in tante oc-

casioni ci supportano nelle nostre atti-vità, per una giornata di convegno daltitolo “E’ vita per tutti ed è religiosaperché abita la storia. L’amore che ac-coglie edifica la Chiesa”. La teologaAntonietta Potente con lucida analisi einaffossabile speranza ha risvegliato ipresenti sul tema “Camminare umil-mente con Dio. Il sogno concreto del -l’umanità”. Padre Vito Nardin ha pre- sentato il carisma rosminiano in spe-cial modo sotto l’aspetto della “mira-bile congiunzione” tra la vita religiosae quella secolare e don Luca Bonari hatenuto un intervento sul tema del rap-porto profetico tra sacramento dell’or-dine e sacramento del matrimonio.Hanno moderato la giornata due con-

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sacrate della congregazione dei Mis-sionari Identes che hanno presentatoanche il carisma del loro fondatoreFernando Rielo.

Infine domenica mattina siamo tor-nati di nuovo nei locali dell’Abbaziadi San Pietro per una giornata di for-mazione dal titolo “Amoris laetitia: lafamiglia soggetto di ospitalità. Espe-rienze, riflessioni e prospettive prati-che interculturali”, durante la quale, afianco di rappresentanti delle comunitàfilippina, peruviana e africana franco-fona, che hanno presentato alcuni as -petti di vita delle famiglie migranti ecattoliche qui in Italia, con speciale at-tenzione all’essere destinatari e attoridi accoglienza, sono intervenuti co-niugi italiani a raccontare la loro espe-rienza di famiglie cristiane impegnatein esperienze particolarmente signifi-cative, come quella dei coniugi Moggidella parrocchia di Sant’Ilario d’Enza

di Reggio Emilia, membri attivi delmovimento Familiaris consortio, equella dei coniugi Dall’Olio, di San-t’Antonio di Savena di Bologna, cheda anni vivono nella loro casa la realtàdella Comunità familiare di evangeliz-zazione, all’interno dell’esperienza ec-clesiale di Mistero grande.

Le varie testimonianze sono stateascoltate con grande attenzione e an -che commozione quando Briggitte,giovane della comunità peruviana diModena prossima alla laurea in Scien -ze della cultura, in perfetto italiano, haconcluso la sua riflessione citando conforza e dignità davanti alla sala pienadi persone le parole dell’omelia nelgiorno di Pasqua di Papa Francesco:“Guarda non c’è un muro; c’è un oriz-zonte, c’è la vita, c’è la gioia, c’è la cro -ce con questa ambivalenza. Guardaavanti, non chiuderti. Tu sassolino, haiun senso nella vita perché sei un sasso-

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lino presso quel sasso, quella pietra chela malvagità del peccato ha scartato”.

Dopo il momento di convegno, co -me culmine della tre giorni, è stata ce-lebrata la Santa Messa, multilingue,nella domenica del Buon Pastore, con-celebrata dalle guide spirituali dellecomunità e animata dal co ro con cantiin lingua italiana, inglese, francese, ta-galog, castigliano e africana tra- dizio-nale; infine c’è stato un grande buffetcon piatti e balli tipici di ogni comu-nità, coordinato da “Terra Mia ON -LUS”, cooperativa sociale che da anniin Piemonte fa del lavoro della terra lostrumento terapeutico preferenzialeper aiutare persone con vari disagi edipendenze. La musica e il cibo si so -no dimostrati strumento prezioso peramalgamare i presenti e scacciare im-barazzi e pregiudizi.

Sono stati tre giorni veramente

mol to belli e la loro preparazione, ini-ziata mesi prima, ci ha permesso di co-noscersi reciprocamente, di abbatteremuri invisibili e di creare le basi dinuove amicizie.

Come ascritti siamo molto felici diaver sperimentato in prima personacome vivere la pastorale impegnandosiad abbattere i muri e ad accogliere o -gni persona dia frutti nella vita sia per-sonale che comunitaria. Ora ci aspet- tano la riflessione e il discernimentoper comprendere come è meglio pro-seguire nel cammino.

La raccolta delle testimonianze edegli interventi dei vari relatori sa-ranno raccolti in una pubblicazione ele video-riprese saranno presto dispo-nibili sul canale you tube dell’Associa-zione “Spei lumen”.

Giovanna Gabbi

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CHIUSURA ANNO 2017Domenica 21 maggio si è tenuto l’incontro di chiusura degli incontri di for-

mazione per Ascritti Rosminiani presso l’Istituto della Carità Suore della Provvi-denza Rosminiane, via Aurelia 243, Roma.

A guidare l’incontro daltitolo: “IL FORMATORE” èstato il Padre Generale donVito Nardin.

Erano presenti i Padri ditutte le Provincie rosmi-niane: Provincia Africa SudEst, Provincia India, Provin-cia Gentili e la ProvinciaItalia San Maurizio; assenteper i noti problemi il Vene-zuela.

Dopo l’incontro convi-viale, ci si è lasciati conl’augurio di buone vacanzee di incontrarci al completoil prossimo anno.

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Rev. Fr. Bibin Mathew è stato ordinato sacer-dote il 29 maggio nella parrocchia di San Gio-vanni Battista, Kurumannu, Kerala, India,da ll’imposizione delle mani di Mar Joseph Kal-larangatt, Vescovo della Diocesi di Palai.

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Questa biografia ripercorre le vicende salienti di un uomo dall’altissimo profilomorale, religioso, scientifico e operativo. Ne esce un ritratto talmente ricco, daindurre la sensibilità del lettore a sospettare si tratti di un «panegirico» fuori moda.Ma le fonti e le testimonianze trasmesseci da chi l’ha conosciuto sono concordicirca l’eccezionalità del personaggio. Antonio Rosmini, oggi, per molti è il piùgrande pensatore italiano dell’Ottocento. Va crescendo l’opinione che egli sia ilpiù grande pensatore dell’Ottocento europeo. Di certo è l’ultimo grande pensatoreenciclopedico. Ma, per i cristiani, egli è anche un santo. Infatti il meglio di Ro-smini non consiste nella pur vastità e profondità dei suoi libri, bensì nella capacitàdi convogliare studi ed azione verso una santità personale integra, che all’internolambisce i vertici della mistica, all’esterno si profonde in carità per il prossimo.

«Il suo esempio aiuti la Chiesa a crescere nella consapevolezza che la lucedella ragione umana e quella della Grazia, quando camminano insieme, diven-tano sorgente di benedizione per la persona umana e per la società».

Benedetto XVI

** * * * ** * * *UUMBERTOMBERTO MMURATOREURATORE è un sacerdote rosminiano. Laureato in filosofia, direttore

del Centro Internazionale di Studi Rosminiani, responsabile dell'Edizione Nazionale eCritica delle Opere di Antonio Rosmini. Tra i suoi scritti: Il cielo nell'uomo (Torino 1984);La Società della Carità (Stresa 2006); Come lievito nella massa (Stresa 2007); Apologiadella fedeltà (Stresa 2011); Felicità. La via cristiana per conquistarla in pienezza (Can-talupa 2017).

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UMBERTO MURATORE

Antonio RosminiLuce di verità, fuoco di carità

Effatà Editrice, Torino 2017,

192 pp.

€ 13,00