ANNO 27 Itinerario Vele Barche - bolina€¦ · Golfo del Leone, dove molto spesso l’intensità...

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circoli nautici sono dasempre il punto d’incontro

di chi ama navigare. Ritrovi diappassionati, spesso con unalunga storia alle spalle, in cui sisono formate generazioni di ve-listi.

Per chi ha la barca il circolo èun rifugio in cui ritrovare la pa-ce lontano dai rumori dellacittà. Ci si va d’inverno percambiare aria sotto coperta eavviare il motore, e con mag-giore frequenza in primaveraper dedicarsi a piccoli lavori dimanutenzione e preparare il

proprio guscio a una nuova sta-gione di veleggiate. D’estatepoi, quando le uscite in mare so-no all’ordine del giorno, traquelle banchine si è pratica-mente di casa.

E col tempo ci si conosce finoa darsi del “tu” non solo coi vi-cini di banchina, ma anche col

meccanico, il velaio, il falegna-me e tutti coloro con cui ci siconfronta su problematiche esoluzioni e con cui si condivido-no esperienze di mare.

Che siano eleganti con pisci-na, ristorante e un’organizza-zione in grado di gestire un fittoprogramma di eventi, o sparta-ni con servizi essenziali e ponti-li sgangherati, questi club sonopreziosi luoghi di cultura, tra lepoche realtà in grado di pro-muovere la vela e di custodire ilsapere marinaresco.

Buon vento!

AL VOSTRO SERVIZIO 24 ORE SU 24

06/6990100A B B O N A M E N T OTELEFONO-INTERNETwww.bolina.it

DECORRENZA DA QUALSIASI MESE

www.bolina.it Mensile dell’andar per mare Anno 27 - Numero 285 - Aprile 2011

ATTUALITÀBarche nuove in arrivo Pag. 47Patenti solo ai senza occhiali » 54Test: costi del certificato di sicurezza » 62RUBRICHELettere a BOLINA » 5Fasi lunari di aprile » 6Spazio aperto » 8Botta&risposta: Massimo Perinetti » 14Giancarlo Basile: Il sonno a bordo » 16Rodolfo Foschi: Barche d’industria » 18Cucina: Bianchetto no, cicerelli sì » 20Notizie, notizie » 24Avvisi Nautici » 28Novità e curiosità » 30Regate, regate » 32Vela in breve » 36Derive che passione! » 37Secondo look » 93Inserzioni gratuite » 101

A BORDOGolfo del Leone: mare duro Pag. 41La “Pixidis” nautica » 43Goldoni e la barca dei commedianti » 45Documenti in regola » 53Giro del mondo col bebé » 55Itinerari: nove giorni in Croazia » 57Le origini della carta nautica » 63Rs:x, in planata tra le boe » 69Fuori dalle rotte battute » 71Nautica disegnata: Lo Spirito di Stella » 75I cerchi capaci » 79Manutenzione delle vele » 83Cantiere che sbaglia, paghi » 87Privilège 36: il “piccolo” di Jeantot » 91SAPORE DI MAREBattesimo marinaresco » 95Spedizione per Capo Horn » 97Basta: vado a vivere in barca » 98L’oceano ci accomuna » 100

Per le condizioni di abbonamento vedere a pagina 13

EDITRICE INCONTRI NAUTICI srl - Largo Angelicum, 6 - 00184 ROMA - Tel. 06/6990100 (4 linee) - fax 06/6990137. Internet: www.bolina.it. E-mail: [email protected] - Redazione: [email protected] - Direttore responsabile: Alberto Casti ([email protected]). Collaboratori: Giancarlo Basile, HildeBianchi, Gianpaolo Karis, Marco Cobau, Stefano Colitti, Pasquale De Gregorio, Danilo Fabbroni, Rodolfo Foschi, Augusto Guidobaldi, Luigi Arena, Rossella Malaspina, Antonio Pezzoni, Cino Ricci, Gian Carlo Ruggeri, Sauro Servadei, Marco Sassu, Fabio Fiori, Paolo Giorgi, Daniela Tempera. In redazione: Fabrizio Coccia, capo servizio ([email protected]), Sandro Angeloni ([email protected]), David Ingiosi ([email protected]), Angelo Sindoni ([email protected]), Filomena Fontanile, segreteria ([email protected]), Enzo Bella, spedizioni ([email protected]) - Aut. Trib. Roma n. 103/85, 22.2.1985 - Stampa: Stilgrafica, Roma - Distribuzione edicola: M-Dis Spa - Via Cazzaniga, 1 - 20132Milano, Tel. 02/2582.1 ([email protected]). Una copia ! 4,50, arretrate ! 5,00 Italia (+ sp. postali) - ABBONAMENTO: annuo ! 37,50 (Italia), ! 47,50 (Europa), versamenti: ccp. n. 14402002 intestato a Editrice Incontri Nautici, Largo Angelicum, 6 - 00184 Roma. PUBBLICITÀ: E.I.N. ([email protected]),Tel. 06/6990100. Copyright “Bolina”, diritti riservati. Manoscritti e foto ricevuti non vengono restituiti. Garanzia di riservatezza: l’Editore garantisce la riservatezza dei dati personali dei lettori e la possibilità di richiederne gratuitamente per iscritto la rettifica o la cancellazione; le informazioni custoditenel nostro archivio vengono utilizzate solo per inviare comunicati informativi agli abbonati (Legge 675/96).

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

In copertina: Foto di Franco Pace

SOMMARIO

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STORIADELLANAVIGAZIONELA VELA DALLE ORIGINI

incontro tra uomo e mare

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Ordini: <[email protected]> Tel. 06.6990100 - Fax 06.6990137

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IMARI INTERNI SONO DEI BACINIin gran parte circondati da ter-

raferma in comunicazione congli oceani per mezzo di canali estretti. La costa al contorno diquesti bacini può avere dei rilie-vi più o meno accentuati e un’o-rografia spesso molto varia cheinfluenza fortemente la climato-logia dei mari prospicienti.

Il Mediterraneo, in particolare,è un mare chiuso, simile a un la-go molto grande, nel quale sfo-ciano i grandi fiumi del conti-nente. La fenomenologia che nederiva è ampia e diversificata,differente a seconda dei luoghiconsiderati e numerose sono le

porte, create dalla topografia,attraverso le quali l’aria si river-sa nel bacino.

Tra le principali ci sono quellefra la Sierra Gudar e i Pirenei, frai Pirenei e le Cevenne, fra le Alpie le Cevenne: la valle Garonna-Carcassonne, la valle dell’Ebro ela valle del Rodano.

Attraverso queste ultime trevalli si forma un vento molto im-petuoso, freddo e asciutto, deno-minato Mistral in francese eMaestrale (o Maestro) in Italia.Nella Francia rivierasca viene an-che chiamato Mistrao, Magistraee Maistre, ai confini di Spagna eFrancia Tramontane, in Catalo-

gna Mestral e nella valle dell’E-bro Cierzo.

L’aria che forma questa circo-lazione è di origine Polare o Ar-tica e influenza direttamente leacque che a Sud delle Baleari, aEst della Corsica e soprattutto ilGolfo del Leone, dove moltospesso l’intensità del vento rag-giunge la burrasca (forza 8, dai34 ai 40 nodi) o talvolta la bur-rasca forte (forza 9, 41-47 no-di). Il vento è secco, a causa del-la perdita del vapor d’acqua nel-le precipitazioni che avvengonosulla Francia e attraverso le val-li nella Spagna del Nord.

La configurazione meteorologi-

GOLFO DEL LEONE: MARE DUROdi GIAN CARLO RUGGERI

METEO IL BACINO TRA IL CONFINE SPAGNOLO E LA CITTÀ DI TOLONE

Attraverso le valli della Garonna-Carcassonne, dell’Ebroe del Rodano si incunea spesso il Mistral, vento freddo,impetuoso e molto asciutto che raggiunto il Golfo delLeone dà luogo a burrasche che rendono questo tratto dimare molto impegnativo per la navigazione.

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La brutta famadel tratto di marefranceseè giustificatadalla particolareconformazionedei rilievicostieri

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L’ANTICA CITTÀ DI LUCERA, INPuglia, entra, anche se

indirettamente, nella storiadella navigazione. Nel 1268 fuassediata e strappata agli Svevida Carlo I d’Angiò che si av-valse anche dell’opera di uncostruttore di macchine belli-che francese, Pietro Peregrinodi Maricourt.

Questi, durante la sua perma-nenza a Lucera, venne a cono-scenza di un nuovo strumentoutilizzato per l’orientamento aterra e in mare, cui pare che perprimo abbia dato il nome dipixidis nautica e che descrissenel suo trattato De magnete. A

differenza di altri congegni im-piegati all’epoca a questo sco-po, costituiti da un recipientecontenente acqua su cui galleg-

giava un ago magnetico che in-dicava la direzione del Nord,questo aveva la particolarità difunzionare a secco, cioè senza la

LA “PIXIDIS” NAUTICAdi AUGUSTO GUIDOBALDI

Verso la fine del XIII secolo era in uso una bussola il cui orientamento era dato da un ago calamitato fissato a un perno libero di ruotare

IL CIELO LO STRUMENTO CHE HA RIVOLUZIONATO I TRAFFICI MARITTIMI

In pieno Medioevo la bussola nautica ideata dal francesePietro Peregrino di Maricourt ha consentito un notevolesviluppo della navigazione d’altura, praticamente fermadurante il periodo invernale per la scarsa visibilità e lamancanza di mezzi adeguati per l’orientamento in mare.

La Pasqua è una festa mobile e cade la domenica dopo il pleni-lunio successivo all’equinozio di primavera del 21 marzo. Se-

condo questa regola, stabilita durante il primo Concilio di Niceadel 325 d.C., la data della Pasqua va dal 22 marzo (bassa) al 25aprile (alta). Quest’anno è Luna piena lunedì 18 (la Luna nuova siha il giorno 3), per cui è Pasqua domenica 24. Quattro i pianeti vi-sibili: dopo il tramonto Saturno fino alle 7,11-5,12; prima dell’al-ba Venere dalle 5,29-4,59, Nettuno dalle 5,13-3,21 e Urano dalle6,26-4,36. Il Sole sorge alle 6,44-5,58 e tramonta alle 19,25-19,57;la luce diurna aumenta di un’ora e 18 minuti. Gli orari, riferiti almeridiano centrale del nostro fuso orario, sono quelli d’inizio-fi-ne mese e tengono conto dell’ora estiva. A.G.

QUEST’ANNO PASQUA “ALTA”: RICORRE IL 24

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Dalle memoriedel commediografoCarlo Goldoniuna trasfertada Rimini a Chioggiaa bordo di una feluca assiemea una compagnia di teatranti

Cimeli

Carlo Goldoni (1707-1793) è conside-rato il padre della commedia moderna.

CARLO GOLDONI, IL PADREdella commedia, per il fatto

di essere nato a Venezia (era il1707) d’acqua e barche ebbecoscienza fin da subito, il marefu un elemento del suo paesag-gio consueto anche se, a leggerele sue Memories, la carrozzaparrebbe essere il mezzo piùusato per i suoi spostamenti chefurono molti nella sua lunga vi-ta visto che finì per insegnare al-la primogenita di Luigi XV inFrancia, a Versailles.

Fin da giovinetto, per pregressidissesti familiari, è costretto acontinui viaggi per rivedere il pa-dre nei luoghi dove questi di vol-ta in volta trova da lavorare comemedico. La prima feluca con abordo Carlo, la Peota Zuechina,veleggerà dal porto di Venezia aRimini dove si noleggiano i ca-valli per Perugia, terrà bene il ma-re tanto che in navigazione lui non

soffrirà minimamente e godrà an-zi d’ottimo appetito se il padre ve-dendolo arrivare si rallegrerà delsuo bell’aspetto. Il ricongiungi-mento della famigliola in Umbriaè di breve durata complicandosila salute della madre, e allora ilprossimo viaggio vede il tredicen-ne Carlo, per cui si cercano scuo-le d’eccellenza, ritornare a Rimi-ni verso i Domenicani, ospite in

casa del signor Battaglini amicodi famiglia, mentre la mammaproseguirà per risiedere a Chiog-gia, assai simile per aria e meteo-rologia alla natia e agognata Ve-nezia. Chioggia ha anche lei lesue brave palafitte, i pescatori, imarinai, i ricchi in parrucca emantello, i poveri in berretto ecappotto, la madre di Goldoni visi troverà benissimo.

Comincia male invece il sog-giorno riminese di Carlo, lo co-glie il vaiolo, ma fortunatamentein forma benigna, curato, dopouna breve convalescenza è dinuovo a seguire le lezioni cheperò trova esposte in modo noio-so e prolisso, così racconta ditrarre il massimo godimento leg-gendo Plauto o Aristofane, oltreche intrattenendosi con una com-pagnia di commedianti.

Questi, recitando nel compren-sorio “illuminato” di Ravenna,

LA BARCA DEI COMMEDIANTIdi PAOLO GIORGI

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La navigazione giovanile di Carlo Goldoni ispirò nel 1850 La Barca dei Comici, opera pit-torica di Casimiro Brugnone de Rossi, conservata nel Museo teatrale alla Scala di Milano.

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Per risvegliareun mercatoancora titubantei cantieri puntanosu imbarcazionidalle caratteristicheoriginali

Molte delle ultime barche da crociera sono disegnate con carene sportive che ne esal-tano le prestazioni veliche; poppa larga e “spigolo” di carena sono sempre più presenti.

Cantieri

SE PER LA NAUTICA LA FASE ACUTA DELLA BURRA-sca finanziaria sembra ormai alle spalle, non

sono ancora certe la portata delle sue conseguen-ze e le prospettive per il futuro. L’onda lunga del-la frenata, che in due anni ha azzerato una cresci-ta che marciava con percentuali a due cifre, conti-nua infatti a scuotere un settore che sebbene mo-stra segni di ripresa continua a soffrire.

La contrazione delle vendite, per esempio, ha co-stretto anche recentemente diversi costruttori a fu-sioni e ricapitalizzazioni portando alla ribalta nuo-vi gruppi societari. È il caso del Cantiere Del Par-do e della Dufour Yachts acquisiti dai tedeschi delgruppo Bavaria, che hanno dato così vita al “terzopolo” della nautica europea af-fiancandosi ai connazionali delgruppo Hanse (che comprende imarchi Moody e Dehler) e aquello francese costituito daicantieri Bénéteau e Jeanneau.

Ma a riorganizzarsi sono stateanche le piccole e medie realtàdel settore. Cantieri spesso arti-gianali che hanno capito che perriconquistare fette di mercato al-

lontanate dalla crisi c’era bisogno di puntare sullaqualità e sulla promozione. Anche perché se c’è u-na cosa che ha resistito all’urto di questa crisi, è lapassione per le barche e il gusto per la navigazio-ne di tanti velisti.

Non meraviglia quindi se nella seconda metà del-lo scorso anno sono state decine le nuove propostedi barche a vela presentate dai cantieri. Così comenon sorprende se anche in questa primavera si con-tinuano a rinnovare modelli e proporre nuovi alle-stimenti. Di molte di queste nuove barche “anticri-si” colpisce poi la versatilità.

Si tratta infatti spesso di unità che condividonola stessa carena, proposte in diversi allestimenti

così da accontentare sia chi cer-ca un’affidabile barca per lacrociera, sia chi vuole uno scafosportivo. Prodotti, insomma,sempre più personalizzabili, damodellare in base alle proprie e-sigenze al momento dell’ordi-nazione. Vediamo allora qual-cuno dei vari più interessanti traquelli annunciati per questa pri-mavera.

NUOVI VARI IN ARRIVOdi FABRIZIO COCCIA

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Primadi riprendereil largoè opportunocontrollarele carte di bordoe verificarela necessità di eventuali rinnovi

Il certificato di sicurezza attesta che la barca è in regola; la prima scadenza ha una vali-dità di 8 o 10 anni in base al tipo di unità, le successive si effettuano ogni cinque anni.

Scadenze

L’ARRIVO DELLA PRIMAVERAper molti armatori coincide

con il varo della barca e la ripre-sa delle navigazioni. È un’occa-sione in cui solitamente si proce-de anche a una verifica generaledello scafo e delle attrezzature dibordo, di cui deve essere saggia-ta l’efficienza dopo il “letargo”invernale, e che è bene sfruttareanche per verificare documenti edotazioni di bordo. Un check bu-rocratico che può evitare spiace-voli sorprese in mare in occasio-ne di controlli da parte delle au-torità di polizia.

Ricapitoliamo allora cosa veri-ficare prima di alzare le vele eprendere il largo.

Assicurazione – La coperturaassicurativa della Responsabi-lità Civile per danni causati aterzi (Rc) è obbligatoria per imotori fuoribordo e per tutte leunità da diporto escluse quelle a

remi o a vela prive di motore au-siliario. Dall’11 dicembre del2009 i massimali non devonoessere inferiori a 2,5 milioni dieuro per danni a persone e a500.000 euro per danni a cose.Dall’11 giugno del 2012 questiimporti saranno raddoppiati.

Il contrassegno dell’assicura-zione va tenuto a bordo insiemeal tagliando (non è necessarioche sia esposto). Deve essere as-

sicurato anche l’eventuale fuo-ribordo del tender.

Certificato di sicurezza – La ri-spondenza della barca alle nor-me di legge è attestata dal Certi-ficato di sicurezza. In caso di pri-mo rilascio (unità nuove) questodocumento ha una validità di 10anni (per le barche con marchioCE di categoria “C” o “D” e perquelle senza marchio abilitate al-la navigazione fino a 6 migliadalla costa), o di 8 anni (per lebarche con marchio CE di cate-goria “A” o “B” e per quelle sen-za marchio abilitate alla naviga-zione senza limite dalla costa). Irinnovi successivi vanno effet-tuati ogni cinque anni.

Il Regolamento del Codice delDiporto ha semplificato la proce-dura di rinnovo del Certificato diSicurezza. Ora questa operazioneè affidata agli enti tecnici autoriz-zati (Rina, Udicer, Anccp, Dnv

IN REGOLA COI DOCUMENTIdi FABRIZIO COCCIA

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Una coppia di velisti di Bolognaha deciso di mollaretutto e partire per una lunganavigazione.Un progettopianificato nei minimi dettaglianche in funzionedella figlia di due anni

Cambio vita

PORTA ITINERIS DICITUR LONGIS-sima esse, recita una massima

latina, ossia il primo passo di unviaggio è sempre il più lungo e ilpiù difficile da compiere. Se poi ilviaggio in questione è un giro delmondo in barca a vela, quel primopasso può trasformarsi in un osta-colo quasi insormontabile.

Non è stato così per AlessandroGennai e la sua compagna Lucet-ta, una coppia di velisti di Bolo-gna che ha deciso di realizzareun sogno comune di molti appas-sionati di vela e di mare: mollaregli ormeggi per qualche anno enavigare intorno al mondo.Un’avventura intensa e fuori dal-l’ordinario, ma anche alla portatadi gente comune, a patto di avereuna forte motivazione e pianifi-care scrupolosamente e con largoanticipo ogni dettaglio.

L’idea di intraprendere questoviaggio per Alessandro e Lucet-ta prende forma nel 2005, quan-

do dopo anni di vacanze in bar-ca, decidono di aprire una pa-rentesi nella loro vita per dedi-carsi alle loro passioni, la vela eil mare, ma anche per rallentareun po’, recuperare i propri spazie allontanarsi temporaneamentedai rigidi meccanismi che rego-lano la routine quotidiana.

Ad alimentare e condividerecon loro queste aspirazioni è l’a-mico di sempre Claudio Brando-

li, detto “Chicco”, con il qualedecidono la rotta. Niente di estre-mo o troppo impegnativo, ma laclassica circumnavigazione ver-so Ovest, viaggiando per lo piùalle latitudini equatoriali e se-guendo i venti favorevoli: par-tenza dalle Canarie, poi Caraibi,Canale di Panama e ingresso inPacifico, quindi Polinesia, pas-saggio a Nord dell’Australia,oceano Indiano e rientro in mar

Rosso, attraverso il Ca-nale di Suez. Un tempostimato in 3-4 anni, pe-riodo abbastanza lungoper godersi il viaggio esoprattutto le soste.

Definito l’itinerario e ilprogramma di crociera,non rimane che sceglierela barca. Un caro amico,navigatore esperto, li con-siglia di cercare uno scafodi metallo. All’epocaAlessandro e Lucetta

GIRO DEL MONDO CON BEBÈ

Alessandro Gennai e la sua compagna Lucetta sono in partenza per completare il periplodel globo in barca a vela. Con loro c’è anche la figlia Blu di due anni e l’amico Chicco.

Isola Bianca II è un cutter in ferro di 15 metridisegnato da Carlo Sciarrelli e varato nel 1989.

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Programma per una crocierasuggestiva ed economica sulla sponda opposta del mare Adriatico:partenza da Pescara e scali da Visalle isole Incoronate

Grazie all’abbordabilità dei servizi, alla bellezza delle sue coste ventilate e delle sue cittàricche di storia, la Croazia è per molti velisti italiani la meta delle crociere estive.

Itinerari

NELLE PAGINE CHE SEGUONOproponiamo un itinerario di

nove giorni in Croazia. Si tratta diuna rotta realmente compiuta abordo di un Bavaria 41 nell’esta-te 2010 con partenza e rientro aPescara e scali all’isola di Vis, Vi-nisce, Rogoznica, Kremik sullacosta croata, all’isola di Kakan equella di Piskera, nell’arcipelagodelle isole Incoronate.

Nel complesso la rotta è di 345miglia di cui 200 dedicate allatraversata dell’Adriatico. Le re-stanti tratte non superano invecele 35 miglia.

È stata anche stilata anche unatabella dei costi che, tra soste neimarina e notti alla fonda non su-perano i 50 euro giornalieri a cuisi deve aggiungere il pagamentodel pass nautico (permesso pernavigare in acque croate) pari acirca 250 euro, più una tassa disoggiorno turistico di 53 euro

(vedi riquadro a pagina 59). Cal-colando in eccesso 600 euro per ilpieno di carburante e per la cam-busa, il totale dei costi per novegiorni di crociera risulta di 1.260euro: 313 euro per ogni membrodell’equipaggio. Aquesti natural-mente si aggiungono eventualiextra, come per esempio le cene

al ristorante. Ma anche qui si puòstare tranquilli: sarà praticamenteimpossibile spendere oltre i 25euro a persona per un pasto, be-vande comprese.

Ma oltre a rivelarsi economica-mente interessante, la rotta che-suggeriamo è stimolante anchesotto il profilo velico poiché con-sente di misurarsi con tratte siad’altura, che costiere; senza con-tare la suggestione che può rega-lare uno degli scenari naturali piùaffascinanti del Mediterraneo.

Vediamola nel dettaglio.La traversata. Quando si deci-

de di intraprendere una traversatabisogna considerare diversi aspet-ti, ma prima di tutto il momentopiù adatto per levare gli ormeggi.Nel nostro caso la rotta è di 100miglia, o poco meno. Se mettia-mo a calcolo una velocità mediadi 5 nodi, sono 20 ore di trasferi-mento. Conviene dunque partire

NOVE GIORNI IN CROAZIAdi STEFANO MOLÈ

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Il presente itinerario è stato redattoseguendo anche le indicazioni di DO-VE NAVIGARE, il portolano di BOLINA.

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L’IMPIEGO DELLA CARTA NAUTICA È STATA UNAtappa fondamentale nell’evoluzione dell’arte

della navigazione. La rappresentazione cartografi-ca di coste, arcipelaghi, baie e ridossi, punti cospi-cui e secche, così come il tracciamento di rotte, pun-ti nave e rilevamenti, costituisce ancora oggi, nel-l’epoca dei Gps, dei satelliti e delle carte digitali, u-no strumento indispensabile che permette ai mari-nai di orientarsi nell’ambiente marino. L’insieme diqueste conoscenze e applicazioni tecniche è il risul-

tato di un sapere antico, messo a punto nei secoli abordo delle navi con la pratica di navigazioni via viapiù impegnative, ma che non sarebbe progreditosenza approfonditi studi di geografia, matematica eastronomia. Nelle pagine seguenti riassumiamo letappe di questo percorso scientifico, dalle prime ru-dimentali rappresentazioni dell’età classica e delMedioevo, alle accurate proiezioni matematiche e-laborate agli inizi del XVI secolo che hanno getta-to le basi della moderna cartografia.

ORIGINI DELLA CARTA NAUTICAdi DAVID INGIOSI

Retrospettiva:dalle mappe dell’età classica alle navigazioni“alla bussola”del Medioevofino alla proiezionedi Mercatoreelaborata nel XVI secolo

Strumento fondamentale per orientarsi in mare e navigare in sicurezza, le carte nautichehanno avuto un’evoluzione lenta, segnata da importanti scoperte tecniche e studi scientifici.

Storia marinaresca

La carta nautica, così come laconosciamo oggi, è un docu-mento grafico sofisticato, co-struito sulla base di rigorosi cal-coli matematici e geometrici, ilcui impiego è strettamente con-nesso ai principi che guidano lanavigazione stimata e soprattut-to legato alla moderna conce-zione dello spazio marino e ter-restre. Agli albori della naviga-zione i marinai si muovevano per

mare in maniera molto più ap-prossimativa, seguendo maggior-mente l’istinto e l’esperienza di-

retta invece che il calcolo astratto.Nel risalire dunque alle forme pri-mordiali di cartografia nautica, ènecessario considerare che le ap-plicazioni di quest’ultima alla na-vigazione erano più essenziali epoco rigorose, ma non per questomeno utili.

È difficile per gli storici stabilirecon certezza a partire da quando imarinai hanno potuto contare suprimordiali carte nautiche, data la

Peripli, itinerari marittimi e carte portolaniche

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La tavola a velaproposta nel 2005dalla Neil Prydeè una tra le piùveloci e divertentidelle classi olimpicheed è diffusa anche in Italiasoprattuttotra i giovani

L’RS:X ha debuttato alle Olimpiadi di Pechino del 2008. Comprende atleti della catego-ria maschile e femminile e una classe propedeutica, l’Rs:x Youth riservata agli Under 19.

Classi veliche

TRA LE CLASSI DELLA VELAche rientrano in quelle olim-

piche, ce n’è una che pur essen-do relativamente giovane ha giàregalato parecchie soddisfazio-ni all’Italia. Si tratta della classeRS:X, la tavola a vela che nel2005 ha sostituito il Mistral OneDesign e che nel 2008 ha debut-tato alle Olimpiadi di Pechino,dove tra l’altro la nostra Ales-sandra Sensini ha conquistato lamedaglia d’argento.

Una classe recente, insomma,che ha conosciuto una rapida dif-fusione sui campi di regata, inparticolare tra i velisti più giovanied è apprezzata anche dai sempli-ci appassionati di windsurf.

È stata disegnata nel 2004 perla Neil Pryde, uno dei marchi piùprestigiosi a livello mondiale perla progettazione e realizzazionedi vele, tavole e attrezzature peril windsurf, dai designer svizze-ri Jean Bouldoires (tavola) e Ro-

bert Stroj (vele) con un obiettivopreciso: creare una tavola a velache, oltre a planare con venti in-feriori ai 10 nodi, fosse in gradodi garantire ottime prestazionicon ogni condizione meteorolo-gica, restando comunque gesti-bile in totale sicurezza.

La tavola misura 2,86 metri dilunghezza e 93 centimetri di lar-ghezza, ha un volume di 220 litriche le garantisce grande stabilità e

grazie alla stratificazione insandwich di kevlar (parte inferio-re) e carbonio (parte superiore),pesa solo 15,5 chilogrammi.

Le dimensioni contenute aiu-tano gli atleti a governare la ta-vola con rapidità ed efficaciaanche con venti leggeri, mentrela linea allungata, la posizionedelle straps (le cinghie dove siinfilano i piedi) molto esterna ele due appendici (pinna di 60 o

66 centimetri e derivacentrale di 77 centime-tri), assicurano un otti-mo angolo di risalitadel vento.

Per garantire alla RS:Xuna rapida entrata inplanata, inoltre, Boul-doires ha lavorato mol-to sul profilo inferioredella tavola, smussandoi bordi poppieri e au-mentando sensibilmen-te la curvatura all’insù

RS:X, IN PLANATA TRA LE BOE

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L’RS:X entra in planata con 10 nodi di vento e gra-zie alla deriva mobile è in grado di bolinare bene.

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Lo scottodi navigazionilunghe scomode e faticosepuò essere ripagatodall’approdoin luoghi remotiancora non contaminatidal turismo

Grande altura

Carlo Auriemma ed Elisabetta Eördeghnavigano da 20 anni per il mondo a bor-do del ketch Barca pulita (13,50 m).

ANCHE SE STANDO IN ITALIApuò sembrare strano, in giro

per i mari del mondo ci sono mol-te barche a vela e aumentano sem-pre. E come in Mediterraneo, an-che in giro per il mondo ci sonoancoraggi affollati e marina daprenotare, ma approdare in luoghidove non arriva nessuno è ancorapossibile, anche se ha il suo prez-zo. Se una rotta è scelta da tutti èperché è più comoda e più facile.

Se un atollo ha una laguna dacartolina, ma anche un’entratasicura è molto probabile che giàda tempo ci arrivi periodicamen-te qualcuno. Per arrivare dovenon arriva nessuno invece, sideve fare fatica, magari andarecontrovento, muoversi fuori sta-gione, alle volte bisogna navi-gare più a lungo e si deve esserepreparati a stare scomodi, ma nevale quasi sempre la pena. Laprima tra le nostre scoperte al di

là delle rotte battute, è stata l’i-sola di Anuta.

Nel novembre del 1989, all’ini-zio della stagione dei cicloni,eravamo alle Fiji, a metà del no-stro primo giro del mondo. Ge-neralmente le barche impegnatein queste lunghe navigazioni, fi-

nito di attraversare il Pacificoquando inizia la stagione dei ci-cloni scendono in Nuova Zelan-da, dove passano i mesi da no-vembre ad aprile tra piccole na-vigazioni e periodi di riposo.

Poi verso la fine di marzo, conil ritorno della stagione propi-zia, tutti risalgono alle Fiji o al-le Tonga e riprendono la galop-pata verso Ovest, lungo la stes-sa ampia “autostrada”, ferman-dosi più o meno nelle stesse iso-le e negli gli stessi ancoraggi.

Per noi era stato diverso. Era ilnostro primo giro del mondo,non sapevamo granché di meteo-rologia, ma avevamo letto che aldi sopra dei 7 gradi Sud i cicloninon si formavano. Inoltre inquella fascia sicura c’erano terreignorate da tutti: come le Salo-mone, il Kiribati, le Tuvalu.

Saremmo andati alle Salomo-ne, a Nord della fascia ciclonica

FUORI DALLE ROTTE BATTUTEdi CARLO AURIEMMA ed ELISABETTA EÖRDEGH

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Nautica disegnata

SPIRITO DI STELLAdi GABRIELE D’ALÌ

Agosto del 2000: Andrea Stella si trova in Florida (Usa) in viaggio premio perla laurea conseguita da poche settimane. Una sera, nel recuperare l’auto in unparcheggio, scopre tre malviventi intenti a rubarla. Uno dei tre, pur non minacciato, gli spara ferendolo al fegato e al polmone. Andrea trascorre quarantacinque giorni tra la vita e la morte. Si riprende, ma al risveglio scopre di dovere ricostruire la propria esistenza su una sedia a rotelle a causa del-la lesione alla colonna vertebrale provocata da una delle due pallottole.Andrea coltiva il sogno di continuare a navigare come in passato e con il so-stegno della famiglia, fa realizzare un catamarano privo di barriere architet-toniche che gli dia completa autonomia, sia per le manovre che per le esigenze personali. Un progetto che tiene conto dei bisogni di tutte le persone èmolto interessante perché garantisce standard qualitativi superiori.

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Ripassiamoil metododei “cerchi capaci”sempre utileper calcolarela posizionedella barcain prossimitàdella costa

La semplicità d’uso delle tecnologie moderne non deve indurre a dimenticare le basi dellanavigazione, come il sapere eseguire un punto nave con la bussola da rilevamento.

Carteggio

UNO DEI PROBLEMI PIÙ IMPOR-tanti per chi va per mare è

quello di determinare, con suffi-ciente precisione, la propria po-sizione. Questo diventa tantopiù decisivo quanto minore è ladistanza dalla terraferma. È invicinanza della costa infatti cheesistono i maggiori pericoli ed ècertamente in queste condizioniche la certezza della propria po-sizione diviene un fattore essen-ziale per la sicurezza.

È vero che l’elettronica e inuovi sistemi di navigazione sa-tellitare ci consentono di deter-minare con grande precisione e,cosa non indifferente, in modoautomatico, il punto nave. Èperò altrettanto vero che questistrumenti funzionano se alimen-tati da una fonte di energia equesta, in mare, purtroppo, nonsempre è disponibile.

In queste situazioni la naviga-

zione tradizionale viene in no-stro aiuto consentendoci con po-che, ma importanti nozioni distabilire la posizione. D’altron-de è questo ciò che abbiamo im-parato studiando per conseguirela patente nautica.

I metodi tradizionali per stabili-re il punto nave con i luoghi diposizione sono diversi, ma noi,

in questo articolo, esamineremo idue più utilizzati: il punto navecon l’impiego delle semirette dirilevamento e il punto nave conl’impiego dei cerchi capaci.

Il punto nave con l’impiego ditre semirette di rilevamento èassai frequente e, in condizioniparticolari, può fornire un’at-tendibile posizione. Occorre

però tenere presenteche lo strumento im-piegato per le sue de-terminazioni è labussola da rileva-mento a mano (esclu-dendo, almeno sullepiccole e medie im-barcazioni, l’impie-go di bussole fissedotate di cerchio azi-mutale e compensa-te) e che questa, perovvi motivi, non puòessere compensata.

PUNTO NAVE COL COMPASSOdi MARCO SASSU

Fig. 1 - Il rilevamento con tre semirette è attendibilese il triangolo che si ottiene è abbastanza piccolo.

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Raggi ultravioletti, alte temperature, salsedine e sporcizia sono tra le cause che con-corrono all’usura dei tessuti: bisogna proteggere le vele dopo ogni veleggiata.

Manutenzione

L’angolo di bugna è una delle parti sot-toposte a maggiori sollecitazioni.

LE VELE SONO UNA DELLE PAR-ti fondamentali dell’imbar-

cazione e anche quella che subi-sce il maggiore logorio del tem-po. Per quanto se ne possa ave-re cura nell’uso e nello stivag-gio, infatti, hanno una durataminore rispetto a molte altre at-trezzature di bordo e sono le pri-me candidate a una possibile so-stituzione.

Una corretta manutenzione,tuttavia, ne può allungare consi-derevolmente la durata. A pattoche sia eseguita con cura e a sca-denze regolari.

Nella vita di una vela possiamodistinguere tra durata massima,riferita al periodo di tempo nelquale può essere impiegata pri-ma che si danneggi in maniera ir-reparabile e durata di rendimen-to, cioè il tempo di utilizzo in cuimantiene le caratteristiche diprogettazione e quindi garantisce

prestazioni ottimali. Due aspettidifferenti che interessano altret-tante diverse tipologie di velisti:il crocerista, che tende a utilizza-re le vele il più a lungo possibilee il regatante, che le sostituiscequando l’usura ne compromettele prestazioni.

In ogni caso per ambedue lecategorie di velisti la prima re-gola dovrebbe essere di non

danneggiare questo preziosomotore della barca. Come peresempio non utilizzarle mai ol-tre il limite di vento per il qualesono state progettate. Se la pres-sione che viene esercitata sullaloro superficie è maggiore diquella prevista, si rischia infattidi deformarle in maniera perma-nente, con inevitabili ripercus-sioni sul rendimento.

Inoltre su vele realizzate contessuti leggeri, come lo spin-naker o il gennaker, la conse-guenza di un utilizzo fuori ran-ge potrebbe essere molto piùgrave, con lacerazioni anchenon riparabili.

Alla corretta regolazione dellavela si deve prestare inoltremolta attenzione quando la bar-ca è dotata di winch elettrici,sempre più diffusi su modellianche di media lunghezza. Lagrande potenza di questi verri-

LUNGA VITA ALLE VELEdi ANGELO SINDONI

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Randafioccoe spinnakersono il “motore”principaledelle nostre barche e necessitanopertanto di costantiattenzioni

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Come intervenirese la barca acquistatapresenta anomalieo non rispettai parametricostruttivi

Le insidie che si celano dietro l’acquisto di una barca nuova sono molteplici, a volte si trat-ta di problemi non riscontrabili subito e sui quali poi è difficile rivalersi con il cantiere.

Tutela

Molti cantieri europei approfittano del-l’autocertificazione per non rispettarerigorosamente le norme costruttive.

ALCUNI GIORNI FA MI TROVAVOal ministero dei Trasporti, a

Roma, presso l’Ufficio Tecnicopreposto alla vigilanza e al moni-toraggio sulla produzione e com-mercializzazione delle imbarca-zioni marcate CE.

Conversando con un alto fun-zionario, si parlava della qualitàin generale e della conformità inparticolare alle Norme ISO di ri-ferimento da parte delle imbar-cazioni di nuova produzione. La-mentavo che sovente, qui in Ita-lia, l’autocertificazione a firmadel costruttore si presta ad abusiche solo un lungo contenziosopuò smascherare e sanare. Il fun-zionario, reduce da un incontrocollegiale con i colleghi deglianaloghi Uffici degli altri Paesicomunitari, mi riferì che la situa-zione che avevo descritto era,purtroppo, generalizzata in tuttaEuropa, con buona pace della fa-

ma di “buoni e seri costruttori”che i cantieri nord-europei sem-brano immeritatamente godere.

Questo articolo prenderà inesame, partendo da questa amaraconstatazione, le anomalie co-struttive che un armatore potreb-be riscontrare sulla nuova barcada poco consegnatagli e le proce-dure che si possono intraprende-

re, caso per caso, per obbligare ilvenditore a porvi rimedio o, nelcaso peggiore, per sanzionarlopesantemente.

Possiamo distinguere tre diver-se situazioni. Partiamo dal maleminore, ovvero dai difetti.

Che cosa si intende per difettisu di una barca di recente co-struzione e quindi ancora in ga-ranzia da parte del produttore ovenditore?

Si intendono per difetti quelleanomalie rilevabili su di unabarca che non ne pregiudicanol’utilizzo in sicurezza ma cherappresentano dissimilitudini ri-spetto allo standard abituale, siaestetico che funzionale, di quel-la specifica categoria produttivao modello.

A porvi rimedio è tenuto il fab-bricante o il venditore nei termi-ni di garanzia di legge, ma sem-pre nell’ambito di un rapporto

CANTIERE CHE SBAGLIA, PAGHIdi MARCO COBAU

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IL NAVIGATORE FRANCESE PHI-lippe Jeantot, già vincitore di

due giri del mondo in solitarioe ideatore del Vendée Globe(giro del globo in solitario esenza scalo), fonda nel 1985 aLes Sables d’Olonne (Francia)insieme a René Bernard il can-tiere Jeantot Marine.

La lunga esperienza sui mul-tiscafi dello skipper transalpi-no si concretizza così nei Pri-vilège, una gamma di catama-rani da crociera che ha l’obiet-tivo di coniugare al meglio leprestazioni a vela e la como-dità a bordo.

Questi multiscafi raccolgonosubito l’apprezzamento delpubblico e nel 1989 il cantiereè già tra i maggiori produttoridi catamarani in Europa.

Il Privilège 36, disegnato dal-l’architet to francese MarcLombard e varato nel 1995, è ilpiù piccolo della gamma.

solo negli spazi tra la strutturacentrale e la prua degli scafi.

Il pozzetto è profondo e pro-tetto dal mare anche grazie al-l’alta tuga, misura 2,55 metri dilunghezza per 3,10 di larghez-za; al suo interno trovano postoun tavolo pieghevole a dritta euna seduta rialzata riservata achi governa; la ruota del timo-ne è sulla paratia sul lato sini-stro del tambucio. Il Privilège

36 si fa apprezzareanche per i suoispazi interni , laforma corta e altadella tuga infattipermette di avereun’altezza di 1,90metri nel quadratodove troviamo undivano a “L” con iltavolo e un pianoda carteggio.

Quest’ult imo èsistemato nell’an-

MULTISCAFI LE IMPRESSIONI IN MARE, I DATI TECNICI E I PIANI VELICI

Disegnato dal progettista francese Marc Lombard il Privilège 36 è il modello piu picco-lo prodotto dal cantiere Jeantot Marine; apprezzabili le prestazioni e la sua abitabilità.

Lungo fuori tutto 11,70 metriquesto catamarano ha uno stileinnovativo caratterizzato dalparticolare disegno delle fine-strature anteriori.

La coperta offre ampia mobi-lità con passavanti larghi eun’area di prua comoda che sidistingue per una nacelle cen-trale che prende il posto del piùclassico trampolino a rete, cheresta presente in questo caso

IL “PICCOLO” DI JEANTOT

La ruota del timone del catamarano è sulla sinistradel tambucio e dispone di una seduta dedicata.

Il Privilège 36unisce alla solidacostruzionela semplicitàdi conduzionee le equilibratedoti marine

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Una prova di coraggio e abilità velicadi un equipaggioche durante una regataviene investito da un groppodi vento

Sapore di Mare / Articoli scritti dai lettori

MIO FRATELLO VITO AVEVA,nei tardi Anni 70, un Char-

lie Papa, una barca che i più an-ziani ricordano: veloce, difficilee scomoda con i suoi interni ine-sistenti, quattro cuccette in tu-bolare di alluminio.

Era estate e stavamo parteci-pando a una regata in due tratte:da Castiglione della Pescaia aPorto Azzurro e ritorno, con not-te in barca all’Elba. L’equipag-gio era essenziale: io alle vele,mio fratello al timone e Umber-to, il meno pratico, che collabo-rava secondo le esigenze.

La partenza avvenne con ven-to di Scirocco e mare formato,ma non troppo fastidioso, datal’andatura favorevole. L’ariaera calda e appiccicosa,la visibilità scarsa. Perqualche ora la situazio-ne rimase immutata: ilvento portante ci avvici-nava rapidamente alla

costa dell’isola d’Elba. Poi aNord Ovest si addensò una stri-scia orizzontale di nuvole nere ele barche in testa cominciarono asbandare. Ci consultammo e Vitodisse: «Mi piace poco quello chesta succedendo là. Prepariamo ilfiocco perché ho l’impressioneche dovremo levare il genoa esperiamo che basti». Non bastò.

Dal comodo e caldo lasco citrovammo, in pochi minuti, alfreddo di un vento di prua che

portava rabbiosi spruz-zi d’acqua in coperta.Eravamo, comunque,motivati a prosegui-

re per-c h é ,

avvicinandoci all’Elba il marespianava e fu possibile arrivare avela ben dentro al golfo di PortoAzzurro, per ancorare nell’affol-lato porto.

La notte non fu piacevole. Pio-veva, faceva freddo e il vento, giàforte, continuò a soffiare senzatregua. Inoltre, in quegli anni, aPorto Azzurro non c’erano servi-zi nautici e ci si doveva arrangia-re. Le cime e le ancore si incatti-vavano fra loro: non sapevi mai sesaresti riuscito a salpare e pregaviper non doverti fare un bagno nel-l’acqua sporca del porto.

La mattina dopo ci alzammodopo avere riposato poco e malee capimmo presto che il proble-ma non era la regata, ma tornarea casa. Decidemmo di andare avedere com’era fuori dal porto,con l’idea di rientrare se la situa-zione fosse stata difficile.

Fu un errore e ce ne accorgem-mo presto. Il fuoribordo da 5 ca-

BATTESIMO MARINARESCOdi LIBERO GIULIETTI

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