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Questa la carta dell’Europa a inizio ‘600.

Tra le potenze vi sono: la Spagna, la Francia, l’Inghilterra (che punta alle conquiste coloniali), gli stati

del dominio asburgico: Austria, Boemia e Ungheria (sempre premuti a est dalla presenza dell’Impero

Ottomano), le Province Unite di recente costituzione, l’unione dei regni di Polonia e Lituania (che

costituiscono il più grande stato d’Europa); a nord vi è la Svezia che si sta rafforzando a spese degli

stati limitrofi e a est lo stato moscovita primo nucleo della grande Russia che si sta formando.

Da notare nel centro dell’Europa la forte frammentazione dei principati tedeschi: oltre 200 piccoli stati

dei quali solo 5 hanno una certa consistenza. La maggioranza di questi stati fa parte del Sacro Romano

Impero e i maggiori Principi ne sono gli elettori. In questi stati vale il principio del “cuius regio eius

religio”, vale a dire che la religione adottata dipende dal Principe: alcuni stati sono cattolici, altri hanno

adottato la riforma.

Esaminiamo brevemente in questa lezione la situazione dei vari Stati all’inizio del sec. XVII.

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Dopo la disfatta della Invincibile Armada Spagnola di Filippo II che voleva invadere l’Inghilterra

(1588) a opera di quella inglese comandata da Charles Howard, primo conte di Nottingham e da Francis

Drake (aiutati anche dal maltempo) la popolarità della regina Elisabetta I risulta fortemente aumentata.

La vittoria non è stata decisiva e la guerra con la Spagna continua. I corsari inglesi continuano ad

attaccare le flotte spagnole che tornano cariche d'argento dalle Americhe, con alterni esiti (nel 1595

muore Francis Drake); nel 1595 si ha una modesta incursione della flotta spagnola in Cornovaglia.

Guerre anche in Olanda (che lotta per l'indipendenza dalla Spagna) e in Francia (dove Enrico di

Borbone rivendica il trono) con l’aiuto finanziario di Elisabetta agli Olandesi e agli Ugonotti francesi.

Contemporaneamente alla guerra con la Spagna, Elisabetta deve fronteggiare una ribellione irlandese

(nota come Guerra dei nove anni): Hugh O'Neill conte di Tyrone, si proclama Re, è dichiarato traditore,

nel 1595, e cerca l'aiuto della Spagna, che invia due spedizioni senza successo. Nel 1598 Tyrone, dopo

una breve tregua, infligge agli inglesi una dura sconfitta nella battaglia di Yellow Ford. Elisabetta

nomina, nel 1599, il 2° conte di Essex luogotenente in Irlanda con il compito di domare la ribellione;

questi prima fallisce, poi guida una rivolta contro la Regina e infine è giustiziato. Al suo posto in

Irlanda è mandato Charles Blount, barone Montjoy: affronta gli irlandesi e le truppe inviate in loro

aiuto dalla Spagna e li sconfigge nella battaglia di Kinsale (1601), obbligando Tyrone alla resa.

Negli ultimi decenni del XVI secolo, gli inglesi tentarono più volte invano di stabilire colonie stabili

sulla costa orientale d’America, nella regione che chiamarono "Virginia" in onore di Elisabetta I, la

"regina vergine" (una di queste fu la "colonia perduta di Roanoke", creata nel 1587 su un'isola della

Carolina del Nord ). Viene costituita la Compagnia Britannica delle Indie Orientali.

Elisabetta amava le imprudenze e soprattutto fare ciò che i medici le vietavano. Nel 1603 è colpita da

una brutta depressione: non sopporta più i discorsi di governo, sente la morte vicina e si lascia andare.

Muore il 24 marzo 1603, all’età di 70 anni, nel Palazzo di Richmond, pronunciando la famosa frase

"Chiamatemi un prete: ho intenzione di morire". Elisabetta fu seppellita nell'abbazia di Westminster, di

fianco alla sorella Maria I. L'iscrizione sulla loro tomba recita: "Compagne nel trono e nella tomba, qui

noi due sorelle, Elisabetta e Maria, riposiamo, nella speranza di un'unica resurrezione".

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Elisabetta fu uno dei sovrani più popolari dell'intera storia inglese.

Sotto Elisabetta I ricevono impulso le attività artigianali e manifatturiere, a cui danno un prezioso

apporto i profughi politici e religiosi provenienti dai Paesi Bassi e dalla Francia. In tal modo si creano le

basi per le industrie nazionali del vetro, della ceramica, della carta, della seta e può essere potenziata

l'esportazione dei manufatti di lana, che va a sostituire quella della lana grezza; la borsa di Londra,

istituita in questo periodo, diviene presto la più importante al mondo.

Durante il suo regno si rafforza la potenza della flotta militare e mercantile: grazie alla collaborazione

di corsari come Sir Francis Drake, si mappa la geografia delle colonie spagnole, e si accumulano grandi

ricchezze minando l'egemonia spagnola, poi del tutto superata dopo la sconfitta dell'Invincibile Armata

nel 1588.

l regno di Elisabetta non solo segna l'esordio dell'Inghilterra come grande potenza europea, ma è

caratterizzato da un grande sviluppo culturale e civile. Tale fioritura si manifesta anche nella letteratura

e nel teatro, soprattutto con William Shakespeare, Christopher Marlowe, Ben Jonson, John Webster,

John Ford e altri. Grande sviluppo hanno anche la musica e l'architettura, influenzata dalla cultura

rinascimentale italiana e da quella fiamminga.

La politica religiosa di Elisabetta I è mirata a consolidare l'anglicanesimo e a subordinare la Chiesa al

potere monarchico. In questo ambito si rimette in vigore il Book of Common Prayer, testo di preghiera

ufficiale, e si adottano versioni della Bibbia più consone alla chiesa anglicana (Con l'Atto di uniformità

del 1559 è stato annullato del tutto il ritorno al cattolicesimo voluto da Maria Tudor). Elisabetta

provvede anche a porre un freno all'insubordinazione sociale e politica dei "puritani". Nel 1570

Elisabetta è scomunicata da papa Pio V. Elisabetta instaura così un sistema, definito episcopalismo, che

prevede diocesi date a vescovi con funzione di controllo politico-religioso. Tale sistema desta varie

reazioni: gli episcopalisti lo sostengono apertamente, i presbiteriani lo tollerano e i congregazionalisti lo

osteggiano.

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Giacomo Stuart (1566-1625) figlio della sfortunata regina Maria Stuart, sale al trono d’Inghilterra,

come Giacomo I, alla morte di Elisabetta I, ultima rappresentante della casa Tudor, nubile e senza figli.

Già all’età di un anno era divenuto Re di Scozia come Giacomo VI (prendendo però il potere solo al

raggiungimento della maggiore età). Sarà il primo a regnare su tutte le isole britanniche, avendo unito le

corone d’Inghilterra, di Scozia e d’Irlanda.

Dopo la morte della madre, condannata per ordine di Elisabetta I, i sostenitori scozzesi di Maria

perdono potere e Giacomo può ridurre l'influenza dei nobili cattolici in Scozia. Si rende gradito ai

protestanti sposando (nel 1589) Anna di Danimarca, principessa protestante, figlia di Federico II. Da

Anna ebbe 7 figli tra i quali il futuro Carlo I.

Come re d’Inghilterra è fedele alla Chiesa anglicana; pur relativamente tollerante verso i cattolici, deve

reprimere diverse ribellioni e complotti cattolici. Il più famoso è la "Congiura delle Polveri" del 1605:

cospiratori cattolici, capeggiati da Guy Fawkes, progettano un attentato per fare esplodere la Camera

dei Lord mentre è presente il Re; l'intento è quello di porre sul trono la figlia di Giacomo, Elisabetta,

che speravano di convertire al cattolicesimo. La congiura è scoperta e il Re indurisce la sua politica

verso i cattolici.

Poco dopo il suo insediamento in Inghilterra, gli è presentata una petizione che chiede la tolleranza per

i Puritani, ma Giacomo non acconsente (1604, conferenza di Hampton Court). Il termine "Puritani"

indica i seguaci di un movimento sorto in Inghilterra nel XVI secolo e ispirato al Calvinismo. Lo scopo

di tale movimento era quello di purificare la Chiesa Anglicana da tutte le forme non previste dalle

Sacre Scritture.

Acconsente alla redazione di una traduzione ufficiale della Bibbia in lingua inglese, ora nota come

"Bibbia di Re Giacomo": sarà l’unica versione ammessa dalla Chiesa anglicana.

Con uno dei suoi primi atti, Giacomo pone fine alla guerra contro la Spagna, con la firma del Trattato di

Londra, nel 1604.

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Con Giacomo inizia un conflitto tra Monarchia e Parlamento.

Il Parlamento, approva sussidi al Re, che non si dimostra però soddisfatto e impone nuove tasse che nonhanno il consenso parlamentare. Il Parlamento rifiuta anche di approvare il piano del Re che prevedelibero commercio tra Inghilterra e Scozia. Nel 1610 il consigliere del re, Robert Cecil, propone alParlamento il Grande Contratto: la Corona avrebbe rinunciato a tutti i suoi introiti feudali in cambio diun sussidi annuale. Il piano non è approvato e Giacomo, nel 1611 scioglie il Parlamenyo. Gravementeindebitato il Re comincia a vendere titoli onorifici, inventandone anche dei nuovi, come quello diBaronetto.

Un nuovo Parlamento, eletto nel 1614, rifiuta di approvare nuove tasse; incollerito, il Re scioglie subitoanche questo Parlamento.

Giacomo inizia a governare personalmente, senza ministri ma solo con l'aiuto dei suoi favoriti, chesceglie tra i gentiluomini giovani e belli, anche se di famiglia non importante e di scarsa capacità(Robert Carr, I conte di Somerset, e George Villiers, I duca di Buckingham ne sono un esempio);questo si rivela disastroso per le finanze. Uno degli aspetti più chiacchierati (e tuttora discusso) è lapresunta omosessualità di Giacomo I: i londinesi si prendevano gioco di lui dicendo “Rex fuitElisabeth, nunc est Regina Jacobus” (Elisabetta fu Re, ora è Regina Giacomo)..

Sotto Giacomo I sono fondate le prime colonie inglesi nel Nord America: nel 1607 Jamestown (cosìchiamata in onore di Giacomo e che sopravvive grazie all'azione di John Smith che riesce a tenere ladisciplina e si lega in amicizia con Pocahontas, figlia del capo indiano, che rifornisce di cibo la colonia)e nel 1620 Plymouth sulla costa del Massachusetts (fondata dai "Padri Pellegrini" arrivati sulla naveMayflower).

Giacomo I è considerato uno dei più colti sovrani d'Inghilterra. Durante il suo regno (detto “EtàGiacobita”) continua la grande fioritura culturale dell'età elisabettiana, nella letteratura, nelle arti e nellescienze.

Alla sua morte, nel 1625, gli succede il figlio, con il titolo di Carlo I.

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Carta dei domini spagnoli nella prima metà del ‘600.

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Carta dei domini spagnoli in Europa. La zona in verde chiaro corrisponde ai territori delle Fiandre

spagnole, in parte contesi con le Province Unite d’Olanda.

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Con la morte di Filippo II (1598) si chiude il secolo XVI; gli succede il figlio Filippo III, di 20 anni.

La supremazia militare che la Spagna aveva esercitato nel corso del XVI secolo si era basata su diversifattori. In primo luogo sui metalli preziosi provenienti dalle colonie americane; in secondo luogo, ildominio sui Paesi Bassi e quindi su Anversa, la più importante piazza commerciale del nord Europa; interzo luogo la capacità dei sudditi del Re di reggere il pesante fardello fiscale che su loro gravava.Queste entrate consentivano al regno di Filippo II di acquistare all’estero quei prodotti agricoli emanifatturieri che esso produceva in modo insufficiente e di finanziare il più potente esercito europeo.

All'inizio del '600 inizia però la Spagna entra in un periodo di grande debolezza, per la concomitanza didiversi fattori. In primo luogo, il flusso di risorse dalle colonie americane si riduce di molto, in parte perl'azione dei corsari inglesi, in parte per il rallentamento dell’attività mineraria messicana e peruviana; insecondo luogo la Spagna ha di fatto perduto i Paesi Bassi settentrionali, mentre il ruolo commerciale diAnversa è assunto dalla calvinista Amsterdam.. Infine vengono al pettine i nodi di errate politiche digestione del Regno.

Tra queste pesano certo le diverse guerre. Altra politica sbagliata è l'intolleranza dimostrata dallaSpagna nei confronti della consistente minoranza musulmana, i cosiddetti Moriscos: convertiti a forzaal cristianesimo, costituivano una classe di agricoltori capaci e laboriosi. Sospettati di essersi falsiconvertiti per opportunismo, i moriscos sono prima discriminati e infine espulsi nel 1609 per ordine diFilippo III. Circa mezzo milione di persone sono costrette a trasferirsi in Nordafrica, lasciandoabbandonati i campi di molte regioni spagnole. Altra politica errata fu quella di lasciar decadere leindustrie tessili, che avevano avuto un’importante crescita per il mercato interno; come conseguenza, laSpagna assume i tratti tipici delle economie deboli: esporta materie prime (la lana) che non satrasformare, ed è costretta a importare prodotti finiti (i tessuti) anche da paesi nemici come l’Olanda.

A tutti questi fattori negativi si aggiungono anche non poche epidemie di peste.

Ricca di nobili impoveriti, di letterati senza lavoro, orgogliosa di una cultura destinata ad essererapidamente superata dalla rivoluzione scientifica, la Spagna continuerà per tutto il Seicento aconsiderarsi una grande potenza, inserendosi in tutte le guerre europee, distruggendo le basi della suaeconomia e travolgendo con periodiche bancarotte i banchieri italiani che sostenevano le sue finanze.

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Filippo III, re di Spagna dopo la morte del padre all’età di 20 anni, è giudicato dai contemporanei inmodo non molto lusinghiero. Lo descrivono come uomo mediocre, debole, che preferisce la caccia e iviaggi agli affari di governo; la sua sola virtù sembra essere l’assenza di vizi, per questo è chiamato"Felipe el Piadoso" (Filippo il pio). Filippo lascia il governo nelle mani del suo "Valido" (favorito)Francisco Gómez de Sandoval y Rojas, cha ha il titolo di Duca di Lerma, riservandosi solo un blandocompito di sovrintendenza. Il duca di Lerma si dimostra comunque poco zelante e attivo. Tale metododi governo sempre diventa sempre più impopolare, sia perché contrasta con l'idea, radicata nel popolo,di un Re che governa personalmente, sia per il nepotismo del Duca di Lerma che fa promuovere parentie amici a cariche pubbliche escludendo.

Nel 1599 Filippo III sposa l'arciduchessa Margherita d'Austria-Stiria, sorella del futuro ImperatoreFerdinando II. Hanno otto figli, ma solo cinque giungono all'età adulta.

La Spagna prosegue la guerra contro l’Inghilterra, sino a quando, con l’ascesa al trono di Giacomo I, èfirmata la pace di Londra del 1604.

Nei Paesi Bassi, il Lerma adotta una nuova strategia, basata su una forte pressione militare verso leprovince ribelli e su una lunga guerra economica di logoramento tra i Paesi Bassi Spagnoli e laRepubblica delle Sette Province Unite. Nel 1607 la condizione di entrambi i contendenti diviene assaiprecaria e Filippo III accetta trattative di tregua. Nel 1609 è stipulata una tregua di 12 anni; con essaFilippo III ottiene così il tempo per riordinare i suoi bilanci e la cessazione delle molestie olandesiall'impero coloniale Ispano-Portghese; i Paesi Bassi ottengono invece un riconoscimento de facto dellaloro indipendenza da Madrid e la possibilità di cominciare a costruire un loro impero coloniale.

la Spagna di Filippo III è implicata nei primi eventi della Guerra dei 30 anni a fianco degli Asburgod’Austria e nella guerra del Monferrato in Italia.

Filippo III muore nel 1621 all’età di 42 anni; il suo successore è il figlio Filippo IV di soli 16 anni.Questi nel 1625 sposa Elisabetta di Francia, dalla quale avrà 8 figli; vedovo, sposa poi in secondenozze, nel 1641, la nipote Anna Maria d’Austria, avranno 5 i figli tra i quali Carlo II, l’ultimo Asburgodi Spagna.

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Filippo IV, secondo gli storici, è un Re migliore del padre: più ricco di energia fisica e mentale e menoindolente. La decadenza dell’impero spagnolo continua però inesorabilmente, anche se durante il suoregno raggiuge la massima espansione territoriale.

Anche Filippo IV si avvale dei suoi primi ministri ("validos") e, in particolare, di Gaspar de Guzmán yPimentel, conte duca di Olivares, che mantiene il ruolo di primo ministro per oltre 20 anni. Uomo moltoaustero ed influente, si accinge a opere di radicale riforma. Particolarmente sentito è il problema deldegrado morale e spirituale della Spagna avvenuto sotto Filippo III e il duca di Lerma. L’Olivares lottacontro il radicato concetto della limpieza de sangre (purezza di sangue) a causa del quale si era diffusoun forte disprezzo per il lavoro, in particolare manuale, con gravi danni per l’economia. Olivares cercadi risolvere il pesante problema della corruzione, con numerose inchieste giudiziarie (tra le quali quellache condanna il Duca di Lerma al risarcimento di un milione di ducati), riduce il peso dei privileginobiliari, pone severi controlli sul patrimonio dei funzionari e fissa rigidi massimali di spesa.

In relazione ai gravi problemi finanziari della Spagna, il Conte Duca progetta una riforma fiscale piùequa, che dovrebbe colpire anche la nobiltà e il clero. Ma i successi sono limitati: riesce solo a istituireun'unica imposta diretta sui redditi e a costituire a Madrid il nucleo della Banca Centrale. Ogni tentativodi unificare i sistemi tributari e rifiutato dalle assemblee locali.

In politica estera, che guida per 22 anni, il suo principale obiettivo è quello di mantenere il re diSpagna nella posizione di primo difensore della Chiesa cattolica. Cerca perciò di restaurare il dominiospagnolo sulle Fiandre, sottomettendo gli Olandesi ribelli. I maggiori successi sono l’assedio vittoriosodi Breda da parte di Ambrogio Spinola nel 1624 e l’occupazione delle province meridionali olandesi;questi successi non hanno grandi effetti e la marina Olandese sconfigge a più riprese quella spagnola.Nella Guerra dei 30 anni è a fianco degli Asburgo d’Austria e partecipa alle azioni contro Mantova.

La continua politica di guerra lo costringe ad imporre nuove tasse. Si verificarono sollevazioni inCatalogna e in Portogallo (guerra di restaurazione portoghese del 1640).

Entrato in guerra contro la Francia nel 1635 (in seguito all'entrata ufficiale della Francia nella Guerradei 30 anni) nel 1643 subisce la pesante sconfitta di Rocroi e deve ritirarsi dalla vita politica.

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Le sorti delle regioni del Sud Italia, governate da un vicerè spagnolo, seguono il destino della Spagna.

Come nel resto dell’Europa, la crisi generale fa diminuire i redditi nobiliari, basati essenzialmente sulla

rendita fondiaria. Nel Napoletano e in Sicilia la reazione dei proprietari nobili è quella che gli storici

chiamano “rifeudalizzazione”, cioè una restaurazione di rapporti giuridici ed economici tipicamente

feudali: i grandi proprietari acquistano dallo stato feudi e titoli nobiliari, ottengono di percepire imposte

dai contadini, impongono prestazioni di lavoro gratuite agli abitanti del feudo ed hanno il diritto di

esercitare la giustizia su tutti gli abitanti. Per questa via, essenzialmente giuridica e politica, i proprietari

riescono in parte a recuperare ciò che la crisi ha loro tolto. Ma si tratta di un sistema con scarse

prospettive: o meglio l’unica prospettiva è il sottosviluppo.

Napoli e la Sicilia divengono un mondo di baroni e banditi, di latifondi mal coltivati e di contadini

ridotti in miseria. Poco urbanizzata e priva di ceti borghesi, l’Italia meridionale non trova in sé nessuna

forza capace a opporsi alla rinascita del feudalesimo. Napoli, con il suo gigantismo parassitario, ha il

ruolo di una capitale amministratrice, popolata da proprietari terrieri assenteisti che vivono da puri

percettori di rendita e affollata dalla massa della plebe urbana.

Scompare la produzione di tessuti, che nel Cinquecento aveva compiuto notevoli progressi: si esporta la

seta grezza e si importa il prodotto finito. Nelle buone annate la Sicilia esporta però grano nelle

maggiori città italiane.

La crisi economica, la guerra e le pestilenze investono anche il Milanese, governato da un vicerè

spagnolo con grande autonomia.

Anche nel Ducato di Milano molti mercanti, appartenenti al ceto borghese, acquistano grandi quantità

di terre e un titolo nobiliare, abbandonando del tutto gli affari.

Il duro fiscalismo spagnolo pesa parecchio; a Milano si mantiene però, con buoni risultati, la

produzione di drappi di seta.

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Verso la metà del '500, con l'appoggio dell'Imperatore Carlo V (che si rivela un alleato ben più fedele

del Re di Francia, soprattutto per via dei numerosi interessi economici) e grazie alle imprese di Andrea

Doria, i Genovesi possono riacquistare parte dello splendore perduto durante il '400 e la prima metà del

'500. Il destino della Repubblica si intreccia con quello della Spagna: questa infatti richiede prestiti dai

genovesi per finanziare i suoi commerci e le campagne militari. Queste operazioni forniscono nuova

linfa e ricchezza a Genova (“l’oro nasce in America, muore a Siviglia e viene seppellito a Genova”).

I decenni che seguono sono detti "El Siglo de los genoveses" (Il Secolo dei genovesi). In questo periodo

la città diviene ricca e sfarzosa come all'epoca delle crociate. Nel 1580 la Repubblica è definita

"Serenissima", al pari di Venezia. In questo periodo inizia la costruzione del Palazzo Ducale, ancora

oggi monumento importante della città.

Nella prima metà del '600, con l'impoverimento della Spagna spesso insolvente nei pagamenti, ha inizio

inevitabilmente il secondo declino della Repubblica di Genova, declino dal quale essa non uscirà più,

anche se saprà resistere ancora per due secoli.

Approfittando del graduale impoverimento della Repubblica, che sa però trovare nel Banco di San

Giorgio l'unica stabilità, i Savoia attaccheranno la Repubblica per due volte, ma con scarsi risultati.

Anche Genova è colpita dalla terribile pestilenza del 1630: per gestire l’emergenza del contagio sono

prese misure severe da parte del magistrato di Sanità.

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Nel 1566 inizia la rivolta calvinista delle Fiandre contro la Spagna che vuole imporre il culto cattolico.Filippo II, per reprimere la ribellione, manda Fernando Álvarez de Toledo, 3° duca d'Alba, che instauraun regime di terrore, con un tribunale di giustizia speciale, e fa condannare per tradimento almenoottomila persone. Guglielmo I d’Orange detto il “Taciturno”, uno dei principali capi dei rivoltosi, fuggein Germania.

Nel 1568 la rivolta si riaccende. Guglielmo pianifica l'invasione dei Paesi Bassi. Il fratello Luigi invadela provincia di Groninga, vince a Heiligerlee (23 maggio) ma poi è sconfitto a Jemmingen e salva lavita a stento. Inizia così la "Guerra degli Ottanta anni.

Le sorti dei ribelli si risollevano quando il duca d'Alba è sostituito dal Requesens (1573); si aiutano coninondazioni del territorio e riescono a controllare diverse città, in particolare Leida assediata invanodagli spagnoli (1574). I successi accrescono la popolarità di Guglielmo

Requesens intavola coi ribelli delle trattative, che però fallirono per la richiesta spagnola che i calvinistidovessero abiurare la loro fede. Nel 1576, i ribelli hanno un momento di tregua, perché l'esercitospagnolo si ammutina, invade il Brabante e saccheggia Anversa (dove sono distrutte 1.000 case emuoiono oltre 8.000 persone per mano dei soldati o a seguito del successivo incendio).

Guglielmo riesce a cogliere i frutti della rivoluzione con la Pacificazione di Gand (1576) che è la primae ultima unione tra le due parti del paese (che era sommariamente diviso in tre: a Nord le SetteProvince, al centro le terre Generali dove era Gand, e a Sud i Paesi Bassi spagnoli, gli attuali Belgio eLussemburgo). Con l’Unione di Gand si garantisce la tolleranza religiosa nelle Fiandre e la partenzadelle truppe spagnole.

Frattanto è arrivato Don Giovanni d'Austria, il nuovo governatore, che, nonostante la cortesia dei modi,tenta la riconquista occupando anzitutto la città di Namur (luglio 1577). La reazione è pronta: il popolodemolisce ovunque le cittadelle e acclama Guglielmo suo liberatore. Il 23 settembre 1577 il principed’Orange fa il suo ingresso trionfale in Bruxelles, acclamato dal popolo in delirio "padre della patria".

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Nel 1579 Alessandro Farnese, figlio di Margherita d’Asburgo (la sorella di Filippo II), duca di Parma e

condottiero di fama, diviene governatore delle Fiandre. Alimenta la divisione tra le regioni

indipendentiste e calviniste del Nord e il sud, cattolico e quindi più favorevole alla Spagna.

Nel gennaio 1579 si costituisce l’Unione di Utrecht tra 7 province del Nord e diverse città del sud, poco

prima si è formata l’Unione di Arras tra le province cattoliche vallone. Il sogno di Guglielmo d’Orange

di unire tutte le province svanisce ed egli approva l'Unione di Utrecht. Alessandro Farnese pone una

taglia altissima sulla testa di Guglielmo d’Orange, che si schiera apertamente contro Filippo II.

A fine 1579 Guglielmo offre la sovranità sulle province del nord a Francesco duca d’Alençon, fratello

minore del re di Francia Enrico III. Non si aspettava certo molto da questo duca; ma sperava di poter

scatenare una guerra tra Francia e Spagna. Alla fine del 1581 gli Stati del Nord a L'Aia solennemente

abiurano Filippo II come loro sovrano, ma contro il duca francese vi sono molte diffidenze, e quand'egli

tenta d'impadronirsi di varie città per regnare da sovrano assoluto deve rinunciare e ritornare in Francia

nel 1583.

Gli Stati Generali del nord offrono allora il governatorato all’Orange, ma prima di poter assumere

l’incarico, mentre si trovava a Delft nel suo palazzo, è assassinato (1584) dal fanatico Balthasar Gerard

(probabilmente dietro l’attentato c’è la Spagna).

L’Inghilterra invia aiuti ed Elisabetta I propone come governatore (1585) il suo favorito Robert Dudley.

Ma anche lui non è accettato.

Nel 1588 le Province Unite si proclamano ufficialmente una Repubblica, L'Olanda, con un complesso

sistema di organizzazione istituzionale.

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Maurizio di Orange-Nassau, figlio di Guglielmo, a soli 16 anni, quando il padre è assassinato a Deft,ottien il grado di Statolder di alcune regioni d’Olanda. Lo Statolder era il termine per indicare ungovernatore territoriale militare e rappresentava nella Repubblica delle sette Province Unite la massimacarica militare e politica.

A partire dal 1588 Maurizio inizia una campagna di riconquista delle piazzeforti in mano spagnola,distinguendosi come uno dei migliori strateghi di quel periodo. Prestando attenzione alle teoried'assedio di Simone Stevino, egli conquista villaggi e fortezze che costituiscono punti chiave delterritorio, tra questi: Breda nel 1590, Steenwijk nel 1592 e Geertruidenberg nel 1593. Tale campagna diconquista, svolta totalmente alla periferia delle Province Unite, consente a queste di godere di unperiodo di pace che dà inizio al Secolo d'oro olandese.

Uno dei fattori che contribuiscono al fiorire nelle Province Unite dei commerci, e conseguentementeall'aumento della ricchezza, è la posizione strategica occupata sull'estuario del fiume Schelda:bloccando di fatto il traffico del porto di Anversa, favorìsce il centro commerciale di Amsterdam.

La classe mercantile olandese teme che una eventuale riconquista da parte del sud faccia venir menoquesta favorevole situazione, permettendo la ripresa di Anversa. Una campagna militare verso sud èallora decisa dagli Stati Generali (1600) contro il parere di Maurizio; lo scopo è anche quella dieliminare l'attività dei corsari di Dunkerque contro i traffici dell'Olanda. La spedizione provocò unoscontro con le truppe spagnole di Alberto d’Asburgo di stanza lungo la costa, che si risolve nellabattaglia di Niewpoort (Fiandre Occidentali) del 2 luglio 1600, conclusa con il trionfo delle ProvinceUnite. Maurizio non può però proseguire la propria marcia per problemi di rifornimento, ed è costrettoa ritirarsi verso nord, rinunciando a conquistare Dunkerque.

La difficile situazione convince gli Spagnoli a firmare, nel 1609, una tregua, della durata di dodici anni;durante questo periodo le Province Unite conoscono un vero e proprio periodo di splendore, con unincremento nei commerci e nelle forze militari e con una grande fioritura nelle arti.

Gli Olandesi, considerando l'importanza di proteggere i loro commerci marittimi, incrementati nel 1602dalla fondazione della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, decidono di puntare sulla creazionedi una potente marina militare, che si rivelerà fondamentale nei successivi scontri con la Spagna.

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Quando comincia ad avvicinarsi il 1621, data di scadenza della tregua, Spagna e Province Unite tentano

di giungere a una pace permanente, ma due fattori lo impediscono: da un lato la richiesta di ognuna

delle parti che l'altra garantisca libertà di religione nel suoi territori, dall'altro varie controversie sulle

rotte commerciali.

Le ostilità perciò riprendono, con gli Spagnoli che tentano ancora di riconquistare le Province Unite, e

gli Olandesi che, utilizzando la loro potente flotta, ostacolano i traffici spagnoli sugli oceani. Il conflitto

si inserisce nel più ampio contesto della Guerra dei trent'anni.

L'inizio delle ostilità vede gli spagnoli all'offensiva. Nel 1624 le forze spagnole comandate da

Ambrogio Spinola (marchese di los Balbanes, genovese al servizio della Spagna) stringono d'assedio

Breda, prendendola l'anno seguente. Nel corso dell'assedio muore Maurizio di Nassau, e il comando

delle operazioni olandesi passa a suo fratello Federico Enrico d'Orange.

Poi le sorti del conflitto girano a favore delle Province Unite. Nel 1629 Federico Enrico conquista la

fortezza chiave di Hertogenbosch, considerata inespugnabile; la sua perdita rappresenta un colpo

durissimo per le forze spagnole. Nel 1632 Federico Enrico intraprende la cosiddetta "Marcia sulla

Mosa", conquistando Venlo, Roermond e Maastricht.

Successive mosse olandesi per la conquista di Anversa e Bruxelles si rivelano però fallimentari anche

perché le forze olandesi trovano scarso supporto, o addirittura ostilità, tra la popolazione ormai

completamente cattolica della parte sotto dominio spagnolo: la spaccatura tra i Paesi Bassi settentrionali

(calvinisti) e i Paesi Bassi meridionali (cattolici) è ormai divenuta definitiva.

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Nel corso del '600 secolo gli Olandesi (con le Compagnie delle Indie Orientali e Occidentali e la loro

potente flotta mercantile) riescono a prevalere sulle colonie portoghesi e spagnole.

Stabiliscono basi commerciali sulle coste atlantiche dell’Africa e si assicurano il controllo del Capo di

Buona Speranza.

Raggiungono l’Estremo Oriente stabilendosi a Giava, Sumatra e nelle Molucche.

Nel nuovo mondo costituiscono basi commerciali in Brasile e, nel Nord-America (Nuova Amsterdam è

abitata dal 1624 e sarà la futura New York).

Amsterdam passa da circa 20000 abitanti nel 1566 a più di 100000 nel 1620, diventando il porto e il

centro commerciale più importante del nord Europa.

Il '600 rappresenta per l’Olanda il Secolo d’Oro: il commercio, le scienze e le arti olandesi (Rembrandt,

etc…) raggiungono il massimo splendore.

Nel 1609 è fondata la Borsa di Amsterdam, un secolo prima di quella inglese.

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Nel 1594 Filippo II aveva deciso di rendere semi-indipendenti le dieci Province cattoliche delle

Fiandre, rimaste fedeli alla Spagna e in lotta contro le Province Unite del nord (Olanda). L'anno dopo la

carica di Governatore è affidata ad Alberto d’Asburgo (1559-1621) sesto figlio dell’Imperatore

Massimiliano II d’Asburgo e di Maria di Spagna, figlia di Carlo V. Alberto sposa nel 1598 Isabella

Clara Eugenia (1566-1633) figlia di Filippo II, che, morto il padre nello stesso anno, diviene la titolare

del Regno delle Fiandre.

Il regno di Alberto e Isabella segna un periodo di pace e di relativo benessere per i territori delle

Fiandre spagnole, anche grazie alla pace con tra Spagna e Inghilterra (del 1604) e della tregua di 12

anni con l’Olanda tra 1609 e 1621.

Nel 1621 muoiono Alberto e Filippo III. Nel 1630 Isabella, senza figli, si ritira in convento e lascia il

governo delle Fiandre al nipote Ferdinando d’Asburgo (il Cardinale Infante), figlio di Filippo III.

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La Francia, dopo la morte di Enrico IV nel 1610 si ha la reggenza di Maria de’ Medici per conto del

figlio Luigi XIII. Maria de’ Medici cambia la politica estera del marito passando a un accordo con la

Spagna, consolidato (1615) dai matrimoni del figlio con Anna d’Asburgo, infanta di Spagna e della

figlia Elisabetta con il Principe delle Asturie, poi re Filippo IV.

Questa politica (portata avanti con l'aiuto di Concino Concini, favorito delle Reggente) trova forti

opposizioni nella nobiltà francese.

Nel 1617 Luigi XIII fa uccidere il Concini e toglie ogni potere alla madre, confinandola nel castello di

Blois. Il governo della Francia, per quattro anni, è nelle mani del favorito del Re: Charles d’Albert duca

di Luynes, che non si comporta tanto meglio del Concini.

Alla sua morte (1621) la Francia si trova in un disordine estremo: il Paese è sconvolto da rivolte e i

nobili tendono a comportarsi da padroni assoluti nei propri territori, ignorando l’autorità regale; gli

Ugonotti, sfruttando i diritti concessi loro in alcune città dal trattato di Nantes, creano una loro

organizzazione politico-religiosa, formando quasi una repubblica democratica entro la monarchia

francese e sembrano pronti a separarsi dallo stato francese.

Dopo qualche anno di rapporti burrascosi, Luigi si riconcilia con la madre nel 1622, grazie anche

all’opera di un abile diplomatico: il vescovo di Luçon, Richelieu. Con l'aiuto di Richelieu, Maria è

riammessa nel Consiglio di Stato.

Nel 1623 è raggiunto con gli Ugonotti un precario accordo (trattato di Montpellier).

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Armand du Plessis de Richelieu, vescovo di Luçon (Vandea) e poi cardinale (1622) si era distinto

inizialmente come consigliere politico di Maria de’ Medici.

Favorisce la riconciliazione tra il Re e la madre; nel 1624, su consiglio di questa, il Re lo ammette nel

Consiglio di Stato. Poco dopo Luigi XIII lo nomine Primo Ministro.

Nel giro di qualche mese Richelieu domina e rinnova il Consiglio, soggioga Luigi XIII con il suo genio

e inizia a tracciare la nuova politica della Francia. Il potere assoluto del cardinale proseguìrà per 18

anni, fino alla sua morte. La sua politica darà alla Francia grandi vantaggi, ma le guerre e le agitazioni

da lui causate sconvolgeranno l’Europa.

Richelieu si rivela ben presto contrario alla politica estera di Maria e rovescia tutte le alleanze spagnole

da lei allacciate. Spinge inoltre gli altri stati europei alla guerra contro gli Asburgo fornendo mezzi

finanziari, militari e l’aiuto di comandanti francesi.

Provvede a consolidare la situazione in Francia, in particolare lottando contro il potere degli Ugonotti.

Maria entra presto in conflitto con il Cardinale e cerca di opporsi a lui, ricorrendo anche ad una sorta di

complotto per esautorarlo; proprio in seguito al fallimento di questo complotto, nel 1630 Maria perde

ogni autorità, è costretta agli arresti domiciliari a Compiègne (inizio 1631) e poi mandata in esilio a

Bruxelles. Morìrà esule a Colonia (1642) mentre continua a tramare contro il Cardinale.

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Tra le prime azioni di Richelieu per perseguire la sua politica vi sono le seguenti.

Sono finanziati Palatinato e Olanda per fomentare la guerra verso l’Impero.

Un’armata francese (1624) occupa la Valtellina (che era affidata al Papa). Gli Spagnoli riescono abloccare i Francesi sul Lago di Mezzola, evitando la loro marcia verso Milano.

Matrimonio di Enrichetta, sorella di Luigi XIII, con Carlo I d’Inghilterra (1625).

Richelieu favorisce nel 1625 la guerra di Carlo Emanuele I contro Genova (alleata della Spagna) anchecon l’intervento di truppe francesi al comando del vecchio duca di Lesdiguières. La controffensivaspagnola costringe poi il Duca di Savoia a una strenua difesa di Verrua (1625). Quando poi lasituazione interna francese si fa critica per le nuove insurrezioni ugonotte, Richelieu abbandona il Ducadi Savoia e conclude una pace separata con la Spagna (1626).

Intensifica la lotta contro gli Ugonotti in particolare con l'assedio e capitolazione della piazzaforte di LaRochelle (1628). Con la pace di Alès (anche conosciuta come Édit de Grace) del 1629, Luigi XIIIconferma i principi di libertà dell’editto di Nantes, aggiungendo però clausole addizionali cheprevedevano per gli Ugonotti la rinuncia a ogni diritto politico e la cessione immediata di ogni città efortezza da essi controllata. La pace pone per il momento fine ai conflitti di religione che hannodilaniato la Francia (ma Luigi XIV riprenderà poi la repressione contro gli Ugonotti).

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Rodolfo d'Asburgo nasce a Vienna nel 1552, figlio 2°genito dell’arciduca Massimiliano (futuro

Massimiliano II) e Maria di Spagna. Re di Ungheria nel 1572 e re di Boemia nel 1575; è eletto il

medesimo anno Re dei Romani (questa carica indica il potenziale erede al trono imperiale). Succede al

padre nella carica di imperatore nel 1576. Uno dei gesti più significativi del regno di Rodolfo II è

quello di trasferire la corte da Vienna a Praga nel 1583. Qui, chiuso nel castello di Hradschin,

l'imperatore si dedica soprattutto al culto delle arti e delle scienze occulte. Ben presto da tutta Europa

accorrono a Praga bizzarre figure a metà strada tra la scienza, la magia e la ciarlataneria, ma anche veri

scienziati. Tra gli ospiti dell'imperatore vi furono gli astronomi Tycho Brahe e Giovanni Keplero.

Rodolfo II introduce nei domini asburgici la Controriforma, facendo nascere lotte tra gli stati tedeschi

con diverse fedi: nascono così la Lega Cattolica e la Lega Evangelica dell’Elettore palatino Federico

IV. Rodolfo II riesce però a gestire ancora abbastanza bene le diverse anime religiose che distinguono i

sudditi dell'Impero: con una "Lettera di Maestà" concede libertà di culto ai protestanti Ungheresi e

Boemi, ma solo dopo i disordini che lo stesso imperatore aveva provocato con i suoi eccessi.

Causa della rovina di Rodolfo II è la guerra contro i Turchi ai confini dell’Ungheria. Sordo all’ipotesi di

qualsiasi compromesso con il Sultano e convinto di poter riunire la Cristianità in una nuova crociata,

Rodolfo apre nel 1593 un conflitto che dura fino al 1606, chiamato “la Lunga Guerra”.

I rovesci della lotta ai Turchi e l'aggravarsi della malattia mentale di Rodolfo segnarono la sua fine. Nel

1604 gli ungheresi si rivoltano, guidati da István Bocskai, e nel 1605 l'Imperatore dve cedere al fratello

Mattia il controllo dell'Ungheria. Nel 1606 Mattia raggiunge un accordo con i rivoltosi (Pace di Vienna)

e con i Turchi (Pace di Zsitvatorok). I successi di Mattia gli alienano la simpatia del fratello e segnano

l’avvio di una guerra contro Rodolfo. Mentre Rodolfo prepara un'altra guerra contro i Turchi, Mattia,

appoggiandosi agli ungheresi, lo costringe a cedergli le corone di Ungheria, Austria e Moravia. Quando

Rodolfo risponde con le armi a richieste dei protestati boemi, Mattia si intromette: soldati fedeli a lui

rinchiudono Rodolfo nel castello di Praga, costringendolo a cedere al Mattia la corona di Boemia

(1612). Rodolfo muore nove mesi dopo, e Mattia è eletto Imperatore dopo altri cinque mesi.

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Figlio terzogenito di Massimiliano II e Maria di Spagna, Mattia inizia la sua carriera politica nel 1577

come governatore dei Paesi Bassi, dove resta fino al 1581. Sostituisce progressivamente il fratello

Rodolfo II nel governo dei territori degli Asburgo. Dal 1611 all'anno della sua morte, Mattia tiene

Rodolfo (formalmente ancora Imperatore) prigioniero "per la sua sicurezza e quella dell'impero" nel

castello di Praga. Alla morte di Rodolfo II, Mattia gli succede al trono imperiale nel 1612.

Nella politica interna ed estera Mattia riesce a mettere fine a rivolte scoppiate in Ungheria e al lungo

conflitto con l'Impero Ottomano, con la firma del trattato di Vienna e della Pace di Zsitvatorok (1606),

trattati avversati dal fratello Rodolfo, che è ancora ufficialmente Imperatore.

Mattia all'inizio del suo regno si mostra favorevole alla Chiesa Protestante, ma poi segue la politica

filocattolica degli Asburgo e toglie i privilegi ai protestanti boemi. La presenza di forti componenti

protestanti all'interno dell'Impero, la politica di tolleranza della Francia di Enrico IV verso gli Ugonotti,

i Calvinisti svizzeri e la potenza della Svezia protestante mettono in difficoltà Mattia che deve rivolgere

le sue speranze alle tradizionali alleate: Spagna e Papato.

Mattia nomina re di Boemia il cugino Ferdinando, intransigente cattolico; quando Ferdinando

impedisce la costruzione di alcune cappelle protestanti su terreni pretesi chiesa cattolica, avviene la

celebre "Defenestrazione di Praga" (1618): due legati imperiali, favorevoli alla Chiesa cattolica, sono

gettati da un finestra del castello di Praga dagli aristocratici protestanti boemi (fortunatamente cadono

indenni su un mucchio di rifiuti). È l'inizio della rivolta che dà l'avvio alla Guerra dei Trent'anni.

Mattia, che nel 1595 ha sposato la cugina Anna d’Austria, muore nel 1619 senza eredi: sul trono degli

Asburgo sale il cugino Ferdinando II.

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È la prima fase della Guerra dei 30 anni: una “fase interna” che coinvolge solo i territori dell’Impero.

Dopo la defenestrazione di Praga la rivolta si diffonde in tutta la Boemia; si iniziano negoziati per

placare il conflitto, ma la morte di Mattia nel 1619 e l'elezione a imperatore di Ferdinando, con il nome

di Ferdinando II, li interrompono. Ferdinando chiede aiuto agli Spagnoli (che inviarono fondi) e a

Massimiliano I di Baviera (che mette a disposizione l'esercito della Lega cattolica). I Boemi, a loro

volta, si rivolgono a Federico V del Palatinato, figlio del fondatore dell'Unione Evangelica,

promettendogli il trono di Boemia.

Inizialmente i Boemi ottengono alcuni successi, aiutati dalle contemporanee insurrezioni in Alta e

Bassa Austria e in Ungheria. Ma l’armata della Lega cattolica al comando di Johann Tserclaes, conte

di Tilly, riesce a riconquistare l’Alta Austria e (1620) sconfigge Boemi e Palatini nella battaglia della

Montagna Bianca vicino a Praga. La ribellione à così sedata, la Boemia è annessa ai territori ereditari

degli Asburgo e l'Imperatore procedette alla sua cattolicizzazione forzata, provocando la fuga di una

molti profughi e la ridistribuzione dimolte terre Boeme e Morave a nobili cattolici.

Anche su altri fronti (in particolare in Platinato) e negli anni successivi la guerra è favorevole alla Lega

Cattolica, aiutata dall’intervento spagnolo: alla fine Federico V del Palatinato è costretto a rinunciare

alla lotta e all’esilio.

Nel gennaio 1624 si scioglie l’armata evangelica Massimiliano I di Baviera nominato principe del

Palatinato (ma con titolo non ereditario).

Un breve intervallo di pace scende sull'Impero: sarà però presto interrotto dall'entrata in campo della

Danimarca a fianco dei protestanti.

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Carta della prima fase della guerra dei 30 anni: fase boemo palatina (1618-1624) che coinvolse solo gli

stati asburgici e dell’Impero.

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Tra l'VIII e il X secolo i Danesi, con i Norvegesi e Svedesi, sono conosciuti con il nome di Vichinghi. I

Vichinghi fondarono colonie, commerciarono e compirono incursioni e saccheggi in tutta Europa. Gli

esploratori vichinghi furono i primi a scoprire per caso l'Islanda nel IX secolo, e, probabilmente,

giunsero fino a Terranova in Canada.

I Vichinghi danesi furono i più attivi in Inghilterra e in Francia e riuscirono per un certo periodo a

conquistare e controllare alcune parti di quei paesi, fondando il Danelaw in Inghilterra ed Irlanda e la

Normandia in Francia.

Dall'inizio del '400 la Danimarca, insieme alla Norvegia e alla Svezia, fa parte dell’Unione di Kalmar:

un insieme di tre regni indipendenti con un unico sovrano

Nel 1523 la Svezia decide di lasciare l'unione.

Nel 1536 la Danimarca so converte al Luteranesimo. Danimarca e Norvegia confermano poco dopo la

volontà di restare unite, e saranno per molti anni in guerra con la Svezia.

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A inizio '600 il re di Danimarca e Norvegia è Cristiano IV, figlio di Federico II di Danimarca, salito al

trono a 11 anni di età, alla morte del padre. Sotto tutela di un Consiglio di reggenza assume i poteri

effettivi nel 1596.

La sua politica interna è volta alla sistemazione dello stato e alla costruzione di nuove fortezze; fu

questo motivo è amato dal popolo e avrà fama di sovrano illuminato.

La pericolosa vicinanza dell'emergente Svezia e la volontà di riportare questo regno nell’Unione lo

portò nel 1611 allo scontro armato con gli svedesi (Guerra di Kalmar).

Da parte sua la Svezia cercava con la guerra sbocchi sul mare aperto e libertà di passaggio nel Kattegat

(tratto di mare tra Svezia e penisola danese dello Jutland) svincolandosi dal pagamento dei dazi imposto

dalla Danimarca.

La Danimarca invade la Svezia con un grande esercito e conquista molte città, tra le quali la città di

Kalmar, dopo un assedio e un attacco tra i più sanguinosi.

Dopo altri successi danesi (nel frattempo è morto il re di Svezia Carlo IX) si giunge, a inizio 1613 alla

pace di Knäred, con la mediazione del re d’Inghilterra Giacomo I.

Non si hanno grandi cambiamenti territoriali. La Svezia ottiene il libero passaggio attraverso il Kattegat

ma deve pagare un forte riscatto per riavere le fortezza perse. Cristiano si serve del denaro ottenuto per

fondare nuove città e fortezze, tra le quali Christiania (Oslo), dopo che un incendio aveva in precedenza

distrutto la città originale.

Dopo questa guerra Cristiano IV cerca di affermare il sui predominio sul mar Baltico e sul Mare del

Nord, guardando con interesse le terre del nord della Germania, in particolare i porti di Brema e di

Amburgo.

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La vittoria cattolica nella prima fase della Guerra dei 30 anni spaventa molti Principi protestanti, chetrovarono una guida nel re di Danimarca Cristiano IV. Nella dieta di Lüneburg del 1625, diversiPrincipi protestanti tedeschi formano un'alleanza anti-asburgica con Danimarca, Olanda e Inghilterra,con l'appoggio esterno francese (inizia la fase danese della Guerra di 30 anni).

Per combattere questa minaccia, l'Imperatore Ferdinando II dà l’incarico di arruolare un nuovo esercitoad Albrecht von Wallenstein, un nobile boemo arricchito con le vittorie degli anni precedenti.Wallenstein, abile organizzatore, arruola un forte esercito si mette al servizio dell'Imperatore, in cambiodel bottino che riuscirà ricavare nelle campagne di guerra.

I cattolici sono i primi a passare all'offensiva: Wallenstein e il conte di Tilly portano a nord i loroeserciti.

Cristiano IV si trova in una situazione difficile, anche perché è militarmente poco appoggiato dai suoialleati. L'esercito danese deve affrontare, quasi da solo, due armate cattoliche.

Wallestein sconfigge i protestanti nella battaglia del Ponte di Dessau sull’Elba (aprile 1626); poi iDanesi sono duramente sconfitti dal Tilly a Lutter in Bassa Sassonia (agosto 1626).

Le truppe imperiali distruggono l’anno dopo le ultime forze di Cristiano IV, occupano lo Jutland ecostringono i Danesi a ritirarsi nelle isole del Mar Baltico.

Ma Il costo della guerra sta diventando proibitivo per l'Impero e si giunge perciò a un accordo:Cristiano IV firma la pace di Lubecca (22 maggio 1629) con la quale egli si impegna a non inserirsi piùnelle vicende dell'Impero ottenendo in cambio la restituzione dei territori occupati.

L'Imperatore, nel marzo 1629, sotto l'influenza dei cattolici emana l'Editto di restituzione, che impon larestituzione alla Chiesa delle terre confiscate dopo la pace di Augusta. Il provvedimento ha un effettodisastroso dal punto di vista politico, perché suscita la reazione dei Principi luterani ancora rimastineutrali e della Svezia che, poco dopo, entra in guerra.

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Albrecht von Wallestein è uno dei maggiori generali del primo periodo della Guerra dei 30 anni. Natoin Boemia nel 1583, da famiglia probabilmente di origine germanica, allo scoppiare della Guerra dei 30anni si schiera dalla parte dell’Imperatore.

Dopo la vittoria imperiale della Montagna Bianca (1620) partecipa con fortuna crescente e con carichesempre più elevate alla repressione dei ribelli, traendo ricchezze tali da formare un proprio esercitomercenario da offrire all’Imperatore nel momento di bisogno.

Mentre il Tilly fronteggia Danesi, Wallestein muove contro il conte Ernesto di Mansfed, comandantedelle truppe palatine, e lo sconfigge gravemente presso il ponte di Dessau, sull'Elba il 25 aprile 1626;poi lo insegue e, pur a fronte di perdite enormi, annienta le sue truppe (Mansfeld morirà poco dopo).

Inizia così il periodo del maggior fulgore di Wallestein: le sue truppe imperiali si spingono nellaGermania del nord saccheggiando e impoverendo quei paesi. Ottiene titoli imperiali, diventa“ammiraglio del mar Baltico” e sconfigge definitivamente i Danesi.

Queste sue vittorie, la sua grande ambizione (voleva crearsi un principato indipendente) e ledevastazioni del suo esercito suscitano però odio e diffidenza presso i principi imperiali che nella Dietadi Ratisbona (1630) convincono l’Imperatore a licenziare il generalissimo.

Il ritiro del Wallestein a vita privata dura meno di due anni, poiché la morte del Tilly gli riapre ilcampo. Ricostituisce l'esercito e riottenne i suoi titoli.

Dopo aver riconquistata Praga (1632) preferisce stare sulla difensiva per evitare di combattere controGustavo Adolfo. Ma quest'ultimo, lo insegue in Sassonia e lo ferma nella battaglia di Lützen (novembre1632) dove però Gustavo Adolfo è ucciso.

Per questa sconfitta e per la riluttanza a muovere ancora contro i Protestanti, Wallestein è sospettato di

tradimento a favore della Svezia. L'Imperatore, accordatosi con i generali al seguito del Wallestein, lo

fa uccidere da sicari (1634).

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La storia medievale svedese è simile a quella della Danimarca: il regno di Svezia fa parte dell’Unione

di Kalmar.

Nel 1523 Gustavo Vasa, capostipite della famiglia, dopo qualche anno di lotte, riesce a staccare la

Svezia dall’Unione di Kalmar e diviene re di Svezia (Gustavo I). Rimane sul trono per 37 anni fino alla

sua morte nel 1560.

Gustavo I introduce in Svezia la riforma luterana e confisca i beni della Chiesa per rimettere ordine alle

casse dello Stato. Durante il suo regno ha inizio una guerra contro la Russia (Guerra di Livonia, 1558-

1583).

Alla sua morte (1560) il regno passa al figlio Erik, che continua contro la Russia e inizia una guerra

contro la Danimarca (1563, Guerra dei 7 anni). Per l'acutirsi della follia di cui soffre da tempo, è

estromesso dal regno nel 1568 e gli succede il fratello Giovanni III.

Giovanni III cerca invano di ripristinare in Svezia la fede cattolica; ha qualche successo militare e poi

firma la pace con la Danimarca, nel trattato di Stettino del 1570.

Alla sua morte (1592) dovrebbe succedergli il figlio Sigismondo III, cattolico e eletto Re di Polonia nel

1587. Ma la Svezia non lo accetta come Re, anche perché il Sinodo di Uppsala ribadisca la fede

luterana della Svezia. Dopo pochi anni, nel 1599, lo zio Carlo (fratello dei due precedenti re) riesce a

detronizzarlo definitivamente, divenendo lui re di Svezia come Carlo IX.

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Carlo IX è una figura di spicco nella politica svedese della seconda metà del '500 secolo, anche prima

di essere Re: uomo energico e capace, esercita poteri sempre maggiori nei regni dei fratelli Erik XIV e

Giovanni III e quindi sotto il nipote Sigismondo, per il quale è reggente.

Paladino della riforma protestante, Carlo non accetta gli ordini di Sigismondo per il ritorno al

cattolicesimo. Nel 1598 Sigismondo arriva con un esercito per riportarlo all'ubbidienza, ma è sconfitto

da Carlo, che poi si proclama Re di Svezia (1599).

Il breve regno di Carlo IX è una serie ininterrotta di guerre. L'ostilità con la Polonia e la rottura con la

Russia lo coinvolgono in una serie di contrasti che portano alla Guerra Polacco-Svedese ed alla guerra

d’Ingria, mentre le sue pretese sulla Lapponia lo portarono ad una guerra con la Danimarca negli ultimi

anni del suo regno. In tutte queste guerre, Carlo IX ha poco successo, sostanzialmente perché si deve

scontrare con eserciti più potenti e preparati del suo.

Carlo IX continua l'opera iniziata da suo padre Gustavo I per consolidare il potere della Svezia e per

affermarla come stato protestante. Muore nel 1611 e gli succede il figlio Gustavo Adolfo.

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Un'età d'oro nella storia svedese inizia con la morte di Carlo IX (1611) e la salita al trono di Gustavo IIAdolfo, che diventerà il più importante re di Svezia. Quando sale al trono ha solo 17 anni e governasino al 1617 sotto un Consiglio di reggenza. Fin dall'inizio il giovane re prende ardite decisioni per ilbene del paese: accorda privilegi alla grande feudalità e crea un esercito innovativo.

Il regno sta combattendo tre guerre: la guerra di Kalmar contro la Danimarca, la guerra d'Ingria controla Russia e la guerra contro la Polonia. Chiude la prima di queste guerre con la pace di Knäred, (1613)che pur svantaggiosa scongiura ulteriori successi del re Cristiano IV di Danimarca, e guadagna allaSvezia l'appoggio dei protestanti olandesi, preoccupati dall'espansionismo danese; gli Olandesi aiutanoil giovane re a pagare i debiti.

Chiusa la guerra con la Danimarca, Gustavo Adolfo volge la sua attenzione a oriente, dove il cuginoSigismondo, re di Polonia, sta combattendo i russi dello zar Michele nella Guerra d'Ingria. Tra alternevicende, la guerra dura fino al 1617: la pace, siglata a Stolbova, priva la Russia di uno sbocco sulBaltico e garantisce il dominio svedese sino al lago Ladoga (non lontano da San Pietroburgo).

Il conflitto che lo vede più coinvolto è quello con la Polonia, il cui re Sigismondo vuole detronizzarlo.La guerra dura dodici anni e vede l'intervento della Danimarca a fianco degli Svedesi, e dell'Austria afianco dei Polacchi. Cristiano IV di Danimarca cede all'avanzata austriaca (pace di Lubecca, 1629) maGustavo II riesce a piegare Sigismondo, facendosi dare i territori della Livonia, con la capitale Riga.

È nel corso di questa guerra che Gustavo Adolfo pensa di allearsi con i principi protestanti tedeschicontro gli Asburgo. Per cementare questa alleanza, nel 1620 il re di Svezia sposa Maria Eleonora delBrandeburgo, figlia dell'elettore Giovanni Sigismondo di Brandeburgo

Dopo l’Editto di restituzione (1629) il re di Svezia entra in guerra contro l’Impero a fianco dei Principiluterani. Inizia la fase svedese della Guerra dei Trent’anni (1630-1635). Gustavo Adolfo sbarca inPomerania nel 1630. Nel 1631, alleato con la Francia che gli fornisce denaro, inizia un’offensiva control’Impero e, pur poco aiutato dai Principi luterani, ottiene vittorie a Breitenfeld e Lipsia contro la Legacattolica del Tilly. Gli Svedesi occupano Monaco (Baviera) e Magonza (Renania-Palatinato). Nellabattaglia (aprile 1632) vinta dagli Svedesi sul fiume Lech, in Baviera, muore il conte di Tilly. GliSvedesi sono infine fermato da Walleinstein a Lutzen, dove Gustavo Adolfo muore in battaglia.

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La storia del regno di Polonia inizia versi il 966 quando l’Imperatore Ottone I il Grande affida il titoloducale al conte Mieszko, condottiero dei Polani, popolo di origine ceco/slava stanziatosi nel nord dellaregione. Mieszko I riunisce le varie tribù, sposa la duchessa ceca cristiana Dubrawka, si fa battezzare eintroduce il cristianesimo nel suo stato pagano. In epoca medievale, dopo varie divisioni feudali el’invasione dei mongoli, sale al trono nel 1333 Casimiro III il Grande e inizia un’età d’oro: il Castellodi Wawel (la sede reale) è ristrutturato e nel 1364 è fondata l’Università di Cracovia.

Nel 1386 la dinastia polacca e quella lituana si uniscono, e sul trono sale il granduca di LituaniaLadislao II, che fonda la dinastia degli Jagelloni (al governo per due secoli). Ciò per contrastare ilpericolo comune rappresentato dai Cavalieri Teutonici che volevano i territori polacchi lungo la costadel Mar Baltico. Questi appartenevano a un ordine monastico militare sorto in Terrasanta durante laterza crociata e poi stabilitosi nella zona baltica per cristianizzare le popolazioni locali (Crociate delNord). Grazie all’unione delle forze, il Regno polacco riesce a sconfiggere l’Ordine Teutonico nellabattaglia di Tannenberg (o Grunwald, in Polonia) del 1410. Nel 1466, al termine di un’altra guerradurata 13 anni con il regno di Polonia, i Cavalieri Teutonici riducono il loro dominio territoriale allasola Prussia orientale. Nel 1525 il 37esimo Grande maestro dell’Ordine, Alberto di Hohenzollern-Ansbach si converte al luteranesimo e secolarizzò i possedimenti prussiani, assumendo il titolo di ducadi Prussia.

Nel 1569, con un atto di unione reale (Unione di Lublino) tra Regno di Polonia e Granducato diLituania, si forma la Confederazione polacco-lituana. Lo stato comprende non soltanto gli attualiterritori di Polonia e Lituania ma anche la Bielorussia, gran parte dell‘Ucraina e della Lettonia e alcuniterritori occidentali dell'attuale Russia. È il regno più vasto d’Europa: è il periodo d’oro per laConfederazione con l’estensione del territorio e lo sviluppo economico e culturale. La confederazioneha una grande tolleranza religiosa, forte la presenza di Ebrei. Deve però subire ai suoi confini alcuneinvasioni tartare con migliaia di schiavi deportati.

La Polonia partecipa alla prima guerra del nord (o di Livonia, 1558-1583) insieme alla Danimarca e allaSvezia contro la Russia che tenta di affacciarsi sulle coste del Mar Baltico.

Nel 1572 muore l’ultimo degli Jagelloni, Sigismondo Augusto, senza eredi e la monarchia polaccadiviene di tipo elettivo (la nobiltà polacca decideva con “libere elezioni” il nuovo Re). Il primo elettonel 1573 è il francese Enrico di Valois, figlio di Caterina de’ Medici e futuro Enrico III di Francia.

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Sigismondo III Vasa diventa re di Polonia nel 1587. Appartenente alla famiglia reale Vasa di Svezia,

era figlio di Giovanni III e della principessa di Polonia Caterina Jagellona, sorella di Sigismondo

Augusto. Eletto al trono della Confederazione Lituano-Polacca dopo aver vinto la contesa con

Massimiliano III, 3° figlio dell’Imperatore Massimiliano II.

Sigismondo nel 1594, due anni dopo la morte del padre, crea una confederazione personale tra Polonia

e Svezia (Unione polacco-svedese). Per il supporto dato da Sigismondo alla Controriforma la sua figura

è però malvista nella Svezia protestante. Lo zio Carlo si ribella a Sigismondo, accusandolo di voler

riportare la Svezia al Cattolicesimo. Nel 1599 Sigismondo, sconfitto nella battaglia di Stångebro, deve

lasciare la Svezia allo zio (re Carlo IX). Polonia e Svezia restano in guerra sino al 1629, in particolare

per il possesso della Livonia, che va infine alla Svezia.

Nell’ultima parte del suo regno si hanno diversi conflitti (1605 - 1618) con la Russia, in difficoltà

interne (periodo dei torbidi). Scopo delle Polonia è l'estendere i propri territori, ma non ottiene grandi

successi; scava però un solco tra Polonia e Russia.

Il lungo regno di Sigismondo coincide con l'apice del prestigio e della la forza politica e economica

della Polonia (ma presto si manifesteranno i primi sintomi di decadenza). La capitale è trasferita da

Cracovia a Varsavia (più vicina al centro del paese e alla Svezia). Sigismondo è cattolico, fautore della

Controriforma, e contro le libertà religiose.

Sigismondo III sposa in prime nozze, nel 1598, Anna d’Asburgo (1573-1598), sorella del futuro

imperatore Ferdinando II: 5 i figli tra i quali Ladislao IV che gli succedette. Anna morì di parto nel

1598 e Sigismondo si risposò nel 1605 con la di lei sorella Costanza d’Asburgo (1588 - 1631) che gli

diede 7 figli. Sigismondo morì a Varsavia nel 1632 all’età di 65 anni.

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Carta della Confederazione polacco-lituana nel 1635, poco dopo la morte di Sigismondo.

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Prima del IX secolo la Russia europea è abitata da diverse etnie riunite in piccoli stati. I primi nucleidella nazionalità russa si formano verso la fine del IX secolo intorno a Kiev, entro i confini di uno statochiamato Rus' di Kiev, grazie all'opera di principi del popolo dei Rus' (di stirpe slava e vichinga)provenienti da Velikij Novgorod, sotto la guida di Rjurik I. Dopo un periodo sotto la dinastia dei Rjurik,nel XII secolo lo Stato si smembra in vari principati locali in un regime di tipo feudale.

Nel 1237, il paese è invaso dai Mongoli guidati da Genghis Khan che fondano il "Khanato dell'Ordad'Oro", tra il Don e il Volga. I principati russi sono ridotti in posizione subordinata, anche se i Mongolisi limitano a esigere tributi e a un blando un controllo politico, restando nella loro capitale, Saraj, nelbasso Volga.

In questo periodo anche altre nazioni rivolgono il loro interesse alle terre russe: Impero svedese,Livonia (Cavalieri Teutonici) e Lituania, ma sono sempre stati fermati. Una delle figure più famose delperiodo è Alessandro, detto Nevskij (della Neva) granduca di Vladimir e principe di Novgorod, che nelsconfigge gli Svedesi sul fiume Neva (1240) ed i Livoni nella battaglia sul lago dei Ciudi (1242, alconfine tra Estonia e Russia).

Nel periodo della dominazione mongola si afferma la supremazia dei principi di Mosca che ampliano iloro territori, anche approfittando della loro posizione di esattori dei tributi per conto dei Mongoli.Nello stesso periodo il metropolita greco-ortodosso di Kiev si trasferisce a Mosca, che diviene il centroreligioso del paese.

Nel 1380, il principe di Mosca Dimitri Rjurik porta i Russi alla loro prima vittoria contro i Mongoli,nella battaglia di Kulikovo e inizia a espandere verso Est il suo principato che diviene un impero. Nel1480 il principe di Mosca Ivan III, detto il Grande (1462-1505) e considerato il vero fondatore dellostato russo, può dichiarare decaduto ogni dovere verso il Khan mongolo.

Ivan III, sposa nel 1472 la nipote dell'ultimo Imperatore bizantino (Costantino XI Paleologo), Sofia, edà inizio al mito della "Terza Roma", secondo il quale la Russia sarebbe diventata l'erede della civiltàromano-bizantina.

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L'espansione territoriale verso est continua con Ivan IV; detto il Terribile (1533-1584), nipote di IvanIII, che per primo assume il titolo di zar (cioè di Cesare). Ivan IV è un sovrano dispotico: combatté unadura lotta per ridimensionare il potere dei suoi feudatari (Boiardi) e governa in modo assoluto.Introduce la servitù della gleba e subordina la Chiesa Ortodossa russa all'autorità del sovrano.

Gli succede il figlio Fëdor I, debole di mente, che sarà l’ultimo della dinastia dei Rjurik e muore nel1598.

Il suo successore è il cognato Boris Fëdorovič Godunov (1551/2-1605). Godunov prosegue la politicadi Ivan IV, combatte con successo contro la Svezia, stimola il commercio estero aprendo le frontiererusse agli stranieri, invia diversi giovani a studiare in Europa, arricchisce il Cremlino. Nel 1604l'opposizione di parte dei boiardi e l'insoddisfazione popolare sfociano in una rivolta guidata da un falsodiscendente di Ivan IV. Boris Godunov muore improvvisamente nel 1605, dopo solo sette anni diregno, lasciando l'instabile regno al figlio Fëdor II Borisovič, che è ucciso dai boiardi pochi mesi dopo.Alla vita di Boris Godunov sono ispirati il dramma di Aleksàndr Sergeevič Puŝkin e l’opera di ModestPetrovič Musorgskij.

Dopo la morte di Godunov segue un periodo di anarchia (periodo dei torbidi, 1605-1613) con passaggidi potere, rese di conti tra i boiardi e gli zar che si succedevano, spesso con interventi armati dellavicina e potente Confederazione polacco-lituana che cercava di introdursi sul territorio russo (perqualche tempo arrivarono a occupare Mosca).

Dopo una rivolta nazionale che porta alla liberazione di Mosca, nel 1613 è eletto zar MicheleRomanov, che regnerà come Michail III fino al 1645. Michail era il figlio non ancora diciassettenne diFëdor Romanov, perseguitato sotto il regno di Boris Godunov e che come patriarca della Chiesa russa,era ostaggio del re di Polonia. Rientrato in patria nel 1619 Fëdor Romanov, diventa di fatto il verogovernante della Russia, dirigendo la politica del figlio fino al 1633, anno della morte.

Inizia così la dinastia dei Romanov che durerà tre secoli, fino alla Rivoluzione di Ottobre del 1917.

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Nell’ottobre 1626 muore Ferdinando Gonzaga all’età di 39 anni e senza figli. Ha sposato Caterina de’

Medici, figlia di Ferdinando I de’ Medici, Granduca di Toscana. L’unico erede rimasto è il cardinale

Vincenzo, che ha 7 anni meno del fratello, ha lasciato la porpora per sposare Isabella Gonzaga di

Novellara che ha 18 anni più di lui. Quando diventa Duca è già malato, non ha figli e ha in corso

l’annullamento del suo matrimonio presso la Sacra Rota. Resta come unica erede diretta Maria, 17enne

figlia del fratello maggiore Francesco IV, morto giovane, e di margherita di Savoia (la figlia di C.

Emanuele I). È tenuta quasi in ostaggio dallo zio nel convento di Sant’Orsola a Mantova, temendo

l’intervento del nonno, il Duca di Savoia, che ha pretese sul Monferrato.

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Non essendoci eredi maschili alla successione, già Ferdinando II nel 1625 ha fatto venire dalla Francia

Carlo di Rethel, figlio di Carlo Gonzaga-Nevers, del ramo francese dei Gonzaga, per una possibile

successione se il ramo principale fosse rimasto senza eredi, con grande soddisfazione del cardinale

Richelieu che caldeggia una successione favorevole al trono di Francia su un territorio molto ambito

politicamente dalle varie nazioni.

Alla corte di Mantova si ipotizza anche un matrimonio di Carlo di Rethel con Maria Gonzaga, mentre la

madre e gli Spagnoli vorrebbero farla sposare al duca Vincenzo quando questi abbia ottenuto

l’annullamento del suo precedente matrimonio.

Vincenzo Gonzaga però muore il 25 dicembre 1627, dopo aver benedetto il matrimonio di Maria con

Carlo di Rethel. Carlo di Gonzaga-Nevers, il padre dello sposo, diventa il nuovo Duca di Mantova con

l’appoggio francese.

Gli Spagnoli e l’Impero, di cui Mantova è vassallo, sono contrari alla decisione. C. Emanuele I, pronto

ad inserirsi in ogni azione di guerra, si accorda con gli Spagnoli per una spartizione del Monferrato.

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L’obiettivo di Luigi XIII e Richelieu è chiaro: con il duca Carlo I, Mantova entrerà nella loro orbita,

rafforzando la presenza francese in Italia. Se poi il figlio Carlo di Rethel sposasse l’unica discendente

del ramo principale, Maria, la situazione si consoliderebbe ulteriormente.

L’Imperatore Ferdinando II e la Spagna sono ostili a questa soluzione: in tal modo la presenza francese

diverrebbe pesante ai loro confini. Premono per una successione più vicina ai loro interessi: quella di

Ferrante Gonzaga, del ramo collaterale dei Guastalla.

Il papa Urbano VIII, filo francese, vede di buon occhio i Gonzaga-Nevers ed è favorevole al

matrimonio tra Carlo di Rethel e Maria.

Il duca di Savoia Carlo Emanuele I, interessato al Monferrato e di fronte ad una situazione non chiara,

cerca da una parte un accordo col Duca di Nevers e dall’altra apre negoziati con la Spagna, offrendo

appoggio in cambio di parte del Monferrato.

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Alla fine il Duca trova un accordo con don Gonsalvo de Cordova, governatore spagnolo di Milano,

proprio lo stesso giorno della morte del duca Vincenzo Gonzaga, il 25 dicembre 1627, per la divisone

del Monferrato tra Spagna e Ducato di Savoia.

L’obiettivo principale degli Spagnoli è Casale, difesa da una guarnigione francese, al Duca sono

promesse alcune terre del Monferrato.

Nel 1628, approfittando dell’impegno della Francia nell’assedio di La Rochelle, òa Spagna e Carlo

Emanuele I iniziano la guerra. Il Duca, secondo il suo stile cioè senza dichiarazione di guerra, invade

parte del Monferrato e conquista Alba, Trino, San Damiano e Moncalvo.

Gli Spagnoli hanno frattanto iniziato l’assedio di Casale con forze insufficienti e, come ci scrive

Manzoni nei Promessi Sposi, con poca convinzione. Il Duca di Mantova chiede aiuto ai Francesi che,

seppur ancora impegnati a La Rochelle, inviano un’armata attraverso il Passo dell’Agnello, che è però

intercettata a dai Sabaudi a Villar (Sampeyre) in Valle Varaita e sbaragliata.

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Dopo la capitolazione di La Rochelle, avvenuta il 29 ottobre del 1628, dopo 45 mesi di duro assedio, la

Francia può volgere le sue attenzioni verso il teatro italiano.

Nel febbraio 1629 una grossa armata francese, guidata dal Re e dal Cardinale di Richelieu, scende ai

confini del ducato di Savoia e a Gravere, in valle di Susa, sconfigge le forze ducali occupando Susa.

Carlo Emanuele I si ritia ad Avigliana.

Il Richelieu impone al Duca una serie di dure condizioni (trattati di Susa e Bussoleno): egli dovrebbe

anzitutto convincere Spagnoli e Imperiali a togliere l’assedio a Casale, e ad abbandonare ogni mira su

Mantova; poi dovrebbe restituire le terre conquistate nel Monferrato al legittimo proprietario, il duca di

Mantova; infine dovrebbe entrare in una Lega con Francia, Venezia e Papa contro gli Asburgo.

Il governatore di Milano Don Gonsalvo de Cordova, che non sta ricevendo aiuti dalla Spagna, accetta

di abbandonare l’assedio di Casale, ma Filippo IV lo sostituisce con Ambrogio Spinola che continua

con maggiore impeto l’assedio di Casale

Anche l'Imperatore Ferdinando II non accetta le imposizioni francesi; anzi, ritenendo Mantova feudo

imperiale, invia in Italia un esercito con i famosi Lanzichenecchi guidati da Rambaldo di Collalto per

assediare Mantova.

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All’inizio del 1630 il cardinale Ministro, nominato generalissimo delle armate francesi, torna in

Piemonte con una grossa armata.

Richiede al Duca di Savoia, sulla base dei recedenti trattati, il transito in bassa val di Susa per poter

portare soccorso a Casale,. Il Duca tergiversa e blocca i Francesi ad Avigliana.

A questo punto il Cardinale tenta a suo modo di sbloccare la situazione: prima fa minacce e un fallito

attentato a Rivoli per uccidere Carlo Emanuele I e il figlio Vittorio Amedeo; poi manda in segreto a

Torino oltre 600 francesi per aprire le porte della città; la macchinazione è scoperta e i francesi cacciati.

Allora Richelieu, su suggerimento del legato pontificio Giulio Mazarino, decide di cambiare strategia

spostando l’asse operativo verso Pinerolo che è assediata e conquistata il 31 marzo 1630. Ora i francesi

possono dilagare nella pianura piemontese e prendono in successione Avigliana, Reano, Bricherasio,

Saluzzo. Anche tutta la Savoia è invasa dalle truppe del Re di Francia: resiste eroicamente solo

Montmélian.

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I terribili Lanzichenecchi di Rambaldo di Collalto hanno posto l'assedio a Mantova, che è pure colpita

da un'epidemia di peste (è la famosa peste descritta dal Manzoni, portata sul territorio lombardo dalle

truppe tedesche). Invano Veneziani e Francesi cercano di aiutare la città a difendersi. Il Duca Carlo si è

allontanato dalla città.

La notte del 18 luglio 1630 prima il castello di San Giorgio poi tutta la città sono presi dai tedeschi con

un’abile azione di sbarco dal lago.

Ha luogo il saccheggio più crudele e disumano del secolo, con tre giorni di violenze; un immenso

tesoro d’arte va perso o distrutto.

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Carlo Emanuele I si è ritirato a Savigliano. Sta cercando di raccogliere nuove milizie e spera ancora in

aiuti spagnoli e imperiali. In questa città gli giunge la terribile notizia del sacco di Mantova.

Poco dopo il Duca si ammala di febbri polmonari: pleurite, oppure peste (una forma colpisce anche le

vie respiratorie). Nato il 12 gennaio 1562 a Rivoli, muore il 26 luglio 1630 a Savigliano all’età di 68

anni, dopo 50 anni di regno. È sepolto nel Santuario di Vicoforte, presso Mondovì.

L’eredità che Carlo Emanuele I lascia al figlio Vittorio Amedeo I è pesante: buona parte del Piemonte e

della Savoia è sotto occupazione Francese, l’esercito è a pezzi, città e campagne sono bruciate e

saccheggiate, mentre la peste, portata dalle truppe francesi, si sta diffondendo con rapidità.

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