Anno 0, Numero 1 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011€¦ · del mare in festa. Profumeria Charme Dettagli...

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L’ esito positivo dei mesi di luglio ed agosto per la presenza di turisti a Melito ci consente di fare valutazioni confortanti sulla sta- gione appena conclusa. Ma non basta. Anzi, è la volta buona che dobbiamo mettere in campo una ragionata e seria programmazione per un turismo che dia sviluppo, sia dal punto di vista economico che sociale. Tutte le persone preposte e responsabili del nostro paese devono, assieme alla Pro-loco, alle associazioni, ai commercianti, rac- cordarsi in un’azione di condivisio- ne e di programmazione per costi- tuire un vero motore per lo svilup- po ambientale, economico, sociale e di ricettività turistica. Ormai è finito il tempo delle parole, biso- gna passare a cose concrete se veramente vogliamo che Melito faccia un salto di qualità e di com- petitività nei confronti degli altri paesi vicini e della Calabria stessa. Ci auguriamo che questo accorato appello venga recepito per dare quell’input importante che al pae- se serve. L’estate è finita, tiriamo le somme e programmiamo la prossima Presentazione del volume “Ai confini del nuovo Regno” Le radici dell’Unità d’Italia Le radici dell’Unità d’Italia Le radici dell’Unità d’Italia Le radici dell’Unità d’Italia nella storia reggina nella storia reggina nella storia reggina nella storia reggina di Agazio Trombetta Sabato 15 Ottobre Ore 18.15 Ex– Mercato Coperto Melito di Porto Salvo Sarà presente l’Autore Copia omaggio Periodico d’informazione, arte e cultura Anno 0, Numero 1 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 Email [email protected] Web www.circolomeli.it Sede Via Papa Agatone, 22 Melito di P.S. (RC) La forbice Sforbiciate d’autore e non su vizi e costumi calabresi E che si sono messi in testa questi qua, ora! Pure le scuole ci vogliono frabbicare! Ma che non lo sapete che noi qui nel Sud nasciamo tutti scienziati e alletterati? Le scuole servono per gli ignoranti… non per noi che siamo intralligenti! Qua si campa d’aria! Ma, dice: “ se si campa d’aria, tutta questa ‘micrazione, come si spieca?”… Si spieca, si spieca…Perché a noi ‘nci piace viaggiare… (Stralcio tratto da “Qua si campa d’aria” di Otello Profazio) La lente specialistica sulla società contemporanea Focus P assiamo tutta la nostra vita rincorrendo una qualunque forma di attività che ci consenta di avere il denaro necessario per vivere e, possibilmente, di vivere bene. Ma come è possibile avere la vita piena di cose da fare e non riuscire, nel complesso, a trovare soddisfazione nel nostro modo di vivere? Forse la risposta sta nel fatto che essere in attività non sempre corrisponde con l'avere una propria identità. Siamo delle comparse in una commedia di cui non siamo né registi né sceneggiatori. Siamo "non-persone" in un mondo fatto di "non-persone"; volti che non riescono a far venire in superficie quella parte di unico e distinguibile che è la personalità. Per avere la soddisfazione di fare qualcosa occorre che questo qualcosa non solo lasci il segno riconoscibile della nostra esistenza (questo avviene comunque!) ma è anche necessario che sin dal principio ci sia la volontà di raggiungere un fine (materiale o meno che sia) ed avere coscienza del fine che si vuole raggiungere. Volontà e coscienza sono fattori inscindibili dalla persona- lità e, quindi, un risultato raggiunto o fallito con questi presupposti ci fa riconoscere (da noi stessi e dagli atri) nel prodotto della nostra azio- ne. In queste condizioni è importante il raggiungimento dell'obiettivo che ci si pre- figge, ma un eventuale fallimento non sarà psicologicamente devastante, poiché esso stesso è commisurato al nostro iniziale stato di coscienza e di volontà, per questo, benché non voluto, non arriverà mai inaspettato; addirittura, più complesso è l'obiettivo che ci sare- mo prefissati "coscientemente e volontariamente" più ci sarà la possibilità che un eventuale fallimento ci spinga a "riprovarci" ricominciando "da tre", avendo cioè imparato qualcosa. Detto questo, rimane il problema di individuare gli obiettivi da raggiungere e quello di affrontarli con coscienza e volontà che ci appartengano. Ognuno di noi, in quanto individuo sociale, non matura alcuna esperienza se non dentro un contesto culturale. Nasciamo e cresciamo secondo mo- delli di vita che sono prestabiliti culturalmente e la nostra personalità si forma attraverso il rapporto con gli altri individui e gruppi. Per avere coscienza di quello che forma la nostra personali- tà dobbiamo quindi necessariamente avere conoscenza dei meccanismi che stanno alla base della nostra relazione con il mondo che ci circonda, fatto di persone e di oggetti. E' questa "comunicazione" con l'ambiente che forma il nostro modo di essere, qualunque esso sia. Dobbiamo per ciò comprendere in che modo e che cosa comunichiamo all'ambiente e che cosa questo ci comunica, si tratti di esperienze pratiche o di sentimenti ed emozioni. In questo processo riusciamo a comprendere che la nostra azione ha sem- pre conseguenze sugli altri e sull'ambiente inteso nel senso più ampio di ambiente fisico e culturale e questa nostra azione comporta necessaria- mente una continua mutazione dello stesso e, quindi, dell'organizzazione sociale, delle relazioni interpersonali ed anche della struttura fisica dell'am- biente stesso. Ma la cosa più importante, dal nostro punto di vista, è che comprendere i meccanismi della nostra comunicazione con gli altri comporta il fatto di riuscire a dare importanza e quindi "visibilità" alle persone, scoprendo die- tro i volti di ognuno quell'infinito mondo di sentimenti positivi e negativi che ci aiutano a vivere, in modo che quello che facciamo abbia un senso "umano" e non solo un senso meccanico. * Pino Rotta è sociologo, giornalista, direttore responsabile di Helios magazine Identità e lavoro di Pino Rotta * Continuano le iniziative del nostro Circolo per celebrare la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia. La presentazione dell’ultima fatica del noto storico Agazio Trombetta, “Ai confini del nuovo regno”, Iriiti Editore, sarà infatti un momento interessante non solo per conosce- re i risultati dei suoi appassionati studi, ma anche per offrire spunti di dibattito sull’argomento, che si rivela in tutta la sua straordinaria attualità. Il saggio di Agazio Trom- betta rappresenta, “accanto a rilet- ture critiche e più o meno politiciz- zate del Risorgimento” - si legge nella recensione del Prof. France- sco Perfetti - l’apprezzato e riuscito tentativo di chi “con passione e con gusto della ricerca, si adoperi per ricostruire con equilibrio, sulla base di nuovi documenti, aspetti poco conosciuti della vicenda risorgi- mentale”. Mi piacerebbe che nella mia città ci fosse uno spazio dedi- cato ai bambini. Questo spazio lo chiamerei “ LA CITTA’ DEI BAMBINI “. La città sarà divisa in due parti: la natura e i giochi. Nello spazio dei giochi ci saranno: le altalene, gli scivoli, il dondolo, il camioncino dei gelati, il venditore di palloncini e altri giochi diver- tenti. Nello spazio della natura ci saranno: uno stagno di anatre, un prato dove si possono raccogliere fiori, un noleggio di bici e una pista ciclabile. Nella nostra grande città ci saranno pure un cinema ed un teatro e delle scuole di recitazione, di arte, di cucina, di ballo, di sport, di musica, di nuoto, di magia, di tecnologia. Martina Reggio — 8 anni Inviateci brevi scritti dei vostri figli (e l’autorizzazione alla pubblica- zione) contenenti pensieri, desideri, suggerimenti per migliorare la città in cui vivono. Costruiremo insieme, tassello dopo tassello, pro- getti o singole proposte da presentare alle Istituzioni per una città “a misura di bambino.” La Città dei Bambini La Città dei Bambini La Città dei Bambini La Città dei Bambini Una città virtuale, scritta e voluta dai bambini, sperando che diventi reale ... Questo numero del giornale è sponsorizzato da >>>>>> di Gregorio Denaro Disneyland — Paris “Ai confini del nuovo Regno”

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L’ esito positivo dei mesi di

luglio ed agosto per la presenza di

turisti a Melito ci consente di fare

valutazioni confortanti sulla sta-

gione appena conclusa. Ma non

basta. Anzi, è la volta buona che

dobbiamo mettere in campo una

ragionata e seria programmazione

per un turismo che dia sviluppo, sia

dal punto di vista economico che

sociale. Tutte le persone preposte

e responsabili del nostro paese

devono, assieme alla Pro-loco, alle

associazioni, ai commercianti, rac-

cordarsi in un’azione di condivisio-

ne e di programmazione per costi-

tuire un vero motore per lo svilup-

po ambientale, economico, sociale

e di ricettività turistica. Ormai è

finito il tempo delle parole, biso-

gna passare a cose concrete se

veramente vogliamo che Melito

faccia un salto di qualità e di com-

petitività nei confronti degli altri

paesi vicini e della Calabria stessa.

Ci auguriamo che questo accorato

appello venga recepito per dare

quell’input importante che al pae-

se serve. ♦

L’estate è finita, tiriamo le somme e programmiamo la prossima

Presentazione del volume

““““Ai confini

del nuovo Regno””””

Le radici dell’Unità d’Italia Le radici dell’Unità d’Italia Le radici dell’Unità d’Italia Le radici dell’Unità d’Italia

nella storia reggina nella storia reggina nella storia reggina nella storia reggina

di Agazio Trombetta

Sabato 15 Ottobre

Ore 18.15

Ex– Mercato Coperto

Melito di Porto Salvo

Sarà presente l’Autore

C o p i a o m a g g i o Periodico d’informazione, arte e cultura

A n n o 0 , N u m e r o 1

S E T T E M B R E / O T T O B R E 2 0 1 1

E m a i l

c i r c o l o m e l i . i n f o @ g m a i l . c o m

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S e d e

V i a P a p a A g a t o n e , 2 2

M e l i t o d i P . S . ( R C )

La f

orb

ice

Sforbiciate d’autore e non su vizi e costumi calabresi

E che si sono messi in testa questi qua,

ora!

Pure le scuole ci vogliono frabbicare!

Ma che non lo sapete che noi qui nel Sud

nasciamo tutti scienziati e alletterati?

Le scuole servono per gli ignoranti…

non per noi che siamo intralligenti!

Qua si campa d’aria! Ma, dice: “ se si

campa d’aria, tutta questa ‘micrazione,

come si spieca?”…

Si spieca, si spieca…Perché

a noi ‘nci piace viaggiare…

(Stralcio tratto da “Qua si campa

d’aria” di Otello Profazio)

La lente specialistica sulla

società contemporanea

Focus

PPPP assiamo tutta la nostra vita rincorrendo una qualunque forma di attività che ci consenta di avere il denaro necessario per vivere

e, possibilmente, di vivere bene. Ma come è possibile avere la vita piena di cose da fare e non riuscire, nel complesso, a trovare soddisfazione nel nostro modo di vivere? Forse la risposta sta nel fatto che essere in attività non sempre corrisponde con l'avere una propria identità. Siamo delle comparse in una commedia di cui non siamo né registi né sceneggiatori. Siamo "non-persone" in un mondo fatto di "non-persone"; volti che non riescono a far venire in superficie quella parte di unico e distinguibile che è la personalità. Per avere la soddisfazione di fare qualcosa occorre che questo qualcosa non solo lasci il segno riconoscibile della nostra esistenza (questo avviene comunque!) ma è anche necessario che sin dal principio ci sia la volontà di raggiungere un fine (materiale o meno che sia) ed avere coscienza del fine che si vuole raggiungere.

Volontà e coscienza sono fattori inscindibili dalla persona-lità e, quindi,

un risultato raggiunto o fallito con questi presupposti ci fa riconoscere (da noi stessi e dagli atri) nel prodotto della nostra azio-ne. In queste condizioni è importante il raggiungimento dell'obiettivo che ci si pre-figge, ma un eventuale fallimento non sarà

psicologicamente devastante, poiché esso stesso è commisurato al nostro iniziale stato di coscienza e di volontà, per questo, benché non voluto, non arriverà mai inaspettato; addirittura, più complesso è l'obiettivo che ci sare-mo prefissati "coscientemente e volontariamente" più ci sarà la possibilità che un eventuale fallimento ci spinga a "riprovarci" ricominciando "da tre", avendo cioè imparato qualcosa. Detto questo, rimane il problema di individuare gli obiettivi da raggiungere e quello di affrontarli con coscienza e volontà che ci appartengano. Ognuno di noi, in quanto individuo sociale, non matura alcuna esperienza se non dentro un contesto culturale. Nasciamo e cresciamo secondo mo-delli di vita che sono prestabiliti culturalmente e la nostra personalità si forma attraverso il rapporto con gli altri individui e gruppi.

Per avere coscienza di quello che forma la nostra personali-

tà dobbiamo quindi necessariamente avere conoscenza dei

meccanismi che stanno alla base della nostra relazione con

il mondo che ci circonda, fatto di persone e di oggetti.

E' questa "comunicazione" con l'ambiente che forma il nostro modo di essere, qualunque esso sia. Dobbiamo per ciò comprendere in che modo e che cosa comunichiamo all'ambiente e che cosa questo ci comunica, si tratti di esperienze pratiche o di sentimenti ed emozioni. In questo processo riusciamo a comprendere che la nostra azione ha sem-pre conseguenze sugli altri e sull'ambiente inteso nel senso più ampio di ambiente fisico e culturale e questa nostra azione comporta necessaria-mente una continua mutazione dello stesso e, quindi, dell'organizzazione sociale, delle relazioni interpersonali ed anche della struttura fisica dell'am-biente stesso. Ma la cosa più importante, dal nostro punto di vista, è che comprendere i meccanismi della nostra comunicazione con gli altri comporta il fatto di riuscire a dare importanza e quindi "visibilità" alle persone, scoprendo die-tro i volti di ognuno quell'infinito mondo di sentimenti positivi e negativi che ci aiutano a vivere, in modo che quello che facciamo abbia un senso "umano" e non solo un senso meccanico.

* Pino Rotta è sociologo, giornalista, direttore responsabile di Helios magazine

Identità e lavoro di Pino Rotta *

Continuano le iniziative del nostro

Circolo per celebrare la ricorrenza

dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

La presentazione dell’ultima fatica

del noto storico Agazio Trombetta,

“Ai confini del nuovo regno”, Iriiti

Editore, sarà infatti un momento

interessante non solo per conosce-

re i risultati dei suoi appassionati

studi, ma anche per offrire spunti di

dibattito sull’argomento, che si

rivela in tutta la sua straordinaria

attualità. Il saggio di Agazio Trom-

betta rappresenta, “accanto a rilet-

ture critiche e più o meno politiciz-

zate del Risorgimento” - si legge

nella recensione del Prof. France-

sco Perfetti - l’apprezzato e riuscito

tentativo di chi “con passione e con

gusto della ricerca, si adoperi per

ricostruire con equilibrio, sulla base

di nuovi documenti, aspetti poco

conosciuti della vicenda risorgi-

mentale”.

Mi piacerebbe che nella mia città ci fosse uno spazio dedi-

cato ai bambini. Questo spazio lo chiamerei “ LA CITTA’

DEI BAMBINI “. La città sarà divisa in due parti: la natura e i giochi.

Nello spazio dei giochi ci saranno: le altalene, gli scivoli, il dondolo,

il camioncino dei gelati, il venditore di palloncini e altri giochi diver-

tenti.

Nello spazio della natura ci saranno: uno stagno di anatre, un prato

dove si possono raccogliere fiori, un noleggio di bici e una pista

ciclabile.

Nella nostra grande città ci saranno pure un cinema ed un teatro e

delle scuole di recitazione, di arte, di cucina, di ballo, di sport, di

musica, di nuoto, di magia, di tecnologia.

Martina Reggio — 8 anni

Inviateci brevi scritti dei vostri figli (e l’autorizzazione alla pubblica-

zione) contenenti pensieri, desideri, suggerimenti per migliorare la

città in cui vivono. Costruiremo insieme, tassello dopo tassello, pro-

getti o singole proposte da presentare alle Istituzioni per una città

“a misura di bambino.”

La Città dei BambiniLa Città dei BambiniLa Città dei BambiniLa Città dei Bambini Una città virtuale, scritta e voluta dai bambini, sperando che diventi reale ...

Questo numero

del giornale è

sponsorizzato

da >>>>>>

di Gregorio Denaro

Disneyland — Paris

“ A i c o n f i n i d e l n u o v o R e g n o ”

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L a R i v i s t a

L o S p e c c h i o

P e r i o d i c o a c u r a d e l C i r c o l o C u l t u r a l e μ ε λ ι

S u p p l e m e n t o

s p e c i a l e d i

P o l i t i c a & S o c i e t à m a g a z i n e

R e g i s t r a z i o n e T r i b u n a l e

R e g g i o C a l . n r . 1 3 / 2 0 0 2

D i r e t t o r e

R e s p o n s a b i l e A n n a M a r i a R e g g i o

S t a m p a

F l a v e r P r i n t V i a R u m b o l o 2

M e l i t o d i P . S . ( R C )

L a c o l l a b o r a z i o n e a l g i o r n a l e è v o l o n t a r i a

e g r a t u i t a

S E D E

V i a P a p a A g a t o n e , 2 2 M e l i t o d i P . S . ( R . C . )

C O N S I G L I O D I R E T T I V O

P r e s i d e n t e

P a s q u a l e P i z z i

V i c e p r e s i d e n t e

G i o a c c h i n o R u g g e r i

S e g r e t a r i o

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N E G O Z I

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Sport & Fitness

Tendaggi Pellicanò Paolo

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Ferramenta G. Denaro

Il mondo di Anna

Tendenze by Luisa

La Farmaceutica

Vanity di Aloi Francesca

New Optics di T. Cilione

Foto Cormaci Antonio

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Profumeria Charme

Dettagli Profumeria Accessori

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Studio Arte Cornici di Scaramozzino

C i r c o l o μ ε λ ι

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011

2 | Lo Specchio | Settembre/Ottobre 2011

Racconti di storia

151°, 150°, 149esimo I tre anniversari dell’Unità d’Italia a cura di Gianfranco Calabrò

Carmelo Massa, cui ordinarono di non fare alcuna segnalazione dell’avvenuto sbarco garibaldino. Alle tre pomeridiane, mentre Garibaldi si apprestava ad entrare nel paese, si udirono alcuni colpi di cannone, poi altri ancora. Erano le navi borboniche, la fregata a vapore Fulminante e il brigantino a vapore Aquila che cannoneggiavano il Torino, arenato sulla spiag-gia di Rumbolo. I garibaldini che erano sparsi per le contrade si diressero verso S. Leonardo e salirono sulle colline di Trapezi.

Quando il comandante dell’Aquila, Besia, si accorse che il Torino era innocuo, diresse le sue cannonate e colpi di mitraglia verso le colline di Trapezi, ferendo una quindicina di uomini e uccidendone tre. Altri colpi di cannone furono indirizzati verso la casina Ramirez, da dove Garibaldi seguiva le sorti della battaglia affacciato ad un balcone. Una palla di cannone si conficcò sullo stipite di quel balco-ne senza esplodere, un’altra cannonata entrò da un balcone ed esplose all’interno della casina uccidendo un Tenente.

Vistosi scoperto, Garibaldi si trasferì subito in località Placanica, nella casa di Paolo Alati, dove avevano già trovato alloggio altri Ufficiali. Fu raggiunto dal Maggiore Dezza e dal responsabile dell’ufficio telegrafico di Melito, Carmelo Massa, che si aggregò con entusiasmo alla spedizione. Tutti i feriti furono ricoverati presso la casina Ramirez, trasformata in ambulanza per ordine del Giudice Centola, e curati dal dottor Lavò, di Messina, e dal garibaldino dottor Scelebrini, milanese. I morti (tre, forse quattro) furono seppelliti sulle colline di Trapezi dal sacerdote Don Natale Condello. (fine)

Il 18 agosto, giorno precedente lo sbarco delle Camicie Rosse, (il Giudice Marco Centola, n.d.r) telegrafò all’Intendente di Reggio, Domenico Spanò Bolani, che molta gente, “circa dugento armati” riuniti in banda si aggiravano per S. Lorenzo. … Continua dal numero precedente

I l Sindaco di Melito, Antonino Amato, di scarsa istruzione, ma ricco di meriti politici e patriottici, non partecipò a nessuna di

queste operazioni perché si trovava a Pellaro, per attendere ed eventualmente avvisare se partivano truppe borboniche alla volta di Melito dove i liberali attendevano lo sbarco. Tornò a Melito do-po la presa di Reggio, dolente per non essersi trovato presente durante le operazioni di sbarco delle truppe garibaldine.

Sbarcate 3360 camicie rosse, alle ore 12, dopo avere tentato di disincagliare la nave Torino, Garibaldi scese dal Franklin, raggiun-se il suo Stato Maggiore presso la Casina Ramirez, in Annà, e vi stabilì il suo Quartier Generale. Il resto delle Camicie Rosse si ac-campò sulle colline di Carcea, lungo la Fiumara Tabacco, a Trape-zi, Caricofolea e sulle pianure di S. Leonardo. All’alba una trentina di Cacciatori d’Aspromonte, al comando del

Maggiore Dezza, si diressero verso Melito dove occuparono gli uffici e la “torre del telegrafo ad asta”; qui trovarono l’ uffi-ciale del telegrafo

I tre Anniversari …

1860 1° sbarco di Garibaldi a Melito

1861 Unità d’Italia

1862 2° sbarco Garibaldi a Melito

Sul prossimo numero, “ Brevi cronache sul secondo sbarco di Garibaldi a Melito “

A cura di Salvatore Pansera

U na delle attività che il circolo µελι si propone di rea-lizzare spesso è quella di organizzare gite a carattere storico-culturale della durata di uno ò più giorni. La prossima è prevista per domenica 30 ottobre e por-terà i soci ed anche i non soci che prenoteranno la pro-pria partecipazione, a visitare il borgo abbandonato di Brancaleone Superiore, le cui origini risalgono al VI-VII sec. con la presenza di monaci di origine greca che vivevano in chiese e grotte ancora visibili e che contribui-rono ad arricchire la civiltà locale di nuovi elementi cultu-rali. Si visiteranno: le grotte, la chiesa da poco restaura-ta e i ruderi del castello. Successivamente, i gitanti, sulla strada che conduce a Staiti, si fermeranno ad ammirare l'Abbazia di S. Maria di Tridetti, monumento nazionale del XI sec., dove convergono architetture greche, arabe e bizantine. Quindi giunti a Staiti, dopo una breve visita del borgo e delle chiese di S. Maria della Vittoria in stile barocco del 1612 (edificata in ricordo della battaglia di Lepanto) e di S. Anna del XIX sec., in unica navata (dove è custodita la statua di S. Anna, patrona del borgo), si degusterà un pranzo a base di prodotti tipici locali. Nel pomeriggio, infine, si andrà a visitare il borgo abban-donato di Bruzzano Superiore dove si potranno ammira-re: il Castello "Rocca d'Armenia" edificato nel X sec. e l'Arco Trionfale dei Carafa, porta di ingresso ad est del borgo. La visita sarà, inoltre, corredata da materiale car-taceo con dati riguardanti i siti storici che si andranno a visitare e, possibilmente, da una guida. Partenza prevista con auto propria da piazza S. Giuseppe, a Melito di Porto Salvo, alle ore 8,30. Prenotazioni al cell. 3394048069 o tramite la casella e-mail [email protected]. Il costo complessi-vo a persona è di € 30,00 (Prezzo riservato ai Soci € 25,00) Le prenotazioni scadono il 22 0ttobre.

Staiti

Bruzzano Superiore:

Resti Castello “Rocca d’Armenia”

(www.mondimedievali.net)

Itinerari

Brancaleone Superiore,

Resti del Castello

(www.mondimedievali.net)

Abbazia Santa Maria di Tridetti

Visita ai borghi antichi di Staiti, Bruzzano e Brancaleone Superiore Partenza il 30 ottobre da Piazza

S. Giuseppe a Melito Porto Salvo

LA MIA TERRA

di Mimma Scibilia*

Bruciata arida

terra di lupi e di tempeste

lungo gli scogli

del mare in festa.

Arsi torrenti

in gole di pendici

ove i gufi

risvegliano per ore

i viatici eterni di formiche.

Mura antiche

crivellate dal vento

dove il ghibli

depone il suo tormento

e l’omertà disfa il nerofumo.

Cantano donne

Tra portici sopiti

Su gramigne e buchi

E ogni cosa giace.

(Dalla raccolta

“Al sonno di cicale, querce e pietre”, Laruffa Editore, Villa S. Giovanni, 2000)

Tesori sommersi

Riportiamoli a galla

Melito P.S.– 2 Settembre 2011. Nelle

acque antistanti il santuario di Porto

Salvo, il sub Fausto Plutino ha proce-

duto al recupero di un cannone di bron-

zo la cui fabbricazione potrebbe risalire

al 1600. Il rinvenimento è stato fatto nel

mese di luglio dell’anno scorso dal sub

Domenico Cuzzocrea che ha subito

provveduto a denunciare il rinvenimen-

to alle autorità competenti.

A Fausto Plutino il merito di averlo

riportato “a galla”.

Presenti al recupero l’assessore Giu-

seppe Latella, la Polizia Municipale, esponenti del Comitato Garibal-

dino “Tommaso Alati” e una folla di curiosi e bagnanti che si sono

ritrovati di fronte ad un recupero di carattere eccezionale.

Il cannone è stato subito portato ed immerso in una grande vasca e,

successivamente, è stato spostato per iniziare i lavori di restauro.

“Corre voce” della presenza di un altro cannone a poca distanza da

quello ritrovato e, addirittura, di due affusti di marmo che servivano

per ottenere il puntamento e a sostenere il contraccolpo del rinculo.

Se ciò fosse vero si dovrebbe iniziare una seria esplorazione di

ricerca con tecnologie avanzate per individuare eventuale altro ma-

teriale da guerra e suppellettili ancora nascosti dalla sabbia, forse

un’altra nave.

Si può anche ipotizzare il naufragio di una nave da guerra in tempi

remoti e, con un po’ di fantasia, domandarsi: se fino al 1500 si sono

succedute continuamente spedizioni saracene, turche, arabe che

hanno devastato il nostro territorio, il ritrovamento potrebbe essere

parte di una galea “italiana” che ha combattuto contro gli invasori

stranieri?

Una cosa è certa, il nostro mare nasconde tesori di valore inestima-

bile che andrebbero recuperati e messi a disposizione dei cittadini.

G. Calabrò

ADESIONI AL CIRCOLO µελι

Quota d’iscrizione una tantum € 30,00

Contributo mensile € 10,00 (per coniugi € 7,50)

Chiunque può sostenere il Circolo con un contributo libero