Annamaria Muiesan
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8/3/2019 Annamaria Muiesan
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Annamaria Muiesan
"Mio padre prelevato e mai pi rivisto"
Scarica (in formato mp3) la sua breve dichiarazione
rilasciata ai giornalisti Mediaset cliccando qui. (File di 392
Kb - durata: 49''). "Ricordo perfettamente quella notte... si
sono presentati sulla porta... ricordo la sua serenit...diceva... io non ho nulla sulla coscienza, torner... non
l'abbiamo mai pi rivisto".
http://digilander.libero.it/lefoibe/Anna%20Maria%20Muiesan.mp3http://digilander.libero.it/lefoibe/Anna%20Maria%20Muiesan.mp3http://digilander.libero.it/lefoibe/Anna%20Maria%20Muiesan.mp3 -
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8 febbraio 2006
La Repubblica Italiana ricorda
Domenico Muiesan
Giornata del Ricordo 10 febbraio 2006 Politeama
Rossetti - Trieste
Ora non sar pi consentito alla Storia di smarrire laltra met della
Memoria. I nostri deportati, infoibati, fucilati, annegati o lasciati
morire di stenti e malattie nei campi di concentramento jugoslavi,
non sono pi morti di serie B. Ieri laltro, 8 febbraio, al Quirinale,
nel corso di una cerimonia vibrante e commovente, il Presidente
della Repubblica ha conferito a noi familiari delle vittime una
decorazione alla loro memoria . La Repubblica Italiana ricorda
Domenico Muiesan 1945 inciso sulla mia medaglia, piccola nella
forma, grande nel significato. La Patria comincia a prendere
coscienza di una realt che per oltre sessantanni stata
dimenticata, stravolta o silenziata. Manca ancora uno sforzo
condiviso per stabilire le responsabilit di quel dramma dovuto
certo alla ferocia dei titini jugoslavi, ma nel quale i comunisti italiani
locali hanno svolto una parte non marginale. Oggi, in occasione
della Giornata del Ricordo ci viene chiesta una testimonianza per
non dimenticare. Vivessi centanni non potrei mai liberarmi da quei
ricordi dolorosi. Sto ancora male al ricordo della notte del sequestro
di mio padre, delle accuse tremende che gli gridano in faccia i
gappisti piranesi, fazzoletto rosso e mitra spianato. Sto male al
ricordo del breve ritorno con mia madre a Pirano nellinutile
tentativo dincontrarlo , dei manifesti infamanti affissi per le strade,
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delle parole del parroco Don Malus: No signora xe mejo che no la
lo veda, a sottolineare, lui che i prigionieri li pu visitare, Dio sa
quali conseguenze per i maltrattamenti subiti. Sto male al pensiero
del fabbro che forza la porta del nostro appartamento, a Pirano;
degli uomini armati che profanano quelle amate stanze, quelle
amate vecchie cose razziate e caricate su un carro gi in attesa in
contrada. Sto male al ricordo delle lunghe notti insonni di Trieste
nellalloggio di via Guido Reni devastato dalle bombe nelle brande
fradice dellECA, della pioggia che gocciola nei barattoli sistemati
qua e l. Sto male al pensiero di mamma che incurante del
pericolo , testardamente percorre con altre la sterminata Jugoslavia
nella speranza, nascosta nellerba alta o fra le stoppie, di
riconoscere tra i tanti volti emaciati e barbuti dei prigionieri dei
campi, quello del suo caro. 44 furono i cittadini di Pirano e dintorni
fatti scomparire dalla faccia della terra. La maggior parte fra il
maggio e il giugno 45. e questo quando a Pirano comandavano non
i titini, come ancora oggi si vorrebbe fare credere, ma i comunisti
del posto che alla fine delle ostilit serano insediati al Comune e
simponevano sul C.L.N. E comunisti italiani erano i gappisti che
non aveva riconsegnato le armi per continuare la loro rivoluzione,
mandati di notte di casa in casa a sequestrare i nemici del popolo.
Comunisti italiani quelli che dileggiavano i prigionieri in piazza,
quelli che sorvegliavano le carceri, quelli che sovrintendevano agliinterrogatori, finch finirono nelle mani dei titini che ne fecero
scempio. Di mio padre, dunque, quasi tutto si sa sul sequestro,
sulla prigionia, sulle sevizie, sui dileggi diurni e sugli interrogatori
notturni, e sono anche noti i nomi degli aguzzini. Ma a quasi
sessantun anni da quei dolorosi eventi, sul come e dove egli abbia
immolato la sua vita, nonostante le tante ipotesi e congetturesollevate, ancora nulla si sa di preciso. Ed daltra parte inutile che
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in tanti si affannino a correre a Lubiana a spulciare negli archivi
aperti da poco: tutti sanno che negli archivi si trova quello che si
vuol far trovare. Mio padre dunque rester per sempre senza
sepolcro. E senza un fiore. Esiste una sola, unica e incontrovertibile
certezza: se nei nostri paesi non ci fossero stati quei piccoli
comunisti italiani assetati di potere e animati di odio ideologico e di
spirito di vendetta, e non avessero messo in atto una caccia
spietata ai loro nemici storici, indifferente se buoni o cattivi, oggi
noi tutti piangeremmo un numero assai meno elevato di scomparsi.
Ed questo che nella Giornata del Ricordo si deve dire a chi ancora
non sa.