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Anhk Djed Was Settembre 2014 1 Ankh Djed Was Editoriale mensile del Rito Orientale e Mediterraneo di Misraim e Memphis Anno I° - N° 3 - Settembre 2014 Sommario: E’ mezzanotte sulla terra ......... Il S. G. J. G . Scienza e Tradizione AMRU Il Sarcofago FENIX Il Testimone, l’Eggregore ed i Maestri Passati AGNI Agosto, mese di riflessione - Siamo già quasi in Settembre e presto nei Nostri Templi i Sacri Lavori riprenderanno il loro ritmo con l’Equinozio d’Autunno. Per Noi dei Riti Egizi, in realtà, tali S. Lavori che seguono il fluire della Natura (la quale non “dorme” mai) non si fermano, ma le umane vicende e la necessità di calmare i ritmi a volte ossessivi e prevalenti, del nostro vivere quotidiano, ci spingono alle “Ferie di Agosto”. Io e la Mia Sposa, Sorella anch’Essa del Ns. V.mo Rito, nel corso di questo periodo abbiamo partecipato con gioia ai S. Lavori condotti dal Ns. R.mo e P.mo Fratello Adhoniram 33.90.95° , che conduce una Loggia Romana (una R.’. L :: San Giovanni) di Rito Egizio, ma non appartenente al Ns. V.mo Rito, e recante il nome distintivo di Loggia Sekhem-ib. La nostra partecipazione ai S. Lavori è stata occasione di giubilo fraterno. Speriamo, tutti noi Massoni, di riuscire a mantenerci fraterni e tolleranti. Già provvedono le “vicende del mondo” a rammentarci, ogni giorno, che Seth è sempre pronto a spaccare Osiride in 14 pezzi. Auspico, come afferma un noto attore comico, che “il bene vince ed il male perde”. Ovviamente scherzo, Ogni iniziato sa che la legge degli equilibri, non lo consente; al massimo sarà un pareggio. Seth

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Anhk Djed Was Settembre 2014

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Ankh Djed Was Editoriale mensile del Rito Orientale e

Mediterraneo di Misraim e Memphis

     

Anno I° - N° 3 - Settembre 2014

Sommario:

E’ mezzanotte sulla terra . . . . . . . . . I l S. G. J . G.

Scienza e Tradizione AMRU

Il Sarcofago FENIX

Il Testimone, l ’Eggregore ed i Maestri Passati AGNI

Agosto, mese di riflessione - Siamo già quasi in Settembre e presto nei Nostri Templi i Sacri Lavori riprenderanno il loro ritmo con l’Equinozio d’Autunno. Per Noi dei Riti Egizi, in realtà, tali S. Lavori che seguono il fluire della Natura (la quale non “dorme” mai) non si fermano, ma le umane vicende e la necessità di calmare i ritmi a volte ossessivi e prevalenti, del nostro vivere quotidiano, ci spingono alle “Ferie di Agosto”. Io e la Mia Sposa, Sorella anch’Essa del Ns. V.mo Rito, nel corso di questo periodo abbiamo partecipato con gioia ai S. Lavori condotti dal Ns. R.mo e P.mo Fratello Adhoniram 33.90.95° , che conduce una Loggia Romana (una R.’. L :: San Giovanni) di Rito Egizio, ma non appartenente al Ns. V.mo Rito, e recante il nome distintivo di Loggia Sekhem-ib. La nostra partecipazione ai S. Lavori è stata occasione di giubilo fraterno. Speriamo, tutti noi Massoni, di riuscire a mantenerci fraterni e tolleranti. Già provvedono le “vicende del mondo” a rammentarci, ogni giorno, che Seth è sempre pronto a spaccare Osiride in 14 pezzi. Auspico, come afferma un noto attore comico, che “il bene vince ed il male perde”. Ovviamente scherzo, Ogni iniziato sa che la legge degli equilibri, non lo consente; al massimo sarà un pareggio.

Seth

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E ’  mezzanot te   su l la   t e rra ,  ma  qu i   i l   so l e   è  a l   Suo  mer igg io .

 

In tale modo recita una frase dei Nostri Rituali.

Girovagando tra Web, libri, addirittura visionando dei filmati, si può vedere cosa oggi sia rappresentato in modo mediatico, in relazione agli Arcana Arcanorum.

Prendendo a concetto allegorico, la frase del Rituale sopra scritta ed in relazione all’immagine, rappresentante Ermete e Mercurio posti sopra una altura ed in posizione simbolicamente “evidente” (per chi sa “leggere” tale quadro) si potrebbe parlare nel modo seguente.

Chi ha la “visione” e sa, è posto in alto; ancora tocca la terra con i piedi, ma afferma, guardandosi intorno e con cognizione di causa;

è mezzanotte sulla terra, ma qui il sole è al suo meriggio.

La parodia

Nel Web si trovano attualmente , copie più o meno “tarocche” di alcuni rituali dei gradi 87, 88, 89, 90 di vari riti richiamantesi al Rito di “Misraim e/o Memphis” e viceversa, i quali manifestano parecchie similitudini, tra loro. Vi è poi chi si azzarda in articoli nei quali parla e disquisisce sulla validità di tali “scritti”, sul possesso della “conoscenza” di chi li praticava e di chi li ha divulgati. Sovente, ciò che più “stona” in tali “prodotti umani” è il giudizio che viene espresso da chi, palesemente dimostra di parlare di cose che non conosce. Gli Iniziati operano altrimenti e fanno riferimento alla propria Interiorità, alla Coscienza, al senso della misura e non ultimi, allo Spirito.

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Ritengo possa essere, “tradizionalmente” utile ed opportuno (per chi ha un computer) andare nel web in yuoutube, nella versione del sito in italiano - e digitare nella riga sopra “Il Sarchiapone”. Conseguentemente a ciò, potrete scegliere di visionare uno sketch, della durata di una decina di minuti, recitato negli anni 60 del secolo scorso, dai grandi e compianti Walter Chiari e Carlo Campanini. (Ancor oggi tale sketch viene riproposto da giovani gruppi di teatro comico e ciò ne attesta la qualità artistica e la forte verve comica).

In breve, in uno scompartimento di un vagone ferroviario per passeggeri, un tizio (Carlo Campanini) è seduto accanto ad una gabbia coperta da un telo. Dopo la partenza del convoglio, l’altro protagonista (Walter Chiari ) avvia un dialogo, -alla presenza di altri due passeggeri che nel proseguo si defileranno dalla scena -, e chiede, all’altro passeggero, quale animale vi sia nella gabbia.

Il Campanini, risponde che trattasi del “Sarchiapone” e quindi tace. L’altro interlocutore, allora, per non mostrare la propria ignoranza, nel merito, cerca in maniera melliflua e contorta di dimostrare di conoscere tale animale e ne tenta una descrizione. A tale punto, il Campanini, confuta pertinacemente quanto asserito dal Chiari. Tale situazione, si amplia e prosegue (sempre sulla medesima ed estenuante tematica) generando una “enfasi comica”, nella quale lo spettatore si sente, contemporaneamente, tanto divertito, quanto a disagio 1). Il Campanini estenuante e logorroico, tenta di celare ciò che in realtà non esiste, ed il Chiari, per non fare la figura del “fesso” 2) insiste sino allo spasimo nel tentare una descrizione di ciò che non conosce, arrivando in ultimo ad abbarbicarsi, spaventatissimo, sulla griglia portaoggetti dello scompartimento del vagone ferroviario. Lo sketch termina quando il Campanini chiarisce che trattasi solo di uno scherzo necessario a spezzare la noia per il tempo del viaggio ferroviario.

Mi scuso per essermi dilungato nella descrizione dello sketch, ma per chi ha avuto la “tolleranza” di leggermi, tutto ciò potrà servire per spiegare la questione degli A.A. sopra menzionata.

I riferimenti o cenni storici

Alcune pratiche rituali proprie agli ermetisti, e gli studi eseguiti dai ricercatori, dal 1650 ca. e sino ad oggi, hanno permesso agli interessati di conoscere quanto contenuto in vari trattati ove vengono menzionati i termini Arcana , Arcana Arcanissima e via dicendo, ed in determinati “Rituali ermetico/massonici” che si richiamano ai medesimi termini, ma più specificatamente al termine Arcana Arcanorum, ciò che Loro interpretano come la conoscenza iniziatica occulta contenuta e tratta da tali scritti.

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Dal punto di vista, meramente essenziale è probabilmente nell’operato magico/ermetico ed alchemico del Principe “Don Raimondo di Sangro”, della Sua “Cerchia Iniziatica”, ove era attivo anche il Militare Barone Teodore Tshoudì, nei Suoi successori e contemporanei -(del Di Sangro)- cioè i suoi cugini Principi -Caramanico D’Aquino-, l’allievo di questi ultimi, Cagliostro, e via, via fino a Don Leone Caetani, si sostanzia tutta la diffusione (discretissima e segreta) con le relative “modalità di ordine tradizionale” delle operatività che oggi, per comodo e facilità vengono denominate Arcana Arcanorum.

Per quanto sopra, occorre precisare che tale “Sapere” risalente a varie scuole ermetico magiche, assolutamente segrete (da quelle pitagoriche, greco/alessandrine, ecc. - ), e poi dal 1650 con forti influssi e corrispondenze rosacruciane, è presente in tutto il bacino mediterraneo. Attraverso l’ermetismo di tali Arcani e perfino con l’ausilio della poesia, della scrittura, della musica - dall’Egitto, da Malta, in Napoli, negli Abruzzi, in Roma, in Francia, e fino alla Germania (ove operò lo Tschoudì) ed in Inghilterra e Russia (con Cagliostro) si svilupparono alcuni “Sistemi” ove le pratiche, alchemiche, ermetiche, cabalistiche e magico/teurgiche, furono di ausilio ai pochissimi iniziati alle Scuole che praticavano e perpetuavano tali “Misteri”. Ovviamente, quando ci riferiamo alla “Massoneria post medievale” e fino al 1717, la operatività è attinente ai Costruttori; quando parliamo di ermetismo ecc. la “pratica operativa” dei sistemi tradizionali ed ortodossi di “Misraim” è riferita ai gradi alti (nel Nostro Sistema dal Grado 12/17° al Grado 33 . 90 . 95° - in quello della Scala di Napoli nei Gradi 87° , 88° , 89° , 90°) ove vigono regole non scritte e le operatività vengono trasmesse “da bocca ad orecchio”. Nel Rito di Misraim, autentico e regolare (ad esempio in quello di Venezia), cioè nel sistema gerarchico che ha al Suo Vertice Assoluto il Gran Jerophante, vige la Regola Aurea che “il meno non può prevalere sul più”; per tale fatto, seguendo il solco della più autentica Tradizione, nel tempo si è verificato che prescindendo dal fatto che un Iniziato sia Membro del Rito di Misraim , o appartenga a tale o altro alto grado, che sia membro di un Sovrano Santuario, la trasmissione dei Misteri, avviene solo da bocca ad orecchio. Chi riesce ad operare tali “Arcani” sa che “stato” ha raggiunto e ciò che deve (o non deve) comunicare agli altri iniziati. Per tutti valga il termine che individua il Consesso Iniziatico detto “Sinedrio di Pietra”.

Quindi chi “conosce” conserva segretamente ciò che ha realizzato e lo trasmette a quei “Rari Fratelli” che potranno, soprattutto conservare, operare e perpetrare la Tradizione. Chi legge e interpreta i “Sillabi” ed i rituali che sono nel web, è libero di impiegare il proprio tempo, come desidera.

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Qualche chiarimento di ordine “tecnico”

Fino agli anni 80 del secolo scorso, il termine “Arcana Arcanorum” era del tutto avulso, ai più ed anche tra gli Iniziati.

Nell’anno 1980 alla pubblicazione del libro del Fr. Gastone Ventura Gran Jerophante dell’Antico e Primitivo Rito di Misraim e Memphis – Sovrano Grande Santuario Adriatico, intitolato “I Riti Massonici di Misraim e Memphis” l’Autore accenna, in un breve periodo, agli Arcana Arcanorum. Solo in Seguito lo scrittore ed esoterista francese J . P. Giudicelli De Cressac – Bachelerie, nel suo libro intitolato “Pour La RoseRouge et la Croixd’or” impegna più pagine nella descrizione del “Sistema” degli Arcana Arcanorum. Chi lo desidera potrà trovare questi testi facilmente, ma il leggerli gioverà solo alla conoscenza storica di limitate parti dell’argomento che sto trattando.

Il Fr. Gastone Ventura, scrisse nel Suo articolo “Martinesismo - Martinismo e Willermosismo” 3) il brano che segue:

A nostro avviso, nonostante il parere contrario di Arturo Reghini sulla questione pitagorica, noi riteniamo – e ci basiamo su dati di fatto e non su motivi di simpatia o, peggio, di “spirito di corpo” (massonico) che la riorganizzazione della massoneria durante il periodo in cui gli eserciti repubblicani invasero l’Europa, sia proprio da accreditarsi ai martinisti del rito egiziano detto Arcana Arcanorum (o Scala di Napoli) i quali raccolsero in un Ordine massonico denominato “Antico e Primitivo Rito di Misraïm seu Aegypti” i 66 gradi “scozzesi” (alti gradi) noti in Europa, ponendoli sopra i tre gradi universali ed aggiungendo ad essi due serie di gradi, una definita mistica con quattro classi, ed una con tre classi, di cui l’ultima, comprendeva i gradi di Napoli, kabbalistici e martinisti. L’Ordine, probabilmente sorto a Napoli ad opera del Cavaliere d’Aquino, fratello del principe di Caramanico Gran Maestro della massoneria napoletana, appare a Venezia ai tempi di Ugo Foscolo (1796-97), poi a Milano; nuovamente a Venezia nel 1801 e poi in Francia adopera dei fratelli Bedarride che, tuttavia, ritennero opportuno sostituire 4) i quattro rituali dell’Arcana Arcanorum con altri quattro rituali più semplici e che risultavano soltanto kabbalistici. Concludo con la considerazione che anche Jean Mallinger, Fratello Massone e Gran Jerophante 33 . 90 . 97° del Rito di Misraim, per il Belgio, noto avvocato e coetaneo di Gastone Ventura, seguiva con il proprio Ordine, la linea tradizionale ed autentica dei Misraimiti. Che il P.mo Fratello Robert Ambelain 33 . 66. 90° e 33 . 90 . 97° possedeva Rituali Arcana Arcanorum con delle ritualità abbastanza diverse, dal Rito di Misraim di G. Ventura e J. Mallinger, ma che comunque, unitamente alle “Ritualità operative” della Struttura dei “Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo”, dei quali era Gran

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Maestro, consentivano (sempre e comunque per trasmissione diretta da bocca ad orecchio) le stesse possibilità Magico/Alchemico/Cabalistiche ed operativo/teurgiche, Purtroppo questo argomento non è esauribile nelle poche pagine che ho scritto , e per le quali Vi chiedo venia della mia povera sintassi. Ma credo che scrivere sugli Arcana Arcanorum, sia utile per conoscere qualche cosa che lasci all’intuito di ciascuno di Noi Fratelli Massoni un “seme” onde seguire il “Filo di Arianna”.………….. NOTE

1) Quando    vidi  questo  sketch    in  televisione  nel  1967      provai  persino  un  certo  “fastidio”;  mi  vergognavo  di  quanto  facevano  i  protagonisti.    

2) In  italiano  si  individua  nel  termine  “fesso”    ciò  che  è  “fagliato”  come  la  pirandelliana  giara  di  Don  Lollò  Zirafa.    

3) Questo  scritto  è  scaricabile  in  PDF  dalla  sezione  del  Nostro  sito  “Scritti  e  Contributi”.      

4) E’  assolutamente  impossibile  evitare  di  apprezzare  i  termini  ed  il  rispetto  che  il  Fr.  G.  Ventura  rivolge    nei  riguardi  dei  FF.  Bedarride:  oggi  che    si  parla  ai  propri  Maestri    in  modi  eccessivamente  confidenziali  e  spesso  anche  critici,  leggere  la  frase  di  G.  Ventura,  dove  con  rispetto  non  si  critica  la  scelta  dei  Bedarride    di  sostituire  i  Rituali  degli  ultimi  quattro  gradi  del  Rito.    Tale  Critica,  venne  mossa  in  modo  dal    Ragon;  essere  mendace  al  punto  di  dichiarare  di  avere  persi  i  “suoi”  Rituali  degli  Arcana  Arcanorum,      nel  corso  di  un  naufragio  sull’oceano  Atlantico  -­‐  in  realtà  non  li  ha  mai  avuti  -­‐    Doveva  legarsi  addosso  la  famosa  “cassetta  affondata  e  contenente  tali  fantomatici  scritti”;    poi  tutti  hanno  ben  capito,  il  perché    lui  galleggiava  e  non  affondava.

 

 

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SCIENZA E TRADIZIONE

Secondo la fisica quantistica tutto è energia. Le sue ultime acquisizioni ci rendono noto che esisterebbe un Campo quantico o Matrice nel quale tutto l’Universo è immerso e del quale è costituito e tutto sarebbe tenuto assieme, fin nelle sue più piccole parti, da strie energetiche invalidando così l’antica concezione di vuoto esistente tra le cose.

L’atomo quantico sarebbe costituito da onde di frequenza variabile, capaci di contrarsi e dilatarsi essendo al contempo energia e particella (respiro cosmico) e quindi non più costituito da elettroni orbitanti attorno al nucleo secondo il concetto di Bohr.

Max Plank , padre della fisica quantistica, afferma: “Tutta la materia esiste in virtù di una forza. Dietro questa forza dobbiamo presumere l’esistenza di una mente conscia e intelligente. Questa mente è la matrice di tutta la materia”.

Per quanto ci riguarda come esseri umani, noi siamo costituiti da atomi e quindi da energia che vibra ad una certa frequenza, quella fotonica che prendiamo dal Campo essendo, in definitiva ologrammi dell’Ologramma quantico o Matrix ovvero piccoli pezzi in tutto uguali all’Universo contenendo tutto il “disegno” del Campo. Poiché tutto è nella matrice, la Conoscenza è in questa forza conscia e intelligente secondo ciò che ci dice Plank e,” sintonizzandoci” sulla frequenza di questa avremmo modo di riceverla in noi.

Ora, poiché tutto è connesso col Tutto e tutto è energia, e noi stessi siamo energia, potrebbe essere possibile agire trasformandoci e modificare la materia stessa così

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come ci dicono anche le Antiche Tradizioni; ciò sarebbe possibile anche con la sola osservazione.

Dal punto di vista scientifico esperimenti condotti su un elettrone sottoposto ad un’osservazione focalizzata hanno dato luogo a trasformazioni delle proprietà di quest’ultimo.

Perciò, l’atto stesso di osservare risulta essere un atto di creazione e ciò che crea è la consapevolezza. Tutto questo era già conosciuto da tempi antichissimi, come è possibile apprendere dalle antiche tradizioni sapienziali dei Veda, degli Egizi, degli Esseni (vedi i Rotoli del Mar Morto), dei Nativi americani e da tante altre civiltà passate e cioè che il mondo è lo specchio di ciò che accade in una dimensione più elevata e che il desiderio, la volontà, l’estinzione del dubbio possono portare alla modificazione della realtà.

In un Universo multidimensionale, dal punto di vista quantistico, esisterebbero varie realtà sulle quali poter esercitare il nostro desiderio potendo persino ottenere un cambiamento di queste; perciò sia dagli antichi testi sia dalla teoria quantistica emerge che è nei mondi invisibili che creiamo il programma di ciò che accade nel mondo visibile.

La Matrix risulterebbe essere come un grande specchio cosmico su cui proiettare l’energia delle nostre emozioni e credenze le quali verrebbero poi, da qui, trasferite nella parte fisica della vita.

Un assunto delle Antiche Tradizioni è che ogni cosa è connessa col Tutto tramite Energia Spirituale così che, ad esempio, ciò che una persona opera in un luogo ha effetto su ciò che accade dall’altra parte del mondo.

Dai concetti su esposti riguardanti l’energia come frequenza e luce, che ci può derivare dal Campo stesso, è particolare per le varie attinenze riscontrabili tra scienza e tradizione prendere in considerazione l’opera di un grande Iniziato e scienziato quale il Raimondo De Sangro, depositario di antiche tradizioni ellenistiche-egizie. Nella sua opera “Luce eterna” egli, velatamente, fa riferimento alla Luce come illuminazione iniziatica e distingue due “ Fosfori”:” Fosfori Naturali ”che vanno incontro all’illuminazione spontanea e “Fosfori Artificiali” composti di materia che l’Arte rende luminosi e stabili (aumento e stabilizzazione della frequenza vibrazionale?). Egli dice poi: “La durata del suddetto mio lume dipende dal nuovo alimento che si procaccia dalle parti ignee (energia, fotoni?) delle quali è pregna la nostra atmosfera “(la Matrix?) .

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Il Principe di San Severo continua poi dicendo che la sua opera ha la virtù di attrarre il fuoco elementare che si trova sparso nella nostra atmosfera. Afferma, inoltre, che vi è un rapporto luce-fuoco alla base del nutrimento del “Lume Perpetuo” e che tale rapporto è l’elemento fondamentale per cuocere la Materia dell’Opera. Velatamente ci vuole suggerire che solo attraverso il fuoco si purifica il Mercurio e che il desiderio abbrevia i tempi per l’illuminazione. Il Fuoco, lo Pneuma o Spirito Santo è il mezzo con cui si può accelerare la trasmutazione del Lume (l’Iniziato) partendo dal cuore sede della potenza (l’Amore) che può permettere la trasformazione in essere perfetto ed immortale.

In effetti si è visto che il cuore umano possiede un campo elettromagnetico di notevole intensità, capace di agire su di noi, riuscendo a trasformare persino il nostro DNA- come afferma il biologo molecolare Lipton- e sulla materia che ci circonda, concordando con quanto tramandatoci dalle antiche tradizioni.

Solo attraverso il Desiderio ardente e l’Amore (Via Cardiaca) è possibile agire sulla nostra “luce” (energia fotonica) sì da farla vibrare e risplendere come la “Grande Luce”, ovvero sintonizzando la nostra frequenza con quella della Matrice ovvero, dal punto di vista spirituale, con quella dell’Ente Supremo (Logos / Verbo).

Tornando al Principe di San Severo, non ci suggerisce, egli, forse, attraverso la sua opera “Luce Eterna” e soprattutto tramandando i Misteri della Scala di Napoli, la Via per ottenere il Corpo di Luce? Ecco dunque che la Tradizione e la Fisica Quantistica parlando la stessa lingua, seppur con termini diversi, possono portare conforto e rassicurazione a chi, talvolta, può abbandonarsi agli umani dubbi.

Se è vero che per avvicinarci alla meta le strade possono essere molteplici è pur vero che la Via è una sola: quella del Cuore, l’unica capace di illuminare il nostro percorso fino al ricongiungimento col Tutto, infinita potenza del Puro Amore.

AMRU

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Il Sarcofago

Sarcofago: Significato dal greco Sarko-Pàgos = Divora la carne del corpo inumato. Inizio del racconto mitologico - religioso : Avendo Seth, fatto costruire un sarcofago meraviglioso, a perfetta misura del fratello Osiride, lo invitò ad un banchetto, …….

Il sarcofago, per gli antichi egizi, ha rappresentato il guscio ove le spoglie del Re, imbalsamate ritualmente, avrebbero conservato la loro integrità per il viaggio nell’oltretomba.

Tale rito e la pratica di imbalsamazione furono eseguiti innanzi tutto per i Re egizi ( o comunque per le Regine e gli altissimi dignitari di corte) .

Gli archeologi riferiscono che, storicamente con il nome di Osiride si individua un antichissimo Re egizio, forse addirittura il primo Re della cosiddetta “Età dell’oro” , al quale viene attribuita la storia o il mito osirideo del sarcofago, nell’ambito “tradizionale”, sia antico che contemporaneo. Ma il mito racconta che egli non fu mai imbalsamato – anzi, fu smembrato da Seth e poi ricomposto da Iside, aiutata in tale opera da Neftis.

Il sarcofago, nella sua apparenza materiale, per quanto ricco e artisticamente meraviglioso, rappresenta soltanto la volontà di un essere umano di mantenere la sua forma ed il suo nome, nel tempo e materialmente a sua futura memoria. In effetti, per alcuni dei Re egizi dei quali esistono ancora oggi i sarcofagi, o addirittura le mummie e le spoglie mortali , tale volontà si è realizzata; essi credevano che con la conservazione del loro corpo, dopo la morte, anche il loro Ka si sarebbe mantenuto integro. Nel museo del Louvre a Parigi, sono visibili parecchi sarcofagi egizi, quasi tutti perfettamente conservati.

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Naturalmente io tendo a considerare i Faraoni, oltre che dei Re, definiti nell’antichità egizia – Figli di dio - anche degli Iniziati. Essi in tale senso si riconoscevano tra loro e dinasticamente, mediante questo forte appellativo. Riflettendoci bene, cerco in tale aspetto del Faraone-Iniziato, anche il senso “tradizionale” ai Riti da loro praticati ed alle manifestazioni della loro esistenza storica, sociale e religiosa. Inoltre è particolarmente affascinante l ’immagine del Re che viaggia nell’oltretomba, sulla barca solare, evocata nei racconti e in forma geroglifica, scritti sulle mura, nelle tombe di questi Re.

Nel mito di Osiride e Seth, l’esposizione del sarcofago, avviene nel corso di un evento conviviale. Dal significato apparentemente semplice ed immediato, della narrazione di tale mito, il sarcofago assume una valenza di bellezza e di prestigio per colui che riuscirà ad entravi perfettamente, così come proposto a tutti i contendenti, nel gioco/sfida ordito da Seth , con l’aiuto dei suoi scherani, a danno di Osiride. IL contesto conviviale, nel quale Osiride si inebria di vino al punto da non distinguere la sorella Neftis, dalla propria moglie, Iside, - genera la perdita da parte del Re-dio Osiride -, delle Sue prerogative essenziali. La integrità, la purezza, il controllo di Se, la forza regale e divina che gli consente il ricordo delle proprie origini. Tutte condizioni imprescindibili, ad un Inizato.

Il fratello, Seth, ben sapeva che senza tali forze e soprattutto senza la “Virtus” Osiride sarebbe stato vinto facilmente. E così avvenne.

Se Seth, rappresenta il male, allora dobbiamo considerare che, nella sfera della contro-iniziazione, tale male e sempre attivo, perfetto e strumentale a se stesso. Cioè assolve integralmente il suo ruolo e non ha alcuna necessità di trasformarsi, in altro, oltre al male, che E’.

Anche nel mondo profano, il male e assolutamente identico a quello indicato nel paragrafo precedente, solamente che spesso è così ben confuso con le circostanze della profanità, che si cela nelle forme più mimetiche o addirittura in quelle apparentemente benefiche; l’essere umano se ne può invaghire, diventando cieco e sordo, ad ogni altro segnale. E ogni iniziato è anche un essere umano.

Allora, per Noi massoni di oggi , tutto ciò che il sarcofago può rappresentare sia in forma fisica e sostanziale, che nella sua forma sottile, nel mondo della manifestazione a volte si trasforma in mero simulacro di forza e potere, temporale. Ed è in tali circostanze che Noi possiamo cadere, come Osiride.

Fù con i miraggi profani, che Seth ingannò Osiride, lo fece bere, lo blandì con complimenti più o meno velati; ne suscitò l’orgoglio. Tale orgoglio rappresenta la doratura esterna e finale della “Cassa”, le gemme preziose del sarcofago materiale, il

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quale anche se abbellito con oro, arte e ogni ulteriore meraviglia, dovrà un giorno finire, come finirà a suo tempo, ogni cosa di questo mondo materiale.

Dal punto di vista simbolico, è molto significativo che alla fine della storia di Osiride, dei suoi Fratelli e di Oro, - anche la grande Iside, come fece Seth con il fratello Osiride, dovrà usare un inganno ed un ricatto. Essa lo attua nei confronti del potente dio Toth e addirittura lo fa per compiere una opera magica, tale da cambiare la “realta” di Osiride al fine di farlo “riattivare” post-mortem, ma conseguentemente a tale circostanza, esso (Osiride), sarà unicamente ed eternamente il Re nero dell’oltretomba e dei morti ( Vedi quanto esplicitato dal Fr. Renè Schwaller De Lubicz nel suo libro “La Scienza Sacra dei Faraoni”).

Percepisco da tale epilogo del mito, alcuni insegnamenti di ordine, morale, simbolico ed esoterico; dal punto di vista morale, tanto l’Iniziato che il profano, sono soggetti a quei doveri basilari che ogni essere umano ha necessità di osservare in se stesso, non appena raggiunge la propria maturità, ed acquisice il senso di ciò che un uomo debba compiere conformemente alla cosiddetta “coscienza “ . I ben noti “dieci Comandamenti” biblici, che avevano profonde radici nel culto religioso degli antichi egizi, altro non erano che il tentativo di esternare quanto Dio aveva soffiato nell’uomo al momento della Sua creazione, fornendo ad esso sul piano coscienziale quelle Regole chiare, semplici e universali alle quali ancor oggi sembra per noi moderni, così difficile conformarci, benché pieni di ogni bene e possibilità materiali (beni rappresentanti il nostro sarcofago).

In particolari casi, noi umani, oppressi da nostri vizi ci ripariamo dietro delle scuse molto fantasiose e arriviamo con una logica perversa a voler credere, alla inesistenza della “coscienza”. Oppure fingiamo di accettarne la esistenza, per poi plasmarne i richiami a nostro uso e consumo, in base alle varie circostanze del nostro esistere; tali azioni vengono rappresentate nel concetto di anti-tradizionalismo e nell’alveo contro iniziatico, così ben descritto dai Nostri Maestri Passati in vari testi ( La Terra delle Quattro Giustizie di G. Ventura – Introduzione al Segreto Massonico di M. Egidio Allegri - Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi di R. Guenon, ecc.).

Non possiamo quindi fingere che i nostri doveri non esistano, tanto come uomini del mondo - ed assolutamente, mai, in quanto Iniziati. Noi abbiamo il dovere di accertare sempre che la voce della nostra coscienza non si plachi mai; nel caso, siamo noi che, deviando dall’iniziazione, vogliamo rimanere sordi a tale voce. I profani se lo possono permettere – Noi, da Iniziati, no. Saremmo completamente in balia della contro-iniziazione fingendo coscientemente di essere “altro”.

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Non potremmo vedere il nero che è in noi e di conseguenza la nostra battaglia sarebbe persa da quel fatidico momento di caduta.

Nella forma esoterica, debbo considerare che, al di la del ruolo di Seth, trasformatosi nel corso della “storia” precedente al mito osirideo, e con assoluta determinazione, da fratello benefico di Osiride - a dio avverso o del male*, il ruolo delle altre figure attrici della medesima storia , appare a volte ambiguo. Oro che è un dio solare, deve combattere con Seth e pagare con la mutilazione di un suo occhio, il prezzo del combattimento. Seth, nel medesimo scontro con Oro, viene mutilato di un testicolo. Sappiamo bene cosa, rappresentano fisicamente e anche simbolicamente , tali organi mutilati, ad entrambi i combattenti - Il falco ha nella propria vista, un potentissimo mezzo di sopravvivenza e nel mito egizio, Oro è il dio che nell’alto dei cieli riesce a guardare il Padre Sole con gli occhi, direttamente, potendone così assorbire tutti i benefici possibili. Seth, nella sua qualità malefica, è obbligato a “generare” continuamente il male e l’evirazione di un testicolo, rappresenta anche una fortissima limitazione a tale sua incessante opera.

In relazione a tale parte del mito osirideo, dobbiamo considerare che il male rinasce continuamente e per combatterlo occorre “Re-sucitare” in noi il bene; cioè, se ne saremo capaci e da Iniziati, rialzare il Noi il Re anche nella nostra forma umana, mutilata della “Vista completa” che potremo riacquistare, ritrovando l’altro occhio di Oro.

Le figure femminili , attrici del mito osirideo, Iside e Neftis a loro volta attuano i rispettivi ruoli. Neftis, ingannando il fratello Osiride inebriato dal vino e dal cibo abbondante, riesce ad accoppiarsi con lui e a generare Anubi, dio dei morti che non ostante la apparente sua imperfetta genesi, assume nel panteon egizio una funzione assolutamente equilibrata; il ruolo dello sciacallo è quello di nutrirsi di piccoli animali delle praterie e dei deserti e divorare le carcasse degli animali morti, ripulendo la natura. Così Anubi, nell’oltretomba, seleziona le anime pure da quelle impure e collabora con Maat nel rito della pesatura del cuore. Iside, che rappresenta anche la natura verde, aiutata da Neftis cerca e ricompone le spoglie del suo sposo e con un artifizio riesce a congiungersi con Osiride giacente e a generare Oro, colui che combatterà vincendolo, ma solo temporaneamente, suo zio Seth, il male.

Per concludere, nel mito compare anche la figura del dio Toth, che interagisce con gli altri Personaggi, in più occasioni; sia quando per intercessione di Iside, che lo inganna con l’opera magica e lo ricatta, resuscita Osiride, nell’oltretomba e in seguito, quando sancisce che, contrariamente alle intenzioni di tutti gli altri dei del mito, dopo la aspra battaglia con Oro e smascherato in tutte le sue cattive azioni, Seth non dovrà, comunque, essere ucciso in quanto il male è necessario alla

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manifestazione, per potere riconoscerlo e alla bisogna limitarlo nelle sue azioni; noi iniziati, dovremmo addirittura combatterlo in noi, e compiere così la nostra espiazione.

E allora, per me il sarcofago è anche il nostro corpo fisico, che per quanto custodito è parte prevalente del nostro “essere” terrestre, ed è fatalmente destinato al degrado e alla dissoluzione. Oggi l’uomo ha innumerevoli mezzi ed ausili, per cercare di preservare il proprio corpo al meglio, ma sempre in attesa di ciò che fatalmente accadrà, nel giorno stabilito. A poco servono gli artifizi o le “magie” che possiamo praticare per cercare di mantenere integro il nostro corpo; tali “pratiche” distolgono chi le attua, dal vivere da uomini – Gli Iniziati debbono custodire il proprio “Sarcofago” ma non possono innamorarsene in quanto cercano la Luce, e hanno consapevolezza del loro “passaggio” finale, con l’annullamento del “Sarcofago”.

Il viaggio nell’oltre tomba, delle religioni egizie, rappresenta quel passaggio nel quale il defunto e la sua anima, se degni e puri, condotti dagli Esperti Terribili, preposti a tale opera, riescono a passare il vaglio rappresentato dalla bilancia di Maat. Quindi ciò che a tale speranza, ha stimolato gli antichi egizi e che oggi molte religioni contemporanee ci indicano in modo similare, quale cammino per la nostra anima, per Noi del Rito Egiziano di Misraim e Memphis , può rappresentare quel “primo passo” compiuto consapevolmente, che dopo l’iniziazione ci consentirà di ampliare gli orizzonti e di iniziare a volgere il nostro sguardo verso l’alto. E’ l’inizio della ricerca dell’occhio di Oro, che ci servirà quale strumento di una visione ampia e consona al nostro Lavoro, consentendoci di osservare bene il sarcofago, attribuendogli la funzione propria al suo ruolo in questa nostra vita terrena. Vivere l’Iniziazione, rappresenta la partenza per il vero viaggio verso il cielo, liberi da ogni Sarcofago.

Fenix.

NOTE  *  Seth,  racconta  il  mito,    aiutò  suo  fratello  Osiride  nella  lotta  contro    il  serpente  Apophi    (mito  di  origine  Hyksos)  -­‐  Ma  già  in  tempi  antichissimi,  egli  rappresentava  il  sole  bruciante  e  mortifero  del  deserto,  o  il  temibile  dio  Tifone  conosciuto  dai  popoli  mediterranei  e  del  vicino  medio  oriente.  Seth  è  opposto  nella  dualità  religiosa  al  fratello  Osiride,  dio  benefico  e      vivificante,    di  ordine  solare.    Successivamente  Osiride  dopo  la  sua  caduta,  diventando  Re  dei  morti,  assunse  un  simbolismo  alchemico  (da  Kem  o  Kemè,    il  fango  del  Nilo)  secondo  il  quale,  la    potenza  energetica  scaturente  dalla  putrefazione  delle  sostanze  biologiche,  generando  in  se  calore,  contribuiva  alla  crescita  ed  al  nutrimento  della  natura  tutta,  piante,  animali  ed  elementi,  rappresentata  da  Iside.    Non  è  difficile  assimilare  a  tali  miti,  la  leggenda  massonica  di  Hiram    e  il  significato  dell’acrostico  tradizionale  V.I.T.R.I.O.L.  -­‐    In  seguito,  per    le  religioni  successive  a  quella  egizia  o  addirittura  derivanti  da  essa,  nell’iconografia  sacra,  il  male  o  il  demone,  verranno    rappresentati  con  forme  molto  simili  a  quella  di  Seth  e    con  aspetto,  quasi  identico  a  quello  rappresentatoci    iconograficamente,  dagli  antichi  egizi,  dai  Caldei  e  dai  Babilonesi.  

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Il Testimone, l’Eggregore ed i Maestri Passati

La testimonianza, di un evento di ordine ermetico-esoterico non è logicamente accettabile e concepibile, con i normali sensi, se prima l’operatore non è riuscito a porsi nella condizione percettiva adeguata alla operazione da compiere. E’ per tale motivo, che sovente, nelle Riunioni rituali, le fiamme delle candele, accese senza le dovute ritualità e concentrazione, possono avere unicamente la azione di illuminare il luogo di svolgimento dei Lavori o al massimo, di condizionare emotivamente coloro i quali, del Rito, percepiscono solo l’evento emozionale, provocato dal Medesimo, in loro stessi.

La accensione di un Testimone, operazione apparentemente banale ed innocua, deve essere svolta dall’operatore dotato delle adeguate qualificazioni o capacità Operative. E’ per tale fatto, che sovente negli Eggregori di tipo piramidale, l’accensione del Testimone, inteso come fiamma primigenia e perennemente accesa, soprattutto in Noi, viene effettuata da uno Hjerophante o da un Mastro Cerimoniere, il quale non è il “ciambellano di corte”, bensì un vero e proprio “Magus” (in merito a i ciò, possiamo leggere ed istruirci negli scritti dei Ns. Maestri Passati Aldebaran ed Ermete).

Tali disposizioni operative, di tipo materiale ma soprattutto interiore, quando effettuate con i dovuti sistemi, richiamano alla nostra vicinanza e quindi nell’Eggregoro del Gruppo, la presenza di Coloro i quali, hanno già compiuta l’Opera e conservano in Loro, avendola espansa al massimo fattore e livello spirituale, la medesima fiamma primigenia di cui in precedenza.

Essi, sono i Nostri, Fratelli Maestri Passati ed Invisibili, all’occhio del corpo. Presupponiamo per semplicità che tutto lo spazio sacro, dove si attuano i S. Lavori, sia in precedenza stato ben delimitato, sigillato e quindi Consacrato, attuando con attenzione e concentrazione tutte le operazioni necessarie all’ottenimento del corretto extra spazio-tempo, con le prerogative proprie del Magus; giusto Intento, giusta Azione ecc.ecc.

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Occorrerà quindi rilevare che, all’interno del sopra menzionato “Spazio-Tempo” , chi soggiace alla propria emotività, può scombinare la Catena Iniziatica.

Non è certo che per tale fatto, succedano poi cose in ogni caso negative, data la presenza e le “Forze” espresse dalla Hierophania e/o del Magus, tuttavia l’inficio dell’Opera da compiere, individualmente, ma all’interno della “Catena” è già di per se un fatto da evitare ed è per tale motivo che Noi tutti, dobbiamo sempre ricordare, singolarmente, di essere “Centrati” ed in catena con tutti gli altri Sorelle o Fratelli partecipanti al Rito. Chi si accinge al cammino iniziatico, nei primi tempi, in relazione a tali modalità operative, potrà avere quelle difficoltà derivanti dalla completa spoliazione del proprio essere ancora legato alla profanità, ai metalli o per il fatto di non avere ben chiare le modalità operative del Gruppo cui appartiene.

Per questo fatto esistono i Maestri, che con l’esempio, prima, e se necessario, anche con l’insegnamento, poi, aiuteranno il neofita nel ritmare il “giusto passo”.

Per chi opera a determinati, Livelli, le esperienze di tipo contingente e conseguentemente, anche alcuni errori, sono non evitabili, ma per quanto mi compete, affermo a me stesso e dico a Voi Sorelle e Fratelli; ricordiamoci sempre che sovente nei consessi iniziatici tradizionali, quale maschera dei nostri insuccessi, si sono voluti trovare, ad ogni costo, i cosiddetti, “nemici esterni”.

Tale errata intuizione, favorisce chi ci combatte, il quale sovente è dentro di noi; potremo però fronteggiare adeguatamente l’Avversario, se sapremo ravvivare, quanto prima, e custodire in noi, se possibile permanentemente, quella scintilla che poi diviene pian piano, luce interiore. Potremo ottenere la percezione esatta di chi combattere e al tempo stesso, nelle Nostre operazioni rituali e nelle meditazioni, farci riconoscere e fiancheggiare, nell’Opera, da quei “Maestri Passati ed Invisibili” che in ogni tempo , spazio e luogo, anche non consacrato, potranno esserci accanto, avendo essi stessi la suprema prerogativa di farci ben percepire e riconoscere immediatamente, la Luce. Ciò fino al Passaggio ed alla Integrazione, per chi avrà la possibilità di arrivarci.

Agni

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Notizie riguardanti i l sito internet Ns. V.mo Rito ed i contatti

Il   sito   internet   del   Rito   Orientale   e  Mediterraneo   di  Misraim   e  Memphis   –   Sovrano  Grande  Santuario  Italico  è  il  seguente:  

www.ritomisraimmemphisroma.it/Rito_Misraim_e_Memphis_Roma   Le   caselle   di   posta  elettronica  di  riferimento  sono  le  seguenti:    

Per   i   contatti,   le   notizie   e   relazioni   interne   inerenti   al   Rito   (con   email   riservata   e  password  comunicata  dalla  Segreteria,  ai  membri  iscritti)    

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