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L’Ulss 20 ha dato avvio ad una campagna di prevenzio- ne del cancro colo-rettale aderendo al Progetto Score, uno studio multicentrico di livello europeo con il quale saranno valutate le diverse metodologie di diagnosi pre- coce di questo tipo di tumo- re: ricerca del sangue occulto nelle feci, rettosigmoidosco- pia, colonscopia. Il cancro colo-rettale colpisce la parte finale dell’intestino ed inizialmente si presenta sotto forma di piccole escre- scenze, chiamate polipi che nel corso degli anni possono degenerare trasformandosi in un tu- more. Questa malattia è purtroppo molto diffusa e rappresenta la se- conda causa di morte per tumore in Italia ed in Europa per la popolazio- ne oltre i 55 anni. Il cancro del co- lon-retto è perciò un’eventualità te- mibile, ma può essere prevenuto ef- ficacemente, sia adottando stili di vita corretti, sia diagnosticando pre- cocemente i polipi, asportandoli. Il Progetto Score riguarderà tremila persone residenti nell’Ulss 20, uo- mini e donne, di età compresa fra i 55 ed i 64 anni. Vi sono coinvolti i cittadini residenti nei comuni di Soave, San Bonifacio ed Arcole, dove sono stati organizzati anche incontri pubblici per promuovere lo screening. Questo tipo di campagna di pre- venzione si attua con l’invito attivo a sottoporsi agli esami diagnostici diretto a tutti gli individui a rischio per una determinata patologia. Ciascuna persona coinvolta rice- verà dall’Ulss 20 una lettera con l’invito ad effettuare gratuitamente uno dei tre esami con i quali è pos- sibile diagnosticare questo tipo di tumore: la ricerca di sangue occul- to nelle feci, la rettosigmoidosco- pia, la colonscopia. Gli esami saranno effettuati nella sede dell’Unità operativa autonoma di Gastroenterologia dell’ospedale di San Bonifacio, di cui è re- sponsabile il dott. Andrea Ederle, su appuntamento rin- viabile. Completato il Progetto Score, l’Ulss 20 avvierà progressiva- mente lo screening per la re- stante popolazione a rischio. È particolarmente importante che vengano esaminate tutte le persone con un familiare che s’è ammalato di questo tipo di tumore, ma nessuno dovrebbe mancare un’occa- sione per pensare alla sua sa- lute, affrontando più serena- mente gli anni della maturità. Aderendo all’invito dell’Ulss ciascuno avrà la possibilità di preve- nire il tumore ed i risultati del Pro- getto permetteranno anche di valu- tare l’efficacia di ciascuna metodica. È vero, per prevenire il cancro del colon-retto è necessario accettare che vengano effettuate indagini nella sfera più intima del nostro or- ganismo, ma, grazie alla gentilezza ed alla professionalità di medici ed infermieri, il disagio sarà davvero modesto in rapporto ai vantaggi per la tua salute. Chi riceve l’invito dell’Ulss 20 non deve lasciarsi vincere dalla pigrizia o dal pudore. È importante parlarne con il medi- co di famiglia ed affidarsi con fidu- cia a chi si mette a nostra disposi- zione per aiutarci a scegliere la sa- lute ad occhi aperti. Il simpatico ranocchio protagoni- sta della campagna di comunica- zione ha ragione: un’occhiata può salvarci la vita! Mfc Scegli la salute ad occhi aperti Un’occhiata può salvarti la vita S ANITÀ NEW S PERIODICO DELL’UNITÀ LOCALE SOCIO SANITARIA 20 - VERONA Spedizione in A.P.- 70% - Filiale di Verona - anno VI - numero 5 - ottobre 2002 A Z I E N D A - U N I T À - L O C A L E - S O CI O - S A N I T A R I A - N . 2 0 - V E R O N A In questo numero: • “Con il cuore e con la mente”, nasce un Fondo per la Salute Mentale a pag. 2 • Prima pietra per l’hospice di Marzana a pag. 3 • La Filanda di Cologna Veneta, un nuovo centro di Psichiatria territoriale a pag. 4 • “Fare è vivere” e “In buone mani” due mostre alla Gran Guardia a pag. 8 • La terza Conferenza sulla Salute a pag. 12

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L’Ulss 20 ha dato avvio aduna campagna di prevenzio-ne del cancro colo-rettaleaderendo al Progetto Score,uno studio multicentrico dilivello europeo con il qualesaranno valutate le diversemetodologie di diagnosi pre-coce di questo tipo di tumo-re: ricerca del sangue occultonelle feci, rettosigmoidosco-pia, colonscopia.Il cancro colo-rettale colpiscela parte finale dell’intestinoed inizialmente si presentasotto forma di piccole escre-scenze, chiamate polipi chenel corso degli anni possonodegenerare trasformandosi in un tu-more. Questa malattia è purtroppomolto diffusa e rappresenta la se-conda causa di morte per tumore inItalia ed in Europa per la popolazio-ne oltre i 55 anni. Il cancro del co-lon-retto è perciò un’eventualità te-mibile, ma può essere prevenuto ef-ficacemente, sia adottando stili divita corretti, sia diagnosticando pre-

cocemente i polipi, asportandoli.Il Progetto Score riguarderà tremilapersone residenti nell’Ulss 20, uo-mini e donne, di età compresa fra i55 ed i 64 anni. Vi sono coinvolti icittadini residenti nei comuni diSoave, San Bonifacio ed Arcole,dove sono stati organizzati ancheincontri pubblici per promuoverelo screening.Questo tipo di campagna di pre-venzione si attua con l’invito attivoa sottoporsi agli esami diagnosticidiretto a tutti gli individui a rischioper una determinata patologia.Ciascuna persona coinvolta rice-verà dall’Ulss 20 una lettera conl’invito ad effettuare gratuitamenteuno dei tre esami con i quali è pos-sibile diagnosticare questo tipo ditumore: la ricerca di sangue occul-to nelle feci, la rettosigmoidosco-pia, la colonscopia.Gli esami saranno effettuati nellasede dell’Unità operativa autonomadi Gastroenterologia dell’ospedale

di San Bonifacio, di cui è re-sponsabile il dott. AndreaEderle, su appuntamento rin-viabile.Completato il Progetto Score,l’Ulss 20 avvierà progressiva-mente lo screening per la re-stante popolazione a rischio. È particolarmente importanteche vengano esaminate tuttele persone con un familiareche s’è ammalato di questotipo di tumore, ma nessunodovrebbe mancare un’occa-sione per pensare alla sua sa-lute, affrontando più serena-mente gli anni della maturità.Aderendo all’invito dell’Ulss

ciascuno avrà la possibilità di preve-nire il tumore ed i risultati del Pro-getto permetteranno anche di valu-tare l’efficacia di ciascuna metodica. È vero, per prevenire il cancro delcolon-retto è necessario accettareche vengano effettuate indagininella sfera più intima del nostro or-ganismo, ma, grazie alla gentilezzaed alla professionalità di medici edinfermieri, il disagio sarà davveromodesto in rapporto ai vantaggiper la tua salute.Chi riceve l’invito dell’Ulss 20 nondeve lasciarsi vincere dalla pigriziao dal pudore. È importante parlarne con il medi-co di famiglia ed affidarsi con fidu-cia a chi si mette a nostra disposi-zione per aiutarci a scegliere la sa-lute ad occhi aperti. Il simpatico ranocchio protagoni-sta della campagna di comunica-zione ha ragione: un’occhiata puòsalvarci la vita!

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Scegli la salute ad occhi apertiUn’occhiata può salvarti la vita

SANITÀ NEWSPERIODICO DELL’UNITÀ LOCALE SOCIO SANITARIA 20 - VERONASpedizione in A. P. - 70% - Filiale di Verona - anno VI - numero 5 - ottobre 2002

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In questo numero:

• “Con il cuore e con lamente”, nasce un Fondoper la Salute Mentale apag. 2

• Prima pietra per l’hospice diMarzana a pag. 3

• La Filanda di ColognaVeneta, un nuovo centro diPsichiatria territoriale apag. 4

• “Fare è vivere” e “In buonemani” due mostre alla GranGuardia a pag. 8

• La terza Conferenza sullaSalute a pag. 12

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La salute è un capitale sociale chesiamo chiamati a difendere e pro-muovere: essa è la principale risorsaper il nostro futuro. Il “pianeta salute”è assai vasto e complesso e necessitadi adeguate competenze e risorse peroffrire al cittadino le risposte ches’attende. L’ambito della salute mentale è senzadubbio uno dei più rilevanti e richie-de urgente attenzione. L’Organizza-zione Mondiale della Sanità ha piùvolte fatto appello ai governi ed aquanti operano nel campo delle poli-tiche sanitarie perché dedichino laloro attenzione alle malattie mentaliil cui peso in termini di “vita sanapersa” rappresenta il 15% del peso ditutte le malattie, di gran lunga supe-riore all’8% delle cardiopatie o al 5%dei tumori. E c’è di più. Le malattiementali sono in progressivo aumen-to, ma nei paesi europei più svilup-pati il budget riservato alle cure è pa-ri soltanto al 7% di quello della Sa-nità sottostimato rispetto ai bisognidelle popolazioni.Lo hanno ricordato i direttori genera-li di Ulss 20 Valerio Alberti e AziendaOspedaliera di Verona presentandouna nuova iniziativa pubblica desti-nata al Dipartimento di Salute Men-tale costituito dalle due aziende conl’Università. Si tratta di una sottoscri-zione lanciata per un Fondo istituitopresso la sezione di psichiatria delDipartimento di Medicina e SanitàPubblica dell’Università e destinatoal potenziamento della ricerca ed almiglioramento delle cure nel Diparti-mento di Salute Mentale (tel. 045-508860-500873). “La ricerca sui di-sturbi mentali oggi è ‘orfana’, perchénon adeguatamente finanziata -affer-ma il prof. Michele Tansella, direttoredel Dipartimento e del Centro colla-boratore Oms di Verona per la ricercapsicosociale- Per questo abbiamo

lanciato l’idea del Fondo: vogliamodare nuove speranze ai nostri pazien-ti ed ai familiari, indagando non solosui trattamenti psicosociali e sulleterapie, ma anche sugli esiti dei trat-tamenti nei pazienti più gravi. Ma, co-me a tutti è noto, si può scoprire solociò che si cerca e si può ‘cercare’ solocon adeguati finanziamenti.”Ma non si tratta soltanto di una que-stione di budget. Ricerche effettuatedall’Oms testimoniano come lo stes-

so tipo di disagio o patologia menta-le può sortire effetti più o meno de-vastanti su una persona a secondadell’impatto che il suo problema hasulla comunità. Vale a dire che una comunità solida-le e accogliente offre al malato unsostegno fondamentale per la qua-lità della sua vita. Si è constatato come il rischio di di-ventare schizofrenici sia egualitariofra i paesi sviluppati e quelli in via disviluppo, ma gli schizofrenici deipaesi ricchi peggiorano molto di più

che gli schizofrenici dei paesi poveri,perché questi ultimi vengono più fa-cilmente riaccolti in famiglia e aiuta-ti a ritrovare un ruolo sociale e persi-no lavorativo.Per i residenti nell’Ulss 20 le attivitàdel Dipartimento di Salute Mentalesono finanziate con circa 16 milionidi Euro annui. Vi sono quattro servizipsichiatrici ospedalieri per la faseacuta, mentre sul territorio sono dis-seminate numerose strutture per lariabilitazione e la cronicità, come am-bulatori psichiatrici distrettuali, Cen-tri di salute mentale, comunità tera-peutiche residenziali protette, comu-nità alloggio e appartamenti a minorlivello di protezione per pazienti conbuona capacità di autonomia. 130persone vengono assistite a domici-lio e altre 200 trovano accoglienza neigruppi d’auto aiuto.Non è poco, ma non è tutto. Dobbia-mo batterci per sconfiggere l’insiemedei pregiudizi tuttora esistenti che,insinuandosi nella psiche del malato,gli impediscono di affidarsi ai serviziper le cure appropriate.Nel 2001 il Dipartimento ha rispostoall’invito dell’Oms in occasione dellaGiornata Mondiale della Salute con ilconvegno “Contro il pregiudizio, il co-raggio delle cure”. È stata un’occasione per rinnovarel’impegno all’ascolto dei bisogni e-spressi dai pazienti e dalle loro fami-glie. È il medesimo impegno che hasuggerito il lancio della nuova inizia-tiva. Ad essa ha lavorato, in qualità dipromotore, l’Ufficio Stampa dell’Ulss20, curando, in collaborazione conl’Ufficio Promozione della Salute ilprogetto di sensibilizzazione che pre-vede l’abbinamento della sottoscri-zione alla rassegna teatrale “Con ilcuore e con la mente - giovani Autori

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Noi e gli altri

“Con il cuore e con la mente” un fondoe una sottoscrizione per la Salute mentale

Contro il pregiudizio il coraggio delle cure

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Verona avrà un hospice come quellogià in funzione a Cologna Veneta dal1999. La notizia è importante ed ègiunta dal direttore generale ValerioAlberti. Le nuove schede ospedaliereregionali definiscono per Marzana unruolo di primo piano per la riabilita-zione. Il centro è definito un ospeda-le integrativo di rete e colmerà la tra-dizionale carenza cittadina di postiletto per la riabilitazione, più cheraddoppiando l’attuale dotazione di40. C’è soddisfazione nell’Ulss 20 perla dotazione definita dalle schedecongedate dalla Regione: 442 postiletto per acuti che saranno concen-trati nel nuovo Polo di San Bonifacioe 135 per lungodegenza e riabilita-zione. L’hospice avrà 14 posti letto esfrutterà al meglio l’esperienza av-viata nel “San Cristoforo” di ColognaVeneta per offrire accoglienza e curepalliative ai malati oncologici. Laprima pietra sarà posata durante unacerimonia in programma per il 18 di-cembre prossimo.Alla terapia del dolore ed alle curepalliative è dedicato il settimo corsodi perfezionamento attivato dal Di-partimento di Scienze Anestesiologi-che e Chirurgie Specialistiche dellafacoltà di Medicina di Verona. È aper-

to ai medici ed ha lo scopo di forma-re operatori dotati della professiona-lità necessaria ad affrontare e risolve-re, dal punto di vista assistenziale edetico, le delicate problematiche deipazienti oncologici più gravi e delleloro famiglie. Particolare attenzione èposta alla formazione per l’assistenzaa domicilio ed in hospice. Il corso hadurata semestrale, si svolgerà nel pe-

riodo gennaio-giugno e prevede le-zioni, seminari e conferenze organiz-zate dalla cattedra di Terapia del do-lore diretta dal prof. Gianfranco Maf-fezzoli. L’attività pratica-tutoriale sisvolgerà nell’ hospice di Cologna.La domanda d’iscrizione deve esserepresentata entro il 6 dicembre allasegreteria di via Bengasi 7. Informa-zioni nel sito www.univr.it.

News & News

Hospice a Marzana, la prima pietra in dicembreNuovo corso di perfezionamento in Cure Palliative

Una struttura di lungodegenza a Marzana

per giovani attori” in collaborazionecon la Direzione artistica del teatroNuovo e del teatro Alcione. Dopo il successo del gala con CeciliaGasdia, Paolo Valerio ha aperto anco-ra una volta le porte del teatro per co-niugare cultura e salute. Sono in programma tre spettacoli: “Xa-nax” con Amanda Sandrelli e Blas Ro-ca Rey il 23 novembre al teatro Nuovo,

“Il principe di seta” di Giancarlo Mari-nelli, vincitore del premio “Scrivere peramore”, il 13 dicembre al teatro Alcio-ne e “Abbracciami” di Emanuela Gior-dani con Lucrezia Lante della Rovere eDodi Conti, il 4 febbraio 2003 al teatroNuovo. Sarà avviata anche una nuovacollaborazione fra Dipartimento diSalute mentale e medici di MedicinaGenerale per raggiungere quei pa-zienti che non hanno la forza o il co-raggio di avvicinarsi ai servizi.

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Il prof. Michele Tansella con il direttoregenerale Valerio Alberti

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Pochi mesi dopo l’inaugurazione giàsi profila un ruolo di primo piano perla Filanda di Cologna Veneta. L’edifi-cio, bell’esempio di archeologia in-dustriale che sorge lungo la stradaprovinciale padovana, è stato restau-rato dall’Ulss 20 con un investimentodi circa 3 miliardi di lire. L’inaugura-zione è avvenuta il 24 giugno, a com-pletamento della rete dei servizi delquarto Servizio psichiatrico. “Questa struttura è destinata a diven-tare il Centro di Salute mentale delquarto Servizio – afferma il responsa-bile, lo psichiatra Giuseppe Migliori-ni” –, con un bacino d’utenza di116mila abitanti del Distretto n° 4 ecirca mille pazienti in carico, dei qua-li molti necessitano di assistenza im-pegnativa”.La Filanda dispone di circa 1600 me-tri quadrati suddivisi su tre piani cheospitano attività ambulatoriali, unday-hospital psichiatrico e un centrodiurno per attività riabilitativo-ocu-pazionali aperto dal lunedì al ve-nerdì, dalle ore 8 alle ore 16. Il Centropsichiatrico si pone l’obiettivo di da-re risposta in tempi certi e con pro-grammi verificabili alle persone adul-

te con problemi dipsicosi, schizofrenie,depressioni, dandopriorità alle situazio-ni gravi.La nuova strutturaopera in rete con ilServizio psichiatricodi Diagnosi e Curache ha sede nell’o-spedale di Soave perle fasi acute , il Cen-tro di salute mentaledi Soave, la Comu-nità terapeutica resi-denziale protetta di

Soave, la Comunità alloggio “FuoriC’entro” di Montecchia di Crosara,l’appartamento protetto di San Boni-facio.“Per offrire un servizio sempre piùadeguato alle esigenze degli utentipotenzieremo il servizio di trasportoper i nostri pazienti – “aggiunge ildott. Migliorini” –, così come le atti-

vità ambulatoriali nelle sedi subdi-strettuali di Tregnago, Montecchia diCrosara, Soave, Colognola ai Colli eSan Bonifacio”.Quello della salute mentale è un pia-neta complesso, le cui attività sonocoordinate all’interno del Diparti-mento diretto dal prof. Michele Tan-sella, istituito nel 1996 fra le AziendeUlss 20 e Ospedaliera di Verona incollaborazione con l’Università. Loha spiegato in occasione dell’inaugu-razione il direttore generale ValerioAlberti, alla presenza di autorità edospiti fra cui i rappresentanti dellaRegione Mario Rossi e della Provin-cia Antonio Pastorello.Il Dipartimento copre tutto il territoriodell’Ulss 20 (36 Comuni , 442mila resi-denti) ed è organizzato in quattro areegeografiche, ciascuna delle quali puòcontare su un Servizio psichiatrico ingrado di offrire assistenza ospedalie-ra, ambulatoriale e territoriale.Obiettivo del Dipartimento è offrire

Inaugurazioni

Nuova vita per la Filanda di Cologna VenetaOspita il Centro di Salute mentale

Il taglio del nastro

La Filanda restaurata

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ai cittadini assistenza psichiatrica sianelle fasi acute che nelle fasi croni-che della malattia, dentro e fuori l’o-spedale, assicurando, compatibil-mente con le risorse disponibili, unapresa in carico longitudinale a coloroche hanno bisogno di diagnosi e trat-tamento.Il modello cui s’ispira il Dipartimentoè fortemente integrato e prevedestretta collaborazione tra servizi sani-tari e sociali, oltre a collegamentocon il Dipartimento di Neuropsichia-tria infantile, con i distretti sociosani-tari, medici i Medicina Generale, as-sociazioni di familiari, volontariato eprivato sociale.I costi sostenuti per l’area psichiatri-ca dall’Ulss 20 nel 2000 sono stai dioltre 30 miliardi e 753 milioni di lire,così suddivisi: il 39% per la fase acu-ta, il 33% per la fase riabilitativa, il19% per i problemi di cronicità. La fase acuta si riferisce all’interventosanitario-psichiatrico mediante rico-vero nei reparti Psichiatrici di diagno-si e cura pubblici e privati (circa 900ricoveri pubblici e circa 600 in case dicura convenzionate l’anno) e nei day-hospital (oltre 4500 accessi l’anno).Per la fase riabilitativa il Dipartimen-to dispone oggi anche della Filandache si aggiunge a: 15 ambulatori psi-chiatrici distrettuali, 4 Centri di salu-te mentale, 4 Centri diurni con oltre3500 utenti per oltre 27mila presta-zioni annue, 4 Comunità terapeuti-che residenziali protette, 4 ComunitàAlloggio, 8 alloggi a minore livello diprotezione.Circa 130 persone sono assistite adomicilio ed altre 200 circa dall’autoaiuto (Self help). Un’attività di sostegno per i parentidei pazienti schizofrenici e psicoticiè sostenuta anche dai “Gruppi perfamiliari” grazie ai quali è possibileun notevole miglioramento dei rap-porti relazionali all’interno della fa-miglia, con positive ricadute anchesulla gestione della patologia delpaziente.Tornando alla Filanda nel suo futurovi è anche una comunità terapeuticaresidenziale di 18 posti letto.

“Stiamo lavorando al progetto” –spiega il dott. Migliorini – che avràcaratteristiche nuove. Stiamo già ge-stendo una comunità con 12 postiletto a Soave per la terapia riabilita-tiva intensiva, 11 posti letto a Mon-tecchia in una comunità sociosani-taria per la riabilitazione estensivaed una struttura con 5 posti letto aSan Bonifacio a bassaprotezione, per pazien-ti con un buon grado diautonomia. Nella Filanda pensiamodi ospitare una comu-nità mista, in grado diaccogliere sia utenticon problemi psichiatri-ci derivanti da patolo-gie, sia persone conproblemi di dipenden-za, come gli alcolisti perla disintossicazione”.La Filanda è dunquetornata a vivere e, se inorigine ha avuto un ruo-lo sociale offrendo lavo-ro e dunque sostenta-mento alla comunità,oggi ancor più è inseritain un contesto di acco-glienza e risposta ai

problemi delle fasce fragili della po-polazione. Cent’anni fa’ per chi soffri-va di disturbi mentali non c’erano al-ternative al manicomio, oggi siamoimpegnati a vincere lo stigma del pre-giudizio e a superare isolamento epaura con interventi il più possibilepersonalizzati e rispettosi della di-gnità del malato e delle sue risorse.

Inaugurazioni

Un ambulatorio

Un momento dell’inaugurazione

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Accessibilità, Accoglienza, Affidabi-lità: ci sono tre “A” maiuscole nel lo-go dell’Unità Operativa di Laborato-rio d’Analisi dell’Ulss 20 che operanelle sedi di San Bonifacio, Soave,Tregnago e Cologna Veneta, per sin-tetizzare i concetti fondamentali aiquali s’ispira il lavoro dello staff di-retto dal dott. Giovanni Bonadonna.“Accessibilità –spiega il direttore del-l’Unità Operativa– perché vogliamofavorire al massimo l’accesso alla no-stra struttura, sia in condizioni nor-mali che di urgenza, e in caso di ne-cessità siamo anche disponibili adeffettuare prelievi nelle ore pomeri-diane.”. L’accesso può avvenire tra-mite prenotazione all’ufficio cassa diSan Bonifacio, Soave, Cologna Vene-ta e presso la Segreteria del Labora-torio di Tregnago. Per i pazienti prenotati l’accesso al-l’ambulatorio prelievi è dalle 7,30 al-le 9.00. Ci può essere pure accessodiretto senza prenotazione, ma pre-notando si risparmia tempo il giornodel prelievo. Le prenotazioni posso-no avvenire anche via fax o con e-mail. Le risposte possono essere riti-rate personalmente o da un delegato,oppure inviate a casa per posta prio-ritaria, per fax o e-mail.

“Accoglienza” – conti-nua il dott. Bonadon-na – vuol dire porre lamassima attenzionenell’ascoltare le esi-genze degli utenti, chericeviamo con corte-sia, tenendo semprepresente che le perso-ne che si rivolgono anoi sono spesso in dif-ficoltà. ”Affidabilità”,infine, significa garan-tire la qualità delleprestazioni effettuate.In questo senso, parte-

cipiamo anche a numerosi program-mi regionali, nazionali ed internazio-nali per la verifica della qualità anali-tica, nonché ad altri programmi dimiglioramento continuo della qua-lità totale della nostra organizzazio-ne. Siamo quindi in grado di assicu-rare che tutte le fasi del processo dia-gnostico, dalla richiesta del test finoalla corretta interpretazione, rispon-dono agli standard internazionali diQualità”.Ed altamente qualificati sono i pro-fessionisti impegnati nel mantenerele tre promesse del logo: cinque me-dici, cinque biologi e 24 tecnici di la-boratorio, particolarmente impegnatinel continuo aggiornamento e nellacostante collaborazione con i mediciospedalieri e di fa-miglia. Proprio perfacilitare la comu-nicazione con tuttii medici dell’Ulss20, l’Unità Opera-tiva di Laboratoriod’Analisi diffondeperiodicamenteun foglio dal titolo“Notizie dal Labo-ratorio”, che ripor-ta le principali no-

vità sui tipi di test che il Laboratorioè in grado di effettuare e sulle moda-lità di organizzazione del Servizio.Settori principali di competenza delLaboratorio sono la biochimica clini-ca, l’ematologia e coagulazione, lamicrobiologia, la sierologia e l’immu-nochimica. Ogni giorno dal Labora-torio passano in media 700 pazien-ti,per un totale di 5000 analisi quoti-diane, ovvero 1.600.000 all’anno. Sitratta di un’attività in costante cresci-ta (+7 % all’anno). “Ad aumentare non è solo il numerodi esami –precisa il dott. GiovanniBonadonna–. Abbiamo anche svilup-pato nuove tipologie di esami, peresempio, i test sempre più moderniper la diagnostica delle malattietrombotiche e delle malattie profes-sionali”.Dotata di mezzi tecnologici d’altissi-mo livello in laboratorio e di un avan-zato sistema informatico-gestionale,l’unità Operativa si avvale, quindi, diprofessionisti impegnati nel favorireil miglioramento continuo della qua-lità del servizio erogato, fornendoinformazioni affidabili, complete ecomprensibili, accogliendo con cor-tesia, mostrandosi disponibili adascoltare le esigenze degli utenti, ri-spettando la loro riservatezza, man-tenendo buoni rapporti di collabora-zione con i medici curanti.

Visti da vicino

Le tre A del Laboratorio d’Analisi di S. BonifacioCinquemila test al giorno di Qualità

Il dott. Giovanni Bonadonna con i collaboratori

di Anna Laura Folena

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Si può essere allergici al lavoro? Nonproprio, ma si possono accusare del-le allergie cosiddette “professionali”,ovvero legate alla propria occupazio-ne (per esempio, se si è esposti a sol-venti o a sostanze particolari, qualiad esempio il lattice di gomma).A Cologna Veneta, il Centro di Aller-gologia dell’Unità Operativa di Labo-ratorio d’Analisi dell’Ulss 20 si occu-pa della prevenzione, diagnosi e tera-pia delle malattie allergiche. “La maggior parte dei pazienti – affer-ma il dott. Giovanni Bonadonna –presenta allergie respiratorie (oculo-rinite ed asma), cutanee (orticaria edermatiti), alimentari ed al velenodegli imenotteri. Negli ultimi tempi,però, abbiamo sviluppato in modoparticolare la diagnostica di allergo-patie professionali legate all’ambien-te di lavoro”. Uno dei progetti ipotiz-zabili per il futuro, infatti, è l’avvio diun ambulatorio di Allergologia Occu-

pazionale e Medicina del lavoro nellasede di San Bonifacio, anche in con-siderazione del fatto che nel territo-rio delle province di Verona e Vicenza

sono presenti numerosi insediamen-ti produttivi, quali industrie metallur-giche, metalmeccaniche, conciarie,tessili, ed altre. “Grazie all’esperienza acquisita –assi-cura il dott. Bonadonna– potremmosviluppare il Servizio di Allergologiain ambito ambientale, ma anche esoprattutto in quello professionale,visto che negli ultimi decenni si èavuto un enorme sviluppo delle aller-gopatie occupazionali, in particolaredelle dermatiti da contatto”.Negli ultimi tre anni le attività del-l’ambulatorio di Allergologia di Colo-gna Veneta ha coinvolto più di 4.000pazienti, molti dei quali hanno conti-nuato ad essere seguiti nel tempo. Leprestazioni sono state oltre 14.000. Attualmente l’ambulatorio è operati-vo a Cologna Veneta il lunedì ed ilgiovedì dalle 10,30 alle 16,00, e a SanBonifacio il mercoledì dalle ore 10.30alle 16.00.

Visti da vicino

Le allergie professionali, nuovo campo d’indagineper il Laboratorio a Colognola Veneta

Laboratorio Analisi San Bonifacio

In piena collaborazione con i medicicuranti, lo staff del dott. GiovanniBonadonna offre agli utenti una qua-lificata consulenza sulla corretta in-terpretazione dei risultati di labora-torio e sui percorsi diagnostici piùappropriati per le diverse patologie.In particolare, l’Unità Operativa haattivato un Centro di consulenza perla Terapia Anticoagulante Orale(Tao) e le malattie trombotiche. “Seguiamo 300 pazienti in TAO, conprotesi valvolari cardiache o contrombosi venose ed arteriose – spiega

il dott. Bonadonna –. Circa il 15 % diquesti pazienti è gestito direttamenteda noi anche per quanto riguarda laterapia”. Inoltre, il Centro effettuascreening su pazienti che hanno ten-denza a patologie trombotiche. A pa-zienti giovani che abbiano manifesta-to già episodi di trombosi o a donneche assumono pillola anticonceziona-le vengono consigliati ed eseguiti, ol-tre ai comuni esami, anche quelli disecondo livello, che permettono dievidenziare eventuali predisposizionigenetiche a questo tipo di patologia.

Niente trombi con la TAOControlli per i pazienti in terapia

Trombi nella cavità cardiale

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Tre grandi eventi prenatalizi sarannodedicati a tutti coloro che vivono larealtà dell’handicap, sia personal-mente che di riflesso, come familiario operatori dei servizi sociali, di asso-ciazioni e del privato sociale. Dal 5dicembre il palazzo della Gran Guar-dia, la sede più prestigiosa per leesposizioni cittadine, ospiterà le mo-stre “Fare è vivere” e “In buone mani”.La prima è un ap-puntamento ormaiirrinunciabile perl’Ulss 20 ed è giun-ta alla quattordice-sima edizione. Laseconda è una no-vità assoluta, nonsolo per Verona. “Inbuone mani” è unamostra fotograficacon le immagini re-alizzate da CarolineGroszer, una giova-ne fotografa chegià è consideratapiù che una pro-messa nel settoredella foto d’arte. Lamostra è stata ide-ata dal direttore diSanità News MariaFiorenza Coppari incollaborazione congli operatori dei Servizi Sociali nel-l’ambito delle attività culturali pro-mosse dall’Ufficio Stampa dell’Ulss.Per la prima volta l’obiettivo di un fo-tografo è stato ammesso all’internodei Ceod e delle comunità che ospita-no i portatori di handicap per coglierela quotidianità serena degli ospiti edegli operatori che ne hanno cura. È stato un lavoro lungo e paziente: percirca due anni Caroline ha visitato levarie strutture, accolta ovunque comeun’amica speciale. La fotografa ha la-vorato gratuitamente, condividendo

un progetto che ha appassionato tutticoloro che vi hanno avuto parte. Le immagini catturano con profondorispetto una realtà ancora miscono-sciuta: la dimensione umana di per-sone che condividono un camminoda pari a pari e, aiutate ad esprimerela propria autonomia, vivono in pie-nezza, ciascuno per le proprie possi-bilità, la propria esistenza. Si tratta di

un reportage commovente ed emo-zionante che parla di vita e non di do-lore: un invito a sconfiggere antichipudori o pregiudizi, a capire che ognivita ha valore ed ogni persona arric-chisce il nostro vivere. Così come “Fare è vivere” anche lamostra fotografica vuole ribadire ildiritto di cittadinanza del “diverso”,uomo fra gli uomini. Il terzo evento è il libro che racco-glierà le immagini della mostra, conlo stesso titolo. Sarà pubblicato dauna casa editrice veronese, la Gem-

ma Edit.co che ha inaugurato lo scor-so anno una collana di volumi foto-grafici dedicandolo agli emarginatiassistiti dalla Ronda della Carità.“In buone mani” avrà la prefazionedello scrittore Ferdinando Camon,firma prestigiosa e uomo di profondasensibilità.Le due mostre saranno inauguratecon un’unica cerimonia che si trasfor-

merà sicuramentein una grande festaper ospiti, familiarie operatori. Ammi-rate le foto nellabuvette, si salirà alprimo piano dellaGran Guardia pervisitare “Fare è vi-vere” che anchequest’anno promet-te d’essere una bel-lissima occasionedi shopping nata-lizio. Gli oggetti re-alizzati dai circa450 ospiti dei Ceodpubblici e privatisono ciascuno unpiccolo capolavorodi buon gusto ecreatività. Sceglier-ne uno per la no-stra casa o per un

dono è un gesto di solidarietà e d’a-micizia per tutti gli “artisti” che colla-borano a “Fare è vivere”.Le due rassegne sono state organiz-zate con il consueto entusiasmo da-gli operatori dei Servizi Sociali del-l’Ulss.Quest’anno la nuova amministra-zione comunale ha sostenuto l’ini-ziativa, grazie al personale interven-to dell’assessore ai servizi SocialiTito Brunelli. Un’apprezzato contributo è giuntoanche da Unicredit Banca Cariverona.

Eventi

“Fare è vivere” ed “In buone mani”Due mostre ed un libro per i Ceod

Un’immagine da “in buone mani”

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Siamo un gruppo di operatori chesvolgono la loro attività professiona-le nel Centro educativo occupaziona-le diurno “La Quercia”, dove sono ac-colte persone adulte disabili la cuipatologia varia dal grave al gravissi-mo con compromissione sia dellasfera psichica che della sfera motoria.Ci rendiamo conto che la nostra èuna professione complessa inquanto ci pone quotidianamentein relazione con persone diverse eduguali a noi, persone che ci porta-no la loro vita con i suoi bisogni e isuoi desideri e con i quali condivi-diamo una parte della giornata.Il nostro lavoro ci piace e lo fac-ciamo con passione, impegno erispetto, sentiamo però che pos-siamo farlo ancora meglio e cheper far questo abbiamo bisognodi una continua formazione che ciaiuti a cogliere in profondità laportata della nostra professione.È per questo che abbiamo chiestoal direttore dei Servizi Sociali An-gelo De Cristan di attivare, per noioperatori impegnati direttamentecon gli ospiti disabili, una serie diincontri per approfondire le tema-tiche inerenti le dinamiche all’in-terno della relazione poiché è larelazione il nostro campo d’azio-ne privilegiato.Si è trattato di un laboratorio vivoin cui noi operatori siamo diven-tati i protagonisti della nostrastessa formazione.La proposta della conduttrice,dott.ssa Antonia Migliorini, èconsistita nel chiedere agli opera-tori di presentare situazioni realivissute nel nostro ambiente di lavo-ro, riproponendole secondo la meto-dologia de “il gioco dei ruoli” per ren-derle di nuovo vive ed attuali.Ogni operatore era poi invitato adesprimere il suo vissuto fatto di emo-

zioni e sentimenti rispetto a quantoera stato agito, sia che fosse coinvol-to come protagonista che come os-servatore.L’obiettivo di questo percorso è statoquello di far emergere il contenutodelle nostre relazioni in termini dicoinvolgimento emotivo, motivazio-

ni, atteggiamenti coscienti e non co-scienti, gesti, mimica, elementi chefavoriscono o impediscono una veracomunicazione.Ci siamo resi conto che nelle nostrerelazioni immettiamo la nostra storia

personale che interagisce con la sto-ria personale dell’altro che vuole es-sere accolto, ascoltato, accettato cosìcome vogliamo esserlo noi.Questa consapevolezza ci permettedi cominciare ad essere in grado diintravedere la possibilità di tessereun’altra trama, una trama nuova fatta

di umiltà, ascolto, capacità dimettersi nei panni dell’altro, ca-pacità di accogliere, senza giudi-care, le ragioni dell’altro senzapretendere che il nostro sia l’uni-co punto di vista valido.Abbiamo capito che per poter farquesto abbiamo bisogno di cono-scere noi stessi, abbiamo bisognodi conoscere il “nostro feudo” perdiventarne veramente “signori”,per essere in grado di decidere, inpiena consapevolezza, a chi equando abbassare il nostro “pon-te levatoio”.Siamo convinti che si possa rea-lizzare tutto ciò a partire dalla no-stra volontà di rischiare di metter-si/esserci nella relazione, giocan-do se stessi senza paura, rifug-gendo dal mito dell’operatore che“deve saper tenere la giusta di-stanza”, distanza che in realtà de-nuncia la paura di una comunica-zione autenticamente umana.Solo in questo modo riusciremo adaccettare, senza giudicare, i “nostri”ospiti così come ci vengono affida-ti, sapremo comprendere la stan-chezza, la sofferenza, la delusionedei genitori che da tanti anni siprendono cura di loro, accettando ilimiti, le ansie, le preoccupazioni.Questa esperienza ci ha giovato:

abbiamo bisogno di un tempo perconfrontarci su ciò che viviamo ognigiorno, di uno spazio in cui condivi-dere le nostre esperienze e trovare ri-sorse, rinforzi e correzioni al nostroessere e al nostro fare.

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Testimonianze

“Con impegno e passione”: parlano gli operatoriche condividono le giornate con i disabili

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Continuano i contatti internazionalidell’Ulss 20. Dopo la visita primaveri-le della delegazione inglese guidatada John Ashton, consulente del pre-mier Tony Blair per la Sanità , alla fi-ne di settembre l’azienda ha ospitatoun gruppo di rappresentanti politici edirigenti dell’Unità sanitaria di Stoc-colma sud. L’incontro veronese è stato organiz-zato dalla responsabile dell’UfficoQualità Monica Troiani.Tale Unità è una delle sei del Consi-glio regionale della capitale svedese eprovvede all’acquisto di assistenza sa-nitaria per una popolazione di 270 mi-la abitanti. In Svezia ogni Unità sanita-ria è governata da un consiglio politi-co con poteri decisionali sul tipo e laquantità di assistenza da provvederesulla base dei bisogni e delle aspetta-tive dei cittadini. Il finanziamento pro-viene da introiti fiscali e la distribuzio-ne delle risorse segue l’indice demo-grafico. In sostanza l’Unità, a differen-za di quanto accade nelle corrispon-denti aziende italiane, non gestisce di-

rettamente alcun tipo di as-sistenza sanitaria. La delegazione è giunta aCologna Veneta il 27 settem-bre, dopo aver visitato l’A-zienda Ospedaliera.Gli ospiti erano guidati dalpresidente dell’Unità Stoc-colma Sud Marie LungbergSchott e dal direttore genera-le Eva Frunk Lind e sono sta-ti accolti dal direttore ai Ser-vizi Sociali Angelo De Cristanaccompagnato da un gruppodi dirigenti: i dottori Ema-nuela Zandonà, Elena Maf-fei, Roberto Borin, RaffaeleGrottola, Alessandro Perini,Carlo Piazza, Anna Urbani.Hanno partecipato anche ilpresidente della casa di ripo-

so “Domenico Cardo” Paolo Bassi ed ildirettore Pasquale Bongiorno. L’amministrazione comunale è statarappresentata da vice sindaco e as-sessore ai Servizi Sociali. Durante l’incontro s’è parlato del rap-porto fra Ulss e Comuni e della pro-grammazione dei servizi integrati so-

ciosanitari. Molto interesse ha desta-to la capacità dell’Ulss di dialogarecon i cittadini, coinvolgendo diretta-mente il volontariato sia nell’ambitodei Servizi Sociali, sia per la promo-zione della salute, ad esempio, congli screening.Dopo un confronto nel quale sonostate illustrate le strategie aziendalidell’Ulss, sono state visitate duestrutture: la Filanda per quanto attie-ne l’assistenza territoriale dei pazien-ti con problemi di salute mentale e l’hospice “San Cristoforo” di Cologna Ve-neta, fiore all’occhiello dell’aziendacome centro di cure palliative e d’ac-coglienza per i malati oncologici.Vivo l’interesse degli ospiti e molte ledomande. La delegazione svedese è stata posi-tivamente sorpresa dal grado d’inte-grazione fra le azioni dell’Ulss e quel-le dei Comuni. La programmazione realizzata attra-verso il continuo confronto con laConferenza dei Sindaci era già statagiudicata innovativa e decisiva anchedalla delegazione inglese. Il Piano diZona piace all’Europa.

Dall’Europa all’Ulss

Una delegazione svedese ospite dell’UlssIl Piano di Zona piace anche a Stoccolma

Gli ospiti nella terrazza dell’hospice

La delegazione svedese e gli operatori dell’Ulss

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Contributi economici – per comples-sivi 7 5.467.500 nel 2002 – della Re-gione Veneto alle famiglie, fragilieconomicamente, che assumono as-sistenti familiari le cosiddette “ba-danti”per assistere a casa personenon autosufficienti. È questo il sensodel provvedimento recentemente as-sunto dalla Regione il primo inassoluto nel panorama nazio-nale dopo l’approvazione dellalegge Bossi-Fini. Le scelte po-litiche regionali in materia diinterventi sociali vogliono fa-vorire la permanenza dellepersone non autosufficienti,anziani e disabili, nella propriafamiglia evitando, o riducendoal massimo, il ricorso al rico-vero in strutture residenziali.Con questo intervento la Re-gione, da un lato, applicaquanto previsto dalla recentelegge sull’immigrazione e offrealle famiglie venete la possibi-lità di regolarizzare il rapportodi lavoro e, dall’altro, aiuta lefamiglie ad affrontare il pesoeconomico della regolarizza-zione e dello stipendio degliassistenti familiari. E questo anche per evitare il ri-schio che molte famiglie ricor-rano al ricovero nella strutturaresidenziale per l’obiettiva dif-ficoltà a sostenere gli oneri de-rivanti dall’applicazione inte-grale del contratto di lavorocon una assistente familiare.Destinatarie dei contributi so-no le famiglie che hanno sotto-scritto un contratto di lavorocon assistenti familiari perl’assistenza in casa di una personanon autosufficiente. Le condizioni diammissibilità prevedono che i contri-buti regionali siano riconosciuti aquelle famiglie che abbiano stipulato

un rapporto formale di lavoro conuna persona dedicata allo svolgimen-to di specifiche funzioni assistenzialiad un familiare non autosufficiente.Possono ricevere i contributi i per nu-clei familiari fino a tre componenticon un reddito complessivo massimonon superiore a 7 26.855,76; per nu-

clei familiari con più di tre compo-nenti il reddito complessivo sale anon più di 7 41.316,55. Determinazio-ne del contributo: una tantum perl’importo forfettario di 7 200 per l’o-

nere economico connesso alla rego-larizzazione di rapporti antecedenti alcontratto di lavoro; contributo mensi-le in riferimento ai contratti di lavorostipulati (a seconda che si preveda unimpiego della persona ai livelli mas-simi consentiti il contributo ammon-ta a 7 150 mensili; se si prevede un

impiego della persona a livelliminimi, il contributo regiona-le è di 7 100 mensili). LaGiunta Regionale disporrà ilriconoscimento di un buonoalla famiglia interessata, men-tre la liquidazione del corri-spondente importo sarà affi-data al Comune competente.Le domande potranno essereinviate all’Assessorato regio-nale per le politiche sociali aVenezia a partire dal 1° dicem-bre prossimo. I Comuni po-tranno operare interventi diintegrazione economica inconsiderazione di particolarisituazioni economiche dellefamiglie interessate. Con que-st’iniziativa avremo anchel’occasione di conoscere la ve-ra entità di questo fenomenoche verrà documentato dalladirezione regionale per i servi-zi sociali in collaborazione conla rete degli Osservatori regio-nali. Con successivi provvedi-menti, la Giunta regionale de-finirà le norme di attuazionedel progetto sperimentale, iprocessi di informazione, dimonitoraggio e di verifica del-la consistenza del fenomenodell’assistenza familiare e de-gli effetti prodotti sul sistema

dei servizi. Va detto infine che è pre-visto un apposito progetto formativorivolto alle persone impegnate nel-l’assistenza in casa, comprese le as-sistenti familiari straniere.

Un buono per le famiglie con badantiÈ la prima iniziativa del genere in Italia

Dalla Regione Veneto di Antonio De Poli, Assessore regionale alle Politiche Sociali

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Terza Conferenza sulla Salute il 27novembre alle ore 14.15 al palazzodella Gran Guardia. Con questo an-nuale appuntamento pubblico l’Ulss20 propone alla città e a tutte lerealtà del territorio strate-gie e programmi per la sa-lute dei veronesi. Que-st’anno la Conferenza avràper tema “Cittadini prota-gonisti della salute”. È unincontro che di anno inanno vede accrescere l’in-teresse e la partecipazio-ne, sia da parte di chi ope-ra all’interno dell’aziendache da parte del pubblico.Per i dipendenti dell’Ulss,la più grande del Venetocon un bacino d’utenza dioltre 440 mila residenti in36 comuni, è stimolantepresentare direttamenteai cittadini programmi edinterventi cui si lavoraogni giorno negli uffici enelle strutture. I cittadini, dal cantoloro, hanno la possibilità di capirequali orientamenti indirizzano leazioni destinate alla tutela della salu-te, la nostra principale risorsa socia-le. Ma non solo. La Conferenza èaperta al confronto ed al dialogo, perfavorire la collaborazione fra tutti co-loro che operano nel pianeta salute.Quest’anno la Conferenza sarà basatasul principio che la salute non è sol-tanto un affidarsi passivo alle cure oalle attenzioni di qualcuno (salvo i ca-si di gravissima compromissione del-le condizioni di una persona), ma esi-ge il coinvolgimento attivo del singo-lo. L’azienda, in accordo con l’Orga-nizzazione mondiale della sanità e gliindirizzi regionali, è tesa a formare cit-tadini “protagonisti” della loro salute.Vale a dire cittadini informati, consa-pevoli che compiono scelte efficaci

per promuovere e mantenere la salu-te e partecipano attivamente ai pro-grammi proposti dall’Ulss. La Confe-renza inizierà con l’intervento del di-rettore generale Valerio Alberti sulle

strategie per la salute dei veronesi.Seguirà la presentazione di alcuniprogetti significativi in tema di pro-mozione della salute nelle scuole affi-data agli stessi ragazzi, formazione dicittadini in grado di effettuare inter-

venti salvavita come la defibrillazio-ne, prevenzione della carie nellescuole materne ed elementari con ilcoinvolgimento delle famiglie, pre-venzione degli infortuni sul lavoro

con la partecipazione di-retta dei lavoratori. Moltiprogetti saranno illustraticon cortometraggi, perrendere la Conferenza pia-cevole e più interessante.Gli interventi programmatidaranno voce alla città. Ègià prevista la partecipa-zione del presidente dellaConsulta per la famigliaDonatella Zuliani e dellaConsulta per l’handicapMarco Vesentini. Nell’atriodell’auditorium sarà alle-stita la consueta variopin-ta sessione poster. Que-st’anno questo tipo di co-municazione è stato incre-mentato con la creazionedi alcuni manifesti dedica-

ti a progetti di particolare rilievo, co-me gli screening per utero, seno e co-lon, la promozione dell’allattamentoal seno con l’“Ospedale amico deiBambini” e la ricerca “Progetto Verona- per conoscere il cuore dei veronesi”.

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Agenzia Sanità NewsReg. Trib. di Verona n. 1282

del 14 agosto del 1997

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ANNO VI - N. 5

In primo piano

Conferenza sulla Salute, alla Gran Guardial’incontro dell’Ulss con i cittadini

La sessione poster edizione 2001