Lorenzo Lozzi Gallo - Filologia Digitale...

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Lorenzo Lozzi Gallo Torgny Lindgren, Frö. Il dio dell’Amore.

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Lorenzo Lozzi Gallo

Torgny Lindgren, Frö. Il dio dell’Amore.

Torgny �Lindgren

Nato nel 1938 a Raggsjö, nel Västerbotten, regione allora povera e arretrata del nord. Accademico di Svezia dal 1991, vi occupa lo scranno numero 9 (di 18).    

Sveriges landskap

In Svezia, le regioni storiche (landskap, non del tutto corrispondenti ai moderni län) sono divise in tre:

•  Norrland (marrone), •  Svealand (giallo) •  Götaland (blu)

Lapponi: gli indigeni di Svezia

Lindgren e la religione

•  Cresciuto in un ambiente pietista rigidamente protestante •  Rifiuto del protestantesimo ufficiale (Svenska kyrkan) •  Rifiuto anche delle “chiese libere” (frikyrkor), nate dal

”movimento del risveglio spirituale” (Väckelserörelse) dei cosiddetti “liberati” (frälsta). •  Fa parte dei cosiddetti Kulturkonvertiter  

Lindgren e la politica

Impegno con i Socialdemocratici svedesi, che nel Västerbotten sono forti, come in tutto il nord della Svezia, tradizionalmente più povero e arretrato. Qui il movimento operaio svedese ha le sue ’roccaforti’.

La produzione letteraria di Torgny Lindgren in italiano

Il sentiero del serpente sulla roccia (1982: Ormens väg på hälleberget) Quadrante 1987 Betsabea (1984: Bat Seba) Iperborea 1988 La bellezza di Merab (1983: Merab skönhet) Iperborea 1990 Per amore della verità (1991: Till sanningens lov) Iperborea 1997 Miele (1995: Hummelhonung) Giano 2002 Il pappagallo di Mahler (1999: I Brokiga Blads vatten) Iperborea 2002 La ricetta perfetta (2002: Pölsan) Iperborea 2004 Per non saper né leggere né scrivere (2005: Dorés Bibel) Iperborea 2007 Acquavite (2007: Norrlands akvavit) Iperborea, 2011 L'ultimo bicchiere di Klingsor (2014: Klingsor) Iperborea, 2016

Kärleksguden Frö: en levnadsteckning

Freyr

<- Idoletto di Freyr da Rällinge, Södermanland, Svezia, oggi conservato al Historiska Museet, Stoccolma.

-> Idolo ligneo da Broddenbjerg, Jutland, Danimarca, oggi conservato al Nationalmuseet, Copenaghen.

Forneskja

La mitologia germanica è parte dell’identità scandinava: nonostante la letteratura medievale si sia conservata quasi solo in Islanda, le tracce del paganesimo nordico sono diffuse anche in Scandinavia.

”Edda poetica” �(Elder Edda)  Raccolta di canti di argomento mitologico e/o eroico, considerati ancestrali.

L’unico testimone della raccolta è un piccolo manoscritto del sec. XIII, il Konungsbók (Codex Regius).

”Edda in prosa” (Snorri’s Edda)

 Manuale di mitologia ad uso degli scaldi (poeti tradizionali) scandinavi. Conserva i miti con alcune importanti differenze rispetto all’Edda poetica.

Í árdagum

La figura di Freyr è particolarmente importante per gli Svedesi, perché i primi re semileggendari di Svezia discendevano da un dio Yngvi (*Ingwan), venivano perciò chiamati Ynglingar.

Svín – Svíþjóð?

Il legame tra gli Svedesi e Freyr passa anche per l’animale-totem di Freyr e della sua gemella Freyja: il cinghiale/maiale. È stata anche avanzata l’ipotesi che il nome medievale Sviar derivi dal sostantivo svín ”maiale”. In ambito nordico, la parola jöfurr ”principe, condottiero” corrisponde ad Eber(schwein) del tedesco moderno.

Gli attributi di Freyr

Lindgren riprende alcuni miti tradizionali, tra cui i beni magici di Freyr: •  il mitico cinghiale Gullimbursti (setole d’oro), •  una nave che si può ripiegare come un fazzoletto

(un tributo al padre Njörðr: Skíðblaðnir) •  La spada magica, che combatte da sola. Freyr cede quest’arma per amore di Gerðr, nata nel clan nemico degli dèi, i giganti (jötnar). La perdita segna il fato del dio nel giorno dei Ragnarök: sarà costretto ad affrontare i giganti a mani nude.

La natura itifallica di Freyr

Uno dei tratti che più è piaciuto a Lindgren è il legame del dio con la fertilità. Per Lindgren, Freyr diventerebbe una specie di dio-fallo.

L’ispirazione gli deriva dalla statuetta di Ränninge, ma anche da alcuni passi di autori medievali.

Adamo da Brema �Descriptio insularum Aquilonis, capp. 26-27

Nunc de supersticione Sueonum pauca dicemus. Nobilissimum illa gens templum habet, quod Ubsola dicitur, non longe positum ab Sictona civitate. In hoc templo, quod totum ex auro paratum est, statuas trium deorum veneratur populus, ita ut potentissimus eorum Thor in medio solium habeat triclinio; hinc et inde locum possident Wodan et Fricco. Quorum significationes eiusmodi sunt: 'Thor', inquiunt, 'praesidet in aere, qui tonitrus et fulmina, ventos ymbresque, serena et fruges gubernat. Alter Wodan, id est furor, bella gerit, hominique ministrat virtutem contra inimicos. Tertius est Fricco, pacem voluptatemque largiens mortalibus'. Cuius etiam simulacrum fingunt cum ingenti priapo. Wodanem vero sculpunt armatum, sicut nostri Martem solent; Thor autem cum sceptro Iovem simulare videtur. Colunt et deos ex hominibus factos, quos pro ingentibus factis immortalitate donant, sicut in Vita sancti Anscarii leguntur Hericum regem fecisse. Omnibus itaque diis suis attributos habent sacerdotes, qui sacrificia populi offerant. Si pestis et famis imminet, Thorydolo lybatur, si bellum, Wodani, si nuptiae celebrandae sunt, Fricconi.

Olao Magno, Historia de gentibus septentrionalibus, lib. III, cap. 3

Olao Magno, III, 3  

ERANT apud veteres Gothos paganos, quemadmodum clare charissimus frater, & antecessor meus Ioannes Magnus Archiepiscopus Vpsalensis im principio suarum historiarum asserit, tres dii prima veneratione observati: quorum primus erat potentissimus Thor: qui in medio triclinio strato pulvinari colebatur: cujus hinc inde latera duo alia numina, Odhen videlicet, & Frigga cingebant.  

Olao Magno, III, 4  

Olao Magno, III, 4  Froe quoque deorum satrapa sedem haud procul a Vpsala habuit: vbi veterem litationis morem tot gentibus, Froe Vpsalensis. ac seculis vsurpatum, tristi, insandoque piaculo mutavit. Siquidem humani generis hostias mactare agressus, fœda superis libamenta persolvit. Cui tandem in Libamenta fœda numerum deorum relato, & quia deus sanguinis haberetur, furvæ hostiæ immolabantur, Deus sanguinis. lectisterniaque, & ludi nocturni annuo feriarum circuitu (vti aliquando Romæ Diti, & Proserpinæ ) consecrabantur.  

Freyr = Frö

sv. Frey <an. Freyr < g.c. *frawjaz “signore” sv. Frö <an. Frœ <g.c. *frajwan “fertilità; seme” Il sostantivo frö dello svedese moderno, che vale “seme; granaglia”, ha un’origine diversa dal nome del dio, ma Lindgren invece li assimila.

Nomen omen.

Freyr e Freyja

Il rapporto tra Freyr e Freyja (qui nell’amuleto di Aska), per Lindgren, sarebbe meno stretto di quanto appare dai miti, dove i due gemelli divini sono in realtà due parti della stessa divinità (come Nerthus e Njörðr).

Hlíðskjálf e Gerðr

Era così: c’era lì una torre di guardia che si chiamava Lidskjalv. Era costruita con robuste querce secolari, da quest’angolo si vedeva tutto il cosmo. ... Odino sollevò Frö e se lo pose sulle spalle. Anche lui era ancora affascinato dal panorama, come un bambino, era sempre disposto ad andare lassù se qualcuno chiedeva la sua compagnia, se si parlava di panorama, allora lasciava subito perdere tutto ciò che eventualmente aveva per le mani. … è strano a pensarsi, eppure succede ogni giorno: il piccolo marmocchio innocente gira appena la testa, chiude gli occhi e quando, ancora casto e pudico, apre gli occhi, è colpito da una vista che lo trasforma impietosamente in un uomo fatto. ... Odino fu costretto ad torcere il collo...  

Snorra Edda

Un giorno Freyr salì su Hliðskjálf e vide tutti i mondi, ma quando guardò a nord, allora vide in un insediamento una casa grande e bella e una donna andò in questa casa e quando alzò le mani e aprì l’uscio, allora lucé dalle sue mani in aria e in acqua e tutti i mondi furono illuminati da lei...

Þat var einn dag er Freyr hafði gengit í Hliðskjálf ok sá of heima alla, en er hann leit í norðrætt þá sá hann á einum bœ mikit hús ok fagrt, ok til þess húss gekk kona, ok er hon tók upp höndum ok lauk hurð fyrir sér þá lýsti af höndum hennar bæði í lopt ok á lög, ok allir heimar birtusk af henni ...

Lindgren

Era Gärd che vide. Stava in ginocchio e puliva le erbacce dal campo di fronte alla casa di suo padre in Jotunheim, e nonostante fosse così tristemente lontano, la vide con chiarezza ed emozione come se fosse stata proprio di fronte a lui. Aveva una camicia ampia e scollata di tela bianca, quando si sporgeva in avanti vedeva entrambi i seni...

För Skírnis

Non abbiamo detto che Frö aveva un servitore. Si sarebbe dovuto menzionare prima, in modo che sarebbe potuto comparire nell’azione in modo più naturale. Era fatto così, rapido e imprevedibile, velocemente come era apparso poteva scomparire, poi era così sottile e chiaro che semplicemente a volte era vicinissimo, a volte praticamente invisibile. Si chiamava Skirner, un nome ben scelto e adatto, che significa “Colui che strizza l’occhio come il raggio di sole e sembra rendere l’aria più chiara”. Gärd e Frö si incontrano nel bosco Barre per contrattare; Gärd accetterà così di sposare Frö dopo una settimana, e così Frö si recherà in Jotunheim e conoscerà la madre di lei.

 

Lindgren e la madre di Gerðr

Una delle invenzioni più estrose di Lindgren parte da un’osservazione arguta: nel mito, a Gerðr si attribuisce solo un padre. E la madre?

Lindgren vi ha quindi collegato un altro mito, uno dei più inquietanti della letteratura eddica: quello della gigantessa Gullveig (Heiðr), simbolo del male. Per Lindgren, Gullveig è il Diavolo, e lo ripete più volte.

e  

Heiðr

Gli dèi bruciano tre volte la gigantessa, ma questa rinasce ogni volta, finché il dio Loki non ne mangia il cuore ancora vivo tra le ceneri. Il cuore malvagio ingravida Loki, che darà origine a figli mostruosi: Miðgarðzormr, il serpente del mondo; (Hel, la dèa della morte, metà fanciulla metà megera) Fenrir, il lupo cosmico.

Leikin Allora avvenne che Frö ricevette aiuto da Loke. Loke aveva una figlia di nome Leikin, l’aveva generata una volta in gioventù da una piccola diavolessa con le trecce nere. Leikin possedeva una lunga borsa di cuoio marrone chiaro che tutte le infezioni e le malattie che erano sorte come rifiuti nel corso della creazione. Zoppicava malamente, perché gli dèi una volta l’avevano gettata giù nella parte più rocciosa del mondo sotteraneo, metà corpo era nerastro di lividi e di bruciature sanguinolente, l’altra metà candido e gelido come ghiaccio. Diffondeva il contagio e i malanni tra quelle specie che Frö designava. Frö si voltava strategicamente, con il cuore sanguinante si costringeva a pensare ad altro, al ricco manto di bel verde che adornava valli e prati, mentre la scabbia prendeva le volpi che stavano sterminando le lepri, e mentre i tumori divoravano il fegato dei lucci, altrimenti i lucci avrebbero inghiottito tutti i piccoli di luccioperca, e mentre la peste colpiva le linci che in breve avrebbero sterminato gli scoiattoli.   

Gullveig

La madre di Gerðr diventa il nemico cosmico di Frö, che incontra nei Ragnarök – stringendosi in un abbraccio mortale che, lascia intendere Lindgren, li annienterà entrambi. Una rivistazione dell’abbraccio indissolubile tra Amore e Morte.

La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne;

queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.

(Galati, 5:17)