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Andrea Pangos Il Cavaliere delle Energie

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Andrea Pangos

Il Cavaliere delleEnergie

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Andrea Pangos Editore, Roma

www.pangoseditore.com

Proprietà letteraria riservata© 2003 Andrea Pangos Editore

Prima edizione: aprile 2003

ISBN 88-88914-00-5

Progetto grafico interno, impaginazione e copertina:

Veljko Damjanović

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Sommario

1. Il Segreto Primordiale . . . . . . . . . . . . . . . 7 2. Il punto dell’Infinito . . . . . . . . . . . . . . . 11 3. Il Destino Primario . . . . . . . . . . . . . . . . 15 4. I Sette Anelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 5. Il Cavaliere delle Energie . . . . . . . . . . . 23 6. La meta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 7. I pensieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 8. L’invisibile forza delle preghiere . . . . . . 31 9. Liberarsi dai contenuti negativi . . . . . . 35 10. La schiavitù collettiva . . . . . . . . . . . . . 43 11. La falsa moralità . . . . . . . . . . . . . . . . 49 12. La consapevolezza del Cavaliere . . . . . 55 13. La luce dietro le pareti . . . . . . . . . . . . 59 14. La realtà immaginata . . . . . . . . . . . . . 61 15. Liberarsi dall’influsso dell’ambiente . . 67 16. Il portatore d’acqua . . . . . . . . . . . . . . 75 17. I conflitti dei condomini della mente . . 79 18. Amore, sessualità, materialità . . . . . . 83 19. Di nuovo il manuale . . . . . . . . . . . . . . 91 20. Il mondo delle energie . . . . . . . . . . . . . 95 21. Le trappole della gran nebbia . . . . . . . 97 22. Semplicemente Uno . . . . . . . . . . . . . 101 23. La scoperta del Segreto . . . . . . . . . . . 105 24. L’Oceano della Saggezza Infinita . . . . 113 25. Come una piramide . . . . . . . . . . . . . 117 26. La maturazione del Conscio . . . . . . . 119 27. La Realtà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127

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Dedicato al Creatore in noi

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1. Il Segreto Primordiale

E Dio creò il Cielo e la Terra. Una volta. Contemporaneamente. Ora. Mai.

Dal seme del nascituro mondo sbocciarono le vibrazioni della Creazione. La danza delle par-ticelle disseminate nell’Infinito plasmò l’Univer -so, un palcoscenico senza frontiere dove trovò po s to pure la Terra.

Nell’ultimare la Creazione, i Tre Princìpi Di -vini nella forma di Tre Saggi, comparvero sulle più alte vette terrestri per meravigliarsi con oc -chio umano del creato.

Le acque cristalline che sgorgavano da can-dida neve vergine, scorrevano verso le verdi valli per poi fondersi con l’ondeggiare marino. Il sole irradiava gli immensi spazi verdi donando vitali -tà alla vegetazione. Il pianeta intero vibrava di pu ra Energia Divina. Enormi foglie verdi di alti alberi facevano apparire il bosco lussureggiante e vigoroso. Aurei raggi solari si rispecchiavano nel sottobosco, impreziosendolo di affascinan-ti gradazioni verde-oro.

La materializzazione dell’Armonia. Il mondo brillava dell’Amore espresso nel

dargli origine. Il melodico incrociarsi, intrecciar-

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si, abbracciarsi degli elementi, dava luogo a sin-fonie che avrebbero deliziato il più esigente tra i maestri e offriva vedute indescrivibili perfino al migliore degli scrittori.

“Magnifico! Sono molto soddisfatto. Ma pri -ma che torniate nei vostri stati primari, dobbia -mo ultimare la missione. Dobbiamo trovare il nas-condiglio ideale per il Segreto Primordiale. Il fu-turo abitante della Terra, l’uomo, la corona della Creazione, non dovrà assolutamente giun gere al Segreto prima di essere pronto. Sol tanto quan-do sarà cresciuto abbastanza per la Veri tà, potrà scoprirlo.” intervenne Dio.

Pressoché istantaneamente nello spazio e -cheg giarono le parole del primo Saggio:

“So cosa dobbiamo fare! Scaviamo una fossa quassù, sulle più alte vette della Terra e seppel -li amolo. Il ghiaccio eterno lo proteggerà da chi non avrà il coraggio di competere con il gelo di queste montagne.”

Dio ascoltò pazientemente la proposta e poi disse:

“L’uomo scoprirà facilmente come scavare le buche più profonde, imparerà a proteggersi dal più rigido degli inverni, s’inerpicherà sulle cime più elevate. E se scoprisse il Segreto prima di es -sere maturo?!”

Ora, la mutezza di Dio riempì il luogo con si-len zio assoluto. I Tre Esseri vennero per un at -timo presi dallo sconforto.

“Nascondiamo il Segreto negli abissi del più profondo dei mari.” le parole del secondo Sag-gio interruppero l’esitare facendo tornare la spe -ranza a tutti e Tre.

Ma Dio disse nuovamente:

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“Non abbiamo forse già fatto così su un altro pianeta quando la specie scelta, nello scoprire il Segreto con occhi non ancora maturi, rovinò il tutto? Ricordate come gli abitanti di quel bel-lissimo pianeta iniziarono ad usare la parte del Segreto saputa per scopi egoistici?!”

I Saggi pensarono che la soluzione del que-sito fosse al di fuori della loro portata. La loro speranza svanì all’orizzonte.

Dopo un po’ il terzo Saggio disse: “C’è un luogo dove l’uomo difficilmente arri -

verà al Segreto. Perché non lo nascondiamo sulla Luna?” La nuova proposta illuminò tutti e Tre i volti Sacri.

Ma, solamente per un attimo. “Non passerà molto prima che la superfi-

cie lunare conosca la cadenza del passo umano. La chiave della scoperta non deve essere un pun -to cronologico fissato nel tempo. Ci saranno Ani -me pronte per la Verità, anche prima dell’inizio della storia scritta. Molti, invece, non saranno pronti nemmeno molto dopo che il genere uma -no avrà iniziato ad esplorare lo spazio. Dobbiamo celare il Segreto in modo che ognuno, pezzo per pezzo, possa conoscerlo nel momento decisivo per lui. Serriamolo con la chiave della matura -zione dell’essere. Il Segreto sarà il premio per aver avuto il coraggio di conoscere la Verità che l’essere umano, imprigionato dal profondo so -gna re, celerà a se stesso.”

La paura, questa sensazione così propria alla specie umana, la paura dinanzi all’incogni -to, dinanzi al solenne, pervase i Tre Saggi. Pensa -rono di non poter portare degnamente a termine la missione loro affidata.

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*

La luce solare risvegliò Andrea, il ragazzo al quale la ricerca di risposte lontane dai pensieri quotidiani aveva donato la visione dei Tre Saggi. Era come se non volesse tornare nel mondo che lo circondava. Si strofinava gli occhi, abituando -si all’intensa luce nella quale stava faticosamen -te scorgendo il paesaggio circostante. Gli pare-va di trovarsi in un luogo familiare, ma nello stes -so tempo del tutto sconosciuto. Aveva dormito forse un’ora, forse più, ma era come se il sogno fosse durato un attimo, atemporale, come estrat-to dall’’Eternità. Il mondo che lo circondava as -sunse una nuova qualità. Andrea cercava di vede -re ciò che prima non vedeva perché non sapeva del Segreto. Era come se cercasse il Segreto nei possenti tronchi degli alberi del parco e nelle limpide gocce d’acqua, rimaste sulle foglie dopo la pioggia. Guardava in modo diverso per intra -vedere il celato.

Nello stesso mondo sorridevano i lineamenti di uno nuovo. »Ehm...« rifletteva Andrea, girova-gando nelle deserte vie della sua città. »Dove avranno nascosto il Segreto i Saggi?«

“Giovincello, tu stai sognando! Non l’hanno nascosto da nessuna parte!”

Il ragazzo si guardò attorno e scorse un vec-chio dalla lunga chioma grigia, svanire molto vitalmente dietro l’angolo.

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2. Il punto dell’Infinito

La maturità del Conscio determina la percezione della Verità.

Di buon mattino, Andrea si era avviato lad-dove il giorno precedente aveva vissuto la visione della creazione del mondo, quando i Tre Esseri Divini avevano tentato di nascondere il Sacro Se greto. Giunto sulla piccola piazza, lontano dal nucleo cittadino e da superficiali eventi ebbri di routine, si guardò attorno. Nessuno da nessuna parte. Proprio come ieri. Si accomodò sulla pan -china, respirò profondamente, si rilassò.

Attendeva il seguito della storia. Il che però, non avvenne. Il tempo passava e passava. Il sole accorci ava

le ombre degli alberi, ma della visione nulla. Sol -tanto pensieri scollegati vagavano nella sua men -te, spiccando salti mortali da un tema all’altro.

Si rialzò e si avviò indisposto. Cosa del tutto normale, visto che pensava di aver per sempre perso la possibilità della gran rivelazione. Si in -camminò in un vicolo dove non passava da anni.

Proprio allora intravide quel vecchio dai lunghi capelli cinerini.

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“Stai cercando il Segreto?” chiese il vecchio dalla barba grigia. Un attimo dopo era già lonta -no. Navigava giù per il selciato come se stesse veleggiando.

“Ah, eccoti!” gridò Andrea partendo forsen -natamente all’inseguimento come se il raggi -ungerlo fosse una questione di vita o di morte. Ma ahimè! Più Andrea accelerava il passo e più la figura del vecchio appariva lontana. Ad ogni ulteriore sforzo, ad ogni atomo di decisione in più, la meta si faceva sempre più lontana. Ad Andrea il cuore palpitava. Amareggiato, si fermò a riposare.

Ad un tratto i capelli del vecchio risplendet -tero a portata di mano di Andrea.

“Perché corri tanto? La vita è qua; tutte le ri s poste sono già in te.”

“Ma, mi stanno accadendo cose strane. Oggi ve do...”

“Lo so,” il tono serafico e il vigore della voce del vecchio prevalsero sulla confusa e inquieta in terruzione del ragazzo “oggi vedi come non ve -devi ieri. Domani non guarderai come stai guar -dando oggi. Cambi continuamente e cambia il pri s ma del tuo osservare. Ma, ricorda una cosa caro ragazzo, il guardare soggettivo impedisce il vedere obiettivo.”

Il Saggio si fermò, scrutando perspicace-mente l’interlocutore. “La vita è molto di più di ciò che ti hanno insegnato. Ma il tempo è maturo ed eccoti qua.”

“E il Segreto? Dov’è nascosto il Segreto?” Guardando qualcosa d’indefinito lassù in

lon tananza, qualcosa che la gente comune non poteva vedere, del resto nemmeno voleva, il vec-chio rispose:

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“Tu Sei per te stesso il più grande dei miste -ri, il Principio di tutte le soluzioni.”

All’improvviso si chinò e dal suolo prese un pezzo di gesso. Con morbidi movimenti felini si avvicinò al muro e vi segnò un comune punto.

“Beh? Che cosa vedi Andrea?” chiese lui sor-ridendo appena.

“Ma dai! Un punto, un semplice punto.” “Questo è un riflesso condizionato, ciò che

ti hanno insegnato. Le cose che hai accettato di -storcono la comprensione della Realtà, ti allonta -nano dalla Verità insita in te. I bambini che ap -prendono cose di cui non possono accertare la veridicità, dimenticano la Verità che intuitiva-mente già vivono.”

Andrea aveva compreso di trovarsi dinnanzi alla sapienza personificata. Erano stati sufficien -ti alcuni minuti di presenza di questo nume, per ché cominciasse la demolizione dei fonda-menti su cui si basava il suo mondo.

»Ma chi è quest’uomo? Da dove viene costui e si insedia così senza alcun preavviso nella mia vita? E dov’è stato sinora?« Il risvegliarsi stava provocando fratture nell’essere di Andrea. Le tempeste imperversavano in lui alternandosi a quiete mai provata prima.

“Questo puntino è impresso sul muro, vero?! E il muro, dov’è?! Il muro fa parte di questa casa, la casa fa parte della via e la via fa parte della città. La città in cui ci troviamo ora è semplice-mente parte di una regione all’interno dei con-fini di questa nazione. Ma la tua nazione è sol -tanto una piccola parte del pianeta. La Terra gi -ra attorno al Sole, una relativamente piccola stel -la di fuoco in una galassia che chiamiamo Via

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Lattea, la qual è di nuovo un piccolo segmento di un intero sistema di galassie. E che cos’è tutto questo, assieme? Soltanto un punto invisibile di ciò che chiamiamo cosmo.

Un giorno, guardando il punto, vedrai il co -smo. Osservando le altezze dei cieli, comprende -rai cosa sia il punto.”

“Ma tu, chi sei?” chiese infine Andrea. “Chi sono Io? Lo Scoprirai. Sono qui per in -

dicarti la Via verso la Realtà servendomi del lin-guaggio dell’illusione.” Il Saggio si incamminò lungo il sentiero polveroso. Illuminato dal Sole, scomparve davanti agli occhi del giovane.

* Il giovane era guidato dalla sorte verso rispo -

ste a domande non ancora poste. Nel luogo dove era passato centinaia di volte, alzò gli occhi al cielo, emulando il Santo Vecchio.

Scoprì che l’edificio dinanzi a lui aveva sei pi ani. Mai prima aveva notato le finestre e gli or namenti dei piani superiori. Era bastato alzare la testa di qualche centimetro, perché i suoi oc -chi potessero scorgere un mondo del tutto nuovo e cambiato. Osservava un paio di uccelli riposare su uno dei terrazzi prima di levarsi in volo e la -sciarsi andare alla libertà del cielo.

“Ah, il volo! È questo che tanto manca all’es -sere umano.”

La gioia durò poco. Comprese, che come in passato non aveva notato i piani superiori degli edifici, non aveva neppure notato la vita nelle sue forme espressive superiori e più complesse. L’entusiasmo scomparve per cedere il posto alla delusione.

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3.Il Destino Primario

Temi un domani tetro? Crea un futuro più luminoso ora.

“Dona al passato la luce della comprensione affinché risplendano le risposte celate in esso. Il passato inteso come sbaglio è un fardello pesan -te, accettalo come ricca esperienza. Gli avveni-menti mostrano la strada che hai percorso, la destinazione verso la quale ti sei avviato. Il viag-giatore al quale la direzione non piace compri il biglietto di un diverso sé!“

Gli entusiasmi degli ultimi giorni, il dolore del senso di colpa radicato nel passato, la paura di un avvenire incerto, tutto questo stava tur-bando la suscettibile natura del giovane. Le parole del Saggio lo rendevano inquieto.

“Tu soltanto immagini la vita. La mente non consapevolizzata ti separa dalla Realtà. Illumi-na il proprio essere per risplendere di un futuro diverso. L’accedere alla vita reale è condiziona -to dalla consapevolizzazione, dal dissolvere i so -gni in Realtà. La vita non è un insieme di concet -ti, non appartiene all’immaginare, alla dualità della mente. La vita non è né il pensare né il de -siderare. La vita è Esistere sconfinato...”

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I messaggi del Saggio, non somigliavano per nulla al cullante filosofeggiare con il quale An -drea era solito ingannarsi.

“E il destino?” Da troppo provava la sensa -zione di essere un veliero arenato, un uccello da lle ali spezzate.

“Essenzialmente, tu Sei Colui che Crea. Ogni uomo è destinato a creare il destino. Si inganna di grosso chi pensa di non essere l’autore del do -mani. Più il singolo consapevolizza l’essere e più diventa consapevole sarto del futuro. Sempre più lui sceglie il destino e sempre meno il destino sceglie lui.”

Le parole del Saggio rallegrarono Andrea. Comprese di avere a disposizione molto di più del la sola speranza di un futuro migliore. Era lui, in prima persona e in ogni momento, ad in cidere su ciò che sarebbe avvenuto, a costruire la pro-pria via. Non rimaneva che rimboccarsi le mani -che e darsi da fare.

“Sì, ma tutto questo assieme... Cos’è essen-zialmente il destino?”.

Il suo amico, sempre da altre dimensioni, con tinuò: “Il destino del destino è che pochi san -no cosa esso davvero sia. Spesso sentirai la gente lamentarsi: così mi era destinato. Ad ogni modo, ingannare se stessi non libera certo dalla respon -sabilità. L’uomo è responsabile di ogni se condo della propria vita. La gente preferisce non pen-sare a nulla. Ricorda, niente è casuale. An che le cause sono causate. Tutte, tranne la Pri ma...”

“Molti credono che sarà così come deve es -sere...” sussurrò il giovane pensieroso.

“Sì, ma non dimenticare che con un approc-cio diverso anche ciò che deve accadere sarà dif-ferente. Ogni attimo cela il seme di futuri diver-

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si. Il libero arbitrio è la base della maturazione individuale, un capitale che va moltiplicato e no -bilitato. La vita, è un dono che va arricchito con la consapevolezza della preziosità di ogni atti-mo. Un’esperienza consapevole, ricca e creativa nel presente, darà sicuramente vita ad un futuro migliore.”

“Esiste una specie di...” Andrea non riusci -va a trovare l’espressione appropriata “...una specie, diciamo pure così, di destino primario?”

“Huh! Buono come termine!” sorrise il Sag-gio. “Beh... il Destino Primario è la Via che dal-l’ignoranza porta alla conoscenza, dall’incon-sapevolezza alla consapevolizzazione del Proces-so Divino, dalla dualità all’Unità.”

“Però gli uomini si differenziano in base al de stino, vero?”

“Il destino dell’uomo viene formato dalla costellazione planetaria nel momento del primo inspirare, dal patrimonio genetico, dall’ambi-ente con le sue caratteristiche culturali e sociali e da molto altro ancora, come dire, da tutto. Ogni individuo di questo mondo è infinitamente pre -zio so. Ma purtroppo, la splendente bellezza insi-ta in ognuno, rimane per la maggior parte non riconosciuta, non realizzata. La Scintilla del Divi-no, il Conscio individuale, incarnato nel cor po fisico, ha il proprio, unico Codice Genetico. As -sumendosi la responsabilità, verso se stesso, sviluppando i propri talenti, riconoscendo questo Codice Genetico, l’uomo matura. Però, la mag-gioranza degli uomini vive in totale disarmonia con il Codice Genetico, pensando costantemente a questo ed a quello e non essendo mai nel pre-sente. E qual è il risultato di tutto questo? Frustra -

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zioni, malattie, insuccessi professionali e molte altre situazioni negative che si manifestano rego-larmente.”

“Vorrei sapere perché la Scintilla del Divi-no si incarna.”

“S’incarna affinché tu scopra Te Stesso, sco-prendo la tua Unicità nell’Onnicomprensivo.”

Guidata da quest’incredibile affermazione, la mente di Andrea partì come attratta da un magnete a ritroso nel tempo. Nel tornare alla fan ciullezza sino all’età embrionale, passava ve -locemente attraverso le immagini della giovinez-za. Questo solcare i mari di ciò che fu, era accom-pagnato da un fenomeno molto interessante. L’incessante interrogarsi sul perché certe cose erano accadute proprio a lui, veniva istantane -amente illuminato dal comprendere. Stava suc -cedendo qualcosa di bellissimo. Il passato, da ba gaglio di errori, si stava trasformando in fonte di ricche esperienze. Il suo passato unico lo ren-deva unico. Pagato ciò che bisognava pagare ave -va ricevuto ciò che era inevitabile ricevere. Espe-rienze, nobilitate dal comprendere, che avrebbe -ro continuato ad influire sul suo futuro, forman -dolo.

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4.I Sette Anelli

Celestiali bellezze ogni attimo generosamente porge. Ma rari notano il Paradiso che v’è in Terra.

Rosso, arancione, verde, giallo, azzurro, in -daco, violetto.

I colori dell’arcobaleno sfumavano uno nel-l’altro sul disco che apparve davanti ad Andrea. Queste sette tinte formavano anelli di spessore diverso e ognuno più grande ne conteneva uno più piccolo. Assomigliava ad un disco che rotea-va tanto velocemente da rendere l’impressione di non girare nemmeno. L’anello esterno era ros -so mentre l’ultimo, quello interno, era viola. Al cen tro vi era il vuoto. Andrea voleva toccare que -st’oggetto sospeso sopra di lui, ma non poteva. Si no a poco prima, nello stesso posto splendeva -no le stelle. Poi, tutt’ad un tratto, era apparso qu esto prodigio. Sul disco apparvero delle lette -re, piccole e illeggibili, che andarono a comporre dei messaggi scritti molto chiaramente, eviden-temente da altre dimensioni.

“Sette sono le note, sette i giorni della set-timana, sette i livelli evolutivi. Sette le dimen -sioni della vita, contrassegnate dai colori dell’ar-cobaleno, sette i livelli del Conscio...

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La distanza dal Centro all’anello di maggiore circonferenza, il rosso, indica la lontananza dei suoi abitanti dalla Fonte Assoluta, della quale presto saprai di più. Gli abitanti degli anelli ester -ni sono schiavi degli istinti, di pesanti confli tti in -teriori, di emozioni altalenanti, di logica po vera di fantasia. L’amore viene facilmente avvicendato dall’odio; i migliori amici diventano ne mici di sangue. Molti si perdono in discussioni sen za contenuti per trovare differenze oceaniche in teorie quasi uguali...

La vita è piena di occasioni per maturare, di opportunità per passare al livello evolutivo seguente. Quando superi un esame, ti attendo -no altri con rivelazioni ancora più importanti. L’incomprensione di questi principi può tras for -mare un minimo ostacolo in una gran tragedia. Alcuni passano velocemente nelle classi supe-riori, gli anelli interni, mentre altri rimangono lungamente a sedere sullo stesso banco della medesima classe...”

La stragrande maggioranza degli abitanti del pianeta circolava, trasportata dall’orbita cir-coscritta dell’anello, lontano dal centro. »Non è per nulla strano che sulla Terra regni questo ca -os« pensò il giovane, fissando il disco senza bat-ter ciglio.

“Rari penetrano verso l’ interno...” riprese a leggere “Viaggiando verso il Centro, diminuisco -no gli influssi limitanti, aumenta la possibilità del libero arbitrio. Riducendo il volume della mera intellettualizzazione cresce la consapevo -lezza dell’Esistere. Le apparenti contrarietà della logica dualistica si tramutano in rivelazioni sem-pre più profonde, il che libera dall’ignoranza e dalla sofferenza...

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Avvicinandosi al centro maturano capaci -tà che molti, non conoscendo il potenziale uma -no, definiscono paranormali... L’ignoranza fa sì che il normale appaia paranormale, che il natu -rale sembri innaturale. L’umanità vive in uno stato ipo-naturale, molto sotto al proprio poten-ziale. Oggi è possibile ciò che sino a ieri era im -po s sibile. Perché domani non dovrebbe essere normale ciò che oggi viene considerato para-normale? Pure la lampadina è un miracolo per chi non l’ha mai vista prima. Chi conosce la Ve -rità, non si stupisce dei cosiddetti miracoli. Una maggior maturità del Conscio, la quiete interio -re, la rilassatezza, tutto questo consente una mi -glior comprensione della legge di causa e conse -guenza. Qualcuno definirebbe gli anelli interni il paese dei miracoli. Per chi invece Sa, gli anelli esterni sono la Via verso l’Eternità...

Ignorare la causa non libera dalle conse -guenze, non credere all’ineluttabile non garantisce che non avverrà. Non conoscere le leggi sot tili di questo mondo, non significa che si può viola -rle senza conseguenze. Prendiamo, tanto per fa -re un esempio, una legge un po’ meno sottile, ma non per ciò meno pungente: l’automobilista che non nota il segnale del limite di velocità rischia di venir multato. Se questo accadrà, la responsa -bilità sarà sua; è stato lui a non essere sufficien -temente vigile. Anche se alle volte le leggi cosmi -che sembrano troppo severe o ingi uste, in re altà indicano sempre la Via della matu razione.”

“Ah, che regalo!” sospirò il giovane “È questo che cercavo da tanto.”

Lui vide le tappe del suo viaggio dall’inizio si no a questo momento. Si era mosso senza mol -ta consapevolezza di ciò che gli accadeva e di

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do ve stava andando. Ora invece, intendeva con-tinuare il viaggio molto consapevolmente per guadagnare, e al più presto possibile, il Centro del Disco. Voleva assolutamente uscire dall’infer -nale ruota della causalità.

Andrea si avvicinò lentamente all’oggetto volante, il quale era molto più grande di lui. Non aveva paura. Le sue dita si diressero verso il Cen -tro. E proprio quando credette di aver tocca to qu alcosa, le dita gli passarono attraverso lo spa -zio vuoto e il Disco svanì. Non c’era più nulla. Tranne il ricordo. Di nuovo solamente il cielo e il fresco venticello della notte d’estate.

“L’ho toccato?! Possibile?! Era il disco che era materiale oppure ero io ad essere immateri -ale? E, in fin dei conti, cos’è la materialità...?”

“La vita che vivi, il mondo attorno a te che per cepisci, è tutto un videogioco, ragazzo mio...” gli sussurrò una voce.

“Videogioco? Codice genetico? Ma sono un com puter, un robot o cosa? Ah!”

“Non preoccuparti, verrai a sapere chi e cosa Sei. Il programma della tua maturazione è pron-to da un pezzo!”

“Di nuovo un programma!” pronunciò sec-cato Andrea, non rendendosi conto di star ora-mai continuamente ricevendo ciò di cui aveva bisogno. Di essere ininterrottamente abbrac-ciato dalla Verità.

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5.Il Cavaliere delle Energie

Tutti noi abbiamo il proprio posto nel cosmo, essenziale è arricchirlo con se stessi.

Andrea s’immerse nei pensieri e poi in un sogno consciamente vissuto. La visione della cre -azione del mondo appariva sempre più persuasi -va, così che i Tre Saggi si potevano letteralmente toccare con la punta delle dita e le loro parole per davvero udire. Può un sogno sembrare tanto reale? Com’è possibile che io lo stia analizzan-do consciamente come se fossi nello stesso tem -po il regista, l’attore, il pubblico? Ma si tratta per davvero di un sogno?

“Cavaliere delle Energie!” sussurrò la triade di Saggi all’unisono, mentre il filo dei pensieri del giovane, oramai partiti a relativizzare quel che la sua mente non poteva concepire, tremò e si interruppe. Rimase l’atmosfera incantata, pie -na di quiete e delizia.

Cavaliere delle Energie. Era come se il magi-co tono di queste tre parole, avesse aperto la tesoreria di tutte quelle visioni che Andrea già portava dentro di sé, senza lasciarle uscire, quel -le che parlavano di lui nel modo più diretto. La

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figura del paladino medievale a cavallo, che porta la luce della nuova era e simboleggia la rot tura con il vecchio. Il guerriero che combatte le tene-bre, il portatore di Luce, Speranza, Sa pere. Ques -to ritratto confinava sì con visi oni fanciul lesche ma portava comunque in sé quei significati che tanto piacevano ad Andrea. Decisione. Irremovi -bile coraggio. Onestà. Devo zio ne alla Verità.

Ah, com’era felice il giovane per avere final-mente compreso il suo ruolo in questo mondo! Il suo essere si riempì di nuova forza e di fidu-cia in se stesso.

I Saggi inviarono ancora un messaggio dal-l’atemporalità:

“Con il tuo desiderio ardente di Verità, l’in -cessante interrogarti su te stesso, sul tuo scopo, hai meritato di sapere qual è la tua Missione. Sei partito dal bordo del Disco e ti sei avvicina -to al Centro. La Verità ti guida. Da sempre. Abbi fiducia perché mai sarai abbandonato. Ma devi mantenere la risolutezza sino alla fine. Fai di -vampare la Scintilla del Divino in te affinché la Verità ti si apra completamente. Tutto dipende da te!”

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6.La Meta

Possibile ricordarsi di Tutto. Impossibile dimenticare Dio.

La felicità di aver conosciuto la propria mis-sione si stava placando, cedendo il posto all’ar-dente desiderio di scoprire il Segreto. Per un atti-mo Andrea pensò che la rivelazione di ciò che era la sua missione rappresentasse il Segreto tanto inseguito. Ma per quanto la visione del Cavaliere delle Energie era stata epocale per lui, il giovane sentiva che questa verità gli era in qualche modo da sempre conosciuta e che il Se -greto era qualcosa di ancora più grande, qual-cosa che era ancora incomprensibile per la sua mente.

“Oh Signore, ho forse svelato il Segreto?” “Alcuni segreti sì, il Segreto Primordiale an -

cora no!” sussurrò una voce intima all’orecchio del giovane.

“Tante volte sono caduto, perso in inestri-cabili labirinti e in tentativi falliti. Adesso so di aver scoperto qualcosa di fondamentale per la mia esistenza qui sulla Terra, ma la scoperta del Cavaliere delle Energie non ha fatto che

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riscaldare ancor di più il mio interrogarsi riguar-do al Segreto. Come posso arrivare alla Fonte As soluta che si trova nel centro del Disco dei Sette Anelli?!”

“Supera gli esami per giungere da me più saggio. I problemi sono maestri delle leggi del-l’esistere, indicatori del grado del (non) Sapere. Gli ostacoli sono aule di maturazione. Dietro a loro c’è un mondo ricco di nuove rivelazioni, di possibilità non ancora scoperte. Le illuminazioni sono il carburante per il viaggio attraverso gli Anelli. Non c’è laurea senza il sostenimento degli esami. L’inesperienza sceglie gli esami della vita, le rivelazioni li fanno superare.”

“Tu sei la meta?” chiese Andrea con le la -crime che scendevano lungo le guance.

“Ora stai ascoltando la voce dei Miei Mes-saggeri.”

“Dove sei? Dove ti trovi?” “Scopri il Segreto per giungere a Me.” “Ma, la via è irta di spine, piena di ostacoli!”

es clamò Andrea nell’ingenua speranza che la Voce gli indicasse qualche scorciatoia.

“L’ignoranza intralcia il tuo cammino, fa sì che gli ostacoli sembrino insuperabili. Segui semplicemente la Luce e le vie senza uscita del-l’apparente labirinto diverranno indicazioni. Fa sì che la tua vita sia una tua consapevole crea -zione. Scegli ed escludi di meno, crea di più. Che nuove soluzioni creino nuove strade! Evolven-do il microcosmo, evolverai pure l’Infinito. Ti pia -ce questo?”

“Oh sì, naturale. Ma quali sono le mie me -te?” le nuove rivelazioni avevano completamente mutato la realtà di Andrea. Tutto ciò che era

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vecchio stava perdendo d’importanza, quello che invece era giunto, era ancora immerso nella bru -ma.

“Ci sono infinità di mete ma solo Una è La Meta!”

“E dimmi!” esclamò il giovane. “Qual è?!” “Io!” “Tu? Chi sei tu? Cosa sei tu?” “Io sono Te. Tu sei Me. Noi siamo l’Unico

Uno. Ecco La Risposta alle tue domande!”

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7. I pensieri

La Realtà non sei tu, bensì Quello che Tu Veramente Sei.

“Hm. Un videogioco? Ma chi è che gioca a que -sto gioco? La vita è reale? Qual è lo scopo di tutto ciò?” il giovane inviava le domande al suo inter-locutore che da dimensioni astratte osservava il vorticare dell’energia sopra la testa di Andrea. Sì unì a lui nel mondo materiale per concretiz-zare la questione.

“Vibrazioni simili si attirano. Pensieri positivi attirano avvenimenti positivi. Pensieri negativi at ti rano avvenimenti negativi. Il fiume della vita se gue in buona parte il corso dei pensieri. I pen -si eri positivi si fondono con l’Infinito, quelli ne -gativi rimangono nei confini delle dimensioni dell’esi stenza umana e, oltre a danneggiare gli al -tri, tornano al mittente.”

“Non mi è del tutto chiaro come posso essere realmente obiettivo guardando le cose troppo positivamente.”

“I pensieri positivi ti avvicinano alla meta, mentre quelli negativi ti allontanano. L’obiettivo che aiuta la maturazione dell’essere, si può de -

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finire obiettivamente positivo. Con la tua matura -zione matura pure l’Esistere Infinito... Capisci? E poi con la maturazione del Conscio diminuisce il numero di pensieri, i quali sono sempre più in armonia con la Verità. La tua mente strari-pa di pensieri inconsapevoli. Il loro vorticare nei meandri della mente genera conseguenze che nemmeno immagini. In superficie ti sforzi di svi -luppare pensieri positivi, mentre nell’inconscio le vibrazioni negative, risultato di contenuti raci-molati chissà quando e chissà dove, attirano ne -gatività a tutto spiano. E poi, nel repertorio del tuo pensare ci sono tantissimi monotoni pen sie -ri abitudinari. Non puoi certo trovare il tesoro sul fondo marino senza immergerti. Consape volizza i tuoi pensieri, riformula i programmi ne gativi. Devi essere più veloce della mente. Ri fle tti sulle conseguenze del tuo pensare, senza pe rò dimen-ticare che non basta soltanto pensa re. Bisogna sopratutto essere vigili...”

“Prima di averti conosciuto, pensavo di sape -re molto. Ora mi sento impotente. Sempre più consapevole della propria ignoranza.”

“Pensare non significa Sapere. Diversa appa -re la stanza illuminata e no. Le illuminazioni per -sonali chiariscono le cose, realizzano il vero com -prendere. Il sognare di essere sveglio priva della gioia del destarsi. La maggioranza degli uomini semplicemente dorme, solo in pochi si stanno sve -gliando. Molti sono convinti di essere più svegli degli altri, ma in realtà sono soltanto sprofonda -ti in un sogno diverso. Un sogno piacevole è me -glio di un incubo, vero? Ma, come d’altronde già sai, soltanto la vigilanza libera.”

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8.L’invisibile forza delle preghiere

Sforzarsi è facile, il difficile è stare tranquilli. Fare fatica è facile, il difficile è rimanere fermi.

“Di quanto tempo ho bisogno per attraver-sare i Sette Cerchi? Devo fare tutte le esperien-ze necessarie o c’è una via più veloce?”

Andrea immaginava di inviare le domande al Saggio e questi assumeva forma reale, por-gendo al Cavaliere delle Energie il sapere indis-pensabile.

“La maturazione non dipende dal tempo. Il tempo esiste per la mente, ma non per la Realtà. Gli avvenimenti esterni si possono trasmutare con l’alchimia interiore.”

“Mi potresti dire quante realtà ci sono?” “Soltanto una può essere e soltanto Una È

la Realtà!” Siccome l’immaturità di Andrea impediva

rivelazioni più profonde, il Saggio dovette calma -re la mente del giovane cambiando tema.

“L’attività fisica è utile, ma in cambio di mol -ta fatica porta minimi risultati. L’attività men-tale nella direzione del pensiero positivo e del capire, accelera lo sviluppo; ma le preghiere sono

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certamente lo strumento più efficace. Le richie -s te rivolte a Dio, sono per il Cavaliere delle Ener -gie il mezzo, o se proprio vuoi, l’arma ottimale per la maturazione, vale a dire per attraversare gli Anelli con il maggior successo e il minor dolore.”

“Le preghiere?! Non credo possano servire. Del resto, i rappresentanti delle religioni canoni -che, con le loro interpretazioni rigide e distorte, hanno provocato in me avversione. Non una vol -ta ho provato il veleno di questi calici.”

“Molto spesso il loro approccio è pregare a me moria. Bisogna pregare consapevolmente. Sen za supplicare e senza dubitare. Non per cor-rompere, non per punizione. Ogni preghiera ha il proprio valore vibratorio. Quanto meno senso ha e meno è rivolta alla maturazione, meno è po tente. Bisogna avere pazienza. Dunque, non pre ghi a memoria. Non preghi per pentimento e peccaminosità. Hai peccato? Va bene. Non sape-vi. Vai avanti. Lascia ciò che è stato e non permet -tere che ti torni come un’influenza mal curata.”

Il Saggio scoppiò a ridere. “Cavaliere delle Energie, non ti preoccupare.

Dio non è quel tizio con il quale intimoriscono la gente sin dalla tenera età!”

“Le richieste, ” ad Andrea quest’espressione risuonava più gradevole “si realizzano in modo uguale a tutti?”

“Il livello del Conscio di chi prega, e l’affinità della richiesta con il Piano Divino, determine -ranno sia la qualità sia la quantità della realiz-zazione. Alle volte i risultati si manifestano velo-cemente, mentre per determinate cose è neces -sario inviare le richieste costantemente e a lun -

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go. Pure all’ascensore serve un certo tempo per salire dal pianterreno all’ultimo piano e ridiscen -dere al pianoterra. Dio Sa perfettamente qual è la soluzione migliore per l’uomo, così che certe ri chieste si avvereranno diversamente dalle attese. È una cosa di cui bisogna sicuramente te ner conto. Piacevole non è sinonimo di positi -vo, ciò che non piace non sempre è negativo. I de sideri soggettivi non devono per forza essere bisogni obiettivi, gli ostacoli sono a volte neces -sari sulla Via della maturazione!”

“Ma il Piano Divino è mutabile?” “Con le azioni, le emozioni, i pensieri, ma

so pratutto con le preghiere, l’uomo riprogram-ma il Piano Divino. A dire il vero, l’uomo usa il concetto del Piano Divino per spiegarsi deter-minate cose, ma in realtà non c’è alcun Piano Di vino.”

Il Saggio offrì, senza che Andrea ne fosse minimamente consapevole, il bivio di un futuro completamente nuovo, l’entrata nel più profon-do significato del libero arbitrio.

“Non capisco davvero!” “Quando avrai provato la Verità, capirai.” “Prima mi insegnavi di non credere a nulla

senza aver vissuto l’esperienza diretta. Ora inve -ce affermi, almeno così mi sembra di capire, che devo credere in qualcosa che non ho mai prova-to.”

“Abbi fiducia per perseverare, conosci per capacitarti. Credere ciecamente ti priverà di pro-fonde rivelazioni. Sospettando, tralascerai l’at-timo che può essere quello decisivo, proprio quello che cambierebbe essenzialmente il corso della tua vita. La paura di perdere le rappresen -

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tazioni costruite per anni, sulle quali si fonda il tuo mondo, ti impedisce di volare. I sospetti so no forze distruttive. La luce della fiducia e del -la sincerità salva dal nero seme del sospetto che ha la forza di distruggere l’individuo, la famiglia e il popolo. Se sospetti di te stesso, sospetti pure di altri e viceversa, sospettando di altri, esprimi la sfiducia interiore nei confronti di te stesso.”

“Infine, dimmi, ti prego, dov’è che i Tre Saggi hanno nascosto il Segreto?”

“Credi veramente che l’abbiano nascosto?” “Sì, lo credo profondamente!” “Allora cerca!”

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9.Liberarsi dai contenuti negativi

La sincerità avvicina alla Verità, la Verità porta a Dio.

Andrea entrò in uno stato che, non avendo un’altra, più idonea espressione, definì sogno. Si trovò in mezzo al deserto lievemente cosparso di gocce di rugiada. Dinanzi a lui si ergeva una piramide dorata. Sentì la propria solitudine ma anche la compagnia di anime simili alla sua. Come se avesse perso la strada, ma anche come se dopo un viaggio lungo e difficile, avesse aper-to la porta di casa. Sapeva di star per incontrare qualcuno, di non essere solo in questo luogo pie -no di magia.

I suoi pensieri erano proiettati formando vi -ve, fluttuanti, tridimensionali immagini di luce di plasma non lontano da lui, più precisamente, sulla superficie del primo gradino della piramide. In segno di benvenuto, il plasma si scisse e una parte assunse la forma di una nuvola dorata, la qu ale gli si avvicinò. Andrea la toccò e poi vi si ada giò chiudendo gli occhi.

Rilassato, sentiva che stava letteralmente riempiendosi d’energia. Era come se la sua emo-

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tività si arricchisse di nuove sfumature. Tutto qu e sto lo riempì di nuova forza, nuovo slancio. Co me un tappeto volante, la nuvola fluttuò verso la piramide. Prima di entrarvi, Andrea aveva la sensazione di scindersi in due strutture energe -tiche, vibranti e leggere, una delle quali stava tra -passando il muro, mentre l’altra era rimasta dal-l’altra parte. Gli pareva di essere già da molto di steso sulla nuvola dorata. Desiderò rivedere i propri pensieri proiettarsi. Aprì gli occhi, facen-do uno sforzo soprannaturale per strapparsi alla beatitudine. Il proiettore non c’era più e l’in-terno della piramide era in un certo modo comu -ne. Attraverso le trasparenti mura, co me attra-verso il vetro, entravano la calda luce diurna e il blu del cielo.

Ad un tratto, dinanzi ad Andrea, si formò il suo vecchio conoscente.

“Benvenuto nel misterioso mondo della Pira -mide Dorata. Ti aspettavo.”

“Ah, tu qua?” si sorprese il giovane. “Perché dovremmo incontrarci sempre nel

tuo mondo reale?” pronunciò il Saggio ridendo “Si amo qua per occuparci di queste emozioni ne gative alle quali hai permesso di soggiogare il tuo essere e il tuo destino.”

“Hai ragione. Il circolo vizioso delle negati -vità intralcia il mio viaggio attraverso i Sette Cer-chi.”

“Per il Cavaliere delle Energie è di fondamen -tale importanza liberarsi dalle emozioni nega-tive. Le vibrazioni dei pensieri negativi e delle emo zioni negative, si condensano in strutture ener getiche negative che attirano avvenimenti negativi, intralciano la maturazione e causano

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le malattie. Le emozioni positive armonizzano l’essere umano e la Creazione Infinita, quelle ne gative uccidono chi le emette, arrecando danno a tutti. I pensieri negativi tornano come dei bo -omerang, come una lettera indirizzata a se stes-si …”

“Con certe emozioni non riesco proprio a chi udere i conti, come se si trattasse di malan-ni cronici.”

“Le radici delle emozioni negative croniche, sono le cicatrici emotive che si formano in occa-sione di ogni stress emotivo dal momento del con cepimento. Basta poco affinché una cicatrice si attivi: un’attesa delusa, il ricordo di qualcosa, una situazione spiacevole, l’incontro con qual-cuno. Dunque, solo un lieve tocco al bottone e il meccanismo negativo si avvia.”

“L’incontro più doloroso è quello con se stes-si! Con le proprie lacune, debolezze, sbagli…”

“L’essenziale è non scappare dal luogo del-l’incontro. Bisogna comprendere le cause delle emo zioni negative. Quando senti partire tali emo -zioni, inspira profondamente e conta sino a dieci. Sorridi e il sorriso sostituirà questo conte nuto brutto, negativo.

Ma, è assai difficile curare la mente con la sola mente. Esiste un metodo più efficace.”

“Veramente? Quale?” “Prega Dio di eliminarti i pensieri negativi e

le emozioni negative, di riprogrammarti le vibra -zioni delle cicatrici emotive, delle energie e delle strutture negative che influiscono su di te.”

“Ma così perderò parte della mia personali -tà, perderò la spontaneità, quella singolarità ca -ratteristica che è parte integrante di me…!”

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“Tu non sei ciò che immagini di te stesso. Ma dico, di cosa stiamo parlando? Di quale per -dita di spontaneità? Può uno schiavo in catene passeggiare liberamente? Tu confondi i concetti. La reazione inconsapevole non si può certo chia-mare pulsare vitale puro, sano e incontamina-to. T’inganni se pensi che la rabbia sia l’arma di autodifesa adeguata. In che misura la lite può apportare alla crescita del tuo essere? Le emo -zioni dovrebbero nobilitare e non distruggere la vita. Così crocefisso tra le emozioni negative, non puoi esprimere l’Amore incondizionato.”

“Va bene, va bene!” disse Andrea, oramai con le spalle al muro “…Ma cosa fare quando parte la valanga di contenuti negativi?”

“Osserva cosa succede, sii consapevole che si tratta di emozioni frutto di profondi meccani -smi, automatismi che vanno eliminati. Non iden -tificarti con la sofferenza e con la frustrazione. Co me puoi liberarti dalla sofferenza se credi di essere la sofferenza stessa? Ti sei già sacrificato abbastanza. Porgi ora la sofferenza sull’altare sa -crificale. Permetti alla gioia di inondarti la vita.”

“In parte, e per fortuna solo in parte, ho ac -cettato la credenza che la sofferenza è indispen -sabile per l’espiazione dei peccati... Mi hanno in segnato che ognuno deve portare la propria croce.”

“Sì, ma non sulle spalle come simbolo di pe -na, bensì in se stessi come segno dell’equili -brio spirituale-materiale raggiunto... Non è vero che l’uomo è originariamente peccaminoso e che deve pentirsi per tutta la vita a causa del cosid-detto peccato originale. L’uomo è originariamen -te perfetto e la sua Via è il continuo consa pevo -

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li z zare. Quello che nella memoria di molti è anno-tato come peccato originale, in realtà è una gran festa per l’umanità, l’attimo in cui l’uomo è dive -nuto per la prima volta consapevole di sé. Ma, co me sicuramente saprai, a certe strutture so -ciali, che ne siano consapevoli o meno, e il più de lle volte lo sono, fa comodo che i fedeli siano orien tati al dolore. In caso contrario, la loro esi -sten za sarebbe posta in forse. Rifletti, se la meta fosse la sofferenza, che senso avrebbe la Scintil -la del Divino in ogni uomo?! La sofferenza gene -ra malattie, dà origine a focolai bellici, ostaco-la la maturazione dell’individuo. Basta con la sof ferenza, fai entrare più luce nella tua vita!”

“Facile a dirsi. Ma come faccio a liberarmi da l la sofferenza?”

“Usala come sveglia. La sofferenza è qui per-ché tu stai dormendo. Conoscine i suoi perché e tutta la sua insensatezza. L’insieme di attese non realizzate e d’insuccessi ai quali incessan-temente pensi, rafforzano il senso di colpa. Ac -cetta ciò che c’è di sbagliato nella tua vita come risultato della tua inesperienza, mettiti in pace con te stesso, perdona a te stesso e ad altri. Chie-di al Creatore di eliminarti il senso di colpa. Cam -mina liberamente. La vita è ovunque. Rilassati e godi.”

“Come posso accettarmi per quello che so -no?! Impensabile!”

“Consapevolizza e cambia ciò che non ti pia -ce della tua personalità. L’autocommiserazione non ti porterà lontano. Non può certo decolla -re chi non ha nemmeno la forza necessaria per la rincorsa. Tu ti consumi enormemente per nu -trire il senso di colpa. Eh, se avessi fatto diver-

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samente … Se non avessi fatto quella cosa … oppure Se faccio così, tradirò le attese di questo e di quello …ecc. Il senso di colpa ti allontana dal presente ed eclissa l’avvenire. Questa è la tua vita. Vivila! Usa le esperienze del passato come rivelazioni per i giorni a venire …”

“Sai, mi domando come sarebbe il mondo sen za sofferenza.”

“Risposta molto semplice: il mondo senza povertà sarà un mondo di benestanti, il mondo senza malattie sarà un mondo di sani. La terra abbonda di ricchezze non ancora scoperte, ma gli uomini corrono alla stessa mela credendo che sia l’unica. Rompono tutto attorno a sé per car pire la meta. La sofferenza, le malattie, le guer-re, sono frutti dell’ignoranza. Abbondanza e sa -lute, è questo lo stato naturale dell’esistenza umana.”

“Alcuni si sono tanto abituati alla sofferen-za da non notarla più.”

“Non conosce il gusto dell’acqua sorgiva chi non l’ha mai assaggiata.”

“Perché deve esserci la sofferenza?! Perché la malattia? Che senso hanno le guerre? Perché tanta ingiustizia? Iddio, perché permetti tutto ciò …? Dov’è la giustizia divina? La logica divi -na non mi è affatto chiara …” la mente di Andrea era inondata di domande e di piccole rivol te di un uomo che nella vita aveva sofferto.

“Da quanto ne so, Dio non giudica nessuno, non pensa ad alcunché! La logica e la giustizia sono concetti limitati alla mente umana. Con-dottieri che hanno mozzato teste si sono Illu-minati, mentre ci sono uomini che sono stati san -tificati solo per motivi politici e d’interesse. È

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l’uomo a creare un futuro migliore o peggiore, mentre le leggi cosmiche vigilano ininterrotta-mente. La malattia fa ricordare il valore della sa lute, la guerra è il prezzo per non aver com-preso il valore della pace. Ad alcuni le tragedie sono necessarie perché solo così giungono alle domande essenziali. All’ignoranza umana sem-bra che la giustizia sia ingiusta. Tutto è così come deve essere. Il mondo è il risultato di cause Onnicomprensive. È inopportuno cercare la giu -stizia in ciò che piace ai nostri modi di vedere.È puerile giudicare la giustizia divina quando si conosce solo parte della Verità.”

Il Saggio rifletté e poi continuò: “L’uomo at -tri buisce a Dio molte caratteristiche umane: la collera, la condanna, la vendicatività, la rab-bia... Alcuni addirittura predicano che Dio farà questo e questo, punirà questi e quelli; che alcu-ni millenni addietro Dio ha fatto non so nem-meno io cosa… Mentono, e non sempre per igno-ranza. Lo immischiano in guerre sante, nella vit toria del bene sul male; alcuni lo incolpano di tutto... Famose sono le istituzioni che hanno addirittura il rappresentante terreno ufficiale di Dio. Se Dio fosse veramente vendicativo, il globo terrestre sarebbe deserto da un pezzo.”

“Mentre in realtà?” “Dio è Onnipotente senza bisogno di fare al -

cunché.” “Aspetta un po’... e le richieste che gli rivol -

go? Per esperienza so che sono efficaci.” “Lo sono, eccome.” “E allora?” ribatté Andrea, innervosito “È

fa cile per te parlare, ma entrambi sappiamo che la realtà è ben diversa.”

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“Sì, la Realtà è inimmaginabilmente diver-sa.” rispose il Saggio, ridendo.

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10.La schiavitù collettiva

I sarti della mente ristretta, si saranno chiesti chi sono loro stessi,

coloro che ti hanno insegnato cosa sei?

»La mancanza di consapevolezza trasforma la vita in routine. Riconoscere l’automatismo è un passo obbligatorio sulla strada del cambia-mento…«, ripeteva tra sé e sé Andrea, ricordan -dosi della strana coincidenza di aver incontra-to il suo ultrasaggio consigliere, andando per la viuzza dove di solito non passava. Aveva rotto lo schema di cui era schiavo e subito era stato premiato.

Si abbandonò all’onda che lo trasportava nel passato e analizzava le proprie osservazioni. Il suono di una sirena lo svegliò di soprassalto. Si affrettò a casa, arrivato dove, si mise di nuovo ben comodo e ripartì ad esplorare l’universo inte-riore. Fu nuovamente inondato dalla visione di poco prima. Trasportato dall’onda, poteva ve -dere ciò che nella vita di tutti i giorni aveva paura anche solo a guardare. Una realtà totalmente diversa da quella cui era abituato. Ora lo perce -piva chiaramente. Quello che, guardato con oc -chi di routine quotidiana, appariva logico e ra -

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zionale, si presentava adesso come il letale virus della vita schematica. Giunta al proprio culmine, l’onda iniziò ad abbassarsi. Andrea fu sommerso dalla superficie dell’oceano e dinanzi a lui appar-vero tre schermi. Uno mostrava il presente, gli altri due il passato e il futuro. Lo schermo del fu -turo, che si divise in innumerevoli piccoli scher-mi, costituiva una scoperta incredibile. Era più che evidente che il modo di agire del presen te in fluisse sul futuro. E persino con la consa pe -volizzazione del vissuto, poiché in un certo senso questo accade nel presente, quando sce gliamo di riesaminare cos’è effettivamente successo in un determinato periodo del passato, il futu ro cam-bia. Il pensiero, la sua qualità, la sua intensi -tà, tutto questo fa parte del corso che ci destini -amo. Ingrandendo e mettendo a fuoco qual cuno degli schermi che mostravano il futu ro, cambia -va l’immagine del presente e addirittura l’imma -gine del passato! Andrea era esterrefatto da ciò che vedeva. Concentrando i pensieri sul futuro si poteva influire non solo sul presente, bensì ge ttare nuova luce anche sul passato.

I tre schermi si congiunsero. I mezzi di tra -s porto dei tempi passati, le carrozze trainate da cavalli, si fondevano con le automobili a propul -sio ne elettrica che dovevano ancora venire. A fian-co ai juke-box comparirono futuristici im pianti digitali. Vicino ai suoni della banda muni cipale eche ggiavano le vibrazioni di un concerto multi -mediale. Tutto funzionava. Le storie degli anzia -ni del passato erano le radici delle storie dei gi o-va ni. Tutto si amalgamava e sincronizzava.

L’automatismo, creatosi nei millenni, rende -va possibile il reciproco risuonare dei tre tempi.

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L’inconsapevolezza rappresentava una cos tante che veniva tramandata da generazione in gene -razione. Il tempo e l’evoluzione tecnolo gica non le potevano nulla. Come se nel mondo ci fosse co stantemente una quantità d’inconsapevolez-za pressoché uguale. L’illusione dell’esistere per-fettamente riuscita. Una scoperta vera mente tri -ste. La vita era come una fabbrica, dove le giova -ni generazioni uscivano con gli schemi mentali copiati dalle generazioni passate, profondamente incorporati. Come se il pa dre e la madre fossero gli intermediari dei propri genitori nel traman-dare il concepire schematico del mondo, affinché l’igno ranza potesse rima nere eterna. Addirittura quelle generazioni che rifiutavano le vecchie for -me di pensiero, le vecchie ideologie, cadevano nel-lo stesso tipo d’inga nno, solo che cambiavano cor sia. Ma in sostanza non cambiava nulla di fon damentale. La limitatezza era un elemento co stante che sembrava non voler arrendersi al tem po.

Negli edifici c’erano in realtà celle con i re -clusi condannati a vivere assieme. La limitatezza era equamente distribuita. Gli uni imprigionava -no gli altri affinché nessuno potesse intrave dere la luce del risveglio. La gente era schiava dell’ir -razionale paura che la liberazione di anche solo uno di loro avrebbe causato il tracollo colletti-vo. Naturale, sarebbero state demolite le loro to -r ri di stantie rappresentazioni. Poiché, a cosa ag grapparsi quando i sogni crollano e non rima -ne nulla tranne la nuda Verità?

I colpi di frusta dei sensi di colpa aiutavano a non uscire dallo schema. Il premio era comun -que molto modesto. Una vita ordinaria, nella qua-le la routine dava il senso di sicurezza sedativa.

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Così la massa aveva paura di perdere ciò che, in realtà, mai aveva avuto. Questa paura, del tutto in sensata, dannosa, divorava l’energia vitale di ogni singolo. La paura di vivere portava all’ine -vitabile esaurimento delle energie vitali, la paura di vivere che tanto assomigliava alla paura di mo rire.

La città assomiglia ad un groviglio di anime perdute alle quali è stato tolto il diritto all’identità personale. Il Saggio avrebbe affermato che que -ste povere anime non vivevano in armonia conil Codice Genetico. »È questa la globalizzazione di cui tanto si parla«, si chiese Andrea, osservan -do i protagonisti della quotidianità, i quali asso -migliavano sempre di più a semplici pedine, a per sonaggi dei videogiochi.

L’onda si alzò nuovamente dalla massa oce -anica e si frantumò sulla scogliera. Andrea riflet-teva: »Che cosa differenzia la realtà percepita da un videogioco? Una miglior definizione dello scher mo? Una tecnologia di proiezione più avan-zata? Un software migliore? Non è forse possibi -le che ciò che vedo accade, in effetti, su uno scher -mo multidimensionale dai bordi non ravvisabili? Pure gli avvenimenti sullo schermo TV non av -ven gono, nessuno si muove, sono soltanto i pixel ad illuminare diversamente lo schermo. E dov’è che qua può esserci spazio per il libero arbi-trio?!«

“La mente consapevolizzata salva l’essere umano, la mente non consapevolizzata lo schia-vizza!” disse il Saggio, materializzatosi come per incanto, a fianco del giovane.

“Ah, ancora tu!” esclamò Andrea, pensando che il suo protettore sarebbe stato un brillante pompiere.

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“Ascoltami, ragazzo! Prega Dio che ti ripro-grammi il passato!” Il Saggio si era evidente-mente stancato di guardare Andrea girare in cir-colo.

“Di riprogrammarmi il passato? Ma che di -ci?!” ribatté il giovane con incredulità.

Il Saggio ripeté ciò che ad Andrea pareva un consiglio pazzesco o per meglio dire un folle or -dine. Poiché Andrea guardava ammutolito verso di lui, Barbagrigia tentò di spiegare. Molto ben dis posto, come se con il proprio tono volesse aiu-tarlo, disse:

“Guarda! Ora ricompariranno i tre schermi. Il primo ti mostrerà quale futuro ti attende se non chiedi ciò che ti ho detto, il secondo scher-mo ti farà vedere come si svolgerà il tuo avvenire dall’istante in cui pronuncerai la richiesta. Sul terzo schermo potrai vedere come il programma energetico costituito dalla preghiera si rifletterà sui tuoi amici, conoscenti e sulle persone che ti circondano. E’ molto importante che le richieste che invii a Dio siano pronunciate con le onde ce -re brali abbassate. Questa è una cosa che già sai, vero? Così pure è necessario attendere qualche attimo. Devi solo concentrati e aspettare un po’.”

“Fermo, fermo! Com’è possibile che pregan -do per la riprogrammazione del passato, cambi pure il futuro?!”

“Semplice. Con la riprogrammazione del pas-sato si ridefiniscono le vibrazioni derivanti dagli avvenimenti passati, e questo influisce armoni-camente sul futuro.”

“Ma non è che così facendo ci si intromette nella volontà divina?”

“Molti credono nella Volontà Divina quando conviene, mentre quando non conviene creder -

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ci, se ne dimenticano completamente. Ma caro alli evo, Dio è al di sopra della volontà. Egli sem-plicemente È. Per facilitarti le cose, dovrò legger -mente distorcere la Verità, tra l’altro è impossi -bile spiegare con linguaggio umano il modo di fare di Dio. È una cosa che bisogna scoprire per-sonalmente e che si può esporre soltanto in par -te. Volontà di Dio è che l’uomo maturi nobili-tando il libero arbitrio. Rivolgendosi a Dio, le cir-costanze e i processi si ridefiniscono e armoniz -zano al fine di una maturazione più qualitativa. Ti propongo semplicemente di passare la pata-ta bollente a Dio ed Egli si prenderà cura di cosa e come fare. Andiamo ora!”

Andrea socchiuse le palpebre, s’immerse lentamente in uno stato meditativo e inviò la ri -c hiesta: “Caro Dio, ti prego di riprogrammarmi il passato!”

E per davvero, i tre schermi comparvero. An drea confrontò gli avvenimenti dei primi due. Sul secondo monitor, che rappresentava lo stato delle cose dopo l’invio della richiesta, tutto era cambiato tanto radicalmente che il giovane spa -ven tato non si azzardava a guardare sul terzo schermo. Le immagini ballavano dinanzi a lui, che come narcotizzato cominciò finalmente a parlare:

“Dio mio, ma com’è possibile tutto ciò?!” “Questo non è che l’inizio!” ribatté il Saggio. “Come sarà allora la fine se questo è l’inizio?”

chiese Andrea stupefatto. “Non è che voglia disorientarti, ma la fine

non c’è come non c’è neppure l’inizio!” sorrise l’in ter locutore di Andrea e svanì dal mondo visi -bile come se non vi fosse nemmeno mai stato.

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11.La falsa moralità

La moralità serve spesso a legittimare l’esistere fasullo.

Dopo una notte lunga e tranquilla, Andrea si alzò e sulla sua scrivania scorse un’altra pic-cola meraviglia. Era un libro, di dimensioni ridot -te, aperto a metà.

Sfogliò una pagina, due, leggendo alcuni pas -si a caso. Era come guidato dall’intuito, il suo sguar do si tratteneva proprio nei punti chiave:

“Il sistema educativo ti insegna come cam-biare continuamente volto: mettere una masche -ra sopra l’altra. Ti insegna come devi essere, non ti insegna come far trasparire Quello che Sei…

I potenti del mondo usano la moralità come strumento di manipolazione. Si differenziano per nazionalità, religione, ideologia, ma sono ac -comunati dalla bramosia di potere. Coprono la mancanza di esempio personale con fiumi di pa -role senza contenuto. Il fervido difendere le nor -me morali è spesso il paravento per la sistema -tica violazione delle stesse. Molte volte la difesa del bene altrui e la premura verso gli altri sono, in effetti, il paravento per l’arricchimento per-

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sonale. È difficile sottoporre a controllo l’ope -rato di intere strutture pubbliche, riesaminarle e accusarle di fondamentale disonestà quando le stesse si nascondono dietro la propaganda sulla democrazia, onestà, dignità, fiducia...

Ciò che in un paese è morale, in un altro è punibile con la pena di morte. Fare un qualcosa in un paese è ugualmente tanto immorale quan-to il non fare lo stesso in un altro. Che senso ha n no tante moralità diverse per esseri della stes sa Origine Divina?...

Spesso si chiede consiglio su cosa sia pec-caminoso e su cosa sia virtuoso, proprio a chi più di tutti è impigliato nei più profondi mean-dri della mente...”

Siccome pure Andrea aveva attraversato la strada irta di spine della delusione, ben sape-va che questo testo rappresentava la Verità es -sen ziale. I passaggi letti gli erano tanto vicini e così facilmente comprensibili come se li avesse scritti lui. Il capitolo si chiamava La falsa mora -lità. Chiuse il libro e né lesse il titolo: Il Cavaliere delle Energie. Sotto la scritta autore, c’era il suo nome. Sì, era stato proprio lui a scriverlo per con -dividere con altri ciò che aveva conosciuto.

Quanto era rimasto dolorosamente deluso quan do, ancora molto giovane, aveva capito che più a fondo conosceva qualcuno, sempre meno ragioni aveva di credergli. Spesso si era dimo -stra to che proprio chi ostentava sani principi ri -guardo all’amicizia, nei momenti difficili, quan-do l’aiuto sarebbe stato indispensabile, diveni-va molto riservato. Le azioni umanitarie servi -vano spesso come copertura di genocidi. I paesi, i cui governi difendevano fortemente i diritti

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umani, erano spesso i maggiori produttori d’ar-mi.

Nonostante tutto ciò, il bisogno di credere che l’uomo fosse essenzialmente buono, non lo abbandonava. Sentiva che nel profondo del-l’anima di ognuno si annidava la genuinità di un piccolo bimbo spaventato, al quale era stata sottratta la visione e che per questo si era arrab-biato e aveva assunto le sembianze dell’adulto.

In fin dei conti, cosa significa essere umani? Quanta umanità vi era nelle guerre, nelle tor-ture e nei delitti dell’eredità cristiana? In nome di quale Dio si può pensare male di altri, o ancor peggio far sparire dalla faccia della terra chi non è della stessa opinione? Non è forse chiaro a tut -ti che gli invalidi di guerra hanno grandi diffi-coltà a salire sul podio della vittoria bellica, dal quale i presidenti glorificano le azioni eroiche e l’onore della patria? Come poteva essere nor-male ciò che gli avevano insegnato, quando era più che evidente che in tutto questo non c’era normalità?

Nella mente del giovane ballavano le imma -gini delle illusioni e i lampi delle illuminazioni. C’era ancora molto da fare affinché la gioia del comprendere potesse occupare il proprio posto.

“Il problema giace nella mente non con-sapevolizzata. Non sapendo della Fonte Assolu -ta, la mente viene catturata nella trappola dell’il -lu sione!” lo incoraggiò una voce sconosciuta. “L’uo -mo, è incessantemente sotto l’influsso di diverse informazioni con le quali gli uomini ombra lo programmano ad arte. Basta che nella memoria ti incidano che il membro di un popolo è nemi-co, e tutte le future informazioni inerenti a que -

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sto popolo saranno soggette all’influenza della primaria informazione negativa. In questo modo le menzogne si trasformano facilmente in verità. Se la base di dati della mente umana conterrà falsità, questa confrontando le menzogne fre -sche (le nuove informazioni) con le falsità che crede essere verità, crederà che esse rappresen -tino pura verità. Immaginerà di lavarsi con ac -qua limpida mentre, in effetti, sprofonderà sem-pre più nelle sabbie mobili. Il soldato convinto di salvare il mondo, credendo di essere in missio -ne santa, ucciderà migliaia di uomini, inquina -ndo la natura per i secoli a venire. Una cosa simi -le vale per i peccati. Qualcuno ti convince che fare una determinata cosa rappresenti peccato e tu, ogni volta che la fai, ti senti peccaminoso anche se questa potrebbe essere la cosa più positiva per la maturazione dell’umanità.”

“Ma cosa fare affinché la gente venga a sape -re degli intrighi, delle speculazioni e delle malver-sazioni di chi manipola da dietro le quinte?”

“È vero che gli uomini ombra controllano i mezzi d’informazione, i mercati finanziari, la scena politica. Nonostante tutto ciò, tu e altri ri -cer catori della Verità siete in vantaggio, avete a disposizione un’arma ineguagliabile dal raggio d’azione infinito.”

“Le preghiere rivolte al Creatore?” “Prega Dio affinché l’umanità scopra più fa -

cilmente la Verità su un certo personaggio politi-co, oppure di proteggere la gente dagli influssi negativi di una determinata organizzazione.” disse la voce senza spiegare ad Andrea la dif-ferenza tra il Creatore e Dio. “Puoi pure pregarlo di costituire in un determinato studio televisi-

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vo o nella redazione di qualche giornale, una struttura energetica per eliminare le menzogne. Nei palazzi di potere politico e finanziario, puoi costituire strutture energetiche per la riprogram -mazione delle intenzioni negative. Puoi anche costituire strutture energetiche per l’ottimiz-zazione dei sistemi economici, giuridici, sociali, affinché questi soddisfino le esigenze evolutive di ogni singolo e quindi anche dell’umanità. Pre-gando Dio non puoi sbagliare, l’unica condizione da rispettare è che le richieste siano indiriz-zate allo sviluppo e alla Verità. Passa parola. Più sarete a fare le richieste, prima e in maggior misura verrà a galla la Verità. Come per incan-to usciranno libri, articoli, servizi su argomen-ti molto scottanti.” disse la voce che tanto ricor-dava la voce che Andrea conosceva. Eppure era diversa.

“Fantastico, comincio subito!” disse il gio-vane, esultante.

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12.La consapevolezza del Cavaliere

Il timbro della creazione consapevole rende l’attimo Eterno.

Nella consapevolezza dell’attimo si imprime l’Eternità stessa.

Fuori scrosciava la pioggia. Destato dal tuo -no, Andrea tentava di spostarsi. Invano. Era co -me pietrificato. Si spaventò, ma si costrinse a non farsi prendere dal panico. Dopo un po’ ri ten tò di muoversi. Niente.

Il Saggio, contemplando dal suo mondo di là della mente, decise di materializzarsi accan-to al letto di Andrea. Gli rincresceva vederlo così malmesso.

“Quante volte hai bevuto un bicchiere d’ac-qua senza nemmeno esserti reso conto di aver-lo riempito? Quante volte sei arrivato a casa con i giornali sotto braccio, senza affatto ricordarti in quale momento li avevi comprati? Quante le pa gine lette senza leggere consapevolmente?”

»Dov’ero per tutto questo tempo? Chi chiac -chierava a nome mio quando non ero qui? Chi comprava, chi pagava?« Andrea pensava di star per piangere. Ad un tratto, vide l’interminabile serie di attimi che gli erano passati accanto sen -

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za viverli e senza riconoscerli, perché lui stesso non era nel presente, gioioso di esserci, di essere vivo. Sobbalzò dallo spavento. D’improv viso i do lori sparirono. Era sveglio come poche volte pri ma.

“Banali ripetizioni meccaniche dominano l’umanità. La maggior parte della gente è con-tinuamente in uno stato d’identificazione con qualche rappresentazione di sé, o un’idea, oppu -re con ciò che in quel momento rappresenta l’og -getto dell’attenzione. L’uomo medio è consapevo -le di sé soltanto in situazioni eccezionali. Con al cuni la fantasia regna senza interruzione per tutta la vita. Gli anni passano e quando qualcu -no di questi uomini si scuote, non può non chie -dersi dov’era stato tutto quel tempo, come erano trascorsi tutti quegli anni... Il mondo è domina -to da profonda eclissi. Pressoché tutti dormono profondamente come nella fiaba “La Bell’Ad-dormentata nel bosco”, nella quale i cortigiani dormono un eone intero. Il risveglio esige consa -pevolezza e vigilanza, ma quasi nessuno vuole pri varsi del dolce torpore del sonno.”

»Chissà che cosa avrò raccontato in tutti que sti anni«, pensò Andrea e disse: “Ho l’impres -sione che la compagnia di certe persone mi fa perdere energia come se diventassi il serbatoio per i loro motori.”

“Chiedi al Creatore, di proteggerti dagli in -flus si negativi dell’interlocutore e sii consape -vole che sei un essere umano che sta condividen -do l’attimo con un altro essere umano. Ma non accusare gli altri di averti sottratto energia. Nes-suno può rubare la tua energia perché è defini-ta con il Codice Genetico. La spossatezza dopo

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certi colloqui, deriva dal fatto che si sono avviati dei processi che consumano energia. Ma il col -pevole non è l’interlocutore, lui è lo specchio nel quale si riflette ciò che non hai purificato in te ste sso. La consapevolezza ti rivela nuovi mondi, avvicinandoti al ritrovamento del Segreto. Spes-so rischia di più chi non vive se stesso attimo per attimo, di quanto rischia il portiere che at -ten de il replay del calcio di rigore prima di gettar -si sul pallone. Chi si ricorderà di te se tu ti di -men tichi di te stesso?”

Andrea capiva perfettamente cosa gli stava dicendo il Saggio. Eh già, quante volte i suoi pen -sieri avevano ritardato su ciò che aveva pronun -ciato, oppure le intenzioni erano rimaste dietro alle conseguenze! Solo il Signore lo sa.

Il Saggio attese un po’. Indicando il paesag -gio, disse:

“Tutto ciò che ti circonda, i suoni che senti, i colori e le forme che vedi, gli oggetti che tocchi, le emozioni e i pensieri sono vibrazioni, ovvero ener gie. Maggiore è la maturità del suo Conscio e più l’individuo è indipendente dai condiziona -menti e dalle correnti vibratorio-energetiche col-lettive.”

“Che sensazione insolita. Io sono qui, esis-to, sono vivo!” il giovane era consapevole del mo -mento, del suo esistere in esso “Mi sembra che la tua voce sia più profonda, come scolpita nel tem po. Il tuo volto più luminoso, più nitido, inca-vato nello spazio, mi sembra giungere da un’al-tra dimensione. Tutto appare in qualche modo più reale. Pensi che la vita sia un sogno o no?”

“Hm! È sì un sogno, ma per gli addormen-tati. La vita però è Beatitudine per l’Illumina-

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to. Ciò che la gente comune considera realtà, per l’Illuminato è illusione consapevolmente vis-suta. Impercettibile è la differenza tra il dormire ad occhi chiusi e il dormire ad occhi aperti. Pochi sono nel centro della vita. Chi non è nel centro, non vive veramente. L’umanità ipnotizzata sogna la vita. Interessante, cosa ne pensi?”

“Che cosa penso? Penso che debba sve gliar -mi!”

“Sono d’accordo!” rispose il Saggio, aggiun-gendo:

“Prega Dio di consapevolizzarti la mente. Vuoi?”

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13.La luce dietro le pareti

Fa male la luce della Verità dopo il soggiorno nella caverna delle menzogne.

»Cosa c’è dietro le pareti? Che luce è questa? Non possono fare a meno di chiedersi colo ro che, abituati all’oscurità della caverna, intra vedono per la prima volta trasparire il chiarore da una fessura mai notata prima. Poi emerge la paura. Lo sguardo si scosta per non perdere la sicurez-za acquisita nell’oscurità. Certe volte, a causa del la cecità, la luce non si può nemmeno notare. Mol ti trascorrono la vita nell’umida oscurità della caverna, non comprendendo che fuori c’è un mon -do meraviglioso, pieno di straordinarie possibi -lità...« così Andrea conduceva il monologo interi -ore, rivolgendosi in pratica al suo interlocutore divino. Gli spiegava cose che nemmeno sapeva di avere dentro di sé. Rendeva così conscio tutto ciò che a lungo era stato minacciato dalla sua in -consapevolezza.

“Grazie perché esisti e perché posso parlare con qualcuno che mi capisce ancor prima che io stesso comprenda cosa voglio effettivamente dire.”

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“Ringrazia te stesso. Ti ho dato la chiave, tu hai aperto la porta. Dovrai aprirne ancora molte prima di comprendere perché hai aperto la pri -ma. Non cadere alla trappola di credere di sapere tanto. L’ignorare di ignorare e il pensare di Sa -pere sono grandi trappole.”

“Mio carissimo amico, ho riflettuto molto sul dove conduce l’evoluzione conoscitiva.”

“L’evoluzione conoscitiva porta a Te Stesso. Naturale, come potrebbe essere diversamente?! Usa la tua conoscenza per liberare dall’ignoran -za chi cerca la Liberazione. Sii semplice, in modo che l’interlocutore ti possa capire. Più Sapere tra mandi e più lo arricchisci. Trattenendolo per te stesso, il Sapere non verrà nobilitato da altri, dal flusso di energia e informazioni. Questo al -lontana dalla scoperta del Segreto. Quindi, tra-manda ciò che sai e riceverai ancor di più!”

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14.La realtà immaginata

L’illusione separa dalla Realtà. La Verità libera dall’illusione.

Aver l’incredibile fortuna e opportunità di andare, figurativamente detto, sopra le nuvo -le, permetteva ad Andrea di intravedere ciò che c’era sotto. Aveva la capacità di guardare nelle menti della gente e osservando, arricchiva la pro pria percezione, comprendendo ancor più pro fondamente i messaggi del Saggio, inerenti alla realtà virtuale che ogni individuo creava per se stesso.

Gli uomini plasmavano le proprie realtà soggettive scegliendo ciò che più coincideva con le loro raffigurazioni di se stessi e della vita, con-dendole incessantemente con l’inconsapevolez-za. Queste realtà soggettive si intrecciavano e mescolavano reciprocamente, rimanendo a galla nel mare di una percezione distorta in costante crescita.

Ad Andrea sembrava che i così detti incon-tri fossero più simili ad un distributore di ben-zina, dove si faceva il pieno di falsi sorrisi e pu -erili consensi, e dove si pagava con immagini

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fasulle e ipocrite, che ad una vera manifesta zio -ne d’affetto. Doveva trattarsi di carburante ar -ricchito. Enorme era l’energia che gli uomini con sumavano per piacere ad altri, per nutrire idee senza contenuto, per ottenere in cambio la vitaminizzazione delle proprie credenze, del pro-prio sonnambulismo, della propria concettualiz -zazione della vita.

Era uno spettacolo d’avanguardia, un gran incrociarsi di un’infinità di proiezioni deformate. L’umanità, ammaliata dalle idee, si allontanava dal suo vero scopo. Ogni possibilità di confronto con la Verità veniva respinta dal crescere del nu-mero delle proiezioni, dal perfezionamento tec-nologico dello schermo, cioè della mente.

»Ma, veramente... quale miracolo fa sì che gli innumerevoli conflitti interni si manifestino in uno scontro nucleare generale? E poi, lo stato di salute dell’umanità non è poi così male per una tale quantità di menti sconvolte«, pensò Andrea, aggiungendo rattristato a se stesso: »non è che io sia migliore!«

L’energia liberata da questa sincera ammis-sione fece istantaneamente ricomparire i tre schermi dinanzi ad Andrea.

“Il primo schermo ti mostra come immagi-ni di essere. La tua parte inconscia distorce la per cezione che hai di te stesso. Sullo schermo cen -trale puoi vedere l’espressione della tua natura essenziale. Le immagini del terzo ti mostrano co me fare a liberarti della meccanicità compor-tamentale, come salvarti dalla schiavitù.”

La cosa più difficile da accettare era di non essere ciò che reputava di essere. Doloroso era il vedere obiettivo di ciò che altrimenti non osava

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nemmeno soggettivamente guardare. Quanto più facile sarebbe stato richiudere gli occhi, dimenticare tutto, dormire! La decisione migliore non era per nulla facile. Ma la visione dello scher -mo centrale, la quale arricchiva la cono scen za sul la sua vera natura, provocò in lui un bisogno di cambiamento ancora più profondo.

I tre schermi si fusero in uno frazionato in mille più piccoli.

“Cosi ti vedono gli altri. Mille osservatori ti percepiscono in mille modi differenti. Le emozio-ni negative, le proiezioni tue e quelle altrui e molto altro ancora condizionano il tuo comportamento, che perciò non è autentico. Ricordati del la tua Origine, consapevolizza il Processo Divino che avviene in te.”

Effettivamente, molte volte Andrea si era sen -tito proprio così, come un meccanismo con diver-si bottoni. Ne premi uno e tutto è O.K.; ne schiac -ci un altro e tutto va storto.

“Non meravigliarti quando ti sorprendi di ragionare come avrebbe ragionato tua madre o a fare qualcosa nello stesso modo in cui l’avrebbe fatto tuo padre. Comprendi il tuo comportamento, separa il tuo da tutto quello che non è tuo. Libe -rati di quel che ti soffoca e che fai per piacere ad altri. Cambia l’artificiale con l’autentico. In vece di cercare le conferme fuori di te, trova le rispo -ste nella tua natura più profonda. Scegli: o paghe -rai il prezzo della consapevolizzazione, che in rap -porto a ciò che si riceve è irrisorio, op pure mercan -teg gerai rimanendo schiavo del futile.” Pareva che gli schermi fossero forniti di altoparlanti invisi -bili perché non v’era altra fonte da cui pro venisse la voce che accompagnava le immagini.

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“Ho investito tanto nella mia maturazione, ma niente! Altroché progredire, ho l’impressione di indietreggiare!” disse Andrea.

“Spesso l’esteriore tarda rispetto all’interio -re. Nello specchio ricevuto con il consapevole attraversare i Sette Anelli, si nota ciò che poco pri ma non si vedeva. La luce dello sviluppo, la Scintilla del Divino divampata illumina il non no tato. Non preoccuparti!” era come se Andrea lo avesse già sentito da qualche altra parte.

“Credevo di rappresentare ciò che gli altri mi avevano servito come verità sull’uomo, sulla vita e su me stesso. Avevo dei ruoli, non chiari, frustranti ma pur sempre dei ruoli. Non sape-vo nemmeno delle domande e tanto meno delle risposte per via delle quali ho perso le solide fonda -menta sotto i piedi!”

“La liberazione da illusori punti di soste gno è sempre dolorosa. Questo è il prezzo del viaggio verso la Verità. Armonizzati con l’Esistere Infini -to, familiarizza con esso. Sarai quello che devi es -sere, farai quello che è meglio fare. Fuggire dalle domande essenziali offre momentaneo sollievo, ma la vita non dura un giorno soltanto. Senza domande essenziali non ci possono essere nem-meno sostanziali risposte. Tutte le risposte da sempre esistono. Cercale!”

“Aiutami! Dimmi chi veramente sono!” “Tu non sei l’insieme di pensieri ed emozioni

che compongono la tua mente. Non sei certo con -vinzioni, ricordi, fantasie. Questa è la mente. Tu non sei la mente. La mente è la mente, che pres-soché sempre mente.”

“Chi è che, in effetti, domanda? E chi pen -sa?” Andrea indirizzò la domanda al Saggio, alla Voce e a se stesso.

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“Domanda interessante, ma ancor più lo è la risposta: nessuno!” disse la Voce.

“Nessuno?” “Nessuno!” “E tu chi sei?” il giovane ripeté la doman-

da alla quale sinora non aveva mai ricevuto sod-disfacente risposta.

“Quando avrai compreso chi Sei Tu, allora comprenderai pure chi Sono Io. Come ti ho già confidato, il Segreto indica ad un altro Segreto ancora …”

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15.Liberarsi dall’influsso

dell’ambiente

Vedono gli occhi se stessi mentre guardano?

Seguendo il ritmo del proprio respiro, An -drea si rendeva conto di quanti movimenti fosse composta la respirazione. Gli pareva che il suo ritmo fosse in relazione con l’energia della qual era compenetrato il mondo. Disteso sul letto, chi use gli occhi e iniziò a respirare profondamen -te, immaginando che l’aria, come se si trattasse di raggi solari composti di minuscole particelle dorate, penetrasse attraverso il naso e scendesse lungo la trachea, come attraverso il letto di un fi ume che sfocia nell’oceano. I polmoni si riem-pivano di aria alimentandosi così di salute e gioia. Minuscole particelle di energia divina, con-tinuavano la loro strada attraverso il sistema cir -colatorio sino all’ultima dei miliardi di cellule. Il corpo pulsava come un cuore dando il ritmo agli organi, dove allora si accumulavano vigore e rilas -satezza, mentre la fatica svaniva senza lasciare traccia. Il tutto ricordava il ballo sincronizzato del microcosmo.

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“Profonde rivelazioni attendono chi si è dato alla ricerca.” Andrea sentì la voce che ben cono -sceva.

“Puoi immaginare come mi squadrerebbero gli amici se gli raccontassi tutto ciò che mi sta ca pitando? Già sostengono che non sono nor-male.” disse il giovane preoccupato.

“Il globo terrestre pullula di sarti che restrin -gono le menti, che cuciono abiti che soffocano l’in dividualità. Per molti è più facile modellare la vita altrui che cambiare se stessi. E secondo il mio modesto parere, tali amici che si meraviglia -no del vero e non lo approvano, non ti servononemmeno. È meglio essere solo che circondato da chi non Sa. Così è questo mondo. L’uomo giu -sto risvegliato viene reputato pazzo mentre, chi -unque si inserisce negli standard sociali, ri ceve riconoscimenti per la sua adattabilità. Una situ-azione paragonabile ad un manicomio, dove cen -to matti da legare, puntano il dito sull’unico mat -to che non è stato soggiogato dalla tenden za di saltare dalla finestra.”

“La statistica è definitivamente dalla loro parte!”

“Definitivamente. Figurati i pazzi che am -met tono di essere pazzi! Pressoché impossibile. La più pericolosa tra le malattie dell’umanità è l’inconsapevolezza, ma in sostanza nessuno dà im portanza a questa diagnosi. Il genere umano ha costantemente la febbre alta, intorno ai 41°C, e chi abbassa la propria temperatura viene con-siderato anormale. Che paradosso! 36,6° - paz -zia!” il Saggio non riuscì a trattenersi e comin-ciò a ridere a crepapelle.”

“Qualcosa di simile sta succedendo a me. Mi proclamano matto. Sempre più frequente-

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mente sento affermare che i miei ragionamenti sono infondati...”

“La superficialità non può certo lodarsi di profondità. Quali risposte puoi ottenere da co -loro che non le cercano, da coloro che ti tengono lezioni su chi sei e cosa sei, senza aver la mini -ma idea di chi sono loro stessi? Il fatto che tu dia valore all’opinione del tuo ambiente, ti impri -gi o na nei suoi confini. Dovresti dare ascolto alla voce interiore. Ascoltando i consigli di tutti de -cadrai velocemente. Cerca i Sapienti …”

Andrea non riusciva a seguire i concetti con la stessa velocità con la quale li esponeva il Sag-gio. Tornò ancora una volta indietro di cinque se -condi:

“Ascolto continuamente sermoni su come devo essere!”

“Con quale parte non realizzata di te, con qua le segmento della tua ombra paghi per otte -nere approvazioni da gente che nemmeno ti ve -de? Non devi cercare i colpevoli attorno a te. Il re s ponsabile sei tu! Più accusi gli altri e più menti a te stesso. Sei tu a stare al timone. Cam-bia la direzione e cambierà pure il corso.”

“Ma tu non puoi nemmeno immaginare quan -to mi innervosisce questo mondo di presuntuosi!”

“Ma nessuno ti innervosisce tranne te stes-so. Credimi. Ogni volta che ti succede qualcosa del genere perdi l’opportunità di innalzarti sopra la situazione. Cerchi le cause nel posto sbaglia-to. Per cambiare gli avvenimenti esterni è neces -sario il cambiamento interiore. Non puntare il dito verso altri, guarda in te stesso. Nessuno ti innervosisce, sei tu a permettere al nervosi smo di soggiogarti. Sii felice di aver l’occasione di

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confrontarti con i tuoi impulsi inconsci. Deve pro -prio piacerti essere nervoso. Tu semplicemente adori questo ruolo. In gran parte si tratta di una specie di proiezione, degli altri ti innervosisce ciò che non gradisci di te. Del resto, chi ti obbliga a frequentare chi ti inquieta?”

“Come sei rude!” “Giovincello! Tu attiri i partecipanti della

tua vita, tu crei il tuo film. Ogni programma radio attira un gruppo specifico di ascoltatori. Quan -do emetterai diverse onde musicali, cambi eranno pure gli ascoltatori. Così pure sii pruden te. La col -lettività non guarda benevolmente chi svolazza dallo stormo. E dato che sei ancora ine sperto e non avvezzo a questo tipo di svolazzare, potrebbe succedere che il tuo senso di colpa venga sfrut-tato per colarti le ali di piombo. Inol tre, più tenti di erudire l’uomo sulla Verità, più rischi di venir punito…”

“Lo so, lo so …” rispose il giovane pensiero -so, guardando in un punto indefinito davanti a sé. Era come se il Saggio stesse attingendo diret-tamente dal vissuto di Andrea.

“Solitamente la gente ascolta solo parzial-mente quel che vale la pena di sentire, quel tanto che gli fa comodo. E viceversa, sente perfettamen -te quello che è estremamente dannoso solo as-col tare, figurati tenerne conto. Aver premura del bene degli altri è lo sport prediletto di molti. Ma ascoltando altrui consigli, si ereditano pure le vite altrui. Credimi, essere compagno di cella di chi ti ha imprigionato è una pessima scelta dav -vero.”

Allora Andrea, come un bimbo, sostituì il me ccanismo della rabbia con l’automatismo

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della vendetta. A questo punto il Saggio lo inter-ruppe:

“Non giudicare Andrea, comprendi! Il genere umano è schiavo dell’ignoranza. Devi vedere gli esseri umani nella loro divinità, con occhi da es -sere divino. Sii grato a coloro che, arrecandoti del male, ti hanno porto l’opportunità di perdonare e imparare. Il perdono libera, innalza sopra la le g ge di causa e conseguenza. Ma sappi, ancor meglio che perdonare è non risentirsi. Perdonan -do, invece di emettere le vibrazioni negative del ran core, consapevolizzi le Onnipresenti vibrazio -ni dell’Amore, armonizzando te stesso, il prossi-mo e l’intera Creazione. Qualsiasi cosa tu fai ad altri, in fondo, la fai a te stesso. L’apparente mol -titudine è in realtà Uno.”

“Questo non fa per te! Non tentare l’impos-sibile! Non sarai mai felice! Non ce la farai mai! Per ché dovresti essere diverso! Accontentati di ciò che hai!” il giovane recitò tutto di un fiato una lunga serie di condizionamenti che si portava ap presso sin dalla tenera età. Quindi, più conci -liato e rassegnato, ammise: “Anche se in tutto qu esto c’è una certa dose di verità…”

“In tutto c’è una dose di Verità. La Verità è la fonte di tutte le menzogne. Una giusta dose di veleno può guarire. Un’eccessiva, infallibilmente uccide.”

Andrea sfruttò il sorriso come arma del si -len zio.

“…Se farai diversamente, tradirai le attese di chi ti vuole tanto bene!… Eh sì, spesso pro-prio i cari parenti e amici sono più costosi delle pietre preziose. Le limitazioni costano veramente care.” il Saggio giocò un po’ con le parole.

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“Non sognare. Sii reale, consigliano gli addor-mentati…”

“Questi sono i migliori consigli ma, purtrop-po, chi li propone non ne comprende l’essenza. Non viene nemmeno sfiorato dal pensiero di star dormendo prigioniero del sonno più profondo.”

“Mi spiace tanto per i miei amici. Loro nuo -tano in queste acque, temo di perderli tutti sino all’ultimo.”

“Comprendendo te stesso, capirai pure le ra -gioni del loro non capire. Non hai nemmeno te stesso e già hai paura di perdere gli altri. La pa -ura di perdere l’illusione è davvero una grande illusione. Emettendo le vibrazioni del tuo vero Es se re, perderai molti, ma tanti altri ne troverai. Lascia la falsa compagnia, anche a costo di non trovare altri che te stesso. Questo è il prezzo del -la maturazione. Fai trasparire quello che Vera-mente Sei e incontrerai chi devi incontrare, vivrai gli avvenimenti che devi vivere. Il cosmo intero sosterrà il tuo elevarti verso le stelle, il tuo cam-mino dalla periferia al centro.”

“E il destino?” “Hai forse scordato ciò che ti ho detto? Tu

crei il destino! Ogni attimo chiama a sé con la pro pria pienezza. La diversità di ogni istante è un miracolo senza fine. Le paure del cambiamento e dei giudizi altrui privano e defraudano l’esi -stenza. La paura di ciò che non conosci ti impe -disce di scoprire il fascino della vita.”

“Lo so che sei nel giusto, ma da qualche par -te nel profondo di me ancora risuonano le vec-chie credenze. Chi troppo in alto sal, cade sovente precipitevolissimevolmente.”

“Rimuginando sui tuoi limiti immaginari, li fai diventare reali. Ripetendo costantemente una

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frase, fai sì che il suo contenuto permei la tua vita. Ti hanno parlato tanto d’impossibilità, inizia a credere alle possibilità.”

“Mi interessa proprio sapere come compiere questo miracolo.”

“Consapevolizza la mente. Ti muovi inces-santemente entro i suoi confini. Spicca un salto fuori ogni tanto, perdio! L’umanità sogna la vita. Le credenze individuali partoriscono quelle col-lettive. Relativamente sino a poco tempo fa in tan -ti credevano che la Terra fosse piatta e che il Sole le ruotasse attorno. Qualcuno deve aver comin -ci a to con questa visione errata e poi molti hanno seguito questa credenza. Ancora oggi il genere umano crede nelle illusioni. Il viaggio nello spa -zio non è la prova che si è appresa la Verità. Le guerre, le malattie sono le prove di quanto si è lontani dalle soluzioni finali...”

“Ma ci sono pure le grandi menti.” “Naturale, è indispensabile un gran volume

per stivarvi un’enorme quantità d’illusioni. Le grandi menti non consapevolizzate creano gran-di guerre per dimostrare la propria grandezza. Il mondo è strapieno d’ideologi e filosofi, ma di veritologi quasi non ce ne sono. Coloro le cui gran -di menti sono consapevolizzate, sono spesso derisi come folli. Troppo intensa è la loro luce per -ché falsi occhi possano guardarla.”

“Vorrei poter aiutare gli altri…” “Come prima cosa, svegliati! Per prestar aiu-

to ad altri, devi dapprima aiutare te stesso. Tal -volta il desiderio di aiutare gli altri è un mezzoper fuggire dai propri problemi. È deleterio in -dur re altri ad essere così come noi desideria -mo vederli. Il Cavaliere delle Energie esperto

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sa che il maggior contributo ad altri lo dà ma -turando personalmente. Un esempio positivo aiu-ta più di mille parole. La maturazione indivi -duale significa anche quella collettiva. E non so -lo, più maturi e più le tue vibrazioni trasformano il Creato intero. Il Cavaliere non perde energia nel convincere, ma è d’esempio ad ogni ricer-catore della Verità. Perciò, con il solo Esistere, con il solo pulsare e respirare sei un fattore di cambiamento. Che tu ne sia consapevole o me -no. Del resto, chi ha occhi, che guardi...

Il tuo modo di essere sarà un’indicazione per molti.”

Il Saggio inspirò profondamente. Qualcuno avrebbe sostenuto che si era stancato. Un pro-fano, sicuramente. Ad Andrea gli occhi risplen-dettero.

“Un giorno le tue vibrazioni risuoneranno nel cuore di chi sarà pronto a seguire i sentieri della Verità. Si creerà la massa critica di corag -giosi Cavalieri, necessaria a risvegliare i prigio -nieri del sognare collettivo.”

“Meraviglioso!” esclamò Andrea entusiasta. “Sì, meraviglioso!” asserì il Saggio, accen-

nando un sorriso.

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16.Il portatore d’acqua

La sensazione dello sforzo nutre l’illusione del fare.

Grande era lo sforzo del portatore d’acqua, intento a risalire l’irta strada verso la cima della montagna. Qui viveva la comunità che si appog-giava ai suoi servigi. Con il passare del tempo, gli abitanti di questo piccolo villaggio dimenticarono dove si trovava la sorgente, dalla quale il porta -tore d’acqua attingeva, a lui interessava sol tanto aiutare il prossimo. Alcune volte durante la gior-nata riusciva a riempire più recipienti, giù a valle. Ora stava nuovamente tornando su per la salita, pieno d’amore. Ecco, iniziava la seconda tornata e non aveva ancora bevuto un solo sorso d’acqua. Era troppo preso dai pensieri su come avrebbero potuto resistere quegli uomini lassù senz’acqua. Nemmeno una goccia doveva andar perduta.

Stavolta procedeva lentamente. La Luna ap -parve in anticipo sulla volta celeste e il Sole stava lentamente scendendo verso occidente. Il por-tatore d’acqua provava malessere allo stomaco, aveva le labbra secche, barcollava. Davanti alla

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prima casa della città di montagna crollò a terra. L’acqua si riversò sul prato.

Alcuni uomini, specialmente coloro che in passato avevano ricevuto l’acqua senza averla nemmeno chiesta, accusarono immediatamente lo sfortunato di negligenza (aveva versato il pre -zioso liquido) e di ubriachezza. Per fortuna alcu-ni accorsero subito ad aiutare il pover’uomo, portandolo dentro la casa più vicina, su un letto modesto ma accogliente. Respirava, era con-sapevole, ma non aveva la forza né di parlare né di alzarsi.

Trascorse così un po’ di tempo e poi nella co munità cominciò a serpeggiare una certa in -quietudine. Gli uomini non avevano più acqua. Abituati a riceverla sempre dal portatore, erano anni che non si chiedevano come procurarsela da soli. Si diffuse il panico. Nessuno sapeva do -v’e ra la fonte e il portatore d’acqua non aveva la forza di spiegarlo. Mai nessuno si era offerto di aiutarlo e lui stesso non aveva mai chiesto aiuto. Nessuno aveva chiesto informazioni riguardo al -la fonte. Gente strana viveva su questo monte.

Per tutta la notte e l’indomani sino a sera, la situazione rimase uguale. Poi si sentì il lamen-tio. Gli uomini compresero di essere rovinati. Ini -ziarono a pregare come sapevano e potevano. Ma avevano dimenticato cos’era la preghiera e come pregare.

Per fortuna, iniziarono a formarsi delle nuvo -le. Si sentì il primo tuono. La pioggia si abbat-té sui cittadini e sulle loro preghiere. Il portato -re d’acqua fu molto grato per questo dissetante dono del cielo. Quella notte tutti festeggiarono a lungo.

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L’indomani il portatore d’acqua li condusse alla fonte. Fu una strada lunga e travagliata. Condividendo il sapere con gli abitanti della mon tagna, liberò se stesso e loro.

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17.I conflitti dei condomini

della mente

Tu, come tutti, hai diverse missioni. L’unica veramente importante è

Scoprire interamente Chi Veramente Sei.

La ricerca del Segreto conduceva Andrea nuovamente verso la piazza dove aveva visto la sua guida per la prima volta. Traboccava dal bu on presentimento di essere sulla via della com pleta scoperta del Segreto.

Questa volta gli vennero incontro i Tre Saggi Primordiali. Lui si sedette sulla panchina che per fortuna si trovava lì vicino. Ebbe nuovamente la visione. Andrea si pizzicò la guancia per veri -ficare se si trattasse di un sogno. No. Era consa -pevole come poche volte prima. Anche se non ap -ri vano bocca, Andrea li sentiva comunque par-lare. Ma era una voce composta di Tre tonalità con fluenti in un Unico Armonico suono. Capì che gli avevano detto: siamo venuti per arricchire di nuove indicazioni la tua Via verso la Realtà.

“Accomodatevi!” disse il giovane, non pro-prio sicuro se stava parlando a voce alta, oppure tra sé e sé, alla maniera dei Saggi che si trovava -no dinanzi a lui.

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Si guardò attorno. La gente continuava a pas sare. Nessuno vedeva gli esseri che lo aveva -no accolto con la loro presenza. Sedeva sulla pan -china e guardava in una dimensione che non ap -par teneva al mondo della percezione sensoriale. Sentiva il venticello accarezzargli la pelle e in lon -tananza il brusio della vita di città. “Accomoda -tevi!” ripeté.

“I piccoli condomini della mente, ognuno dei quali rappresenta un complesso d’impressioni, sono spesso in contrapposizione tra loro. La loro moltitudine, sta ad indicare che l’Amministrato -re è soggiogato da questa baraonda di furiosa ser -vitù. La diffusione dei condomini è segno di una vi ta, a dir poco, caotica. Desidero fumare ma vo -glio pure essere sano! In realtà, non amo la per-sona che amo! Voglio viaggiare ma senza spende -re! Vorrei fare qualcosa che non piacerebbe ai miei genitori, ma … I condomini sono concetti mo rali, ricordi, desideri, attese, tutto ciò che la mente ha accumulato. Alle volte ti fanno senti -re come una pallina da ping-pong, la quale vola, ora qua, ora la. Chi qua desidera cosa? Che cosa desideri tu? Quali sono i tuoi bisogni reali? Qua-le parte della mente desidera questo e quale par -te quello?”

“In fondo, chi sono veramente io? Chi imma -gina di pensare? Chi ascolta? Chi è colui che sen te? Chi qua prova, e che cosa? E com’è che tut to questo, in realtà, funziona?” Andrea stava ora ascoltando la lite delle sue voci che si sopraf -face vano a vicenda. Era come se i Saggi gli aves -sero tramandato del Sapere in modo diverso da quello verbale.

“È difficile riconoscere Se Stessi in mezzo alla rappresentazione teatrale dove un gran

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numero di attori recitano con convinzione la pro-pria parte, come solo rari professionisti sanno fa re. In questo mondo da baratro regnano l’anar -chia e costanti conflitti delle parti in guerra. Gli uni si raggruppano attorno ad una meta comu -ne, gli altri attorno ad una seconda, i terzi nuo-vamente attorno ad una terza. Ognuno combat -te per raggiungere il proprio scopo, mentre tu, An drea, rimani solo e in preda alle correnti inte-riori che ti sconvolgono la vita. La loro guerra è la tua sconfitta.”

Nonostante il giovane ricercatore della Veri -tà fosse in balia di un forte vortice di emozioni e pensieri, il fiume della saggezza non cessava di sfociare in lui.

“Bisogna trascendere l’immaginare se stes-si per arrivare a Se Stessi. La vittoria nella lotta per Se Stessi ha senso, mentre la vittoria nello scon tro con altri, rispetto alla prima, ha valore so lo effimero. La meta non è essere il migliore ben sì Essere. Vai incontro a quel bimbo che si tro va nel tuo cuore. Ricordati dei sogni che face-vi da bambino e di tutte le ragioni per le quali hai sacrificato questi sogni. Perché hai posto la pro-pria visione sull’altare delle limitazioni collet-tive? Non sono stati gli adulti, per inconscia pa -ura che tu sfugga al loro controllo, ad obbligarti di smettere di sognare il tuo sogno per iniziare a sognare quello loro? Ti avessero almeno sveglia-to! Ma, chi potrebbe svegliare colui che dorme?!”

“Non riesco ad esprimermi come vorrei, a spi egarmi ad altri. Spesso rimango incompre-so, e ora già rifuggo dall’esprimere i propri pensi -eri e le proprie emozioni.” disse Andrea con voce triste.

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“Forza Andrea, liberati dal muro che impri -giona ciò che di autentico c’è in te, liberati dalle maschere che ti impediscono di far trasparire Qu ello che Veramente Sei. L’Esistere autentico è un compito autentico. Sii Ciò che Veramente Sei e non ciò che gli altri vogliono che tu sia. L’esi -stere autentico, non è un’attività ricreativa da esercitare due volte la settimana. Dio è autenti -co. Da Egli si allontana chi si riveste dei veli del-l’illusione.”

“Non fantasticare, mi dicevano, rimani con i piedi ben saldi per terra. Ogni mio tentativo di vo lare nell’immenso cielo azzurro è stato sventa -to, sminuzzato sin dall’inizio.”

Andrea non riusciva a trattenere le lacrime che gli fluivano lungo le guance, portando con sé tutto il rammarico delle tantissime occasioni per -se, il ricordo delle frustate di disapprovazioni ri -cevute. Infine, c’erano pure lacrime di gioia inten -sa perché era stata riscoperta quella terra dei so -g ni che appartiene ad ogni cuore puro.

Imprigionata da troppo tempo, l’energia si li berò in un attimo di Eternità. Il Cavaliere sentì di essere parte del cosmo, come se si trovasse con -temporaneamente ovunque. Racchiudeva in sé l’universo intero. Provò quell’inestimabile liber -tà che tanto desiderava. Capì di poter, anzi di più, di dover volare.

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18.Amore, sessualità, materialità

L’agitazione denota assenza di pace. La gelosia indica che non c’è amore.

Rosso, arancione… Andrea rivide costituir-si gli Anelli … Verde. Poi basta, il giallo non ap -p ar ve. »Che cos’è questo? E dove sono gli altri anelli?« si chiese sorpreso.

“Caro viaggiatore, stiamo sorvolando gli Anel -li della Maturazione esterni a 999 millimetri di altezza. La preghiamo di prestare attenzione alle attrazioni turistiche di maggior interesse…” la comparizione di un’attraente hostess assorbì l’attenzione di Andrea. I pensieri riguardo agli Anelli mancanti indietreggiarono cedendo il posto a dei pensieri più istintivi.

»Un millimetro al metro! Signore Iddio! Cosa ci faccio io su un aereo che vola tanto basso? Chi è il pazzo che sta pilotando questo velivolo?« pen-sava Andrea con lo sguardo assorbito dall’avve -nenza dell’hostess.

L’amorevole donna dall’attraente, pressoché provocante aspetto si mise dinanzi ad Andrea, continuando la frase iniziata: “… le attrazioni delle avventure amorose!”

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Proprio interessante, pensò Andrea con un tremito provocato dalla vicinanza della donna. Era come se con qualche atomo di consapevo -lezza sapesse che lei era sì una chimera, ma non riusciva a vedere nulla di lei che indicava alla sua natura non umana. Non aveva né ali, né au -reola. Non era né un angelo, né una sirena. Era semplicemente bella e seducente.

“Alla vostra sinistra avete l’opportunità di osservare esemplari della specie umana atti a pra ticare la specialità dell’amore contabilizzato. Tali individui sono soddisfatti solamente se rice -vono più di ciò che offrono e tengono conto della quantità di valore in circolazione. Per esempio, qu ell’uomo là è molto scontento perché ha porto alla compagna dieci dosi d’amore mentre lei ha contraccambiato con tre soltanto. Lei si è spa -ventata di fargli vedere quanto lui le sta vera-mente a cuore. Questo l’ha bloccata. Lui è frus-trato per questo. Pensa di aver perso d’importan -za. Ha deciso di essere un giocatore migliore. Domani le mostrerà com’ è che si gioca. Le darà soltanto tre misurini d’amore e forse, ancora me glio, solo due. Due la settimana, non di più. E che donna è colei che ama così poco e tanto po co capisce? Ne troverà una migliore lui, quel-la giusta …”

Questo principio trovava larghissima appli-cazione. La massa delle persone si regolava se -condo l’interesse riscontrato nei rapporti.

Oltre a poter vedere tutte le forme di amore deviato, Andrea era in grado di identificarsi con queste misere marionette anche a livello energe -tico. Ciò che provò con il proprio essere era orri-bile; vi era pure un gran numero d’informazioni

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energetiche che di certo non si potevano leggere in alcun libro. Detto semplicemente, acquisì sa -pere su questo bizzarro fenomeno. In tutto ciò ave va riconosciuto i rapporti avuti con il gentil sesso quando ancora si trovava in quest’anello maturativo. Per sua fortuna questo tipo di com-portamento rappresentava un passato oramai lontano.

“Caldo nelle voragini della mente, vero?” si sen tì dalla cabina del pilota. Era la voce del Sag-gio.

“Ma sì, lo sapevo che eri tu!” esclamò Andrea dal la gioia. Dopo le terribili scene, gli faceva mol -to piacere vedere qualcuno dei suoi. “Anche se non vedo proprio il bisogno di volare tanto bassi.”

“L’altezza appropriata per fenomeni di così basso livello!” disse il Saggio e continuò: “Immagi -na il paradosso! La gran maggioranza della gen -te verifica costantemente il proprio compagno, inducendolo costantemente in situazioni d’infe -deltà, di fatto o solo a livello verbale. Oppure lo fa ingelosire apposta. Perché, ragionano, se la per sona è gelosa, significa che mi vuole bene, se invece non dimostra gelosia, significa che non mi ama.”

Siccome Andrea si riconobbe nell’esempio, provò leggero senso di vergogna. “Lo so.”disse.

“È molto popolare, una specie di sport nazio -nale, innamorarsi dell’idea che si ha del compa-gno. All’inizio, tu vedi solo ciò che ti piace. Men -tre quello che non ti piace, non desideri gu ar -dar lo affatto. Però, dopo un po’ …” s’intromise l’hostess, esibendo le sue anche in primo piano.

“Commerciare con l’Amore è come mercan-teggiare con la Verità, cioè mentire. L’Amore è

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Incondizionato; non attende, perdona, illumi-na. Per amare gli altri, è necessario amare se ste ssi. Se vogliamo rispettare gli altri, dobbiamo aver stima di noi stessi, accettarsi per capire e accettare chi ci circonda. Quando scoprirai la lu ce della tua natura veritiera, la vedrai pure in altri. Bisogna amare anche chi non ama se stes-so, rispettare chi non ti porta rispetto. In questo modo si neutralizzerà l’irradiare negativo. Ama comprendendo e comprendi amando! La tradi -zi one dei colori esterni vuole che spesso le rela -zi oni vengano fatte durare solo per non perdere l’investito, per mantenere in vita l’illusione a dis-capito della vita. I più fregati rimangono i giova -ni che così facendo dicono no ad interi decenni di vita. Legarsi allontana la felicità. L’Amore libe -ra. Incatenarsi con una serie di anelli di prospet-tive a lungo termine deruba dell’Esistere. Ogni attimo vale ed è l’Eternità.”

“Mi hanno insegnato che adeguarsi alle re -gole del gioco fosse inevitabile!” disse Andrea, riflettendo un po’.

“Adeguarsi alle leggi della massa uccide, il matrimonio sopravvive a scapito dei coniugi. L’ap proccio corretto è il reciproco accentuare delle personalità. Essere ciò che siamo stimolan -do il compagno ad esprimere Ciò che VeramenteÈ. Non bisogna far adeguare le persone ai pro-pri valori, ma meravigliarsi delle diversità, amare la differenza. La diversità non è una lacuna, ma un’inestimabile ricchezza. Vanamente qualcuno cambierà a livello esteriore quando in lui, sotto le ceneri, continuerà a covare ciò che è soffoca -to. Soltanto la crescita interiore salva. Bisogna scar tare tutto ciò che nuoce alla maturazione. Coltivare la consapevolezza.”

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“Ah, ma come mi è difficile vivere da solo!” sospirò il giovane del tutto sincero.

“La paura della solitudine attira la compa -g nia sbagliata. Con la paura di perdere la perso -na amata mascheri la perdita della tua identità. Si sbaglia di grosso chi crede che qualcosa sia comunque meglio di nulla.” disse il Saggio col de siderio di consolare il suo protetto.

“Tu sì che saresti un buon consulente mat-rimoniale! Dandoti retta, poche coppie rimarreb -bero unite.”

“Dipende da cosa si vuole ottenere con un rap porto. Sono sicuramente un cattivo consiglie -re per coloro che si cullano in dolci e conforte -voli bugie. Ma cos’è più importante: il matrimo -nio o l’individualità? Spesso le migliori coppie d’in -namorati decadono a causa del matrimonio. Una cattiva unione uccide pure gli esseri migliori. È assurdo sacrificare persone vive per salvare un matrimonio morto. Credere in ciò che è in sface-lo sarebbe come riempirsi le tasche di nitroglice-rina.”

“E per quanto riguarda i piccoli tradimenti?” “Spesso i campioni del tradimento arrivano

proprio dalle file dei più assidui predicatori difedeltà. È perché rifugiarsi dietro la menzogna, convincere se stessi ed altri che l’avventura non c’interessa? Del resto, la valvola dell’avventura può apportare alla maturazione dell’essere. Chi viene attratto dall’avventura potrebbe rimanere deluso dall’esperienza e comprendere così molte cose. Se il legame è quello giusto, resisterà a tut -te le sofferenze e le cadute. Se invece la relazione finisce, significa che non era basata su valori con creti e quindi non c’è ragione di rimpianger-

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la. La fantasia può infatuare. L’esperienza porta rivelazioni.”

“E poi, chi è colui che giura amore e fedeltà eter ne?! Colui stesso che un domani potrebbe ave re molte avventure amorose.” pronunciò il giovane con voce amara evitando lo sguardo del-l’interlocutore.

Il Saggio lo incoraggiò: “Chiedi liberamente a Dio di conoscere le compagne sessuali ottima -li. Non è forse meglio vivere un’esperienza, piut-tosto che rimanere con l’eterno domandarsi e re primere costantemente il proprio istinto?”

“Questa sì che è una vera e propria novità! Riguardo questo tema, sinora ho sempre ascolta-to prediche morali. In me è fortemente radica-to il credo che Dio non approvi l’(eccessiva) ses-sualità.”

“Guarda sino a che punto ti hanno condotto questi sant’opinionisti! Se ci fossero meno inibi -zioni sessuali, ci sarebbero anche meno politici frustrati, meno conflitti. Le guerre, il fanatismo e altre forme di violenza trovano in gran parte ori gine nella sessualità non realizzata. Il mondo privato del sesso sarebbe privato pure della vita.Il Creatore rappresenta l’apice dell’estasi. È quin-di forse strano che gli uomini tendano all’unione fisica e al culmine?! La mente divide, giudica e condanna. La tua libido: puoi accettarla o com-batterla. A te la scelta.”

Ad Andrea cadde un gran peso dal cuore. “Ah, ma questo è meraviglioso!” disse, raggi ante di gioia.

“Le frustrazioni sessuali sono in grado di sof focare lo sviluppo dell’essere umano come po che altre cose!” disse il Saggissimo con tono im -

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ponente e continuò: “L’orgasmo è uno stato sen -za mente, ciò cui tende la vera spiritualità. La ses sualità consapevolizzata aiuta la matura -zione. La libido soppre ssa fa emergere l’insod -disfazi one, la sofferenza, il nervosismo…”

“I condomini della mente!” aggiunse Andrea. “Il Codice Genetico di molti è tale che la loro

ma turazione spirituale è in gran parte impossi -bile senza la soddisfazione sessuale. Prega Dio di farti vivere fino in fondo il tuo essere mas -chile!”

“Dal momento che stiamo trattando cose concrete, posso pure chiedere di guadagnare di più?” Andrea sfruttava la circostanza. Era mera -viglioso essere liberale nel rapporto con Dio.

“Assolutamente. La qualità del tuo svilup-po dipende molto dall’armonia spirituale-mate-riale. Già ti ho parlato di quella croce famosa, ri -cor di? Lo spirito e la materia sono compagni di squ adra, il loro agire interdipendente. La matu -razione spirituale deve manifestarsi in migliori condizioni di vita, miglior salute, più soddisfa -zione, miglioramento dei rapporti interpersona -li e maggior realizzazione. E poi, perché dividere la maturazione in spirituale e materiale? I biso -gni materiali vanno soddisfatti, non bisogna certo fuggirne. Forse un giorno trascenderai il biso -gno del confort materiale, ma ciò dovrà essere con -seguenza della tua maturazione. L’abbondanza materiale non è contrapposta alla maturazione spirituale. L’importante è come la ricchezza si ac cumula e come si spende. La ricchezza acqui -sita su valori positivi, nel commercio come in al tri campi, vale oro. Il denaro come unica meta porta alle tenebre, mentre come strumento di

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li bertà finanziaria è invece un alleato. Pregan-do Dio di armonizzarti le vibrazioni con il Codice Genetico, faciliterai il processo di armonizzazionespirituale-materiale. È necessario ave re molto per dare molto. Arricchisciti con il lu minoso princi -pio della creatività. Accetta i ri conoscimenti per ciò che hai creato e rendi oma ggio ad altri. Rice-vere non significa prende re. Il blocco di traffico può crearsi in ambedue le direzioni. Chi non sa rice-vere, non saprà nemmeno dare. Il ricevere e il dare incondizionato so no la base del fiorire individu -ale e di quell’universale … Sì, sì, mio caro …”

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19.Di nuovo il manuale

Non c’è Sapere senza Amore.

“Ho bisogno di un po’ di riposo! Questo tuo corso accelerato mi rende esausto. Rifletto conti -nuamente sui tuoi messaggi. Non passa un minu -to senza che mi ponga nuove domande. Ti pre -g he rei di non vederci per una settimana!” disse An drea al suo amico e consigliere. Sentiva di non riuscir più ad assorbire nemmeno un unico nuo -vo pensiero, né tanto meno a meditarci sopra.

“Come vuoi!” rispose il Saggio “Chiamami qu ando avrai nuovamente bisogno di me, ma non prima dello scadere del periodo da te defini-to… Nel frattempo svolgerò alcune missioni spe-ciali inerenti al Segreto...” aggiunse per solleti-care la fantasia di Andrea e ridendo, semplice-mente sparì davanti agli occhi di Andrea.

Passarono così alcuni giorni all’insegna di nu ove domande e numerosi dilemmi. Andrea si con vinse che tale flusso di pensieri era necessa -rio per il suo sviluppo. Desiderava ardentemente la sacra presenza del Saggio, ma niente. »Deve essere per davvero in missione speciale…« pen-sava Andrea. »Non posso vivere senza dare ris -

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poste alle domande che emergono costantemen -te, ma lui non c’è. Ho cercato le risposte in me, ma evidentemente non sono ancora abbastan-za mature…«

Per fortuna, Andrea a casa si imbatté nel Ma nuale del Cavaliere delle Energie. Lo vide per caso, sullo scaffale dei libri, tremolante come una piccola fonte luminosa, accanto al vaso dei fiori. Lo afferrò entusiasticamente e sprofondò nella let tura. Ma stavolta il libro era diverso, aveva tan te pagine in più. »Come mai?« si chiedeva An -drea. »Che storia è questa? Queste pagine, le ho scritte io? E quando mai? Non sarà mica che con la mia maturazione aumentino anche le pagine scritte?«

“Cercare le conferme in altri, essere soddis -fatto soltanto possedendo l’oggetto desiderato, essere felice soltanto con la persona bramata, ta -li e simili cose ti portano verso l’attaccamento, la dipendenza. In questo modo, il punto di soste -gno si sposta dal centro e non ci si appoggia più su lla Verità che è già in noi. Dipendendo dalle con ferme altrui, si cede ad altri il diritto sulla pro pria vita.

Attaccarsi agli oggetti fa sì che la vita venga amministrata dalla sensazione conformista del possesso. È più importante possedere o essere? Non conviene certo perdere se stessi per posse -dere qualcun’ altro. E come si può possedere qu alcosa se non si ha nemmeno se stessi?

Pure il bisogno di essere riconosciuti è una gran trappola. Molte idee evolutive non sono sta -te accettate quando sono state rese note. La sto-ria è piena d’innovatori incompresi e condanna -ti. È difficile essere davanti ai tempi. Non si deve

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essere schiavi del bisogno che le proprie idee verranno accettate nel modo che si ritiene oppor-tuno.

Poi, identificandosi con le idee in voga, segu -endo la moda soltanto perché è di moda, leggen-do i bestseller perché li leggono tutti, si va a cre -are una natura adattabile che perde sempre di più la propria autenticità ed affoga nel culto pre -diletto dalla massa. Il riconoscimento vero non si può ottenere dalla gente, ma si può ricevere soltanto dalla propria natura risvegliata.”

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20.Il mondo delle energie

L’illusione consapevolmente vissuta è la scala che porta verso la Realtà.

Passeggiando in città, Andrea si trovò davan -ti alla vetrina di una libreria. Tra molti titoli inte -ressanti, scorse la copertina blu scuro di un li -b ro sulla quale era raffigurata la sagoma di un uo mo in posizione meditativa. I contorni della sagoma emanavano luce.

Prese il libro provando la forte sensazione di star per trovare una risposta ben precisa e de -finita, inerente a ciò che lui chiamava il Segreto dei Segreti.

Si trattava veramente di una nuova indica -zione che lo avrebbe avvicinato al Segreto? Era for se qui che avrebbe trovato la risposta alle do -man de che molte volte aveva eluso, consciamen -te o inconsciamente, per paura di non comprende -re la risposta, per paura di scoprire troppo?

Si ricordò del colloquio con il Saggio “Come posso vedere la luce per la quale ho la sensazio -ne che infonde vita tutt’ attorno a noi? Che que -st’ emanare ti serva da sostegno sul sentiero ver -so la Fonte Assoluta.” e i suoi pensieri accele -rarono. Ora comprendeva perché dopo la visione

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della Creazione aveva incominciato a vedere il mondo sotto una luce diversa. Non era forse que -st’energia che compenetrava tutto a dare nuova luce a tutto il mondo vivo e a quello non vivo, a da re nuovo valore ai fenomeni?

Tentò di uscire dal primo anello attorno al pun to per capire da dove giungeva quest’ener-gia, come poteva venir usata, dove ne era la fonte.

Tutto ciò che derivò da questo tentativo era un vorticare di risposte che non poteva articola -re, di emozioni talmente altalenanti che il giovane non era in grado di riconoscere e descrivere. Si af frettò verso casa. Forse troverà rifugio nella pro pria mente. Assesterà i pensieri. Discernerà il tutto. Una volta arrivato a casa, Andrea si sdra-iò. L’interruttore che alimentava i pensieri gi rò e lui si era trovato nuovamente in un film, che gli pareva di aver già visto tante volte. Eppure non ca piva cosa volessero i protagonisti. Ciò che dice-vano non si inseriva affatto nelle correnti di pen-siero che gremivano la mente di Andrea negli ul timi giorni.

Il mondo di Andrea era cambiato molto e velocemente. Non si poteva più tornare indietro.

“Ti stai liberando del passato. Il cambiamen -to è il costo di un gran profitto. Tornando al vec-chio perderesti la possibilità di manifestare piena -mente ciò che Veramente Sei …” Andrea si ricor -dò delle parole del Saggio e provò ancor più deci-sione nel perseverare sulla via intrapresa. Non gli era ancora del tutto chiaro quale era la meta finale, cosa rappresentava la Fonte Assoluta del-l’Infinito. Ma una cosa sapeva di certo. Di non vo -ler tornare nell’inferno dell’incomprensione.

La scoperta del Segreto era per lui divenu-ta più importante della vita stessa.

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21.Le trappole della gran nebbia

Innumerevoli le domande. Una La Risposta.

Visione: Il libro che Andrea sapeva rappresentare

la fonte delle risposte tanto cercate, risplendé su lla cima della montagna. Più deciso che mai, incominciò a scalare l’erta. A notte tarda, la meta illuminata dallo splendore del cielo stellato, bril -lava solo ad un passo da lui.

Nel fare lo sforzo finale allungò la mano nella direzione del libro, ma nello stesso istante questo scomparve. La mano del giovane venne tenera-mente afferrata dal Saggio.

“Hai combattuto sino all’ultimo respiro, sino all’ultimo millimetro, ma poi la convinzione di aver raggiunto la meta prima che questa era ef -fettivamente tua, ti ha fatto cadere nella trappo -la della gran nebbia. Sulla via della maturazione c’è una trappola, simile ad una fossa fangosa pi ena di frecce avvelenate: l’illusione di essere arrivato. Il Cavaliere delle Energie deve sapere che il sapore della vittoria è una trappola, per-ché essere veramente arrivati è ben diverso dal credere di aver vinto. Dopo essersi avvicinato

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al la Meta, il Cavaliere delle Energie deve obietti -vamente analizzare il proprio sviluppo. Deve per-sistere ancora di più sulla Via della maturazione; non deve permettere di essere vinto dall’orgoglio; che le piccole vittorie soffochino il desiderio ar -den te di quella finale. La perdita di ozono, il ca -dere all’indietro rappresentano per il Cavaliere de l le Energie una ragione in più per continuare con nuova e maggiore risolutezza. Nei momen-ti più difficili il suo essere è volto verso l’alto. Sa accettare la mano e sa tenderla. Sa che il succes -so è il premio per i risoluti, coloro che sono consa -pevoli dell’Onnipotenza della Fonte Assoluta.”

“Hm... significa, che non è ancora tempo che scopra il Segreto.”

“Maturando Tu diventi il fattore che deter-mina il ritmo del cammino. Cercando scuse, fre -ni e tirando per le lunghe, rendi inutili gli sforzi fatti sino allora. Così perdi la fede di poter rag -gi ungere la meta. Stare cinque giorni a dieta per poi rimpinzarsi il sesto giorno, non è certo il mo -do migliore per ottenere la linea desiderata. Tal-volta i piccoli piaceri sono grandi e sofficissimi cu scini sui quali ci si addormenta molto facil-mente. Non permettere che un attimo di debolez-za ti faccia perdere l’investito. Soltanto la meta fi nale trasforma i piccoli passi in grandi passi. Fa re 99 passi e non fare quell’ultimo, può signi -ficare perdere tutto…”

“Ti prego, dimmi una volta per tutte, dov’è il libro? Sino a poc’anzi era pressoché tra le mie dita!”

“Dove potrebbe essere il libro se non in te, An drea! Per leggere i suoi messaggi devi senti -rlo, viverlo!”

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“Come faccio a viverlo, a decifrarlo?” “Prega il Creatore di consapevolizzarti il Sa -

pere di cui hai bisogno. Sii adesso e qua. Perché sacrificare l’Eternità dell’attimo attendendo ciò che desideriamo? Tutta la saggezza del cosmo è velata nel presente. Smettila di attendere, Sii! Li -be rarsi del futuro, è tanto importante quanto li -berarsi del passato.”

“Qual è la differenza tra l’aspettativa e la me ta?” ad Andrea, questi due concetti parevano incredibilmente vicini.

“La meta indica la direzione. Le attese cre-ano legame, dipendenza, schiavitù. Quando le at tese si realizzano, tu sei brevemente felice, se invece non si avverano, la delusione si impa -dronisce di te. Spesso proprio ciò che ti pare la co sa migliore, ti allontana dagli avvenimenti chia -ve. Guardando soltanto in una direzione, celi a te stesso il fascino del panorama infinito. Passi vi cino ad indicazioni essenziali come un cieco. Non potendo resistere alle aspettative, di qualsi -asi cosa si tratti, comprendi almeno che la non realizzazione di quello che desideri è un segnale positivo indicante che c’è ancora molto da impa -rare.”

Fu preso dalla tristezza. Pensava di essere gi unto alla meta, ma nulla.

“Avvolto dalla nebbia che demoralizza e ap -pa n na la vista, il piccolo tratto che ti separa dalla me ta appare come una distanza insormontabile. Ti sembra di essere lontano quanto mai prima, ma in realtà non sei mai stato più vicino. Fai an cora un passo ed eccoti arrivato. Concentrati sulla meta, abbi fede di poterla raggiungere. Chia-ra visione, profonda fede e la preghiera, sono

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le armi del Cavaliere delle Energie. Lui prega Dio di eliminare gli ostacoli per la sua maturazione. Più la terra trema e più devi essere equilibrato. Il più lieve venticello può farti barcollare se sei fu ori del tuo centro. Riconosci Te Stesso per cre -dere in Te Stesso. Quando sarai veramente arri -vato non avrai più bisogno di credere, perché al lora Saprai Chi Veramente Sei, comprenderai di Esserlo da sempre Stato e di essere da sem-pre arrivato.”

“Ma tu non hai paura, amico?” ancora una vol ta in un momento cruciale per la maturazione del giovane, la mente di Andrea invase il silen-zio rivelatore con una nuova domanda, sviando il suo cammino.

“Che cosa dovrei temere? La paura è un’illu -sione, un trucco della mente. Avendo paura, at -ti ri proprio ciò che temi. Fuggendo dalle paure, do ni loro forza. Consapevolizza le loro cause; pre ga Dio di riprogrammarti le vibrazioni delle paure e dell’inconscio. L’uomo ha tante paure, spe s so la più grande e quella di se stesso. La pa -ura blocca l’energia vitale. E per quanto riguar-da l’autenticità, nel miglior senso della parola, non ne parliamo nemmeno. Per aumentare la pos -sibilità di agire devi liberarti dalle paure. Fu g -gendo dalle cause delle paure attiri proprio ciò che temi. Bisogna vivere coraggiosamente ed es -sere risoluti. Uccidi tutte le menzogne per rina -scere nella Verità.”

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22. Semplicemente Uno

Sogno? Mente incantata. Mente? Ingannevole mistero.

Salvezza? Consapevolizzazione. Capolinea? Realtà.

Cos’è la mente? Più tentava di afferrare la for ma e il ruolo della mente e più Andrea si per -deva nei suoi labirinti. Aveva sentito e letto molto di questo birbante invisibile, ma mai aveva rice-vuto la giusta spiegazione. Come se si trattasse di un dolce particolare, del quale molti parlano ma nessuno ne conosce la ricetta.

“La mente è lo schermo sul quale viene rap-presentato il gioco dell’illusione!” disse giudizio -sa mente il Saggio, fedele amico di Andrea in dif-ficoltà.

“Ah, si! Lo schermo senza contorno.” Il cuore gli pulsava velocemente. Sentiva di essere vici-no alla soluzione. Era orgoglioso di aver compre -so da solo, anche se soltanto sino ad un cer to pun to, i misteri della mente. “Si tratta dello scher -mo senza contorno sul quale guardo la realtà qu otidiana, non è così?”

“Già. Si tratta di uno schermo talmente per-fetto che non solo ti sembra di guardare la realtà,

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bensì pure di sentire veramente suoni reali e di toccare per davvero oggetti veri. Ma ciò che i sen si riconoscono non è sinonimo di Realtà. Tu immagini di avere un corpo, di avere degli occhi che guardano, di essere ad uno, due metri dal-l’albero dietro a te, ma...”

Andrea non sembrava eccessivamente scon-certato. Già da molto sentiva che si trattava di uno schermo particolare, di un uno software speciale. Era soddisfatto di aver ricevuto la con-ferma dal Saggio. La domanda è se avrebbe lo ste sso creduto in tutto ciò senza di Lui. A dir il vero c’era qualcosa che lo disorientava: Chi è co lui che immagina? Qual è lo scopo di questa ra ppresentazione teatrale? Questi erano i que-siti ai quali per ora non aveva le risposte.

“Attorno a te e in te ci sono innumerevoli mon di. L’Universo che osservi ogni giorno è sol -tanto uno degli innumerevoli che ornano la Cre -azione Divina. Non puoi ravvisarli perché la loro struttura è differente da quella a te visi bile.”

“Ciò rassomiglia ad una TV che può captare una frequenza soltanto.”

“Bravo!” esclamò il Saggio esultante. “Ma si tratta di un videogioco!” “Un videogioco dal fine molto profondo.” “E quale?” Andrea inspirò profondamente,

di nuovo desideroso di soluzioni veloci. “Le risposte stanno per arrivare. Abbi pazi -

enza.” Osservando il punto sul muro, il Santo Vec-

chio allargò le mani e con queste andò a formare una piramide. La scia dorata che intagliò l’aria poteva sembrare un’illusione, ma ciò che ne con-seguì aveva sembianze più reali. Sul muro sino

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a poco prima bianco, si formò un triangolo dalla base rossa e dall’apice dorato.

“L’apice dorato simbolizza la Fonte Assolu -ta dell’Infinito, il punto dal quale sei partito. La Via del ritorno verso la Fonte porta in verticale verso la Sommità. Gli schiavi dell’illusoria dualità spre -cano invano energia per passeggiare orizzontal -mente e in circolo tra il passato e il futuro, l’amo -re e l’odio, la luce e le tenebre. Simile è la diffe -ren za tra un essere spiritualmente più maturo e uno che lo è meno. Il secondo nel mondo del ma -nifestato scorge le contrarietà. Il primo vede pure il velato, l’Uno sotto le apparenti contrarietà. Non ha senso cercare il tesoro attorno al monte quando ti attende in cima. Così facendo si otten-gono minimi risultati conditi da un gran gira-mento di testa. È im possibile giungere a destina -zione sprecando il carburante per girare in cir-colo.”

“Sarebbe come passeggiare davanti all’a -scensore tralasciando le occasioni per entrarci.”

“Tre sono gli ascensori che conducono alla Meta.”

“Tre ascensori? Quali tre ascensori?” “Presto i Tre Saggi ti sveleranno il Segreto il

quale, come già sai, conduce al più grande e ar -cano tra i Segreti.”

“Per te è tutto semplice!” “Come potrebbe essere diversamente quan-

do tutto è Uno? Non è necessario fare le cose in modo semplice, esse sono già tali. Molto più im -portante, anche se molto più difficile, è non com -plicarle. Ci sono uomini, ammalati cronici del com plicare, che sono mortalmente preoccupati qu ando tutto fila liscio. La cosa più naturale è

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far trasparire Ciò che da Sempre Siamo, ma se non si sa della vera Meta e della Via che porta ad Essa, ciò non è per nulla facile.”

“E a me? Quand’ è che mi si semplificherà la vita?!”

“Hai fatto grandi progressi, conosciuto lasuperficie. È ora di immergerti in profondità. Bi -sog na aprire la prima porta, per poi un giorno ol trepassare l’ultima, sentire le vibrazioni della prima ottava per poi poter comporre sinfonie di -vine dall’Infinito. La via di uscita dal sogno incan-tato è la maturazione del Conscio. Non c’è ve ro pro gresso nello sviluppo mentale orizzonta le. Sen za la consapevolezza, invece di costruire gli scalini che portano a Dio, si inquina l’aria in uno spazio ermeticamente chiuso.”

“A volte mi sembra che tu conosca Dio per-sonalmente, sai?”

“Scoprendo Te Stesso, scopri Dio.” “La Fonte Assoluta dell’Infinito, Dio, tutto ciò

è Uno. È questa la meta della quale ho senti to tanto parlare, la Meta alla quale giorni interi ho pensato. Ero nel giusto, naturalmente.”

“Molto hai saputo. Ora è tempo di nuove ri -ve la zioni. La porta dietro alla quale si celano i Se greti più grandi, è da sempre aperta, ma tuim magini che non vi sia passaggio. È ora che tu passi dall’altra parte.”

Il Segreto era in vista e l’avvicinarsi nascon-deva molte sorprese ancora.

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23.La scoperta del Segreto

Non c’è miglior droga della Verità. Uccide molti, rende Eterni altri.

Adesso già si vedeva che le profonde rivela -zioni avevano nobilitato l’essere di Andrea. La chi usura aveva ceduto il posto all’apertura, il ner vosismo alla tranquillità, l’incomprensione al comprendere. La tempesta provocata dai cam-biamenti interiori, la rapida maturazione e la tras formazione alchemica del vecchio nel nuovo si calmò nella delizia della quiete cosmica. Con il consapevole farsi largo attraverso gli Anelli, nel Cavaliere era divampata la Scintilla del Divi-no. C’erano grandi prospettive che questo fuoco si sarebbe sviluppato nella costante e inestin-guibile Fiamma della Saggezza. Andrea senti-va che la scoperta del Segreto era in vista.

Difatti, non trascorse neanche un minuto e di nanzi agli occhi spalancati del giovane com-parirono i Tre Saggi, quelli della visione della cre azione del mondo.

“Bravo, Cavaliere! La tua ricerca verrà pre-miata!”

“Ah!” si rallegrò Andrea, orgoglioso di essere stato chiamato con tale nobile titolo, che a quan-

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to pareva gli era stato assegnato ufficialmente. “Dov’è che avete nascosto il Segreto? ”

“Da nessuna parte!” “Prego?” Sarebbe difficile descrivere i salti mortali

men tali che furono necessari al nostro eroe per mantenere la pace istantaneamente turbata. »Si gnore! Tanto cercare invano!« pensava sull’orlo delle lacrime.

“Nel cercare lontano ciò che, in effetti porta in Se Stesso, l’uomo dimentica il fascino dello sco prire Quello che in realtà mai è stato nascos-to, scorda ciò che da sempre Sa.”

“Non tenetemi sulle spine! Che cosa?” “Che Dio non è in Nulla e che Tutto è in Dio.” “Ah, sì!” Andrea aveva la stupenda sensa -

zione di avere saputo tutto ciò da sempre. Era allo stesso tempo stranamente tranquillo ed ec -citato.

“È questo il Segreto che cerco?” “Molte risposte hai già trovato e molte anco-

ra ne troverai. Sognavi, ancora sogni. Anche se la Creazione del mondo e di tutto quanto è avve -nuta una volta e tutta in una volta, in realtà, non è stato mai creato niente, niente è successo e nem meno mai accadrà. Ma useremo il linguag-gio dell’illusione per avvicinarti alla scoperta della Realtà.”

Ad Andrea questo pareva uno scherzo. Tra -lasciò così l’opportunità di comprendere ciò che ne mmeno presagiva essere possibile capire.

“Molto dopo che avevamo concluso la crea -zione del mondo, l’essere conosciuto come uomo, raggiunse il livello evolutivo in cui in lui si costi -tuì l’Anima. Questo è stato il momento chiave,

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nel quale l’uomo intraprese la Via della scoper -ta del Segreto, del riconoscere Dio in se stesso. Lo scopo dell’esistenza umana è la maturazione del Conscio, l’autoriconoscersi…”

Questo è ciò di cui parlava il mio amico e ac compagnatore: “Sii ciò che sei. Di traguardi ce ne sono un’infinità, ma solo una è la Meta!” Nel la testa di Andrea risuonavano i messaggi dal passato.

“Ad ogni modo, dietro a ciò si nasconde una ri velazione ancor più profonda!” fecero sapere i Saggi.

“Allora continuiamo subito! Dunque, volete affermare che l’Anima è una specie di specchio nel quale l’uomo maturando può, con sempre ma g gior chiarezza, scorgere Dio in se stesso?”

“Ben detto.” “Ma come posso scoprire Dio quando Egli

non è in nulla?” “Affinché qualcosa possa essere in qualcosa,

deve avere forma, ma Dio è informe. È questo il segreto della Sua Assolutezza. Se Egli avesse for ma, sarebbe mutevole, quindi transitorio. Ma è impossibile interpretare ciò con la mente. Per ini ziare a comprendere ciò, è necessario saggiare lo stato dell’Essere Uno con Dio. Invia a Dio le ri -chieste di Essere Uno con Egli, e comincerai a ca pire di cosa ti stiamo parlando.”

“Non mi è chiaro chi siete Voi... Qual è il Vo -s tro ruolo?”

Il Primo Saggio disse: “Io sono l’autoriconosciuto Essere dell’Amo -

re Incondizionato. Emetto la Vibrazione del-l’Amore, la quale armonizza il cosmo, guarisce le ferite dell’Anima e del corpo. Partecipo nel raf-

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finare le vibrazioni di ognuno singolarmente nel-l’ambito del processo della maturazione colletti -va. Così riduco la distanza tra l’uomo e Dio. La Vibrazione dell’Amore conduce alla Beati tu dine, ma è pur sempre solo un’informazione. Og nuno Mi porta in Sé, ma soltanto pochi sono perenne -mente consapevoli dell'Onnipresente Vibrazione dell'Amore. Gli uomini percepi scono questa Vi -bra zione come Amore Divino ma sappi, non è del tutto corretto affermare che Dio ami qual-cuno. Egli né ama, né odia. Egli È.”

»Perciò amo tanto innamorarmi. Ma in pra -tica si tratta soltanto di un’informazione… L’Amo -re come informazione, Dio che non ama. Queste verità rivelate guastano tutto ciò che c’è di ro -man tico. Eh…« pensò Andrea un po’ rammarica -to per il disincanto dall’abbaglio.

“Io sono l’autoriconosciuto Essere del Sapere Infinito. Io Sono Tutto il Sapere. Consapevolizzan -do Me, l’uomo si libera dal giogo dell’ignoranza. Il Sapere non è proprio alla mente, bensì con la mente si può solamente consapevolizzare e mo dellare in forma riconoscibile. Le grandi e le pi c cole scoperte rappresentano la consapevoliz-za zione e la materializzazione del Sapere che da sempre c’è.”

Così si presentò il secondo Saggio. “Ora mi è chiaro perché certi geni hanno ad -

dirittura superato gli standard della propria ge -ni alità. La loro maturità spirituale gli permette -va di consapevolizzare perfettamente le informa -zioni del Sapere Infinito, mentre la loro abilità ren deva possibile la conversione di queste infor-mazioni in forma utilizzabile all’essere umano. Forse pure io un giorno potrei …” ad Andrea ri -

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tor nò la speranza che un giorno pure lui avrebbe dato all’umanità qualcosa di nuovo e rivoluzio -nario.

“Vorrei anche io dire alcune parole su di Me!” dichiarò il terzo Essere Perfetto. “Io sono l’auto -riconosciuto Potere del Creare Infinito. Rappre -sento l’infinità di possibili processi in ogni sen -so.”

“I nostri compiti sono molteplici. Noi agiamo sempre assieme. Conoscendo, Amando e Crean -do, il Conscio dell’uomo matura, la Scintilla del Divino divampa e così l’essere umano si avvici -na a Se Stesso. Assieme noi costituiamo l’Ocea -no della Saggezza Infinita, la scala musicale sul -la quale Dio compone la sinfonia della Creazi o -ne.” dissero all’unisono.

“Siete voi gli ascensori, i quali, da come ho sen tito dire, portano a Dio?”

“Si, noi siamo gli ascensori dai quali però bi -sogna uscire per veramente provare Dio. Noi non siamo la Meta. L’Amore, il Sapere e il Potere con -du cono a Dio, ma non sono Egli. Noi siamo la for -ma illusoria più sottile da dover trascendere.”

Andrea provò dolore all’Anima. Una sen-sazione simile a quella avuta quando il Saggio ave va affermato che gli angeli e gli arcangeli sono vibrazioni, informazioni, programmi energetici. Entità che non hanno consapevolezza di sé, e non esseri superiori all’uomo, come Andrea ave -va a lungo creduto.

“Il romanticismo piace alla mente. La Veri -tà non è romantica, ma porta alla Fonte Assolu -ta. Non preoccuparti. Noi sappiamo di essere Dio che ha indossato degli abiti speciali, i più adat-ti al lavoro da svolgere.”

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Il solo tentativo di capire ciò che aveva sen-tito, provocò alle orecchie di Andrea un fischiet -tio insopportabile. Decise di far scendere la palla, di passare a temi più concreti. “Ci sono altri es -seri con l’Anima oltre agli uomini?”

“Altre civiltà che abitano il cosmo hanno dif-ferenti strumenti per autoriconoscersi. Ci sono civiltà completamente maturate, che hanno rico -nosciuto Dio al cento per cento. Alcune tra queste ap poggiano direttamente la maturazione dell’u -manità. Ad ogni modo, l’uomo è l’unico ad avere l’Ani ma e quindi il solo che può autoriconoscersi come individuo.

Dentro la mente di Andrea, i Saggi videro le im magini di navi spaziali. Decisero di eliminare subito tali distraenti informazioni. “La loro matu-rità collettiva è tale che non hanno bisogno di spo starsi fisicamente per giungere alle informa -zioni delle quali hanno bisogno, oppure per in -cidere sulla maturazione di altre civiltà. Con il so lo emettere vibrazioni esse ottengono risultati ini mmaginabili alla maggioranza degli uomini. Tali vibrazioni vengono talvolta percepite dall’uo -mo come immagini di dischi volanti ed esseri ex traterrestri.”

“Se vi ho ben capito, lo scopo dell’illusione co smica è l’autoriconoscersi del Signore.”

“Sì, la Meta è raggiungere lo stato del Con-scio Maturato, la consapevolizzazione totale di Dio nel proprio essere. La specie umana è molto gio vane e rappresenta l’apice dell’evoluzione, ma è ancora agli inizi della maturità. C’è tanta misti -ficazione di fenomeni del tutto logici e l’ignoran -za fa da padrona. Però un giorno il numero neces -sario di uomini si autoriconoscerà, i loro Con-

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sci diverranno Maturi. Quando si realizzerà lo sco po dell’uomo come lo conosciamo oggi, la Ter -ra avrà nuovi compiti.”

“Quando accadrà ciò?” “Già sai che ognuno, in minor o maggior mi -

su ra influisce sulla riprogrammazione dell’Esi -stere Infinito. Con la consapevolizzazione di que -sta legge, si accelera la maturazione e ci si avvici -na così a quest’avvenimento.”

“Ci sono oggi uomini che hanno riconosciu -to Dio?”

“Un sempre maggior numero di persone si sta consapevolizzando in misura sempre più rile -vante, ma per contare coloro il cui Conscio è Ma -turato, il che significa che hanno concluso il pro -cesso di maturazione e sono ancora fisicamente vivi, ti bastano le dita delle mani. Comunque, sta n no arrivando tempi migliori, il nuovo millen -nio porta nuova spiritualità, maturazione accele -rata. Ci sono ancora molte cose da sapere, e quel che è più importante, il Segreto il quale indica al Segreto Assoluto …”

“Tu Sei Colui che Crea. Scoprendo Te Stes-so, scopri Dio.” Le parole del Saggio vibrarono nuo vamente nell’essere di Andrea come messagge re di profonde illuminazioni.

“Io sono Colui che Crea, Io sono Dio!” escla -mò il giovane, con l’anima pervasa dalla gioia.

“Tu Sei.” confermarono i Tre Saggi.

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24.L’Oceano della Saggezza Infinita

Non troverai Dio in Paradiso, né Sua ombra sulla Terra.

Tu hai Creato Tutto.

Il guardare all’illusione come allo strumen-to con cui l’uomo riconosceva il Signore in se ste sso, lo scorgere il senso dell’esistenza umana, diedero ad Andrea una nuova misura di tutto. Ad dirittura le minime inezie, prima non notate, ricevevano il loro significato e il proprio posto nel -la vita, come se ad Andrea stesse ritornando ciò che l’ignoranza e l’inconsapevolezza avevano tolto. Ora che conosceva le regole del gioco, pote-va osservare diversamente il ballo dell’immagi-nario: “Dio è nella cassaforte dell’immutabile, da dove senza pericolo sperimenta con l’illusione …”

Provava enorme gratitudine perché, ma sì, proprio lui aveva la fortuna di riconoscere il Pro -cesso Divino che si svolgeva in lui.

A dire il vero, c’erano altre domande a tor-mentarlo. Per esempio, com’è che in lui si svolge il Processo Divino, e al contempo è Dio lui stes-so? Andrea non aveva ancora compreso la diffe -renza tra il processo Divino e Dio, e nemmeno ave -va pensato a questo in modo chiaro e serio. For-

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tunatamente, aveva fiducia nel fatto che con il tem po si sarebbe liberato dai più raffinati truc-chi della mente, dai trucchi di questa gran sabo -tatrice la quale si era meramente sbigottita, inon data dall’enorme massa acquosa dell’O-ceano della Saggezza.

“I Figli di Dio nascono come Onde dell’Oce -ano.” Il Saggio apparve nuovamente dinanzi ad Andrea e continuò con i suoi insegnamenti.

“I figli e le figlie della Realtà sono le Scintille del Divino, i Consci individuali…”

“Interessante!” “La Scintilla del Divino, con lo scopo di indi-

vidualizzarsi, rendere l’Infinito finito e il finito In finito, tende a riconoscere una sempre mag -gi or parte dell’Oceano. I sensi, l’Anima e la mente so no strumenti di ricerca, una specie di radar per l’autoriconoscersi. Detto semplicemente, l’uomo riceve le vibrazioni mediante i sensi, l’Ani -ma le converte alla frequenza necessaria affin -ché la Scintilla del Divino possa riconoscerle e rifletterle nuovamente verso l’Anima. Lo spazio nel quale si svolge il riflettersi di queste vibrazio -ni, in forma di emozioni e pensieri, è la mente individuale. Grazie a questo processo, la Scintil -la del Divino può divampare, il Conscio matu-rare.”

“Ciò significa che la mente non è una figu-ra tanto negativa quanto io soglio dire?”

“La mente consapevolizzata e purificata è un grande alleato. Ma, come tu sai, le menti degli uo mini, sono strapiene d’immondizia di varia spe -cie, paure e timori, falsità, informazioni pregiudi -zievoli, violenza, presuntuosità, oscurità. Da ciò derivano le rappresentazioni distorte e fossilizza -te sulla vita.”

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“Quindi, maggiore è la superficie dell’Oceano che la Scintilla del Divino riconosce, più alto è il livello del Conscio in questione?”

“Proprio così. Tramite il principio dello svi -luppo spirale, nell’ambito dell’Amore, del Sapere e del Potere, il Conscio individuale si uguaglia al -l’O ce ano Infinito. Ma sono veramente pochi gli Il -lu minati. Pochi possono, con giustificazione on -tologica, dire nella solitudine del silenzio: Io Sono Dio.”

“Ma sono stato veramente io a creare tutto?” chiese Andrea schietto e un po’ fanciullesco.

“Dio, la parte Reale di Te, Ciò che Tu Vera-mente Sei, figliolo mio. Dio!”

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25.Come una piramide

La maturazione è la Via della Creazione Infinita: l’autoriconoscersi dell’Eternità.

Nascono e muoiono come le stagioni colo -ro che trascorrono la vita inconsapevoli della Scin tilla del Divino in loro.

Chi sono? Dove sono? Dove devo andare? Co-me? Che cosa devo fare? Sono le domande dei ri -cer catori del senso della vita. Qui inizia il viaggio senza ritorno alla fine del quale giungono in po -chi. Perché ogniqualvolta si raggiunge un livello, la destinazione non è quella finale. Questo sentie-ro di crescita ricorda una piramide la cui base è soltanto l’inizio. L’uomo sale, e pietra do po pie -tra, estraniandosi dal triviale, si isola e ado ra, ma ad attenderlo c’è la concretizzazione, la vi sione chi ara, la maturazione, il temprarsi sul di f ficile fu oco delle tentazioni e delle illusioni. E più que -sto corpo geometrico fantastico prende for ma e diventa completo, così più grande e più splen -dente si fa la Fiamma all’interno della pira mide.È la Fiamma della Saggezza che illumina gli eoni.

Ma, attenzione! Il cammino non si conclude qui. Una volta sul vertice della piramide, sentia -mo La Voce:

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Noi siamo Uno, apparentemente diviso per es sere di nuovo UNO. Se desideri guardare il mon -do con i miei occhi, indica a coloro che te lo chi e -dono la Via della maturazione. Più saranno colo -ro cui mostrerai come divampare la loro Scintilla del Divino, coloro che costruiranno la loro piramide, minore sarà la distanza tra noi. Condividi con chi può vedere e desidera sentire ciò che hai conosciu -to. Che la Fiamma della tua Saggezza arda Eter-namente in tutto ciò che È…

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26.La maturazione del Conscio

La Verità è nutrimento per la maturazione del Conscio.

Mi hanno insegnato ad avere timore di Dio ma Io sono Egli. Come potrebbe Dio punirmi quan -do nemmeno giudica? Devo aver veramente cre -duto nella punizione divina, per essermi maltrat -tato tanto da solo. È semplicemente incredibile in che tipo d’inganno vivevo. E non sono l’unico, di casi simili ce ne sono milioni. La punizione di -vi na non è per niente necessaria. Il genere uma -no si punisce in maniera più che sufficiente.

Il Saggio avvistò Andrea seduto sulla riva del fiume ad osservare il suo corso. Decise di unir-si a lui.

“Fermo!” esclamò Andrea con tono semi scher -zoso “Ho di nuovo bisogno di riposarmi. Ho abba -stanza informazioni per tutta la vita.”

“Di certo anche per dopo la vita!” sorrise il Sa g gio “Non preoccuparti, non sono venuto per cospargerti di nuove informazioni. Vorrei spie-garti meglio ciò che già hai saputo.”

“Va bene!” accettò Andrea e guardò con inte -resse negli occhi grandi, chiari del suo amico.

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“Lo scopo dell’esistenza umana è la maturazione della Scintilla del Divino, il che nella soluzione fi nale rappresenta lo stato del Conscio Matura-to. L’uomo il cui Conscio è Maturato, del quale la Scintilla del Divino è divampata nella Fiamma della Saggezza, assieme agli altri Consci Matura -ti, Eternamente Crea.”

“Pure dopo la morte fisica?” “Sì. La vita è un gioco, ma non di certo uno

scher zo. È l’opportunità di diventare Eterno.” “Ma non sono già eterno?” “Dio, la parte Reale di Te e di Tutto, È più che

Eterno. Ma, affinché tu diventi Eterno come indi-viduo, è necessario che la tua Scintilla del Divi-no Maturi completamente. Deve essere che un gi orno Dio si disse: mi sono stufato di creare da solo, perché non introdurre nel processo di Cre -azione ancor più creatività, non sono forse io la Fonte Assoluta dalla quale tutto ha origine? Dun -que, quando l’essere umano giunse al punto nel quale in lui si costituì l’Anima, si crearono le con -dizioni per il processo dell’autoriconoscersi tramite il libero arbitrio.”

“E la reincarnazione?” “Cos’è che secondo te si reincarna?” “Non lo so. Penso... l’Anima, la mente. Forse

la Scintilla del Divino.” Sembrava che Andrea, che tante volte aveva ad altri parlato di reincarna -zione, non aveva la risposta nemmeno per sé.

“La reincarnazione dell’Anima in un altro cor -po fisico rappresenterebbe la possessione, il caso in cui le vibrazioni altrui prendono il sopravven-to sulle vibrazioni della persona che è possedu -ta. L’incarnazione dello Spirito, come Scintilla del Divino, accade per davvero, ma questo non rap-

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presenta una vita vissuta in precedenza. Per ogni corpo fisico esiste una nuova Scintilla del Di vino che origina una nuova Anima. Per ogni em brione esiste una nuova goccia, un nuovo Con -scio individuale, programmato con uno speci-fico Codice Genetico, nell’Oceano della Saggez-za Infinita.”

“E Dio, si reincarna?” “Già hai sentito qualcosa a questo riguar-

do. Tutto è in Dio ma Dio non è in Nulla.” “Come quindi spiegarsi i ricordi delle vite

pre cedenti?” “In occasione della programmazione del Con -

scio individuale con il Codice Genetico, i Consci Maturati gli tramandano anche certe informa -zioni riguardanti le proprie vite quando ancora erano nel corpo fisico. Certe tra queste informa -zioni, come anche certi dati del Conscio Collet -tivo, vengono interpretate dalla mente come ri -cor di delle vite precedenti. A volte si tratta dell’es -cursione del Conscio individuale nell’Essere del Sapere Infinito, dove sono archiviati tutti i dati della storia cosmica.”

»Il Saggio ha la risposta a tutto…« pensò Andrea, poi chiese “Che cosa succede allora all’Ani ma dopo la morte fisica?”

“Le vibrazioni del defunto, il cui Conscio non è Maturato, vanno in altre dimensioni dove si de -compongono gradualmente. La gente riconosce tali vibrazioni come volti, odori, suoni oppure immagini di avvenimenti riguardanti il defunto. In certi casi il Conscio individuale che non è com pletamente maturato, ma che durante la per -manenza nel corpo fisico ha raggiunto il neces -sario livello di maturazione, cioè d'individualizza -

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zione, ha la possibilità di portare a termine il pro -cesso di maturazione dopo la morte del corpo fisico in cui era incarnato.”

“E l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso? È ve -ro che dopo la morte, l’Anima soffre?” chiese lui nella speranza che la risposta fosse più piace -vole di quella sulla dissoluzione dell’Anima.

“Per soffrire, c’è bisogno della mente, ma co -me già sai, dopo la morte fisica, la mente dell’in -dividuo scompare. Si potrebbe affermare, che do -po la morte fisica, le vibrazioni di singoli esseri si raggruppano così che alcune rappresentano l’In-ferno, alcune il Purgatorio mentre altre il Paradi -so. Ma per l’Anima non c’è il tanto promesso Re -gno dei Cieli, come non ci sono neppure il Diavo-lo e l’Inferno, prodotti della mente umana.”

Andrea per un attimo rinunciò alla vita. A lun go era stato inebriato dall’idea sulla reincar -nazione e sul Paradiso.

“Non disperare, ci sono soluzioni più inter-essanti della reincarnazione. Soltanto l’illusione muore, cambia forma. La tua Anima può vera-mente divenire Eterna, basta che il tuo Conscio Maturi.”

“Dici basta? Se ho ben capito, rari sono colo -ro cui il Conscio Matura. Sembra che ciò non sia un’impresa semplice.”

“La spiritualità del terzo millennio porta pos-sibilità difficilmente immaginabili. I Saggi del pas -sato hanno costruito il ponte. Ora l’umanità si trova in una fase di maturazione accelerata.”

“Vorrei proprio sapere com’è che accelererà questa maturazione!”

“In molti modi. Tra l’altro le preghiere rivol -te a Dio saranno sempre più efficaci. Molti com-

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prenderanno la forza della preghiera. La collabo -razione diretta con Dio nella riprogrammazione, armonizzazione, maturazione delle parti integran -ti dell’Essere, apre eccezionali possibilità. Per mol -ti, questo rivolgersi diretto diverrà uno strumen -to insostituibile di maturazione spirituale e di auto guarigione. Un maggior numero di Cavali -eri, i quali guideranno il risveglio accelerato del-l’umanità, otterrà risultati che all’inizio saran-no reputati sorprendenti da molti, ma che poi di -verranno quotidianità. La riprogrammazione del-l’Esistere, delle cellule, delle Vibrazioni del Con-scio, degli organi ammalati; la maturazione del-l’Anima, dell’aura, del Corpo Illuminato, del Con-scio, tramite le preghiere rivolte a Dio diverranno una pratica quotidiana di molti uomini.”

“Sì, sì!” ad Andrea brillavano gli occhi. “Que-s to è ciò che sto aspettando da sempre.” Era im -mensamente grato al Saggio per averlo introdot-to nel cerchio dei Cavalieri, dotati di spade della tecnologia maturativa dell’ultima generazione. “Bellissimo questo videogioco! La Via al Conscio Maturo è aperta, non mi resta che percorrerla.” disse ancora, desideroso di condividere con altri le possibilità della nuova era.

“Sì…” rispose il Saggio “Sii consapevole del Divino in ogni essere, sebbene essi ne siano in gran parte inconsapevoli. Pensa quanta gente va al lavoro non sapendo qual è il loro lavoro prima-rio, cioè riconoscere Dio ed Essere UNO con Egli. Tanti lottano forsennatamente per diventare qualcuno non sapendo di Essere già Qualcuno, l’Unico Uno. Quel che accomuna tutti gli uomini è che in ognuno si cela Dio, che ognuno può Sco -prirlo, che ad ognuno può maturare il Conscio

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e che tutti noi siamo UNO. In tutto si svolge il Pro -cesso Divino e l’uomo, a differenza degli animali, dei vegetali e dei minerali, può riconoscere la pro -pria natura Reale. Con il concepimento si forma -no l’embrione del futuro corpo fisico e il Pro-cesso Divino individuale, la Scintilla del Divino, e all’uomo vengono dati Tre strumenti per Matu -rare: l’Amore, il Sapere e il Potere di Creare. An -che se in effetti, ognuno è più che da sempre Dio e soltanto sogna di essere tutt’altra cosa.”

“Gioisce Dio di ogni Conscio Maturato, di o -g ni essere che ha arricchito l’Esistere Infinito con il Timbro dell’Eternità individuale. Questo per Dio rappresenta il brillante riflesso nello spec-chio, la conferma che Egli è veramente il Maestro Supremo. Colui che individualizza l’Assoluto.”

“Quindi, se ho ben capito, prima di essere con cepito, l'uomo è Dio non individualizzato?”

“Si! Bravo! Geniale come definizione.” “Meraviglioso! Solo non mi è chiaro perché

non si parli pubblicamente di ciò?” “Sopratutto perché soltanto rari Sanno e po -

chi vogliono Sapere. E poi, alle strutture di po-tere, fa più comodo che i Figli di Dio rimanga-no bambini facilmente manipolabili, piuttosto che farli, o perlomeno lasciarli, crescere nel Grande Padre. Che cosa farebbero i pastori senza il greg ge di pecore ubbidienti? Alla casta che governa non fa comodo un uomo consape-vole delle proprie possibilità. È molto più facile manipolare gente che ha bisogno di credere in concetti, nei leader e nelle istituzioni. La mol-titudine d’incon sapevoli homo sapiens è meno pericolosa di alcuni consapevoli homo capirus, uomini che hanno conosciuto la Verità.”

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E qui il Saggio si fermò un po’ per prende -re fiato per lo sprint di pensiero seguente.

“La falsa religiosità, intellettualizzata e politi-cizzata, è un grande ostacolo per la maturazione spi rituale. I concetti su Dio, i dogmi, le idee sul be ne e sul male fossilizzano la mente, allontana -n do l’uomo da Se Stesso. La vera religione si oc -cupa della maturazione dell’essere interiore, e no, come nel caso della maggioranza delle religioni odierne, con gli avvenimenti esterni, il che è co -munque di attinenza di altre discipline. E poi, perché cercare Dio solo nelle chiese, quando tutto è in Dio?”

“È sicuramente bello vivere sapendo chi veramente sei, vero amico mio?” chiese infine Andrea pensoso.

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27. La Realtà

La maturazione del Conscio è la Via. L’individualità Eterna, la Meta.

Io sono Dio, dunque tutto è in me, ma io non sono in niente. Ma come può essere che tutto è in me quando nulla non è mai stato creato? Deve esserci qualcosa di ancor più profondo che devo conoscere. Così rifletteva Andrea nel ripensare a ciò che aveva sentito dai Saggi.

“Naturale!” il Saggio apparve. “C’è il Segre-to di là del Segreto.”

“Sentiamo!” disse Andrea piuttosto impazien -te mente.

“Non c’è niente fuori di Te e nemmeno niente in Te, Tu Sei l’Unica Realtà.”

“Ma io avevo capito che Tutto è in Me. Mi sen -to stordito.” Andrea aveva ricevuto la risposta ai quesiti che lo tormentavano, ma non riusci-va ancora a correlare chiaramente tutte le rive -lazioni e tutte le illuminazioni degli ultimi giorni.

“Parlando la lingua dell’illusione amplifica-ta, siamo giunti al livello dell’illusione diminui-ta. Anche ciò che ti ho appena detto sono solo semplici parole.”

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“E il Creatore? Le preghiere che gli rivolgo sono veramente efficaci.”

“Certo che le preghiere al Creatore sono effi-caci, ma sappi, mio caro ragazzo, che il Creatore non è Dio. Il Creatore è uno dei Tre aspetti Pri-mari di Dio. Dio è l’Unica Realtà, indefinibile.” de siderò precisare il Saggio.

“Che cos’è questo, un altro segreto svelato?!” “La Verità, nient’altro che la Verità divenu-

ta Segreto per aver cercato lontano quello che da sempre è Qui.”

“E quali sarebbero gli altri due, come li hai chiamati...? Aspetti primari di Dio?”

“Il Creatore, il Mantenitore e l'Annullatore so no i Tre aspetti del Processo Divino, cioè del -l’Oce ano della Saggezza Infinita e quindi pure del la Scintilla del Divino in ognuno.”

“I Tre Saggi?” “Semplificando, è così. Il Sapere, l'Amore e il

Potere; il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.” »Ecco che, anche se molto stranamente, i con -

ti tornano,« pensò Andrea. “Se ci fosse la Creazione, allora ci sarebbe pu -

re il Creatore. Ma mai niente è stato creato. Quin -di non c’è nemmeno alcun Creatore. Ciò che imma -gini di vedere, sentire e toccare è pura allucina -zione. Gli eventi sono illusioni, in realtà ni ente accade. È vero che Tutto influisce su tutto ma, in effetti, niente avviene.” spiegò più dettagliata -mente il Saggio.

“E la Scintilla del Divino? Sento profonda-mente di portare in me il Divino. ”

“Normale che tu come Dio porti in Te Stes-so il Divino, cioè la Tua Manifestazione. Ma, la Scin tilla del Divino, l’Oceano della Saggezza, la dimensione spazio tempo e tutte le altre dimensio -

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ni esistono soltanto come illusione. Essi compon -gono il Nulla, il Nulla che è la somma di Tutto.”

“Ma, questo Nulla è la Realtà?” chiese An -drea che non aveva ben capito ciò che gli aveva appena proferito il Saggio.

“Il Nulla è mutabile perché è espresso. La Realtà è immutabile perché inespressa. Il Nulla è contenuto nella Realtà, ma la Realtà, cioè Dio, l’unica Realtà, non è nel Nulla. Il Nulla è tutto ciò che non è Reale, tutto ciò che non è Dio. Ri peto, tutto questo Nulla esiste soltanto come illusione, come sogno, ma in realtà non c’è.”

“Ma a me pare che adesso noi due stiamo parlando!” disse Andrea travolto dalla marea d’im provvise novità.

“Quale io? Quale tu? Hai detto bene: ti pare. Si tratta soltanto di percezione sensoriale. Per la mente le cose accadono, ma per la Realtà ni ente non è mai successo, e mai niente accadrà. Sia il percepire che il pensare sono illusioni. In effetti, non c’è chi pensa e nemmeno chi perce pisce. La somma di tutti gli accadimenti nel cos mo, è in o gni attimo uguale a nulla. Un po’ come quando due giocano a tirare la corda e nessuno dei due riesce a prevalere. Provano fatica, per es sere più precisi, sognano di provare fatica, an che se non vanno né avanti né indietro. Co mun que ques-ta è soltanto un’analogia con la quale cerco di spiegarti l’inspiegabile.”

“Ah! Capisco.” Ma sorpreso dal fatto di aver capito qualcosa di questa storia, Andrea pensò, »Ma che cosa capisco?« Le spiegazioni del Sag-gio erano però talmente semplici, che spesso era semplicemente inevitabile accettarle. Andrea chiese: “Ma tu sei un Conscio Maturato?”

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“IO SONO, e come Conscio Maturato Eter-namente Creo l’illusione affinché altri Consci po s sano riconoscere la Realtà. Ma ricorda, noi in ter veniamo nella vita del singolo soltanto in base alla sua richiesta, che può essere fatta in tenzionalmente ma può anche essere incon-sapevole. Basta un pensiero o un’emozione nella direzione giusta ed eccoci qua, a porgere il no -stro aiuto maturativo. È dal tuo concepimento che seguo la tua maturazione, assieme ad altri Consci Maturati. Grazie di averci ascoltato anche quando non ci sentivi.”

“Tu sei riconoscente a me? Se sapessi quan-to sei importante tu per me!”

“Per noi, Consci Maturati, ogni essere è u -gual mente importante. Ma quando qualcuno si in cammina consapevolmente attraverso i Sette Ane lli, risveglia in noi quel dimenticato palpitare del cuore di quando eravamo ancora uomini. Si tratta semplicemente di Amore. Ora ti invito a ve nire nel luogo dove soggiorno.”

“Ma tu non sei Onnipresente?” “Come Dio ho l’onore che Tutto è in Me e che

Io non sono in niente…” sorrise il Saggio “Ma allo scopo di tramandare Sapere all’uomo, come Vibrazione del Conscio Maturato, mi manifesto nel modo ideale nel mio Luogo di Potere. Ogni Con scio Maturato si manifesta nel modo più ottimale in un determinato Luogo di Potere. Ai vi sitatori dei Luoghi di Potere, ma solo a coloro che sono spiritualmente abbastanza maturi, i Consci Maturati trasmettono il sapere che il sin-golo è in grado di ricevere. Ma non perché i Con-sci Maturati vogliono influire sull’uomo, è l’uo-mo ad aver attivato in sé dei processi maturativi

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che provocano questa trasmissione. Quindi, più l’uomo in questione è maturo e più Sapere può ri -cevere. Ad ogni modo, i Consci Maturati non tras -mettono Sapere bensì, emettendo vibrazioni, attivano il Sapere che già c’è nell’uomo. Ognuno ha in sé i Tre Saggi e quindi Infinito Sapere, Amo -re e Potere. Con il passare del tempo, il Sapere at -ti vato nei Luoghi di Potere, viene gradualmente consapevolizzato a livello mentale, e l’individuo che non sa di questo processo, spesso si meravi -glia come alcune cose gli sono conosciute anche se non ne aveva mai sentito parlare.”

“Hm. Bene, e dove si trovano questi Luoghi di Potere?”

“Sul pianeta Terra ce ne sono più di 100. Quattro si trovano in Europa: il Monte Atos in Grecia, Aia Sofia ad Istanbul, l’abbazia di West-minster a Londra e i Musei Vaticani. In questi lu o ghi si manifestano, come Vibrazioni, i Con-sci Maturati di filosofi, condottieri, compositori, sci enziati, poeti, santi maturati e altri che hanno raggiunto la Saggezza. Visitando i Luoghi di Po -tere ti verrà attivato il Sapere di cui hai biso gno per la maturazione spirituale. Ma se desideri ri -cevere qualche sapere particolare, puoi inviare la richiesta che i Consci Maturati ti consapevo -lizzino un determinato Sapere. Noi la sappiamo lunga!” sorrise il Saggio furbamente.

“Che cos’è la Saggezza?” chiese Andrea, qua -si scioccato.

“La Saggezza è il non agire dell’essere il cui Conscio è Maturato, il non agire tramite il quale si mostra all’uomo ciò che sino allora era inim-maginabile. Questa è l’arte del modellare i Segre -ti dell’Infinito.Gli anni a venire sono eccezional-

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mente importanti per la maturazione dell’uma -nità. Sono pieni di sfide, grandi scoperte. Dinanzi a tutti voi arde l’era della nuova spiritualità, il tem po in cui un sempre maggior numero di Con-sci Maturerà. Trasmetti il nostro messaggio. Che l’umanità addormentata in comode menzogne, si risvegli e conosca lo splendore della sua Cre -azione, lo splendore dell’Onnipresente Verità!

Uomo,perché Tu

che hai Creato tutto,immagini di essere una fiammella

attorniata dall’oscurità?

Venite! Qui c’è posto per Tutti!”

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Finito di stampare nel mese di aprile 2003 presso Arti Grafiche Tris S.r.l. – Roma

Stampato in Italia – Printed in Italy