ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

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―Un presbitero che ha studiato forse tanta teologia e ha conseguito una, due, tre lauree ma non ha imparato a portare la croce di Cristo, non serve. Sarà un buon accademico, un buon professore, ma non un sacerdote.‖ (Papa Francesco ai nuovi sacerdoti 7 maggio 2017) VOLUME 09 MAGGIO 2017 IL BOLLETTINO DEL PONTIFICIO COLLEGIO SAN PIETRO APOSTOLO ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD OGNI CREATURA (Mc 16,15)

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―Un presbitero che

ha studiato forse

tanta teologia e ha

conseguito una, due,

tre lauree ma non ha

imparato a portare

la croce di Cristo,

non serve. Sarà un

buon accademico, un

buon professore, ma

non un sacerdote.‖

(Papa Francesco

ai nuovi sacerdoti

7 maggio 2017)

VOLUME 09

MAGGIO 2017

IL BOLLETTINO DEL PONTIFICIO COLLEGIO SAN PIETRO APOSTOLO

ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD OGNI CREATURA

(Mc 16,15)

Page 2: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

2

Sommario

Le o

nde

LE ONDE

Il Bollettino del Collegio San Pietro Apostolo

Viale delle Mura Aurelie, 4, 00152 Roma, Italia

Tel. (+39)06398741 - Fax : (+39)0639376351 - E-mail: [email protected]

REDAZIONE

Direttore:

Carlos del Valle

Capo Editore:

Mutikka Lawrence M.

Disegnatore:

Ototo Arnold Maronga

Equipe di redazione:

Garaman David Aloysius

Abondo Daniel Benoît

Sibomana Canisius

Mukumba Juvénal

Editoriale: Va‘ e anche tu fa‘ così...........................................................................................3

70 anni: Ad multos annos......................................................................................................4

Intervista a Padre Gregorio.................................................................................................. 6

Formazione permanente nelle Chiese locali........................................................................ 8

Indimenticabile: La bellezza e l‘onore.................................................................................. 9

Andate per tutto il mondo......................................................................................................11

L‘incontro, l‘amicizia e la fratellanza................................................................................... 12

Un‘ esperienza che è un tesoro............................................................................................. 13

Ritiro Mensile…………………………………………...………………………..………………....14

Il collegio, alma mater...........................................................................................................15

Le Parole di ricordo………................................................................................................... .15

Un bel cammino comunitario………………………………………………………………...…...16

Grazie per l‘ accoglienza....................................................................................................... 16

Mettiamoci in gioco nella vita come nello Sport...................................................................17

Cara Suor Valeri....................................................................................................................18

Alcuni momenti della festa patronale.…….…………………………………………………….19

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3

FF esta al Collegio

S. Pietro! 56 gio-

vani sacerdoti finiscono

una tappa di studio e

formazione, e tornano a

casa, alle loro Chiese

d‘origine. Celebrazione

nella comunità, che

vede partire un suo

pezzo alla missione. La

famiglia del Collegio

celebra la testimonian-

za: ―Erano perseveranti nell‘ascoltare gli inse-

gnamenti degli Apostoli, nell‘unione fraterna,

nello spezzare il pane e nelle preghiere‖.

Le preghiere eucaristiche hanno una doppia

epíclesis: nella prima chiediamo l‘azione dello

Spirito sul pane ed il vino perché diventino il

corpo e il sangue del Signore. Nella seconda, l‘ef-

fusione dello Spirito per trasformare la comuni-

tà nel corpo di Cristo. Il senso dell‘Eucaristia

ogni giorno al Collegio non finisce nella presenza

reale di Cristo; è anche orientata alla trasforma-

zione della comunità dei sacerdoti nel corpo di

Cristo. Lo Spirito fa presente il Risuscitato e cer-

ca di formare la sua comunità fra noi. Una co-

munità di sacerdoti per la missione di Gesù.

Aggiungiamo una terza epíclesis: chiediamo l‘ef-

fusione dello Spirito per trasformare la vita, i

rapporti, in Regno di Dio. E‘ il senso della nostra

missione. Non possiamo ridurre lo Spirito alla

dimensione personale e comunitaria-ecclesiale.

La Chiesa si apre al Regno. E‘ il progetto di Dio:

un‘umanità in armonia tra se stessa, con la

natura e con Dio. Generare una koinonía in-

terumana, cosmica e trinitaria. Su questo è ori-

entata la Chiesa, sul Regno: il suo dinamismo e

la sua missione. Con la consapevolezza che

quando l‘annunciatore si fa piccolo, l‘annuncio si

fa grande.

Nella missione nelle vostre diocesi, cari sacerdo-

ti, non sarete operai sotto gli ordini di un padro-

ne, ma artisti ispirati dallo Spirito. Gli Apostoli

non sono scesi dalla montagna come Mosè con le

tavole di pietra nelle mani; loro uscirono dal

cenacolo con lo Spirito nel cuore. La vostra usci-

ta dal Collegio…con lo Spirito nel cuore. Soltan-

to dopo la Pentecoste, il gruppo dei discepoli

diventa comunità missionaria. Voi entrate nella

missione di Gesù facendo parte di una comunità.

Nelle vostre Chiese lo Spirito è l‘agente. Missio-

ne non è qualcosa che fa la mia diocesi; è quello

che fa lo Spirito, che cambia il mondo, la mia

diocesi e me stesso. I profeti collaborano con lo

Spirito quando cambiano il loro modo di pensa-

re, sentire, agire. La missione per noi è spiritu-

alità e la spiritualità è missione: vivere nello

Spirito, agire dallo Spirito, muoversi nello Spiri-

to. Sacerdoti del Collegio S. Pietro… Uomini che

stanno non soltanto nelle cose di Dio, ma stanno

in Dio.

Lo Spirito ci porta a vivere dal cuore, unificati.

Ci aiuta ad unificare interiorità e azione, preghi-

era e impegno. Il cuore può essere abitato da Dio

e il suo Regno, o da noi e i nostri regni. Siate

contemplativi nell‘azione e attivi nella contem-

plazione. Il Signore sarà il vostro centro quando

pregate e quando agite. Sacerdoti partenti og-

gi… uomini dello Spirito, che passano tante ore

in ginocchio davanti al tabernacolo come in

ginocchio nel servizio ai poveri. Non vivere

nell‘errore di unire le mani per pregare senza

muovere un dito per servire. Nei momenti di

tristezza e solitudine, mettetevi davanti al tab-

ernacolo e andate a visitare delle persone nel

bisogno. Mi auguro che questa sia la vostra pas-

sione. Le vostre diocesi non hanno bisogno di

teologi che sviluppano metafisica religiosa, ma

profeti del Vangelo e testimoni di Gesù. Siate

uomini di fede, uomini appassionati. La fede non

è un‘idea, è una passione. La santità non è una

passione spenta, ma una passione convertita.

Il mandato missionario non è soltanto―Andate e

fate miei discepoli…‖ E‘ pure mandato mis-

sionario le ultime parole della parabola del Sa-

maritano: ―Va‘ e anche tu fa‘ così.‖ Nel Collegio

avete vissuto ore davanti al Santissimo esposto.

Magari, nel guardare Gesù esposto, avete impar-

ato a vivere una vita esposta.

Va’ e anche tu fa’ così

Editoriale

Padre Carlos del Val-

le, SVD, Rettore

Le o

nde

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4

I l 22 febbraio 2017 abbi-

amo celebrato la Festa

patronale del nostro Pon-

tificio Collegio San Pietro

Apostolo, in concomitanza

con la ricorrenza liturgica

della Cattedra del Principe

degli Apostoli e del 70° an-

niversario della sua fonda-

zione, avvenuta il 18 gen-

naio 1947, per intuizione e

lungimiranza dell‘Ar-

civescovo, poi Cardinale,

Celso Costantini, già Dele-

gato Apostolico in Cina.

Al Signore è andata e va ancora oggi la nostra

profonda gratitudine espressa nell‘Eucaristia

presieduta da S.E.R. Card. Fernando Filoni, Prefetto

della Congregazione per l‘Evangelizzazione dei

Popoli.

Grazie infinite a Dio: perché questo anniversario ci

ha permesso di ricordare, ancora una volta, la vita e

la missione di questo Collegio, nonché la Missione

che il Signore ha affi-

dato a noi, suoi apos-

toli - e studenti per il

tempo trascorso in

questo Co llegio .

―Festa, anniversario...

Occasione per cele-

brare il senso di ap-

partenenza al Colle-

gio‖, scriveva padre

Carlos del Valle, Ret-

tore del Collegio,

nell‘editoriale del Bol-

lettino del Collegio,

Le Onde (volume 8,

febbraio 2017). Infat-

ti, che cos‘è questo

Collegio a cui ap-

parteniamo?

―Che cosa è questa casa?‖ chiedeva Sua Santità Paolo

VI quando visitava il Collegio il 6 gennaio 1970.

Questa domanda fa eco ad un‘altra domanda fonda-

mentale che S.E.R. Cardinale Filoni faceva nella sua

omelia nel giorno della festa: ―Chi sono io?‖ Due do-

mande inscindibili, strettamente legate! Tant‘è vero

che la risposta che il Papa Paolo VI diede, egli stesso,

alla propria domanda (―Che cosa è questa casa?‖) ci

rimanda non tanto al Collegio in quanto tale quanto

piuttosto a noi stessi, ospiti di questo ambiente.

―Come definire questo Collegio? -diceva S.S Paolo VI-

(...) Non è un albergo, dove estranei si entra, e dove

estranei si esce; non è una semplice pensione, dove si

trova alloggio per altri scopi, ch‘essa non può perse-

guire; non è semplicemente una scuola, dove l‘alunno

ascolta ed impara con altri condiscepoli. È qualche

cosa di più intimo e di più personale. È un Collegio,

che vuol produrre una collegialità, cioè una comun-

ione, un‘amicizia, una fusione di spiriti, qui iniziata e

goduta nell‘unità; e poi da rammentare e da rivivere,

negli anni futuri, quando sarete dispersi nel mondo,

nella cattolicità‖.

Infatti, ―Chi sono io?‖.

Meditando con noi il famoso brano di Matteo 16, 13-

19 (la professione di fede di Pietro), il Cardinale ci ha

ricordato quanto è importante per noi cercare prima

di tutto di approfondire la nostra «conoscenza» di Co-

lui che ci ha scelti per primo e ci ha mandati ad

amare e a servire. Nel Vangelo -faceva notare Sua

Eminenza- ci sono due affermazioni che implicano

sia la manifestazione di fede di Pietro - «Tu sei il

Cristo, il Figlio del

Dio vivente» - sia

la manifestazione

di fiducia di Gesù

a Pietro: «E io ti

dico: tu sei Pietro

e su questa pietra

edificherò la mia

Chiesa. … A te

darò le chiavi…».

In altre parole, in

forza dell‘afferma-

zione: «Tu sei il

Cristo, il Figlio del

Dio vivente»,

Pietro, a sua vol-

ta, scoprirà da

Gesù la propria

identità, la propria missione. Tutto accade come se

Gesù dicesse a Pietro: ―«Dimmi chi sono e ti dirò chi

sei! » Infatti Pietro dice a Gesù che è il Cristo. Gesù

dice a Pietro che è la pietra‖, la roccia su cui

edificherà la sua Chiesa. Ma Pietro dovrà poi im-

parare a riconoscere che la sua «conoscenza» del

Cristo è un dono che viene dall‘alto, un dono che si

riceve in ginocchio, cioè con umiltà e nella preghiera.

70 Anni! “Ad Multos Annos”!

Le o

nde

Padre Richard Zangre

Page 5: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

5

L‘omelia del Cardinale è stata un messaggio che

tocca il cuore, un messaggio forte e suadente da

leggere e da meditare ancora e ancora! Prefer-

isco, quindi, riportarne, testualmente, quanto

segue.

Gesù, nell‘affidare la Chiesa a Pietro, dice una

cosa assai importante sulla quale conviene riflet-

tere un attimo, perché Gesù non affida a Pietro

qualcosa di secondario o di poca rilevanza, ma

ciò che ama e che gli appartiene profondamente

e che nasce dall‘offerta della sua vita; infatti,

dice a Pietro: ―Tu sei Pietro e su questa pietra

edificherò la mia (non la tua) Chiesa‖. La

Chiesa, quindi, non è né di Cefa, Pietro, né di

Paolo, né di Apollo, come l‘Apostolo delle Genti

sa bene e ne scriverà chiaramente ai Corinti che

litigavano tra loro su questo aspetto, ma di Cris-

to (1 Cor. 1,12).

Per questo Gesù esi-

gerà, dopo la sua

morte (dal cui fianco

squarciato nascerà

come nuova Eva la

Chiesa) e la sua ri-

surrezione, una chi-

ara risposta da

Pietro in relazione

proprio alla Chiesa

stessa, che gli affida

(come sotto la croce

aveva affidato Maria

a Giovanni): ―Gesù

disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi

vuoi bene più di costoro?». Gli rispose: «Certo,

Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse:

«Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo:

«Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli

rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio

bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli

disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi

vuoi bene?».Pietro rimase addolorato che per la

terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse:

«Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene».

Gli rispose Gesù «Pasci le mie pecorelle»‖(Gv 21,

15-17). (...).

La Chiesa, infatti, appartiene a Cristo, non a

noi! Per questo ogni scandalo, ogni sudiciume,

ogni azione che tocca la Chiesa, viola quella con-

segna di amore fatta da Cristo a Pietro e viola

quella confessione che Pietro fece una volta, per

tutti e per sempre: Tu sai che ti amo e che amo

la tua Chiesa! Ciò vale, dunque, anche oggi e

questo dovrebbe metterci in guardia, come sacer-

doti, dalla tentazione di usare la Chiesa di Cris-

to per nostro tornaconto, per interessi poco nobi-

li, per cercare posizioni privilegiate o per proget-

ti umani estranei a Cristo e, Dio non voglia, per

scandali!

L‘amore di Pietro per Gesù e per la Chiesa nasce

dalla sua esperienza di Cristo: Cristo gli cambiò

la vita, ossia da pescatore di pesci lo fece pes-

catore di uomini; da pauroso che nega di cono-

scerlo, Gesù lo costituisce pastore di agnelli e

pecorelle. (...). Noi non possiamo non pensare

che Gesù non stia facendo con noi anche una

storia altrettanto simile e bella. Chi siamo noi?

Chi è, infatti, il sacerdote?

Chi sono io? Non sono stato

anch‘io afferrato da Cristo in

un incontro con lui, il quale

mi ha preso e guardandomi

negli occhi mi ha detto:

―Seguimi‖?(Mc 2, 14). Quella

chiamata, che è all‘inizio di

ogni conversione e avventura,

non è stata l‘inizio della mia

vocazione e missione? Per

questo è sempre importante

che io non dimentichi mai il

mio incontro con Cristo; per-

ché quella memoria, se rimane sempre vivida,

mi aiuterà a fare reset (un po‘ come facciamo con

il nostro computer quando si blocca), cioè mi ai-

uterà a rimettere in ordine la mia vita sacerdo-

tale (...).

Chi sono, dunque, io? Sono uno a cui il Signore

affida la sua Chiesa, che mi chiede continua-

mente se lo amo come una innamorata chiede

sempre al suo innamorato se la ama; sono uno

che dovrà sopportare persecuzioni; sono uno la

cui fede è rivelata dal Padre e ne capisce la

grandezza; sono uno che desidera perdere la pro-

pria vita per Cristo, avendo lasciato padre, ma-

dre, famiglia. Sono uno che crede, perché

discepolo di Cristo, che non perderà la ricompen-

sa. [Continua..a p.7]

Le o

nde

Page 6: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

6

P adre Grze-

g o r z

BALISZEWKI, Gra-

zie di tutto cuore

per questo momen-

to d’intervista!

Poche le informa-

zioni che conoscia-

mo di Lei, sappia-

mo solo che è il

nuovo economo

del collegio San

Pietro; che è un

membro della Società del Verbo Divino; e

che viene dalla Polonia; sarebbe inter-

essante conoscerLa meglio. Chi è Padre

Grzegorz e quale è stato il suo percorso

prima di essere nominato qui?

Grazie anche a voi per questo momento di

scambio. Non vi farò tutta la mia biografia,

perché lo spazio e il tempo non sono suffi-

cienti. Penso che sarà soprattutto inter-

essante la mia vita dopo l‘ordinazione.

Sono stato ordinato sacerdote il 28 aprile

1992. Dopo l‘ordinazione, ho lavorato due

anni in una parrocchia della Polonia e poi

sono stato mandato come missionario in

Brasile. Lì, ho fatto 22 anni, lavorando in

diverse parrocchie di cui le principali sono

state San Paolo e Rondonia. Dal Brasile, lo

Spirito Santo mi ha condotto fino al Pon-

tificio Collegio San Pietro Apostolo di Ro-

ma come Economo tramite la voce dei miei

superiori.

Come si sente nel suo nuovo incarico

di economo? E poi per gestire, economi-

camente parlando, un collegio come il

nostro, bisogna essere un esperto. Padre

come se la cava?

Certo che è un lavoro nuovo per me perché come

Vi dicevo, finora ho fatto soprattutto un lavoro

pastorale che mi metteva in contatto più con la

cura delle anime che con la gestione del denaro.

Però, pur non avendo fatto una formazione spe-

ciale di gestione o di contabilità, sto vedendo che

qui non è un lavoro molto complicato, magari

perché nel passato, sono stato procuratore di

missioni nella mia Congregazione e quindi non

me la cavo tanto male. Solo la lingua italiana

continua a darmi problemi. Spero, fra poco tem-

po, di superare questa difficoltà.

Gestire il denaro deve essere di grande pe-

so per un religioso, come fa a conciliare il

materiale e lo spirituale?

A mio parere, non è di grande peso che un religi-

oso gestisca denaro. Basta essere onesto con se

stesso e con Dio. E poi bisogna sottolineare che

pure nella responsabilità di parroco c‘è questa

doppia dimensione materiale e spirituale.

Quali sono le prime impressioni rispetto

alla vita comunitaria del collegio?

Noi religiosi, siamo abit-

uati a una vita comuni-

taria e poi da semi-

narista, la nostra vita

era quasi simile. La

grande differenza qui è

che abbiamo a che fare

con i sacerdoti; e sento,

a volte, che essendo

maggiormente sacerdoti

diocesani, la vita co-

munitaria è faticosa per

loro. Di fatto, il collegio

sembra a volte assimila-

to ad un albergo. Su

questo punto, dobbiamo

ancora sforzarci.

Il collegio San Pietro

festeggia quest’anno il suo settantesimo

anniversario della sua erezione canonica

(1947-2017). Cosa pensa di questo progetto

di formazione dei sacerdoti provenienti

dai paesi di missione?

In Brasile non esiste, in base alla mia conoscen-

za, un collegio che ha come obiettivo la forma-

zione, come esiste qua. In generale, gli studenti-

sacerdoti nel Brasile vivono nelle parrocchie.

Intervista a Padre Gregorio

Le o

nde

Padre Abondo Daniel

Padre Grzegorz B. (economo)

Page 7: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

7

Credo che questo tipo di inquadramento esiste

solo a Roma dove effettivamente troviamo nu-

merosi collegi tanto pontifici quanto delle con-

gregazioni religiose. Tutto sommato, il progetto

è buono, perché si partecipa ad una bella forma-

zione integrale di sacerdoti-esperti. Un grande

vantaggio qui è l‘incontro con tanti altri preti

provenienti da diversi paesi. Un‘opportunità che

dà il privilegio di poter confrontare diverse cul-

ture e tradizioni e dunque di sperimentare e di

imparare meglio la cattolicità.

Lei ha compiuto il 28 aprile i suoi 25 anni

di sacerdozio. Un quarto di secolo al

servizio del Signore Gesù Cristo. Che valu-

tazione Lei fa di questo cammino?

Credo soprattutto di avere oggi più esperienza

dopo un tale percorso certamente pieno di errori.

In questo senso, 25 anni paiono pochi, perché

segnano solo un cammino di maturazione, che

devo sempre mettere pienamente a frutto. Peral-

tro, voglio ringraziare prima il Signore, sorgente

di tutto e anche tutte le persone incontrate du-

rante questo percorso.

La redazione del bollettino « Le onde » La

ringrazia per la sua disponibilità. Prima di

concludere però, che messaggio di incorag-

giamento può dare ai 56 sacerdoti che par-

tiranno del collegio alla fine di questo anno

accademico, dopo la loro formazione?

La prima parola che vorrei esprimere nei con-

fronti loro è, come si dice qua, « in bocca al lu-

po! » perché una cosa è lo studio e una cosa la

pastorale in se stessa. Auspico da una parte che

essi non si chiudano alla formazione ricevuta e

d‘altra parte, che essi sappiano reintegrare bene

l‘esperienza fatta nei loro Paesi, per non

―esportare‖ semplicemente, nel bene e nel male,

Roma da loro.

Grazie infinite a Dio; per questa ricorrenza, in

occasione della quale suor Teresa Bergamo, re-

sponsabile della cucina, insieme alla sua équipe,

ci hanno dato la gioia di una cena speciale e

squisita con un aperitivo, un antipasto, un pri-

mo, un secondo, il dolce... il tutto accompagnato

da vini altrettanto squisiti in un‘atmosfera mol-

to cordiale con danze culturali e canti di gioia!

Grazie infinite a Dio; per questa festa, alla quale

sarebbe mancato qualcosa se non ci fossero stati

amici, sacerdoti, religiosi e religiose, il personale

del Collegio, vicini, benefattori, ex alunni, invi-

tati a condividere la nostra gioia e a partecipare

al nostro ringraziamento!

Grazie infinite a Dio; perché questo anniversario

del nostro Collegio, oltre che occasione di gioia e

di riconoscenza è stato anche un momento d‘in-

coraggiamento per noi. Infatti, il Cardinale, pri-

ma di andar via, ci ha invitato, con affabilità, a

salvaguardare gelosamente tra di noi ciò che

conferma e potenzia la nostra testimonianza

missionaria : la Fraternità sacerdotale! Un

richiamo che ci ricorda quanto affermava il Papa

Giovanni Paolo II nell‘Esortazione Apostolica

Pastores dabo vobis, n° 74: « È in un tale ambi-

ente che un sacerdote diviene sempre più

consapevole, della fisionomia del presbitero,

quella di una vera famiglia, di una fraternità i

cui legami non derivano dalla carne e dal

sangue, ma dalla grazia sacramentale

dell‘Ordine, una grazia che eleva i rapporti uma-

ni, psicologici, affettivi, amicali e spirituali tra i

sacerdoti; una grazia che si espande, penetra, si

rivela e si concretizza nelle forme d‘aiuto

reciproco, sia spirituale che umano».

A nome di tutti i sacerdoti studenti in questa

Casa, un grazie di cuore a S.E.R. Card. Fernan-

do Filoni ed ai Suoi collaboratori per essere stati

con noi per la celebrazione di questo evento spe-

ciale! A ciascuno il nostro sincero grazie per la

presenza e la preghiera

Continua.. da p.5

Le o

nde

Page 8: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

8

L ‘incontro di

f o r m a z i o n e

svoltosi al Col-

legio San Pietro lo

scorso 25 marzo 2017

è stato tenuto da Pa-

dre Fabrizio Meroni.

Padre Fabrizio è un

sacerdote missionario

e un membro del Pon-

tificio Istituto Mis-

sioni Estere (PIME),

la Società di Vita

Apostolica dei preti diocesani per la missione. È

anche il Direttore del CIAM (Centro Interna-

zionale di Animazione Missionaria) ed il

segretario generale della Pontificia Unione Mis-

sionaria (PUM).

Nell‘Esortazione

apostolica Evan-

gelii Gaudium n.

33 Papa Frances-

co dice «La pasto-

rale in chiave

missionaria esige

di abbandonare il

comodo criterio

pastorale del ―si è

fatto sempre

così‖. Invito tutti

ad essere audaci

e creativi in ques-

to compito di

ripensare gli

obiettivi, le strut-

ture, lo stile e i

metodi evange-

lizzatori delle

proprie comunità.

Una individua-

zione dei fini sen-

za un‘adeguata ricerca comunitaria dei mezzi

per raggiungerli è condannata a tradursi in me-

ra fantasia. Esorto tutti ad applicare con gener-

osità e coraggio gli orientamenti di questo docu-

mento, senza divieti né paure. L‘importante è

non camminare da soli, contare sempre sui fra-

telli e specialmente sulla guida dei Vescovi, in

un saggio e realistico discernimento pastorale».

Citando ―questo invito‖ di Papa Francesco, Pa-

dre Fabrizio vuole sottolineare il ruolo della

Pontificia Unione Missionaria (PUM) nella

formazione permanente in ogni chiesa locale

legata ad essa. ―Pontificia‖, pertanto, non è un

titolo onorifico, ma vuol dire universale, legata

al servizio universale del ministero del succes-

sore di Pietro. La PUM fu fondata in Italia dal

Beato Paolo Manna nel 1916 e s‘impegna

nell‘animazione missionaria dei pastori e anima-

tori del Popolo di Dio: i sacerdoti, i religiosi e le

religiose, i membri di Istituti secolari e compie

la stessa funzione nei riguardi delle altre Pon-

tificie Opere (Propagazione della Fede, San

Pietro Apostolo e Santa

Infanzia o Infanzia mis-

sionaria), che cerca di

promuovere nelle chiese

locali.

In questo incontro della

formazione permanente,

ci sono quattro punti che

possiamo sottolineare e

ricordare per aggiornare

la nostra vita sacerdotale

e per sviluppare la nostra

chiesa locale: «Se non sia-

mo onesti, non solo possi-

amo perdere la salvezza,

ma anche possiamo dis-

truggere la chiesa. E

mantenere in piedi a tutti

i costi una istituzione

umana ecclesiastica che

non serve più a nulla vuol

dire, nella curia romana

come in qualsiasi curia

diocesana, buttare via i

soldi, soldi che la gente ci dà per le missioni non

per mantenere la nostra pancia piena».

La formazione permanente nelle chiese locali

Le o

nde

Padre Danny Surentu

Page 9: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

9

L a -

bel lezza

e l‘onore

sono le

caratter-

i s t i c h e

che si

p o t r e b -

b e r o

usare per

descrive-

re la villa

d‘Este a

Tivoli ed i monasteri di S. Bene-

detto & S. Scolastica a Subiaco.

Come avviene ogni anno, il 6

maggio 2017 è stata la giornata

durante la quale abbiamo fatto la

gita comunitaria. Siamo partiti

dal collegio presso il cancello di via delle For-

naci alle ore 8:00 in due Pullman e siamo arri-

vati a Tivoli verso le 9:00.

A Tivoli siamo stati affascinati dalle opere del

cardinale Ippolito II d‘Este. Gli appartamenti là

hanno le pareti talmente decorate con affreschi e

pitture di vari artisti che

mostrano la storia di Tivo-

li, alcuni personaggi della

Bibbia contornati da im-

magini riprese da episodi

biblici. Su una parete si

vede Mosè quando scoprì

l‘acqua ed è proprio l‘acqua

un elemento essenziale per

questa zona: il cardinale

Ippolito concesse nuove

fontane e portò l‘acqua dal-

le montagne tiburtine.

Inoltre, ci ha colpito affet-

tuosamente il giardino con

vari tipi di alberi ma so-

prattutto le fontane carat-

teristiche, alimentante

senza alcun congegno mec-

canico ma solo sfruttando

la pressione naturale

dell‘aqua ed il principio dei

vasi comunicanti. Sincera-

mente nessuno voleva andare via proprio a

causa di questa bellezza straordinaria.

Indimenticabile: La bellezza e l’onore

Le o

nde

Padre Bernard Lukwago

Page 10: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

10

A Subiaco, sopranominato ―la città della stampa

e di San Benedetto,‖ si trova uno scritto an-

tichissimo e molto stimato ―Ora et Labora.‖ In

questa città si ergono 2 monasteri: quello di San

Benedetto all‘ apice della montagna di Subiaco

e quello di Santa Scolastica in valle. La cappella

al monastero di San Benedetto fu cos-

truita come una salita per significare

che la nostra fede dovrebbe essere sem-

pre in salita. Altre cose da notare a ri-

guardo di questo monastero sono: la

grotta dove S. Benedetto dormiva, la

cappella della Madonna, la grotta dei

pastori, ed il giardino dei miracoli dove

lo stesso uomo di Dio cadde e fu

ritrovato vivo. Questo luogo ha mante-

nuto il suo fascino e ancora oggi è abi-

tato dai monaci. Le attività pastorali si

sono svolte in questo monastero. Pro-

prio alla nostra partenza stavano per

celebrare un matrimonio. Al monastero

di Santa Scolastica, si ricorda per il

primo libro stampato di tutta Italia.

Insomma la nostra gita è stata certamente stu-

penda e stimolante.

Le o

nde

La gita comunitaria (continua dalla pag. 9)

Page 11: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

11

Andate per tutto il Mondo

In questo secondo

numero del nostro

Bollettino abbiamo

voluto prendere

come tema le stesse

parole che Gesù Ri-

sorto rivolse ai suoi

discepoli, precisan-

do il mandato mis-

sionario: ―Andate

per tutto il mondo e

predicate il Vangelo

ad ogni crea-

tura‖ ( Mc 15, 15, Cfr Mt 28, 19-20). Il motivo di

questa scelta è triplice: primo, perché il nostro

Collegio, avendo celebrato i 70 anni dalla sua

fondazione, è chiamato a ritornare sempre allo

spirito fondatore, per un rinnovamento e una

nuova partenza. Il secondo motivo è congiuntu-

rale, perché ci avviamo verso la fine dell‘anno

accademico, e un bel numero di 56 sacerdoti las-

ceranno il Collegio per ritornare nelle rispettive

comunità diocesane e religiose, e proseguire la

loro missione apostolica.

Fondato nel 1947, il nostro Collegio continua ad

offrire un ambiente favorevole per la formazione

di nuovi sacerdoti che vengono per proseguire

gli studi nei vari atenei dell‘Urbe. In questa co-

munità, ci rimettiamo in ascolto di questo

―andate‖ categorico, che Cristo ci dice con fer-

mezza. La sua voce ci ricorda l‘urgenza di predi-

care la gioia del ―sì di Dio all‘uomo‖, perché la

nostra vita sia come una grammatica attraverso

la quale il Vangelo viene annunciato a tutti gli

uomini, per suscitare il ―sì dell‘uomo a Dio‖. E

chi ci comanda non conosce pari, perché non

esiste autorità più alta che possa comandarci di

andare.

Infine, il mandato missionario costituisce

l‘essenza stessa della Chiesa. Infatti, la Chiesa

per natura sua è missionaria come ha forte-

mente affermato il Concilio Vaticano II: ―La

Chiesa pellegrina, per sua natura, è missionaria

in quanto che dalla missione del Figlio e dalla

missione dello Spirito Santo, essa, secondo il pi-

ano di Dio Padre, deriva la propria origine‖ (AG

n.2). Ogni fedele di Cristo in genere, e ogni sac-

erdote in particolare, deve portare la missione

nel cuore.

È Dio stesso che ci sta dicendo ―andate‖,

chiedendoci di muovere tutto ciò che è fermo e

avverso a lui, dentro e fuori di noi. È un coman-

do che non si può comprendere che nell‘obbedi-

enza. Rispondere con obbedienza a questa chia-

mata apre una nuova prospettiva di vita, quan-

do il Signore ci chiama e ci dà la possibilità di

fare qualcosa per lui, con l‘aiuto del suo Spirito.

―Andate e proclamate il vangelo‖ ricorda che si-

amo testimoni, impegnati sulle frontiere di una

testimonianza che è sempre da rinnovare. Il co-

mando ci spinge a muoverci verso nuovi ap-

prodi. Per i confratelli che ritornano nelle loro

diocesi, il nostro tema li chiama a non rintanar-

si nell‘intimità protetta del nido, perché così non

sentirebbero l‘urgenza, la forza e il valore dell‘e-

spressione ―andate‖. Noi siamo stati collocati da

Gesù negli spazi del mondo, non negli stagni:

―andate in tutto il mondo‖. Siamo stati collocati

negli sguardi infiniti del mondo, non nella mio-

pia delle nostre case, delle nostre culture, delle

nostre ―sicurezze‖. Il signore Gesù che ci dice

―andate‖, è andato prima di noi, e ci chiede di

seguire lui, che è stato mandato dal Padre.

Dobbiamo annunciare il Vangelo, la Buona No-

vella, che è una persona, Gesù Cristo. Che tutti

sappiano che ―nessun altro nome (…) sotto il

cielo è stato concesso agli uomini, per il quale

siamo destinati a salvarci‖ (Atti. 4,12). È Cristo

che predichiamo, è lui che è ―potenza di Dio e

sapienza di Dio‖ (1Cor 1, 23-24). Il Kyrios da

annunciare è Cristo Gesù, che ―porta un nome

scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e Si-

gnore dei signori‖ (Ap. 19, 16). A tutti è destina-

ta la salvezza derivante dal Vangelo cioè da

Gesù Cristo Re dei re, Re della storia, delle na-

zioni, della società umana, e Signore dei signori,

nella Chiesa e nella società, in tutti i luoghi

dove viene invocato.

Le o

nde

Padre Canisius Sibomana

Page 12: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

12

EE ssere uno dei

membri della

famiglia del

collegio san Pietro

Apostolo è stata una

gioia e una bene-

dizione per me. Per

quattro anni ho vis-

suto qui in un clima

di studio e di forma-

zione sacerdotale e ho

incontrato molti con-

fratelli provenienti da

tutto il mondo: Asia,

Africa e America latina. Questa esperienza è

molto importante per la mia vocazione di sacer-

dote e desidero spiegarla con tre vocaboli: l‘in-

contro, l‘amicizia e la fratellanza.

Quattro anni fa, quando sono arrivato in questo

collegio, ho incontrato tante cose nuove: la lin-

gua, la cultura e le persone. Veramente questo

momento è stato un tempo molto difficile poiché

cominciavo una tappa della mia vita come da

zero: parlare, studiare e vivere in un ambiente

completamente nuovo. Mi sono sentito come un

bambino che deve imparare ogni cosa. Soprat-

tutto nella lingua, ogni giorno ho dovuto im-

parare parola per parola. Tappa per tappa, ho

superato questa difficoltà e mi sono trovato nel-

la situazione migliore per parlare, studiare e

vivere. Ho conosciuto gli altri amici sacerdoti

attraverso le attività nella comunità, durante la

preghiera, i pasti, lo sport, la ricreazione e le

gite. Questi sono i migliori momenti per cono-

scere l‘altro.

In questo collegio, siamo tutti studenti che devo-

no affrontare tante difficoltà, superandole con

uno spirito di solidarietà. Il conoscersi l‘un l‘al-

tro sviluppa l‘amicizia. Essa tra noi diventa un

legame forte anche attraverso la formazione del-

la spiritualità, i ritiri, la formazione sacerdotale

e la santa messa. La messa inculturata, ogni

giovedì sera, è un bel momento per farsi un‘idea

del profilo di ciascun paese, conoscendone la

storia e la ricchezza.

L‘amicizia non è solo limitata alla conoscenza.

L‘esperienza vissuta in questo collegio forma un

legame fraterno. Dopo aver conosciuto bene i col-

leghi, mi sono sentito come in una famiglia per-

ché è cresciuto lo spirito di fratellanza. Siamo

qui tutti chiamati per la formazione, non solo

per studiare all‘università ma anche per crescere

nella spiritualità sacerdotale affinché la nostra

personalità possa svilupparsi correttamente in

modo che un giorno possiamo tornare in patria

ed essere dei missionari affidabili nelle nostre

rispettive diocesi. I superiori del Collegio San

Pietro Apostolo sono diventati come le figure dei

nostri genitori che ci hanno accompagnato fedel-

mente in modo che possiamo completare la

formazione e lo studio. Essi sono stati presenti

per essere guide significative perché possiamo

diventare sacerdoti più preparati e all‘altezza

del compito a cui siamo chiamati per poter

servire le diocesi nel migliore dei modi.

L‘esperienza di incontro, di amicizia e di frater-

nità con tutti, soprattutto con i colleghi proveni-

enti da diversi paesi, è una perla che conservere-

mo nel corso della nostra vita, per mantenerci

nella chiamata a costruire il regno di Dio ovun-

que siamo inviati.

L’incontro, L’amicicizia e la Fratellanza

Le o

nde

Padre Aidan Sidik

―Non si può essere sacerdote col distacco dal

popolo… Un sacerdote che si distacca dal popolo

non è capace di dare il messaggio di Gesù. Non

è capace di dare le carezze di Gesù alla gente.‖

(Papa Francesco ai Seminaristi del Semi-

nario Pio XI, 10/12/2016).

Page 13: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

13

S ono all‘ultimo

anno nel Collegio

San Pietro Apostolo,

dove sono entrato

nell‘anno 2013. Quin-

di, ho fatto quattro

anni nel collegio. Og-

ni anno si vivono di-

verse esperienze. Il

primo anno, e‘ stato

sicuramente il più

duro di tutti. In

questo anno, il pri-

mo, avevo tante cose

da imparare: la lin-

gua italiana, che era una grande sfida, la cultu-

ra italiana, la vita nel collegio dopo un periodo

di tempo passato nella parrocchia, il nuovo modo

di vivere. C‘era anche la mancanza della gente

di casa mia, soprattutto la mia famiglia e gli

amici. Oltre queste sfide, c‘erano anche molte

belle cose. La vita comunitaria e lo spirito di fra-

ternità nel Collegio era una grande forza e gioia

per me: condividiamo le nostre sofferenze e le

nostre gioie insieme, e ci aiutiamo a vicenda nei

momenti difficili. Ho sperimentato questo tante

volte.

Dopo il primo anno, mi sono adattato alla vita

nel collegio e alla vita accademica, e sono ri-

uscito a superare tante di queste sfide.

La nostra comunità del Collegio è universale, e

ciò mi ha dato l‘opportunità di interagire, im-

parare e costruire amicizia con sacerdoti che

provengono da altre parti del mondo. Mi ha al-

largato anche lo sguardo sulla realtà della

Chiesa. Alcune attività nella comunità, come lo

sport e il coro, mi hanno aiutato ad inserirmi più

facilmente. Altri momenti forti della comunità,

come la messa inculturata di ogni giovedì, la fes-

ta dell‘inaugurazione dell‘anno accademico, la

festa del Collegio, e quella dei partenti, mi han-

no regalato una vitalità e una grande gioia di

vedere tanta creatività e di scoprire tante cose

che mi hanno arricchito.

Per concludere, devo dire che il mio soggiorno a

Roma e specialmente al Collegio San Pietro, è

stato un momento gioioso e ricco di esperienze

edificanti, che ha avuto un grande impatto nel

mio essere sacerdotale, e nella mia vita in gen-

erale. Spero di poter fare tesoro di questa es-

perienza, e di arricchire la mia diocesi.

Dio benedica il Collegio San Pietro!

Un’esperienza che è un tesoro

Le o

nde

―S―S―Se vogliamo essere Cristiani dobbiamo essere

Mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto

essenziale, vitale e provvidenziale che unisce la

Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a

Lui ci conduce.‖ (Papa Francesco a Fatima,

il 13 maggio 2017).

Padre Gabriel Rantutu

Il centenario dell’ apparizione della

Vergine a Fatima.

Page 14: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

14

L e foglie morte

che cadono

dall‘albero non

significano la morte

dell‘albero, sono invece

un segno della vita

e della rigenera-

zione. Un ritiro è

così una chiamata

alla conversione in

continuazione, alla

quale il Vangelo

sempre ci invita.

Padre Juan Javier

Flores Arcas, OSB, Rettore Magnifico del

Pontificio Ateneo Sant‘Anselmo, ci ha

messo sulla strada della conversione, con-

ducendo la nostra meditazione sulla Pietà

Liturgica.

La Liturgia è lo spazio ed il tempo sacro in cui

ci incontriamo con il Signore, anzi la Liturgia

unisce la Chiesa e la Chiesa celebra la Liturgia

quotidianamente, come l‘espressione della fede

e della vita, uno senza l‘altro sarebbero incom-

pleti e senza signifi-

cato. Pur celebrando

i misteri ogni giorno,

siamo in un certo

senso induriti di

cuore per vari mo-

tivi. Sia per le esi-

genze lavorative, sia

per la routine, noi ci

allontaniamo dalla

bellezza liturgica.

L‘incontro con Gesù

Cristo nella liturgia

è un evento mistico

che commuove tutto

il nostro essere. Noi cerchiamo di celebrare il

mistero, anzi il mistero ci penetra e cresce in

noi, facendo di ognuno di noi una sola cosa con

il Signore. Nell‘esortazione Sacramentum Cari-

tatis si legge che la migliore catechesi sull‘Eu-

caristia è l‘Eucaristia ben celebrata. Purtroppo

questa non è l‘esperienza di molti di noi.

Per questo dobbiamo coltivare una pietas – un

senso di interiorità ed il desiderio di intimità

con Cristo. Dove trovare questa pietas è la ques-

tione: dentro la celebrazione liturgica o, come

prima della riforma della liturgia, nella

devozione ai

Santi ed alla

Madonna, ecc.

Padre Flores ha

messo in eviden-

za la necessità di

essere attenti

alla commozione

dell‘anima du-

rante la celebra-

zione. L‘intimità

con Dio produce

una partecipa-

zione vera, non soltanto nelle orazioni ma nel

lasciare spazio a Dio di penetrare il nostro es-

sere e produrre il frutto della Liturgia – la co-

munione. Si tratta soprattutto di incorporarsi a

Cristo, essere uniti a Lui, imitarlo in tutte le

sue tappe di vita.

«La vita di Cristo si trasfor-

ma in alimento permanente

della nostra vita cristiana.

Non c‘è azione di Cristo che

non abbia una ripercussione

nella nostra esistenza.»

Queste parole di Padre Flores

hanno lasciato un‘impronta

sul mio cuore. Mi ha fatto

pensare alle celebrazioni dove

per mancanza di questa com-

mozione avevo partecipato

soltanto fisicamente senza

accedere a questi grandi mis-

teri. La conversione di cuore

accade quando uno viene in-

contro alla bontà, alla bellezza, ed all‘amore di

Gesù fatto presente nella Sacra Liturgia. Prego

il Signore di darmi la grazia di crescere nella

Pietas ed entrare profondamente nella vita

divina della Santa Trinità attraverso la Sacra

Liturgia.

Ritiro Mensile

Le o

nde

Padre Gavin Lopes

Padre Juan Javier con alcuni membri della comunità

Page 15: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

15

I n Genesi 2,8 leggiamo

che ―…il Signore Dio

piantò un giardino in

Eden, ad oriente, e vi

collocò l‘uomo che aveva

plasmato‖. Penso che

così sia stata la nostra

vita nel Collegio San

Pietro Apostolo. In un

certo senso, il Collegio

assomiglia al giardino di

Eden; c‘è tutto e non ci

manca nulla. Il Collegio San Pietro mi ha intro-

dotto in una nuova cultura, un'altra lingua e

mi ha anche donato nuovi amici provenienti da

diverse parti del mondo. In poche parole, dicia-

mo che ho potuto vedere le cose in un altro modo

e così questi doni mi hanno aiutato ad ap-

profondire la mia conoscenza della Bibbia.

Vorrei raccontare un‘esperienza: questo inverno,

per motivi di salute, non sono potuto uscire dalla

mia stanza per circa una settimana. Dopo alcuni

giorni, quando sono guarito, sono andato al

refettorio per la cena. Suor Eleonora mi ha visto

ed ha saputo che ero stato malato per alcuni

giorni e non avevo potuto riprendere i vestiti

dalla lavanderia. Così con tanta cura, mi ha

chiesto di aspettare nel corridoio, dove era caldo,

ed è andata nella lavanderia e mi ha portato i

miei vestiti puliti. Le ho detto che lei aveva fatto

come mia madre e lei mi ha risposto che la ma-

dre fa più di questo. Questa non è un caso isola-

to, fa parte di tante cose che fanno vivere in

questo Collegio un‘atmosfera di famiglia. Tutti

noi abbiamo sperimentato, così, diverse belle es-

perienze. Tutti i membri del Collegio, dal Ret-

tore fino ad ogni singolo membro, fanno i loro

servizi con tanta cura e con tanto amore per ren-

dere gradevole la nostra vita quotidiana. Ringra-

zio tanto, con tenerezza e con preghiera, la Con-

gregazione per l‘Evangelizzazione dei Popoli ed i

suoi benefattori. Il Collegio san Pietro è la nos-

tra alma mater che ci ha aiutato tanto per

trascorrere la nostra vita sacerdotale in un modo

migliore e per prepararci bene in questi anni per

la missione del Signore.

M entre si accendono

le luci che annun-

ciano l‘ora della nostra

partenza, vorrei come ri-

cordo lasciare due pensie-

rini. Il primo consiste in

un riassunto della mia

esperienza al collegio e il

secondo una parola di ri-

cordo per quelli che riman-

gono. Riguardo alla mia

esperienza al collegio ri-

tengo opportuno di insi-

stere sul fatto della vita

comunitaria. Questa vita è una bellissima espe-

rienza nella quale non si stanca di imparare.

Nessuno ha il monopolio della vita in comunità,

c‘è sempre qualcosa da ricevere, qualcosa da

offrire e qualcosa da sperimentare. Per questi

quattro anni, da parte di amici che non conosce-

vo prima, ho imparato tanto, e questo mi ha fat-

to crescere nel mio essere in relazione con gli

altri. Ho scoperto che vivere in comunità è una

sfida che si deve affrontare ogni giorno con le

armi dell‘amore e della preghiera. È il momento

anche se non menziono i nomi, di ringraziare

questi amici sacerdoti per ciò che sono stati per

me e per ciò che sono per il Signore: ―strumenti

per aiutare gli altri‖.

Agli studenti che rimangono nel collegio,

soprattutto ai nuovi vorrei consigliare di vivere

veramente la vita comunitaria senza pregiudizi

e preconcetti. Ogni situazione merita di essere

vissuta con tutta la nostra personalità perché il

soggiorno a Roma è anzitutto una parte del no-

stro essere sacerdote. Non è come una partita di

allenamento che verrà seguita da quella seria

nei nostri paesi al nostro ritorno. Tutto vissuto

con apertura di cuore è sempre fonte di reale

scambio fraterno. Non è detto che sarà facile,

ma laddove c‘è sforzo c‘è veramente godimento.

Auguro a questi miei fratelli un buon soggiorno

al collegio e una bellissima esperienza sacerdo-

tale.

Le o

nde

Le Parole di ricordo Il collegio: “alma mater”

Padre Kuriyappilly

Sebastian

Padre Jean– Marc Abel

Page 16: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

16

D opo un bel

periodo di stu-

dio a Roma ed uno

splendido cammino

comunitario in ques-

to collegio, è giunta

l‘ora ti lasciare

questa comunità,

con gioia immensa,

grande soddisfa-

zione e sincera grat-

itudine. Infatti, la

borsa di studio che

mi ha offerto la

Congregazione di Propaganda Fide, mi ha dato

l‘opportunità di vivere, oltre l‘accurata prepara-

zione accademica, un cammino comunitario con

tanti altri confratelli nel Pontificio Collegio San

Pietro Apostolo. È stata per me un‘opportunità

unica che ha arricchito la mia formazione uma-

na, intellettuale e spirituale. L‘atmosfera di

unità, di accoglienza, di stima reciproca e di as-

colto che si respira, tra sacerdoti provenienti da

culture, aree geografiche così svariate, mi ha

fatto percepire in modo ancora più vivo la stu-

penda realtà della Chiesa ―Una, Santa, Cattoli-

ca ed Apostolica.‖

Un bel cammino comunitario

Le o

nde

Padre Canisius Sibomana

―ll sacerdote è, anzitutto, ministro della Parola di Dio, è consacrato e mandato ad an-

nunciare a tutti il Vangelo del Regno, chiamando ogni uomo all'obbedienza della fede e

conducendo i credenti ad una conoscenza e comunione sempre più profonde del mistero

di Dio, rivelato e comunicato a noi in Cristo. Per questo, il sacerdote stesso per primo

deve sviluppare una grande familiarità personale con la Parola di Dio: non gli basta

conoscerne l'aspetto linguistico o esegetico, che pure è necessario; gli occorre accostare

la Parola con cuore docile e orante, perché essa penetri a fondo nei suoi pensieri e sen-

timenti e generi in lui una mentalità nuova — « il pensiero di Cristo » (165) —, in modo

che le sue parole, le sue scelte e i suoi atteggiamenti siano sempre più una trasparen-

za, un annuncio ed una testimonianza del Vangelo. Solo « rimanendo » nella Parola, il

sacerdote diventerà perfetto discepolo del Signore, conoscerà la verità e sarà veramen-

te libero, superando ogni condizionamento contrario od estraneo al Vangelo.‖

(Pastores Dabo Vobis n.26 )

V orrei ringra-

ziare tutti

Voi per la

bella esperi-

enza che ho vissuto

nella vita comuni-

taria al collegio.

Ci sono tante cose

che ho imparato da

voi, specialmente,

nella vostra accogli-

enza e nella vostra

pazienza. Per me,

quattro anni in ques-

to collegio, non sono

stati mai tempo perso. Anzi, c‘è sempre stato

qualcosa di nuovo da imparare.

Chiedo scusa a voi tutti, se non vi lascio un es-

empio bello e fruttuoso. Tuttavia, credo che voi

che rimanete, potete imparare l‘un dall‘altro.

Non dimenticate che è solo chi sta con Dio in

Cristo che è utile per gli altri, ed anche per la

Chiesa intera.

Padre Michael Parinya

Grazie per l’ accoglienza

Page 17: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

17

N el settantesimo

a n n i v e r s a r i o

del l ‘es istenza

del Collegio San Pietro

Apostolo, la squadra di

Calcio del collegio ha

avuto l‘occasione di par-

tecipare, per la prima

volta, alla ‗Clericus Cup‘,

che si gioca da undici

anni.

O g n i

anno viene scelta una frase

della Chiesa come tema per

promuovere il valore e l'im-

portanza dello sport nella vita

della chiesa e di tutta l‘umani-

tà. Quest‘anno è stato scelta

la frase di Papa Francesco:

―Mettiamoci in gioco nella vita

come nello sport‖. Cioè, in

quei pochi minuti di scambio

fraterno sul campo, i sacerdoti

vengono invitati a dimostrare

al mondo che Cristo si trova

non solo nella chiesa, ma si può incontrarLo

ovunque, anche nel fratello sul campo di gioco.

Ecco, con questa passione e con tutta l‘allegria,

la squadra

del Collegio

San Pietro

A p o s t o l o

questo an-

no ha fatto

i l s u o

‗derby‘ all‘

Oratorio di

Papa Pio

XI. La sfida

non è stata

facile come

accade, al

solito, ‗la

prima volta di ogni cosa‘; la squadra ha vinto

una partita su tre. Però, la gioia grande della

squadra non era vincere per forza le partite, ma

vincere l‘amore del fratello, dell‘opponente: cioè

fare del torneo ‗il cuore di Cristo‘ (Efisini 1, 10),

un‘altra 'Gerusalemme Celeste'- città di Dio e

un regno di pace.Questo è dimostrato dallo

spirito di gioia con cui sempre i giocatori e i

tifosi sono partiti per giocare e sono tornati, poi,

al collegio al termine della partita.

Perciò, si è creato uno spirito di condivisione tra

i membri della squadra ed un ambiente e

un'aria nuovi nel collegio. Dopo 70 anni di

esistenza, adesso c‘è un nuovo polmone nel col-

legio. Un inizio

che porta tanta

speranza per la

vita comuni-

taria del colle-

gio. Il nostro

augurio è che

questa iniziati-

va e speranza

c o n t a m i n i no

tutti gli altri

sport nel colle-

gio e anche

tutte le altre

attività non

sportive.

Veramente, vale la pena metterci in gioco nella

vita del collegio come nello sport. Abbiamo bi-

sogno di creare un ambiente di

fraternità, con il cuore palpitante

di una madre che si preoccupa dei

figli; dobbiamo avere un sogno,

una visione di ‗Gerusalemme ce-

leste‘, c‘è bisogno del coraggio e

della misericordia di andare verso

il cosiddetto opponente in campo

per dargli la mano, per sollevarlo

dal suo dolore. Perché, quando

vince ‗la squadra‘ non vince mai

un individuo, ma vince tutto

‗l‘equipaggio‘: Gli 11 in campo, gli

allenatori, i giocatori in panchina

e soprattutto i tifosi.

Possiamo fare questo come comunità di sacerdo-

ti? Il pallone è nel nostro campo.

Le o

nde

Mettiamoci in gioco nella vita come nello Sport

Padre Emmanuel

Boakye

Page 18: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

18

C ara suor Valeria,

grazie per tutto quello che hai fatto

per noi in questi anni al Collegio San Pietro!

Quanti sacerdoti hai visto passare? Tantissi-

mi…. e tutti Ti portano nel loro cuore, per i

tanti servizi che hai reso alla Comunità, per

le Tue parole gentili e gli incoraggiamenti…

per le Tue barzellette, per il Tuo cuore conten-

to!

Grazie e auguri!

Collegio S. Pietro 25 maggio 2017

La Comunità

Cara Suor Valeria

Le o

nde

Page 19: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

19

Alcuni momenti della festa Patronale del 22 febbraio 2017

Le o

nde

La cena della festa patronale del 22 febbraio 2017

Alcuni degli alunni alla cena

La cena della festa patronale del 22 febbraio 2017

Gli ospiti all‘Ispezione dell‘ dimostrazione del 22 febbraio 2017

―I sacerdoti, come i diaconi, hanno promesso

solennemente di esercitare il loro ministero con

fedeltà. Si aspetta dunque che la loro vita sia in

accordo con le loro sacre responsabilità.‖ {Il

Cardinale Francis Arinze alla Presentazio-

ne della “Redemptionis Sacramentum” il 23

Aprile 2004}

―Non dobbiamo permettere a nessuno di allon-

tanarsi dalla nostra presenza, senza sentirsi

migliore e più felice.‖ Santa Madre Teresa

di Calcutta

Page 20: ANDATE PER TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO AD …

20

―Qui, sul Gianicolo, in faccia alla Sede di Pietro, Propaganda vuole formare un manipolo di apostoli per

le lontane terre di Missione ripetendo agli alunni le parole di S. Partizio: ut cristiniani sitis et romani!‖

Parole del S. E. Celso Costantini (il Fondatore del Collegio San Pietro, 1946)