Analisi tig impatto dell'apple pay sul mondo dei mobile payments - 110914

3
ANALISI TIG – Apple Pay: cosa cambia per i pagamenti con lo smartphone L’ingresso in grande stile di Apple nel mondo dei mobile payments con Apple Pay segna un punto di svolta importante per l’intero settore. La casa di Cupertino ha ingegnerizzato il proprio servizio all’interno dello smartphone iPhone 6 (e si prevede anche nell’iWatch) con la capacità che l’ha sempre contraddistinta, ossia quella di mettere al centro l’utente, in termini di usabilità, semplicità, immediatezza d’uso. Apple Pay, annunciata lo scorso 9 settembre per i prossimi modelli di iPhone 6 e iPhone 6 Plus – e in prospettiva anche per l’Apple Watch (video: http://vimeo.com/105692144 ), presenta aspetti innovativi rispetto ai servizi di mobile payments precedenti, da quelli di PayPal al Google Wallet alle varie sperimentazioni NFC alle soluzioni proposte da operatori telefonici e bancari. In sostanza, attenzione a sicurezza e privacy, semplicità di utilizzo, un network di retail, gestori di carte e banche che sottoscrivono da subito il progetto, con l’intento evidente di dare un forte impulso ai pagamenti da mobile. FOCUS SU SICUREZZA E PRIVACY Con Apple Pay le transazioni con carta di credito sono automatizzate e gestite in modo sicuro utilizzando la lettura dell’impronta digitale (Touch ID) sul telefono, e nel caso in cui lo smartphone venga perso, disabilitando Apple Pay tramite il Find my iPhone. Un sensore NFC trasferisce le informazioni wireless verso il lettore NFC del negozio, ma viene inviato un codice cifrato (dynamic security code) che è utilizzato una sola volta per ogni acquisto. Sul telefono, le informazioni relative alla carta di credito e alle transazioni sono conservate in un Security Element, un processore in cui sono conservati tutti i dati personali dell’utente, come ad esempio l’impronta digitale.

Transcript of Analisi tig impatto dell'apple pay sul mondo dei mobile payments - 110914

Page 1: Analisi tig   impatto dell'apple pay sul mondo dei mobile payments - 110914

ANALISI TIG – Apple Pay: cosa cambia per i pagamenti con lo smartphone

L’ingresso in grande stile di Apple nel mondo dei mobile payments con Apple Pay segna un punto di svolta importante per l’intero settore. La casa di Cupertino ha ingegnerizzato il proprio servizio all’interno dello smartphone iPhone 6 (e si prevede anche nell’iWatch) con la capacità che l’ha sempre contraddistinta, ossia quella di mettere al centro l’utente, in termini di usabilità, semplicità, immediatezza d’uso.

Apple Pay, annunciata lo scorso 9 settembre per i prossimi modelli di iPhone 6 e iPhone 6 Plus – e in prospettiva anche per l’Apple Watch (video: http://vimeo.com/105692144), presenta aspetti innovativi rispetto ai servizi di mobile payments precedenti, da quelli di PayPal al Google Wallet alle varie sperimentazioni NFC alle soluzioni proposte da operatori telefonici e bancari. In sostanza, attenzione a sicurezza e privacy, semplicità di utilizzo, un network di retail, gestori di carte e banche che sottoscrivono da subito il progetto, con l’intento evidente di dare un forte impulso ai pagamenti da mobile.

FOCUS SU SICUREZZA E PRIVACY

Con Apple Pay le transazioni con carta di credito sono automatizzate e gestite in modo sicuro utilizzando la lettura dell’impronta digitale (Touch ID) sul telefono, e nel caso in cui lo smartphone venga perso, disabilitando Apple Pay tramite il Find my iPhone. Un sensore NFC trasferisce le informazioni wireless verso il lettore NFC del negozio, ma viene inviato un codice cifrato (dynamic security code) che è utilizzato una sola volta per ogni acquisto. Sul telefono, le informazioni relative alla carta di credito e alle transazioni sono conservate in un Security Element, un processore in cui sono conservati tutti i dati personali dell’utente, come ad esempio l’impronta digitale.

Apple assicura inoltre di non avere alcuna visibilità sulle transazioni e sui dati delle carte di credito, nel rispetto della privacy dell’utente.

SEMPLICITÀ DI UTILIZZO

Apple Pay permette di effettuare pagamenti in modo semplice e automatico, avvicinando lo smartphone al lettore NFC e autorizzando il pagamento.

Gli utenti possono pagare utilizzando la carta di credito già registrata su iTunes (800 milioni di utenti registrati, molti dei quali hanno già fornito le proprie credenziali di pagamento per acquisti di App, musica, video, software).

E’ possibile utilizzare altre carte di credito: basta fotografarle con lo smartphone, Apple verifica la validità della carta con la banca e quindi carica la carta di credito nella App Passbook (rilasciata nel 2012 e già utilizzata da telefoni iOS 6 o successivi per conservare l’immagine digitale di carte di fedeltà, biglietti relativi a spettacoli o viaggi).

Page 2: Analisi tig   impatto dell'apple pay sul mondo dei mobile payments - 110914

DISPONIBILITA’ DEL SERVIZIO

Il nuovo Apple Pay sarà lanciato in ottobre in accordo con varie banche americane (Citi, Bank of America, PNC), gestori di carte di credito (American Express, Mastercard e Visa), catene retail e della ristorazione per un totale di oltre 200.000 punti vendita.

Sarà anche in funzione negli store Apple, e a breve è prevista l’integrazione con altre App, ad esempio quelle di Target, Groupon, Uber e MLB, per la gestione dei pagamenti.

QUALE SARÀ L’IMPATTO NEL BREVE PERIODO?

La portata dell’annuncio sta non soltanto nell’usabilità del servizio ma soprattutto nell’ampiezza dell’ecosistema e nella partecipazione di più player interessati allo sviluppo dei mobile payments. L’impatto più immediato sarà che l’utilizzo del NFC per i pagamenti da mobile in prossimità diventerà presto lo standard de facto, adottato anche dalle soluzioni di altri vendor.

Dal punto di vista dei retailer, la soluzione comporta numerosi benefici: riduce i tempi di attesa alle casse, aumenta nei negozi oppure online gli acquisti d’impulso (basta schiacciare il bottone per concludere la transazione).

Dal punto di vista della Apple, anche assumendo che guadagni una piccola percentuale sul transato, con le stime attuali relative agli acquisti da mobile il valore che ne può trarre è veramente limitato: il valore dell’operazione sta piuttosto nella creazione di un più ampio ecosistema iOS rispetto a quello del rivale Google con Android.

Dal punto di vista delle banche, la domanda è chiaramente se Apple si limiterà a gestire le transazioni con una tecnologia che automatizza quanto prima era fatto manualmente (come già fatto prima di lei da competitor come Google Wallet o PayPal) oppure se avrà interesse ad aggredire altri aspetti più vicini alla gestione del credito dei clienti, in sostanza diventando essa stessa un fornitore di credito da un ipotetico “conto Apple”. Questa scelta, che porterebbe effettivamente a nuovi scenari, non sembra comunque al momento molto probabile o in linea con la strategia del vendor. Quella che invece deve essere considerata un’importante opportunità da parte di tutto il mondo finanziario sarà di entrare a far parte rapidamente nell’ecosistema costruito dalla Apple intorno ai nuovi iPhone 6 – soprattutto una volta che Apple Pay si sarà dimostrato effettivamente efficace e sicuro.

Ultima nota: il servizio funziona senza alcun intervento da parte degli operatori di telefonia mobile, che quindi sarebbero automaticamente esclusi dal mercato. Questo aspetto interesserà sicuramente molto agli attori attivi nel nascente mercato italiano del mobile proximity payments (se ne parla da 4 anni, si è visto ancora poco o niente), caratterizzato da: una pletora di soluzioni; sperimentazioni che hanno visto sul fronte del NFC SIM Based accordi tra banche e operatori TLC mobile; tempi troppo lunghi nella promozione delle nuove modalità di acquisto e, soprattutto, scarsa “presa” presso i consumatori finali.

Elena Vaciago – The Innovation Group