Analisi Modelli Di Modulo a Cura Di Antonio Grasso Del Rondani Di Parma

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A.Grassi - Modularità nell’EDA MODELLI di MODULARITA’ DIDATTICA nell’ EDA L’Accordo Stato – Regioni – Autonomie locali del marzo 2000 chiede un profondo rinnovamento della didattica , passando da una programmazione delle attività formative centrata sui curricoli e corsi lunghi, a una programmazione centrata su competenze e percorsi modulari; cioè su segmenti brevi e non necessariamente sequenziali, costruiti in modo che ogni singola unità costituisca un tutto e possa essere autonomamente certificata, rappresentando così, un credito formativo. “ Il modello formativo si caratterizza per l’offerta di una molteplicità di percorsi aperti e flessibili e di specifiche opportunità, al fine di essere centrato sulle condizioni di partecipazione degli iscritti e favorire l’ingresso in formazione di soggetti adulti di ogni età. Esso si caratterizza per la modularità dei percorsi e per la flessibilità dei moduli che lo compongono, ognuno finito in sé e riconosciuto, eventualmente, anche quale credito formativo dai soggetti coinvolti sia per la prosecuzioni degli studi…sia per una professionalizzazione dell’individuo..[…] si potrà prevedere il riconoscimento di crediti ai fini della riduzione del percorso scolastico…” La diversità della domanda sociale di formazione nell’EDA , implica la messa a punto di modelli di progettazione didattica funzionali alla realizzazione di un’offerta formativa flessibile. Flessibile in rapporto alla: Creazione di percorsi formativi brevi, facilmente modificabili e raccordabili fra loro Realizzazione di un’offerta fortemente personalizzata e centrata sulla problematicità delle situazioni reali. Praticabilità di rientri e passaggi fra i vari segmenti del sistema EDA.(Sistema formativi integrato) Certificazione anche di segmenti formativi modulari ( accreditamento di risultati anche parziali) Capacità di sviluppare un sistema omogeneo di certificazione dei crediti formativi ( Standard formativi )spendibili, in qualsiasi momento della vita, nei diversi contesti del sistema dell’istruzione e della formazione. In questo contesto educativo, tendenzialmente “destrutturato”, l’attenzione didattica deve essere focalizzata anche sulla dimensione progettuale dei percorsi formativi. Cosa debba essere fatto per educare e come lo si debba fare. 1

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MODELLI di MODULARITA’ DIDATTICA nell’ EDA

L’Accordo Stato – Regioni – Autonomie locali del marzo 2000 chiede un profondo rinnovamento della didattica , passando da una programmazione delle attività formative centrata sui curricoli e corsi lunghi, a una programmazione centrata su competenze e percorsi modulari; cioè su segmenti brevi e non necessariamente sequenziali, costruiti in modo che ogni singola unità costituisca un tutto e possa essere autonomamente certificata, rappresentando così, un credito formativo. “ Il modello formativo si caratterizza per l’offerta di una molteplicità di percorsi aperti e flessibili e di specifiche opportunità, al fine di essere centrato sulle condizioni di partecipazione degli iscritti e favorire l’ingresso in formazione di soggetti adulti di ogni età. Esso si caratterizza per la modularità dei percorsi e per la flessibilità dei moduli che lo compongono, ognuno finito in sé e riconosciuto, eventualmente, anche quale credito formativo dai soggetti coinvolti sia per la prosecuzioni degli studi…sia per una professionalizzazione dell’individuo..[…] si potrà prevedere il riconoscimento di crediti ai fini della riduzione del percorso scolastico…”

La diversità della domanda sociale di formazione nell’EDA , implica la messa a punto di modelli di progettazione didattica funzionali alla realizzazione di un’offerta formativa flessibile.Flessibile in rapporto alla: Creazione di percorsi formativi brevi, facilmente modificabili e raccordabili fra loro Realizzazione di un’offerta fortemente personalizzata e centrata sulla problematicità delle

situazioni reali. Praticabilità di rientri e passaggi fra i vari segmenti del sistema EDA.(Sistema formativi

integrato) Certificazione anche di segmenti formativi modulari ( accreditamento di risultati anche parziali) Capacità di sviluppare un sistema omogeneo di certificazione dei crediti formativi ( Standard

formativi )spendibili, in qualsiasi momento della vita, nei diversi contesti del sistema dell’istruzione e della formazione.

In questo contesto educativo, tendenzialmente “destrutturato”, l’attenzione didattica deve essere focalizzata anche sulla dimensione progettuale dei percorsi formativi.Cosa debba essere fatto per educare e come lo si debba fare.

ALCUNI MODELLI DI RIFERIMENTO

La nostra esperienza ci indica che non esiste un modello valido “per tutte le stagioni “, ma esistono modelli sperimentati che possono essere analizzati come strutture di confronto, di dialogo per essere rielaborati in situazioni diverse. La ricerca sviluppata ha fermato l’attenzione, principalmente, su quattro approcci che sembrano costituire un riferimento di fatto possibile:1. UFC ( Unità Formative Capitalizzabili ) Isfol ( Istituto per lo sviluppo della formazione

professionale dei lavoratori ) 2. UFM ( Unità Formative Modulari)3. UdA ( Unità di Apprendimento )

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UFC Isfol ( Un modello col quale confrontarsi)

La definizione: unità formativa capitalizzabile come unità tipo di riferimento e/o standard minimo di riferimento per la formazione, avente come scopo il raggiungimento di precise competenze. Quindi l’UFC rappresenta la struttura di base di un segmento formativo ( pertanto di pertinenza degli attori cui compete pianificare la formazione); il modulo è l’implementazione della UFC, in esso vengono definite in dettaglio la tempistica, le risorse, e le modalità del loro utilizzo ( queste operazioni pongono attenzione, tecnicamente, al processo di apprendimento). L’UFC è, quindi, l’ipotesi metodologica per un sistema formativo fortemente integrato. Sistema che vede la formazione professionale e il mondo del lavoro collaborare insieme per raggiungere un obiettivo unico: la formazione lungo tutto l’arco della vita. E’ un modello marcatamente centrato sullo sviluppo delle competenze, del saper fare, ed assume come termine di riferimento principale i processi organizzativi. Anche le UFC che devono sviluppare le competenze di base e trasversali , nascono da un’analisi del comportamento lavorativo del soggetto. Quindi, il processo formativo, deve sviluppare, principalmente, quelle capacità operative che il soggetto abile ed esperto compie di fronte ad un compito lavorativo.Ad esempio nelle mappe delle competenze trasversali: diagnosticare la situazione, il compito, il problema, se stesso, relazionarsi a persona o a cose, affrontare la situazione o prendere la decisioni di agire. L’UFC nasce, quindi, dopo un’attenta analisi del lavoro che il soggetto deve svolgere. Quindi si passa a individuare, descrivere, denominare delle aree di attività (AdA) e solamente in questo momento si collegano ad esse il risultato atteso e le competenze che concorrono alla sua realizzazione. E’ sulle competenze, intese come standard formativo minimo, che gli operatori educativi sono chiamati a delineare un percorso di esperienze di apprendimento idonee a conseguire il risultato atteso.

Considerazione Siamo in piena logica di predeterminazione, con il rischio che il processo educativo in particolare, e in generale i processi di apprendimento, siano messi in secondo piano rispetto all’attenzione riposta verso la costruzione del percorso formativo cioè verso le condizioni “esterne”. Viene di fatto sottovalutato tutto ciò che avviene durante la pratica educativa, presupponendo che i partecipanti non possono prendere, da parte loro, alcuna decisione sull’andamento delle cose Inoltre l’UFC ha nel risultato atteso uno dei suoi costrutti fondamentali: tutta la pratica educativa ruota intorno al risultato atteso. Un’impostazione del genere può funzionare solo con soggetti molto motivati come coloro che sono orientamento o in riorientamento lavorativo.

Analisi del processo ( Tecnico del sistema post-vendita – IAL Piacenza)

1. Individuazione dei fabbisogni formativi (Osservatorio Provinciale del Lavoro) 2. Definizione di un profilo professionale coerente con quelli presentati dalla Regione3. Descrizione e definizione delle aree di attività ( specificano ulteriormente il profilo

dell’operatore )4. Definizione delle competenze che il profilo professionale deve possedere per esercitare quelle

attività5. Definizione dei contenuti e quindi del percorso di apprendimento idoneo, in un certo tempo e

attraverso l’utilizzo di determinate metodologie, a conseguire il risultato atteso.

Metodologicamente le tre macro fasi che vengono considerate nella costruzione delle UFC sono:

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- analisi dei requisiti di base per l’occupabilità ( UFC di base)- analisi dei processi di comparto ( UFC tecnico-professionali )- analisi del comportamento in ambito lavorativo ( UFC trasversali )

Struttura dell’UFC

Descrittori riconosciuti dall’ISFOL come essenziali affinché l’UFC corrisponda a criteri di standardizzazione e a modello di riferimento formativo confrontabile, spendibile e applicabile in diversi contesti.

Titolo Denominazione dell’unità formativa sotto forma di competenza.Ad esempio: Operare su siti Internet/Gestione ricambi/La ricerca della documentazione tecnica……..

Risultato atteso E’ in forma sintetica l’obiettivo a cui tende l’unità

Attività Insieme di attività necessarie che il soggetto deve fare per raggiungere il risultato atteso.Esprime un insieme di azioni attraverso l’uso di forme verbali all’infinito.

Competenze Le competenze esprimono che cosa il soggetto dev’essere in grado di fare per presidiare efficacemente le attività sopra descritte e sono l’obiettivo particolare della UFC.

Prerequisiti Sono le conoscenze e le competenze che il soggetto deve possedere, come precedente risorsa, per poter accedere al percorso

Contenuti Sono gli ambiti del sapere sui quali si fondono le competenze dell’UFC

Durata Esprime in termini quantitativi il tempo necessario per l’acquisizione dell’intera UFC

Modalità formative Si classificano i contesti formativi più idonei per l’apprendimento/sviluppo delle competenze: lezione frontale, analisi di casi, esercitazioni di laboratorio, stage, tirocini formativi.

Modalità di valutazione

Sono le tipologie di verifica delle competenze previste: prove pratiche, soluzioni di caso, performance di simulazione.

Questo modello è stato sperimentato principalmente nella formazione professionale in quanto, evidentemente ponderato sulle certificazione delle competenze, sul “saper fare, è più orientato all’articolazione con il mondo del lavoro che all'integrazione con il sistema dell’istruzione .Infatti, da esso, si ricava un’idea di flessibilità di natura tecnica ma non legata all’andamento reale di un processo di apprendimento.

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UFM ( Unità Formative Modulari ) - Un modello didattico per l’EDA -(Progetto POLIS - CTP Casale Monferrato – Piemonte)

Lo schema modulare utilizzato nel progetto Polis, rimanda all’idea della modularità vista come una segmentazione di un percorso più ampio in unità minime per realizzare una certa flessibilità nei percorsi (personalizzazione) e nelle strategie formative ( certificazione dei crediti e percorsi integrativi). Il rischio di sbilanciare troppo l’attenzione degli insegnanti verso la costruzione, l’architettura , a scapito delle condizioni “interne” all’apprendimento, vengono superate nel momento in cui si inseriscono, nel processo di elaborazione del modello, i bisogni dell’adulto in rientro scolastico e l’opportunità di un’azione formativa che deve mirare a coinvolgere i soggetti valorizzando gli schemi interpretativi già presenti nell’adulto. Quindi la modularità del percorso, pur rimanendo un elemento cardine per lo sviluppo delle competenze, l’uso finalizzato delle conoscenze, la certificazione dei crediti (proposte non diverse dallo schema Isfol) è vissuta anche come elemento necessario per dare avvio ad un percorso di apprendimento ( logica del sistema aperto non predefinito: azione formativa come qualcosa che può modificarsi ed arricchirsi strada facendo). In questo caso, l’esperienza dei docenti EDA del Piemonte, ha posto l’attenzione su due questioni fondamentali:- il modello didattico deve porre il soggetto in rientro formativo al centro dell’azione educativa

( curricolo costruito intorno ai bisogni e agli interessi dell’adulto )- i moduli non devono essere pensati come elementi rigidi e predefiniti di un percorso più

complessivo che può essere invece flessibile, variamente articolato perché pensato e costruito sulla base di un catalogo ampio di unità modulari.

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La struttura dell’UFM

Titolo dell’UFM:la denominazione che viene data alla UFM, che sintetizzi/richiami un tema, un problema o un compito emerso come rilevante.

Prerequisiti:le competenze/conoscenze indispensabili che bisogna già possedere

Obiettivi di Apprendimento:Corrisponde ad una delle macro competenze individuate nell’analisi dei bisogni

Durata:il numero di ore ragionevolmente previsto per lo svolgimento dellaUFM

Articolazione dell’obiettivo generale in un modello di competenze descrivibili:

Contenuti

Saperi, conoscenze e concetti, attraverso i quali verranno sviluppate le competenze

Modalità formative

Risorse ( materiali e umane ) e strategie( tecniche e strumenti ) per l’apprendimento che si prevede di utilizzare.

Ovvero: il modellodi esperienze di apprendimento progettato

Modalità di valutazione

Metodi e strumenti di valutazione.

Criteri generali: la valutazione fa parte integrante del processo di formazione.

in termini di attività

ovvero: azioni, compiti, individuati come inerenti l’obiettivo generale.

La descrizione avviene mediante forme verbali all’infinito.

in termini di capacità

ovvero: le capacità che si ritiene siano implicate dall’obiettivo generale e che si intende sviluppare( perché emerse come bisogni formativi).

La descrizione avviene mediante forme verbali all’infinito

La descrizione deve coinvolgere i soggetti in apprendimento ( anche attraverso una attività di riflessione su modelli preesistenti )

La differenza tra questo schema e il modello dell’Isfol risulta ora sostanziale: mentre nell’UFC si evince che la preoccupazione principale è di tipo organizzativo ( progettare percorsi standard e definiti all’interno di un sistema di competenze predeterminate), nell’UFM la preoccupazione principale è di tipo pedagogico ( definire le condizioni “ interne “ ottimali per dare inizio ad un percorso di apprendimento articolato sui bisogni dei soggetti in rientro formativo) .

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Esempio di Unità Formativa Modulare ( da: Percorsi didattici per l’EDA- MIUR - Cappè/Calaminici )

Titolo dell’UFM:In poche parole ( meccanismi del linguaggio per sintetizzare)

Prerequisiti:Capacità di estrarre le informazioni contenute in un semplice testo descrittivo riferendole agli argomenti cui effettivamente si riferiscono

Obiettivi di Apprendimento:Possedere strumenti e criteri per realizzare sintesi, per riassumere testi di tipo descrittivo.

Durata:40 ore

Articolazione dell’obiettivo generale in un modello di competenze descrivibili:

Contenuti

Meccanismi del linguaggio verbale:meccanismi di sintesi lessicale ( sinonimi, pronomi e anafore, nominalizzazioni, metafore ); il meccanismo delle presupposizioni; inferenze e integrazione delle conoscenze; legami esplicativi tra le conoscenze e selezione delle conoscenze;legami scopistici e selezione delle informazioni.

Modalità formative

Per lo sviluppo delle competenze verranno privilegiate metodologie di apprendistato cognitivo in piccoli gruppi.

La riflessione sui meccanismi del linguaggio sarà sviluppata utilizzando la metodologia dell’apprendimento per scoperta.

Modalità di valutazione

Esecuzioni di prove consistenti in applicazioni di procedure di autocontrollo o di meccanismi linguistici presi in considerazione.

in termini di attività

produrre:- Un testo più

breve del testo di partenza che ne conserva tutte le informazioni

- Un testo che conserva solo parte dell’informazione.

- Un testo più breve nella forma e nel contenuto

- Un testo più breve che modifica forma e contenuto

in termini di capacità

- Parafrasare- Applicare

meccanismi di sintesi lessicale

- Applicare criteri di selezione dell’informazione:

valenza esplicativa delle informazioni, scopi dell’autore del brano di partenza,scopi che si vogliono raggiungere applicando la sintesi.

Utenza di riferimento:Adulti italiani, stranieri con conoscenze di base dell’italianoAmbiti di utilizzo: percorso per licenza media o rientro formativo nella secondaria superiore La UFM progettata può essere eventualmente suddivisa in sottomoduli e unità didattiche che

comunque mantengono la stessa struttura formale ( durata, obiettivo, attività, capacità, contenuti, modalità formative, modalità valutative).

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UdA ( Unità di Apprendimento) da “Percorsi didattici per l’EDA ” – MIUR – M. Levratti / S.Marchioro

Risultato atteso e competenze sono elementi percepiti nell’Uda ma con un’attenzione diversa rispetto all’UFC. L’Isfol concepisce la competenza come l’interfaccia fra l’analisi del lavoro e la proposta formativa, come il punto di arrivo dei processi di analisi del lavoro e il punto di partenza per stabilire i risultati attesi dell’azione formativa. Il termini di riferimento sono quindi le attivitàorganizzative del lavoro. Nell’Uda “ risultato atteso e competenze consistono nella prefigurazione di un “ essere in grado di “ corrispondente a bisogni ed esigenze che si ritiene un adulto possa esprimere in rapporto a determinate situazioni problematiche di vita e lavorative “.

Mentre l’UFC ha un carattere lineare e relativamente stabile:

L’Uda ha invece una configurazione circolare, prevede la possibilità di una interazione fra struttura, che prefigura un determinato risultato e processo che può produrre esiti conformi, parziali, o non corrispondenti rispetto a quelli prefigurati.

Il tipo di competenze che l’UDA può concorrere a sviluppare non è legato né all’analisi delle attività lavorative, né all’analisi disciplinare (programmi).Bensì alla problematicità delle situazioni reali, lavorative e di vita, e all’esercizio dei diritti di cittadinanza attiva. Questo significa individuare le competenze che stanno all’incrocio fra le discipline e i diritti di cittadinanza e lì praticare l’azione di sostegno educativo.

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Bisogni dell’adulto

Competenze/conoscenze

Azione educativa

Analisi del lavoro(processi organizzativi)

Competenze Azione formativa

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L’elaborazione della matrice UdA

Elementi costitutivi la matrice

La matrice si articola in tre parti:

1. La struttura:Rappresenta la componente dichiarativa, che esplicita la duplice connessione fra: Competenza e area disciplinare (le competenze che percorsi formativi in aree disciplinari

possono sviluppare) Competenza e soggetto ( valore che il soggetto può attribuire all’acquisizione di quella

competenza).2. Il processo:Rappresenta la componente descrittiva dell’azione didattica. In quanto legata alla “storia” personale dell’adulto, introduce l’elemento di flessibilità necessario a sviluppare percorsi personalizzati, modificabili e condivisi dall’utente. I campi di cui si compone sono i seguenti: Condizioni di ingresso Contenuti Metodologie Strumenti Verifiche e valutazione

3. La documentazione Certificazione Attestati Dichiarazioni

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Struttura:1. Denominazione

Uda2. Risultato atteso3. Competenze4. Conoscenze5. Durata

Processo :6. Scheda didattica Condizioni di

ingresso Metodologie Risorse / strumenti Verifica e

valutazione

Documentazione Certificazione Dichiarazione Attestato di frequenza

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Schema tipo dell’UdA

La Struttura

Titolo dell’UdA:Indica il nome sintetico dell’unità. Evidenzia la competenza raggiungibile.Deve indicare:- l’intenzionalità didattica pedagogica- il significato della proposta per l’utente.Es. “Capire/parlare con i numeri”

Area di processo :ogni UdA è caratterizzata da azioni riconducibili ad un’area composita di processi: si tratta di evidenziare operatori concettuali, modalità operative e/o conoscitive che caratterizzano lo svolgimento dell’UdA. ( es. tematizzare, sviluppare processi analogici, descrivere processi operativi, ecc. ). Risultato atteso:Risulta associato alla macrocompetenza dell’unità . Esprime la prefigurazione degli esiti certificabili dell’UdA.Es. Saper far di conto

Competenze:rappresentano l’articolazione del risultato atteso, sono quelle che si intende sviluppare attraverso il processo formativo. Vengono precedute dall’espressione “ essere in grado di “.Es. Essere in grado di effettuare moltiplicazioni con numeri naturali

Conoscenze:sono le condizioni attraverso cui si sviluppano le competenze.Durata:Espressa in ore definisce, all’interno di un range di tempo, la durata dell’intervento formativo.

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Il Processo

Competenze d’ingresso

Contenuti Metodologie Risorse / strumenti

Verifica e valutazione

Sono le condizioni di partenza rilevate in fase di accoglienza che consentono di stipulare il patto formativo, prefigurando un percorso didattico possibile. Oltre alle competenzeè opportuno rilevare: conoscenze, abilità, motivazioni.

Sono gli ambiti del sapere attraverso cui si sviluppano le competenze.

Comprendono i modi e le strategiedidattiche, scelte in rapporto all’utenza e alla situazione.

Indicano oltre alle attrezzature materiali, le risorse umane e professionali necessarie a rendere efficace l’attività.

Intesa nella doppia accezione:- Della qualità

dell’azione formativa in rapporto al soggetto in formazione

- Degli apprendimenti in relazione allo sviluppo di competenze da certificare.

La documentazione

Documentazione:

- Certificazione dell’UdA ( quando il percorso è stato completato ) .- Dichiarazione ( quando il percorso è stato in parte compiuto e le competenze solo parzialmente sviluppate ).- Attestato di frequenza ( non sono state acquisite competenze e può essere documentata solo la frequenza in termini di ore ).

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Il progetto FORMARE(L’esperienza della Rete dei CTP Scuole Serali Superiori di Parma )

Il progetto, finanziato con fondi della Regione Emilia Romagna, nasce dal gruppo di progettazione del CTP delle Scuole Serali Superiori di Parma. Il CTP è costituito da una rete di scuole superiori.Quattro di queste scuole hanno partecipato alla presentazione del progetto: l’Istituto Tecnico per Geometri “ C. Rondani “ , l’Istituto Tecnico Statale “L. da Vinci “, l’Istituto Tecnico Commerciale “ Bodoni” e l’Istituto Professionale Statale “ P.Giordani “.

L’idea del progetto

L’obiettivo prioritario del progetto “FORMARE” è quello di migliorare ed ampliare l’offerta formativa che le istituzioni scolastiche possono offrire, anche nell’ottica di una integrazione con la formazione professionale.Punto di partenza è stato il progetto “SIRIO” e il modello proposto dal Ministero per gli Istituti Professionali con la C.M. n. 305 del 20/05/1997, attualmente in vigore negli Istituti che si occupano di EdA. I punti di forza previsti da questi progetti ministeriali (riconoscimento di crediti formativi, tutoring, metodologie didattiche tendenti a valorizzare esperienze culturali e professionali dell’utenza) devono diventare effettivamente operativi ed interpretati in modo da favorire il più possibile coloro che decidono di rientrare in formazione.Quindi occorre che diventino operanti:- percorsi flessibili che valorizzino l’esperienza di cui sono portatori gli studenti;- introduzione di nuove tecnologie di supporto alla didattica;

- riorganizzazione della struttura e degli orari dei corsi, introducendo la modalità della classe aperta ;

- integrazione tra i sistemi della formazione e dell’istruzione in termini di reciproco riconoscimento dei crediti formativi.

L’integrazione fra l’istruzione e la formazione professionale si deve concretizzare attraverso progetti integrati che prevedano un 15% del monte ore curricolare ad appannaggio della formazione professionale, che deve essere presente sia nel Comitato Tecnico che nel Consiglio di Corso, con la quale si concorderà la programmazione annuale dei corsi. Sarà inoltre possibile prevedere nell’ambito dei percorsi curricolari, mirati al conseguimento del diploma, dei percorsi alternativi che siano riconosciuti e integrati con la formazione professionale.

Punto centrale, quindi, diventa la modularizzazione delle discipline degli Istituti facenti parte del C.T.P., che deve avere come conseguenza il riconoscimento delle competenze, che ciascun modulo prevede, da parte delle diverse istituzioni scolastiche interessate al progetto e da parte della formazione professionale. In questo modo alla fine del percorso lo studente avrà la possibilità di :1. sostenere l’esame di stato2. cambiare l’indirizzo di studi ed ottenere il riconoscimento formale dei crediti acquisiti

(sistematicità interna alla rete del CTP ).

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3. articolare percorsi formativi diversi fra il sistema dell’istruzione e quello della formazione, avendo la possibilità di un riconoscimento reciproco dei crediti maturati (sistematicità esterna con gli altri subsistemi dell’EDA).

La modularizzazione ha anche come obiettivo quello di costituire, all’interno delle singole scuole, un catalogo omogeneo dell’offerta formativa, centrato su un ampio numero di moduli didattici che potranno permettere alle scuole ed agli allievi, di costruire dei percorsi integrati, appositamente progettati, in base alle esigenze dell’adulto in rientro formativo e alle richieste dell’offerta occupazionale del territorio. Questo ci permetterà di moltiplicare le offerte formative e di realizzare forme comuni di ricerca e di elaborazione progettuale.

Il progetto infatti prevede:

a) Il totale superamento del concetto di classe intesa come sistema chiuso b) Un’offerta formativa caratterizzata da una pluralità di percorsi aperti e flessibilic) Il carattere modulare, breve , e non sequenziale delle attività formative d) L’integrazione tra i sistemi dell’istruzione e il sistema della formazione e) Il riconoscimento dei crediti e quindi la possibilità di capitalizzare le competenze/conoscenze.

La struttura del modulo La rielaborazione dei curricoli disciplinari dell’Istruzione è finalizzata alla creazione di nuovi percorsi formativi flessibili, personalizzabili secondo la necessità dell’utenza e, secondo la logica della rete, spendibili nei diversi ambiti del sistema dell’educazione degli adulti. I contenuti formativi dei moduli, definiti in termini di competenze (abilità e conoscenze), si possono raggiungere attraverso un percorso in unità didattiche, che vengono esplicitate ma non sono prescrittive, in quanto modificabili rispetto a materiali didattici, nuclei tematici, modalità e strumentazione didattica. Può essere, infatti, che il percorso educativo debba essere modificatoin itinere, come contenuti delle unità didattiche, pur mantenendo inalterato il risultato atteso del modulo. La centralità del modulo rimane la competenza: intesa come risorsa spendibile sia nel contesto lavorativo che in quello dell’istruzione. Lo strumento operativo che renderà possibile l’articolazione e la trasparenza dei nuovi percorsi formativi è il “libretto dello studente” che riporterà la certificazione del raggiungimento degli obiettivi dei singoli moduli. Il progetto prevede un libretto informatizzato che progressivamente sostituirà la pagella scolastica, strumento non più adeguato alle esigenze dell’EDA.

Il percorso formativo annuale è composto da circa 4 moduli.Ai docenti è stata fornita un Matrice Progettuale utile all’elaborazione del Modulo (MD), che dovrà contenere circa 3/5 unità didattiche (UD).Ogni modulo deve contenere indicazioni per la valutazione delle competenze acquisite, e informazioni di riferimento al sistema degli Standard Regionali e Nazionali.

L’attività di predisposizione dei Moduli è stata svolta per gruppi di lavoro, che hanno sviluppato percorsi verticali annuali : - uno ( per il biennio) - tre (per il triennio).Per l’area comune, il gruppo era composto dai docenti dei vari Istituti, per le aree di indirizzo anche da un solo docente della specializzazione.

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Il modulo del progetto FORMARE

PROGETTO FORMARE PRODUZIONE MODULI

ISTITUTO ___________________ CORSO ___________________________ CLASSE ________PIANO DI LAVORO ANNUALE DI ______________________________ A.S. ______________

MODULO N. (TITOLO) Dal titolo devono emergere l’unicità del modulo e le competenze fondamentali formate attraverso il percorso.

Standard di Riferimento

Standard Nazionali EDA

Standard Regionali EDADocumento Tecnico Standard Minimi di Comp.

Risultato Atteso(al termine del modulo)

Dichiara in forma sintetica ma precisa l’obiettivo osservabile che consente l’attivazione e la manifestazione delle competenze fondamentali dichiarate nel modulo

Attività(usare i verbi all’infinito)

Non sono quelle che compie il docente per insegnare, ma sono l’insieme delle attività che il soggetto, in possesso delle competenze specifiche, svolge per raggiungere il risultato atteso.

Competenze(usare i verbi all’infinito)

Le competenze esprimono che cosa il soggetto dev’essere in grado di fare per presidiareefficacemente le attività descritte sopra .

Durata

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PERCORSO DI APPRENDIMENTO

Prerequisiti

Sono i nuclei concettuali e le abilità indispensabili per affrontare il percorso formativo del modulo.

Fasi e ContenutiFase 1: StartDescrivi l’attività iniziale usata come innesco del modulo(Durata: ore )

Fase 2: RealizzazioneIndica il titolo e i contenuti di massima svolti nelle diverse Unità didattiche(Durata: ore )

U.D.1

U.D.2

U.D.3

U.D.4

Fase 3: VerificaLe verifiche del modulo hanno come oggetto il risultato atteso e le competenze implicate

(Durata: ore )

A. Oggetto di osservazione:

B. Indicatori:-

-

-

C. Modalità di verifica:

(Fase 4): DiversificazionePossibile articolazione in gruppi di lavoro

(Durata: ore )

U.D. di Recupero (indica quali contenuti essenziali in termini di CN e CP si intende recuperare):

U.D. di Approfondimento (indica tematiche si intende approfondire):

(Fase 5): Verifica dell’apprendimento della fase precedente

(Durata: ore )

Modalità di verifica:

Materiali / Testi / Strumenti:

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GLI ERRORI DA EVITARE ( da P.Baroni )

PARTE PRIMA

1. ATTENZIONE ALLA SCELTA E ALLA TEMATIZZAZIONE DEI MODULI

NON POSSONO ESSERCI MODULI DI “RECUPERO” DEL PROGRAMMA PRECEDENTE. E’ UNA ESIGENZA DELLA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA, NON DELLA PROGETTAZIONE MODULAREI saperi e le abilità richieste per seguire il percorso formativo vengono dichiarate nella seconda parte del Modulo e non fanno parte del corpo del modulo in progettazione

VANNO COPERTE TUTTE LE DIMENSIONI DISCIPLINARI PREVISTE DAI PROFILI, DAI PROGRAMMI E DAGLI ESAMI DI STATO, CON UNA PARTICOLARE ATTENZIONE ALLE COMPETENZE SPENDIBILI ANCHE ALL’ESTERNO DEL SISTEMA DELL’ISTRUZIONE

Per quanto riguarda l’Area Linguistico-Comunicativa, è importante per la spendibilità esterna dei moduli distinguere tra moduli finalizzati a competenze linguistico comunicative, prioritarie per l’EDA, e moduli finalizzati alla educazione letteraria o culturale.

2. ATTENZIONE ALLE COMPETENZE ANCHE PER QUANTO RIGUARDA LE DISCIPLINE DI ORIENTAMENTO STORICO CULTURALE

Per le materie di orientamento specificamente storico e/o culturale, può essere difficile individuare e graduare le competenze operative, cioè il sapere trasferibile. Così nei moduli di STORIA, vanno esplicitate e poi perseguite gradualmente nelle UUDD del percorso formativo (oltre ai nuclei tematici essenziali) le competenze che hanno una maggior permanenza e trasferibilità rispetto ai particolari contenuti a cui nel presente modulo vengono applicate. Ad es. : il saper tematizzare un evento o un processo, saper distinguere tra permanenze e mutamenti, saper costruire un quadro cronologico, saper periodizzare, saper inquadrare eventi e processi secondo assi spazio temporali, saper ricavare informazioni da carte tematiche e saper localizzare producendo carte tematiche, saper problematizzare, …)

3. ATTENZIONE AL TITOLO

NON DEVONO ESSERCI TITOLI TROPPO GENERICI O AD EFFETTO. DAL TITOLO DOVREBBE EMERGERE “L’UNICITA’” DEL MODULO E LE COMPETENZE FONDAMENTALI FORMATE ATTRAVERSO IL PERCORSO. Ad esempio, un modulo di Italiano con il titolo “Giacomo Leopardi” non dà conto delle competenze che si intendono formare, mentre il titolo “Ritratto d’autore: G. Leopardi” implica che la competenza fondamentale che si intende formare nel modulo non è tanto “analizzare un testo poetico”, né la “costruzione di una biografia”, quanto il “saper integrare conoscenze e competenze appartenenti ad ambiti diversi (descrizione del contesto storico-culturale, lettura di testi saggistici, diari e memorie, e di documenti storici - anche iconici, analisi di testi poetici o narrativi, e di pagine di interpretazione critica, ecc.) al fine di costruire un profilo sintetico organico e coerente “ di un autore significativo della letteratura italiana”)

4. ATTENZIONE ALLA DESCRIZIONE DEL “RISULTATO ATTESO”E’ AL SINGOLARE: NON VA FRAMMENTATA IN OPERAZIONI DIVERSE (ATTRAVERSO PUNTI ELENCO, AD ESEMPIO). NON È UNA OPERAZIONE PURAMENTE DICHIARATIVA: LE CONOSCENZE MEMORIZZATE NON DIMOSTRANO ALCUNA COMPETENZA (SE NON LA CAPACITÀ DI MEMORIZZAZIONE)

E’ un’operazione cognitiva complessa, contestualizzata, delimitata e osservabile, che consente l’attivazione e la manifestazione delle competenze fondamentali dichiarate nel modulo. ESPRESSIONI COME (“CONOSCE…”, E’ CONSAPEVOLE …, SI ORIENTA …) NON SONO APPROPRIATE

5. ATTENZIONE ALLE “ATTIVITA’”NON SONO QUELLE CHE COMPIE IL DOCENTE PER INSEGNARE, MA QUELLE CHE SVOLGONO COLORO CHE SONO IN POSSESSO DELLE COMPETENZE PER REALIZZARE IL RISULTATO ATTESO DICHIARATO. SI RIFERISCONO QUINDI ALLA SCOMPOSIZIONE DEL PROCESSO DI LAVORO.

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PARTE SECONDA

6. ATTENZIONE AI PREREQUISITI

VANNO ESPLICITATI (IN TERMINI DI NUCLEI CONCETTUALI E ABILITA’) SOLO QUELLI INDISPENSABILI PER AFFRONTARE IL PERCORSO FORMATIVO DI QUEL MODULO

7. ATTENZIONE ALLE UNITA’ DIDATTICHE

DEVONO AVERE UN TITOLO CHE ESPLICITI CON CHIAREZZA IL SEGMENTO DI PERCORSO CHE VIENE AFFRONTATO. QUANTO PIU’ L’U.D. HA UNA TEMATIZZAZIONE CHIARA, AUTONOMA E CONCLUSA, TANTO PIU’ SARA’ POSSIBILE UTILIZZARE IN FUTURO LE UUDD PER COMPORRE NUOVI PERCORSI FORMATIVI (AD ESEMPIO, IN FAD)

8. ATTENZIONE A “MATERIALI, TESTI E STRUMENTI”

PIUTTOSTO CHE LE SOLITE E GENERICHE DICHIARAZIONI (lezioni, esercitazioni, ecc.)SAREBBE OPPORTUNO INDICARE I MATERIALI, LE ESERCITAZIONI E GLI STRUMENTI UTILIZZATI PER LE LEZIONI (TESTI O SITI WEB), NONCHÉ I CAPITOLI FONDAMENTALI DI TESTI DI RIFERIMENTO (CON INDICAZIONE BIBLIOGRAFICA)

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LE FASI DELLA PROGETTAZIONE

I FASE

1. Si determina in via preliminare, per una data disciplina o per discipline affini, l'estensione del curricolo sull'intero corso di studio (Programmazione disciplinare pluriennale) (vedi scheda). Estremi di riferimento sono i saperi (mappe generali di conoscenze e abilità) previsti in entrata e gli obiettivi generali finali, da conseguire in uscita (il profilo dei saperi essenziali, irrinunciabili, in uscita).

2. Si suddivide empiricamente il curricolo in tanti segmenti quanti sono gli anni di studio del corso

3. Si identificano i saperi essenziali attesi alla fine di ogni anno, adottando i seguenti criteri: - gradualità - tempo a disposizione - livelli medi di ingresso- livelli programmati in uscita (standard minimi)

II FASE

4. Si individuano i moduli (anche pluridisciplinari) – Piano annuale Modulare – (vedi scheda)

5. Si progettano i moduli/ufc secondo la matrice adottata

6. Si strutturano i percorsi formativi individuando: - prerequisiti, - contenuti articolati in Unità didattiche- materiali strumenti e modalità didattiche - modalità di verifica funzionale al riconoscimento del credito- durata (range min-max)

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PROGRAMMAZIONE DISCIPLINARE PLURIENNALE (P.Baroni)

MATERIA O AREA DISCIPLINARE:__________________________________________

LE COMPETENZE

anno di corso

LE ABILITA’ IN CONTESTOIl "saper fare"

LE CONOSCENZEI nuclei essenziali, irrinunciabili,

della disciplina

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3

4

5

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PIANO ANNUALE MODULARE (Foglio di lavoro) (P.Baroni)MATERIA :____________________________________CLASSE ______INDIRIZZO____________________________

TITOLO MODULO RISULTATO ATTESO ATTIVITA'(per ottenere il R.A.)

COMPETENZE(conoscenze e abilità)

DURATA in ore

(min-max)1.

2.

3.

4.

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Dall’analisi dei modelli

Prendendo in considerazione l’analisi comparata dei modelli, in“ Percorsi didattici nell’EDA” -MIUR- fatta da A.Zuccaro e U.Virdia, possiamo dire che nel modello FORMARE, emergono le seguenti caratteristiche.

Analisi dei fabbisogni formativi

Il modello Formare parte tenendo presente l’esperienza Sirio . Quindi la rivisitazione dei programmi ministeriali è fatta alla luce delle aspettative formative degli adulti in rientro e alle necessità di un percorso comunque ancora legato all’esame di stato. Il gruppo di progetto ha dovuto conciliare le esigenze di percorsi formativi finalizzati a favorire i temi dell’occupabilità, della cittadinanza attiva con quelli dei programmi ministeriali per accedere al diploma di stato.

Modulo

Il modello cerca di rispondere alle esigenze emerse in questi ultimi anni nel sistema EDA: modularità dei percorsi, flessibilità dei moduli che li compongono, riconoscimento reciproco dei crediti, personalizzazione dei percorsi formativi.Coniugando queste indicazioni il modello FORMARE esclude che i moduli possano essere visti come elementi rigidi di un percorso che vuole essere flessibile.Ogni modulo costituisce, una unità in sé definita, conclusa e trasferibile in un percorso più ampio. La definizione del modulo è contenuta nel risultato atteso / competenza che si vuole formare, la sua flessibilità ed adattabilità al percorso è inclusa nel contenuto delle unità didattiche che può differenziarsi pur mantenendo inalterati gli obiettivi del modulo. Il modulo del progetto FORMARE è visto come “strumento” che mira a sviluppare conoscenze rispetto a delle attività presidiate da un insieme di competenze. Le fasi del percorso di apprendimento, definite dalle Unità didattiche, vengono assunte come parte del processo educativo che il modulo intende avviare. In pratica i contenuti devono sviluppare i saperi sui quali si possono sviluppare e manifestare le competenze.

Competenze

La competenza diventa la dimensione operativa del sapere. Sono quella serie di azioni concettuali e pratiche che siamo in grado di fare in quanto supportate da conoscenze/saperi. Azioni che poi presiedono alle attività del modulo.

Esempio: Risultato atteso : Sa organizzare file di tipo diverso in cartelle gerarchicamente strutturate

Se il risultato atteso esprime l’obiettivo/competenza generale verso cui tende il modulo, l’attività a volte non appare significativa e discriminante in quanto spesso rischia di coincidere con le competenze.

ContenutoCartelle e fileTipi di fileLe directory….

CompetenzaLeggere una struttura ad albero di cartelle.

AttivitàSpostarsi nella struttura ad albero per copiare, spostare e reperire informazioni.

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Certificazione

Il modello FORMARE, non diversamente da altri modelli, è centrato sull’acquisizione di competenze e dichiaratamente orientato all’utilizzo di modalità di certificazione .Inoltre la valutazione e le verifiche fanno parte integrate del processo formativo in quanto strumenti di indagine sull’andamento del percorso educativo. Il modello, all’interno del progetto Sirio, consente di attribuire all’alunno, crediti sia di tipo formale, sia di tipo non formale. L’alunno può far valere le valutazioni positive conseguite nelle materie di altri corsi e in caso di non superamento dell’anno l’alunno può essere esonerato dalla frequenza di quei moduli e /o discipline per le quali c’è una dichiarazione di competenze acquisite. L’impianto, facendo riferimento alla modularità, ci può permettere, anche in itinere, la certificazione dei crediti che l’adulto può spendere anche se dovesse interrompere il percorso di studio.

Standards

Nel nostro modello gli standards di contenuto, definiti a livello nazionale e/o regionale, sono stati utilizzati come orientatori di riferimento per le pratiche educative.

Discipline

Nel modello, l’attenzione ai processi di apprendimento è fortemente marcata, cioè l’attività didattica è volta a favorire una evoluzione delle strategie mentali che portano ad un determinato risultato. Questo aspetto, rispetto all’ambito Sirio legato ancora alla dinamica discipline/risultati da trasmettere, è molto innovativo. Lavorare per competenze, significa innanzitutto dare priorità ai processi rispetto ai contenuti, cioè far entrare nello spazio della formazione, l’attenzione ai processi di apprendimento.

Alcune considerazioni finali

I protagonisti di questa esperienza siamo noi docenti, (tutti colleghi da anni impegnati nell’educazione degli adulti per “vocazione” e non per obbligo ) che hanno sentito il bisogno di consolidare le proposte emerse dalla pratica dell’educare in un modello formativo comune. Perché? Perché l’adulto in rientro ha bisogno di certezze: di sapere quale percorso avrà davanti a sé ,di sapere ciò che vogliamo realizzare insieme a lui e che fra tanti percorsi possibili sappiamo operare delle scelte adatte alla sua situazione.Dice, a proposito, M.Lichtner : “Bisogna arginare la pressione del mondo esterno; ..Ci vuole continuità col mondo esterno, ma anche separazione…Perciò bisogna tracciare un confine tra ciò che entra a far parte dell’esperienza formativa e ciò che deve star fuori…”La presentazione e la condivisione dei modelli di apprendimento hanno un forte potere rassicurante.In questi termini la costruzione di un “modello” è un lavoro importante e complesso e naturalmente non è escluso che in questo lavoro si possa fare riferimento a modelli preesistenti, magari sperimentati in altre situazioni ma per ridefinirli, contestualizzarli.

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Con l’O.M n°455 si è aperta una nuova fase nell’educazione degli adulti ; non solo nell’educazione di base .L’istituzione dei CTP anche nelle scuole superiori pone all’attenzione degli educatori le problematiche sull’integrazione dei diversi segmenti del sistema EDA e del rientro in formazione “ lungo tutto l’arco della vita “. L’evidente bisogno di rendere praticabili percorsi formativi circolari secondo esigenze, tempi e modalità differenti, implica, necessariamente la messa a punto di un modello di progettazione didattica funzionale alla realizzazione di un’offerta formativa integrata. La presenza su un territorio di ambienti EDA fortemente raccordati, assicurano, nell’ambito educativo, un servizio e una “copertura” sociale in grado di prevenire e curare elementi di disagio ed emarginazione. Modelli formativi condivisi rappresentano le linee di comunicazione e dialogo naturali dei sistemi educativi e il forte collante strumentale per realizzare una vera integrazione fra questi sistemi . Individuando nella competenza l’entità di riferimento comune, inseriamo nel sistema un elemento di forte stabilità pedagogica che ci permette di ridefinire i parametri della modularità, considerando i moduli non più come elementi rigidi, predefiniti, di un percorso che diventa invece flessibile e aperto, perché costruito sulla base di un catalogo/repertorio ampio di unità modulari.

Documentazione di riferimento:

Percorsi didattici per l’EDA – MIUR – Autori vari I modelli didattici di PaoloBaroni Il progetto FORMARE – Rete CTP Scuole Serali Superiori di Parma. “ La didattica nell’EDA” di Mauro Levratti “ Le ragioni dell’Unità di Apprendimento” di Silvana Marchioro “ La didattica modulare nell’EDA” di Pasquale Calaminici “Analisi Comparata dei modelli” di Antonella Zuccaro e Ugo Virdia “ La qualità delle azioni formative” di M.Lichtner Progetto POLIS del CTP di Casale Monferrato “Accordo Stato –Regioni – Autonomie locali2” del 2.3.2000 Progetto F.A.Re Isfol, Area progetto Metodologie per la formazione. Roma 2002 “ La testa ben fatta”di Edgard Morin

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