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Febbraio 2017 Analisi Fabbisogni Settore Biotecnologico

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Analisi Fabbisogni Settore Biotecnologico

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Il dominio “Scienze della Vita” comprende le aree della biomedicina, della farmaceutica, dei dispositivi medici e delle biotecnologie, ed è caratterizzato da una forte trasversalità e interdisciplinarità, oltre ad intercettare in modo ampio le tecnologie chiave abilitanti (oltre alla biotecnologia anche nanotecnologie, micro e nano elettronica, fotonica e materiali avanzati) e ICT (telemedicina, bioinformatica, sistemi informativi, ecc.), caratterizzandosi per un’elevata intensità di conoscenza e innovazione. La Regione Toscana ha individuato nelle Scienze della Vita uno dei settori trainanti per il rilancio e il potenziamento della competitività regionale, guardando al miglioramento complessivo della salute e del benessere dei cittadini, ma anche alla crescita economica del territorio. I Distretti sono gli ecosistemi di riferimento creati per questo obiettivo e per favorire il dialogo e la collaborazione tra gli attori principali dei settori strategici, in primis imprese, università, soggetti territoriali e, in questo caso assai rilevante, anche il Sistema Sanitario Regionale. In Toscana, il Distretto Scienze della vita conta su tre poli di specializzazione che fanno riferimento alle province sedi di università: Firenze, Pisa e Siena. Quest’ultima, in particolare, ha saputo mettere a valore una tradizione di ricerca biotecnologica che risale agli inizi del Novecento, attraverso lo sviluppo di un tessuto competitivo a livello internazionale dove convivono grandi imprese e start-up innovative, un ateneo d’eccellenza per didattica e ricerca, un incubatore di imprese, oggi insediato presso la Fondazione Toscana Life Sciences,

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che ha raggiunto negli anni i risultati attesi, e un’azienda ospedaliera che, sempre più, vede nella generazione di innovazione uno strumento fondamentale per il miglioramento dell’assistenza e della cura. La specializzazione, l’integrazione delle politiche, l’allineamento con gli scenari europei e, più in generale, con le dinamiche internazionali del settore sono gli ingredienti chiave per rendere la nostra realtà ancora più competitiva, per favorire nuovi investimenti e per sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro altamente specializzati. E’ auspicabile puntare su una dinamica di convergenza tecnologica che venga concretamente sostenuta da azioni sistemiche. Tra le principali, il potenziamento dell’alta formazione specialistica e della formazione tecnico professionale, perché la competitività del settore è massimamente legata al valore del capitale umano. Di primaria importanza è anche la messa a sistema degli strumenti e dei processi di trasferimento tecnologico, affinché favoriscano ancor di più il dialogo tra università e impresa. Questo avviene anche attraverso la condivisione e il potenziamento di piattaforme tecnologiche e di ricerca congiunte pubblico-provato e ad accesso aperto, partendo da quelle già esistenti sul territorio. In tale ottica, si inserisce il progetto di Polo senese delle Scienze della Vita, che vede nel sapere tecnico-scientifico e nella presenza della struttura e delle piattaforme tecnologiche di Fondazione TLS una grande opportunità di attrazione di nuovi investimenti e di potenziamento di quelli esistenti. Negli anni la positiva collaborazione con la Regione - che ha visto in TLS sia un braccio tecnico-operativo, sia il soggetto di riferimento per il coordinamento del Distretto regionale e del progetto di Cluster nazionale - si è consolidata ed è la base su cui possiamo accelerare nella valorizzazione delle eccellenze e delle competenze del territorio senese, all’interno delle politiche regionali di settore. Questo per evitare la frammentazione degli interventi e per mettere a sistema gli sforzi in materia di sostegno all’innovazione e ai nuovi investimenti industriali, che sono le direttrice della Regione nelle politiche di Distretto Life Sciences e per la creazione della cosiddetta Pharma e Devices Valley, di cui Siena è uno degli assi strategici. Da un diretto confronto tra i settori dell’industria biotech e manifatturiera emerge come in Italia – la quota di addetti in R&S sia 5 volte maggiore nel settore biotech, e 13 volte maggiore nelle imprese dedicate alla R&S biotech a capitale italiano; – la quota della spesa in R&S sul fatturato sia di 2,3 volte maggiore nel biotech, e di 14 volte maggiore nelle imprese dedicate alla R&S biotech a capitale italiano. • Con il 73% di laureati sul totale addetti, il biotech italiano è inoltre uno dei comparti industriali a più elevato tasso di scolarizzazione. Un fatto da non sottovalutare – per non disperdere l’ingente investimento in formazione che l’Italia sostiene attraverso il proprio sistema universitario; – per offrire percorsi di crescita professionale adeguati ai nostri migliori talenti; – per competere con le realtà più virtuose nell’attrarre competenze e investimenti; – per fare anche del nostro Paese un sistema vincente nell’ambito delle economie della conoscenza più avanzate. • Per questo, e per molto altro, l’industria biotecnologica può davvero giocare un ruolo chiave nella diffusione dell’innovazione e nel migliorare la competitività dell’intero sistema industriale italiano.

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Servono risorse umane in grado di intervenire nei processi di Ricerca e sviluppo Produzione Controllo di qualità Assicurazione di qualità Regolatorio Approvazione alla commercializzazione Sviluppo del Business Esperti di scouting Esperti in trasferimento tecnologico Licensing di prodotto Esperti di marketing Contesto sulla qualità

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Fonte Assobiotec 2016 Il sistema toscano delle Scienze della Vita è caratterizzato da asset industriali ed accademici potenzialmente competitivi

rispetto al quadro nazionale ed internazionale, in particolare è da sottolineare la presenza di operatori e stakeholder

importanti per integrare le competenze e i processi di trasferimento di innovazione e ricerca scientifica attraverso modelli

specifici per il settore delle Scienze della Vita e basati su buone pratiche internazionali. A questo quadro si aggiunge un

sistema sanitario regionale altamente performante rispetto al contesto nazionale. Tale patrimonio necessita di

coordinamento e valorizzazione attraverso l’attivazione di processi di innovazione in un’ottica di filiera ed indirizzando

gli stanziamenti verso progetti da sviluppare anche in partenariato fra i centri di ricerca, le aziende ospedaliere e con la

partecipazione delle imprese più innovative del macro-settore. In sintesi, la regione può vantare complessivamente circa

300 imprese Life Sciences, che rappresentano, a livello nazionale, rispettivamente il 14%, il 10% e il 6% del totale delle

aziende dei settori biotech, farmaceutico e dei dispositivi biomedicali. I tre macrotarget prioritari selezionati per il

comparto delle Life Sciences toscane comprendono 289 imprese: • Farma&Biotech: 83 • Medical Devices: 116 • Servizi e

Indotto: 90 Osservando la distribuzione dimensionale delle aziende per singolo segmento si osserva che la grande impresa

supera il 20% solo nel caso del settore farmaceutico; sono state classificate in questo segmento le grandi imprese mentre il

settore dei medical devices registra un numero significativo di micro-imprese, delle quali molte sono start up. La Toscana

è tra le prime cinque regioni italiane in termini di numerosità di imprese e fatturato per imprese di produzione di medical

devices ed ha tutte le possibilità per migliorare progressivamente questo posizionamento in virtù delle potenziali sinergie

del sistema territoriale (presenza di competenze ed eccellenze aziendali nazionali e multinazionali, livello di

internazionalizzazione, capacità di networking, presenza di eccellenze nella ricerca etc…). La Regione beneficia inoltre di

un’offerta formativa estremamente avanzata grazie alla presenza di tre prestigiose università, tre Scuole Superiori,

numerosi centri di ricerca pubblici e privati, compreso il CNR, e un tessuto imprenditoriale fortemente orientato alle

attività di R&S. In base al fatturato il settore di punta risulta essere il farmaceutico che rappresenta il 13% di quello

nazionale anche grazie alla presenza di imprese come Menarini, Eli Lilly, Novartis Vaccines & Diagnostics e Kedrion.

La. Progettazione e realizzazione di una Piattaforma di servizi per il supporto alla sperimentazione struttura generalista in

grado di rispondere a bisogni eterogenei inerenti la sperimentazione preclinica (e clinica). Si tratta di creare una

piattaforma di facilities GLP/GMP capace di rispondere a due specifici requisiti identificati dalle parti: - Capacità in

termini di "Process development"; - Capacità in termini di produzione a campagna in contesto GMP di farmaci.

Obiettivi generali del progetto e pertinenza con le finalità e obiettivi

La Fondazione Vita ha pianificato e impostato nel biennio 2015-2016 un piano strategico di sviluppo e rafforzamento della propria mission statutaria attraverso un processo di sviluppo della propria attività nella filiera nel territorio regionale. Tale intensa attività di rete e di scouting dei fabbisogni formativi presso le imprese della filiera ha consentito di realizzare risultati positivi in termine di consolidamento della rete fra le strutture che hanno dato vita

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alla Fondazione e le principali imprese del settore. I progettisti e i coordinatori della Fondazione hanno potuto così rafforzare l’approfondimento tematico delle esigenze formative delle principali imprese della filiera attraverso un intenso programma di interviste e analisi individuali mediante interviste e colloqui individuali con i principali responsabili tecnici e i manager delle imprese della filiera di riferimento. Le idee e le osservazioni effettuate in conseguenza degli incontri organizzati con gli esperti di settore hanno consentito di sviluppare la presente idea progettuale che risponde pienamente alle principali esigenze tecniche derivanti dalle imprese. Obiettivi generali del percorso formativo proposto in particolare sono: 1)Contribuire a realizzare un circuito virtuoso nella filiera chimico-farmaceutica che consenta la realizzazione di un “ Sistema degli apprendimenti” fra le imprese della filiera ( il nodo centrale di tale struttura) e gli organismi deputati allo sviluppo ed alla promozione dell’innovazione e della conoscenza (istituti superiori, ITS, Università, distretti tecnologici, incubatori di impresa, ecc) Le imprese svolgono il ruolo di gestori e trasmettitori di conoscenze e competenze ai giovani diplomati al fine di formare tecnici superiori capaci di colmare il gap storicamente rilevato fra esigenze delle imprese e competenze degli allievi. 2)Realizzare un percorso formativo innovativo e focalizzato sulle reali esigenze delle imprese che possa soddisfare le esigenze attuali e future delle imprese del settore. L’intervento si porrà quale obiettivo prioritario lo sviluppo di conoscenze e competenze specialistiche necessarie alla copertura del ruolo. La figura in uscita rappresenta una risposta concreta al mondo aziendale della filiera che ha evidenziato la carenza di figure professionali intermedie capaci di gestire e coordinare direttamente processi ed attività tecniche attraverso lo sviluppo di conoscenze di base del settore e di competenze specialistiche necessarie alla copertura del ruolo. I fabbisogni espressi dalle imprese hanno rilevato tali carenze formative anche in senso prospettico ed evolutivo ponendo una forte attenzione anche nel medio termine evidenziando deficienze nei percorsi formativi scolastici ed universitari attualmente sviluppati. In particolare le imprese evidenziano la mancanza di percorsi tecnico professionali ad hoc che possano consentire di accelerare i tempi di inserimento operativo in azienda attraverso una sistema di formazione operativo, tecnico che consenta a giovani diplomati di ottenere una specializzazione operativa e capace di consentire un loro rapido inserimento nelle imprese della filiera. 3)Permettere ai giovani che escono dal sistema istruzione di entrare nel mondo del lavoro attraverso l’acquisizione di un titolo specialistico che ne aumenti le possibilità occupazionali, grazie ad un intervento in linea con i fabbisogni espressi dall’ambito produttivo regionale e nazionale. L’intervento proposto infatti si pone quale obiettivo generale aumentare l’occupazione di giovani diplomati residenti nel territorio regionale interessati ad inserirsi in qualità di tecnici specializzati nella filiera di riferimento . In particolare gli studi e le analisi sviluppati dalla Fondazione Vita insieme alle principali associazioni del territorio e del settore hanno consentito di evidenziare il significativo tasso di occupabilità offerto dai percorsi formativi focalizzati sul settore e sui fabbisogni specifici. L’intervento formativo proposto ha l’obiettivo

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di favorire il rafforzamento delle competenze con elevato contenuto tecnico professionale, grazie ad una offerta formativa che rilascia un titolo equiparato al V EQF, fornendo nuovo capitale umano specializzato in grado di rendere più competitive le imprese del territorio ed assicurando, al contempo, un collegamento con altre eventuali misure in ambito regionale che siano di integrazione tra il settore istruzione/formazione/lavoro. 4) Favorire grazie alla presenza delle principali realtà del settore chimico-farmaceutico i processi di il trasferimento tecnologico attraverso la trasmissione di saperi e tecnologie garantito da un pool di tecnici e docenti di riferimento internazionale nel settore. 5) Consentire di orientare i giovani verso una professione tecnica anche grazie azioni di divulgazione scientifica e di diffusione della cultura del territorio e della filiera. Risulta fondamentale consentire di orientare i giovani verso una professione tecnica anche grazie azioni di divulgazione scientifica e did diffusione della cultura scientitifca (Settimana della cultura scientifica, Notte dei ricercatori, settimana europea delle Biotecnologie…che ha già visto protagonista la Fondazione Vita) Atri obiettivi correlati e integrati rispetto ai principali sovramenzionati sono rappresentati da: - Possibilità di sviluppare servizi di consulenza specialistica nel settore attraverso lo sviluppo di professionalità elevate che possano supportare le imprese del settore anche attraverso forme di lavoro autonomo. In definitiva consulenti autonomi – non direttamente inseriti in un contesto aziendale ¬ che sappiano fornire alle aziende (PMI) che non possono permettersi una risorsa interna, un servizio completo dal collaudo alla revisione degli impianti secondo le normative di sicurezza e qualità vigenti, anche in funzione delle sempre più stringenti disposizioni di legge. - Contribuire ad inserire l’innovazione continua nelle imprese del settore e nel comparto più generale sostenendo uno dei massimi fattori competitivi rappresentato dall’inserimento sempre più di soggetti tecnologicamente capaci di progettare, sviluppare e gestire processi e procedure per il controllo qualità. Favorire grazie alla presenza del gestore regionale del Distretto toscano Scienze della Vita il trasferimento tecnologico assicurato dalla presenza delle scuole e delle imprese collegate ala percorso ITS Nuove Tecnologie per la Vita. - Inserire nelle pmi dei settori di destinazione del progetto soggetti tecnicamente capaci di presidiare i processi del controllo qualità: capaci di inserirsi positivamente nelle organizzazioni aziendali, gestendone i processi comunicativi interni attinenti al ruolo e quelli commerciali con i clienti, tenendo uno stile di tipo “consulenziale”, esprimendo cioè la capacità versatile di interagire con le attese ed i bisogni del cliente, per offrire le soluzioni progettuali tecnico- economiche idonee ed economiche. - Creare attraverso un percorso formativo centrato sul protagonismo soggettivo e su un forte spirito di gruppo, soggetti motivati, aperti all’apprendimento continuo, consapevoli nell’applicare l’innovazione, che mostrino attitudini al problem solving ed all’ideazione creativa rispetto alle soluzioni progettuali, che, attraverso l’autoformazione o inserendosi i altri processi di formazione continua, nel dialogo delle comunità professionali o nel sistema istruzione mantenendo o implementano le loro conoscenze, le loro capacità professionali, anche intraprendendo percorsi di istruzione/formazione superiore.

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- Contribuire ad inserire l’innovazione continua nelle imprese del settore chimico farmaceutico e nel comparto più generale delle tecnologie Biotech sostenendo uno dei massimi fattori competitivi rappresentato dall’inserimento sempre più di soggetti con competenze di processo capaci di gestire sistema qualità di prodotti e processi a base biotecnologica - Riconoscere valorizzare le risorse della componente femminile supportandone il loro impiego nei ruoli e nelle funzioni tecniche obiettivo del Corso.