ANALISI DEI FABBISOGNI: CHIAVE DI CONGIUNZIONE TRA SISTEMA...

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1 INO INO V iene sempre più frequentemente sottolineata, da parte del nostro Istituto come peraltro dagli altri soggetti istituzionali, Ministero del Lavoro, Regioni, e dalle parti sociali, la criticità e la centralità del tema dell’analisi dei fabbisogni. La sensazione netta è che non si tratti soltanto di affermazioni di carattere generale ed in un certo qual modo dovute, ma che reale sia ormai la consapevolezza di tale centralità e della conseguente necessità di arrivare a soluzioni efficaci e condivise. Crediamo di essere ormai approdati ad un punto di non ritorno; il non proseguire sulla strada, seppur difficoltosa, tracciata dalla stipula della Convenzione Quadro e dall’avvio delle sperimentazioni nazionali degli organismi bilaterali nel 1997 (Obnf, Ebna, Unioncamere), risulterebbe meno utile e più difficile che non il tornare alla situazione precedente. A ciò vanno aggiunti ulteriori elementi che rendono il processo avviato sempre più maturo, vale a dire il decentramento delle politiche del lavoro a Regioni e Provincie, che pone la necessità di una implementazione di un Sistema Informativo del Lavoro con modalità innovative (autonomia dei soggetti locali, revisione delle classificazioni, etc.), e l’attesa applicazione della legge 196/97, pur con i problemi di una “gestazione” lunga e difficile, che dovrebbe rimodellare le caratteristiche strutturali dell’offerta formativa e garantirne la qualità. E’ quindi sempre più necessario seguire il percorso verso lo sviluppo di un Sistema Nazionale di rilevazione e di analisi dei fabbisogni professionali e formativi, come previsto dalla Convenzione Quadro, anche se i problemi aperti e i nodi da sciogliere ancora esistono. La costruzione di un Sistema Nazionale può e deve avere un impatto diretto sulla possibilità di monitorare il fabbisogno proveniente dalle imprese e dal sociale, tale da contribuire alla soluzione, per quanto parziale, del mancato incontro tra domanda ed offerta di lavoro, di effettuare previsioni, seppur a breve termine, di specificarne le caratteristiche in termini di figure professionali, di qualifiche, di competenze e di abilità richieste. In altre parole rendere più forte e lineare il rapporto tra analisi, programmazione e offerta formativa, caratterizzato in molti casi da debolezza e non chiarezza. Nel percorso avviato attualmente per arrivare alla definizione del Sistema, le dimensioni critiche sono sostanzialmente di due livelli: il primo concerne i rapporti ed i ruoli tra i diversi soggetti coinvolti (Ministero del Lavoro, ISFOL, Regioni, parti sociali, altre associazioni ed enti istituzionali); il secondo riguarda aspetti più propriamente tecnici. Ciascuno dei soggetti ha in effetti una sua identità, delle funzioni da espletare, modalità di lavoro e comportamentali, che richiedono sicuramente un confronto continuo ed una consapevolezza del proprio ruolo, ma soprattutto un forte consenso sugli obiettivi da raggiungere e sulle sinergie da attivare. Per ciò che concerne la dimensione più propriamente tecnica, si può affermare che la materia presenta aspetti di grande complessità e non offre situazioni consolidate, anche nel panorama europeo. L’esperienza che viene dalla sperimentazione nazionale in atto, che il nostro Istituto ha il compito di monitorare e valutare, ed i cui progetti sono tra l’altro in fase di ampliamento numerico, rappresenta sicuramente un passaggio fondamentale nella costruzione e nella definizione del percorso verso un Sistema Nazionale, non dimenticando l’altrettanto importante contributo che le esperienze regionali e locali sono in grado di apportare. Se è una tesi da tutti condivisa affermare che l’analisi dei fabbisogni si pone quale elemento fondamentale del rapporto tra il sistema formativo ed il sistema produttivo, è sempre più importante perseguire l’obiettivo strategico, della costruzione di un Sistema; operazione peraltro non semplice in un paese come l’Italia, per le dimensioni tecniche, organizzative e politiche che spesso rischiano di sovrapporsi. Compito precipuo dell’ISFOL, su incarico del Ministero del Lavoro, è quindi quello di accompagnare, guidare e assistere dal punto di vista tecnico gli attori e le parti che ne sono protagonisti, creare sinergie e porsi quale elemento di raccordo e di cooperazione, e definire una ipotesi di percorso e di costruzione pienamente condivisibile dal punto di vista tecnico ed organizzativo. Claudio Tagliaferro Dirigente Area Ricerche sulle Professioni EDITORIALE ◗◗◗ EDITORIALE Isfol •••••••••• APRILE 1999 • N.3 ANALISI DEI FABBISOGNI: CHIAVE DI CONGIUNZIONE TRA SISTEMA FORMATIVO E PRODUTTIVO

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Viene sempre più frequentemente sottolineata, da parte del nostro Istituto come peraltro daglialtri soggetti istituzionali, Ministero del Lavoro, Regioni, e dalle parti sociali, la criticità e lacentralità del tema dell’analisi dei fabbisogni. La sensazione netta è che non si tratti soltanto diaffermazioni di carattere generale ed in un certo qual modo dovute, ma che reale sia ormai laconsapevolezza di tale centralità e della conseguente necessità di arrivare a soluzioni efficaci e

condivise. Crediamo di essere ormai approdati ad un punto di non ritorno; il non proseguire sulla strada,seppur difficoltosa, tracciata dalla stipula della Convenzione Quadro e dall’avvio delle sperimentazioninazionali degli organismi bilaterali nel 1997 (Obnf, Ebna, Unioncamere), risulterebbe meno utile e più difficileche non il tornare alla situazione precedente.A ciò vanno aggiunti ulteriori elementi che rendono il processo avviato sempre più maturo, vale a dire ildecentramento delle politiche del lavoro a Regioni e Provincie, che pone la necessità di una implementazionedi un Sistema Informativo del Lavoro con modalità innovative (autonomia dei soggetti locali, revisione delleclassificazioni, etc.), e l’attesa applicazione della legge 196/97, pur con i problemi di una “gestazione” lungae difficile, che dovrebbe rimodellare le caratteristiche strutturali dell’offerta formativa e garantirne la qualità.E’ quindi sempre più necessario seguire il percorso verso lo sviluppo di un Sistema Nazionale di rilevazione edi analisi dei fabbisogni professionali e formativi, come previsto dalla Convenzione Quadro, anche se i problemiaperti e i nodi da sciogliere ancora esistono. La costruzione di un Sistema Nazionale può e deve avere un impatto diretto sulla possibilità di monitorareil fabbisogno proveniente dalle imprese e dal sociale, tale da contribuire alla soluzione, per quanto parziale,del mancato incontro tra domanda ed offerta di lavoro, di effettuare previsioni, seppur a breve termine, dispecificarne le caratteristiche in termini di figure professionali, di qualifiche, di competenze e di abilitàrichieste. In altre parole rendere più forte e lineare il rapporto tra analisi, programmazione e offerta formativa,caratterizzato in molti casi da debolezza e non chiarezza.Nel percorso avviato attualmente per arrivare alla definizione del Sistema, le dimensioni critiche sonosostanzialmente di due livelli:

il primo concerne i rapporti ed i ruoli tra i diversi soggetti coinvolti (Ministero del Lavoro, ISFOL,Regioni, parti sociali, altre associazioni ed enti istituzionali); il secondo riguarda aspetti più propriamente tecnici.

Ciascuno dei soggetti ha in effetti una sua identità, delle funzioni da espletare, modalità di lavoro ecomportamentali, che richiedono sicuramente un confronto continuo ed una consapevolezza del proprio ruolo,ma soprattutto un forte consenso sugli obiettivi da raggiungere e sulle sinergie da attivare.Per ciò che concerne la dimensione più propriamente tecnica, si può affermare che la materia presenta aspettidi grande complessità e non offre situazioni consolidate, anche nel panorama europeo.L’esperienza che viene dalla sperimentazione nazionale in atto, che il nostro Istituto ha il compito di monitoraree valutare, ed i cui progetti sono tra l’altro in fase di ampliamento numerico, rappresenta sicuramente unpassaggio fondamentale nella costruzione e nella definizione del percorso verso un Sistema Nazionale, nondimenticando l’altrettanto importante contributo che le esperienze regionali e locali sono in grado di apportare. Se è una tesi da tutti condivisa affermare che l’analisi dei fabbisogni si pone quale elemento fondamentaledel rapporto tra il sistema formativo ed il sistema produttivo, è sempre più importante perseguire l’obiettivostrategico, della costruzione di un Sistema; operazione peraltro non semplice in un paese come l’Italia, perle dimensioni tecniche, organizzative e politiche che spesso rischiano di sovrapporsi. Compito precipuo dell’ISFOL, su incarico del Ministero del Lavoro, è quindi quello di accompagnare, guidaree assistere dal punto di vista tecnico gli attori e le parti che ne sono protagonisti, creare sinergiee porsi quale elemento di raccordo e di cooperazione, e definire una ipotesi di percorso e dicostruzione pienamente condivisibile dal punto di vista tecnico ed organizzativo.

Claudio TagliaferroDirigente Area Ricerche sulle Professioni

EDITORIALE◗ ◗ ◗ EDITORIALE

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A P R I L E 1 9 9 9 • N . 3

ANALISI DEI FABBISOGNI: CHIAVE DI CONGIUNZIONE TRA SISTEMA FORMATIVO E PRODUTTIVO

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Nell’ambito all’Assistenza Tecnica ISFOL ai progetti di Analisidei fabbisogni degli Organismi Bilaterali e dell’Unioncamere, èstato messo a punto un piano di monitoraggio e di valutazio-ne delle sperimentazioni e la sua applicazione negli stessi alfine di giungere alla definizione di un ipotesi di percorso versoun Sistema Nazionale di Rilevazione dei fabbisogni.I principali obiettivi della valutazione e del monitoraggio sonoi seguenti:

Raccogliere tutti gli elementi utili a valutare limiti e poten-zialità delle metodologie utilizzate, ai fini della costruzio-ne di un Sistema Nazionale di rilevazione dei fabbisogniformativi e definire le condizioni per le quali tale genera-lizzazione delle metodologie sia possibile.Monitorare lo stato di avanzamento dei progetti, assu-mendo in particolare, ed eventualmente integrando, leinformazioni prodotte dai sistemi di monitoraggio già messia punto dagli Organismi Bilaterali.Favorire il miglioramento continuo del processo di ricer-ca, fornendo elementi per la riflessione agli Organismi

Bilaterali, a partire da eventuali problemi e criticità che ilmonitoraggio dovesse segnalare. Offrire elementi per una valutazione comparata dei pro-getti ai fini della individuazione delle caratteristiche dicompatibilità e di integrazione tra i diversi approcci.

Si tratta, in sostanza, di valutare sia il processo di indagine,sotto il profilo del processo di elaborazione, modifica, consoli-damento delle metodologie di analisi, sia i risultati delle inda-gini stesse.Il lavoro di monitoraggio e valutazione fin qui condotto si situain una fase temporale in cui i diversi progetti oggetto della spe-rimentazione sono in pieno svolgimento. Le analisi condotteconsentono, tuttavia, alcuni primi spunti di riflessione che ven-gono di seguito affrontati e che nel proseguo del lavoro di moni-toraggio e valutazione andranno ulteriormente verificati e svi-luppati con il procedere del “ciclo di vita” dei progetti.Tra i diversi approcci proposti nei progetti di analisi dei fabbi-sogni, una delle ipotesi di lavoro assunte nella valutazione, èla verifica della convergenza intesa come possibilità di trovarepunti di sinergia e di complementarietà, nell’ottica di identifi-care l’esistenza di primi elementi costitutivi di un percorso dicostruzione di un sistema nazionale di rilevazione dei fabbiso-gni professionali e formativi.L’analisi condotta di ciascun progetto mostra che i diversi pro-getti fanno registrare profonde differenze in termini di finalitàe di impostazione metodologica: indagano, cioè, fenomeni dif-ferenti su universi diversi, come mostra la tabella seguente chemette i progetti tra loro a raffronto.

INOIsfol

PRIME CONSIDERAZIONI RIGUARDANTI IL RAPPORTO DI VALUTAZIONE EMONITORAGGIO DEI PROGETTI “ANALISIDEI FABBISOGNI FORMATIVI”

APPUNTI DELLA RICERCAAPPUNTI DELLA RICERCA◗ ◗ ◗

SETTORE DI ATTIVITÀECONOMICA DI RIFERIMENTO

DIMENSIONE AZIENDALEPRIVILEGIATA

FINALITÀ DELLA RICERCA

SOTTO-SISTEMA FORMATIVODI RIFERIMENTO

IMPOSTAZIONE DI FONDO

METODOLOGIA

OBNF

Industria manifatturiera

Medio-Grande (nella individuazione delle figuredi riferimento)

Definire l’anagrafe delle figureprofessionali

Stimare le tendenze delladomanda del sistema delleimprese con riferimento alle figureprofessionali individuate

Descrivere le competenze di unsottoinsieme delle figureprofessionali

Formazione in ingresso

Dalle figure professionali alladomanda di lavoro allecompetenze

Qualitativa-negoziale nelladefinizione della Anagrafe dellefigure

Quantitativa nella stima delleprevisioni della domanda

EBNA

Artigianato (produttivo e diservizio)

Piccola

Analizzare le concrete modalità dicostruzione della competenzaprofessionale (artigiana)

Definire modelli e criteri perl’analisi, la valutazione e lacertificazione delle competenze

Formazione continua

Dalle competenze alle qualifichealle modalità di certificazione

Quantitativa nella analisistrutturale del comparto artigiano

Qualitativa nella ricostruzionedelle componenti dellacompetenza e dei percorsi diprofessionalizzazione

EXCELSIOR

Industria e Servizi

Piccola - Medio - Grande

Costruire un sistema informativoprevisionale sull’analisi delladomanda di lavoro di breveperiodo.

Favorire l’incontro tra domanda eofferta di lavoro.

Fornire informazioni sui bisogni diprofessionalità per il breve emedio periodo ai decisoriistituzionali centrale e locale.

Formazione in ingresso eformazione continua

Dalle professioni elementari allefigure professionali alla domandadi lavoro

Quali/quantitativo ottenutaattraverso l’integrazione degliarchivi amministrativi esistenti,per la costruzione dell’Universo diriferimento.

Estrazione di un campionestratificato significativo (+ di100.000 imprese) e riportoall’Universo (+ di un milione diimprese con dipendenti) deirisultati ottenuti dall’indagine.

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NOTIZIENOTIZIE◗ ◗ ◗

DUNQUE LA FORMAZIONE SERVE!

Un altro elemento portante dei progetti nazionali è la bilate-ralità che conferisce alla sperimentazione in corso un caratte-re di assoluta novità rispetto a modelli e alle prassi in uso diindividuazione dei fabbisogni.I progetti, inoltre, sono collocati all’interno di una cornice cheassegna un ruolo rilevante alla concertazione come strategiaper definire le politiche per lo sviluppo e l’occupazione. I pro-getti presentano una lettura della concertazione in termini dibilateralità, cioè di rapporto privilegiato tra organizzazione deilavoratori ed organizzazioni di rappresentanza degli imprendi-tori.Ciò che emerge con chiarezza è che ancora non esistono nè unquadro di riferimento teorico e metodologico comune, nè pras-

si consolidate e che il livello cui ci si colloca è ancora quellodella sperimentalità delle iniziative.Tuttavia se si considerano accanto ai progetti nazionali le appli-cazioni regionali e quelle avviate nell’ambito di programmi comu-nitari, ma anche nazionali (ad esempio L. 236 e obiettivo 4), ilquadro che si presenta è sicuramente ricco di informazioni cheandrebbero opportunamente valorizzate per orientare sceltefuture sul modello della rilevazione dell’analisi dei fabbisogni.E questo è il compito che l’ISFOL intende espletare per il pros-simo futuro, in accordo con il Ministero del Lavoro, con leRegioni e le Parti Sociali.

Per informazioni: [email protected]

INOIsfol

La Struttura di valutazione Fondo Sociale Europeo (Fse) ha recen-temente presentato i risultati delle elaborazioni effettuate suidati di placement (esiti occupazionali e riuscita professionale)relativi a circa 54.000 persone formate nel 1996 con il FondoSociale Europeo. Si tratta di dati provenienti da otto regioni delcentro nord (Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio,Marche, Umbria e P.A. di Trento) e riguardanti disoccupati dilunga durata, giovani in cerca di prima occupazione e donne. Le informazioni raccolte rappresentano per l’Italia un assolutanovità: anche se in un certo numero di contesti regionali delcentro nord esiste una tradizione di ricerca “autoctona”, le ana-lisi del targeting e degli impatti della formazione professiona-le sui beneficiari di corsi, fino a poco tempo fa, scontavanoun’arretratezza culturale e un vuoto informativo abbastanza evi-denti, soprattutto se messi a confronto con l’operato degli altripaesi europei. La ricerca, che costituirà parte integrante del Rapporto di valu-tazione finale dell’obiettivo 3 (Fse 1994-99), ha messo aconfronto i dati riguardanti i formati con i microdati Istat sulleforze di lavoro, ricavati da specifiche indagini longitudinali. Perla costruzione di un gruppo confrontabile con quello dei for-mati, sono state selezionate persone residenti nelle otto regio-ni considerate, in cerca di occupazione e di età compresa tra i14 e i 44 anni, identificando così una popolazione di riferimentoutile intanto all’analisi del target raggiunto dalle attività for-mative, in termini di genere, età e titolo di studio. Dalla popo-lazione di riferimento Istat è stato successivamente estratto unaggregato che, per le distribuzioni di genere, classi d’età, tito-lo di studio e condizione occupazionale di partenza (ovvero la“non occupazione”) fosse pressochè identico al gruppo Fse. Ciòche discriminava i due gruppi era appunto l’avere seguito o menoun corso di formazione Fse.

Oltre a fornire una ricca quantità di informazioni relati-ve alle caratteristiche della popolazione target dei corsidi formazione, la ricerca evidenzia un dato particolar-mente eclatante, ossia l’inequivocabile importanza del-l’evento formativo come esperienza attraverso la quale siconcretizzano le opportunità di inserimento lavorativo.Ad un anno dalla chiusura del corso, infatti, e a parità dicaratteristiche strutturali per i due gruppi analizzati, piùdella metà dei formati (il 51,2%) risultano occupati,rispetto al 28,2% del gruppo Istat.

La ricerca offre inoltre dettagliate informazioni circa le tipolo-gie di riuscita occupazionale dei formati, il ruolo dei centri for-mativi nel favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, epropone interessanti spunti interpretativi, descrivendo effettie ricadute del corso di formazione sugli utenti del Fse.

Per informazioni: [email protected]

La rilevanza assegnata alle politiche formative postula il biso-gno di aumentare la produttività sociale e professionale degliinvestimenti nel settore delle risorse umane, a partire dalla for-mazione professionale iniziale. In questo contesto l'attività di ricerca per la costituzione di unrepertorio sulle Buone pratiche della formazione professionaleiniziale rappresenta uno strumento utile a rilevare le modalitàe le potenzialità di sviluppo dell'esperienza formativa. E' infatti sempre più condivisa l'opinione che le Buone pratichecostituiscono uno strumento capace di accrescere e diffonderequei comportamenti e quelle procedure portatrici di effetti inno-vativi rilevanti sia da un punto di vista culturale che di pro-cesso, attraverso cui è possibile innalzare gli standard di qua-lità della formazione e gli orientamenti dei policy makers con ilproduttivo risultato di dare luogo ad effetti virtuosi in ordinealla qualificazione crescente della spesa nel settore.L'obiettivo dell'attività di ricerca è stato quello di delineare edindividuare, attraverso la selezione e la valutazione di un uni-verso di 372 POM a titolarità del Ministero del Lavoro (nn. 26,28, 29 e 30 degli anni 1996 e 1997), un insieme ristretto dimodelli progettuali portatori di Buone pratiche nel settore dellaformazione professionale iniziale, che fossero caratterizzati dallacontemporanea presenza dei seguenti elementi:

strategie operative per raggiungere gli obiettivi di occu-pabilità (intesa come valutazione della rilevanza dei risul-tati ottenuti dall'attività formativa e della loro capacità difavorire il processo di inserimento professionale e lavora-tivo degli utenti), di professionalizzazione (proceduravolta alla acquisizione di competenze di base, tecnico-spe-cialistiche e trasversali come patrimonio complessivo dirisorse di cui dispone un individuo nel momento in cui sitrova impegnato nello svolgimento di una prestazione lavo-rativa e nello sviluppo del suo percorso di formazione) e dicreazione di partenariati, di reti e di sistemi (per esempio,collaborazioni con soggetti istituzionali, sociali ed econo-

BUONE PRATICHE DELLA FORMAZIONEPROFESSIONALE INIZIALE

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mici e collegamento del progetto a misure di politica atti-va del lavoro, ad attività di promozione dell'occupazione,a programmi di concertazione per lo sviluppo locale e aprogrammi di investimento in capitale fisico);qualità interna delle singole azioni sia sul piano dellemetodologie che su quello dell’impiego delle risorse (orga-nizzazione e gestione risorse, rapporti con i destinatari edi referenti, sviluppo delle attività formative); riproducibilità (intesa come capacità del progetto di esse-re riprodotto in presenza di problemi analoghi o simili aquelli che lo hanno originato); trasferibilità (intesa come capacità del progetto di esse-re utilizzato come modello per problemi di ordine diffe-rente da quelli per i quali è stato realizzato).

Per informazioni: [email protected]

A supporto delle autonome strategie condotte a livello regio-nale il Ministero del Lavoro - Ufficio Centrale Orientamento eFormazione Professionale dei Lavoratori (UCOFPL), con l’assi-stenza tecnica dell’ISFOL, ha deciso di avviare, con il contribu-to del FSE, un intervento nazionale per l'aggiornamento pro-fessionale del personale della Formazione Professionale. La riqualificazione professionale degli operatori della FormazioneProfessionale è infatti condizione necessaria affinchè la ridefi-nizione del sistema di offerta (prodotti/servizi, soggetti gesto-ri, indirizzi istituzionali) acquisti piena efficacia.FaDol si rivolge a tutto il sistema di formazione pubblico e con-venzionato. Le dimensioni del mercato potenziale risultano estre-mamente ampie in quanto, nella fase sperimentale, ci si rivol-ge a circa 15.000 operatori. Con FaDol si realizza una infrastruttura telematica pubblica,dedicata ed esclusiva (intranet), ramificata su tutto il territo-rio italiano (oltre 1200 postazioni), in grado di interconnette-re, in forma permanente, i principali soggetti (Ministero delLavoro, Regioni e Centri di Formazione) del sistema diFormazione Professionale. FaDol intende essere un circuito, adelevate performance, dedicato alla veicolazione di software for-mativi, di carattere multimediale, caratterizzati da elevati edomogenei standard qualitativi. La Rete, inoltre, si propone come veicolo di aggiornamento ediffusione dell’innovazione, di disseminazione su tutto il siste-ma delle esperienze di eccellenza prodotte dallo stesso sistemao maturate negli altri paesi europei. FaDol permetterà infatti di attivare un dispositivo strutturatodi scambio di informazioni ed esperienze a livello europeo einternazionale.

L'avvio delle attività è previsto nella secon-da metà del 1999. Informazioni dettagliate sono disponibili sul sito ISFOL(http://www.isfol.it in aree di ricerca - Sperimentazioneformativa) e su quello del FSE (http://www.europalavo-ro.it/isfol0106.htm).

Per informazioni: [email protected]

Nell'ambito delle iniziative promosse dall'Unione Europea, ilProgramma "Visite di studio per specialisti di formazioneprofessionale" prevede la realizzazione di visite per speciali-sti di formazione, orientamento professionale e gestione risor-se umane allo scopo di facilitare lo scambio di conoscenze edesperienza su tematiche di interesse comune.Il Programma è coordinato a livello europeo dal CEDEFOP men-tre la partecipazione italiana è curata, a partire dall'anno incorso, dall'ISFOL, in qualità di Struttura Nazionale di Assi-stenza Tecnica del Ministero del Lavoro e Previdenza Sociale- UCOFPL.L'iniziativa prevede la realizzazione di visite di studio in cia-scuno degli Stati membri della Comunità e Paesi europei aggre-gati con l'obiettivo di fornire ai destinatari:

un'occasione di visione diretta ed approfondimentodelle esperienze, iniziative ed attività educativo-for-mative più significative del contesto di riferimento(città e/o provincia/ Regione);lo scambio di esperienze e la discussione tra espertidei vari Paesi su tematiche di interesse comune, al finedi fornire opportunità di future sinergie e collabora-zioni in rete;la promozione della disseminazione e la demoltipli-cazione dei risultati individualmente conseguiti neirispettivi contesti di provenienza.

Per il secondo semestre 1999 il Programma prevede visite spe-cialistiche di tre giorni a carattere seminariale intensivo intor-no a tematiche-chiave previamente definite e pianificate con ilCEDEFOP. Le candidature degli esperti non sono inoltrate a titolo indivi-duale, bensì sono presentate dalle Amministrazioni di apparte-nenza. L'appello candidature viene espletato dall'Isfol tramite invitoa partecipare ad una ampia mailing rappresentativa di tutte leAmministrazioni ed Organismi ammissibili.

Per informazioni: [email protected]

Mensile di informazione dell'Istituto per lo Sviluppo dellaFormazione Professionale dei Lavoratori

Anno 4 numero 3

Direttore responsabile: Alfredo TamborliniCoordinamento editoriale: Diana MacrìCoordinamento tecnico: Aurelia TirelliAllestimento redazionale: Maria Rosaria ColellaComitato di redazione: L. Agneni, G. Allulli, C. Bensi, L. Capriccioli, C. Conversano,A.Felice, O.Fornara, F.Ludovisi, A.Mocavini, C.Montedoro, A.Paliotta, A. TirelliHa collaborato a questo numero: Angelo Del CimmutoImpaginazione: Studio grafico Maddalena TiburzioDirezione e Amministrazione: ISFOL, Via G.B. Morgagni, 33 - 00161 - Roma tel. 06/445901 fax 06/44291871

Reg. n. 39 del 31.1.96 presso il Tribunale Civile di Roma

Stampa: Nage Snc, Via V.Melandri, 36 - 00155 Roma

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FADOL, UNA RETE NAZIONALE DIFORMAZIONE A DISTANZA ON LINEPER IL SISTEMA DI FORMAZIONEPROFESSIONALE

IL PROGRAMMA COMUNITARIO "VISITEDI STUDIO PER SPECIALISTI DIFORMAZIONE PROFESSIONALE"

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