AMPLIFICATORE FINALE - La rivista di Hi-Fi, Hi-End e Musica

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di Alberto Guerrini

AMPLIFICATORE FINALE

QUAD ARTERA STEREO

36 FDS 242 ▼ Il Regno degli Ascolti

Tra i tanti marchi blasonatissimi del panorama moderno dell’Hi-Fi, uno su tutti mimancava di recensire, QUAD Electroacoustics Ltd, ovvero quello che, a suon di ge-niali intuizioni progettuali, si è guadagnato il proprio stabile posto come simbolodelle capacità realizzative dell’industria Britannica. Il mio naturale e consueto en-tusiasmo per la sfida che mi si è posta davanti è stato subito sopraffatto dal ter-rore di poter incorrere, proprio in questo momento in qualche strafalcione, cheverrebbe evidentemente considerato la mia condanna a morte da un punto di vistagiornalistico del settore. Le sfide mi hanno sempre stimolato molto per cui eccomidi fronte a voi, sparate pure!

IL RITORNO DEI MOSTRI SACRI

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funzionamento C. La genialità fu diaver capito come si potesse prendereun segnale in ingresso, confrontarlocon quello di uscita e fare in modo chel’errore che ne scaturiva per differen-za venisse, opportunamente inverti-to e amplificato, usato per (teorica-mente) azzerare i problemi di fun-zionamento. Questa idea, battezzata“Current Dumping”, gli valse non soloil prestigioso premio “Queen’s Awardfor Technological Achievement”, diper se stesso un traguardo importan-tissimo per un progettista britannico,ma anche un posto stabile nella storiadell’Hi-Fi. Persino un mostro sacrocome Mr. Nelson Pass si è cimentatocon la sua Synergistic Research e conNakamichi nel perfezionare il granderisultato ottenuto dal fondatore diQuad, tanto per capire la portata delpersonaggio che è stato Walker.

DESCRIZIONEL’Artera è un amplificatore finale dipotenza stereofonico, piuttosto po-tente. Sfrutta la tecnologia proprieta-ria denominata “current dumping”,che in sostanza consta di due differentiamplificazioni accoppiate in un uni-co chassis. Questa metodologia diprogetto, fu originariamente applica-ta al leggendario amplificatore Quad405, che si meritò come già accenna-to precedentemente, il prestigiosopremio “Queen’s Award for Techno-logical Achievement” nel 1978. Un’ar-chitettura raffinata in classe A si oc-cupa della vera e propria qualità delsuono, lavorando sempre in bassapotenza, mentre un’altra basata su unprogetto stavolta in classe AB (origi-nariamente, come già descritto, il leg-gendario Quad 405 utilizzava addi-rittura la classe C), prende sulle spal-le il carico e di conseguenza il pilo-taggio dei diffusori. Le due amplifi-cazioni sono accoppiate attraversouna rete circuitale di precisione. La po-tenza è di 140 Watt per canale misu-rata su 8 Ohm di impedenza (che salea 250 su 4 Ohm).Il pannello posteriore ospita due cop-pie di connettori d’ingresso, una RCAsbilanciata ed una XLR bilanciata, ol-tre a queste, troviamo le due coppie dimorsetti di potenza con serraggio avite, con coperchi in plastica isolante,che possono accettare ogni tipologiadi connettore disponibile in commer-cio, ovviamente è anche possibile col-

legare direttamente il cavo di poten-za. La livrea scelta è volta a dareun’idea di grande solidità, a comin-ciare dal pannello anteriore: realizza-to in alluminio spazzolato color bei-ge chiaro, di grande spessore. I dissi-patori laterali sono scavati dal pienocon macchinari a controllo numerico.Presente nella confezione anche un beltop in vetro, di discreto spessore,completo di piedini smorzanti da ac-coppiare al finale sulla faccia supe-riore, per renderlo “cavalcabile” da unaltro componente (ad esempio l’ArteraPlay, che è un lettore multistandard,un CD ed un pre al tempo stesso), sen-za comprometterne la dissipazione dicalore, isolando al contempo il letto-re e l’ampli da eventuali vibrazioni tra-smesse durante la riproduzione.L’interruttore di accensione/stand byè metallico, si trova in basso a destrasul frontale, installato orizzontal-mente, mentre il led azzurro che te-stimonia lo stato dell’amplificatore, di-vide in due porzioni simmetriche ilpannello ed è perfettamente perpen-dicolare all’interruttore di pertinenza.Il peso è di circa 15 Kg e poggia su deibei piedoni.

L’ASCOLTOL’ascolto è stato effettuato inserendoil Quad Artera Stereo nella mia cate-na di ascolto così composta: Sorgen-te Digitale per Musica Liquida: MacMini, ITunes con Engine Pure Music2,Audirvana Plus, convertitore D/AUSB 24/192, EMM LABS DAC2X ca-blaggio USB Kimber Kable SelectKS2436Ag, USB Audioquest CoffeeDbs 7, RCA Audioquest Horizon Dbs7; diffusori: Martin Logan SL3, LumenWhite Silver Flame; sorgenti digitali:CD Teac VRDS-10 modificato a val-vole Emmebi, lettore ibrido DVD-DVDA-SACD-Blu Ray Labtek Oppo105EU Tubes; sorgente analogica: Gi-radischi Michell Gyrodec, BraccioSME 309, Testina Clearaudio Tita-nium MC, con cablaggio AudioquestWel Signature; preamplificatore: Con-vergent Audio Tecnology Legend,con Stadio Phono MM, MC; due am-plificatori finali a Valvole: McIntoshMC275 in configurazione mono; supercondizionatore di rete: Emmebi Cu-stom Made A.G. Signature 110/220V;cavi di potenza: Nordost SPM Refe-rence; cavi di segnale tra pre e finalimono: Audioquest Horizon Dbs 72V;

Che dire di una compagnia fon-data nel 1936 e tutt’ora in affa-ri? Parrebbe un fatto davvero

incredibile eppure la Quad esiste an-cora e continua a mietere successi coni propri prodotti. E qui entra in gioco,per spiegare la continuità di rendi-mento, la persona dietro alla compa-gnia, ovvero Peter J. Walker, che posele basi per una serie di innovazioni lequali, tutt’ora, rappresentano una ec-cezionale piattaforma per la ricerca esviluppo in campo hi-fi. Agli alboridella sua storia l’azienda si chiamavaS.P. Fidelity Sound Systems, succes-sivamente cambiò nome in un piùconsono all’obiettivo, ma senz’altroancora troppo generico: the Acousti-cal Manufacturing Co. Ltd. Durante laseconda guerra mondiale la sede sispostò da Londra a Huntington, perpoi essere quasi del tutto distrutta sot-to i bombardamenti. La produzionevariò drasticamente da prima a dopola guerra per passare dalle attrezzatureper le comunicazioni, a quelle per ap-plicazioni rivolte per lo più all’ascol-to in casa. Ovviamente ogni strategiaaziendale segue la legge della do-manda (e dell’offerta), ed in effetti que-sta era in netta crescita, tanto da pas-sare definitivamente agli apparecchiper la riproduzione sonora casalingadi qualità sempre crescente. A di-spetto di quanto ci si potrebbe im-maginare il nome Quad (che altro nonè se non un vero e proprio acronimo)non divenne subito quello del brand,ma lo fece solo dopo che il suo crea-tore diede luce all’amplificatoreQUAD 1 “Quality Unit AmplifierDomestic”, il range di prodotti checondivideva questa denominazionedivenne (in virtù di una qualità ef-fettivamente notevole) così iconicoche si decise di trasformare il nomedell’intera società in QUAD Elec-troacoustics Ltd. Le teorie di Peter J.Walker furono così innovative cherivoluzionarono letteralmente il mododi concepire un amplificatore mo-derno. Fu certamente il primo a in-trodurre in campo hi-fi la propriapersonalissima interpretazione di uti-lizzo della sinergia tra la qualità in-trinseca apportata dalla circuitazionecon funzionamento in classe A e la po-tenza che proveniva dalla più mode-sta (in fatto di raffinatezza), ma deci-samente più nerboruta (in fatto di ca-pacità di erogazione) della classe di

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to energetico, di espressività e ben rap-presentati Il brano successivo è ancor più em-blematico delle ottime riserve dina-miche sfoderabili alla bisogna dalQuad: le conga e tutte le altre per-cussioni sono vivide e rimangonoagili, efficaci, molto precise e senzacode per tutta la durata. Il sax è bel-lo e piuttosto ben descritto, anche a li-vello di dettaglio e di chiaroscuri. I varicori e coretti che si alternano, sonomolto ben delineati efficaci e pronti,persino gli applausi sono realistici edescrivono una scena tridimensiona-le elaborata e veritiera.La traccia seguente si apre con un con-trabbasso protagonista di un roll ve-loce, più da basso elettrico che da stru-mento acustico. La discesa versol’estremo grave è ottima come altret-tanto lo è il controllo, soprattutto nel-l’area del medio basso. Il pianoforte èmolto dinamico e ben cesellato nellesue evoluzioni, ha corpo e sostanza eun sufficiente contenuto di materialee vibrazioni. La batteria è piuttosto ra-pida, i piatti sono leggermene menoincisivi rispetto ai precedenti.“My Man Ain’t Handy no More”, in-terpretata in questo caso da Carmen

cavo di segnale tra CD VRDS-10 e pre:Nordost Spm Reference; cavi di se-gnale tra Labtek Oppo 105EU Tubese pre: RCA Nordost Valhalla; cavo dialimentazione pre: Nordost Valhalla;cavo di alimentazione DAC EmmLabs: Nordost Brahma con termina-zioni Furutech; cavo di alimentazio-ne Oppo 105EU Tubes: Van Den HulThe Mains Stream; cavi di alimenta-zione finali: Nordost Valhalla; cavo dialimentazione CD Vrds-10: NordostShiva.La fase di rodaggio si è protratta perun periodo sufficiente a omogeneiz-zare e stabilizzare le prestazioni so-niche complessive. Il cambiamento ri-spetto alla condizione “out of thebox” è stato piuttosto marcato. Concord Jazz “Super Audio CD SamplerVol. 1” (Concord Records, SACD): Il pri-mo brano è del celeberrimo quartettodi Jim Hall e ci offre un pianoforte de-licato, con i giusti contenuti timbricied un approccio ambrato e tutt’altroche aggressivo. I passaggi si susse-guono con un discreto contenuto di-namico ed un mood molto raccolto epiacevolmente ben presentato. Labatteria ci offre dei piatti morbidi e alcontempo un’azione piuttosto decisa,

l’impatto sulle pelli è asciutto e senzacode, la matericità delle stesse è buo-na. Il brano successivo ci dà un’idea mi-gliore sulla capacità dinamica del-l’Artera e sulla solidità e la maturitàdel progetto. Il basso è granitico e ilsuo intervento è preciso e piuttosto ar-ticolato, lo slapping ci dà un ottimoimpatto e una progressione di attac-chi e rilasci dalla rappresentazionegrafica con pendenza molto accen-tuate. La voce accompagna il bassosenza subire alcuna cancellazione, èprecisa ed efficace, ben centrata nellasezione di appartenenza dello spettro,fluida e ben percepibile. Ha una buo-na articolazione anch’essa e non sinota alcuna presenza di sibilanti evi-denti. La batteria impatta con vigoree si affianca ad un pianoforte suona-to con altrettanta enfasi, ponendosisullo stage con grande efficacia dina-mica.Rosemary Clooney si pone alla gran-de con questa magistrale reinterpre-tazione, in chiave swing, della im-mortale “Straighten Up and Fly Right”(originariamente presentata dal gran-de Nat King Cole). Gli assoli di fiatisono molto buoni, ricchi di contenu-

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Il Frontale, rigoroso e senza fronzoli realizzato in alluminio spazzolato, sul quale spicca il grande led centrale chelo divide in due porzioni simmetriche, il pulsante di accensione/stand-by è in metallo lucido e si trova in basso adestra appena sopra al logo con due crome poste una sopra all’altra in posizione specchiata

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rampe di attacco e rilascio dei tran-sienti sono ben ripide e il contenutoenergetico non da mai segni di cedi-mento grazie ad una evidente scortadi potenza da parte dell’ampli. L’or-chestra ha buone dimensioni, è benscolpita nello spazio circostante eogni strumento pare avere il giusto cir-condario di aria a contorno. Si susse-gue un’ottima serie di assoli di fiati,dal trombone al sax, discretamente ar-

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piuttosto copiosi e realistici. Gli stru-menti sono altrettanto ben posizionatinella scena sonora e ricostruiscono unastruttura tridimensionale coerente eben sviluppata lungo i tre assi carte-siani.Altra traccia di stampo caraibico èquella che segue, ricca di percussioni,stavolta con componenti metalliciben impattati, e ricchi di articolazio-ne e spunti dinamici importanti. Le

McRae, è un’altra canzone Jazz iper fa-mosa (Alberta Hunter né è la cantan-te originale), la sua voce è ottimamenteriprodotta, probabilmente particolar-mente adatta, come impostazione,per l’Artera. Risulta vibrante, pre-sente e ben protesa in avanti in salad’ascolto, ha un buon effetto viscera-le e anche il focus è corretto. I detta-gli provenienti dal club nel quale è sta-ta registrata la performance, sono

L’interno presenta un’architettura molto ben ingegnerizzata in perfetta continuità (anche se in chiave decisamentemodernizzata) con il lavoro originale di Peter J. Walker

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accompagnamento è leggermentetroppo arretrato, nonostante il suo in-tervento sia rapido, tondo e mai tra-scinato.Il brano di Art Blakey rimette subitoa posto tutto, riportando in salad’ascolto uno sviluppo perfettamen-te bilanciato lungo tutte e tre le com-ponenti spaziali della scatola sonora,con la sua orchestra che tesse la teladel brano con una grande fluidità edefficacia dinamica. La gamma medioalta è articolata e ben proposta: è latromba che brilla di luce propria sututto il resto degli strumenti, tutti co-munque ben delineati a descrivere, so-prattutto in questo caso, una buonatrasparenza. Il sax è allo stesso livel-lo dei brani precedenti, ha buoni con-tenuti materici ed un discreto corpo,così come il pianoforte, che si rendeprotagonista di un godibilissimo as-solo, durante il quale presenta una col-

ticolati e dalle giuste evoluzioni tim-briche e vibrazionali.A perfetto corollario dell’ultima af-fermazione abbiamo il brano “BloodCount” di Stan Getz, dove il sax met-te a dura prova, con i suoi picchi di-namici improvvisi ed i suoi acutiestremi, le capacita, non solo di ero-gazione, ma anche espressive, a par-tire dalla porzione intermedia dellabanda passante, per salire repentina-mente a quella estrema, ponendo ai li-miti non solo lo strumento ma anchei trasduttori. La prova è brillante-mente superata, anche se in casi estre-mi, abbiamo notato un leggero irrigi-dimento nella riproduzione. Le ca-ratteristiche degli strumenti sono in

evidenza assieme ad un discreto con-tenuto di dettaglio complessivo.“Love Walked In” ci offre una vocecon un vero e proprio Mellow Tone,particolarissima e che si sposa benis-simo con gli ottoni, i quali, con le pro-prie caratteristiche, danno giusto sup-porto in gamma più aspra al tonoovattato della parte cantata. L’orche-stra è piuttosto corpulenta e legger-mente meno evidente rispetto al rife-rimento, soprattutto in quanto a pro-fondità complessiva.“Serengeti” di Carl Trader ci regala, ol-tre ad un ottimo pianoforte, un al-trettanto ben sviluppato vibrafono,condividono entrambi uno sviluppodi contrasto dinamico e rapidità di ero-gazione molto buoni. Con l’apporto diun flauto ricco di contrasto e ben ar-ticolato, l’inseguimento e gli intreccicontinui della trama sonora sono an-cora più piacevoli. Il contrabbasso di

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CARATTERISTICHE TECNICHEDICHIARATE

Amplificatore Finale Quad ArteraStereo

Potenza di uscita: @ 8Ω 140X2 W(<1% THD, 1kHz), 250W into 4 ohm; Classe amplificazione: tecnologiabrevettata denominata “current dum-ping”;THD: <0.003% (100W, 1kHz); <0.03%(100W, 20Hz-20kHz);Rapporto Segnale/Rumore: 115dB(ponderato A, rif. 140W);Risposta in frequenza (-3dB): -0.5dB(20Hz-20kHz, rif. 1kHz); -3dB (20Hz-70kHz, rif. 1kHz);Sensibilità in ingresso: 980mV(RCAline in);Impedenza di ingresso sbilancia-to/bilanciato: 10kohm (sbilanciato);15kohm (bilanciato)

Tipologia ingressi: RCA sbilanciatoe XLR bilanciato;Potenza massima assorbita: max.750W;Potenza assorbita in stand-by: <0,5W;Dimensioni (AxLxP): 15,8x32x33,8cm;Peso: 15 kgAlimentazione: 230V @50/60 Hz;

Prezzo (IVA inclusa): Euro 3.000,00

Distributore:High Fidelity Italia, Tel. 02 93611024Web: www.h-fidelity.com

Particolare Dello chassis realizzato in metallo, con i due dissipatori sca-vati dal pieno con macchine a controllo numerico

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teristiche timbriche. Nato da un’ideageniale che è riuscita ad unire le ca-ratteristiche di raffinatezze della Clas-se A alle energie virtualmente illimi-tate delle classi inferiori. Il risultato èassolutamente piacevole, un’impo-stazione calda e ambrata ma che sasfoderare le unghie e mantenere co-munque le sue caratteristiche anche alivelli di volume decisamente impor-tanti. Le capacità di pilotaggio sono note-volissime, non si slega mai, nemme-no di fronte alle orchestre più impor-tanti o ai passaggi di hard rock più im-pegnativi. È con il jazz che l’ho volu-to testare, considerando che questo po-tesse essere il suo tallone d’Achille, ep-pure se l’è cavata piuttosto bene, ren-dendo l’ascolto in sala rilassante ecoinvolgente. Un’amplificazione da te-nere in considerazione sia per gliaspetti tecnici, che tutt’ora dannospunto a diversi progetti in giro per ilmondo, che per quelli sonici.

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a tutti i costi. Accompagnato dalla Isra-el Philarmonic Orchestra, che fa sen-tire tutta la sua forte presenza, l’arti-sta è ben descritto nelle proprie ca-ratteristiche vocali, con una buonaquantità di dettaglio e ottimo microcontrasto, favorito anche dalla posi-zione del microfono molto ravvicina-ta. Quantità di dettaglio più che suf-ficienti e una discreta articolazione ecapacità vibrazionale rendono l’ascol-to raffinato e avvolgente. I pieni, an-che se non proprio frequentissimi,sono sempre potenti ed efficaci, man-tenendo l’equilibrio tra gli strumentie le perfette proporzioni dell’orchestratutta e anche dei singoli strumenti, bendelineati e coesi tra loro.

CONCLUSIONIUno strumento di amplificazione cheha, senza ombra di dubbio, raggiun-to la propria maturazione attraversouna lunga serie di step evolutivi, attia raffinarne il più possibile le carat-

locazione efficace e dimensioni mol-to ben azzeccate. La batteria è dina-mica, quasi possente e, finalmente, sipuò apprezzare con una serie di col-pi di cassa, ben restituiti con un gran-de punch controllatissimo. Il vigoreche contraddistingue il brano ben sisposa con le grandi riserve di questoamplificatore, tutto è portato avantisenza affanni e senza tentennamenti,in totale assenza di distorsioni persi-no a livelli di volume piuttosto so-stenuti.Un altro brano di ritmica piacevol-mente “Brazilera” è il successivo (“ONosso Amor”), dove un clarino pia-cevole e agile si agita e vibra con legiuste proporzioni e fattezze timbri-che, alternandosi con una chitarraclassica, rigorosa e ben descritta. Lecorde sono espressive così come il re-sto dello strumento, asciutto e sicuro. “Spring Will Be A Little Late ThisYear” chiude il disco con una voce se-tosa e piuttosto impostata allo Swing

Particolare del pannello posteriore; da notare la presenza di connessioni sia XLR sia RCA in ingresso, i morsetti dipotenza di buona qualità, il connettore per il trigger on e l’interruttore generale di accensione/spegnimento appenasopra alla vaschetta di alimentazione IEC

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