Amici del Musical - webzine 02|2012

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amici webzine 02|2012 musical del Elisabeth torna a Trieste Dino Scuderi e il musical Best of musical 2012 Giampiero Ingrassia Ghost, The Wizard of Oz, Les Miserables, Stanno suonando la nostra canzone, La Cage Aux Folles, Alice

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Elisabeth a Trieste, intervista a Dino Scuderi, Best of Musical 2012, Ghost, The Wizard of Oz, Frances Ruffelle, Nutcracker!, Les Miserables, Stanno suonando la nostra canzone, Giampiero Ingrassia, La Cage Aux Folles, Alice nel paese delle meraviglie

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amici

w e b z i n e

02|2012

musicaldel

Elisabeth torna a Trieste

Dino Scuderi e il musical

Best of musical 2012

Giampiero Ingrassia

Ghost, The Wizard of Oz, Les Miserables,

Stanno suonando la nostra canzone,

La Cage Aux Folles, Alice

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Amici del Musicalwww.amicidelmusical.it

sito ideato da Franco Travaglio

webzine

coordinamento Francesco Moretti

hanno collaborato Giulia Bianco, Laura Confalonieri, Sara Del Sal, Diana Duri,

Valeria Rosso, Enza Adriana Russo, Franco Travaglio

n. 02|201224 marzo 2012

Gran parte delle immagini sono state reperite sul web.Per ogni informazione e/o chiarimento scrivete a:[email protected]

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In questo numero

Mentre Stage Entertainment Italia sembra fare marcia indietro nel mercatoitaliano, rinunciando per la prossima stagione alla gestione del Brancacciodi Roma e annunciando un titolo come Saturday Night Fever per Milano -nonostante il gran battage fatto non più di un mese fa su una rosa di cin-que papabili titoli da far scegliere al pubblico - il mondo del musical ita-liano continua la sua strada tra produzioni grandi e piccole, riprese enovità di cui cerchiamo di rendervi conto, almeno in parte, in questonuovo numero della nostra webzine. E mentre a Milano continua il travol-gente successo di Priscilla e Sister Act, entrambi confermati fino ad aprile,Trieste si prepara all’evento più atteso della stagione con l’arrivo in Italiadell’allestimento completo di Elisabeth, il musical in lingua tedesca di piùsuccesso al mondo, che quest’anno compie già vent’anni. Dopo aver ospi-tato l’unica tappa italiana del Nutcracker! di Matthew Bourne e in attesadell’altra esclusiva dall’Inghilterra (Joseph & the Amazing Technicolor Dream-coat), il Politeama Rossetti si conferma così una porta d’ingresso in Italiadelle grandi produzioni internazionali, che speriamo sempre più sbarchinonel nostro paese - nonostante i preoccupanti segni di crisi. Crisi anche vo-cazionale, se Dino Scuderi, noto compositore di musical e non solo, lanciaun appello ai giovani creativi italiani per smuovere un po’ le acque e por-tare aria nuova nel panorama teatrale italiano.Tante recensioni dai nostri collaboratori sempre più numerosi, che non finirò mai di ringraziare per l’entusiasmo col quale contribuiscono alla nostra webzine, completano questo numero davvero ricchissimo.Buon musical a tutti!

Francesco Moretti

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Se West Side Story l’avessi scritto io...Incontro con il compositore Dino Scuderi

Frances RuffelleA Londra il concerto per il 50° compleanno della perfomer

Dallo schermo allo stageDa Londra due dei musical più

in voga in questi tempi:The Wizard of Oz e Ghost

Nutcracker!Manca solo la parolaper il balletto rivistoda Matthew Bourne

La mia Elisabeth, così dolce, così forteIntervista con Annemieke Van Dam

Ancora un ballo a TriesteIn anteprima il musical Elisabeth, a fine aprile in esclusiva italiana a Trieste

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Sommario

Les Miserables, il sogno continuaAncora trionfi per il musical di Boublil e Schonbergcon Ramin Karimloo

Dal mondo del musicalNotizie, stage, audizioni...

Alice nel paese delle meraviglie

Pregi e difetti del family-show tratto da Lewis Carroll

La nostra canzone, colta ma popolareDalla Sicilia il tour di Stanno suonando la nostra canzone

Un ragazzo di cinquant’anniIncontro con Giampiero Ingrassia

C’era una volta il musical teutonicoUna analisi senza peli sulla lingua della progressiva

caduta di stile del Best of Musical della Stage tedesca

Alla Cage aux Follesc’è qualcosa che non va

Non convince del tutto il musical di Piparo

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Nel servizio,alcune immaginidi Elisabeth e deisuoi protagonisti

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La mia Elisabeth,così dolce, così forte

di Sara del Sal

Parla Annemieke Van Dam, che farà rivivere a Triesteil mito mai dimenticato dell’imperatrice d’Austria

Sarà Annemieke Van Dam a fare ri-vivere a Trieste, al Rossetti, il mitodella Principessa Sissi. Dal 26 aprileal 6 maggio infatti il musical Elisa-beth farà tappa nel capoluogo giu-liano in esclusiva nazionale. Unevento che porta con sé un signifi-cato che va oltre il musical stesso,perchè la vera Sissi a Trieste c'èstata realmente quando la città fa-ceva parte dell'impero Austro-Un-garico, e questo “ritorno” fuori daltempo diventa quindi ancora più dabrivido. Annemieke, che ha già all'at-tivo più di 500 repliche nel ruolodel titolo, dal 2008 a oggi, è cre-sciuta con la sua Elisabeth. “Avevo23 anni quando l'ho interpretatoper la prima volta da cover e oggi,che ho 29 anni noto che riesco adarle molte più sfumature.”C'è tanto amore in Elisabeth. “All'inizio c'è il grande amore persuo padre, ma poi l'amore nella suavita prende tante forme diverse,

dall'amore per se stessa all'amoreper la morte che le si proponecome libertà e forse come la possi-bilità di entrare in un mondo mi-gliore. Dopo tutto quello che leaccade è come se cercasse qual-cosa che la portasse in una realtàdiversa da quella in cui era co-stretta a continuare a vivere.”La Sissi che viene raccontata in questomusical è una donna completa.“Tutti hanno in mente la Sissi televi-siva, e pensano alla sua storia per-sonale come a una fiaba moderna.Un po' come è accaduto a LadyDiana, tutti vorremmo sapere qual-cosa di più di lei e di quello che lepiaceva. Nel nostro caso raccon-tiamo la vera storia di Sissi, senzasconti, descrivendola anche comeuna donna a tratti egoista, e questospesso lascia il pubblico sorpreso.Certo, abbiamo i costumi e delleparrucche bellissime, ma parliamodella donna, e di una donna che ha

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saputo fare delle scelte molto im-portanti, che spesso erano in con-traddizione con il suo ruolo e conla mentalità della sua epoca.”Com'è stato vederti per la prima voltacon l'abito-icona bianco?“Devo ammettere che nonostantel'effetto evocativo che riesce sem-pre a ottenere sul pubblico, che èaffezionato a quell'immagine del-l'Imperatrice, io mi sento goffa, mi

sento come una torta con tanto dicandeline. E anche se può sembrarestrano, penso che lei stessa si sen-tisse imprigionata in quell'abito. Mai capelli con le stelline mi piaccionotantissimo, adoro le pettinature chesi faceva fare, se avessi anche io iriccioli naturali come i suoi, pensoche prenderei spunto da lei anchenella mia quotidianità.”Cosa accomuna Annemieke e Elisa-

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beth? “Ormai non riesco più a ca-pire quali comportamenti apparten-gano a me o a lei. Stiamo crescendoinsieme. Tutte e due amiamo la na-tura, ma per il resto mi ritrovospesso ad essere molto dura conme stessa, a seguire una disciplinaquasi ferrea, come faceva lei.”

Cosa ti aspetti dal pubblico italiano?“Non so cosa aspettarmi. Non homai cantato in Italia prima, ma dicerto mi aspetto che ci sia il sole, eche queste giornate che passeremosiano un po' come una vacanza du-rante la quale faremo il nostrospettacolo. Il nostro tour chiuderà

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proprio a Trieste, ma io ho una ul-teriore sfida che mi aspetta: dovròcantare Ich Gehor Nur Mir in Italianoe sono un po' preoccupata.”Con lei, nel ruolo di Der Tod, Mark Sei-bert. “Un ruolo mistico, che in re-altà mi richiede principalmente unimpegno nel canto, ma che ha unagrande presa sul pubblico. Le can-zoni mi danno grande soddisfazioneperchè mi permettono di utilizzarei diversi colori della mia voce.”Interpretare la Morte, significa averequasi sempre l'appoggio del pubblico.“La Morte in Elisabeth di solito èun giovane carino, e non ha nulla di

brutto o sconveniente, si esprimeprincipalmente attraverso il linguag-gio del corpo, ed ha un appeal tuttoparticolare. Non c'è da stupirsi cheil pubblico parteggi per un perso-naggio così, considerato anche lesplendide canzoni che canta.”Con loro un cast di livello, che nonmancherà di sorprendere il pub-blico italiano, raccontando una sto-ria avvincente ed appassionante,con grandi canzoni dallo squisitoprofumo rock. Biglietti ancora di-sponibili.

> info e biglietti

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Ancora un balloa Trieste

di Giulia Bianco

Dopo le acclamate versioni in concerto del 2004 e 2005,Elisabeth torna a Trieste nella produzione per il ventennale

Elisabeth compie vent’anni! Il piùfamoso musical in lingua tedesca,frutto della collaborazione tra Mi-

chael Kunze e Sylvester Levay,torna sulle scene teatrali d’Europa,dopo aver incantato persino il pub-blico del Sol Levante con le produ-zioni coreane e giapponesi. In attesadi fare il suo “debutto” al RaimundTheater di Vienna ai primi di set-tembre (le prime due versionierano state allestite presso il leg-gendario Theater an der Wien), ilmusical è già in tour in Germaniacon un cast notevole, guidato dalveterano Harry Kupfer, tornato adirigere Elisabeth dopo averne cu-rato la prima austriaca nel 1992. L’olandese Annemieke van Damricopre nuovamente il ruolo del-l’imperatrice d’Austria, dopo esseresubentrata a Pia Douwes nel 2008 aBerlino, e lo fa rivestendo il perso-naggio di una nuova freschezza: per-fetta nell’interpretare con

naturalezza una spensierata Elisa-beth al limite dell’innocenza, una ca-ratteristica che si riscontra anche alivello vocale, in particolare nelbrano portante Ich gehör nur mir.Nel secondo atto, complice l’ot-timo lavoro della truccatrice, la vanDam dà vita a un’Elisabeth ormaimatura che rivendica con fermezzala sua indipendenza e il suo deside-rio di essere libera. Da menzionarela sua Maladie, che si tinge a tratti ditoni rock, e soprattutto l’estremabravura nel sapere rispecchiare a li-vello recitativo tutta la tragicità cheil ruolo di Elisabeth porta con sé. Il ruolo del suo amante, Tod, è affi-dato al carismatico Mark Seibert, ilquale si distacca notevolmente dallarappresentazione androgina di UweKröger e fa emergere il lato piùoscuro e al contempo erotico delpersonaggio. La sua è una voce po-tente, che spazia dalla vena rock diDer letzte Tanz a quella più sensuale

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nei duetti con Elisabeth; il suo Todricorda in alcuni momenti quellodell’ungherese Kamarás (unico at-tore ad aver ricoperto il ruolo perben tre volte, nella versione unghe-rese, in quella viennese dal 2003 al2005 e infine in quella giapponesedel 2012), a differenza del qualeviene meno quel tocco aggressivoper dare più spazio a un tenebrosoe pacato charme. Fresco di diploma è invece il giova-

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nissimo Kurosch Abbasi, chiamatoa vestire i panni di Luigi Lucheni,l’assassino di Elisabeth, nonché indi-scusso narratore del musical. Diorigine turca, Abbasi si muove sullascena con professionalità, regalandoal pubblico momenti di aspra comi-cità e di crudele sarcasmo e mar-cando in ogni suo gesto tuttal’italianità del personaggio. Bravis-simo nel tenere testa all’ensembledurante i pezzi corali quali Milch! o

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Hass! e altrettanto notevole nelsaper quasi reinventare a propriomodo Kitsch, pezzo d’apertura delsecondo atto. Mathias Edenborn, che aveva giàcondiviso il palco con Seibert inRomeo und Julia nel 2005 a Vienna, èun Franz Joseph pacato, che per-mane in quella sfera di debolezzacaratteriale, alla quale il personag-gio è sempre stato relegato, purriuscendo a strappare una lacrimadi compassione nel melanconicoduetto Boote in der Nacht.Il tormentato Rudolf assume nuo-vamente le sembianze dell’austriacoOliver Arno, un ruolo che incontradecisamente in maggior misura le

sue doti canore e recitative, ri-spetto al suo Tod, interpretato inpiù occasioni a fianco di Annemiekenegli anni addietro. A completare ilcast vi sono la belga Betty Vermeu-len (arciduchessa Sophie), ElissaHuber (duchessa Ludovika e si-gnora Wolf) e Dennis Kozeluh(duca Max), che ritorna sui palchitedeschi, dopo essere stato a lungoimpegnato sulla scena teatrale vien-nese. Da segnalare anche la bravis-sima Ann Christin Elverum,interprete del ruolo della contessaEsterházy-Liechtenstein e da untimbro vocale molto particolare,che ricorda a momenti quello diuna giovane Maya Hakvoort.

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Tutte interpretazioni di alto livell,accompagnate da una minuziosa at-tenzione in quanto a scenografia,che considerando le limitate capa-cità tecniche dei palchi, riesce co-munque a mettere in auge quelsenso di cupa decadenza che av-volge i personaggi dall’inizio allafine. L’atmosfera sarà forse menotenebrosa e minimalista rispettoallo spettacolo viennese degli annipassati e il momento topico di AmDeck der sinkenden Welt viene chia-ramente meno per motivi pretta-mente tecnici, però tutto ciò vienecompensato dall’abile utilizzo di lucie ombre a mo’ di inquadrature ci-nematografiche e soprattutto dalla

sfarzosità dei costumi.Questa nuova produzione saprà si-curamente regalare a tutti gliamanti del musical le stesse emo-zioni delle precedenti versioni eper chi non potesse andare in Ger-mania a godersi di persona lo spet-tacolo ecco due valide alternative adisposizione: dal 26 aprile al 6 mag-gio Elisabeth ritorna in Italia, dopole fortunate edizione del 2004 e del2005, con unica tappa a Trieste alteatro Rossetti. E se anche la cittàgiuliana fosse una meta fin troppolontana, c’è la possibilità di lasciarsitrasportare dalle melodie con il cdlive recording dell’attuale cast.> Elisabeth al Rossetti

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A colloquio con Dino Scuderi: da Salvatore Giuliano, ora in tour,all’appello ai nuovi creativi del musical italiano

Se West Side Storyl’avessi scritto io...

Dino Scuderi, attivo nel mondo delmusical da tempi 'non sospetti' ecompositore, insegnante, autore colteatro nel sangue. La sua appassio-nante opera Salvatore Giuliano è orain tour, protagonisti Giampiero In-grassia e Barbara Cola.

Per il musical italiano sei stato un veroe proprio pioniere, credendo per primoin un grande successo come JesusChrist Supersta; da dove scaturisce latua passione e com’è nata questa fan-tastica avventura?Da piccolo vidi il film in un cinemadi messina, era il 74, ne rimasi tal-mente colpito che all'uscita dissi frame e me "un giorno lo farò!". Moltianni dopo, nel '94, assemblai unaventina di ragazzi appartenenti allasfera musicale messinese di queglianni. Non feci distinzione fra generie generazioni. Dalle band rock aimusicisti di conservatorio chiamaiun gruppo di persone fra i 19 e i 40anni e formai la compagnia. Comin-

di Franco Travaglio

ciammo a provare autotassandoci,sotto la mia direzione musicale condegli arrangiamenti che scrissi perl'occasione perché, non avendo i di-ritti, non disponevamo delle parti-ture originali. Avevo bisogno di unriadattamento musicale per la for-mazione che ero riuscito a creare lìper lì: una band con basso batteriadue chitarre due tastieristi (di cuiuno ero io) e poi 2 trombe, 2 trom-boni e 2 corni, stop. Quindi hoscritto gli arrangiamenti e ho inse-gnato lo spettacolo ai cantanti estrumentisti poiché la maggiorparte di loro non lo conosceva.Dopo circa due mesi, quando laparte musicale era quasi pronta, in-vitai Massimo Piparo, che a queitempi non si occupava di musicalma faceva l'attore, a dare un toccodi teatralità allo spettacolo. Così fumesso in scena il Jesus. Facemmo 5repliche in un piccolo teatro diMessina che oggi non esiste più, ciaspettavamo persone solo il primo

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giorno e poi dei forni assoluti perle repliche successive anche per-ché, a differenza di oggi, in italia JCSera caduto nel dimenticatoio da pa-recchi anni. Invece fu un successotale al debutto che gli altri giorniavemmo tutte le sere esaurito congente che venne a rivederlo trequattro volte. Fu un botto per unacittà piccola come Messina. Da quelgiorno facemmo altre repliche, poil'estiva al teatro antico di Taormina,al teatro antico di Tindari semprecon il tutto esaurito fino ad arri-vare a settembre allo Smeraldo diMilano dove fu accolto meraviglio-samente ed infine il Sistina di Romache ci decretò il definitivo successo

che ebbe in seguito. Ma subitodopo accaddero dei fatti internispiacevoli per me tali da indurmi,puoi immaginare con quale ama-rezza, ad andare via. Nel corso ditutti questi anni e fino ad oggi, perJCS, altri si sono deliziati nell'incar-nare meriti che non gli spettano.Ho tutt'oggi un ingenua difficoltà acomprendere persone di questotipo... A me ne sono capitate pochenella mia vita... poche ma buone.

La tua carriera ha spaziato dalla mu-sica leggera al musical, dalla musica discena all'opera balletto, dalla direzionemusicale all'insegnamento, qual èstato il principio ispiratore che ha

Alcune foto daSalvatore Giulianoil musical

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unito la tua carriera?Faccio sempre le cose che mi piac-ciono. E fino a quando sento che lepersone con le quali lavoro apprez-zano quel che faccio mi sento abba-stanza in pace con me stesso.

A quali spettacoli ti senti più legato?In realtà non sono cresciuto con ilmusical... il mio rapporto con lamusica e la passione per il teatromi hanno spinto a seguire con at-tenzione qualsiasi tipo di propostadi teatro musicale. Mi sono formatopiù che altro con il teatro canzonedi Giorgio Gaber, dal quale ho ere-ditato una certa attenzione versotutte le sfaccettature dell'animo

umano. Ho lavorato anche conDario Fo curando le musiche di unsuo spettacolo, ma quel che mi hatrasmesso il signor G, che ho avutoil piacere di conoscere una sera aduna cena insieme, è impareggiabile.Quindi uno spettacolo a cui sonomolto legato è Libertà obbligatoria diGaber/Luporini che ascoltavo su un33 giri, registrato dal vivo al teatroDuse di Bologna nel 1976. Per mequello spettacolo rappresenta ilpunto più alto della collaborazionefra Giorgio Gaber e Sandro Luporini.

Cosa ti diverte nella composizione?Quando canto i miei brani in fintoinglese. Se ci fosse una telecamera

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Barbara Colae Giampiero Ingrassia

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che mi riprende e mandassi i filmatia Paperissima scalerei le classifichedei video amatoriali.

Qual è il progetto che ti è rimasto nelcassetto e vorresti mettere in scena?Anni fa volevo fare il film di FrankCapra Angeli con la pistola di cuiavevo anche scritto qualcosa, mapoi ho visto che altri ci avevanopensato e addirittura qualcunostava per metterlo in scena. Que-st'ultimo fu un progetto non por-tato a termine con il quale sfioraiuna collaborazione. Quindi ho la-sciato perdere, però sarebbe carinometterlo su.

Quale grande musical ti piacerebbeaver scritto?Beh, probabilmente West side storynella versione diretta da Bernstein.Quando vedo il famoso video dellaregistrazione del disco e sentocome lui fa suonare quest'opera... isuoi duetti, le arie, gli strumentali...beh quanta invidia per non averlafatta io. Ma quanto stupore nel sen-tirla realizzata in quel modo...

Consigli a un giovane compositore chesi vuole affacciare alla ribalta del tea-tro - musicale e di prosa - italiano?Direi che quando si ha un'idea in cuisi crede profondamente, l'energiache nasce dalla convinzione ti portaa raggiungere risultati insperati.

Qual è il più grande problema e la piùgrande opportunità del teatro italianoattuale?L'opporturnità oggi è di avereun'ampia scelta nella ricerca di per-formers professionisti. è più fre-quente trovare giovani che sannoesprimersi nelle tre fondamentalidiscipline di questo genere cioècanto recitazione e ballo. Penso chele scuole di musical abbiano datoun apporto importante in questosenso. Ma noto che, tra le ultimegenerazioni, i ruoli che vengonosvolti "dietro le quinte" e cioe au-tori, registi, organizzatori eccetera,restano ancora scoperti. Questosecondo me è un grosso problema.E come se la maggior parte di essisi preoccupino di stare sul palco. Michiedo se si arriverà a costruirequalcosa in futuro se avremo solonuovi performers. Se non esiste unaconsistente e solida "parte som-mersa" la punta dell'iceberg si capo-volge in fretta.

Se vincessi all'enalotto il budget per unmusical, cosa metteresti in scena, qualiartisti e creativi italiani scrittureresti?Se vincessi all'enalotto un budgetper un musical ne farei ovviamenteuno mio e chiamerei le personecon cui ho lavorato per il SalvatoreGiuliano e Odysseus dance Opera.

Parlaci di Salvatore Giuliano, da

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Giampiero Ingrassiae Luca Notari

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quando l'hai concepito fino all'ultimaproduzione in scena in questa sta-gione: come avviene la complessacomposizione di un musical?Nel 1997 cominciai a scriverlo.Avevo voglia di un personaggioepico che appartenesse alla nostrastoria la cui vicenda potesse inte-ressare il pubblico italiano. Un'annodopo coinvolsi i co-autori ai testiFranco Ingrillì, Pierpaolo Palladino eStefano Curina. La storia di questoragazzo di Montelepre, un paesinovicino Palermo, sembra davvero unromanzo partorito dalla fantasia diuno scrittore, eppure sono avveni-menti realmente accaduti nell'im-mediato dopoguerra. Ciò che fa dasfondo a questa vicenda è il mo-mento storico in cui viene stabilitoil drammatico intreccio fra mafia epezzi della politica italiana, dandoluogo alla prima di una lunga seriedi stragi che purtroppo hanno ca-ratterizzato la storia della nostrarepubblica. Mi riferisco alla strage di"Portella della Ginestra" in cui Giu-liano fu coinvolto, anche se ancoraoggi per quell'eccidio non è statafatta piena luce circa le sue respon-sabilità. Credo dunque che il pub-blico di tutta l'italia possa sentirsicoinvolto perché pur essendo unospettacolo la cui storia si svolge inSicilia, è la cartina di tornasole di unpanorama socio-politico italiano inparte corrotto che si è trascinatosino ai giorni nostri. La vicenda mi

ha permesso di sviluppare nelle me-lodie come nelle armonie e nelleorchestrazioni idee musicali dal sa-pore assolutamente nostrano, per-mettendomi di concretizzare lepremesse che miravano a creare unmusical profondamente italiano intutte le sue forme. Oggi va in scenacon una compagnia di professionistidavvero straordinaria guidata daBarbara Cola e Giampiero Ingras-sia, che trasmette dal palco un'ener-gia tale da catturare il pubblico sindalle prime note. Vorrei anche rin-graziare due persone che in tuttiquesti anni hanno sempre lavoratonell'ombra per la realizzazione diquesto spettacolo: Luca Notari eRosario Coppolino, senza cui que-sto spettacolo sarebbe solo un co-pione dentro un cassetto. Perquanto riguarda la composizione diun musical non credo che ci sia unmetodo preciso, ognuno ha il suo,ma di certo il musical è un gioco diequilibri interni delle varie formeche lo compongono.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?Ho parecchie idee, ma da un po' misono concentrato su due progettidi cui ovviamente preferisco nondire altro al momento, posso sol-tanto dire che si tratta di due ope-razioni completamente diverse fraloro e di cui una ha come protago-nista un personaggio femminile ita-liano.

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Dallo schermoallo stage

di Diana Duri

Tra forte impatto visivo e poca teatralità,da Londra Il Mago di Oz e Ghost

Entrambi ci hanno colto di sor-presa. Il primo per l’eccessiva fe-deltà all’omonimo film del 1939 e ilsecondo per l’imprevedibile impattovisivo, l’allestimento ultra modernoe le canzoni forse non così teatrali.Da tempo per le vie del West End sivocifera che Webber abbia ormaivoglia di fare altro, ma lo si vedebene dal fatto che non troviamo nelMago di Oz nemmeno un pizzico diinventiva, di rielaborazione, di toccobrillante e sapiente. Momenti di noia,scene lente e personaggi a volte an-noiati non lasciano decollare nean-che un momento quella adrenalina equella fantasia che vogliamo che de-colli quando andiamo a teatro.Un film del1939, con i ritmi del1939 riadattato per lo stage se-guendo le stesse logiche del 1939rischia di sembrare veramente un“copia incolla” in un’era in cui tuttoscorre ai ritmi di smartphone eMTV. Non vogliamo di certo soste-

nere video games martellanti, matra il1939 e gli smarphone potevaesserci spazio per un Mago di Ozpiù accattivante e divertente.I bambini di oggi che usano gli smar-tphone dei genitori e giocano col pcdavvero credono ancora a Dorothyche gira in tondo sulla strada gialla?Per rendere moderna la lotta tra ledue streghe si poteva solo far suo-nare le due bacchette magichecome le spade laser di Star Wars?Glinda, nel suo abito splendente eargentato, è talmente rigida e impo-stata che pare finta. In Wicked è “perfetta: rosa, bionda,ma non è stupida, è vera: lei è così”.Anche nelle favole i personaggi de-vono essere credibili, e per esserlodevono essere REALI, VERI. è ciòche caratterizza il musical: la realtàdella storia raccontata.L’unico personaggio che è davverocredibile- e infatti strappa applausi erisate - è la strega cattiva dell’Ovest

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(Elphaba, wickedianamente) che èl’unica che è stata rivisitata un po’rispetto al film. La sua interpreta-zione buca il palcoscenico ed èvalsa alla bravissima e statuaria Han-

nah Waddingham il What’s Onstage Award 2011. La strega è reale, la performance ècredibile e brillante, condita di unsano divertimento; con una nota diironia e mood dark la troviamoanche vestita in un abito aderentedi piume nere, che per la forma ri-corda più un abito da sera che unatunica nera da strega. Nel suo ca-stello, nella scena in cui invia le suescimmie contro Dorothy e amici, èaddirittura più a suo agio in un sexy

bustier nero con gambe scoperte esolo strascico. In effetti i cattivi con-tinuano a mantenere il loro fascinoe l’allure trascinante! E se questo siè potuto far per la strega…Costumi e scenografie indiscutibil-mente meravigliosi, d’altra parte losanno fare bene da anni. Michael

Crawford è sempre un indiscussomaestro del palcoscenico anchenella sua interpretazione della diffi-cile canzone scritta per lui da Web-ber. Danielle Hope è una Dorothygradevole, precisa. Lo spaventapas-seri è credibile e divertente. I mi-gliori sono i membri dell’ensamble:contadini del Kansas, splendidi Ma-stichini e verdi abitanti della Città di

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Smeraldo. Però abbiamo anche unleone con i capelli lisci che somigliapiù a Christina Aguilera che al redella foresta.Ma è questo che desiderano i bam-bini? Che si aspetta il pubblico? Gli adulti cosa cercano in un musi-cal? Quelle due ore di magica e per-fetta “volontaria sospensionedell’incredulità”. Andiamo a teatroperché vogliamo credere. Credereche Elphaba si innalzi in aria anchese il mantello copre la flying ma-chine. Che Grizabella vada nel para-diso dei Jellicle anche se sale ingraticcia. Che Mary Poppins voli viaappesa ad un ombrello e Bert facciatip tap a testa in giù sui tetti di Lon-

dra anche se si vedono bene i cavidi acciaio. Ci disperiamo quandomuore Fantine, o quando Eponinespira fra le braccia di Marius anchese dopo due ore le vediamo usciredalla stage door! Andiamo a teatroper CREDERE.BELIEVE. è con questa parola che agiugno 2011 è stato lanciato Ghost

the Musical. Fedelissimo adatta-mento teatrale del noto film del1990 con Woopy Goldberg, PatrickSwayze e Demi Moore, la storia èquella del film, ma le musiche sonostate composte appositamente peril teatro con una forte connota-zione modern pop. Un drama musicalmoderno, di sicuro impatto visivo.

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Una delle storie più romantiche cheha attraversato i media dal film alpalcoscenico. è una storia intensa edrammatica, d’amore e di vendetta.Ghost è stato adattato da Bruce JoelRubin che nel 1991 vinse un Oscar®

per la migliore sceneggiatura origi-nale. Ghost ha musiche e liriche diDave Stewart (Eurythmics) e GlenBallard (autore di Man In The Mirrordi Michael Jackson). Gli effetti sce-nici sono di Paul Kieve, illusionistaper Harry Potter e The Prisoner of Az-kaban - coreografie di Ashley Wal-len, che ha lavorato con KylieMinogue and the Black Eyed Peas. Ghost è in scena al Piccadilly Theatrea Londra da giugno 2011 e debut-

terà a New York in marzo 2012.La scena si forma grazie all’uso dellepiù avanzate tecnologie multimedia,light design, video, effetti speciali.“Multivideo”, lo definisce il produt-tore Colin Ingram. Sam è RichardFleshman, Molly è Cassie Levy, OdaMae Brown è Sharon D Clarke e iloro personaggi sono emozional-mente veri. Purtroppo le liriche nonsono molto teatrali e non restanomolto nella memoria dello spetta-tore, fatta eccezione per l’inevitabileUnchained Melody, la dolce e decisaHere right now cantata da Molly e iltema musicale dell’ouverture e del fi-nale. In effetti non si esce con iltema musicale in testa, ma si esce di

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certo con gli occhi lucidi. Per come era disegnato già nel film,e per l’interpretazione da Oscar diWoopy Goldberg, il personaggioche più conquista è quello della me-dium Oda Mae Brown. Le sue duesong sono ritmate, brillanti, con quelsound soul e coreografate con undivertimento scanzonato che è co-munque contagioso per la platea.Ghost colpisce per l’impatto sceno-grafico innovativo, il ritmo dellaNew York che pulsa e che lavoraproiettato come un film su pannelliche costituiscono una scatola sce-nica in cui si formano i diversi am-bienti: l’appartamento, la banca, lastrada, la casa di Oda Mae o il

ghetto. Il cast di ballerini alti e per-fetti si alterna in diversi ruoli sem-pre con un ritmo incalzante emovimenti perfettamente bilanciatisui tapis roulant e con una perfor-mance austera, precisa, cittadina chea volte forse sembra troppo mo-derna, ma in fondo rende perfetta-mente l’impatto di quello che èNew York: luccicante, frenetica, vor-ticosa. In questa città Molly e Sam cifanno vivere profondamente la lorostoria e il loro sentimento.“È meraviglioso, Molly, l’amore che haidentro. Portalo con te!” I singhiozzi sisentono in tutto il teatro. Rumori dizip di borsette e pacchetti di fazzo-letti. Credete. BELIEVE.

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Nutcracker!...manca solo la parola

di Francesco Moretti

Al Rossetti di Trieste l’unica tappa italiana per la riletturadi Matthew Bourne dello Schiaccianoci di Tchaikovsky

Lo confesso, sono andato a vedereil Nutcracker! di Matthew Bournesolo perché sapevo che non avreiassistito ad un balletto classico: per-ché sono uno di quei spettatori chedi fronte ai balletti classici tende adaddormentarsi, e perciò giusta-mente li evito. Ma non mi aspettavonemmeno che mi sarei divertito estupito così tanto: il lavoro che que-sto geniale coreografo inglese hafatto sul classico di Tchaikovsky miha lasciato a bocca aperta, e conme la mia piccola Beatrice - quattroanni - che già sogna una carrieranella danza come tante bambinedella sua età accorse a teatro a go-dersi lo spettacolo.E dunque, con la sua irriverenza,originalità e ironia, Bourne sposta lascena dello Schiaccianoci dal solitosalotto borghese adobbato per lavigilia di Natale ad un tetro orfano-trofio dal sapore dickensiano, doveClara è una delle malcapitate ospiti

sotto la spietata bacchetta del Dot-tor Dross, di sua moglie e dei loroviziatissimi figli.Anche lo Schiaccianoci non è unsoldatino, ma una sorta di mani-chino da ventriloquo che, passatal’inquietudine iniziale, si trasformain un aitante giovane che svelerà aClara e ai bambini dell’orfanotrofioun mondo fatto di mille colori, di li-bertà, di amore e... di caramelle!Un corpo di ballo di altissimo li-vello, che già nell’overture si pre-senta sfilando a sipario chiuso econ pochi gesti e mimica fa intuiretutte le personalità degli orfani,porta gli spettatori in una dimen-sione zuccherosa e colorata, spen-sierata, dove il famoso Valzer deiFiori viene ballato su una grandis-sima torta nuziale da applauso ascena aperta. Un balletto a cui dav-vero manca solo la parola e il cantoper aspirare a diventare un musicaldi sicuro successo!

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Frances Ruffelle50 e non sentirli

di Diana Duri

A Londra il concerto Beneath the Dress della prima Eponine

I 50 sono i nuovi 20…parafrasandoun noto telefilm. Un’artista a metàtra il burlesque e il pop, con saporiswing e un tocco sexy nemmenosottinteso. Così Frances Ruffelle sigode il suo concerto dominandopalcoscenico e platea con le suemosse sinuose da Gatta. Inizia inabito lungo e dopo 3 minuti ne hagià cambiati 3. Vestita a strati comeuna cipolla. Ma che cipolla sexy!.Bustier alla Moulin Rouge, mini-gonne e micro abiti di chiffon.Si dimena come gli Europe neglianni ’80, salta su e giù dalle scale, sicambia in scena, si infila le autoreg-genti... Frances non è una vocepiena e calda alla Whintney Hou-ston – scomparsa oggi. Non è lasua voce che la rende famosa, ècome si usa, è lei. Come tipo, comedonna da palcoscenico. Se la giocatutta. Non ha paura del suo corpoanzi è il suo strumento di show piùadorato. E il pubblico gusta decisa-mente. Lo sa. Quando si sdraia sugliuomini in prima fila. Lo sa in ognipasso.

Come scenografia la sua splendidaband e un vecchio baule con spec-chio e lucine da cui tira fuori scarpecon tacchi vertiginosi, cappelli, abiti,calze…Gioca a fare la bambina conun palloncino. Non è un concerto: èuno show burlesque, sensuale eammiccante. Un numero coreogra-fato insieme alle 4 splendide perfor-mer di Pippin. Una canzonedivertssment in cui ospita a sor-presa la figlia Eliza Doolittle!Quando dal baule estrae il cappellodi Eponine impoleverato il pubblicotrasale, la aspettano ancora, dopo27 anni la aspettano ancora, laprima Eponine. Ma il mini abitonero di pizzo e paillette non si ad-dice al cappello che ha indossatoora E quindi? QUINDI Sull’intro diOn my Own lei gioca e cambia iltesto…con schock dei puristiValjean la avrebbe attirata al can-cello poiché innamorato di lei….Per concludere con “And That’s theway it goes / When a girl / Puts onmen’s clothes”. Ma Schoenberg è aHollywood ora, e non la sente!

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Les Miserables,il sogno continua

di Valeria Rosso e Giulia Bianco

Ramin Karimloo tra gli apprezzatissimi nuovi protagonistidel musical leggendario

A più di 26 anni dal suo debuttolondinese, l’epico musical di Schön-berg-Boublil, tratto dal celebre ro-manzo di Victor Hugo, continua afar sognare e incantare milioni dipersone in tutto il mondo e il car-tello House Full che campeggiava da-vanti all’ingresso del Queen’sTheatre anche lo scorso venerdì 24febbraio ne è la prova.Che cosa attira migliaia e migliaia dispettatori di tutte le età e di tuttele nazionalità verso questo musicaldalla struttura fortemente operi-stica, dai toni decisamente tragici edal soggetto marcatamente fran-cese? Al di là dell’universalità umanadei temi trattati, dell’impressio-nante grandezza e/o miseria deipersonaggi, della grandiosità ed in-sieme orecchiabilità delle musiche,della sorprendente efficacia e sem-plicità di una scenografia intera-mente basata su di un palcogirevole, sono certamente anche le

oculate scelte di casting del produt-tore Cameron Mackintosh a contri-buire in modo attivo al successodello spettacolo. Scelte che hannoprivilegiato stavolta un cast di gio-vani e giovanissimi, la nuova genera-zione di star del West End, guidatedal 33enne iracheno-canadeseRamin Karimloo, nei panni di unenergico Jean Valjean (quello del-l’ex-forzato è il terzo ruolo rico-perto da Karimloo in LesMisérables, musical nel quale ha giàrivestito, negli anni, i panni dellostudente Feully e quelli del rivolu-zionario Enjolras). Il suo Valjean èintenso, curato nei minimi partico-lari, e passa con estrema leggerezzadai toni più caldi e affettuosi a quelliprettamente più aggressivi e tragici.Da menzionare in primis la sua Con-frontation con Javert e la struggenteBring him home. Ancora una volta lasorprendente versatilità di Karim-loo gioca a suo favore nel regalare

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allo spettacolo una nuova e perso-nalissima interpretazione di Valjean,che riprende in toto l’originaledrammaticità del personaggio diHugo. Nei panni dell’antagonista di Valjean,l’implacabile ispettore Javert, tro-viamo il 31enne Hadley Fraser,che, nonostante la giovane età, sfog-gia bassi da brivido (la sua Stars sicolloca indubbiamente fra le mi-gliori di sempre e merita una stan-ding ovation a se stante), e dà alpersonaggio un’interpretazione “bi-polare”: ora rigido e freddo come ilghiaccio, ora aggressivo, feroce e, amodo suo, appassionato. Perfetta epotente la sinergia fra Karimloo e

Fraser, nemici sul palco ma miglioriamici nella vita, una sintonia chenon si riscontra in altre, anche “sto-riche”, coppie Valjean-Javert.Nonostante ricoprano ruoli “se-condari”, subito dopo i due prota-gonisti, si impongono gli interpretidi Eponine ed Enjolras, rispettiva-mente Alexia Khadime, dalla po-tentissima vocalità black (felicissimele sue variazioni in On my own) eLiam Tamne, un’esplosione di ener-gia allo stato puro e vocalmente vi-cino all’Enjolras di Karimloo, cheabbiamo potuto ammirare nel dvddel 25esimo anniversario. Seguono,per grandezza sulla scena, gli strepi-tosi Cameron Blakely e Katy Se-

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combe, rispettivamente Monsieur eMadame Thénardier, con tutta laloro irresistibile (e amara) comicità.è invece una Fantine dolce e delica-tamente tragica quella interpretatada Caroline Sheen, che ricorda inparte le sonorità e l’interpretazionedi Ruthie Henshall. Sulla stessa lineasi colloca l’interprete della figliaCosette, Lisa-Anne Wood, appenadiplomata e al suo debutto nelWest End. Accanto a lei, la solarità el’innocenza di un altrettanto gio-vane Marius, Craig Mather, an-ch’egli al suo debutto londinese. Infine, non si possono non menzio-nare i piccoli grandi interpreti diCosette bambina e Gavroche

(Christina Fray e Tommy Rodger),che sfoggiano una disinvoltura eduna professionalità distanti mille mi-glie dagli standard cui siamo abituatiin Italia.Il cast attuale di Les Misérables aLondra si può ancora vedere fino al31marzo: da aprile subentrerà nelruolo di Jean Valjean David Shan-non, seguito, a partire da giugno,dall’argentino Geronimo Rauch, giàprotagonista della versione spa-gnola del musical a Madrid e com-parso nell’ensemble in occasionedel concerto per il venticinquesimoanniversario.Cosa aspettate?Dream the dream!

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Pia Douwesin Rebecca

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C’era un voltail musical teutonico

di Laura Confalonieri

Dopo un (recentissimo) passato di successi e vero talento,il “Best of Musical Gala” sembra mostrare la corda...

Monaco - In principio era il musical,genere in Germania pressochèignoto, ma nato sotto una buonaStella (AG). Poi venne la Stage Hol-ding, propagazione teatrale di queltubo patogeno che ha impestato ilmondo con reality e casting shows,trasformando Theaterland in Disney-land (per definizione la più grossatrappola per umani mai costruita daun topo).E arene e teatri si svuotarono.Quella che segue è la cronaca diuna morte (quella del musical diqualità) annunciata.Colonia, 2004: la Stage Holdingriempie per la prima volta un’arenada 20.000 posti (la più grande delmondo, seconda solo alla londineseO2 Arena) con un concerto dibrani dai musical più gettonati interra teutonica: Gypsy, Smokey Joe'sCafé, 42nd Street, Cabaret, Cats, Elisa-beth, Aida, Les Misérables, Il Fantasmadell’Opera, Il Re Leone, Starlight Ex-

press, Hello, Dolly!, Mamma Mia!, Co-pacabana, Tanz der Vampire, RockyHorror Show, non dimenticando didare un assaggio dei nuovissimi 3Musketiere e Wind Of Change (diquest’ultimo aspettiamo ancora pa-zienti la realizzazione, ma questa èun’altra storia) e di fare un po’ dipubblicità tramite un numero diballo ad uno dei primi "reality" dellastoria della TV tedesca, Stage Fever(una specie di Saranno Famosi, conUwe Kröger nella parte di Maria deFilippi, dove gli alunni e le alunnedel terzo semestre della "Joop vanden Ende Academy" mostranoquanto è dura la vita degli aspirantiartisti; fra loro le "saranno famose"Sabrina Weckerlin, Janine Tippl, Na-dine Schreier e Zodwa Selele).Anche i solisti erano il meglio che ilteatro musicale teutonico avesse daoffrire: da Uwe Kröger a Drew Sa-rich, da Maricel a Carolin Fortenba-cher, passando per Isabel Dörfler,

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Felix Martin, Jasna Ivir, LothairEaton, Bernie Blanks, Beular Makhe-tha, Thandiwe Preciouse Maphu-mulo, Joshua Denning e Ana MilvaGomes.A presentare il tutto la stella dellesoap opera Sebastian Deyle. Memo-rabile il suo duetto Komm und wag’smit mir (Take a chance on me) conJasna Ivir (che, però, scivola su Ichgehör nur mir, oltretutto vestita dameringa).Fra gli altri "clou" della serata: FelixMartin si guadagna un’ovazione ascena aperta con Sweet Transvestite;Carolin Fortenbacher sfoggia le suecinque ottave cantando tutte le in-fiorettature di The Phantom of the

Opera senza l’aiuto del black box;Maricel, Carolin Fortenbacher e Isa-bel Dörfler incantano con il ter-zetto Wer kann schon ohne Liebesein? dall’allora nuovissimo 3 Muske-tiere; Drew Sarich batte gli Scor-pions 10:0 con la sua versione diRock you like a hurricane.Persino la WDR (la Rai Tre tedesca)registra lo spettacolo, mandandolopoi in prima serata.Nel 2006 la Stage Holding diventaStage Entertainment, e porta loshow in otto città, con meno solisti(Patrick Stanke, Jessica Kessler,Maike Boerdam, Uwe Kröger, Caro-lin Fortenbacher, Thomas Borchert,Joshua Denning, Velile Mchunu e

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Ana Milva Gomes), e meno musi-cals (Gypsy, Smokey Joe's Café, Chi-cago, New York, New York, Grease, LaBella e la Bestia, Miss Saigon, DirtyDancing, Elisabeth, Aida, Il Fantasmadell’Opera, Il Re Leone, Mamma Mia!,Tanz der Vampire, Cats e 3 Muske-tiere).A presentare il tutto Uwe Krögermême, che declama i testi di RuthDeny con la stessa spontaneità delpiccolo di casa che legge la poesiadurante il pranzo di Natale.Clou della serata: Ana Milva Gomesè la prima Miss Saigon creola nellastoria del musical; Jessica Kessler, expattinatrice sul ghiaccio, si lancia suJoshua Denning per eseguire il volo

d'angelo che ha reso famosa Jenni-fer Grey in Dirty Dancing, e lescarne braccia di lui tremano per lafatica a reggerla – in cinemascope,grazie agli schermi giganti.Nel 2007 le città diventano nove, isolisti rimangono otto (PatrickStanke, Sabrina Weckerlin, MaikeBoerdam-Strobel, Pia Douwes, Tho-mas Borchert, Gino Emnes, Rob Fo-wler e Ana Milva Gomes), e imusicals ridiventano diciotto (Evita,Wicked, Jesus Christ Superstar, Bom-bay Dreams, Mary Poppins, Tarzan,Mozart!, Dirty Dancing, Elisabeth, Aida,Il Fantasma dell’Opera, Il Re Leone,Mamma Mia!, Tanz der Vampire, WeWill Rock You, Spamalot, 3 Musketiere

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e la novità dell’anno Ich War NochNiemals In New York).Eliminati i presentatori di qualsiasitipo, i nomi dei cantanti ed i titolidei brani eseguiti vengono proiet-tati su schermi giganti.Si risparmia anche sulle parrucche:Patrick Stanke ha evidentementestrappato alle tarme quella cheporta in Jesus Christ Superstar.Clou della serata: Pia Douwes eThomas Borchert esilaranti in DasLied in dem's geschieht (The song thatgoes like this) da Spamalot; Pia Dou-wes e Sabrina Weckerlin possenti inFrei und schwerelos (Defying gravity).Nel 2008 la Stage porta in tivvù uncasting show farlocco dal titolo Ich

Tarzan, Du Jane!, dimostrando allanazione che, per far strada nelladitta, il talento ormai è superfluo.E il Best of Musical 2010 è figliodi questa dimostrazione: otto solisti(Patrick Stanke, Mark Seibert, Elisa-beth Hübert, Pia Douwes, DMJ, Wil-lemijn Verkaik, Anton Zetterholm eAna Milva Gomes), di cui solo tre divero talento, calano su dodici sven-turate città, portando quindici mu-sicals (Pippin, Chicago, Wicked, WestSide Story, Buddy, Sunset Boulevard,Hairspray, Tarzan, Der Schuh des Ma-nitu, Dirty Dancing, Sister Act, Il ReLeone, Brooklyn, We Will Rock You eIch War Noch Niemals In New York).Clou della serata: un’intensa Pia

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Douwes in Once upon a time; Pa-trick Stanke è Edna Turnblad; AntonZetterholm (da Växjö, Svezia) eMark Seibert (da Francoforte sulMeno, Assia) cantano in bavaresenella parodia western Der Schuh desManitu.Oggi, nel 2012, affermare che laqualità di Best of Musical s’è irre-vocabilmente dimostrata inversa-mente proporzionale all’aumentodel prezzo dei biglietti sarebbe giàun complimento: fra gli otto solistici sono vincitori e vinti di castingshow nazionali e d’importazione.è così che Mathieu Boldron, trom-bato a Entrée d'artistes, può fare laparte del leone (Simba, per gli

amici) e del poliziotto in Sister Act. Enon importa se ogni tanto il suomicrofono non funziona: le stecchesi sentono tutte – forti e chiare.Quando parla, invece, sembral’ispettore Clouseau (o esiste dav-vero un musical intitolato Shikagò)?A tenergli compagnia c’è PatriciaMeeden, ex ballerina classica berlin-cuban-danese: scartata da XavierNaidoo durante il talent show Thevoice of Germany, ora ha la licenza diassordare da supposta "dreamgirl"e di annoiare da finta suora dodicicittà, passando per l’ondeggianteerba alta (toccante: GrasslandsChant) del sempreverde Re Leone.A proposito di verde: fra le foglie di

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Tarzan è rispuntato il ventinovenneAlexander Klaws, frequentatorenonchè vincitore di gare canore te-levisive dalla tenera età di diecianni.Elisabeth Hübert, già vincitrice diIch Tarzan, Du Jane!, è la sua Jane.Pia Douwes, Yngve Gasoy-RomdalDMJ e Sabrina Weckerlin fan quelche possono per illudere il pubblicoche Best of Musical abbia ancoraqualcosa a che fare col musical, mala disneyficazione quest’anno haraggiunto l’apogeo: tre quarti delsecondo atto sono dedicati ai filmd’animazione. Tarzan e Rapunzel -L'intreccio della torre introducono uncurioso medley durante il quale i

cantanti, tutti in fila davanti al pub-blico e in borghese (Yngve Gasoy-Romdal osa addirittura i jeans),cantano una frase da un film Disney,nell’intento di costruire un dialogopiù o meno sensato fra personaggidiversissimi e di epoche diverse:così capita che Gaston, che sogna diimpalmare Belle, venga redarguitoda Pocahontas sulle note de I coloridel vento, che Ercole duetti conQuasimodo (Io posso farcela / Via diqua) e che Ursula, da strega azzurradel mare, diventi – letteralmente -un uomo nero. D’intorno svolazzaAladino (Il mondo è mio).Intrigante la frase Farò di te unuomo, rivolta da Alexander Klaws a

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Elisabeth Hübert. Un indizio che ilprossimo casting show della Stagesi chiamerà Ich Tarzan, Du John! ?A seguire, altri brani che con i mu-sical veri e propri c’entrano poco:in Burlesque Pia Douwes è Tess, che,in cuoio e frustino, canta Welcometo Burlesque, Sabrina Weckerlin èun’Alice dai capelli tinti alla Scara-mouche, che plana nel paese dellesadomeraviglie nel cerchio magicodi G(a)linda (le bollicine, però, sonorimaste a Oz) e intona Show mehow to burlesque.Intermezzo al Moulin Rouge, perLady Marmalade (cantata da tutte lesoliste e dal coro) e Roxanne, in cuiesplode la potenza vocale di DMJ.

Ma datosi che, oltre che alla Disney,la Stage deve fare anche un po’ dipubblicità ai suoi spettacoli passati,presenti e futuri, c’è anche MammaMia!, dove Pia Douwes porta cosìbene trapano, sandali e tuta blu chefa venir voglia di sottoscrivere unapetizione per riportare in Germa-nia questo musical, con lei nel ruolodi Donna.C’è Tanz der Vampire, dove il ballo dimezzanotte è diventato, grazie allecoreografie (immutate dal 2004) diJani Walsh-Weber, un raduno diastinenti da topiramato.C’è Rebecca, dove la Mrs Danversdi Pia Douwes intona Sie ergibt sichnicht e, soprattutto, Rebecca un’ot-

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tava sopra (che poi non sa tenere),e dove Sabrina Weckerlin e YngveGasoy-Romdal sembrano aver tro-vato in "Ich" e Maxim i loro ruoliideali, cesellando con maestria Ichhab geträumt von Manderley, Kein Lä-cheln war je so kalt e Jenseits derNacht.C’è Dirty Dancing, dove DMJ, Sa-brina Weckerlin e coro si esibi-scono in Do you love me, Time of mylife e Yes. Ci sono, naturalmente,anche e soprattutto i ballerini, ma latelecamera che avrebbe il compitodi inquadrarli per far godere loshow anche al pubblico delle ultimefile, dipendente dagli schermi giganti

ai lati del palco, preferisce puntarel’obiettivo sull’ombelico di SabrinaWeckerlin (e quando ella e il suoombelico sono fuori scena, il corpodi ballo viene sistematicamenteignorato a favore di proiezioni esfondi colorati).Nel finale vetrina delle future pro-duzioni irrompe Rocky, che apriràad Amburgo a novembre.DMJ canta Eye of the tiger e tutti isolisti chiudono con One of us unaserata cominciata con un numeroscritto dal supervisore musicale Se-bastian de Domenico, 100.000 Watt.

Quanta energia sprecata!

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Simona Samarellie Giampiero IngrassiaLe foto del serviziosono di Enza Adriana Russo

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La nostra canzone,colta ma popolare

di Enza Adriana Russo

In tournee il classico Stanno suonando la nostra canzone,con Giampiero Ingrassia e Simona Samarelli

Stanno suonando la nostra canzone èritornato sulle scene giunto alla suaterza edizione italiana. E stavolta iprotagonisti sono Giampiero In-

grassia e Simona Samarelli. Leprime due edizioni portavano en-trambe la firma di Gigi Proietti chelascia il testimone alla regia a Gian-

luca Guidi (protagonista della se-conda edizione con Maria LauraBaccarini). La prima edizione ita-liana invece risale al 1981 ed avevacome protagonisti lo stesso Proiettie Loretta Goggi che ne realizza-rono con grande successo ancheuna versione televisiva. La tournée di questa edizione2011-2012 ha preso avvio a novem-bre al Teatro Manzoni di Milano eha toccato i più grandi e i più pic-coli teatri dal Nord al Sud Italia, eda distanza di più di trent’anni nonha perso l’affetto del pubblico.Io assisto allo spettacolo in unadelle tre tappe siciliane, quella del

Teatro Selinus di Castelvetrano, bel-lissimo e piccolo teatro - bombo-niera (inaugurato nel 1908 nelluogo dove prima sorgeva un pic-colo albergo che ospitò Goethe),che ha saputo accogliere con calorela compagnia di Stanno suonando lanostra canzone.La commedia fu scritta, sul finiredegli anni Settanta, dal noto com-mediografo Neil Simon con le mu-siche del Premio Oscar (per lecolonne sonore de La Stangata e diCome eravamo) Marvin Hamlish, eprecedette il successo di un’altracommedia musicale di cui lo stessoHamlish compose la colonna so-nora, A chorus line. La commedia aBroadway ebbe così successo da ri-manere in scena per ben 1.082 re-pliche.La trama ha per protagonista unaturbolenta storia d’amore ispirataproprio da quella che in quel mo-mento stavano vivendo lo stesso

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compositore e l’autrice dei testidelle canzoni della stessa comme-dia, Carol Bayer Sager: una storiad’amore intensa e frizzante cheGiampiero Ingrassia (in scena èGernon Versh) e Simona Samarelli(Sonia Walsk) sanno vivere sul pal-coscenico con grande empatia riu-scendo a coinvolgereemozionalmente il pubblico.Gernon Versh (che Ingrassia pre-senta al pubblico nella prima scenaseduto a comporre ed a cantare alpiano) è un compositore di suc-cesso, uomo tranquillo e metodico,che ha vissuto della sua Arte, senzalasciarsi mai coinvolgere dalle storiedelle donne che sono passate nellasua vita. è un uomo sereno appa-rentemente, ma molto solo, e SoniaWalsk piomba come un fulminenella sua vita. Lei è una trentenne

vivace, frizzante, disordinata, cheama vestire in modo estroso confolli abiti a tema e con una vita incui non riesce a programmare nullase non le sue canzoni in cui si butta

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anima e corpo. è appena uscita dauna storia durata cinque anni conLeone (anche lui protagonista sullascena senza però comparire mai),un uomo - bambino con cui ha vis-

suto un rapporto di reciproca di-pendenza e che nonostante la lorostoria sia finita non vuole staccarsida lei. Il primo incontro tra Gernone Sonia avviene a casa di lui dove i

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due hanno appuntamento per ini-ziare a lavorare insieme. Entrambesi conoscono solo di fama e nu-trono reciproca e grande ammira-zione, ma i loro caratteri cosìapparentemente diversi li portano ascontrarsi fin da subito. In realtàciascuno è affascinato dalla diversitàdell’altro e l’ammirazione che nu-trono l’uno nei confronti dell’Artedell’altra inevitabilmente li porta adinnamorarsi e litigare. Questa viva-cità della loro storia sulla scena di-venta ritmo a suon di musica e dibattute a volte ironiche e pungenti,a volte piene di infinita dolcezza edi riflessioni sull’amore che fanno inmodo che lo spettatore si immede-

simi sentendosi parte della storia.Oltre a Ingrassia e Samarelli, sullascena sono presenti anche “le ra-gazze di lei” ed “i ragazzi di lui” (in-terpretati dai bravissimi AndreaCarli Ciarlantini, Giuseppe Marino,Davide Dal Seno, Federica Capra,Alessandra Calamassi, Giorgia Stiz-zani, le tre anime di entrambi, quellafolle, quella romantica e quella seriacon cui i due dialogano tra musica,danza e colori.Le scenografie in cui campeggianoun enorme disco, il ritratto di Mo-zart (da cui il grande e buffo ego diGernon si sente ispirato) e le gigan-tografie dei due protagonisti, sonobelle e funzionali e permettono ve-

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loci cambi di scena a vista.Le musiche di Hamlish sono bellis-sime e riescono a coinvolgere. Trale canzoni, da menzionare sono si-curamente Se mi conoscesse, Sta-notte noi e Credo ancora nell’amoreche nella traduzione dei testi in ita-liano non hanno perso la loro bel-lezza originaria.Stanno suonando la nostra canzone èquindi una commedia gradevole,che riesce ad essere colta e popo-lare allo stesso tempo e che fa rivi-vere il gusto delle commediemusicali e degli show anni Ottanta,anche se estremamente modernaper l’attualizzazione dei testi. Matutto ciò c’è una pecca. Nella nuova

riduzione teatrale molte parti sonostate tagliate per rendere il rac-conto più snello e fruibile da unpubblico più variegato possibile, e anostro parere questo è stato un er-rore di regia, perché in alcune partisembra che la storia d’amore tra idue protagonisti scorra troppo ve-locemente, non facendone assapo-rare appieno allo spettatore tutte lefasi (innamoramento, passione, in-comprensioni, distacco). è comun-que uno spettacolo da vedere: fariflettere dando serenità e diverti-mento allo spettatore.Stanno suonando la nostra canzoneterminerà la sua tournée in aprile al Teatro Sistina di Roma.

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Un ragazzo dicinquant’anni

di Enza Adriana Russo

Incontro con Giampiero Ingrassia, sulle scene con Stanno suonandola nostra canzone e Salvatore Giuliano - il musical

Giampiero Ingrassia è uno dei piùprolifici e longevi attori della scenadello spettacolo italiano. Da quasitrent’anni calca le tavole del palco-scenico alternandole a cinema, fic-tion, conduzione tv. E molti sonostati i musical nella sua carriera tea-trale, da Grease di Saverio Marconial fianco di Lorella Cuccarini a FullMonty di Gigi Proietti a SalvatoreGiuliano di Dino Scuderi, che ha ri-preso nella scorsa stagione a diecianni dal debutto di Taormina. L’hoincontrato durante una delle tappesiciliane di Stanno suonando la nostracanzone, quella del Teatro Selinus diCastelvetrano, proprio nella cittàdove avvenne nel lontano ’54 il de-butto assoluto sul palcoscenicodella coppia Franchi-Ingrassia col fa-moso sketch Core ‘ngrato. Per lui ar-rivare in questa città, anche se nonvi aveva mai messo piede, è statoun “ritorno affettivo”trascinato dalricordo del padre, dalla carriera del

quale lui ha preso con orgoglio iltestimone. Oggi, arrivato splendida-mente all’età di cinquant’anni (conironia e un po’ di spirito vanesio citiene a sottolineare che ha ancoratutti i suoi capelli e con pochi filibianchi) assomiglia sempre di più aCiccio, anche se a differenza di lui,attore comico che faceva ridere,non sorridendo mai, sul viso diGiampiero è costante un sornionee gentile sorriso forse ereditatodalla madre, artista anche lei. Di luimi colpisce la sua costante energiaed il suo entusiasmo come se fosseal suo primo debutto e come senon fossero trascorsi trent’anni. Assisto anche alle prove pre-spetta-colo e noto il carisma e l’empatiacon cui, con umiltà, riesce a coin-volgere i giovani attori del cast. Giampiero, è un vantaggio o un limite,nell’intraprendere la carriera di attore,essere un figlio d’Arte?Per me è stato di certo un vantag-

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gio. Io ho vissuto questa cosa sem-pre in modo molto positivo. Perchéinnanzitutto è stupido prenderel’obiettivo di assomigliare al propriopadre, soprattutto se questo è ungrande. Mai quindi mettersi in com-petizione con i genitori, anche per-ché il percorso artistico saràcomunque diverso. Io ho vissuto lacosa sempre in una maniera di-ciamo così,“emotiva”: per me farel’attore è stato continuare un per-corso già iniziato da mio padre.Quale eredità umana ed artistica ti halasciato tuo padre?A me piace che il nome Ingrassiacontinui a stare in cartellone, comese gli Ingrassia fossero una Ditta.

Per me è stata una grande emo-zione per esempio venire qui a Ca-stelvetrano a recitare per la primavolta, proprio qui dove il duo Fran-chi - Ingrassia aveva debuttato nel’54. La prima cosa che ho fatto arri-vando, è stata quella di andare a fo-tografare da fuori quel teatro. Dalpunto di vista artistico mio padremi ha tramandato la grande pas-sione per il teatro e la costanza el’impegno nel fare il mestiere del-l’attore.Ricordi il primo giorno in cui hai messopiede da attore su un palcoscenico?Sì, era l’aprile del 1983. Fu il mioprimo spettacolo preceduto da unmese di prove. Era un palco picco-

Simona Samarellie Giampiero IngrassiaLe foto che seguonosono di Enza Adriana Russo

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lissimo in un teatro di 40 posti, sichiamava Il salottino. Adesso non c’èpiù, o meglio esiste ancora ma conun altro nome, Elettra. è stato bellotrovarsi sul palcoscenico. Essendofiglio d’Arte per me è stato comeun richiamo naturale. Come lo èstato firmare il mio primo auto-grafo (sorride).In quale occasione?Fu quando feci Grand Hotel nel1985 quando sostituiì mio papà.Quando mi chiesero: sei GiampieroIngrassia, me lo fai un autografo? fustrano ma allo stesso tempo ovvio,come se lo avessi sempre fatto, per-ché ero abituato a vedere miopadre che li faceva.

E nello specifico, entrare nel mondodel musical che da tanti anni ti vedetra i suoi maggiori protagonisti?Io mi sono formato alla scuola diProietti che era un’ottima scuola incui si studiavano tutte le discipline:canto, danza, recitazione; ma a pre-scindere da questo il musical mi èsempre piaciuto. Conoscevo JCS,Tommy, The Rocky horror show.Quindi oltre al mio lavoro c’eraanche la passione per la musica, equando mi chiamò Saverio Marconiper fare La piccola bottega degli or-rori, primo musical portato sul pal-coscenico in assoluto in Italia, fuuna gioia per me fare il provino. Erocon Edy Angelillo e Cesare Bocci e

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fu un successone, in un periodo incui ancora la cultura del musicalnon era approdata e c’era un po’ diconfusione su che genere di teatrofosse).Veniamo a Stanno suonando la nostracanzone che vedremo stasera e cheporti in scena da novembre. Come lasta accogliendo il pubblico?Molto bene come sempre avvieneper le commedie di Neil Simon. Epoi è una commedia con le musichedel Premio Oscar Marvin Hamlish.Si è scelto di rifare una commediache era già stata portata in teatroin due edizioni diverse curate en-trambe dalla regia di Gigi Proietti.Una aveva come protagonisti lostesso Gigi insieme a LorettaGoggi, l’altra aveva come protagoni-sti Gianluca Guidi (che ora cura laregia di questa edizione con me) eMaria Laura Baccarini. Io l’ho vistoin entrambe le versioni, ma è unacommedia che già amavo da prima,cioè prima che arrivasse in Italia.In cosa questa edizione è diversa dalleprecedenti?Gianluca ha dato la sua impronta ri-voluzionando la scenografia ed ac-corciando e riadattando il testo,anche se in linea di massima lacommedia è rimasta fedele a sestessa.Ci parli del tuo personaggio?Il mio personaggio è Gernon Versh,compositore, vincitore di PremiOscar. Lui è una persona tranquilla,

metodica, positiva, ma è anche unmisogino, con piccole manie e ne-vrosi ed è fondamentalmente moltosolo. Ha avuto molte fidanzate, maqueste storie sono tutte finite inalto mare. Ora nella sua vita arrivaSonia Walsk che gli distrugge tuttoquanto, ma forse è proprio lei ladonna che aspetta da una vita, chegliela possa finalmente sconvolgere.è una storia d’amore in cui tutti sipossono immedesimare, in cui siride molto, come in tutte le com-medie di Neil Simon, ma si rifletteanche. La gente del pubblico èmolto coinvolta ed a noi fa moltopiacere.Tua partner è Simona Samarelli che èuna delle più affermate attrici di musi-cal oggi.Simona è un’attrice straordinaria.Ci conosciamo già da un po’ ditempo ma non avevamo mai lavo-rato insieme. Io la definisco una“macchina da guerra”: è un’attricebravissima, con cui già avevo stabi-lito un’empatia fuori dal palco, mastabilirla sul palco è cosa assai diffi-cile e noi ci siamo riusciti. Lei nellavita è una ragazza molto tranquilla,ma sul palcoscenico si trasformacompletamente divenendo unasorta di ghepardo pronto ad attac-care.Ed a cantare sulle musiche di Hamlishche emozione si prova?Le musiche sono bellissime. Io aBroadway comprai anni fa il disco,

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quello della versione inglese, con lecanzoni di Tom Conti e mi innamo-rai subito delle musiche perchésono molto melodiche, molto sem-plici (a me piace andare a vedere unmusical in cui dopo posso ricor-darmi le canzoni, e raramente pur-troppo succede questo). Qua lagente fischietta le canzoni perchésono molto orecchiabili e la melodiaquindi fa da protagonista principale.Quale eredità umana ed artistica ti halasciato tuo padre?A me piace che il nome Ingrassiacontinui a stare in cartellone, comese gli Ingrassia fossero una Ditta.Per me è stata una grande emo-zione per esempio venire qui a Ca-stelvetrano a recitare per la primavolta, proprio qui dove il duo Fran-chi - Ingrassia aveva debuttato nel’54. La prima cosa che ho fatto arri-vando, è stata quella di andare a fo-tografare da fuori quel teatro. Dalpunto di vista artistico mio padremi ha tramandato grande passioneper il teatro e la costanza e l’impe-gno nel fare il mestiere dell’attore.Dopo Castelvetrano, Stanno suonandola nostra canzone proseguirà la suatournée che si concluderà ad aprile alTeatro Sistina di Roma con una lungapermanenza. Ma prima di allora ri-prenderai a Torino e poi successiva-mente nei mesi a venire in Sicilia, ledate di Salvatore Giuliano il Musical, incui interpreti il protagonista. Ed anchein questo modo ti trovi ad essere le-

gato alla città di Castelvetrano (n.d.r.Giuliano fu ucciso nel cortile De Mariain via Mannone nel 1950).Sì, Salvatore Giuliano è un musical acui tengo molto, che abbiamo de-ciso di riprendere a dieci anni daldebutto di Taormina. è un musicalgrandioso, a metà tra l’opera liricaed il musical britannico. Nella primaedizione del 2001 portava la regiadi Armando Pugliese ed aveva pro-tagonista con me Tosca e attori sici-liani bravissimi come AndreaTidona, oltre un’orchestra dal vivodi 25 elementi. è un lavoro moltoimpegnativo che non è stato possi-bile riprendere sin da subito, perchénon commerciale. Parla di Giuliano,di uno dei grandi misteri italiani, diun personaggio luci ed ombre, ma èstato molto difficile avere finanzia-menti nonostante l’alta qualità disceneggiatura e musica. La stessaRegione Sicilia non ci ha aiutato inquesto. è uno spettacolo evocativoin cui l’emozione la fa da padrona eche riesce a coinvolgere attori epubblico. Purtroppo per i costi ele-vati non siamo riusciti a riproporrel’orchestra di 25 elementi. Can-tiamo dal vivo ma su musiche regi-strate ma arrangiate ed eseguite daun’orchestra sinfonica. Già l’annoscorso è andato in scena in alcunetappe siciliane e quest’anno lo por-teremo a Catania, Ragusa e Mes-sina, oltre che a Rieti e Torino.Tu oggi sei anche Direttore e Docente

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in una scuola a Roma che forma gio-vani artisti, la Fonderia delle Arti. Per-ché oggi è così importante per unattore lo studio, cosa che non era in-vece all’epoca in cui iniziò tuo padrequesto mestiere?Perché oggi sono cambiate moltecose. Gli attori sono tutti moltopreparati e lo studio quindi è ne-cessario per stare al passo con glialtri. Prendi l’esempio del musical:quando ho iniziato io nessuno sa-peva cantare, nessuno sapeva bal-lare; invece oggi è normale che unattore di musical sappia ballare ecantare prima di saper recitare.Cosa ne pensi di queste produzioni in-ternazionali come la Stage e il Masche hanno dato un nuovo volto al mu-sical in Italia? Non pensi che possanoa lungo danneggiare le piccole produ-zioni italiane che già stentano in que-sto periodo?No, io vedo la cosa al contrario in

modo molto positivo. La Stage haportato tanto lavoro sia per i per-formers che per i tecnici ed hapure ristrutturato due teatri comeil Nazionale a Milano ed il Brancac-cio a Roma e per giunta ha portatodegli spettacoli molto belli come laBella e la Bestia, Sister Act e Mammamia!. Il Mas invece ha portato inItalia Priscilla, la regina del deserto,che è uno spettacolo pazzesco contre attori protagonisti (n. d. r. Ranù,Angiolillo, Leonardi) strepitosi.Quindi anche da spettatore tu ami an-dare a teatro…Io sono molto amico dei miei colle-ghi, quindi mi piace seguirli e vederlia teatro. Lo faccio anche per lorooltre che per lo spettacolo che por-tano in scena. E li stimo veramentetutti: tra questi sicuramente cistanno Luca Zingaretti e CesareBocci, amici di sempre.

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Cesare Boccie Massimo Ghini

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Alla Cage Aux Follesc’è qualcosa che non va

di Sara Del Sal

Non convince appieno l’ultima fatica di Massimo Piparo,nonostante le ottime premesse

Quando è stato annunciato il titolodell'ultima produzione della Peepar-row Entertainment, in molti hanno si-curamente pensato: “Se viene fattobene, quello spettacolo sarà unabomba”. Troppe le certezze su un ti-tolo planetario come La Cage aux

Folles per non sperare in un risul-tato appagante. Nato come spetta-colo teatrale nel 1973, nel 1979viene portato sul grande schermocon il titolo Il Vizietto per trasfor-marsi ulteriormente nel 1983, di-ventando musical in America con lemusiche e i testi di Jerry Herman eil libretto di Harvey Fierstein. Que-sto spettacolo, ripreso a Broadwaynel 2010 si è meritato il Tony comeBest Revival e anche l'edizione delWest End non è passata inosser-vata. Insomma, è uno di quei titolinei quali sembrerebbe impossibilesbagliare. Una storia toccante e di-vertente, quella tra Albin e George,che dopo oltre vent'anni viene

messa in discussione dal figlio diGeorge, Laurent, che decide di spo-sare proprio la figlia del politico piùaccanito contro i gay e i locali come“La Cage aux Follex”, che Georgegestisce e di cui Albin è la star dipunta come Zazà. Uno spettacolofrizzante, nel quale non tutto è sem-pre come potrebbe sembrare, edove le bellissime “Cagelles” po-trebbero essere ragazze con qual-cosa in più, ma uno spettacolo nelquale le musiche sono senza tempoe hanno un raffinato profumo diProvenza che sa far girare la testa. Certi di tutti gli assi che questoshow ha di suo nella manica, unavolta a teatro, al Rossetti, dove hafatto tappa dal 29 gennaio al 5 feb-braio scorso, ecco i timori concre-tizzarsi. Già dal titolo, che diventa Il Vizietto-La Cage aux Folles,ovvio, perchè in Italia il film è più fa-moso del musical e allora ecco cheGeorge si trasforma in Renato, per

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non creare confusione con i prota-gonisti della pellicola. Purtroppobasta molto poco per capire che lesorprese non sono finite. Gli arran-giamenti musicali discutibili e le tra-duzioni a tratti traballanti nonriescono comunque a togliere finoin fondo il piacere all'ascolto e leCagelles italiane sono straordinaria-mente belle. Insomma, Cesare Boccisi conferma un grande performer,intonato e preciso come Renatostrappa applausi al pubblico e ungrande Cristian Ruiz supera sestesso come Laurent. Discutibile in-vece la prova di Massimo Ghini, cheentra ed esce dal personaggio quasi

per sottolineare che sta solo reci-tando en travesti. Ci credesse unpo' di più, il risultato sarebbe mi-gliore e si potrebbero evitare alcunescene aggiunte all'originale nellequali conversa col pubblico e che sirivelano prevedibilmente inutili nel-l'economia dello spettacolo che èperfetto nelle due ore per le quali èstato scritto e diventa noioso nellamezz'ora aggiunta in Italia. Le Cagel-les invece sono perfette, come Ni-

cola Zamperetti, che interpretaMercedes, l'unico travestito dellaCage che lo fa per mantenere mo-glie e figli. Fortunatamente questospettacolo non necessita di sceno-

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grafie monumentali, ma va detto chesi poteva anche sperare di non ve-dere i segni di usura così chiara-mente dalla platea e i costumi, perquanto ben fatti hanno molto da in-vidiare a quelli dei “cugini milanesidi Priscilla”. Volumi troppo alti e mancanza del-l'orchestra, che Piparo invece in pas-sato aveva sempre utilizzato nei suoimusical, completano il quadro di unmusical che manca di molto, ma so-prattutto di una chiara impronta re-gistica. Il risultato? Funziona. èscritto così bene e ha delle musichecosì belle che nonostante tutto ar-riva al cuore degli spettatori!

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Alice nel paese dellemeraviglie

di Sara Del Sal

A metà strada tra musical e family show, lo spettacoloentusiasma i bambini, meno gli appassionati di musical

Una grande occasione persa. L'ideainiziale era ottima: trasformare uncapolavoro letterario come Alice

nel paese delle meraviglie in unmusical, peraltro poco dopo l'uscitadell'omonimo lavoro di Tim Burton.Ma come spesso accade, il risultatofinale si discosta parecchio dagli in-tenti. Meglio sarebbe stato alloraevitare il peggio tutelandosi dietro auna semplice dicitura: family show.Indicando lo show come prodottoper la famiglia e i più piccoli, eccoche tutto viene perdonato, perchèse i bambini si divertono, il pome-riggio o la serata vola per tutta lafamiglia. Volendolo però chiamare “Ilmusical” ecco che entra in discus-sione ben altro, compresi tutti idettagli di uno spettacolo che aquel punto si propone anche per glispettatori che si sono affezionati algenere e che però si aspettano uncerto livello qualitativo. Nella suadue giorni triestina al Rossetti, il 14

e il 15 gennaio scorso, lo show hadi fatto dimostrato di avere unforte appeal per le famiglie e i piùpiccoli che hanno gremito il teatro.Ma cos'hanno trovato? Uno spetta-colo non pensato esclusivamenteper loro, che a battute scontate al-ternava citazioni di altri musicalforse un po' troppo di nicchia, eche aveva una messinscena povera,con costumi dozzinali tra i qualinemmeno il Bruco, fonte d'ispira-zione per costumisti di tutto ilmondo è riuscito a stupire. Volendoparlare della parte musicale, Gio-

vanni Maria Lori, dopo anni diesperienza nel genere è riuscito amettere a segno un record asso-luto, scrivendo tutte canzoni chenon rimangono impresse e annien-tando una certezza degli amanti delmusical: uscire da teatro cantic-chiando un'aria anche se al primoascolto. Trascurabili anche i testi diEduardo Tartaglia, per non parlare

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delle coreografie ripetitive ed ingar-bugliate di Christian Ginepro chefirma anche la regia, che purtropponon è migliore di quella che avevaproposto con Robin Hood. In-somma, di solito di fronte a questepremesse sono i performer a sal-vare la situazione con le loro dotima, spiace dirlo, non è nemmenoquesto il caso. è Baz, il comicoMarco Bazzoni, nome di puntadello spettacolo, quello che si di-mostra come più completo anchese proprio a lui si sarebbe perdo-nata anche qualche piccola imperfe-zione. Intonato, simpatico e“snodato” al punto giusto sa dareal Cappellaio Matto la verve neces-saria. Tania Tuccinardi, nel ruolodel titolo, è imprecisa nel canto enon spicca certo per le sue qualitàattoriali. Potrebbe essere interes-sante il ruolo della Regina di Cuori,affidato a una Laura Faccanitroppo impegnata a darne un'imma-gine caricaturale e troppo ispirata aMina. Sempre sopra le righe risultaesagerata e si perde anche il pia-

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cere di ascoltare la sua grandevoce. In difficoltà, a sorpresa, ancheGabriele Foschi, che nonostanteabbia in altri lavori dimostrato lasua caratura artistica, si ritrova alleprese con una canzone da disco-teca che affossa la sua perfor-mance. C'è da augurarsi che il castfosse stanco nella seconda replicaallo Stabile Regionale, perchè altri-menti non si spiegherebbero leespressioni imbronciate di alcuniballerini che stridevano con quelledi altri, tutti presi a sorridere. In so-stanza un vero disastro, che peròha entusiasmato i piccoli, chehanno passato un pomeriggio dafiaba, nonostante tutte le sue im-perfezioni. Ma se si pensa che amaggio potranno vedere Joseph AndThe Amazing Technicolor Dreamcoat..si può riflettere su quanto diversofosse il risultato di due giovanissimiTim Rice e Andrew Lloyd Webberche non pensavano di fare un capo-lavoro ma semplicemente uno spet-tacolo per una recita scolastica.

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a cura di Francesco Moretti

invia le tue segnalazioni - notizie, stage, workshop, audizioni... - a [email protected]

dalmondo

del musical

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notizie, stage, audizioni...

Joseph and the Amazing Techni-cholor Dreamcoat è il primo capi-tolo della brillante collaborazionetra due maestri del musical comeAndrew Lloyd Webber e Tim Rice,che negli anni seguenti ci avrebberoregalato capolavori come JesusChrist Superstar ed Evita. Joseph furappresentato per la prima volta a

Londra in una scuola: il preside aveva richiesto ai giovanissimi Webber eRice di comporre un musical originale per la recita di fine anno. Il risultatofu una prima versione dell’opera della durata di quindici minuti circa. Neglianni seguenti il musical fu completato fino a giungere alla versione defini-tiva, che debuttò a Londra nel giugno 1991, e divenne subito un campioned’incassi. Nel 1999 è stata anche realizzata un’edizione per l’home videointerpretata, tra gli altri, da Richard Attenborough, Joan Collins, MariaFriedman e Donny Osmond.Dopo essere stato applaudito anche al Rossetti nell’edizione italiana inter-pretata da Antonello Angiolillo, Joseph arriva ora nell’edizione originale in-glese diretta da Bill Kenwright (che ha già portato a Trieste la suaapplauditissima Evita). Lo spettacolo, desunto dall’edizione del West Enddel 2007, sottolinea con grande brio la varietà stilistica della partitura diWebber. Per il numero “country”, One More Angel in Heaven, i fratelli diGiuseppe diventano degli scatenatissimi cowboy, mentre per la francesiz-zante Those Canaan Days si trasformano in seducenti chansonnier. Nonmancano poi le ambientazioni caraibiche per il numero reggae BenjaminCalypso, mentre il faraone egiziano si veste dei panni di Elvis per la sua Songof the King. Una festa di fine anno per il pubblico del Rossetti, che vedrà inscena anche un nutrito cast di bambini triestini, già scelti in un apposito ca-sting, come già successo lo scorso anno con Evita.

> info Teatro Rossetti

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dal mondo del musical

Broadway on the sea è uno stagedi danza, canto e recitazione che sisvolgerà dal 30 giugno al 3 luglio2012 a bordo di una lussuosa naveda crociera da Civitavecchia a Bar-cellona. Lezioni con docenti digrande esperienza nel mondo delladanza e del musical: Andre De LaRoche, Manuel Frattini, Arianna, Ro-berto Giuffrida, Andrea Spina eMatteo Mazzoli.> vai al sito

L’associazione Passo di Danza or-ganizza uno stage di musical conManuel Frattini l’1 e 2 aprile 2012a Macerata.Le lezioni saranno della durata di2,5 ore al giorno e sono rivolte atutti coloro che hanno la passioneper la danza, il canto e la recita-zione. Iscrizioni entro il 22 marzo.

> info 349.6630569

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L’Associazione Culturale Mooseepresenta la messa in scena del musi-cal Rent, con una regia completa-mente nuova, che si discostavolutamente dalla versione di Bro-adway.Il New York Times ha definito Rent“Un coinvolgente e significativo mu-sical che corre su di un‘elettricacorrente di emozioni“ e USA Todayha scritto: “La maggior parte deimega-musical di Broadway sem-brano falsi In confronto. Come

tutte le opere rivoluzionarie,Rent fa sembrare antiquato tutto il resto dello stesso genere“.Rent è un’opera rock, un musical effettivamente diverso da tutti gli altri,dopo il quale nel mondo di Broadway qualcosa è cambiato definitivamente.Un musical sulla vita vera, sulle difficoltà che a volte la rendono più che in-sopportabile da vivere, che parla di problemi reali immergendo il pubblicoin un’atmosfera che è insieme di coinvolgimento, sofferenza e fascinazione,senza mai dimenticare il lato ironico e divertente della vita, quei lustrinimagici che ti possono cadere addosso anche nel mezzo della tragedia. Iltutto però senza mai indulgere alla facile miscela romantico-sgambettanteche è ormai il marchio di fabbrica di tanti, troppi musical.Il musical andrà in scena al Teatro Comunale di Carpi il 1°aprile alle

20.30.

> info e prenotazioni 389.5068117 – 389.2473478

> www.rentmusical.it

notizie, stage, audizioni...

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dal mondo del musical

Per il nuovo spettacolo The Ele-

phant Man (opera musicale di TatoRusso e Demo Morselli, regia diTato Russo), si cercano 25 artistiche abbiano capacità interpretativenella recitazione, nel canto e nelladanza. Le audizioni si terranno nellaseconda decade di maggio a Roma.I candidati dovranno inviare unamail con allegato curriculum arti-stico e foto a:[email protected]

I Segreti della Voce! Come fun-ziona. Limiti e possibilità. EVT: un al-lenamento per tutti coloro cheutilizzano la voce in modo artisticoo professionale: insegnanti, attori,direttori di coro, cabarettisti, anima-tori, doppiatori, logopedisti, spea-kers, cantanti di ogni generemusicale. Le novità sugli effetti vo-cali: registro di fischio, voce di-storta, growl, scream, rattle.Insegnante: Alejandro Saorin Marti-nez. A Firenze il 20/21/22 Aprile e19/20 Maggio 2012.> info www.centrostudiestill.it

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notizie, stage, audizioni...

Esce, in concomitanza con la ripresadel tour, il CD del musical di DinoScuderi Salvatore Giuliano. Sitratta di un highlights live dellospettacolo durante la replica al Ca-stello Maniace di Siracusa il 19 Ago-sto 2011. Diciasette le traccecontenute con l’interpretazione deiprotagonisti Giampiero Ingrassia eBarbara Cola e del cast di grandiprofessionisti del musical italiano.La storia di Salvatore Giuliano, al dilà del personaggio che tuttora fa di-scutere, si svolge in un periodo sto-

rico–politico importantissimo della Sicilia. Un momento di transizione chesi consuma nel primo dopoguerra e che, da una dimensione locale, finisceper acquistare nell'arco di sette anni (1943-1950) un'eco e una rilevanzanazionali. Giuliano è crocevia di un passaggio storico, incarnazione di ideecontrastanti (fascismo e liberazione, separatismo e unità nazionale, auto-nomia siciliana e riaffermazione dello Stato). Non un'apologia, quindi, ma lastoria raccontata attraverso un uomo che, un pò bandito un pò burattino,un pò vittima un pò carnefice, riassume tutte le contraddizioni e le spe-ranze della Sicilia.Il tour del musical, dopo l’anteprima aperta il 16/03/2012 alTeatro FlavioVespasiano di Rieti, tocca dal 20 al 25/03/2012 il Teatro Alfieri di Torino, il 26/03/2012 il Teatro Comunale di Cesenatico, il 30/03/2012 il TeatroCilea di Reggio Calabria, il 31/03/2012 il Teatro Metropolitan di Catania, il01/04/2012 il Teatro Duemila di Ragusa per concludersi dal 06 al10/06/2012 al Teatro Vittorio Emanuele di Messina.> info www.salvatoregiulianoilmusical.it

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Sovvertendo tutte le previsioni,Stage Entertainment Italia ha difatto annunciato la prossima produ-zione per il mercato italiano, chesarà Saturday Night Fever (attual-mente la Stage lo sta producendoin Olanda).Le audizioni per tutti i ruoli si ter-ranno il 2 aprile al Teatro Brancac-cio di Roma e il 9 aprile al TeatroNazionale di Milano.

> Scarica il bando

dal mondo del musical

Silvia di Stefano, Lena Biolcati eCristina Fraternale organizzano aMilano dal 5 all’8 aprile uno stageincentrato sul musical Chicago, inuna full immersion tra canto, danzae recitazione con la preparazione eallestimento di alcuni numeri trattidallo show. Lo stage si tiene pressoArcobaleno Danza, in via Solari 6.

> Per informazioni, contattareSilvia di Stefano e Lena Bilcatidirettamente dalle loro pagine sufacebook.

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Ancora incerta la sorte della ver-sione inglese di Rebecca, il popo-lare show di Kunze & Levay chedoveva debuttare a Broadway a finemarzo. L’incompleta capitalizzazionedel costoso show ha fatto slittare laprima all’autunno di quest’anno,dopo un primo annuncio di rinvioindefinito alla prossima stagione. Re-becca aprirà al Broadhurst Theatre-con Sierra Boggess ("I"), Tam Mutu(Maxim deWinter) e Karen Mason(Mrs. Danvers) tra i protagonisti.

notizie, stage, audizioni...

La Compagnia delle Stelle orga-nizza a Roma un nuovo stage dimusical intensivo: A Tutto Musical!Dal 14 al 19 Giugno 2012 con unteam d'insegnanti d'eccezione(Chiara Noschese, Christian Gine-pro, Lello Arena, Barbara Eramo eMarco Sellati), 44 ore di studio teo-rico e pratico e una esibizione fi-nale nella Sala Teatro Vignoli, unastruttura teatrale nuovissima.> info e iscrizioni

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