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AMBROSIA E PAESAGGIO AGRARIO

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AMBROSIA E PAESAGGIO AGRARIO

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ATLANTE DELLA BIODIVERSITÀ

Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Roccolovia Umberto I, 13 - 20010 CASOREZZO (MI)

tel./fax 02.90381002

TESTI E ANALISI DEI DATI:Raul Dal Santo, Eugenio Nicolin, Elisa Venegoni

CD ROM: Raul Dal Santo

CARTOGRAFIA: Raul Dal Santo, Simone Rossoni

Il progetto è stato finanziato dalla Provincia di MilanoFinito di stampare

nel mese di dicembre 2006 in 4.150 copieda Industria Grafica Rabolini - Parabiago

Copyright © 2006 - Comune di Casorezzo,capoconvenzione del

Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Roccolo.

E' garantito il permesso di copiare, distribuire e/omodificare i testi di questo documento seguendo

termini della Licenza Creative Commons Share Alike 2.5

FOTOGRAFIE E RELATIVE LICENZE: • Raul Dal Santo, Giulia Dal Santo, Elisa Venegoni, Eugenio

Nicolin, Alan D. Wilson (www.naturespicsonline.com.jpg),Darkone - Creative Commons Share Alike 2.5

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“Figlia delle Alpi dalle Alpi sono discese le alluvioni che l’hannocostruita, colmando l’antico golfo, dalle Alpi scendono le acque a

darle vita, fertilità e ricchezza. La presenza delle Alpi ha sempredeterminato le vicissitudini salienti del suo clima e costituito un

fattore dominante nella storia della sua vegetazione” G. Fenaroli, 1958

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Questo lavoro è una breve storia del nostropaesaggio agrario sin dalle sue origini e cioè daquando i primi agricoltori iniziarono a dissodare lafertile terra attraversata dal fiume Olona sino aigiorni nostri.Le fatiche, ma anche l’amore di chi ha da semprecoltivato queste terre, un tempo hanno permessodi vincere fame e carestie, oggi esse consentono lasalvaguardia di quel poco verde che ci è rimasto.Nelle nostre campagne e lungo le nostre strade èda qualche anno che ritroviamo l’Ambrosia, notainfestante particolarmente diffusa nella regione adovest di Milano, che per le sue caratteristichebiologiche e per le esigenze di crescita è purtroppoun indicatore del degrado del paesaggio agrario esuburbano.La lettura di questo testo è un contributo allaconoscenza del mondo agricolo e dell’ambienteagrario, che del Parco del Roccolo è elementoinsostituibile di salvaguardia del territorio.

Giovanni CastelliDirettore del Parco del Roccolo

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Introduzione

Il progetto “atlante della biodiversità”, promosso sin dal2002 dal Parco del Roccolo e finanziato dalla Provincia diMilano, ha come oggetto di studio il patrimonio di natura,cultura e storia di questi luoghi.Scopo di questo quarto volume è di analizzare letrasformazioni del territorio, dalle origini ai giorni nostri.Da qualche decennio stiamo assistendo ad un progressivodeterioramento del millenario equilibrio fra l’operadell’uomo e l’azione della natura, che in passato ha datoforma ad un paesaggio di pregevole valore.L’urbanizzazione senza regole e l’agricoltura intensivastanno modificando il paesaggio e gli ecosistemi che locompongono, tanto che alcune specie animali e vegetalinon hanno più ritrovato l’habitat favorevole per vivere eriprodursi ed altre, del tutto estranee, si sono insediate ediffuse, spesso prevalendo sulle specie autoctone.Fra queste, l’Ambrosia è quella che forse riveste maggioreimportanza, sia perché la sua comparsa sembra esserestrettamente correlata ai cambiamenti avvenuti, siaperché è causa d’allergia in una consistente percentualedella popolazione.Seguiremo quindi le vicende e le trasformazioni che hannointeressato e che ancora interessano il nostro territorio,per meglio comprendere il presente e, speriamo, per benprogettare il futuro.

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L'agricoltura e l'allevamento nel continente euroasiatico sisvilupparono dal 8500 a.C., ma le prime coltivazioniagricole nell’Italia del nord si possono far risalire al VI eV millennio a.C.Solo a partire dal III millennio disponiamo ditestimonianze archeologiche che mostrano lungo il corsodel fiume Olona insediamenti stabili.Dal XIII sec. a.C. la presenza dell’uomo lungo il fiumeOlona si fa più rilevante con la cosiddetta cultura diCanegrate e, successivamente, di Golasecca.

In epoca celtica, a partire dal IV secolo a.C., il territorio delParco del Roccolo (definiremo d'ora in poi così il territoriodei sei comuni in cui ricade l'area protetta) fu popolatocon insediamenti stabili dagli Insubri; gran parte dellapianura era allora ricoperta da densissime foreste,ritenute sacre dagli abitanti, interrotte soltanto dal corsodei fiumi e, qua e là, da piccoli appezzamenti destinatiall’attività agro-pastorale (frumento, orzo, vite edallevamento di bovini, caprini, ovini e suini).

I romani ebbero un ruolo importante nel modificare ilpaesaggio milanese; lo sviluppo della cultura romana, ascapito di quella celtica, fu molto lenta, ma ebbeconseguenze assai durature.A partire dall’età augustea (29 a.C.) si ipotizza un ruolosignificativo di alcuni insediamenti lungo il fiume Olona;Parabiago, ad esempio, diventò un fiorente emporioartigianale e commerciale, grazie anche alla posizionelungo la via fluviale, così come l’asse viario tra Milano elo scalo lacustre di Angera che, attraverso i valichi alpini,erano tramite di congiungimento tra l’area mediterranea equella transalpina.In base alle ricerche topografiche, si può ipotizzare che inetà imperiale parte del territorio ad Ovest di Milano subìprofonde trasformazioni: vennero diboscate molte foresteper far spazio alle aree agricole, che furono divise in lottidi grandezza regolare.

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Potere contadinoLa domesticazione di piante e animali non favorì solo la crescitademografica. Il surplus di cibo e l’uso degli animali come mezzo ditrasporto furono fattori che portarono alla nascita di societàpoliticamente centralizzate, socialmente stratificate, economicamentecomplesse e tecnologicamente avanzate.Infatti solo in società agricole con surplus alimentare poterono nascerefigure sociali non dedite permanentemente alla produzione di cibo che icacciatori-raccoglitori non potevano permettersi: uomini di governo,soldati di professione, artigiani, sacerdoti, scribi ed intellettuali.

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Alcune aree non furono messe a coltura, verosimilmenteper la bassa fertilità dei suoli e per la scarsità di acqua (adesempio i boschi della Brughierezza tra Arluno eCasorezzo), o per la presenza di paludi (boschi di Cusago-Riazzolo, boschi del Ticino ed aree limitrofe al fiumeOlona).Il progressivo disfacimento della struttura statale edeconomica romana (dal finire del III a tutto il V sec. d.C.),l’arrivo dei Longobardi e le continue incursioni barbarichedeterminarono nella pianura Padana la riduzione dellapopolazione, in particolare nelle città, e degli scambicommerciali. Boschi e pascoli ebbero una ripresa a scapitodei terreni coltivati. I boschi tornarono ad avere unaimportanza alimentare ed una forte valenza simbolica esacrale, sapientemente rielaborata dal cristianesimo che siera diffuso nella zona del Parco del Roccolo a partire dal Vsecolo.Povertà, guerre e malattie delinearono quello che lo storicoFumagalli chiama il “paesaggio della paura”.A partire dall’anno 1000 in Lombardia si verificò una verae propria rivoluzione economica e sociale nella qualel’istituzione ecclesiastica ebbe un ruolo fondamentale. Inquest’area ebbero grande importanza l’ordine degliUmiliati e, successivamente in epoca rinascimentale, quellodegli Olivetani e dei Cistercensi.

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A partire dal I secolo d.C. studi paleobotanici documentanol'introduzione, specie nell'alta pianura, del castagno perprodurre farina ed alimenti per suini. Si diffusero anchealberi da frutto, prima scarsamente coltivati o del tuttosconosciuti, come il pero e il melo.

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Confine tra campi e boschi.Questo potrebbe essere ilsignificato del nome dellastrada del Signù ad Arluno.Questa via segnava il confine(signum) settentrionale delledivisioni agrarie realizzatidagli antichi romani a partireda Corbetta verso nord sinoad Arluno. I segni di questedivisioni sono ancorarintracciabili nel territorio delParco e ne caratterizzano ildisegno del paesaggio e taloraanche dei centri abitati.

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Fu solo a partire dal XII sec., in epoca comunale, che simoltiplicarono le opere di sistemazione dei terreni: inparticolare vi fu un aumento della superficie agraria ascapito dei boschi e una forte espansione della vite,coltivata soprattutto insieme ai cereali nelle zone di apertacampagna e fatta crescere sugli alberi, posti in filariall'interno ed ai margini dei terreni coltivati. Questo tipodi coltivazione diffusa sino al XIX Sec. era detta “aratoriovitato”.A partire dal XV sec. gli alberi, cui erano associate le viti,vennero sostituiti con il più redditizio gelso, utilizzato perla bachicoltura. Malgrado la diffusione dell’aratorio vitatoe la diffusione del mais, una consistente superficiedell’attuale Parco del Roccolo era costituita da boschi epascoli che ancora nei primi decenni del 1800 coprivano il50% degli attuali confini del Parco.

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Punti forti dell'economia. Intutto l’Alto Milanese la vite eil gelso per l’allevamento delbaco da seta divennero i puntiforti dell’economia agricola,raggiungendo l’apicenell’epoca della dominazioneaustriaca e nei primi annisuccessivi all’unità d’Italia. Ilvino prodotto nella zona ed inparticolare a Parabiago eBusto Garolfo è segnalato indiversi trattati agricoli edanche nelle opere di variletterati, tra cui Carlo Porta eFoscolo.

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Equilibrio perfetto. Durante la coltivazione le pianteassorbono dal terreno non solo acqua, ma anche saliminerali, indispensabili per la loro crescita, togliendoli cosìdal terreno. Nell'antichità sino a pochi secoli or sono perpermetterne la ricostituzione i terreni venivano lasciati amaggese, cioè a riposo per l'anno successivo al raccolto. Inquel lasso di tempo attraverso l'intervento degli elementinaturali il terreno recuperava parte della sua fertilità. Gliantichi romani chiamavano questa pratica “novale”.Nel XVII secolo ed in particolare dal XVIII sec., peraumentare la redditività dell'azienda agraria, il maggesevenne sostituito con la rotazione delle colture: coltivazionidiverse si succedono in un ordine definito sul medesimoterreno, ripetendo la stessa coltivazione nel tempo in cicliregolari di più anni. Tra le coltivazioni che si succedevanoce n'era una di piante foraggere come il trifoglio o l'erbamedica. Ciò produsse un incremento del foraggio perl'allevamento animale con conseguente aumento dei capidi bestiame, senza perdere la funzione di reintegro di saliminerali che forniva il maggese: infatti le leguminose sopracitate sono piante azotofissatrici che fertilizzano il terreno.

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Terzetto americano. Nel continente centro e sud americano l'agricolturacomparve nel 3500 a.C. La fauna americana era avara di speciedomesticabili, la flora invece riservò all'agricolturà un buon numero dipiante, alcune delle quali vennero importate in Europa con estremosuccesso a partire dal XVI sec. Mais, fagioli e patate divennero la basedella dieta dei contadini.

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Nella seconda metà del 1800 gravi malattie della vite edel gelso misero in difficoltà l’agricoltura dell’AltoMilanese. La bachicoltura ne uscì rafforzata conl’adozione di bachi resistenti; per la vite, invece, si decisel’espianto per gli alti costi.Questo periodo di crisi, accentuato dal crollo dei prezziagricoli per il riversarsi sul mercato italiano dei prodottiesteri, coincise con la prima crescita industriale; sisvilupparono lungo il fiume Olona le prime manifatture esi realizzarono infrastrutture come la tramvia Milano-Gallarate ed il canale Villoresi. Ilprotezionismo, lo sviluppo tecnico-culturale e la nascita delle casserurali contribuirono ad alleviare lacrisi del settore agricolo.Il periodo tra le due guerremondiali coincise con il tracollodella bachicoltura, determinatodalla difficoltà di collocare la setasui mercati esteri. Così i gelsi, cheavevano caratterizzato il paesaggiodell’Alto Milanese per cinquesecoli, vennero via via eliminati.Nel dopoguerra si assistette ad unosviluppo industriale rapido edincontrollato, che portò benessere ericchezza, ma anche inquinamentoe crescita urbana esponenziale.Nello stesso periodo la meccanizzazione dell’agricoltura,l’uso di prodotti chimici e la diffusione di vegetali (mais)ed animali (bovini) ad alto rendimento determinarono unforte incremento della produzione agricola, ma anchegrandi trasformazioni del paesaggio. Scomparveroparecchi filari, fossi e sentieri perché costituivanoostacolo ai mezzi meccanici e si diffuse la monocoltura dicereali.L’uso di fertilizzanti e pesticidi ed il conseguenteabbandono delle pratiche di rotazione e di concimazionenaturale, che per secoli avevano conservato l’equilibrioambientale hanno causato la perdita di fertilità dei suolie l’estinzione di alcune specie, sia animali che vegetali.

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Il Canale Villoresi completato nel 1891 su progetto di Eugenio Villoresi,separa l'area irrigua, posta a nord, dall'area non irrigua a sud condifferenti tipi di coltivazione:1) nella zona non irrigua a nord del Canale sono diffuse coltivazioni a

semina autunnale quali frumento, orzo, segale e triticale. Moltofrequente è anche la coltivazione di erba medica, foraggio moltoapprezzato per l'alimentazione del bestiame e che non manifestasintomi di sofferenza per la forte siccità nel periodo invernale-primaverile.

2) nella zona irrigua a sud prevalgono coltivazioni a semina primaverilequali il mais nonché i prati per la produzione di foraggio.

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Negli anni '60 l’avvio della politica agraria comunitariaaggravò la situazione, favorendo l’incremento dellaproduttività agricola con misure di protezionismo e tuteladei prezzi.Negli ultimi decenni lo sviluppo urbano sempre più intensoe senza una pianificazione efficace dal punto di vistaecologico ha frammentato il territorio dell’Alto Milanese,contribuendo a smarrire l’identità socio culturale deinostri paesi e alterando, talora gravemente, l’equilibriodegli ecosistemi agricoli residui.In particolare, i terreni incolti o relittuali, dovutiall’urbanizzazione disordinata ed il forte impulso datodalla comunità europea alle colture no food quali soia egirasole, hanno determinato nel Parco del Roccolo le stesseconseguenze che al tempo degli antichi romani produsse ildisboscamento: cioè l’impoverimento e dilavamento delsuolo, la perdita di humus e di conseguenza il riaffioraredell’originale terreno ciottoloso e ghiaioso, tipico dell’altapianura alluvionale.In passato da questi suoli, poco fertili e non coltivati,nasceva la brughiera; oggi gli stessi suoli, lasciati incolti(set aside) o destinati alla coltivazione solo per alcuni mesil’anno, sono diventati nel Parco l’habitat ideale di unapianta infestante: l’Ambrosia.

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Cambiamenti climatici.Il surriscaldamento del climaglobale, in parte dovuto ai gasserra emessi dalle attività umane,sta già provocando danniall'agricoltura in più parti delmondo, Italia inclusa.L'agricoltura nel futuro dovràfare i conti con periodi di siccitàsempre più accentuata, come nelcorso dell'estate 2006 in cui lascarsità di acqua nel fiume Ticinoha impedito l'irrigazione deiterreni tramite il Canale Villoresi.

Un paesaggio di qualità

Quello del Parco del Roccolo è unpaesaggio “culturale” di pregevolequalità, coltivato in millenni di lavoro. Questo è il risultato degli studi diecologia del paesaggio compiuti recentemente secondo i quali la qualitàdel paesaggio del Parco del Roccolo è oggi nettamente più elevatadell’unità di paesaggio complessiva di cui esso fa parte che comprendeuna porzione dell'Alto Milanese. La qualità paesistica del Parco, puressendo inferiore alla media regionale della Lombardia, è maggiore diquella del Parco Agricolo Sud Milano, il parco agricolo che comprendegran parte della zona sita a Sud della provincia di Milano.

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Agricoltura multifunzionale. Nel territorio del Parco delRoccolo il recente estendersi di attività collateraliall'agricoltura, in particolare di maneggi per cavalli,agriturismi e vendita diretta di prodotti locali di qualità,indica un possibile percorso verso un'agricoltura non solofinalizzata alla produzione di alimenti, ma anche adattività sportive, ricreative e culturali in un paesaggioagrario di qualità. Questa è l'agricoltura promossadall'Unione Europea con il programma denominato“Agenda 2000” che prevede finanziamenti per laforestazione, l'agricoltura biologica e altre misure dimiglioramento del paesaggio agrario.

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L'Agricoltura negli ultimi decenni. Negli ultimi venti anni l'agricoltura del territorio del Parco è statacaratterizzata da importanti cambiamenti:- riduzione dei nuclei rurali attivi e quindi del numero di aziendeagricole,

- espansione di alcune attività agricole in particolare quelle ad indirizzocerealicolo-zootecnico con allevamento bovino da latte,

- discreta presenza di aziende ad indirizzo zootecnico,- trasformazione di diversi nuclei rurali in realtà unicamenteresidenziali,

- alcune aziende a causa dell'urbanizzazione hanno dovuto costruirenuovi fabbricati in zone più periferiche rispetto ai centri abitati,

- estendersi di colture proto-oleaginose come soia, mais e colza che peròsono quasi del tutto scomparse negli ultimi 5 anni,

- nel Parco come nell'Alto Milanese prevale la monocoltura intensiva dimais e frumento ancora oggi più remunerativa delle coltivazioni conmetodi biologici.

- misure agroambientali (agricoltura biologica, forestazione emiglioramento ambientale) poco utilizzate

- l'importante ruolo di tutela del paesaggio agrario, benché riconosciuto,non è ancora remunerato agli agricoltori.

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Ambrosia Per capire meglio le ragioni della diffusione dell'Ambrosiae quindi per poterla combattere con maggior efficacia ènecessario conoscerne le caratteristiche biologiche e leesigenze di crescita.

Il genere Ambrosia comprende 43 specie diffuse in tutti icontinenti, e appartiene alla famiglia delle Compositae, lapiù grande e diversificata delle piantea fiore, le Angiosperme.

L’unica specie originaria del nostroterritorio è l’Ambrosia maritima (nondannosa per l’uomo), che vive suilitorali del mar Mediterraneo.La specie che a noi interessa èl’Ambrosia artemisiifolia (che percomodità chiameremo semplicementeAmbrosia), attualmente la più diffusain Italia ed anche detta “Ambrosia afoglie d’Artemisia”, perché ha foglieche assomigliano a quelledell'Artemisia. Originaria degli StatiUniti e delle vicine regioni Canadesi,l'Ambrosia è arrivata in Europaoccidentale intorno al 1860.

In Italia le prime segnalazionirisalgono ai primi del 1900 inPiemonte. La sua presenza inLombardia è nota fin dal 1940, masino al 1989 la sua diffusione eraancora limitata. Attualmente la suaarea di distribuzione è assai vasta, ela zona maggiormente infestata è ilterritorio compreso tra le Province diMilano e Varese, meglio delimitato daifiumi Olona e Ticino.

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Ambrosia e Artemisia possono essere confuse tra di loro. Le fogliedell'Ambrosia sono pelose e frastagliate e le pagine inferiore e superiorehanno lo stesso colore. Le foglie dell'Artemisia, invece, hanno la paginainferiore di colore grigio.

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L’Ambrosia artemisiifolia è una pianta erbacea annuale(nasce, si riproduce e muore in una sola stagione)anemofila (la fecondazione avviene attraverso il vento chetrasporta il polline) a portamento eretto, ramificata versola sommità e monoica (ha fiori maschili e femminili distintinella stessa pianta).E' detta plantula la giovane pianta che si sta sviluppandodal seme e che, nella fase germinativa, presenta duecotiledoni, foglioline carnose con picciolo evidente di formaovale. Le prime vere foglie sono divise in 3 – 5 segmenti aterminazione ottusa, facilmente confondibile con altrepiante, in particolare con l’Artemisia.Le radici sono debolmente fittonanti, non striscianti,fibrose e molto ramificate nella parte superiore.Il fusto è eretto, robusto, peloso, striato e ramificato nellaparte superiore. E’ di colore verde, ma a maturità puòdiventare rossastro (settembre-ottobre). L’altezza varia da30 a 100 cm, ma può arrivare anche a 2 m.

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Le foglie inferiori sono opposte e le superiori alterne; sono pelose efrastagliate. Le dimensioni variano da 3 a 10 cm. La pagina inferiore esuperiore hanno lo stesso colore.I fiori maschili, di 4-5 mm di diametro, sono raggruppati nella parteterminale della pianta a formare dei racemi (infiorescenze simili aspighe) lunghi 8-15 cm e disposti nella porzione terminale dei rami. Ifemminili sono posti singolarmente all’ascella delle foglie superiori esono meno numerosi dei maschili.I fiori femminili, fecondati dal polline prodotto dai fiori maschili, sitrasformano in frutti secchi detti acheni di forma ovoidale con unaparete liscia e molto resistente, dotata di 5-6 spine. I frutti hannodimensioni comprese tra 3,5 e 6 mm e ciascuno contiene un solo seme.Una pianta di media taglia produce circa 3.000 frutti, ma piantemolto prolifiche ne possono produrre anche 62.000.Se non ci sono le condizioni favorevoli il seme può germinareanche dopo 40 anni.

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Diffusione dell’Ambrosia artemisifolia nel 2006.

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APRILE

MAGGIO-GIUGNO

GIUGNO-LUGLIO

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IL CICLO BIOLOGICODELL'AMBROSIA

Germinazione: ogni piantad’Ambrosia deriva da un seme cheha una duplice funzione:permettere la diffusione della speciee consentirne la sopravvivenza incondizioni sfavorevoli.La diffusione del seme è facilitatadalla presenza di uncini, chepermettono al seme di“aggrapparsi” e “farsi trasportare”da qualsiasi elemento in movimento(peli d’animale, foglie trasportateda corsi d’acqua, dalla pioggia, dalvento, scarpe o vestiti, ruote diveicoli, derrate alimentari, mangimiecc.).In condizioni esterne favorevoli(discreta disponibilità d’acqua,esposizione alla luce, unatemperatura di 20-25 gradi, terrenismossi) il seme può germogliare.Nei mesi di maggio e giugno, quandole ore di luce superano quelle dellanotte, le condizioni sono favorevoli el’Ambrosia germoglia.Crescita: la germinazione èabbastanza lenta e si può protrarresino a luglio, ma se le condizioniesterne sono ottimali (elevatoirraggiamento, elevata temperaturae scarsa umidità), la crescita èrapida, specie nella seconda metà diluglio. Le dimensioni raggiuntedipendono dal livello di coperturadel terreno: dove la vegetazione èridotta od assente e l’irraggiamentoelevato, l’Ambrosia cresce piùrigogliosa, sino a raggiungere anchei 2 metri.

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LUGLIO-AGOSTO

AGOSTO-SETTEMBRE

OTTOBRE

NOVEMBRE

Fioritura: tra la fine di luglio ed i primid’agosto inizia la fioritura, stimolatadall’allungarsi delle notti. In realtà lafioritura si può protrarre sino ad ottobre.Questo momento del ciclo comporta losviluppo nella stessa pianta di fiorimaschili, produttori di polline, e fiorifemminili.I fiori maschili, oscillando alla brezza,liberano nell’aria i granuli di polline(corrispettivo degli spermatozoi deglianimali), che possono essere trasportatidalle correnti anche a grandi distanze.Seguendo le correnti, i granuli ricadono a“pioggia” sul terreno, fecondando i fiorifemminili, allorché un granulo penetra inun pistillo. Tra la metà di agosto esettembre si raggiunge la massimaproduzione di polline ed è proprio inquesto periodo che le manifestazioniallergiche hanno la loro massimaespressione.

Fruttificazione: i fiori femminili fecondatidal polline si trasformano in frutti. Laformazione dei frutti avviene trasettembre ed ottobre. I semi, una voltacaduti al suolo, entrano in uno stato diletargo, necessario per superarel’inverno, per poi germinare la primaverasuccessiva.

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Polline numeroso. I granuli di polline dell'Ambrosia hannodimensioni molto piccole (20 millesimi di millimetro) eforma a “riccio di mare”; queste caratteristiche consentonoloro di fluttuare nell’aria, di penetrare le mucose di naso,occhi e bronchi e di sviluppare attività urticante edallergizzante.Una singola pianta può produrre anche un miliardo digranuli; la concentrazione nell’aria può raggiungere anche idue milioni di granuli per metro cubo. La concentrazionemedia rilevata dalla centralina di Legnano nei mesi di agostoe settembre è di circa 90 pollini per metro cubo con puntedi oltre 200 pollini per metrocubo nell'ultima decade diagosto. Sono sufficienti 5 - 10 granuli nell’aria inspirata perscatenare una reazione allergica in un soggettosensibilizzato. L'Ambrosia è divenuta la prima causa diallergia nell'ASL n. 1 della provincia di Milano, in cui ècompreso il territorio del Parco, con costi sanitari altissimi ein crescita, stimati in circa 1.600.000 euro per l'anno 2006per farmaci a carico del servizio sanitario, visite mediche ericoveri. Oltre a questa somma andrebbero considerati i costirelativi alla perdita di produttività e alla riduzione dellaqualità della vita.

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Diffusione dell'AmbrosiaL’Ambrosia è diffusa in tutto il mondo. In Europa il suo areale è compresotra il 40° ed il 50° parallelo Nord, ad un’altitudine tra 0 e 500 metri s.l.m.e con predilezione per il clima continentale.E’ definita pianta pioniera perché cresce e colonizza rapidamente i suolipoveri, acidi, preferibilmente sabbiosi, sassosi e ghiaiosi, dove lavegetazione originaria è scarsa o rimossa; colonizza gli spazi incolti,abbandonati, e terreni di riporto o movimentati.I suoi bisogni d’acqua e d’umidità sono modesti e resiste bene alla siccità,ma la condizione indispensabile per il suo sviluppo è la disponibilitàintensa e continua di luce e una temperatura elevata (dai 25° ai 35° C).Tali condizioni si verificano specialmente nei suoli poco fertili e quindiparzialmente spogli che sono esposti all’irraggiamento solare per l’interoarco della giornata. L’Ambrosia teme e rifugge la vegetazione fitta e ilsottobosco che fa ombra. A 31,7° C e con 14 ore di luce e 10 di buio(maggio-giugno) l’Ambrosia ha il suo massimo sviluppo, riuscendo aprodurre una foglia al giorno.Un’ulteriore capacità dell'Ambrosia è quella di avere radici molto efficacinel reperire gli elementi nutritivi, se paragonate a quelle di altre speciemeno specializzate nel colonizzare ambienti poveri.

Temperatura Medie-elevate: 25º-35º C(adattabile a variazioni di caldo-freddo)

Luce 14 h di luce e 10 h di buio Elementi nutritivi Alta concentrazione di azotoPH Compreso tra 5 e 7Tipo di terreno Ghiaioso, sabbioso, silico-argillosoUmidità del terreno Medio basse

(adattabile da fresco a secco)

Condizioni di crescita dell'Ambrosia artemisiifolia

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Ambrosia, girasoli e piccioni: trio perfetto. Il forte impulso,dato dalla comunità europea alle colture no food quali soiae girasole a partire dalla fine degli anni '80 per limitarele eccedenze di produzione causate dalla precedentepolitica agraria comunitaria, è stato particolarmentenegativo nell'Alto Milanese.I semi e le giovani piante di soia e girasole sonoparticolarmente appetibili dai piccioni. Il terreno, resonudo dalla voracità dei piccioni, è diventato di conseguenzal'habitat ideale per l'Ambrosia. Insieme all'Ambrosiaanche i piccioni hanno avuto un forte incremento.

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I mezzi per combattere l'Ambrosia

La lotta chimica si avvale di diserbanti, di cui il più utilizzato è il Glifosate.Hanno il vantaggio di prevedere un solo intervento, che va applicato inmaniera uniforme solo nel periodo della crescita della pianta e in assenzadi piogge. La loro azione non è selettiva e se utilizzati su grandi estensionied in quantità e concentrazioni improprie penetrano nelle falde superficiali,e vengono captati dagli acquedotti.Nel breve periodo l’impatto ambientale e l’effetto residuale è modesto, manel lungo periodo la loro pericolosità non è nota. Infine da più partigiungono segnalazioni di resistenza dell’Ambrosia al Glifosate, specie doveusato per lungo tempo e su ampi spazi.Il pirodiserbo è un metodo fisico, che sfrutta l’azione termica di unafiamma o dei raggi infrarossi per provocare la rottura delle cellule dellapianta: in questo modo l’Ambrosia non viene bruciata, ma “lessata”. Si usaper bonificare i margini delle strade, dei campi e delle siepi, ma non per levaste superfici, per l’elevato costo e per l’impegno che comporta.Lo sfalcio è il metodo meccanico più utilizzato. Per limitare la diffusionedell’Ambrosia in Lombardia dal 1999 con un’ordinanza Regionale è statoimposto il taglio nel periodo della crescita. Con il taglio dell'Ambrosia sivuole limitare la conseguente produzione di polline, l’attività allergizzantee la diffusione nel territorio della pianta.Per le caratteristiche del terreno e dei mezzi meccanici impiegati lo sfalcionon può essere condotto a meno di 10 cm. dal suolo; in questo modol’Ambrosia è amputata, ma non sradicata ed il moncone di fusto rimasto èricondotto nelle condizioni più favorevoli di crescita (il terreno èulteriormente denudato dallo sfalcio e quindi maggiormente esposto ai raggisolari in un periodo spesso di siccità).Sul fusto rimasto l’Ambrosia ricresce rapidamente in 8-10 giorni, dandovita ad una pianta più bassa, ma più ricca di fiori e quindi più fertile.Proprio per queste ragioni si stanno sperimentando tecniche complementariallo sfalcio, come la trinciatura, discatura, erpicatura, l'aratura, lafresatura, l’erpicatura, la pacciamatura, che sono più efficaci neldistruggere l’Ambrosia, ma anche più complesse da realizzare ed in alcunicasi più costose. Le sperimentazioni compiute da ASL e Provincia di Milanonel 2005 su alcuni terreni agricoli hanno mostrato che la discatura anchecon due soli interventi è risultata più efficace del taglio.La pacciamatura è un metodo meccanico che utilizza la copertura delterreno nei più svariati modi (foglie, residui di sfalci, corteccia di pino,paglia), allo scopo di far ombra e impedire che le radiazioniluminose inneschino i processi fotosintetici che stanno alla basedella crescita dell’Ambrosia. Questo metodo ha indubbiamente unbasso impatto ambientale e consente il riutilizzo di sottoprodotti

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Nell’area a sinistra, col-tivata per pochi mesi al-l’anno, l’Ambrosia cre-sce indisturbata.Diversamente nel cam-po di destra la presenzadi una coltura antago-nista impedisce la cre-scita dell’Ambrosia.

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organici, ma non è applicabile nei terreni agricoli, perché comporta unelevato fabbisogno pacciamante; ha invece una particolare indicazione peri piccoli spazi verdi (aiuole, giardini, ecc.).L’estirpazione consiste nello sradicare manualmente l’Ambrosia. E'facilmente attuabile nella fase tardiva della crescita, prima della fioritura,quando la pianta è sufficientemente alta, facile da individuare e daafferrare e con poca o nessuna resistenza delle radici al suolo; in questafase l’Ambrosia si sradica con estrema facilità e dopo pochi minuti essiccae muore. Anche questa pratica, per evidenti ragioni, è attuabile solo inpiccoli spazi, con particolare predilezione per quelli urbani e suburbani.La semina di colture antagoniste ha come presupposto l’utilizzo dicoltivazioni che siano competitive con l'Ambrosia. Infatti le esigenze dicrescita dell’Ambrosia sono tali da non sopportare la concorrenza divegetazione fitta.Fra le varie colture è preferibile la semina di panico e di leguminose (adesempio erba medica o trifoglio), specie nelle vaste aree agricole lasciateincolte o coltivate per pochi mesi all'anno. Se l’erba medica o il trifogliosono destinati a sovescio, il terreno diverrà più fertile e ricco di sostanzeazotate e particolarmente adatto alle colture di cereali. Se l’erba medica oil trifoglio sono destinati ad essere raccolti, si otterrà un’aggiuntivaproduzione di foraggio ad elevato contenuto nutrizionale. Attuare la praticadella rotazione, specie nelle aziende ad impronta zootecnico – cerealicola,garantisce da un lato di limitare la proliferazione dell'Ambrosia, dall'altrodi aumentare la fertilità dei suoli e la qualità del paesaggio agrarioLa semina di colture antagoniste è prevista nel piano agricolo triennaledella Provincia di Milano come metodo per limitare la diffusionedell'Ambrosia.

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Conclusioni

L’idea d’istituire un Parco nel nostro territorio prese formasul finire degli anni '80, grazie all’associazionismoambientalista che concorse a risvegliare quella coscienzaecologica e di tutela dei beni naturali che si era sopita neglianni della crescita economica.Fu rivendicata l’importanza della conservazione e dellafruizione del patrimonio naturale e culturale racchiuso nelpaesaggio agrario, allora considerato spazio “vuoto” perchénon edificato e legato ad una economia ormai sempre menorilevante, a confronto delle attività artigianali edindustriali in forte espansione.L’impegno dei Comuni e delle organizzazioni sociali attivesul territorio salvaguardarono il Parcodall’urbanizzazione, tanto che oggi esso costituisce uno deinodi della rete ecologica della Provincia.Pur tuttavia non mancano segnali di degrado, che sipossono cogliere nell’impoverimento della biodiversità enella comparsa di specie infestanti come il Prugnolotardivo nei boschi e l’Ambrosia nei campi.Per quanto riguarda l’Ambrosia, ci sembra sussista più diun elemento che avvalori l’ipotesi che la sua comparsa siacoincisa con i cambiamenti del paesaggio, intervenuti negliultimi decenni in un contesto geologico favorevole.Il suo contenimento presuppone anche il ripristino dellafertilità dei terreni, rimettendo in coltura i suoliabbandonati o parzialmente coltivati e rinaturalizzando glispazi periurbani o industriali dismessi.

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Si otterranno in questo modo nuove opportunità economiche e di lavoro,il contenimento della malattia allergica e un risparmio di parte dellespese sanitarie ad essa connesse.In quest’ottica la nuova politica agraria comunitaria (Agenda 2000) stapromuovendo un’agricoltura mirata alla qualità dei prodotti alimentari,compatibile con l’ambiente ed attenta alla cura del paesaggio,indirizzando risorse anche verso il “ben vivere” e non solo verso laproduzione di “derrate alimentari”. Un’agricoltura multifunzionale,capace di accostare alle tradizionali produzioni altre attività come laforestazione, il biologico, l’agriturismo e la produzione di energierinnovabili, saprà cogliere queste opportunità.Tutto ciò implica ricerca scientifica, investimenti pubblici e privati e unafiscalità che ridistribuisca le risorse con criteri d’efficienza,professionalità e competitività, in modo da permettere agli agricoltori diproseguire nel loro ruolo di custodi del paesaggio agrario.Carlo Cattaneo, nei suoi “Scritti sulla Lombardia”, riferendosi ai terreniresi irrigui dai Navigli milanesi affermava “Quei campi, la cui speranzaunica era nel frumento, nella vite e nel pascolo, non ci danno ora ilgrano turco, il riso e la seta, prodotti ignoti ai nostri arcavoli?”.Questa rivoluzione si è realizzata anche per l’alta pianura, quale quelladel Parco, un tempo asciutta e poi resa irrigua e più produttiva dallacostruzione del canale Villoresi, che consentì lo sviluppo dell’allevamentosino ad allora privilegio della bassa pianura.Come in passato, anche oggi una nuova rivoluzione dell’agricoltura puòessere il motore della riqualificazione del mondo agricolo e del paesaggio.Ci auguriamo pertanto che il Parco venga sempre più inteso da tutticome una rinnovata ed importante risorsa da fruire e rispettare e cheagli agricoltori siano dati spazi e risorse adeguati per permettere loro diproseguire nel millenario impegno di custodi del paesaggio.

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GLOSSARIO

Alluvionale: l’origine della Pianura Padana risale alperiodo Quaternario. Con le grandi glaciazioni enormimasse di ghiaccio scendevano dalle Alpi, modellando levalli e depositando un’enorme massa di materiale: glianfiteatri morenici. Ogni glaciazione è stata seguita daperiodi interglaciali durante i quali le acque di fusioneoriginavano fiumi che scendevano verso il mare gonfid’acqua e trascinavano verso valle detriti grossolani sulfondo e materiale più fine in sospensione. Man mano chela velocità diminuiva, legata alla diminuzione dellapendenza, questi detriti venivano abbandonati dai fiumi e,depositandosi, hanno dato origine alle alluvionifluvioglaciali, cioè quei depositi ciottolosi, ghiaiosi, sabbiosie limosi che costituiscono il fondo della Pianura Padana. IlParco del Roccolo si trova nell’alta Pianura Padana,formata quindi dai detriti più grossi e pesanti, che si sonodepositati per primi dai fiumi; i terreni così costituitilasciano filtrare l’acqua in profondità e per natura, sonopoco fertili.

Ambrosia artemisiifolia L.: l’esatta posizione sistematicadi questa pianta può essere così definita:CLASSE: MagnoliopsidaORDINE: AsteralesFAMIGLIA: Asteraceae o CompositaeGENERE: AmbrosiaSPECIE: Ambrosia artemisiifolia L.

Autoctono: può essere considerato come sinonimo diindigeno. Sono considerate autoctone quelle popolazioni dianimali o vegetali che si trovano nel luogo dove si sonooriginate.

Biodiversità: il termine biodiversità, dall’inglesebiodiversity che può essere tradotto in “varietà della vita”,è ormai entrato nel linguaggio comune. Indica la varietà ela diversità degli organismi a tutti i livelli, da quello digene, di specie e d’ecosistema, frutto di 4 miliardi di annidi evoluzione e di interazione tra esseri viventi ecomponente non vivente del nostro Pianeta.La biodiversità non è solo la misura della varietà degli

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organismi che popolano la Terra, ma anche il serbatoio di geni necessaria dare origine a nuove specie ed il presupposto perché la vita sul nostroPianeta possa continuare. Il termine biodiversità vale anche per gliecosistemi e il paesaggio. In un ecosistema la vegetazione e la fauna sievolve in equilibrio con il mutare del suolo e del clima, ma esiste unterzo fattore, l’uomo, che con il passare del tempo ha assunto semprepiù importanza, sino a diventare fattore dominante.

Brughiera: parola d’origine celtica (grug) che significa cespuglio di rovio d’arbusti. E’ una vegetazione tipica di terreni ciottolosi ed argillosi,acidi, scarso di humus e di sali solubili, dove crescono spontaneamenteil brugo, l’erica ed il ginestrone.

Specie invasiva: le specie non autoctone diventano invasive nel momentoin cui si diffondono in maniera massiccia nella nuova area didistribuzione. Generalmente nella competizione per la luce, l’acqua e perle sostanze nutritive si mostrano superiori alle specie autoctone(originarie del territorio) causando, nei casi più gravi, la scomparsa diqueste ultime dal loro habitat. Nel Parco del Roccolo le specie vegetalid’origine americana, di cui fa parte l’Ambrosia sono pari al 5,5% deltotale selle specie presenti.

Leguminose: famiglia di piante il cui frutto è detto baccello o legume.In agricoltura le Leguminosae sono estremamente importanti al puntoda essere definite piante “miglioratrici” del suolo.

Ordinanza Regionale: La Regione Lombardia ha emanato un decreto (n.25522 del 29/03/99) per prevenire la diffusione della pianta e limitarela dispersione del polline che prevede re sfalci consecutivi nei mesi diGiugno, Luglio e Agosto, e se necessario un quarto sfalcio nel mese disettembre.

Il decreto 25522 del 29/3/99 ordina :Art. 1 – Ai proprietari e/o conduttori di aree agricole non coltivate, aiproprietari di aree verdi urbane incolte e di aree verdi industrialidismesse, ai responsabili dei cantieri edili aperti da almeno un anno alladata di entrata in vigore della presente ordinanza, ai responsabilidell’ANAS – S.p.A., della FNME, ciascuno per le rispettive competenze,di vigilare, a partire dal mese di Maggio, sull’eventuale presenza diAmbrosia nelle aree di loro pertinenza ed eseguire tra Giugno edi primi venti giorni di Agosto, periodici interventi dimanutenzione e pulizia (aree verdi, aree dismesse, cigli stradalie autostradali, massicciate ferroviarie) che prevedano

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quantomeno tre sfalci nei seguenti periodi:- 1º sfalcio: terza decade di Giugno.- 2º sfalcio: terza decade di Luglio.- 3º sfalcio: seconda decade di Agosto.

Il paesaggio, l’ambiente di vita (carta europea delpaesaggio) per gli ecologi è un sistema di ecosistemainteragenti; un sistema vivente; un sistema storico in cui ilpresente è in funzione del passato e il futuro è in relazioneal presente (Ingegnoli). L’uomo fa parte del paesaggio:secondo la cultura giudaico cristiana egli ha la funzione dicustode e coltivatore del creato (Genesi, cap. II).Uno di questi paesaggi “culturali”, cioe in cui l’uomo è ilfattore dominante, è il paesaggio agrario; nel caso dellapianura padana, il paesaggio agrario è stato modellato inmillenni di lavoro.

Sostanze azotate: i sali azotati sono nutrimento per lepiante, ma sono contenuti nel terreno in quantità moltoscarse e, tra tutti gli elementi chimici necessari, l’azoto èquello che più spesso si trova in quantità troppo limitatarispetto al fabbisogno dei vegetali.Normalmente la disponibilità di azoto, per la maggior partedelle piante, è legata alla presenza di sostanza organica nelterreno e quindi ai processi di degradazione ad opera deimicrorganismi decompositori che permettono laliberazione dell’azoto in forma assimilabile da parte delleradici.La peculiarità delle Leguminosae è quella di saperutilizzare l’azoto atmosferico (attingono dalla più vastariserva di azoto: l’atmosfera).Viene chiamata “fissazione dell’azoto” la trasformazionedell’azoto atmosferico in composti che possono essereutilizzati anche dagli altri esseri viventi.In realtà non sono le Leguminosae a fissare l’azotoatmosferico, ma dei microrganismi presenti nelle lororadici che instaurano un rapporto di simbiosi cioè dicooperazione con esse.Questi batteri sono presenti nel suolo e attaccano le radicidelle Leguminosae, le quali reagiscono all’infezioneproducendo dei noduli entro i quali si sviluppano questibatteri azoto fissatori. La simbiosi consiste nel fatto che ibatteri prelevano energia e sali minerali dalla pianta

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ospite e cedono composti azotati.Al termine del ciclo vitale della pianta radici, noduli e batteri muoiono,per cui l’azoto proteico accumulato nel corpo batterico passa al terrenoil quale riceve così un apporto di azoto supplementare a quello, peraltrolimitato, che deriva dalla degradazione dei tessuti vegetali. Questa èprincipalmente la ragione per cui si praticano il sovescio delleleguminose e la rotazione agraria che fa succedere le leguminose acolture utilitarie come il frumento cosiddette depredatrici di azoto.

Sovescio: pratica agronomica consistente nell’interrare piante ricche dicomposti azotati allo scopo di arricchire il terreno e migliorarne lecaratteristiche.

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Claudite iam rivos, pueri, sat prata biberunt.Ormai chiudete i rivi, o ragazzi. I prati hanno bevuto abbastanza.

(Virgilio, Bucoliche, Egloga III, v. 111)

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Contenuti del CD ROM:1. approfondimenti storici, letterari e didattici2. mappe storiche3. gallerie fotografiche con oltre 500 immagini4. giochi5. piano del parco6. bibliografia citata e siti web7. area download: CD ROM Atlanti Biodiversità

l'Atlante della biodiversità:1. inserire il CD ROM nel computer2. doppio click su risorse del computer3. doppio click sull'icona del lettore CD ROM4. doppio click sul file "index.htm"

Con sistemi Windows il CD parte da solo

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SommarioIL PAESAGGIO AGRARIO

Quello del Parco del Roccoloè un paesaggio “culturale”

coltivato in millennidi lavoro

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L'AMBROSIALa diffusione dell'Ambrosia

è un indicatoredel degrado del paesaggio

Pag. 20

CONCLUSIONIUna nuova rivoluzione

dell'agricolturapuò essere il motore

per la riqualificazionedel paesaggio

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GLOSSARIOPer saperne di più

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CD ROMApprofondimenti storici,

letterari, agronomicie didattici

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Foto R. Repossini