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ambrafrenello chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica

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ambrafrenelloc h i r u r g i a p l a s t i c a

r i c o s t r u t t i v a e d e s t e t i c a

Realizzato, disegnato ed

impaginato da Riccardo Bonu

www.riccardobonu.it

Viso

Corpo

Seno

Mano

Dermato-Chirurgia

Medicina Estetica

Introduzione

Dott.ssa Ambra FrenelloChirurgo Plastico

Laureata a pieni voti in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Genova discutendo una tesi sperimentale dal titolo “Utilizzo di cellule mesenchimali multipotenti nella ricostruzione mammaria: evidenze cliniche e sperimentali.”

Abilitata alla professione Medica presso l’Università degli Studi di Genova ed Iscritta all’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, Albo dei Medici Chirurghi, della Provincia di Alessandria (O.M. AL 4698).Specializzata in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica con 70/70, lode e dignità di stampa presso l’Università degli Studi di Torino discutendo una tesi dal titolo “La chirurgia plastica oncologica mammaria nelle Sparing Mastectomies.”La dott.ssa Frenello ha prestato parte della sua attività professionale in diversi centri di eccellenza italiani:

· Chirurgia Plastica Ricotruttiva ed Estetica Diretta dal Prof P. Santi presso IST (Istituto Tumori) · · · Genova (2006- 2009)

· Chirurgia Plastica d’Urgenza diretta dal Dott. E Colombini presso C.T.O Torino (2009-2011)

· Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica Universitaria Diretta dal Prof. S. Bruschi presso · · · · Città della Saute e della Scienza Torino, presidio Ospedale San Lazzaro (2011-2016)

· Chirurgia Plastica Generale diretta dal dott. F.Malan presso C.T.O Torino (2014)

· Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica diretta dal Dott. A. Rivarossa presso ASO Santa · · · · Croce e Carle, Cuneo

· Chirurgia Plastica diretta dal Prof. L. Vaienti I.R.C.C.S. Policlinico San Donato, San Donato · · · · · Mianese (MI)

AMBULATORI CHIRURGICI DI SALUZZO

La dottoressa Ambra Frenello svolge la sua attività ponendo la massima attenzione a tutti gli aspetti della salute e realizzando un approccio medico integrato. La chirurgia estetica, che propone è all’avanguardia, grazie a comprovata esperienza ed all’uso di tecniche chirurgiche aggiornate. Particolare cura è poi riservata all’utilizzo di apparecchiature di ultima generazione e materiali sicuri, controllati e di alta qualità. Il percorso terapeutico proposto risulta essere personalizzato sulle esigenze del paziente, coniugando specializzazione, organizzazione, informazione ed assistenza.

La disponibilità di un ampio parcheggio coperto, unitamente alla possibilità di poter prenotare visite in orari personalizzati consente al paziente di usufruire dei servizi offerti col massimo agio ed in base alla sua disponibilità di tempo.

Per tutti questi motivi, è vantaggioso affidarsi ad un chirurgo plastico

ospedaliero che esercita anche la libera professione, piuttosto che ad un libero professionista puro. La sua formazione professionale è legata ad un’ esperienza

senza uguali, poiché deriva dall’esercizio in strutture complesse di riferimento, in cui affluiscono i casi più disparati e disperati.

Infine, ma non ultimo, è in grado di far fronte a ogni tipo di prestazione sia

mutualistica che privata.

Perché la visita non deve essere gratuita.

(come invece sempre più spesso o�rono molti chirurghi estetici).

Lo Specialista in Chirurgia Plastica, quando esegue la prima visita finalizzata ad un intervento di chirurgia estetica, ha bisogno di tempo. La disponibilità di tempo garantisce all’atto medico una qualità superiore, poiché: permette raccolta completa dell’anamnesi, visita approfondita, progetto adeguato del trattamento, informazione completa ed esaustiva su trattamento proposto, possibili alternative, convalescenza, esiti e possibili complicanze,

esemplificazione fotografica del metodo e dei risultati, prescrizione di esami preoperatori e di ricette per farmaci, rilascio di modelli informativi.

La disponibilità di tempo consente al paziente di porre ogni domanda utile per approfondimenti e chiarimenti.

Il Medico che visita gratuitamente guadagna solo se il paziente decide di subire un trattamento e può, per questo, essere spinto ad invogliarlo a sottoporsi ad un intervento senza esporre esaurientemente limiti e possibili complicanze.

Lo Specialista, che esige il pagamento della prima visita, di contro, è libero di fornire un parere davvero neutrale e “spassionato”.La visita medica, inoltre presuppone un'attività di aggiornamento professionale costante (congressi, corsi, libri, ecc.) che ha costi elevati, ma che è necessaria per offrire al paziente il trattamento migliore.Pulizia, igiene e organizzazione di uno studio medico presuppongono attività (e relativi costi) necessarie a garantire standard di salute e sicurezza per il paziente.

La differenza tra chirurgo plastico e chirurgo estetico

Una delle grandi differenze che spesso non vengono colte nel linguaggio comune, è la differenza tra chirurgo plastico e chirurgo estetico.

E’ molto importante diffidare da chi dice di essere un medico estetico o specializzato in chirurgia estetica, in quanto questa specializzazione non esiste. Solo il chirurgo plastico è in possesso di una specializzazione in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, pertanto solo questo specialista, per legge, può qualificarsi come chirurgo plastico estetico, così come lo specialista in cardiologia è qualificato come cardiologo.

Questa chirurgia cerca di donare al paziente un aspetto armonioso e gradevole rimediando agli insulti prodotti da patologie o traumi (ad esempio cancro al seno, ustioni, sfregi da incidenti) nel caso della chirurgia plastica ricostruttiva, eliminando

inestetismi e malformazioni (ad esempio orecchie a sventola, vistose ed antiestetiche formazioni neoplastiche, ecc) nel caso della chirurgia plastica estetica.

Chi si definisce chirurgo estetico non è in possesso di alcuna specializzazione, per cui incorre in un reato che, non essendo perseguito, incoraggia l’abusivo utilizzo del titolo.

La grande richiesta di interventi di chirurgia estetica ha generato una offerta di prestazioni non sempre ad alto livello. In Italia ci sono moltissimi chirurghi estetici e di questi poco più di 1/10 sono specialisti in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, per cui si capisce quanti personaggi improvvisati operino in questo settore.Il paziente deve imparare a fare attenzione ai titoli, di cui il professionista si fregia, successivamente alla sua formazione ed al suo curriculum. Prima di contattare un chirurgo estetico è pertanto necessario verificare che questo sia specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, diversamente si tratta di un chirurgo “fai da te”.

La verifica è di facile attuazione, basta andare sul sito www.fnomceo.it e cliccare sul pulsante in alto a destra, “Ricerca anagrafica”, per ottenere tutte le informazioni relative al medico ricercato.

I costi della chirurgia estetica.

I costi degli interventi plastici ricostruttivi sono per lo più a carico del Sistema Sanitario Nazionale, mentre quelli degli interventi estetici sono a carico del paziente.

Ad esempio una problematica respiratoria nasale, essendo una patologia funzionale del naso, ricade nel primo tipo d’interventi, mentre un rimodellamento estetico del naso ricade nel secondo.

Sicuramente i costi della buona chirurgia estetica sono superiori a quelli d’una cattiva chirurgia estetica, in quanto un buon intervento richiede strutture che garantiscano sicurezza, prodotti e supporti adeguati, materiali di buona qualità, elevata preparazione professionale e continuo aggiornamento (congressi e corsi in centri d’eccellenza per la chirurgia plastica).

Per tutti questi motivi, è vantaggioso affidarsi ad un chirurgo plastico

ospedaliero che esercita anche la libera professione, piuttosto che ad un libero professionista puro. La sua formazione professionale è legata ad un’ esperienza

senza uguali, poiché deriva dall’esercizio in strutture complesse di riferimento, in cui affluiscono i casi più disparati e disperati.

Infine, ma non ultimo, è in grado di far fronte a ogni tipo di prestazione sia

mutualistica che privata.

Perché la visita non deve essere gratuita.

(come invece sempre più spesso o�rono molti chirurghi estetici).

Lo Specialista in Chirurgia Plastica, quando esegue la prima visita finalizzata ad un intervento di chirurgia estetica, ha bisogno di tempo. La disponibilità di tempo garantisce all’atto medico una qualità superiore, poiché: permette raccolta completa dell’anamnesi, visita approfondita, progetto adeguato del trattamento, informazione completa ed esaustiva su trattamento proposto, possibili alternative, convalescenza, esiti e possibili complicanze,

esemplificazione fotografica del metodo e dei risultati, prescrizione di esami preoperatori e di ricette per farmaci, rilascio di modelli informativi.

La disponibilità di tempo consente al paziente di porre ogni domanda utile per approfondimenti e chiarimenti.

Il Medico che visita gratuitamente guadagna solo se il paziente decide di subire un trattamento e può, per questo, essere spinto ad invogliarlo a sottoporsi ad un intervento senza esporre esaurientemente limiti e possibili complicanze.

Lo Specialista, che esige il pagamento della prima visita, di contro, è libero di fornire un parere davvero neutrale e “spassionato”.La visita medica, inoltre presuppone un'attività di aggiornamento professionale costante (congressi, corsi, libri, ecc.) che ha costi elevati, ma che è necessaria per offrire al paziente il trattamento migliore.Pulizia, igiene e organizzazione di uno studio medico presuppongono attività (e relativi costi) necessarie a garantire standard di salute e sicurezza per il paziente.

La differenza tra chirurgo plastico e chirurgo estetico

Una delle grandi differenze che spesso non vengono colte nel linguaggio comune, è la differenza tra chirurgo plastico e chirurgo estetico.

E’ molto importante diffidare da chi dice di essere un medico estetico o specializzato in chirurgia estetica, in quanto questa specializzazione non esiste. Solo il chirurgo plastico è in possesso di una specializzazione in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, pertanto solo questo specialista, per legge, può qualificarsi come chirurgo plastico estetico, così come lo specialista in cardiologia è qualificato come cardiologo.

Questa chirurgia cerca di donare al paziente un aspetto armonioso e gradevole rimediando agli insulti prodotti da patologie o traumi (ad esempio cancro al seno, ustioni, sfregi da incidenti) nel caso della chirurgia plastica ricostruttiva, eliminando

inestetismi e malformazioni (ad esempio orecchie a sventola, vistose ed antiestetiche formazioni neoplastiche, ecc) nel caso della chirurgia plastica estetica.

Chi si definisce chirurgo estetico non è in possesso di alcuna specializzazione, per cui incorre in un reato che, non essendo perseguito, incoraggia l’abusivo utilizzo del titolo.

La grande richiesta di interventi di chirurgia estetica ha generato una offerta di prestazioni non sempre ad alto livello. In Italia ci sono moltissimi chirurghi estetici e di questi poco più di 1/10 sono specialisti in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, per cui si capisce quanti personaggi improvvisati operino in questo settore.Il paziente deve imparare a fare attenzione ai titoli, di cui il professionista si fregia, successivamente alla sua formazione ed al suo curriculum. Prima di contattare un chirurgo estetico è pertanto necessario verificare che questo sia specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, diversamente si tratta di un chirurgo “fai da te”.

La verifica è di facile attuazione, basta andare sul sito www.fnomceo.it e cliccare sul pulsante in alto a destra, “Ricerca anagrafica”, per ottenere tutte le informazioni relative al medico ricercato.

I costi della chirurgia estetica.

I costi degli interventi plastici ricostruttivi sono per lo più a carico del Sistema Sanitario Nazionale, mentre quelli degli interventi estetici sono a carico del paziente.

Ad esempio una problematica respiratoria nasale, essendo una patologia funzionale del naso, ricade nel primo tipo d’interventi, mentre un rimodellamento estetico del naso ricade nel secondo.

Sicuramente i costi della buona chirurgia estetica sono superiori a quelli d’una cattiva chirurgia estetica, in quanto un buon intervento richiede strutture che garantiscano sicurezza, prodotti e supporti adeguati, materiali di buona qualità, elevata preparazione professionale e continuo aggiornamento (congressi e corsi in centri d’eccellenza per la chirurgia plastica).

Un professionista serio

e di buona “caratura”,

infine non ha bisogno

di attrarre i pazienti

con le visite gratuite.

VISO

VISOBlefaroplasticaL’intervento di chirurgia plastica alle palpebre superiori o inferiori consente di correggere eventuali eccessi di cute e/o di grasso (palpebre pesanti o grinzose e borse) conferendo un aspetto meno vecchieggiante alla regione palpebrale e una espressione degli occhi meno affaticata.

OtoplasticaL’intervento di otoplastica consente la correzione di padiglioni auricolari eccessivamente grandi e/o sporgenti.

RinosettoplasticaL’intervento di rinoplastica viene eseguito per modificare la forma del naso mediante la riduzione od il rimodellamento dello scheletro osseo e/o cartilagineo. Il grado di miglioramento varia da individuo ad individuo ed è influenzato dalla qualità della pelle e dalle dimensioni dello scheletro sottostante.

LipofillingL’intervento di lipofilling consente di correggere solchi od avvallamenti del viso conseguenti al diminuito spessore del tessuto sottocutaneo mediante l’innesto di materiale adiposo prelevato da altre zone corporee dello stesso individuo.

Blefaroplastica

Otoplastica

Rinosettoplastica

Lipofilling

CORPO

CORPO

Rimodellamento corporeo, correzione diastasi muscolari addominali ed addome pendulo

Addominoplastica/miniaddominoplastica

L’intervento consente di rimodellare l’addome, renderlo piatto e tonico. L’obiettivo è quello di riposizionare i muscoli addominali eliminando l’eccesso di tessuto adipocutaneo della zona inferiore dell’addome che, nei casi più accentuati, può assumere l’aspetto di un grembiule che ricopre la regione pubica.

Lipoaspirazione (o liposuzione o liposcultura)

L’intervento consente d’eliminare gli eccessi di tessuto adiposo in diverse sedi (fianchi, cosce, glutei, ginocchia, addome, caviglie, braccia, regione sottomentoniera, etc.), al fine di migliorare il profilo corporeo.

Lipofilling

L’intervento consente di correggere solchi o avvallamenti corporei conseguenti al diminuito spessore del tessuto sottocutaneo con l’innesto di materiale adiposo prelevato da altre zone corporee dello stesso individuo.

SENO

Correzione di asimmetrie ed ipotro�e mammarie, gigantomastie e ginecomastie, ricostruzione mammaria.

Mastoplastica additivaL’intervento si esegue per aumentare il volume delle mammelle con l’inserimentodi protesi sotto la ghiandola o, più in profondità, sotto il muscolo pettorale.

Mastoplastica riduttivaL’intervento consente di ridurre le dimensioni e correggere la forma di mammelle troppo sviluppate e cadenti con l’asportazione dell’eccesso di pelle, tessuto adiposo e ghiandolare ed il riposizionamento di areola e capezzolo. Permette anche di correggere differenze di volume fra le due mammelle e ridurre il diametro delle areole nel caso sia eccessivo.

Finalità funzionali: eliminazione del peso che grava sulla colonna vertebrale e della tensione dolorosa a livello delle mammelle.

LipofillingL’intervento corregge solchi o avvallamenti mammari dovuti al diminuito spessore del tessuto sottocutaneo con l’innesto di materiale adiposo prelevato da altre zone corporee dello stesso individuo.

MastopessiL’intervento può migliorare la forma di seni cadenti (ptosi mammaria), conferendo alle mammelle maggior consistenza, rotondità e proiezione.

Consente di:

- innalzare il livello delle areole e dei capezzoli, ove opportuno.

- ridurre il diametro delle areole mammarie, se troppo grandi.

- correggere asimmetrie conseguenti alla maggior “caduta” d’una mammella rispetto all’altra (correzione asimmetria mammaria).

Ricostruzione mammariaTogliere un seno non è mai solo togliere un seno.

(Sintesi tratta dalla tesi di specializzazione)L’impatto psicologico di una malattia deve considerare i significati personali e sociali attribuiti alla malattia e all’organo colpito.Il cancro evoca il concetto d’invasione subdola, di morte inevitabile e costringe chi lo subisce ad un vissuto d’impotenza, creando un disagio, che nel cancro al seno può trovare ulteriore amplificazione per la peculiarità dei significati attribuiti a tale organo. Il seno è fonte di nutrimento e assolve alla funzione materna diventando simbolo di vita, emblema di fertilità, rigogliosità e prosperità.Ma contemporaneamente è anche organo

sessuale, quindi prova d’identità femminile, strumento di seduzione ed erotismo, fonte di piacere. Da esso dipende in larga misura la qualità del rapporto con la propria immagine corporea. Tant’è che “Il modo in cui una donna guarda il suo seno è un buon indicatore del suo grado di autostima”.Accanto a questa troviamo poi una dimensione privata, soggettiva, cioè la personale immagine corporea, che non è quella reale, riflessa da uno specchio, ma la rappresentazione mentale del proprio seno. Nell’immagine corporea si coagulano aspetti fisiologici e psicologici, si confrontano comunanze e differenze, pudori ed esibizionismi, s’intrecciano le idee di ciò che è stato, ciò che è, ciò che si vorrebbe sia, ciò che si pensa gli altri vedano e ciò che si sente.

L’immagine del proprio seno diviene allora testimone della biografia femminile, rappresentazione che amalgama i significati sociali e individuali, creando un’immagine soggettiva, tant’è che “esistono tanti seni quante le donne che lo portano e gli uomini che lo guardano”.Il disagio di un cancro al seno si estende alle relazioni primarie (partner, figli, genitori), poiché colpisce la mente di chi lo subisce, l’anima ed il cuore di chi gli sta vicino.Succede allora che tale malattia sia interpretata come condanna divina, penitenza per un bisogno di vanità o per un abbandono amoroso. Colei che si ammala è, quindi soggetta anche ad un giudizio morale.

Non è un caso se i tumori alla mammella sono la tipologia più frequente di consultazione psiconcologica in Italia ed in Europa.L’intervento di ricostruzione mammaria va interpretato come momento integrante dell’iter terapeutico del carcinoma mammario e conseguente mastectomia (asportazione della mammella).Il chirurgo generale e l’oncologo devono essere coinvolti sin dall’inizio dell’iter terapeutico nella decisione di procedere alla ricostruzione.Nessun intervento di ricostruzione mammaria può ottenere una mammella identica alla controlaterale indenne. La finalità della ricostruzione mammaria è quella di ottenere una neo-mammella simile alla controlaterale per forma e per volume. La ricostruzione mammaria è basata su:

- ripristino dei tessuti cutanei e sottocutanei toracici

- creazione del rilievo mammario

- ricostruzione del complesso areola-capezzolo

- simmetrizzazione della mammella controlaterale

Il tipo di ricostruzione dipende dalla qualità e quantità dei tessuti residui:

- disposizione delle cicatrici

- spessore del tessuto sottocutaneo

- elasticità della cute

- presenza del piano muscolare sottostante.

Deve considerarsi l’eventuale trattamento radio e/o chemioterapico.L’iter ricostruttivo può essere iniziato durante l’intervento di mastectomia, considerando in particolare prognosi a medio-lungo termine e condizioni generali di salute.

Grazie alla prevenzione ed alle più recenti acquisizioni oncologiche, radioterapiche e farmacologiche, sempre più spesso si praticano di routine interventi meno demolitivi rispetto al passato, come mastectomie conservative NSM, SSM, SRM con risparmio del complesso Areola-Capezzolo, dell’intero mantello cutaneo o con un pattern a mastoplastica riduttiva, o come quadrantectomie/tumorectomie associate a rimodellamento ghiandolare.Il ripristino della nuova mammella avviene durante l’intervento demolitivo e si realizza con l’inserimento di una protesi definitiva o di un espansore mammario in sede retromuscolare o con l’uso di lembi autologhi peduncolati o microchirurgici (lembo di gran dorsale, D.I.E.P, lembo di gracile, T.R.A.M...).

SENO

SENO

Correzione di asimmetrie ed ipotro�e mammarie, gigantomastie e ginecomastie, ricostruzione mammaria.

Mastoplastica additivaL’intervento si esegue per aumentare il volume delle mammelle con l’inserimentodi protesi sotto la ghiandola o, più in profondità, sotto il muscolo pettorale.

Mastoplastica riduttivaL’intervento consente di ridurre le dimensioni e correggere la forma di mammelle troppo sviluppate e cadenti con l’asportazione dell’eccesso di pelle, tessuto adiposo e ghiandolare ed il riposizionamento di areola e capezzolo. Permette anche di correggere differenze di volume fra le due mammelle e ridurre il diametro delle areole nel caso sia eccessivo.

Finalità funzionali: eliminazione del peso che grava sulla colonna vertebrale e della tensione dolorosa a livello delle mammelle.

LipofillingL’intervento corregge solchi o avvallamenti mammari dovuti al diminuito spessore del tessuto sottocutaneo con l’innesto di materiale adiposo prelevato da altre zone corporee dello stesso individuo.

MastopessiL’intervento può migliorare la forma di seni cadenti (ptosi mammaria), conferendo alle mammelle maggior consistenza, rotondità e proiezione.

Consente di:

- innalzare il livello delle areole e dei capezzoli, ove opportuno.

- ridurre il diametro delle areole mammarie, se troppo grandi.

- correggere asimmetrie conseguenti alla maggior “caduta” d’una mammella rispetto all’altra (correzione asimmetria mammaria).

Ricostruzione mammariaTogliere un seno non è mai solo togliere un seno.

(Sintesi tratta dalla tesi di specializzazione)L’impatto psicologico di una malattia deve considerare i significati personali e sociali attribuiti alla malattia e all’organo colpito.Il cancro evoca il concetto d’invasione subdola, di morte inevitabile e costringe chi lo subisce ad un vissuto d’impotenza, creando un disagio, che nel cancro al seno può trovare ulteriore amplificazione per la peculiarità dei significati attribuiti a tale organo. Il seno è fonte di nutrimento e assolve alla funzione materna diventando simbolo di vita, emblema di fertilità, rigogliosità e prosperità.Ma contemporaneamente è anche organo

sessuale, quindi prova d’identità femminile, strumento di seduzione ed erotismo, fonte di piacere. Da esso dipende in larga misura la qualità del rapporto con la propria immagine corporea. Tant’è che “Il modo in cui una donna guarda il suo seno è un buon indicatore del suo grado di autostima”.Accanto a questa troviamo poi una dimensione privata, soggettiva, cioè la personale immagine corporea, che non è quella reale, riflessa da uno specchio, ma la rappresentazione mentale del proprio seno. Nell’immagine corporea si coagulano aspetti fisiologici e psicologici, si confrontano comunanze e differenze, pudori ed esibizionismi, s’intrecciano le idee di ciò che è stato, ciò che è, ciò che si vorrebbe sia, ciò che si pensa gli altri vedano e ciò che si sente.

L’immagine del proprio seno diviene allora testimone della biografia femminile, rappresentazione che amalgama i significati sociali e individuali, creando un’immagine soggettiva, tant’è che “esistono tanti seni quante le donne che lo portano e gli uomini che lo guardano”.Il disagio di un cancro al seno si estende alle relazioni primarie (partner, figli, genitori), poiché colpisce la mente di chi lo subisce, l’anima ed il cuore di chi gli sta vicino.Succede allora che tale malattia sia interpretata come condanna divina, penitenza per un bisogno di vanità o per un abbandono amoroso. Colei che si ammala è, quindi soggetta anche ad un giudizio morale.

Non è un caso se i tumori alla mammella sono la tipologia più frequente di consultazione psiconcologica in Italia ed in Europa.L’intervento di ricostruzione mammaria va interpretato come momento integrante dell’iter terapeutico del carcinoma mammario e conseguente mastectomia (asportazione della mammella).Il chirurgo generale e l’oncologo devono essere coinvolti sin dall’inizio dell’iter terapeutico nella decisione di procedere alla ricostruzione.Nessun intervento di ricostruzione mammaria può ottenere una mammella identica alla controlaterale indenne. La finalità della ricostruzione mammaria è quella di ottenere una neo-mammella simile alla controlaterale per forma e per volume. La ricostruzione mammaria è basata su:

- ripristino dei tessuti cutanei e sottocutanei toracici

- creazione del rilievo mammario

- ricostruzione del complesso areola-capezzolo

- simmetrizzazione della mammella controlaterale

Il tipo di ricostruzione dipende dalla qualità e quantità dei tessuti residui:

- disposizione delle cicatrici

- spessore del tessuto sottocutaneo

- elasticità della cute

- presenza del piano muscolare sottostante.

Deve considerarsi l’eventuale trattamento radio e/o chemioterapico.L’iter ricostruttivo può essere iniziato durante l’intervento di mastectomia, considerando in particolare prognosi a medio-lungo termine e condizioni generali di salute.

Grazie alla prevenzione ed alle più recenti acquisizioni oncologiche, radioterapiche e farmacologiche, sempre più spesso si praticano di routine interventi meno demolitivi rispetto al passato, come mastectomie conservative NSM, SSM, SRM con risparmio del complesso Areola-Capezzolo, dell’intero mantello cutaneo o con un pattern a mastoplastica riduttiva, o come quadrantectomie/tumorectomie associate a rimodellamento ghiandolare.Il ripristino della nuova mammella avviene durante l’intervento demolitivo e si realizza con l’inserimento di una protesi definitiva o di un espansore mammario in sede retromuscolare o con l’uso di lembi autologhi peduncolati o microchirurgici (lembo di gran dorsale, D.I.E.P, lembo di gracile, T.R.A.M...).

SENO

Correzione di asimmetrie ed ipotro�e mammarie, gigantomastie e ginecomastie, ricostruzione mammaria.

Mastoplastica additivaL’intervento si esegue per aumentare il volume delle mammelle con l’inserimentodi protesi sotto la ghiandola o, più in profondità, sotto il muscolo pettorale.

Mastoplastica riduttivaL’intervento consente di ridurre le dimensioni e correggere la forma di mammelle troppo sviluppate e cadenti con l’asportazione dell’eccesso di pelle, tessuto adiposo e ghiandolare ed il riposizionamento di areola e capezzolo. Permette anche di correggere differenze di volume fra le due mammelle e ridurre il diametro delle areole nel caso sia eccessivo.

Finalità funzionali: eliminazione del peso che grava sulla colonna vertebrale e della tensione dolorosa a livello delle mammelle.

LipofillingL’intervento corregge solchi o avvallamenti mammari dovuti al diminuito spessore del tessuto sottocutaneo con l’innesto di materiale adiposo prelevato da altre zone corporee dello stesso individuo.

MastopessiL’intervento può migliorare la forma di seni cadenti (ptosi mammaria), conferendo alle mammelle maggior consistenza, rotondità e proiezione.

Consente di:

- innalzare il livello delle areole e dei capezzoli, ove opportuno.

- ridurre il diametro delle areole mammarie, se troppo grandi.

- correggere asimmetrie conseguenti alla maggior “caduta” d’una mammella rispetto all’altra (correzione asimmetria mammaria).

Ricostruzione mammariaTogliere un seno non è mai solo togliere un seno.

(Sintesi tratta dalla tesi di specializzazione)L’impatto psicologico di una malattia deve considerare i significati personali e sociali attribuiti alla malattia e all’organo colpito.Il cancro evoca il concetto d’invasione subdola, di morte inevitabile e costringe chi lo subisce ad un vissuto d’impotenza, creando un disagio, che nel cancro al seno può trovare ulteriore amplificazione per la peculiarità dei significati attribuiti a tale organo. Il seno è fonte di nutrimento e assolve alla funzione materna diventando simbolo di vita, emblema di fertilità, rigogliosità e prosperità.Ma contemporaneamente è anche organo

sessuale, quindi prova d’identità femminile, strumento di seduzione ed erotismo, fonte di piacere. Da esso dipende in larga misura la qualità del rapporto con la propria immagine corporea. Tant’è che “Il modo in cui una donna guarda il suo seno è un buon indicatore del suo grado di autostima”.Accanto a questa troviamo poi una dimensione privata, soggettiva, cioè la personale immagine corporea, che non è quella reale, riflessa da uno specchio, ma la rappresentazione mentale del proprio seno. Nell’immagine corporea si coagulano aspetti fisiologici e psicologici, si confrontano comunanze e differenze, pudori ed esibizionismi, s’intrecciano le idee di ciò che è stato, ciò che è, ciò che si vorrebbe sia, ciò che si pensa gli altri vedano e ciò che si sente.

L’immagine del proprio seno diviene allora testimone della biografia femminile, rappresentazione che amalgama i significati sociali e individuali, creando un’immagine soggettiva, tant’è che “esistono tanti seni quante le donne che lo portano e gli uomini che lo guardano”.Il disagio di un cancro al seno si estende alle relazioni primarie (partner, figli, genitori), poiché colpisce la mente di chi lo subisce, l’anima ed il cuore di chi gli sta vicino.Succede allora che tale malattia sia interpretata come condanna divina, penitenza per un bisogno di vanità o per un abbandono amoroso. Colei che si ammala è, quindi soggetta anche ad un giudizio morale.

Non è un caso se i tumori alla mammella sono la tipologia più frequente di consultazione psiconcologica in Italia ed in Europa.L’intervento di ricostruzione mammaria va interpretato come momento integrante dell’iter terapeutico del carcinoma mammario e conseguente mastectomia (asportazione della mammella).Il chirurgo generale e l’oncologo devono essere coinvolti sin dall’inizio dell’iter terapeutico nella decisione di procedere alla ricostruzione.Nessun intervento di ricostruzione mammaria può ottenere una mammella identica alla controlaterale indenne. La finalità della ricostruzione mammaria è quella di ottenere una neo-mammella simile alla controlaterale per forma e per volume. La ricostruzione mammaria è basata su:

- ripristino dei tessuti cutanei e sottocutanei toracici

- creazione del rilievo mammario

- ricostruzione del complesso areola-capezzolo

- simmetrizzazione della mammella controlaterale

Il tipo di ricostruzione dipende dalla qualità e quantità dei tessuti residui:

- disposizione delle cicatrici

- spessore del tessuto sottocutaneo

- elasticità della cute

- presenza del piano muscolare sottostante.

Deve considerarsi l’eventuale trattamento radio e/o chemioterapico.L’iter ricostruttivo può essere iniziato durante l’intervento di mastectomia, considerando in particolare prognosi a medio-lungo termine e condizioni generali di salute.

Grazie alla prevenzione ed alle più recenti acquisizioni oncologiche, radioterapiche e farmacologiche, sempre più spesso si praticano di routine interventi meno demolitivi rispetto al passato, come mastectomie conservative NSM, SSM, SRM con risparmio del complesso Areola-Capezzolo, dell’intero mantello cutaneo o con un pattern a mastoplastica riduttiva, o come quadrantectomie/tumorectomie associate a rimodellamento ghiandolare.Il ripristino della nuova mammella avviene durante l’intervento demolitivo e si realizza con l’inserimento di una protesi definitiva o di un espansore mammario in sede retromuscolare o con l’uso di lembi autologhi peduncolati o microchirurgici (lembo di gran dorsale, D.I.E.P, lembo di gracile, T.R.A.M...).

Lotta contro il cancro

SENO

Correzione di asimmetrie ed ipotro�e mammarie, gigantomastie e ginecomastie, ricostruzione mammaria.

Mastoplastica additivaL’intervento si esegue per aumentare il volume delle mammelle con l’inserimentodi protesi sotto la ghiandola o, più in profondità, sotto il muscolo pettorale.

Mastoplastica riduttivaL’intervento consente di ridurre le dimensioni e correggere la forma di mammelle troppo sviluppate e cadenti con l’asportazione dell’eccesso di pelle, tessuto adiposo e ghiandolare ed il riposizionamento di areola e capezzolo. Permette anche di correggere differenze di volume fra le due mammelle e ridurre il diametro delle areole nel caso sia eccessivo.

Finalità funzionali: eliminazione del peso che grava sulla colonna vertebrale e della tensione dolorosa a livello delle mammelle.

LipofillingL’intervento corregge solchi o avvallamenti mammari dovuti al diminuito spessore del tessuto sottocutaneo con l’innesto di materiale adiposo prelevato da altre zone corporee dello stesso individuo.

MastopessiL’intervento può migliorare la forma di seni cadenti (ptosi mammaria), conferendo alle mammelle maggior consistenza, rotondità e proiezione.

Consente di:

- innalzare il livello delle areole e dei capezzoli, ove opportuno.

- ridurre il diametro delle areole mammarie, se troppo grandi.

- correggere asimmetrie conseguenti alla maggior “caduta” d’una mammella rispetto all’altra (correzione asimmetria mammaria).

Ricostruzione mammariaTogliere un seno non è mai solo togliere un seno.

(Sintesi tratta dalla tesi di specializzazione)L’impatto psicologico di una malattia deve considerare i significati personali e sociali attribuiti alla malattia e all’organo colpito.Il cancro evoca il concetto d’invasione subdola, di morte inevitabile e costringe chi lo subisce ad un vissuto d’impotenza, creando un disagio, che nel cancro al seno può trovare ulteriore amplificazione per la peculiarità dei significati attribuiti a tale organo. Il seno è fonte di nutrimento e assolve alla funzione materna diventando simbolo di vita, emblema di fertilità, rigogliosità e prosperità.Ma contemporaneamente è anche organo

sessuale, quindi prova d’identità femminile, strumento di seduzione ed erotismo, fonte di piacere. Da esso dipende in larga misura la qualità del rapporto con la propria immagine corporea. Tant’è che “Il modo in cui una donna guarda il suo seno è un buon indicatore del suo grado di autostima”.Accanto a questa troviamo poi una dimensione privata, soggettiva, cioè la personale immagine corporea, che non è quella reale, riflessa da uno specchio, ma la rappresentazione mentale del proprio seno. Nell’immagine corporea si coagulano aspetti fisiologici e psicologici, si confrontano comunanze e differenze, pudori ed esibizionismi, s’intrecciano le idee di ciò che è stato, ciò che è, ciò che si vorrebbe sia, ciò che si pensa gli altri vedano e ciò che si sente.

L’immagine del proprio seno diviene allora testimone della biografia femminile, rappresentazione che amalgama i significati sociali e individuali, creando un’immagine soggettiva, tant’è che “esistono tanti seni quante le donne che lo portano e gli uomini che lo guardano”.Il disagio di un cancro al seno si estende alle relazioni primarie (partner, figli, genitori), poiché colpisce la mente di chi lo subisce, l’anima ed il cuore di chi gli sta vicino.Succede allora che tale malattia sia interpretata come condanna divina, penitenza per un bisogno di vanità o per un abbandono amoroso. Colei che si ammala è, quindi soggetta anche ad un giudizio morale.

Non è un caso se i tumori alla mammella sono la tipologia più frequente di consultazione psiconcologica in Italia ed in Europa.L’intervento di ricostruzione mammaria va interpretato come momento integrante dell’iter terapeutico del carcinoma mammario e conseguente mastectomia (asportazione della mammella).Il chirurgo generale e l’oncologo devono essere coinvolti sin dall’inizio dell’iter terapeutico nella decisione di procedere alla ricostruzione.Nessun intervento di ricostruzione mammaria può ottenere una mammella identica alla controlaterale indenne. La finalità della ricostruzione mammaria è quella di ottenere una neo-mammella simile alla controlaterale per forma e per volume. La ricostruzione mammaria è basata su:

- ripristino dei tessuti cutanei e sottocutanei toracici

- creazione del rilievo mammario

- ricostruzione del complesso areola-capezzolo

- simmetrizzazione della mammella controlaterale

Il tipo di ricostruzione dipende dalla qualità e quantità dei tessuti residui:

- disposizione delle cicatrici

- spessore del tessuto sottocutaneo

- elasticità della cute

- presenza del piano muscolare sottostante.

Deve considerarsi l’eventuale trattamento radio e/o chemioterapico.L’iter ricostruttivo può essere iniziato durante l’intervento di mastectomia, considerando in particolare prognosi a medio-lungo termine e condizioni generali di salute.

Grazie alla prevenzione ed alle più recenti acquisizioni oncologiche, radioterapiche e farmacologiche, sempre più spesso si praticano di routine interventi meno demolitivi rispetto al passato, come mastectomie conservative NSM, SSM, SRM con risparmio del complesso Areola-Capezzolo, dell’intero mantello cutaneo o con un pattern a mastoplastica riduttiva, o come quadrantectomie/tumorectomie associate a rimodellamento ghiandolare.Il ripristino della nuova mammella avviene durante l’intervento demolitivo e si realizza con l’inserimento di una protesi definitiva o di un espansore mammario in sede retromuscolare o con l’uso di lembi autologhi peduncolati o microchirurgici (lembo di gran dorsale, D.I.E.P, lembo di gracile, T.R.A.M...).

MANO La chirurgia della mano rappresenta una branca importante della chirurgia plastica e comprende:

- la traumatologia d’urgenza: reimpianto microchirurgico di segmenti amputati, chirurgia della mano ustionata

- la chirurgia elettiva: chirurgia delle malattie della mano.

Malattie della mano piu’ frequentemente trattate chirurgicamente

Il morbo di Dupuytren Consiste nell’ispessimento e nella retrazione della fascia palmare della mano e dei suoi prolungamenti digitali.Più frequente nei maschi, si manifesta inizialmente con un nodulo sottocutaneo del palmo e progredisce con l’indurimento dei tessuti circostanti. Nell’arco di mesi o di alcuni anni può provocare la progressiva flessione, obbligata e permanente, delle dita (mignolo e/o anulare). La condizione limita od impedisce l’uso della mano. L’intervento chirurgico o medico dipende dalla fase della malattia.

La sindrome del tunnel carpale Consiste nella compressione del nervo mediano all’interno di un tunnel (“carpale”) del polso, dove esso transita insieme ai tendini flessori delle dita. Il rigonfiamento delle guaine di questi tendini, è responsabile della compressione. Più frequente nelle femmine, si manifesta inizialmente con fastidiosi formicolii, più intensi durante la notte, localizzati a pollice, indice e medio d’una o entrambe le mani. Col passare del tempo si trasformano in dolori, con progressiva diminuzione di sensibilità e forza delle dita. Nei casi più avanzati può verificarsi la perdita della presa degli oggetti.

Se la terapia medica antinfiammatoria non produce regressione dei sintomi, dopo l’esecuzione di un’elettromiografia è indicato procedere all’intervento chirurgico.

Le cisti tendinee

Le cisti tendinee consistono in dilatazioni di guaine tendinee o della membrana che ricopre le articolazioni (membrana sinoviale). Si presentano al polso o al dorso della mano sotto forma di tumefazioni dolenti alla pressione, di consistenza duro-elastica. Contengono un liquido trasparente e vischioso (liquido sinoviale). Non comportano alcun rischio funzionale, ma solo fastidio, impaccio in alcuni movimenti ed il disturbo dovuto all’inestetismo. La loro puntura consente di evacuarne il contenuto, ma non consente di eradicarle. L’asportazione chirurgica può essere eseguita in mezz’ora in anestesia locale e deve mirare alla rimozione di tutta la parete della cisti. In alcuni casi è possibile la recidiva.

Il dito a scatto

Consiste nel blocco della flessione di un dito della mano, che viene superato mediante uno sforzo o aiutando la flessione del dito con la mano opposta, che causa uno scatto avvertibile. La condizione è prodotta dalla formazione di un nodulo a carico di un tendine flessore, sul palmo della mano, che limita od impedisce lo scorrimento all’interno della sua guaina.

MANO

MANO La chirurgia della mano rappresenta una branca importante della chirurgia plastica e comprende:

- la traumatologia d’urgenza: reimpianto microchirurgico di segmenti amputati, chirurgia della mano ustionata

- la chirurgia elettiva: chirurgia delle malattie della mano.

Malattie della mano piu’ frequentemente trattate chirurgicamente

Il morbo di Dupuytren Consiste nell’ispessimento e nella retrazione della fascia palmare della mano e dei suoi prolungamenti digitali.Più frequente nei maschi, si manifesta inizialmente con un nodulo sottocutaneo del palmo e progredisce con l’indurimento dei tessuti circostanti. Nell’arco di mesi o di alcuni anni può provocare la progressiva flessione, obbligata e permanente, delle dita (mignolo e/o anulare). La condizione limita od impedisce l’uso della mano. L’intervento chirurgico o medico dipende dalla fase della malattia.

La sindrome del tunnel carpale Consiste nella compressione del nervo mediano all’interno di un tunnel (“carpale”) del polso, dove esso transita insieme ai tendini flessori delle dita. Il rigonfiamento delle guaine di questi tendini, è responsabile della compressione. Più frequente nelle femmine, si manifesta inizialmente con fastidiosi formicolii, più intensi durante la notte, localizzati a pollice, indice e medio d’una o entrambe le mani. Col passare del tempo si trasformano in dolori, con progressiva diminuzione di sensibilità e forza delle dita. Nei casi più avanzati può verificarsi la perdita della presa degli oggetti.

Se la terapia medica antinfiammatoria non produce regressione dei sintomi, dopo l’esecuzione di un’elettromiografia è indicato procedere all’intervento chirurgico.

Le cisti tendinee

Le cisti tendinee consistono in dilatazioni di guaine tendinee o della membrana che ricopre le articolazioni (membrana sinoviale). Si presentano al polso o al dorso della mano sotto forma di tumefazioni dolenti alla pressione, di consistenza duro-elastica. Contengono un liquido trasparente e vischioso (liquido sinoviale). Non comportano alcun rischio funzionale, ma solo fastidio, impaccio in alcuni movimenti ed il disturbo dovuto all’inestetismo. La loro puntura consente di evacuarne il contenuto, ma non consente di eradicarle. L’asportazione chirurgica può essere eseguita in mezz’ora in anestesia locale e deve mirare alla rimozione di tutta la parete della cisti. In alcuni casi è possibile la recidiva.

Il dito a scatto

Consiste nel blocco della flessione di un dito della mano, che viene superato mediante uno sforzo o aiutando la flessione del dito con la mano opposta, che causa uno scatto avvertibile. La condizione è prodotta dalla formazione di un nodulo a carico di un tendine flessore, sul palmo della mano, che limita od impedisce lo scorrimento all’interno della sua guaina.

Il morbodi Dupuytren

MANO La chirurgia della mano rappresenta una branca importante della chirurgia plastica e comprende:

- la traumatologia d’urgenza: reimpianto microchirurgico di segmenti amputati, chirurgia della mano ustionata

- la chirurgia elettiva: chirurgia delle malattie della mano.

Malattie della mano piu’ frequentemente trattate chirurgicamente

Il morbo di Dupuytren Consiste nell’ispessimento e nella retrazione della fascia palmare della mano e dei suoi prolungamenti digitali.Più frequente nei maschi, si manifesta inizialmente con un nodulo sottocutaneo del palmo e progredisce con l’indurimento dei tessuti circostanti. Nell’arco di mesi o di alcuni anni può provocare la progressiva flessione, obbligata e permanente, delle dita (mignolo e/o anulare). La condizione limita od impedisce l’uso della mano. L’intervento chirurgico o medico dipende dalla fase della malattia.

La sindrome del tunnel carpale Consiste nella compressione del nervo mediano all’interno di un tunnel (“carpale”) del polso, dove esso transita insieme ai tendini flessori delle dita. Il rigonfiamento delle guaine di questi tendini, è responsabile della compressione. Più frequente nelle femmine, si manifesta inizialmente con fastidiosi formicolii, più intensi durante la notte, localizzati a pollice, indice e medio d’una o entrambe le mani. Col passare del tempo si trasformano in dolori, con progressiva diminuzione di sensibilità e forza delle dita. Nei casi più avanzati può verificarsi la perdita della presa degli oggetti.

Se la terapia medica antinfiammatoria non produce regressione dei sintomi, dopo l’esecuzione di un’elettromiografia è indicato procedere all’intervento chirurgico.

Le cisti tendinee

Le cisti tendinee consistono in dilatazioni di guaine tendinee o della membrana che ricopre le articolazioni (membrana sinoviale). Si presentano al polso o al dorso della mano sotto forma di tumefazioni dolenti alla pressione, di consistenza duro-elastica. Contengono un liquido trasparente e vischioso (liquido sinoviale). Non comportano alcun rischio funzionale, ma solo fastidio, impaccio in alcuni movimenti ed il disturbo dovuto all’inestetismo. La loro puntura consente di evacuarne il contenuto, ma non consente di eradicarle. L’asportazione chirurgica può essere eseguita in mezz’ora in anestesia locale e deve mirare alla rimozione di tutta la parete della cisti. In alcuni casi è possibile la recidiva.

Il dito a scatto

Consiste nel blocco della flessione di un dito della mano, che viene superato mediante uno sforzo o aiutando la flessione del dito con la mano opposta, che causa uno scatto avvertibile. La condizione è prodotta dalla formazione di un nodulo a carico di un tendine flessore, sul palmo della mano, che limita od impedisce lo scorrimento all’interno della sua guaina.

Sindrome delTunnel Carpale

MANO La chirurgia della mano rappresenta una branca importante della chirurgia plastica e comprende:

- la traumatologia d’urgenza: reimpianto microchirurgico di segmenti amputati, chirurgia della mano ustionata

- la chirurgia elettiva: chirurgia delle malattie della mano.

Malattie della mano piu’ frequentemente trattate chirurgicamente

Il morbo di Dupuytren Consiste nell’ispessimento e nella retrazione della fascia palmare della mano e dei suoi prolungamenti digitali.Più frequente nei maschi, si manifesta inizialmente con un nodulo sottocutaneo del palmo e progredisce con l’indurimento dei tessuti circostanti. Nell’arco di mesi o di alcuni anni può provocare la progressiva flessione, obbligata e permanente, delle dita (mignolo e/o anulare). La condizione limita od impedisce l’uso della mano. L’intervento chirurgico o medico dipende dalla fase della malattia.

La sindrome del tunnel carpale Consiste nella compressione del nervo mediano all’interno di un tunnel (“carpale”) del polso, dove esso transita insieme ai tendini flessori delle dita. Il rigonfiamento delle guaine di questi tendini, è responsabile della compressione. Più frequente nelle femmine, si manifesta inizialmente con fastidiosi formicolii, più intensi durante la notte, localizzati a pollice, indice e medio d’una o entrambe le mani. Col passare del tempo si trasformano in dolori, con progressiva diminuzione di sensibilità e forza delle dita. Nei casi più avanzati può verificarsi la perdita della presa degli oggetti.

Se la terapia medica antinfiammatoria non produce regressione dei sintomi, dopo l’esecuzione di un’elettromiografia è indicato procedere all’intervento chirurgico.

Le cisti tendinee

Le cisti tendinee consistono in dilatazioni di guaine tendinee o della membrana che ricopre le articolazioni (membrana sinoviale). Si presentano al polso o al dorso della mano sotto forma di tumefazioni dolenti alla pressione, di consistenza duro-elastica. Contengono un liquido trasparente e vischioso (liquido sinoviale). Non comportano alcun rischio funzionale, ma solo fastidio, impaccio in alcuni movimenti ed il disturbo dovuto all’inestetismo. La loro puntura consente di evacuarne il contenuto, ma non consente di eradicarle. L’asportazione chirurgica può essere eseguita in mezz’ora in anestesia locale e deve mirare alla rimozione di tutta la parete della cisti. In alcuni casi è possibile la recidiva.

Il dito a scatto

Consiste nel blocco della flessione di un dito della mano, che viene superato mediante uno sforzo o aiutando la flessione del dito con la mano opposta, che causa uno scatto avvertibile. La condizione è prodotta dalla formazione di un nodulo a carico di un tendine flessore, sul palmo della mano, che limita od impedisce lo scorrimento all’interno della sua guaina.

Cisti tendinee

Dito a scatto

DERMATOCHIRURGIA

DERMATOCHIRURGIAChirurgia Ambulatoriale

(Per risolvere patologie chirurgiche attraverso piccoli interventi di breve durata, in anestesia locale e che non prevedono il ricovero del paziente.)

Le neoformazioni cutaneeLe neoformazioni cutanee sono la crescita di qualsiasi alterazione sulla superficie della pelle di natura:

- benigna (verruca, fibroma, lipomi, condiloma, cisti sebacee, etc.);

- localmente invasiva (carcinoma basocellulare);

- maligna (carcinoma spinocellulare, melanoma).

I tumori della pelle rappresentano la più comune forma di tumore riscontrabile. Possono comparire in ogni parte del corpo, ma nell’80% circa dei casi interessano volto, cuoio capelluto e collo, dove, oltre ad essere pericolosi, possono anche compromettere l’aspetto estetico e fisiognomico.I tumori della pelle possono essere rimossi chirurgicamente da uno specialista in chirurgia plastica.

Trattamento ferite difficili, ulcere, esiti di ustioni e revisione di cicatrici ipertrofiche/cheloidi.La guarigione di ferite dovute a traumi, ustioni ed interventi chirurgici è un processo biologico complesso che si realizza attraverso fasi successive ed inevitabilmente esita in cicatrici cutanee permanenti. L’aspetto definitivo di una cicatrice è il risultato di un lungo processo di maturazione, il cui compimento richiede mesi o anni. Una cicatrice stabilizzata può risultare esteticamente poco accettabile per motivi diversi, talora coesistenti.Compito del chirurgo plastico è individuare la causa dell’inestetismo o della limitazione funzionale indotta dalla cicatrice, per applicare la metodica correttiva più idonea ad ottenere il miglior risultato estetico-funzionale.Il chirurgo plastico utilizza quindi tecniche diverse volte ad ottenere una cicatrice sottile, posta sullo stesso piano della cute indenne circostante e possibilmente nascosta in solchi o pieghe naturali, comunque orientata secondo particolari direzioni, in modo da risultare poco evidente.

Exeresi di NEVI

Exeresi di LIPOMI

Exeresi di CISTI SEBACEE

Exeresi di FIBROMI

Exeresi di NEOFORMAZIONI

Correzione di COLOBOMI AURICOLARI

Asportazione di CORPI ESTRANEI

Trattamento delle onococriptosi (unghie incarnite)Di norma i lati dell’unghia scorrono immediatamente sotto la cute, senza approfondirsi eccessivamente. Quando uno o entrambi i lati si approfondano troppo, si determina la cosiddetta unghia incarnita.L’unghia incarnita, generalmente l’alluce, si manifesta con l’affondamento del margine ungueale nei tessuti molli seguito, in fase acuta, dall’infiammazione (arrossamento, gonfiore e dolore dei tessuti) fino all’infezione (infiammazione con fuoriuscita di pus).Se l’infiammazione cronicizza con infezioni intercorrenti, è opportuno provvedere ad un intervento chirurgico ambulatoriale in anestesia locale, che elimina definitivamente l’incarnimento del margine ungueale.

Unghia incarnita

Chirurgia non ablativa

Si tratta d’una nuova tecnica chirurgica non invasiva, che, senza dover ricorrere ad anestesia, senza asportare tessuto e senza effettuare suture, elimina l’inestetismo. È una chirurgia soft con buoni risultati, minor traumatismo e minori disagi per il paziente.

Essa trova applicazione in:

- Discromie cutanee solari e senili

- Melasma

- Xantelasmi

- Alterazioni cicatriziali, come ad esempio cheloidi

- Verruche

- Discheratosi

- Cicatrici post-acneiche, trattamento non farmacologico dell’acne

- Smagliature

- Blefarocalasi

- Lassità cutanea del viso e del collo

- Lassità cutanea addominale, in particolare a livello periombelicale

- Lassità cutanea alla radice degli arti

- Piccole neoformazioni cutanee e mucose, come ad esempio nevi e fibromi.

MEDICINA ESTETICA

MEDICINA ESTETICARealizzare un aspetto armonioso, naturale e misurato.

ArmoniaL’armonia tra le varie unità del volto è assolutamente necessaria ai fini di una bellezza non artefatta.

PerfezioneLa perfezione di un volto consiste nella definizione dei volumi e dei contorni, in una pelle ben levigata, nello sguardo e nella dimensione e forma delle labbra.

TecnicaLe tecniche della medicina estetica hanno come obiettivo quello di migliorare la qualità della vita, contrastando i segni del tempo sulla cute.

RisultatoIl medico estetico deve avvalersi di trattamenti utili a realizzare un aspetto armonioso, naturale e misurato

Filler: Piccole iniezioni di acido ialuronico in grado di correggere inestetismi, ripristinando in modo naturale la giusta armonia tra i volumi.

Biorivitalizzazione: Per combattere l’invecchiamento cutaneo con una modalità mininvasiva, ambulatoriale, semplice, sicura ed efficace, che costituisce una delle tendenze emergenti nella moderna medicina estetica.

Peeling: Procedura medica che utilizza composti chimici di natura acida in grado di favorire il rinnovamento dell’epidermide e della microarchitettura del derma, conferendo un aspetto sempre giovane alla pelle.

Bioplexr: Determina un miglioramento immediato della qualità e dell’aspetto della cute e si può utilizzare come trattamento di Instant Beauty. L’obiettivo è ridurre i segni del tempo con una biostimolazione ad azione combinata, abbinando nella stessa seduta peeling, micro correnti e veicolazione transdermica di prodotti. È un trattamento senza stagionalità e non richiede interruzione delle attività quotidiane.

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da Riccardo Bonu per conto di:

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