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sesamo!La magia delle fiabe

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Apriti sesamo…... e si apre un mondo!

Facciamo una mostra sulle fiabe? Che idea!Forse in Ticino nessuno l’ha mai fatta, proviamoci!L’idea è nata a tavolino, chiacchierando, e poi scopro che, oltre a me, dietro l’angolo ci sono una studiosa di fiabe, una fotografa, una costumista, un’illustratrice, delle narratrici, delle archiviste: tutte donne.Nasce un gruppo di lavoro molto affiatato che spero ri-esca oggi a trasmettere quella passione che ci ha coin-volto e che ci ha permesso di raggiungere il traguardo dell’inaugurazione.

Chi non ha ascoltato fiabe? Chi non si è fatto cullare da una voce narrante?Chi non conosce lupi, fate, nani, mostri e principesse entrate ormai nei nostri pensieri e che sicuramente ci hanno fatto sognare o forse ci fanno sognare anco-ra…. e nel nostro caso, perché no?, sognare un princi-pe azzurro…..Lo sentite il fruscio di un vestito da sera? L’odore del bosco? La paura della notte?E, parlando di leggende metropolitane, nessuno vi ha mai detto che George Clooney pur di non far conosce-re la sua colpevolezza in un incidente d’auto ha com-prato una vettura nuova alla persona coinvolta?

Ebbene in tutto il mondo e in tutti i tempi l’uomo ha amato raccontare storie: dai cacciatori raccoglitori con i loro riti, ai registi di film in 3D, dalle leggende metro-politane, passando da Frau Holle a Cenerentola a Pretty Woman.

Abbiamo cercato di coinvolgere il nostro pubblico in questa magia.

Le mostre al museo occupano tre sale e le ricche col-lezioni ci permettono di esporre i più svariati oggetti che vengono valorizzati inserendoli nei contesti più diversi.

Un grazie va anche ai numerosi donatori, agli amici del museo, ai collaboratori affezionati che sono sempre di-sponibili a dare una mano.Ringraziamo le collaboratrici che hanno seguito que-sto progetto e diamo ai futuri visitatori un caloroso benvenuto in questo affascinante mondo con la spe-ranza che li faccia tornare, chissà, per qualche istante, un po’ bambini.

La mostra è nata da un’idea di Marta Solinas, curatrice del Museo, la quale ne ha affidato la realizzazione a Ve-ronica Trevisan, giornalista e studiosa di fiabe, in colla-borazione con la fotografa Monica Rusconi, che ha cu-rato la parte fotografica e multimediale. L’esposizione è arricchita dai bellissimi costumi di Valentina Nerone, le illustrazioni di Laura Mengani e l’arte pasticcera di Sacha Fischbach.

Orari d’aperturaMartedì, Giovedì, Sabato, Domenica e giorni festivi14.00-17.00

Il museo rimane chiusoCapodanno; Pasqua;1° Maggio e Natale

Ideazione Marta SolinasTesti Veronica TrevisanFotografie Monica Rusconi

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In un bosco abitava un povero taglialegna, che non ri-usciva più a procurare il pane per sua moglie e i suoi due bambini: Hänsel e Gretel. Una sera dopo essersi consultato con la moglie, decise, pur a malincuore, di portare i bambini nel bosco e abbandonarli là al loro destino. Così avvenne, solo che la prima volta Hänsel era riuscito a raccogliere dei sassolini e a disseminarli

lungo il sentiero, in modo che facessero da guida a lui e alla sorella per ritrovare la via di casa. Il padre allora li riportò nel bosco una seconda volta. Hänsel si era portato delle briciole di pane per tracciare un sen-tiero, ma furono mangiate dagli uccellini. I

due bimbi così si persero nel bosco. Dopo aver vagato tre giorni, giunsero a una casina fatta di pan pepato e biscotti con le finestre di zucchero trasparente. I bam-bini, presi dalla fame, iniziarono a rosicchiare la caset-ta, che purtroppo era di una vecchia strega cattiva che attendeva l’arrivo dei bambini e, quando uno cadeva nelle sue mani, lo cucinava e lo mangiava. Fece prigio-nieri Hänsel e Gretel, mettendo Hänsel all’ingrasso e Gretel a farle da serva. A un certo punto, decise che era venuto il momento di mangiarsi Hänsel e ordinò alla sua sorellina di preparare il forno. Gretel però, dato che era una bambina intelligente, ebbe l’idea di chie-dere alla vecchia di mostrarle come si faceva. Appena la strega entrò nel forno la bambina chiuse lo spor-tello e la arrostì. Poi liberò Hänsel e i due fratellini si abbracciarono e tornarono a casa felici, con il tesoro della strega. (da Fratelli Grimm)

«Dopo aver vagato tre giorni, giunsero a una casina fatta di pan pepato e biscotti con le

finestre di zucchero trasparente.»

Hänsel e GretelGen

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Gennaio

Rifiuti domestici (solo sacco ufficiale)

Ingombranti / Carta e cartone / Ferro / Legno / Plastiche / Rifiuti speciali / Verdeecocentrostabio (vedi orari apertura)

Verde Giro porta a porta(raccolta solo se negli appositi contenitori)

ecocentrostabio CHIUSO

Capodanno

Ripresa delle scuole

Concerto d’ inizio anno

Epifania

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Biancaneve

C’era una volta una regina che desiderava tanto ave-re una bambina dalla pelle bianca come la neve, dalle guance rosse come il sangue e dai capelli neri come l’ebano. Di lì a poco, le nacque una bimba che era pro-prio come lei aveva sognato e la chiamò Biancaneve.

Quando nacque, la regina morì e il re si ri-sposò con una donna vanitosa, che possede-va uno specchio parlante e lo interrogava su chi fosse la più bella del reame. Naturalmen-te lo specchio rispondeva sempre che era lei, finché un bel giorno disse: «Il tuo aspetto qui di tutte è il più bello, ma Biancaneve dal-la chioma corvina è molto più bella della re-

gina!» All’udire queste parole, la regina andò su tutte le furie e prese a odiare Biancaneve. Un giorno, chiamò un cacciatore e gli ordinò di condurre la fanciulla nel bosco e di ucciderla. Il cacciatore non ebbe il coraggio di fare del male a Biancaneve ma la lasciò libera nella grande foresta. La piccola vagava tutta sola finché non trovò una casetta minuscola. Era la casa dei sette nani, i quali, da quel momento, trovando la fanciulla tanto amabile, decisero di tenerla con loro, raccomandando-le però di non aprire la porta a nessuno quando non erano in casa. Per un po’ Biancaneve visse felice con i suoi nuovi amici, ma un giorno la matrigna scoprì che la principessa era ancora viva e decise di travestirsi da vecchia venditrice per tentare di ucciderla. Biancane-ve cadde nell’inganno della strega e, quando quella le offrì una bella mela rossa, la mangiò e cadde a terra morta. La mela infatti era avvelenata. I nani la pianse-ro per tre giorni interi, poi la deposero in una bara di cristallo, per contemplare la sua bellezza. Un giorno, un principe capitò nel bosco e, innamoratosi all’istante di Biancaneve, ordinò che fosse portata alla sua reggia. I suoi servitori però inciamparono, facendo cadere la bara. Per l’urto, il pezzo di mela avvelenata che Bian-caneve aveva inghiottito le uscì dalla gola ed ella tornò in vita. Così sposò il principe e vissero felici e contenti.

(da Fratelli Grimm)

«Specchio fatato, in questo castello, hai forse visto aspetto più bello?»

«Il tuo aspetto qui di tutte è il più bello, ma Biancaneve dalla chioma corvina

è molto più bella della regina!»

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Inizio vacanze di carnevale

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Stabio teatro

Febbraio

ecocentrostabio CHIUSO

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La penna dell’Uccell Grifone

C’era un volta un re che aveva tre figli. Un giorno si ammalò e nessuno pareva in grado di guarirlo, fin-ché un dottore non sentenziò che ci voleva la penna dell’Uccell Grifone. I tre figli partirono allora alla sua ricerca. I più grandi cercarono dappertutto ma non riuscirono a trovare niente; il più giovane invece ca-pitò in un bosco, trovò l’Uccell Grifone, si fece dare la penna e ritornò. Lungo la strada incontrò i fratelli e

gliela mostrò; loro, presi dall’invidia, lo ucci-sero, lo nascosero sotto un mucchio di foglie e gli rubarono la penna. Giunti a casa, con la penna miracolosa poterono guarire il re, ma questi chiese loro: «Dove è finito vostro

fratello?» E loro: «Non lo sappiamo!» Un giorno, un pastorello capitò nel bosco e si intagliò uno zufolo da un ramoscello di legno. Fece per fischiare, ma dallo strumento uscì questa canzonetta: «Amico mio, sono stato ucciso nel bosco di Sivola. E se non sai per quale ragione, fu per la penna dell’Uccell Grifone».Corse subito a casa e chiese di poter far ascoltare la strofa al re. Il re si mise a fischiare lui stesso e dallo zufolo uscì questa strofetta: «Padre mio, sono stato uc-ciso nel bosco di Sivola. E se non sai per quale ragione, fu per la penna dell’Uccel Grifone».Il re allora fece chiamare gli altri due figli e fece suo-nare anche loro. E dallo zufolo uscì questa strofetta: «Fratello mio, sono stato ucciso…» Il padre, capito l’inganno, voleva spedirli tutti e due alla forca. Le ma-lefatte non puoi celare, e presto o tardi le devi pagare.

(da Luigia Carloni Groppi)

«E se non sai per quale ragione, fu per la penna dell’Uccell Grifone»

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San Giuseppe

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MARIBUR Inizio ora legale

Marzo

Ripresa delle scuole

Mercoledì delle Ceneri

Stabio Teatro

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C’era una volta una bimbetta, che tutti chiamavano Cappuccetto Rosso per il cappuccio che portava. Un giorno la mamma la mandò nel bosco, dalla nonna, a portarle una cesta piena di cibo. La piccola, a un certo punto, incontrò un lupo, il quale, dopo averle chiesto dove fosse diretta, decise che poteva essere arrivata

una buona occasione. La bestia infatti pensò fra sé: «Questa bimba tenerella è un buon boccone». Fece un pezzetto di strada con Cappuccetto Rosso, poi disse: «Guarda un po’ quanti bei fiori ci sono nel bosco, Cap-puccetto Rosso; perché‚ non ti guardi attor-no?» La piccola cadde nell’inganno e si mise

a raccogliere bei fiori, dimenticandosi della nonna. Frattanto il lupo aveva raggiunto la casa della nonna, si era fatto aprire la porta fingendosi Cappuccetto Ros-so e se l’era mangiata, mettendosi a letto al suo posto.Dopo un po’ di tempo arrivò anche la bambina e, ve-dendo la nonna così strana chiese «Oh, nonna, che orecchie grandi!» - «Per sentirti meglio.» - «Oh, non-na, che occhi grossi!» - «Per vederti meglio.» - «Ma, nonna, che bocca spaventosa!» - «Per divorarti me-glio!» E, come ebbe detto queste parole, il lupo balzò dal letto e ingoiò la povera Cappuccetto Rosso. Poi si addormentò. Per fortuna passò lì davanti un cacciato-re, il quale, insospettito, entrò in casa e trovò il lupo che dormiva, riuscì a tirar fuori le due donne ancora vive e a riempire la pancia del lupo di sassi; quando quello si svegliò, fece per correr via, ma le pietre erano così pesanti che subito cadde a terra e morì.

(da Fratelli Grimm)

Cappuccetto Rosso«C’era una volta una dolce bimbetta.

Una volta la nonna le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e poiché le donava tanto, la

chiamarono sempre Cappuccetto Rosso...»

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Ripresa delle scuole

MARIBUR

Venerdì Santo

Pasqua

Lunedì di Pasqua

Aprile

Inizio vacanze di Pasqua

Le Palme

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«Quella volta, il lupo e la volpe avevano fiutato odor di latte.

Stava adagiato in larghe conche nella baracca del pastore, presso il pascolo alto.»

Si sa che il lupo e la volpe, almeno nelle fiabe, fanno spesso comunella e che la volpe è una furbacchio-na mentre il lupo è un ingenuo. Una volta, il lupo e la volpe avevano fiutato odor di latte e lo trovarono, adagiato in larghe conche, nella baracca del pastore. Entrambi si misero a leccare il buon latte ma quando

arrivò il pastore, la volpe riuscì a scappare mentre il lupo fu scoperto e le prese di santa ragione. Intanto la volpe si era goduta la sce-na da lontano e visto il compagno arrancare tutto indolenzito, si strofinò la schiena in un boschetto di cornioli poi iniziò a lamentarsi, dicendo di essere stata anche lei malmenata.

«È proprio vero, perdi sangue dappertutto» osservò il lupo credulone. Si mosse talmente a compassione che si caricò quella malignetta sulle spalle doloranti. Era piuttosto pesantuccia. A un certo punto, la volpe si mise cantare un ritornello di sua invenzione: «Rèla, rèla va pal pian, che ul maraa al porta ul san.»«Che cosa canti?» chiese il lupo. E lei: «Ho cantato? Si vede che sono in delirio per la febbre delle ferite.» E, fatti pochi passi, ripeté il ritornello. Al lupo, sentita la cantilena parecchie volte, cominciò a schiarirsi il cer-vello. «Questa qui mi prende in giro» pensò. «Adesso la butto giù.» Giunto vicino a un ruscello, tirò insieme le poche forze rimastegli e si scrollò la volpe di dosso tuffandola in acqua. Ma aveva fatto i conti senza l’agi-lità della briccona, che sì aggrappò a lui e lo trascinò insieme in quell’insolito bagno. C’è perfino chi dice che lei riuscì a salvarsi e che lui morì di congestione. Ma noi non ci crediamo. Ci deve pure essere un po’ di giustizia, a questo mondo!

(da Giuseppina Ortelli Taroni)

Il lupo e la volpeMag

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Ascensione

Ponte scolastico

MARIBUR - Giornata internazionale dei musei

Festa del lavoro

Festa della mamma

Maggio

MARIBUR

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«Allora arrivò il serpente e si inarcò sul fiume facendo da ponte e diventò l’arcobaleno.»

C’erano una volta due vecchie sorelle: la minore era spensierata, mentre la maggiore portava sempre un canestro con un serpente dentro.Un giorno, mentre erano in giro a raccogliere erba, la maggiore s’accorse di aver dimenticato il canestro col serpente. La minore fece la strada al contrario per cer-carlo, ma non riuscì a trovarlo. Esso s’era sprofondato

tanto nel terreno, quanto l’arcobaleno so-vrasta la terra. La maggiore allora si avviò per tornare da sua sorella. Ma ecco che i campi e il bosco, che prima erano asciutti e senza una goccia d’acqua, le apparvero som-mersi, come una palude...

E, cammina cammina, non vedeva che acqua a destra e a sinistra, finché arrivò a un fiume impetuoso che prima non c’era. Allora arrivò il serpente, si inarcò sul fiume, facendo da ponte e diventò l’arcobaleno. Ancora oggi, all’alba, prima del levar del sole, si può vedere la gola spalancata del serpente nel cielo; due grandi stelle, sono le due donne ferme sulle due spon-de del fiume. Sono le stelle dello Scorpione, la costella-zione che in Australia si vede dall’Aurora.

(Fiaba degli Garanjare, Aborigeni dell’Australia nord-occidentale)

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SS. Pietro e Paolo

Fine anno scolastico

Pentecoste

Lunedì di Pentecoste

Corpus Domini

Giugno

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I l principe ranocchio

Tanto tempo fa, c’era un re le cui figlie erano tutte belle, ma la più giovane era la più bella. Ella aveva l’abitudine di andare a giocare con la sua palla d’oro vicino a una fresca sorgente. Un giorno però la palla cadde nella fontana. Allora la principessa cominciò a piangere e non la finiva più. A un certo punto sentì una vocina che la chiamava: «Che hai, principessa? Tu piangi da

far pietà ai sassi.» Lei si guardò intorno e vide un ranocchio, che spuntava dalla fon-tana. La principessa gli spiegò la ragione del suo pianto e il ranocchio le propose di riportarle la sua palla in cambio della pro-messa di diventare suo compagno di gio-

chi, mangiare e dormire con lei. La principessa non lo prese sul serio e promise. Una volta riavuta la sua palla d’oro però corse via, lasciando lì il ranocchio. Il giorno dopo, mentre era a tavola col re e tutta la cor-te, il ranocchio bussò alla porta reclamando quando gli era stato promesso. Il re disse alla figlia: «Quel che hai promesso, devi mantenerlo.» E così la principessa fu costretta a portare sempre con sé il ranocchio. Un giorno, non sopportandolo più, lo gettò contro la pa-rete e gli urlò: «Adesso starai zitto, brutto ranocchio!» Ma quello che cadde a terra non era più un ranocchio, ma un bellissimo principe. Le raccontò che era stato stregato da una cattiva maga e che adesso, grazie al fat-to che lei lo aveva accolto con sé, era stato liberato.

(da Fratelli Grimm)

«Che hai principessa? Tu piangi da far pietà ai sassi.»

Lei si guardò intorno e vide un ranocchio che spuntava dalla fontana.

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Spettacoli in Piazza

Spettacoli in Piazza

Spettacoli in Piazza

Luglio

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C’era una volta una povera vedova, che viveva in una piccola casetta con le sue due figlie, Biancaneve e Ro-sarossa. Le due bambine si volevano molto bene e di-cevano che non si sarebbero mai separate. Una sera, mentre sedevano pacificamente in casa, si sentì un colpo alla porta. Aprirono e si trovarono davanti un enorme orso. Furono prese dallo spavento ma l’orso

spiegò loro di volere solo scaldarsi un poco. Si distese davanti al fuoco e fremeva dalla contentezza; a poco a poco le bambine pre-sero confidenza con lui e ben presto prese l’abitudine di tornare alla capanna ogni sera. Ma appena tornò la primavera, una mattina

l’orso disse a Rosarossa che non sarebbe tornato per tutta l’estate. Rosarossa era molto triste ma gli aprì la porta per farlo uscire e nel farlo intravvide un bagliore dorato sotto la pelliccia. Poco tempo dopo, la mamma mandò le bimbe nel bosco a raccogliere legna e lì incontrarono un na-netto che era rimasto impigliato con la barba in un grosso tronco. Allora lo liberarono, ma quello non le ringraziò nemmeno. Si accorsero però che nella sua bisaccia luccicava dell’oro. Un po’ di tempo dopo, lo incontrarono nuovamente, questa volta impegnato in una lotta con un grosso pesce che lo stava trascinando nell’acqua. Tutto si ripeté come la volta precedente e il nanetto fu ancora più sgarbato di prima. Purtrop-po erano destinate a rivederlo. Al ritorno dalla città, un giorno, se lo ritrovarono davanti in una radura. In quel momento, un grosso orso irruppe sulla scena e lo uccise con una zampata. Le bambine si spaventarono ma si accorsero che si trattava proprio del loro amico orso. Improvvisamente la pelliccia gli cadde di dosso e apparve uno splendido giovanetto, vestito tutto d’oro. «Sono il figlio di un re» disse, «ed ero stregato da quel nano cattivo che aveva rubato tutti i miei tesori.» Bian-caneve sposò il bel principe e Rosarossa il fratello di lui e vissero felici e contenti.

(da Fratelli Grimm)

«Rosarossa tirò il catenaccio e aprì la porta, aspettandosi di vedere un uomo; invece, fu un

grosso orso che fece capolino.»

Biancaneve e Rosarossa

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Rifiuti domestici (solo sacco ufficiale)

Ingombranti / Carta e cartone / Ferro / Legno / Plastiche / Rifiuti speciali / Verdeecocentrostabio (vedi orari apertura)

Verde Giro porta a porta(raccolta solo se negli appositi contenitori)

Festa nazionale

Cinema in Piazza

Assunzione B.V.

Cinema in Piazza

Cinema in Piazza

Inizio anno scolastico

ecocentrostabio CHIUSO

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Agosto

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La bella addormentata nel bosco

C’era una volta un re e una regina che, dopo averla lun-gamente desiderata, ebbero un giorno una figlia. Tan-ta era la loro felicità che diedero una magnifica festa per il battesimo della piccola, invitando tutte le fate del paese. Tutte… tranne una, perché non avevano abba-stanza stoviglie anche per lei! Quella, offesa, decise di

presentarsi lo stesso alla festa. Al momento della distribuzione dei doni alla principes-sa, mentre le altre fate diedero alla piccola le migliori benedizioni, la fata adirata disse che la principessa si sarebbe punta un gior-no con un fuso e che sarebbe morta! Tutti furono presi dallo sgomento. Mancava però

ancora una fata che doveva pronunciare il suo augurio e questa attenuò la maledizione trasformando la morte in un sonno di cento anni, fino a quando il figlio di un re non fosse venuto a svegliarla. Il padre della princi-pessa proibì a tutti di filare col fuso e di tenere fusi per casa.Eppure, passati quindici anni, la principessina, un giorno, entrando in una soffitta del castello, trovò una vecchina intenta a filare. Le chiese di farla provare e così si punse e la maledizione si avverò. Cadde in un sonno profondo e con lei tutto il castello, attorno al quale crebbe una quantità straordinaria di alberi, di arbusti, di sterpi e di pruneti, così intrecciati fra loro che nessuno poteva passarvi attraverso. Dopo cent’an-ni, il figlio di un re passò da quelle parti e decise di tentare di entrare nel castello, perché gli avevano detto che lì giaceva addormentata una bellissima principes-sa. Inspiegabilmente, la trovò con grande facilità e, non appena le si accostò, quella si svegliò: l’incantesimo era finito e i due si innamorarono all’istante.Anche tutte le persone del palazzo si svegliarono. Si diede così un meraviglioso banchetto a cui partecipa-rono tutti.

(da Perrault)

«Tanta era la felicità che i sovrani diedero una magnifica festa per il battesimo della piccola,

invitando tutte le fate del paese, perchè facessero da madrine alla principessa.»

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Digiuno federale

Settembre

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Era notte, una povera donna se ne stava accanto al fuoco a filare; tutt’a un tratto sentì lo scalpiccio di una processione che passava proprio fuori dalla sua porta. Andò a guardare e vide tante persone magre e brutte; dicevano parole incomprensibili, e ognuna reggeva in mano una candela. Allora chiese loro una candela, e una donna le diede la sua. La prese e con quella se ne andò a dormire.

Al risveglio vide che quella candela era di-ventata lo stinco di un morto; così andò dal prete a chiedere consiglio, e questi le disse: «Ecco quello che devi fare: stasera passeran-no ancora da lì alla stessa ora; tu, tenendo in braccio un gatto, avvicinati a loro e conse-gna l’osso allo zoppo che vedrai in fondo alla

processione; ma bada bene di non lasciare mai il gatto!»La sera la donna si presentò sulla strada: arrivò la pro-cessione, vide lo zoppo e gli riconsegnò la candela; lo zoppo la prese dicendole: «Ringrazia colui che porti in mano: è lui che ti ha salvata».

(da Luigia Carloni Groppi)

«Era notte, una povera donna se ne stava accanto al fuoco a filare, tutt’a un tratto sentì

lo scalpiccio di una processione che passava proprio fuori dalla sua porta.»

Racconto dei poveri morti

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Inizio vacanze autunnali

Fine ora legale

Stabio teatro

Passeggiata comunale

Ottobre

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C’era una volta un capo tribù molto ricco e tutti vole-vano essere ricevuti da lui. Anche il ragno Ananse lo desiderava, ma non ci riusciva mai. Un giorno, la ma-dre del capo tribù si ammalò e sembrava che nessuno riuscisse a guarirla.Ananse, pur di riuscire finalmente a vedere il capo tribù, decise di proporsi come medico, anche se non aveva idea di cosa fare. Si presentò al cospetto del capo

tribù, garantì di riuscire a curare sua madre e chiese di essere pagato 100 denari. «Che mi sia tagliata la testa, se non dovessi riu-scire!», disse il ragno. Ma il giorno dopo la madre del capo tribù morì. Allora il ragno, comprendendo di essere in una situazione

difficile, chiese aiuto alla sua amica talpa: «Dovresti scavare un buco che arrivi fino al palazzo del capo». La talpa, pur non capendo il senso della richiesta, accettò. Poi il ragno si rivolse a suo figlio: «A te chiedo di na-sconderti nel buco che scaverà la talpa e di portare con te un corno. Non appena sentirai la voce del capo che annuncia la mia morte, dovrai gridare nel corno «se il ragno muore, tutti moriranno. Se il ragno non muore, nessuno morirà». Anche al figlio il piano dell’astuto ra-gno parve oscuro, ma promise di fare quanto richiesto. Il ragno, quindi, si diresse al cospetto del capo tribù e quando questi, come previsto, gli annunciò che stava per ucciderlo, risuonò nella sala una voce cavernosa che disse: «Se il ragno muore, tutti moriranno. Se il ragno non muore, nessuno morirà». Ci fu il panico. Anche il saggio anziano del villaggio si affrettò a consi-gliare al capo di perdonare il ragno e lasciarlo andare. E così avvenne.

(Fiaba akan)

«Poi il ragno si rivolse a suo figlio: “A te chiedo di nasconderti nel buco che scaverà la talpa

e di portare con te un corno”.»

Il corno che salvò la vita di Ananse

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Ognissanti

Ripresa delle scuole

Stabio teatro

MARIBUR

Novembre

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La fanciulla, il re delle rane e il figlio del capo (versione nigeriana della fiaba di Cenerentola)

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eC’era una volta un uomo che aveva una bellissima fi-glia. L’uomo però era vedovo e si risposò con una don-na malvagia, che maltrattava la povera ragazza. Que-sta, per trovare un po’ di conforto, andava talvolta a mangiare presso uno stagno in compagnia del fratello e insieme gettavano chicchi di miglio alle ranocchie. Un giorno le si presentò il re delle rane, il quale le disse che, per ringraziarla, voleva farle un dono in vista di una festa che ci sarebbe stata il giorno seguente. Allo-ra la mangiò e la risputò più volte, e ogni volta quella usciva dalla bocca sempre più bella e meglio vestita.

Alla fine le donò anche una scarpa d’argento e una d’oro e le disse che era pronta per an-dare alla festa. «Però ricordati che alla fine della festa, devi lasciarti dietro la tua scarpa d’oro» aggiunse. Così ella andò alla festa e il figlio del capo villaggio la vide e si innamorò

perdutamente di lei. Il giorno dopo, con la scarpa d’oro in mano, il ragazzo disse al padre che voleva cercare la proprietaria della scarpetta e sposarla. La fanciul-la intanto era tornata dal re delle rane, il quale l’aveva inghiottita e risputata ed ella era tornata esattamente com’ era prima. Un giorno seppe che il figlio del capo villaggio aveva organizzato un grande raduno: voleva far provare a tutte una scarpetta d’oro e avrebbe spo-sato colei alla quale fosse entrata. Furono in molte a tentare, comprese le figlie della matrigna della povera ragazza. Ma quando lei si avvicinò, ecco la scarpetta saltellare da sola verso di lei ed entrarle magicamen-te al piede. Il principe così la riconobbe e la fece sua sposa.

(Hausa- Nigeria)

«...Poi, il re delle rane sputò dei begli abiti, dei bracciali, degli anelli e un paio di scarpe:

una d’argento e una d’oro.»

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Festa dell’Immacolata

Inizio vacanze di Natale

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Natale

Santo Stefano

Consegna menzioni comunali

Mercatino di Natale

San Silvestro

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Pranzo degli anziani

DicembreGazebo in Piazza

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Numeri utili

Comune di Stabioe-mail: [email protected]: www.stabio.ch

Cancelleria091 641 69 [email protected]

Controllo abitanti091 641 69 [email protected]

Servizi sociali091 641 69 [email protected]

Agenzia AVS091 641 69 [email protected]

Ambiente091 641 69 [email protected]

Cassa e contabilità091 641 69 [email protected]

Ufficio energia091 641 69 [email protected]

Ufficio tecnico091 641 69 [email protected]

Polizia comunale091 641 69 80 / 079 223 96 [email protected]

Sviluppo economico091 641 69 [email protected]

AMS - amministrazione091 647 20 [email protected]

Istituti scolastici091 641 69 [email protected]

Museo091 641 69 [email protected]

Spazio giovani091 647 00 [email protected]

Cultura091 641 69 [email protected]

Consulente giovani e adulti091 641 69 [email protected]

Centro diurno comunale079 856 38 [email protected]

Giudice di Pace091 641 69 [email protected]

ELETTRICITÀ

Uffici 091 647 20 73Picchetto091 647 24 [email protected]

ACQUA

Uffici 091 647 20 73Picchetto079 356 60 [email protected]

GAS

Uffici 091 647 20 73Picchetto079 356 60 74 [email protected]

Comune di Stabio

[email protected] ”Comune di Stabio”

Aziendemunicipalizzatedi Stabio

[email protected]

Ambulanza

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117Pompieri

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Soccorso / Urgenze

Comune di Stabio

[email protected] [email protected]

Stabio ... si muove

Orari d’apertura Martedì 13.30 — 17.00Venerdì 13.30 — 17.00Sabato 09.00 — 12.00 13.30 — 17.30

Lu-Ma-Gio-Ve 09.00 —11.00 14.00 — 16.00

Mercoledì 09.00 — 11.0016.00 — 18.00

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Ridurre – Ricuperare – Riutilizzare – RiciclareLa raccolta differenziata, finalizzata al riciclaggio e al recupero, è uno dei sistemi più efficaci per fronteggiare l’emergen-za rifiuti in quanto permette di ridurre il volume dei rifiuti da inviare in discarica e anche di risparmiare materie prime ed energia.Per avere una raccolta differenziata efficace, le Amministrazioni comunali hanno il compito di predisporre un servizio efficiente e attuare campagne di sensibilizzazione affinché i cittadini possano collaborare separando i rifiuti domestici da depositare negli appositi contenitori sistemati in diverse zone del territorio comunale.Perché è importante riciclare? I rifiuti sono composti di materiali diversi per cui se tutti imparassimo a fare una raccolta differenziata molti di questi potrebbero essere riciclati e riutilizzati come materie prime. Infatti il vetro, la carta, la plasti-ca e l’alluminio, ricuperati nei punti di raccolta, arrivano a ditte che li trasformano fino a tornare a essere materie prime pronte a essere lavorate e riutilizzate. Ed è per questo che tutti dovremmo abituarci a differenziare i rifiuti.Sarebbe quindi importante che tutti i cittadini facessero la raccolta differenziata per:- poter riutilizzare le materie prime e risparmiare risorse naturali;- diminuire i rifiuti che vanno nelle discariche e negli inceneritori e così ridurre l’inquinamento generato;- risparmiare l’energia necessaria alla produzione di materie prime.Sembra una realtà lontana per molte città, ma in tante altre la raccolta differenziata e il recupero sono ormai normale routine da molti anni. Bisogna contribuire a creare una coscienza civile e civica per ben formare i cittadini ed esortarli, oltre che attraverso leggi idonee, anche attraverso l’esempio di chi crede e sa.Se tutti imparassimo a far bene la raccolta differenziata, molti materiali potrebbero essere riutilizzati risparmiando così risorse naturali e l’energia necessaria per la produzione di nuove materie prime.

Per migliorare il decoro del nostro paeseIl Comune si adopera per rendere il paese più accogliente e bello e per aumentare la qualità della vita anche con la pulizia (raccolta dei rifiuti in modi diversi) e con il mantenimento del decoro negli spazi pubblici. Molto è stato fatto e si stanno pure promovendo nuove iniziative. Anche il singolo cittadino dovrebbe prestare maggiore attenzione per contribuire a tale scopo.Le cassette per i fiori sui davanzali erano qualcosa di veramente notevole a Stabio, fino a qualche anno fa. Si potrebbe ancora immaginare e realizzare qualche iniziativa di abbellimento.Tuttavia quel che si ritiene qui maggiormente essenziale è la regolare manutenzione delle siepi di confine e il taglio dei rami sporgenti sulle aree pubbliche affinché non creino problemi alla circolazione e ai pedoni.Pure i nostri boschi quando non curati dai proprietari con regolarità – specialmente lungo le strade e i sentieri – creano di tanto in tanto situazioni sconvenienti e spiacevoli brutture.L’augurio è che la popolazione possa dare una mano al Comune. E che insieme si contribuisca a migliorare il nostro paese!

Martedì 13.30 — 17.00Venerdì 13.30 — 17.00Sabato 09.00 — 12.00 / 13.30 — 17.30

Orari d’apertura