AmateurProfessionnel Nuovi punti di vista brinkmann/SUONO-387-12-05.pdf · 2016. 5. 13. ·...

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l’ Amateur Professionnel Amplificatore integrato Brinkmann Integrated Prezzo: 4.780,00 Dimensioni: 48 x 5 x 37 cm (l x a x p) Peso: Kg 10 Distributore: Music Tools Via Pantanelli, 119 - 61025 Montellabate (PS) Tel.0721.47.28.99 - Fax 0721.49.36.70 www.musictools.it di Mario Berlinguer B rinkmann non è mai stato molto conosciu- to nel nostro paese, e ha una storia audio ignota ai più, ma è un marchio presente a livello locale e internazionale da moltissimi an- ni. Anzi, è probabilmente stato tra i primi mar- chi “esoterici” europei, e anche se non mi pare di avere mai avuto l’opportunità di parlarne, mi ricordo di averci avuto a che fare molti anni fa, quando ancora lavoravo per un’altra rivista. Ero infatti rimasto incuriosito dai alcuni dei primi prodotti del costruttore tedesco, ma dalla mia curiosità non scaturì una prova. Non ricordo se fosse perché Brinkmann non era importato nel nostro paese, o perché l’importatore non fosse un cliente pubblicitario, o ancora perché fossero all’epoca considerati prodotti “immaturi”; in ogni caso mi fu detto che non era il caso di dar- gli spazio... Soprattutto la seconda ragione rientrerebbe in una tendenza che era diffusa più o meno in tutte le riviste, chi più chi meno, ed è una delle ra- gioni per cui gli appassionati non hanno potuto seguire il nascere e i primi passi di alcune delle aziende che oggi sono considerate impor- tanti. Nel caso di Brinkmann fu pro- babilmente un errore, anche perché già all’epoca, rispetto ad altri costrutto- ri considerati “cantinari”, i prodotti di Helumt Brinkmann spiccavano per un elevato grado di raffinatezza, per la messa in primo piano del contenuto tecnico, per una costruzione raffinata e accurata che con- trastava fortemente con altre realizzazioni del- l’epoca. Brinkmann è infatti stato tra i primissi- mi fautori di quell’hi-end dall’aspetto curato e tecnologico, uno dei primi costruttori per cui i condensatori, i transistor, i circuiti e la progetta- zione assumevano un ruolo non solo tecnico ma anche estetico. In primo piano non era più la gran quantità di manopole e controlli della pro- duzione commerciale, ma il disegno scaturiva dalla linearità della progettazione, e in vetrina, al posto dei mille comandi e lucine colorate, fi- nivano la linearità degli stampati, la componen- tistica impiegata, molto spesso di straordi- naria qualità, la lavorazione accurata dei metalli. E oggi ci troviamo a par- lare di un costruttore che si è nel frattempo costruito una buona fa- ma, con una rete di distributori molto ampia anche in paesi noto- riamente ostili a prodotti di im- portazione, e una gamma di pro- dotto non ampia ma completa e raffinata. Oltre al prodotto presentato su questa prova, voglio segnalare altre elettroniche del co- struttore: in primis il finale monofonico Mono (nome non originalissimo), un apparecchio con circuitazione simmetrica di notevole potenza (“solo” 150 Watt su 8 Ohm, ma con una ca- pacità di picco di più di 1.500 Watt). Poi il pre di riferimento Marconi, un due telai con alimentazione separata e con alcune valvole negli stadi di inversione di fase (cosa curiosa per un costruttore che mi sembra di ricordare sia da sempre vo- tato allo stato solido), e il più piccolo pre Calvin, sempre con alimentazione separata, e in più con la possibilità di inserire uno stadio phono MM e MC interno. In ogni caso, Brink- mann offre anche un interessante stadio phono, il Fein, che oltre a poter essere abbinato a testine MM o MC sia a bassa sia ad alta uscita, dispone di un controllo di volume bufferizzato, in modo da poter pilotare un finale senza bisogno di pas- sare per un preamplificatore. Una buona idea per quegli analogisti che non desiderino impie- gare altre sorgenti. Inoltre, Brinkmann ha al suo attivo due interes- santi giradischi. Il primo, in catalo- go da molti anni, è il Balance, un apparecchio con base in durallu- minio e un piatto dal considere- vole peso di 20 chili, un ingegno- so sistema elettronico per control- lare la temperatura del perno, un’alimentazione di serie a stato solido che può essere sostituita con un’unità a valvole. Il secondo è il LaGrange, anch’esso con la possi- bilità di alimentazione a valvole e con la caratteristica di poter montare due bracci. Infine, c’è anche un braccio da 10,5 pollici che si chia- ma semplicemente Tonearm, che prevede un in- tenso uso di alluminio, con superficie trattata in funzione antirisonante, ampia possibilità di re- golazione del VTA e, a detta del costruttore, possibilità di montaggio per una vastissima gamma di testine. Come abbiamo visto Brinkmann, che può vanta- re una certa originalità nella realizzazione dei suoi apparecchi, non si può dire molto creativo nell’individuazione dei nomi, e infatti ha chia- mato l’amplificatore che abbiamo in prova sem- plicemente Integrated. Nome a parte, è un pro- dotto interessante per quanto volutamente ed estremamente minimalista, a partire dall’aspetto Nuovi punti di vista Molto bello a vedersi, ben realizzato, semplice e soprattutto dal suono decisamente convincente: davvero una piacevole sorpresa questo integrato di scuola tedesca. 62 dicembre 2005 • SUONO Forme austere e tre comandi disponibili sul telecomando: volume su, giù e tasto mute, essenziale robusto e molto pesante.

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  • l’AmateurProfessionnel

    Amplificatore integrato Brinkmann IntegratedPrezzo: € 4.780,00Dimensioni: 48 x 5 x 37 cm (l x a x p)Peso: Kg 10Distributore: Music ToolsVia Pantanelli, 119 - 61025 Montellabate (PS)Tel. 0721.47.28.99 - Fax 0721.49.36.70www.musictools.it

    di Mario Berlinguer

    B rinkmann non è mai stato molto conosciu-to nel nostro paese, e ha una storia audioignota ai più, ma è un marchio presente alivello locale e internazionale da moltissimi an-ni. Anzi, è probabilmente stato tra i primi mar-chi “esoterici” europei, e anche se non mi paredi avere mai avuto l’opportunità di parlarne, miricordo di averci avuto a che fare molti anni fa,quando ancora lavoravo per un’altra rivista. Eroinfatti rimasto incuriosito dai alcuni dei primiprodotti del costruttore tedesco, ma dalla miacuriosità non scaturì una prova. Non ricordo sefosse perché Brinkmann non era importato nelnostro paese, o perché l’importatore non fosseun cliente pubblicitario, o ancora perché fosseroall’epoca considerati prodotti “immaturi”; inogni caso mi fu detto che non era il caso di dar-gli spazio...Soprattutto la seconda ragione rientrerebbe inuna tendenza che era diffusa più o meno in tuttele riviste, chi più chi meno, ed è una delle ra-gioni per cui gli appassionati nonhanno potuto seguire il nascere e iprimi passi di alcune delle aziendeche oggi sono considerate impor-tanti. Nel caso di Brinkmann fu pro-babilmente un errore, anche perchégià all’epoca, rispetto ad altri costrutto-ri considerati “cantinari”, i prodotti diHelumt Brinkmann spiccavano per unelevato grado di raffinatezza, per la messain primo piano del contenuto tecnico, peruna costruzione raffinata e accurata che con-

    trastava fortemente con altre realizzazioni del-l’epoca. Brinkmann è infatti stato tra i primissi-mi fautori di quell’hi-end dall’aspetto curato etecnologico, uno dei primi costruttori per cui icondensatori, i transistor, i circuiti e la progetta-zione assumevano un ruolo non solo tecnico maanche estetico. In primo piano non era più lagran quantità di manopole e controlli della pro-duzione commerciale, ma il disegno scaturivadalla linearità della progettazione, e in vetrina,al posto dei mille comandi e lucine colorate, fi-nivano la linearità degli stampati, la componen-tistica impiegata, molto spesso di straordi-naria qualità, la lavorazione accuratadei metalli. E oggi ci troviamo a par-lare di un costruttore che si è nelfrattempo costruito una buona fa-ma, con una rete di distributorimolto ampia anche in paesi noto-riamente ostili a prodotti di im-portazione, e una gamma di pro-dotto non ampia ma completa eraffinata. Oltre al prodotto presentato su questaprova, voglio segnalare altre elettroniche del co-struttore: in primis il finale monofonico Mono(nome non originalissimo), un apparecchio con

    circuitazione simmetrica di notevole potenza(“solo” 150 Watt su 8 Ohm, ma con una ca-pacità di picco di più di 1.500 Watt). Poi ilpre di riferimento Marconi, un due telaicon alimentazione separata e con alcunevalvole negli stadi di inversione di fase(cosa curiosa per un costruttore che misembra di ricordare sia da sempre vo-tato allo stato solido), e il più piccolo

    pre Calvin, sempre con alimentazione separata,e in più con la possibilità di inserire uno stadiophono MM e MC interno. In ogni caso, Brink-mann offre anche un interessante stadio phono,il Fein, che oltre a poter essere abbinato a testineMM o MC sia a bassa sia ad alta uscita, disponedi un controllo di volume bufferizzato, in mododa poter pilotare un finale senza bisogno di pas-sare per un preamplificatore. Una buona ideaper quegli analogisti che non desiderino impie-gare altre sorgenti. Inoltre, Brinkmann ha al suo attivo due interes-

    santi giradischi. Il primo, in catalo-go da molti anni, è il Balance, unapparecchio con base in durallu-minio e un piatto dal considere-vole peso di 20 chili, un ingegno-so sistema elettronico per control-lare la temperatura del perno,un’alimentazione di serie a stato

    solido che può essere sostituitacon un’unità a valvole. Il secondo è

    il LaGrange, anch’esso con la possi-bilità di alimentazione a valvole e con la

    caratteristica di poter montare due bracci. Infine,c’è anche un braccio da 10,5 pollici che si chia-ma semplicemente Tonearm, che prevede un in-tenso uso di alluminio, con superficie trattata infunzione antirisonante, ampia possibilità di re-golazione del VTA e, a detta del costruttore,possibilità di montaggio per una vastissimagamma di testine.Come abbiamo visto Brinkmann, che può vanta-re una certa originalità nella realizzazione deisuoi apparecchi, non si può dire molto creativonell’individuazione dei nomi, e infatti ha chia-mato l’amplificatore che abbiamo in prova sem-plicemente Integrated. Nome a parte, è un pro-dotto interessante per quanto volutamente edestremamente minimalista, a partire dall’aspetto

    Nuovi punti di vistaMolto bello a vedersi, ben realizzato, semplice e soprattutto dal suono decisamente convincente: davvero una piacevole sorpresa questo integrato di scuola tedesca.

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    Forme austere e tre comandi disponibili sultelecomando:volume su,giù e tasto mute,essenziale robusto e molto pesante.

  • esteriore per arrivare sino alla filosofia di pro-gettazione. Partiamo dall’esterno, che si presen-ta meccanicamente assai ben realizzato, con nu-trito impiego di metalli e con un lavoro di inca-stri molto ben congegnato. Il frontale contienesemplicemente un pulsante per l’uscita dallostand-by segnalata dall’accensione di un led(l’apparecchio non dispone di un interruttore diaccensione vero e proprio), un controllo di volu-me e un selettore delle sorgenti, nonché, cosa ra-ra ma a mio parere molto apprezzabile, un’usci-ta per cuffie, che si aziona automaticamente nonappena si metta in stand-by l’amplificatore (adetta del costruttore, è bene utilizzare cuffie dialmeno 200 Ohm). Le funzioni di controllo delvolume e di messa in stand-by sono attuabili an-che tramite telecomando. Il selettore delle sor-genti è apparentemente privo di indicazioni, lequali sono in realtà visibili attraverso il coper-chio in vetro, che mostra l’elegantissima realiz-zazione tecnica dell’apparecchio nonché i dueled rossi che si illuminano non appena vienecollegato alla rete. Il coperchio nasconde (anzinon lo nasconde) anche il sensore per il teleco-mando, collocato quindi in posizione insolita ri-spetto ad altri apparecchi, il che comporta chenon in tutte le installazioni sarà facile usarlo, peresempio quando l’ampli è collocato in un mobi-le dai ripiani particolarmente stretti. Io non hocomunque avuto alcun problema su un mobilet-to dalle dimensioni normali, quindi le preoccu-pazioni del costruttore in questo senso sono for-se eccessive. Al fianco del coperchio in vetro sitrovano le alettature per il raffreddamento. Ilpannello posteriore ospita quattro ingressi ad al-to livello, e due ingressi digitali coassiali, inquanto per chi volesse è possibile acquistare unascheda di conversione da inserire all’interno del-l’apparecchio. È un modulo di conversione inte-ressante almeno sulla carta (l’esemplare in pro-va ne era privo), che impiega valvole miniatu-rizzate per gli stadi di conversione corrente-ten-sione, e possibilità di accettare frequenze dicampionamento da 32 a 48 kHz. L’ampli dispo-ne anche di uscita bufferizzata per un registrato-re. Persino il fondo del telaio presenta degliaspetti interessanti. Intanto perché è sul fondoche va inserito il cordone di alimentazione, ver-so il centro e molto vicino al toroidale, in mododa evitare un transito di corrente all’interno del-l’apparecchio. Poi perché il sistema di appoggioè abbastanza originale, su tre punti di cui uno èrappresentato dallo stesso involucro del trasfor-matore, e gli altri due da robusti coni verso laparte posteriore dell’apparecchio.

    L’UTILIZZOL’interno è dunque completamente visibile sen-za bisogno di aprire l’ampli, e devo dire che l’e-leganza del disegno, della disposizione dei com-ponenti e la qualità dello stampato meritava pro-prio di essere messa in mostra. Degli aspetti tec-nici si occupa l’incorniciato che troverete suqueste pagine, qui vi riporto semplicemente po-co più di quanto dichiarato dal costruttore, già disuo laconico. Il toroidale è racchiuso in un mas-siccio contenitore metallico, ai due lati del qualesi trovano quattro poderosi condensatori Sikorel

    da ben 15.000 uF ciascuno. Il segnale dagli in-gressi arriva direttamente al controllo di volumeAlps serie blu, il che farebbe rientrare questo in-tegrato nel novero di quelli con stadio di pream-plificazione passivo, anche se le cose, come ve-drete leggendo lo spazio tecnico, non sono cosìsemplici. Dopo ciò il segnale arriva agli stadi diingresso dei finali, che prevedono tra l’altro unmodulo lineare simmetrico in classe A per cia-scun canale (incapsulato in un contenitore blumarcato Brinkmann), e, infine, ai dispositivi dipotenza Sanken. Da questi il segnale arriva alleuscite per i diffusori, le quali, come il costrutto-re sottolinea più volte, non sono protette da cor-tocircuiti, e quindi è necessario fare attenzioneper non rompere l’apparecchio. Tra le altre rac-comandazioni del costruttore si trova quella cheriguarda la fase elettrica, e infatti la presa delcordone di alimentazione ha un punto rosso sullato che corrisponde alla fase, e un’altra chesconsiglia di impiegare per i diffusori cavi di ti-po Litz, secondo il costruttore più rischiosi perquanto concerne i cortocircuiti in uscita. Tra idati di targa, segnalo una potenza nominale di70 Watt su 8 Ohm, che diventano 100 su 4 (undato che dovrebbe essere reale, visto che unavolta tanto ci troviamo davanti a un costruttoreche non si limita a dichiarare che la potenza rad-doppia con il dimezzarsi dell’impedenza - vival’onestà!), e un’impedenza di carico minimo di3 Ohm. Prima di addentrarmi nelle note d’ascolto vere eproprie, qualche impressione ricavata da unascolto più distratto, effettuato nell’arco di sva-riati giorni in attesa che l’apparecchio si rodas-se. Il Brinkmann è estremamente piacevole inascolti prolungati, ha in genere una sonorità ap-pena tendente al chiaro ma senza eccessi di bril-lantezza, ad accentuare un senso di trasparenzache si avverte in modo piuttosto immediato.Inoltre, già così, anche a volumi moderati, si no-ta un apprezzabilissimo sviluppo tridimensiona-

    le, e una capacità spiccata nel far sparire i diffu-sori dalla scena sonora. A ciò si associa un buonsenso dell’ordine nella disposizione del materia-le timbrico e nella gestione non confusa deimolteplici piani sonori. In sostanza, l’ampli ri-esce a farsi ascoltare per ore senza mai stancare,a dimostrazione di una buona musicalità, ma an-che a far trasparire, già a un ascolto non concen-trato, delle qualità audiophile singolarmentespiccate.Le sedute vere e proprie (a volumi adeguati e daun punto d’ascolto appropriato) iniziano conHegel di Lucio Battisti (Numero 1), che consen-te di verificare la buona propensione ritmicadell’integrato, le cui percussioni sono veloci alpunto giusto, non robuste e concrete come con

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    Amplificatore integrato Brinkmann Integrated

    Tecnologia: a stato solido Ingressi: 4 linea, 2 digitaliopzionali Potenza (W su Ohm): 75 su 8, 120 su 4THD (%): 0,01 Sens./Imp. Line (mV/kOhm): 400/20.

    CARATTERISTICHE DICHIARATE

    Lucio Battisti, Hegel (Numero 1); Shostakovich,Quartetti nn. 4, 6 e 11, Borodin String Quartet (EMI);Costanzo Festa, Mottetti, Cantica Symphonia (Stradi-varius); Beethoven, Triplo Concerto per piano, violinoe violoncello,Arrau, Szeryng, Starker, Inbal (Philips).

    I DISCHI UTILIZZATI

    Sorgente analogica Rega Planar 9 con prototipo ditestina MC; stadio phono AM Audio MC 02; lettoreDVD Audio JVC XV-D723; pre e finali mono AM Au-dio A-5 e A-80; diffusori Aliante One Hex; cavi di in-terconnessione AudioQuest Cheetah e ART Millen-nium 6000; cavi di potenza AudioQuest Kilimanjaroe ART Millennium 6000; tavolino Music Tool Isoshelf.

    L’IMPIANTO DI RIFERIMENTO

    Le connessioni sono dispo-ste in modo estremamenteordinato: ai lati i morsetti dipotenza e al centro gli ingres-si. Sono disponibili 4 linea 1uscita per il tape e 2 ingressidigitali che funzionano solocon il modulo opzionale diconversione. I morsetti di po-tenza (A) hanno un’eccellente meccanica che consenteun serraggio molto tenace con il minimo sforzo. Il corpoe i contatti con il cavo sono in rame, mentre la ghieraesterna è in plastica molto robusta e piacevole al tatto.

    Gli ingressi sono fissati saldamente alla parete di fondo(B) con i contatti saldati ad un circuito stampato. Il com-mutatore, anch’esso saldato sulla stessa PCB, è azionatocon un rinvio meccanico collegato alla manopola.

    Contatti a prova di bomba

  • LA SCHEDA TECNICAAmplificatore integrato Brinkmann Integrated

    L’amplificatore è costruito con estrema cura e materia-li di qualità. Lo chassis è realizzato in modo abbastan-za singolare: i due dissipatori, fissati ai lati del mobile, han-no anche una funzione strutturale:sostengono i pannelli an-teriore e posteriore. La disposizione delle alette è curiosa-mente disposta in verticale e non favorisce il naturale flus-so dell’aria ma consente la riduzione degli ingombri in al-tezza.L’interno è alto solo 5 cm ma il trasformatore fuorie-sce dal pannello inferiore per un’altezza complessiva pocoinferiore ai 10 cm.La disposizione delle sezioni dei circuitoè ben ingegnerizzata e non sono presenti di fatto collega-menti aerei se non quelli di massa. Il potenziometro mo-torizzato e il commutatore degli ingressi sono posizionatinel punto più opportuno del circuito e sono azionati da rin-vii meccanici molto precisi e robusti. L’alimentazione èrealizzata tramite un unico trasformatore per i due stadi dipotenza.La capacità degli elettrolitici è notevole (30.000 uFper ramo),.La sezione linea è alimentata tramite stabilizzatoriin tensione. L’amplificatore è privo di reazione negativasugli stadi finali e sui driver che operano fuori dell’anello.Inoltre i finali sono privi della resistenza stabilizzatrice diemettitore per non far incidere eccesivamente la distorsionedi ordine dispari piuttosto presente in questa tipologiad’utilizzo come conferma il rilevamento strumentale. Dalnon utilizzo delle resistenze di stabilizzazione,ne guadagna,in parte,anche la resistenza di uscita restituendo un fatto-re di smorzamento compreso nella fascia 30-40,valore de-cisamente buono per questo tipo di circuito. Ciò è riscon-trabile in Fig.1: la banda passante rilevata su carico resistivoe su carico reale simulato non denuncia particolari devia-zioni dell’andamento generale.Al banco l’integrato in gra-do di erogare una potenza di 60 Wrms su di un carico di 8Ohm; l’amplificazione necessaria per pilotare i finali è ot-tenuta mediante un modulo ibrido lineare seguito da duestadi a componenti discreti dove è inserito anche il molti-plicatore di Vbe per la regolazione automatica della correntedi riposo.L’apparecchio è dotato di un amplificatore per cuf-fia che preleva il segnale direttamente dagli ingressi, rea-lizzato con un operazionale e due transistor. La sensibilitàdi linea è di circa 450mVrms che per una potenza di 60 Wrmssu 8 Ohm,restituisce un guadagno totale pari a circa 34 dB.L’intermodulazione tra due toni presenta non linearità di or-dine pari e dispari.Le componenti giacciono comunque ol-tre 60 dB rispetto ai toni di misura, un buon risultato con-siderando che i finali lavorano privi di controreazione.

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    l’AmateurProfessionnel

    le mie elettroniche di riferimento (che hanno co-munque un costo superiore), ma precise e coin-volgenti. Molto dettagliati i piatti e in genere lepercussioni del registro superiore, di molte dellequali è svelata con scarsa indulgenza la naturaelettronica. Un suono dunque piuttosto rivelato-re, anche con gli strumenti di accompagnamen-to, che sono rappresentati con una lieve predile-zione per le tinte chiare ma comunque con unanaturale completezza armonica ed eccellente va-rietà timbrica. La trasparenza di questo ampliconsente di apprezzare molte sfumature neglistrumenti sintetici, ma anche nelle chitarre im-piegate qua e là nel disco. Il basso è ottimo, do-tato di impatto deciso quando necessario, capace

    di spinta ma anche ben controllato, nei limiti diquanto consentito nei limiti di questa variopinta,ma non ottima registrazione. È un basso che giàa volume non molto alto risulta emozionante, eche trasmette volentieri energiche vibrazioni alcorpo dell’ascoltatore. La voce di Battisti, infi-ne, è piuttosto pulita e nitida, ma anche calda,ben al centro della scena e, sempre nei limiti im-posti dalla registrazione, bene articolata. Anchenel caso della voce, si apprezza un’ottima tra-sparenza, non accompagnata da alcuna secchez-za, e quindi il risultato è sempre completamentegodibile. Il fatto che l’esecuzione del disco di Battisti ab-bia mostrato una pur lieve tendenza verso le tin-

    te chiare, mi spinge ad ascoltare uno dei dischiin questo senso più difficili in mio possesso, os-sia i quartetti 4, 6 e 11 di Shostakovich, nell’ese-cuzione del Borodin String Quartet per EMI. Èun disco che con ampli dal suono troppo brillan-te quasi non si può ascoltare, sia per l’incisionesia perché il compositore si sofferma volentierisui registri acuti dei violini. Ebbene, il Brink-mann passa ottimamente la prova, ed esprimeun suono completo e ricco, dalle caratteristichesì solari e luminose, ma anche carico di calore,per un ascolto che si conferma godibilissimo eappassionato. Intanto, i quattro archi sono tra lo-ro molto equilibrati, e l’esecuzione è ricchissimadi sfumature. L’insieme è poi molto carnoso e

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  • pastoso, e le linee individuali emergono congrande chiarezza.La ricchezza del dettaglio mi pare ottima, sianella presenza di rumori extramusicali (avverti-bile in pieno, anche se non fastidiosamente, ilfruscio di questa incisione di matrice analogica),sia di quelli musicali. L’articolazione mi pare ot-tima su tutti i registri, e un particolare apprezza-mento va rivolto alla chiarezza del violoncello,molto preciso ma mai privo di forza espressiva.Sarebbe quasi un’esecuzione didascalica, se nonfosse che la pienezza del timbro, un modo gar-bato e dolce, sia pure autorevole, di porgere ilsuono, e una musicalità che mi pare indubbia,pongono in primo piano la fruibilità e il piacere

    dell’ascolto. Eccellenti le dinamiche, che espri-mono crescendo e diminuendo molto accurati,tali da mettere in ottima evidenza il fraseggio,sia per i contrasti, che appaiono ampli e robusti.Il luminoso colore del suono di questo ampli, ela sua contemporanea capacità di calore, si ri-velano ottimi per le voci, che sono espressecon grande partecipazione. Ascolto una raccol-ta di Mottetti di Costanzo Festa (CanticaSymphonia, Stradivarius) e devo dire che l’e-secuzione del Brinkmann è davvero coinvol-gente. L’immagine è ampia, molto stabile eprofonda, arricchita da una gran mole di infor-mazioni ambientali. Per quanto riguarda l’im-magine, l’ampli non arriva alla forza plasticadelle elettroniche di riferimento, che sono co-munque elettroniche particolarmente eccellentie, ripeto, di costo totale superiore. La qualitàdelle voci è carnosa, rotondissima senza peròmai traccia di ridondanza. La declamazione deltesto è chiara, e ricca la ricostruzione delle sfu-mature espressive, con un senso delle dinami-che e del fraseggio veramente spiccato. I regi-stri vocali sono ben equilibrati, a costruire unimpasto omogeneo in cui, di nuovo, è moltosemplice seguire le linee individuali. Nei mo-menti di insieme, che in questo disco produco-no una potente massa sonora, l’ampli non mipare manifestare alcuna incertezza, e anche nelforte le voci non si induriscono, mantenendosempre una consistenza plastica e armonica. Sututto, in ogni caso, prevalgono un fortissimosenso musicale, una piacevolezza continua euna grande forza comunicativa, che rendonol’ascolto decisamente emozionante. Emozionante, calda e corposa anche l’esecu-zione del repertorio sinfonico, che ascolto conil Triplo Concerto per piano, violino e violon-cello di Beethoven (Arrau, Szeryng, Starker,Inbal, Philips). L’esecuzione di questi grandis-simi virtuosi è rispettata egregiamente, le raffi-natezze del loro fraseggio sono molto presenti,

    come anche è presente la qualità del loro suo-no, la cangiabilità del tocco, le mille inflessionidi cui questi artisti erano capaci. La timbricadell’orchestra mi dà un’impressione di grandenaturalezza, espressa in tutte le situazioni sen-za il minimo sforzo e con grande spontaneità.Il Brinkmann sembra disporre di grande ener-gia, ma questa energia, piuttosto che tradursi insemplice forza muscolare (che pure non man-ca), si riversa nella fluidità dell’esecuzione,nella costante compattezza e armonicità delsuono, in una prestazione musicalissima, com-pleta d emozionante.

    IN SINTESIL’indirizzo tecnico intrapreso dal costruttore te-desco con la scelta di tenere fuori dall’anello ifinali di potenza, caratterizza l’apparecchio chesi inserisce a tutto diritto come rappresentanteestremo di una delle scuole di pensiero sullacontroreazione o meno! A favore della scelta diBrinkmann va detto che la sua interpretazionedel concetto riesce a minimizzare gran parte dei“contro” tipici della soluzione ad anello aperto.Per contro analizzata la realizzazione da questopunto di vista, appare dissonante la presenza,lungo il percorso del segnale, di amplificatorioperazionali considerati desueti (e pure di naturapiuttosto economica), in luogo di componentiodierni certamente più performanti.Ciò non di meno l’Integrated è un eccellenteamplificatore, sicuramente uno dei migliori nel-la sua fascia di prezzo, e capace di dare filo datorcere a più costosi mostri sacri dell’hi-end.Peccato non averlo potuto provare con il suostadio phono né con il convertitore interno, main ogni caso l’Integrated può essere il centro diun impianto su base analogica o digitale, noncerto economico ma sicuramente semplice emolto ben suonante, capace di dare grandisoddisfazioni. Una vera sorpresa, e un colpo di fulmine.

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    Amplificatore integrato Brinkmann Integrated

    1 • La tecnologia utilizzata nell’elettronica è preva-lentemente SMD. I circuiti stampati sono di ottima fat-tura.Colpisce invece l’unica coppia di cavi di segnale sal-dati direttamente sulle piste..!

    2 • I transistor finali sono della Sanken con il caratteri-stico involucro a “saponetta”. Eccellenti per la linearitàdei parametri elettrici sviluppati espressamente per ap-plicazioni audio.

    3 • L’amplificatore di tensione dello stadio finale è rea-lizzato con un modulo ibrido sviluppato da Brinkman.Nella foto, si nota il contenitore monolitico che contie-ne il circuito in classe A simmetrica.

    4 • I condensatori sono di inusuale capacità (30.000uF) e si notano i collegamenti di potenza decisamentesurdimensionati: sulle piste è stata apposta una barradi rame sulla quale si avvitano direttamente i reofori deicondensatori e dalla quale partono i conduttori mo-nopolari realizzati in tondino di rame, si nota il colle-gamento di massa che raggiunge direttamente il mor-setto di massa del diffusore.

    10 Hz 100 1.000 10.000 90.000Fig. 1

    Fig. 2

    A sinistra in alto: le indicazioni sul livello del volume esul selettore degli ingressi sono disposti intorno allemassicce manopole e visibili attraverso il pannello invetro superiore. Eccellenti le lavorazioni meccaniche:tra il foro sul pannello e la manopola c’è uno spazio ri-dottissimo e la rotazione avviene senza oscillazioni.Davvero molto piacevole al tatto la sensazione di preci-sione e robustezza.

    A sinistra in basso: il trasformatore toroidale fuoriescedal fondo dell’apparecchio e, verso la parte posterioreè alloggiata la vaschetta IEC per la connessione delcavo di rete. Verso il retro sono avvitate la fondo duepunte coniche che consento il posizionamento del-l’apparecchio in piano. Sotto il trasformatore è postoinvece un disco di gomma che poggia direttamentesul piano d’appoggio.

    A destra: nel circuito ven-gono utilizzati dei vetustiamplificatori operazionaliTL081 e TL082 molto im-piegati negli scorsi anni maprossimi a un meritatopensionamento.

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