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ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

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Legge n.170 (8 ottobre 2010) art. 3: “ E’ compito delle scuole di ogni ordine e grado, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare casi sospetti di DSA degli studenti. L’esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA”.

Consensus Conference2011 raccomanda: “ …che gli insegnanti della scuola dell’infanzia e della prima classe della scuola primaria siano coinvolti attivamente nel percorso di identificazione dei bambini a rischio DSA.”

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Fermo restando l'obbligo di presentazione dellecertificazioni per l'esercizio dei diritticonseguenti alle situazioni di disabilità e diDisturbo Specifico di Apprendimento(DSA), ècompito dei Consigli di classe, sulla base diconsiderazioni pedagogiche e didattiche, indicarein quali altri casi, non ricadenti nei disturbiclinicamente riscontrabili, sia opportuna enecessaria l'adozione di una personalizzazione delladidattica ed eventualmente di misure compensativee dispensative.

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Ha difficoltà a riconoscere e discriminare i segni alfabetici contenuti nelle parole, ad analizzarli in sequenza e a orientarsi sul rigo da leggere.

Omette grafemi e sillabe: omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica di consonanti.

Può omettere vocali. Può omettere sillabe Salti di parole e salti da un rigo all’altro. Inversioni di sillabe Aggiunte e ripetizioni. Decodifica la prima parte della parola, talvolta

anche solo il primo grafema o della prima sillaba, e procede “invertendo” l’altra parte.

(IPOTESI DI DISLESSIA)

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Ha difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici, cioè a trasformare gli elementi fonologici di grafemi.

(IPOTESI DI DISORTOGRAFIA)

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Scrive in modo irregolare. La sua mano scorre con fatica sul piano di scrittura. L’impugnatura della penna è scorretta. La capacità di utilizzare lo spazio a disposizione è molto

ridotta. Non rispetta i margini del foglio. Non segue la linea di scrittura (salita o discesa rispetto al

rigo) Ritmo inadeguato: scrive o troppo veloce o troppo lentamente

. Forma delle lettere irregolare. Il gesto grafico è poco fluido. I legami tra le lettere risultano inadeguati.

(IPOTESI DI DISGRAFIA)

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Difficoltà nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numeri.

Difficoltà nell’associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente.

Difficoltà nella lettura dei simboli matematici. Difficoltà nella scrittura dei simboli matematici. Difficoltà nella numerazione in ordine crescente, e

soprattutto, in ordine decrescente. Difficoltà nello svolgimento delle operazioni matematiche. Difficoltà nell’apprendere le procedure di calcolo (riporto,

cambio, incolonnamento). Difficoltà di organizzazione spazio – temporale e visuo –

spaziale. Difficoltà nella discriminazione di segni di operazione ( + x).

(IPOTESI DI DISCALCULIA)

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1) Scarsa considerazione dei particolari.2) Frequenti errori di distrazione.3) Prodotti poco curati.4) Difficilmente portano a termine il lavoro, passando ad altre

attività.5) Esprimono fastidio, insofferenza, intolleranza verso tutto ciò

che gli viene assegnato.6) Perdono spesso il materiale scolastico.7) Anche rispetto a contenuti interessanti si annoiano facilmente.8) Sono attratti da ciò che gli offre un’immediata gratificazione.9) Attività dilazionate nel tempo, con obiettivi a lunga scadenza

non fanno per loro.

(IPOTESI DI DISTURBO DELL’ATTENZIONE)

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1) Si muovono costantemente.2) Hanno sempre bisogno di tenere qualcosa

tra le mani3) Tendono a correre e arrampicarsi ovunque.4) Non sembrano mai tranquilli e rilassati.5) Le parole escono senza controllo.6) Attendere il turno o fare silenzio è fonte di

sofferenza.

(IPOTESI DI IPERATTIVITA’)

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1) Mancanza di controllo e di autoregolazione.

2) Sono impazienti, non sanno aspettare.

3) Rispondono alle domande senza riflettere

4) Interrompono la conversazione

5) Non rispettano il proprio turno.

6) Hanno difficoltà ad inibire i comportamenti non consoni al contesto, a programmare le loro azioni, a prevedere rischi e pericoli.

7) Lo sport, seppur intenso, non li “scarica”.

(IMPULSIVITA’ CHE RIENTRA NEI DISTURDI ADHD)

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A scuola si osservano tempi brevi di attenzione, prestazioni deficitarie, o comunque inferiori alla media.

Linguaggio ipoevoluto sia nella comprensione che nella produzione.

Atteggiamenti e comportamenti immaturi standard. Fanno fatica ad applicare le conoscenze e le strategie

apprese. Mostrano difficoltà a trasferire le conoscenze da un

ambito all’altro.

(IPOTESI DI FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO IN AREA LIMITE)

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(IPOTESI DI SPETTRO AUTISTICO)

Scarsa empatia: i bambini con questa sindrome non riescono a cogliere il non verbale e appaiono sempre poco interessati agli stati emotivi di chi gli sta vicino.

Compromissione qualitativa nell’interazione sociale: c’è una marcata compromissione nell’uso dei diversi comportamenti non verbali come lo sguardo diretto, l’espressione mimica, le posture corporee e i gesti. Questi bambini non ricercano spontaneamente gli altri bambini.

Linguaggio strutturalmente adeguato: è carente però la forma comunicazionale. Egli può parlare ininterrottamente del suo argomento preferito senza mai prestare attenzione all’interlocutore.

Modalità di comportamento, interessi e attività ristretti: pochi interessi ripetitivi che lo pervadono in modo eccessivo e dai quali non riesce a distrarsi. Si osservano abitudini rigide e rituali che non hanno un’utilità comprensibile. Spesso il bambino manifesta interesse e curiosità per parti di oggetti, piuttosto che per l’oggetto intero e per il suo uso.

Goffaggine: hanno scarse abilità, un’andatura rigida, assumono posture bizzarre, la coordinazione oculo manuale è carente.

Livello intellettivo nella norma

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Rientrano i bambini che incontrano per un periodo scolastico una malattia fisica che può causare stanchezza, facile esauribilità, irritabilità, difficoltà oggettiva ad eseguire un compito. (esempio: occhio pigro, arto ingessato)

Si tratta di circostanze che provocano nuclei di sofferenze psicologica, talvolta mascherata da comportamenti inadeguati, magari trasgressivi, oppositori, provocatori, altre volte da chiusura, ritiro in se stessi, difficoltà ad interagire con i coetanei e le insegnanti. (esempio: bambini adottati, bambini che vivono conflitti familiari). In questo caso la scuola può assumere il valore affettivo, senso di appartenenza.

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Alunno straniero

Alunno superdotato

Alunno con ansia da separazione e fobia sociale

I bambini con scarsa autostima

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Per l’accertamento di un eventuale Disturbo Specifico di Apprendimento i genitori devono rivolgersi alle Strutture Sanitarie competenti pubbliche o private accreditate, le quali predispongono un percorso diagnostico condiviso a livello nazionale.

La diagnosi deve essere effettuata all’interno di un équipe multi professionale composta da neuropsichiatra infantile, psicologo e logopedista.

La certificazione consegnata alla scuola consentirà ai docenti di redigere il PDP. La certificazione deve essere redatta con chiarezza, descrivendo gli ambiti di difficoltà del soggetto, ma anche le potenzialità e le competenze acquisite.

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Consulenza ai docenti: per l’elaborazione del PDP e incontro periodici di monitoraggio.

Consulenza alla famiglia: per aiutare i vari membri a comprendere le difficoltà presentate (come si manifestano, come vanno affrontate, con quali strumenti)

Intervento diretto sul soggetto in difficoltà: sia sul piano psicologico sia a livello pedagogico e logopedico, per favorire la consapevolezza del proprio problema, ma anche per porre in luce le aree di risorsa che possono essere impegnate sia come strumenti compensativi sia come competenze da mettere in gioco per la riduzione graduale del problema stesso.

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1) Organizzare l’ambiente: si possono creare pareti parlanti, con la presenza di scritte chiare e in stampato maiuscolo, con riferimenti espliciti ed essenziali (grafemi complessi, tabelline difficili …). E’ importante che in ogni aula ci sia un orologio grande dal quadrante leggibile e un calendario di facile lettura.

2) Distribuire i posti in classe: i bambini con difficoltà devono occupare un posto privilegiato in modo da poter essere più facile controllare l’esecuzione del lavoro.

3) Parlare rivolti verso gli alunni: I bambini hanno bisogno di sentirsi importanti e il contatto oculare con i bambini lo consente.

4) Condividere gli obiettivi con gli alunni: in modo da stimolare la loro curiosità.

5) Gratificare i progressi: premiare l’impegno e il miglioramento.

6) Individuare i metodi di apprendimento già posseduti dagli alunni: osservare il metodo, la strategia, utilizzata dall’alunno, in modo da riuscire a fornire l’aiuto necessario.

7) Avviare al metodo di studio: insegnare a sottolineare le parti più importanti di un testo, anche con annotazioni al lato.

8) individuare le strategie di studio possedute dagli alunni: proporre di studiare un argomento in silenzio, e chiedere al bambino quale metodo hanno usato per comprendere e ricordare.

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9) Individuare le strategie per l’elaborazione del testo scritto, di una situazione problematica: segue una scaletta, segue una procedura autonoma. L’osservazione permette all’insegnante di dare indicazioni o suggerimenti in base al metodo già usato dall’alunno.

10) Fornire una scaletta sugli argomenti e i sotto – argomenti per orientare l’ascolto: incuriosire gli allievi e focalizzino la loro attenzione su quanto accennato dall’insegnante.

11) Al termine della lezione procedere con una breve sintesi sull’argomento trattato: è sufficiente un semplice schema alla lavagna, consegnandone, se possibile, una copia cartacea al bambino in difficoltà.

12) Verificare se la consegna sia stata compresa: può risultare difficile la decodifica delle consegne scritte, quindi dare un tempo adeguato per la lettura e la comprensione di quanto richiesto.

13) Riepilogare l’argomento della lezione precedente prima di procedere con contenuti nuovi: imparare a collegare gli argomenti.

14) Assegnare compiti a casa in quantità adeguata: assegnare un esercizio obbligatorio per ogni singolo apprendimento ed altri facoltativi da svolgere anche in forma orale.

15) Calibrare le attività di copia alla lavagna: è controproducente perché il bambino può omettere parti del testo. Se necessario utilizzare parole chiave colori diversi.

16) Ridurre la richiesta di prendere appunti: evitare dettati troppo lunghi o di far prendere appunti.

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1) Incoraggiare l’apprendimento collaborativo.

2) Predisporre momenti di tutoraggio. 3) Utilizzare mediatori didattici (immagini,

schemi) 4) Dividere gli obiettivi in sotto – obiettivi. 5) Offrire schemi anticipatamente su quanto

verrà affrontato. 6) Sollecitare collegamenti tra le informazioni. 7)Sviluppare processi di autovalutazione e

autocontrollo.

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PER QUESTI BAMBINI E’ PREFERIBILE REDIGERE UN PDP (Piano Didattico Personalizzato) COME STRUMENTO CHE TUTELA L’INSEGNANTE E DIMOSTRA IL SUO IMPEGNO NEL VOLER ATTUARE UNA DIDATTICA DIFFERENZIATA.

ESSO DEVE ESSERE FIRMATO DALLA FAMIGLIA, IN CASO DI RIFIUTO, VERRA’ CONSERVATO NEL FASCICOLO DELL’ALUNNO E L’INSEGNANTE NON E’ OBBLIGATO A METTERLO IN PRATICA.