ALLEGORIE PROFANE · 2020. 5. 8. · (Cesare Ripa, Iconologia, 1593) Giovan Francesco Barbieri...

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ALLEGORIE PROFANE

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  • ALLEGORIE PROFANE

  • Il Rinascimento eredita dal Medioevo il gusto per l’allegoria come mezzo per esprimere significati di natura concettuale, ma le mozioni basilari che lo intenzionano sono profondamente mutate in relazione alla nuova visione del mondo. Una volta abbandonato il campo della fede come punto di convergenza della vita dello spirito, l’allegoria rinascimentale (e poi barocca) mira infatti all’esaltazione delle virtù attive dell’uomo o alle reinterpretazione di temi – alcuni dei quali già presenti nell’antichità - come l’Amore, il Tempo, la Fama, le Arti Liberali, i Cinque Sensi.

  • Cinque sensi

  • Mattia Preti, Allegoria dei cinque sensi (1600), Torino, Accademia Albertina delle Belle Arti

  • Jacques Linard, I cinque sensi e i quattro elementi (1627), Paris, Musée du Louvre

  • Peter Paul Rubens e Jan Bruegel il Vecchio, Allegoria dell’udito (1617-18), Madrid, Museo del Prado

  • Jan Bruegel il Giovane, Allegoria dell’udito, del gusto e del tatto (1620), Madrid, Museo del Prado

  • Jan Bruegel il Giovane, Allegoria dell’udito (1645-50), Ginevra, Collezione privata

  • Jan Bruegel dei Velluti, Vanitas (1631), Torino, Musei Reali, Galleria Sabauda

  • Amore profano

  • La concezione neoplatonica dell’amore elaborata da Marsilio Ficino e filtrata in ambiente veneziano attraverso gli Asolani di Pietro Bembo sta a fondamento del ciclo tizianesco delle Veneri con un organista o un suonatore di liuto, in cui viene ripreso il motivo di matrice classica della ConcertatioVirtutis con Voluptate: per la presenza dell’amorino che poggia sulla spalla e talvolta di un cane (simbolo tradizionale di fedeltà) Venere vi è comunemente identificata come Verticordia (Άφροδίτη Άποτροφία) – la terza ipostasi oltre a quella celeste (Άφροδίτη Όυρανία), emblema della bellezza eterna e universale, e quella terrestre o volgare (Άφροδίτη Πάνδημος), personificazione della forza generatrice – vista nell’atto di volgere il capo verso l’animale o verso Anteros, Amor Virtutis (contrapposto a Eros, Amor Carnalis). Quanto alla Musica, nella mistica neoplatonica essa è ritenuta, insieme con l’Amore e la Filosofia, veicolo privilegiato per l’accesso alla contemplazione del Bene supremo.

  • Tiziano Vecellio, Venere con amorino e organista (1550), Madrid, Museo del Prado

  • Tiziano Vecellio, Venere con organista e cagnolino (1550-51); Madrid, Museo del Prado

  • Tiziano Vecellio, Venere con amorino e liutista (1550), Madrid, Museo del Prado

  • Riprendendo la locuzione virgiliana Omnia vincit amor, il dipinto del Caravaggio, oggetto di numerose imitazioni da parte di pittori della sua cerchia, ritrae un Cupido ridente che nella sua sfrontata e impudica sicurezza di sé calpesta gli emblemi delle virtù e del sapere: strumenti musicali, penna, libro, compasso e squadra, scettro, alloro e corazza, ammassati per terra in guisa di natura morta.Una seconda tela caravaggesca, il Concerto del Metropolitan Museum, può essere interpretato come allegoria dell’amore sensuale per la presenza, accanto ai tre giovani suonatori, di un amorino armato di faretra colto nell’atto di assaggiare un grappolo d’uva. Proprio nell’ideale del concerto si realizza quel principio della concordia discors che è luogo concettuale particolarmente frequentato nell’immaginario cinquecentesco.

  • Michelangelo Merisi da Caravaggio,Amore vincitore (1602-1603)Berlino, Staatliche Museen

  • Rutilio ManettiAmore vincitore (ca. 1635)Dublino, National Galleryof Ireland

  • Orazio Riminaldi Amore vincitore (ca. 1620)Firenze, Galleria Palatinadi Palazzo Pitti

  • Giovanni Martinelli (1600-1659)Amore vittoriosoUbicazione ignota

  • Michelangelo Merisi da Caravaggio, I Musici (1594-1595), New York, The Metropolitan Museum of Art

  • Fama

  • DONNA, vestita d'un velo sottile succinto a traverso, raccolto a mezza gamba, che mostri correre leggiermente, avrà due grandi Ali, sarà tutta pennata, e per tutto vi saranno tanti occhi quante penne, e trà questi vi saranno molte bocche, e orecchie, nella destra mano terrà una Tromba; così la descrisse Virgilio.

    DONNA, con una Tromba nella mano dritta, e nella sinistra con un ramo d'Uliva, avrà l'ali bianche. La Tromba significa il grido universale sparso per gli orecchi de gli uomini. Il ramo d'Uliva mostra la bontà della fama, e la sincerità dell'uomo famoso per opere illustri, pigliandosi sempre, e l'Ulivo, e il frutto suo in buona parte: però nella sacra Scrittura si dice dell'olio parlandosi di Cristo S. N. in figura, Oleum effusum nomentuum; e dell'Uliva dice il Salmo: Uliva fructifera in domo Domini. Et per questa cagione solevano gli Antichi coronar Giove d'Uliva, fingendolo per sommamente buono, e sommamente perfetto. L'ali di color bianco notano la candidezza, e la velocità della fama.

    (Cesare Ripa, Iconologia, 1593)

  • Giovan Francesco Barbieri dettoGuercino, Allegoria della Fama(1621)Roma, Casino dell’Aurora, VillaBoncompagni Ludovisi

  • Simon Vouet, Il Tempo vinto dallaFama, dalla Bellezza e dall’Amore(1627)Madrid, Museo del Prado

  • Gian Giacomo SementiLa Fama, 1638Torino, Galleria Sabauda

  • Artemisia GentileschiAllegoria della Fama(1630-35 ca.)Collezione privata

  • Bernardo StrozziAllegoria della Fama(1635-36)London, National Gallery

  • Jusepe de Ribera, Allegoriadella Storia (1615-20)San Pietroburgo, Museo dell’Hermitage

  • Musica

  • DONNA, giovane, a sedere sopra una Palla di color celeste, con una Penna in mano, tenga gli occhi fisi in una carta di Musica, stesa sopra un'Incudine, con le Bilancie a' piedi, dentro alle quali siano alcuni Martelli di ferro. Il sedere dimostra essere la Musica un singolar riposo dell'animo travagliato. La Palla, scopre, che tutta l'armonia della Musica sensibile si riposa, e fonda nell'armonia de' Cieli, conosciuta da' Pitagorici, della quale ancora noi per virtù d'essi participiamo, e però volentieri porgemo gli orecchi alle consonanze armoniche, e musicali. Et è opinione di molti antichi gentili, che senza consonanze musicali non si potesse haver la perfettione del lume da ritrovar le consonanze dell'anima, e la simmetria, come dicono i Greci, delle virtùIl libro di Musica mostra la regola vera da far participar altrui l'armonie in quel modo, che si può per mezzo de gli occhi. Le Bilancie mostrano la giustezza ricercarsi nelle voci per giudicio de gli orecchi, non meno, che nel peso per giudicio de gli altri sensi. L'Incudine si pone perché si scrive, e crede quindi haver havuto origine quest'arte, e si dice, che Avicenna con questo mezzo venne in cognizione, e si diede a scrivere della convenienza, e misura de' tuoni Musicali, e delle voci, e così un leggiadro ornamento accrebbe al consortio, e alla conversatione de gli uomini.

    DONNA, che con ambidue le mani tiene la Lira di Apolline, e a' piedi ha varij stromentiMusicali. Gli Egizi per la Musica fingevano una Lingua con quattro denti, come ha raccolto Pierio Valeriano diligente osservatore dell'Antichità.

  • DONNA, con una veste piena di diversi istromenti, e diverse cartelle, nelle quali siano segnate le note, e tutti i tempi di esse. In capo terrà una Mano Musicale acconciata frà' capelli, e in mano una Viola da gamba, o altro istromento Musicale.

    SI dipingono alla riva d'un chiaro fonte quasi in circolo molti Cigni, e nel mezzo un giovanetto con l'Ali alle spalle, con faccia molle, e delicata, tenendo in capo una Ghirlanda di fiori, il quale rappresenta Zefiro, in atto di gonfiare le gote, e di spiegare un leggiero vento verso i detti Cigni, per la ripercussione di questo vento parerà, che le piume di essi dolcemente si muovano perché, come dice Eliano, questi uccelli non cantano mai, se non quando spira Zefiro, come i Musici, che non sogliono volentieri cantare, se non spira qualche vento delle loro lodi, e appresso persone, che gustino la loro armonia.

    DONNA, che suoni la Cetra, la quale habbia una corda rotta, e in luogo della corda vi sia una Cicala. In capo habbia un Rusignolo, uccello notissimo, a' piedi un gran vaso di Vino, e una Lira co'l suo arco. La Cicala posta sopra la Cetra significa la Musica, per un caso avvenuto d'un certo Eunomio, al quale, sonando un giorno a concorrenza con Aristosseno Musico, nel più dolce del sonare si ruppe una Corda, e subito sopra quella Cetra andò volando una Cicala, la quale co'l suo canto soppliva al mancamento della Corda; così fù vincitore della concorrenza Musicale, Eunomio, per benefizio della Cicala, e in memoria di tal fatto i Greci drizzarono una statua al detto Eunomio con una

  • Cetra, con la Cicala sopra, e la presero per Hieroglifico della Musica. Il Rusignolo era simbolo della Musica per la varia, soave, e dilettevole melodia della voce, perché avertirono gli antichi nella voce di questo uccello tutta la perfetta scienza della Musica, cioè la voce hora grave, e hora acuta, con tutte le altre, che si osservano per dilettare. Il Vino si pone perché la Musica fù ritrovata per tener gli animi allegri, come fà il Vino, e ancora perché molto aiuto dà alla melodia della voce il Vino buono, e delicato; però si dissero i Cureti sonatori andar in compagnia di Bacco da gli antichi Scrittori.

    (Cesare Ripa, Iconologia, 1593)

  • Simone Peterzano(Parrasio Micheli?)(ca. 1540-1596)Allegoria della MusicaUbicazione ignota

  • Antiveduto GramaticaAllegoria della Musica (ca. 1620)Londra, Collezione privata

  • Lorenzo Lippi, Allegoriadella Musica (1643)Londra, Collezione privata

  • Laurent de la Hyre, Allegoria della Musica (1649), New York, The Metropolitan Museum

  • Nicolas Régnier, Allegoria della musica (ca. 1640), Los Angeles, County Museum