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Allegato n.4
Relazione tecnica trattamento acque di prima e seconda pioggia
e relazione di invarianza idraulica
PROGETTO NUOVI UFFICI E SISTEMAZIONE AREA MOVIMENTAZIONE AUTOMEZZI
COMUNE DI ROSSANO VENETO PROVINCIA DI VICENZA
Data:
Dicembre
2015
Progetto nuovi uffici e sistemazione area movimentazione automezzi annesso all’esistente complesso per deposito e vendita idrocarburi e derivati, stoccaggio provvisorio rifiuti speciali, di proprietà di Fiorese Immobiliare srl in uso alle ditte Fiorese Bernardino S.p.a. e Fiorese Ecologia S.r.l., in via Castion nel Comune di Rossano Veneto – VICENZA
RELAZIONE TECNICA
descrittiva delle aree sottoposte a dilavamento e progetto impianto di trattamento
acque di prima pioggiaA cura di
Dott. Chimico Riccardo Castellani
Ing. Francesco Bertin
Revisione:
V00 Committente:
Fiorese Immobiliare S.r.L Via Castion 70 36028 Rossano Veneto (VI)
PROGETTO NUOVI UFFICI E SISTEMAZIONE AREA MOVIMENTAZIONE AUTOMEZZI PRESSO Relazione Tecnica descrittiva trattamento acque di prima pioggia FIORESE IMMOBILIARE SRL, VIA CASTION 70, 36028 COMUNE DI ROSSANO VENETO (VI)
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INDICE
1 PREMESSA ............................................................................................................... 2
2 DESCRIZIONE DELLE AREE ............................................................................................ 4
3 PORTATE E VOLUMI DI PIENA ................................................................................... 7
4 DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI RACCOLTA E INVASO ACQUE METEORICHE ................. 8
5 TRATTAMENTO DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA ................................................... 12
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1 PREMESSA
Per incarico della Fiorese Immobiliare srl, proprietaria dell’area in oggetto è stata redatta la
presente relazione tecnica al fine di ottenere l’autorizzazione allo scarico delle acque di
prima pioggia che saranno prodotte dal dilavamento delle superfici scoperte impermeabili
pertinenti al “Progetto di nuovi uffici e sistemazione area movimentazione automezzi”
annesso all’esistente complesso per deposito e vendita idrocarburi e derivati, stoccaggio
provvisorio rifiuti speciali, in uso alle ditte Fiorese Bernardino S.p.a. e Fiorese Ecologia S.r.l.,
in via Castion nel Comune di Rossano Veneto nella Provincia di Vicenza (Figura 1).
Si fa notare che mentre il complesso esistente è in usufrutto alle ditte che svolgono le attività
citate al paragrafo precedente, le quali rientrano tra quelle previste all’ allegato F del PTA
(deposito e vendita idrocarburi e impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti speciali), le cui
aree sono già dotate di idoneo impianto di trattamento acque meteoriche di prima pioggia
con scarico in acque superficiali autorizzato con AIA regionale DGRV_79 del 23.12.2011 e
DGRV_ 1008 del 05-06-2012, la nuova area da realizzare oggetto della presente relazione,
anche se attigua a quelle esistenti, sarà dotata una propria rete indipendente di
collettamento e trattamento acque meteoriche nuovo scarico autonomo da autorizzare in
acque superficiali e risulterà quindi idraulicamente scollegata da quella già esistente, poiché
appunto area non soggetta ad attività comprese tra quelle di cui all’allegato F del PTA (vedi
figura n.5).
Al fine inoltre di garantire l’invarianza idraulica dell’area, quest’ultima sarà dotata di un
sistema di laminazione delle portate con successivo scarico dedicato.
La descrizione dell’area di intervento, nonché il dimensionamento delle portate e dei volumi
di prima e seconda pioggia, sono stati effettuati nell’apposita Relazione di Valutazione di
Compatibilità Idraulica, a firma dell’ing. Francesco Pescarolo, che viene allegata alla presente
relazione. Ad essa si rimanda per ulteriori dettagli.
Al fine di ottimizzare e dettagliare la gestione ed il trattamento delle acque di prima pioggia,
rispetto a quanto previsto nella citata Valutazione di Compatibilità Idraulica, sono state
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previste alcune varianti al sistema di captazione, collettamento, accumulo, trattamento e
scarico delle acque. Tali variazioni hanno imposto anche alcune modifiche al sistema di
laminazione delle portate.
In ogni caso le varianti previste non modificano le caratteristiche dimensionali del sistema
originariamente previsto e consistono unicamente in una riorganizzazione planimetrica del
sistema, e nell’inserimento della vasca di prima pioggia, di un dissabbiatore e disoleatore
nonché delle stazioni di sollevamento delle prime e seconde piogge.
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2 DESCRIZIONE DELLE AREE
Gli interventi in progetto prevedono la rivisitazione dell’area movimentazione mezzi dando
disposizione planimetrica più razionale alle aree a parcheggio e verde a servizio delle attività,
previste dal vigente P.R.G. e P.I. di Rossano Veneto, destinate alla clientela e comunque ad
uso pubblico, posizionando le stesse in spazi più consoni all’utilizzo di fruitori esterni,
eliminando i parcheggi attualmente previsti in zone che interferiscono pesantemente con le
attività commerciali ed in specie con le operazioni di carico-scarico e movimentazione
prodotti. Per le aree verdi si sono apportati marginali ritocchi, distribuendole nel
perimetro dell’area, prevedendo opportune mascherature alberate con essenze autoctone,
in ottemperanza alle disposizioni contenute nelle norme di attuazione.
In base alla trasformazione ed ampliamento dell’area ZTO D/6 viene ridisegnata l’area per la
movimentazione degli automezzi e per la dislocazione degli standard urbanistici per
servizi, in un insieme organico e razionale, finalizzato alla ottimizzazione ed al
miglioramento della funzionalità dell’attività dell’azienda. La riorganizzazione urbanistica
dell’attività e la costruzione della nuova palazzina destinata ad uso uffici, si pongono in
deroga agli indici ed alle previsioni del vigente PI per la ZTO D/6.
Le varianti proposte riguardano principalmente l’ampliamento della ZTO D/6, passando
dalla superficie attuale di 20.403 m2 alla estensione di 32.352 m2, con un incremento di
11.949 m2. Il progetto prevede lo spostamento dell’accesso dell’attività su via Castion (SR
245), attualmente posizionato vicino alla curva della Strada Regionale 245 posta sul limi-
tare del Comune di Rossano Veneto, in prossimità dell’intersezione con via La Piccola, e la
realizzazione di un nuovo accesso carraio ad Ovest del lotto residenziale di proprietà del
Sig. Fiorese Ivo, con contemporanea chiusura dell’accesso esistente.
L’area, in seguito alla realizzazione dell’intervento, avrà la superficie così suddivisa:
Superficie uffici ϕ Superficie complessiva uffici 800 mq 0.9
Superficie piazzale, parcheggi, aree di manovra ϕ
Verde 1.900 mq 0.2 Parcheggi 2.000 mq 0.9
Piazzali e marciapiedi 7.769 mq 0.9
Per il dettaglio degli interventi si rimanda alla consultazione degli elaborati di progetto.
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Figura 1 - Lotto oggetto dell’intervento allo stato attuale.
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Figura 2 - Rete di accumulo e trattamento prime e seconde piogge
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3 PORTATE E VOLUMI DI PIENA
Come accennato in precedenza il calcolo delle portate e dei volumi è stato effettuato nello
studio di Valutazione di Compatibilità Idraulica dall’ing. Francesco Pescarolo, allegata al
presente documento.
La citata valutazione quantifica i volumi di pioggia da laminare con riferimento ad tempo di
ritorno pari a 200 anni, ben superiore quindi ai prescritti 50 anni, mentre calcola i volumi da
destinare all’accumulo di prima pioggia a partire dai classici primi 5mm di precipitazione.
Le massime portate generate dall’evento piovoso di durata critica, pari al tempo di
corrivazione, sono state calcolate a partire da tempi di corrivazione che risultano coerenti
anche nella nuova configurazione planimetrica, essendo le lunghezze delle linee di drenaggio
principali simili a quelle ipotizzate originariamente.
I risultati dei calcoli effettuati, rilevanti ai fini della presente relazione, sono i seguenti:
Portata massima, corrispondente ad una precipitazione intensa di 15’ .............. Qmax=460,9l/s
Volume da destinarsi alla prima pioggia ............................................................... Vpp=48,85mc
Volume da destinarsi alla laminazione ................................................................... Vlam=375mc
Portata massima allo scarico seconde piogge ............................................................ Qsp=12l/s
Relativamente ai volumi da destinarsi all’accumulo delle prime piogge, la configurazione della
rete di drenaggio scelta prevede il recapito delle precipitazioni cadute sull’area uffici
direttamente nella rete principale, escludendo la dispersione nel sottosuolo tramite pozzi
drenanti. Ciò impone di garantire incrementare il volume da riservare alle prime piogge di un
volume almeno pari ai primi 5mm di pioggia caduta su questa area, corrispondenti a 800mq
x 0,005m = 4mc.
Pertanto il volume utile destinato alla prima pioggia sarà ........................................ Vpp=54mc
Come originariamente previsto il recapito finale delle portate effluenti avverrà, come per gli
altri scarichi già autorizzati, su corpo idrico superficiale. In particolare sul fosso di guardia della
via La Piccola. Per un maggior controllo degli scarichi si è scelto di mantenere due punti di
recapito finale distinti per la prima e la seconda pioggia.
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4 DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI RACCOLTA E INVASO ACQUE METEORICHE
E’ prevista la raccolta delle acque meteoriche su tutte le nuove aree scoperte pavimentate
attraverso una rete di caditoie collegate da tubazioni in PVC opportunamente dimensionate,
disposta come da Figura 2. Le tubazioni di collegamento avranno diametri variabili tra 200mm
e 350mm. La sezione maggiore è in grado di trasportare con un grado di riempimento del
90% ed una pendenza dell’1% circa 242 l/s e risultano pertanto adeguate al trasporto delle
massime portate calcolate, in considerazione del fatto che la rete è ripartita in due rami
distinti a servizio di circa metà bacino contribuente ciascuno.
La rete, così come il sistema di accumulo e trattamento, sarà distinta ed indipendente da
quella esistente e strutturata in modo da separare le acque di prima pioggia dalle successive
precipitazioni.
Le acque di dilavamento dei nuovi piazzali e coperture verranno recapitate, tramite un
pozzetto ripartitore, ad una vasca di prima pioggia interrata di volume utile pari ad almeno
54mc.
La vasca sarà di tipo prefabbricato monoblocco in c.a.v. per acque reflue, dotata di copertura
carrabile per carichi di 1° categoria, come quella qui sotto rappresentata, o di tipologia
similare.
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Figura 3 – Dimensioni vasca di prima pioggia
Il pozzetto ripartitore avvierà i flussi alla vasca di prima pioggia attraverso una tubazione
posta sul fondo, mentre un altro collettore in uscita dal pozzetto ripartitore recapiterà al
sistema di laminazione delle acque di seconda pioggia. La quota di scorrimento del collettore
di seconda pioggia sarà tale da consentirne l’innesco solo una volta che il livello del pelo libero
nella vasca di laminazione corrisponderà ad un invaso di almeno 54mc.
Una volta invasati i primi 54mc le acque di seconda pioggia saranno avviate ad un apposito
sistema di invaso.
Più precisamente si prevede di creare un apposito sistema di laminazione delle piene
realizzando un manufatto sotterraneo di invaso con scatolari autoportanti da 2.500 x 1.250
mm, ove convoglieranno tutte le acque di seconda pioggia, del tipo di quelli rappresentati
nella figura che segue. Si potranno scegliere altre tipologie e dimensioni, in ogni caso
dovranno essere rispettati i volumi di invaso calcolati.
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Figura 4 - Misure standard per manufatti scatolari prefabbricati autoportanti per la realizzazione dell’invaso al
fine di garantire il principio di invarianza idraulica.
Figura 5 - Particolare ripartizione prime/seconde piogge, vasca di prima pioggia, dissabbiatore e disoleatore,
sollevamento allo scarico
Nell’ipotesi di una linea di scarico come quella indicata in Figura 6 (130 metri lineari di
tubazione scatolare 2.500 x 1.250 mmm) e senza tener conto di allacci e caditoie per le
superfici di servizio e riempimento circa al 90% si riesce ad invasare circa 365 m3 ottenendo
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l’invarianza idraulica. Avendo optato per restituire tutte le acque meteoriche di piazzali e
superfici relative agli uffici in ricettore superficiale, evitando quindi dispersioni nel
sottosuolo, il volume da destinare alla laminazione, come indicato nella relazione di
invarianza idraulica, va incrementato di 10 m3 al fine di ritenere anche i volumi generati
dalla linea uffici, portando l’invaso complessivo a 375 m3; in tale configurazione la linea
potenziata con scatolari è dell’ordine dei 134 m lineari.
A valle del sistema sarà installato un pozzetto limitatore di portata in grado di rigurgitare
i livelli a monte di tutto l’impianto di drenaggio prima dell’immissione nel ricettore finale
onde assicurare la laminazione, limitando la portata in uscita dall’invaso a 12l/s.
Dal momento che le quote di scorrimento delle tubazioni non risultano tali da consentire
lo scolo a gravità, sarà necessario installare una pompa di sollevamento della portata non
oltre 12 l/s che permetterà lo svuotamento del sistema di invaso e allo stesso tempo
garantirà il rispetto della massima portata effluente. A maggiore garanzia del non
superamento delle massime portate allo scarico, a monte del sollevamento verrà in ogni
caso installato il pozzetto limitatore di portata.
Immediatamente a monte dello scarico in corpo idrico superficiale è prevista la posa, sia per
la linea prime piogge che per la linea seconde piogge di un pozzetto per il campionamento
delle acque scaricate.
Figura 6 - Particolare scarichi in corpo idrico superficiale linee prime e seconde piogge
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5 TRATTAMENTO DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA
Le acque di prima pioggia provenienti dal dilavamento delle aree scoperte devono essere
opportunamente trattate prima del loro scarico in corpo idrico superficiale. La tipologia e la
concentrazione attesa di inquinanti è quella tipica delle aree di manovra e di sosta
automezzi. Gli inquinanti attesi sono pertanto individuabili principalmente in solidi sospesi
ed idrocarburi con concentrazioni medio basse. Tuttavia, considerata la particolare attività
svolta presso l’insediamento e nelle aree limitrofe, e con riferimento alle Linee Guida ARPA
E.R. LG 28/DT, il dimensionamento del sistema di trattamento viene effettuato assumendo
concentrazioni massime tipiche di officine o autolavaggi (densità degli oli pari tra 0,85g/cm3
e 0,9g/cm3 e qualità del fango elevata), con solidi sospesi sia di tipo pesante che leggero.
Il sistema di trattamento previsto è quello tipico per piazzali ed aree pavimentate di manovra
e sosta, ed è costituito da una serie di vasche con funzione di sedimentazione e di
separazione di oli ed idrocarburi.
Le citate linee guida individuano, per i sedimentatori/disoleatori di acque di prima pioggia,
nell’ipotesi di carichi in ingresso sopra richiamata e cautelativa nel caso in oggetto:
Tempo di separazione dell’olio: .............................................................................. ts=33,3min
Tempo di ritenzione idraulica per la separazione dei solidi sospesi: .......................... tr=45min
Coefficiente di qualità del fango ..................................................................................... Cf=300
La normativa attualmente vigente prescrive lo svuotamento delle vasche di prima pioggia
entro le 48ore successive alla fine dell’evento piovoso. Nello specifico caso in oggetto, a
maggiore garanzia di disponibilità di volumi da destinarsi alla prima pioggia, si sceglie di tarare
il sistema di sollevamento meccanico delle acque di prima pioggia in modo da garantire il
completo svuotamento della vasca di prima pioggia entro le 24 ore successive alla fine
dell’evento piovoso.
Dal momento che la vasca di prima pioggia, posta a monte del dissabbiatore e disoleatore, ha
una capacità massima di 54mc, ciò implica una portata massima avviata al dissabbiatore e
disoleatore pari a:
Q = 54 / 24 = 2,25 mc/h = 0,625 l/s
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Considerato che il trattamento di sedimentazione e disoleatura avverrà “a batch” una volta
esauritosi l’evento piovoso le assunzioni sopra richiamate comportano un volume minimo da
destinare alla sedimentazione risulterebbe pari a:
Vsed = Q x Cf = 0,625 x 300 / 1000 = 0,375mc
Questo valore, evidentemente eccessivamente ridotto, viene aumentato coerentemente alla
scelta del modello di dissabbiatore e disoleatore individuato in base agli altri parametri di
dimensionamento, come nel seguito esposto.
Relativamente ai volumi da garantire per un efficace effetto di separazione degli oli, il
dimensionamento è effettuato come segue:
Vdis = Q x ts = 0,625 x 33,3 x 60 / 1000 = 1,248mc
In considerazione dei volume sopra individuati, si propone l’utilizzo di un dissabbiatore e
disolatore specificatamente progettato per il trattamento di acque meteoriche provenienti
da officine meccaniche, piazzole di stoccaggio oli esausti ed idrocarburi, autolavaggi,
parcheggi, della serie “SOP” di Costruzioni Virago s.n.c., o similare. Si tratta di impianti
prefabbricati conformi alla norma UNI EN 858-1-2 costituito da una serie di due vasche
prefabbricate in calcestruzzo armato vibrato, da installare entro terra, ed ispezionabili
dall’alto attraverso i fori d’ispezione situati nelle coperture delle vasche stesse.
La prima vasca funge da sedimentatore. Nel fondo vasca, mediante decantazione, si
accumulano tutti i fanghi pesanti (terriccio, sabbie). Già all’interno di questa vasca avviene
una prima azione di rimozione di oli minerali liberi contenuti nell’acqua che verranno con
azione immediata assorbiti da speciali filtri “adsorbioil” (panne assorbenti). L’azione di
rimozione degli oli è completata nella seconda vasca, anch’essa dotata di filtri “adsorbi-oli”.
La particolare conformazione delle vasche impone un percorso idraulico obbligato che
garantisce i tempi di ritenzione richiesti.
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Figura 7 - Dissabbiatore e disoleatore prefabbricato tipo SOP-1-S
Il modello rappresentato in figura garantisce una potenzialità di trattamento di 2 l/s, un
volume destinato alla sedimentazione di 2,52mc ed un volume destinato alla disoleatura di
2,44mc. Tali volumi, in considerazione delle portate in ingresso previste, garantiscono un
tempo di permanenza in ciascuna vasca dell’ordine di 65min.
PROGETTO NUOVI UFFICI E SISTEMAZIONE AREA MOVIMENTAZIONE AUTOMEZZI
COMUNE DI ROSSANO VENETO PROVINCIA DI VICENZA
Data:
Luglio
2015
Progetto nuovi uffici e sistemazione area
movimentazione automezzi nel complesso per
deposito e vendita idrocarburi e derivati,
stoccaggio provvisorio rifiuti speciali, in uso
alle ditte Fiorese Bernardino S.p.a. e Fiorese
Ecologia S.r.l., in via Castion nel Comune di
Rossano Veneto – VICENZA
RELAZIONE DI VALUTAZIONE DI
COMPATIBILITÀ IDRAULICA
Elaborato:
Unico
Ing. Francesco Pescarolo Albo degli Ingegneri della Provincia di Padova N. 4572
Revisione:
V00 Committenti:
Fiorese Bernardino S.p.a.
Via Castion 70
36028 Rossano Veneto (VI)
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Relazione idraulica
Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD 1 di 31
INDICE
1 PREMESSA 2
2 DESCRIZIONE DEL PROGETTO 4
3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 9
4 ANALISI SULL’ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL COMPRENSORIO (P.A.I.) 10
5 CARATTERIZZAZIONE IDROLOGICA E IDRAULICA 14
6 CONCLUSIONI 30
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Relazione idraulica
Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD 2 di 31
1 PREMESSA
Per incarico della committenza è stata redatta la presente relazione tecnica al fine della
caratterizzazione idrologica e idraulica dell’area oggetto di un “Progetto nuovi uffici e si‐
stemazione area movimentazione automezzi nel complesso per deposito e vendita idro‐
carburi e derivati, stoccaggio provvisorio rifiuti speciali, in uso alle ditte Fiorese Bernardi‐
no S.p.a. e Fiorese Ecologia S.r.l., in via Castion nel Comune di Rossano Veneto nella Pro‐
vincia di Vicenza (Figura 1).
Trattasi di un progetto in variante alla ZTO D/6 con procedura di cui al DPR 447/98 che
prevede una nuova edificazione e ampliamento di una zona movimentazione mezzi e par‐
cheggio, nonché la sistemazione di zone a verde attigue all’area produttiva.
La superficie del lotto di proprietà si pone ad una quota altimetrica di circa 69÷70 m s.l.m.
(Figura 3) e copre un’area pari a 32.352 m2 che prima dell’intervento era sistemata a ver‐
de per 11.949 m2 e dedicata all’area produttiva per i restanti 20.403 m2. Di fatto le varian‐
ti proposte riguardano principalmente l’ampliamento della ZTO D/6, passando dalla su‐
perficie attuale di 20.403 m2 alla estensione di 32.352 m2, con un incremento di 11.949
m2.
Il lotto ora sarà sede di costruzione di un nuovo fabbricato e relative pertinenze, aree di
parcheggio e piazzale movimentazione mezzi, accessi carrai, servizi e una parte di superfi‐
cie a verde attorno all’attività sarà marginalmente rivista.
L’intervento va pertanto a modificare l’attuale permeabilità della superficie esistente.
Il presente rapporto tecnico ha lo scopo di indagare sugli effetti dell’intervento edilizio,
diretti e indiretti, in relazione alla capacità e modalità di smaltimento delle acque meteo‐
riche.
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Figura 1 – Foto aerea con indicazione della zona d’indagine.
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2 DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Come riportato in premessa il progetto prevede la rivisitazione dell’area movimentazione
mezzi dando disposizione planimetrica più razionale alle aree a parcheggio e verde a ser‐
vizio delle attività, previsti dal vigente P.R.G. e P.I. di Rossano Veneto, destinati alla clien‐
tela e comunque ad uso pubblico, posizionando gli stessi in spazi più consoni all’utilizzo di
fruitori esterni, eliminando i parcheggi attualmente previsti in zone che interferiscono pe‐
santemente con le attività commerciali ed in specie con le operazioni di carico‐scarico e
movimentazione prodotti. Per le aree verdi si sono apportati marginali ritocchi, distri‐
buendole nel perimetro dell’area, prevedendo opportune mascherature alberate con es‐
senze autoctone, in ottemperanza alle disposizioni contenute nelle norme di attuazione.
In base alla trasformazione ed ampliamento dell’area ZTO D/6 viene ridisegnata l’area per
la movimentazione degli automezzi e per la dislocazione degli standard urbanistici per
servizi, in un insieme organico e razionale, finalizzato alla ottimizzazione ed al migliora‐
mento della funzionalità dell’attività dell’azienda. La riorganizzazione urbanistica
dell’attività e la costruzione della nuova palazzina destinata ad uso uffici, si pongono in
deroga agli indici ed alle previsioni del vigente PI per la ZTO D/6.
Le varianti proposte riguardano principalmente l’ampliamento della ZTO D/6, passando
dalla superficie attuale di 20.403 m2 alla estensione di 32.352 m2, con un incremento di
11.949 m2. Il progetto prevede lo spostamento dell’accesso dell’attività su via Castion (SR
245), attualmente posizionato vicino alla curva della Strada Regionale 245 posta sul limi‐
tare del Comune di Rossano Veneto, in prossimità dell’intersezione con via La Piccola, e la
realizzazione di un nuovo accesso carraio ad Ovest del lotto residenziale di proprietà del
Sig. Fiorese Ivo, con contemporanea chiusura dell’accesso esistente.
Per la visione di dettaglio dell’intervento si rimanda alla consultazione degli elaborati di
progetto. Sulla scorta di questi numeri di progetto e della normativa di riferimento sono
state condotte le analisi e le osservazioni del caso.
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Relazione idraulica
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Figura 2 – Estratto C.T.R. 5.000 della Regione Veneto.
Figura 3 – Estratto C.T.R. 5.000 con supporto DEM a 5 m della Regione Veneto.
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Figura 4 – Lotto oggetto dell’intervento allo stato attuale.
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Figura 5 – Lotto oggetto dell’intervento con evidenziate le aree soggette a modificazioni superficiali.
Superficie in trasformazione 12.000 m2 circa
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Figura 6 – Lotto oggetto dell’intervento con indicata l’opera di invaso per la laminazione delle portate al fine di garantire il principio di invarianza idraulica.
Linea di scolo acque bianche (invaso). Scatolare da 2.500 x 1.250 mm
Pozzetto di raccordo
Pozzetto limitatore di portata
All’impianto di prima pioggia
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3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO
La normativa di interesse specifico per la presente relazione è la seguente:
Ordinanza n. 3 del 22/01/2008 del Commissario Delegato per l’emergenza concer‐
nente gli eccezionali eventi meteorologici del 26/09/2007;
Primi indirizzi e raccomandazioni per l’applicazione delle ordinanze 2, 3 e 4 del
22/01/2008 in materia di prevenzione dal rischio idraulico;
Valutazione di compatibilità idraulica – Linee guida (Agosto 2009) del Commissario
Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del
26/09/2007;
D.G.R.V. n. 2948/2009 della Regione Veneto – “Valutazione di compatibilità idrau‐
lica per la redazione degli strumenti urbanistici”;
Piano degli interventi e compatibilità idraulica del Comune di Rossano Veneto.
Per interventi la cui superficie impermeabile 10.000 m2 < S < 100.000 m2 è necessaria la
redazione della Valutazione di Compatibilità Idraulica (VCI) che verrà trasmessa al Comu‐
ne di appartenenza con la necessità di acquisizione del parere idraulico emesso dal Con‐
sorzio di Bonifica competente, così come indicato nelle Linee guida per la Valutazione di
Compatibilità Idraulica, redatte dal Commissario Delegato per l’emergenza concernente
gli eccezionali eventi meteorologici del 26/09/2007 (Agosto 2009).
Il caso in esame ricade in tale ipotesi, interessando una superficie complessiva effettiva‐
mente modificata pari a 11.949 m2.
Con riferimento alle “indicazioni operative” contenute nell’allegato A della D.G.R.V.
1841/2007 di cui sopra, che definisce le classi d’intervento in relazione
all’impermeabilizzazione potenziale derivante dall’attuazione dei nuovi strumenti urbani‐
stici, l’intervento in oggetto si classifica come a “significativa impermeabilizzazione poten‐
ziale” (intervento su superfici comprese tra 10.000 m2 e 100.000 m2). Per tale classe
d’intervento è necessario che lo studio idraulico preveda il dimensionamento dei tiranti
idrici ammessi nell’invaso e le luci di scarico in modo da garantire la conservazione della
portata massima defluente dall’area in trasformazione ai valori precedenti
l’impermeabilizzazione.
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4 ANALISI SULL’ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL COMPRENSORIO (P.A.I.)
L’area interessata dal progetto precedentemente descritto è ubicata a sud est del centro
di Rossano Veneto. Dal punto di vista catastale il terreno in esame è censito al catasto ter‐
reni del Comune di Rossano Veneto al Foglio n. 6 ‐ Mappale 106. Nella Figura 7 si indivi‐
dua l’area d’intervento.
Sulla scorta del delicato equilibrio idraulico della Regione Veneto e in base alla morfologia
territoriale l’Autorità di Bacino ha definito il Piano stralcio delle fasce fluviali per l’assetto
idrogeologico individuando le aree a maggior o minor vulnerabilità dal punto di vista idro‐
geologico e idraulico e definendo in particolare 4 classi di pericolosità.
La zona di Rossano Veneto è trattata nel P.A.I. del fiume Brenta‐Bacchiglione che segnala
sostanzialmente l’assenza di pericolosità idraulica della totalità del territorio comunale,
nello specifico nella Tavola 10 e tavola 27.
Figura 7 – Carta estratto della Carta Tecnica Regionale (CTR).
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Figura 8 – Carta della pericolosità idraulica – Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico dei fiumi Brenta‐Bacchiglione – Stralcio della Tavola 10.
Figura 9 – Carta della pericolosità idraulica – Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico dei fiumi Brenta‐Bacchiglione – Stralcio della Tavola 27.
Come si evince dalle tavole della pericolosità idraulica il territorio del Comune di Rossano
Veneto non è contemplato tra quelli a rischio esondazioni.
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Figura 10 – Carta estratto PI del Comune di Rossano Veneto.
Figura 11 – Estratto di Mappa catastale – Foglio n. 6 – Mappale n. 106 del Comune di Rossano Veneto.
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Il sito in esame è posto su terreno pianeggiante, con leggera pendenza verso SSE, alla
quota di 69÷70 m s.l.m. L’area in esame è situata sulla conoide alluvionale del fiume Bren‐
ta. Il sottosuolo è costituito da ghiaie ben classate in matrice sabbiosa con ottima capacità
portante. La stratigrafia del sottosuolo, come si è potuto constatare a seguito di interventi
di sbancamento eseguiti all’interno dell’area d’intervento, presenta al di sotto del terreno
vegetale di spessore 60÷70 cm, strati di ghiaie con ciottoli in matrice sabbiosa. Il sottosuo‐
lo altamente drenante non presenta fenomeni di ritenzione. Il livello minimo della falda
freatica è alla quota di circa ‐40 m dal p.e. (vedi Figura 12). Il sito in esame si trova in una
zona pianeggiante con una bassa edificazione, non sono presenti corsi d’acqua e nemme‐
no canali consortili irrigui o di bonifica, e quindi non ci sono problemi di eventuali esonda‐
zioni. Per quanto riguarda lo smaltimento dell’acqua meteorica la zona è provvista di rete
di scolo presente lungo la strada dove le precipitazioni si raccolgono in roggia e scorrono
superficialmente. Il sito di realizzazione dell’ampliamento non risulta quindi, nelle attuali
sistemazioni idrauliche, zona a rischio allagamento (vedi carte P.A.I.).
Figura 12 – Carta delle isofreatiche del comprensorio indagato.
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5 CARATTERIZZAZIONE IDROLOGICA E IDRAULICA
Lo studio “Analisi regionalizzata delle precipitazioni per l’individuazione di curve di possi‐
bilità pluviometrica di riferimento” fornisce i parametri delle curve di possibilità pluvio‐
metriche individuate in seguito ad una analisi regionalizzata dei dati di pioggia registrati
da 27 stazioni ARPAV, opportunamente selezionate per dare copertura al territorio di in‐
teresse. Le curve di possibilità pluviometrica proposte sono espresse sia con la formula
italiana a due parametri (a,n)
dove:
h = altezza di pioggia
t = durata della precipitazione;
a, n = parametri della curva forniti dalla elaborazione statistica in dipendenza della zona
territoriale di riferimento e del tempo di ritorno assunto, che con la formula più generale
a tre parametri (a,b,c)
dove:
h = altezza di pioggia
t = durata della precipitazione
a, b, c = parametri della curva forniti dalla elaborazione statistica in dipendenza della zona
territoriale di riferimento e del tempo di ritorno assunto.
Le curve a tre parametri consentono una migliore interpolazione dei dati per tutte e 10 le
durate considerate (5’, 10’, 15’, 30’, 45’, 1 h, 3 h, 6 h, 12 h, 24 h).
Le curve a due parametri infatti non riescono ad interpolare adeguatamente i dati per
l’intero range di durate; è necessario invece individuare intervalli più ristretti di durate,
entro i quali la formula bene approssimi i valori ottenuti con la regolarizzazione regionale.
Le curve a due parametri sono quindi fornite e tarate per sei diversi intervalli di durata
degli eventi meteoclimatici, in particolare per: 5’÷45’ tp≈15’, 10’÷1h tp≈30’, 15’÷3h
tp≈45’, 30’÷6h tp≈1h, 45’÷12h tp≈3h, 1h÷24h tp≈6h.
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Il Comune di Rossano Veneto viene a trovarsi a Nord di Cittadella ove è presente una sta‐
zione di misura pluviometrica. La Regione Veneto ascrive questa fascia alla zona omoge‐
nea cosiddetta Nord Occidentale ‘INTERNA NW’. La scrivente, dalla valutazione di diversi
dati ed elaborazioni idrologiche del territorio relativamente alle stazioni di Vicenza, Bas‐
sano del Grappa e Cittadella presenti in letteratura, ha ritenuto opportuno adottare i dati
della “Analisi regionalizzata delle precipitazioni per l’individuazione di curve di possibilità
pluviometrica di riferimento” della regione Veneto e nello specifico per la zona di Citta‐
della, molto prossima a Rossano Veneto, in quanto risultano più cautelative essendo ag‐
giornate sulla scorta degli ultimi eventi intensi manifestatisi nel territorio veneto; altre
elaborazioni di studi analoghi appaiono datate.
Viene adottata la curva a tre parametri, in Tabella 1 si riporta un estratto delle elabora‐
zioni dei dati pluviometrici per diversi tempi di ritorno.
Tabella 1 – Estratto dalle Linee Guida della Regione Veneto.
Le linee guida prescrivono di eseguire il calcolo idraulico sulla base di eventi di riferimento
caratterizzati da tempo di ritorno pari a 50 anni, tuttavia, optando per disperdere gli af‐
flussi meteorici anche attraverso pozzi drenanti (in particolare per l’area adibita ad uffici),
nondimeno ai fini della sicurezza, si opta di effettuare il calcolo per Tr = 200 anni per cui: a
= 47.6, b = 17.3, c = 0.794 (nel rispetto delle prescrizioni dettate da D.G.R.V. 2948/2009 e
delle disposizioni degli Organi competenti al controllo e rilascio pareri tecnici).
Con questi parametri si ricavano le altezze di pioggia corrispondenti alle diverse durate di
precipitazione e quindi le portate e i volumi liquidi in gioco.
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Al fine di massimizzare le portate indotte dalle precipitazioni a seguito dell’intervento in
progetto è necessario individuare un tempo di picco della precipitazione corrispondente
al tempo di corrivazione del bacino scolante nell’arco del quale si giunge al colmo massi‐
mo di portata. Nella fattispecie si adotta il metodo cinematico.
Occorrerà inoltre anche stimare quale frazione di precipitazione viene raccolta dalla rete
di drenaggio. Tale frazione è individuata tramite il coefficiente di deflusso , inteso come
rapporto tra il volume defluito attraverso un’assegnata sezione, in un definito intervallo di
tempo, ed il volume meteorico precipitato nell’intervallo stesso.
In base alle prescrizioni del D.G.R.V. n. 2948/2009, i coefficienti di deflusso, ove non de‐
terminati analiticamente, andranno convenzionalmente assunti pari a:
0.10 per le aree agricole;
0.20 per le superfici permeabili (aree verdi);
0.30 per le superfici in ghiaino battuto;
0.60 per le superfici semi‐permeabili (grigliati drenanti con sottostante materasso
ghiaioso, strade in terra battuta o stabilizzato, …);
0.90 per le superfici impermeabili (tetti, terrazze, strade, piazzali, etc.);
0.40 per le pavimentazioni in grigliati garden;
0.70 per le pavimentazioni in cubetti o pietre con fuga non sigillata su sabbia;
0.40 per le pavimentazioni in ciottoli su sabbia e ghiaia sciolta;
0.30 per le superfici in ghiaia sciolta.
Nel caso in esame sarà assunto un coefficiente di deflusso 1 = 0.9 per le superfici imper‐
meabili quali tetti, piazzali rivestiti in calcestruzzo, marciapiedi e strade, 2 = 0.2 per le
superfici a verde, in questo modo si ottiene la superficie ragguagliata.
L’individuazione di un eventuale volume di invaso da realizzare al fine di limitare la porta‐
ta scaricata al ricettore finale (fognature bianche o miste, corpi idrici superficiali) e per
mantenere il principio dell’invarianza idraulica è stata ricavata cautelativamente seguen‐
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do l’approccio esposto nelle già citate “Linee Guida per la redazione Valutazione di Com‐
patibilità Idraulica”, come riportato nella successiva Tabella 2.
In base alla Tabella 2, l’intervento risulta ascritto alla classe 4 secondo la D.G.R.V. n.
2948/2009, con significativa impermeabilizzazione potenziale, superando per poco il limi‐
te della classe 3 (Modesta impermeabilizzazione potenziale).
Tabella 2 – Criteri per la classificazione degli interventi.
Le misure compensative più comuni, utilizzate per la laminazione delle piene (smaltimen‐
to del volume da invasare), sono la predisposizione di una rete di collettori opportuna‐
mente dimensionata, in modo tale che, con grado di riempimento delle condotte non su‐
periore a 0.85 ‐ 0.90, sia in grado di contenere un volume pari a quello da invasare e
l’individuazione di apposite superfici (aree verdi o bacini di invaso) poste a quota inferiore
rispetto alle superfici limitrofe, da destinare alla raccolta dei volumi in eccesso.
Nel presente caso, l’intervento in oggetto si classifica come a “significativa impermeabiliz‐
zazione potenziale” (intervento su superfici comprese tra 10.000 m2 e 100.000 m2) in ogni
caso molto prossimo al limite inferiore. Per tale classe d’intervento è necessario che lo
studio idraulico preveda il dimensionamento dei tiranti idrici ammessi nell’invaso e le luci
di scarico in modo da garantire la conservazione della portata massima defluente
dall’area in trasformazione ai valori precedenti l’impermeabilizzazione.
Nel caso in esame, si prevede di smaltire le portate effluenti scaricando nella roggia che
scorre lungo la strada; le prime piogge sono trattate con impianto di filtrazione mentre le
seconde piogge saranno bypassate direttamente nel ricettore superficiale. Per la linea di
copertura uffici potrà eventualmente essere previsto lo scarico con pozzo perdente.
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5.1 Calcolo delle portate e volumi di piena
Il metodo cinematico è largamente usato per il calcolo della portata conseguente ad una
assegnata precipitazione, è detto metodo cinematico o del ritardo di corrivazione (D. Tu‐
razza, 1880). Esso si presta ad essere utilizzato in molti casi ma viene generalmente appli‐
cato a bacini scolanti di estensione limitata.
Questo metodo considera che la portata sia proporzionale alla durata dell’evento. Si con‐
sidera che la portata massima si realizza quando in una sezione giungono i contribuenti di
tutte le porzioni di bacino e quindi anche quello della particella liquida posta più lontano;
questo intervallo di tempo è definito tempo di corrivazione Tc.
Il metodo postula che la portata nella sezione terminale cresca in modo lineare nel tempo
fino ad un valore massimo e che decresca in maniera lineare nella fase di esaurimento.
Il valore della portata massima e l’avvio dell’esaurimento sono legati al rapporto esistente
tra la durata T della precipitazione ed il tempo di corrivazione: rapporto che dà origine ai
seguenti casi T<Tc, T=Tc e T>Tc.
Si giunge al picco di piena quando il tempo di precipitazione eguaglia il tempo di corriva‐
zione. A partire da questa imposizione si calcolano la portata e il volume come segue:
Qmax = S h / Tc
V= S h
Dove: V è il volume d’acqua precipitato;
S è la superficie del bacino considerato;
è il coefficiente di deflusso;
h è l’altezza della precipitazione per dato tempo di ritorno;
Tc è il tempo di corrivazione.
Il tempo di corrivazione Tc vista la morfologia e le dimensioni del bacino può essere calco‐
lato con la formula di Horton ipotizzando una data velocità di trasporto delle acque di sco‐
lo meteorico, presumibile tra i 0.2÷0.4 m/s
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Tc = 3.6 L/v
L = lunghezza del bacino o meglio della linea di drenaggio principale
v = velocità media di scorrimento
Nel caso in cui la superficie S sia costituita da più superfici Si, ognuna caratterizzata da un
coefficiente i, il coefficiente medio ponderale m per l’intera area vale:
m = Si i / Stotale
Le acque che cadono all’interno dell’area dell’ampliamento vengono divise in due sezioni:
le acque captate dalla copertura della nuova palazzina uffici e le acque che cadono sulla
superficie pavimentata e che, visto il tipo di attività presente, saranno destinate ad un
trattamento di depurazione sfruttando l’impianto prime piogge esistente.
La portata meteorica raccolta dalla copertura uffici potrà eventualmente essere smaltita
con l’ausilio di pozzi perdenti realizzati con un’altezza utile di 4 m e che disperdono
l’acqua meteorica nel sottosuolo. I pozzi potranno essere realizzati con anelli prefabbrica‐
ti in calcestruzzo forati e rinterro dello scavo che dovrà essere realizzato con materiale
arido di diametro 50÷150 mm e un rinterro laterale di almeno 50 cm sul fondo. A tale
manufatto dovrà esser anteposto un pozzetto di decantazione, ispezionabile, con fondo
inferiore al piano di scorrimento della tubazione in modo da far sedimentare il materiale
fine. Dovrà esser previsto un troppo pieno al fine di recapitare eventuali portate in ecces‐
so alla rete meteorica della lottizzazione. Vedi sezioni tipologiche della Figura 13.
Le acque di prima pioggia precipitata sulla superficie pavimentata destinata a piazzale,
parcheggi e viabilità saranno raccolte da una rete di caditoie e condotte e confluiranno in
una vasca di stoccaggio, e quindi, invasate, non creeranno sovraccarico idraulico alla rete
di smaltimento acque bianche esistente; successivamente saranno rilanciate all’impianto
di depurazione esistente, infine verranno rilasciate nella canaletta presente lungo via La
Piccola così come avviene allo stato attuale.
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Le acque di seconda pioggia, invece, saranno smaltite direttamente su ricettore di scarico
superficiale, previa ritenzione idrica ottenuta con apposito sistema di invaso, nella fatti‐
specie lungo la canaletta che corre in affiancamento a via La Piccola.
La possibilità di smaltire il drenaggio superficiale della linea di copertura degli uffici al suo‐
lo attraverso pozzi perdenti è stata valutata in base al buon drenaggio offerto dal tipo di
suolo presente al di sotto dell’area in esame e alla presenza di una falda profonda (40 m)
nondimeno al fatto che su questa area non è prevista la presenza di sostanze pericolose
in piattaforma. La natura del terreno permette la completa dispersione in falda mediante
pozzi drenanti, con questo sistema i volumi d’acqua generati dall’incremento delle porta‐
te di scolo superficiale derivanti dalla zona uffici vengono direttamente dispersi nel terre‐
no e non è necessario prevedere dispositivi di invarianza idraulica.
Figura 13 – Sezioni tipologiche di un pozzo drenante per acque meteoriche
In tal modo si disperde l’acqua nel terreno ricaricando la falda in maniera distribuita e
mantenendo inalterati i deflussi superficiali allo stato attuale, non caricando la rete di
drenaggio esistente e quindi garantendo in ogni modo il principio di invarianza idraulica.
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In ogni caso in questa fase si opta per scaricare in superficie anche le acque derivanti dalla
copertura uffici e quindi sarà necessario aumentare la capacità del sistema di invaso.
Per quanto riguarda l’area piazzali, come già riferito, si prevede di creare un apposito si‐
stema di laminazione delle piene realizzando un manufatto sotterraneo di invaso con sca‐
tolari autoportanti da 2.500 x 1.250 mm, ove convoglieranno tutte le acque di seconda
pioggia. Si potranno scegliere altre tipologie e dimensioni, in ogni caso dovranno essere
rispettati i volumi di invaso calcolati nella presente. Le acque di prima pioggia invece sa‐
ranno trattate e rilanciate nella canalina esistente come nello stato di fatto; l’aumento dei
volumi di prima pioggia, in ogni caso, sarà stoccato in apposita vasca.
Figura 14 – Misure standard per manufatti scatolari prefabbricati autoportanti per la realizzazione dell’invaso al fine di garantire il principio di invarianza idraulica.
L’area, in seguito alla realizzazione dell’intervento, avrà la superficie così suddivisa:
Superficie uffici 800 m2 0.9
Superficie piazzale, parcheggi, aree di manovra
Verde 1.900 m2 0.2 Parcheggi 2.000 m2 0.9
Piazzali e marciapiedi 7.769 m2 0.9
Tabella 3 – Individuazione delle superfici scolanti e relativi coeffficienti di deflusso.
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5.1.1 Valutazione delle portate e volumi generati dalla copertura uffici
Tc = 5 min.
h = a / (t + b)c t = 16.78 mm
Qmax = S h / Tc = 48.55 l/s
V = S h = 10.38 m3
5.1.2 Valutazione delle portate e volumi generati dall’area produttiva
Tc = 15 min.
h = a / (t + b)c t = 45.22 mm
Qmax = S h / Tc = 460.90 l/s
V = S h = 414.81 m3
5.1.3 Vasca di prima pioggia
L’impianto di depurazione esistente è stato sovradimensionato in fase di progetto e rea‐
lizzazione in vista dei futuri ampliamenti dell’attività, pertanto è in grado di far fronte ai
maggiori volumi di acque di prima pioggia; i volumi di prima pioggia vengono stoccati in
una vasca a tenuta e poi rilanciati al depuratore. Secondo normativa si trattano i primi 5
mm di precipitazione per cui:
V = 9.769 x 0.005 = 48,85 m3
Si prevede di realizzare uno stoccaggio almeno pari a 50 m3.
5.1.4 Dimensionamento pozzo drenante per area uffici
Il calcolo della portata drenata dal pozzo viene calcolata studiando il fenomeno come un
moto permanente a simmetria radiale con una superficie libera di forma incognita, che si
raccorda alla falda esistente quando questa sia relativamente elevata, oppure che affondi
in modo sostanzialmente verticale in una falda profonda.
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Nel caso specifico siamo in condizioni di falda profonda e l’equazione da risolvere è la se‐
guente: /r ( r /r) = 0
Figura 15 – Schematizzazione del moto di filtrazione dei pozzi drenanti.
dove:
K è il coefficiente di filtrazione;
è il potenziale della velocità;
r è la coordinata cilindrica;
con alcune approssimazioni si ottiene:
Q = C K R0 H
dove:
Q è la portata dispersa;
C è il coefficiente di deflusso;
R0 è il raggio del pozzo;
H è la profondità del pozzo;
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Il coefficiente di deflusso C può essere calcolato con la teoria sperimentale di Stephens e
Neumann che esprime il termine C secondo la relazione:
log C = 0,658 log (H/R0) – 0.398 log H + 1.105
oppure secondo la teoria di Carnwell per cui:
C= 2 ( H/ R0 ) / ln (H/ R0)
Si sceglierà il C più basso e quindi più cautelativo.
Valutiamo di seguito la portata dispersa da un pozzo drenante verticale del diametro di
2,0 m e di profondità utile pari a 4 m.
C (Stephens e Neumann) = 18.26;
C (Carnwell) = 18.12;
R0 = 1 m;
H = 4 m;
K = 0.0015 m/s (valutazione cautelativa sulla scorta di analisi e prove in sito)
Q = C K R0 H = 108 l/s
Si considera, per sicurezza, la portata ridotta almeno del 30% per la futura diminuzione
della capacità drenante del pozzo a seguito di possibili parziali intasamenti o compatta‐
zioni della struttura drenante del pozzo e del materiale attorno al pozzo stesso:
Q 75 l/s
A regime, ogni singolo pozzo sarà in grado di drenare portate dell’ordine di 75 l/s.
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Figura 16 – Valori indicativi per la scelta del coefficiente di permeabilità in base alla natura del terreno.
A margine dei calcoli effettuati, per drenare le portate derivanti dalle coperture uffici sarà
sufficiente realizzare un pozzo drenante. La Tabella 4 riassume le conclusioni.
Superficie uffici Q Pozzi 800 m2 48.55 l/s 1
Tabella 4 – Previsione del numero di pozzi al fine di garantire il drenaggio meteorico della copertura uffici.
5.1.5 Dimensionamento sistema di laminazione delle portate da piazzali
Una stima netta dei volumi d’invaso persi per effetto dell’intervento viene proposta nella
tabella di calcolo seguente, dove si raffronta la capacità di invaso della superficie attuale
con la superficie modificata dal progetto nell’ipotesi di una precipitazione intensa di dura‐
ta di 15 minuti relativamente ad un tempo di ritorno pari a 200 anni.
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Superficie totale dell'intervento (m2)11 669.00Altezza di pioggia critica (mm) 45 con Tr = 200 anni relativamente ad una pioggia di 15 minuti
Volume di pioggia (m3) 528
Ф 1-Ф
frazione che defluisce frazione trattenuta Area (m2) Invaso (m3) Area (m2) Invaso (m3) Area (m2) Invaso (m3)0.90 0.10 4.52 0.00 0.00 9 769.00 44.18 9 769.00 44.18
0.70 0.30 13.57 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00
0.60 0.40 18.09 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00
Betonella erbosa 0.40 0.60 27.13 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00
0.20 0.80 36.18 0.00 0.00 1 900.00 68.73 1 900.00 68.73
0.10 0.90 40.70 11 669.00 474.90 0.00 0.00 ####### -474.900.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00
474.90 112.91 -362.00TOTALE VOLUMI D'INVASO (m3)
Parcheggi drenanti e strade bianche
Tipo di SuperficiSTATO DI FATTO
Superfici stradali impermeabili
STATO DI PROGETTO
Aree residenziali
Aree verdi, giardini e servizi pubblici
Altri volumi invasabiliTerreni agricoli
DIFFERENZEAltezza pioggia
permeante (mm)
Tabella 5 – Volumi di invaso nella situazione attuale e progettuale.
Dalla Tabella 5 si evince che il volume dell’apporto meteorico sulla superficie interessata
dall’intervento è di 528 m3; attualmente non defluiscono in superficie, quindi sono tratte‐
nuti nel terreno, 475 m3 di questo apporto meteorico, mentre si prevede dopo
l’intervento di poterne trattenere 113 m3. Con l’attuazione dell’intervento si andranno a
perdere complessivamente 362 m3 di invaso utile a laminare il deflusso superficiale quindi
ai fini dell’invarianza idraulica questo volume dovrà essere compensato con opportuni in‐
terventi di mitigazione.
La scrivente raccomanda in ogni caso di osservare il volume d’invaso desunto dai calcoli
effettuati col metodo cinematico e pari a circa 415 m3. Si tiene a precisare che tale volu‐
me corrisponde a una precipitazione di durata di 15 minuti caratterizzata da tempo di ri‐
torno pari a 200 anni; tale volume risulta ad ogni modo superiore al volume generato da
una precipitazione di 30 minuti con Tr = 50 anni, tempo di riferimento per la progettazio‐
ne come previsto dalla D.G.R.V 1841/2007 e successiva D.G.R.V. 2948/2009, e quindi si
ribadisce come il calcolo sia stato effettuato a favore della sicurezza.
Al volume d’invaso calcolato si vanno a scomputare i 50 m3 dello stoccaggio delle acque di
prima pioggia ottenendo 365 m3.
In definitiva, per garantire il principio di invarianza idraulica si dovrà realizzare un sistema
di laminazione delle portate in grado di invasare 365 m3.
Le misure compensative più comuni, utilizzate per la laminazione delle piene (smaltimen‐
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to del volume da invasare), sono la predisposizione di una rete di collettori opportuna‐
mente dimensionata, in modo tale che, con grado di riempimento delle condotte non su‐
periore a 0.85 ‐ 0.90, sia in grado di contenere un volume pari a quello da invasare e
l’individuazione di apposite superfici (aree verdi o bacini di invaso) poste a quota inferiore
rispetto alle superfici limitrofe, da destinare alla raccolta dei volumi in eccesso.
Nel presente caso, l’intervento in oggetto si classifica come a “significativa impermeabiliz‐
zazione potenziale” (intervento su superfici comprese tra 10.000 m2 e 100.000 m2). Per
tale classe d’intervento è necessario che lo studio idraulico preveda il dimensionamento
dei tiranti idrici ammessi nell’invaso e le luci di scarico in modo da garantire la conserva‐
zione della portata massima defluente dall’area in trasformazione ai valori precedenti
l’impermeabilizzazione.
Nell’ipotesi di una linea di scarico come quella indicata in Figura 6 (130 metri lineari di tu‐
bazione scatolare 2.500 x 1.250 mmm) e senza tener conto di allacci e caditoie per le su‐
perfici di servizio e riempimento circa al 90% si riesce ad invasare circa 365 m3 ottenendo
l’invarianza idraulica. In questa fase del progetto si opta per restituire tutte le acque me‐
teoriche di piazzali e superfici relative agli uffici in ricettore superficiale e quindi si dove
aumentare di 10 m3 l’invaso al fine di ritenere anche i volumi generati dalla linea uffici,
portando l’invaso complessivo a 375 m3; in tale configurazione la linea potenziata con sca‐
tolari è dell’ordine dei 134 m lineari.
A valle del sistema sarà installato un pozzetto partitore in grado di rigurgitare i livelli a
monte di tutto l’impianto di drenaggio prima dell’immissione nel ricettore finale onde as‐
sicurare la laminazione. Le tubazioni dovranno essere posate con particolare attenzione
all’allineamento del fondo tubi mantenendo una pendenza pressoché nulla (0.005), leg‐
germente invitante verso la linea di deflusso in modo tale che il sistema sia in grado di in‐
vasare su tutta la sua estensione e piano piano sia in grado di defluire completamente
svuotandosi alla fine di ogni evento. Viste le dimensioni e la lunghezza del piazzale si con‐
siglia di raccordare la linea delle meteoriche al sistema d’invaso in 3 punti, come indicato
in Figura 6.
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Con questa soluzione la massima portata effluente, imposto il coefficiente udometrico
pari a 10 l/s/ha secondo le linee guida e considerando in via cautelativa tutta la superficie
del lotto, dovrà essere pari a:
Qmax = 10 l/s/ha 1.1949 ha 12 l/s
Il diametro della condotta strozzata per garantire tale efflusso si calcola con la seguente:
con CQ= 0.61, D=diametro condotta, Q=portata e h=battente a monte posto pari a 1 m in
modo da minimizzare il diametro del tubo in uscita. Si ottiene D = 36 mm, tuttavia per ra‐
gioni operative al fine di evitare intasamenti si opta per 60 mm. Si consiglia di inserire la
strozzatura all’interno di un pozzetto d’ispezione per facilitare la manutenzione periodica
del manufatto onde evitare malfunzionamenti a causa dell’intasamento.
In caso di troppopieno, un tubo da 160‐200 mm consentirà di sfiorare la portata ecceden‐
te. (Vedi Figura 17)
Scegliendo, invece, un manufatto con una luce a battente e stramazzo per il troppopieno:
con b = larghezza della luce a battente posta pari a 10 cm, h2 il battente e h2‐h1 l’altezza
della luce si ottiene h2 ‐ h1 di 5 mm, tuttavia per ragioni operative al fine di evitare inta‐
samenti si opta per 20 mm (Vedi Figura 18).
Entrambe le soluzioni proposte assicurano il rigurgito delle portate con invaso della rete,
anche nel caso si scegliesse di scaricare tutte le acque meteoriche di piazzali e linea uffici
in ricettore superficiale.
hgC
QD
Q **2**
*4
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tubo da 60 mm
Sezione
tubo da 160-200 mm
Piantatubo da 160-200 mm
tubo da 60 mm
16
0-2
00 vari
abile
2-3
cm
tubo da 160-200 mm
80
0
Figura 17 – Pozzetto limitatore di portata con strozzatura realizzata con tubo di diametro ridotto.
PiantaSezione
luce a battente rettangolare b=10 cm x h=2 cm
tubo da 160-200 mmtubo da 160-200 mm
2-3
cm
800
vari
abile
luce a battente rettangolare b=10 cm x h=2 cm
Figura 18 – Pozzetto limitatore di portata con strozzatura realizzata con luce a battente ridotta.
Nel caso le quote di scorrimento delle tubazioni fossero tali da non consentire lo scolo a
gravità, sarà necessario installare una pompa di sollevamento della portata non oltre 12
l/s che permetterà lo svuotamento del sistema di invaso e allo stesso tempo garantirà il
rispetto della massima portata effluente.
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6 CONCLUSIONI
Sulla scorta delle analisi ed elaborazioni condotte, si può concludere che:
la relazione di valutazione di compatibilità idraulica e i relativi elaborati grafici proget‐
tuali, sono stati redatti nel rispetto della D.G.R.V. n. 1841 del 19 giugno 2007 della Re‐
gione Veneto, delle recenti Linee Guida sulla Valutazione di Compatibilità Idraulica re‐
datta dal Commissario per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici
del 26/09/2007) e nello specifico della più recente D.G.R.V. n. 2948/2009;
trattandosi di un intervento che interessa una superficie 10.000 m2 < S < 100.000 m2 se‐
condo D.G.R.V. n. 2948/2009 si ascrive tra gli interventi a “significativa impermeabilizza‐
zione potenziale”, per cui la relazione della Valutazione di Compatibilità Idraulica (VCI)
verrà trasmessa al Comune di appartenenza il quale dovrà acquisire il parere idraulico
emesso dal Consorzio di Bonifica competente;
il progetto risulta compatibile dal punto di vista idraulico e dovrà essere eseguito rispet‐
tando quanto indicato nella presente relazione di compatibilità idraulica in termini di:
1. superfici, permeabili, impermeabili e semipermeabili, in particolare nella sistema‐
zione esterna prevista;
2. volume di invaso da recuperare per l’invarianza idraulica così come definiti nella
presente analisi. Sarà da recuperare il volume di prima pioggia generato
dall’ampliamento dei piazzali e da laminare il relativo volume delle seconde piogge
secondo la proposta indicata nella presente analisi, mentre tutto il restante apporto
meteorico derivante dalla zona uffici sarà scaricato eventualmente nel terreno at‐
traverso un pozzo drenante senza caricare ulteriormente le attuali linee di scolo op‐
pure, come scelto in questa fase del progetto, direttamente in roggia attraverso la
linea comune, aumentando la capacità dell’invaso di progetto (da 365 m3 a 375 m3)
e allungando quindi di altri 4 metri la linea dello scatolare (da 130 a 134 m lineari).
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La disposizione planimetrica della linea di invaso indicata in Figura 6 è puramente
indicativa, si potrà intervenire adottando scelte progettuali anche diverse, in ogni
caso, al fine di ottenere l’invarianza idraulica, sarà necessario rispettare i volumi di
invaso calcolati in questa sede e pure le portate effluenti dal pozzetto partitore;
3. portate di progetto da drenare secondo le prescrizioni indicate nella presente rela‐
zione di valutazione di compatibilità idraulica. Sono state calcolate in via cautelativa
considerando un tempo di ritorno pari a 200 anni in base allo studio della Regione
Veneto redatto a monte delle D.G.R.V. n. 1841/2007 e D.G.R.V. n. 2948/2009.
Alla luce delle asserzioni riportate nel presente rapporto tecnico nonché la determinazio‐
ne dei dispositivi di smaltimento delle acque meteoriche al fine di garantire il principio di
invarianza idraulica, nel rispetto di tali disposizioni si ritiene il progetto conforme alle in‐
dicazioni prescritte dalle normative vigenti in particolare delle D.G.R.V. n. 1841/2007 e
D.G.R.V. n. 2948/2009.