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Allegato n.4 Relazione tecnica trattamento acque di prima e seconda pioggia e relazione di invarianza idraulica

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Allegato n.4

Relazione tecnica trattamento acque di prima e seconda pioggia

e relazione di invarianza idraulica

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PROGETTO NUOVI UFFICI E SISTEMAZIONE AREA MOVIMENTAZIONE AUTOMEZZI

COMUNE DI ROSSANO VENETO PROVINCIA DI VICENZA

Data:

Dicembre

2015

Progetto nuovi uffici e sistemazione area movimentazione automezzi annesso all’esistente complesso per deposito e vendita idrocarburi e derivati, stoccaggio provvisorio rifiuti speciali, di proprietà di Fiorese Immobiliare srl in uso alle ditte Fiorese Bernardino S.p.a. e Fiorese Ecologia S.r.l., in via Castion nel Comune di Rossano Veneto – VICENZA

RELAZIONE TECNICA

descrittiva delle aree sottoposte a dilavamento e progetto impianto di trattamento

acque di prima pioggiaA cura di

Dott. Chimico Riccardo Castellani

Ing. Francesco Bertin

Revisione:

V00 Committente:

Fiorese Immobiliare S.r.L Via Castion 70 36028 Rossano Veneto (VI)

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INDICE

1 PREMESSA ............................................................................................................... 2

2 DESCRIZIONE DELLE AREE ............................................................................................ 4

3 PORTATE E VOLUMI DI PIENA ................................................................................... 7

4 DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI RACCOLTA E INVASO ACQUE METEORICHE ................. 8

5 TRATTAMENTO DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA ................................................... 12

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1 PREMESSA

Per incarico della Fiorese Immobiliare srl, proprietaria dell’area in oggetto è stata redatta la

presente relazione tecnica al fine di ottenere l’autorizzazione allo scarico delle acque di

prima pioggia che saranno prodotte dal dilavamento delle superfici scoperte impermeabili

pertinenti al “Progetto di nuovi uffici e sistemazione area movimentazione automezzi”

annesso all’esistente complesso per deposito e vendita idrocarburi e derivati, stoccaggio

provvisorio rifiuti speciali, in uso alle ditte Fiorese Bernardino S.p.a. e Fiorese Ecologia S.r.l.,

in via Castion nel Comune di Rossano Veneto nella Provincia di Vicenza (Figura 1).

Si fa notare che mentre il complesso esistente è in usufrutto alle ditte che svolgono le attività

citate al paragrafo precedente, le quali rientrano tra quelle previste all’ allegato F del PTA

(deposito e vendita idrocarburi e impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti speciali), le cui

aree sono già dotate di idoneo impianto di trattamento acque meteoriche di prima pioggia

con scarico in acque superficiali autorizzato con AIA regionale DGRV_79 del 23.12.2011 e

DGRV_ 1008 del 05-06-2012, la nuova area da realizzare oggetto della presente relazione,

anche se attigua a quelle esistenti, sarà dotata una propria rete indipendente di

collettamento e trattamento acque meteoriche nuovo scarico autonomo da autorizzare in

acque superficiali e risulterà quindi idraulicamente scollegata da quella già esistente, poiché

appunto area non soggetta ad attività comprese tra quelle di cui all’allegato F del PTA (vedi

figura n.5).

Al fine inoltre di garantire l’invarianza idraulica dell’area, quest’ultima sarà dotata di un

sistema di laminazione delle portate con successivo scarico dedicato.

La descrizione dell’area di intervento, nonché il dimensionamento delle portate e dei volumi

di prima e seconda pioggia, sono stati effettuati nell’apposita Relazione di Valutazione di

Compatibilità Idraulica, a firma dell’ing. Francesco Pescarolo, che viene allegata alla presente

relazione. Ad essa si rimanda per ulteriori dettagli.

Al fine di ottimizzare e dettagliare la gestione ed il trattamento delle acque di prima pioggia,

rispetto a quanto previsto nella citata Valutazione di Compatibilità Idraulica, sono state

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previste alcune varianti al sistema di captazione, collettamento, accumulo, trattamento e

scarico delle acque. Tali variazioni hanno imposto anche alcune modifiche al sistema di

laminazione delle portate.

In ogni caso le varianti previste non modificano le caratteristiche dimensionali del sistema

originariamente previsto e consistono unicamente in una riorganizzazione planimetrica del

sistema, e nell’inserimento della vasca di prima pioggia, di un dissabbiatore e disoleatore

nonché delle stazioni di sollevamento delle prime e seconde piogge.

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2 DESCRIZIONE DELLE AREE

Gli interventi in progetto prevedono la rivisitazione dell’area movimentazione mezzi dando

disposizione planimetrica più razionale alle aree a parcheggio e verde a servizio delle attività,

previste dal vigente P.R.G. e P.I. di Rossano Veneto, destinate alla clientela e comunque ad

uso pubblico, posizionando le stesse in spazi più consoni all’utilizzo di fruitori esterni,

eliminando i parcheggi attualmente previsti in zone che interferiscono pesantemente con le

attività commerciali ed in specie con le operazioni di carico-scarico e movimentazione

prodotti. Per le aree verdi si sono apportati marginali ritocchi, distribuendole nel

perimetro dell’area, prevedendo opportune mascherature alberate con essenze autoctone,

in ottemperanza alle disposizioni contenute nelle norme di attuazione.

In base alla trasformazione ed ampliamento dell’area ZTO D/6 viene ridisegnata l’area per la

movimentazione degli automezzi e per la dislocazione degli standard urbanistici per

servizi, in un insieme organico e razionale, finalizzato alla ottimizzazione ed al

miglioramento della funzionalità dell’attività dell’azienda. La riorganizzazione urbanistica

dell’attività e la costruzione della nuova palazzina destinata ad uso uffici, si pongono in

deroga agli indici ed alle previsioni del vigente PI per la ZTO D/6.

Le varianti proposte riguardano principalmente l’ampliamento della ZTO D/6, passando

dalla superficie attuale di 20.403 m2 alla estensione di 32.352 m2, con un incremento di

11.949 m2. Il progetto prevede lo spostamento dell’accesso dell’attività su via Castion (SR

245), attualmente posizionato vicino alla curva della Strada Regionale 245 posta sul limi-

tare del Comune di Rossano Veneto, in prossimità dell’intersezione con via La Piccola, e la

realizzazione di un nuovo accesso carraio ad Ovest del lotto residenziale di proprietà del

Sig. Fiorese Ivo, con contemporanea chiusura dell’accesso esistente.

L’area, in seguito alla realizzazione dell’intervento, avrà la superficie così suddivisa:

Superficie uffici ϕ Superficie complessiva uffici 800 mq 0.9

Superficie piazzale, parcheggi, aree di manovra ϕ

Verde 1.900 mq 0.2 Parcheggi 2.000 mq 0.9

Piazzali e marciapiedi 7.769 mq 0.9

Per il dettaglio degli interventi si rimanda alla consultazione degli elaborati di progetto.

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Figura 1 - Lotto oggetto dell’intervento allo stato attuale.

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Figura 2 - Rete di accumulo e trattamento prime e seconde piogge

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3 PORTATE E VOLUMI DI PIENA

Come accennato in precedenza il calcolo delle portate e dei volumi è stato effettuato nello

studio di Valutazione di Compatibilità Idraulica dall’ing. Francesco Pescarolo, allegata al

presente documento.

La citata valutazione quantifica i volumi di pioggia da laminare con riferimento ad tempo di

ritorno pari a 200 anni, ben superiore quindi ai prescritti 50 anni, mentre calcola i volumi da

destinare all’accumulo di prima pioggia a partire dai classici primi 5mm di precipitazione.

Le massime portate generate dall’evento piovoso di durata critica, pari al tempo di

corrivazione, sono state calcolate a partire da tempi di corrivazione che risultano coerenti

anche nella nuova configurazione planimetrica, essendo le lunghezze delle linee di drenaggio

principali simili a quelle ipotizzate originariamente.

I risultati dei calcoli effettuati, rilevanti ai fini della presente relazione, sono i seguenti:

Portata massima, corrispondente ad una precipitazione intensa di 15’ .............. Qmax=460,9l/s

Volume da destinarsi alla prima pioggia ............................................................... Vpp=48,85mc

Volume da destinarsi alla laminazione ................................................................... Vlam=375mc

Portata massima allo scarico seconde piogge ............................................................ Qsp=12l/s

Relativamente ai volumi da destinarsi all’accumulo delle prime piogge, la configurazione della

rete di drenaggio scelta prevede il recapito delle precipitazioni cadute sull’area uffici

direttamente nella rete principale, escludendo la dispersione nel sottosuolo tramite pozzi

drenanti. Ciò impone di garantire incrementare il volume da riservare alle prime piogge di un

volume almeno pari ai primi 5mm di pioggia caduta su questa area, corrispondenti a 800mq

x 0,005m = 4mc.

Pertanto il volume utile destinato alla prima pioggia sarà ........................................ Vpp=54mc

Come originariamente previsto il recapito finale delle portate effluenti avverrà, come per gli

altri scarichi già autorizzati, su corpo idrico superficiale. In particolare sul fosso di guardia della

via La Piccola. Per un maggior controllo degli scarichi si è scelto di mantenere due punti di

recapito finale distinti per la prima e la seconda pioggia.

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4 DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI RACCOLTA E INVASO ACQUE METEORICHE

E’ prevista la raccolta delle acque meteoriche su tutte le nuove aree scoperte pavimentate

attraverso una rete di caditoie collegate da tubazioni in PVC opportunamente dimensionate,

disposta come da Figura 2. Le tubazioni di collegamento avranno diametri variabili tra 200mm

e 350mm. La sezione maggiore è in grado di trasportare con un grado di riempimento del

90% ed una pendenza dell’1% circa 242 l/s e risultano pertanto adeguate al trasporto delle

massime portate calcolate, in considerazione del fatto che la rete è ripartita in due rami

distinti a servizio di circa metà bacino contribuente ciascuno.

La rete, così come il sistema di accumulo e trattamento, sarà distinta ed indipendente da

quella esistente e strutturata in modo da separare le acque di prima pioggia dalle successive

precipitazioni.

Le acque di dilavamento dei nuovi piazzali e coperture verranno recapitate, tramite un

pozzetto ripartitore, ad una vasca di prima pioggia interrata di volume utile pari ad almeno

54mc.

La vasca sarà di tipo prefabbricato monoblocco in c.a.v. per acque reflue, dotata di copertura

carrabile per carichi di 1° categoria, come quella qui sotto rappresentata, o di tipologia

similare.

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Figura 3 – Dimensioni vasca di prima pioggia

Il pozzetto ripartitore avvierà i flussi alla vasca di prima pioggia attraverso una tubazione

posta sul fondo, mentre un altro collettore in uscita dal pozzetto ripartitore recapiterà al

sistema di laminazione delle acque di seconda pioggia. La quota di scorrimento del collettore

di seconda pioggia sarà tale da consentirne l’innesco solo una volta che il livello del pelo libero

nella vasca di laminazione corrisponderà ad un invaso di almeno 54mc.

Una volta invasati i primi 54mc le acque di seconda pioggia saranno avviate ad un apposito

sistema di invaso.

Più precisamente si prevede di creare un apposito sistema di laminazione delle piene

realizzando un manufatto sotterraneo di invaso con scatolari autoportanti da 2.500 x 1.250

mm, ove convoglieranno tutte le acque di seconda pioggia, del tipo di quelli rappresentati

nella figura che segue. Si potranno scegliere altre tipologie e dimensioni, in ogni caso

dovranno essere rispettati i volumi di invaso calcolati.

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Figura 4 - Misure standard per manufatti scatolari prefabbricati autoportanti per la realizzazione dell’invaso al

fine di garantire il principio di invarianza idraulica.

Figura 5 - Particolare ripartizione prime/seconde piogge, vasca di prima pioggia, dissabbiatore e disoleatore,

sollevamento allo scarico

Nell’ipotesi di una linea di scarico come quella indicata in Figura 6 (130 metri lineari di

tubazione scatolare 2.500 x 1.250 mmm) e senza tener conto di allacci e caditoie per le

superfici di servizio e riempimento circa al 90% si riesce ad invasare circa 365 m3 ottenendo

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l’invarianza idraulica. Avendo optato per restituire tutte le acque meteoriche di piazzali e

superfici relative agli uffici in ricettore superficiale, evitando quindi dispersioni nel

sottosuolo, il volume da destinare alla laminazione, come indicato nella relazione di

invarianza idraulica, va incrementato di 10 m3 al fine di ritenere anche i volumi generati

dalla linea uffici, portando l’invaso complessivo a 375 m3; in tale configurazione la linea

potenziata con scatolari è dell’ordine dei 134 m lineari.

A valle del sistema sarà installato un pozzetto limitatore di portata in grado di rigurgitare

i livelli a monte di tutto l’impianto di drenaggio prima dell’immissione nel ricettore finale

onde assicurare la laminazione, limitando la portata in uscita dall’invaso a 12l/s.

Dal momento che le quote di scorrimento delle tubazioni non risultano tali da consentire

lo scolo a gravità, sarà necessario installare una pompa di sollevamento della portata non

oltre 12 l/s che permetterà lo svuotamento del sistema di invaso e allo stesso tempo

garantirà il rispetto della massima portata effluente. A maggiore garanzia del non

superamento delle massime portate allo scarico, a monte del sollevamento verrà in ogni

caso installato il pozzetto limitatore di portata.

Immediatamente a monte dello scarico in corpo idrico superficiale è prevista la posa, sia per

la linea prime piogge che per la linea seconde piogge di un pozzetto per il campionamento

delle acque scaricate.

Figura 6 - Particolare scarichi in corpo idrico superficiale linee prime e seconde piogge

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5 TRATTAMENTO DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA

Le acque di prima pioggia provenienti dal dilavamento delle aree scoperte devono essere

opportunamente trattate prima del loro scarico in corpo idrico superficiale. La tipologia e la

concentrazione attesa di inquinanti è quella tipica delle aree di manovra e di sosta

automezzi. Gli inquinanti attesi sono pertanto individuabili principalmente in solidi sospesi

ed idrocarburi con concentrazioni medio basse. Tuttavia, considerata la particolare attività

svolta presso l’insediamento e nelle aree limitrofe, e con riferimento alle Linee Guida ARPA

E.R. LG 28/DT, il dimensionamento del sistema di trattamento viene effettuato assumendo

concentrazioni massime tipiche di officine o autolavaggi (densità degli oli pari tra 0,85g/cm3

e 0,9g/cm3 e qualità del fango elevata), con solidi sospesi sia di tipo pesante che leggero.

Il sistema di trattamento previsto è quello tipico per piazzali ed aree pavimentate di manovra

e sosta, ed è costituito da una serie di vasche con funzione di sedimentazione e di

separazione di oli ed idrocarburi.

Le citate linee guida individuano, per i sedimentatori/disoleatori di acque di prima pioggia,

nell’ipotesi di carichi in ingresso sopra richiamata e cautelativa nel caso in oggetto:

Tempo di separazione dell’olio: .............................................................................. ts=33,3min

Tempo di ritenzione idraulica per la separazione dei solidi sospesi: .......................... tr=45min

Coefficiente di qualità del fango ..................................................................................... Cf=300

La normativa attualmente vigente prescrive lo svuotamento delle vasche di prima pioggia

entro le 48ore successive alla fine dell’evento piovoso. Nello specifico caso in oggetto, a

maggiore garanzia di disponibilità di volumi da destinarsi alla prima pioggia, si sceglie di tarare

il sistema di sollevamento meccanico delle acque di prima pioggia in modo da garantire il

completo svuotamento della vasca di prima pioggia entro le 24 ore successive alla fine

dell’evento piovoso.

Dal momento che la vasca di prima pioggia, posta a monte del dissabbiatore e disoleatore, ha

una capacità massima di 54mc, ciò implica una portata massima avviata al dissabbiatore e

disoleatore pari a:

Q = 54 / 24 = 2,25 mc/h = 0,625 l/s

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Considerato che il trattamento di sedimentazione e disoleatura avverrà “a batch” una volta

esauritosi l’evento piovoso le assunzioni sopra richiamate comportano un volume minimo da

destinare alla sedimentazione risulterebbe pari a:

Vsed = Q x Cf = 0,625 x 300 / 1000 = 0,375mc

Questo valore, evidentemente eccessivamente ridotto, viene aumentato coerentemente alla

scelta del modello di dissabbiatore e disoleatore individuato in base agli altri parametri di

dimensionamento, come nel seguito esposto.

Relativamente ai volumi da garantire per un efficace effetto di separazione degli oli, il

dimensionamento è effettuato come segue:

Vdis = Q x ts = 0,625 x 33,3 x 60 / 1000 = 1,248mc

In considerazione dei volume sopra individuati, si propone l’utilizzo di un dissabbiatore e

disolatore specificatamente progettato per il trattamento di acque meteoriche provenienti

da officine meccaniche, piazzole di stoccaggio oli esausti ed idrocarburi, autolavaggi,

parcheggi, della serie “SOP” di Costruzioni Virago s.n.c., o similare. Si tratta di impianti

prefabbricati conformi alla norma UNI EN 858-1-2 costituito da una serie di due vasche

prefabbricate in calcestruzzo armato vibrato, da installare entro terra, ed ispezionabili

dall’alto attraverso i fori d’ispezione situati nelle coperture delle vasche stesse.

La prima vasca funge da sedimentatore. Nel fondo vasca, mediante decantazione, si

accumulano tutti i fanghi pesanti (terriccio, sabbie). Già all’interno di questa vasca avviene

una prima azione di rimozione di oli minerali liberi contenuti nell’acqua che verranno con

azione immediata assorbiti da speciali filtri “adsorbioil” (panne assorbenti). L’azione di

rimozione degli oli è completata nella seconda vasca, anch’essa dotata di filtri “adsorbi-oli”.

La particolare conformazione delle vasche impone un percorso idraulico obbligato che

garantisce i tempi di ritenzione richiesti.

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Figura 7 - Dissabbiatore e disoleatore prefabbricato tipo SOP-1-S

Il modello rappresentato in figura garantisce una potenzialità di trattamento di 2 l/s, un

volume destinato alla sedimentazione di 2,52mc ed un volume destinato alla disoleatura di

2,44mc. Tali volumi, in considerazione delle portate in ingresso previste, garantiscono un

tempo di permanenza in ciascuna vasca dell’ordine di 65min.

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PROGETTO NUOVI UFFICI E SISTEMAZIONE AREA MOVIMENTAZIONE AUTOMEZZI  

COMUNE DI ROSSANO VENETO PROVINCIA DI VICENZA 

 Data: 

Luglio 

2015 

 

Progetto nuovi uffici e sistemazione area

movimentazione automezzi nel complesso per

deposito e vendita idrocarburi e derivati,

stoccaggio provvisorio rifiuti speciali, in uso

alle ditte Fiorese Bernardino S.p.a. e Fiorese

Ecologia S.r.l., in via Castion nel Comune di

Rossano Veneto – VICENZA

 

RELAZIONE  DI  VALUTAZIONE  DI 

COMPATIBILITÀ IDRAULICA

 

Elaborato: 

Unico 

Ing. Francesco Pescarolo Albo degli Ingegneri della Provincia di Padova N. 4572 

               

Revisione: 

V00 Committenti: 

 

Fiorese Bernardino S.p.a.

Via Castion 70

36028 Rossano Veneto (VI)

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PROGETTO NUOVI UFFICI E SISTEMAZIONE AREA MOVIMENTAZIONE AUTOMEZZI PRESSOFIORESE BERNARDINO Spa, VIA CASTION 70, 36028 COMUNE DI ROSSANO VENETO (VI) 

Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  1 di 31 

INDICE 

 

1  PREMESSA  2 

2  DESCRIZIONE DEL PROGETTO  4 

3  NORMATIVA DI RIFERIMENTO  9 

4  ANALISI SULL’ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL COMPRENSORIO (P.A.I.)  10 

5  CARATTERIZZAZIONE IDROLOGICA E IDRAULICA  14 

6  CONCLUSIONI  30 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PROGETTO NUOVI UFFICI E SISTEMAZIONE AREA MOVIMENTAZIONE AUTOMEZZI PRESSOFIORESE BERNARDINO Spa, VIA CASTION 70, 36028 COMUNE DI ROSSANO VENETO (VI) 

Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  2 di 31 

1 PREMESSA 

Per  incarico della committenza è stata redatta  la presente relazione tecnica al fine della 

caratterizzazione  idrologica e  idraulica dell’area oggetto di un “Progetto nuovi uffici e si‐

stemazione area movimentazione automezzi nel complesso per deposito e vendita  idro‐

carburi e derivati, stoccaggio provvisorio rifiuti speciali, in uso alle ditte Fiorese Bernardi‐

no S.p.a. e Fiorese Ecologia S.r.l., in via Castion nel Comune di Rossano Veneto nella Pro‐

vincia di Vicenza (Figura 1).  

Trattasi di un progetto  in variante alla ZTO D/6 con procedura di cui al DPR 447/98 che 

prevede una nuova edificazione e ampliamento di una zona movimentazione mezzi e par‐

cheggio, nonché la sistemazione di zone a verde attigue all’area produttiva. 

 

La superficie del lotto di proprietà si pone ad una quota altimetrica di circa 69÷70 m s.l.m. 

(Figura 3) e copre un’area pari a 32.352 m2 che prima dell’intervento era sistemata a ver‐

de per 11.949 m2 e dedicata all’area produttiva per i restanti 20.403 m2. Di fatto le varian‐

ti proposte  riguardano principalmente  l’ampliamento della ZTO D/6, passando dalla  su‐

perficie attuale di 20.403 m2 alla estensione di 32.352 m2, con un  incremento di 11.949 

m2.

Il  lotto ora sarà sede di costruzione di un nuovo fabbricato e relative pertinenze, aree di 

parcheggio e piazzale movimentazione mezzi, accessi carrai, servizi e una parte di superfi‐

cie a verde attorno all’attività sarà marginalmente rivista.  

L’intervento va pertanto a modificare l’attuale permeabilità della superficie esistente.  

Il presente  rapporto  tecnico ha  lo scopo di  indagare sugli effetti dell’intervento edilizio, 

diretti e indiretti, in relazione alla capacità e modalità di smaltimento delle acque meteo‐

riche. 

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PROGETTO NUOVI UFFICI E SISTEMAZIONE AREA MOVIMENTAZIONE AUTOMEZZI PRESSOFIORESE BERNARDINO Spa, VIA CASTION 70, 36028 COMUNE DI ROSSANO VENETO (VI) 

Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  3 di 31 

 

Figura 1 – Foto aerea con indicazione della zona d’indagine. 

 

 

 

 

 

 

 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  4 di 31 

2 DESCRIZIONE DEL PROGETTO 

Come riportato in premessa il progetto prevede la rivisitazione dell’area movimentazione 

mezzi dando disposizione planimetrica più razionale alle aree a parcheggio e verde a ser‐

vizio delle attività, previsti dal vigente P.R.G. e P.I. di Rossano Veneto, destinati alla clien‐

tela e comunque ad uso pubblico, posizionando gli stessi in spazi più consoni all’utilizzo di 

fruitori esterni, eliminando i parcheggi attualmente previsti in zone che interferiscono pe‐

santemente con  le attività commerciali ed  in specie con  le operazioni di carico‐scarico e 

movimentazione  prodotti.  Per  le  aree  verdi  si  sono  apportati marginali  ritocchi,  distri‐

buendole nel perimetro dell’area, prevedendo opportune mascherature alberate con es‐

senze autoctone, in ottemperanza alle disposizioni contenute nelle norme di attuazione. 

 

In base alla trasformazione ed ampliamento dell’area ZTO D/6 viene ridisegnata l’area per 

la movimentazione  degli  automezzi  e  per  la  dislocazione  degli  standard  urbanistici  per 

servizi,  in un  insieme organico e  razionale,  finalizzato alla ottimizzazione ed al migliora‐

mento  della  funzionalità  dell’attività  dell’azienda.  La  riorganizzazione  urbanistica 

dell’attività e  la costruzione della nuova palazzina destinata ad uso uffici, si pongono  in 

deroga agli indici ed alle previsioni del vigente PI per la ZTO D/6. 

 

Le varianti proposte  riguardano principalmente  l’ampliamento della ZTO D/6, passando 

dalla superficie attuale di 20.403 m2 alla estensione di 32.352 m2, con un  incremento di 

11.949 m2. Il progetto prevede lo spostamento dell’accesso dell’attività su via Castion (SR 

245), attualmente posizionato vicino alla curva della Strada Regionale 245 posta sul limi‐

tare del Comune di Rossano Veneto, in prossimità dell’intersezione con via La Piccola, e la 

realizzazione di un nuovo accesso carraio ad Ovest del  lotto residenziale di proprietà del 

Sig. Fiorese Ivo, con contemporanea chiusura dell’accesso esistente. 

 

Per  la visione di dettaglio dell’intervento si rimanda alla consultazione degli elaborati di 

progetto. Sulla scorta di questi numeri di progetto e della normativa di riferimento sono 

state condotte le analisi e le osservazioni del caso. 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  5 di 31 

 

Figura 2 – Estratto C.T.R. 5.000 della Regione Veneto. 

 

 

Figura 3 – Estratto C.T.R. 5.000 con supporto DEM a 5 m della Regione Veneto. 

 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  6 di 31 

 

Figura 4 – Lotto oggetto dell’intervento allo stato attuale. 

 

 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  7 di 31 

 

Figura 5 – Lotto oggetto dell’intervento con evidenziate le aree soggette a modificazioni superficiali. 

Superficie in trasformazione 12.000 m2 circa

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  8 di 31 

 

Figura 6 – Lotto oggetto dell’intervento con indicata l’opera di invaso per la laminazione delle portate al fine di garantire il principio di invarianza idraulica. 

Linea di scolo acque bianche (invaso). Scatolare da 2.500 x 1.250 mm 

Pozzetto di raccordo 

Pozzetto limitatore di portata 

All’impianto di prima pioggia 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  9 di 31 

3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 

La normativa di interesse specifico per la presente relazione è la seguente: 

Ordinanza n. 3 del 22/01/2008 del Commissario Delegato per l’emergenza concer‐

nente gli eccezionali eventi meteorologici del 26/09/2007; 

Primi indirizzi e raccomandazioni per l’applicazione delle ordinanze 2, 3 e 4 del 

22/01/2008 in materia di prevenzione dal rischio idraulico; 

Valutazione di compatibilità idraulica – Linee guida (Agosto 2009) del Commissario 

Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 

26/09/2007; 

D.G.R.V. n. 2948/2009 della Regione Veneto – “Valutazione di compatibilità idrau‐

lica per la redazione degli strumenti urbanistici”; 

Piano degli interventi e compatibilità idraulica del Comune di Rossano Veneto. 

 

Per  interventi  la cui superficie  impermeabile 10.000 m2 < S < 100.000 m2 è necessaria  la 

redazione della Valutazione di Compatibilità Idraulica (VCI) che verrà trasmessa al Comu‐

ne di appartenenza con  la necessità di acquisizione del parere  idraulico emesso dal Con‐

sorzio di Bonifica competente, così come  indicato nelle Linee guida per  la Valutazione di 

Compatibilità  Idraulica,  redatte dal Commissario Delegato per  l’emergenza concernente 

gli eccezionali eventi meteorologici del 26/09/2007 (Agosto 2009). 

Il caso  in esame ricade  in tale  ipotesi,  interessando una superficie complessiva effettiva‐

mente modificata pari a 11.949 m2. 

Con  riferimento  alle  “indicazioni  operative”  contenute  nell’allegato  A  della  D.G.R.V. 

1841/2007  di  cui  sopra,  che  definisce  le  classi  d’intervento  in  relazione 

all’impermeabilizzazione potenziale derivante dall’attuazione dei nuovi strumenti urbani‐

stici, l’intervento in oggetto si classifica come a “significativa impermeabilizzazione poten‐

ziale”  (intervento  su  superfici  comprese  tra  10.000 m2  e  100.000 m2).  Per  tale  classe 

d’intervento è necessario che  lo studio  idraulico preveda  il dimensionamento dei tiranti 

idrici ammessi nell’invaso e  le  luci di scarico  in modo da garantire  la conservazione della 

portata  massima  defluente  dall’area  in  trasformazione  ai  valori  precedenti 

l’impermeabilizzazione. 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  10 di 31 

4 ANALISI SULL’ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL COMPRENSORIO (P.A.I.) 

L’area interessata dal progetto precedentemente descritto è ubicata a sud est del centro 

di Rossano Veneto. Dal punto di vista catastale il terreno in esame è censito al catasto ter‐

reni del Comune di Rossano Veneto al Foglio n. 6 ‐ Mappale 106. Nella Figura 7 si indivi‐

dua l’area d’intervento. 

Sulla scorta del delicato equilibrio idraulico della Regione Veneto e in base alla morfologia 

territoriale l’Autorità di Bacino ha definito il Piano stralcio delle fasce fluviali per l’assetto 

idrogeologico individuando le aree a maggior o minor vulnerabilità dal punto di vista idro‐

geologico e idraulico e definendo in particolare 4 classi di pericolosità. 

La zona di Rossano Veneto è trattata nel P.A.I. del fiume Brenta‐Bacchiglione che segnala 

sostanzialmente  l’assenza di pericolosità  idraulica della  totalità del  territorio  comunale, 

nello specifico nella Tavola 10 e tavola 27. 

 

 

Figura 7 – Carta estratto della Carta Tecnica Regionale (CTR). 

 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  11 di 31 

 

 

Figura 8 – Carta della pericolosità idraulica – Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico               del bacino idrografico dei fiumi Brenta‐Bacchiglione – Stralcio della Tavola 10. 

  

 

Figura 9 – Carta della pericolosità idraulica – Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico                del bacino idrografico dei fiumi Brenta‐Bacchiglione – Stralcio della Tavola 27. 

 

 

Come si evince dalle tavole della pericolosità idraulica il territorio del Comune di Rossano 

Veneto non è contemplato tra quelli a rischio esondazioni. 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  12 di 31 

 

Figura 10 – Carta estratto PI del Comune di Rossano Veneto. 

 

 

Figura 11 – Estratto di Mappa catastale – Foglio n. 6 – Mappale n. 106 del Comune di Rossano Veneto. 

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PROGETTO NUOVI UFFICI E SISTEMAZIONE AREA MOVIMENTAZIONE AUTOMEZZI PRESSOFIORESE BERNARDINO Spa, VIA CASTION 70, 36028 COMUNE DI ROSSANO VENETO (VI) 

Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  13 di 31 

Il  sito  in esame è posto  su  terreno pianeggiante,  con  leggera pendenza  verso  SSE,  alla 

quota di 69÷70 m s.l.m. L’area in esame è situata sulla conoide alluvionale del fiume Bren‐

ta. Il sottosuolo è costituito da ghiaie ben classate in matrice sabbiosa con ottima capacità 

portante. La stratigrafia del sottosuolo, come si è potuto constatare a seguito di interventi 

di sbancamento eseguiti all’interno dell’area d’intervento, presenta al di sotto del terreno 

vegetale di spessore 60÷70 cm, strati di ghiaie con ciottoli in matrice sabbiosa. Il sottosuo‐

lo altamente drenante non presenta fenomeni di ritenzione.  Il  livello minimo della falda 

freatica è alla quota di circa ‐40 m dal p.e. (vedi Figura 12). Il sito in esame si trova in una 

zona pianeggiante con una bassa edificazione, non sono presenti corsi d’acqua e nemme‐

no canali consortili irrigui o di bonifica, e quindi non ci sono problemi di eventuali esonda‐

zioni. Per quanto riguarda lo smaltimento dell’acqua meteorica la zona è provvista di rete 

di scolo presente lungo la strada dove le precipitazioni si raccolgono in roggia e scorrono 

superficialmente. Il sito di realizzazione dell’ampliamento non risulta quindi, nelle attuali 

sistemazioni idrauliche, zona a rischio allagamento (vedi carte P.A.I.). 

 

 

Figura 12 – Carta delle isofreatiche del comprensorio indagato. 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  14 di 31 

5 CARATTERIZZAZIONE IDROLOGICA E IDRAULICA 

Lo studio “Analisi regionalizzata delle precipitazioni per l’individuazione di curve di possi‐

bilità pluviometrica di  riferimento”  fornisce  i parametri delle curve di possibilità pluvio‐

metriche  individuate  in seguito ad una analisi regionalizzata dei dati di pioggia registrati 

da 27 stazioni ARPAV, opportunamente selezionate per dare copertura al territorio di in‐

teresse. Le curve di possibilità pluviometrica proposte  sono espresse  sia con  la  formula 

italiana a due parametri (a,n) 

dove: 

h = altezza di pioggia 

t = durata della precipitazione; 

a, n = parametri della curva forniti dalla elaborazione statistica  in dipendenza della zona 

territoriale di riferimento e del tempo di ritorno assunto, che con la formula più generale 

a tre parametri (a,b,c) 

dove: 

h = altezza di pioggia 

t = durata della precipitazione 

a, b, c = parametri della curva forniti dalla elaborazione statistica in dipendenza della zona 

territoriale di riferimento e del tempo di ritorno assunto. 

Le curve a tre parametri consentono una migliore interpolazione dei dati per tutte e 10 le 

durate considerate (5’, 10’, 15’, 30’, 45’, 1 h, 3 h, 6 h, 12 h, 24 h). 

Le  curve a due parametri  infatti non  riescono ad  interpolare adeguatamente  i dati per 

l’intero  range di durate; è necessario  invece  individuare  intervalli più  ristretti di durate, 

entro i quali la formula bene approssimi i valori ottenuti con la regolarizzazione regionale. 

Le curve a due parametri sono quindi  fornite e  tarate per sei diversi  intervalli di durata 

degli  eventi  meteoclimatici,  in  particolare  per:  5’÷45’  tp≈15’,  10’÷1h  tp≈30’,  15’÷3h 

tp≈45’, 30’÷6h tp≈1h, 45’÷12h tp≈3h, 1h÷24h tp≈6h. 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  15 di 31 

Il Comune di Rossano Veneto viene a trovarsi a Nord di Cittadella ove è presente una sta‐

zione di misura pluviometrica. La Regione Veneto ascrive questa fascia alla zona omoge‐

nea cosiddetta Nord Occidentale ‘INTERNA NW’. La scrivente, dalla valutazione di diversi 

dati ed elaborazioni  idrologiche del territorio relativamente alle stazioni di Vicenza, Bas‐

sano del Grappa e Cittadella presenti in letteratura, ha ritenuto opportuno adottare i dati 

della “Analisi regionalizzata delle precipitazioni per l’individuazione di curve di possibilità 

pluviometrica di riferimento” della regione Veneto e nello specifico per  la zona di Citta‐

della, molto prossima a Rossano Veneto,  in quanto risultano più cautelative essendo ag‐

giornate  sulla  scorta degli ultimi eventi  intensi manifestatisi nel  territorio  veneto;  altre 

elaborazioni di studi analoghi appaiono datate.  

Viene adottata  la curva a tre parametri,  in Tabella 1 si riporta un estratto delle elabora‐

zioni dei dati pluviometrici per diversi tempi di ritorno. 

 

   

Tabella 1 – Estratto dalle Linee Guida della Regione Veneto. 

Le linee guida prescrivono di eseguire il calcolo idraulico sulla base di eventi di riferimento 

caratterizzati da tempo di ritorno pari a 50 anni, tuttavia, optando per disperdere gli af‐

flussi meteorici anche attraverso pozzi drenanti (in particolare per l’area adibita ad uffici), 

nondimeno ai fini della sicurezza, si opta di effettuare il calcolo per Tr = 200 anni per cui: a 

= 47.6, b = 17.3, c = 0.794 (nel rispetto delle prescrizioni dettate da D.G.R.V. 2948/2009 e 

delle disposizioni degli Organi competenti al controllo e rilascio pareri tecnici). 

Con questi parametri si ricavano le altezze di pioggia corrispondenti alle diverse durate di 

precipitazione e quindi le portate e i volumi liquidi in gioco. 

 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  16 di 31 

Al fine di massimizzare  le portate  indotte dalle precipitazioni a seguito dell’intervento  in 

progetto è necessario  individuare un tempo di picco della precipitazione corrispondente 

al tempo di corrivazione del bacino scolante nell’arco del quale si giunge al colmo massi‐

mo di portata. Nella fattispecie si adotta il metodo cinematico. 

 

Occorrerà inoltre anche stimare quale frazione di precipitazione viene raccolta dalla rete 

di drenaggio. Tale frazione è individuata tramite il coefficiente di deflusso , inteso come 

rapporto tra il volume defluito attraverso un’assegnata sezione, in un definito intervallo di 

tempo, ed il volume meteorico precipitato nell’intervallo stesso. 

In base alle prescrizioni del D.G.R.V. n. 2948/2009,  i coefficienti di deflusso, ove non de‐

terminati analiticamente, andranno convenzionalmente assunti pari a: 

 

0.10 per le aree agricole; 

0.20 per le superfici permeabili (aree verdi); 

0.30 per le superfici in ghiaino battuto; 

0.60 per le superfici semi‐permeabili (grigliati drenanti con sottostante materasso 

ghiaioso, strade in terra battuta o stabilizzato, …); 

0.90 per le superfici impermeabili (tetti, terrazze, strade, piazzali, etc.); 

0.40 per le pavimentazioni in grigliati garden; 

0.70 per le pavimentazioni in cubetti o pietre con fuga non sigillata su sabbia;  

0.40 per le pavimentazioni in ciottoli su sabbia e ghiaia sciolta;  

0.30 per le superfici in ghiaia sciolta. 

 

Nel caso in esame sarà assunto un coefficiente di deflusso 1 = 0.9 per le superfici imper‐

meabili quali  tetti, piazzali  rivestiti  in calcestruzzo, marciapiedi e strade, 2 = 0.2 per  le 

superfici a verde, in questo modo si ottiene la superficie ragguagliata. 

 

L’individuazione di un eventuale volume di invaso da realizzare al fine di limitare la porta‐

ta  scaricata al  ricettore  finale  (fognature bianche o miste, corpi  idrici  superficiali) e per 

mantenere  il principio dell’invarianza  idraulica è stata ricavata cautelativamente seguen‐

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  17 di 31 

do l’approccio esposto nelle già citate “Linee Guida per la redazione Valutazione di Com‐

patibilità Idraulica”, come riportato nella successiva Tabella 2. 

In  base  alla  Tabella  2,  l’intervento  risulta  ascritto  alla  classe  4  secondo  la  D.G.R.V.  n. 

2948/2009, con significativa impermeabilizzazione potenziale, superando per poco il limi‐

te della classe 3 (Modesta impermeabilizzazione potenziale). 

 

 

Tabella 2 – Criteri per la classificazione degli interventi. 

 

Le misure compensative più comuni, utilizzate per la laminazione delle piene (smaltimen‐

to del volume da  invasare), sono  la predisposizione di una  rete di collettori opportuna‐

mente dimensionata, in modo tale che, con grado di riempimento delle condotte non su‐

periore  a 0.85  ‐ 0.90,  sia  in  grado di  contenere un  volume pari  a quello da  invasare e 

l’individuazione di apposite superfici (aree verdi o bacini di invaso) poste a quota inferiore 

rispetto alle superfici limitrofe, da destinare alla raccolta dei volumi in eccesso. 

 

Nel presente caso, l’intervento in oggetto si classifica come a “significativa impermeabiliz‐

zazione potenziale” (intervento su superfici comprese tra 10.000 m2 e 100.000 m2) in ogni 

caso molto prossimo al  limite  inferiore. Per  tale classe d’intervento è necessario che  lo 

studio idraulico preveda il dimensionamento dei tiranti idrici ammessi nell’invaso e le luci 

di  scarico  in  modo  da  garantire  la  conservazione  della  portata  massima  defluente 

dall’area in trasformazione ai valori precedenti l’impermeabilizzazione. 

 

Nel caso  in esame, si prevede di smaltire  le portate effluenti scaricando nella roggia che 

scorre lungo la strada; le prime piogge sono trattate con impianto di filtrazione mentre le 

seconde piogge saranno bypassate direttamente nel ricettore superficiale. Per  la  linea di 

copertura uffici potrà eventualmente essere previsto lo scarico con pozzo perdente. 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  18 di 31 

5.1 Calcolo delle portate e volumi di piena 

Il metodo cinematico è largamente usato per il calcolo della portata conseguente ad una 

assegnata precipitazione, è detto metodo cinematico o del ritardo di corrivazione (D. Tu‐

razza, 1880). Esso si presta ad essere utilizzato in molti casi ma viene generalmente appli‐

cato a bacini scolanti di estensione limitata. 

Questo metodo considera che la portata sia proporzionale alla durata dell’evento. Si con‐

sidera che la portata massima si realizza quando in una sezione giungono i contribuenti di 

tutte le porzioni di bacino e quindi anche quello della particella liquida posta più lontano; 

questo intervallo di tempo è definito tempo di corrivazione Tc. 

Il metodo postula che la portata nella sezione terminale cresca in modo lineare nel tempo 

fino ad un valore massimo e che decresca in maniera lineare nella fase di esaurimento. 

Il valore della portata massima e l’avvio dell’esaurimento sono legati al rapporto esistente 

tra la durata T della precipitazione ed il tempo di corrivazione: rapporto che dà origine ai 

seguenti casi T<Tc, T=Tc e T>Tc. 

Si giunge al picco di piena quando il tempo di precipitazione eguaglia il tempo di corriva‐

zione. A partire da questa imposizione si calcolano la portata e il volume come segue: 

 

Qmax =   S  h / Tc 

V=   S  h                            

 

Dove:  V è il volume d’acqua precipitato; 

  S è la superficie del bacino considerato; 

   è il coefficiente di deflusso; 

  h è l’altezza della precipitazione per dato tempo di ritorno; 

  Tc è il tempo di corrivazione. 

 

Il tempo di corrivazione Tc vista la morfologia e le dimensioni del bacino può essere calco‐

lato con la formula di Horton ipotizzando una data velocità di trasporto delle acque di sco‐

lo meteorico, presumibile tra i 0.2÷0.4 m/s 

 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  19 di 31 

Tc = 3.6 L/v 

 

L = lunghezza del bacino o meglio della linea di drenaggio principale 

v = velocità media di scorrimento 

 

Nel caso in cui la superficie S sia costituita da più superfici Si, ognuna caratterizzata da un 

coefficiente i, il coefficiente medio ponderale m per l’intera area vale: 

 

m = Si  i / Stotale

Le acque che cadono all’interno dell’area dell’ampliamento vengono divise in due sezioni: 

le acque captate dalla copertura della nuova palazzina uffici e  le acque che cadono sulla 

superficie pavimentata e  che, visto  il  tipo di attività presente,  saranno destinate ad un 

trattamento di depurazione sfruttando l’impianto prime piogge esistente. 

 

La portata meteorica raccolta dalla copertura uffici potrà eventualmente essere smaltita 

con  l’ausilio  di  pozzi  perdenti  realizzati  con  un’altezza  utile  di  4 m  e  che  disperdono 

l’acqua meteorica nel sottosuolo. I pozzi potranno essere realizzati con anelli prefabbrica‐

ti  in calcestruzzo  forati e  rinterro dello  scavo che dovrà essere  realizzato con materiale 

arido di diametro 50÷150 mm e un  rinterro  laterale di almeno 50 cm  sul  fondo. A  tale 

manufatto dovrà esser anteposto un pozzetto di decantazione,  ispezionabile, con  fondo 

inferiore al piano di scorrimento della tubazione in modo da far sedimentare il materiale 

fine. Dovrà esser previsto un troppo pieno al fine di recapitare eventuali portate in ecces‐

so alla rete meteorica della lottizzazione. Vedi sezioni tipologiche della Figura 13. 

 

Le  acque di prima pioggia precipitata  sulla  superficie pavimentata destinata  a piazzale, 

parcheggi e viabilità saranno raccolte da una rete di caditoie e condotte e confluiranno in 

una vasca di stoccaggio, e quindi, invasate, non creeranno sovraccarico idraulico alla rete 

di smaltimento acque bianche esistente; successivamente saranno rilanciate all’impianto 

di depurazione esistente,  infine verranno rilasciate nella canaletta presente  lungo via La 

Piccola così come avviene allo stato attuale. 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  20 di 31 

Le acque di seconda pioggia, invece, saranno smaltite direttamente su ricettore di scarico 

superficiale, previa ritenzione  idrica ottenuta con apposito sistema di  invaso, nella  fatti‐

specie lungo la canaletta che corre in affiancamento a via La Piccola.   

La possibilità di smaltire il drenaggio superficiale della linea di copertura degli uffici al suo‐

lo attraverso pozzi perdenti è stata valutata in base al buon drenaggio offerto dal tipo di 

suolo presente al di sotto dell’area in esame e alla presenza di una falda profonda (40 m) 

nondimeno al fatto che su questa area non è prevista  la presenza di sostanze pericolose 

in piattaforma. La natura del terreno permette la completa dispersione in falda mediante 

pozzi drenanti, con questo sistema i volumi d’acqua generati dall’incremento delle porta‐

te di scolo superficiale derivanti dalla zona uffici vengono direttamente dispersi nel terre‐

no e non è necessario prevedere dispositivi di invarianza idraulica. 

 

 

Figura 13 – Sezioni tipologiche di un pozzo drenante per acque meteoriche 

 

In  tal modo  si disperde  l’acqua nel  terreno  ricaricando  la  falda  in maniera distribuita e 

mantenendo  inalterati  i  deflussi  superficiali  allo  stato  attuale,  non  caricando  la  rete  di 

drenaggio esistente e quindi garantendo in ogni modo il principio di invarianza idraulica. 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  21 di 31 

In ogni caso in questa fase si opta per scaricare in superficie anche le acque derivanti dalla 

copertura uffici e quindi sarà necessario aumentare la capacità del sistema di invaso. 

Per quanto riguarda  l’area piazzali, come già riferito, si prevede di creare un apposito si‐

stema di laminazione delle piene realizzando un manufatto sotterraneo di invaso con sca‐

tolari autoportanti da 2.500 x 1.250 mm, ove convoglieranno  tutte  le acque di seconda 

pioggia. Si potranno scegliere altre tipologie e dimensioni,  in ogni caso dovranno essere 

rispettati  i volumi di  invaso calcolati nella presente. Le acque di prima pioggia  invece sa‐

ranno trattate e rilanciate nella canalina esistente come nello stato di fatto; l’aumento dei 

volumi di prima pioggia, in ogni caso, sarà stoccato in apposita vasca. 

 

Figura 14 – Misure standard per manufatti scatolari prefabbricati autoportanti per la             realizzazione dell’invaso al fine di garantire il principio di invarianza idraulica. 

 

L’area, in seguito alla realizzazione dell’intervento, avrà la superficie così suddivisa: 

 

Superficie uffici    800 m2 0.9 

 Superficie piazzale, parcheggi, aree di manovra   

Verde  1.900 m2 0.2 Parcheggi  2.000 m2 0.9 

Piazzali e marciapiedi 7.769 m2 0.9  

Tabella 3 – Individuazione delle superfici scolanti e relativi coeffficienti di deflusso. 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  22 di 31 

5.1.1 Valutazione delle portate e volumi generati dalla copertura uffici 

Tc = 5 min. 

h = a / (t + b)c  t = 16.78 mm 

Qmax =   S  h / Tc = 48.55 l/s 

V =  S  h = 10.38 m3 

5.1.2 Valutazione delle portate e volumi generati dall’area produttiva 

Tc = 15 min. 

h = a / (t + b)c  t = 45.22 mm 

Qmax =   S  h / Tc = 460.90 l/s 

V =   S  h = 414.81 m3 

5.1.3 Vasca di prima pioggia 

L’impianto di depurazione esistente è stato sovradimensionato  in fase di progetto e rea‐

lizzazione  in vista dei futuri ampliamenti dell’attività, pertanto è  in grado di far fronte ai 

maggiori volumi di acque di prima pioggia;  i volumi di prima pioggia vengono stoccati  in 

una vasca a tenuta e poi rilanciati al depuratore. Secondo normativa si trattano i primi 5 

mm di precipitazione per cui: 

 

V = 9.769 x 0.005 = 48,85 m3 

 

Si prevede di realizzare uno stoccaggio almeno pari a 50 m3. 

5.1.4 Dimensionamento pozzo drenante per area uffici 

Il calcolo della portata drenata dal pozzo viene calcolata studiando il fenomeno come un 

moto permanente a simmetria radiale con una superficie libera di forma incognita, che si 

raccorda alla falda esistente quando questa sia relativamente elevata, oppure che affondi 

in modo sostanzialmente verticale in una falda profonda. 

 

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Relazione idraulica

Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  23 di 31 

Nel caso specifico siamo in condizioni di falda profonda e l’equazione da risolvere è la se‐

guente: /r ( r /r) = 0        

                          

 

Figura 15 – Schematizzazione del moto di filtrazione dei pozzi drenanti. 

 

dove: 

  K è il coefficiente di filtrazione; 

   è il potenziale della velocità; 

  r è la coordinata cilindrica; 

 

con alcune approssimazioni si ottiene: 

      Q = C  K  R0  H 

 

dove: 

  Q è la portata dispersa; 

  C è il coefficiente di deflusso; 

  R0 è il raggio del pozzo; 

  H è la profondità del pozzo; 

 

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Ing Francesco Pescarolo - via Breo 14, 35020 Brugine - PD  24 di 31 

Il coefficiente di deflusso C può essere calcolato con la teoria sperimentale di Stephens e 

Neumann che esprime il termine C secondo la relazione: 

 

log C = 0,658  log (H/R0) – 0.398  log H + 1.105 

 

oppure secondo la teoria di Carnwell per cui: 

 

C= 2    ( H/ R0 ) / ln (H/ R0) 

 

Si sceglierà il C più basso e quindi più cautelativo. 

Valutiamo di seguito  la portata dispersa da un pozzo drenante verticale del diametro di 

2,0 m e di profondità utile pari a 4 m. 

 

C (Stephens e Neumann) = 18.26; 

C (Carnwell) = 18.12; 

R0 = 1 m; 

H = 4 m; 

K = 0.0015 m/s (valutazione cautelativa sulla scorta di analisi e prove in sito) 

 

Q = C  K  R0  H = 108 l/s 

 

Si considera, per sicurezza, la portata ridotta almeno del 30% per la futura diminuzione 

della capacità drenante del pozzo a seguito di possibili parziali intasamenti o compatta‐

zioni della struttura drenante del pozzo e del materiale attorno al pozzo stesso: 

 

Q  75 l/s 

 

A regime, ogni singolo pozzo sarà in grado di drenare portate dell’ordine di 75 l/s. 

 

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Relazione idraulica

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Figura 16 – Valori indicativi per la scelta del coefficiente di permeabilità in base alla natura del terreno. 

 

A margine dei calcoli effettuati, per drenare le portate derivanti dalle coperture uffici sarà 

sufficiente realizzare un pozzo drenante. La Tabella 4 riassume le conclusioni. 

 

Superficie uffici Q Pozzi 800 m2 48.55 l/s 1 

 

Tabella 4 – Previsione del numero di pozzi al fine di garantire         il drenaggio meteorico della copertura uffici. 

 

5.1.5 Dimensionamento sistema di laminazione delle portate da piazzali 

Una stima netta dei volumi d’invaso persi per effetto dell’intervento viene proposta nella 

tabella di calcolo seguente, dove si raffronta la capacità di invaso della superficie attuale 

con la superficie modificata dal progetto nell’ipotesi di una precipitazione intensa di dura‐

ta di 15 minuti relativamente ad un tempo di ritorno pari a 200 anni. 

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Superficie totale dell'intervento (m2)11 669.00Altezza di pioggia critica (mm) 45 con Tr = 200 anni relativamente ad una pioggia di 15 minuti

Volume di pioggia (m3) 528

Ф 1-Ф

frazione che defluisce frazione trattenuta Area (m2) Invaso (m3) Area (m2) Invaso (m3) Area (m2) Invaso (m3)0.90 0.10 4.52 0.00 0.00 9 769.00 44.18 9 769.00 44.18

0.70 0.30 13.57 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

0.60 0.40 18.09 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

Betonella erbosa 0.40 0.60 27.13 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

0.20 0.80 36.18 0.00 0.00 1 900.00 68.73 1 900.00 68.73

0.10 0.90 40.70 11 669.00 474.90 0.00 0.00 ####### -474.900.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00

474.90 112.91 -362.00TOTALE VOLUMI D'INVASO (m3)

Parcheggi drenanti e strade bianche

Tipo di SuperficiSTATO DI FATTO

Superfici stradali impermeabili

STATO DI PROGETTO

Aree residenziali

Aree verdi, giardini e servizi pubblici

Altri volumi invasabiliTerreni agricoli

DIFFERENZEAltezza pioggia

permeante (mm)

 

Tabella 5 – Volumi di invaso nella situazione attuale e progettuale. 

 

Dalla Tabella 5 si evince che il volume dell’apporto meteorico sulla superficie interessata 

dall’intervento è di 528 m3; attualmente non defluiscono in superficie, quindi sono tratte‐

nuti  nel  terreno,  475  m3  di  questo  apporto  meteorico,  mentre  si  prevede  dopo 

l’intervento di poterne trattenere 113 m3. Con  l’attuazione dell’intervento si andranno a 

perdere complessivamente 362 m3 di invaso utile a laminare il deflusso superficiale quindi 

ai fini dell’invarianza idraulica questo volume dovrà essere compensato con opportuni in‐

terventi di mitigazione.  

 

La scrivente raccomanda  in ogni caso di osservare  il volume d’invaso desunto dai calcoli 

effettuati col metodo cinematico e pari a circa 415 m3. Si tiene a precisare che tale volu‐

me corrisponde a una precipitazione di durata di 15 minuti caratterizzata da tempo di ri‐

torno pari a 200 anni; tale volume risulta ad ogni modo superiore al volume generato da 

una precipitazione di 30 minuti con Tr = 50 anni, tempo di riferimento per la progettazio‐

ne come previsto dalla D.G.R.V 1841/2007 e  successiva D.G.R.V. 2948/2009, e quindi  si 

ribadisce come il calcolo sia stato effettuato a favore della sicurezza. 

Al volume d’invaso calcolato si vanno a scomputare i 50 m3 dello stoccaggio delle acque di 

prima pioggia ottenendo 365 m3. 

 

In definitiva, per garantire il principio di invarianza idraulica si dovrà realizzare un sistema 

di laminazione delle portate in grado di invasare 365 m3. 

 

Le misure compensative più comuni, utilizzate per la laminazione delle piene (smaltimen‐

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to del volume da  invasare), sono  la predisposizione di una  rete di collettori opportuna‐

mente dimensionata, in modo tale che, con grado di riempimento delle condotte non su‐

periore  a 0.85  ‐ 0.90,  sia  in  grado di  contenere un  volume pari  a quello da  invasare e 

l’individuazione di apposite superfici (aree verdi o bacini di invaso) poste a quota inferiore 

rispetto alle superfici limitrofe, da destinare alla raccolta dei volumi in eccesso. 

 

Nel presente caso, l’intervento in oggetto si classifica come a “significativa impermeabiliz‐

zazione potenziale”  (intervento su superfici comprese  tra 10.000 m2 e 100.000 m2). Per 

tale classe d’intervento è necessario che  lo studio  idraulico preveda  il dimensionamento 

dei tiranti idrici ammessi nell’invaso e le luci di scarico in modo da garantire la conserva‐

zione  della  portata massima  defluente  dall’area  in  trasformazione  ai  valori  precedenti 

l’impermeabilizzazione. 

 

Nell’ipotesi di una linea di scarico come quella indicata in Figura 6 (130 metri lineari di tu‐

bazione scatolare 2.500 x 1.250 mmm) e senza tener conto di allacci e caditoie per le su‐

perfici di servizio e riempimento circa al 90% si riesce ad invasare circa 365 m3 ottenendo 

l’invarianza idraulica. In questa fase del progetto si opta per restituire tutte le acque me‐

teoriche di piazzali e superfici relative agli uffici  in ricettore superficiale e quindi si dove 

aumentare di 10 m3  l’invaso al  fine di ritenere anche  i volumi generati dalla  linea uffici, 

portando l’invaso complessivo a 375 m3; in tale configurazione la linea potenziata con sca‐

tolari è dell’ordine dei 134 m lineari. 

 

A valle del sistema  sarà  installato un pozzetto partitore  in grado di  rigurgitare  i  livelli a 

monte di tutto l’impianto di drenaggio prima dell’immissione nel ricettore finale onde as‐

sicurare  la  laminazione. Le  tubazioni dovranno essere posate con particolare attenzione 

all’allineamento del  fondo  tubi mantenendo una pendenza pressoché nulla  (0.005),  leg‐

germente invitante verso la linea di deflusso in modo tale che il sistema sia in grado di in‐

vasare  su  tutta  la  sua estensione e piano piano  sia  in grado di defluire completamente 

svuotandosi alla fine di ogni evento. Viste le dimensioni e la lunghezza del piazzale si con‐

siglia di raccordare la linea delle meteoriche al sistema d’invaso in 3 punti, come indicato 

in Figura 6. 

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Con  questa  soluzione  la massima  portata  effluente,  imposto  il  coefficiente  udometrico 

pari a 10 l/s/ha secondo le linee guida e considerando in via cautelativa tutta la superficie 

del lotto, dovrà essere pari a: 

Qmax = 10 l/s/ha  1.1949 ha  12 l/s  

 

Il diametro della condotta strozzata per garantire tale efflusso si calcola con la seguente: 

 

 

 

con CQ= 0.61, D=diametro condotta, Q=portata e h=battente a monte posto pari a 1 m in 

modo da minimizzare il diametro del tubo in uscita. Si ottiene D = 36 mm, tuttavia per ra‐

gioni operative al fine di evitare intasamenti si opta per 60 mm. Si consiglia di inserire la 

strozzatura all’interno di un pozzetto d’ispezione per facilitare la manutenzione periodica 

del manufatto onde evitare malfunzionamenti a causa dell’intasamento. 

In caso di troppopieno, un tubo da 160‐200 mm consentirà di sfiorare la portata ecceden‐

te. (Vedi Figura 17) 

 

Scegliendo, invece, un manufatto con una luce a battente e stramazzo per il troppopieno: 

 

 

 

con b = larghezza della luce a battente posta pari a 10 cm, h2 il battente e h2‐h1 l’altezza 

della luce si ottiene h2 ‐ h1  di 5 mm, tuttavia per ragioni operative al fine di evitare inta‐

samenti si opta per 20 mm (Vedi Figura 18). 

 

Entrambe le soluzioni proposte assicurano il rigurgito delle portate con invaso della rete, 

anche nel caso si scegliesse di scaricare tutte le acque meteoriche di piazzali e linea uffici 

in ricettore superficiale. 

 

hgC

QD

Q **2**

*4

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tubo da 60 mm

Sezione

tubo da 160-200 mm

Piantatubo da 160-200 mm

tubo da 60 mm

16

0-2

00 vari

abile

2-3

cm

tubo da 160-200 mm

80

0

 

Figura 17 – Pozzetto limitatore di portata con strozzatura realizzata con tubo di diametro ridotto. 

 

PiantaSezione

luce a battente rettangolare b=10 cm x h=2 cm

tubo da 160-200 mmtubo da 160-200 mm

2-3

cm

800

vari

abile

luce a battente rettangolare b=10 cm x h=2 cm

 

Figura 18 – Pozzetto limitatore di portata con strozzatura realizzata con luce a battente ridotta. 

 

Nel caso le quote di scorrimento delle tubazioni fossero tali da non consentire lo scolo a 

gravità, sarà necessario  installare una pompa di sollevamento della portata non oltre 12 

l/s che permetterà  lo svuotamento del sistema di  invaso e allo stesso tempo garantirà  il 

rispetto della massima portata effluente. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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6 CONCLUSIONI 

Sulla scorta delle analisi ed elaborazioni condotte, si può concludere che: 

 

la relazione di valutazione di compatibilità  idraulica e  i relativi elaborati grafici proget‐

tuali, sono stati redatti nel rispetto della D.G.R.V. n. 1841 del 19 giugno 2007 della Re‐

gione Veneto, delle  recenti Linee Guida sulla Valutazione di Compatibilità  Idraulica  re‐

datta dal Commissario per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici 

del 26/09/2007) e nello specifico della più recente D.G.R.V. n. 2948/2009; 

 

trattandosi di un intervento che interessa una superficie 10.000 m2 < S < 100.000 m2 se‐

condo D.G.R.V. n. 2948/2009 si ascrive tra gli interventi a “significativa impermeabilizza‐

zione potenziale”, per cui  la relazione della Valutazione di Compatibilità  Idraulica  (VCI) 

verrà  trasmessa al Comune di appartenenza  il quale dovrà acquisire  il parere  idraulico 

emesso dal Consorzio di Bonifica competente; 

 

il progetto risulta compatibile dal punto di vista idraulico e dovrà essere eseguito rispet‐

tando quanto indicato nella presente relazione di compatibilità idraulica in termini di: 

 

1. superfici, permeabili,  impermeabili e  semipermeabili,  in particolare nella  sistema‐

zione esterna prevista; 

 

2. volume  di  invaso  da  recuperare  per  l’invarianza  idraulica  così  come  definiti  nella 

presente  analisi.  Sarà  da  recuperare  il  volume  di  prima  pioggia  generato 

dall’ampliamento dei piazzali e da laminare il relativo volume delle seconde piogge 

secondo la proposta indicata nella presente analisi, mentre tutto il restante apporto 

meteorico derivante dalla zona uffici sarà scaricato eventualmente nel terreno at‐

traverso un pozzo drenante senza caricare ulteriormente le attuali linee di scolo op‐

pure, come scelto  in questa fase del progetto, direttamente  in roggia attraverso  la 

linea comune, aumentando la capacità dell’invaso di progetto (da 365 m3 a 375 m3) 

e allungando quindi di altri 4 metri la linea dello scatolare (da 130 a 134 m lineari). 

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Relazione idraulica

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La disposizione planimetrica della  linea di  invaso  indicata  in Figura 6 è puramente 

indicativa,  si potrà  intervenire adottando  scelte progettuali anche diverse,  in ogni 

caso, al fine di ottenere  l’invarianza  idraulica, sarà necessario rispettare  i volumi di 

invaso calcolati in questa sede e pure le portate effluenti dal pozzetto partitore; 

 

3. portate di progetto da drenare secondo le prescrizioni indicate nella presente rela‐

zione di valutazione di compatibilità idraulica. Sono state calcolate in via cautelativa 

considerando un tempo di ritorno pari a 200 anni  in base allo studio della Regione 

Veneto redatto a monte delle D.G.R.V. n. 1841/2007 e D.G.R.V.  n. 2948/2009. 

 

Alla luce delle asserzioni riportate nel presente rapporto tecnico nonché la determinazio‐

ne dei dispositivi di smaltimento delle acque meteoriche al fine di garantire il principio di 

invarianza  idraulica, nel rispetto di tali disposizioni si ritiene  il progetto conforme alle  in‐

dicazioni prescritte dalle normative  vigenti  in particolare delle D.G.R.V. n. 1841/2007 e 

D.G.R.V.  n. 2948/2009.  

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