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1 Allegato F ICONOGRAFIA CRISTOLOGICA Canoni più ricorrenti nella raffigurazione di Gesù Cristo sono i seguenti: - il Pescatore, - il Buon Pastore, - il Basileus, - il Maestro de o gli Apostoli o la Maddalena, - il Cristo trionfante, - il Cristo orante, - il Cristo patiens, - il Cristo agonizzante, - il Cristo barbuto, - la Via Crucis, - il Cristo-Re, - il Cristo Pantocratore, - la Crocefissione, - la Deposizione dalla croce nelle forme de o la Pietà e o il Compianto sul Cristo morto, - la Resurrezione (dall’immagine del sepolcro vuoto alla figura di Cristo che si libra nell’aria), - il Sacro cuore, dove il cuore di Gesù è visibile sul petto, - la Divina Misericordia, un’altra rappresentazione tipica dell’arte occidentale, - il Cristo Pantocratore ("signore di tutte le cose") nell’arte ortodossa, - nelle forme di Gesù Bambino o Natività o Madonna del latte o Madonna col Bambino o Madonne dell’Umiltà o Sacra Famiglia - e nelle forme di Gesù adulto o Battesimo o Passione o Resurrezione o Trasporto della Croce Per rappresentare iconograficamente Gesù Cristo troviamo due modi:

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Allegato F ICONOGRAFIA CRISTOLOGICA

Canoni più ricorrenti nella raffigurazione di Gesù Cristo sono i seguenti:

- il Pescatore, - il Buon Pastore, - il Basileus, - il Maestro de

o gli Apostoli o la Maddalena,

- il Cristo trionfante, - il Cristo orante, - il Cristo patiens, - il Cristo agonizzante, - il Cristo barbuto, - la Via Crucis, - il Cristo-Re, - il Cristo Pantocratore, - la Crocefissione, - la Deposizione dalla croce nelle forme de

o la Pietà e o il Compianto sul Cristo morto,

- la Resurrezione (dall’immagine del sepolcro vuoto alla figura di Cristo che si libra nell’aria), - il Sacro cuore, dove il cuore di Gesù è visibile sul petto, - la Divina Misericordia, un’altra rappresentazione tipica dell’arte occidentale, - il Cristo Pantocratore ("signore di tutte le cose") nell’arte ortodossa, - nelle forme di Gesù Bambino

o Natività o Madonna del latte o Madonna col Bambino o Madonne dell’Umiltà o Sacra Famiglia

- e nelle forme di Gesù adulto o Battesimo o Passione o Resurrezione o Trasporto della Croce

Per rappresentare iconograficamente Gesù Cristo troviamo due modi:

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Rappresentazione simbolica

Si deve alla parte di “esoterismo” presente nel primo cristianesimo (il pesce, la sigla IHS che significa “Jesus Hominum Salvator”, il Pavone, la Colomba, il Pellicano, il Delfino, il Pane e il Vino (o le loro matrici, le spighe e l'uva, e forse ancor più la vite), l’Ancora, la Nave, l’Agnello, I cervi o altri animali che si dissetano (Cristo viene equiparato a una sorgente), la Palma, la Croce (sembrerebbe il simbolo più ovvio cioè il segno della passione di Cristo e invece è uno dei più complessi), la Rosa, i Leoni e le Aquile.

Rappresentazione diretta Nei primi secoli del Cristianesimo non si hanno rappresentazioni dirette di Gesù, ma piuttosto simboli o immagini allegoriche, come il Pescatore (l'acronimo del pesce in greco aveva un significato religioso e nel Vangelo Cristo dice agli apostoli “vi farò pescatori di uomini), il Buon Pastore (figura allegorica, motivo iconografico raffigurante un giovanetto con un agnello sulle spalle, frequentissimo su pitture, bassorilievi, medaglie, lucerne, ecc., cristiane) a cui si accompagna quella del Maestro (maestro degli apostoli), e il Basileus (regale/trionfante). Fin dall’inizio il Cristo è rappresentato come l’imperatore, regnante o trionfante, in modo frontale. Viene concessa più libertà per i suoi dignitari e apostoli.

Tutte queste immagini allegoriche rimangono costanti e attraversano i secoli con poche varianti negli attributi iconografici.

Pescatore L’acronimo significa "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore".

Duccio di Buoninsegna “Vocazione di Pietro e Andrea” -Vi farò pescatori di uomini -

Assistiamo due figurazioni del Buon Pastore che esprimono concetti differenti: il primo nell'atto di riportare nell'ovile la pecorella smarrita, il secondo veglia sul gregge (dei fedeli).

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La statuetta del Buon Pastore è il pezzo più celebre della collezione di reperti cristiani antichi custoditi nei Musei Vaticani.

Il Buon Pastore, che riporta all’ovile la pecorella smarrita, è una delle immagini simboliche del Cristianesimo delle origini.

Mosaico Ravennate, Mausoleo di Galla Placidia “Il Buon Pastore” nell'atto di sorvegliare il gregge, derivazione del concetto di Cristo come pastore della Chiesa.

“Io sono il Buon Pastore” immagine votiva (santino)

L’iconografia della del V secolo, mostra Gesù che, circondato dagli Apostoli, consegna loro il rotolo della Parola di Dio.

Tommaso da Modena “Agostino che prega Gesù e Apostoli” Maestro degli apostoli

Firenze, Galleria dell’Accademia. "Maestro della Maddalena"

“Consegna delle Legge” “Maestro”

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Basileus. Nell'iconografia cristiana, l’immagine, rappresentata frontalmente, di Cristo in trono, benedicente e recante gli attributi della sua potenza, per lo più circondato da angeli, dagli Evangelisti o dai loro simboli, dai 24 vegliardi dell'Apocalisse.

Particolare del portale della Chiesa di San Tommaso Apostolo, Caramanico Terme Basileus “Cristo sul trono”

Istanbul, S. Sofia Basileus “Cristo in trono fra Costantino, Monomaco e l'imperatrice Zoe”

La rappresentazione del Cristo trionfante prende a prestito dal paganesimo varie cose. La prima delle quali è quella delle creature alate. le Nike che svolazzano per tradizione sulla testa degli Imperatori si trasformano in angeli.

L'età bizantina vede la fissazione dell'iconografia cristiana: nell'Alto Medioevo la tradizione bizantina avrà una fortissima autorità anche in Occidente. La principale raffigurazione bizantina di Gesù è quella del Cristo Pantocratore, "sovrano dell'universo", che lo mostra in abiti regali e atteggiamento maestoso e severo. Nel periodo tardo antico, con la secolarizzazione del culto cristiano e il distacco definitivo dalla tradizione ebraica, si diffondono rappresentazioni dirette di Gesù. Il suo volto viene inizialmente raffigurato come quello di un giovane imberbe e con i capelli corti – tale modello rimarrà in uso fino al VI secolo, con una successiva ripresa in età carolingia. Dal IV secolo appare il Gesù barbuto, con i capelli lunghi, che è diventato la raffigurazione tradizionale del Cristo. Il cambiamento fu probabilmente influenzato in Oriente dal Mandylion (un telo, venerato dalle comunità cristiane orientali, sul quale era raffigurato il volto di Gesù. L'immagine era ritenuta di origine miracolosa ed era quindi detta acheropita, cioè "non fatta da mano umana") e in Occidente, successivamente, dalla Sindone. In età bizantina l'iconografia di Gesù viene codificata rigorosamente, anche a seguito della disputa sull'iconoclastia. Da allora in poi Gesù adulto viene costantemente raffigurato con i capelli lunghi e la barba (un'eccezione degna di nota è il Giudizio universale di Michelangelo nella Cappella Sistina).

Due dipinti ispirati al Mandylion

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Immagine votiva Cristo-Re

Cristo giovane, imberbe, che porta il nome di Emmanuele (Dio connoi)

Giotto “Il Bacio di Giuda”

Immagine del IV secolo - catacombe di Commodilla Cristo barbuto

Piero della Francesca Cristo con capelli lunghi e barbuto

Lo sviluppo delle Via Crucis ha impegnato artisti provenienti dalle correnti più diverse.

Nel corso Seicento vennero eliminati i richiami alla mitologia, all'Umanesimo e alle “ambiguità” del Manierismo. Si ritorna alle composizioni semplici e di immediata comprensione, dovevano essere raffigurati pochi personaggi che esprimevano tramite gesti chiari particolari atteggiamenti che ispiravano la preghiera. L'iconografia era presente già nel XIII secoli e deriva dal Christus patiens d’ispirazione bizantina, ma anche dalla coeva predicazione francescana. Nascono i grandi altari che sembrano costruiti su piani ascendenti, come dei Monti Calvario, con i Crocifissi al centro od al vertice e cominceremo a trovare Crocifissi Oranti e Cristi Agonizzanti, molto intensi e commoventi.

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Christus patiens Guido Reni

“Crocifissione” Iconografia del Cristo orante, con la testa e lo sguardo rivolti al Cielo.

Caravaggio “Flagellazione di Cristo” Cristo agonizzante

Piero della Francesca “La Resurrezione”

Raffaello Sanzio

“La Resurrezione di Cristo”

Immagine votiva

“Resurrezione”

"Sacro Cuore" L’idea di rappresentare Gesù a mezzo busto, col cuore in mano o in piedi sul Mondo è datata 1870.

A lato della pala della Madonna di Loreto: Sacro Cuore di Gesù

"Divina Misericordia": due fasci di luce, uno rosso e uno bianco, si irradiano dal petto di Gesù a simboleggiare il sangue e l'acqua fluiti dal suo costato.

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Nell'arte orientale, invece, la raffigurazione più frequente è quella del Cristo Pantocratore ("signore di tutte le cose"). Egli è ritratto in atteggiamento maestoso e severo, seduto su un trono, nell'atto di benedire con le tre dita della mano destra, secondo l'uso ortodosso. Questa immagine compare anche nei mosaici che ornano le chiese bizantine.

Giotto “Natività”

“Madonna col Bambino” “Madonna del latte”

Troviamo molte varianti stilistiche e iconografiche del tema della Madonna che allatta, ripreso nelle miniature, pitture e sculture di epoche e Paesi diversi. Il soggetto è tra i più antichi motivi dell’iconografia religiosa, presente anche nelle catacombe romane, forse con richiami a divinità egizie. In alternativa, madre e figlio possono trovarsi seduti per terra, nelle Madonne dell’Umiltà, in trono nelle Maestà, con S.Giuseppe (o S. Anna), nella raffigurazione della Sacra Famiglia, ecc.

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Raffaello “Sacra Famiglia”

L'immagine chiamata Gesù Bambino di Praga invece lo ritrae in piedi e vestito con abiti regali. La devozione a Gesù Bambino di Praga ebbe origine nel convento dei Carmelitani Scalzi di Praga nell'anno 1628. I religiosi avevano ricevuto in dono da una pia principessa una graziosa statuina in cera, rappresentante il Bambino Gesù in abiti regali nell'atto di benedire, mentre con la mano sinistra sorreggeva un piccolo globo.

Anche alcuni santi, in particolare san Giuseppe e sant'Antonio di Padova, sono di solito raffigurati con Gesù bambino in braccio.

Guido Reni “San Giuseppe e il bambino Gesù”

Guercino “Sant'Antonio di Padova con il Bambino”

La raffigurazione canonica di Gesù adulto lo mostra con i capelli lunghi e la barba, di solito castani, talvolta biondi. I capelli sono sciolti o legati a coda di cavallo. In genere indossa una veste lunga fino ai piedi - la "tunica senza cuciture" - e a volte un mantello. la tunica bianca richiama la Risurrezione, il mantello rosso il valore dell’amore.

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Immagine votiva. Piero della Francesca “Il Battesimo di Gesù”

Fanno eccezione le raffigurazioni del suo Battesimo e dei diversi momenti della Passione (flagellazione, crocifissione, deposizione, ma non il Trasporto della croce, per il quale egli si rivestì: vedi Matteo 27,31, Marco 15,20), in cui è spogliato, con solo uno straccio che gli copre i fianchi, e quelle della Resurrezione, in cui è di solito avvolto in un lenzuolo bianco drappeggiato in modo da lasciare visibile la piaga del costato; sono possibili diverse soluzioni: Gesù si desta nel sepolcro, sorge da esso o vi sta accanto. In alcuni casi, sono presenti degli angeli in atteggiamento riverente e/o le guardie spaventate o addormentate, segno del paganesimo sconfitto. Propria di Gesù inoltre è l'aureola nella quale è inscritta una croce.

Tiepolo “Gesù [trasporta la Croce] asciugato dalla Veronica”

Beato Angelico “Resurrezione” Avvolto in un lenzuolo bianco, racchiuso in una mandorla di Luce, la "mandorla dell'infinito" raffigurato nell'atto di reggere la bandiera della sua vittoria sulla morte e la palma del martirio nell'altra mano. Sul capo l'aureola nella quale è inscritta una croce.

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Alcuni simboli del Cristo

I primi cristiani utilizzarono come mezzi espressivi e di appartenenza alla loro religione, due tipi di rappresentazioni: una Simbolica-astratta, con segni e forme astratte (per esempio la croce, il pesce stilizzato, le lettere greche, ecc); l’altra Figurata, ma con significati nuovi e nascosti, comprensibili solo ai cristiani.

- Alfa - Omega - Chrismon - Pesce - Ancora - Pavone - Colomba - Pellicano - Pane e Vino - Nave - Agnello - Cervi - Palme - Rosa - Leoni - Aquile - Croce - Croce greca - Croce latina - Croce di Passione - Croce di Resurrezione

Iscrizione paleocristiana delle catacombe con il monogramma del Cristo tra l’alfa e l’omega.

Nei primi tre secoli della cristianità, per rappresentare Gesù, furono usati soltanto simboli e lettere (in particolare l'Alfa e l’ Omega greche, a simboleggiare che il Redentore è principio e fine di ogni

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cosa, o il Chrismon) e questi simboli, segni e scritte, sopravvivono nelle chiese, sui paramenti sacri, sui tabernacoli, sugli altari, sulle icone ancora oggi.

L'alfa ("Α") e l'omega ("Ω) sono la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco e indicano l'inizio e la fine di ogni cosa. Nell'Apocalisse Gesù dice: "Io sono l'alfa e l'omega". Il cerchio solare del monogramma segue un modello egizio. La combinazione della croce, del monogramma (Chrismon) e del cerchio designa il Cristo come sintesi spirituale dell’universo. Egli è il «sole vittorioso» e «invincibile» (sol invictus). Questo e altri simboli cristiani e/o esoterici si trovano sui trulli in Puglia.

Il monogramma di Cristo o Chi Rho (o Chrismon) è una combinazione di lettere dell'alfabeto greco, che formano una abbreviazione del nome di Gesù. diventerà il simbolo della Croce vittoriosa sugli scudi dell’Imperatore Costantino dopo la conversione.

Mosaico della volta con il simbolo della Trinità: sul fondo azzurro compare il triplice monogramma di Cristo con alfa e omega, in un triplice cerchio di colori sfumati; le dodici colombe simboleggiano gli Apostoli che circondano i cerchi; essi, che sono la Chiesa primitiva, ricevono la Parola da Cristo e la trasmettono al mondo. Sul fondo azzurro brillano innumerevoli altre stelle: sono i credenti intorno a Dio.

Il Pavone nella mitologia romana, era simbolo della dea Giunone. Nella tradizione cristiana è simbolo di immortalità. In base alla credenza secondo la quale il pavone perde ogni anno in

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autunno le penne che rinascono in primavera, l'animale è diventato simbolo della rinascita spirituale e quindi della resurrezione. Inoltre i suoi mille occhi sono stati considerati emblema dell'onniscienza di Dio. Su graffiti, sculture e dipinti nelle catacombe si trovano spesso rappresentati due pavoni, messi uno di fronte all’altro, che senza fare la ruota si abbeverano a un vaso, simbolo di coppa dell'immortalità e di rinascita spirituale, di Fontana della Vita e anche di calice eucaristico.

il Pesce già per i giudei era simbolo del nutrimento messianico. Ora la parola greca (ἰχθύς) fu interpretata come un acrostico e ogni lettera (i-ch-th-u-s) fu riferita a Cristo: Ιesous Christοs Τheou Hyios Soter (Gesù-Cristo-di Dio-Figlio-Salvatore). Si noti anche l’Ancora, che divenne ben presto un modo alternativo per rappresentare la croce cristiana, specialmente in quel periodo in cui era pericoloso rivelare la propria appartenenza religiosa. Nel Rinascimento prima e nell’Umanesimo dopo, riappare con significato diverso e divenendo simbolo della seconda virtù teologale: la speranza cristiana. Secondo San Paolo l’ancora a cui affidarsi è Cristo.

La Colomba come simbolo di volontà divina è già citata in alcuni passi della Bibbia. La Colomba, che in Oriente simboleggia l’amore, nelle epigrafi cristiane porta il ramo d’ulivo o si ciba al grappolo, oppure beve alla fonte e diventa espressione dell’anima entrata nella pace di Dio e partecipe del convito eterno. In Matteo la colomba viene vista scendere dal cielo da Giovanni Battista durante il Battesimo di Cristo. Per questo inizialmente l’animale venne associato al battesimo (come in Tertulliano o in rappresentazioni artistiche del IV secolo). Nei codici miniati del V e VI secolo la colomba si era però già slegata dal significato unicamente legato al battesimo, per assumere il ruolo di simbolo dello Spirito Santo, in episodi come l’Annunciazione o le raffigurazioni della Trinità.

Simbolo in latte di calce raffigurante la Colomba (lo Spirito Santo) sul tetto di un trullo.

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Nella religione cristiana il Pellicano rappresenta proprio l’Eucarestia Il fatto che i pellicani adulti curvino il becco verso il petto per dare da mangiare ai loro piccoli i pesci che trasportano nella sacca, ha indotto all’errata credenza che i genitori si lacerino il torace per nutrire i pulcini col proprio sangue, fino a divenire “emblema di carità” , il simbolo dell’abnegazione con cui si amano i figli. Per questa ragione l’iconografia cristiana ne ha fatto l’allegoria del supremo sacrificio di Cristo, salito sulla Croce e trafitto al costato da cui sgorgarono il sangue e l’acqua, fonte di vita per gli uomini. Ecco perché esso compare spesso scolpito in molti altari e ricamato o dipinto sugli abiti talari dei sacerdoti ancora oggi.

Il Delfino nel cristianesimo è legato al concetto di salvezza. E’ il Cristo Salvatore. Il delfino è associato spesso all'ancora, in quanto entrambi sono simboli di salvezza per l'uomo ( si è sempre creduto che i delfini salvassero i marinai durante i naufragi portadoli in superficie a respirare). Anche questo simbolo è preso dal paganesimo (Nell'antica Grecia, il delfino era considerato un portatore delle anime dei morti sull'isola dei beati.)

Il Pane e il Vino (o le loro matrici, le Spighe e l'Uva, e forse ancor più la Vite, anche come Vigna o Pampini) non sono quasi più un simbolo quanto la rappresentazione diretta dell’eucarestia.

Il simbolo della Nave come mezzo di salvezza affonda le sue radici già nell’Antico Testamento, nell’archetipo dell’arca di Noè e diventa simbolo della Chiesa e della vita del cristiano che, sbattuta tra i flutti, combatte la “buona battaglia per conservare la fede e meritare il premio eterno”. La Nave è la Chiesa, il pilota è Cristo, simboleggiato nella croce dell’albero.

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Cristo è identificato con l’Agnello sacrificale («Ecco l’agnello di Dio: ecco Colui che toglie i peccati del mondo»). Spesso viene rappresentato con una croce tra le zampe, accanto ad un libro (il libro dei "sette sigilli" dell'Apocalisse, dove l'agnello è uno dei protagonisti e viene identificato col Cristo).

I Cervi che si dissetano alla fonte rappresentano la vita eterna, resa possibile dal Cristo, sorgente di vita. Dal X al XIII secolo lo troviamo rappresentato in mosaici, sculture, fregi, in chiese e cattedrali romaniche. La rappresentazione più comunesi ritrova sulla fonte battesimale in cui il cervo si abbevera alla corrente delle acque, ma altre immagini topiche sono quelle in cui l'animale viene cacciato o ferito da una freccia o da una lancia e rappresentano probabilmente la perdita dell'innocenza da parte del credente.

L'antica simbologia della Palma del martirio e, in generale, la palma intesa come simbolo del Cristianesimo, si collega all'Oriente: si pensava che la pianta nel fiorire e generare i frutti (e quindi i semi) morisse: il legame con il martirio è quindi dovuto a una simbologia di sacrificio.

La simbologia cristiana, presente fin dall'epoca paleocristiana è legata a un passo dei Salmi, dove si dice che “come fiorirà la Palma così farà il giusto”: la palma infatti produce un'infiorescenza quando sembra ormai morta, così come i martiri hanno la loro ricompensa in paradiso.

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Nell’iconografia cristiana la Rosa è sia la coppa che raccoglie il sangue di Cristo, sia la trasfigurazione delle gocce di questo sangue, sia il simbolo delle piaghe di Cristo. A questa simbologia appartengono la coppa del Graal e la rosa celeste (rosa candida) della Divina Commedia di Dante. È ricordata anche la rosa mistica delle Litanie della Madonna. I rosoni delle finestre romaniche e gotiche sono in relazione con la simbologia astrale del cerchi. Quando i rosoni circondano il monogramma di Cristo, il segno del sole eterno, essi affermano la speranza nella vita eterna, nella città celeste.

I Leoni (spesso associati alle Aquile) sono un motivo ricorrente dentro e fuori le chiese. A volte sono posti a guardia della santità del luogo, altre volte indicano la terra contrapposti alle aquile che rappresentano l'aria. In particolare si ricollega il Leone in modo specifico al tema della Resurrezione.

Leoni stilofori nel protiro. Il leone è un indiscusso simbolo di Fortezza. Perciò , posto all'ingresso delle chiese, simboleggia la forza che sta a guardia dello spazio sacro. La tradizione antica pagana attribuiva al leone il senso della giustizia: secondo questa tradizione il leone attaccava gli altri animali solo se spinto dalla fame. Questa immagine del leone amante della giustizia fu ripresa dal cristianesimo e nel medioevo le sentenze ecclesiastiche venivano spesso pronunciate sui sagrati delle chiese, che avevano due leoni scolpiti ai lati del portale, tanto che si diffuse l'espressione sul verdetto pronunciato inter leones et coram populo (fra i leoni e dinnanzi al popolo).

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La Croce è il principale simbolo della religione cristiana, forse il più complesso, e ricorda la crocifissione di Gesù e la salvezza portata dalla sua passione e dalla sua morte. Il Cristianesimo ha rielaborato il suo simbolismo arricchendolo ulteriormente, facendo sì che tra le figure geometriche la Croce diventasse simbolo preminente. Essa rappresenta il Crocefisso, il Cristo, il Verbo, la Seconda Persona della Trinità (secondo la leggenda il legno della Croce proviene dall'Albero sorto sulla tomba di Adamo).

La Croce è una rappresentazione stilizzata dello strumento usato dai romani per la tortura e l’esecuzione capitale tramite crocifissione, tuttavia si tratta di una forma simbolica molto antica, un archètipo che prima del cristianesimo aveva già assunto un significato universale. I primi cristiani usavano per lo più croci a T (la “tau” greca) che è la forma più approssimata alla probabile forma della reale croce di Cristo o varie altre approssimazioni. Nel tempo si è andata affermando la “Croce latina” (con l’asta verticale più lunga) assieme ad altre rappresentazioni di uso molto più raro, come la croce con vari bracci. Se i tratti verticale e orizzontale sono uguali oggi si parla di “Croce greca”. Le croci greche o latine costituiscono spesso la pianta di chiese e basiliche.

La Croce con la cima e tre bracci trasversali dal XV secolo venne utilizzata in ambito cattolico come attributo papale, assimilabile al triregno. Essa era già utilizzata nelle icone ortodosse dove il primo braccio era il “titulus crucis”, il secondo simboleggiava le braccia del Cristo e il terzo braccio, di solito inclinato, rappresentava l’appoggio dei piedi inchiodati. Altre raffigurazioni della Croce nel Cristianesimo sono la Croce di Passione e la Croce di Resurrezione, ornata di uno stendardo, tenuta dal Cristo mentre esce dal sepolcro.