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,...---- --- ... alle origini IL LATINO SCRITTO E IL LATINO PARLATO Fra il lii e il V secolo d.C., sotto la pressione delle invasioni barbariche, il latino par- lato (detto anche volgare , cioè popolare) , venendo in contatto con le lingue dei nuo- vi invasori, inizia rapidamente a trasformarsi , assumendo intonazioni e sfumature diverse da territorio a territorio. 11..@!ino scritto, invece, molto più ...s_tabile perché legato a modelli e a regole ben pre- cise, continuerà ancora per molto tempo a essere la lingua delle persone di cultura. In latino si continuano a scrivere i manuali dei divèrsi insegnamenti universitari, le i documenti ufficjalj, LE LINGUE ROMANZE Il frazionamento politico generato dalla caduta dell'Impero romano d'Occidente (476 d.C. ) e l'estremo diradarsi dei contatti fra le popolazioni che un tempo ne face- vano parte, fanno che dove prima esisteva una lingua sostanzialmente unitaria si sviluppino delle parlate locali, che vengono progressivamente differenziandosi dal latino originario, fino ad acquistare il carattered1 lingue nuove e distinte. Queste lin- gue sono chiamate romanze o anche neolatine, perché nate dalla trasformazione del latino nel corso dei secoli. Esse sono: l'italiano, il portoghese , il castigliano , il cata - lano, il francese , il provenzale , il ladino e il rumeno . LE PRIME TESTIMONIANZE In Italia i primi documenti in lingua volgare compaiono nel IX secolo. Uno dei più antichi è l' indovinello veronese , un testo in corsivo risalente al periodo tra la fine dell'Vlll e l'inizio del IX secolo, forse opera di un chierico, in cui l'atto dello scrivere è paragonato a quello del contadino che ara un campo bianco, lasciandosi dietro un seme nero. '' se pareba boves, alba pratalia araba, albo versorio teneba, negro semen seminaba. H Spingeva avanti a i buoi, arava un bianco prato, teneva un bianco aratro e seminava una semente nera. Tuttavia è solo nei placiti cassinesi , quattro testimonianze giurate, registrate tra il 960 e il 963 , relative all'a artenen · ne terre _ ai monasteri enedettini di Capua , Sessa e Teano, che si rinviene una scrittura aeTt utto 1 era ' S13fessione latina. I placiti sono importanti soprattutto perché non sono la stesura per iscritto di frasi improvvisate dai testimoni, bensì la riproduzione di formule che il giudice aveva preparato in volgare. perché fossero intese anche da cò10'ro che non erano in grado di comprendere un giuramento in latino. Eecone un esempio. '' sao ko kelle terre, per kelle fini che ki contene trenta anni le possette parte Sancti Benedicti.'' So che quelle terre con quei confini che qui (nella carta) si dichiarano, le possedette per trent'anni la parte di San Benedetto (cioè: il monastero benedettino di Montecassino).

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IL LATINO SCRITTO E IL LATINO PARLATO

Fra il lii e il V secolo d.C., sotto la pressione delle invasioni barbariche, il latino par­lato (detto anche volgare, cioè popolare) , venendo in contatto con le lingue dei nuo­vi invasori, inizia rapidamente a trasformarsi , assumendo intonazioni e sfumature diverse da territorio a territorio. 11..@!ino scritto, invece, molto più ...s_tabile perché legato a modelli e a regole ben pre­cise, continuerà ancora per molto tempo a essere la lingua delle persone di cultura. In latino si continuano a scrivere i manuali dei divèrs i insegnamenti universitari, le ~e i documenti ufficjalj,

LE LINGUE ROMANZE ~~~o ~

Il frazionamento politico generato dalla caduta dell 'Impero romano d'Occidente (476 d.C.) e l'estremo diradarsi dei contatti fra le popolazioni che un tempo ne face­vano parte , fanno sì che dove prima esisteva una lingua sostanzialmente unitaria si sviluppino delle parlate locali, che vengono progressivamente differenziandosi dal latino originario, fino ad acquistare il carattered1 lingue nuove e distinte. Queste lin ­gue sono chiamate romanze o anche neolatine, perché nate dalla trasformazione del latino nel corso dei secoli. Esse sono: l'italiano, il portoghese, il castigliano, il cata­lano, il francese, il provenzale, il ladino e il rumeno.

LE PRIME TESTIMONIANZE

In Italia i primi documenti in lingua volgare compaiono nel IX secolo. Uno dei più antichi è l' indovinello veronese, un testo in corsivo risalente al periodo tra la fine dell'Vlll e l' inizio del IX secolo, forse opera di un chierico, in cui l'atto dello scrivere è paragonato a quello del contadino che ara un campo bianco, lasciandosi dietro un seme nero.

'' se pareba boves, alba pratalia araba, albo versorio teneba, negro semen seminaba.H

Spingeva avanti a sé i buoi, arava un bianco prato, teneva un bianco aratro e seminava una semente nera.

Tuttavia è solo nei placiti cassinesi, quattro testimonianze giurate, registrate tra il 960 e il 963, relative all'a artenen · ne terre _ai monasteri enedettini di Capua, Sessa e Teano, che si rinviene una scrittura aeTtutto 1 era ' S13fessione latina. I placiti sono importanti soprattutto perché non sono la stesura per iscritto di frasi improvvisate dai testimoni, bensì la riproduzione di formule che il giudice aveva preparato in volgare. perché fossero intese anche da cò10'ro che non erano in grado di comprendere un giuramento in latino. Eecone un esempio.

'' sao ko kelle terre, per kelle fini che ki contene trenta anni le possette parte Sancti Benedicti.''

So che quelle terre con quei confini che qui (nella carta) si dichiarano, le possedette per trent'anni la parte di San Benedetto (cioè: il monastero benedettino di Montecassino).

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I FATTI STORICI

~~~6o..,~~I corso del Duecento nell'Italia centro-settentrionale si sviluppano le città e si af­~~ B~ermano i liberi Comuni, che riescono a guadagnarsi una grande indipendenza dalle ~~~o_~W\oo due principali autorità del tempo, l'lm- , CR~.oJ~· pero e il Papato, le quali, sebbene mol-~1C to influenti, iniziano a indebolirsi a cau­

sa dei continui contrasti tra di loro. È anche un momento di grande svilup­po per le repubbliche marinare: Venezia , Genova, Pisa e Amalfi. A sud, invece, l'autonomia delle città è inesistente, mentre si consolida il re­gno normanno intorno al grande re Fe­derico Il di Svevia, sostituito poi dalla dinastia francese degli Angioini.

I FATTI ARTISTICI E CULTURALI

L'abbazia gotica di San Galgano (Siena), 1224-88.

Dopo due secoli in cui si era imposto, in architettura, lo stile romanico, ~-~

ce e severo, dalla Francia arriva lo stile gotico, più lieve e slanciato, e si ve-rifica un lento passaggio dall'uno all'altro, con molti esempi misti di

romanico-gotico. In pittura si affermano autori come Cimabue e, soprattutto, Giotto, che si allontanano decisamente dallo stile legato ai modelli bizantini, per aprirsi verso rappresentazioni dell'uo­mo e del paesaggio più "moderne", contrassegnate dal sen­so del volume e dello spazio. ...-­Vengono fondate le università di Padova, Piacenza, Napoli e viene ampliata quella di_ Bologna. Nascono i nuovi ordini religiosi mendicanti a opera di San Francesco d'Assisi (Francescani) e dello spagnolo San Dome­nico di Guzman (Domenicani), che danno slancio alla vita reli­giosa e al rinnovamento della Chiesa. Tommaso d'Aquino è il più grande filosofo del secolo, oltre che il teologo ufficiale della curia papale. Scrive molte opere in latino e insegna nelle più importanti università italiane e stra­niere.

La Maestà di Cimabue.

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I FATTI LINGUISTICI

Il Duomo di Siena {Xlii-XIV sec.).

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~Te Dal punto di vista linguistico, continua la diffusione della nuova lingua parlata dal popolo, il volgare italiano, che, comparso fin dal IX secolo come semplice lingua orale, nel '200 e nel '300 diventa anche lingua artistica ed è utilizzata per i primi capolavori della letteratura italiana. È il caso di ricordare, comunque, che la letteratura in volgare è solo una minima parte delle opere scritte in questo periodo e che accanto a essa la maggior parte dei testi continua a essere scritta in latino.

Gli elementi della lingua che cambiano dal latino all'italiano Tutti i livelli della lingua, attraverso passaggi graduali, subiscono tra­sformazioni: la forma delle parole, il significato, le strutture linguisti­che. Per esempio c'è la tendenza a lasciar cadere le consonanti finali della parola latina (noctem - nocte - notte); cadono anche vocali e consonanti all'interno della parola (mensem - mesem - mese; oculus- oclus- occhio);, si diffonde l'uso di vocaboli diversi da quel­li tradizionalmente usati nelle scritture (bucca - bocca, al posto di os; caballus- cavallo, al posto di equus). Continuando nella sua evo­luzione, il volgare si arricchisce di nuovi termini e si differenzia sem­pre di più dal latino fino a diventare una lingua distinta.

Non tutte le parole italiane derivano dal latino Le parole italiane non derivate dal latino provengono dai popoli che conquistarono l'Italia e la governarono, cioè dai popoli di lingua ger­manica e dagli Arabi, il popolo culturalmente più avanzat~o Medioevo, che neilx secolo occupò vaste zone dell'Italia meridionale. Sulla nostra letteratura in volgare esercitarono una certa influenza an­che due lingue neolatine sorte in Francia già nell'XI sec.: quella d'oc o QIOvenzale (Francia meridionale), attraverso i poeti provenzali staii'Zia­tiSi in lfaTia , e, in misura minore, quella d'oli (Francia §flttentriona le).

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GLI AUTORI PRINCIPALI

Nella letteratura italiana delle origini ha grande im­portanza la letteratura religiosa. Si potrebbe dire che tutta l'arte medievale è religio?!i grazie anche al nuovo 1rr1pol-so òato alla vita spirituale dai nuovi ordini mendicanti (Francescani e Domenicani). Due esempi famosi di poesia religiosa sono il Cantico delle creature di San Francesco d'Assisi e la lauda Donna de' paradiso di Jacopone da Todi . Verso la metà del secolo, però, si sviluppa anche una letteratura profana, cioè non sacra, che utilizza sem­pre come mezzo d'espressione la poesia e spazia da­gli argomenti più "bassi", legati alla vita quotidiana, La predica agli uccelli di San

Francesco, in un affresco di Giotto .

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a lingua K. secolo 1e lingua iana. solo una :o a essa

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li San Go di Giotto.

a quelli più "alti" e solenni come l'amore o gli ideali politici. Un esponente del primo genere (poesia comico-realistica) è il toscano Cecco Angiolieri , che affronta temi quali la vita e le sue miserie, il denaro e le donne, in .. modo divertito e con un linguaggio vivace, vicino a quello popolare. I primi, invece, a sperimentare l'altro genere (poesia lirica) sono i poeti della cosiddetta Scuola siciliana, che si forma a Palermo presso la corte di Federico Il, anch'egli poeta e letterato; essi si distinguono per il !.Q.QQ_ elevato e il linguaggio colto e raffinato. Spiccano tra loro nomi come èielo 'Alcamo, Jacopo da Lentini e Pier delle Vigne. 1 Ca WJ.J rvu:_ Nella seconda metà del secolo il centro di questo genere di poesia si spo­sta in Toscana, dove, insieme al rifiorire delle città, si sviluppa anche l'ar­te. Nasce qui il movimento poetico definito Dolce Stil Novo per il nuovo modo di scrivere poesie d'amore. Il caposcuola del genere è sicuramente

~o Cavalcanti. il bolognese Guido Guinizzelli , ma sono da ricordare anche Guido Cavalcanti e il gio-'-...C>\~~ tf L,..J\ vane Dante Alighi~ri che farà in questo ambito i suoi primi esperimenti poetici. iv..e.: ~ 'C)W.\X\ l'Atcanto alla poesia va ricordata anche la prosa. ~ Nel '200 iniziano a circolare in Italia romanzi e racconti cavallereschi che si rifanno ai

due grandi cicli della letteratura cavalleresca francese: il ciclo di Carlo Magno e dei suoi paladini (ciclo carolingio) e quello di Re Artù e dei suoi cavalieri (ciclo bretone). "oiffus1ss1me sono anche le novelle, [email protected] racconti di ispirazione popolare, ricchi di u ..... morismo e di riferimenti alla vita q1rntidianq. Famosa fra tutte è la raccolta Il Novellino, opera di un anonimo autore fiorentino. Verso la fine del '200 è scritto anche uno dei più celebri racconti di viaggi di tutti i tempi: Il Milione di Marco Polo, con cui l'autore documenta ii suo viaggio, quasi in­credibile per i tempi, fino in Cina (il Catài) alla corte dell'imperatore Kublai Khan, del quale divenne un funzionario di fiducia.

• Continuano i contrasti tra Papato e Impero.

• Nell'Italia centro-settentrionale si affermano i Comuni e le repubbliche marinare.

• Nell'Italia meridionale si consolida la monarchia, prima con Federico Il , poi con gli Angioini.

• In architettura si assiste al passaggio dallo stile romanico al gotico.

• In pittura spiccano le figure di Cimabue e Giotto.

• Si sviluppano le università.

• Nascono gli ordini mendicanti dei Francescani e dei Domenicani.

• Tommaso d'Aquino è il teologo del papa.

• 11 volgare italiano diventa lingua letteraria.

• Nasce la letteratura italiana.

• Continua la letteratura in lingua latina.

• Letteratura religiosa: S. Francesco d'Assisi e Jacopone da Todi.

• Letteratura profana: Poesia - Cecco Angiolieri; - Scuola siciliana di Federico Il : Cielo D'Alcamo, Jacopo da Lentini e Pier delle Vigne; - Dolce Stil Novo: Guido Guinizzelli, Guido Cavalcanti, Dante Alighieri. Prosa - romanzi e racconti cavallereschi; - novelle: Il Novellino; - Marco Polo : Il Milione.