San Francesco D'Assisi

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Andrea PizzutoIII°E2005/2006

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La chiesa di S.Francesco sorge oggi là dove il Santo aveva scelto di essere sepolto, nella zona di Assisi che nel medioevo era nota come "colle

dell'inferno", ovvero il luogo che in quell'epoca era destinato alle esecuzioni pubbliche.

Francesco morì all’età di circa 44 anni e già due anni dopo, il 16 Luglio 1228,ebbe luogo la solenne canonizzazione in Assisi. In questo stesso

giorno il Pontefice pose la prima pietra della futura Basilica di San Francesco, destinata a diventare Capo e Madre dell’Ordine Francescano.

Il cantiere della Basilica di San Francesco fu aperto nel 1228 per volontà di Papa Gregorio IX e grazie all'attività di frate Elia, vicario

dell' ordine scelto dallo stesso San Francesco. Furono sufficienti solo due anni per terminare la struttura

architettonica della Basilica inferiore di Assisi e solo altri sei per inaugurare la Basilica superiore di San Francesco.

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Due anni dopo la morte di San Francesco ebbe inizio la costruzione della Basilica di San Francesco e, più precisamente, di quella che oggi chiamiamo

la Basilica Inferiore. La sua forma è in stile romanico lombardo con un'unica navata ed un ampio

transetto. Alla sua realizzazione sovrintendette di persona Fratello Elia, il primo successore di San Francesco. Nella Basilica Inferiore sono costudite fin dal 1230 le spoglie mortali San Francesco. Triste destino quello del sarcofago

contenente il Corpo del Santo. Infatti fino al 1400 le spoglie furono esposte alla venerazione dei fedeli in

un loculo posto sotto l'altare centrale. Poi il Corpo venne occultato per evitarne la sottrazione da parte della vicina Perugia. E venne occultato davvero bene se rimase nascosto fino al 1818. Attualmente la salma del Santo è conservata nella piccola cripta posta sotto l'altare centrale della

Basilica.

Tomba di San Francesco, Basilica inferiore(Assisi)

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La Basilica è splendidamente affrescata con opere attribuite a Giotto, Cimabue o loro allievi: le loro opere permangono anche dopo il terremoto del settembre 1997 che non ha danneggiato nè la Basilica Inferiore nè tanto meno la cripta contenente la tomba di San Francesco.

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Anche se piccolo, il rosone, per la ricca varietà dei motivi scultorei di maniera

cosmatesca , è stato definito dal Venturi come “l’occhio di chiesa più bello del

mondo”. Sono semiscomparsi i mosaici e le maioliche colorate incastonate nella parte

superiore (SecXIII).La porta lignea di sinistra con figure e scene

francescane e clariane è opera di Nicolò Ugolinucci (1564); quella destra con figure e

scene di San Antonio da Padova e San Ludovico D’Angiò, di Pompeo Scurscione

(1573).Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta eseguì a protezione del portale il protiro

rinascimentale, coronato da una “Annunciazione”.

Nella lunetta tra le porte gemelle, l’unica immagine del Santo in mosaico in tutto

l’edificio. E’ sormontata dal rosone simbolo di Cristo, ”sole” della giustizia che dice al pellegrino: “Io sono la porta. Chi per me

passerà, sarà salvo; entrerà, uscirà e troverà pascoli” (Gv. 10,9).

Un Santuario è come una porta che si apre sull’aldilà, sul regno di Dio. La porta del

santuario già riassume la natura dell’intero santuario. E’ questo quel che esprime

l’iconografia dei portali di questo periodo storico.

Entrata nella basilica inferiore

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Volte e pareti della Basilica inferiore sono portatrici della decorazione murale più antica di tutto il complesso. Dai piloni massicci fioriscono gli iridescenti costoloni che in alto fanno da cornice agli spicchi azzurri del

cielo, cosparso di stelle realizzate oltre che in dipinto con minuscoli specchi semisferici, una volta scintillanti per il riflesso delle mille

fiammelle vive dei numerosi lampadari in ferro battuto, in parte ancora esistenti.

Verso il 1260 il non meglio identificato “Maestro di San Francesco” dipinse sulle pareti della navata due cicli concordanti con storie della

passione di Cristo e del Santo. E’ la prima volta che l’elogio “Francesco altro Cristo” viene affermato e sviluppato nell’arte. I riquadri risultano mutilati dall’apertura delle cappelle gotiche non previste nel progetto

primitivo della chiesa, costruite verso la fine del duecento e i primi decenni del trecento. Recentemente ripuliti, questi affreschi

sorprendono per la loro fresca e movimentata figurazione, emergente dalla matrice orientalizzante dell’impianto linguistico dei due cicli.

Navata centrale

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Parte destra: San Francesco

• spogliazione

dei beni paterni

• sogno d’Innocenzo

III• predica

agli uccelli

• stimmate

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Parte sinistra: Cristo sofferente

•spogliazione delle

vesti

• crocifissione

• deposizione della croce •

sepoltura

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Le volte della testata vantano una decorazione realizzata da fiorentini e senesi in una gara d’arte d’insuperabile altezza cromatica e tematica. Giotto e giotteschi da una parte, Pietro Lorenzetti e Simone Martini dall’altra, tra

il 1310-1320 hanno dato vita a questo programma iconografico unico, avente come struttura di pensiero l’illustrazione e celebrazione del Santo in

tipologia Evangelica e apocalittica.Se le celebri Vele Centrali

raffigurano il Santo nella lotta escatologica fra il bene e il male (Francesco vi appare vittorioso nella lotta per

l’affermarsi dell’Obbedienza , della Povertà e della Castità nella propria persona e nella

società), le cornici delle stesse sono portatrici di immagini

giovannee apocalittiche , care soprattutto ai francescani “Spirituali”. Il Francesco

dell’apoteosi intronizzato e emergente dal sole, fa pensare decisamente all ”altro angelo” che sale dall’oriente con nel

corpo il sigillo del Dio vivente (le stimmate).

Le volte della crociera e dei transetti

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Ma la celebrazione del Santo sulla Tomba si estende ancora al fondo dei bracci del transetto dove la sua santità si intreccia con la rappresentazione delle sue radici evangeliche: le storie della passione insieme con quelle del Cristo di Betlem vengono intese livetmotiv della vita dell’ “Alter Cristus”.

Tutti i temi cristiani e francescani confluivano nella triplice

rappresentazione del Dio Crocifisso nell’abside (opera perduta di Puccio

Capanna sostituita dall’attuale giudizio universale di Cesare Sermei,

1623) e sulle pareti dei transetti antistanti gli stalli del coro dove trovano posto i frati i preghiera e

meditazione. La pagina evangelica fondamentale nella spiritualità di

Francesco, il Crocifisso, è quella più insistentemente proposta alla mente

e al cuore di popolo e frati in preghiera.

Abside

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Questi affreschi ,dopo i restauri (1968), osservati più attentamente sono da attribuirsi all impresa Giotto (1315-1320) e risultano di altissimo livello tecnico, coloristico oltre che di denso contenuto teologico.

La tradizione vuole queste concettuose allegorie ispirate da un

teologo, e forse dallo stesso Jacopone da Todi, al Giotto dall’immaginazione emotiva

semplice immediata scevra di retorica; la conformazione della

superficie da dipingere poco adatta allo spandersi orizzontale delle

composizioni scenografiche giottesche, ha imposto qui l’esilità delle figure e una certa remissività

del modellato (tanto più che i committenti richiedevano una

composizione molto complessa per ricchezza di particolari

narrativi):queste, e altre considerazioni potrebbero risolvere

la perplessità di alcuni critici in favore della tradizionale paternità

giottesca di questi capolavori.

La volta sull’altare maggiore

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Opera gotico cosmatesca, l’altare della Tomba del Poverello fu consacrato da Innocenzo IV nel 1253.

Il 25 Marzo 1754 Benedetto XIV lo elevò alla dignità di “Altare Papale”, dandogli lo stesso stato giuridico di quello delle quattro Basiliche patriarcali

e papali di Roma.

La ricercatezza della decorazione musiva negli altari, esclusa decisamente dai frati dalle pareti della Chiesa ricorda l’anima

profondamente eucaristica del Santo che esigeva preziosità in tutto quello che riguardava il mistero eucaristico: “I calici, i corporali, gli ornamenti

degli altari e tutto ciò che riguarda il sacrificio devono essere preziosi …” (Lettera a tutti i Custodi dell’Ordine).

Altare maggiore

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Non c’è in tutta la storia dell’Italia artistica uno spazio dove il genio

artistico si è profuso con più forza rinnovatrice e creatrice come in questo della Basilica superiore di

Assisi.Qui il gotico nordico, ripensato nella formula francescana della

“Povertà con letizia”(San Francesco ,Ammonizione XXVII),

trovò la sua prima versione italiana distinguendosi per la sobrietà dell’infrastruttura

parietale, per l’eliminazione di ogni fioritura (influssi del gotico

cistercense) e per la gaiezza delle pareti affrescate.

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Il vastissimo testo pittorico, poi, è la più grande testimonianza del trapasso dalla civiltà artistica bizantino - romanica a quella

italiana, data la sua realizzazione da parte degli ultimi

rappresentanti di schemi greci in Italia (Cavallini, Turriti e Risuti) e

dei più grandi rinnovatori (Cimabue e soprattutto Giotto e

giotteschi).Anche gli artigiani del vetro istoriato di oltralpe, infine,

inserendosi per la prima volta nel rianimato clima artistico italiano, aprono orizzonti nuovi ai loro già ricchi gusti, tematiche e tecniche, creando, con la collaborazione di italiani, un complesso di aperture

luminose della più rara trasparenza cromatica e

organicità linguistica e tematica.

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Terminata al tramonto del secolo XIII nelle sue strutture murarie, nel rivestimento pittorico come nelle finestre, la Basilica Superiore di Assisi grida nei secoli nel linguaggio più suggestivo ed eloquente

degli artisti di tutta Europa, il suo alto:

“Laudato sie, mi Signore

per averci donatoFrate Francesco”

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La chiesa superiore di Assisi fu costruita in forma di croce latina ed ha un’unica navata.

Con questo già cade l’accento sulla superficie delle pareti laterali che nessun valico interrompe e che perciò sono come predestinate ad accogliere il

poema pittorico della vita di San Francesco.La chiesa di San Francesco in Assisi è orientata verso ponente, la parete di

ingresso col rosone, che nell’architettura è simbolo di cristo ,è dunque rivolta verso oriente.

Il ciclo di affreschi si svolge da ponente verso oriente.

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• Nella zona inferiore delle pareti: 28 affreschi rappresentanti storie da La leggenda di San Francesco (Giotto e collaboratori 1296-1300)

• Nella zona superiore delle pareti: a sinistra si trovano le scene veterotestamentarie, a

destra quelle del Nuovo Testamento.

Nella Basilica di Assisi l’Antico Testamento è dipinto sulla parete

Nord, dalla parte della luna, mentre il Nuovo Testamento è illustrato sulla parete Sud, dalla parte del

sole.

CURIOSITÀ:

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PARETE NORDORDINE SUPERIORE

ANTICO TESTAMENTO

Il registro superiore mette in chiara evidenza , in 8 scene, che il tutto ha origine da un Creatore e che tutto è perciò in assoluta dipendenza da Lui;

la ribellione contro Dio ha come risultato la ribellione dell’uomo contro L’uomo. Col peccato l’uomo si è separato dall’ordine della creazione costituito da Dio. Perciò la figura di Caino, il “distruttore” è posta in

antagonismo con quella del “Creatore”, e proprio con lui si chiude il ciclo della storia primordiale del genere umano

Creazione di Adamo

Creazione del Mondo Creazione di Eva Il peccato originale

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PARETE NORD ORDINE INTERMEDIO:

FIGURE VETEROTESTAMENTARIE

Nel registro inferiore della zona alta della parete Nord della navata sono raffigurati in otto riquadri – due per campata- quattro grandi modelli veterotestamentari. Ogni campata è dedicata ad uno dei Patriarchi e

comprende due scene della sua vita. Questi affreschi sono dunque situati al di sotto di quelli che rappresentano la storia primordiale dell’umanità

Il registro inferiore mostra in tutta chiarezza che Dio non vuole e non permette la distruzione della Sua opera. Egli vuole salvare colui che è giusto davanti a

Dio, colui che osserva la legge di Dio. Questa volontà di Dio trova la sua espressione plastica già nel primo dei patriarchi raffigurati: Noè, si rafforza in

Abramo, col quale viene stipulata l’alleanza fra Dio e il popolo eletto, con Giacobbe, che guida questo popolo di Dio e con Giuseppe, che lo salva

dall’estremo pericolo.Adamo era il capostipite dell’umanità. Sotto la “creazione di Adamo” è dipinto ora “l’ingresso di Noè nell’arca che lo salva dal diluvio” (L’arca è pure il simbolo della legge). Così Noè diventa il capostipite di un

nuovo genere umano con un nuovo ordine di vita.

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Isacco e Giacobbe

Costruzione dall’Arca

Esaù e Isacco

Sacrificio di Abramo Visita degli angeli

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PARETE SUDORDINE SUPERIORE: “IL NUOVO ADAMO”

La storia del “vecchio Adamo” e le figure veterotestamentarie dagli affreschi sulla parete nord, sono premesse indispensabili alla

comprensione del “nuovo Adamo” sulla parete sud. In logica successione corrisponde al “nuovo Adamo” – storia

dell’infanzia di Gesù – la storia del “vecchio Adamo”, e alle figure veterotestamentarie corrisponde la passione di Cristo, quale figura

ossia modello neotestamentario.

Annunciazione Presentazione al tempio Natività

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Le nozze di Cana Il tradimento di Giuda

PARETE SUDORDINE INTERMEDIO:LA PASSIONE DI GESU’

Tutti gli Evangelisti descrivono minuziosamente la passione e la morte di Gesù. Conformemente alla concettualità del tempo ben diversa da quella odierna, il loro racconto è corroborato da frequenti allusioni e citazioni

veterotestamentarie che avevano lo scopo di spiegare e giustificare la morte infamante di Cristo in modo che i loro lettori non se ne scandalizzassero. San Paolo afferma: “Cristo morì per i nostri peccati, secondo le scritture” ( 1 Cor 15 , 3). Morì in obbedienza incondizionata alla volontà del Padre

celeste. Da lui verrà la salvezza dell’universo. “Prestate ascolto a Lui”, a lui che disse: “ Io sono la via, la verità, la vita”. Il compimento dell’opera di

salvezza è dunque soprattutto esaltazione e glorificazione di Dio.

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La crocifissione di Gesù La sepoltura di Gesù

La discesa dello Spirito Santo

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LA CROCIERA DEI TRANSETTI

Offrendo uno spazio assai generoso a Cenni di Pepi detto Cimabue, Assisi contribuisce come nessuna altra città alla completa maturazione ed

esplicitazione delle potenzialità geniali dell’anima esuberante e tormentata dell’artista toscano.

I “Quattro evangelisti” nelle vele centrali della crociera, le “pagine mariane“ del Vangelo negli spazi alti e bassi dell’abside, l’apocalisse nel transetto sinistro, gli “atti degli Apostoli” in quello destro e le “Crocifissioni“ ‘per frati’ contro gli stalli del coro (1277-1285), in un linguaggio misto di influenze arcaiche e di palpiti di novità, rivelano in Cimabue l’artista per eccellenza di un epoca di transizione; alla ricerca attiva di modi ed esperimenti adeguati alla storia contemporanea

italiana lievitata dall’annuncio francescano.

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IL TRANSETTO DESTRO

Zona inferiore, scene dagli atti degli Apostoli Pietro e Paolo

(Cimabue, 1280-1283):•La guarigione del paralitico

•La guarigione di molti infermi •La caduta di Simon Mago

•La Crocifissione di San Pietro •La decapitazione di San Paolo

•La Crocifissione

Zona alta (Anonimo maestro inglese):

•La Trasfigurazione •Cristo in gloria

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IL TRANSETTO SINISTRO

Completamente Affrescato da Cenno di Pepi detto Cimabue (1280-1283) con scene tratte

dall’Apocalisse:

Parete destra in alto:San Michele respinge il dragone

In basso da sinistra a destra:•San Giovanni nell’isola di Patmos

•Babilonia distrutta •La venuta di Cristo Giudice •Gli angeli dell’apocalisse

•L’Agnello Mistico

•Dietro l'Altare:•La Crocifissione

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L'ABSIDE

Completamente ompletamente affrescata dal Cimabue (1280-1283) con scene della vita della Vergine:

L’annunzio fatto a Gioacchino •La natività della Vergine

•La presentazione di Maria al Tempio •Lo sposalizio della Vergine

•La Vergine morente •La Dormitio Virginis

•L’Assunzione •La Glorificazione di Maria

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Il Coro ligneo

Anche se non progettato in corrispondenza con la sobria linea gotica francescana e con la stessa decorazione della testata della chiesa che in parte ricopre, il coro ligneo resta in se stesso un elegantissimo lavoro in

legno intarsiato.Le 38 rose, tutte differenti, nelle cime cuspidate, sono messe in risalto da

conchiglie azzurre di classica e rinascimentale purezza.Nei 38 specchi degli stalli superiori sono intarsiate figure di Francescani

celebri per santità ,dottrina e attività e nei primi due da ambo le parti l’Annunciazione; negli specchi inferiori, prospettive architettoniche e

stilizzazioni fogliacee.Il coro è opera di Domenico Indivini di San Severino Marche, realizzato tra

il 1491 e il 1501, per cura del P.M.F. Sansone, generale dei Frati Minori Conventuali.

L’opera costò 755 ducati d’oro.

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LE VETRATE

L'uso del vetro per decorare le chiese è documentato già dal IV secolo, ma solo in epoca gotica l'arte della decorazione con il

vetro raggiunge la sua compiutezza espressiva: grazie alle innovazioni architettoniche non sono più necessarie pesanti pareti in muratura per sostenere la struttura delle chiese, quindi il vetro può sostituire i mattoni e la

decorazione a vetrate colorate può cominciare ad esprimersi su

grandi superfici.

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L'esecuzione delle 28 vetrate della Basilica sembra abbia coinvolto tre differenti gruppi

di ideatori ed artigiani: le tre finestre dell'abside della chiesa superiore sembrano

opera di maestranze tedesche operanti verso il 1240-50; a queste ultime, attorno al 1270, subentrarono maestranze francesi, a

cui vengono attribuite la quadrifora del transetto sinistro e due bifore della navata destra nella chiesa superiore; infine l'opera

di decorazione a vetrate fu portata a termine da maestranze italiane.

La festosa iridescenza di queste decorazioni arricchisce le slanciate linee architettoniche

ed è testimonianza quasi esclusiva della nascita in Italia di quest'arte, e quindi del progressivo affrancamento rispetto alle

maestranze nordiche.

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La Crocifissione

Nella Crocifissione estremamente commossa del transetto sinistro, ove il Dio Crocifisso muore contorcendosi in mezzo al volo degli angeli piangenti

e sopra la concitata disperazione della Maddalena, Cimabue raggiunge l’apice del suo espressionismo tragico. Ispirandosi al vicino Crocifisso

giuntesco di Frate Elia, perduto nel 1623, Cimabue non omette di rappresentare san Francesco dolente ai piedi della croce in tutte e due le

Crocifissioni di questo transetto.L’uso del bianco di piombo nell’esecuzione di questi affreschi, anziché di

quello della calce, ha causato l’inversione dei bianchi in neri.

La Crocifissione di Assisi, confrontata con le composizioni precedenti, ci mostra che lo schematismo iconografico della scena fu infranto da mani

possenti, che le turbe bizantine presero subito anima e moto, che la tragedia divina fu rinnovata da Cimabue con ferrea energia. Ancora si

vede il miracolo nuovo come tra lampi nelle tenebre; il miracolo continua nelle pareti della crociera e dell’abside. (A. Venturi)