ALLA RICERCA DI BYZANTIUM PROPER LENNART RYDÉN (1931-2002) E LA SUA ULTIMA OPERA

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ALLA RICERCA DI BYZANTIUM PROPER LENNART RYDÉN (1931-2002) E LA SUA ULTIMA OPERA Author(s): Paolo Cesaretti Source: Aevum, Anno 77, Fasc. 2 (Maggio-Agosto 2003), pp. 473-482 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20861464 . Accessed: 16/06/2014 01:00 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 91.229.229.111 on Mon, 16 Jun 2014 01:00:55 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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ALLA RICERCA DI BYZANTIUM PROPER LENNART RYDÉN (1931-2002) E LA SUA ULTIMAOPERAAuthor(s): Paolo CesarettiSource: Aevum, Anno 77, Fasc. 2 (Maggio-Agosto 2003), pp. 473-482Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/20861464 .

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Paolo Cesaretti

ALLA RICERCA DI BYZANTIUM PROPER LENNART RYD^N (1931-2002) E LA SUA ULTIMA OPERA

?For a long time, the reason for choosing Byzantine topics was not so much an interest in Byzantium

proper as a fascination with papyri, manuscripts, textual criticism and syntax, in particular the syntax of subliterary Late Ancient -

Early Byzantine Greek?.

Con queste parole, pronunciate durante il convegno romano (1989) sulla filologia medievale e umanistica greca e latina nel XX secolo, dove fu apprezzato oratore con una relazione sulla filologia bizantina in Scandinavia e in Finlandia, Lennart

Ryden caratterizzava l'esperienza degli studi novecenteschi di bizantinistica nel suo paese, la Svezia, e piu particolarmente presso la sua Universita, Uppsala1. Se nei paesi nordici, in ispecie nella prima met& del secolo, si & percepita Bisanzio

soprattutto come appendice o allegato deH'Antichita ? e dunque come elemento di ricezione e trasmissione di valori in ultima istanza allotri ? certamente si e

trattato di atteggiamento comune ad altre lignees culturali2. fe invece stata tipica mente scandinava una certa ?fascination? classificatoria, soprattutto nel campo della lingua e della sintassi: era opportuno che Ryden la sottolineasse. Cosi come

egli a buon diritto distingueva le specificita delle diverse scuole nazionali

nordiche3, e del pari opportunamente rimarcava come la iniziale prevalenza della tradizione erudita di matrice germanica fosse stata erosa, nel corso del tempo, dal successo della lingua inglese, con le relative attitudes di ricerca4. Ma alia fine

egli salutava il lento e progressivo imporsi dello studio di cid che e Byzantium

* Grazie a Kerstin Ryden, arnica sempre squisita, con la sua rara sensibilita e discrezione.

Grazie anche a Carin Astrom e a Ulf Fahlstrom della Uppsala Universitetsbibliotek. 1 L. Ryd?n, Byzantine Philology in Scandinavia and Finland, in La filologia medievale e

umanistica greca e latina nel secolo XX. Atti del Congresso Internazionale (Roma, Consiglio Nazionale delle Ricerche - Universita La Sapienza, 11-15 dicembre 1989), I, Roma 1993 (Testi e Studi Bizantino Neoellenici, 7), 483-504: 497. 2 Sulla dialettica tra ?bizantinistica in s6? e ?bizantinistica ancella deU'antichistica? la biblio grafia e ormai legione. Se qui si ricordano, da un volume miscellaneo diretto da G Passarelli (La civilth bizantina. Donne, uomini, cultura e societd, Milano 2001), le pp. 16-23 della Prolusione di

Carmelo Capizzi (?Un'esigenza scientifica moderna?), non e solo perche* appaiono particolarmente recenti o equilibrate, ma anche perche* la menzione consente un ricordo dello studioso di Anastasio e di Giustiniano, appena scomparso. Sulla diatriba Antichistica vs Bizantinistica in Italia, significa tiva, in La filologia medievale e umanistica, la relazione di E. Follieri, La filologia bizantina in

Italia nel secolo XX (I, 389-431). A oltre dieci anni di distanza, ciascuno puo constatare che lo

sviluppo culturale si e rivelato persino piu infausto delle gia pessimistiche previsioni formulate dall'A., 430.

3 Ryd^n, Byzantine Philology, 504.

4 Ryd?n, Byzantine Philology, in ispecie: 494.

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proper. Per quanto riguardava particolarmente la Svezia, gli apparivano soltanto

pompose le enunciazioni di W. Lundstrom, il fondatore di ?Eranos?5, mentre ben

piu significativa egli giudicava l'attivita di quei docenti di letteratura greca che

?encouraged Byzantine philology?6: dapprima D. Tabachovitz a Uppsala e A. Wifstrand a Lund7, oggi J.E Kindstrand, ancora a Uppsala8. Ne la relazione di

Ryden mancava di simpatia per i lavori di bizantinisti non accademici quali B. Knos9 e S. Linner10.

Come sempre accade, il confronto con la tradizione implica una riflessione sul presente: nel caso in questione, il presente di Lennart Ryden nel magnus annus 1989. Egli si era laureato nel 1963 in letteratura greca

? ma il soggetto della

tesi, caldeggiato da Tabachovitz, era agiografico e bizantino ? ed era ormai da

quasi un decennio (dal 1980) titolare della prima cattedra che non solo nell'am bito dell'Universita di Uppsala ma in tutto il regno di Svezia fosse mai stata

specificatamente consacrata alia bizantinistica: una significativa affermazione di

Byzantium proper oltreche del proprio ruolo istituzionale e scientifico. Ma a

qualunque orgoglio personale egli anteponeva il proprio itinerario di ricerca:

?I have specialized in Byzantine Hagiography, which I want to treat from the point of view of textual criticism and the history of religion, ideas and literature?11.

Non solo per Foggetto ma anche per i metodi della ricerca (e che dire dell'e nunciazione in inglese, anziche in tedesco?) Ryden sembrerebbe cosi recidere il

rapporto con la precedente tradizione ? svedese e non solo ? di Bisanzio ancella della filologia classica e dei testi antichi. Innanzitutto per l'opzione verso l'agio grafia: una scelta che non piace definire di ?rottura?, ma che resta forte, sia per la consuetudine luterana della Svezia, sia perche i santi prediletti dagli studi di

Ryden erano i meno sociali e secolarizzabili fra tutti: ci si riferisce a quei ?santi folli? bizantini (i aaXoi) alia cui conoscenza e interpretazione egli ha dato contri buti rilevanti, destinati a lunga durata12. Quanto poi alia storia religiosa, culturale

5 Ryd?n, Byzantine Philology, 495-96. ?Eranos. Acta Philologica Suecana? fii fondata nel 1896,

eppure non fu affidata alia rivista l'enfatica celebrazione degli studi bizantini pubblicata da W.

Lundstrom a Stoccolma nel 1900 (En ung vetenskap). 6 Ryd?n, Byzantine Philology, 498. 7 RydGn, Byzantine Philology, 498-500. 8 Ryd?n, Byzantine Philology, 501. 9 Ryd?n, Byzantine Philology, 497. Di Knos resta soprattutto apprezzabile al piu ampio pubblico

internazionale degli studiosi L'histoire de la litterature neo-grecque. La piriode jusqu'en 1821,

Uppsala 1962. 10 RydSn, Byzantine Philology, 498. Limite della produzione di Linner, eccellente traduttore e

divulgatore, appare peraltro, in prospettiva storica, l'impiego di una lingua dalla scarsa circolazione

internazionale, quale e lo svedese. 11 Ryd?n, Byzantine Philology, 501.

12 Le edizioni critiche delle Vite dei piu celebrati ?santi folli? (oaAoi) di Bisanzio curate da Ryddn sono da tempo affennate, nel campo del ?textual criticism? anzitutto. Per la Vita di Simeone

Salos, opera di Leonzio di Neapoli (BHG 1677), v. Tedizione critica: L. Ryd?n, Das Leben des heiligen Narren Symeon von Leontios von Neapolis, Uppsala 1963 (Studia Graeca Upsaliensia, 4). Tale pubblicazione adattava la tesi di laurea di Ryd&i e veniva poi seguita dalle sue Bemerkungen zum Leben des heiligen Narren Symeon von Leontios von Neapolis, Uppsala 1970 (Studia Graeca

Upsaliensia, 6). Inoltre, in collaborazione con AJ. Festugi?re, lAontios de Neapolis. Vie de Symeon le Fou et Vie de Jean de Chypre, Paris 1974 (ma 1977) (Institut Frances d'Arch6ologie de Beyrouth. Bibliotheque arch^ologique et historique, 95). Per la vita di Andrea il Folle, opera di Niceforo prete

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e letteraria, Ryden la intendeva soprattutto finalizzata allo studio di quelle costanti e di quei mutamenti (shifts) nella storia di Bisanzio che spesso gli facevano apprez zare il lavoro delle ?Annales? sulla mentalite, sempre quello di A.R Kazhdan

(1922-1997) a Dumbarton Oaks, con la sua attenzione ai tematismi di lungo periodo deU'esperienza bizantina. Sicche il mondo di Bisanzio, e gli acconci criteri

per accostarlo, poterono apparirgli affini piu all'Occidente medievale, con le relative discipline d'indagine, che non ai procedimenti della filologia classica;

Ryd6n se ne convinceva sia dalla sua specola di Uppsala sia durante i frequenti viaggi di studio, soprattutto a Parigi, in Germania, negli Stati Uniti.

Con tutto cio, in una valutazione di prospettiva, il successo di Byzantium proper appare oggi inserirsi in piu ampi filoni culturali, e salvaguardare anziche

negare il portato delV institutio classica e il suo spirito profondo. In effetti, essi venivano da Ryd6n rimodellati su un oggetto

? Bisanzio ? che in Svezia come altrove esigeva ormai di essere studiato secondo i suoi propri principi, perd sempre alia luce di quel ?textual criticism? che resta il primo frutto della tradizione filolo

gica, anche quando venga finalizzato alia costituzione di edizioni critiche dei testi

agiografici per se, in quanto ?non solo edificazione ma anche soddisfazione di desideri? e di aspettative da parte del loro pubblico bizantino13. Dunque, valoriz zazione deH'agiografia nel suo elemento letterario e storico-culturale specificata mente bizantino (ancora, Byzantium proper); percio agiografia non solo in quanto fonte storica (le posizioni di Ryden sulla non storicita di alcuni topoi letterari

agiografici sono note, e se ne dara cenno in seguito) ne perch6 essa possa o debba restituire ?attraverso Bisanzio? passi illustri di classici antichi o particolarita lingui stiche e sintattiche devianti da una ?norma? ?

quando addirittura non sia questione della trasformazione cristiana di preesistenti culti mediterranei14. Tale attenzione sui testi si pone infine in continuita con la tradizione degli studi filologici scandi navi di matrice germanica, soprattutto quando si tratti di serie organiche di pubbli cazioni. Lo testimoniano gli Studia Byzantina Upsaliensia, collana di edizioni critiche di testi bizantini e di ricerche ad essi relative, che Ryd&i fortemente voile e inizialmente diresse. Nella prefazione al primo volume (1986), opera dell'al lievo e poi successore a Uppsala Jan Olof Rosenqvist15, Ryd6n sottolineava non

di Santa Sofia (BHG \\5zet al, alia luce delle contaminazioni testuali evidenziate proprio da Ryden), v. la fondamentale summa di L. Ryd?n, The Life of St Andrew the Fool, I. Introduction, Testimonies and Nachleben. Indices; II. Text, Translation and Notes. Appendices, Uppsala 1995 (Studia Byzantina Upsaliensia, 4,1-II). Quanto alia interpretazione dei aaXoi alia luce della ?history of religion, ideas and literature?, oltre ai numerosi elementi presenti in tale ultima pubblicazione, v. almeno la sintesi The Holy Fool, in The Byzantine Saint, University of Birmingham, 14th Spring Symposium of Byzantine Studies, ed. by S. Hackel, London 1981, 106-13. Notevole anche, in lingua italiana, YIntroduzione a Leonzio di Neapoli

- Niceforo prete di Santa Sofia, / santi folli di Bisanzio. Vite di Simeone e Andrea, a c. di P. Cesaretti, Milano 1990, 5-32.

13 C. Mango, La civilta bizantina, ed. it. a c. di P. Cesaretti, Roma-Bari 1991, 283.

14 In Ryd6n, Byzantine Philology, 492 e n. 49, notevole la partecipe menzione del finlandese J.E. Rein con i suoi studi sul culto del profeta Elias nella Grecia moderna, vdlti a refutarne la pedissequa identificazione con una reviviscenza di Helios o di Apollo. In merito alia temperie spirituale che oppose agiografi e antichisti tra XIX e XX secolo, e sul contrasto tra due giganti delle rispet tive discipline, quali furono Hippolyte Delehaye e Hermann Usener: RE. Consolino, Usener e Vagio grafia: Legenden der Pelagia e Der Heilige Tychon, in Aspetti di Hermann Usener filologo della religione (Seminario della Scuola Normale Superiore di Pisa. 17-20 febbraio 1982), con pref. di A.

Momigliano, Pisa 1982 (Biblioteca di Studi Antichi, 39), 161-80. 15 The Life of St Irene Abbess of Chrysobalanton. A Critical Edition with Introduction, Notes

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casualmente il legame con i preesistenti Studia Graeca Upsaliensia, oltreche la linea editoriale propria alia nuova collana, dedicata a Byzantium proper e non solo a quell'agiografia che era il suo personale interesse precipuo. Agiografia da

considerarsi, precisava Ryden, non tanto in base ai santi, alia loro importanza devozionale, bensi in base ai testi, soprattutto alle Vitae da indagarsi ?for their

literary value and general interest?16; cio che ben si accorda con quella attenzione, tutta umanistica, alia ?history of religion, ideas and literature? di cui si diceva.

Veniamo al maggio del 2002, quando appariva l'ottavo volume degli Studia

Byzantina Upsaliensia, ormai diretti da Rosenqvist (e cio sin dal 1996, quando per Ryden, a sessantacinque anni, era stato obbligatorio il retirement11). Tale ottavo volume era curato proprio da Ryden, che da lungo tempo attendeva all'oggetto della ricerca (il suo primo contributo al proposito risaliva a venti anni prima18). Si trattava della edizione critica con introduzione, note e commento della Vita di Filareto il Misericordioso, scritta dal nipote Niceta (BHG 1551z)19: una realizza zione importante per un testo suggestivo, non solo la prova della continua applica zione alia ricerca da parte del curatore. Eppure i volumi destinati alle riviste, alle

biblioteche, alle accademie, non venivano inviati. Un persistente disturbo alle articolazioni della mano ? ma era il sintomo di una ben piu grave e nascosta

patologia ?

impediva a Ryden di scrivere, con una grafia che era asciutta come la sua persona, le consuete dediche e gli autografi. E quanto piu si affermava la

spettacolosa primavera nordica, tanto piu Ryden cadeva preda di una diffusa e

per lui inconsueta astenia. Sino a che, la mattina di lunedi 10 giugno 2002, egli perdeva conoscenza, nella sua casa-biblioteca con vista sul parco-cimitero (Kyrkogard) di Uppsala. Spirava il giorno dopo, in uno di quei martedi che furono storicamente fatali a Bisanzio. Nato a Sundsvall il 18 luglio del 1931, Lennart non aveva che 70 anni compiuti.

La notizia della scomparsa coglieva impreparati i suoi allievi svedesi (si trovavano a Istanbul per una serie di ricerche), la comunita scientifica scandinava e internazionale da lui intensamente frequentata20, tutto l'ambiente intellettuale del suo paese21. AU'ammirata considerazione dell'opera scientifica di Ryden si

and Indices by J.O. Rosenqvist, Uppsala 1986 (Studia Byzantina Upsaliensia, 1), recensito da chi

qui scrive in ?Aevum?, 62 (1988), 374-78. 16 L. RYDfiN, Preface to the Studia Byzantina Upsaliensia, in Rosenqvist, The Life of St Irene, vii. 17

Per l'occasione veniva pubblicata una felice Festschrift, ovvero AEIMQN. Studies Presented to Lennart Rydin on His Sixty-Fifth Birthday, ed. by J.O. Rosenqvist, Uppsala 1996 (Studia Byzantina Upsaliensia, 6). 18 L. Ryd?n, The Revised Version of the 'Life of St Philaretos the Merciful' and the 'Life of St Andreas Salos', ?AB?, 100, 1982 (= Melanges offerts a Baudouin de Gaijfier et Francois Halkin), 485-95. Ryden prometteva un'edizione del testo anche nella summenzionata (n. 16) Preface to the Studia Byzantina Upsaliensia. 19 L. Ryd?n, The Life of St Philaretos the Merciful Written by His Grandson Nicetas. A Critical Edition with Introduction, Translation, Notes, and Indices, Uppsala 2002, (Studia Byzantina Upsaliensia, 8), 1-143 che d'ora innanzi si abbreviera come Ryd?n, Philaretos.

20 Non accadeva solo in occasione dei viaggi di studio e di ricerca all'estero. Per le annuali sedute dello Svenska kommitt^n for bysantinska studier (poi Bysantinska sallskapet), di cui era stato responsabile, Ryd6n si premurava sempre di invitare qualificati bizantinisti stranieri che riferivano sulle loro ricerche e anche sull'assetto operativo dei loro Istituti. Aspetto, quest'ultimo, cui Lennart, con lo spirito organizzativo tipico dei fondatori, era solito conferire grande importanza. 21

Per le sue collaborazioni alle pagine culturali di quotidiani quali Svenska Dagbladet e Upsala Nya Tidning, in Svezia Ryde'n era ben noto anche al di fuori della cerchia erudita.

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accompagna qui il commosso ricordo di chi scrive, che e grato per i tanti indirizzi di lavoro e per i consigli di prudenza ricevuti nei lunghi periodi di fruttuoso studio e ricerca trascorsi insieme, con una impegnativa, spesso plurilingue, sempre fervida conversazione tra la Bibliotheca Carolina Rediviva, la Humanistisk Fakultet e i tanti parchi e giardini di Uppsala

? citta che vive nel segno di Linneo ? e dei suoi dintorni.

Ryden lascia la diletta moglie Kerstin, illustre per i suoi studi di germani stica, la prima cattedra svedese di bizantinistica, molti allievi e amici, circa cento tra volumi, articoli e recensioni22, innumerevoli materiali di lavoro e di ricerca che verranno affidati all'Universita di Uppsala e che daranno, e certo, copiosi frutti. Sit tibi levis tellus, Lennart.

Forse non e casuale che l'attivita di Ryd6n si sia chiusa nel segno di Filareto ? alia lettera, ?colui che ama la virtu?. Piace in effetti estendere la designazione del personaggio agiografico data da Niceta, il nipote che ne narro la 7ioA,ixeia23, anche al suo studioso moderno, cui era ben presente il motto della sua Universita: ?Pensare liberamente b bene ma pensare giustamente e meglio?24.

Chi era dunque Filareto? Era un generoso ricco di Paflagonia che venne messo alia prova del demonio, e fu dunque precipitato nell'estrema poverta, ma non per questo si comportd meno liberalmente verso gli indigenti, al limite deU'impossi bile; perci6 fu glorificato da Dio, dapprima con il matrimonio tra la nipote Maria e l'imperatore Costantino VI, poi in virtu di splendidi doni, infine grazie al

conseguimento della beatitudine celeste. Fino al maggio 2002, data di uscita dell'edizione Ryd6n, chi avesse cercato

informazioni su Filareto probabilmente si sarebbe rivolto al relativo lemma

presente in The Oxford Dictionary of Byzantium25, che sempre piu si impone come riferimento internazionale di consultazione. Nell' Oxford Dictionary of Byzantium avrebbe trovato una ricostruzione della sua vita, firmata da Alexander P. Kazhdan e da Nancy P. Sevcenko26, con la menzione delVeditio princeps del testo, curata da M.-H. Fourmy e M. Leroy27.

Le apETcri di Ryd6n evidentemente escludevano la polemica, se questo Philaretos offre un cavalleresco apprezzamento verso la precedente edizione28 e

22 V. AEIMQN, ix-xvi per una bibliografia di Ryden aggiornata al gennaio 1995. 23 x6v aXifi&q oadpexov: RydSn, Philaretos, 66 (11. 113-114). 24 TSnfca ./Wtt ar stort men tanka rdtt ar storre. La sentenza e tratta da Rdtt, eller alia samhdl

lens eviga lag (1794) del poeta Thomas Thorild (1759-1808), ed e ben visibile all'mgresso dell'au ditorium universitario di Uppsala (1887). Appare un'accettazione e al contempo un superamento sia della tradizione luterana del Libero Esame sia deirindividualismo romantico, nel segno di una superiore razionalita umanistica. Piace ricordare che la frase venne apprezzata da Gidrgos Seferis,

poeta neoellenico (1900-1971) intriso di spirito umanistico e bizantino, che la menziond nel suo Discorso di Stoccolma in occasione del conferimento del Premio Nobel per la Letteratura (1963): G Seferis, Le parole e i marmi, ed. it. a c. di F.M. Pontani, Milano 1965, 213.

25 The Oxford Dictionary of Byzantium, ed. by A.P. Kazhdan et al, I-III, Oxford-New York

1991. 26 The Oxford Dictionary of Byzantium, III, 1650, lemma ?Philaretos the Merciful? (A.P.

Kazhdan, N.R SevCenko). V. anche A. Kazhdan - L.F. Sherry, The Tale of a Happy Fool: the Vita

of St. Philaretos the Merciful (BHG, 1511z-1512B), ?Byz?, 66 (1996), 351-62. 27 M.-H. Fourmy - M. Leroy, La Vie de S. Philarete, ?Byz?, 9 (1934), 85-167. 28

RydSn, Philaretos, 50-51.

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manca di qualsiasi pointe verso il lemma dell' Oxford Dictionary of Byzantium. Eppure Filareto, quale ce lo restituisce Ryden, risulta piuttosto diverso ? in termini storico-cronologici oltre che agiologici e agiografici

? da quello in

precedenza noto. Sulla base di un attento studio testuale condotto secondo criteri eminentemente interni, Ryden dimostra anzitutto, nella sua ampia introduzione, che la nascita del protagonista va posta non nel 702 ma intorno al 725, laddove ne conferma la morte a Costantinopoli nel 79229. L'analisi della parabola terrena di Filareto si inscrive nell'ampia e convincente ricostruzione proposta da Ryden in merito alia sua cerchia familiare, ricostruzione che giunge sino al nipote Niceta e oltre (pp. 19-26), con particolare attenzione ai rapporti con il potere imperiale, importanti per l'agiografia e per lo studio della societa bizantina oltreche, e soprat tutto, per la prosopografia storiografica, ove si ricordino le importanti nozze di due nipoti del santo: quelle di Maria d'Amnia, nel 788, con l'imperatore Costantino

VI; quelle di Evantia, nel 791, con il nobile longobardo Grimoaldo di Benevento; ne va sottaciuto che da Costantino e Maria nacque una Eufrosine ?

anch'ella,

dunque, discendente di Filareto ? che intorno all'822 ando in isposa ad altro

imperatore bizantino, Michele II. E quest'ultimo un dato che, oltre a illustrare ulteriormente il prestigio della cerchia familiare del protagonista, gettera luce anche sull'intento compositivo del testo. Ulteriore riprova di quanto sia fruttuosa, per la ricerca, l'indagine dei rapporti tra vincoli familiari, culto dei santi e

produzione agiografica, specialmente quando si tratti del periodo ?medio bizantino?. In questo, la scuola svedese di Ryden e oggi di Rosenqvist si incrocia

significativamente con i lavori di studiose quali Evelyne Patlagean30 e Alice-Mary Talbot31. Quanto a Filareto, non si potra piu certamente pensarlo come un ?simple farmer?; semmai si consentira con Ryden circa il suo ?high status and good upbrin ging in a noble family?32.

Speculare alia corretta interpretazione di Filareto e il lavoro condotto su

29 AlForigine dell'errore, risolto da Ryd?n, Philaretos, 19-20, sta la commistione fra dati della

versione BHG 1511z, tramandata da un codice dell'XI secolo, il Genuensis Urbanus 34 (il Parisinus

graecus 1608, XIV sec, ne e un apografo), versione che Ryden (come gia fecero Fourmy - Leroy)

ritiene non solo piu antica ma ?originale? (di essa si tratta in questo Philaretos), e di informazioni

provenienti dalla versione BHG 1512, elaborazione seriore della vicenda di Filareto, ancorche* tradita, fra gli altri, da un codice antiquiore, il Parisinus graecus 1510 (X sec). Sulla questione, Ryd&i era intervenuto anche neirarticolo menzionato supra, n. 18. Per la versione BHG 1512 v. A. Vasiliev, Zhitie Filareta Milostivogo, ?Izvestija Russkago Archeologiceskovo Instituta v Konstantinopole?, 5 (1900), 64-86: 83,20 per la trasposizione della nascita di Filareto al 702.

30 Cito ad esempio E. Patlagean, Sainteti et Pouvoir, in The Byzantine Saint, 88-105; Ead.,

Theodora de Thessalonique. Une sainte moniale et un culte citadin (IX' - XX' siecle), in Culto dei

santi, istituzioni e classi sociali in eta preindustriale, a c. di S. Boesch Gajano - L. Sebastiani,

L'Aquila-Roma 1984, 37-67. Traduzioni italiane in Ead., Santita e potere a Bisanzio, Milano 1992

(rispettivamente 87-111 e 167-92). 31

Ancora esemplificativamente: A.-M. Talbot, Family Cults in Byzantium: the Case of St Theodora of Thessalonike, in AEIMC1N, 49-69; Ead. (ed.), Holy Women of Byzantium. Ten Saints' Lives in English Translation, Washington D.C. 1996 (Byzantine Saints' Lives in English Translation, 1). 32

Ryd?n, Philaretos, 28. Tale riposizionamento sociale del protagonista non implica necessa riamente che uno o piu fra gli elementi della descrizione ? ad es. la mensa d'oro e d'avorio (84, 11. 408-409; 86, 11. 418-19)

? debba essere considerato ?concreto? nel senso della denotazione realistica. Potrebbe altrettanto bene valere una sua interpretazione nel segno della connotazione

letteraria, e soprattutto perche* se ne fa menzione nella parte del testo che Ryd6n ascrive decisamente alia prevalenza del folktale. Un non dissimile contrasto tra datita storica e connotazione letteraria vale per il dibattito sui bride-shows, per cui v. infra, n. 48.

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Niceta, giacche nessun santo & separabile dal suo dossier agiografico e dunque dal suo autore33. Sulla base di un'evidenza che ? ancora ? e soprattutto interna,

Ryd6n data l'opera all'inizio del terzo decennio del nono secolo, circa trenta anni

dopo la morte di Filareto e pressoch6 immediatamente dopo il matrimonio, cui si b dianzi accennato, di Eufrosine con Michele II. Eufrosine, si 6 detto, era figlia di Maria di Amnia, cioe della cugina dell'autore del testo, il monaco Niceta, a

quel tempo esiliato nel Peloponneso per ragioni che restano ignote (verisimil mente, osserva Ryden, esse ?did not fit the purpose of the Vita?34). Esaltando l'antenato comune a s e alia sposa imperiale l'autore poteva sia offrire sostegno a un matrimonio ?in desperate need of legitimation35 sia cercare di conseguire il favore di Michele II, si che il suo esilio venisse revocato.

Probabilmente non sarebbe nel giusto chi volesse troppo strettamente legare tutta la vicenda alia contesa sulle immagini, che a quei tempi conosceva signifi cativi sviluppi: Ryd6n osserva che il testo ?does not give the impression of being the work of an ardent iconophile?36. Inoltre la santite pratica e attiva che caratte rizza Filareto ?must have appealed to an iconoclast reader, who disapproved of ascetics and hermits?37. Quello di Niceta si definirebbe pertanto un prodotto letterario assai ?mirato?.

Lo studio della figura di Niceta induce Ryden a considerare il testo nell'am bito deH'agiografia di eta iconoclastica, per definirlo sostanzialmente estraneo ai coevi sviluppi grammaticali e stilistici, caratterizzato semmai da una patina arcaiz zante, comunque all'insegna del ?low style?38. Eppure questa dimessa lateralita nulla toglie al godimento propriamente letterario dell'opera, e bene lo sapevano i bizantini. Oltre alia versione presentata da Fourmy

- Leroy e ora da Ryden,

versione che trova nel codice Genuensis Urbanus 34, XI sec, il suo esemplare di riferimento39, a Bisanzio si elaborarono difatti altre e piu tarde versioni, eviden temente finalizzate a raggiungere segmenti di pubblico diversi (non troppo diversa sorte tocc6 a illustri opere della storiografia letteraria hochsprachliche). Anche

Ryd6n e prodigo di espressioni di gradimento relative alia riuscita letteraria dell'o

pera40, sicche l'intento principale della sua edizione appare la valutazione critica di carattere qualitativo

? un ?critical appraisal? affine a quello che, parallela mente a Ryden in Svezia, J. B0rtnes conduce in Norvegia sull'agiografia antica russa, erede diretta della tradizione bizantina41. Sviluppi convergenti della ricerca, alia luce di criteri connotativi e qualitativi?

Quest'ultima ipotesi sembrerebbe confermata dalla diversity di impostazione strutturale tra il Philaretos di Ryd6n e Veditio princeps Fourmy

- Leroy, la quale

si presentava in base ai criteri consueti della prassi ecdotica. Partiva ciob con il

33 V. al proposito anche le osservazioni di C. Mango, // santo, in L'uomo bizantino, a c. di G.

Cavallo, Roma-Bari 1992, 399. 34 Ryd?n, Philaretos, 46.

35 RYDfiN, Philaretos, Al.

36 RYDfiN, Philaretos, 46.

37 RYDfiN, Philaretos, 48.

38 Ryd6n, Philaretos, 50.

39 RydGn, Philaretos, 16 e n. 1 (represents the original?), 51 (?the original version?). 40 Ryd?n, Philaretos, 17 (?admirable economy [...] appeals to the modern reader?); 19 (?creative

way?); 48 (?did not lack literary talent?); al. 41

RYDfiN, Byzantine Philology, 503.

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testo (e con lo studio dei manoscritti che lo testimoniano, alia luce dei relativi

rapporti) per proseguire con la Vita del santo, considerandone il protagonista, l'autore, gli elementi di rilevanza storica e persino (con qualche audacia) le

omissioni, per concludere che intento dell'opera fosse ?placer la famille de Philarete au premier rang de l'Empire?42. A seguire, comparivano il testo, la

traduzione, gli apparati e l'indice dei nomi. Affatto diversa la struttura di volume concepita da Ryden. Dopo un breve

riassunto del testo (p. 15) egli affronta ex abrupto43 una questione che non e

filologica o testuale, legata alia tradizione manoscritta, alia lingua o allo stile, ma che verte sulla composizione dello scritto (16-19), esaminato subito alia luce di elementi squisitamente letterari, a partire dai criteri di determinazione della

cronologia interna (poi ripresi anche a p. 49). Questo attento scrutinio dei signifi cati anzitutto letterari induce Ryden a individuare una tripartizione compositiva dell'opera, nel segno non di una ?tesi-antitesi-sintesi?44, semmai dello sviluppo di un folk tale ora piu ora meno lontano dalla storicita dei fatti narrati (rispetti vamente nella prima e nella seconda parte del testo), seguito da una ?coda? con

maggiori riscontri cronologici e topografici, e con un piu marcato intento agiogra fico45. Ryden pero non si limita a una descrizione del testo, egli ricerca per quale ragione profonda e questa, non altra, la sua forma. La risposta arriva nelle pagine dedicate all'autore (45-50), di cui si e detto, come gia si e parlato dei capitoli dedicati alia cerchia familiare di Filareto (19-26) e al suo status sociale (26-28). Rilevante, e riuscita, tra questi due capi dell'Introduzione, una galleria di confronti: Filareto e il biblico Giobbe (28-31)46, Filareto rispetto ad Abramo e a Giacobbe

(32), Filareto e la tipologia dello happy fool (33-36)47, sino agli altri santi detti Misericordiosi (36-38). Ulteriori capitoli, ricchi di osservazioni e di sfumature

interpretative, sono dedicati a singole scene dell'opera48.

42 Fourmy -

Leroy, Vie de S. Philarete, 109. 43 Si tratta forse di un omaggio al testo che egli pubblica

? anch'esso privo di un prologo ?

e al suo illustre ascendente biblico, il libro di Giobbe? Ryd?n, Philaretos, 16, 31. Sull'assenza o

riduzione del prologo come tratto comune a certa letteratura bizantina v. Ryd?n, Life of St Andrew the Fool, I, 27 e n. 1.

44 Cos! invece Kazhdan -

SevCenko, in Oxford Dictionary of Byzantium, III, 1650; Kazhdan -

Sherry, Tale of a Happy Fool, passim. 45 Che Kazhdan -

Sherry prima e Ryd6n poi abbiano chiaramente enunciato dove debbano porsi l'inizio e la fine di ciascuna parte, e che la partizione deirultimo coincida con quella dei primi, non si saprebbe dire con certezza. Verisimilmente la prima parte dovrebbe comprendere le 11. 68-375 e

la seconda le 11. 376-636 della nuova edizione. In tal modo risulterebbe anche un buon equilibrio strutturale e compositivo del testo.

46 Ryden ha facile gioco nel presentare Filareto non come un pedissequo calco ma come una

partecipata e significativa riattualizzazione e ricontestualizzazione del modello biblico in una realta

diversa: RydGn, Philaretos, 29. 47 Come gia in merito alia tripartizione compositiva del testo (e alia data di nascita di Filareto),

Ryd6n non consente con Kazhdan ? n6 con altri, a partire da S. Poljakova, la prima a porre la

questione, nel suo FoVklornyj sjuzhet o shchastlivom glupce v nekotorykh pamjatnikakh agiografii VIII v., ?VV?, 34 (1973), 130-36 ? in merito all'ascrizione di Filareto a questa categoria agiolo

gica. I suoi argomenti sono certamente significativi, ma appare sottaciuto l'importante inserimento ? come si e visto, e si e visto come ? di Filareto nella cellula di base della societa bizantina, ovvero nella famiglia. Non sembrano dunque sbagliare Kazhdan -

Sherry, Tale of a Happy Fool,

360, quando definiscono empiricamente Filareto un ?atypical saint?. 48 Anzitutto (Ryd^n, Philaretos, 38-39) va menzionato il ?concorso di bellezza? (bride-show)

che indurra Costantino VI a prescegliere Maria per sposa, e che e narrato per esteso nell'opera. Esso

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Dunque non e prima ma solo dopo avere considerate lo scritto alia luce di un ?critical appraisal? legato a ?history of religion, ideas and literature?, che

Ryden passa all'esame del testo in quanto documento. Ora, che lo studio della

composizione sia anteposto al ?textual criticism? e consueto negli Studia Byzantina Upsaliensia, e va interpretato nel segno di una valorizzazione della produzione agiografica in quanto tale. Cid detto, restano solo sei le pagine (51-56, circa un decimo della introduzione nel suo complesso) che affrontano questioni come il

rapporto con il lavoro di Fourmy - Leroy, la linea ecdotica, basata (si & detto) sul

peraltro brevissimamente descritto codice genovese, i principi di edizione e di traduzione. Sicche il lettore non esperto dell'intero dossier di Filareto resta in attesa di una prossima e da Ryden preannunciata49 opera del Rosenqvist che dovrebbe intervenire su vari elementi appena tangenzialmente trattati in questo Philaretos: le differenti versioni del testo, cui si e accennato; la singolaritk di un manoscritto antiquiore che ne offra una versione seriore50; se e in base a quale criterio tali narrazioni diverse da quella ?originale?, cui corrispondono a loro volta tradizioni manoscritte ?allotrie?, possano e debbano essere considerate positiva

mente e infine accettate in sede di recensio e di apparato critico, come fa Ryden, che con esse correda l'apparato e giunge a correggere quel codice genovese che

pure represents the original?. Una maggiore perspicuita di Ryd6n su questi specifici aspetti avrebbe certamente giovato alia fruizione del presente Philaretos come prodotto unitario, oltreche sollevato questioni metodologiche di qualche rilievo51.

II testo greco della Vita52 e numerato per righe (da 1 a 913) e riporta (senza peraltro dichiararlo) fra parentesi (ma non nella prima occorrenza) il riferimento alle corrispondenti pagine dell'edizione Fourmy

- Leroy. Al testo e sottoposto

l'apparato critico. La traduzione inglese, posta a fronte del greco, & improntata al

si inscrive in un tema di ricerca assai caro a Ryden, che nel suo The Bride-shows at the Byzantine Court -

History or Fiction?, ?Eranos?, 83 (1985), 175-91, ha diffusamente argomentato la sua contra riety a una interpretazione che non sia connotativa e letteraria del topos. Si aggiunga il banchetto offerto da Filareto ai mendicanti di Costantinopoli (Philaretos, 40), la generosita del protagonista (ibidem, 41-42) infine il sogno del nipote Niceta, autore del testo (ibidem, 42-45), cui appare Filareto in paradiso, e che presenta una raffigurazione dell'Aldila come giardino incantato cui si accede attraverso un ponte posto sopra un fiume impetuoso. Ryd6n scorge qui la prima rappresentazione originalmente bizantina del Ponte per l'Aldila (ibidem, 43). Per la ricchezza del dettaglio visivo, il brano potrebbe meritare un'analisi specifica, tale da aprirsi anche alia dimensione antropologica e

narratologica (come del resto tutto il tema del folktale). 49 RydSn, Philaretos, 7, 16 e nn. 1, 54 ss.

50 V. anche supra, n. 29.

51 Non si tratta certo di ?varianti d'autore?, n6 e questione di ?tradizione aperta? o di recentiores

non deteriores. Ciascuna di queste etichette appare impropria, perch6 riferita a formulazioni manoscritte che recano varianti di un medesimo testo. Ora, il punto e che il testo in questione non e il medesimo nella versione pubblicata da Ryd6n (chiamiamola versione A) e nelle altre, a partire da Vasiliev, Zhitie Filareta (versione B e successive). Eppure, nell'apparato critico di questo Philaretos, che e relativo al testo di A, non solo si documentano i manoscritti di tali versioni altre (B e successive), ma vi si attinge. Come sciogliere Taporia? Ci si domanda se, piuttosto che dagli strumenti della tradizione filologica classica, in questo caso non possano giungere lumi dalle ricerche interdisciplinari che conduce per es. sulle civilta arcaiche Jack Goody, con la sua insistenza sulle ?versioni standardizzate?, al confine tra scrittura e oralita (J. Goody, // suono e i segni, trad, it., Milano 1989). 52

Ryd?n, Philaretos, 60 ss. (conspectus siglorum, 57).

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sempre vincente criterio di restituzione dei significati53. Essa e priva di una numera zione per riga, e risulta articolata in dodici capitoli (i titoli sono dello stesso

Ryden), che corrispondono alle principali partizioni del testo, individuate dal riassunto anteposto all'introduzione. Le note al pie di pagina di testo e traduzione

(numerate da 1 a 201) trattano di vari argomenti finalizzati all'intelligenza dei contenuti. Sono accorgimenti di disposizione editoriale che erano stati applicati, per grandi linee, sin dal primo volume degli Studia Byzantina Upsaliensia54.

L'opera e opportunamente corredata da indici: citazioni e reminiscenze

bibliche, indice grammaticale, vocabolario e nomi55. Quest'ultimo sarebbe stato forse piu fruibile altrimenti, e cioe con un index nominum in se compiuto e con un index verborum notabilium opportunamente strutturato rispetto a un indice

grammaticale inteso come vero e proprio index graecitatis. Ci si domanda se anche questo non dipenda da una troppo rigida separazione (sicuramente estranea all'intento profondo di Ryden) tra Byzantium proper da un lato e dall'altro quei ?manuscripts? e quel ?textual criticism? che, al di la di ogni passeggera ?fascina

tion?, sono fra i risultati storici di Byzantium proper e dunque uno dei principali accessi a quella civilta nella varieta delle sue manifestazioni.

II volume ? di elevata qualita tipografica e redazionale56 ? e un prezioso contributo all'interpretazione del testo e della rete di rapporti in cui e intricato, e conferma la validita dello schema degli Studia Byzantina Upsaliensia, voluti da

Ryden, per Tedizione dei testi agiografici bizantini, ma resta soprattutto (anche per le circostanze della sua pubblicazione) un esempio della personale e cosi

significativa vocazione di ricerca dell'insigne studioso svedese. Tanto piu che vi sono sparsi non pochi fertili semi derivanti dalla lunga sua conversazione ?

anch'essa una noXxxzxa ? con i testi che prediligeva. Soprattutto da ricordare, anche per il loro intento totalizzante, le parole per cui ?in a tale, exactness and realism are of limited interest. What matters is visuality, tempo and suspense. There is no room for unnecessary trivial information. If a story is good enough, a few loose ends hardly matter?57: valgono certamente per la storia di Filareto scritta dal nipote Niceta, ma possono applicarsi a ogni altro testo, agiografico e forse non soltanto agiografico.

53 Ryd?n, Philaretos, 56 (?I have tried to render the meaning of the text?). 54 V. supra, n. 15. Nel lavoro di Rosenqvist, peraltro, il rapporto tra struttura compositiva del

testo, tradizione manoscritta e criteri di edizione appariva piu stretto. 55

RydSn, Philaretos, rispettivamente 123-24, 125-30, 131-43. 56 Ho notato solo (Ryd?n, Philaretos, 129) un emXeybuvov in luogo di emXeyonevov. Marchiani

invece, e certo non imputabili alTautore, gli errori presenti nella prima riga dell'Abstract a scopo

bibliografico e biblioteconomico (Ryd?n, Philaretos, 4), dove Filareto viene detto ?d. 788? (anziche' morto nel 792) e la sua Vita scritta ?in the early 720s?, quando, nella migliore delle ipotesi (v. supra, p. 478), era appena nato (ovviamente, lege ?820s?).

57 RYDfiN, Philaretos, 19.

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