Alla ricerca del laptop ideale - 5. Conclusioni
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Alla ricerca del laptop ideale – 5. Conclusioni
Per concludere la ricerca. Ho riassunto le tabelle comparative dei prodotti passati in rassegna:
Vediamo dove i produttori hanno mostrato punti di forza.
Dimensioni e spessore: la macchina Dell ha le dimensioni in pianta minori di tutto il lotto. Ciò è dovuto al
particolare schermo, con cornice molto ridotta. Queste piccole dimensioni si pagano leggermente in
spessore, dato che i 15 mm di Dell vengono battuti dai 13 mm di Acer, Asus e Samsung. C’è da dire però che
il Samsung non ha il touch screen, che potrebbe richiedere un paio di millimetri in più. Anche Lenovo ha
fatto miracoli, con uno spessore di soli 16 mm e il
sistema di rotazione a 180° dello schermo, che ne fa
probabilmente il più versatile all’utilizzo. Non
possiamo non citare il Mac Book, ovviamente, con i
suoi 17 mm e la linea stupenda che si ritrova. Caso a sé
per Microsoft, che straccia tutti in versione tablet
(spessore di 9 mm) e raggiunge i 14 mm con la
tastiera‐cover.
Si nota in maniera netta la differenza di impostazione
tra i prodotti citati finora, molto orientati al mercato consumer, rispetto ai prodotti “professionali”: HP,
Toshiba, Fujitsu. Gli ultimi due hanno una dotazione più completa (il Fujitsu è praticamente perfetto) ma
non si pongono l’obiettivo progettuale di fornire una macchina il più sottile possibile. Purtroppo per loro,
questo è un fattore importante, non è solo moda. Un centimetro in meno di spessore conta, eccome se
conta.
Peso: stupiscono Samsung e Toshiba con 1,16 e 1,2 kg ma bisogna considerare che sono privi di touch
screen, che aumenta il peso di qualche decina di grammi. Dell non scherza con i suoi 1,26 kg. Acer, Lenovo e
Microsoft si attestano sotto 1,4 kg. Anche qui HP e Fujitsu non si sono posti come obiettivo la riduzione
esasperata del peso.
Schermo: Posto che Microsoft ha uno schermo da 12”
a causa dell’impostazione da tablet. Tutti hanno uno
schermo da 13,3” ma con risoluzioni diverse. Brilla il
Dell con uno schermo side‐by‐side da 3200 x 1800
punti, stessa risoluzione di Lenovo. Anche Fujitsu e
Microsoft hanno dato grande importanza alla
risoluzione. Non emerge in questo caso una
distinzione tra prodotti consumer e professionali. Vi
sono macchine con risoluzioni alte e basse in
entrambe le categorie. Una risoluzione maggiore può far stare più celle di Excel nello schermo, se la vista
tiene, ovviamente...
Tastiera: è l’elemento che più caratterizza e distingue prodotti da uso leggero da quelli da uso… serio. Chi
proviene da una esperienza con il mercato professionale sa che le applicazioni delle suite “office” di
Microsoft o dei competitor richiedono l’uso frequente dei tasti PgUp, PgDown, Home, End, a volte in
combinazione con altri tasti (es: Shift + Ctrl + End per selezionare dal cursore alla fine del documento in
Word, Ctrl + Home per tornare alla cella A1 di Excel, ecc.). Se per utilizzare queste combinazioni di tasti
dobbiamo schiacciare anche il tasto Fn (es: Fn + freccia Sx per “End”), a volte non bastano le dita, in altre la
combinazione diventa troppo macchinosa per eseguirla senza distogliere l’attenzione sul documento che
stiamo elaborando. Qui la distinzione tra chi è
orientato ad un cliente professionale o a un cliente più
“leggero” è netta: HP, Lenovo, Microsoft, Toshiba e
Fujitsu sono dedicati a utilizzatori “tosti”, mentre Acer,
Apple, Asus, Dell e Samsung si rivolgono
evidentemente ad un pubblico consumer o a chi non
utilizza la macchina per elaborare report, budget, ecc.
Processore: per scelta sono stati selezionati solo processori Intel i7. Non ho trovato indicazioni su prodotti
con processori AMD equivalenti. Nell’elenco è stata inserita anche la macchina Samsung, che monta un i5,
come eccezione, dato che è molto probabile una estensione della gamma in questa direzione. Serve più che
altro per spronarli…
I processori i7 sono tutti della quarta generazione, tranne lo splendido Dell che monta un i7 della quinta
generazione e la macchina Asus che monta un processore della terza generazione. Il confronto è difficile
senza conoscenze tecniche, strumentazioni e test, quindi su questo argomento mi fermo qui.
RAM: Lo standard del lotto considerato è 8 GB, pienamente utilizzabili da Windows 64 bit e da OSX. Fanno
eccezione Asus e Samsung, con i quali non si può ottenere più di 4 GB e che confermano un’impostazione
della macchina destinata ad impieghi leggeri.
Menzione d’onore a Toshiba, che equipaggia lo splendido Portègè con ben 16 GB di RAM.
Disco fisso: è uno dei parametri più critici. La preferenza va per i dischi senza parti in movimento da almeno
500 GB. La disponibilità di questi dispositivi con la capienza desiderata è recente e le macchine progettate
un paio di anni fa arrivano al massimo a 256 GB SSD. Oltretutto, non è certo che i dischi SSD siano
upgradabili come accade con i SATA tradizionali, perché alcune macchine montano soluzioni fuori standard.
Per questo motivo, è un criterio critico. Solo due macchine adottano la tecnologia SATA tradizionale, con il
disco rotante: l’Asus (solo nel disco incluso nel corpo tastiera) e l’HP (in effetti è una macchina della
generazione precedente). Nella serie è stato ammesso il Samsung, che ha solo un SSD da 128 GB, per i
morivi già citati. La macchina Asus ha un disco da 128 GB SSD nella parte tablet e rappresenta quindi una
soluzione tablet da 13,3” quasi unica sul mercato.
Touch screen: con l’affermarsi di Windows 8 e dei
successivi sistemi operativi, la funzione touch diventa
importante. Sempre di più l’accesso ad alcune funzioni
del sistema operativo è legato ai gesti e non ai tasti
(basta pensare allo scorrimento laterale per
visualizzare le app nella schermata iniziale Metro di
Windows 8.x). Oltre a ciò, è ormai frequente l’uso
dell’ultrabook come tablet, soprattutto se lo si usa per
navigare sul web o zoomare immagini. Da questo
punto di vista, la palma d’oro va alla macchina Lenovo, perché dotata della possibilità di ruotare lo schermo
di 360°, appoggiandolo n modo perfettamente parallelo al lato posteriore. In questa posizione è un vero e
proprio tablet, con tutta la potenza di una macchina di alto livello. Solo tre macchine non hanno la funzione
touch screen: Apple, Samsung e Toshiba. La prima per scelta: è uno dei tanti tabù della casa, come la
presenza di una porta per schede di memoria su tablet o smartphone. Nel caso specifico, Apple propone il
touchpad evoluto, che fa fare gli stessi movimenti che si fanno sullo schermo. Una macchina Apple con
schermo touch e la funzione di rotazione a 360° come Lenovo sarebbe un sogno. Ma metterebbe in
pericolo le vendite degli iPad…
Nel caso di Samsung, forse si sono cercati la leggerezza e lo spessore minimo, a scapito di questa funzione.
Nel caso di Toshiba, la macchina è forse troppo professionale per essere dotata di simili “gadget”, ma più
passa il tempo più la scelta diventa anacronistica…
Porta LAN: l’importanza di questa caratteristica è
dovuta al fatto che, in ambiente professionale, il
collegamento alla rete è fondamentale per l’accesso
alle risorse sia di storage sia di stampa e non sempre le
policy aziendali consentono l’utilizzo delle reti wi‐fi. Il
“bocchettone” con la rete è quindi di vitale importanza
e la disponibilità della relativa porta in versione
standard evita qualsiasi problema. Ho visto più di una
persona dotata di ultrabook e impossibilitata a
connettersi in rete perché sprovvista di adattatore per
la mini presa sul fianco della macchina. Tuttavia, non
l’ho considerato un requisito bloccante, perché è in antitesi con l’altro requisito del minimo spessore.
Quindi mi sono limitato a segnalare quale macchina abbia la presa LAN originale e quali invece una versione
surrogata. Ovviamente, i laptop con spessore più elevato hanno la RJ45: Asus, HP, Toshiba, Fujitsu. Tutti gli
altri necessitano di un adattatore che trasforma la porta USB 3.0 in RJ45. Da non dimenticare a casa.
Durata batteria: tutte le macchine dichiarano una durata superiore alle 8 ore, ovvero una giornata di
lavoro. Su questo punto brilla Dell, con una durata dichiarata di 12 ore, Apple, Toshiba e Fujitsu, che
dichiarano 10 ore. Una menzione particolare alla macchina Fujitsu, che può ospitare una seconda batteria
nell’alloggiamento del drive DVD e arrivare ad una
durata dichiarata di 24 ore!
Connettività 3G: il vero businessman moderno deve
essere sempre connesso e la sua macchina deve
essere in grado di farlo. Dopo un certo successo delle
soluzioni con modem 3G interno, ora si tende ad
eliminare questa caratteristica e a dirottare la soluzione verso il tethering con lo smartphone. Ci sono però
tre ostacoli: la durata delle batterie degli smartphone, che spinge alcuni alla ridicola soluzione di collegare
con un cavo lo smartphone al laptop per la ricarica durante il collegamento (a questo punto a che serve il
collegamento wireless per i dati?); le tariffe tethering, di solito esplicitamente escluse dalle offerte più
convenienti delle compagnie telefoniche e che costringe ad avere un abbonamento con contratto fisso e
tasse governative che si eviterebbero volentieri; la macchinosità dell’operazione, che costringe comunque a
prendere il telefono, selezionare l’apposita opzione e connettere via wireless il laptop, mentre la logica
delle connessioni interne al laptop permetterebbe di eseguire le operazioni in modo automatico o in modo
comunque più semplice. L’utilizzo delle chiavette internet è un’altra possibilità, ma è comunque un altro
accessorio da portare con sé, con il rischio di dimenticarlo o di perderlo. Per questo motivo, una macchina
veramente business deve avere il modem interno 3G/LTE. Solo due macchine hanno questa funzione, non a
caso quelle maggiormente dedicate ad una utenza business: Toshiba e Fujitsu. Una menzione d’onore
quindi a questi due produttori e un augurio che gli altri si adeguino.
User experience: anche se non riguarda la macchina in sé, è un indice di quanto la casa sia orientata al
cliente consumer o professionale. Brilla ovviamente Apple, che è cresciuta spiegando al mondo che esiste
un’altra classe di dispositivi informatici e che deve la grandissima brand awareness ad un incessante lavoro
di comunicazione sul brand, sui prodotti e sui valori del marchio. Il sito è il più piacevole da visitare e il più
esauriente anche per le specifiche tecniche. Dell, Lenovo e Microsoft sono allo stesso livello o molto vicino.
Samsung è allo stesso livello ma inspiegabilmente non rende possibile l’accesso della sezione ultrabook dal
sito principale. Mi sono fatto l’idea che la cosa sia voluta per il rifacimento del sito o della gamma prodotti,
vedremo tra qualche tempo. Acer non sembra prestare grande attenzione a questo aspetto, probabilmente
vende già in modo soddisfacente con gli attuali canali e impostazioni.
Toshiba ha un approccio molto, forse troppo, tecnico e non mette nemmeno le immagini del prodotto, se
non una frontale in cui non si vede nemmeno troppo bene la macchina. Uno sforzo maggiore di
comunicazione sarebbe auspicabile.
Asus e Fujitsu hanno un sito di buon livello ma poco orientato a coinvolgere il cliente. Possono fare
senz’altro di più. Chi deve fare di più è HP, il cui sito è scarso di informazioni e asettico, come se dovessero
farlo per forza e controvoglia. Eppure sono il marchio di riferimento per le dotazioni IT aziendali.
Su queste scelte pesa molto il target group ed il canale individuati dai produttori. Chiaramente, chi parla
direttamente al consumatore come Apple e Samsung ha un sito strutturato meglio da questo punto di vista.
Quello su cui non sono d’accordo è che bisogna avere un sito stringato e con poche informazioni se ci si
rivolge all’utente business. Non è vero! Quindi ragazzi datevi da fare, non siate emotivamente stitici…
Se dovessi spiegare quale idea mi sono fatto di ciascun marchio dopo questa ricerca, direi questo:
Acer: come i cugini taiwanesi di Asus, hanno
sicuramente le potenzialità per assemblare una
macchina di primo livello con i requisiti richiesti. Credo
che il prodotto da me desiderato non sia di loro
interesse. Io non faccio parte del loro target group.
Non mi spiego però il motivo di un sito superficiale e
poco accattivante. Probabilmente la logica del
“content manager” con cui realizzano i siti locali non
permette loro di fare di più. Peccato per loro: ciò che si
perde in comunicazione lo si regala agli altri.
Probabilmente sentono di vendere già abbastanza. Ma
è un mondo difficile e il futuro è incerto…
Apple: non si può stare a discutere con Apple
spiegando loro che esistono consumatori che hanno
esigenze diverse. Perché dovrebbero darmi retta?
Ribadisco solo che se aspettano ancora un po’,
prodotti come il Lenovo Yoga 2 Pro gli toglierà il tablet
da sotto i piedi. Un MacBook Air con schermo touch
ribaltabile a 360° sarebbe davvero un sogno.
Un’altra cosa su cui Apple dovrebbe fare una
riflessione è la connettività 3G/LTE. Nella mia
esperienza, non è nemmeno pensabile di utilizzare il
collegamento Hotspot con un iPhone per connettersi in rete, visto che siamo costantemente impegnati a
disattivare tutte le funzioni aggiuntive del telefono per arrivare fino a sera con la batteria (e normalmente
non ci si arriva). Come dire, serve un po’ più di orientamento al cliente.
Asus: anche qui abbiamo elevate capacità ma sforzi
progettuali diretti a realizzare prodotti accattivanti per
il consumatore non professionale. Questa
impostazione porta a privilegiare aspetti, come la
scheda grafica, meno importanti per chi usa il PC per
l’ufficio e deve lavorare su report, fogli elettronici e
presentazioni. D’altra parte, loro sono concentrati sul
target group che finora li ha fatti crescere, quindi
come biasimarli? La loro innovazione è diretta infatti
verso soluzioni detachable, come quella presa in
considerazione.
Dell: a un passo dalla macchina perfetta. Dell ha capito
che doveva differenziarsi su un elemento importante e
visibile. La scelta del display senza cornice ha fatto
centro. Quello che è meno comprensibile è questo:
visto che l’utenza Dell non è prevalentemente
consumer (le macchine Dell non si trovano nei media
store…), perché non adegua la tastiera a standard più
professionali? Le piccole dimensioni della macchina
non sono una scusa, visto che altri l’hanno già fatto.
Sempre per la stessa esigenza di differenziazione,
l’opzione aggiuntiva del modem 3G/LTE interno potrebbe essere una mossa altrettanto vincente. Ultima
osservazione: senza stravolgere la filosofia commerciale, mi volete dare una show room dove possa vedere
i prodotti prima di acquistarli? Almeno nelle città più importanti? Nella realtà, le macchine sono sempre un
po’ diverse dell’immagine che ci facciamo via web…
HP: in questo lotto di macchine, HP ha fatto la figura
della Cenerentola, semplicemente perché hanno
deciso di eliminare dalla gamma italiana i modelli
Spectre e Folio, macchine di valore assoluto. Il livello di
HP è ben superiore a quello che ha potuto mostrare il
ProBook 430 G2. Posso solo dire che sono rimasto
deluso perché in passato un EliteBook da 12” con
connettività 3G mi è stato molto utile, cambiando la
mia vita professionale sempre in movimento.
Probabilmente hanno razionalizzato la gamma per
riduzione di costi distributivi. O forse arriveranno
nuovi modelli. Vedremo, anche se non posso pensare
che HP non sia della partita.
Lenovo: cosa dire? Stanno lavorando davvero bene.
Hanno ereditato (ovvero acquistato) un grande valore
da IBM e lo stanno gestendo al meglio, introducendo
innovazione e prestazioni, con un occhio di riguardo al
target professionale. Lo Yoga 2 Pro, visto e toccato in
un media store, dà una bella sensazione di leggerezza,
solidità, versatilità. Lo immagino nell’uso sia
professionale sia domestico, anche per navigare in
modalità tablet sul divano anziché guardare la TV, cosa
che faccio sempre più frequentemente. Nel loro
prodotto, la mancanza della connettività 3G stride in
modo particolare, visto il mix di professionalità, innovazione e orientamento al cliente.
Microsoft: consapevole della sua potenza, ha cercato
di rompere gli schemi, riuscendoci. Il Surface 3 è uscito
bene e può essere una valida scelta per il
professionista in viaggio. I dubbi che avevo sulla
tastiera sono stati fugati da un veloce test fatto in un
media store. Le prestazioni non si discutono. Ma se si
vuole proporre in una sola macchina il meglio sia
dell’ultrabook sia del tablet, lascia sconcertati
l’assenza della connessione 3G. Se l’avesse avuta, avrei
accettato lo schermo leggermente più piccolo rispetto
alle altre macchine del lotto.
Samsung: è chiaro che se il Serie 9 avesse avuto una
dotazione aggiornata di processore, RAM e SSD
avrebbe potuto sbaragliare tutti per l’estetica e le
dimensioni. Credo che questa sia una macchina
progettata per un altro target group. Partendo da qui,
il passaggio ad una macchina professionale non
dovrebbe essere così difficile per Samsung: basta
prendere gli elementi elencati in tabella ed aggiungerli.
E non dimenticare la connessione 3G e la tastiera
“giusta”.
Toshiba: dovrebbe fare il percorso inverso rispetto a
molte delle marche viste finora: uscire dal paravento
dietro il quale si nasconde e mostrarsi di più. Anche se
è stato pioniere del portatile, questo marchio non è
così conosciuto al pubblico, anche nel professionale. La
macchina ha una dotazione impressionante e
l’aggiornamento dello schermo ne avrebbe fatto la
soluzione perfetta. Dato che l’evoluzione tecnica va in
quella direzione, mi aspetto una soluzione a breve.
Fujitsu: un marchio che da sempre ha recitato un ruolo
da specialista, con macchine molto professionali. Si è
un po’ rintanato nella nicchia, quando avrebbe
macchine e soluzioni anche superiori a molti
competitor. Di fatto, come dire, il Lifebook S904 le ha
tutte. Rinunciando al drive ottico, si otterrebbero
dimensioni da vero ultrabook e allora non ci sarebbe
storia. Fa piacere comunque pensare che le
caratteristiche da me individuate siano state prese in
considerazione da altri e Fujitsu abbia progettato una
macchina ad hoc. Dato che l’evoluzione va verso la
riduzione delle dimensioni, aspetto con trepidazione il
prossimo modello!
Come ultimo commento, data la ricerca dichiarata dell’orientamento al cliente, credo che siano emersi da
parte di tutti una serie di punti di miglioramento, con impostazioni a volte chiaramente volute per una serie
di altri motivi. L’impressione è che i produttori si guardino troppo tra loro e dimentichino che c’è qualcuno ‐
il cliente ‐ che merita tutta l’attenzione possibile. E clienti disposti a dichiarare con esattezza cosa
desiderino ce ne sono…