Alfred E. Van Vogt - L'Occhio Dell'Infinito

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ALFRED E. VAN VOGT L'OCCHIO DELL'INFINITO (The Cronicler, 1946 1. Deposizione di Thomas Barron, resa alla giurìa incaricata di accertare le circostanze della morte di Michael Slade:  Mi chiamo Thomas Barron. Per nove anni sono stato socio dell'Agenzia  Finanziaria Slade & Barron. In questo tempo non ho mai pensato che  Michael Slade non !osse normale. "ra un uomo dotato di !orte  personalit# e l'ho sempre giudicato superiore alla media.  $opo l'incidente che !ece precipitare gli eventi l'ho visto non pi% d'una dozzina di volte quegli incontri erano quasi sempre collegati alla cessione della sua quota di azioni della nostra societ#. on mi ha mai  !atto cenno neppure vagamente a qualche pericolo che lo minacciasse o a qualcosa di negativo nei propri riguardi. on ho la minima idea di quanto possa essergli accaduto. Lo scontro era appena avvenuto, e la sua auto si era ribaltata. Slade era disteso sulla schiena, e la sua mente era confusa. Lunica cosa di cui si rendesse conto, era che aveva perso gli occhiali. Dalla fronte, !ualcosa di caldo gli colava sullocchio sinistro. "uando tent# di eliminare il fastidio  pulendosi la fronte con la mano, si accorse con sorpresa che si trattava di sangue. $iuscì lo stesso a sorridere, e si rivolse a sua moglie che in !uel momento stava faticosamente cercando di rialzarsi. Le disse: %Beh, almeno non siamo morti. &on so che cosa ' successo. (orse si '  bloccato lo sterzo). Sinterruppe. *l volto di Miriam era abbastanza vicino al suo perch+ lui riuscisse a vedere, anche senza occhiali, che la moglie lo stava fissando con una strana espressione, mista di apprensione e dorrore. %Michael, la tua fronte... proprio lì, in !uel punto pi tenero- Sanguini, sei ferito, e... Michael, ( un occhio-) Lo stordimento di Slade aument#. on un movimento automatico, si gir# verso lo specchietto retrovisore, facendolo ruotare in modo da  potervisi vedere. La pelle della sua fronte era come lacerata, in un punto a circa due centimetri dallattaccatura dei capelli. *l lembo inferiore della

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ALFRED E

ALFRED E. VAN VOGT

L'OCCHIO DELL'INFINITO

(The Cronicler, 1946)

1.

Deposizione di Thomas Barron, resa alla giura incaricata di accertare le circostanze della morte di Michael Slade:

Mi chiamo Thomas Barron. Per nove anni sono stato socio dell'Agenzia Finanziaria Slade & Barron. In questo tempo, non ho mai pensato che Michael Slade non fosse normale. Era un uomo dotato di forte personalit, e l'ho sempre giudicato superiore alla media.Dopo l'incidente che fece precipitare gli eventi, l'ho visto non pi d'una dozzina di volte; quegli incontri erano quasi sempre collegati alla cessione della sua quota di azioni della nostra societ. Non mi ha mai fatto cenno, neppure vagamente, a qualche pericolo che lo minacciasse, o a qualcosa di negativo nei propri riguardi. Non ho la minima idea di quanto possa essergli accaduto.Lo scontro era appena avvenuto, e la sua auto si era ribaltata. Slade era disteso sulla schiena, e la sua mente era confusa. L'unica cosa di cui si rendesse conto, era che aveva perso gli occhiali. Dalla fronte, qualcosa di caldo gli colava sull'occhio sinistro. Quando tent di eliminare il fastidio pulendosi la fronte con la mano, si accorse con sorpresa che si trattava di sangue. Riusc lo stesso a sorridere, e si rivolse a sua moglie che in quel momento stava faticosamente cercando di rialzarsi. Le disse:

Beh, almeno non siamo morti. Non so che cosa successo. Forse si bloccato lo sterzo.

S'interruppe. Il volto di Miriam era abbastanza vicino al suo perch lui riuscisse a vedere, anche senza occhiali, che la moglie lo stava fissando con una strana espressione, mista di apprensione e d'orrore.

Michael, la tua fronte... proprio l, in quel punto pi tenero! Sanguini, sei ferito, e... Michael, un occhio!Lo stordimento di Slade aument. Con un movimento automatico, si gir verso lo specchietto retrovisore, facendolo ruotare in modo da potervisi vedere. La pelle della sua fronte era come lacerata, in un punto a circa due centimetri dall'attaccatura dei capelli. Il lembo inferiore della ferita scendeva di circa quattro centimetri.

Nello squarcio, era chiaramente visibile un terzo occhio.

Le sue palpebre erano chiuse da un sottile velo di una sostanza membranosa, ma bruscamente si rese conto che l'occhio stava pulsando, e che in trasparenza percepiva una vaga sensazione di luce.

L'occhio cominci a dolergli.

Un nostro concittadino ha tre occhi.Un incidente d'auto, che ieri ha causato la rottura di uno strato di pelle della fronte di Michael Slade, ha rivelato che il giovane uomo d'affari possiede tre occhi. Il signor Slade, intervistato all'ospedale dove stato condotto da un automobilista di passaggio, ci sembrato abbastanza su di morale, ma non ha saputo offrire alcuna spiegazione circa la presenza del terzo occhio.Ho sempre avuto quel punto pi tenero, sulla fronte, ha detto. Quest'occhio sembra un'appendice del tutto inutile, comunque. Non riesco a immaginare il motivo per cui la Natura lo abbia messo nella mia fronte.Ha ammesso che, molto probabilmente, si sottoporr a un'operazione di plastica, per ricoprire l'occhio e suturare la ferita. La gente, ha detto, va al circo, quando vuole vedere i fenomeni viventi. In tutti gli altri casi, non ha alcun desiderio di vederli.La scoperta di un uomo con tre occhi nella nostra cittadina ha prodotto una certa eccitazione nei circoli scientifici locali. All'istituto Tecnico, il professor Arthur Trainor, insegnante di biologia, ha avanzato l'ipotesi che possa trattarsi di una mutazione, oppure che il terzo occhio fosse un tempo comune a tutti gli esseri umani, e che perci il caso di Slade potrebbe essere una regressione. Secondo il professor Trainor, per, la seconda ipotesi parrebbe confutata dal fatto che due occhi sono sempre stata la norma, in tutto il regno animale. Naturalmente, ha aggiunto il professore, sempre esistita la ghiandola conosciuta con il nome di occhio pineale.Il dottor Joseph McIver, oculista, ha affermato che sarebbe un esperimento di vivissimo interesse tentare di riportare tutti e tre gli occhi a una vista perfetta. Ha ammesso che l'impresa sarebbe difficile, poich il terzo occhio del signor Slade riesce a malapena a percepire la luce, e anche perch i famosi sistemi di educazione della vista esistenti attualmente faticano gi a riportare alla normalit due occhi imperfetti, e a farli lavorare perfettamente.A ogni modo, ha concluso il dottor McIver, il cervello umano una macchina strana e prodigiosa. Quando rilassato, tutto in perfetto equilibrio ma, quando in stato di tensione, per qualsiasi motivo, cominciano i disturbi agli occhi, alle orecchie, allo stomaco, e ad altri organi.Il nostro cronista ha tentato di intervistare la signora Slade, ma non riuscito a rintracciarla.Deposizione della signora Slade davanti alla giura:

Mi chiamo Miriam Leona Crenshaw. Sono stata la moglie di Michael Slade. Ho divorziato, e ora posso servirmi legalmente del mio cognome da nubile. Ho conosciuto Michael Slade circa sei anni fa, e non ho mai nutrito alcun sospetto sul fatto che egli non fosse un individuo perfettamente normale.Ho visto mio marito solo due volte, dopo l'incidente automobilistico che ha rivelato la sua anormalit. La prima volta stato per supplicarlo di cambiare idea circa la sua decisione di tenere visibili tutti e tre gli occhi. Ma lui era rimasto profondamente colpito dal commento di un oculista locale, apparso sulla stampa, a proposito della possibilit di riuscire a recuperare la vista per tutti e tre gli occhi. E pensava che ormai la pubblicit intorno all'avvenimento era stata cos vasta, che qualsiasi tentativo di nasconderlo si sarebbe rivelato inutile.Questa decisione stata l'unica ragione della nostra separazione, ed stato per firmare i documenti di separazione che l'ho visto per la seconda volta dopo l'incidente.Non so nulla, in particolare, degli eventi successivi. Non ho neppure visto il cadavere. Dopo che mi avevano descritto le condizioni nelle quali era stato trovato, non ho voluto vederlo.Slade era seduto in attesa dell'oculista, e stava guardando i cartelli.

Il sole illuminava il cartello pi vicino, ma Slade era in ombra, comodamente disteso su una sedia a sdraio. Rilassamento completo... era quello il segreto.

Solo che, dopo quasi tre mesi di tentativi e di applicazioni di quello che lui trovava sui libri, i progressi erano stati relativamente piccoli.

Si udirono dei passi sulla ghiaia del vialetto. Slade sollev lo sguardo per osservare, con curiosit, lo specialista. Il dottor McIver era un uomo alto, dai capelli grigi, di cinquantacinque anni o poco pi; Slade, senza occhiali, riusciva a vedere solo questo.

Il dottore disse:

Il suo uomo mi ha detto che l'avrei trovata qui.

Non aspett risposta, ma rimase calmo, apparentemente a proprio agio, accanto alla sdraio di Slade, guardando, nel prato, i tre cartelli situati rispettivamente, a un metro e mezzo, tre metri, e sei metri dal punto in cui si trovava Slade.

Bene, disse. Vedo che conosce gi i princpi di rieducazione della vista. Vorrei che un altro miliardo di persone, tutte le persone del mondo anzi, si rendessero conto della fortuna che hanno, con una lampada da diecimila candele sospesa nel cielo a rischiarare i loro giardini. Io credo, confid, che, prima di morire, mi convertir al culto degli adoratori del sole!

Slade scopr di trovare simpatico quell'uomo. Era stato un po' dubbioso, quando aveva telefonato al dottor McIver, in quanto era riluttante a interpellare qualcuno, anche se si trattava di uno specialista, perch si occupasse del suo problema. Ma poi i suoi dubbi cominciarono a dissolversi.

Spieg il suo caso. Dopo circa tre mesi, il suo terzo occhio riusciva a distinguere la linea dei tre metri, a trenta centimetri di distanza, a ogni passo indietro la sua visione peggiorava, sproporzionatamente rispetto alla distanza. A novanta centimetri riusciva appena a distinguere la C da vedere a sessanta metri.

In altre parole, disse il dottor McIver, la questione soprattutto mentale, ora. La sua mente sopprime delle immagini che le sono familiari, e lei pu essere ragionevolmente sicuro che le sopprime perch stata abituata a farlo.

Si volt, e cominci ad aprire la sua borsa.

Vediamo, disse fiducioso, se riusciamo a convincerla ad arrendersi.

Slade sent che tutto il suo corpo e la sua mente si rilassavano, di fronte alla splendida sicurezza dello specialista. Era quello di cui aveva bisogno. Ormai da molto tempo, dentro di lui si erano accumulate certamente delle tensioni. Inconsciamente, doveva essere stato scosso e umiliato dalla lentezza dei suoi progressi. Prima qualche domanda, disse il dottor McIver, alzandosi, con un retinoscopio in mano. Ha letto tutti i giorni della stampa a caratteri piccoli? Riesce a far "oscillare" le lettere? Ha abituato gli occhi alla luce solare diretta? Bene. Cominciamo con l'occhio destro, senza premere con la mano.

Slade riusc a leggere, a sei metri di distanza, la riga che avrebbe dovuto essere visibile a quindici metri. Si rendeva conto del fatto che McIver era in piedi, a due metri e mezzo da lui, ed era intento a studiargli l'occhio attraverso il retinoscopio. L'oculista, alla fine, annu.

Vista dell'occhio destro 20/50. Astigmatismo di due diottrie. Poi aggiunse: Si esercita a osservare il domino?.

Slade annu. Fino a un certo punto, aveva realizzato dei progressi considerevoli nel controllare lo squilibrio muscolare che provocava l'astigmatismo che colpiva tutti e tre i suoi occhi.

Vediamo ora l'occhio sinistro, disse il dottor McIver. E, qualche minuto dopo: Vista 20/70, astigmatismo di tre diottrie.

Occhio centrale, vista 3/200, astigmatismo di undici diottrie. Adesso provi a premere l'occhio con la mano.

Questo esercizio produsse dei lunghi squarci di visione soddisfacente: 20/20 negli occhi sinistro e destro, e un fuggevole momento di 5/70 di vista nell'occhio centrale.

Penso che dovremmo cominciare con il tentativo per ottenere una migliore illusione di nero, disse il dottor McIver. Vedr degli oggetti che parranno neri alla sua immaginazione, ma erroneamente.

Cerc nella sua borsa, e ne estrasse diversi oggetti neri. Slade riconobbe un taglio di pelo nero, un altro pezzo di cotone nero, uno di lana nera, una scatola di cartone nera, della seta nera, un pezzo di metallo nero, un ornamento d'ebano intagliato a mano, e un certo numero di altri oggetti neri, familiari, che comprendevano una penna a sfera nera, una cravatta, e un libriccino con la copertina pure nera.

Li guardi bene, disse McIver. La mente non in grado di ricordare una particolare sfumatura di nero per pi di pochi secondi. Prema forte l'occhio, e sposti la sua immaginazione da uno all'altro di questi oggetti.

Dopo mezz'ora. Slade era riuscito a migliorare notevolmente la vista di ciascun occhio. Riusciva a vedere con il terzo occhio, la grande C a sei metri di distanza, e la R e la B, sotto di essa, erano due macchie riconoscibili. Ma una vista perfetta era ancora una cosa molto, molto lontana.

Prema forte, ripet il dottor McIver. Questa volta continu a parlare sommessamente, mentre Slade chiudeva gli occhi. Il nero nero, nero. Non c' nero all'infuori del nero. Il nero, il puro, perfetto nero, nero, nero.

Erano parole senza senso, guidate da un disegno logico. Slade si accorse di sorridere, mentre visualizzava il nero dei diversi pezzi che McIver gli aveva messo sulle ginocchia.

Nero, pens, dove sei, nero?Accadde cos semplicemente. Nero, un nero pi nero di una notte illune, senza stelle, il nero dell'inchiostro da stampa, un nero cos nero da oscurare tutto ci che di nero la mente umana aveva saputo concepire. Il nero assoluto.

Apr il suo occhio centrale, e vide la decima riga del cartello posto a sei metri. Batt le palpebre, ma l'immagine rimase, nitida e perfetta. Sorpreso, apr anche gli altri due occhi. E, anche in questo caso, la visione non fu offuscata o distorta. Aveva 20/10 di vista in tutti e tre gli occhi. Si guard intorno, nel giardino.

E si accorse di vedere!Dapprima, la palizzata, le altre ville, i cartelli e tutti gli arbusti e cespugli, rimasero come una componente della scena. Era come guardare due quadri, uno sovrapposto all'altro, era come captare due immagini provenienti da due diverse paia d'occhi. Ma immagini che si riferivano a scene diverse.

La scena familiare il suo giardino e la collina a destra, e i tetti delle case dei vicini, che racchiudevano il suo orizzonte aveva l'effetto di confondere l'altra scena del tutto sconosciuta.

Gradualmente, per, i contorni di quest'ultima riuscirono a filtrare nel suo campo visivo. Alla sua sinistra, dove le case scendevano lungo le pendici di un grande avvallamento naturale, si stendeva un'immensa distesa paludosa, nella quale crescevano piante lucide, colorate. Alla sua destra, dove la collina aveva sempre nascosto il panorama, si vedevano dozzine di caverne, nelle cui nere aperture ardevano dei fuochi.

Il fumo che proveniva dai quei fuochi si sollevava pigramente in grandi volute bianche e grigie, e aumentava la foschia che celava gi in parte le ville di Morton e Gladwander, che dominavano la collina. Quelle immagini sbiadivano, sbiadivano sempre di pi e, in quel momento, Slade si accorse che la collina nella quale si aprivano le nere caverne era, misteriosamente, pi alta e pi impervia della collina sulla quale sorgevano le case. C'era un vasto terrazzo naturale che passava davanti alle caverne. E fu su quel terrapieno che egli not, d'un tratto, qualcosa d'altro.

Degli esseri umani! Si muovevano qua e l, alcuni curvi su enormi paioli sospesi sui fuochi, altri intenti a gettare legna nei fuochi, altri ancora che sparivano nelle buie cavit naturali, per poi riemergerne poco dopo. Non erano molti, e quasi tutti avevano i lunghi capelli caratteristici delle donne, oppure erano piccoli e parevano bambini. Il loro abbigliamento primitivo chiaramente visibile, anche a quella distanza rendeva innaturale la loro presenza, dava loro un aspetto fuori della realt.

Slade rimase dov'era. Aveva provato l'impulso di alzarsi, e lo provava ancora, ma era troppo presto per reagire, o anche solo per capire. Infine, ricord che tutto quello stava accadendo grazie al miglioramento della sua vista; e questo ragionamento fu seguito da un altro pensiero: in nome della ragione, che cosa gli stava accadendo?

Era ancora troppo confuso quel senso di sorpresa, quel vago impulso, e inoltre c'era sempre la scena delle caverne, che gradualmente diventava pi nitida, e si sovrapponeva con forza sempre maggiore alla realt che aveva conosciuto. Le case, con i loro giardini, erano soltanto delle immagini nebulose, tremolanti come miraggi che svanivano, come forme intraviste attraverso una nebbia fittissima.

Per la prima volta Slade si rese conto che i suoi occhi, fino a quel momento, avevano tentato di assorbire entrambe le scene, ma che ora la tensione si stava allentando, e la seconda scena attirava con sempre maggiore forza la sua attenzione.

La paralisi che lo aveva pervaso scomparve, e si alz in piedi, quasi meccanicamente.

Not, con interesse crescente che, l dove terminava la palude, iniziava una prateria ondulata, chiazzata qua e l dalle macchie luminose di cespugli dai fiori giganteschi, mentre in lontananza sorgevano degli alberi che apparivano sorprendentemente alti.

Tutto era chiaro, nitido e luminoso, come solo una giornata d'estate, dal sole vivido nel cielo, avrebbe potuto renderlo. Una scena splendida, lussereggiante, selvaggia, che appariva appena sfiorata dall'uomo... un intero mondo che si schiudeva davanti a lui. Era come una landa incantata, ed egli non riusc a distogliere lo sguardo da quella scena, affascinato.

Infine, con una mescolanza di meraviglia e di gioia, si volt a guardare verso l'altro orizzonte... e, in quello stesso istante, la ragazza doveva essere uscita dalla protezione dell'albero che si trovava l.

Era alta e snella. Doveva avere deciso di fare una nuotata nel torrente che si gettava gorgogliando nella palude, a pochi metri di distanza perch, a parte una cintura d'argento esclusivamente ornamentale, non indossava nulla.

Aveva tre occhi, e tutti e tre quegli occhi parvero osservare e valutare Slade con sorpresa, ma senza la minima ombra di imbarazzo. C'era un'altra cosa, nel suo atteggiamento, che appariva meno affascinante del suo aspetto, e la rendeva, anzi, vagamente detestabile. Si trattava dell'aria dominatrice di una donna abituata a pensare solo a se stessa. Slade ebbe il tempo di capire che doveva essere meno giovane di quanto sembrava.

Gli occhi della donna si stavano socchiudendo. Poi parl: poche parole scandite con una voce di contralto che pareva avere le note di un violino, parole incomprensibili, ma pronunciate in tono aspro e offensivo.

Quindi cominci a svanire. Gli alberi, la grande palude, la collina parzialmente visibile alla sua sinistra, stavano ora impallidendo rapidamente, perdendo di concretezza e sostanza. Una casa apparve attraverso il corpo della donna e, tutt'intorno, la terra che conosceva da anni ricominci a prendere forma.

Improvvisamente ci fu il giardino, e lui si trov in piedi accanto alla sedia a sdraio. C'era il dottor McIver, che voltava le spalle a Slade, e guardava dietro l'angolo della casa. L'oculista si volt, e il suo volto si rischiar, alla vista di Slade.

Dov' andato?, domand. Le ho voltato la schiena per un momento, e lei sparito senza dire una parola.

Slade non gli rispose immediatamente, aveva un dolore intollerabile negli occhi, che gli bruciavano come fuoco.

Il dolore continu e aument ancora.

Deposizione del dottor McIver davanti alla giuria:

Ho avuto contatti personali con Michael Slade per un periodo di circa due mesi e mezzo. Per un'ora al giorno, l'ho assistito nel suo tentativo di rieducazione della vista. stato un procedimento lento e, dopo un'apparente guarigione verificatasi il primo giorno, ha avuto un peggioramento insolitamente grave.Quando gli ho chiesto se aveva notato degli effetti particolari, durante il breve periodo di vista normale, ha esitato a lungo, e poi si limitato a scuotere il capo.Alla fine del periodo di dieci settimane, il suo terzo occhio aveva una vista di appena 10/400. Allora Slade ha deciso di andare per un po' di tempo, in vacanza, nella sua tenuta di campagna di Canonville, nella speranza che gli ambienti conosciuti durante l'infanzia avessero il potere di far rilassare la sua tensione, permettendo cos alla cura di avere effetto.Da quanto mi stato detto, credo di capire che abbia fatto ritorno a casa sua, successivamente, ma io non l'ho pi rivisto fino al momento in cui sono stato chiamato a vedere il suo cadavere, praticamente irriconoscibile, all'obitorio.2.

Faceva molto freddo, il primo giorno trascorso alla fattoria. Un sottile vento di settembre soffiava sui pascoli, quando Slade vi prese alloggio, sistemando all'intorno i suoi cartelli. Guard verso il sole, che era gi basso sulla linea dell'orizzonte, perch era arrivato tardi alla fattoria. Sospir: il giorno era ormai al termine.

Eppure, doveva essere quello il giorno. Dentro di lui quell'idea era forte, incoercibile. Era ancora convinto, quel pomeriggio, che sarebbe riuscito facilmente a rievocare dal suo passato i giorni d'incanto trascorsi, nella sua infanzia, alla fattoria. Si ripet che il giorno doveva essere quello: domani, se oggi avesse fallito, dubbi e incertezze si sarebbero di nuovo impadroniti di lui.

Poi, in un angolo della sua mente, c'era sempre quel senso di inquietudine, quel vago timore legato al ricordo dei cavernicoli. Il pensiero di potersi trovare a portata di lancio di una trib primitiva, gli dava una certa sensazione di riluttanza. Una pietra avrebbe potuto colpirlo senza che lui se ne accorgesse. Nella vasta prateria dove si trovava ora, invece, era diverso. Non era molto probabile che nei paraggi potessero trovarsi abitanti di quel mondo, certamente semideserto.

Se la mente vuol vedere una cosa, pens Slade, e questa esiste, pu vederla. Perci, lui stava cercando di ricreare quelle condizioni particolari grazie alle quali, sperava, la sua mente avrebbe di nuovo provato il desiderio di vedere.

Strinse con forza gli occhi, e prov a guardare il cartello con il solo occhio centrale. Alla distanza di sei metri, riusc a vedere la grande C. La R e la B, che si trovavano subito sotto, erano un'unica macchia confusa. L'altra riga, con le lettere T, P, F, era nulla pi che un grigiore indistinto. Non poteva certo dire di aver migliorato molto.

Cerc di nuovo di aguzzare la vista. Il globo oculare, secondo i teorici della rieducazione della vista, era un organo rotondo, che si allungava per la visione a breve distanza, e si schiacciava per la visione a lunga distanza. Alcuni studiosi erano disposti ad ammettere la possibilit che i muscoli delle ciglia potessero, inoltre, cambiare entro un certo limite la forma della lente.

Ma, qualunque fosse la spiegazione che si celava dietro la realt e la realt era che il sistema funzionava se i muscoli erano tesi innaturalmente, la vista era pessima. Il fatto che quei muscoli fossero controllati dall'immaginazione, una parte della mente difficile da rieducare, rendeva il problema ancor pi complicato, per una persona che avesse portato per molto tempo gli occhiali, o avesse dei disturbi agli occhi.

La soluzione, pens Slade, in me. Mi sono liberato di tutto l'astigmatismo nell'occhio destro e nell'occhio sinistro, eppure il mio occhio centrale continua a essere astigmatico, a volte fin quasi al limite della cecit.Il suo problema era un problema della mente. Il suo occhio aveva dimostrato di essere capace normalmente.

Circa un'ora prima del tramonto, il suo cervello rifiutava ancora di funzionare per quanto riguardava il suo terzo occhio.

Forse, pens Slade, se andassi nei diversi punti dei quali ho dei ricordi d'infanzia pi vividi, potrei trovare l'atmosfera e...Prima di tutto, il torrente sulle cui rive si era nascosto tante volte tra i cespugli, osservando le automobili che viaggiavano veloci verso le loro remote e meravigliose destinazioni.

L'erba era alta e folta l dove un tempo l'aveva schiacciata con il suo corpo di bambino. S'inginocchi sull'erba, e respir il profumo penetrante della natura. Appoggi il viso su quel tappeto fresco, fragrante, morbido, e giacque immobile, accorgendosi della stanchezza che lo pervadeva, e del peso degli sforzi prolungati che aveva compiuto nei mesi passati.

Sono uno stupido? Un pazzo? si domand. Ho rinunciato a mia moglie, ho rotto i ponti con tutti i miei amici, solo per seguire una fantasia, un'illusione?E lui aveva visto realmente quell'altro mondo, o era stata un'illusione fantastica, creata dalla sua mente durante un radicale riadattamento organico?

La sua depressione aument. Il sole tramont, e il crepuscolo stava gi lasciando il passo alle tenebre della notte, quando s'incammin nuovamente lungo la riva del torrente, voltando le spalle all'erba e all'acqua, e dirigendosi verso la fattoria.

Nel buio, era difficile trovare il sentiero, e cos si mise ad attraversare il pascolo, incespicando, a volte, nell'erba folta che cresceva pi alta in certi punti. Riusciva a scorgere la luce della finestra della fattoria, ma gli pareva pi lontana di quanto ricordasse. Nell'accorgersi di questo, fu pervaso da una iniziale sensazione di allarme, ma fu solo dopo altri cinque minuti che una paura pi concreta discese sopra di lui. La palizzata! Avrebbe dovuto raggiungere la palizzata gi da molto tempo.

La luce pareva trovarsi a poche centinaia di metri, ormai, quando si arrest bruscamente.

Lentamente, Slade scivol a sedere sull'erba. Deglut, e poi pens:

ridicolo. Non pu trattarsi che di un'illusione.Ma provava un senso di vuoto alla bocca dello stomaco, mentre cercava di penetrare con lo sguardo l'oscurit fittissima che lo circondava. Non c'era la luna, e dovevano esserci delle nubi dense nel cielo, perch non si vedeva neppure una stella. La luce, ormai vicina, ardeva nebulosa, ma vivida. Non riusciva, per, a illuminare l'edificio dal quale usciva.

Slade fiss la luce, pervaso da un senso di crescente meraviglia, mentre la sua tensione si allentava di fronte al pensiero che probabilmente sarebbe stato facile ritornare sulla Terra. Dopotutto, lui era arrivato l semplicemente pensandoci. Avrebbe quindi potuto tornare indietro senza troppa fatica.

Allora si alz in piedi, e cominci a camminare verso la luce. Man mano che questa si avvicinava, l'impressione che provenisse dal vano di una porta si fece pi forte. Confusamente, riusc a distinguere qualcosa... e vide che la porta era incastonata in una superficie curva di metallo che si alzava fino a sparire nel buio. Il metallo era opaco, cupo, e si confondeva nell'oscurit senza permettere di intuire neppure vagamente la forma dell'intera costruzione.

Giunto a circa trenta metri dall'entrata, Slade esit. Era ancora pi affascinato di prima dal mistero, ma il suo desiderio di investigare si andava affievolendo. Non in quel momento, almeno, in quella notte tenebrosa, e su di un piano di esistenza totalmente alieno.

Avrebbe fatto bene ad aspettare fino al mattino, eppure, aveva l'inquieta convinzione del fatto che, prima dell'alba, le tensioni avrebbero ripreso il sopravvento, nella sua mente.

Mi basterebbe bussare alla porta, pens. Dare un'occhiata dentro, e poi, sparire di nuovo nell'oscurit.La porta era di metallo, e cos solida che le sue nocche produssero soltanto un suono lieve. Aveva delle monete d'argento in tasca, e le us: rimbalzarono sul metallo, producendo un tintinnio sonoro. Istantaneamente, si ritrasse nell'ombra e aspett.

Il silenzio si fece terribile, intollerabile, come una cappa che scendeva su di lui per soffocarlo. Una notte tenebrosa e silenziosa, in una landa primitiva abitata da cavernicoli e...

E da che altro? Quella non era una residenza per cavernicoli. Era possibile che lui fosse giunto su un piano della Terra completamente diverso da quello nel quale aveva visto la ragazza nuda?

Si ritrasse ancor pi nell'ombra, allontanandosi dalla sorgente luminosa. Incespic, e cadde all'indietro. Rialzandosi faticosamente, dopo aver appoggiato a terra un ginocchio, cerc a tentoni l'oggetto sul quale era inciampato. Metallo. Questo gli diede un brivido di autentico interesse. Cautamente, premette il bottone della sua torcia elettrica, ma lo strumento non si illumin. Slade imprec, sommessamente, e cerc di tirare a s l'oggetto metallico che si trovava sul terreno. Ecco il guaio. Era nel terreno. Ed era piantato saldamente.

Pareva una ruota collegata a una scatola metallica, anche se non poteva esserne sicuro. Stava ancora toccando l'inesplicabile oggetto, tirando e spingendo alternativamente, e procedendo per tentativi, quando cominci a piovere.

La pioggia lo indusse a cercare riparo sotto i pi vicini arbusti, ma aument d'intensit, fino a quando dai rami sovrastanti non cominci a scendere un vero torrente d'acqua sul suo corpo intirizzito. Slade accett il suo destino, e ritorn verso la porta. Cerc di muovere la maniglia, e spinse. La porta si apr immediatamente.

L'interno era vivamente illuminato: si trattava di un lungo, ampio corridoio, di metallo lucido. A circa trenta metri di distanza, l'enorme corridoio terminava in un altro corridoio laterale. C'erano tre porte, su ogni lato del corridoio.

Slade tent di aprire le porte, una dopo l'altra. La prima dava su una stanza lunga e stretta, che era un unico, splendido specchio azzurro. Almeno, sembrava uno specchio. Poi si accorse che stelle sfolgoravano scintillanti, nelle profondit azzurre.

Slade chiuse subito la porta. Non che avesse paura, ma la sua mente aveva esitato, incapace di interpretare ci che stava vedendo. La sua comprensione di quel mondo era ancora troppo precaria perch si sottoponesse a simili, incomprensibili misteri.

Attravers il corridoio, per tentare con la prima porta alla sua sinistra. La porta si apr, mostrando una sala lunga e stretta, piena per met di casse ammonticchiate, piene di generi vari. Alcune erano aperte, e il loro contenuto era sparso sul pavimento. Davanti ai suoi occhi scintillavano degli strumenti, e una quantit incomprensibile di oggetti complicati, di tutte le misure. Alcune delle casse erano state appoggiate da un lato, apparentemente senza alcun criterio logico, come se chi aveva frugato nella stanza avesse cercato un pezzo particolare.

Slade chiuse anche quella porta, perplesso, senza provare alcuna sensazione pericolosa, questa volta. Un deposito era una cosa riconoscibile, e la sua mente l'accettava senza aver bisogno d'identificare anche ci che si trovava nelle casse.

Le due porte centrali rivelavano degli ambienti analoghi. Macchine massicce torreggiavano fino a tre quarti delle pareti. Malgrado le dimensioni, Slade riconobbe le macchine per quello che erano. Per pi di un anno tutti i giornali e le riviste degli Stati Uniti avevano mostrato dei disegni e delle foto dei motori atomici costruiti all'Universit di Chicago, per alimentare dei razzi spaziali. Il disegno era leggermente diverso, ma l'aspetto generale era inconfondibile.

Slade si affrett a chiudere le porte, una dopo l'altra. E rimase fermo nel corridoio, del tutto insoddisfatto della situazione. Un'astronave posata su una brughiera solitaria in un piano d'esistenza alieno illuminata vividamente all'interno, e una luce solitaria all'esterno, come un faro nella notte, lasciato per attirare i viandanti come lui, offrendo un momentaneo riparo dalle tenebre: poteva essere vero tutto quello?

Slade ne dubitava, e prov, d'un tratto, la fredda sensazione di essere entrato, con la forza di volont, in un incubo, e che tra pochi istanti si sarebbe svegliato nel suo letto, sudato, inquieto e tremante. Ma gli istanti passarono, e non ci fu risveglio. Gradualmente, la sua mente accett il silenzio, il breve momento di panico sbiad, e allora prov ad aprire la quinta porta.

Questa si apr sull'oscurit. Slade si ritrasse subito. I suoi occhi si abituarono alle ombre, e cos, dopo pochi secondi, pot scorgere la figura. Era appoggiata alla parete pi buia, e lo fissava attentamente, con tre occhi che scintillavano luminosi nel riflesso vago del corridoio. Slade ne ebbe una visione fuggevole, e la sua mente, subito dopo, rifiut di accettare quello che vedeva.

Istantaneamente, l'astronave e la luce svanirono. Lui cadde per circa un metro su un pendio erboso. A mezzo miglio di distanza, vide brillare una luce giallastra. Poco dopo scopr che si trattava della fattoria.

Era ritornato sulla Terra.

Slade rimase nella fattoria, in preda all'indecisione. La vista di tutti e tre i suoi occhi era peggiorata notevolmente questa volta, e inoltre si sentiva terribilmente scosso. Non poteva trattarsi della stessa donna, si disse. In piedi l, nell'oscurit di un corridoio di un'antica, apparentemente abbandonata astronave, sembrava la stessa giovane donna... che lo aveva spiato.

Eppure, la somiglianza con la giovane cavernicola nuda era balzata cos evidente, alla sua mente, che immediatamente si sent sottoposto a una tensione anormale. La sua mente dimostrava di averla riconosciuta, con la stessa velocit con cui aveva respinto la logica della sua presenza.

La domanda era semplice. Doveva continuare le sue esercitazioni per la vista? Per un mese intero, cammin inquieto, passeggiando lungo tutto il terreno della fattoria, incapace di prendere una decisione. E la ragione principale della sua indecisione era la comprensione del fatto che il suo ritorno al mondo delle persone con due occhi non era stato assolutamente necessario.

La vista normale era il prodotto di molti fattori di equilibrio, non solo mentali, ma anche fisici. Dei muscoli indeboliti dagli occhiali, o dal disuso, mancavano della resistenza necessaria a resistere agli impulsi della mente, che erano terribilmente rapidi. Appropriatamente rinforzati, quei muscoli avrebbero potuto sopportare delle emozioni pi violente di quelle che lui aveva sperimentato.

Una donna demoniaca, pens. In agguato nell'ombra di un'astronave fantasma in una landa spettrale.Non era pi sicuro di voler tornare su quell'altro piano di esistenza... di volersi mettere nelle mani di una donna che sapeva della sua presenza, e che cercava di adescarlo.

Dopo un mese, la prima neve imbianc le colline. Ancora indeciso, Slade ritorn in citt.

Testimonianza del professor Gray:

Mi chiamo Ernest Gray, e sono Professore di Lingue. Qualche tempo fa... non ricordo la data esatta... ho ricevuto una visita di Michael Slade. Apparentemente, lui aveva trascorso un certo periodo nella sua fattoria e, ritornando nella sua casa di citt, aveva scoperto che, durante la sua assenza, una donna con tre occhi aveva visitato la sua casa.Da quanto il signor Slade mi disse, mi sembrato di capire che il suo domestico avesse fatto entrare in casa la donna: apparentemente, si trattava di una donna dalla personalit spiccata e dominatrce... e le ha permesso di rimanere per cinque giorni, come ospite. Alla fine di questo periodo, il giorno prima del ritorno del signor Slade, la donna partita, lasciando nella casa una decina di dischi e una lettera.Il signor Slade mi ha mostrato la lettera. Bench essa debba essere mostrata alla giuria, come prova separata, penso di includerla nella mia testimonianza, per chiarire quanto sto affermando. La lettera era cos concepita:Caro signor Slade,

Desidero che lei usi i dischi per imparare la lingua di Naze. La registrazione chiave si dissolver entro un periodo di due settimane dal momento della prima esecuzione, ma per tutto questo periodo dovrebbe aiutarla ad acquistare una completa padronanza del Nazia.

La situazione di Naze estremamente semplice, come scoprir da solo, ma anche estremamente pericolosa. Ecco cosa dovr fare.

Non appena avr imparato la lingua, vada in macchina fino alla pianura che si trova due miglia a Ovest della citt di Smailes, e parcheggi l'automobile accanto a un granaio abbandonato, che sorge a qualche centinaio di metri dalla strada; faccia questo alla mezzanotte di qualsiasi notte vorr scegliere.

Ogni volta che si avventurer a Naze, si guardi da Geean e dai Cacciatori della citt.

Leear

Quando il signor Slade mi ha portato i dischi, il disco principale era gi mancante della registrazione ma, dopo aver ascoltato quelli rimasti, sono in grado di dire, con piena cognizione di causa, che il linguaggio in oggetto un codice, probabilmente una creazione della gente con tre occhi, per effettuare delle comunicazioni segrete tra di loro.Presumo, ora che apparsa una donna con tre occhi, che nel mondo esistano diversi mostri di questo tipo. La mia prima reazione stata che il nome, Naze, potesse avere qualche collegamento con il Partito Nazista, ma la pronuncia della parola, cos come fornita dai dischi, completamente diversa, e somiglia moltissimo a neis, con una s molto prolungata.Disgraziatamente, la registrazione-chiave andata distrutta. Senza questa chiave, impossibile tradurre una lingua che, in ultima analisi, non altro che il prodotto dell'immaginazione di un gruppo di neurotici con tre occhi.Mi dicono che il cadavere del signor Slade stato trovato vicino alla citt di Smailes, a circa un miglio dal vecchio granaio del quale si parl nella lettera della donna di nome Leear. Ma non so niente di questi particolari, e personalmente non ho visto il cadavere.3.

Per un po', Slade non si mosse dal volante. Soltanto all'approssimarsi della mezzanotte usc dall'auto per andare a esaminare il granaio alla luce di una torcia elettrica. L'interno era completamente vuoto, senza alcuna attrezzatura, e incrostato di sudiciume, come aveva gi notato nel pomeriggio, quando vi si era recato per una prima, rapida esplorazione.

I campi si allargavano nel buio, oltre la portata della sua torcia. Nel cielo, a Est, si librava una falce di luna, e le stelle brillavano di luce pallida; la luminosit non era sufficiente a fargli vedere il paesaggio all'intorno.

Guard l'orologio. Sul quadrante, lesse le 11 e 35. Presagendo che l'ora era vicina, prov un'emozione foltissima. Tra cinque minuti pens lei sarebbe venuta. Non poteva impedirsi di provare un certo timore.

Ancora una volta, si pent d'essere venuto. Si disse che era stato uno sciocco, davvero uno sciocco, ad avventurarsi in quel luogo solitario, a spingersi fino in quella fattoria abbandonata dove, se avesse gridato aiuto, non avrebbe suscitato altro che qualche eco beffarda fra le colline che circondavano la pianura. Certo, aveva portato una pistola: ma sapeva che prima di usarla avrebbe esitato.

Si scosse. Era stata una mossa astuta, da parte della donna chiamata Leear, quella di non fornirgli una data precisa per il suo arrivo. Una notte qualsiasi, a mezzonotte, aveva detto. Aveva certo capito che questo avrebbe fatto colpo sulla mente dell'unico uomo con tre occhi sulla Terra. Se avesse precisato non soltanto il luogo, ma anche il giorno, probabilmente lui avrebbe deciso di non farsi vedere.

Ma a quell'appuntamento cos indefinito aveva vinto le sue resistenze.

Ogni giorno che era passato da allora gli aveva portato il medesimo problema: sarebbe andato, quella notte? Oppure no? Ogni giorno, i pro e i contro, con tutte le loro sfumature emotive, avevano tormentato la sua mente e il suo corpo, trasformandoli in campi di battaglia. E, alla fine, aveva deciso che quella donna non gli avrebbe insegnato la lingua di Naze per fargli del male proprio la notte in cui lui si fosse presentato all'appuntamento.

La donna era interessata a lui. Ci che voleva era tutt'altro discorso, ma, essendo ci che lui era, e cio un uomo con tre occhi, non poteva fare a meno, a sua volta, d'interessarsi a lei. Se parlandole, quella notte, lui avesse potuto ottenere delle informazioni, il rischio sarebbe stato pi che giustificato.

Comunque, nel bene o nel male, ora lui era l.

Slade infil in tasca la torcia elettrica, e osserv di nuovo il quadrante luminescente del suo orologio. Ancora una volta, ma assai pi sottilmente, l'emozione lo paralizz. Era mezzonotte esatta.

Il silenzio era intenso, quasi palpabile. Lui aveva spento i fari dell'auto. Ora, improvvisamente, temette di aver commesso un errore. Le luci avrebbero dovuto rimanere accese.

Fece per ritornare all'auto, ma si ferm. Cosa gli succedeva? Non era quello il momento pi adatto per lasciare il riparo offerto dal granaio. Indietreggi lentamente, fino a quando il suo corpo non tocc il muro. Rimase l, immobile, accarezzando la sua pistola. Aspett.

Il suono che gli giunse quasi subito non era neppure un suono, in realt. L'aria, che era stata immobile e quieta, d'un tratto era mutata, si era fatta lievemente mossa. Ma la brezza non era normale. Veniva dall'alto.

Dall'alto!Con un sussulto, Slade sollev lo sguardo. Ma non vide niente. Nessun movimento era visibile sullo sfondo scuro, blu-notte, del cielo. Prov un senso di tensione, un brivido pungente, un senso dell'ignoto pi intenso di qualsiasi cosa lui avesse mai sperimentato, e poi...

La cosa veramente importante, Michael Slade, disse la voce familiare, armoniosa di Leear, che usciva dall'aria in un punto che si trovava quasi esattamente al di sopra del suo capo, che lei rimanga vivo, durante le prossime ventiquattro ore, durante le quali si trover nella citt di Naze. Sia prudente, accorto, e non faccia delle ammissioni inutili su quello che sa o che non sa. Buona fortuna.

Ci fu un lampo di luce abbagliante, da un punto che si trovava quattro metri pi in alto. Slade batt le palpebre, e impugn la pistola. Poi rimase immobile, teso, e si guard intorno, come un animale in trappola.

Il granaio era scomparso insieme alla sua automobile e al campo. Si trovava sulla strada di una citt. Degli edifici torreggiavano cupamente tutt'intorno a lui: sagome alte, torri e guglie che salivano verso una foschia di luce violetta, che celava in parte il cielo notturno, pi in alto. La luce si stendeva, come una grande cupola ricurva, da un'altissima audace guglia, che sorgeva in lontananza.

Con un solo sguardo, Slade assorb tutti quei particolari. E, mentre guardava, comprese ci che gli era accaduto. Era stato trasportato nella citt di Naze.

Dapprima la strada gli parve deserta, e il silenzio assoluto. Ma poi, rapidamente, i suoi sensi cominciarono ad abituarsi. Ud un suono debole, vago, come se qualcuno avesse bisbigliato qualcosa a qualcun altro. Lontano, lungo la strada, una figura indistinta, poco pi di un'ombra, attravers rapidissima la strada, e svan nelle tenebre, accanto a una torre.

Slade cap, con un acuto senso di disagio, che la sua posizione, l, al centro della strada, lo metteva in netto svantaggio. Cominci a muoversi silenziosamente verso il marciapiede alla sua destra. Il selciato era diseguale: per due volte incespic, e per poco non cadde. L'oscurit ancora pi fitta che si apriva sotto un albero lo avvolse e, aveva appena raggiunto quella macchia d'ombra, quando ud un grido acuto, umano, a circa cinquanta metri di distanza da lui.

Il suono era lacerante. Con un movimento spasmodico, Slade si gett al suolo, sollevando contemporaneamente la pistola. Rimase l, perfettamente immobile. Aspett.

Il suo cervello impieg qualche istante, prima di riprendere a funzionare normalmente. E passarono altri lunghi secondi, prima che potesse individuare la direzione di quella che, ora, era diventata una lotta rumorosa. Gridi, mugolii e urla soffocate, giungevano dall'oscurit. Tutti quei suoni terminarono bruscamente, e a essi segu uno strano silenzio. Era come se i contendenti fossero esausti per la lotta, e stessero riposando. Oppure... cosa molto probabile... stavano silenziosamente, e avidamente, frugando la loro vittima.

La mente di Slade ebbe cos il tempo di rimettersi al passo con i suoi riflessi. Il suo primo pensiero fu di sbalordimento, sorpresa. In che cosa si era imbattuto? Rimase immobile stringendo la pistola e, dopo un momento, gli arriv il secondo pensiero: Cos questa la citt di Naze.Brevemente, allora, si sent sopraffatto. Pens: Come ha potuto farlo lei? Come riuscita a trasportarmi qui?Ricordava che c'era stato un lampo di luce. E istantaneamente lui si era trovato a Naze.

La donna doveva essersi servita degli stessi mezzi meccanici usati per trasferirsi sul piano della Terra. Doveva trattarsi di uno strumento, la cui luce influenzava in qualche modo i centri visivi dietro ciascun occhio. Apparentemente, non c'erano altre spiegazioni logiche, e quella constatazione, con l'ulteriore esempio dell'astronave, indicava una scienza estremamente progredita, che comprendeva una totale comprensione del sistema nervoso umano.

La domanda era: l'effetto della luce sarebbe stato permanente? O si sarebbe esaurito?

Il suo pensiero fu interrotto da un grido di collera.

Dacci la nostra parte di sangue, sporco...

Le parole erano state gridate nella lingua di Naze, e Slade le cap tutte, a eccezione dell'ultima. Fu quella comprensione facile, istantanea, che lo emozion per un momento. Poi nella sua mente penetr anche il significato. Sangue. Una parte di sangue.

Nel suo nascondiglio, Slade pens per un momento di non avere capito bene. Il dubbio cess nel momento in cui un'altra voce, ancora pi infuriata, grid:

Quel ladro ha un contenitore doppio. Ha avuto il doppio di sangue, rispetto a noi.

Una terza voce, evidentemente quella dell'accusato, grid:

una menzogna.

L'uomo dovette accorgersi del fatto che la sua negazione non sarebbe stata accettata. Dei passi si avvicinarono di corsa, lungo la strada. Un uomo alto, che respirava affannosamente, pass davanti a Slade, correndo. Dietro di lui, vicinissimi, arrivarono altri quattro uomini, tutti pi piccoli del primo.

Passarono correndo accanto al punto in cui Slade era nascosto, forme vaghe, simili a forme umane, che svanirono rapidamente nella notte. Per circa un minuto egli pot udire il rumore dell'inseguimento poi, a un certo punto, si ud una violenta imprecazione.

Il suono svan, com'era svanita la visione. Ci fu silenzio. Slade non si mosse. Si rendeva conto, ora, di ci che aveva visto e udito. Un morto, prosciugato di tutto il sangue, doveva giacere sulla strada a poche centinaia di metri da l. Si rendeva conto che... Naze, di notte, era una citt di Vampiri.

Pass un minuto, e poi due. E nella mente di Slade si form un pensiero:

Ma che cosa ci sto a fare io, qui? Per quale motivo sono qui?Ricord quello che gli aveva detto la donna, Leear, un attimo prima che il lampo esplodesse sopra di lui.

La cosa veramente importante, Michael Slade, che lei rimanga vivo durante le prossime ventiquattro ore, durante le quali si trover nella citt di Naze.

Ventiquattro ore!

Slade rabbrivid.

La donna si aspettava forse che lui restasse a Naze, per un giorno e una notte, senza altre istruzioni, all'infuori di quella di sopravvivere? Senza alcuno scopo, senza alcun luogo ove andare, niente, all'infuori di... quello!

Se almeno ci fossero state delle luci, nella strada. Ma non se ne vedevano, in nessuna direzione. Non che l'oscurit fosse totale. Un chiarore alieno aleggiava cupo intorno a lui, qualcosa di totalmente diverso dal chiarore stellare che illuminava le citt della Terra, di notte. Il cielo aveva un pallido riverbero dove la nebbia violacea scendeva dalla torre centrale, e si vedevano delle luci balenanti, provenienti da finestre che erano strette fessure, e si aprivano nelle mura di almeno una decina di torri, intorno a lui.

S, l'oscurit non era totale, e in un certo senso questo avrebbe potuto essere un vantaggio, per lui. Era chiaro, apparentemente, che non poteva rimanersene rannicchiato a terra, l dov'era adesso. E l'oscurit avrebbe offerto una buona protezione, a un inquieto esploratore di una citt sconosciuta.

Si alz in piedi, e stava per uscire dall'ombra pi fitta dell'albero, quando una donna lo chiam, sommessamente, dall'altra parte della strada.

Signor Slade.

Slade s'immobilizz, raggelato. Poi si volt per met. E quindi cap di essere stato chiamato per nome. Il sollievo enorme che prov in quell'istante lo lasci estremamente debole e scosso.

Qui!, bisbigli raucamente. Sono qui!

La donna attravers rapidamente la strada.

Mi dispiace essere in ritardo, mormor, ansiosamente. Ma ci sono tanti Cercatori di Sangue nelle strade. Mi segua.

I suoi tre occhi lo fissarono, scintillanti nel pallido riverbero violetto della nebbia. Poi si volt, e s'incammin rapidamente lungo la strada. Fu solo nell'istante in cui Slade, obbediente, cominci a seguirla, che si rese conto, con immensa sorpresa, che quella donna non era Leear.

Veloci e silenziosi, Slade e la sua misteriosa guida si addentrarono sempre pi nei meandri della citt.

Salirono una delle scale pi buie che Slade avesse mai visto, poi si fermarono davanti a una porta. La ragazza buss, con colpi precisi, misurati. Tre volte piano, due pi in fretta, e poi un'altra volta dopo una breve pausa.

L'attesa fu lunga. Mentre aspettavano, la ragazza disse:

Signor Slade, noi tutti desideriamo ringraziarla per la sua venuta... per i rischi che sta correndo. Faremo del nostro meglio, per farle conoscere Naze nella maniera appropriata. Speriamo che questa volta l'astronave sia in grado di distruggere la citt.

Ah!, mormor Slade.

L'esclamazione avrebbe potuto tradirlo, ma all'ultimo istante la sua mente si rese conto del pericolo che avrebbe corso, manifestando la sua sorpresa. Cos il suono fu un bisbiglio sommesso, incomprensibile.

Si ud lo scatto di una serratura. La porta si apr di una stretta fessura. Sul pianerottolo apparve una luce vivida. La luce rivel una donna grassa e pesante, che si dirigeva lentamente, faticosamente, verso una sedia.

Quando fu entrato, Slade si guard intorno. La stanza era lunga e ampia. Date le sue dimensioni, era arredata con una semplicit che pareva quasi povera. C'erano tre divani e due poltrone, dei tavolini, dei tavoli, delle sedie, e dei tappeti. Le tende sarebbero state adatte, un tempo, al gusto della sua ex moglie, Miriam.

Un tempo? S, tantissimo tempo prima, decise Slade, dopo una seconda occhiata. Quelle tende, apparentemente, dovevano essere state costose una volta. Ma ora erano cos vecchie e cos malridotte, da apparire fuori luogo.

Slade permise che la sua mente stanca isolasse sullo sfondo l'ambiente che lo circondava. Attravers la stanza, e sedette su una sedia, di fronte alla vecchia; ma i suoi occhi guardarono la ragazza.

La ragazza che si era fermata a pochi passi da lui, stava in piedi, e gli sorrideva. Si trattava di una giovane donna snella, dalla carnagione olivastra, e aveva un sorriso orgoglioso.

Slade disse:

Devo ringraziarla io, per il rischio che lei ha corso.

La ragazza scosse il capo, e sorrise ancora.

Immagino che vorr andare a letto, ora. Ma prima, desidero presentarle Caldra, la Pianificatrice. Caldra, questo Slade dell'astronave.

Eccola l la frase, definitiva, inequivocabile. Dell'astronave. Lui, Michael Slade! Leear, certamente, dava per scontate troppe cose.

La vecchia lo stava guardando con occhi strani, apparentemente torpidi. L'impressione generale di lentezza, in quella figura, era cos netta, che Slade la scrut attentamente per la prima volta. Gli occhi della vecchia erano del colore del piombo, e il suo volto era assolutamente privo di colore, di un pallore innaturale. Livida, apparentemente priva di vitalit, lei lo stava fissando. E gli disse, con voce spenta, e lenta:

Signor Slade, un piacere conoscerla.

Non era un piacere per Slade, per. Dovette compiere uno sforzo, per controllare l'espressione di disgusto, di avversione, che minacciava di apparirgli sul volto. Gi una volta, al massimo due, in tutta la sua vita, una persona lo aveva colpito a quel modo, ma nessuno di quei casi era stato cos intenso... perch la sensazione spiacevole che gli provocava la visione di quella donna era irripetibile.

Metabolismo lento, pens, forse un cattivo funzionamento della tiroide.Questa spiegazione allent un poco la sensazione spiacevole, e rese quella presenza meno repellente, per lui. Liber la sua mente. Ricord in quale modo la vecchia era stata chiamata dalla ragazza: Caldra, la Pianificatrice.

Si rilass lentamente, e concesse mentalmente alla ragazza un certo credito, per quella definizione. Probabilmente, Caldra era abilissima nel preparare i piani. I cervelli lenti potevano essere estremamente accurati e precisi.

Il suo interesse cominci a diminuire. La tensione dell'esperienza vissuta pesava su di lui, in quel momento... un peso che si abbatteva ora in tutta la sua intensit. Quando aveva vent'anni, era stato un frequentatore di locali notturni, e amava rimanere sveglio fino all'alba. A trent'anni aveva cominciato ad andare a letto alle dieci precise, provocando il disgusto di Miriam. La mezzanotte, solitamente, lo trovava assonnato, incapace di reggersi in piedi. E adesso erano... diede un'occhiata all'orologio... s, mancavano cinque minuti all'una. Lanci uno sguardo alla ragazza, e disse:

S, ho proprio bisogno di un letto.

Mentre la ragazza lo guidava verso la porta che dava su un corridoio, la donna pi anziana borbott:

Le cose si stanno delineando. Ben presto, l'ora della decisione sar su di noi. Nell'istante in cui Slade varc la soglia, la vecchia aggiunse qualcosa, con una voce che serbava il vago tremolio di una risata. Le parole gli parvero: Non avvicinarti troppo a lui, Amor. L'ho percepito anch'io.

Quelle parole parevano prive di significato. Ma, mentre la ragazza apriva la porta della sua camera daletto, not con sorpresa che lei aveva le guance rosse. La donna per disse soltanto:

Qui lei ragionevolmente al sicuro. Noi che crediamo nella distruzione di Naze, formiamo un gruppo numeroso, e questo il nostro rifugio, nella citt.

Malgrado la stanchezza, una crescente eccitazione imped a Slade di addormentarsi. Era troppo teso ed eccitato per afferrare pienamente la situazione. I pensieri che si erano formati nella sua mente erano stati, semplicemente, le prime reazioni agli stimoli esterni. Ma ora, a letto, mentre si rilassava lentamente, la fantastica, improbabile grandiosit della situazione nella quale si trovava, si faceva luce gradualmente dentro di lui.

Era a Naze. Fuori delle pareti di quell'edificio si stendeva una fantastica citt di un altro piano di esistenza. E l'indomani avrebbe visto quella citt in tutta la sua strana, aliena dimensione.

L'indomani!

Si addorment.

4.

Sotto il sole sfolgorante del mattino, Naze offriva uno spettacolo squallido. Slade camminava, con Amor al fianco, lungo una strada ampia.

Una citt povera, triste, pensava deluso. E antica, antichissima! Tanto da non averne l'idea.L'aveva gi capito la notte precedente, che l'antichit di Naze era incommensurabile, come la sua decadenza. Ma non aveva misurato appieno l'entit dei disastri che aveva dovuto sopportare la citt. Tutti gli edifici che vedeva sembravano avere un et che sfidava l'immaginazione. Mille, duemila anni dovevano essere trascorsi da quando erano stati costruiti.

Per centinaia di migliaia di giorni, e altrettante notti, la citt aveva vissuto. Le sue strade, i suoi marciapiedi, avevano sostenuto il peso della vita d'ogni giorno. Anche i materiali da costruzione pi robusti non potevano non logorarsi, dopo un tempo cos immenso. E lo erano, logori e consunti.

I marciapiedi erano ormai ridotti a strisce uniformi di terriccio, interrotti soltanto qua e l da frammenti di lastre dure e regolari, che un tempo ne avevano formato la pavimentazione. Le strade erano in condizioni di poco migliori, ma anche in esse affioravano larghe zone di terra e polvere, ed erano solcate da vaste screpolature, prodotte dalle pressioni gravate su di loro.

In giro non si vedevano veicoli di alcun genere, ma soltanto persone: i veicoli, evidentemente, avevano smesso di funzionare per semplice vecchiaia, gi da chiss quanto tempo.

Che cosa era successo? Che cosa poteva essere successo? C'era stata, e c'era ancora, naturalmente, la guerra fra la Nave e la citt... ma perch? Stava rivolgendosi alla ragazza per chiedere qualcosa al riguardo, quando gli venne in mente, all'improvviso, che di certo non sarebbe stato saggio mostrare la propria ignoranza. Leear lo aveva avvertito di non fare alcuna ammissione.

La citt che lo circondava, come i ruderi di una civilt antichissima, gli toglieva una parte della sua ansia febbrile. In nessun altro luogo aveva mai visto tanta gente per le strade di una metropoli. Con una differenza. Quella gente non andava da nessuna parte. Uomini e donne sedevano sui marciapiedi, sulle strade, e sui gradini delle case. Apparentemente, non prestavano alcuna attenzione a coloro che passavano accanto a loro. Sedevano fissando il nulla, con espressione vaga. Era orribile vedere quelle espressioni vacue.

Un mendicante si mise a seguire Slade. Gli tese una ciotola di metallo:

Poche gocce del tuo sangue, signore, gemette. Ti taglier la gola, se non me le darai.

La frusta di Amor guizz veloce nell'aria, e colp in pieno viso quella creatura. Il colpo apr una ferita sul volto dell'uomo, e dalla ferita cominci a colare del sangue.

Bevi il tuo, di sangue!, disse seccamante la ragazza.

Era visibilmente arrossita, not Slade, e il suo volto era sconvolto da un odio quasi innaturale.

Questi animali, disse lei, con voce bassa, roca, percorrono le strade di notte, riuniti in bande, e attaccano chiunque si trovi in giro. Ma, naturalmente, aggiunse, dopo una breve pausa, lei sa gi tutto, di questo.

Slade non fece commenti. Certo, lui sapeva dell'esistenza delle bande notturne, ma quello che non sapeva avrebbe comodamente riempito un intero libro.

Quella realt che continuava distolse la sua mente dai problemi personali pi immediati. Le strade erano brulicanti di persone che non avevano niente da fare; e sempre, delle dita tiravano le maniche di Slade, e delle voci avide imploravano, singhiozzando:

Il tuo sangue forte, signore. Dammene un poco, altrimenti....

Spesso, molto spesso, era il volto di una donna che lo fissava, avido, implorante e minaccioso.

Slade taceva. Era cos inorridito che la voce gli sarebbe uscita dalla bocca solo a fatica. Si guard intorno, e vide strade su strade ribollenti di straccioni e mendicanti, vere e proprie sanguisughe umane con un unico desiderio; e per la prima volta vide, in tutta la sua vita, fino a quali abissi di totale depravazione poteva scadere l'animale uomo.

La citt non doveva continuare a esistere. Adesso era chiaro il motivo per cui Leear lo aveva indotto a penetrare a Naze. Lei aveva voluto fargli vedere la citt, e certo aveva pensato che la realt avrebbe posto fine a ogni dubbio, nella sua mente. I dubbi, a esempio, relativi ai motivi di quelle condizioni incommensurabilmente orribili... senza dubbio dovute alla guerra tra l'astronave e la citt. Comprendere le origini di quella pestilenza immonda era un fatto secondario.

Quell'immonda pestilenza doveva essere cancellata.

Lui non aveva dubbi, tanto era grande il suo orrore. Si sentiva sconvolto, nauseato da un senso di orrore indescrivibile. Questo, pens, si verificava giorno dopo giorno, anno dopo anno, da secoli. Non doveva essere cos. La ragazza stava intanto parlando:

Per qualche tempo, credevamo che, se fossimo riusciti a togliere loro le ciotole chimiche, avremmo potuto arrestare questa sete di sangue. Ma....

S'interruppe, poi si strinse nelle spalle e?Naturalmente, lei sa tutto. Se non in casi rarissimi, la depravazione scende fino a toccare abissi innominabili; difficile che qualcuno se ne liberi.

Non c'era nulla da rispondere, a quelle parole. Era facile capire che il fatto di non sapere tutto sarebbe stato un grosso impedimento, per la sua comprensione dei particolari di quell'inferno indescrivibile. Per, in realt, lui non aveva bisogno di conoscere i particolari; quell'inferno che lo circondava era sufficiente.

Doveva distruggerlo! Annientarlo! Doveva aiutare l'astronave, se gli fosse stato possibile, doveva aiutare i componenti di quella cospirazione. Ma il suo compito principale era quello di distruggere Naze.

Si calm, e cerc di analizzare le parole della ragazza. Ciotole chimiche! Allora non si trattava di sangue puro, ma di una sostanza chimica nel metallo della ciotola, che rendeva quell'orrore cos inebriante, cos attraente, come la pi seducente delle droghe.

La rimozione delle ciotole, apparentemente, aveva incanalato la perversione in qualcosa di assai peggiore. Che cosa? Beh, in teoria, lui avrebbe dovuto saperlo.

Slade sorrise stancamente.

Torniamo indietro, disse. Per oggi ne ho avuto abbastanza.

La prima parte del pranzo fu consumata in silenzio. Slade mangi, pensando alla citt, all'astronave, ai cavernicoli, e alla sua parte nella vicenda. In un certo senso, ora conosceva gli elementi essenziali della situazione. Aveva visto l'astronave, e stava vedendo la citt.

La domanda era una sola. Che cosa avrebbe dovuto fare? Si rese improvvisamente conto del fatto che Caldra stava per parlare.

La donna stava posando la forchetta sul tavolo. Quel movimento, da solo, richiese diversi secondi. Poi lei sollev il capo. A Slade parve che gli occhi della vecchia impiegassero un tempo innaturalmente lungo per mettere a fuoco la sua immagine.

Il passo successivo fu ancor pi prolungato. Lei apr la bocca, rimase immobile riflettendo sulla prima frase, e finalmente cominci ad articolare le sillabe. Impiegando un periodo che parve pi lungo di quanto non fosse in realt, la donna disse:

Stanotte attaccheremo il palazzo di Geean. Le nostre forze assicurano che possono farvi raggiungere il quarantesimo livello, come d'accordo. L'apparato richiesto da Leear gi l, pronto a farvi uscire dalla finestra, in modo che possiate puntare il vostro disgregatore contro i comandi della barriera. Senza dubbio, avete visto anche voi, quando siete uscito stamattina, che essi si trovano all'incirca al novantesimo livello.

Noi presumiamo, naturalmente, che l'astronave attaccher nel momento stesso in cui la barriera sar caduta.

Molto tempo prima che le sue parole lente e misurate fossero terminate, Slade aveva capito la loro importanza. Rimase immobile, con gli occhi socchiusi, sorpreso. Quella notte! Ma era ridicolo. Non potevano attendersi da lui un'azione cos alla ventura.

La sua opinione su Leear diminu di milioni di miglia. Cos'era un disgregatore, poi? Certamente, non potevano aspettarsi che lui imparasse a usare un meccanismo complicatissimo nel cuore di una battaglia. La sua costernazione raggiunse poi il culmine, quando Caldra tacque e lo guard con aria di attesa. Not che anche Amor lo stava fissando, in ansiosa attesa.

Slade socchiuse le labbra, e poi le richiuse, quando un altro pensiero, una comprensione assai pi vasta, lo colp. La comprensione del fatto che, con quelle parole, gli era stato fornito un immenso, inestimabile quantitativo d'informazioni. Si trattava di implicazioni, ma la loro importanza era indiscutibile.

La nebbia violacea che lui aveva visto la notte prima, la nebbia irradiata dalla torre centrale, quel titanico grattacielo... e che, ricord improvvisamente, era stato vagamente visibile anche al mattino sotto forma di una nebbiolina confusa... quella era la barriera. Ma che genere di barriera? Apparentemente, una barriera sufficientemente forte da tenere a distanza l'astronave. Una barriera composta di energie pi potenti di quelle conosciute sulla Terra.

Ma questo significava che la citt era assediata, e... a giudicare dal suo decadimento, l'assedio si protraeva da centinaia di anni.

La mente di Slade si prepar al passo successivo.

Questo, si disse, ridicolo. Come farebbero a sopravvivere? Dove si procurerebbero il cibo? possibile che vivano l'uno del sangue degli altri.

Guard il piatto, ma rimaneva ben poco, su di esso. Quello che restava sembrava della verdura, o un ortaggio, bench fosse coperto da una salsa, o da una mostarda, che nascondeva i particolari. Sollev lo sguardo, con una domanda sulla natura del cibo che gi gli saliva alle labbra... e si rese conto che non era il momento propizio per fare domande. Se doveva scongiurare un disastro, avrebbe fatto bene a dire qualcosa, subito. Prima che lui potesse parlare, per, Amor disse:

Un audace attacco di sorpresa, e..., sorrise, con un'eccitazione rabbiosa, selvaggia, tutto sar finito!.

Per un momento, il gioco di emozioni che apparve sul suo viso trattenne l'attenzione di Slade. Anche lei era una creatura pericolosa, micidiale, quell'alta ragazza che andava in giro armata di una frusta, a causa dei Vampiri di Naze. Era la vecchia storia dell'adattamento all'ambiente naturale. La mente era forgiata dal clima fisico nel quale si trovava, e a sua volta forgiava il corpo, l'espressione del volto, e acuiva le capacit dei sensi.

Per la prima volta pens che, se lui decideva di rimanere su quel piano della Terra, sarebbe stato quello il tipo di ragazza che, prima o poi, avrebbe sposato. La guard con interesse, disposto a proseguire lungo quella linea di ragionamento. E poi, ancora una volta, si accorse che la sua mente lottava per sfuggire all'unico vero problema immediato, quello dell'attacco. Si affrett a dire:

Mi dispiace dirvi che l'astronave non sar qui, stanotte.

Amor balz in piedi, spalancando gli occhi.

Ma... tutti i nostri piani!, esclam.

Pareva sopraffatta. Si mise a sedere. Accanto a lei, Caldra emerse dal suo apparente sopore, e mostr che le parole di Slade avevano finalmente raggiunto la soglia della sua consapevolezza.

Non ci sar l'astronave!

Slade disse:

L'astronave doveva inviarmi un segnale, stamattina. Gli pareva di sudare, ma si trattava di una sensazione mentale, non fisica. Prosegu: Il segnale non c'era stato.

Non era una cattiva improvvisazione, pens. Si calm, malgrado il problema fondamentale rimanesse ancora insoluto. Guard Amor dirigersi verso la porta. La ragazza si ferm, sulla soglia.

Dovr rimandare l'attacco.

La porta si chiuse rumorosamente dietro di lei, e poi, dopo un istante, ci fu silenzio.

Poich Amor non era ancora tornata, Caldra e Slade cenarono insieme, soli, poco prima del tramonto.

Amor rientr in casa tardi. Si lasci cadere sulla sedia, e cominci a mangiare distrattamente il cibo che Caldra le aveva messo davanti, sul tavolo. Diverse volte, Slade not che la ragazza lo stava fissando, con gli occhi socchiusi, e con evidente perplessit. E c'era qualcosa d'altro. Non riusc a decidere esattamente di che cosa si trattava.

Slade decise di non lasciarsi turbare da quel fatto, e si spost, fino a raggiungere la grande finestra della stanza. Si accorse che Amor si era portata accanto a lui, dopo qualche tempo, ma la ragazza non disse niente; e cos anche lui tacque. Dalla finestra, si mise a osservare il panorama di Naze.

Di Naze in ombra, avvolta dal nero mantello della notte. Vista dalla finestra della guglia la citt stava affondando quietamente nel buio. Pareva quasi scivolare nell'oscurit che veniva strisciando da Oriente.

Slade continu a guardare. Alla fine, a parte il riverbero delle luci e la quasi invisibile barriera, l'oscurit fu completa.

Cominci a pensare. Senza dubbio, la sua era la pi strana avventura mai verificatasi in tutta la storia del sistema nervoso umano. Nato ai piedi delle colline degli Stati Uniti, a Occidente, allevato in una fattoria, aveva conosciuto un rapido successo come agente di cambio in una piccola citt occidentale. E ora... si trovava l, a Naze! In quella cupa, nera citt condannata, di un pianeta la cui civilt versava in un momento di estremo pericolo.

Eppure, non si trattava di un mondo alieno; semplicemente, di un altro piano di esistenza, rivelato al suo cervello e al suo corpo a causa del fatto che lui aveva tre occhi, invece che due.

Il brivido di eccitazione che prov era collegato alla presenza della sua compagna. In piedi, accanto a lui, quella donna sembrava giovane e forte, e probabilmente non era ancora promessa a nessun uomo.

Era possibile. Ne era sicuro. L'idea stessa del matrimonio era quasi priva di significato, nelle attuali condizioni della citt.

Era passato del tempo, dall'ultima volta in cui aveva dedicato una seria considerazione al problema delle donne. Ora, ne era facile preda. Durante tutto il pomeriggio, aveva pensato ad Amor in maniera possessiva, e la precedente idea... cio il fatto che, se lui fosse rimasto, avrebbe dovuto sposare una ragazza di quel mondo... aveva preso forma.

Era possibile che, in quel piano di esistenza, ci fossero delle donne pi attraenti di lei, ma erano certamente lontane.

Amor, disse Slade.

Nessuna risposta.

Amor, cosa pensa di fare, dopo?

La ragazza si riscosse.

Vivr in una caverna, naturalmente. quello che dovremo fare tutti.

Slade esit, strappato dalla sua linea di azione, per quelle parole e per ci che esse implicavano... quello che dovremo fare tutti! Perch? Prima di quel momento, non aveva neppure lontanamente supposto che Amor e i membri del suo gruppo accettassero la prospettiva di un'esistenza primitiva.

Ricord che, in un certo senso, lui stava cercando di conquistare quella ragazza.

Amor.

Slade.

Apparentemente, lei non lo aveva udito, perch il suo tono non era una risposta, e non mostrava alcuna percezione del fatto che lui aveva parlato.

Slade disse:

Che c'?.

Le sembrer una cosa terribile, ma un tempo sono stata anch'io una bevitrice di sangue.

Pareva una confessione futile. All'inizio non evoc alcuna immagine; le parole stesse, per, la rendevano inquietante.

E cos anche Caldra. E tutti gli altri. Non credo di esagerare. Non c' mai stato niente di simile.

Un'immagine cominci a formarsi. E dei pensieri. Slade si umett le labbra improvvisamente secche, sentendosi disgustato.

Eppure, non aveva ancora idea di quali fossero le intenzioni della ragazza.

Per me stato pi facile smettere, disse la ragazza, e non ricadere in seguito nel vizio... fino a oggi... fino a ieri notte. Slade. La sua voce era sommessa. Slade, lei ha un sangue forte. L'ho sentito per tutto il giorno.

Bruscamente, egli cap quali erano le intenzioni della ragazza. Pens agli uomini e alle donne che lei aveva frustato nelle strade, al mattino. In maniera contorta, quei colpi erano stati diretti contro gli stesi desideri della ragazza.

Non pu immaginare, stava dicendo Amor, che scossa sia stata, per me e per Caldra, quando ha dichiarato che l'attacco non sarebbe avvenuto stanotte. Significava che lei sarebbe rimasto qui, almeno per un altro giorno. Slade, non stato onesto. Leear conosce fin troppo bene la nostra situazione.

La repulsione era ancora aumentata. Slade pens che, tra un momento, la nausea lo avrebbe sommerso. Disse, a bassa voce:

Lei vuole un poco del mio sangue.

Solo un poco.

Il tono di lei aveva una lievissima traccia di supplica. Sufficiente per a rendere vivida l'immagine della ragazza, che tendeva la sua ciotola, mendicando per la strada. Slade sent aumentare la nausea.

Poi pens che non aveva il diritto di fare dei commenti. Ma lui aveva superato, emotivamente, lo stadio del senso comune. Quella era la ragazza alla quale aveva pensato di fare una proposta di matrimonio. Disse, seccamente:

E proprio lei ha frustato quella gente, stamattina.

Nell'oscurit della stanza, sent il respiro soffocato della ragazza. Ci fu un lungo silenzio. Poi lei si volt, e il suo corpo fu una sagoma snella, scura, che scomparve nel corridoio, verso la sua camera da letto.

E cos inizi una notte che sarebbe stata assai lunga.

5.

Diverse ore dopo, Slade non era ancora riuscito ad addormentarsi. Era stato troppo severo con una persona che gli piaceva, e il pensiero lo angustiava.

Amor lo aveva salvato da morte sicura, lo aveva aiutato. In fondo, avrebbe potuto anche regalarle un po' del suo sangue. Fra tutti gli abitanti di quella citt fantastica, soltanto lei e il suo gruppo avevano cercato di lottare con coraggio e vigore contro quella sete morbosa che aveva annientato l'anima di Naze.

Doveva essere stata una lotta talmente terribile, che anche gli Di non potevano non provare piet. Lui, invece, di piet non ne aveva avuta. Lui Michael Slade, l'uomo dalla morale adamantina, lo spirito perfetto, non aveva esitato a scagliare la prima pietra, senza pensare al dolore che avrebbe provocato.

Ma la spiegazione vera, in realt, era anche pi squallida, radicata com'era nei suoi desideri carnali. E, poi, era possibile che il suo sangue fosse davvero pi forte, almeno per individui sensibili a una cosa del genere.

Il mattino dopo decise avrebbe concesso ad Amor e Caldra una mezza tazza del proprio sangue. Dopo di che, avrebbe cercato un modo per andarsene da quella citt. Anche per tornare sulla Terra, se fosse stato possibile: ma in primo luogo avrebbe dovuto andarsene da Naze. La mezzanotte era gi passata, perci era chiaro che il periodo di ventiquattr'ore, di cui aveva parlato Leear, non lo aveva riportato automaticamente nei pressi della sua automobile e dalle citt di Smailes.

Ma allora, se non significava nulla, perch lei aveva menzionato quel limite di ventiquattr'ore? Ponendosi questa domanda, si assop. E si risvegli di colpo, cosciente all'improvviso che nella stanza c'era qualcuno.

Rimase a giacere senza muoversi minimamente, teso, cercando di penetrare l'oscurit. La paura che incombeva su di lui era l'antica paura di un uomo solo in una terra ostile, che avvertiva una presenza sconosciuta nel buio. I suoi occhi riuscirono a cogliere un movimento, contro la parete pi scura, una figura che era poco meno di un'ombra.

Una donna. Amor. L'identificazione gli diede un senso di compassione.

Povera ragazza! Che fame mortale doveva essere quel desiderio di sangue. In maniera confusa, egli aveva avuto, in fondo alla mente, la vaga intenzione di usare una tazza, per assaggiare un poco del proprio sangue. Ma la sua venuta, in quelle circostanze cos disperate, annull quell'intenzione, almeno per il momento. Lui era solo un normale essere umano. Non poteva permettersi di lasciarsi incatenare da una droga cos potente.

Stando sul letto, fece un sforzo per mettersi a sedere, ma non ci riusc. Era legato saldamente, con delle cinghie.

Rimase disteso, provando per la prima volta un senso di fastidio. S, poteva provare compassione per lei, ma la donna stava usando delle maniere alquanto deprecabili.

Socchiuse le labbra, per pronunciare qualche osservazione feroce, ma poi non disse niente. Ricord che la ragazza era in preda alla disperazione. Che si prendesse pure il suo sangue.

Non avrebbe detto una sola parola. Al mattino, avrebbe finto che nulla fosse accaduto. Quella decisione gli diede una temporanea soddisfazione.

Nell'oscurit, il vago movimento continu. La ragazza, apparentemente, non aveva fretta. Proprio quando l'impazienza di Slade raggiungeva il culmine, un sottile raggio luminoso fu puntato contro il suo braccio sinistro. Quasi simultaneamente, apparve una mano. Stringeva una siringa che infil con estrema destrezza nella vena pi grossa visibile. Slade osserv, interessato, mentre il suo sangue veniva risucchiato rapidamente nel corpo trasparente dello strumento.

I secondi passarono, e l'ago continuava a succhiargli il sangue. Slade pens che quanto gli stava accadendo poteva sembrare allucinante... per lui, un terrestre solo in un mondo sconosciuto, il cui sangue veniva succhiato da una bella Vampira, nell'oscurit segreta, mortale, della notte.

L'immagine sbiad con il passare dei secondi, troppi? Slade disse, gentilmente:

Non pensa che sia abbastanza?.

Per diversi secondi, dopo che le sue parole ebbero spezzato il silenzio, la siringa rimase stabile, ferma, e non ci fu alcun suono. Finalmente, la mano che stringeva la siringa trasal visibilmente, per la sorpresa.

Fu l'intervallo tra le sue parole e la reazione che diede a Slade la prima traccia di comprensione della verit. Il suo sguardo si fiss per la prima volta sulla mano che stringeva la siringa. Era difficile vederla bene, nel riflesso di quel sottile raggio di luce. Ma era visibile. E riconoscibile.

Era una mano di donna. Slade sospir, fissandola. Ecco un'altra prova del fatto che la mente creava le proprie illusioni. Lui, che aveva sperimentato cos spesso quella realt, lui, la cui stessa presenza nell'universo degli uomini con tre occhi era la prova vivente dell'importanza della mente sulla materia, continuava a essere ingannato.

La sua mente era balzata alla conclusione pi naturale, e cio che fosse stata Amor a entrare nella sua stanza. Quando la mano era stata rivelata dalla luce, pochi minuti prima, non aveva notato niente di strano. Ora s, invece.

Era una mano di donna, certo, ma piuttosto grinzosa, e consumata. Una mano da vecchia. Era un enigma, un vero enigma, capire in qual modo si fosse confuso.

Era la misteriosa Caldra, Caldra la Pianificatrice, Caldra che, apparentemente, stava rompendo quella notte la sua astinenza dal sangue. Slade cap di essere testimone, e protagonista, di una tragedia personale. Una donna, il cui smodato desiderio di sangue l'aveva un tempo quasi distrutta, ricominciava ora a bere sangue.

Si accorse che la siringa veniva estratta dalla sua vena.

La luce si spense. Una pausa. Il rumore di un liquido che veniva versato in un contenitore giunse subito dopo. Poi, ancora silenzio.

Slade immagin che in quel momento la mano si stava sollevando verso le labbra avide, reggendo la ciotola. La dimensione temporale di quella sua visione era perfetta. Nel momento in cui immagin che la mano raggiungesse le labbra, si ud, quasi impercettibile, il suono di qualcuno che beveva.

Quel suono procur un lieve senso di nausea a Slade. Insieme a esso, sent una violenta, intensa compassione. L'emozione impallid, quando delle dita toccarono il suo letto. Pens, inquieto: Ne vuole ancora?Ma, questa volta, furono le cinghie ad allentarsi, a eliminare la costrizione intorno al suo petto e alle sue braccia. Dei passi attutiti si allontanarono verso la porta, che si chiuse sommessamente.

Scese il silenzio. Dopo un po' di tempo, Slade si addorment. Quando si vegli, una enorme zampa era premuta sulla sua bocca, e una bestia, grossa come un orso, ma, stranamente, dai lineamenti felini, torreggiava su di lui. Il suo corpo enorme, forte e peloso, era illuminato da una luce che proveniva da alcune lampade tenute da uomini in uniforme.

Altri uomini in uniforme stavano stringendo le braccia e le gambe di Slade. E, con un senso di orrore, egli riusc a vedere molti altri uomini in uniforme nel corridoio, fuori della camera da letto, la cui porta era aperta.

La enorme zampa dell'animale si sollev dal suo viso. Slade prov un'orribile sensazione di vuoto. Amor! Che era accaduto ad Amor?

Poi si sent sollevare, trasportare. C'era la luce accesa nella camera di soggiorno. Caldra vi giaceva riversa al suolo con un pugnale conficcato nella schiena sino all'elsa.

Slade ricord con subitanea angoscia Amor: che ne era stato della ragazza?

Probabilmente, fu quel pensiero a provocare il passaggio. Sotto di lui, il pavimento si dissolse, come se fosse stato fatto di nebbia. Cadde per circa quattro metri e mezzo, e si abbatt pesantemente al suolo. Giacque immobile, stordito dal colpo, per pi di un minuto, prima che la comprensione sopraggiungesse.

Si rialz lentamente, graffiandosi le mani sull'erba secca e tagliente del campo che circondava il vecchio granaio. A circa due miglia, a Ovest, si vedevano brillare le luci di Smailes che rischiaravano il cielo notturno. Slade si alz in piedi, e si diresse verso il granaio, verso il punto nel quale aveva lasciato la sua automobile. La trov ancora l, silenziosa e buia.

Aspett per qualche minuto, ma non not alcun segno della presenza di Leear. Malgrado la terribile stanchezza, e le conseguenze della caduta, guid l'auto per tutto il resto della notte, e per una buona parte del mattino dopo. Erano le undici, quando imbocc il vialetto di casa sua.

C'era una lettera, nella casetta della posta, una lettera vergata nella familiare calligrafia decisa, quasi maschile, di Leear. Slade la guard, corrugando la fronte, poi apr la busta. Lesse quanto vi era scritto:

Caro Michael Slade,Ora lei sa. Ha visto Naze. Probabilmente, si sar domandato per quale motivo non accaduto nulla, al termine esatto del periodo di ventiquattro ore. Non poteva accadere nulla, fino a quando quel periodo non fosse terminato, e successivamente era necessario che lei ricevesse uno shock sufficientemente intenso.Lo shock, naturalmente, si verificato quando una delle donne entrata nella sua stanza, e ha tentato di ottenere un poco del suo sangue. certo deplorevole che si sia creata una situazione simile, non c'era altra alternativa. altrettanto deplorevole il fatto che io abbia dovuto lasciar credere al gruppo di Naze che ci sarebbe stato un attacco. Loro non hanno alcuna idea del tipo d'uomo contro cui stanno lottando. Contro l'immortale Geean, qualsiasi loro piano sarebbe automaticamente condannato al fallimento. La loro incapacit di comprendere la natura e la forza del nemico dimostrata dal fatto che hanno accettato, senza obiezioni n dubbi, il concetto secondo il quale la barriera avrebbe potuto essere distrutta da un attacco, compiuto con un disintegratore, su una sporgenza al novantesimo piano della torre centrale di Geean.Il disintegratore non esiste, e la protuberanza della torre un radiatore. Geean non sar mai sconfitto, se non da un attacco portato nel cuore della sua fortezza. Questo attacco non pu essere effettuato senza il suo aiuto, e questa volta lei dovr venire da solo, poich lo strumento che ho usato vicino al granaio ha degli effetti solo temporanei.Non aspetti troppo a lungo.LeearDurante il giorno, si limit a leggere e a restare entro i confini del suo giardino. Di notte, con il cappello calato sopra il terzo occhio e la testa seminascosta dal colletto del soprabito, cammin per le strade ghiacciate. Lentamente, l'agitazione cominci ad abbandonarlo, e il suo atteggiamento verso ci che era accaduto si fece cupamente sarcastico.

Io non sono fatto come gli eroi, decise. E non ho alcun desiderio di rimanere ucciso nella guerra tra Naze e l'astronave.

Avrebbe fatto bene ad abituarsi all'idea di rimanere su quella Terra che era poi la sua.

Questa parziale decisione gli rese possibile l'altrimenti difficile impresa di considerare la lettera di Leear da un punto di vista meno emotivo di quello provato nel momento della prima lettura. La rilettura, dopo tre settimane, fu ancor pi interessante di quanto avesse previsto, ora che le sue labbra non si serravano cos rabbiosamente, al pensiero della crudele determinazione con la quale Leear lo aveva fatto precipitare nel cuore di Naze, e poi, con la sua astuzia e i suoi stratagemmi, aveva provocato la morte di Amor e di Caldra.

Fondamentalmente, la lettera era assai meno irritante di quanto avesse giudicato la prima volta. E mancava certamente del tono imperioso che si sarebbe aspettato da lei. Inoltre, la sincera ammissione secondo la quale l'aiuto di Slade era necessario, mitigava enormemente la sua collera.

Fu vagamente compiaciuto, inoltre, nel notare che lei lo aveva in qualche modo sottovalutato. La sua analisi circa il tipo di shock che avrebbe potuto rispedirlo sulla Terra era stata errata. La venuta di Caldra durante la notte, per succhiargli il sangue, non aveva colpito il suo sistema nervoso. E c'era voluta la vista del suo cadavere, nonch l'immagine mentale di Amor uccisa allo stesso modo, per sconvolgerlo a sufficienza tanto da provocare il passaggio.

Dopo tre settimane, si sentiva immune agli shock. Caldra e Amor cominciarono a sembrargli un po' irreali, come i ricordi di un sogno. Slade cap che era riuscito a uscire in gran parte da uno stato mentale pericoloso, quando riusc a pensare ad Amor giudicando ironicamente il proprio impulso di chiederle di sposarlo.

Non provava disprezzo per le emozioni che avevano provocato quelle idee. Si trattava di emozioni tipicamente umane e, in fondo, sarebbe stata una buona idea risposarsi... per sulla Terra, sul suo piano di esistenza.

Doveva riprendere le vecchie relazioni, ritornare alla normale esistenza terrestre.

Era pi facile deciderlo che farlo, per. Una notte, mentre stava ancora riflettendo sui passi pi adatti da compiere per riavvicinarsi a Miriam, incontr due vecchi amici. I due gli fecero un breve cenno, poi passarono oltre affrettando il passo, e si fermarono solo quando lui si volt, e li chiam.La conversazione che ne segu fu uno dei tanti momenti orribili, penosi e imbarazzanti, che a volte capitano; ma Slade era un tipo pervicace. Gli pareva, nella sua ostinazione che, se doveva vivere sulla Terra, era necessario per lui avere anche degli amici, e una moglie. Quelli erano gli elementi tipici di un'esistenza sana, e lui era abbastanza saggio per non tentare di vivere senza di essi.

Slade non trov gradevole la conversazione, non pi di quanto la trovassero sgradevole gli altri due uomini. Furono tutti, in rapida successione, visibilmente a disagio, impazienti, reticenti, troppo scherzosi, poi silenziosi, e infine se ne andarono in fretta, dicendo soltanto:

Felici di averti visto, Mike, ma adesso dobbiamo scappare: siamo gi in ritardo a un appuntamento. Ci vediamo.

Slade ritorn a casa, con le labbra curvate in un sorriso ironico, ma lungo la sua spina dorsale si era diffuso un senso di gelo. Aveva saputo, tra le altre cose, che Miriam aveva da alcuni mesi un nuovo amico, e c'era qualcosa di stranamente definitivo, in quella scoperta. Come se la sua ultima via di scampo si stesse chiudendo inesorabilmente.

Non si arrese con tanta facilit. Telefon a Miriam, il giorno dopo, e ancora il giorno seguente, e tutti i giorni della settimana successiva. Ogni volta, la cameriera della donna disse:

Chi parla?. E poi: La signorina Crenshaw non desidera parlare con lei. Slade le scrisse allora una lettera, dichiarando:

Dopotutto, posso farmi coprire l'occhio con un trapianto della pelle. Fece seguire alla lettera una visita personale. Ma Miriam si trovava fuori.

Era una cosa definitiva. In particolare, quando un poliziotto si present a casa sua il giorno dopo, e gli chiese di interrompere la persecuzione della sua ex consorte. Il poliziotto apparve notevolmente colpito dalla bellezza e dall'opulenza della villa, ma era comunque un uomo che stava eseguendo il proprio dovere.

Abbiamo ricevuto una denuncia. Dovremo agire, se questa persecuzione continuer. Capisce?

Slade aveva capito. Il suo piccolo sogno era svanito.

Deposizione di Wilfred Stanton:

Sono stato assunto come domestico da Michael Slade circa cinque anni fa. Sono rimasto con lui, con una sola, breve interruzione per una vacanza, per tutto l'anno scorso.Il mio datore di lavoro stato assente da casa diverse volte, durante questo periodo. Dopo ogni sua assenza, pareva notevolmente turbato, ma non mi ha mai confidato nulla. Prima della sua ultima partenza, ho notato in lui una nuova aria determinata, come se avesse finalmente preso una decisione su qualcosa, dopo una lunga incertezza. Ha comperato una seconda pistola, uguale a quella che gi possedeva, e una enorme quantit di munizioni per entrambe le armi. Ha acquistato anche altre cose, ma non ho visto il contenuto dei pacchi che sono arrivati a domicilio. Leggeva quasi continuamente, in quel periodo. Ricordo che un libro trattava di metallurgia, un altro era un volume di fisica, mentre un terzo parlava dei nuovi razzi spaziali.Per tutto il resto del tempo, se ne stava seduto in giardino, occupato con i suoi cartelli per la rieducazione della vista. Quegli esercizi erano insoliti, perch lui indossava una tuta da caccia fatta di materiale impermeabile, appositamente preparata dietro sue istruzioni. Inoltre, portava con s le due pistole, un coltello da caccia, e una borsa piena di munizioni. Anche le tasche della tuta parevano gonfie, ma non so che cosa contenessero.Il signor Slade si rendeva conto del fatto che io mi accorgevo della singolarit del suo comportamento, e pareva divertito per la mia apprensione. Un giorno, mi disse di non allarmarmi se se ne fosse andato senza avvertirmi.Il giorno dopo questo avvertimento, quando sono andato a chiamarlo per il pranzo, non l'ho pi trovato. La sua scomparsa era insolita, perch la sedia e i cartelli si trovavano nelle esatte condizioni in cui lui li aveva lasciati; particolarmente insolita, poi, perch c'era uno strato di neve, sul terreno, e sulla neve fresca avrebbero dovuto essere visibili, verosimilmente, le sue impronte, fino al vialetto d'uscita. Ma non ho visto, in quella circostanza, nessuna impronta che indicasse il suo passaggio.Posso aggiungere soltanto che non sono rimasto sorpreso quando il cadavere del signor Slade stato scoperto, la settimana scorsa, a duecento miglia da qui. Evidentemente lui si attendeva che accadesse qualcosa. Ed accaduto.6.

Questa volta, il passaggio fu immediato, come lo scatto dell'obiettivo di una macchina fotografica. Sent che i suoi occhi si mettevano a fuoco, poi la casa scomparve, quindi...

Pioveva: una pioggia non fredda, ma molto fitta. L'acqua cadeva sulla superficie della palude presso le caverne, in una miriade di gocce inclinate dal vento, che affondavano nella distesa torbida come milioni di minuscole lame. Quel sipario liquido sembrava rendere il panorama ancora pi selvaggio, ancora pi barbaro. Verde di una vegetazione lussureggiante, pareva primitivo, e il verde era ovunque, splendido e affascinante.

Mentre aveva cominciato a pensare a come fosse possibile averesu un piano d'esistenza la neve e su un altro, sotto lo stesso sole, la pioggia a dirotto, Slade sent un rivolo d'acqua, non fredda, infilarsi sotto il colletto della sua tuta impermeabile. Non prov fastidio, ma quel fatto distolse la sua mente dalle meditazioni sul perch della pioggia. D'istinto, si rifugi sotto la chioma d'un albero l vicino, e da quell'incerto riparo (l'acqua sembrava scorrere dalle foglie con intensit ancora maggiore) guard nella direzione delle grotte e della terrazza naturale che si apriva davanti a esse.

Sent svanire una parte dell'eccitazione. La collina sembrava del tutto disabitata. I fuochi erano spenti, e non c'erano esseri umani in vista. Di certo, era una conseguenza della pioggia: la gente doveva essere tutta al riparo, dentro le caverne.

Siccome non voleva mettersi a scalare la collina per raggiungere la terrazza di roccia prima che i cavernicoli lo avessero avvistato qualche freccia o qualche sasso avrebbe potuto partire d'impulso, se lui li avesse colti alla sprovvista il suo probl