Alessandria-Renate

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MASSIMO TAGGIASCO C i eravamo illusi di avere finalmente tro- vato una squadra ‘vera’, consape- vole della propria forza, ma so- no bastate due trasferte per cancella- re le nostre certezze. Un solo punto tra Ferrara e Rimini, dopo il sorpas- so sul Real Vicenza, significa ve- dere di nuovo le prime posizioni di classifica che si allontanano. Ora oc- cupiamo la settima posizione, con 37 punti, in una graduatoria che è cortissima: tra la Spal, che è terza con 39 punti al Verona che è undicesimo con 34, ci sono solo 5 punti. Que- sto vuole dire che, nelle 10 partite che ci se- parano dalla fine della stagione, può veramen- te succedere di tutto (fortunatamente, ne ab- biamo 6 in casa!). È un campionato strano, molto livellato verso il basso. Pensavamo che l’Orso avesse finalmente trovato il classico cam- bio di velocità, in grado di dare finalmente una svolta positiva alla stagione, invece, nelle ultime due trasferte, inutile girarci intorno, si è visto vera- mente poco. Certo, non si è mai avuta l’impressione di una squadra in balia dell’avversario, ma neppure di un’Alessandria con schemi e perso- nalità vincenti. Non ci pare il caso di evocare l’alibi delle assenze: in trasferta la squadra sparisce, non pare assolutamente padro- na di un gioco e di una mentalità vin- centi. L’unico obiettivo sembra esse- re il classico ‘primo non prenderle’, ma così non si vince. A ciò si aggiun- ga l’ormai cronico problema delle punte che non segnano da lungo tempo e il quadro è completo. Secondo noi, con la rosa che abbiamo, dobbiamo e pos- siamo fare la differenza con avversarie sulla carta decisamente più scarse e modeste. Al Moccagatta arriva il Rena- te, davanti a noi in classifica con un solo punto in più: bisogna fare un al- tro sorpasso, per poi non tirare più il freno a mano! È il momento decisi- vo della stagione: tutti con l’Orso per riprendere la corsa e festeggia- re degnamente i centodue anni di una grande storia. Hurrà Grigi! Quindicinale di calcio... e non solo Direttore Massimo Taggiasco Anno VI n. 3 21 feb. 2014 FORNO A LEGNA Consegne a domicilio 0131 235449 Via Cavour 8 - Alessandria www.planetpizzaal.it FORNO A LEGNA Consegne a domicilio 0131 235449 Via Cavour 8 - Alessandria www.planetpizzaal.it Vogliamo dieci vittorie! VIA PIACENZA, 3 - CASCINAGROSSA (AL) EX S.S. 10 ALESSANDRIA - TORTONA Tel. 0131 619898 - Fax 0131 216330 bollolisas@gmail.com per l’edilizia dal 1907 Mattone SABBIATO RUSTICO ROSSO a 0,60 FINO A ESAURIMENTO SCORTE!!!

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La prima di dieci finali

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Page 1: Alessandria-Renate

MASSIMO TAGGIASCO

Ci eravamo illusi di avere finalmente tro-vato una squadra ‘vera’, consape-vole della propria forza, ma so-

no bastate due trasferte per cancella-re le nostre certezze. Un solo puntotra Ferrara e Rimini, dopo il sorpas-so sul Real Vicenza, significa ve-dere di nuovo le prime posizioni diclassifica che si allontanano. Ora oc-cupiamo la settima posizione, con 37 punti,in una graduatoria che è cortissima: tra laSpal, che è terza con 39 punti al Verona che èundicesimo con 34, ci sono solo 5 punti. Que-sto vuole dire che, nelle 10 partite che ci se-parano dalla fine della stagione, può veramen-te succedere di tutto (fortunatamente, ne ab-biamo 6 in casa!). È un campionato strano,molto livellato verso il basso. Pensavamo chel’Orso avesse finalmente trovato il classico cam-bio di velocità, in grado di dare finalmente unasvolta positiva alla stagione, invece, nelle ultimedue trasferte, inutile girarci intorno, si è visto vera-mente poco. Certo, non si è mai avuta l’impressione

di una squadra in balia dell’avversario, maneppure di un’Alessandria con schemi e perso-

nalità vincenti. Non ci pare il caso di evocarel’alibi delle assenze: in trasferta la squadra

sparisce, non pare assolutamente padro-na di un gioco e di una mentalità vin-

centi. L’unico obiettivo sembra esse-re il classico ‘primo non prenderle’,ma così non si vince. A ciò si aggiun-

ga l’ormai cronico problema dellepunte che non segnano da lungo tempo e

il quadro è completo. Secondo noi, conla rosa che abbiamo, dobbiamo e pos-siamo fare la differenza con avversariesulla carta decisamente più scarse emodeste. Al Moccagatta arriva il Rena-te, davanti a noi in classifica con unsolo punto in più: bisogna fare un al-tro sorpasso, per poi non tirare più il

freno a mano! È il momento decisi-vo della stagione: tutti con l’Orsoper riprendere la corsa e festeggia-re degnamente i centodue anni di

una grande storia.Hurrà Grigi!

Quindicinale di calcio... e non solo Direttore Massimo Taggiasco Anno VI n. 3 • 21 feb. 2014

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HURRÀ GRIGI2 anno VI n. 3

Potete sfogliare Hurrà Grigi in anteprima sulla nostra pagina Facebook già durantei giovedì che precedono le partite al Mocca

25ª giornata 23/02/2014 - h 14,30

BELLARIA IGEA M. BASSANO VIRTUS

TORRES BRA

REAL VICENZA DELTA PORTO TOLLE

CUNEO FORLÌ

CASTIGLIONE MANTOVA

VIRTUS VECOMP VR MONZA

ALESSANDRIA RENATE

PERGOLETTESE RIMINI

SPAL SANTARCANGELO

26ª giornata 02/03/2014 - h 14,30

FORLÌ ALESSANDRIA

RENATE BELLARIA IGEA M.

TORRES CASTIGLIONE

MONZA CUNEO

RIMINI MANTOVA

BRA PERGOLETTESE

BASSANO VIRTUS REAL VICENZA

DELTA PORTO TOLLE SPAL

SANTARCANGELO VIRTUS VECOMP VR

Il pareggio di domenica a Rimi-ni ha fatto nuovamente retro-cedere l’Alessandria in classifi-

ca, di fatto vanificando la remun-tada delle tre vittorie consecutivecontro Monza, Castiglione e RealVicenza. Oggi i Grigi sono settimiin graduatoria con 37 punti, a 11lunghezze dal lanciatissimo Bas-sano mentre il Santacrangelo è at-testato a 42, la Spal a 39 e il tritticoRenate, Real Vicenza e Monza a38. Ricordiamo che, a seguito del-la riforma dell’ex serie C, le primeotto accederanno alla categoriaunica della prossima stagione.

Partiamo con la nostra analisiproprio dal successo contro la for-te compagine vicentina, che pro-prio dopo la sconfitta del ‘Mocca-gatta’ aveva esonerato il tecnicoMario Vittadello per consegnarela panchina a Lamberto Zauli.

In alcune occasioni era statobravo il portiere ospite in altreavevamo colpito il palo o aveva-mo sfiorato il goal di poco. Non cisono stati atteggiamenti di suffi-cienza da parte dei giocatori inmaglia grigia: loro erano in diffi-coltà, sia per il risultato che perl’inferiorità numerica. «Per noi èstato importante portare a casa lavittoria. Non solo in superioritànumerica, ma anche 11 contro 11meritavamo il raddoppio. Siamomolto soddisfatti perché abbiamodisputato una buonissima partita,giocando un calcio giusto per il va-lore di questa squadra. Possiamoancora migliorare in difesa, il no-stro portiere è stato impegnato unasola volta e ha risposto allagrande», aveva dichiarato in sala-stampa mister Luca D’Angelo.Gabriele Cavalli aveva giocatomolto bene, gli era forse pesatoper qualche minuto l’errore sulcalcio di rigore, aveva ricomincia-to a macinare.

Poi è giunta la battuta d’arrestodi Ferrara, contro la Spal, non soloun match dall’antico blasone, maa tutti gli effetti una sorta di scon-tro diretto.

Fino al goal l’undici alessandri-no aveva giocato senza dubbiomeglio del sodalizio estense. Hapoi reagito bene pareggiando su-bito. Nel secondo tempo, nono-stante in dieci, l’Orso non ha sof-ferto moltissimo, ad eccezione deiprimi tre minuti. L’inserimento diFarncesco Morga ha fatto ritrova-re equilibrio. L’uno-due della Spalè stato improvviso, però poi i Grigihanno avuto anche l’occasioneper pareggiare dopo il 3-2 e forselo avrebbero fatto solo se avesseroavuto qualche minuto in più per-ché la Spal era in difficoltà. L’erro-re di Michele Marconi è stato laprima ammonizione, sulla secon-da in effetti è arrivato un po’ lun-go e non ha tolto la gamba. Tenia-mo presente che il campo era pe-santissimo e, secondo noi, l’arbi-tro avrebbe anche potuto evitaredi ammonirlo. È stato troppo ze-

DETTO FUORI DAI DENTI di Mario Bocchio

Ogni partita come una finale...

lante, anche perché vanno valuta-ti i giocatori che vengono ammo-niti in precedenza, lui invece gliha mostrato il cartellino. «Nonvorrei parlare solo dell’arbitro per-ché non abbiamo perso solo perquello, ma anche perché abbiamocommesso delle ingenuità. Il cam-pionato è ancora lungo e ci sonomolti aspetti da tenere in conside-razione: guardando il calendarioci sono squadre che hanno già af-frontato partite tranquille, mentrenoi le affronteremo quasi tutte allafine, ma se la squadra giocherà co-me oggi faremo sicuramente risul-tato», la disamina ancora del tec-nico.

Mentre per Davide Baiocco «ab-biamo rischiato su qualche uscitada dietro, ma la qualità di gioco èstata molto positiva. Loro poi han-no cambiato atteggiamento, si so-no alzati di più, quindi è davveroun peccato». L’ex juventino (nel2002 approdò alla Juventus percinque miliardi di lire più FabianO’Neill, ma trovò poco spazio -solo 7 presenze in campionato -

senza convincere) ha cercato al-l’inizio del secondo tempo di dareun po’ di coraggio alla difesa, per-ché capiva le difficoltà del mo-mento. I pericoli sono venuti so-prattutto sui cross laterali, così co-me è accaduto sui goal.

Infine il pareggio a reti inviolatedi domenica scorsa a Rimini, inuna gara vissuta con la tensionedegli ex soprattutto dallo stessoD’Angelo (vi ricordate del pugnodato a Jacopo Fanucchi quandoera proprio alla guida dei roma-gnoli?) e da Riccardo Taddei.

Il pareggio crediamo sia statogiusto. È stata una partita equili-brata, anche nelle occasioni.L’Alessandria è partita un po’ me-glio nel primo quarto d’ora poi ilRimini, soprattutto nel finale dellaprima frazione, è stato pericolosoin un paio di circostanze. Nella ri-presa la partita è stata ancora piùin equilibrio. L’undici mandrognonon si è accontentato del pari, pe-rò il Rimini ha esercitato una fortepressione. Il campo non permet-teva ai nostri portatori di palla digiocare perché era gibboso e per-ché i biancorossi sono stati braviad accorciare sempre a centro-campo. Giocare con lanci lunghinon ti permette di essere incisivoe ai nostri attaccanti infatti nonsono arrivate molte palle giocabi-li, ma ci pare che Scotti abbia fattoun paio di parate decisive. La par-tita era importante perché era unoscontro testa a testa e siamo riu-sciti a tenere il Rimini dietro.

«Sono molto contento di averriassaporato la partita dal primominuto perché mi mancava tan-tissimo. Il mio rientro è coincisoanche con una giornata particola-re, una gara molto sentita sia daparte del Rimini che da parte no-stra. Ci tenevamo a fare bella figu-ra, soprattutto per l’allenatore,

perché lui era il vero ex della parti-ta. Io sono soddisfatto sia di comemi sono sentito, sia per quello chesono riuscito a dare alla squadra eanche per la tenacia e la grinta chetutti abbiamo messo in una gior-nata in cui c’era da soffrire. In set-timana la mia condizione era cre-sciuta, quindi credo che il bicchieresia mezzo pieno. Si tratta di unpunto importante, perché abbia-mo affrontato la gara da squadramatura. Il match non è stato di li-vello eccelso, perché la gara era ca-rica di tensione e di aspettative.Chi è sceso in campo ha dato ilmassimo. La qualità del gioco ma-gari non è stata bella per gli occhi,ma è stata una prestazione di so-stanza», la lettura data da Taddei.

Mentre per Mirco Spighi «nonabbiamo giocato un’ottima parti-ta, però il pareggio è giusto». Haaggiunto: «Il campo non era il ter-reno ideale per fare la gara, gio-cando palla a terra. Io non sonostato troppo positivo perché venivoda una settimana difficile. Avevoavuto l’influenza e sapevo che sa-rei incorso in qualche difficoltà,ma sinceramente pensavo meglio.È sempre bello giocare a Riminiperché il pubblico è caloroso, peròl’approccio alla partita è statoquello di tutte le domeniche. Ilprolungamento del contratto è sta-ta una cosa bellissima ed è uno sti-molo in più per fare bene e infattiho cercato di fare del mio meglio,ma non sono riuscito ad andaresul fondo, come mi capita disolito». Da adesso in avanti le par-tite diventano tutte fondamentalivisto che mancano dieci giornateal termine del campionato. Lasquadra non dovrà lasciarsi con-dizionare guardando gli altri risul-tati, ma solo affrontare tutte le ga-re come se fossero una finale. Iconti si faranno poi alla fine.

SQUADRE PT

CLASSIFICA

Le prime otto classificate acce-dono direttamente alla C Unica■ Play-out; ■ Retrocessione

BASSANO VIRTUS 48

SANTARCANGELO 42

SPAL 39

MONZA 38

RENATE 38

REAL VICENZA 38

ALESSANDRIA 37

MANTOVA 35

FORLÌ 35

V. VECOMP VERONA 34

RIMINI (-1) 34

TORRES 30

DELTA P. TOLLE (-2) 29

PERGOLETTESE 28

CUNEO 26

CASTIGLIONE 23

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Page 3: Alessandria-Renate

Queste due settimane sono state davvero lunghissime per tutti.Due trasferte così impegnative e così relativamente lontane so-no difficili sia da preparare sia da affrontare: per i ragazzi, per lasocietà, per i tifosi. Una sconfitta immeritata, quella di Ferrara,dove l’arbitro ha contributo in maniera a dir poco determinantealla vittoria biancoblù. Contro la Spal, però si è vista un’Ales-sandria aggressiva, grintosa e cattiva nonostante l’uomo in me-no. I Grigi hanno reagito come si sperava: riorganizzati e, so-prattutto, uniti sono riusciti a contrastare una Spal fino a quelmomento subiva le azioni mandrogne.A Rimini invece un pareggio importante, su un campo davveromalconcio e con una informazione un po’ improvvisata, date lemolteplici assenze (tra cui quella di Baiocco, nuovo leader indi-scusso di questa Alessandria, che si è reso indispensabile inuna manciata di partite). Guardando in avanti, però, le belle no-tizie non mancano: si ritorna finalmente al Moccagatta, chequest’anno ancora nessuno è riuscito a espugnare. Poi, possia-mo rivedere i vari squalificati, sperando che Ferrani, domenicaout per un ginocchio, possa aggregarsi a loro. Ed è da ormai unmese che aspettiamo il suo ritorno, magari questa è la voltabuona: un Fausto Ferrari seduto in panchina, pronto ad entrareal fischio del mister. Domenica arriva il Renate, diretta concor-rente per i primo otto posti. All’andata un insoddisfacente pa-reggio aveva coronato una prestazione spenta e noiosa, in unostadio vuoto e silenzioso: solo qualche coro Alessandrino spez-zava quell’atmosfera quasi desertica. Solo le sciarpe grigie co-loravano i gradoni. Ma questa volta, non sarà così, perché sonocambiate tante cose e sicuramente ci attenderà un match total-mente diverso, con tanta energia e adrenalina sugli spalti, conla voglia di gioire insieme che penetra fin dentro le mura, con lavoglia di festeggiare questi 102 anni con una prestazione eccel-lente, con un tifo invidiabile e con una serenità che da troppotempo, non si viveva. Quindi niente scuse, alle 14.30 tutti alMoccagatta, i ragazzi hanno bisogno del nostro sostegno... Enoi abbiamo bisogno di Grigi, è passato troppo tempo dall’ulti-ma partita in casa e siamo in piena crisi di astinenza!

HURRÀ GRIGI 321 feb. 2014

PUNTO GRIGIO di Giovanni Mediliano

Orso, adesso mostraci la tua faccia cattiva!

PARLA L’ORSO di Beatrice Bruno

Finalmente a casa

Èsuccesso la scorsa estate, in Cit-tadella, nel corso della presenta-zione ufficiale dell’Alessandria

per la stagione 2013-2014, la primatutta di Luca Di Masi, quella che dove-va (che deve) segnare il momento del-la definitiva rinascita grigia... In quel-l’occasione abbiamo visto la ‘facciacattiva’ dell’Alessandria. La faccia diuna squadra che, nelle intenzioni esti-ve, nelle speranze dei sostenitori, nellaconvinzione di più o meno tutti gli ad-detti al settore, avrebbe dovuto azzan-nare il campionato, piantarci dentro isuoi aguzzi denti da orso e non molla-re più la presa. Una faccia cattiva, du-ra, assassina, addirittura arrogante:troppa la forza sprigionata, troppa lasuperiorità prevista... Quell’Alessan-dria però è rimasta confinata tra lemura e i bastioni di Cittadella, limi-tandosi a qualche rara uscita oltre Ta-naro solo per estemporanee esibizioniin Spalto Rovereto, sul terreno delMocca, dove sporadicamente Cam-maroto e compagni sono riusciti a

mostrare i denti, a far paura all’avver-sario di turno. Quando si è trattato diviaggiare, di andare a far visita in casaaltrui l’orso cattivo e sanguinario si èspesso trasformato in una candidaeducanda, timorosa, paurosa, incapa-ce di far male. Dottor Jeckill e MisterHyde. Quando si fanno trecento chilo-metri e più per seguire i ragazzi in unatrasferta è bello affrontare la strada delritorno col corredo dei tre punti con-quistati, si acquisisce la consapevolez-za di non essersi mossi invano, di averanche offerto un contributo impor-tante alla vittoria. Mettersi in macchi-na dopo una sconfitta maturata neiminuti finali o dopo un pareggio sti-racchiato e difeso coi denti, non rendeparticolarmente felici. Soprattutto do-po essere stati testimoni di quella pre-sentazione da urlo! D’accordo che, inqualsiasi luogo scenda a giocarel’Alessandria, per i nostri avversari sitratti della sfida dell’anno: affrontare iGrigi e far bella figura rappresenta pertutti un distintivo da apporre sulla

giacca della domenica. Tutti moltipli-cano le loro forze, di fronte alla magliagrigia. Ma questo già lo sapevamo, loabbiamo sempre saputo. Lo sapevamogià quest’estate in Cittadella: anzi,proprio in quella serata avrebbe dovu-to emergere in tutto il ‘mondo’ grigiola convinzione di dover... stravincere,per vincere. Con quei presupposti,con quella forza, con quell’arroganzaera logico aspettarsi da parte di tutti inostri avversari la voglia di fare il col-po contro di noi.

E allora, timida signorina in magliagrigia, trasfòrmati in cattiva e deva-stante megera! Spaventa i tuoi avver-sari ancor prima di scendere in cam-po, fai capire loro che in quei novantaminuti non c’è storia, non ci può esse-re storia, perché la storia l’abbiamosempre fatta e la faremo sempre noi,con quella maglia grigia unica che èsinonimo di positiva arroganza, di po-tere, di vittoria. Vogliamo l’orso dellaCittadella, non il ‘peluche’ da teneresui sedili dell’auto!

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Page 4: Alessandria-Renate

Silvio, so che sei stato a Ferrara ea Rimini, tornando a seguire iGrigi in trasferta.

«Radio Voce Spazio ha deciso di offri-re questo servizio agli ascoltatori e ionon mi sono tirato indietro, trattando-si dell’Alessandria.»

Quest’anno, a dire il vero, ti abbia-mo sentito poco...

«È abbastanza difficile organizzareuna diretta dallo stadio, quando man-ca un regista in studio, ma, con l’ine-sauribile tenacia di Don Ivo Piccinini,tutti i problemi giungono a soluzione.»

Parliamo di calcio giocato. Cosapensi di questo duplice impegno fuo-ri casa dei grigi?

«Senza mezzi termini, penso che siastata una sconfitta: portare a casa unpunto da due campi pur non facili, in-cassando tre reti e realizzandone due escendendo dal terzo al settimo posto inclassifica per me è una sconfitta senzase e senza ma.»

Eppure alcuni nostri colleghi han-no avuto parole di elogio per la parti-ta di Rimini, parlando di incontro ac-corto, disputato ‘con giudizio’.

«Non condi-vido. E aggiun-go di più: po-trei associarmi

a certi giudiziespressi dopo

la trasferta ro-magnola se l’Ales-sandria avesse gio-cato contro una

formazio-ne di

categoria e caratura decisamente supe-riori, di cui andavano neutralizzate lefonti di gioco e le iniziative offensive.Non mi pare proprio che il Riminirientri nella suddetta categoria. E nonmi pare che le carenze di organico del-l’Alessandria fossero tali da giustificareuna partita disputata con atteggia-mento più difensivo che nonoffensivo.»

Eppure parevano tutti concordi nelsottolineare l’assenza dei titolari...

«Mancavano certamente giocatoridel calibro di Ferrani, Baiocco e Mar-coni, ma, eccezion fatta per Tanaglia,non mi pare che gli altri dieci elementiin organico fossero abituali riserve.»

Per quanto riguarda Ferrara, Cichi-nisio, sulle pagine di Alessandria Og-gi, ha scritto che i grigi quei tre gol liavrebbero presi anche se avesserogiocato in 14...

«Se guardiamo alla dinamica dellereti subite a Ferrara, non posso che es-sere d’accordo con Cichinisio, ma, daqui a sostenere che aver giocato in infe-riorità numerica oltre metà partitanon abbia inciso sul risultato, ce necorre. Purtroppo, però, non esiste con-troprova.»

Cosa pensi di chi sostiene chel’Alessandria di Cusatis aveva proble-mi perché la difesa manteneva una li-nea troppo bassa?

«Rispondo che preferisco occuparmidell’Alessandria di oggi. Comunquesia, mi pare che il gioco dell’Alessan-dria di Cusatis non si arenasse in dife-sa ma a centrocampo (del resto l’ex al-lenatore bustocco non aveva cattivinumeri dal punto di vista dei gol subi-ti).»

Ma, cerchiamo di arrivare al cuoredel problema. Questa Alessandria, ti

piace o non ti piace?«Questa Alessandria non mi ha

entusiasmato fino a dicembre, ma

ritengo che il mercato di gennaio siastato di grande qualità e abbia permes-so ai grigi di fare un bel balzo in avantisotto tutti i profili, basti dire che ungiocatore come Ferrani sembra essersigià conquistato la maglia da titolare eche con Baiocco abbiamo acquistatoquel cervello di centrocampo che man-cava dai tempi di Camillucci (e che te-nuta fisica a 39 anni d’età!). Oggi iopenso che l’Alessandria possa imporsisu ogni campo del suo girone e, se nonfosse stato chiaro, è proprio per questoche sono molto deluso da questo dop-pio impegno forestiero, perché ho gran-de fiducia nei mezzi di questasquadra.»

Si dice che la concorrenza sia piùche mai bassa...

«Devo dire che la storia del livellobasso del campionato è un refrain chemi trova abbastanza d’accordo, anchetenuto conto degli esiti inaspettati dimolti scontri testa-coda. Tuttavia, cre-do che il giudizio su una squadra deb-ba tenere conto pure del contesto in cuiquesta si muove: anche per questo hofiducia.»

Molti già dicono che l’annoprossimo la squadra sarà co-munque da rifondare...

«A costoro rispondo che intan-to bisogna cercare di concluderenel migliore dei modi il presentecampionato.»

Un’ultima domanda: Menegattisi è riscattato con l’ultimacampagna acquisti?

«Se dietro gli arrividi Ferrani, Baioccoe Morga c’è la suamano, certamentesì. Su Buonocun-to e Sanpaolesinon posso an-cora esprimereun giudizio.»

Giacomo PoluzziPer questa edizione, la rubrica parlerà di Giacomo Poluzzi.Natoa Bologna il 25 Febbraio 1988, ha esordito in serie D nel Creval-core squadra di un piccolo paesino bolognese, con ben 33 pre-senze. Poi vanta di campionati con le maglie del Carpi, del Gub-bio ed infine della Giacomense, dove oltre a lui ha giocato AlexSirri, e ha lavorato il diesse Massimiliano Menegatti. Poluzzi èarrivato qui in punta di piedi avvicinandosi a una delle grandibandiere dell’Alessandria di questi ultimi anni: Andrea Servili: ecosì fu subito polemica. Qui ogni scusa è buona per discuternevivamente a riguardo. Nessuno avrebbe voluto che il nostro ca-ro portierone Servili, si fosse ritrovato a far panchina da un an-no con l’altro, date le sue qualità note oramai a tutta la lega pro.Eppure Andrea, che sta raggiungendo un’età importante ha vo-luto contribuire a crescere questo ragazzo nei migliore dei mo-di. Subito preso un po’ di mira dal pubblico alessandrino, per-ché si sa, Alessandria non è una piazza facile, Poluzzi non si èarreso e ha continuato a lavorare impegnandosi sempre almassimo, sacrificandosi tantissimo e soprattutto ascoltando iconsigli di chi questi campionati li conosce fin troppo bene. Ov-vio, qualche scivolone lo ha preso e presumo fosse inevitabile,ma è stato determinante anche in molte occasioni. Dopo l’insi-

curezza fatta trasparire a Ferrara infatti, il portiere classe‘88 si è fatto sentire a Rimini, concludendo a porta im-battuta e collezionando tre se non quattro interventidavvero importanti. Probabilmente l’approccio inizialeè stato sbagliato, ma era anche comprensivo: Servili hacondiviso con noi annate davvero indimenticabili e ciha regalato emozioni che nessun altro portiere proba-

bilmente potrà regalarci, ma la storia è questa, e chissà,magari tra qualche anno ritroveremo il nostro superSer-

vili ad allenare il suo attuale compagno di squadra, permigliorare ancora di più le doti evidenti di que-

sto ragazzo. Per quanto Poluzzi possa averpoca esperienza, negli ultimi anni ha co-munque giocato in campionati con squa-dre importanti, collezionando, in tre sta-gioni alla Giacomense, una settantina dipresenze. Speriamo che Giacomo pos-sa continuare sereno questo percorsoche ha iniziato ad affrontare all’iniziodi questa stagione. Da parte nostra ci

deve solo essere sostegno nei confrontidi chi potrebbe mettere una firma inde-lebile nella storia dei nostri colori.

HURRÀ GRIGI4 anno VI n. 3

L’INTERVISTA a Silvio Bolloli (Radio Voce Spazio)

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Page 5: Alessandria-Renate

MassimoCASTELLI

HURRÀ GRIGI 521 feb. 2014

La Città a Teatro

Mercoledì26 febbraio 2014

Oltre 200 repliche in 150 città italiane3 milioni di spettatori su youtubeFra le rivelazioni di Zelig 2011Musica, letteratura, storia, geografiaEducativo, mai volgare...

Stagione Teatrale 2013/2014

Cinema Teatro Alessandrino - Via Verdi 12 - AlessandriaDirezione Artistica: Massimo Bagliani

Ore 21,00 - Biglietti: platea intero 25 euro - platea ridotto 22 euro - galleria 17 euroInformazioni: www.cinemalessandrino.it - Tel. 0131 252644Tutti i giorni dalle ore 16 alle ore 21 alla cassa del teatro

OBLIVION SHOW 2.0IL SUSSIDIARIO

ta una partita che mi ha lasciatodavvero tanto: rancore, rimpiantima soprattutto la voglia di riscattoe di rivincita! Poi mi ricordo Ales-sandria-Siena, una partita spetta-colare dal punto di vista del tifo,cantavamo tutti a squarciagola. Ioho avuto l’onore di vedere tutti glispareggi e di conseguenza di parti-te meravigliose ne potrei tirare giùmolte altre. Ma queste sono davve-ro quelle che mi hanno più emo-zionato. Di match ne ho vissutidavvero tanti, c’è stato un periodoin cui i miei coetanei mi prendeva-no in giro proprio perché ero l’uni-co ad andare a vedere l’Alessandriain Eccellenza... Poi la serie D, la ri-nascita... E li ho fatto rimangiaretutto a tutti!»

Come ti capisco, anche a memolte volte pongono la domanda‘Perché vai a vedere l’Alessan-dria’, io non rispondo nemmeno,tanto non mi potrebbero mai ca-pire! A questo proposito, cosa si-gnifica per te essere tifoso?

«Io sono di San Michele e di con-seguenza non sono mai riuscito apartecipare in modo così attivo al-l’allestimento delle coreografie oalle riunioni dei vari club, peròpenso che essere tifoso sia ben al-tro. Essere tifoso significa viverel’Alessandria con la stessa grinta,la stessa passione, lo stesso amoredi quando si era più giovani. Per

me l’Alessandria dura tutta la set-timana. La domenica pomeriggiofinisce una partita? Io il lunedìmattina penso già alla gara suc-cessiva. Essere tifoso significa spe-rare che tutto migliori di domenicain domenica, significa puntaresempre più in alto. Non bisognaaccontentarsi con una squadra cheha una storia come la nostra. Esse-re tifoso significa anche cercare dicoinvolgere i più giovani. Spronar-li, farli innamorare, da fuori nonsanno che si perdono e una voltache entrano al Moccagatta, sannodi non riuscire più a farne a meno.Quando io ero giovane venivano icapi ultras davanti alle scuole afare volantinaggio era una manie-ra diretta e molto molto efficace.Ora ci sono tantissimi social net-work dove far propaganda, ma se-condo me non è la stessa cosa. Es-sere tifosi significa effettuare ilcambio di testimone. Mio nonno loha fatto con me, io ora lo voglio fa-re con mio figlio, nonostante tuttele difficoltà che questo gesto com-porta: è difficile che un bambino,con tutte le altre possibili attivitàai giorni nostri, si innamori di unasquadra di calcio. Eppure me loporto dappertutto, voglio fargli vi-vere ciò che mi ha reso tanto orgo-glioso. Essere tifoso significa amarel’Alessandria come se fosse una fi-danzata. Io sono anche uno pseu-

do interista. Sull’Inter possono farequalsiasi tipo di battuta, ma guaia chi mi tocca l’Alessandria.»

Quali sono i migliori e i peggio-ri giocatori che hai visto con lamaglia grigia?

«Di peggiori non ne voglio pro-prio citare. A me basta che indossi-no la maglia grigia, io li sosterròsolo per questo. Di migliori te neposso dire quattro: Fabio Artico,penso di non dover dar spiegazio-ni... Poi Ciccio Marescalco... anchequi un nome una garanzia, Fonta-na e Dolso. Quest’ultimo resterà ilmio idolo indiscusso. Mi piacereb-be andare a ‘C’è posta per te’ soloper rincontrarlo!» (ride)

Quale coro porti nel cuore eperché?

«Quando sono arrivato in curva,il coro che più era d’impatto e chepiù mi piaceva era ‘GrigiGrigiGrigiAlèAlèAlè’, è un coro con cui sonocresciuto e che ogni volta che lo siintona in curva mi vengono i bri-vidi. Un altro è quello sulle notedella Marsigliese. L’ultima volta loabbiamo fatto contro il Monza,c’era davvero un bel tifo e mi hasempre emozionato un sacco.»

Anche a me piace tantissimo ilsecondo, perché fa trasparirel’energia e la voglia di esprimersicon la voce dei supporters. Faiuna critica costruttiva alla nuovadirigenza.

«Prima di tutto, devo ringraziareil presidente e i suoi collaboratoriper quello che hanno fatto e chefaranno per noi, senza di loro nonsaremmo qui. Secondo me però al-l’inizio sono stati molto chiusi, noisiamo alessandrini ma siamo ca-lorosi come una piazza del sud,siamo loquaci, ci vogliamo bene esiamo anche tanto difficili. Ora sisono sciolti moltissimo, ma all’ini-zio avevamo bisogno di una sortadi rapporto umano da instaurarecon coloro che ci avrebbero portatoin alto, uno sguardo da guardareda vicino e non dalla platea di unteatro, uno sguardo in cui credere,uno sguardo su cui contare, unosguardo con cui confrontare il pro-prio modo di vedere, una parolada ascoltare, un discorso da intrat-

Araccontarci la sua storia ela sua passione, per questaedizione sarà Massimo Ca-

stelli, grande tifoso grigio e so-prattutto grande frequentatoredella Nord, che sta pian piano cer-cando di passare il testimone alsuo bambino.

Iniziamo subito, Massimo. Daquanto vieni in curva? ricordi latua prima volta al Moccagatta?

«Allora, io vengo in curva dal1984, ero un bambino, avrò avutootto, nove anni. Mi sono innamo-rato dal primo minuto che ho pas-sato al Moccagatta e da quel mo-mento lì non mi sono mai tiratoindietro. La prima partita non mela ricordo proprio, però era l’annodello spareggio a Modena, e quellapartita invece me la ricordo benis-simo. Ero arrivato un po’ in ritardoe la curva era praticamente tuttapiena. Mi avevano messo un ungruppo di tifosi in un posto moltodefilato dove si vedeva davvero po-chissimo. Ma il tifo era davveromozzafiato!»

Immagino! Quando mi raccon-tate questi aneddoti non sapetel’invidia che mi fate salire... Glisvantaggi di essere troppo giova-ne! Quali sono state le partite piùemozionanti?

«Una tra le più recenti è stataAlessandria-Salernitana, non saròil primo a menzionarla, però è sta-

FACCE DA CURVA di Beatrice Bruno tenere davanti alla sede in un gior-no qualsiasi. Tutto ciò che pianpiano sta arrivando e che forse,noi, troppo precipitosi, volevamogià il primo giorno.»

Pensi che Ferrari sia pronto perfare il grande debutto? Ci daràuna grande mano in questo finaledel campionato?

«Parlando da tifoso, è una vitache aspetto un giocatore così. Uncentroavanti puro. Uno che spaccala porta e fa venire giù la curva.Uno alla Artico? No perché Articonon nasceva centroavanti purissi-mo, lui svariava molto... Ma unocon la sua voglia di fare e la sua te-nacia. Secondo me Ferrari è unodei più forti attaccanti che abbia-mo preso negli ultimi anni. Nonvedevo l’ora di vederlo in campo eil giorno in cui si è rotto ho passatouna giornataccia. Credo ci possaoffrire davvero tantissimo, perchése prima eravamo da nove, con luidovremmo essere da 10 e lode. For-za Fausto, ti siamo aspettando!»

Cosa ne pensi di queste ultimedue trasferte?

«Premettendo che non sono po-tuto andare a Rimini per diversiimpegni, dico però che ho potutoassistere alla partita di Ferrara. Sefossimo rimasti in undici per tuttii novanta minuti avremmo sicura-mente fatto bottino pieno. Li ab-biamo schiacciati per trenta minu-ti, lo avremmo fatto per gli altrisessanta. Nonostante l’uomo inmeno non abbiamo mai mollato eabbiamo cercato la conclusioneanche a un minuto dalla fine. Tro-vo che la partita contro la Spal siastata determinata dalle decisioniarbitrali, ma oramai è andata così.Sono state comunque due partitearrivate nel momento sbagliato,ma non saranno di certo Spal e Ri-mini a fermare la foga dell’Orso!Ora ci dobbiamo trasformare inun rullo compressore e non farpassare nessuno. Le altre squadreci temono, ma da domenica ci de-vono temere tre volte di più. Unasquadra di calcio che gira può es-sere uno stimolo anche per un’in-tera città in crisi come Alessandria.Quindi duma adoss!»

MassimoCASTELLI

MassimoCASTELLIMassimo

CASTELLIMassimo

CASTELLIMassimo

CASTELLIMassimo

CASTELLI

Page 6: Alessandria-Renate

HURRÀ GRIGI6 anno VI n. 3

CENT’ANNI DI GRANDI SFIDE Ricerca a cura di Mario Bocchio, fotografie da museogrigio.it

Quando l’Orso riuscì a ghermireGli incontri tra Alessandria e

Lazio sono stati 26: 8 sono isuccessi dei Grigi, 14 quelli

dei biancazzurri mentre i pareggisono 4; 30 le reti alessandrine, 48quelle laziali.

Andiamo nei dettagli: in riva alTanaro, a fronte di 2 risultati finitiin parità, 6 sono le vittorie perl’Orso e 5 per gli Aquilotti, mentrenella capitale (sempre 2 le partiteda x), 9 i successi dei laziali e 2 deimandrogni.

Il primo match è datato 20 otto-bre 1929 e terminò 0-0 a Roma al-l’allora Stadio della Rondinella,mentre nel ritorno, il 16 marzo1930 i Grigi si imposero per 4-2,grazie ai gol di Ferrari, Chierico eCattaneo (doppietta), mentre gliospiti andarono a segno con Spi-vach e Ziroli.

Il 4 dicembre 1932 a Roma la La-zio si rifece del risultato pesante,surclassando l’Alessandria per 6-0grazie alle doppiette di Demaria eBisigato e alle realizzazioni diGuarisi e Castelli su rigore.

Un bel successo dell’Orso Grigioè quello dell’8 aprile 1934: Ales-sandria-Lazio 3-2, con doppiettadi Notti (il centro decisivo al 90’) eCattaneo su rigore e centri di Re-migi e Guarisi per i biancocelesti.

Il 10 marzo 1935, grazie ancoraa Notti, i Grigi ottennero il loroprimo successo esterno, 1-0, men-tre il 6 ottobre 1957 confezionaro-no quel rotondo 4-0 casalingo cheancora oggi viene ricordato dai ti-fosi più anziani. Traverso, due vol-te l’eccentrico svizzero Vonlan-then e Vitali furono i marcatori digiornata.

Ritornando indietro negli anni,ricco di emozioni è stato il 2-2 del13 giugno 1948 al ‘Moccagatta’;nell’ordine: De Andreis (L) al 20’,Stradella (A) al 26’, Coscia (A) al63’ e ancora De Andreis (L) al 69’.

Il 19 aprile 1959, i Grigi realizza-rono il netto 2-0 allo Stadio deiCentomila (oggi Olimpico): Dori-go e Moriggi.

L’ultima sfida ufficiale tra i dueclub rimane quella del 5 giugno1960: Alessandria-Lazio 0-0.

***

Nel 1936 l’Alessandria raggiun-se, dopo aver battuto Cremonese,

Modena, Lazio e Milan, la finale diCoppa Italia, giocata a Genova l’11giugno 1936 e persa per 5-1 con-tro il Torino. Nell’estate del 1936fu la Lazio, che dopo aver già sot-tratto Piola alla Pro Vercelli era al-lora in procinto di allestire unasquadra che potesse puntare allavittoria dello scudetto, a offrire al-la squadra grigia la considerevolecifra di 400.000 lire per i tre pro-

mettenti centrocampisti Busani,Riccardi e Milano: i dirigenti grigiaccettarono, ma la squadra non fupiù all’altezza delle aspettative ecrollò per la prima volta in B altermine del campionato 1936-’37.

Giovanni Riccardi, classe 1911,è stato un centrocampista dellacosiddetta scuola alessandrina,che negli anni Venti e Trenta pla-smò mediani e ali di grande valo-

Tutte le partite20/10/1929 Lazio-Alessandria 0-0 16/03/1930 Alessandria-Lazio 4-230/11/1930 Lazio-Alessandria 3-110/05/1931 Alessandria-Lazio 1-329/11/1931 Alessandria-Lazio 2-124/04/1932 Lazio-Alessandria 2-204/12/1932 Lazio-Alessandria 6-030/04/1933 Alessandria-Lazio 0-119/11/1933 Lazio-Alessandria 1-008/04/1934 Alessandria-Lazio 3-221/10/1934 Alessandria-Lazio 1-210/03/1935 Lazio-Alessandria 0-129/12/1935 Lazio-Alessandria 3-026/04/1936 Alessandria-Lazio 2-027/12/1936 Lazio-Alessandria 4-002/05/1937 Alessandria-Lazio 1-526/01/1947 Lazio-Alessandria 3-129/06/1947 Alessandria-Lazio 2-118/01/1948 Lazio-Alessandria 1-013/06/1948 Alessandria-Lazio 2-206/10/1957 Alessandria-Lazio 4-023/02/1958 Lazio-Alessandria 2-124/12/1958 Alessandria-Lazio 0-219/04/1959 Lazio-Alessandria 0-231/01/1960 Lazio-Alessandria 2-005/06/1960 Alessandria-Lazio 0-0

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Nell’estate 1936 la Lazio, chepuntava allo scudetto, presedai Grigi Busani, Riccardi eMilano per la considerevolecifra di 400.000 lire e l’Orso

per la prima volta andò in B

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NUOVA APERTURA Ci siamo trasferiti da via Canova 33NUOVA APERTURA Ci siamo trasferiti da via Canova 33

re; giocò con la maglia grigia delsodalizio piemontese per sei sta-gioni, ottenendo un sesto posto inA (esordì in un derby contro il Ca-sale del 1930) nel 1931-’32 e, ap-punto, la finale di Coppa Italia1935-’36. Tra i suoi pigmalioni, gliallenatori Franz Hansel e RudolfSoutschek, che intuirono il suopotenziale offensivo. Nel 1936esordì in Nazionale B.

Page 7: Alessandria-Renate

HURRÀ GRIGI 721 feb. 2014

l’Aquila: le sfide contro la Lazio

La salvezza fu l’obiettivo anchenel campionato di serie A 1958-’59: vennero tesserati l’argentinoJuan Carlos Tacchi, Lorenzi e Do-rigo. Decisivi furono i punti con-quistati con Lazio, Napoli, Juven-

tus e Roma. Il finale di torneo, il 2giugno 1959, è ricordato in tutti gliannuali mondiali del calcio perl’esordio di Gianni Rivera nellagara interna (1-1) contro l’Inter.Tra i giocatori talentuosi, ma nello

stesso tempo ‘cavalli matti’, cheabbiano mai difeso i colori del-l’Alessandria, figura Arrigo Dolso.Nato a San Daniele del Friuli il 12novembre 1946, giocatore manci-no, divenne campione italiano

Primavera nelle fila dell’Udinese,dove iniziò nel 1964 la sua lun-ghissima carriera nel professioni-smo. Nella stagione 1966-’67 ven-ne acquistato dalla Lazio con cuifece il suo esordio in serie A, il 18settembre 1966 nella partita Fio-rentina-Lazio (terminata con il ri-sultato di 5-1). Giocò sei anni nel-la capitale, intervallati da una sta-gione al Monza. Il suo bilanciocon la Lazio è di 80 partite com-plessive (68 in campionato, 9 inCoppa Italia, 2 in Coppa delle Alpie 1 in Coppa Uefa) e 6 gol (tutti incampionato). Con la maglia bian-coceleste ha conquistato la Coppadelle Alpi nel 1971. Nel novembredel 1971 si trasferì al Varese. Se-guirono stagioni ad Alessandria,Benevento, Trapani, Grosseto eRavenna. È stato nella Nazionalemilitare e in quella Under-21. Ge-nio e sregolatezza: un vero e pro-prio artista. Oggi eccolo dritto co-me un albero, sul molo di Porto-ferraio, magro come allora, i ca-pelli abbondanti come allora, ilsorriso da ingenua canaglia comeallora ... «Sono venuto quaggiù nel1984, quando smisi di giocare.Avevo bisogno di un’isola, di un ri-fugio. Il mare c’entra poco, a mala-pena mi tengo a galla. Da bambi-no trascorrevo i pomeriggi nel cor-tile di casa ad inseguire il pallone.Giocavo scalzo o con le pezze cheavvolgevano i piedi. Nel ‘60, entrainelle giovanili dell’ Udinese. Nel‘66, mi acquistò la Lazio, pagandouna bella somma, 95 milioni. ARoma rimasi fino al ‘71. Mi ritirainell’84. Avevo 38 anni, ma conti-nuai a giocare con gli amici. Ancheora, tre volte a settimana mi diver-to con il calcetto». Divertirsi: è sta-to il filo conduttore dell’ esistenzadi Dolso. Aveva un piede sinistroche incantava. Aveva talento. Madoveva divertirsi.

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Giuseppe Lorenzetti detto ‘Pe-petto’, scomparso da poco, vantaquattro presenze in A con il Fog-gia 1976-’77 e la Coppa Italia diSerie C del 1973, vinta con l’Ales-sandria. Anche lui, come Dolso,proveniva dalla Lazio. Protagoni-sta dell’ultima promozione deiGrigi in B, Edoardo ‘Edy’ Reja èoggi l’allenatore della Lazio, unapiazza che gli ha riservato non po-che soddisfazioni.

Gaetano Legnaro ha giocatocon l’Alessandria dal 1965 al 1970segnando 5 reti; ha giocato poinella Lazio dal 1970 al 1972, colle-zionando anche 33 presenze euna rete nella massima serie, masfortunatamente la formazioneromana retrocesse nel 1971. No-nostante questo lui continuò a ri-manere nella Lazio; ha giocato dal1972 al 1979 nell’Ascoli totalizzan-do 175 presenze e una rete, ed in-fine nel Taranto dove ha collezio-nato 19 presenze senza mai se-gnare.

Dopo che i fratelli Calleri lascia-rono la presidenza dell’Alessan-dria per prendere la via di Romasponda laziale, salvando il sodali-zio biancazzurro dal fallimento,anche tre giocatori, peraltro di lo-ro proprietà, ne seguirono le trac-ce. Giancarlo Camolese, origina-rio di Torino, crebbe calcistica-mente nel San Mauro, per passarepoi in forza al Torino nel 1974, ar-rivando a giocare in prima squa-dra in Coppa Italia. Vestì poi lemaglie di Biellese, Reggina, Ales-sandria, Lazio, Padova, Vicenza,Taranto e a fine carriera della Sa-viglianese. Dall’Alessandria allaLazio anche Angelo Gregucci. Eu-genio Sgarbossa, veneto classe1964, da ragazzo giocò nelle gio-vanili del Torino, per poi passareall’ Orbassano, all’Alessandria ealla Lazio.

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1 Lazio-Alessandria 20 ottobre 1929. 2 Riccardi Costenaro e Gastaldi. 3 Lazio-Alessandria 3-0, torneo 1935-’36. 4 Ales-sandria-Lazio 4-0, annata 1957-’58. 5 Lazio-Alessandria 2-1, ancora nel campionato 1957-’58. 6 Lazio-Alessandria 2-1,1957-’58. 7 1958-’59, Alessandria-Lazio sospesa per nebbia. 8 Lazio-Alessandria allo stadio Flaminio. 9 Lazio-Alessan-dria all’Olimpico. 10 Lazio-Alessandria, 1961-’62. 11 Ancora Lazio-Alessandria al Flaminio. 12 ‘Pepetto’ Lorenzetti.

Page 8: Alessandria-Renate

Paolo Zirafa me lo ricordavoper il suo trascorso nei grigidal 2000 al 2002, ma non

avrei immaginato che un giorno,anche se indirettamente, avreicondiviso proprio con lui un titolosu un quotidiano sportivo. E inve-ce, ciò è accaduto su La NuovaFerrara, il lunedì successivo allagara di andata tra Alessandria eSpal dello scorso 7 ottobre, in oc-casione dell’anticipo in notturnatrasmesso dalla Rai. Un parterrede roi quella sera al Moccagattamolto ricco, visto che tra gli altri,erano presenti anche il mai di-menticato bomber Fabio Artico,Giacomo Cipriani (già attaccantedi Bologna, Sampdoria, Lecce eSpal) e Maurizio Brancaccio (exportiere di Spal, Alzano e Varese),senza contare la presenza saltataall’ultimo momento dell’ex gioca-tore grigio e spallino Stefano Pri-mizio.

«Beh, sono quelle occasioni incui, oltre al piacere di vedere incampo due squadre ricche di bla-sone, si salutano tanti vecchi ami-ci. E poi, l’Alessandria e la Spal so-no state due squadre in cui ho gio-cato; o meglio, con i grigi sì, perdue campionati... Mentre la Spalrappresenta uno dei miei piùgrandi rimpianti: avevo solo di-ciotto anni, ma sicuramente è sta-to il mio più grande errore. Allorala Spal era in Serie B e c’era come

allenatore della Primavera FrancoColomba, che nel frattempo eradiventato anche mister della Pri-ma squadra e che mi vedeva moltobene. Alla fine però decisi di torna-re all’Alzano Virescit (che era lasquadra dove avevo esordito), ri-manendo però di fatto fermo unanno, perché in quel periodo le re-gole erano diverse rispetto ad ora:la squadra lombarda era retroces-sa nei dilettanti e io avrei potutosolo trasferirmi in un’altra squa-dra tra i professionisti...»

...Un cammino che poi ti haportato a diputare tre campionaticon l’Alzano Virescit (compresa laconquista della C/2, grazie ancheai tuoi 18 gol realizzati), altre trestagioni con il Cittadella (e un’al-tra promozione, questa volta inC/1, in cui hai segnato 16 reti),due anni all’Avellino, una breveparentesi nello Spezia, fino ad ar-rivare, nel 2000, alla tua primastagione disputata con la magliagrigia...

«Sinceramente, mi è capitatospesso di ripensare a quei duecampionati. Purtroppo, quandohai 25/26 anni e sei ancora abba-stanza giovane, non pensi comedovresti alla società, alla magliaper cui stai giocando e rischi di an-teporre gli interessi personali alleaspettative dei tifosi, dei dirigenti,ecc. Devo dire, però, che io sono ar-rivato ad Alessandria in un mo-mento un po’ particolare: intantoc’era Aldo Spinelli, che era soprat-tutto già il presidente del Livorno esinceramente noi non ci sentivamomolto considerati, come invece ac-cadeva per i giocatori della squa-dra toscana, che quell’anno infattipoi vinse il campionato. Inoltre, ioarrivavo dallo Spezia e questa ri-valità l’ho sentita particolarmentenel momento in cui, nella partitadi andata giocata ad Alessandria,

ci fu un episodio particolare: nelcorso di una palla gestita male,proprio sotto la Nord, io e il portie-re dello Spezia ci siamo pratica-mente trovati corpo a corpo e, do-po il contrasto, d’istinto mi vennespontaneo abbracciarlo, visto checi conoscevamo bene ed eravamoamici... Non l’avessi mai fatto! Ini-ziarono ad arrivare fischi ogni vol-ta che toccavo palla: non fu unabel momento della mia carriera,anche perché alla fine dell’annosembrava che io fossi stato il re-sponsabile della retrocessione...»

Quell’anno l’allenatore era Ro-berto Pruzzo, il grandissimo excentravanti del Genoa e della Ro-ma tricolore del 1983: che ricordone hai?

«Come giocatore è stato uno deimiei attacanti preferiti: potente efortissimo di testa, con un’eleva-zione incredibile. Un altro che mipiaceva tantissimo era Luca Vialli:per il suo modo di giocare, per co-me caricava i compagni e si dan-nava l’anima, per le sue acroba-zie... Tornando a Pruzzo, diciamoche da allenatore non ha avuto lastessa fortuna rispetto a quandogiocava: un po’ per i suoi errori, unpo’ per demerito nostro, alla finenon si creò mai quel feeling fonda-mentale all’interno di uno spoglia-toio...»

Quali sono gli allenatori invecea cui sei rimasto più legato?

«Innanzitutto Ezio Glerean, chemi ha ‘aperto la mente’ per ciò cheriguarda la tattica. Poi LucaPrina, l’attuale allenatore dell’En-tella che io ho avuto alla Pro Bel-vedere Vercelli: è un mister chemette davvero una passione incre-dibile nel suo lavoro e tuttora homantenuto con lui uno splendidorapporto. E poi sicuramente Gae-tano Auteri, a Siracusa: con lui cifu subito una discussione, ma do-

po due o tre giorni ci siamo chiari-ti e da lì in poi ci fu una grande in-tesa, sia sotto il profilo umano siasotto quello tattico. A lui riconoscoil grande merito di avermi fattocapire l’importanza di giocare peruna maglia importante, di quantosia fondamentale essere attaccatoai colori di una società ed avere unbuon feeling con la tifoseria: certo,avessi avuto prima Auteri comemister, forse avrei fatto un altro ti-po di carriera... E comunque, dadirettore sportivo, queste sono leprime cose che cerco sempre di tra-smettere ai giovani che stannomuovendo i primi passi nel mon-do del calcio, perché un conto è ca-pirlo a trent’anni come è successoa me e un altro è acquisire questamentalità sin dalle giovanili: so-prattutto quando arrivi in una so-cietà gloriosa, devi sentirti la ma-glia tatuata sulla pelle e dare tuttoper lei, sia in settimana negli alle-namenti, sia alla domenica du-rante la partita!»

Tornando alla tua esperienzamaturata qui ad Alessandria, nonbisogna dimenticare che il secon-do anno hai segnato la bellezza di22 reti su 33 gare disputate...

«E infatti, riprendendo il discor-so di prima, se nel primo anno erodiventato un po’ il capro espiatoriodi un certo tipo di situazione, nellastagione successiva le cose cambia-rono notevolmente. Certo, mi ri-cordo che all’inizio in ritiro ero an-cora un po’ beccato dal pubblico,ma poi iniziò un bellissimo perio-do: il feeling arrivò in una partitadi Coppa Italia, contro la Valenza-na. Quel giorno vincemmo 1-0,con un mio rigore realizzato sottola curva Nord: la mia esultanza fusincera e probabilmente, nel mo-mento in cui andai a ricevere ide-almente l’abbraccio di tutti i tifosi,scattò qualcosa da entrambe leparti. E infatti, alcuni gol realizza-ti quell’anno me li ricordo ancoraoggi molto bene: prima ti citavoVialli per le sue capacità acrobati-che... ebbene, ho ancora ben im-pressa nella memoria la rovesciatafatta a Biella, oppure il gol segnatonella gara di ritorno contro la San-giovannese».

...Caspita, dovevi tenerlo per ilritorno dei play-off...

«Eh... hai ragione, porca mise-ria... (sorride, ndr) ...E infatti, co-me potrai immaginare, l’unico

HURRÀ GRIGI8 anno VI n. 3

RISTORANTE PIZZERIA

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NOI ABBIAMO I GRIGI NEL CUORE di Gianmaria Zanier

«Zirafa che fa gol la curvaSpal,ilpuntodisvoltaAlessandrialaripartenzaNel momento più complicato la risposta più forte a livello caratteriale e tatticoAvvio di campionato duro ma l’8º posto è a 4 punti. Ora serve la prima vittoria

DOPO LO 0-0 NELL’ANTICIPO » SEGNALI POSITIVIdi Paolo Negri◗ FERRARA

Terzultimo posto. Ma guai farsifuorviare. E’ vero, verissimo, chea prima vista la classifica nonbrilla, anzi. Ed è altrettanto inne-gabile che dopo sei giornate dicampionato la Spal non ha anco-ra conquistato la prima vittoria.La graduatoria, però, dice ancheche i biancazzurri sono a 4 puntidall’ottava posizione, quella chedarà diritto di accesso alla pros-sima Lega Pro unica. Ed a 6 lun-ghezze dal primo posto. Consi-derando che il successo vale 3punti, le distanze non sono cer-to incolmabili, tutto il contrario.Aggiungiamoci che la Spal nondeve arrivare prima e neppureseconda o terza: 8ª andrebbe be-none. E rimarchiamo pure chedi sei partite la squadra di Rossine ha disputata quattro in tra-sferta. Ricordiamo che tre avver-sarie (Monza, Bassano ed Ales-sandria) erano e sono considera-te tra le principali favorite e, giàche ci siamo, mettiamo nel con-to - per l’ultima volta - che il ma-tch d’esordio a Meda col Renateè stato sospeso (con conseguen-te ripetizione della gara, dall’ini-zio, quindi dallo 0-0) quando laSpal conduceva 3-1 al 13’ dellaripresa.

Insomma, tutto ciò per annac-quare la predisposizione ferrare-se alla preoccupazione, se nonall’allarmismo. La Spal ha attra-versato un periodo delicato, hasubìto un contraccolpo, ha co-nosciuto un’evidente involuzio-ne di gioco rispetto agli scintilliiiniziali, ha avuto difficoltà tatti-che ed ha commesso errori sia indifesa che in fase realizzativa.Ma detto ciò, e con le puntualiz-zazioni iniziali, è lì. Viva ed incorsa. Se domenica al “Mazza”

batte il fanalino Bra (e deve bat-terlo), si rilancia davvero. L’in-contro di Alessandria, nell’anti-cipo di venerdì sera, può esserestato il punto (in tutti i sensi,non solo per lo 0-0 finale) di svol-ta. Nell’occasione più difficile(per caratura dell’avversario,

contesto ambientale, delicatez-za del momento, conseguenzegenerali in caso di sconfitta) ibiancazzurri hanno dato la ri-sposta più forte e confortante.Una prestazione di sostanza, fat-ta di carattere, attenzione, accor-tezza. La Spal ha mostrato tenu-

ta mentale, ha reagito, ha mo-strato altro passo e determina-zione rispetto a Castiglione. Sel’Alessandria è una big, il campoha detto che il livello dei grigi èidentico a quello degli uomini diRossi, che le due formazioni siequivalgono. Il portiere spallino

Menegatti non ha compiuto unasola parata (come Poluzzi). Al dilà del gol annullato a Scotto, nonsono state concesse conclusioniai piemontesi. La novità tatticaintrodotta da Leo Rossi ha certoinciso. Il passaggio dal 4-4-2 al4-3-1-2 ha garantito maggior

protezione alla difesa che infattinon è mai stata esposta (contra-riamente a quanto accaduto nel-le gare precedenti) a pericolosiattacchi centrali senza contrap-posizione della mediana. Inol-tre, la presenza di Braiati ha datosia maggior personalità, sia su-periore protezione a Fantoni (disuo in crescita) che non a casoha frenato Taddei.

Per contro, la Spal non ha cre-ato, o non ha gestito al meglioqualche contropiede. Pandianiè trequartista atipico. Non è rifi-nitore in senso testuale, è uomoda break, da accelerazioni, sva-ria. Ma è bravo. E c on questo as-setto la Spal si è dotata di una so-luzione in più. Così come ha unParo in più, oltre ad un puntoche può aver aiutato non poco aritrovare la consapevolezzasmarrita.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

◗ FERRARA

La Spal resta nel cuore di chil’ha conosciuta o vissuta e siporta dietro un carico di pas-sione, amore, e nostalgia. La ri-prova di ciò si è avuta venerdìsera ad Alessandria, quandouna pletora di ex spallini si èpresentata al “Moccagatta”per seguire da vicino i biancaz-zurri, rivedere vecchi amici,riabbracciarli, avere notizie suFerrara ed il mondo spallino.

Di Giacomo Cipriani abbia-mo detto già l’altro giorno, manon c’era solo lui. Prima dellapartita bisognava vedere il vol-to sorridente e gli occhi scintil-lanti del presidente WalterMattioli nel prendere sottobraccio e dialogare fitto conPaolo Zirafa. Un doppio ex, vi-sto che è stato meteora dellaSpal (era giovane, decise di tor-nare a casa), pur continuandoa portarla nel cuore («Ah, Fer-rara e la Spal...»), e poi bomberdella Giacomense nella stagio-ne della promozione dalla se-rie D alla C2 (annata2007/2008, 15 gol in 34 presen-ze). Dal canto suo, MaurizioBrancaccio (nonostante le tan-te dure prove che la vita gli hariservato e continua impieto-samente a riservargli) non haesitato a compiere il breveviaggio da Casale per assistereal match fianco a fianco conl’ex masseur biancazzurroMarco “Bubu” Mantovani, unaltro che il biancazzurro cel’ha dentro.

Al “Moccagatta” era poi pre-sente Gianmaria Zanier, gior-nalista locale figlio dell’ex por-tiere Adriano, cresciuto nella

Spal di Mazza, campione d’Ita-lia Primavera, poi numero 1anche dell’Alessandria, doveviene ancora ricordato tra i piùamati protagonisti dei succes-si “grigi” degli anni ’70 e ’80.Adriano Zanier non c’è più, sen’è andato improvvisamente emolto - troppo - presto - masuo figlio Gianmaria (dall’im-pressionante somiglianza colpapà) ne perpetua ricordi eamore per la Spal: «Mio padre- ci diceva Zanier - mi ha sem-pre rammentato come e quan-to Ferrara e la Spal lo abbianoprofondamente segnato. Inpositivo, ovviamente. Per que-sto, anche se io ricordo papàall’Alessandria, questa sera (ve-nerdì; ndr) mi sentivo emotiva-mente diviso. Alla fine, lo 0-0mi ha evitato... un dispiacere.Risultato tra l’altro giusto, tradue squadre di buon livelloche sicuramente saranno pro-tagoniste». (p.n.)

La formazione della Spal scesa in campo venerdì sera ad Alessandria (Fotoservizio di Luca Teodorini)

‘‘Il cambiodi moduloha dato

maggior protezioneAdesso va ritrovatapure l’efficacia offensivaMa ci sono soluzionie consapevolezza in più

SUGLI SPALTI

Spalnelcuore:ZirafaBrancaccioeZanierjr

Gianmaria Zanier al “Moccagatta”

Pandiani, trequartista atipico

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26 Calcio ❖ Seconda divisione LA NUOVA LUNEDÌ 7 OTTOBRE 2013

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grande rimpianto (il tono della vo-ce si fa molto più malinconico,ndr) resta l’assurda conclusione diquella stagione... Onestamente,ancora oggi non riesco a capire co-me abbiamo fatto a perdere quelcampionato: non l’hanno vinto glialtri, l’abbiamo perso noi, perchél’avevamo ‘stradominato’ a lungo ecomunque non dovevamo arrivarea giocarcelo in una semifinale diplayoff (contro la Sangiovannese igrigi persero per 3-0 in casa dopoaver vinto per 1-0 in toscana: maal ritorno Zirafa non era comun-que in campo, ndr). Evidentemen-te, arrivati a quel punto, come sisuol dire ‘non ne avevamo più’...»

Sei rimasto in contatto conqualche tuo ex compagno in ma-glia grigia?

«Sono molto legato a Marco Se-sia: ora lui fa l’allenatore e ci sen-tiamo almeno due o tre volte a set-timana. Poi Jimmy Moro, che era ilcapitano di quella squadra e Mas-similiano Scaglia. Sinceramente,mi fa piacere anche poter dire che,tramite facebook, spesso mi capitadi avere contatti con tifosi grigi chericordano con piacere la mia espe-rienza ad Alessandria...»

HURRÀ GRIGI 921 feb. 2014

esulta»Dopo aver concluso la carriera

da calciatore, hai iniziato unanuova esperienza da direttoredportivo: come ti sei trovato inquesta nuova veste?

«Ho ricoperto questo nuovo ruo-lo per un anno e mezzo a Gozzano,subito dopo aver smesso di giocare,fino allo scorso novembre. Sicura-mente, da direttore sportivo vedi lecose sotto un’altra prospettiva (adesempio, il discorso di cui parlava-mo poco fa per ciò che riguardal’attaccamento alla maglia e allapiazza, ecc.). Certo, non sempre leidee collimano con quelle delle so-cietà e allora, in quel caso, è meglioconcludere il rapporto. Ora sto va-lutando alcune situazioni che po-trebbero evolversi: diciamo che stocercando un progetto valido e condelle prospettive. Tra l’altro, mi famolto piacere ricordare che quan-do ho giocato nella Giacomense,c’era come direttore sportivo Mas-similiano Menegatti. Personal-mente, ho un ricordo stupendo diquella esperienza: nonostante cifosse veramente pochissima genteallo stadio, avevamo un gruppodavvero forte e motivatissimo! Einfatti, siamo riusciti nell’impresadi stravincere un campionato diserie D con dieci punti di vantag-gio sul Montichiari, in cui militavatra l’altro Fausto Ferrari: il ‘leit-motiv’ di quella stagione era chenoi eravamo ‘leggenda’, perché sta-vamo scrivendo la storia di unasocietà che fino a quel momentonon era mai stata tra i professioni-sti. Ora la Giacomense di fatto nonesiste più, perché si è fusa con laSpal: però con i miei ex compagni,con i quali mi sento ancora oggispesso, ci piace ricordare che, in uncerto senso, noi resteremo comun-que ‘immortali’ perché siamo gliunici ad aver vinto un campionatodalla Serie D alla C2!».

Tutti assieme, per passare una se-rata ricca di ricordi. In onore del-l’Alessandria, o meglio, di tutte leAlessandrie, che dal 1912 a oggi han-no esaltato il pubblico mandrogno. Sitratta dell’’A-Day’, organizzato da Or-goglio Grigio proprio la sera di martedì18 febbraio presso il Teatro Ambra,giorno in cui la maglia grigia spegnecentodue candeline. Emozionata laplatea, emozionato il presidente, emo-zionante il lungo filmato, che rappre-sentava il secolare viaggio dell’Ales-sandria. Un viaggio pieno di sacrifici, didelusioni, di difficoltà, di incompren-sioni, di rimorsi e di rimpianti. Ma so-prattutto un viaggio pieno di gloria e di

storia, di orgoglio e di fede, di campio-ni e di tifo, di figure che hanno lasciatoun segno profondo in tutti noi e disconfinato amore per i nostri colori.Tanti tifosi hanno voluto condividerequesto momento con i loro compagnidi avventura, con il loro presidente econ i loro ragazzi. Tanti tifosi hannovoluto festeggiare, dato che ce n’è lapossibilità, la loro passione più gran-de, le esperienze fatte, gli ostacoli af-frontato. Tanti tifosi hanno speso mol-to del loro tempo per organizzare eper tentare l’ottima riuscita di questafesta. Uno tra tutti, il presidente del-l’associazione Orgoglio Grigio, MarioCairo, il portavoce di tutte le varie co-

mitive di tifosi. Tanti tifosi non hannovoluto mancare in questo momentocosì speciale. E una delle sorprese piùpiacevoli é stata la presenza di alcune‘vecchie guardie’ alessandrine, cheportano sempre nel cuore gli anni tra-scorsi in maglia grigia: da quelli un popiù anziani come Notarnicola a quelliche hanno indossato i nostri colori finoa pochi anni fa: Briano, Zappella e Ar-tico. Nascosti tra le sciarpe grigie tra itifosi, si sono poi ritrovati sul palco, adaugurare all’Alessandria, sia quellasul campo, sia quella in sede, sia quel-la sugli spalti, altri cento di questi an-ni. La serata si è conclusa con un’at-mosfera magica, creata dai tanti sorri-si commossi, dai tanti applausi sincerie dai tanti brindisi. Un Luca Di Masiorgoglioso e con le lacrime agli occhi,contento del percorso intrapreso fino-ra, ci tiene a risottolineare suo obietti-vo: «Vi prometto che tra qualche annoquell’’A-Day’ si trasformerà in ‘B-Day’... E saremo di nuovo tutti qui, a fe-steggiare quella categoria e quellesoddisfazioni che mancano a tutti noida quasi 40 anni». E c’è chi si lasciascappare una battutina: «presidente,mi sono imposto di dover rivedere i Gri-gi in B prima di morire... Ho 56 anni, sisbrighi!». [Beatrice Bruno]

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Page 10: Alessandria-Renate

Gamma (che in quel periodo eranoconsorziate), sostituendo Tino Pa-storino: questo per dire che le tra-smissioni sportive radiofoniche etelevisive sono state precedenti alleradiocronache e alle telecronache.Bisogna anche tenere conto che inquegli anni le partite dei grigi ve-nivano trasmesse in differita o ladomenica sera o il giorno dopo eche, comunque, l’impatto televisi-vo sul calcio era molto diverso...»

Stiamo infatti parlando dellametà degli anni ‘90...

«Esattamente. In quel periodo,vengo contattato da Mimma Cali-garis e inizio la mia collaborazio-ne con ‘Il Piccolo’: era l’estate del1994 e ricordo ancora le primequattro edizioni con una mezzapagina sportiva in cui parlavo delcampionato italiano femminile ditennis di terza categoria che si te-neva alla Canottieri Tanaro. Nel-l’autunno successivo, con l’avventodei campionati e con la prospetti-va che ‘Il Piccolo’ potesse avere an-che una terza edizione (cosa chepoi è infatti accaduta nel gennaiodel 1995), inizio ad occuparmi dicalcio. In pratica, il sabato iniziavoa raggruppare il materiale dellegiovanili, alla domenica andavo araccogliere tutti i risultati, le for-mazioni e i tabellini delle variepartite - dai grigi alla terza catego-ria - e il giorno dopo usciva l’edi-zione del lunedì in edicola».

È in quel periodo che inizi adoccuparti della Valenzana?

«Sì, anche se all’inizio mi alter-navo con Massimo Brusasco, chepoi si è interessato ad altre cose:fatto sta che poi ho seguito la Va-lenzana fino a quando sono statoal ‘Piccolo’, cioè fino al 2005/2006».

Il giornalistaalessandrino da quasi vent’annifigura trai telecronistidi Sky Sport

giocare alllo stadio Moccagatta inSerie C/2 e far così saltare ‘a piè pa-ri’ una categoria ai grigi. In realtà,poi, la storia andò in un altro mo-do, con Francesco Sangiovanniche non volle vendere la squadra aOmodeo e Bianchi che poi acqui-stò il marchio in tribunale, con ildiritto di detenere i vari trofei. Di-ciamo la verità: proprio perché hosempre avuto un ottimo rapportocon Alberto Omodeo, posso tran-quillamente affermare che la mag-gior parte dei tifosi avrebbe prefe-rito restare in eccellenza piuttostoche averlo come nuovo presidente.Può piacere o meno, ma questa eral’opinione largamente diffusa tra isostenitori grigi... Così, la Valenza-na e Omodeo proseguirono per laloro strada, incontrando nuova-mente l’Alessandria qualche annodopo e dando vita a numerosi der-by sempre molto interessanti: e in-fatti, in occasione delle partite incasa contro i grigi, a Valenza lostadio era sempre pieno - cosa chealtrimenti non succedeva mai -.Visto che Omodeo si è semprescontrato un po’ con tutti, ti possoraccontare questo aneddoto: unavolta gli ho chiesto espressamente‘Presidente, lei ha l’abitudine diandare in panchina durante lepartite ed è sempre bersagliato da-gli insulti delle tifoserie avversarie,non solo in trasferta ma anche incasa: ma chi glielo fa fare?’ Sai co-sa mi ha risposto? ‘Gli insulti degliavversari mi danno l’adrenalina:se io non avessi sempre questascossa, smetterei subito di fare cal-cio!’ Ecco, mi sembra che questafrase dia l’idea del personaggiomeglio di qualunque altra...»

(1ª parte - continua)

mento specifico: in particolare, miricordo bene il 1990, perché è statol’anno dei Mondiali in Italia e ioconducevo una trasmissione speci-fica sull’emittente televisiva Pri-mantenna. Nella prima metà deglianni ‘90, quando Marcello Marcel-lini faceva le telecronache, io erogià a Telecity per condurre unatrasmissione che si chiamava ‘Suaeccellenza il calcio’: questo pro-gramma parlava appunto delCampionato di Eccellenza, che inquel periodo aveva ben sette squa-dre della nostra provincia nellostesso girone. Ogni domenica an-davo a vedermi una partita, facen-do il servizio direttamente dallostadio, in modo che poi andasse inin onda insieme ai servizi dei col-leghi delle altre zone (Ovada, Ca-sale, Valenzana, il Monferrato, Li-barna, ecc.): come potrai immagi-nare, essendoci così tante squadredella provincia, i derby erano mol-to frequenti! Marcellini, tra l’altro,faceva anche un programma diapprofondimento sui grigi: quan-do nel ‘93/’94 ha deciso di non farepiù le telecronache, ho iniziato adoccuparmene io. Nell’anno succes-sivo, invece, ho condotto le radio-cronache per Radio Cosmo-Radio

Ma al di là del personaggio con-troverso, quanto manca un uomocome Omodeo ad una piazza co-me Valenza e al calcio in genera-le?

«Secondo me manca molto, per-ché Omodeo è un personaggio cheha sempre avuto grande passioneper il calcio. Certo, era sempremolto attento a non spendere, adandare possibilmente alla pari ecomunque a non rimetterci: ma sela Valenzana in quegli anni ha fat-to una serie di Campionati di ver-tice nei dilettanti, al terzo tentati-vo ha conseguito la storica promo-zione in C/2 e ci è rimasta per 12anni - facendo addirittura i play-off - può dire solo ‘grazie’ ad Alber-to Omodeo. Valenza ha potuto ve-dere a lungo il calcio di C/2 al qua-le, altrimenti - sia per il bacinod’utenza, sia per il numero di tifosi- non avrebbe mai potuto ambire:e infatti ora la squadra rossoblusta ‘galleggiando’ in eccellenza...»

Non a caso, negli ultimi decen-ni, il nome di Omodeo è statospesso accostato alla squadra deigrigi, anche se poi, alla fine, la co-sa non si è mai concretizzata...

«In effetti, un paio di contatti cifurono, perlomeno ‘sotto traccia’,anche se Omodeo fece ‘l’uomo d’af-fari’ fino in fondo, non muovendo-si di un centimetro rispetto all’of-ferta che aveva già fatto. Certo èche dopo il fallimento del 2003 el’avvento della Nuova Alessandria,è stato vicinissimo ai grigi. Il suoprogetto era quello di fare la fusio-ne tra la Valenzana (di cui posse-deva il titolo sportivo) e l’Alessan-dria, chiamando la squadra, alme-no nel primo anno, ‘Alessandria V’,in modo da poter avere il diritto di

Dopo l’intervista fatta a TinoPastorino nello scorso nu-mero di ‘Hurrà Grigi’, que-

sta volta ho avuto il piacere di fareuna lunga chiacchierata con Rai-mondo Bovone, giornalista moltoconosciuto non solo a livello loca-le (si pensi al portale www.diales-sandria.it e alla sua lunga militan-za a ‘Il Piccolo’), ma anche nazio-nale, essendo da quasi vent’anniuno dei telecronisti di Sky.

«Al di là delle mie competenzecalcistiche, sono consapevole chela mia forza sia sempre stata la vo-ce, avendo tra l’altro iniziato in uncontesto radiofonico: sin dall’ini-zio ho cercato di svilupparla, difarla crescere in determinati mo-menti, oppure di modificarla persottolineare alcuni aspetti piutto-sto che altri...»

Ripercorriamo allora i tuoi ini-zi, legati alle cosiddette Radio pri-vate locali...

«Come un po’ tutti quelli dellamia generazione ho iniziato ap-punto con le cosiddette radio pri-vate: era il 1977 e facevo il disc-joc-key. Successivamente, ho curatodelle trasmissioni che seguivano losport a tutto tondo, a parte i moto-ri, che avevano un approfondi-

Il Kung Fu Team dell’Acca-demia Kodokan Alessandriail 2 febbraio Suisio (Bergamo)ha conquistato il primato dimigliore società del Nord Ita-lia al 5° Trofeo ‘L’Isola di KungFu’, gara valida come selezio-ne al 16° Campionato Nazio-nale di Wushu Kung FuPWKA-MSP Italia, ente diPromozione sportiva ricono-sciuta dal CONI, aggiudican-dosi 47 medaglie, di cui 23medaglie d’oro, 14 d’argentoe 10 di bronzo. Grande sod-disfazione del Maestro CapoScuola Gianluca D’Agostinoper gli ottimi risultati dei suoiallievi alla prima gara dellanuova stagione agonistica, acui va aggiunto l’incaricoprestigioso ricevuto alla Ceri-monia d’apertura del Torneodal Presidente della PWKAWalter Lorini, per conto an-che di MSP Italia, di organiz-zare per la seconda volta adAlessandria presso il Palaci-ma, le finali del XVI Campio-nato Nazionale di Wushu tra-dizionale e moderno, che ve-drà la partecipazione di cen-tinaia di atleti provenienti datutte le Regioni d’Italia che siconfronteranno in tutte le di-scipline di forme (Tao Lu) ecombattimento (Sanda) del-l’arte marziale cinese. Alla

Gara di Suisio il MaestroD’Agostino, si è avvalso ditrenta atleti, capitanati dal-l’istruttore cintura nera 2°Duan e atleta azzurra AlessiaD’Agostino, guidati magi-stralmente dai coach LuigiOrlando, Fabio Venditti eVolker Maskaj, che sono statidavvero insuperabili sia nelleforme tradizionali che nelcombattimento. Nella cate-goria Bambini 6-8 anni Co-smin Burca ha vinto un’ar-gento nel combattimento eun’altra di bronzo; DaniaBocca una medaglia d’oronel combattimento femmini-le. Nella categoria Esordienti8-10 anni Alessandro Pirasha vinto due ori nelle forme amani nude e nelle cadute eun bronzo nei combattimen-to; Tomas Claveri due meda-glie d’argento nelle forma amani nude e combattimen-to; Luca Orabona una meda-glia d’oro nel combattimentoe Alessia Bellavia un’oro nelcombattimento. Nella cate-goria 10-12 anni Yuri Berga-masco ha vinto una meda-glia d’oro nel combattimen-to, un bronzo nelle forme amani nude e un argento nellecadute; Marie Lys Foco duemedaglie d’oro nel combatti-mento e nelle forme a mani

nude e due di bronzo nelleforma libera e nelle cadute;Edoardo De Micheli una me-daglia d’argento nel combat-timento e Marianna Bellaviaun argento nel combatti-mento. Nella categoria cadet-ti 12-14 anni Edoardo Pirasha vinto un oro nel combatti-mento; Octavian Tudose unoro nelle forme a mani nudee un bronzo nel combatti-mento. Nella categoria spe-ranze 14-16 anni Matteo Te-stardini ha vinto un oro nelcombattimento, due argentinelle forme a mani nude ecadute e un bronzo nel ba-

stone; Daniele Vercellese unoro nelle cadute, due argentinel combattimento e sciabo-la e un bronzo nelle maninude; Testardini-Vercellesehanno poi vinto un oro neicombattimenti prestabiliti;Sonia D’Agostino due ori nelcombattimento e forme amani nude. Nella CategoriaJuniores 16-18 anni GiorgiaPiceni ha vinto due ori nelcombattimento e forme amani nude, Rascom JasonCamargo un argento nelcombattimento cat. 60-65 Kge Cristi Xhafraj un oro nelcombattimento. Nella cate-

goria Seniores 18-35 anniDaniele Orabona ha vinto unoro nel combattimento 70-75Kg; Stefano Gallinaro un oronegli 80-85 kg; Andrea Lom-bardo due ori nel combatti-mento 60-65 kg e forme amani nude e un argento nellasciabola; Davide Varnero unoro nel combattimento nei60-65 kg; Giada Angiolini unoro nel combattimento 60-65Kg e un bronzo nella sciabo-la, Sebastian Petrescu un ar-gento nel combattimento+90kg. Poi ancora una medagliadi bronzo nelle forme digruppo per Foco-PIiras-Stra-

neo-Demicheli e il 4° postonelle forme a mani nude perSara Straneo, Giada Angioli-ni, Marianna Bellavia, Ame-deo Maranzana e nei com-battimenti prestabiliti perBergamasco e Foco. Da evi-denziare anche la buona pre-stazione di Alex Chen, Sa-muele Sergi, Daniele Faracie Gaia Messina, di poco fuorida podio. Ora i prossimi ap-puntamenti, prima delle fi-nali di Alessandria, sono lealtre due tappe valide comeselezioni, a Ferno (Varese) l’1e 2 marzo e a Saluzzo (Cu-neo) il 13 aprile.

A TUTTOCAMPO di Gianmaria Zanier

Raimondo Bovone Vocedel verbo trasmettere

HURRÀ GRIGI

ARTI MARZIALI PER IL KUNG FU TEAM TRIONFALE VERDETTO DELLA TAPPA DI SUISIO DELLE SELEZIONI NAZIONALI

Il Kodokan è la miglior società del Nord Italia

10 anno VI n. 3

Page 11: Alessandria-Renate

La BVG, associazione sportivadilettantistica nata con loscopo di promuovere il bea-

chvolley e il beach tennis nellaprovincia astigiana, travalica iconfini territoriali e sbarca in terramandrogna per dare vita ad unanuova proficua collaborazione.L’occasione è quella offerta dallanascita del ‘Beach Volley Club’Alessandria che ha da poco inau-gurato due campi al coperto in viaVecchia Torino 1, sapendo coglie-re al balzo il desiderio diffuso tra ibeachers alessandrini di prosegui-re l’attività sulla sabbia anche nelperiodo invernale. Domenicascorsa il primo evento ufficialedella stagione 2014 con il torneomisto di beachvolley per la regiatecnica diRobertoBo-

sticco e Davide Giannitrapani.Tabellone a 16 coppie per festeg-giare San Valentino sul campo. Aprevalere su tutti il binomio for-mato dagli ovadesi VeronicaScarso e Gabriele Bel-zer che sconfiggo-no in finale Ol-tolini-Piacen-za. Questa do-menica invece(23 febbraio),avrà luogo sullasabbia del Palabe-ach alessandrino, la‘puntata zero’ della serie riservataallo sport con racchetta. In pro-gramma dalle 10 alle 13 un ‘OpenDay’ di beach tennis dedicato achiunque voglia sperimentarsi inuna disciplina relativamente nuo-va, ma comunque divertente e as-solutamente in grado di appassio-nare per la sua spettacolarità. Ne èprova la grande diffusione che staavendo il movimento beachtenni-stico nazionale soprattutto sullecoste romagnole dove la rete a 170cm. è stata in grado di scalzare sumolte spiagge quella a 243 cm. Ildefinitivo salto di qualità, che ga-rantirà la diffusione di questosport a livello globale, potrebbeessere rappresentato dal passag-gio a disciplinadimostrativain un even-to a 5 cer-chi (for-se a To-kio ven-tiven-ti).

Nella nostra regione il BT è an-cora in fase di sviluppo, ma ha giàgettato ampie basi per offrire aipraticanti la possibilità di mettersialla prova sia a livello amatoriale

sia a livello agonisticocon il Piemonte Be-

ach Tennis Tour, lacompetizione atappe ideata dalFiduciario Regio-

nale FIT DavideBellini, coordina-

tore del movimento eatleta di spicco del pano-

rama piemontese. Entrando mag-giormente nel dettaglio tecnico vasottolineato come sia ancora diattualità la diatriba fra il tennis ela pallavolo sulla paternità del be-ach tennis. Il campo, largo 8 metrie lungo 16, è lo stesso del bea-chvolley e, come già detto, la reteè fissata a 170 cm. da terra. Si gio-ca al volo, proprio perchè, trattan-dosi di un’attività svolta sulla sab-bia, la pallina non può rimbalzare.Le racchette sono particolari, conun piatto pieno in grafite, carbo-nio o kevlar. Riguardo al punteg-gio nel BT non esiste il vantaggio,per cui arrivati sul 40 pari, il pri-mo che ottiene il punto, vince ilgame (killer point). Un’ulterioredifferenza è data dal fatto che nonesiste il doppio servizio: in caso dierrore il punto va all’avversarioinoltre, il servizio nell’attraversarela rete può toccarla senza deter-minare la ripetizione dello stesso.Le palle da gioco seguono la ‘mo-da-volley’ e vengono depressuriz-zate per favorire lo spettacolaregioco di difesa.

A questo punto le informazionici sono tutte. Il materiale tecnicoè messo a disposizione gratuita-mente dallo staff. Devi solo ricor-dati di portare pantaloncini, ma-glietta e tanta voglia di divertirti.

HURRÀ GRIGI 1121 feb. 2014

BEACHERS Sono stati da poco inaugurati due campi al coperto in via Vecchia Torino 1

Per scrivere tennis sulla sabbia

SPECIAL OLYMPICS TROPPO POCHI ALLENAMENTI NELLE GAMBE

Primo ko per i Cissaca Bulls, il GSD Limbiate è più in forma

Dopo l’oro conquistato loscorso gennaio a Biella nel3vs3 i Tori hanno preso par-te domenica 16 alla secon-da tappa dello Special Ba-sket 2014 nella categoriadel 5 contro 5 tradizionale.Nel primo appuntamentostagionale i mandrogni sierano imposti con relativafacilità sui liguri del DonBosco Genova. Ben più im-pegnativa sulla carta la tra-sferta lombarda contro ipadroni di casa del GSDLimbiate vincitori delloscorso campionato. La for-mazione alessandrina sipresenta all’appuntamentocon pochi allenamenti nellegambe - causa l’indisponibi-lità della palestra del Pala-Coni - e con una formazionepriva dell’ala Pravatà, aibox per un infortunio allaspalla. Il match è da subitoin salita: i Tori stentano acarburare e offrono unaprestazione decisamentesotto tono al tiro compliceun’ottima difesa a zona deilombardi che limitano lepenetrazioni della guardiaFishta. Lo svantaggio indoppia cifra all’intervallo

lungo sembra lasciare benpoche speranze ai ragazzidi coach Petrozzi che deci-de di giocare il tutto pertutto con una difesa pres-sing a tutto campo. La solu-zione tattica sembra fun-zionare. I portatori di palladel Limbiate, messi sottopressione, stentato a ritro-vare la fluidità di gioco del-la prima metà di gara e

Kondi con due bombe datre consecutive riporta sot-to i Bulls che a due minutidalla sirena hanno la pallaper il pareggio. L’errore dasotto di Zanda apre la ri-partenza dei lombardi chechiudono l’incontro merita-tamente sopra di 5. Unasconfitta, la prima in sta-gione, preventivabile datala forza degli avversari, che

lascia a Tessino e compa-gni la sensazione di non es-sere riusciti a mettere incampo la consueta cattive-ria agonistica. Non c’è tem-po per i rimpianti: domenica9 marzo i Tori esordiranno aPino Torinese nel campio-nato dedicato al 5 contro 5unificato con l’obiettivo dimigliorare la medaglia dilegno della stagione 2013.

COLPO D’OCCHIO SULLA CITTÀdi Mauro Morando

Accade solitamente, di conoscere leimprese sportive con il loro caricod’emozioni, dai personaggi noti chele raccontano, poche volte ci accor-giamo che molte persone ‘normali’tentano, riuscendoci, belle impreseche nessuno mai racconterà. Inquesto pezzo ho voluto farmi rac-contare da Maria Chiara Panizza, lasua impresa, dedicandolo a tutti glialessandrini ‘normali’ che hannopartecipato alla maratona di NewYork. Ciao Maria-Chiara, ma tu chi sei?«Ciao! C’è chi mi definisce ‘impegna-tiva’ e c’è chi mi definisce ‘accelera-ta’... io mi ritengo assolutamente unapersona NORMALE. Educazione tra-dizionale, ho studiato, mi sono lau-reata, ho inseguito sogni che a voltesono riuscita a realizzare e altre vol-te no. Ho sempre praticato attivitàsportiva, prima a livello agonisticonel nuoto, poi per diletto e soprattut-to per passione. Mi piacciono sia glisport di squadra sia quelli individua-li; sicuramente il nuoto è stato ancheuna scuola di vita: per ottenere pic-coli risultati devi fare grandi sacrifici.La soddisfazione finale però poi ti ri-compensa di tutto!»Come ti è venuta l’idea di partecipa-re alla maratona?«Era uno di quei sogni nel cassetto, ecome regalo per la festa dei miei 40anni ho chiesto agli amici di aiutarmia realizzarlo; loro hanno creduto inme, io non potevo deluderli!»Come e quanto ti sei allenata, seistata seguita da qualche preparato-re?«Da qualche anno avevo iniziato acorrere per conto mio sugli argini,come fanno molti, poi ho iniziato apartecipare a qualche manifestazio-ne amatoriale con la prima mezzamaratona e le successive. Da quan-do ho capito che mi era stata data lapossibilità di realizzare questo sognoa, quando il sogno si è realizzato ve-ramente, è passato poco più di unanno e, ho corso prevalentemente dasola o con amici, che mi hanno aiuta-to a scoprire anche altri percorsi almare, in collina, in montagna. Ho fat-to un solo ‘lungo’ di 33 km correndola Milano-Pavia.»Come ti sei organizzata il viaggio?«Come prima volta che correvo omeglio, che tentavo di correre unamaratona (ancora non sapevo se cisarei riuscita), ho preferito, appog-giarmi ad un’agenzia viaggi specia-lizzata che, si è occupata di tutto, in

modo da avere un’unica preoccupa-zione, correre!»L’emozione più forte legata alla cor-sa, aneddoti, incontri eccellenti, pau-re?«Il giorno prima della corsa, durantela conferenza pre-gara organizzatadall’agenzia, Linus, il noto dj e vete-rano della maratona di New York, di-spensa consigli e dice questa frase‘Ragazzi, mi raccomando, finitela, fa-rete sicuramente meno fatica a finir-la che a spiegare per un anno, per-ché vi siete ritirati!’ allora penso: ‘Cela devo fare!’. Poche ore dopo, duran-te la Messa prefestiva, il celebranteinvita tutti i maratoneti sull’altare eda’ una benedizione particolare; al-lora penso: ‘Ce la posso fare!’. Poi,arriva il giorno della corsa e dopoun’attesa al freddo e al gelo, di treore e mezza, sono a Staten Islandsul Ponte di Terrazzano, suona l’innoamericano, colpo di cannone, NewYork New York a tutto volume e allasinistra lo skyline di Manhattan. Ilcuore mi batte fortissimo e con il no-do alla gola penso, ‘Non ci posso cre-dere: sono veramente qui!’, poi loSTART e si parte (in salita!), comin-cia l’avventura. Inizio a correre e so-no tranquilla, voglio godermi ognimomento, scorrono i km, ma mi sen-to bene; continuo a correre, tranquil-la, vedo l’arrivo in lontananza, sprintfinale... FINISH... e? finita. Ci sonoriuscita (primo obiettivo raggiunto) ein un tempo che mai, mi sarei imma-ginata: sono FELICISSIMA!»Il ricordo più bello che ancora portinel cuore e quanto ti ha formato que-st’esperienza?«Questa mia prima maratona è stata‘un viaggio nel viaggio’: man manoche si passava da Brooklyn, alQueens, a Manhattan, al Bronx perpoi tornare a Manhattan alla volta diCentral Park, cambiava il panoramaarchitettonico, cambiava la gente(per razza, colore, religione), cam-biava la musica (rigorosamente dalvivo, rock, country, gospel, funky,rap, ecc.). È stato un viaggio con mestessa, ma anche con gli amici che adistanza, sono lo stesso, stati con mein ogni momento: senza di loro nonl’avrei mai fatta!»La rifaresti?«La rifarò! Ho guardato in tv l’ultimaedizione che ha visto tra le protago-niste la nostra Valeria Straneo ementre seguivo con emozione ognisuo passo, mi sono detta: io la devorifare, io la voglio rifare!»

Alessandrini a New York

Page 12: Alessandria-Renate

Informazioni generali

Dove posso trovare informazioni sul-le tasse automobilistiche? È possibiletrovare le principali informazioni relati-ve alle tasse automobilistiche (soggettipassivi, quando, quanto e dove pagare,riduzioni, esenzioni, restituzioni, inter-mediari convenzionati, ecc.) nell’appo-sita sezione dedicata, presente all’in-terno del sito dei tributi regionali, all’in-dirizzo www.regione.piemonte.it/tribu-ti/tassa_automobilistica.htm. Inoltre,per qualsiasi ulteriore chiarimento, ba-sta comporre il seguente numero ver-de: 800 333 444 (Call center RegionePiemonte).✓✓ Modulistica relativa alle tasse au-

tomobilisticheDove si possono trovare i moduli perl’espletamento delle varie procedurerelative alla tassa automobilistica? Èpossibile reperire e scaricare tutti imoduli necessari (accompagnati dal-le istruzioni per il corretto utilizzo)sul sito regionale alla paginawww.regione.piemonte.it/tributi/mo-dulistica.htm.

✓✓ Perdita di possessoHo perso il possesso del veicolo nelmese in cui devo effettuare il paga-mento, come mi devo comportare?Nel caso in cui si verifichi la perditadi possesso del veicolo per furto, rot-tamazione, fermo amministrativo oesportazione prima dell’ultimo gior-no utile di pagamento la tassa auto-mobilistica non è dovuta.

✓✓ Vendita dell’autoIn caso di vendita del vei-colo nel corso del meseutile per il pagamentochi è tenuto a pagare ilbollo? Tenuto al paga-mento del bollo auto èil soggetto che risulti

essere proprietario del veicolo all’ul-timo giorno utile per il pagamentodel bollo, ovvero l’ultimo giorno delmese successivo a quello di scaden-za.

✓✓ Rottamazione per esportazioneSe rottamo per esportazione nel me-se di immatricolazione devo pagare ilbollo? E nel mese di pagamento? Ese l’ ho già pagato posso chiedere ilrimborso? In caso di rottamazioneper esportazione entro il mese di pa-gamento il bollo non è dovuto. Se in-vece si esporta successivamente ilbollo è dovuto e non è possibile ri-chiederne il rimborso.

✓✓ Auto in leasingIn caso di auto in leasing chi è tenutoal pagamento del bollo? È sempretenuta al pagamento del bollo la so-cietà di leasing, essendo la proprieta-ria del veicolo.

✓✓ Duplicato del bolloDove posso richiedere un duplicatodel pagamento? Lei può richiedereun duplicato del pagamento ad unodegli intermediari della riscossione:delegazioni ACI, agenzie di praticheauto aderenti al consorzio Sermetra,Gec. S.p.A.. L’elenco degli interme-diari è disponibile sul nostro sito allapag. www.regione.piemonte.it/tribu-ti/dwd/elenco_concess.pdf. N.B.: selei ha effettua-to il pa-

gamento del bollo presso tabaccai,poste, ecc., può comunque richiedereil duplicato del pagamento (purchèquesto sia presente in archivio) sola-mente agli intermediari sopra indica-ti.

✓✓ Prescrizione del bolloLe tasse automobilistiche vanno inprescrizione? A decorrere dal 1° gen-naio 2003 il termine di prescrizioneper l’accertamento e il rimborso del-la tassa automobilistica è di 5 annidalla data della commissione dellaviolazione o del versamento oggettodel rimborso.

✓✓ Verifica del pagamento del bolloDove posso controllare se ho pagatoil bollo? Lei può verificare i paga-menti e, qualora mancanti, provvede-re alla regolarizzazione rivolgendosiad uno degli intermediari della ri-scossione: delegazioni ACI, agenziedi pratiche auto aderenti al consorzioSermetra, Gec. S.p.A. L’elenco ag-giornato degli intermediari è disponi-bile sul nostro sito alla pag. www.re-gione.piemonte.it/tributi/dwd/elen-co_concess.pdf

✓✓ Rettifica per Regione errataHo effettuato un pagamento su unaregione errata, cosa devo fare? Perregolarizzare la sua situazione devechiedere la rettifica dei pagamenti

per indicazione di regione er-rata. Per ul-

teriori informazioni in merito e perscaricare la modulistica consulti lapagina www.regione.piemonte.it/tri-buti/modulistica.htm.

✓✓ Rettifica per scadenza errataHo effettuato un pagamento con unascadenza sbagliata, cosa devo fare?Per regolarizzare la sua situazionedeve chiedere la rettifica dei paga-menti per indicazione di scadenza er-rata. Per ulteriori informazioni in me-rito e per scaricare la modulisticaconsulti la pagina www.regione.pie-monte.it/tributi/modulistica.htm.

✓✓ Rettifica per targa errataHo effettuato un pagamento su unatarga sbagliata, cosa devo fare? Perregolarizzare la sua situazione devechiedere la rettifica dei pagamentiper indicazione di targa errata. Perulteriori informazioni in merito e perscaricare la modulistica consulti lapagina www.regione.piemonte.it/tri-buti/modulistica.htm.

✓✓ Pagamento bollo per veicoli su cuisia stato installato l’impianto GPLHo installato l’impianto gpl sul mioveicolo, come pago il bollo? Devo far-vi qualche comunicazione? La tassaautomobilistica deve essere versatain base alle condizioni del veicolo al-l’ultimo giorno utile di pagamento. Seentro tale giorno l’impianto a doppiaalimen-

tazione è installato e collaudato, inbase alle disposizioni previste dallaLegge Finanziaria (L. 296/2006 art.1, comma 239) non si applicano lenuove tariffe (art. 1 comma 321 Leg-ge Finanziaria) ma restano applicabi-li le tariffe già in vigore nel 2006 (pa-ri a € 2,58 a KW). Non è necessarioche lei comunichi i dati dell’installa-zione della doppia alimentazione,poiché essi vengono trasmessi perio-dicamente dalla Motorizzazione al-l’archivio regionale.

GPL

Ho un veicolo B/MET, B/GPL, META-NO, GPL, ELETTRICO e nel campo P.3del mio libretto è indicata la relativa di-citura. Sono esentato dal pagamentodel bollo? Il suo veicolo rientra fraquelli a cui la legge regionale n.23/2003 concede l’esenzione dal paga-mento della tassa automobilistica, inquanto veicolo alimentato a metano,GPL, elettrico o bipower. Il suo veicoloè già dotato di dispositivo per la circola-zione con gas metano o GPL all’attodell’immatricolazione ed è uscito dallostabilimento di produzione già provvi-sto della suddetta apparecchiatura. Ta-le esenzione opera in automatico senzanecessità di alcuna istanza o comuni-

cazione da parte del pro-prietario. Il

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Page 13: Alessandria-Renate

suo veicolo continuerà ad usufruire del-l’esenzione dal pagamento della tassaautomobilistica, fino a nuova contrariadisposizione legislativa. In quali casi èpossibile usufruire della nuova esenzio-ne di cinque anni prevista per i veicolicon installazione e collaudo di sistemidi alimentazione a GPL o metano suc-cessivi al 24/11/2006? L’art. 11 dellal.r. n. 22/2007 introduce un’esenzionedi cinque anni per i soli veicoli su cui siastato installato e collaudato un siste-ma di alimentazione a GPL o METANOdopo l’entrata in vigore della legge diconversione del decreto legge 3 otto-bre 2006, n. 262 (24 novembre 2006).I veicoli in questione devono avere po-tenza non superiore ai 100 KW ed es-sere conformi alla direttiva 94/12/CE eseguenti (EURO 2, 3, 4). L’esenzione èriconosciuta per cinque anni, a decorre-re dal primo periodo utile dopo l’entra-ta in vigore della legge regionale22/2007 (fissata il 7 dicembre 2007).

Esenzioni per disabili

✓✓ Dove posso trovare le informazionie il modulo utili ai fini della richie-

sta di esenzioneper disabi-

li?

È possibile trovare le principali infor-mazioni relative alle esenzioni persoggetti disabili alla pagina www.re-gione.piemonte.it/tributi/esenzSogg-Disabili.htm. Il modulo, corredatodalle modalità di espletamento dellarichiesta di esenzione, è reperibile escaricabile all’indirizzo www.regio-ne.piemonte.it/tributi/dwd/mod_epd.pdf.

✓✓ Significato dell’espressione ‘fiscal-mente a carico’Cosa intende la legge per ‘fiscalmen-te a carico’? Per ‘fiscalmente a cari-co’ si intende dire che al momentodella dichiarazione dei redditi, il con-tribuente deve dichiarare di avere lapersona disabile fiscalmente a carico(quindi la persona disabile non devepercepire redditi, oppure percepireredditi NON superiori a € 2.840,00lordi annui) N.B.: L’indennità di ac-compagnamento non forma reddito,al contrario della pensione di invalidi-tà.

✓✓ Decorrenza dell’esenzioneDa quando decorre l’esenzione permotivi di disabilita’, se accolta? Ladata di decorrenza dell’esenzione sa-rà comunicata tramite una lettera diaccoglimento che lesarà inviatadal

Settore Politiche fiscali della Regio-ne Piemonte.

✓✓ Trasferimento di esenzione dalvecchio al nuovo veicoloIn quali casi è possibile chiedere iltrasferimento di esenzione dal vec-chio al nuovo veicolo? Il trasferi-mento di esenzione può essere effet-tuato soltanto se il veicolo preceden-temente esentato è stato venduto,rottamato o rubato.

✓✓ Rinnovo dell’esenzioneDevo inoltrare la richiesta di esenzio-ne ogni anno? No, non è necessarioinoltrare ogni anno la richiesta.L’esenzione è valida fino a quandonon si verifica la perdita di possessodel veicolo esentato. Una volta con-cessa non ha termine a meno che: -non sia stato concesso un accogli-mento a termine (il termine coincidecon la data di rivedibilità del verbalemedico: in questo caso è necessarioinoltrare il nuovo verbale medico); -non sia stato concesso un accogli-mento a termine (il termine coincidecon la data di revisione della patentespeciale: in questo caso è necessarioinoltrare la copia fronte e retro dellapatente rinnovata). N.B.: Vanno co-

municati al Settore Poli-tiche fiscali (entro

30 giorni dal lo-ro verificarsi)tutti quei fattitali da modifi-care la situa-zione in basea cui l’esen-zione è statariconosciuta

(guarigione deldisabile, cessa-

zione della condi-zione di persona fi-

scalmente a carico, eccetera).

✓✓ Decesso della persona disabileÈ deceduta la persona disabile a mo-tivo della quale la richiesta era stataconcessa. Cosa devo fare? In caso didecesso del disabile o della personache lo ha fiscalmente a carico, deveinoltrare una comunicazione al Set-tore Politiche fiscali, entro 90 giornidal decesso. Alla comunicazione oc-corre allegare il certificato di morteo autocertificazione degli eredi di co-municazione del decesso. Successi-vamente il Settore Politiche fiscaliinvierà una comunicazione di chiusu-ra dell’agevolazione indicando le mo-dalità e i termini per effettuare i pa-gamenti successivi.

✓✓ Irretroattività dell’esenzionePosso chiedere l’esenzione ancheper gli anni passati (precedenti allapresentazione della domanda)?L’esenzione concessa non ha effica-cia retroattiva, dunque ha effettosoltanto per il futuro (dall’anno dipresentazione della richiesta in poi).Ne deriva quindi che l’accoglimentodella richiesta non dà diritto al rim-borso delle tasse pagate per gli annitrascorsi.

✓✓ Perdita dei requisiti necessari perottenere l’esenzioneHo perso il requisito in base al qualemi era stata riconosciuta l’esenzione(requisito medico legale, fiscalmentea carico, ecc.). Cosa devo fare? Chedocumentazione devo produrre?Vanno comunicati al Settore Politi-che fiscali (entro trenta giorni dal lo-ro verificarsi) tutti quei fatti tali damodificare la situazione in base allaquale l’esenzione è stata riconosciu-ta (guarigione del disabile, cessazio-ne della condizione di persona fiscal-mente a carico, eccetera). I docu-menti da allegare sono, a secondadel caso: - nuova documentazione

medico legale; - certificazione o au-tocertificazione da cui risulti che lapersona disabile a motivo della qualel’esenzione era stata riconosciutanon sia più fiscalmente a carico.

✓✓ Termine utile per presentare la do-manda di esenzioneQual è il termine utile per presentarela domanda di esenzione bollo autodisabili? Il termine ultimo per presentare ladomanda esenzione bollo auto disa-bili è di 90 giorni dall’ultimo giornoutile di pagamento. Esempio: - scadenza bollo auto08/2006; - termine utile per il paga-mento 09/2006; - presentazione del-la domanda entro 12/2006.

✓✓ Comportamento da tenere in atte-sa dell’accoglimento della richie-sta di esenzioneHo fatto richiesta di esenzione. In at-tesa di ottenere la risposta dalla Re-gione Piemonte devo pagare il bollo,considerando che ho anche già rice-vuto il relativo avviso di scadenza?No, il bollo non è dovuto dal momen-to in cui presenta la richiesta fino aquando riceverà la risposta dalla Re-gione Piemonte. Non essendo tassadi circolazione, può circolare libera-mente in quanto non sarà soggetto acontrolli su strada. Nel caso la rispo-sta della Regione sia un accoglimen-to, continuerà a non pagare la tassaautomobilistica; nel caso invece siaun diniego, qualora la richiesta siastata fatta nei termini, la Regione ledarà la possibilità di pagare i bolli in-tercorsi senza sanzioni né interessi(come se li avesse pagati alla sca-denza naturale). Ignori l’avviso discadenza che ha ricevuto, perché fi-no a quando la pratica di esenzionenon viene esaminata non è possibilebloccare l’invio degli avvisi.

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Page 14: Alessandria-Renate

Dallas Buyers ClubIl film è Matthew McConaughey. Il suo personaggio oscura tut-

to, il bravo Leto e persino la vicenda, tristemente nota,di quegli anni parecchio bui, dove i malati di AIDSerano poco più che cavie nelle mani delle compa-

gnie farmaceutiche che li avvelenavano, guada-gnandoci. Questo rozzo, omofobo e apparente-

mente insensibile cowboy da rodeo, costrettoall’angolo e ripagato con la sua stessa moneta

(diventa il reietto e viene creduto gay), tire-rà fuori il meglio-peggio, ridisegnandosipoco alla volta (è qui che sta la grande

bravura di McConaughey, perché iltutto avviene natural-

mente). Notevole.

The Wolf of Wall StreetOnore a Scorsese, che è riuscito a creare un giocattolone piro-tecnico che regge per ben tre ore (non era facile). Questa pelli-

cola è come lo zucchero filato (buona, ma inconsi-stente). Si possono infatti gustare personaggi pia-cevolmente macchiettistici (Matthew McConau-ghey doveva avere un minutaggio superiore) e unprotagonista più predicatore che lupo, vista la par-

lantina e la capacità di convincere chiun-que a seguirlo, o a investire facendosispennare; il tutto irrorato con qualun-

que cosa tonnellate di soldi possanocomprare, legale o illegale che sia.

Non lascia il segno, ma funziona.

Monuments MenFavoletta militare con qua e là spruzzate di mal-destra, cruda realtà, condita da musiche pom-pate difficilmente sopportabili, da commedia

d’altri tempi, alternate a cupe sinfonie da guerraquando appaiono i cattivi tedeschi, o si vuole ri-

cordare la drammaticità del momento storico (irussi, dal canto loro, qui sono semplicemente

in ritardo...). È tutto artificioso, protagonisticompresi, intenti a caricaturizzare il pro-prio personaggio, o a mantenere il mezzosorrisetto, come Clooney. Unica utilità,l’aver parlato di una missione di solitotrascurata, seppur di notevole impor-tanza. Superficiale, a tratti noioso, ul-tramericanizzato e mai coinvolgente.

A proposito di DavisUn uomo, la sua musica, che non lo porta da nessuna parte e il

resto del genere umano, che sfrutta per averequantomeno un giaciglio; il tutto intervallato da piùdi un gatto. Se da un simile soggetto si riesce a ti-rar fuori una pellicola che bene o male funziona,

non è poco. E bisogna dire che i Coen, in parte,ci sono riusciti, grazie soprattutto a un pro-tagonista convincente nella sua rabbiosapassività artistica e ad alcuni personaggidi contorno piuttosto interessanti, sututti Goodman, che riesce a rianimareun percorso filmico che si stava ingri-gendo più del dovuto. Non male.

HURRÀ GRIGI14 anno VI n. 3HURRÀ GRIGI14 anno VI n. 3HURRÀ GRIGI

I PALLINI di Puppigallo

‘La notte è fatta per amare’ è stata un successo dicritica e di pubblico. Il circolo ‘Arte Insieme’ di viaDante ha ospitato sabato 15 febbraio il Gran Gala del-l’Amore, kermesse musicale e culturale nel corsodella quale le più belle poesie d’amore sono state in-terpretate dai poeti invitati per l’occasione, portandoin sala un atmosfera piena di calore, sottolinata conscroscianti applausi dal numeroso pubblico. I nostricantanti sono stati gli attori principali della kermessecantando con passione e professionalità le più belleliriche sentimentali dei nostri cantautori, da LucioDalla, a Domenico Modugno, alla grande Mina e atanti altri. È stato premiato l’impegno di tutti i compo-nenti dello staff dell’Associazione Amici della Musicae del canto-Carrozzone Musicale Alessandrino. Mike

Yacin, regista e ideatore della manifestazione, ha rin-graziato tutto il pubblico e gli ospiti intervenuti per lariuscita della serata. Tra questi vi erano il presidenteGiovanni Barosini, Ezio Castelli, che il pubblico haapplaudito per la targa ricevuta dalla comunità delCristo per il suo impegno sociale, Mario Cuzzetto,presidente dell’Accademia del Peperoncino e il signorAmos, presidente del ‘Club 500’. Ospite d’onore è sta-ta la bravissima ballerina di danza orientale Simon. Ilmitico Showman Mauro e la bellissima Katia hannocondotto magistralmente la magnifica serata. Il Car-rozzone Musicale dà appuntamento a tutti per sabato1 marzo con un grande evento alla ‘Osteria del PonteVecchio’ di Alessandria: il Gran Gala della Canzonecon il ballo in maschera e giro pizza per tutti.

CARROZZONE MUSICALE ALESSANDRINO GRANDE SUCCESSO DI CRITICA E PUBBLICO AL CIRCOLO CULTURALE ‘ARTE INSIEME’ DI VIA DANTE

‘La notte è fatta per amare’, un vero trionfo

ECHI DI VIAGGIOdi Simonetta Gorsegno

La temperatura che toccam-mo in quei giorni a Yadz fu lapiù calda in assoluto: cin-quantadue gradi. Non c’eraverso che scendesse. Nem-meno alla sera si riusciva adavere un po’ di refrigerio: iltermometro segnava una lie-ve flessione ma restava pursempre ben al di sopra dei 40gradi. Si beveva tutto il gior-no: casse d’acqua e deliziosebirrette analcoliche dal sapo-re fruttato. A causa dell’abbi-gliamento d’ordinanza chedovevo indossare e subire, lamia percezione di calore eradi gran lunga maggiore. Pan-taloni lunghi, casacca conmaniche e velo sulla testa,per tutta la durata del viaggio.L’unica valvola di sfogo eranoi piedi, che fin dalla partenza,avevo pensato di lasciarescoperti. Mi ero concessa pe-rò un tocco di femminilità.Avevo laccato le unghie di unverde spento in sintonia con icolori dell’abbigliamento in-dossato. Fui incauta e nonpensai che avrei destato l’at-tenzione della gente, soprat-tutto delle donne infagottatenei neri chador; le quali nonperdevano occasione perpuntare lo sguardo proprio inquella direzione. A Yadz la re-ligione è il pane quotidiano. Il95% degli iraniani è sciita ediversamente dai sunniti han-no una gerarchia religiosamolto articolata. Dopo la rivo-luzione del 1979 che portò al-la caduta dello Sciah, venneintrodotta da Komeini la teo-crazia la quale stabiliva la no-mina del capo religioso chia-mato Aiattolah affiancato daiMullah - guardiani assolutidel regime religioso e totali-tario, oltre alla figura del Pre-sidente del governo eletto di-rettamente dal popolo. Vi era-no Mullah dappertutto, tantoda far supporre che fosserofatti in fabbrica e spediti in gi-

ro per il paese ad osservare ilpopolo e a far rispettare i pre-cetti islamici. I vicoli di Yadzsono un labirinto intricato dicase color fango, moscheedel venerdì e edifici storici mala particolarità di questo luo-go sono le torri del vento. Unsistema molto antico per re-frigerare le case allo scopo difronteggiare la calura estiva.Sotto le case scorrono canalisotterranei di acqua freddache permettono all’aria caldadi raffreddarsi e di mantenereun discreto refrigerio dentrola casa. Il nostro albergo siannovareva tra le case tradi-zionale. Una grande salaospitava divani in legno su cuisi mangiava distesi su tappetipersiani. Ai quattro lati le torridel vento soffiavano una pia-cevole frescura. Se all’appa-renza la casa poteva sembra-re perfetta, il servizio si dimo-strò davvero pessimo. Il tizioalla reception si era presocerte libertà e invece di sod-disfare le nostre richieste, ciseguiva in camera e sedutosul nostro letto, in logorroi-che esternazioni, elencava isogni della sua vita: primo tratutti quello di lasciare il paeseper andare in Canada. Quan-do gli chiesi di portarmi del-l’acqua e di indicarmi qualefosse la scala per accedere altetto si dileguò tra gli antridell’hotel. Forse con la testaera già altrove! Comunqueanche senza il suo aiuto, lascala per il tetto la trovammoda soli. Era sera e la vistatanto decantata dai turisti dipassaggio era ormai svanita,nel buio. Da alcune descrizio-ni doveva essere meraviglio-sa: contigui tetti ocra che inprofusione si estendevano si-no a congiungersi con il de-serto. In assenza del panora-ma si sdraiammo su un co-modo divano disponibile.

(2ª parte - continua)

La metà del mondo

L’EVENTO Mercoledì 26 febbraio

Finalmente Oblivion Show 2.0 - Il

Sussidiario è un irre-sistibile compendio

di musica e comicità. Nonun semplice aggiornamentoma una vera e propria evo-luzione dello stile Oblivionche riesce a mescolare LadyGaga con Johann SebastianBach e Tiziano Ferro conWilliam Shakespeare.

Con la consueta eleganzae irriverenza, i cinque ma-drigalisti post moderni rac-contano storie epiche osemplici avvenimenti quo-tidiani giocando continua-mente con la musica. Il piùdelle volte li vediamo mas-sacrare canzoni e testi fa-mosi e ricomporli in modisurreali, altre volte si ci-mentano con virtuosi eser-cizi di stile e canzoni origi-nali. Come in ogni sussidia-rio che si rispetti, in questospettacolo troviamo tutte lematerie: dal solfeggio allastoria, fino alla grande lette-ratura italiana dove Dante ePinocchio cantano le loro

Note di regia Mi piace lavorare con gliOblivion, perché sono artistiche sanno crescere ed evol-versi, pur restando ‘fedeli al-la linea’. Giunti al terzo annoconsecutivo di tournee conuno show che non smette dientusiasmare il pubblico,hanno deciso di scommette-re sull’innovazione di partedel loro repertorio. Metterein scena altre parodie diopere letterarie, inventarsialtri ingorghi di parole, gio-care e improvvisare su altrigeneri musicali, ecco il loroprogramma. E così citano ilcafè chantant, reinterpreta-no i musical di Bollywood, ir-ridono l’eccesso di rap e pope, nel contempo, ironizzanosui vizi contemporanei, sullederive pseudo intellettuali,sulle omissioni della nostramemoria collettiva. I loro‘numeri’ fanno ridere e an-che pensare, come nella mi-

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Page 15: Alessandria-Renate

HURRÀ GRIGI 1521 feb. 2014 1521 feb. 2014 HURRÀ GRIGI

alle 21 al Teatro Alessandrino

gli Oblivion avventure in soli sei minuti.Gli Oblivion giocano pertutto lo show, indossando levesti ora di innocenti boy-scout alle prese con un lo-sco disturbatore, ora rievo-cando le fumose atmosferedel Cafè-Chantant.

Il cronometro scorre ine-sorabile e con un ritmo for-sennato tra motivetti retrò esonorità tecno. Ma OblivionShow 2.0 il sussidiario non èsolo corse contro il tempo,travestimenti e giocoleriamusicale. Nel susseguirsidegli sketch, tra un cazzottoe una canzone mimata, sinasconde uno sguardo im-pietoso sull’attualità e suuna società che assomigliasempre di più a una paro-dia.

Gli Oblivion sono: Grazia-na Borciani, Davide Cala-brese, Francesca Folloni,Lorenzo Scuda, Fabio Va-gnarelli. Testi di Davide Ca-labrese e Lorenzo Scuda,autore anche delle musiche.La regia è di Gioele Dix.

gliore tradizione della comi-cità di qualità. Fare ancorada guida agli Oblivion, sug-gerendo qualche nuova so-luzione scenica e qualchestratagemma teatrale, è uncompito per me gradito oltreche agevole, favorito tantodal loro talento quanto dalloro innato senso del palco-scenico. [Gioele

Dix]

CARPE DIEM di Grazia Smilovich

A proposito di...Avete mai notato quanto è facile lasciarsi se-durre dai ricordi? Ne lasciamo affiorare uno, ecome in una giostra, a volte nebulosi a volte ni-tidissimi, affollano la mente. L’altra sera, in unodei miei inesistenti momenti liberi, mi sono im-battuta in uno speciale Tv sul ‘Carosello’. Perquelli della mia leva e dintorni, correva l’anno1959, è una parola magica; per le nuove gene-razioni una parola e basta. Chi di voi si ricordache, una frase usata e abusata da sempre‘Sembra facile...’ era l’intercalare dell’Omino coibaffi? Grazie a lui è diventata famosa la migliorfautrice del vero buon caffè italiano, la Moka. Eche dire di quei due buffi coni innamorati, veri epropri cartoni animati, con cui la mia generazio-ne spesso chiudeva la giornata e gli occhi? Ca-

ballero e Carmencita, i fidanzati messicani checonvincevano i genitori a bere proprio quel caf-fè, per noi bambini erano magici come i cartoondi Walt Disney. Quello che mi piaceva di più inassoluto era quel pulcino nero un po’ sfigatocon mezzo guscio d’uovo capovolto sulla testa;ora si starà levando un coro di migliaia di voci,in un unico nome mai dimenticato, ‘Calimero’.La mamma, la Cesira, non lo riconosceva finchèl’immersione nel detersivo non gli restituival’aspetto originale. A sei anni ero preoccupatache se mi fossi sporcata troppo la mamma nonmi avrebbe riconosciuta, era un sottile terrori-smo a pensarci bene. E, a proposito di ricordi,vogliamo parlare di certe ninne nanne, che han-no turbato il sonno di diverse generazioni inve-ce di favorirlo? Una per tutte ‘Birimbino’. Ricor-do che facevo di tutto, all’arrivo della fatidicastrofa, per distrarmi e non sentirla: ‘Si è impic-

cato con la catena, la sua mammalo aspetta a cena’. Nulla aveva dainvidiare la terrificante frase suc-cessiva ‘Se lo diamo all’uomo nerose lo tiene un anno intero’. Mi chie-do cosa passasse per la testa di certiautori, secondo le quali certe vision avrebbe-ro dovuto farci addormentare. Paese che vai,usanza che trovi; la mia nonna Pina, jugoslavadi nascita, aveva italianizzato una ninna nannache certo cantava mio papà molto tempo primadi riproporla a me. Ricordo il lettone con il ma-terasso di piuma, così alto e soffice che mi av-volgeva come sabbie mobili, l’odore inconfondi-bile della nonna, quella che l’ha accompagnatatutta la vita; ricordo la stanza gelata ma la tra-punta calda e pesante come un macigno. E ri-cordo la voce energica della nonna, che lei ten-tava di adeguare al mio presunto sonno, ma che

sortiva sempre l’effetto opposto. E so-prattutto affiora alla mente quellastrofa, ero più grande all’epoca,nonfaceva più paura, più che altro faceva

sorgere domande. Partiva in sordinaun delirio di angioletti e sogni belli,

per sfociare in un monito: ‘Se tu dor-mi il lupo non verrà.’ ‘E se non dormo?’ avreisempre voluto chiedere. Ma non lo feci mai. Mifa sorridere ora pensare a cose tanto lontane,c’è una nostalgia legata a certi ricordi, perchégli interpreti sono volati via da tanto tempo, an-che se le loro voci sono sempre qui, tutte intor-no a me. Ora, quando addormento il mio nipoti-no, con la voce fuori campo di mia figlia chegiunge ovattata: ‘Non lo cullare’, accosto la por-ta, lo cullo fra le braccia e gli sussurro: ‘Dormidormi ricciolino, fai la nanna birichino, se nondormi non importa, dormirai un’altra volta’....

TV, MORTE E ALTRE SCHIOCCHEZZE di Giorgio Baracco

«Ci sono tanti motivi per ucci-dere un uomo: lussuria, avidi-tà, odio, invidia... A mio avvisol’unico accettabile è l’amore».Sentire queste parole in boccaad un poliziotto è certamentecurioso, anche se non del tut-to rassicurante (a prescindereda quello che potrebbe pen-sarne il magistrato competen-te). Il poliziotto in questione sichiama Joe Teague, è un exmarine e vive e lavora a LosAngeles negli anni ‘40 delloscorso secolo. È l’immediatodopoguerra, anni cui gli StatiUniti escono finalmente dallaGrande Depressione, gli annidi Truman, in cui l’élite ameri-cana rinuncia definitivamentead ogni velleità isolazionistaper consacrarsi al ruolo di po-tenza egemone, con interessi,uomini, e carrarmati, sparsinei cinque continenti a garan-zia della libertà e del liberomercato (libero per loro, ov-viamente) Ma questa è un’al-tra storia. La storia di cui vi vo-glio parlare è quella di MobCity, un telefilm nuovo di zec-ca, prodotto da TNT e che por-ta la prestigiosa firma diFrank Darabont (il regista deIl Miglio Verde e Le Ali dellaLibertà, nonché produttore,prima di essere cacciato inmalo modo dello zombie-hitThe Walking Dead). Una delleserie tv più attese della sta-gione, per la presenza di Da-rabont of course, ma ancheper il soggetto che riporta sulpiccolo schermo un genere (viricordate che lo scorso nume-ro si è parlato di telefilm di ge-nere?) che ha sì segnato lastoria del cinema ma che conla tv ha sempre avuto un rap-

porto complicato: il noir. Chepoi qui si impone una riflessio-ne chiarificatrice: nel linguag-gio comune e a maggior ragio-ne in quello giornalistico (ah igiornalisti...) i termini noir egiallo sono usati come sinoni-mi, ma in realtà alludono aconcetti diversi. Perdonerete ilpistolotto, quindi. Il giallo na-sce nel 1800, in piena età po-sitivista, dove si immagina lasocietà governata da una ra-zionalità immanente che lascienza è chiamata a svelare.Il crimine, in questa prospetti-va, rappresenta la rottura del-l’ordine costituito che va rista-bilito con il ritorno allo statusquo originario. Ne consegueche il finale del giallo è conso-latorio e intrinsecamente con-servatore. Diverso il discorsoper il noir, che si affaccia co-me genere letterario proprionegli Stati Uniti negli anni 20sotto il nome di hardboiled(qualcuno ha nominato Ray-mond Chandler?). Qui il puntonon è tanto risolvere il crimi-ne, ma immergersi nella real-tà che fa da contorno al delit-to, una realtà vischiosa, inde-cifrabile, cupa e spesso senzasperanza. Il noir nasce e sisviluppa all’indomani dellaGrande Guerra, evento simbo-lo del crollo della fiducia posi-tivista nella scienza e nelleprogressive sorti del genereumano: a Caporetto, a Verdune sulla Somme non muoionosolo decine di migliaia di uo-mini, ma anche la speranzache un certo tipo di modellosociale potesse promuoverela pace e benessere dell’uma-nità (e gli anni successivi cimetteranno del loro per con-

fermare la giustezza di questatesi). Da qui la nascita di ungenere che rappresenta la re-altà come un caos indecifrabi-le e con un protagonista, an-tieroe, che di questo caos faineluttabilmente parte. Un tipodi racconto che farà la storiadel cinema con classici comeIl Mistero del Falco, Lo scono-sciuto del Terzo Piano o LaFiamma del Peccato. E cheJoe Teague sia un antieroe enon il classico poliziotto nonc’è dubbio alcuno. Come nonc’è alcun dubbio che Mob Citystrizzi l’occhio al noir conun’ambientazione retrò chepiù retrò non si potrebbe (unabellezza per gli occhi in ognicaso) e un richiamo patinatoalle atmosfere e agli stilemidel genere (femme fatale, an-tieroi, locali fumosi, whiskytrangugiato come fosse Esta-thé). Il risultato, almeno stan-

do ai primi due episodi, è sicu-ramente apprezzabile anchese non fa gridare al capolavo-ro. Sullo sfondo sta quella chedovrebbe essere poi la veraprotagonista della storia edella serie: Los Angeles. Lacittà degli angeli, teatro, pro-prio in quegli anni, di una vor-ticosa battaglia tra la polizia ela mafia per la sua anima, perusare l’espressione del librodi John Buntin L.A Noir, da cuila serie è liberamente tratta.Una città sconfinata, anonimama anche unica e, credetemi,bellissima. E se proprio nonvolete credere a me credete aHecky Nash, uno dei protago-nisti della serie (ehm..): «Que-sta città. Così maledettamentebella. È come un cielo pieno distelle». Per poi aggiungere:«Ma solo da lontano. Da vicinoè un’autentica fogna». Buonavisione.

L.A., ritorna il noir

Organo dell’Associazione Culturale Orso GrigioCorso Roma 85 - 15121 Alessandria - Tel./Fax 0131 267842

Registrazione al Tribunale di AL n. 627 del 28 sett. [email protected]@nuovohurragrigi.com

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Page 16: Alessandria-Renate

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un fiore’ ispira dasempre questi artisti dellacomposizione, loro le donne le amano con un fiore, le coccolano, le festeggiano.

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