Alessandria-Cremonese

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MASSIMO TAGGIASCO M ai come in questo mo- mento, lo dobbiamo dire con convinzione: quando il gioco si fa duro, i duri giocano. Quella vista a Bolzano è veramen- te una squadra tosta, che sarà du- ra per tutti affrontare. L’ottava vittoria in trasferta è ma- turata in modo inecce- pibile, grazie ad una superiorità evidente sia sul piano del gioco che della volontà. Dopo lo sbandamento re- gistrato in avvio del girone di ritor- no, l’Orso ha ritrova- to gioco, energie e con- vinzione. Ora, abbiamo due gare casalinghe nel giro di pochi giorni: contro Cre- monese e Torres non si possono perdere punti. Dobbiamo imporre gioco e carattere anche tra le mu- ra amiche, dal momento che già siamo la formazio- ne che ha portato a casa più punti in trasferta. Tut- ta lascia pensare che sarà una corsa a tre sino alla fi- ne: Pavia e Novara non hanno cer- to intenzione di mollare, mentre il Bassano perde lentamente terre- no, ma non è assolutamente fuori dai giochi. Le tre formazioni in vetta viaggiano ormai ad un ritmo molto elevato ed ogni passo falso può rivelarsi decisivo. Alla fine, come diciamo da tempo, sarà la formazione con più ‘attributi’ ad ottenere il passaggio diretto al- la Serie B, evitando le forche caudine degli spareggi. Una cosa è certa: stiamo vivendo un campio- nato bellissimo, una stagione en- tusiasmante e siamo grati a tutti i protagonisti, in campo e fuori, per le splendide emozioni che ci rega- lano. Abbiamo ritrovato il gusto e l’orgoglio di tifare per l’Orso Grigio! Ed ora, tutti al Moccagatta per lot- tare insieme fino all’ul- timo re- spiro. Hur- rà Grigi! QUINDICINALE DI CALCIO... E NON SOLO – Direttore Massimo Taggiasco Anno VII n. 4 27/2/2015 Pizzeria-Ristorante ALESSANDRIA Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 Pizzeria-Ristorante ALESSANDRIA Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 Pizzeria-Ristorante ALESSANDRIA Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 Pizzeria-Ristorante ALESSANDRIA Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 hurra.grigi INTERNET www.hurragrigi.it ALL INTERNO DEL SITO Il Pallone Verde ALESSANDRIA • VIA MARENGO 162 SHOWROOM • VIA MARENGO 155 • TEL. 0131 251005 alessandria GRUPPO NUOVA OUTBACK. Ora vedere è potere. Ciclo combinato: consumi da 6,1 a 7,0 (l/100km); emissioni CO2 da 159 a 161 (g/km). SCOPRI LA PRIMA SUBARU CON SISTEMA EYESIGHT DI SERIE. TI ASPETTIAMO IL 27 E 28. Oggi puoi guidare oltre il possibile, a bordo della nuova Subaru Outback. Con Symmetrical AWD, motore Boxer Subaru e X-Mode, avrai sempre un controllo impeccabile, in ogni condizione e su ogni strada. E grazie all’ultima evoluzione del sistema di sicurezza preventiva EyeSight*, Outback assiste costantemente la tua vista e i tuoi riflessi, portando la tua guida a un livello superiore. Vieni a conoscerla in concessionaria. *EyeSight è un sistema di supporto alla guida che può non avere un funzionamento ottimale in tutte le condizioni di guida. Il guidatore è sempre responsabile di una guida sicura e attenta e del rispetto del Codice della Strada. L’efficacia del sistema dipende da molti fattori quali la manutenzione del veicolo, le condizioni atmosferiche e stradali. Consultare il Manuale dell’Utente per i dettagli completi su funzionamento e limitazioni del sistema. subaru.it hurra.grigi INTERNET www.hurragrigi.it ALL INTERNO DEL SITO Il Pallone Verde

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Quando il gioco si fa duro...

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MASSIMO TAGGIASCO

Mai come in questo mo-mento, lo dobbiamo direcon convinzione: quando

il gioco si fa duro, i duri giocano.Quella vista a Bolzano è veramen-te una squadra tosta, che sarà du-ra per tutti affrontare. L’ottavavittoria in trasferta è ma-turata in modo inecce-pibile, grazie ad unasuperiorità evidentesia sul piano delgioco che dellavolontà. Dopo losbandamento re-gistrato in avviodel girone di ritor-no, l’Orso ha ritrova-to gioco, energie e con-vinzione. Ora, abbiamodue gare casalinghe nel girodi pochi giorni: contro Cre-monese e Torres non sipossono perdere punti.Dobbiamo imporre gioco ecarattere anche tra le mu-ra amiche, dal momentoche già siamo la formazio-ne che ha portato a casapiù punti in trasferta. Tut-ta lascia pensare che saràuna corsa a tre sino alla fi-

ne: Pavia e Novara non hanno cer-to intenzione di mollare, mentre ilBassano perde lentamente terre-no, ma non è assolutamente fuoridai giochi. Le tre formazioni invetta viaggiano ormai ad un ritmomolto elevato ed ogni passo falsopuò rivelarsi decisivo. Alla fine,come diciamo da tempo, sarà la

formazione con più ‘attributi’ adottenere il passaggio diretto al-

la Serie B, evitandole forche caudinedegli spareggi.Una cosa è certa:stiamo vivendo

un campio-

nato bellissimo, una stagione en-tusiasmante e siamo grati a tutti iprotagonisti, in campo e fuori, perle splendide emozioni che ci rega-lano. Abbiamo ritrovato ilgusto e l’orgoglio di tifareper l’Orso Grigio! Ed ora,tutti al Moccagatta per lot-

tare insiemefino all’ul-

timo re-spiro.

Hur-rà Grigi!

QUINDICINALE DI CALCIO... E NON SOLO – Direttore Massimo Taggiasco Anno VII n. 4 • 27/2/2015

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ALESSANDRIA • VIA MARENGO 162SHOWROOM • VIA MARENGO 155 • TEL. 0131 251005alessandria

G R U P P O

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Ora vedere è potere.

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HURRÀ GRIGI2 anno VII n. 4

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Silvio, abbiamo ripreso a vo-lare...aaaaaaaaaaaaaaaaaai«Pare proprio di sì, giacchè

gli ultimi due successi (quello ca-salingo contro il Lumezzane equello corsaro di Bolzano) sembra-no aver lasciato definitivamentealle spalle quella mini-crisi nellaquale ci eravamo trovati.»

Te lo domando brutalmente:siamo da B?

«Due mesi fa ti avrei detto cheavevo dei dubbi, oggi dico ‘forse’.»

Perché avevi dei dubbi?«Perché, come abbiamo ribadito

più volte su queste pagine, l’Ales-sandria non è una squadra privadi difetti o di punti deboli, fino adora ha avuto un cammino discon-tinuo e, poi, non dimentichiamoche molti giocatori sono più daterza che non da seconda catego-ria.»

E allora che cosa ti fa pensareoggi che potremmo essere da B?

«La straordinaria forza di carat-tere del collettivo, la sua solidità el’elevato rendimento dei singoli ri-spetto al loro potenziale e poi, og-gi, posso fare con cognizione dicausa una netta affermazione cheanche solo un paio di mesi fa misarebbe sembrata avventata.»

Cioè a dire?«Che l’Alessandria ha dimostrato

nei fatti di non essere inferiore anessun’altra formazione del suo gi-rone o, se preferisci, di poter com-petere con chiunque.»

Ne sei convinto?«Gli scontri diretti con Pavia,

Novara e Bassano hanno dimo-strato che, pur con il margine d’in-certezza che caratterizza ogni in-contro, non c’è squadra in grado disottomettere l’Orso Grigio.»

Torniamo con i piedi per terra,quantomeno ai play off possiamosperare di arrivarci?

«Dal momento che abbiamo di-mostrato di potercela giocare per ilprimo posto, direi che a questo

«Facciamo i passi uno alla volta,però, per quello che si è visto finqui, non salire sul treno dei play-off sarebbe una sconfitta.»

Pensi che a questa squadra ser-vano dei rinforzi?

«Posso sbagliarmi, ma ho unaconvinzione molto radicata suquesta Alessandria: credo che ilcollettivo sia vicino al top del pro-prio rendimento. Non vorrei che cidimenticassimo, infatti, che pres-soché tutti i calciofili alessandrinierano concordi nell’affermare chela squadra dell’anno scorso fosseinidonea a sostenere il peso dellanuova C unica e che l’ex DS Mene-gatti avesse fatto più danni di Atti-la riempiendo i cassetti di contrattibiennali: ebbene, oggi ci troviamoin testa alla classifica avendo gio-cato le partite con una media di6/7 giocatori reduci dalle passatestagioni.»

Ciò significa che ex mediocri sisono trasformati in campioni?

«No, questo significa che i nostriuomini stanno dando il 100% oquasi.»

Merito del Mister o del prepara-tore atletico?

«Merito innanzi tutto della so-cietà, perché sono convinto che ungiocatore dia il top quando ha lapercezione di trovarsi in un am-biente sano e forte.»

Qual è il tuo maggior timore daqui alla fine del campionato?

«Per rispondere alla tua doman-da di prima, non penso a quantoquesta squadra posssa migliorare,ma spero che non vada incontro acali di rendimento: detto in altreparole, non credo che l’Alessandriadebba fare molto più di quanto hafatto fino ad ora (che è già notevo-le) ma che non debba allentare lagrinta e la concentrazione.»

L’INTERVISTA a Sivio Bolloli (Radio Voce Spazio)

La squadra sta rendendo al 100%perché l’ambiente è sano e forte

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Milan

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l. 01

31 2

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3

punto i play off sono un obiettivodoveroso.»

Se, comunque, ci arrivassimo,dovremmo confrontarci anchecon le compagini degli altri giro-ni...

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HURRÀ GRIGI 327 feb. 2015

Per ricevere i pdf di Hurrà Grigi gratis in anteprima basta inviare una mail a: [email protected], ma si possono già sfogliare sulla nostra pagina Facebook tutti i giovedì che precedono le partite al Moccagatta.

SQUADRE PT G V N S GF GS +/-

CLASSIFICA

1ª Promozione. Dalla 2ª alla 4ª: spareggio promozione. Dalla16ª alla 19ª: spareggio retrocessione. 20ª: retrocessione.Nel caso in cui due (o più) squadre abbiano lo stesso numero dipunti, le seguenti norme decideranno l’ordine: 1. Scontri direttitra le due squadre in questione; 1a. Punti totali; 1b. Differenzareti; 1c. Reti segnate; 2. Differenza reti; 3. Reti segnate

1 NOVARA 50 26 14 8 4 42 25 17

2 ALESSANDRIA 50 26 14 8 4 40 22 18

3 PAVIA (-1) 50 26 15 6 5 46 32 14

4 BASSANO 46 26 12 10 4 38 25 13

5 COMO 41 26 12 5 9 31 26 5

6 FERALPISALÒ 41 26 11 8 7 35 33 2

7 REAL VICENZA 41 26 10 11 5 35 25 10

8 SÜDTIROL 40 26 11 7 8 32 26 6

9 AREZZO 36 25 10 6 9 25 23 2

10 UNIONE VENEZIA 34 26 10 4 12 32 30 2

11 TORRES 34 26 9 7 10 28 29 -1

12 MANTOVA (-1) 33 26 10 6 10 26 21 5

13 MONZA 33 26 9 6 11 30 29 1

14 RENATE 32 26 8 8 10 30 39 -9

15 CREMONESE 31 26 7 10 9 30 31 -1

16 GIANA ERMINIO 30 26 8 6 12 21 26 -5

17 LUMEZZANE 24 25 6 6 13 24 9 -15

18 ALBINOLEFFE 21 26 5 6 15 16 36 -20

19 PRO PATRIA (-1) 17 26 3 9 14 28 50 -22

20 PORDENONE 17 26 4 5 17 20 42 -22

26ª GIORNATA RISULTATI

ALBINOLEFFE PAVIA 0-2

AREZZO BASSANO VIRTUS 1-0

NOVARA TORRES 2-0

GIANA ERMINIO MONZA 2-1

MANTOVA PRO PATRIA 2-0

COMO FERALPISALÒ 1-1

UNIONE VENEZIA REAL VICENZA 1-2

CREMONESE PORDENONE 0-0

SÜDTIROL ALESSANDRIA 1-2Reti: 22’ Zullo (aut.), 43’ Marras (S), 45’ Iunco.

LUMEZZANE RENATE 3-1

27ª GIORNATA 27/28 feb. e 1 mar. 2015

REAL VICENZA LUMEZZANE

TORRES GIANA ERMINIO

PORDENONE AREZZO

BASSANO VIRTUS NOVARA

MONZA UNIONE VENEZIA

ALESSANDRIA CREMONESEDomenica 1 marzo 2015 - Ore 16,00

RENATE SÜDTIROL

PAVIA MANTOVA

PRO PATRIA COMO

FERALPISALÒ ALBINOLEFFE

28ª GIORNATA 8 marzo 2015

SÜDTIROL REAL VICENZA

PORDENONE ALESSANDRIADomenica 8 marzo 2015 - Ore 15,00

MANTOVA TORRES

LUMEZZANE BASSANO VIRTUS

GIANA ERMINIO PRO PATRIA

CREMONESE FERALPISALÒ

ALBINOLEFFE RENATE

AREZZO PAVIA

NOVARA UNIONE VENEZIA

COMO MONZA

MARCATORISalvatore BRUNO (Real Vicenza) Reti 15

Andrea FERRETTI (Pavia) 13

Pasquale MAIORINO (Torres) 12

Matteo MOMENTÈ (Albinoleffe) 11

Manuel FISCHNALLER (Südtirol) 11

Andrea BRIGHENTI (Cremonese) 10

Pablo GONZALEZ (Novara) 10

Alessandro CESARINI (Pavia) 10

Stefano PIETRIBIASI (Bassano Virtus) 9

Angelo Raffaele NOLE (Bassano Virtus) 9

Michele MARCONI (Alessandria) 8

Solo i nostri bellissimiGrigi!Che battaglie, che guerrieri! I Grigicontinuano a volare: dopo il succes-so a Pavia, le tre reti al Lumezzane,espugnano anche Bolzano. È sabatopomeriggio, fa freddo, campo mal-concio. Eppure i Grigi fanno sognare.Se si dovesse chiudere la stagioneora non ci sarebbero di certo dubbi:questo è stato un anno strepitoso.Davanti, per fortuna abbiamo anco-ra dodici spettacoli, dodici opportu-nità imperdibili, ‘dodici finali’ comedice il Presidente. Una più importan-te dell’altra. Gli ultras scuotono espronano la città: il Moccagatta devetremare, ma deve tremare di Grigiovero. Gli occasionali, gli opportunisti,i gufi, ‘gli eretici’possono stare a ca-sa. Mi sembra lecito riportare unafrase di un tifoso del Parma intervi-stato da un giornalista Rai sulla si-tuazione societaria della sua squa-dra del cuore, che alla domanda sucosa si prova a vedere il cancellodello stadio chiuso alla domenicapomeriggio ha risposto: «È come perun fedele abituato ad andare a mes-sa tutte le domeniche trovarsi la por-ta della chiesa chiusa. Per me questoè in amore. Per me questa è una vo-cazione. Per me questa è fede». I ti-fosi soffrono tutti della stessa dipen-denza, hanno tutti gli stessi sintomi.E questa frase rende onore: a chi ladice, a chi la condivide e alla squa-dre che la ispirano. Il Moccagattamerita il suo pubblico più caldo e fe-

dele, il suo pubblico più grigio e piùacceso. Questi ragazzi meritano ilsupporto più rassicurante, meritanoquelle parole scritte sulla maglia‘Alessandria sei la fiamma che cibrucia con ardore’. Parole profonde,immediate, commoventi, di spirito.Parole che escono dalla bocca ditutti durante l’esecuzione del coro,parole che entrano e si imprimono afuoco nel cuore di chi le pronunciacon le lacrime agli occhi e i brividilungo la schiena. È inutile ribadireche le prossime partite saranno to-stissime, che mantenere una strisciapositiva sarà impegnativo, che ognisquadra è pericolosa a modo suo.Ma noi siamo i Grigi e... Questo bastae avanza come stimolo.

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Alessandria, Novara, Pavia,in rigoroso ordine alfabeti-co.

Sono rimaste loro tre a giocarsiil biglietto per il viaggio direttoverso la Serie B, per le altre due re-sterà la consolazione e la speranzalegate ai play-off. L’ultima giorna-ta ha confermato la fuga del trio ditesta e dato ulteriore concretezzaalla convinzione che il Bassano,partito alla grande e a lungo pri-mo della classe, abbia ormai datoil meglio di sé e gli siano rimastepoche cartucce da sparare. Il bol-lettino sanitario di giornata con-ferma l’ottimo stato di salute deiGrigi e sottolinea la capacità delledue avversarie di saper riuscire aconquistare punti pesanti anchein un periodo di non particolaresplendore. Proprio questo potrà

rappresentare il vero, probantebanco di prova per Rantier e com-pagni: ora tutto riesce facile per-ché siamo in un momento digrande salute atletica, col moralea mille grazie all’esito delle ultimesfide; la conferma deve arrivaredal saper fare bottino pieno anchequando tutti i parametri non sa-ranno al top. Restano dodici gior-nate per dimostrare di meritarequell’unico biglietto.

Mai come quest’anno la speran-za, il desiderio, il sogno di quanti,a metà degli anni settanta, videroPozzani, Maldera, Di Brino... gio-care in Serie B, di tornare forse ungiorno a rivedere le maglie grigienel campionato cadetto, è statotanto vicino alla sua realizzazione.Ce lo aveva fatto sognare Sarri, main quel momento c’era solamente

un grande mister e un fantasticogruppo, mancavano però le cer-tezze della società e, infatti, ce neaccorgemmo pochi mesi dopo.Oggi, invece, c’è tutto: società,squadra e (incredibile pensarlo fi-no a pochi mesi fa) persino il mi-ster! Questa è la sorpresa piùgrande: del presidente, della so-cietà, del valore della squadrac’erano forti segnali positivi già fi-no da agosto, l’anello debole dellacatena sembrava essere rappre-sentato proprio dal mister. LucaDi Masi ha puntato forte su di lui,ci ha creduto lui per primo, anchequando in pochi ci avrebberopuntato qualche centesimo.Scommessa vinta. In attesa di vin-cere la scommessa più importantee di confermare l’importanza del-l’ordine alfabetico!

PARLA L’ORSOdi Beatrice Bruno

PUNTO GRIGIO di Giovanni Mediliano

Restano in tre. E i Grigi ci sono!

Page 4: Alessandria-Cremonese

HURRÀ GRIGI4 anno VII n. 4

Questa volta partiamo dallafine, ovvero dallo stadio‘Druso’ di Bolzano.

È vero, l’Alessandria ha assesta-to un altro colpo da grande squa-dra. «Qualunque risultato società,squadra, tifosi, la città intera, tuttiinsieme possiamo raggiungerlo’:ha ragione il presidente Luca DiMasi dopo l’exploit di Bolzano.‘Sarà ancora lunga - sottolinea ilpatròn - faticoso e difficilissimo,ma questa Alessandria, tutta, lot-terà fino alla fine, con i denti, conil cuore, con la tecnica e con la tat-tica».

Nel match clou della ventiseie-sima giornata del campionato diLega Pro, il Südtirol deve dunquearrendersi alla capolista Alessan-dria 2-1.

In un pomeriggio umido e atratti piovoso, su un campo sololeggermente allentato, l’inizio dimatch è di marca grigia , conl’Alessandria – in tenuta tradizio-nale con i calzoncini neri – cheprova ad impossessarsi del pallinodel gioco, ma il primo affondo èdel Südtirol, segnatamente al 5’,quando Marras si produce in unapercussione centrale per poi apri-re a sinistra per Branca, sul cuicross Sabato respinge la minaccia,non senza qualche affanno.

Guadagna metri di campo laformazione biancorossa, costrin-gendo l’Alessandria sulla difensi-va, con Bertoni che al 14’ ci provadalla distanza, ma senza fortuna.

Gioca con ordine e piglio autori-

tario il Südtirol, ma al 17’ su pallapersa dai biancorossi l’Alessan-dria sviluppa un contropiede chefavorisce la conclusione di Marco-ni, respinta lateralmente da Mel-grati, poi l’azione ospite sfuma.

Al 18’ si infortuna Fink, e primai biancorossi rimangono momen-taneamente in 10 e l’Alessandriava vicino al gol con Iunco che sal-ta Zullo in area e calcia, ma Mel-grati è bravo nella respinta di pie-de.

Südtirol in affanno, e al 22’ – suspiovente da calcio d’angolo –Mezavilla colpisce di testa e Zullo,nel tentativo di liberare, infilainavvertitamente la propria porta,permettendo all’Alessandria diportarsi a condurre.

I biancorossi provano a reagire,e al 31’ il cross di Branca viene re-spinto centralmente da Morero,liberando il destro di Mazzitelliche però calcia alto sopra la tra-versa.

Squadra solidissima e ben or-ganizzata, l’Alessandria, ma al 39’il Südtirol trova un varco con granpalla scodellata da Branca per illiberissimo Novothny, il cui colpodi testa è però debole e soprattut-to centrale.

Ma al 43’, su calcio d’angolo diCampo prolungato di testa da Taitil rimorchio di Marras è vincentee vale l’1-1 e la quinta rete in cam-pionato del furetto genovese.

Passano però meno due minuti,con Bertoni che svirgola il rinvio,lanciando in campo aperto Iunco,

che entra in area, salta Melgrati edeposita in rete il 2-1 dell’Ales-sandria, parziale con il quale ledue squadre vanno negli spoglia-toi.

Si riparte con una novità nelSüdtirol, ovvero l’ingresso in cam-po di Fischnaller per Campo, coibiancorossi che provano subito apremere, guadagnandosi conMarras una punizione, calciata dipoco alta da Mazzitelli.

Alessandria meno propositivarispetto alla prima frazione, masempre solidissima nelle retrovie,col Südtirol che non riesce a tro-vare sbocchi in avanti e allora mi-ster Sormani si gioca la carta She-kiladze, ma gli ospiti sfiorano ilterzo gol su angolo di Vitofrance-sco e colpo di testa di ori che col-pisce la parte alta della traversa.

Il Südtirol si riversa generosa-mente in avanti, ma l’Alessandriasi conferma non a caso la migliordifesa del campionato, sfiorandoil terzo gol anche al 37’, quando suangolo di Vitofrancesco il colpo ditesta di Germinale viene smanac-ciato sulla traversa da Melgrati.

Al 41’ i biancorossi rimangonoin 10 uomini, con Novothny cheentra in area e cade a terra, e conl’arbitro che opta per la simula-zione, rifilando la seconda ammo-nizione al centravanti magiaro.

Finisce 2-1 per l’Alessandria,che incamera la quarta vittoriaconsecutiva continuando a occu-pare la testa della classifica insie-me a l Novara e al Pavia.

● In sala stampa Mister LucaD’Angelo: «Abbiamo giocato conla determinazione giusta. Lorobravi, ma noi non abbiamo sba-gliato niente. Andiamo avanti conquesta convinzione, partita dopopartita». Le parole di SantiagoMorero: «Sono partite dure manon abbiamo mai rischiato, le oc-casioni sono state solo nostre e ilrisultato è stato meritato». CosìAntimo Iunco autore dell’1-2 conil Südtirol: «Pensiamo già allaprossima partita contro la Cre-monese, ma oggi abbiamo fattoproprio bene con questo carattere equesta determinazione possiamomolto lontano».

Sette giorni primaGrigi di nuovo in alto: tre gol al Lumezzane

L’Alessandria è di nuovo primain classifica, con Pavia e Novara(che hanno pareggiato 3-3) e ilBassano è dietro di un punto.

Per il Lumezzane la sconfitta adAlessandria era da mettere in pre-ventivo, visto il ruolino di marciadei Grigi che venivano da due vit-torie di fila, compreso il successoproprio contro il Pavia.

Nella notte di San Valentinol’Alessandria ha giocato moltobene per almeno 75 minuti, al-lentando un po’ la presa solo negliultimo quarto d’ora.

«Più che comprensibile: perchétutti hanno speso molto, per illungo elenco di diffidati che, anche

inconsciamente, faceva evitare icontatti per non rimediare ungiallo, e in questo siamo stati bra-vi, per tutta la gara, e anche perché– ha spiegato Mister D’Angelo -con il risultato al sicuro al 20’ dellaripresa l’adrenalina, altissima perbuona parte della partita, è un po-chino scesa».

La formazione alessandrina è ri-tornata al 3-5-2. «Perché mi è sem-brato l’atteggiamento tattico piùcorretto contro un avversarioschierato con il 4-3-3. Chiedendogrande spinta ai due esterni e Vito-francesco e Mora hanno messo inarea una quantità enorme di pal-loni. Credo di essere uno dei pochifautori del 3-5-2 – ha insistito iltecnico alessandrino – che, pernoi, è un po’ come quando si tornaa casa: la certezza di un piatto dipasta fatta bene, dalla mamma, c’èsempre. Però, sia chiaro, ci riescealtrettanto bene anche l’altro mo-dulo, dipende anche dalle caratte-ristiche della squadra che affron-tiamo».

L’Alessandria è passata in van-taggio al 15’ del primo tempo. Sultiro dalla bandierina di Vitofran-cesco Bason ha bloccato la sfera,ma poi l’ ha persa. Per Marconimetterla dentro è stato un giocoda ragazzi.

Nella ripresa subito scherma-glie: un tiro di Rantier di poco altoper i Grigi e una grande uscita diNordi sul centravanti del LumeSarao. Al 10’ Marconi ha sfiorato ilraddoppio. Al 15’ Bagnai ha com-binato la frittata consentendo aRantier di infilare Bason quasidalla linea di fondo. Il Lume ècrollato mentalmente ed al 20’Cavalli ha fatto tris concludendouna bella manovra.

Nel finale, al 44’, c’è stato il goldella bandiera del Lumezzanerealizzato da Varas, al primo cen-tro tra i professionisti. Già, il golnel finale? «Un errore ci può stare.Credo, però, che possiamo godercitutti questa bella vittoria» ha ta-gliato corto D’Angelo.

Gabriele Cavalli al termine delmatch era logicamente euforico,pur rimanendo con i piedi per ter-ra: «La mia è la ciliegina sulla tor-ta. Ma il gol che ha chiuso la parti-ta è il capolavoro di Rantier».

Molto bene il rientro di questogiocatore che sa aspettare semprecon umiltà il proprio momento: siè fatto trovare pronto e siamo si-curi che saprà dare un grandecontributo a questo splendidogruppo che vuole giocarsela finoalla fine.

DETTO FUORI DAI DENTI di Mario Bocchio

Anche il Südtirol deve arrendersia questo super Orso

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Südtirol - Alessandria 1-2

Alessandria - Lumezzane 3-1

Alessandria-Cremonese, do-menica pomeriggio, ore 16.00,cielo sereno, temperatura pia-cevole. I requisiti sembrano es-serci tutti. Dimenticavo il piùimportante: si gioca nella tanadell’Orso, primo della classe. Ilpresidente ha rilasciato una di-chiarazione: preferirebbe infattivedere tremila persone al Moc-cagatta ogni domenica, piutto-sto che farne seimila l’ultima dicampionato. È in effetti unaquestione di principio: è troppofacile salire sul carro del vinci-

tore, dopo mille sacrifici, dopomille colpi duri, dopo tutte lebastonate, dopo tutta la neve,dopo tutta la pioggia. A maggiofa caldo, all’aperto si sta bene,guardando una partita avvin-cente ancora meglio: ma è giu-sto e corretto gioire e abbrac-ciarsi dopo solo 90 minuti di vi-ta grigia? C’è da rispettare chisegue i Grigi da lontano, chi nonriesce a venire tutte le domeni-che per motivi di lavoro o di fa-miglia, chi tifa Alessandria dal-l’altra parte del mondo. C’è pe-

rò da riprendere chi al Mocca civiene per moda. E questa fraseviene spesso ripetuta in gradi-nata da uno dei colossi ultras ditutti i tempi: «Se non la amiquando perde, non amarlaquando vince’. Dovrebbe esserequesta la morale di coloro chesi presenteranno al Moccagat-ta, contro l’Unione Venezia. Do-vrebbe essere la lezione pertutti quelli per cui l’ultima parti-ta vista rimane quella di CoppaItalia contro la Salernitana, eche magari l’hanno vista solo

per una questione di riscattostorico, solo per provare a to-gliersi il peso di quella lontanasconfitta. La Nord ha inoltre‘bandito’ un concorso: chiunquesarà in curva questa domenicadovrà portarsi una bandiera, lapiù bella verrà premiata conuna sciarpa degli ultras e unadesivo mandrogno.

Il calcio non è più quello diuna volta, fumogeni e tamburirendevano l’atmosfera più coin-volgente... Ora però bisognaadeguarsi e colorare di grigiotutta la Nord, sembra essereuna grande soluzione.

Quindi non hai scuse, corri aprendere il biglietto, ti aspettia-mo al Mocca! [BB]

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Page 5: Alessandria-Cremonese

È tornato, e meno male. È tor-nato ad impressionarci, a me-ravigliarci, a imbambolare ilcentrocampo avversario. Ètornato dopo un lungo perio-do di stop, più carico, più informa, più limpido che mai. Ètornato da due giornate e giàsi vede quanto ci sia mancato.La sua inesauribile grinta, lasua qualità pulita, il suo spiri-to di sacrificio e la sua natu-rale forza di spirito. È tornatoGabriele Cavalli e l’impres-sionabile equilibrio tra qualitàe maestria si è ristabilito. Ilsuo grande sorriso stampatosul viso, la sua serenità sem-pre illuminante, la sua fer-mezza tipica di chi di calcio lasa davvero lunga. È un trasci-natore dallo sguardo brillan-te ma umile, dal carattere si-curo. La sua carriera è inizia-ta nell’Olginatese, compaginebianconera della provinciadi Lecco, dove tra-scorse tre stagioni.Poi spostandosidi poco, entrò nelcapoluogo di pro-vincia: nel Lecco.Qui, vinse il cam-pionato che portoin serie D il clublombardo. Pas-serà però ancoraun po’ di squa-dre prima di pre-sentarsi in gri-gio: ritorna nel

suo primo club, l’Olginatese,dove donerà qualità ed espe-rienza per ancora due anni.Poi Darfo Boario, Seregno e,come ultimo club lombardo ilRenate, dove si mostrò prota-gonista e si confermò indub-biamente miglior medianodella categoria. È un giocato-re di talento e personalità, unleader indiscutibilmente indi-spensabile. Trasmette buonumore e in una città così fred-da c’è bisogno di persone cheriescano a sciogliere i cuori dipietra che cercano di non far-si prendere dall’irrinunciabilevortice dei Grigi; per paura di

non riuscire piùad uscirne. Aiu-taci a portare

più gente allostadio aiutaci

a raggiungereil nostro sogno!

Tutti al ga-loppo!

HURRÀ GRIGI 527 feb. 2015

Altro numero, altroamore, altra facciada curva. Questa vol-

ta tocca a Carlo Timbaldi,grigio vero. Cominciamo.

Carlo, da quanto vieni alMoccagatta? Ricordi la tuaprima partita?

«Vengo allo stadio daquando ho dodici, tredicianni... Precisamente dal1979-1980, la mia primapartita da tifoso vero è stataAlessandria-Pavia, vinta 1-0grazie al gol di Pasquali, contanto di promozione in C1.»

Hai appena usato il ter-mine ‘tifoso vero’, a questoproposito, cosa significaper te essere tifoso?

«La tua squadra del cuoreti fa vivere gioie e dolori,penso che essere tifoso signi-fichi soprattutto saper con-dividere i momenti belli e imomenti brutti che la tuasquadra ti fa vivere. Ti coin-volge a tal punto da essercidentro tutta la settimana.L’ansia ti prende e l’agita-zione sale: sia nei periodibui, sia nei periodi illumi-nati, sia contro i più forti,sia contro i più scarsi.»

Quali sono state per te lapartita più bella e la partitapiù triste?

«La più triste è stata lospareggio a Modena controil Prato, perso 3-2 nonostan-te la fantastica squadra diquell’anno: Marescalco, Ma-nueli, Gregucci, Carrera...Una mancata promozioneper una rosa che meritavadavvero tantissimo. La più

bella invece è stato lospareggio a ReggioEmilia, partita cheinvece ci ha fattosalire di catego-ria.»

C’è un coroche porti nelcuore? Per-ché?

«La rispostaa questa do-manda non èper niente fa-cile... non esisteun coro in parti-colare, adoro tuttiallo stesso modo.Quello che più mi érimasto dentro però è ilpiù recente: ‘Son talmentedeficiente che non so staresenza te, scorre l’alcool nellevene: tifo Alessandria Alè!’.Ci rappresenta proprio allaperfezione!»

C’è un giocatore a cui seiparticolarmente affeziona-to?

«Devo dire che solitamen-te mi focalizzo più sul grup-po che sui singoli, quest’an-no infatti mi sono reso contodella perfetta sintonia tratutti i membri della rosa. Sedovessi però fare un nome,pronuncerei quello di Ma-nuel Ferrani che purtropponon è più qui: è una bellissi-ma persona, un ragazzosemplice e puro.»

Quale coreografia dellaNord ti è rimasta più im-pressa?

«Sinceramente non mi ri-cordo la data precisa, mi

sembra fosse l’anno di Ma-rescalco, in una partita in-terna con il Venezia... Eranoancora permesso fumogeni etorce, la curva era un verospettacolo!»

Tre aggettivi che descri-vano la tua Alessandria.

«Sicuramente Nebulosa:siamo Grigi e siamo fieri diesserlo, a causa però delleinfamate societarie, delladisperata opacità di alcunevecchie delusioni è inevita-bile non avere una fitta allostomaco. Caparbia: è un ag-gettivo che sintetizza com-pletamente il nostro insa-ziabile orgoglio e la nostragrande forza di volontà. PoiIndomabile: perché, soprat-tutto quest’anno, mettere ipiedi in testa all’Orso non è

stato per niente facile, siasul campo sia sui gra-

doni!»Un breve com-

mento sulla sta-gione di que-st’anno.

«Questa perme è stata unastagione soprale righe: ricor-do le parole delPresidente que-

sta estate, allapresentazione. Si

era posto comeobiettivo la parte

sinistra della classi-fica, ebbene a dodici

giornate dalla fine delcampionato ci troviamoprimi in classifica alla paridi due compagini attrezza-tissime. Questa è sicuramen-te un’annata fantastica.»

Fai un appello al popoloalessandrino per convin-cerlo a venire a Mocca.

«Una cosa che mi darebbedavvero fastidio sarebbe ve-dere seimila persone nell’ul-tima di campionato controil Venezia. Mi dispiacerebbesapere che sono così tanticoloro che salgono sul carrodel vincitore dopo un annodi sofferenze e sudate, dopoun anno che ha ballato sul-la media dei duemila spet-tatori a partita. Non lo trovogiusto nei confronti di chi alMoccagatta, nel bene e nelmale, ci verrà davvero persempre. Detto questo, svegliaAlessandria... I Grigi nonaspettano! Adoss!»

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«Questa è certamenteun’annata fantastica»

Page 6: Alessandria-Cremonese

HURRÀ GRIGI6 anno VII n. 4

Con lo scoppio della Primaguerra mondiale il campio-nato di Prima Divisione

venne sospeso: alcuni giocatori edirigenti rimasti liberi da impegnimilitari pensarono di continuarel’attività che il sodalizio grigioaveva dovuto sospendere: vennecosì creato un nuovo club, l’Unio-ne Sportiva Alessandrina. I primidirigenti furono il presidente Rai-teri ed il segretario Correglia,mentre Umberto Vitale, ‘Papà’Maino e l’avvocato Borasio del-l’Alessandria F.B.C. offrirono sal-tuariamente la loro collaborazio-ne. La maglia era grigia con unastella rossa: per questo i giocatorivennero soprannominati Grigio-stellati. Gli atleti più in vista furo-no Baloncieri, Papa II, Barile, lostesso Carcano ed il portiere Filli-de. Poiché il Campo di Piazza Ge-nova (Piazza d’Armi Vecchia) eraadibito a tutt’altra attività, lasquadra fu obbligata a disputaresolo gare amichevoli esterne:quelli contro Torino, Genoa, An-drea Doria, Modena e Bologna fu-rono i più importanti incontri.

La prima partita casalinga fucontro il Savona e venne giocata il18 giugno 1916. I ‘nuovi Grigi’ sce-sero in campo con la seguenteformazione: Fillide; Barile, Barbe-ris; Poggi, Bezzi, Lazoli II; Corna-glia, Baloncieri, Papa II, Cannob-bio e Merlo. L’incasso fu devolutoin beneficienza e l’Alessandrina siimpose per 5-1. Un’altra vittoria fuconseguita contro il Novara e do-po questo successo la squadravenne invitata a partecipare allaCoppa Bossi messa in palio pro-prio a Novara. Dopo una serie divittorie contro l’Unione Sportiva

no di Ticozzelli, l’erculeo terzinoidolo del popolino. A lui il vanto dicapitanare la squadra e di condur-la alla vittoria per 3-2 con reti diTicozzelli, Capra I e Baloncieri.Terminata la guerra venne ricosti-tuita l’Alessandria F.B.C. ed i variCarcano, Baloncieri e Fillide ritor-narono all’ovile. Altri invece rima-sero fedeli all’Unione, creando iprodromi derbistici delle grandicittà. La maglia fu cambiata inbianca fasciata di rosso ed allapresidenza fu chiamato il dottorGarino, noto farmacista e fotogra-fo: a lui si devono i primi serviziapparsi sul ‘Calcio Illustrato’. Ma ilvero manager rimase Milano, chesi diede subito da fare per rico-struire la squadra. L’F.B.C. riuscì acreare il proprio terreno di giocoagli Orti, l’Unione ne trovò uno inprossimità di Corso Acqui, al Cri-sto, dietro Piazza Ceriana. L’Ales-sandrina partecipò ai preliminariper l’ammissione al torneo di Pri-ma Divisione e riuscì addiritturaad approdare alla finale control’Unione Sportiva Novarese. Ilmatch si giocò ad Alessandria sulCampo sportivo militare, vicinoall’attuale ‘Caserma Artale’ in unpiovoso pomeriggio di fine otto-bre 1919. Gli avversari riuscironoad ingannare l’arbitro (ma ci fuanche chi sostenne che era d’ac-cordo) e, sotto falso nome, fecerogiocare come portiere Innocenti,estremo difensore della Pro Ver-celli e della Nazionale. All’80’ ven-ne commesso un fallo a centro-campo ai danni dell’Unione; si in-caricò della punizione Lazoli II,dotato di tiro potente, che nontradì le aspettative riuscendo asorprendere Innocenti. Fu la rete

Novarese, il Busto Arsizio ed il Le-gnano i Grigiostellati giunsero infinale contro i torinesi del PastoreF.B.C. vincendo per 3-2. Questa laformazione: Morando; Barberis,Barile; Sperati, Cannobbio, Ardiz-zi II, Capra I; Ardizzi I, Baloncieri,Lazoli II e Montanari I. Questavittoria, datata febbraio 1917, fuun premio davvero meritato datele notevoli difficoltà economichee logistiche. La sede sociale vennespostata al ‘Bar Milano’ in PiazzaGaribaldi, dove il proprietario UgoMilano, grande appassionato, di-venne sponsor e finanziatore. Il 10marzo 1917 lo stesso Milano scris-se al Sindaco per chiedere la di-sponibilità di un terreno di giocoper la durata di sei anni, giudicatitroppi, per cui la risposta fu nega-tiva. Per giocare le partite vennecosì individuato un rettangolo er-boso tra le casematte della Citta-della dove, il 26 maggio 1918, lacompagine alessandrina affrontòuna rappresentativa dell’Esercitoinglese, alleato di quello italiano.La formazione: Fillide; Papa I,Musso; Carcano, Cornaglia, Be-rardo; Moretti, Torricelli, Torti II,Baloncieri, Capra I (Valentini,Chiodi). Gli alessandrini, per l’oc-casione con la vecchia maglia gri-gia e rinforzati dai torinesi Mussoe Berardo, vennero sconfitti.

Venne poi disputata la rivincita,il 29 settembre 1918, contro un’al-tra rappresentativa di militari bri-tannici, forte di ben sei giocatoriche avevano fatto parte della Na-zionale e capitanati dal famosoWalshingham. Tra gli alessandrinivennero schierati il casalese Mat-tea ed il torinese Aliberti, ma lanovità fu rappresentata dal ritor-

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Dall’Unione Sportiva Alessa1 27 maggio 1917, l’Unione Alessandrina affronta la Juventus sul campo del Cristo. Questa immagine è del tutto unica e rara. 2 La formalide, Moretti, Torti II, Cornaglia, Carcano, Baloncieri, Chiodi, Papa II, Musso, Capra I, Berardo e l’arbitro, nell’occasione il Capitano AugMerlo, Capra I, Savojardo. A terra: Papa II e Baloncieri. 4 L’Unione Alessandrina con la maglia bianca fasciata di rosso. Da sinistra: Talam

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Cremonese amarcordIn vista del match del ‘Moccagatta’ tra Alessandria e Cremonese, in col-laborazione con www.museogrigio.it vi proponiamo una serie di foto-grafie che riassumono la storia delle sfide tra Grigi e Grigiorossi.

1 Alessandria-Cremonese (2-3), 26 gennaio 1926. La formazione dell’Ales-sandria, partendo da sinistra: Capra II, Simoka, Banchero I, Morando, Tritz,Cattaneo, Avalle, Papa II, Viviano, Costa, Lauro. 2 Alessandria-Cremonese,1925. Partita amichevole, che finì 2-1. 3 Alessandria-Cremonese (2-1), 20marzo 1927. Il portiere Mandelli para un tiro alessandrino. 4 Sempre Ales-sandria-Cremonese (2-1), torneo 1926-’27. Mandelli, numero uno cremonese,respinge su un colpo di testa alessandrino. 5 Alessandria-Cremonese (2-1),campionato 1926-’27. Corner sotto la porta lombarda. 6 Biglietto della partitaAlessandria-Cremonese della stagione 1971-’72.

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L’Orso Grig

Page 7: Alessandria-Cremonese

HURRÀ GRIGI 727 feb. 2015

della vittoria che diede il titolo diammissione al campionato di Pri-ma Divisione. I biancorossi gioca-rono con questa formazione: Or-gero; Lazoli II, Lasi; Sperati, Bo-nato, Cannobbio; Montanari II,Muratori , Fiori , De Nicolai eMontanari I. Per acquistare ilcampo di gioco vennero emesseazioni del valore di 25 Lire ciascu-na: la maggior parte vennero ac-quistate dal solito Milano e si do-vette sostenere una spesa di700.000 Lire, somma favolosa perl’epoca. Interpellati, i dirigenti gri-gi, forse per dimostrare la rivalitàche stava nascendo, si guardaronobene dal sottoscrivere quote, tran-ne Vitale che acquistò una solaazione. Alla fine il campo fu co-struito e rimase in funzione sinoagli anni Sessanta: i più anziani loricordano come il terreno dellaFulgor. Vi giocarono squadronicome la Juventus, il Torino e la ProVercelli. L’Unione venne inseritanel girone A, autenticamente ‘diferro’, anche se lo stesso privò lacittà della possibilità di giocare ilderby.

I biancorossi patirono la catego-ria e si giocarono la salvezza nelleultime battute del girone elimina-torio contro la Biellese. La gara eraancora sullo 0-0 quando l’arbitrocommise un’enorme gaffe. Peruna rimessa dal fondo Lazoli II siriaggiustò il pallone, spostandolocon le mani, e l’arbitro fischiò il ri-gore. A nulla valsero le proteste.La Biellese realizzo il penalty econdannò l’U.S. Alessandrina allaretrocessione. Tutti i sogni crolla-rono e qualcuno incominciò aparlare di fusione, ma quando lacosa pareva ormai decisa i calcia-

tori biancorossi vollero dimostra-re il loro valore battendo i Nero-stellati del Casale a casa loro, al‘Natal Palli’, quello stesso stadiodove la domenica prima i Grigi diCarcano erano stati sonoramentesconfitti. La vittoria dell’Unioneper 3-0 suscitò autentica ammira-zione, ma comunque fu come ilcanto del cigno, complice ancheuna situazione finanziaria alquan-to sofferente.

Preludio della fusione fu peròproprio l’incontro stracittadinodisputato domenica 22 gennaio1920, quando il campionato ven-ne sospeso per l’incontro dellaNazionale contro la Francia. Vin-sero i Grigi per 2-1, ma il gol dellavittoria fu realizzato da Balonciericon la complicità di un pugno alpallone non visto dall’arbitro. Lostesso ‘Balòn’ a partita conclusaammise l’irregolarità commessa.Le squadre scesero in campo così:l’Alessandria F.B.C. con Porrati;Ticozzelli, Lucioni; Chiodi, Carca-no, Ardrizzi I; Farelli, Papa II, BayI, Baloncieri, Torricelli. L’U.S.Alessandrina con Orgero; LazoliII, Barberis; Sperati, Cannobbio,Bonato; Capra I, Scovenna, Sce-vola, Ardrizzi II, Montanari I. Do-po un serrato confronto tra i dueclub vennero poste le condizioniper la fusione, che prevedeva lasostanziale modifica della ragionesociale per cui l’F.B.C. veniva acambiarsi in Alessandria U.S. el’adozione sulla maglia grigia diun disco rosso con le inizialiA.U.S.. Esistevano però, da en-trambe le parti, correnti di contra-rietà. Finalmente si svolse al Tea-tro Municipale un’assemblea ge-nerale dei soci degli sportivi dei

due sodalizi che sancì la fusione.La nuova denominazione socialesi decretò in Alessandria UnioneSportiva; la maglia era grigia fa-sciata da una striscia biancorossa,ma già nel campionato 1921-’22 siritornò al grigio assoluto. Cessatal’attività dei biancorossi, il campodel Cristo rimase inoperoso e ven-ne demolito lo steccato in legnocon la cui vendita si provvide arimborsare i vecchi finanziatori.Per il calcio alessandrino nacquecosì una nuova era sul palcosceni-co del Campo Orti e a cementaremaggiormente l’entusiasmo con-tribuì l’esordio in Nazionale diCarcano e Ticozzelli.

Il primo Consiglio direttivo del-l’Alessandria U.S. risultò cosìcomposto: Presidente l’Ing.Brezzi, Vice l’Avv. Borasio e l’Avv.Gandini, Cassiere U. Vitale, Segre-tario il Geom. Bobbio. Questi iConsiglieri: Rag. Oliva, Comm.Maino, Rag. Migliardi, Cav. Gara-velli, Pittaluga, Bucciotti, Bezzi,Savojardo, Testera, Bonzi e Aug-sto Rangone. In realtà l’U.S. Ales-sandrina continuò la sua attivitàdedicandosi al calcio dilettantisti-co ed allo sport in genere, trasfe-rendo la sua sede in via Bologna,fino al 1925, poi l’impegno econo-mico, nonostante il tentativo di al-cune sottoscrizioni, risultò troppooneroso ed il sodalizio sparì defi-nitivamente. Rimane il mancatosapore di un vero derby, con tuttol’entusiasmo e le passioni che rie-sce a suscitare solo un match stra-cittadino: come la cometa Halleyl’U.S. Alessandrina l’ha fatto so-gnare, la sua gloria ebbe il fulgoredi una meteora, ma forse è statomeglio così.

Le fotografie sono tratte dal sito www.museogrigio.it

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andrina all’U.S. Alessandriaazione che nel piazzale interno della Cittadella perse contro i militari inglesi. Da sinistra: un guardalinee in divisa dell’Esercito italiano, Fil-usto Rangone. 3 Anno 1916: Alessandria F.B.C. o già U.S. Alessandrina? Da sinistra: Barberis, Papa I, Moretti, Chiodi, Fillide, Cannobbio,

mazzini, Scevola, Cannobbio, Barberis, Sperati, Scovenna, Capra I, Orgero, Lazoli II, Poggi, Montanari I e Ugo Milano (in borghese).

LE VITE DEGLI ALTRIdi Paolo Baratto

Portieri Riccardo Galli (1993), Giacomo Venturi (1992), Nicholas Batta-iola (1996), Paolo Quaini (1990). Difensori Alessandro Favalli (1992),Dario Campagna (1988), Ruben Palomeque (1984), Alessandro Bassoli(1990), Sebastian Zieleniecki (1995), Giacomo Gambaretti (1992), LucaMarongiu (1993), Carlo Crialese (1992), Paolo Castellini (1979), MarcoBriganti (1982). Centrocampisti Abderrazzak Jadid (1983), Alessan-dro Marchi (1989), Simone Palermo (1988), Michele Moroni (1994), Lu-cas Finazzi (1990), George Ionascu (1996). Robert Tripsa (1996). At-taccanti Radoslav Kirilov (1992), Federico Di Francesco (1994), ReyManaj (1997), Cristian Carletti (1996), Nicola Ciccone (1996), AndreaBrighenti (1987), Riccardo Pasi (1990). Allenatore Marco Giampaolo.

Cremonese con il fiatoneLa storia della Cremonese viene fon-data, come polisportiva, il 24 marzo1903 alla ‘Trattoria Vesuvio’ di piaz-za Sant’Angelo a Cremona da ungruppo di amici per ‘diffondere e fa-cilitare tra la gioventù l’educazionefisica, la passione agli esercizi spor-tivi, la disciplina e la concordia, inmodo che possa rendersi utile a séed alla patria’. Primo presidentefu Emilio Faia. I colori socialiscelti furono il bianco eil lilla; il calcio all’inter-no della società comin-cia ad essere praticatonel 1910. Per l’attuale sta-gione, in porta è stato acqui-stato Venturi in prestito gratuitodal Bologna. In difesa sono arri-vati Bassoli in prestito gratuito dalChievo (1 presenza in A nel 2009-2010 con il Bologna); Briganti dalMonza (6 campionati a Gubbio con16 presenze in B nel 2011-2012); Fa-valli dal Parma; l’ex grigio Gamba-retti dal Castiglione; Crialese in pre-stito annuale dal Cesena; Palome-que in prestito dal Bologna; Maron-giu dal Viareggio a fine prestito; Ca-stellini invece era svincolato (lungacarriera in A e in B con le maglie diTorino, Betis Siviglia, Parma, Roma,Sampdoria e Livorno). A centrocam-

po sono arrivati: Marchi dal Catanza-ro; Pasi dal Bologna; Finazzi in pre-stito dal Grosseto; e ancora Jadiddal Vicenza, Moroni dal Parma,Campagna dall’Arezzo, Kirilov dalChievo, Di Francesco dal Parma, tut-ti in prestito annuale. Marco Giam-paolo, subentrato lo scorso novem-bre a Mario Montorfano, ha apporta-

to varie novità tattiche; nelle ulti-me uscite ha utilizzato come il

4-3-3. In porta il titolareè Galli; in difesa l’ester-no di destra è Campagnache all’occorrenza sipuò alzare e fare l’ala,

Birganti è il jolly di difesa inquanto può essere impiegato in

tutti e quattro i ruoli, Castellini èimpiegato da terzino sinistro alter-nandosi con Favalli; a centrocampoPalermo può giocare in tutti e tre iruoli, Finazzi può giocare sulla fasciadestra o in posizione di mediano dirottura davanti alla difesa o comecentrale quando si gioca a quattro,Marchi si alterna con Moroni nellazona centrale; in attacco Kirilov puòfare la seconda punta o l’ala sinistranell’attacco a tre, Brighenti è la pun-ta centrale, Di Francesco può variaresu tutto il fronte offensivo agendo daseconda punta o da ala nel tridente.

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gio racc nta

Page 8: Alessandria-Cremonese

HURRÀ GRIGI8 anno VII n. 4

Come era già accaduto nellascorse settimane con Fede-rico Lazzarin, in questo nu-

mero di Hurrà Grigi mi fa partico-larmente piacere intervistare Ro-berto Cavallero, dato che, oltre adessere giornalista e tifoso del-l’Alessandria Calcio, ha effettuatomolte delle riprese realizzate perla videogallery presente all’inter-no del sito www.museogrigio.it. Inrealtà, quella di filmare immaginianche per eventi sportivi è unapassione che Roberto ha svilup-pato già da molto tempo, come te-stimoniano alcuni video postatisu Youtube, che hanno già avutotantissime visualizzazioni.

«Nel 2009, sapendo che avrei as-sistito ad entrambe le gare controil Como che rappresentavano lospareggio per andare in Serie C/1,ho deciso di riprendere la tifoseriagrigia, sia in casa che a Como. E seal Sinigalia fu molto emozionante(nonostante i grigi fossero in tra-sferta, nel video si sente chiara-mente come i cori degli Ultras Gri-gi siano molto più potenti rispettoa quelli dei sostenitori lariani), alritorno al Moccagatta fu un’emo-zione stupenda sistemarmi sotto lavecchia Gradinata Nord e filmarela curva strapiena di tifosi».

Per chi avevi realizzato questivideo? Ce n’è uno in particolare acui sei più affezionato?

«Avevo appena terminato la miaesperienza, durata quasi un annoe mezzo, con Giornal.it una sera,durante una serata organizzatadai Lions, ho conosciuto AndreaGuenna e gli ho chiesto di potercollaborare per Alessandria Sport(all’epoca non era stata ancoracreata l’attuale testata on lineAlessandria Oggi), cosache che poi è avvenutafino al 2012. Tra i vari ar-gomenti di cui mi occupavo,c’era anche lo sport e mi è venutoin mente di effettuare qualche fil-mato per questa testata, da postarepoi su Youtube: in particolare, mifa piacere ricordare un breve fil-mato realizzato quando passò daAlessandria il Giro d’Italia».

È il tuo primo anno in tribunastampa, durante le partite che sidisputano allo stadio Moccagatta:come giudichi la tua esperienzamaturata sinora?

«Devo dire che mi sta piacendomolto, è un’esperienza molto inte-ressante: c’è stata questa possibili-tà, visto che dall’anno scorso colla-boro con Ettore Grassano per Cor-riere AL e faccio dei reportage setti-manali sul campionato dei grigi.Ovviamente alcuni dei colleghi liconoscevo già, ad esempio Aldo DeGiglio, dato che avevo collaboratoper un certo periodo con il ‘PoolRadio Calcio’, o i giornalisti di Ra-dio Gold, dove sono stato per unpaio di anni, o ancora Marco Got-ta, che è di Tortona e lavora perSprint e Sport, con cui sto attual-mente collaborando anch’io. L’an-no scorso, tra l’altro, sono stato persei mesi anche addetto stampa peril Derthona».

Ti aspettavi un campionato deigrigi così in alto? E, soprattutto,come può evolversi il prosieguodella stagione?

«Sin dall’inizio ho ritenuto che cifossero le carte in regola per faremolto bene. Il Presidente è unapersona che ha investito, è giovanee ha molta voglia di fare (caratteri-stiche che, ad Alessandria, manca-vano da tanto tempo): del resto,basta fare un giro sui vari social oleggere i commenti presenti all’in-terno delle varie testate locali, perrendersi conto di quanto entusia-smo abbia riportato Luca Di Masiin tutti i tifosi grigi!».

Quando hai iniziato a seguire igrigi? Immagino molto presto, vi-sto che, tra l’altro, tuo padre Gio-vanni Cavallero è stato il medicosociale dell’Alessandria Calciodalla fine degli anni ‘80 alla metàdel decennio successivo...

«Sì, è vero. Quello è stato il perio-do della presidenza Vitale e poi di

quella di Gino Ami-sano:

in-dubbia-menteun mo-mentobellissi-mo del-la mia vitae non solo da tifo-

so: ricordo sempre con piacere edemozione quando qualche voltaho viaggiato con mio padre sulpullman della squadra insieme aigiocatori».

Hai qualche aneddoto partico-lare da ricordare?

«Era una squadra molto forte,visto che stiamo parlando di gio-catori come Zanuttig, Galparoli,Banchelli, Bianchet, Cinello e Ben-cina: pensa che alcuni dei giocato-ri come Romairone, Argentesi eDella Morte abitavano anche nelpalazzo dove tutt’ora vivo... Ricor-do dei derby contro il Casale, sia incasa che in trasferta, con tantissi-mo pubblico sugli spalti; oppuredelle trasferte in toscana, adesempio, a Carrara, sempre conlo stadio strapieno... Anche seil tifo ad Alessandria hasempre il suo fascino anco-ra oggi: per essere una cit-tà di 100.000 abitanti, haancora un buon bacinodi persone che hannocontinuato a seguire iGrigi nel corso del tempo.Tra l’altro, l’anno scorso hoseguito un seminario sui Mon-diali, e in quella occasione ho in-contrato Renato Zaccarelli,che, oltre ad essereuna bandiera delToro, è stato, co-me ben sap-piamo, an-

che direttore sportivo dell’Alessan-dria Calcio: quando gli ho dettoche ero il figlio del Dottor Cavalle-ro, è stato molto cordiale e mi hadetto di salutare mio padre, concui aveva lavorato nella societàgrigia nei primi anni ‘90.

Nel tempo libero, ogni tantonon disdegni una partitella congli amici: hai però scelto un ruoloparticolare, cioè quello del por-tiere...

«Mah, forse perché è l’unico chemi viene bene... (ridiamo entram-bi, ndr.) ...in realtà, devo dire chenon ho mai avuto molto fiato pergiocare in mezzo al campo e poi ilruolo del portiere mi ha sempre af-fascinato. Comunque, il calcio èsempre stato uno sport molto se-guito in famiglia, anche perchémio fratello Edoardo ha giocatoper alcuni anni nell’Aurora, nelruolo di centrocampista offensi-vo...».

Ringraziandoti per la tua dispo-nibilità e concludendo questa in-tervista, ti chiedo quali sono i

tuoi progetti futuri...«Guarda, quel-lo più imme-

diato riguar-da una do-

cu-fictionche hoinizia-to a gi-

rare cir-ca un me-

se e mezzofa insieme

all’amicoMarco

Balestra. Quest’ultimo, vivendo aCasale ed avendo raccolto moltomateriale relativo alle vicende giu-diziarie dell’Eternit, ha scritto unsoggetto intitolato ‘Aeternitas’, incui il protagonista, in seguito aduna visita medica, scopre di avereun mesotelioma pleurico, cioè lamalattia tipica di chi ha avutocontatti con l’amianto o comun-que ne ha respirato le polveri, checontinuano ad essere latenti. Da lì,iniziano una serie di interviste avari enti (tra cui il Sindaco TittiPalazzetti e la vicesindaco CristinaFava), ad alcuni medici (ad esem-pio la dottoressa De Giovanni, pri-mario di Oncologia dell’Hospice,per ciò che riguarda il discorsoscientifico sulla malattia), ad alcu-ni ex dipendenti dell’azienda (cheperaltro ha cessato definitivamen-te l’attività nel 2005) e ad esponen-ti di varie culture religiose. Non so-lo un prete, quindi, per quanto ri-guarda la religione cattolica, maanche un esponente della culturaebraica ed un altro della culturamusulmana, dato che il protago-nista inizia a interrogarsi sul per-ché dell’esistenza e su cosa possaesserci dopo la vita. Una volta ter-minato il montaggio, la docu-fic-tion verrà proiettata al Teatro Co-munale di Casale e all’AFeVA, l’As-sociazione Familiari e Vittime del-l’Amianto, a cui verrà devolutoparte dei proventi: l’auspicio è cheche ci possa essere in seguito lapossibilità di divulgarlo anche inaltre zone del Piemonte regione,oppure anche fuori dai confini re-gionali, magari per qualche con-corso. Tra l’altro, in questo periodoil regista Francesco Ghiaccio sta gi-

rando a CasaleMonferrato un

film che si intitola‘Un posto sicuro’,

con pratagonista Mar-co D’Amore: dato che per

certi versi, ci sono alcuni punti dicontatto con la nostra docu-fic-tion, ci piacerebbe avere la possibi-lità di incontrarlo».

A TUTTOCAMPO di Gianmaria Zanier

Roberto CAVALLERO: «Che ricordi sul pullman insieme ai giocatori!»

I video realizzati da Roberto Cavallero nelle partite giocate dai Grigi contro il Como nel 2009 sono visibili all’interno del canale Youtube della Redazionedi Alessandria Oggi (www.youtube.com/channel/UCG0yWi6NJv3N3bISUX766GQ), o digitando www.youtube.com/watch?v=euYcQvuMGy8

e www.youtube.com/watch?v=jSW6KLn8vTo&feature=youtu.be. Per quanto riguarda quelli presenti nella Videogallery del Museo Grigio, è sufficiente cliccare su www.museogrigio.it/storico/videogallery.php o www.youtube.com/channel/UCGwvap5e8Tlio3pZGTubH9g

Che belle trasferte a cavallo tra gli AnniOttanta e Novanta! Ma Luca Di Masi ci sta riportando

a quell’entusiasmo

ganizzative, capacità di gestio-ne del gruppo, voglia di essereguida ed esempio per tantigiovani atleti, ne fanno un diri-gente di primo piano. Per tantiragazzi diventa un punto di ri-ferimento, a loro dedica tem-po, impegno e passione. E licoccola. Con l’immancabilesponsor Restiani: organizza ri-tiri pre-campionato ai piedi delCervino, e poi tute, accappatoi,giacconi, borse, fino ai minimidettagli...magliette da allena-mento, borracce... «Dai mieiragazzi voglio educazione,comportamenti irreprensibili e

rispetto. E poi mi piace chescendano in campo... eleganti,belli da vedere. Qualcuno puòpreferirli brutti, sporchi e catti-vi, io pensa che sia più impor-tante insegnare loro a com-portarsi da uomini, poi forse sei risultati non arrivano sulcampo sicuramente arriveran-no nella vita.» Un unico obietti-vo: in campo si può vincere operdere, nella vita si vince so-lo facendo propri i principi cheMaurizio Malvicino cerca ditrasmettere ai suoi ragazzi.«Solo così ogni giorno diventaun giorno... da tre punti!»

Settore giovanile vissuto conimpegno: prima all’Asca, poialla Fulgor, infine alla Spinet-tese, fino a quando, arrivato inetà per essere arruolabile perla prima squadra, che gioca inSeconda Categoria, qualchepanchina di troppo lo spinge ainteressarsi più alle... classi-che distrazioni tipiche dell’etàche non a insistere col giocodel pallone. Finisce così lacarriera calcistica di MaurizioMalvicino. La passione, però,continua a covare sotto la bra-ce: nell’ambiente del calcio sisente a proprio agio, è un

mondo dove, comunque, glipiace muoversi. Basta aspet-tare, il momento per tornarciarriverà. E arriva con Andrea,suo figlio, da accompagnarenelle prime esperienze sporti-ve, al Dehon, all’Aurora, oggialla Boschese. Intanto l’impe-gno si raddoppia, quando an-che Lorenzo, il secondo erededi casa Malvicino, si infila neipiedi le scarpe da calcio. Alseguito dei figli Maurizio sco-pre quale sia la sua vocazione,il vero ruolo che il mondo delcalcio ha deciso di assegnar-gli: quello di dirigente. Doti or-

Maurizio Malvicino:protagonista...dietro le quinte!

CELO/MANCA: FIGURINE DEL ‘NOSTRO’ CALCIO del Triso

Page 9: Alessandria-Cremonese

HURRÀ GRIGI 927 feb. 2015

Il progetto per la valorizza-zione e la rinascita del Museodi Marengo prosegue in ma-niera che giudico estrema-mente positiva. Proprio inquesti giorni sono numerosele Associazioni Culturali chesi sono incontrate per valuta-re la possibilità di trovare inquesta splendida sede il luo-go di riferimento per le pro-prie attività. La mia idea è chesi debba creare un rapportodi reciproco aiuto e collabora-zione proprio tra Marengo ele Associazioni che voglionocooperare alla sua rinascita.Non si tratta quindi soltantodi lavorare per valorizzarequesta splendida struttura,ma anche per promuovere sestessi, come dice proprio il ti-tolo della nostra rubrica suquesto giornale. Quale mi-glior luogo, infatti, per pro-porre alla città iniziative cul-turali, festival, mostre, spetta-coli sia nel parco che nel ca-

stello? È logico che chi colla-bora per far ripartire Marengopotrà più facilmente usufruiredella struttura per promuove-re iniziative di vario genere.Solo così, Tutta la città potràriappropriarsi di questo spa-zio. Alessandria deve ritrova-re l’orgoglio di credere in sestessa, proprio come avvienecon l’Orso Grigio: è incredibi-le vedere quanta gente seguai grigi anche in trasferta, per-ché la squadra identifica oggil’essere alessandrini, man-drogni, come recita uno stri-scione, ovunque si giochi. Eallora possiamo far sorgerealtre iniziative, come una col-laborazione con l’Arfea che ilsottoscritto, assieme ad Hur-rà Grigi, vuole varare per fa-vorire l’afflusso sempre piùcopioso e comodo dei tifosi alMoccagatta. I grigi sono il no-stro esempio: tutti insiemepossiamo riportare la nostracittà in vetta alla classifica.

Ritroviamo l’orgoglio d’essere alessandrini!

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Questa domenica (1 marzo) i Cis-saca Bulls sono chiamati a con-fermare l’oro conquistato lo

scorso anno nella tappa dello SpecialBasket dedicata al 3vs3. Al PalaMacallèdi Biella i Tori si metteranno alla provain due distinti gironi: quello tradizio-nale e quello unificato (in campo dueatleti con disabilità e uno non disabi-le). La dimensione del ‘basket a metàcampo’ è sempre stata ben metaboliz-zata dai Bulls che, nella specifica cate-goria, hanno conquistato due titoli diCampioni d’Italia, a Monza nel 2010 eproprio nella città dei lanieri nel 2012.Nel panorama cestistico il 3vs3, anchenoto come ‘street basket’ perché gio-cato principalmente nei playgroundoutdoor, rappresenta quasi una disci-plina a sé. I requisiti fondamentali diun buon ‘giocatore di strada’ sono di-namismo, forza fisica e capacità di ge-stire in tempi ridotti le sollecitazioniche provengono dalle diverse con-giunture tattiche. La ‘lettura’ imme-diata della situazione di gioco può farespesso la differenza in uno sport in cui

la transizione tra difesa e attacco nonha soluzione di continuità. I match di3vs3 vengono spesso usati anche perla preparazione - non solo tecnico/tat-tica, ma anche atletica - per gli incon-tri di basket a ranghi completi. Il rapi-do alternarsi delle fasi di attacco e di-fesa limita quasi a zero i tempi morti epermette al coach di mettere sottopressione i propri atleti chiedendo lo-ro di scegliere la cosa giusta da fare inuna frazione di secondo. Penso cheuno dei primi obiettivi di un allenato-re sia quello di costruire giocatori ingrado di fare scelte in autonomia e,nello sport dedicato a persone con di-sabilità, questo aspetto assume unavalenza amplificata. L’aumento delsenso di auto-efficacia in palestra(sperimentare situazioni in cui si rag-giunge l’obiettivo grazie alla propriaperformance, integrata a quella deicompagni di squadra) contribuisce afar adottare all’atleta un atteggiamen-to propositivo anche nella vita di tuttii giorni.

In estrema sintesi il regolamentoprevede che due formazioni, compo-ste ognuna da tre titolari più due riser-

ve, disputino un match in metà cam-po di gioco e con un solo canestro.Vince la squadra che segna per prima20 punti o quella che ha il punteggiopiù alto allo scadere del 20° minuto digioco. Dopo aver fatto canestro lesquadre cambieranno il possesso dellapalla. Dopo ogni rimbalzo difensivo,intercetto o palla rubata dalla difesa(cambio di possesso), la nuova azionedovrà avere inizio al di fuori dell’areadei tre secondi con un palleggio o conun passaggio. Viceversa, dopo ognirimbalzo offensivo, l’attaccante potràsegnare senza uscire dall’area dei tresecondi. Per la pallacanestro SpecialOlympics sarà invece l’esordio ufficia-le del 3vs3 unificato, giocato in prece-denza solo in via sperimentale propriodai Bulls in occasione del Trofeo ‘Ar-mana’ di Tortona dove i mandrognihanno già avuto modo di affilare le ar-mi contro gli amici astigiani dell’A.S.‘Pegaso’.

Per i risultati della kermesse bielleserestate sintonizzati su Hurrà Grigi chefornirà una dettagliata cronaca del-l’evento nel prossimo numero.

*Coach Cissaca Bulls Alessandria

SPECIAL OLYMPICS Bulls alla prova in una specialità amica

Il gran giorno del 3vs3che tanto piace ai Tori

I Bulls Campioni d’Italia 2012 nel 3vs3

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HURRÀ GRIGI10 anno VII n. 4

Qualche giorno fa, ho avutooccasione di assistere allaproiezione del film, ‘Ameri-

can Sniper’; mi è piaciuto, non perle sue connotazioni critiche sullaguerra e sul triste fenomeno delreducismo, quanto perché la sto-ria narra di un normale ragazzoamericano che educato dal padrea non crescere da pecora, ma nep-pure da lupo, interpreta ideal-mente un ruolo reale nella vita, dicane da pastore.

Nel corso della proiezione hotrovato interessante la scena conun dialogo che aveva per tema lametafora su pecore, lupi e cani dapastore, domandandomi che cosavoleva significare, ciò che il padredel ragazzo, protagonista del film,con quella frase gli ha voluto inse-gnare.

Immediata è giunta la risposta;nella vita esistono tre categoried’atteggiamenti, la più numerosaè composta di pecore, che hannola necessità di essere guidate, nonassumono nessun’iniziativa senon quella di pascolare e da buonilavoratori produrre lana o latte,hanno paura, vivono in gregge edevono sentire l’ordine del pasto-re o del suo cane.

La seconda, anche questa nu-merosa, è composta di lupi, dal-l’atteggiamento predatorio, spie-tato, che da solo o in branco assa-le, distrugge e lascia la scena delmisfatto senza rischiare di rima-nere oltre il tempo strettamentenecessario, per non essere pesca-to sul fatto.

La terza categoria è la meno nu-merosa, quella che è chiamata alruolo più pericoloso ed é anche lameno gratificante, il cane da pa-

COLPO D’OCCHIO SULLA CITTÀ di Mauro Morando

Pecore, lupi e canida pastore

Quando Matthew McConaughey hapronunciato il suo nome come Mi-glior Attrice Protagonista, durante gliAcademy Awards (meglio conosciuticome Oscars) tenutisi domenica 22febbraio, Julianne Moore è scoppiatain lacrime. «Non riesco credere chesia successo davvero», ha detto sulpalco con la statuetta in mano per ilsuo ruolo in Stil Alice. «Ho da pocoletto – ha continuato – un articolo incui si diceva che vincere un Oscar al-lunga la vita di cinque anni. Beh, sefosse vero, vorrei ringraziare l’Acade-

my perché mio marito è più giovanedi me». La pellicola, basata sul ro-manzo omonimo di Lisa Genova euscita nelle sale cinematograficheitaliane il 22 Gennaio, deve il suo suc-cesso proprio alla magistrale inter-pretazione di Julianne che ha saputoentrare in punta di piedi all’internodel corpo, della mente e del cuore diAlice, cinquantenne insegnante emadre di famiglia, a cui viene diagno-sticata una forma precoce del morbodi Alzheimer. L’attrice è riuscita a evi-tare di trasformare il personaggio in

uno stereotipo patetico volto esclusi-vamente a commuovere il pubblico,che, tuttavia, versa comunquequalche lacrima, vedendo inAlice una donna reale, identi-ficandosi con lei. L’iniziale ri-fiuto della diagnosi, la lentaaccettazione del fatto che l’uni-ca cosa che su cui aveva semprecontato, la sua mente, la stesseabbandonando, la difficoltà nelparlarne con i membri dellasua famiglia, l’inesorabiledeclino e la lotta senza so-

sta che compie ogni giorno, rifiutandola resa: in tutti questi momenti Ju-lianne Moore è stata capace di infon-dere in Alice un’umanità talmenterealistica che dopo due ore di film al-lo spettatore sembrerà di essere sta-to accanto a lei in ogni attimo, tenen-dole la mano. «Sono davvero entusia-sta – ha detto sempre durante il di-scorso di ringraziamento – di averpotuto accendere una luce sulla ma-lattia. Così tante persone che fanno iconti con essa si sentono sole, smar-rite. Ma non dovrebbe essere così: lepersone con Alzheimer meritano diessere viste, in modo da poter trovareuna cura».

L’ANGOLO DEL DIALETTOdi Luciano Olivieri

EI vègEl vèg l’è setà ans la banchéinaan cumpanìa du so cagnén;a l’è sùl ant la matéinasénsa avéi ansen davsen.Stà pensànda a la so vìtach’a l’è pasàja ant in mumént;a l’è stàcia ampò ‘n salita...quànc ricòrd ij vénu ‘n me’nt!I so vègg, i so amùr,cui àni dla bèla età.El ripénsa ànca ai dulùrche la vita a j’à purtà. Is dàn ‘n ugiàda lu e ‘l cànch’ui fa ‘l fèsti, gràm bistién!Po... us òusa e belapiàni vàn ancontra au so distén.

Cul pontA j’o truvà sta futugraféa,l’éra ant in àlbum da tànc’àni:a l’è ‘l pont dla feruvéach’la pasàva tra ‘l rivi ‘d Tàni.L’àva fàcia con mé pàri,a l’à quàsi sinquànt’àni;ìs veduti urmài son ràri...a pensèi um vén l’afàni.E che lé u j’è pu ‘l gabionch’u tnìva su l’ultima arcà:l’à purtà véa in’aluvionche per vìgla ‘j’éra avnì da cà.U geòmetra piasà ‘ns el pont,l’à fàc in sout da u spavént!Stàva a l’og con d’j’òmi prontper antervéni ad ògni mumént.Suma armàs a bùca duèrtadavanti a ‘st afari ch’el pasàva,ma antànt a stàvu a l’èrtaper vighi an pò csé ch’el fàva.Am ricòrd pu ‘ndo ch’l’è andàc a ténsitraspurtà da la curént!«Oh pòvra mé! Sé ‘t na pénsi?»as dumandàva tuta la gént.Gnànca ìs pont u j’è puper testimuniè ad cùla età!Anca lu i l’àn tràc zu:a l’è u distén di stà Sità!

Il vecchioIl vecchio è seduto sulla panchinain compagnia del suo cagnolino;è solo nel mattinosenza avere nessuno vicino.Sta pensando alla sua vitache è passata in un momento;e stata un pò in salita...quanti ricordi gli tornano alla mente!I suoi genitori, i suoi amori,quegli anni della bella età.Ripensa anche ai doloriche la vita gli ha portato.Si danno un’occhiata, lui e il caneche gli fa le feste, povera bestiola!Poi... si alza e piano pianovanno incontro al loro destino.

Quel ponteHo trovato questa fotografia,era in un album da tanti anni:è il ponte della ferroviache passava tra le rive del Tanaro.L’avevo fatta con mio papà,ha quasi cinquant’anni;queste vedute ormai sono rare...a pensarci mi viene l’affanno.E che lì non c’è più il gabbioneche sosteneva l’ultima arcata:l’ha trascinato via un’alluvioneche per vederla ero venuto da casa.Il geometra piazzato sul ponteha fatto un salto dallo spavento!Stava all’occhio con degli uomini prontiad intervenire in ogni momento.Siamo rimasti a bocca apertadavanti a quest’’affare’ che passava,ma intanto eravamo all’ertaper vedere un po’ come si muoveva.Non mi ricordo più dov’è andato a finiretrasportato dalla corrente!«Oh povera me! Cosa ne pensi?»si domandava tutta la gente.Non c’è più nemmeno quel ponteper testimoniare di quella età!Hanno demolito anche lui:è il destino di questa Città!

Un Oscar per sconfiggere l’Alzheimer

DIETRO LE QUINTEdi Serena Trisoglio

Giovanni Polastri entra nellaScuola Superiore di EducazioneFisica l’allora ISEF già atletavittorioso nella staffetta 4x400nella metà degli anni cinquantaCapostipite d’una famiglia diginnasti. Giovanni nasce in unafamiglia di atleti ove fratelloPaolo, la moglie Sonia, il figlioDaniele, i nipoti hanno prose-guito, per così dire, nell’artedello scolpire il fisico attraver-so l’esercizio. Il nostro Profes-sore ha impegnato le doti atleti-che personali nella professione

di insegnate d’educazione fisi-ca nelle scuole medie, inquelle superiori, nelle pale-stre. Gli allievi ricordano lecorse di riscaldamento attor-no al perimetro interno dellapalestra; una palestra, a queltempo, improvvisata con mezzidi fortuna, eppure era un modoper iniziare la lezione, forse perabituare tutte le giunture delcorpo a rispondere alle esigen-ze dello sforzo fisico: un piccoloaperitivo prima di entrare nelvivo della lezione. Il docente

Giovanni ha ini-ziato la carriera in un mo-mento difficile, quando lescuole non erano attrezzatecon tutti i congegni attuali utili

a arrotare il fisi-co come, per prende-

re a prestito un suo mo-do di dire, ...si costuma...

ora. I suoi discepoli più do-tati erano convocati per gli al-

lenamenti lungo l’argine del no-stro fiume Bormida, inesorabil-

mente affiancati dalla bellissi-ma Bianchina Panoramica dicolore verde, sormontata daltettuccio nero con il motore po-steriore a sogliola. Il massimoper noi ragazzi! Era un ottimoinsegnante disposto a suggeri-re, in ogni occasione, il compor-tamento ritenuto migliore aisuoi studenti; nel corpo docentiera disponibile a mettere la sua...parola buona... in ogni occa-sione, magari per strapparequel mezzo punto laddove eradecisivo per la promozione, evi-tare lo studio durante la caluraoppure la bocciatura. decisivoalla promozione o alla boccia-tura. A tanta generosità con-trapponeva altrettanta intransi-

genza, specie quando riscontra-va nei suoi allievi qualche resi-duo di svogliata pigrizia, per luiinsopportabile, in altre occasio-ni imporre, per un’intera ora, aicomponenti d’una classe irre-quieta il vestirsi, il rivestirsi.Provare per credere! La suaesistenza è sempre stata attiva,indubbiamente sorretta dallapassione per l’insegnamento,valutando la bellezza di miglio-rare qualsiasi struttura in un fi-sico atletico, sciolto attraversoil mirato esercizio. Per questoha gestito per tantissimi anni laPalestra Gymnasium, la sua pa-lestra incastonata nell’ambitodella Chiesa dedicata a San PioV. [Franco Montaldo]

CITTÀ L’ARRIVEDERCI A GIOVANNI POLASTRI

Il Professore atleta

Dopo aver visto‘AmericanSniper’

mi è subito balzato alla mente unparallelismo conl’attuale ituazioneitaliana e ancor più alessandrina

’’

Page 11: Alessandria-Cremonese

HURRÀ GRIGI 1127 feb. 2015

‘Made To Grow Old’, recitaesattamente così la primatraccia di Butterfly Effect, ilsesto lavoro in studio degli‘...A Toys Orchestra’, che di-ventano grandi continuandoad ampliare il proprio rag-gio d’azione artistico. Perideare il successore dei dueapprezzati Midnight, EnzoMoretto e compagnia sonovolati sino a Berlino conl’intento di dare vita a unprogetto dal respiro inter-nazionale. Quella di uscirefuori dai confini italiani èstata sempre un’idea fissa,confortata dalla scelta delcantato in lingua inglese, esupportata un paio d’anni fapersino da una compilationretrospettiva destinata oltreconfine. Al super-collauda-to quartetto base (accantoad Enzo ci sono sempre An-drea Perillo e Raffaele Be-nevento, oltre naturalmenteall’affascinante Ilaria D’An-gelis) si è aggiunto per l’oc-casione il polistrumentista

Julian Barrett, che sta se-guendo la band anche neltour promozionale. In cabi-na di regia si è seduto Jere-my Glover, già con Liars,Devastations e Crystal Ca-stles, perché i ragazzi ama-no confrontarsi con entitàesterne al gruppo. Fra lepieghe di Butterfly Effect, ti-tolo che richiama la teoriadel caos, ci sono alcune frale migliori composizioni maiscritte dalla band, che di-mostrano un songwritingmaturo ed evoluto, incasto-nate in un lavoro tendenteverso un alternative poppiacevole, nel quale il ruolodell’elettronica risulta tut-t’altro che secondario, el’epicità un obiettivo impor-tante. I soliti ingredienti delquartetto, ma frullati in ma-niera lievemente diversa ri-spetto al passato. Si giocamolto con gli anni 80, quelliplasticosi e divertenti di Al-ways I’m Wrong e Mirror-ball, e con i ritornelli glorio-

si di Come On Get Out e Ta-ke My Place. Resta forte laradice Arcade Fire, eviden-tissima in alcuni stralci diFall To Restart e Wake MeUp, dai titoli persino asso-nanti con alcune hit di WimButler e soci (Ready ToStart e Wake Up). Ma i vericapolavori dell’album, quel-li per i quali questo discoverrà ricordato nel tempo,prendono le sembianze didue ballad sopraffine. Una èla rotonda Quiver, l’altra èl’algida My Heroes Are AllDead, mirabile incrocio framinimal-wave e indie-pop,con tanto di crescendo fina-le. È qui che Butterfly Effectguadagna punti decisivi, im-ponendosi come uno dei la-vori italiani più riusciti del2014. Un album che conso-lida definitivamente la posi-zione dei quattro musicistidi Agropoli (anche se datempo bolognesi d’adozio-ne) tra le migliori band ita-liane dell’ultimo decennio.

Taken 3 - L’ora della veritàCi voleva l’ennesima motivazione for-te per far tornare il super vendicatore-sicario; e bisogna dire che gli sceneg-giatori l’hanno trovata. Ma a partequesto, viene riproposto tutto il reper-torio del nostro eroe, già esagerata-mente terminator al suo esordio. Perle scene d’azione servirebbe un po’d’inventiva; e qui, a parte qualche spa-ratoria ben ripresa, un inseguimento euna resa dei conti (il crudele sicario) a

suon di pallottole e mazzate, resta ben poco, se non nulla. Piut-tosto inutile anche l’utilizzo Whitaker (giusto per il nome). Sipuò vedere, ma senza aspettarsi nulla di originale.

Jupiter - Il destinodell’universo

Fantaminestrone guarda e getta, sen-za una propria identità (Dune; Il quin-to elemento, Star Wars), che si dimen-tica quasi subito. L’unico personaggiocon un minimo di fascino (sinistro) è ilcattivo, tanto flemmatico quanto peri-coloso. Il resto è effetti, colonna so-nora martellante e qualche scena visi-vamente interessante (troppo poco).In più, alcune soluzioni per giustifica-

re il macello post inseguimento sulla Terra senza che tutti sene accorgano (la memoria a breve termine, la ricostruzione...),risultano buttate lì giusto perché qualcosa bisognava pur dire.

UnbrokenPellicola che, pur narrando il drammadi un soldato alle prese, prima conl’oceano e poi con un umano più peri-coloso degli squali, proprio non riescea coinvolgere, a rendere lo spettatorepartecipe dell’oppressione psicologi-ca e dell’enorme fardello che dovràportare solo perchè il suo carceriere è

un represso insoddisfatto. Il talento registico è merce rara enon viene distribuito a piene mani. Ne è un chiaro esempio que-sto film, che nonostante la decorosa intelaiatura spreca il suopotenziale a causa di una direzione superficiale, ai limiti del ba-nale, che rende tutto troppo finto. Mediocre.

Italiano medioA dare un perchè a questa sganghera-ta pellicola, che non riesce a sfruttarebene un’idea tanto semplice quantogeniale (il contrario di Limitless, ovve-ro diminuire la quantità di cervello uti-lizzata), ci pensa Maccio, che comesempre scatena la sua gestualità, uni-ta a una mimica facciale fuori dal co-mune. Ma se si escludono l’amico,che voleva fare l’uscere (gag ripresada uno dei vecchi trailer), perfetto co-

me spalla e il perfido vecchiaccio con ghigno e inconfondibilevoce, tutto il resto è ben poca cosa. Evidentemente, il registat-tore deve limitare il minutaggio, evitando i lungometraggi.

I PALLINI di PuppigalloLA MUSICA CHE GIRAINTORNO di Davide De Faveri

store; è l’atteggiamento di coloroche si adoperano per tutelare lepecore che altrimenti non sareb-bero capaci di difendersi nella lot-ta contro i lupi, non per spartirsi ilbottino ma per impedire che ilsuo selvaggio dominio, faccia stra-ge delle povere pecore.

Il cane da pastore è un mestieredifficile, poca gloria e ricompense,solo tanto lavoro, massima atten-zione nello scrutare i segni di unassalto e nervi sempre tesi prontiad intervenire.

Ecco perché un uomo normale,che è realmente esistito, decide diarruolarsi, di andare in uno sce-nario di guerra e di rischiare lapelle; voleva difendere i suoi com-patrioti, anche quelli che tantocriticano, dai loro comodi divanidi casa, ma che non hanno il co-raggio di fare nulla per cambiarele cose, appunto le pecore.

Uscito dalla sala cinematografi-ca, mi è balzato alla mente un pa-rallelismo con l’attuale situazioneitaliana e ancor più alessandrina emi sono chiesto; la degradante at-tualità come politica sociale, lecontinue scorribande nelle nostretasche di contribuenti, è forse daaddebitare alle troppe pecore, aitanti lupi e purtroppo ai pochissi-mi cani da pastore? La risposta èsi, proprio così, in Italia e in Ales-sandria, le tante, troppe pecore,che sanno solo lamentarsi, belanoe brucano nel loro misero pasco-letto, hanno permesso ai tanti lupitra politica, falsa impresa, fintiprofughi, di diventare sempre piùvoraci e non agendo in nessun ca-so non aiutano ne intendono far-lo, i pochi cani da pastore che po-trebbero difenderle dai lupi.

Penso poi anche a quei lupi chein certi e scadenzati periodi, simascherano da pecore e solita-mente accade nei periodi eletto-rali, per raccogliere consenso, in-vece di ululare come fanno di soli-to, belano promettendo pascolifantastici con erbetta freschissi-ma, invece di azzannare, brucano,salvo poi terminate le elezioni,tornare lupi per fare nuovamentestragi di pecore.

Gli Anni 80, rampa di lancioper gli ‘...A Toys Orchestra’

Vi ricordate che qualche mesefa avevo parlato di un interes-sante progetto dal nome‘Scuole in Movimento’? Il pro-getto, partito nel mese di no-vembre, è il risultato della col-laborazione tra il Comune enove diverse società sportiveche hanno volutamente parte-cipato all’iniziativa. Lo scopo èquello di avvicinare i giovaniallo sport attraverso le diver-se attività sportive (pallavolo,basket, calcio, karate, rugby,biliardino, tiro con l’arco,scherma e tennis). Un’ideanon da poco quella di intro-durre nove discipline in tuttele scuole elementari di Ales-sandria e che ha messo d’ ac-cordo istituzioni, insegnanti,società sportive e tecnici perdedicare ore curricolari adun’educazione motoria unpo’... ‘rivisitata’. Un progetto eun’iniziativa che, vista in pro-spettiva, potrebbe essere fon-damentale per la formazionedi quegli ‘adulti in miniatura’che un giorno diventerannodavvero grandi. Lo sport non èsoltanto movimento, come siè soliti pensare. Lo sport è al-tro: è disciplina, è impegno, èserietà, è entusiasmo, è agoni-smo, è umiltà, è mettersi allaprova e vedere fin dove ognu-

no di noi riesce ad arrivare. Lanostra, come si sa, non è unasocietà incline allo sviluppo eall’inserimento di progetti de-dicati ai bambini e ai giovani ingenerale. Questo però nongiustifica il fatto che non sidebba comunque incentivare igiovanissimi a fare qualcosain più, a imparare a crescere ea valutare ciò che potrebbe ungiorno risultare davvero im-portante. Si era partiti conun’idea ben chiara di quelloche sarebbe stato il progetto,progetto che ad oggi ha avuto

riscontri positivi soprattuttonell’avvicinamento dei bambi-ni alle attività sportive propo-ste dalle società di competen-za. A distanza di quattro mesidallo start-up, il feedback diquesta iniziativa si può riassu-mere valutando due facce del-la stessa medaglia. Da un la-to, infatti, le società sportivelocali hanno riscontrato che,dopo l’inizio del progetto e adistanza di poco tempo, leiscrizioni agli sport di compe-tenza sono aumentate e que-sto incentiva i tecnici a dedi-

carsi ulteriormente all’inte-ressante binomio ‘bambini e‘sport’. Dall’altro, insegnantiche hanno fatto aderire le pro-prie classi al progetto, non so-no rimaste molto entusiastedell’organizzazione: «Il pro-getto è ottimo per i bambini,che hanno bisogno di crescerein modo sano ma ci sono staticasi in cui sono state saltatedelle ore di attività – ha dichia-rato un’insegnante – Abbiamocercato di contattare il tecnicodi riferimento ma non ci è sta-ta data risposta alcuna». Ladefezione di un solo tecnico diqualunque sport vanifica il la-voro di tutti gli altri che, alcontrario, si impegnano seria-mente e sono sempre presen-ti. Non bisogna buttare via iprogetti ‘sani’, non bisognascialacquare tutto l’impegno eil tempo messo a disposizionedalle società aderenti e, altempo stesso, bisognerebbericordare che quando si pren-de un impegno, di qualsiasinatura esso sia, si deve porta-re a termine, soprattutto perquei tecnici che amano il pro-prio sport e che fanno di tuttoper trasmettere la propriapassione a chi, come i bambi-ni, deve ancora ricercare etrovare la propria.

SOTTO RETEdi Sara Pilotti

Feedback positivo per lo sport, anche se... Non sposate le miefiglie!Più che per i multicolori, uniti allemulticulture dei mariti, i genitori dellefiglie sposate, o prossime al matrimo-nio, avrebbero dovuto preoccuparsiper la poca furbizia dei generi. Dettociò, si è al cospetto di un’innocuacommediola dove il razzismo, o pre-

sunto tale e la prevenzione nei confronti di chi non si conoscesono le micce in grado di accendere gli scambi verbali più riu-sciti (quantitativamente però, non abbastanza). Il resto è con-torno, o attesa del successivo botta e risposta. Vedibile, ma so-lo grazie al padre francese e al capofamiglia nero.

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