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- 1 / 27 - Alentejo Pianure sconfinate che si uniscono a sole e calore, imponendo un ritmo lento e compassato. Siamo in Alentejo. Nell’interno, una pianura immensa, dove biondi raccolti ondeggiano nel vento; lungo il litorale, spiagge selvagge, dalla bellezza agreste e inesplorata. La vastità del paesaggio è interrotta dagli alberi di sughero o dagli ulivi che resistono al trascorrere del tempo. Qua e là si ergono delle mura, come a Marvão o a Monsaraz, o la semplicità di un dolmen rammenta la magia del luogo. Tra le montagne, case bianche e ocra coronano piccole alture, mentre i castelli evocano un’epoca di lotte e conquiste, e patii e giardini rivelano le influenze arabe che hanno modellato uomo e natura. In Alentejo, è la forza della terra a segnare il tempo. Forse è per questo che la cultura acquisisce qui un carattere particolare,è sufficiente visitare Évora, con le sue origini romane e il suo incantevole patrimonio storico e artistico, per comprendere perché sia stata divenuta Patrimonio dell’Umanità.Ammirate il tempio di Diana e alcune delle sue chiese: non ve ne pentirete. Ma, che vi troviate a nord o a sud, non partite senza avere esplorato la costa, dove, tra le rocce alte e scoscese, piccole spiagge si aprono tra le scogliere. Anche qui, l’aria profuma di campagna, le erbe aromatiche insaporiscono pesci e frutti di mare e il tempo scorre lento. Perché l’intero Alentejo vive al ritmo della terra... Turismo do Alentejo Morada: Avª Jorge Nunes, Lote 1 - R/C Esq - 7570-113 Grândola Tel. (+351) 269 498 680 Fax: (+351) 269 498 687 E-mail: [email protected] Site: http://www.visitalentejo.com

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Alentejo

Pianure sconfinate che si uniscono a sole

e calore, imponendo un ritmo lento e

compassato. Siamo in Alentejo.

Nell’interno, una pianura immensa, dove

biondi raccolti ondeggiano nel vento;

lungo il litorale, spiagge selvagge, dalla

bellezza agreste e inesplorata. La vastità

del paesaggio è interrotta dagli alberi di

sughero o dagli ulivi che resistono al

trascorrere del tempo. Qua e là si ergono

delle mura, come a Marvão o a

Monsaraz, o la semplicità di un dolmen

rammenta la magia del luogo. Tra le montagne, case bianche e ocra coronano

piccole alture, mentre i castelli evocano un’epoca di lotte e conquiste, e patii e

giardini rivelano le influenze arabe che hanno modellato uomo e natura.

In Alentejo, è la forza della terra a segnare il tempo. Forse è per questo che la

cultura acquisisce qui un carattere particolare,è sufficiente visitare Évora, con le sue

origini romane e il suo incantevole patrimonio storico e artistico, per comprendere

perché sia stata divenuta Patrimonio dell’Umanità.Ammirate il tempio di Diana e

alcune delle sue chiese: non ve ne pentirete. Ma, che vi troviate a nord o a sud,

non partite senza avere esplorato la costa, dove, tra le rocce alte e scoscese,

piccole spiagge si aprono tra le scogliere. Anche qui, l’aria profuma di campagna, le

erbe aromatiche insaporiscono pesci e frutti di mare e il tempo scorre lento. Perché

l’intero Alentejo vive al ritmo della terra...

Turismo do Alentejo

Morada: Avª Jorge Nunes, Lote 1 - R/C Esq - 7570-113 Grândola

Tel. (+351) 269 498 680

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Città

Alcácer do Sal

Adagiata graziosamente lungo

la sponda destra del fiume

Sado su una dolce collina,

Alcácer do Sal fu popolata in

tempi molto antichi. A

testimoniarlo, i reperti

archeologici rinvenuti e

risalenti al Neolitico, che

hanno rivelato anche il

passaggio di greci, fenici e altri popoli del bacino del Mediterraneo.

Il suo nome romano fu Salacia Urbs Imperatoria e la sua grande importanza

all’interno dell’impero era dovuta all’ottima posizione lungo quella via d’acqua che è

il fiume Sado, che facilitava lo spostamento dei prodotti dall’entroterra (a quei

tempi, grano, olio e vino) verso altre località del Mediterraneo occupate da Roma.

Alcácer fu pertanto una delle città dell’interno dotate di porto più importanti

dell’Occidente peninsulare, nota per la produzione di sale, elemento aggiunto al suo

toponimo, e per le industrie correlate alla salatura e alla riduzione in pasta del

pesce.

Durante la dominazione musulmana (a partire dall’VIII secolo), Alcácer fu capitale

della provincia di Al-Kasser. Le mura dell’antica fortezza furono rafforzate e la città

musulmana fu protetta da due cinte murarie coronate da 30 torri, formando uno dei

più grandi bastioni di difesa della Penisola Iberica. Anche così, nel 1217 sarebbe

stata conquistata dal re D. Afonso II, con l’aiuto dei Crociati che qui giunsero

provenienti dalla Siria e dalla Terra Santa, e consegnata al governo dell’Ordine

Militare di Santiago, che si insediò nella cittadina.

Pur avendo perduto la sua importanza militare e commerciale, Alcácer do Sal ha

saputo mantenere intatta la sua notevole bellezza. Dal castello si avvista,

guardando a sud, la curva a gomito del fiume Sado, che bagna una dolce pianura

verdeggiante, a preannunciare l’immensa pianura alentejana. Recentemente

ristrutturato per ospitare una pousada, porta ora il nome del suo conquistatore

cristiano: D. Afonso II. Da qui si godono, ai quattro punti cardinali, magnifici scorci

sul fiume e sui campi, il teatro più adeguato per immaginare l’immenso e svariato

traffico che la animava.

Una passeggiata a piedi per Alcácer do Sal rivela la parte più affascinante di questa

città, con le sue viuzze e le scalinate che salgono fino al castello. Approfittatene per

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visitare alcuni punti di grande interesse, come l’Igreja de Santa Maria do Castelo,

l’Ermida do Senhor dos Mártires, l’Igreja de Santo António, l’Igreja de Santiago e il

Museu Municipal de Arqueologia.

Nelle vicinanze, in un raggio di 30 km, non perdetevi le piccole località di Aldeia de

Santa Susana, Porto de Rei e Torrão o il Barragem (bacino) di Vale do Gaio. Se

preferite il litorale, la costa offre spiagge alquanto gradevoli, tra cui quelle di

Comporta, Torre, Carvalhal, Raposa o Galé.

Arraiolos

Arraiolos è una ridente

cittadina alentejana, la cui

fondazione risale al II secolo

a. C. Il castello medievale fu

fatto edificare da D. Dinis

(1279-1325), e il borgo si

sviluppò fuori delle mura. Del

patrimonio artistico, va citata

anche l’Igreja do Salvador,

del XVI secolo, con bellissimi dipinti.

Il suo nome è conosciuto in tutto il mondo per i famosi Tapetes de Arraiolos,

realizzati artigianalmente, citati già in documenti del XVI secolo. Il tipo di disegno

utilizzato si riferisce a 3 epoche precise: la prima, corrispondente al XVIII secolo,

con composizioni di influenza persiana, considerati gli esemplari migliori; la

seconda, del XVIII secolo, con disegni di ispirazione popolare, come figure o

animali; la terza, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, con composizioni

meno dense e più stilizzate.

Campo Maior

Campo Maior è una ridente e

tranquilla cittadina a sud del

paese, come tante altre,

vicinissima alla frontiera con

la Spagna. La leggenda narra

che nacque per volontà di tre

famiglie del luogo, le quali

decisero di unirsi per formare

il borgo e proteggersi

mutuamente.

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Il nome le fu dato dai romani - Campus Maior - ma la città mantiene il ricordo della

successiva occupazione musulmana nelle case di calce bianca, con tocchi di azzurro

e di ocra. Inizialmente appartenne al Vescovado di Badajoz, in Spagna, e fu solo in

seguito, con il Trattato di Alcanices, nel 1297 (il trattato di pace tra Spagna e

Portogallo), che fu annessa al territorio portoghese. Anche dopo, tuttavia, Campo

Maior mantenne sempre rapporti molto stretti con la città di Badajoz.

La popolazione è nota per il suo carattere. Nell’anno in cui tutti gli abitanti sono

d’accordo, si tiene una delle feste popolari più interessanti del paese, la Festa das

Flores (festa dei fiori) conosciuta anche come Festa del Popolo. Gli abitanti delle

diverse vie si uniscono quindi per ornare la città di fiori di carta, con composizioni

allegre e variopinte (in genere la prima settimana di settembre). Migliaia di persone

visitano la città decorata di carta e colore.

A Campo Maior vi è inoltre una Capela dos Ossos, costruita nel 1766, una delle tre

esistenti in Portogallo, di grande interesse storico.

Castelo de Vide

Il castello, circondato da un

agglomerato di case candide,

risalta nel paesaggio

circostante ed è

indubbiamente la prima cosa

che colpisce il visitatore.

Dall’alto, la pianura

alentejana rivela tutto il suo

splendore. Piccoli villaggi

punteggiano campi che si estendono a perdita d’occhio. A soli 20 km di distanza, si

scorge Marvão e poco lontano si avvistano le terre di Spagna.

Sul versante nord, tra il castello e la Fonte da Vila, strette stradine delimitano il

nucleo storico della Judaria, il quartiere ebraico, La Judaria di Castelo de Vide è uno

dei più importanti esempi della presenza degli ebrei nel nostro paese, risalente al

XIII secolo, al tempo di D. Dinis. La città possiede una delle Judarias meglio

conservate del Portogallo, caratterizzata da una delle maggiori raccolte di

architettura civile del periodo gotico.

Vagate per le stradine scoscese, lasciandovi catturare dal fascino della sua memoria

medievale.

Castelo de Vide possiede tuttavia anche altri monumenti che meritano una visita.

Stiamo parlando, per esempio, della Capela do Salvador do Mundo (della fine del

XIII secolo), rivestita internamente da pannelli di azulejos azzurri e bianchi, o della

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Capela de São Roque, edificata nel XV secolo e ricostruita nel CVIII: solo due delle

24 chiese esistenti.

Se ancora avete tempo e voglia, potete salire sulla cima che si trova di fronte a

Castelo del Vide, dove si erge la Capela de Nossa Senhora da Penha, per ammirare

la città da un’altra prospettiva.

Castelo de Vide è sempre stata famosa per le sue bellezze naturali, in particolare

per le sue terme, le cui acque possiedono proprietà terapeutiche. Le sorgive sono

numerose, ma quelle della Vila e della Mealhada sono le più conosciute. Ma attenti:

i detti popolari narrano che chi beve l’acqua della Fonte da Mealhada tornerà a

Castelo de Vide per sposarsi!

Portalegre

Situata nella Serra de São

Mamede, in prossimità della

frontiera con la Spagna,

Portalegre ha rivestito

durante il Medioevo una

posizione strategica nella

difesa del territorio. Il re D.

Afonso III (1248-79) la donò

al figlio bastardo D. Afonso

Sanches, un’azione fortemente contestata dal fratello D. Dinis (1279-1325), suo

successore, che nel 1299 la integrò nei beni della Corona, ordinando la

ricostruzione del castello.

Ancora in epoca medievale, si stabilì a Portalegre l’ordine dei francescani, nel

Convento de São Francisco e nel Convento de Santa Clara.

All’inizio del XVI secolo, dopo la fondazione della Misericórdia de Portalegre, il

vescovo di Guarda, D. Jorge de Melo, fece costruire il Convento Cisterciense de São

Bernardo. La città, all’epoca importante centro amministrativo ed economico, fu

elevata al rango di città da D. João III, che creò la diocesi di Portalegre e ordinò la

costruzione della Sé Catedral. L’azione del nuovo vescovado si affermò nella

costruzione del palazzo Vescovile e del Seminario Diocesiano, oggi trasformato in

Museu Municipal.

Il XVII e il XVIII secolo lasciarono nella città un forte carattere barocco ancora oggi

presente in taluni monumenti, come l’Igreja de São Lourenço, e nelle case nobiliari,

che conservano i blasoni delle famiglie che le abitarono e ricche decorazioni in ferro

forgiato, caratteristica singolare nella regione.

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Dopo l’estinzione degli ordini religiosi, nel 1834, e con l’avvento della rivoluzione

industriale, la città si sforzò di rispondere ai tempi attribuendo nuove funzioni agli

antichi conventi e palazzi.

Un esempio possono essere il Convento de Santo Agostinho, trasformato di

caserma della GNR, il Convento gesuita di São Sebastião, occupato dalla

Manufactura de Tapeçarias de Portalegre o il Palácio Castel-Branco, recentemente

divenuto il Museu de Tapeçaria de Portalegre Guy Fino, a perenne ricordo del

contributo dell’industria tessile allo sviluppo della città.

A Portalegre, facilmente visitabile a piedi, va inoltre citata la Casa-Museo di José

Régio, noto poeta portoghese. Nei dintorni, non vanno dimenticati il belvedere della

Igreja de Nossa Senhora da Penha e l’Igreja do Bonfim, sulla strada per Marvão e

Castelo de Vide, località che meritano entrambe una visita attenta.

Elvas

Chi giunge dalla strada che

collega Estremoz a Elvas

scorge immediatamente

l’Aqueduto da Amoreira,

simbolo della città. Questa

tranquilla cittadina è nota per

il ruolo difensivo svolto nel

corso della storia.

Situata in una posizione

geograficamente strategica, vicino alla frontiera con la Spagna, fu costruita

all’interno di mura, in un sistema difensivo complesso. La cinta muraria iniziale, del

XIV secolo (regno di D. Fernando 1367-83) fu rinforzata nel XVII. La città

circondata dalle mura forma, insieme al Forte de Sta Luzia e al Forte da Graça una

linea di difesa che durante le Guerre di Restaurazione (1640) rivestì un ruolo di

grande importanza.

Sempre in area difensiva, si possono vedere anche alcune piccole fortificazioni

costruite all’inizio del XIX secolo, tra il 1810 e il 1812, durante le Invasioni Francesi.

Si tratta del Fortim de São Pedro, del Fortim de São Mamede, del Fortim da Piedade

e del Fortim de São Francisco.

Oggi Elvas è una città che punta sul Turismo in Campagna, sulla pesca sportiva

d’acqua dolce e sul Turismo Cinegetico, nel tentativo di trarre profitto dalle risorse

naturali della regione. A livello economico, cereali, olive e frutta secca (in

particolare le prugne) continuano a essere i prodotti di riferimento.

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Grândola

La regione di Grândola

combina l’influenza del litorale

con le caratteristiche

dell’entroterra del sud del

paese. L’attività agricola è

sempre molto importante per

la regione e la cultura del riso

è particolarmente

significativa.

Per quanto riguarda il patrimonio culturale, i reperti archeologici di epoca romana

sono i più importanti, in particolare il centro per la conservazione sotto sale del

pesce di Tróia, che risale al I secolo.

Il maggiore centro di interesse della zona si trova in prossimità delle spiagge, che

attirano ogni anno molti visitatori. Meritano una visita la Penisola di Tróia e le sue

lunghe spiagge di sabbia, come per esempio quelle di Pego, Comporta e Carvalhal.

Nella storia del Portogallo, il nome di Grândola è rimasto associato alla musica di

"Grândola Vila Morena", di José Afonso. Durante la Rivoluzione del 25 Aprile, venne

trasmessa da Rádio Renascença, dando il segnale alle truppe per avanzare su

Lisbona. Cantata in momenti di entusiasmo o di pericolo, la si può considerare un

inno della Rivoluzione, ricordando la libertà di espressione riconquistata.

Sines

Antico borgo di pescatori,

trasformatosi con il turismo e

l’industria. Attualmente è un

porto industriale petrolifero

molto importante

nell’economia del paese.

Sulla baia si possono vedere

le rovine di un castello

medievale, restaurato nel XVI

secolo. Si dice che qui sia nato Vasco da Gama (1468-1524), figlio dell’Alcalde

maggiore di Sines. Una delle torri del castello ospita un museo dedicato al

navigatore.

A Sines, è possibile inoltre visitare il Museu Arqueológico, che conserva reperti

rinvenuti nella regione, che hanno fornito la prova della sua occupazione già in

tempi remoti.

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Odemira

Si narra che la città debba il suo bel nome alle parola arabe wad (fiume) ed Emir

che in portoghese sarebbero divenute Odemira.

Conquistata ai Mori dal primo re portoghese, D. Afonso Henriques, fu solo a partire

dal regno di D. Afonso III, il quale le concesse il foral di città nel 1257, che Odemira

fu definitivamente popolata.

Di questo passato storico, non sono rimaste vestigia importanti. Neppure del

castello, ubicato sul suo punto più alto, resta poi molto, tantomeno il nome della

strada da percorrere per raggiungerlo - la rua do Castelo - ribattezzata “Sarmento

de Beires”, in omaggio a questo aviatore portoghese a cui la città ha dato i natali, il

quale, nel 1924, partì da Vila Nova de Milfontes, in un piccolo Breguet, diretto a

Macao, dove si posò 115 ore dopo avere percorso oltre 16.000 km!

In uno dei giardini della città, una curiosa statua dipinta ricorda un’altra

personaggio di questa terra: Damiano, spexiale che nel XV secolo scrisse un libro

sul gioco degli scacchi!

Il fascino di Odemira risiede nella sua posizione, su una piccola altura ad anfiteatro,

con le case candide orientate verso il fiume Mira, che nasce dalla Serra do Caldeirão

e che a partire da qui diventa navigabile fino alla foce, a Vila Nova de Milfontes,

lungo un percorso di quasi 30 km, scenario bellissimo per passeggiate, barche a

remi e canottaggio.

La zona è molto attenta alla tutela dell’artigianato e vi si trovano diversi artigiani

che producono cesti, mobili, ceramiche e tessuti.

Tutta questa fascia meridionale della costa portoghese, dalla città di Sines a Cabo

S. Vicente, in Algarve, fa parte del Parco Naturale de Sudoeste Alentejano e Costa

Vicentina, una regione in cui si trovano specie rare di flora e di fauna ed è l’unico

luogo al mondo in cui la cicogna bianca nidifica sulle falesie a picco sul mare.

Zambujeira do Mar

Eccellente belvedere sulla

spiaggia, Zambujeira do Mar è

un piccolo borgo di pescatori

dove è ancora possibile

trovare quiete e tranquillità.

Le belle spiagge sono uno dei

principali motivi di attrazione,

in particolare nei mesi estivi,

quando giungono numerosi

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visitatori per le eccellenti caratteristiche naturali, in un ambiente particolarmente

tutelato, e per le condizioni ottimali relative alla pratica degli sport nautici.

Turismo naturale e turismo sportivo sono le risorse maggiori di questa regione

inserita in una zona definita “Parco Naturale do Sudoeste Alentejano e Costa

Vicentina”.

Riguardo agli eventi, uno dei più importanti è il Festival do Sudoeste, che si tiene a

Herdade da Casa Branca nel mese di agosto. Il festival, che dura tre giorni, offre

concerti musicali che attraggono centinaia di giovani.

Beja

Nel luogo in cui si erge Beja,

esistono tracce di

un’occupazione risalente a

epoche remote, ma fu il

dominio romano a contribuire

maggiormente al suo

sviluppo. Fu qui che, nel I

secolo a. C. l’imperatore

Giulio Cesare firmò un

trattato di pace con le tribù lusitane che occupavano il territorio. Il luogo passò

pertanto a chiamarsi Pax Julia e divenne capitale giuridica e amministrativa.

L’attuale tracciato urbano di Beja si basa sulla città romana e le porte di Évora e

Mértola corrispondono agli antichi ingressi nelle mura. La crescita economica è

provata dalla grande quantità di reperti archeologici rinvenuti, oggi ospitati al

Museu Regional Rainha D. Leonor. Vicinissima a Beja, la villa romana di Pisões ci

mostra come viveva realmente una famiglia romana del tempo.

Nel VI secolo, i visigoti occuparono il territorio e vi rimasero fino all’VIII secolo. Una

visita al Núcleo Visigótico del Museu Regional, all’interno dell’ Igreja de Santo

Amaro è imprescindibile per conoscere il contributo della cultura visigota alla città

che ne fu sede vescovile.

Dall’inizio della Riconquista cristiana, nel XIII secolo, Beja visse tempi convulsi.

Conquistata per la prima volta dai cristiani nel 1162, subì numerosi attacchi

musulmani ed conobbe definitivamente la pace nel 1253, con il re Afonso III, che

ricostruì la città e le concesse il foral (1254), facendole recuperare importanza

economica. Alla fine del secolo, il re D. Dinis ordinò la costruzione del castello, la

cui Torre di guardia è divenuta il simbolo della città.

Beja visse nuovi momenti di dinamicità nel XV secolo, quando il re D. Afonso V

costituì il Ducato di Beja e lo affidò al fratello, l’Infante D. Fernando. Il re D. João II

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nominò Duca di Beja il cugino, il futuro re D. Manuel I. Da allora, il ducato sarebbe

rimasto sempre nelle mani dei figli cadetti del re. Il mecenatismo reale lasciò tracce

indelebili in alcuni monumenti che meritano una visita, in particolare il Convento da

Conceição, l’Igreja da Misericórdia, il Convento de São Francisco, oggi trasformato

in Pousada, l’Igreja de Santiago e l’Igreja do Pé da Cruz.

Per scoprire la città di Beja, la Região de Turismo da Planície Dourada promuove

una visita guidata della città con un sistema audio e mette a disposizione 30 Petras

(biciclette). Il momento migliore per una visita è il mese di marzo, durante

l’Ovibeja, una fiera in cui la produzione agricola regionale è solo un pretesto per

mettere in mostra la cultura, l’etnografia e l’economia della regione.

Évora

Sovrastata dalla sua

imponente cattedrale, Évora è

adagiata su una dolce collina

nel vasto orizzonte della

pianura azulejos, conservando

nel suo centro storico -

protetto da un’ampia cinta

muraria - un patrimonio

culturale di grande valore che

l’UNESCO ha classificato Patrimonio dell’Umanità.

La città, le cui strette stradine di ispirazione moresca contrastano con le piazze

inondate di luce, vive su duemila anni di storia. Conquistata nel 59 a.C. dai romani,

che le diedero il nome di "Liberalitas Julia", Évora andò acquisendo grande

importanza, come attestano le vestigia ancora oggi visibili, di cui sono un esempio

le rovine di un grazioso tempio risalente alla fine del II secolo, diversi tratti di mura

e la cosiddetta porta di Dona Isabel, oltre a rovine delle terme della città che si

trovano sotto il palazzo del Municipio.

Del suo periodo visigota (sec. V-VIII) resta ben poco da vedere. Seguì il dominio

musulmano, iniziato con la conquista della città per mano di Tárique e destinato a

durare fino alla Riconquista cristiana, nel XII secolo. Yeborah, come fu chiamata,

fissò nella sua toponimia tratti indelebili di influenza moresca, visibili soprattutto nel

quartiere della Mouraria.

Dopo la Riconquista, al di là del perimetro antico fu tracciata una nuova maglia

urbana che si irradiava dalle porte delle mura. La città, scelta da diversi re del

Portogallo delle prima e della seconda dinastia come sede della corte, venne

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arricchita di palazzi e monumenti, in particolare sotto i regni di D. João II e D.

Manuel (sec. XV e XVI).

Camminate per le sue strade a vostro piacimento, assorbendo l’anima discreta che

la diversità di culture secolari ha fatto sedimentare in questa città del Mondo. Gli

eccellenti ristoranti, bar e terrazze all’aperto, i bei negozi di arte popolare, i giovani

che frequentano la sua Università sono l’espressione dinamica di un presente che

affonda le sue radici nel passato.

Tróia

Situata in una penisola sulla

sponda meridionale del fiume

Sado, di fronte alla città di

Setúbal, alla quale la unisce

un regolare collegamento in

traghetto, Tróia conserva

importanti vestigia romane, in

particolare un’installazione

per la salatura del pesce, a

quell’epoca complesso industriale di rilievo: Queste rovine testimoniano l’esistenza

della cittadina romana di Cetóbriga, che si trasferì sull’altra sponda del fiume, e

diede il nome alla città di Setúbal.

Attualmente, Tróia è una località turistica con eccellenti spiagge di sabbia, per

un’estensione totale di 18 km, oltre a una vasta offerta alberghiera e un ottimo

campo da golf.

Nel mese di giugno, il Festival Internazionale del Cinema di Tróia, porta ogni anno

nella regione volti noti del cinema mondiale.

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Gastronomia regionale

La gastronomia dell’Alentejo

La cucina dell’Alentejo rivela la propria creatività in tutti

i suoi piatti, aggiungendo loro un tocco di fantasia.

L’Alentejo, un tempo, era la regione del grano. Tra i boschi di

querce da sughero e olivi, grandi branchi di maiali si pascevano

nella pianura. Per questo, il pane, il maiale e l’olio sono alla

base di una delle più gustose cucine del Portogallo, profumata

dall’aroma delle erbe di campagna.

La zuppa è il piatto principale, e può anche essere servita

fredda, come il gaspacho; ma il pane è obbligatorio in quella di palombo, di

merluzzo, o di pomodoro e salsiccia. E, ancora, i piatti a base di maiale, lo stufato

di agnello o una semplice impanata tipica dell’Alentejo: assaggiate questi

manicaretti in un qulasiasi ristorante di Estremoz, Évora o Beja, o un piatto di

cacciagione, altrettanto tipico di questa cucina regionale, e vi godrete un vero

momento di piacere!

Non meno appagante si rivela la costa, dove i pesci e i frutti di mare vantano un

sapore particolare. Se non avete mai sentito decantare le qualità del pesce del

sudovest dell’Alentejo, non avete idea di cosa vi perdete...

Come tralasciare i formaggi e i dolci dei conventi. Tra i formaggi più celebri, quelli

di Nisa, di Serpa e di Évora, ottima scusa per assaggiare un vino rosso di Borba,

Redondo, Reguengos o Vidigueira. I nostri dolci... esistevano molti conventi in

Alentejo e i monaci, sudando nell’impastare uova con zucchero e mandorle,

innalzavano lodi a Dio!

Non dite di non essere stati avvisati...

I dolci dell’Alentejo

Nomi e definizioni celesti rivelano l’origine conventuale

di molti dolci della zona, vere istigazioni al peccato.

E non si tratta di un peccato qualsiasi, ma di uno dei sette

mortali: la gola. Ma non dovete lasciarvi intimidire , nè perdere

l’opportunità di regalarvi uno di questi peccatucci con cui

l’Alentejo vi porterà sulla cattiva strada.

La varietà di dolci o di torte di tradizione conventuale che si

incontra in tutto l’Alentejo è immensa. Preparati a base di

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tuorlo d’uovo, mandorle e zucchero (o talvolta addolciti col miele), spolverati, o no,

di cannella, ogni zona vanta le proprie specialità da offrire.

A Évora, scoprite il “pão basto”, il “pão de rala”, il “toucinho do céu”, la

“encharcada” (del convento di Santa Clara), i “morgados” e i dolci al formaggio; a

Alcácer do Sal vendicatevi con la “pinhoada”; e a Beja non dimenticatevi di provare

i fagotti alle uova, i pasticcini di Santa Clara, i “tosquiados” e i dolci alla ricotta.

Ma ci sono ancora le torte alle mandorle di Vidigueira, le “tibornas” e le “filhós

enroladas” di Vila Viçosa, il “toucinho rançoso” di Monforte, il “pão de Ló” di

Montemor, i dolci rustici di Castelo de Vide, le “areias” di Sines, le torte di mele di

Monforte, i “mimosos” di Crato, i pasticcini croccanti di Avis...

Se vi capiterà di passare da Elvas o da Vila Viçosa, non perdete la “sericá” o

“sericaia”, un dessert tipicamente locale, in cui le uova, il latte, lo zucchero e la

cannella si fondono in perfetta armonia e che, fortunatamente, ancora viene cotto

in un piatto di stagno, come vuole la tradizione, e accompagnato da una o due

succulente prugne di Elvas da servire calde.

I formaggi dell’Alentejo

Di pecora o di capra, secondo le vostre preferenze,

concedetevii gustosi assaggi dei formaggi dell’Alentejo,

eccelenti per accompagnare i vini della regione.

Deliziatevi con il burroso Queijo de Serpa, diretto discendente

del celebre Queijo da Serra, del quale condivide il metodo di

produzione: dal singolare aroma forte e sapore piccante, è

quasi da mangiare al cucchiaio. Prodotto con latte di pecora, è

perfetto come dessert, merenda, durante il pasto o come

aperitivo, ma sempre accompagnato da pane e vino rosso dell’Alentejo.

Piccoli e salati, i formaggini di Évora potranno anche non avere un bell’aspetto, ma

il loro sapore originale, leggermente piccante, vi farà venire l’acquolina in bocca.

Duri o semi-duri e di colore giallo, offrono al taglio una pasta molle e densa che ben

si adatta all’aperitivo.

Più a nord, quasi alla frontiera con Beira Baixa, Niza offre formaggi stagionati

artigianalmente, di colore bianco-giallastro e dalla pasta leggermente unta, con

aroma e gusto pronunciati. Prodotti a partire dal latte di pecora e capra, sono

prelibatezze ideali per accompagnarsi ad un vino della zona di Portalegre.

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I vini dell’Alentejo

La locale strada del vino penetra fin nel profondo

dell’Alentejo, nel cuore delle pianure con i loro vigneti a

perdita d’occhio.

Questa regione dai vasti orizzonti, a cui i boschi di querce da

sughero conferiscono una sensazione di forza atemporale, fu, in

altre epoche, un immenso campo di grano. Oggi, i raccolti

hanno fatto posto a vigneti immensi, i cui vini conservano la

forza del paesaggio e del clima caldo, rimanendo tra i migliori

del Portogallo.

Nel parco naturale della Serra de S. Mamede, Castelo de Vide e Marvão, circondata

da mura, si stagliano nelle loro altezze, località di grande bellezza e tradizione,

come anche Portalegre, Crato e Alter do Chão, dove l’allevamento di cavalli più

famoso del paese addestra i purosangue lusitani.

Un itinerario storico in crescendo parte da Montemor-o-Novo, Arraiolos, Estremoz,

Vila Viçosa e Monsaraz – il cui castello abbraccia l’intero villaggio – fino ad Évora,

parte del Património Mondiale.

Più a sud, sulle rive del Guadiana e alla diga di Alqueva, Mourão e Moura,

Vidigueira, Alvito e Viana do Alentejo sono le aree più importanti da visitare,

rappresentative dell’ambiente tipico dell’Alentejo, dal patrimonio ricco e ben

conservato, dove case ad un solo piano, intonacate di bianco, constrastano con il

nero delle strade, trasmettendo una sensazione di tranquillità ed armonia che invita

alla distensione.

PANE E VINO DELL’ALENTEJO

Sono le caratteristiche della terra e l’intensità del sole

che danno all’Alentejo due tesori, esaltati dai poeti,

lodati da tutti, frutto di una millenaria saggezza.

Il pane e il vino sono una coppia imbattibile dell’Alentejo, che

merita di essere provata e approvata e che segna il paesaggio

di questa terra, con vigneti e campi, oltre che la vita e la

cultura di questa gente.

Tutto l’Alentejo, un tempo detto il granaio della nazione, ancora

oggi si ricopre di messi e non c’è zona che non sia orgogliosa del proprio pane.

Quando tutte le regole vengono rispettate, incluso l’utilizzo del forno a legna, il

pane dell’Alentejo è il migliore del mondo. Assaggiatelo e vedrete.

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Il rispetto per la cultura del pane è molto sentito da queste parti, tanto che esiste

persino una Confraria do Pão, che può essere visitata e che sarà a vostra

disposizione per ogni tipo di informazione, sui monti di Terena (ad Alandroal).

Non trascurate neppure l’assaggio di alcune meraviglie della gastronomia

dell’Alentejo, che tutto, o quasi, devono al pane: le buone “migas” e “açordas”, l’

“ensopado” o le “fatias douradas”.

Potete avere un’altra prova dell’abilità locale nei vini, giustamente celebri. Seguite

una delle appetitose “rotas dos vinhos” (o anche tutte), percorrendo itinerari

suggeriti attraverso le zone di produzione e le cantine, approfittandone anche per

conoscere meglio le città e i villaggi specializzati nell’arte vinicola. Assaggiate di

tutto, dai bianchi fruttati a quelli dal gusto deciso, dai rossi più soavi a quelli

corposi.

A Redondo, dove potrete fare degustazione nell’Enoteca, visitate il Museu Regional

do Vinho dell’Alentejo, con la sua bella collezione di oggetti legati a questa cultura e

dove potrete conoscere il percorso che porta dall’uva al bicchiere.

Con in mano un bel bicchiere di vino dell’Alentejo, gustandovi la calma delle

pianure, non dimenticate di brindare alla salute di questa regione.

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Percorsi

Alla scoperta della Pianura Dorata

Conservate due giorni per una passeggiata di famiglia in

Alentejo, nella zona del Parque Natural do Vale do

Guadiana.

All’Ufficio del Turismo di Beja procuratevi le biciclette

equipaggiate di guida audio, che vi darà informazioni sulla città.

Insieme ai bambini e con i più grandi al volante, percorretene i

luoghi più emblematici, come Praça da República e il Museu

Regional D. Leonor. Sappiate che il museo è ospitato nel

Convento de Nossa Sr.ª da Conceição, dove furono create molte delle ricette che

hanno reso celebre la pasticceria locale.

A Castro Verde, visitate il Tesoro della Basílica Real e il Moinho de Vento, oppure

fate un’escursione per osservare le numerose specie di uccelli nella zona di

Protezione Speciale che circonda Herdade de Vale Gonçalinho.

E dato che i più piccoli adorano gli animali, ad Almodôvar portateli allo Zoonatura

per ammirare e apprendere il nome delle specie esotiche.

Per potere fare una visita didattica alle Minas de São Domingos la mattina del

secondo giorno, dormite nella Locanda del luogo. Dopo, visitate anche i Núcleos

Museológicos de Mértola, un autentico museo all’aperto che illustra la storia

dell’occupazione della regione da parte dell’uomo.

In prossimità di Mértola, potrete fare inoltre delle escursioni a piedi o in mountain

bike nel Parque Natural do Vale do Guadiana, dove è inoltre consentita la pratica

del canottaggio lungo il fiume che, a nord, si stringe nella gola di Pulo do Lobo.

Proseguendo per Serpa, visitate la chiesa, il "Museu do Relógio" (Museo

dell'Orologio) e quello Etnográfico, che evocano tradizioni ormai scomparse e, se

amate il formaggio, non ripartite senza avere assaggiato l’inconfondibile Queijo de

Serpa. Lungo la strada che costeggia il fiume Guadiana uscite a Moura e visitate il

Museu do Azeite (museo dell’olio). Salite sulla torre del castello per capire perché

mai sia stato edificato un museo tanto particolare proprio in questo luogo, e

raccontate ai vostri figli la tragica leggenda della Mora Salúquia.

Concludete la giornata al Barragem do Alqueva, il più grande lago europeo, dove

potrete praticare sport nautici oppure concedervi una semplice passeggiata in

barca, lasciando che la mente si libri su un paesaggio d’incanto.

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Luoghi di interesse lungo l'itinerario

• Museu Regional Rainha

D. Leonor - Beja

• Castelo de Beja

• Basílica Real - Castro

Verde

• Zoonatura - Parque

Temático

• Serpa

• Moura

Due giorni in Alentejo

Sfuggite un paio di giorni allo stress per scoprire nuovi

orizzonti di relax nell’Alentejo.

Visitate innanzitutto la Manufactura das Tapeçarias de

Portalegre e il relativo museo, per ammirare il modo in cui i

filati riescono a riprodurre forme e colori di famosi personaggi

della pittura.

A Marvão, lo sguardo vaga dal castello alla città racchiusa tra le

mura, fino al favoloso paesaggio circostante. Nella valle,

potrete mettere alla prova il vostro swing sul campo da golf e trovare ad aspettarvi

un “ensopado de borrego” (spezzatino di agnello), con biancomangiare o “toucinho

do céu” (un dolce a base di mandorle) come dessert.

Nell’oasi di frescura di Castelo de Vide, passeggiate senza fretta all’ombra delle

Terme e nelle strade della Judiaria. Dimenticate la dieta ancora una volta e

assaggiate il dolce del luogo, la “boleima de maçã”, a base di mele.

Un po’ più a nord, Nisa è un altro borgo tipicamente alentejano, noto per la

ceramica decorata e per il formaggio; nelle vicinanze, potrete visitare anche le

terme di Fadagosa. Per dormire, scegliete la Pousada da Flor da Rosa, a Crato, o il

Convento d’Alter, ad Alter do Chão, o ancora una casa di Turismo locale.

A trotto, al galoppo o in un momento di riposo dall’addestramento di alto livello cui

sono sottoposti, i bellissimi esemplari di razza Lusitana saranno il pretesto per

visitare, la mattina successiva, la Coudelaria de Alter do Chão, patria del Cavallo

Lusitano.

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Nell’atmosfera di quiete e tranquillità di Barragem do Maranhão, assaggiate

nuovamente la gastronomia locale, che coniuga con un tocco unico una trilogia di

olio, pane ed erbe aromatiche.

Proseguite per Pavia, dove un antico dolmen neolitico è oggi una cappella. Visitate

anche il Santuário de Nossa Senhora das Brotas e dirigetevi verso la candida

cittadina di Arraiolos, dove saranno i bei tappeti, che già da molto tempo volano in

tutto il mondo, ad attirare l’attenzione del visitatore.

Trascorrete la notte ad Arraiolos o a Évora, dove troverete Pousadas, case di

turismo rurale o il recente Hotel Convento do Espinheiro. Ovunque sarete avvolti

dall’atmosfera di grande armonia che caratterizza tutto l’Alentejo.

Luoghi di interesse lungo l'itinerario

• Portalegre

• Museu da Tapeçaria de

Portalegre - Guy Fino

• Castelo de Vide

• Parque Natural da Serra

de São Mamede

• Marvão

• Termas da Fadagosa de

Nisa

In go-kart, a piedi, a cavallo...

Visitate insieme alla vostra famiglia alcune delle località

più belle dell’Alentejo.

Iniziate dal Parque Temático do Monte Selvagem e dalla Gruta

do Escoural, nei pressi di Montemor-o-Novo. In questa grotta

preistorica, mostrate ai più piccoli disegni e incisioni risalenti a

migliaia di anni fa, lasciandoli viaggiare nel tempo con

l’immaginazione.

Saldi al comando di questa giornata in famiglia, avanzate nella

Storia della regione e dirigetevi a Évora, per visitare il meraviglioso Tempio

Romano. Proseguite addentrandovi nel Rinascimento, passeggiando per la Praça do

Giraldo e visitando la Sé, l’Università, il Paço de D. Manuel o il Museu de Évora.

Tornate infine nel presente nel Kartódromo de Évora, con una salutare gara

familiare al volante di un go-kart.

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Se vi piace la fotografia, visitate il Museu de Fotografia, nei dintorni di Elvas, e

scattetene tante insieme ai vostri familiari, in città, con l’acquedotto di Amoreira e

gli edifici fortificati come scenario.

Poiché in Alentejo può fare molto caldo, fate una fresca sorpresa ai più piccoli,

trascorrendo il pomeriggio al Parco Acquatico e fotografandone il continuo viavai tra

gli scivoli e la piscina.

A Elvas potrete alloggiare alla Pousada de Santa Luzia o all’Estalagem da Quinta de

Santo António, approfittando della cena per assaggiare la cucina tradizionale,

completata dalla “sericaia com ameixas de Elvas”.

Il giorno successivo, a Campo Maior, è tempo di provare le mille varianti di sapore

che incantano il Mondo Occidentale da secoli, al Museu do Café. Ad Arronches,

portate i più piccoli al Museu de A Brincar, pieno zeppo di giocattoli.

Mostrate quindi ai vostri figli i cavalli della Coudelaria de Alter do Chão, patria del

famoso Cavallo Lusitano. A pochi chilometri, a Crato, visitate il Mosteiro da Flor da

Rosa e a Nisa andate alla ricerca di qualche bell’oggetto di ceramica locale, come

ricordo di questa passeggiata.

Concludete questi due giorni in bellezza con un’escursione in barca sul fiume Tago,

per poi salire al castello di Amieira o di Belver, dove potrete sfidare i vostri cari a

individuare in lontananza, tra le feritoie, i luoghi visitati.

Luoghi di interesse lungo

l'itinerario

• Parque Arqueológico do

Escoural

• Kartódromo de Évora

• Templo romano de

Évora

• Sé de Évora

• Aqueduto da Amoreira

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Itinerario delle due dighe

Iniziate questo itinerario in coppia nella Pousada do

Torrão, immersi nella romantica atmosfera del Barragem

de Vale do Gaio, a 30 km da Alcácer do Sal.

Seguite il nostro consiglio e fate il check-in in tempo per

trascorrere un gradevole fine pomeriggio in terrazza,

accompagnato dal tintinnare del ghiaccio negli aperitivi,

lasciando vagare lo sguardo sul paesaggio dai caldi colori che

circondano la laguna.

La mattina, scoprite gli incanti della zona in una passeggiata in barca, a piedi o in

bicicletta. O, ancora, ammirate il panorama offerto dalla diga e dalla pianura dell’

Alentejo da un altro punto di vista, dall’alto di un pallone aerostatico.

Proseguite per Grândola, per conoscere la storia dell’attività mineraria della regione

e visitate il Núcleo Museológico Mineiro das Minas do Lousal. Dopo pranzo visitate

un antico mercato, il Museu da Central Eléctrica e un centro di artigianato locale,

dove potrete comprare un souvenir da portare a casa.

Percorrendo il paesaggio campestre sulle strade poco frequentate che attraversano

la stupenda cornice dei campi dell’ Alentejo, passate da Alvalade, Santa Luzia e

dirigetevi al Barragem de Santa Clara, una delle più grande lagune d’Europa.

Lasciatevi pervadere dalla quiete del luogo e contemplate lo specchio d’acqua di

fronte a voi, oppure praticate sport nautici che stimolano adrenalina ed emozioni.

Poiché siete ormai molto vicini al tratto di litorale più preservato d’Europa, vi

consigliamo di visitare una delle spiagge del Parque Natural do Sudoeste Alentejano

e Costa Vicentina. Addentrandovi sui rettilinei che si aprono tra gli alberi che

costeggiano la strada e su sentieri che sembrano non condurre in nessun luogo,

scoprirete spiagge sperdute, deserte di bagnanti ma popolate di bellezze naturali. È

questo il luogo adatto per vivere una storia romantica ispirata alla dolcezza del

mare e degli estesi arenili... o una passione scandita dall’infrangersi delle onde e

dalle falesie scoscese di varie forme e colori.

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Luoghi di interesse lungo l'itinerario

• Parque Natural do

Sudoeste Alentejano e

Costa Vicentina

• Alcácer do Sal

• Piccoli borghi nelle

vicinanze di Alcácer do

Sal

• Santiago do Cacém

• Albufeira de Santa Clara

Luoghi di passione in Alentejo

Vivete una giornata di affascinante bellezza nel nord

dell’Alentejo, nell’area del Parque Natural da Serra de

São Mamede.

Iniziate da Crato, svegliandovi nella Pousada da Flor da Rosa,

un antico monastero che un notevole progetto architettonico ha

reso ancora più romantico e raffinato. Ma se preferite qualcosa

di più vicino all’idea di una “vacanza in campagna”, potrete

trovare l’atmosfera più adatta a Monte dos Aroeirais, a

Fronteira.

Visitate Crato e la sua Igreja Matriz e non ripartite senza esservi lasciati andare allo

spirito di quiete e armonia che impregna qualunque località dell’entroterra

alentejano.

Portalegre, la capitale regionale, è inoltre punto di accesso al Parque Natural da

Serra de São Mamede. Nelle vicinanze, le mura che circondano la città di Marvão, in

posizione sopraelevata, si innalzano come una corona sull’orizzonte circostante. La

maestosa vista di questa cittadina medievale può essere un perfetto aperitivo prima

di pranzo. Assaggiate i sapori della cucina tradizionale alentejana e brindate

all’amore con i sentori vellutati di un rosso della zona.

Proseguite per Castelo de Vide. In questa cittadina di candide case sovrastate da un

castello potrete ammirare testimonianze di eredità ebraica, disseminate nelle

stradine della Judiaria. A Nisa, un altro centro tranquillo nato intorno alle mura del

castello, assaggiate il famoso formaggio locale e andate alla ricerca degli originali

oggetti di ceramica decorati da piccole pietre a intarsio.

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Concludete il vostro itinerario verso sera, salendo ai castelli di Amieira do Tejo o di

Belver per un fiammeggiante tramonto sul Tago.

Luoghi di interesse lungo l'itinerario

• Parque Natural da Serra

de São Mamede

• Castelo e Muralhas de

Portalegre

• Sé Catedral de

Portalegre

• Museu da Tapeçaria de

Portalegre - Guy Fino

• Castelo de Marvão

• Il Ghetto di Castelo de

Vide

Nel cuore dell’Alentejo

Un itinerario romantico nel cuore dell’Alentejo.

Iniziate da Évora, classificata Patrimonio Mondiale. La città

conserva un prezioso complesso storico-architettonico, nel

quale risaltano il tempio romano, la Sé, l’Università e le facciate

degli antichi palazzi. Riposate nella Praça do Giraldo o nelle

altre piazze che invitano a sedersi e a sentire il ritmo cadenzato

dell’Alentejo, di fronte a una fontana o al riparo di portici

rinfrescanti.

Visitate il centro storico in macchina di giorno, ma non tralasciate di ammirarlo

anche di notte, con un’illuminazione che ne accentua l’atmosfera romantica. A

pranzo o a cena, assaggiate la cucina regionale in uno dei numerosi ristoranti della

città.

Se non dormite a Évora, potete ancora visitare Monsaraz. Questo antico borgo, in

ottimo stato di conservazione, si innalza circondato da mura su un panorama in cui

risalta l’azzurro dell’Alqueva. Proseguendo verso nord, tuffatevi nel paesaggio di

ulivi e querce da sughero della Serra d’Ossa e dormite nel Convento de São Paulo,

autentico Albergo-Museo rivestito di "azulejos", in direzione di Redondo.

La mattina successiva, visitate Vila Viçosa e il suo Paço Ducal, dove potrete

ammirare le Carrozze (coches), il nucleo della Caccia e il Tesoro. Proseguite per

Borba fino a Estremoz e salite al castello. Se avete già appetito, potete pranzare

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alla Pousada de Santa Isabel, così chiamata perché la città accolse gli ultimi

momenti di Isabel di Aragona, la Regina Santa.

Dopo pranzo, visitate anche Évoramonte e il suo castello, sospeso all’orizzonte, per

contemplare il paesaggio sconfinato sulla serra e sulla pianura.

Concludete la giornata ad Arraiolos, dove potrete fermarvi in un altro antico

monastero trasformato in Pousada. Oltre alle case candide, in questa terra famosa

per le magnifiche coperte, potrete vedere dal vivo come le abili ricamatrici

disegnano intricati motivi orientaleggianti, a ricordo, forse, di storie di sultani e

affascinanti moresche da Mille e una Notte.

Luoghi di interesse lungo l'itinerario

• Templo romano de

Évora

• Sé de Évora

• Borba

• Museu-Biblioteca da

Casa de Bragança: Paço

Ducal e Castelo de Vila

Viçosa

• Estremoz

Pianura incantata

Riservate un paio giorni per un viaggio a due e

raggiungere le vette della passione nelle terre del Baixo

Alentejo.

Prenotate una stanza nella Pousada do Alvito per una notte

maestosa in un castello. La mattina, dall’alto delle feritoie,

lasciate vagare lo sguardo sulle morbide alture della Serra de

Portel. Ammirate quindi i portali manuelini che questa terra

ancora conserva gelosamente e visitate l’Igreja de Nossa

Senhora da Assunção e l’Ermida de São Sebastião.

A Vilar de Frades, a Vidigueira, passeggiate tra le rovine di São Cucufate, antica

villa romana perduta nella pianura, e dirigetevi alla diga di Alqueva, il maggior lago

artificiale d’Europa. Scivolate sulle sue acque calme in una romantica passeggiata in

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barca o, se preferite qualcosa di più emozionante, graffiate lo specchio d’acqua con

gli sci o con una tavola da windsurf.

La brezza che soffia sulla pianura incantata racchiude le leggende delle moresche e

dei sultani che vissero nella regione. Una delle più vibranti è quella della Moura

Salúquia, che la città di Moura ha ricordato nel suo nome, oltre che nel castello,

nella Mouraria e nel Pozzo arabo. Ammirate con calma il paesaggio e lasciatevi

pervadere dall’armonia del luogo, per poi “gettarvi” anima e corpo nel paesaggio di

Serpa, ammirando il tramonto dal belvedere di Alto de São Gens.

Dopo avere trascorso la notte allo Zens Village o in una casa di Turismo Rurale a

Serpa, fate una deviazione per Mértola, città-museo sulle sponde del Guadiana.

Informatevi presso l’Ufficio del Turismo locale sui musei da visitare, dalle più

antiche vestigia della regione all’artigianato tradizionale dei giorni nostri.

Prima di sera, raggiungete Beja per ammirarne il castello (dalla vista magnifica), le

chiese e i musei, come il Museu Rainha D. Leonor, ospitato nell’antico Convento de

Nossa Senhora da Conceição, dove visse Soror Mariana Alcoforado (1640-1723),

autrice di avvincenti lettere d’amore dedicate a un nobile cavaliere francese.

Concludete la vostra escursione sotto il segno del romanticismo e, oltre a un ricordo

d’amore, portate con voi alcuni dei dolci conventuali ispirati da cielo e passione.

Luoghi di interesse lungo l'itinerario

• Moura

• Serpa

• Ermida de Nossa

Senhora da Guadalupe

ou de São Gens

• Parque Natural do Vale

do Guadiana

• Museu Regional Rainha

D. Leonor - Beja

• Castelo de Beja

Rilassarsi all’Alqueva

Date inizio a due giorni di assoluto relax in Alentejo,

passeggiando per le candide stradine del centro storico

di Évora, Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Il Tempio Romano vi racconterà la storia dell’occupazione

romana della regione e, proprio accanto, potrete concedervi un

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ottimo pasto nel chiostro del Convento dos Lóios, trasformato in "Pousada".

Accompagnati dal sole e dalla dolce pianura dorata, proseguite per Monsaraz, per

visitare questa bella città-museo di epoca medievale. Nelle vicinanze, potrete fare

un salto all’Adega Cooperativa de Reguengos o all’Herdade do Esporão, sulla Strada

dei Vini dell’Alentejo.

Lo specchio d’acqua della Laguna di Alqueva e la bellezza del luogo sono un’ottima

scusa per rilassarsi in barca o per praticare uno sport nautico. Nei dintorni, il Museu

da Aldeia da Luz evoca un borgo recentemente sommerso. Prima di mettervi alla

ricerca dell’Hotel Rural da Horta da Moura o di una casa di Turismo Rurale, salite al

castello di Mourão per ammirare la splendida vista sul grande lago.

Il secondo giorno, dirigetevi a São Pedro do Corval, uno dei maggiori centri di

produzione della ceramica della Penisola Iberica, prima di partire per l’itinerario dei

tre castelli: Alandroal, Terena e Juromenha, belvedere privilegiati su tutte le

prospettive dell’orizzonte, in una regione dove tutto sembra sconfinato.

Pranzate a Redondo e approfondite la vostra conoscenza dei vini dell’Alentejo

all’Enoteca e al Museu do Vinho.

Il palazzo dei Duchi di Bragança è il maggior vanto di Vila Viçosa sin dai tempi in cui

era il palazzo di corte, così come i marmi, esportati in tutto il mondo. A Borba, nota

anche per l’ottima produzione vinicola, potrete ammirare splendidi monumenti in

questa nobile pietra, come lo Chafariz das Bicas, l’Igreja Matriz e il Convento das

Servas de Cristo.

Concludete il vostro itinerario ispirato al relax in un’altra terra di lunga tradizione

nella produzione di ceramica, Estremoz, e installatevi come principi nella Pousada

da Rainha Santa, all’interno del castello.

Luoghi di interesse lungo l'itinerario /

• Évora

• Sé de Évora

• Museu-Biblioteca da

Casa de Bragança: Paço

Ducal e Castelo de Vila

Viçosa

• Borba

• Chafariz de Borba ou

Fonte das Bicas

• Estremoz

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Un safari in Alentejo

Pianificate una giornata diversa dalle altre, partendo con

tutta la famiglia alla scoperta del fascino del litorale dell’

Alentejo.

Dopo una prima tappa ad Alcácer do Sal, dove salirete con i

vostri figli sul castello per ammirare il paesaggio urbano che si

allunga sulle sponde del fiume, proseguite costeggiando la

Reserva Natural do Estuário do Sado, passate da Comporta e

scendete lungo la costa, visitando spiagge come quella di

Carvalhal e Melides. Queste infinite distese di sabbia dorata, che si confondono con

la Reserva Natural das Lagoas de Santo André e da Sancha, invitano a momenti di

evasione e di grande tranquillità e stuzzicano l’appetito, da soddisfare con un

ottimo pasto a base di pesce fresco. Mentre posate lo sguardo sul mare sconfinato,

lasciate i vostri figli liberi di correre e giocare sulla spiaggia.

A Santiago do Cacém, dove tra le rovine romane di Miróbriga potrete tenere una

lezione di storia, portate i più piccoli a fare un safari in pieno Alentejo. Mostrate loro

animali di tutte le specie nel Badoca Parque e non lasciatevi sfuggire l’opportunità

di portarli alla Quinta Pedagógica, una fattoria dove potranno conoscere la vita

campestre.

Di ritorno sulla costa, informatevi sui sentieri del Parque Natural do Sudoeste

Alentejano e Costa Vicentina, che inizia a sud di Sines. A piedi, a cavallo o in jeep,

non dovrete fare altro che scegliere il modo più divertente per esplorare questa

favolosa area costiera con la vostra famiglia e ammirare specie animali e vegetali

uniche, come la lontra marina.

São Torpes e Porto Covo sono solo alcune delle spiaggette nascoste di questa zona,

il tratto di litorale europeo meglio conservato, dove potrete imbarcarvi in un breve

ma divertente viaggio per mare fino all’isola di Pessegueiro. Non dimenticate di

visitare Vila Nova de Milfontes e Almograve, tra le numerose altre.

Se siete da queste parti in luglio e apprezzate la musica, di qualunque genere essa

sia, potrete assistere al Festival de Músicas do Mundo di Sines. La prima settimana

di agosto, la bussola del divertimento punta invece sui suoni pop-rock del Festival

do Sudoeste, in un’altra spiaggia da non perdere, a Zambujeira do Mar.

Page 27: Alentejo - WordPress.com · Igreja de Nossa Senhora da Penha e l’Igreja do Bonfim, sulla strada per Marvão e Castelo de Vide, località che meritano entrambe una visita attenta.

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Luoghi di interesse lungo l'itinerario

• Praia da Comporta

• Badoca Park

• Praia de Melides

• Praia Grande de Porto

Covo

• Praia da Ilha do

Pessegueiro

• Zambujeira do Mar