Aleanews | maggio 2015
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ALEA Associazione Laureati Economia Aziendale Università Ca’ Foscari – Venezia, Business Community dal 1985 www.aleacafoscari.com
Alea News, Maggio 2015
E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore.
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editoriale
di Maurizio Beraldo
In questo numero ospitiamo un articolo, relativamente lungo, su un
argomento un po’ particolare, sulla definizione del tanto atteso Brevetto
Comunitario, articolo a cura del Presidente di AICIPI, Associazione Italiana
dei Consulenti ed Esperti in Proprietà Industriale di Enti e Imprese.
Attualmente il massimo della protezione a livello comunitario è il Brevetto
Europeo, il quale lascia scoperto soprattutto la gestione dei contenziosi legali,
mentre consente di registrare il brevetto con validità in molti o tutti i paesi
aderenti, secondo la scelta del depositante.
La nascita di un sistema unitario di protezione dei brevetti è molto
promettente, consente forse di colmare il divario rispetto alle due altre grandi
aree economiche innovative, quella statunitense e quella giapponese:
interessante la tanto attesa gestione dei contenziosi, gestita da una Corte
Unificata costituita da alcune sedi accentrate e da una serie di sedi locali nelle
quali le azioni legali saranno discusse nella lingua dei relativi paesi, e le cui
sentenze saranno valide a livello comunitario. L’aspetto rivoluzionario, per il
nostro paese, è l’estrema velocizzazione dei tempi dei contenziosi, potrebbe
essere questo un incentivo non da poco per adottare questa sistema di
protezione della proprietà industriale.
A questo si aggiungono alcuni provvedimenti dell’attuale Governo in favore di
chi investe per depositare brevetti, in particolare per le PMI, vediamo se tutto
questo aiuterà il sistema industriale italiano.
La rubrica Imprese nuove riporta le iniziative di alcuni incubatori di start
up, volti a promuovere anche lo spirito imprenditoriale e non solo le iniziative
di chi ha un’idea a mettere in campo, con collaborazioni che vanno oltre i
confini nazionali.
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Sommario
Verso una protezione brevettuale unitaria in Europa, di Paolo Markovina, Presidente di AICIPI
Imprese nuove
Come ti allungo il motore, di Giada Cadei, AREA Science Park, Trieste Trentino primo in Italia per densità di start up innovative, di Davide Modena, Trentino Sviluppo
INCO-NET, il futuro della collaborazione fra imprese italiane e austriache parte da qui, di Giulia Gortan, Friuli Innovazione La fioritura dello spirito imprenditoriale, di Astrid Brunetti, Heiko Schoberwalter, TIS innovation park FABLABOFORKIDS: nasce al Vega l’officina per costruire giocattoli con la stampa 3D, di Gabriella Parmesan, Vega La fabbrica del futuro è intelligente, efficiente e connessa, di Alessandro Tibaldeschi, I3P, Torino
Appuntamenti ALEA
Convegno Capitani Coraggiosi. Da leader di prodotto a leader di
mercato. Strategie di successo per i campioni del Nord Est.
Venezia, sabato 23 maggio.
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Verso una protezione brevettuale unitaria in Europa
Dopo più di vent’anni dalla fondazione di un sistema
comunitario di protezione dei marchi e dei disegni,
finalmente l’Europa si appresta a far partire un sistema
di tutela unitario anche per i brevetti.
Ci si arriva dopo infinite dispute a livello politico e fra
gli addetti ai lavori e senza che ancora si sia raggiunta
un’intesa unanime fra i Paesi dell’UE, tant’è che per
andare avanti si è dovuti ricorrere all’escamotage della procedura di
cooperazione rafforzata, usata solo in pochi altri casi in precedenza.
Nelle lunghe e accese discussioni intraprese in questi anni, che hanno ritardato a
dismisura la partenza del nuovo sistema, non si è forse mai tenuto debitamente
conto dell’opinione espressa dal soggetto che per definizione è il principale
utilizzatore dello strumento brevettuale e che dovrà in prima persona affrontare i
rischi e le opportunità legati allo scenario che si sta aprendo: l’industria. Sin
dall’inizio l’industria italiana si è espressa pressoché unanimemente a favore di
un sistema brevettuale unico a livello europeo, caldeggiando una veloce intesa fra
i partners europei sugli aspetti implementativi. Anche il mondo universitario,
rappresentato a più riprese da NETVAL, ha appoggiato tale posizione.
Ma adesso finalmente i giochi sono fatti: il sistema partirà - presumibilmente nel
2016 – e, per come è stato pensato, fornirà una valida alternativa di protezione
brevettuale per tutte quelle imprese europee che hanno un commercio di prodotti
o servizi a contenuto tecnologico anche oltre i confini nazionali (in Italia tali
imprese formano il 75% del PIL).
La struttura del sistema sarà particolarmente semplice: una procedura di
concessione coincidente con quello dell’attuale sistema del brevetto europeo ed
una Corte Unificata che dovrà decidere sulla validità e sulla contraffazione di tutti
i titoli emessi dall’Ufficio Europeo dei Brevetti, inclusi quelli con effetto unitario.
di Paolo Markovina,
Presidente AICIPI
paolo.markovina@ electrolux.it
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E’ comunque previsto che per un periodo iniziale di sette anni (potenzialmente
estendibili) i titolari di brevetti senza effetto unitario potranno chiedere
(sfruttando un meccanismo cosiddetto di “opt-out”) che per selezionati brevetti
continuino ad essere competenti le Corti nazionali.
In pratica, per ottenere la protezione unitaria sarà sufficiente richiederla entro un
mese dalla concessione del tradizionale brevetto europeo. In assenza di tale
richiesta, si potrà sfruttare la classica protezione Paese per Paese, basata sulla
scelta geografica che più conviene. Poiché l’insieme dei Paesi che aderiscono al
nuovo sistema unitario di protezione non coincide esattamente con l’insieme dei
Paesi membri dell’Organizzazione Europea dei Brevetti o firmatari di un accordo
di estensione con la stessa, sarà comunque possibile continuare ad usare la via
europea classica per la protezione in questi ultimi (indipendentemente dal fatto
che per i primi si usi la via unitaria o la via classica). In ogni caso, qualora venga
richiesta la protezione unitaria, per tale brevetto sarà sufficiente pagare un’unica
tassa annuale per il mantenimento in vita (che si prevede sarà pari all’ammontare
complessivo delle tasse che sono attualmente necessarie per mantenere in vita un
brevetto europeo in quattro o cinque Paesi). Inoltre, per un periodo transitorio di
dodici anni, tutti i brevetti con effetto unitario concessi in francese o tedesco (le
altre due lingue possibili, oltre all’inglese) dovranno necessariamente essere
tradotti in inglese, per consentire una facile comprensione a tutti (mentre dopo il
periodo transitorio ci si affiderà alle traduzioni automatiche, in corso di
perfezionamento).
La scelta fra protezione unitaria e protezione classica sarà principalmente dettata
da un criterio di costi e di strategia: qualora sia sufficiente una copertura
brevettuale in pochi Paesi potrà convenire la via classica, mentre nel caso di
interesse geografico più esteso converrà la via unitaria. In tale scelta occorrerà
anche tenere conto del maggior valore conferito al titolo brevettuale da una
copertura territoriale estesa, per il cui il brevetto potrà essere eventualmente
offerto in licenza o ceduto a condizioni migliori.
Il sistema di contenzioso sarà invece completamente nuovo e sarà gestito da
un’unica Corte, formata da una Divisione Centrale e da una serie di Divisioni
Locali (competenti per singoli Paesi) e Regionali (competenti per gruppi di Paesi).
La Divisione Centrale sarà localizzata a Parigi, con sedi distaccate a Londra e
Monaco, e tratterà principalmente le cause dirette di nullità dei brevetti. Le
Divisioni Locali e Regionali tratteranno invece prevalentemente le cause di
contraffazione e le corrispondenti domande riconvenzionali di nullità.
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In futuro quindi i brevetti europei - sia quelli con effetto unitario sia quelli
“classici” per i quali non è stata richiesta l’esclusione dalla competenza della Corte
Unificata - saranno invalidabili con unica azione legale portata avanti presso la
nuova Corte; allo stesso modo, la presenza o meno di una contraffazione potrà
essere stabilita per tutto il territorio di validità del brevetto da una qualunque
delle sue Divisioni Locali o Regionali che abbia competenza per decidere (ossia
una Divisione localizzata in un Paese dove è avvenuta la contraffazione o dove il
presunto contraffattore ha la sua residenza). Questa soluzione dovrebbe portare,
secondo i piani, ad una sensibile diminuzione del numero delle cause rispetto ad
oggi. Inoltre, il fatto che un titolo brevettuale europeo possa essere considerato
valido o invalido in maniera uniforme in tutto il proprio territorio di copertura,
potrà contribuire ad una maggiore certezza del diritto, rispetto ad un sistema
come quello attuale in cui lo stesso titolo può essere considerato valido in alcuni
Paesi ed invalido (totalmente o parzialmente) in altri.
A livello di impresa, sarà possibile una notevole semplificazione delle strategie di
protezione brevettuale, grazie alla possibilità di ottenere una protezione unica
estesa a tutto il territorio europeo, evitando così la difficile e indesiderata
selezione dei Paesi in cui attivare la protezione, solitamente dettata da problemi
di budget. Si potranno inoltre sfruttare misure di enforcement brevettuale
particolarmente rapide (la durata di una causa presso la Corte Unitaria sarà circa
cinque volte minore che non oggi in Italia) ed efficaci (con i migliori strumenti
ingiuntivi oggi prevedibili) per bloccare i copiatori delle proprie tecnologie,
nonché efficaci misure preventive in relazione a possibili attacchi di terzi, ad
esempio tramite l’invio alla Corte Unificata di cosiddette protective letters per
evitare misure d’urgenza inaudita altera parte (ossia senza che sia stato sentito il
punto di vista della parte sotto accusa).
Tutti questi vantaggi diventano strategicamente importanti in un mercato come
quello attuale contraddistinto da una competizione globale, da una continua
delocalizzazione delle produzioni e da una costante riduzione del time-to-market.
Proprio in relazione alle tempistiche aziendali, ed in particolare a quelle di
sviluppo di nuovi prodotti, sorgono spesso le più grandi difficoltà decisionali,
perché occorre identificare in tempi rapidi le opportunità ed i rischi in termini
brevettuali e proporre le migliori azioni da intraprendere (quali, ad esempio,
brevettare, mantenere la tecnologia segreta, cambiare la soluzione in corso di
sviluppo, chiedere una licenza brevettuale, cercare di invalidare un brevetto di
terzi, stringere partnerships tecnologiche o brevettuali, …). Sapersi muovere in
tempi rapidi e in maniera adeguata nel complesso mondo dei brevetti (in
continua mutazione, come adesso con l’introduzione del brevetto unitario) e
saper fornire le migliori strategie a supporto del business dell’azienda sono
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attività che solo un buon esperto di brevetti d’azienda può svolgere, spesso non
senza il valido supporto di un buon consulente brevettuale esterno per le attività
di carattere sostanziale (sempre di meno per quelle burocratiche).
Il nuovo sistema brevettuale creerà sicuramente dei grossi incentivi alle imprese
che innovano e che esportano, e in maniera particolare a quelle imprese in grado
di costruirsi e di mantenere, grazie all’utilizzo strategico del proprio portafoglio
brevettuale (e, più in generale, del proprio “bagaglio” di proprietà intellettuale),
un ruolo di controllo nella propria area di mercato. In tal senso, per esempio, le
piccole imprese ad alta tecnologia in grado di gestire con intelligenza i propri
intangible assets potranno crearsi un potere commerciale e contrattuale enorme.
Si pensi al potere (commerciale) che potrà avere una piccola impresa in grado di
ottenere, grazie ad un unico brevetto, un’esclusiva su tutto il territorio europeo su
una nuova tecnologia particolarmente vantaggiosa in un qualche settore di
mercato. Allo stesso modo, il nuovo sistema tenderà a disincentivare quella parte
di industria che si appoggia sull’innovazione altrui, senza creare valore aggiunto
nel mercato della conoscenza tecnica. Sarà altresì importante (se non essenziale
per quella parte di industria appena menzionata) predisporre delle procedure di
monitoraggio ed analisi dei brevetti della concorrenza che permettano di valutare
in anticipo i possibili rischi di un’attività imprenditoriale geograficamente estesa.
I timori, sollevati da qualcuno (in maniera forse strumentale), che il nuovo
sistema obbligherà le nostre imprese a difendersi prevalentemente all’estero e
usando lingue straniere sono del tutto infondati. Infatti, per le imprese chiamate
a difendersi da accuse di contraffazione cambierà poco: un’azienda italiana che
opera solo in Italia potrà subire cause di contraffazione solo in Italia, mentre
un’azienda italiana che opera in Europa verrà comunque (come già avviene oggi)
attaccata nella giurisdizione più favorevole all’attore (difficilmente l’Italia). Per
quanto riguarda la lingua di procedura, per le cause in Italia la lingua usata nella
Divisione Locale della Corte Unificata sarà comunque l’italiano ed il collegio
giudicante sarà comunque composto da una prevalenza di giudici italiani.
Verrà invece eliminato il rischio di incorrere in più cause contemporaneamente in
Paesi diversi: l’impresa italiana che opera in Europa non potrà più essere
attaccata con azioni di contraffazione separate in diversi Paesi sulla base dello
stesso titolo brevettuale. Inoltre, l’impresa italiana che vuole invalidare un
brevetto della concorrenza potrà farlo con un’unica causa, mentre oggi deve
azionare cause di nullità separate nei diversi Paesi dove il titolo è valido. E
ancora, l’impresa italiana titolare di brevetto potrà fare un’unica causa
(possibilmente in Italia, comunque sfruttando il forum shopping nei Paesi coperti
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dal brevetto) contro contraffattori nel mercato europeo, mentre oggi è costretta a
farlo Paese per Paese dove il proprio titolo è valido.
Qualcuno inoltre obietta che in futuro le imprese italiane che vorranno tentare di
invalidare brevetti di terzi in via diretta (ossia non in risposta ad un’azione di
contraffazione, che rimane comunque la situazione più frequente) dovranno farlo
presso una delle sedi della Corte centrale (Parigi, Berlino o Londra), comunque in
un Paese straniero. Bisogna però tener conto del fatto che già oggi chi opera
all’estero e vuole invalidare un brevetto “scomodo” di terzi deve farlo presso una
Corte locale e in una lingua straniera. Almeno in futuro potrà farlo in un sistema
con regole ben note e davanti a dei giudici internazionali ugualmente formati.
Insomma, quello che si sta per aprire è uno scenario di grande rilevanza per il
mondo dell’industria e per tutti coloro che, come le Università, investono in
ricerca e credono che sia fondamentale incentivare lo scambio delle conoscenze.
Ormai è pacifico il concetto che tanto più si premia e si tutela coloro che
innovano, tanto maggiori saranno gli sforzi profusi da questi ultimi per generare
nuovi risultati, e tali risultati diventeranno patrimonio conoscitivo della
collettività proprio grazie ai brevetti. Il nuovo sistema brevettuale che sta per
essere implementato è tutt’altro che perfetto, ma è probabilmente il migliore che
si possa avere in un sistema europeo dove le differenze sui regimi amministrativo
e legale in tema di brevetti sono ancora molto rilevanti.
In tutta la discussione fatta finora non si è volutamente parlato del ruolo che
vuole avere l’Italia in questo nuovo sistema. Purtroppo l’Italia è uno dei Paesi che
meno ha supportato lo sviluppo del nuovo sistema, spesso per scelte politiche
discutibili, ma fortunatamente i segnali dell’attuale Governo sono molto
incoraggianti e sembra imminente la decisione di partecipare a pieno titolo al
nuovo progetto, aderendo alla cooperazione rafforzata sul brevetto unitario e
ratificando l’accordo sulla Corte Unificata dei Brevetti. Ancora più importante, il
Governo sembra aver capito che la proprietà intellettuale è uno strumento
essenziale per le nostre imprese per tornare a competere a livello europeo e che
occorre incentivarne e agevolarne l’utilizzo in tutti i modi possibili: oltre che con
l’adesione al nuovo sistema europeo di protezione e contenzioso, anche con valide
misure di defiscalizzazione (il cosiddetto “Patent Box” appena introdotto), con
sistemi di finanziamento di vario tipo (in particolare per le PMI) e con
miglioramenti nella procedura di rilascio dei titoli nazionali. Queste misure da
sole non sono forse sufficienti per risollevare l’industria italiana, ma di sicuro
aiutano a farlo.
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Come ti allungo il motore
Puntare su una forma allungata e stretta darebbe il via a una
rivoluzione nel campo della progettazione dei motori elettrici. Il
progetto PoCN sta valorizzando un’intuizione nata nell’Università di
Trieste.
Galileo Ferraris e Nikola Tesla su questo forse
sì, ci piace immaginare, sarebbero andati
d’accordo: il progetto di ricerca proposto dal
prof. Alberto Tessarolo dell’Università di
Trieste ad AREA Science Park nell’ambito del
progetto PoCN - Proof of Concept Network
potrebbe avere una ricaduta industriale in tempi rapidi. Parliamo di motori e
generatori elettrici rotativi, tecnologie fondanti della moderna industria, messi a
punto a fine ’800 grazie anche al contributo dei due insigni studiosi che se ne
contesero la primogenitura.
La geometria più intuitiva da
dare a un motore rotativo è
sempre stata quella cilindrica.
Tuttavia, quando è necessario
produrre alte coppie a ridotte
velocità di rotazione, le
dimensioni richieste aumentano
notevolmente, diventando
inadatte a spazi ristretti quali
quelli di ascensori, bracci
meccanici, argani che, non a
caso, vengono corredati di vani
separati in cui alloggiare i
motori.
Puntare su una forma allungata e stretta aprirebbe la strada ad applicazioni
completamente nuove ed è esattamente questa la direzione presa dall’Università
di Trieste con un motore dalla concezione innovativa. Grazie alla sua particolare
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configurazione spaziale, gli sviluppatori contano di ottenere più potenza senza il
ricorso intermedio a riduttori di velocità, rendendo così applicabile la soluzione
anche dove i motori elettrici tradizionali oggi non potrebbero essere installati.
Passare dalla fase ideativa a quella di prototipazione e di test non è mai,
comunque, uno sbocco scontato. “L’innovazione comporta dei rischi che spesso le
aziende non vogliono affrontare perché troppo incerta è la quantificazione del
ritorno - spiega Tessarolo. Nel nostro caso, partecipando a un progetto come
PoCN abbiamo avuto la possibilità di lavorare a diretto contatto con un’azienda
elettromeccanica piccola, vivace e flessibile, la Lampas System srl di Trieste, per
creare e testare assieme un prototipo funzionante industrializzabile. Un gruppo
misto di ricercatori e tecnici si è messo al lavoro per raggiungere l’obiettivo
nell’arco di nove mesi, dando così corpo a quella sarebbe altrimenti rimasta solo
una felice intuizione scientifica”.
Se la convalida industriale avrà successo, saranno indubbi i vantaggi sia per i
ricercatori che per l’azienda. I primi avranno la possibilità di brevettare, cedere in
licenza o vendere l’innovazione, fornire supporto alle imprese interessate
all’industrializzazione del nuovo motore elettrico a geometria lineare. La seconda
avrà un nuovo prodotto da proporre ai clienti, un know-how arricchito e una
collaborazione stabile intessuta con realtà scientifiche di prestigio.
Dei circa cento progetti a PoCN proposti da università e enti italiani, sono
ventuno quelli che hanno sin qui superato tutte le fasi di selezione e che vedono
aprirsi la strada alla convalida in azienda. I passi successivi prevedono valutazioni
di anteriorità brevettuale, l’analisi della rispondenza alle esigenze di mercato,
pareri di esperti industriali di settore per quantificare, dati alla mano, l’interesse e
la portata economica delle innovazioni. Come nel caso di Lampas System, queste
proposte, che spaziano dal medicale, all’ambientale, dalle tecnologie di processo
ai materiali, stanno convincendo aziende italiane ed estere, pronte a impegnare
personale e risorse per le fasi di prototipizzazione e industrializzazione.
“Grazie a questo approccio rigoroso e articolato - afferma Danilo Farinelli, project
manager PoCN - da un lato le aziende possono trovare, in un unico programma,
numerosi concept della ricerca, selezionati con un’attività di qualificazione e
valutazione tecnologico-commerciale; dall’altro le università possono aumentare i
tassi di successo nel trasferimento tecnologico, riuscendo a portare i loro risultati
all’attenzione delle aziende target.”
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INCO-NET, il futuro della collaborazione fra imprese italiane e austriache parte da qui
Con circa 200 professionisti altamente
specializzati registrati nella rete di imprese
online del sito www.inco-net-eu e 60
partecipanti alla rete transfrontaliera
“Arte&Impresa”, si è concluso a metà marzo
Inco-Net, il progetto europeo promosso da Friuli Innovazione assieme all’Agenzia
per lo Sviluppo della Carinzia di Klagenfurt e la Fondazione la Fornace
dell’Innovazione di Asolo (TV).
Co-finanziato dal programma Interreg IV Italia-Austria, Inco-Net ha attivato una
rete di condivisione di know-how con l’obiettivo di migliorare la competitività
globale dell’area di confine tra Italia e Austria, proponendo numerose iniziative
studiate per mettere in contatto imprese e startup innovative, parchi scientifici,
ricercatori e studenti di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia.
di Giulia Gortan,
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In 34 mesi di attività, sono stati oltre 600 i partecipanti ai ben 38 workshop
formativi offerti nel quadro del progetto, che ha portato per la prima volta sul
territorio friulano dei format internazionali come Rails Girls Udine, l’evento che
vuole avvicinare le donne al mondo della programmazione web attraverso il
linguaggio di programmazione Ruby.
È proprio sull’imprenditoria femminile, tematica in linea con le politiche UE per
l’aumento dell’occupazione delle donne e l’autoimprenditorialità, che Inco-Net ha
focalizzato l’attenzione. Sono state infatti organizzate due tavole rotonde
istituzionali, una a Udine e l’altra a Klagenfurt, per aprire la strada a nuovi
progetti a sopporto delle donne che vogliono fare impresa nell’ottica di un
ecosistema imprenditoriale senza confini. Nel corso del Tavolo di lavoro regionale
tenutosi ad aprile al Parco Scientifico e Tecnologico Luigi Danieli, è emerso un
trend crescente di imprese “rosa” in Friuli Venezia Giulia, che sono circa una su
quattro per un totale di 23.659 imprese femminili attive.
“Il nostro ruolo, con Friuli Innovazione ed il suo incubatore d’impresa certificato
Techno Seed,” –commenta Claudia Baracchini di Friuli Innovazione – “è quello di
formare imprenditrici e imprenditori con una mentalità nuova ed europea,
attraverso percorsi di crescita imprenditoriale fortemente proiettati verso i
Paesi nostri vicini”.
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A supporto dell’imprenditoria giovanile invece, sono state organizzate quattro
company visit nelle quali gli studenti universitari delle due regioni italiane
coinvolte hanno potuto conoscere da vicino alcune tra le maggiori imprese
innovative del Veneto e della Carinzia e ampliare così le loro conoscenze in
ambito imprenditoriale.
Le imprese creative sono state un altro target fondamentale per i promotori del
progetto. All’interno di Inco-Net è stato costituito “Arte&Impresa”, un gruppo di
lavoro transfrontaliero nel quale imprenditori, artisti, designer, architetti e
creativi di ogni campo hanno avuto l’opportunità di entrare in contatto e
collaborare per trasformare le proprie idee in nuovi prodotti e servizi spendibili
sul mercato.
Al gruppo Arte&Impresa hanno partecipato professionisti provenienti da settori
eterogenei ma tutti accomunati dall’intenzione di uscire dalla crisi utilizzando la
creatività e l’innovazione, beneficiando della possibilità di attingere alle risorse e
competenze messe a disposizione all’interno della rete delle istituzioni a supporto
della competitività dei territori.
L’input che ha portato alla creazione di questo gruppo è partito dall’imprenditore
austriaco Ernst Wieser, che si è rivolto ai promotori di INCO-NET per cercare
nuove opportunità di collaborazione in Italia per la sua tecnica di aerografia
innovativa destinata alle Vespa Piaggio. Da questo sono nati una serie di incontri
informali e workshop, con tema l’innovazione e la cooperazione, dove
imprenditori e artisti si sono scambiati idee, opinioni e contatti grazie ai quali
sono nate nuove collaborazioni e partnership commerciali.
Avviato il 1° maggio 2012, Inco-Net si chiude aprendo nuove strade per la
collaborazione tra Italia e Austria. Grazie proprio alla rete sviluppata nell’ambito
del progetto, lo scorso maggio è stato siglato al Parco Scientifico e Tecnologico
Luigi Danieli il memorandum per la creazione del primo Ecosistema Startup
Transnazionale firmato da Friuli Innovazione e da altri partner strategici del
Land Carinzia e della Slovenia.
L’obiettivo dell’accordo è quello di permettere alle startup di quest’area
geografica di avvalersi dei servizi degli incubatori di ciascun Paese e sviluppare
business plan con una vocazione internazionale, avendo l’occasione di presentarsi
a investitori e partner stranieri.
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“L’idea è quella di creare una cabina di regia con un duplice obiettivo. - spiega il
direttore di Friuli Innovazione Fabio Feruglio - Il primo è avere un luogo di
confronto dove concepire progetti congiunti sinergici e non in competizione tra
loro e dove ideare iniziative internazionali per le startup, mettendo a
disposizione ad esempio
servizi di softlanding
(ovvero di reciproca
ospitalità tra gli
incubatori e i parchi
scientifici). Il secondo è
di organizzare eventi
con investitori e azioni
che possano accelerarne
lo sviluppo e la crescita
di tutta l’area”.
Come più volte emerso durante gli incontri di Inco-Net, l’area senza confini tra
Italia, Austria e Slovenia costituisce un bacino di risorse e competenze unico e
prezioso, capace di diventare, con le giuste sinergie, un centro di attrazione
internazionale per l’insediamento di imprese innovative.
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Trentino primo in Italia per densità di start up innovative
Cresce il numero delle startup
innovative in Italia. Più 549 unità
nell’ultimo trimestre 2014, secondo i
dati diffusi da InfoCamere, con un balzo in avanti del 20,9%. In totale, al termine
dell’anno scorso, sull’intero territorio nazionale erano attive 3.179 giovani
imprese aventi i requisiti e i livelli di innovazione tecnologica fissati dal decreto
legge 179/2012.
In valore assoluto Milano è la provincia che ospita il numero maggiore di startup
innovative, 466 pari al 14,7% del totale, seguita da Roma con 265 (8,4%), Torino
171 (5,4%), Trento 96 (3%) e Napoli 95 (3%).
Se però si considerano tali valori in rapporto al numero di società di capitali
presenti nella provincia, Trento è prima in classifica con 103 startup ogni 10 mila
società di capitali, mentre Milano è molto distante con un indice pari a 29.
Un risultato che dimostra l’ottimo lavoro svolto dal “sistema Trentino” grazie a
programmi dedicati finanziati dalla Provincia autonoma di Trento, quali Seed
Money-FESR e TechPeaks, agli spazi e ai servizi di accompagnamento offerti
negli incubatori di Trentino Sviluppo e all’elevato livello raggiunto da università,
fondazioni ed enti di ricerca presenti sul territorio.
Tra le 96 startup innovative operative in Trentino, la parte del leone la fanno le
giovani imprese attive nel settore del servizi: 67 startup contro le 27 del settore
industria e artigianato e le 2 del commercio. Tra i servizi, poi, ricerca scientifica,
sistemi informativi, ICT e meccatronica sono gli ambiti più rappresentati.
Per quanto riguarda gli “strumenti” a sostegno dell’avvio di impresa, analizzando
nel dettaglio le 96 startup innovative iscritte nello speciale registro tenuto dalla
Camera di commercio di Trento si può notare che 38 sono state finanziate dal
fondo Seed Money-FESR (40,6%), 9 hanno beneficiato del programma
TechPeaks (9,3%), 22 sono insediate nei Business Innovation Centre (BIC) di
Trentino Sviluppo (22,9%) ed in particolare nei due incubatori tematici di
di Davide Modena,
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Progetto Manifattura, primo certificato per le cleantech in Italia, e Polo della
Meccatronica.
Il Seed Money-FESR si è rivelato strumento particolarmente efficace
nell’accelerare la nascita di startup di alta qualità. Dal 2009, anno di
pubblicazione del primo bando, il fondo co-finanziato da Provincia di Trento,
Ministero Sviluppo Economico e Unione Europea ha sostenuto 100 progetti
d’impresa in settori innovativi e ad elevata tecnologia su 306 progetti ammessi a
valutazione; dei 100 ammessi a finanziamento, 87 sono già diventati impresa e
danno lavoro complessivamente a circa 400 persone, in gran parte giovani.
Lo strumento del “Seed Money” offre agli “startupper” un finanziamento, fino a
150 mila euro a progetto, a copertura delle spese di avvio dell’impresa, come ad
esempio analisi di mercato, progettazione e prototipazione, acquisizioni
attrezzature, brevetti/marchi, certificazioni. Circa 11 milioni di euro
complessivamente stanziati nelle tre edizioni (2009, 2011, 2013).
Tra le novità dell’ultima edizione del “Seed Money” il finanziamento di tre
incubatori privati specialistici nei settori cultura, turismo e welfare e l’apertura al
finanziamento di startup che operano nel settore dell’innovazione sociale oltreché
in quello dell’innovazione tecnologica. Questo ha permesso di “estendere” lo
strumento al vasto mondo del terzo settore, con il risultato di raccogliere e
valutare 166 progetti d’impresa, dei quali 86 appartenenti al settore innovazione
tecnologica, 70 inerenti l’innovazione sociale e 10 riguardanti gli incubatori
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specialistici. In totale i proponenti sono stati 495, dei quali 148 giovani (30%) e
257 donne (52%). Nel 2015 è atteso un nuovo bando.
Il programma TechPeaks, l’acceleratore di talenti gestito da Trento Rise in
collaborazione con Trentino Sviluppo, ha generato ad oggi 9 startup innovative
certificate dall’iscrizione nell’apposito Registro. Partito nel giugno 2013, ha già
fornito ad oltre 100 giovani da tutto il mondo gli strumenti per trasformare le loro
competenze in un business, e 23 startup nate dalla prima edizione di TechPeaks
hanno già ricevuto un primo finanziamento.
Tra le peculiarità dell’iniziativa c’è quella di aver introdotto, tra i primi casi in
Italia, lo strumento del “matching fund”. Dopo fase di sostegno iniziale,
finalizzato alla messa a punto dell’idea imprenditoriale, infatti, la startup viene
finanziata con la concessione di un contributo pubblico in conto capitale solo a
fronte di un investimento da parte di soggetti privati e per un ammontare che non
può eccedere la quota parte di finanziamenti privati.
Obiettivo del “matching fund”, in sostanza, è quello di premiare solo le aziende
che hanno avuto un riscontro positivo dal mercato, utilizzando l’intervento
pubblico come “leva” in grado di generare un effetto “moltiplicatore” rispetto ai
finanziamenti privati.
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La fioritura dello spirito imprenditoriale
Concorso di business planning di giovani imprenditori e TIS:
partecipazione record
Trovare soldi da investitori privati per le aziende
innovative altoatesine: questo è uno dei compiti che
l’Incubatore d’imprese del TIS porta avanti da 16 anni.
L’ultimo successo: la start-up ARS Meccanica Dolomiti
ha appena concluso un accordo con un finanziatore
privato, un cosiddetto “Business Angel”, per ultimare le
proprie attività di ricerca & sviluppo e mettere quindi in
produzione il proprio prodotto. È solo febbraio ma lo spirito imprenditoriale in
Alto Adige è già in piena fioritura. 85 team aziendali si sono iscritti a START UP!,
il concorso di business planning del Gruppo Giovani Imprenditori di
Assoimprenditori Alto Adige e del TIS innovation park. Rispetto al 2013 si
registra un aumento del 10% dei partecipanti. Entro aprile questi team
svilupperanno i propri businessplan. A maggio verrà dichiarato il vincitore.
«Siamo soddisfatti per ognuno degli 85 team partecipanti e vediamo confermata
la validità della nostra idea di creare un concorso di business planning per l’Alto
Adige. Adesso si tratta di assicurare a queste menti creative e innovative il
sostegno giusto affinché possano mettere in pratica la propria idea» afferma
Thomas Moriggl, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di
Assoimprenditori Alto Adige. «Lo spirito imprenditoriale in Alto Adige non è
stato danneggiato dalla crisi» spiega Petra Gratl, Manager dell’Incubatore
d’imprese del TIS. «In Alto Adige ci sono molte persone con idee di business
innovative, che stanno pensando di mettersi in proprio» continua Petra Gratl.
Le idee di business sono per la maggior parte del settore IT e dei settori alimenti,
tecnologie alpine ed energia. Gli startupper esordienti si concentrano quindi
quasi tutti sui settori tradizionali altoatesini per mettere in piedi la propria
azienda innovativa.
I partecipanti al concorso vengono supportati nello sviluppo del loro businessplan
da workshop e da serate di coaching a cadenza regolare.
di Astrid Brunetti, Heiko
Schoberwalter,
TIS innovation park
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Dagli eventi svoltisi finora è emerso chiaramente che la collaborazione tra i coach
e i partecipanti al concorso di business planning funziona molto bene e che i
collegamenti tematicamente trasversali tra i partecipanti creano molte sinergie.
Il 7 aprile 2015 devono venire consegnati i business plan finiti per il concorso.
I migliori sei business plan verranno poi premiati il 14 maggio 2015 al TIS.
Il concorso di business planning START UP! è un’iniziativa del Gruppo Giovani
Imprenditori di Assoimprenditori Alto Adige e dell’Incubatore d’imprese del TIS
innovation park.
START UP! è supportato e finanziato dal WIFI e dal servizio creazione d’impresa
della Camera di commercio di Bolzano, dalla Facoltà di Economia della Libera
Università di Bolzano, da Banca di Trento e Bolzano, da assicurazioni ITAS,
daAzienda Energetica aew, da Bureau Plattner, dal quotidiano Dolomiten e dalla
Provincia Autonoma di Bolzano.
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FABLABFORKIDS: nasce al Vega l’officina per costruire giocattoli con la stampa 3D
Domenica 8 marzo il Vega- Parco Scientifico e Tecnologico
di Venezia- ha aperto le porte a cinquanta bambini dai 7 ai
14 anni che, insieme ai genitori, si sono avvicinati
all’elettronica, alla programmazione, al disegno attraverso
gli strumenti della fabbricazione digitale, come ad esempio la stampa 3D.
Fablab for Kids, l’officina di creatività e apprendimento,
realizzata dalla collaborazione di due start up dell'incubatore
certificato del Vega, Fablab Venezia e Kid Pass, ha visto i
piccoli maker sperimentare i temi della condivisione dei
saperi, della fabbricazione digitale, del far da sé (DIY, Do It Youself), ma anche
quelli del riuso, della autoproduzione e della personalizzazione dei giocattoli.
Dalle loro postazioni, i bambini hanno assemblato alcuni puzzle in legno tagliati
con il laser fino a ottenere “scheletri” di dinosauri, formiche e animaletti vari con
cui divertirsi. I più grandi, invece, davanti ai pc hanno imparato a programmare
storie interattive, giochi e animazioni con il programma di Xuni, SCRATCH.
Dopo il successo della presentazione di ieri, grazie alla collaborazione con il
team di Xuni, avranno il via quattro nuovi laboratori: l’11 aprile il corso sarà
dedicato ai computer parlanti per programmare storie interattive, giochi e
animazioni e il 16 maggio al crea-cose, per immaginare, giocare e imparare a
creare oggetti e infine stamparli, il 30 maggio al Tinker Fun all’interno del
programma Kid Pass Days mentre il 13 giugno agli elettro-giochi, per andare alla
scoperta di luce, energia, materiali conduttivi e led.
FABLAB VENEZIA startup di VegainCube è lo spazio nato nel 2014 per
condividere conoscenze e fare rete tra professionisti: offre a designer, studenti,
artigiani e imprenditori l’opportunità di creare oggetti e prototipi di ogni genere a
prezzi contenuti, utilizzando macchinari tecnologicamente avanzati: dalle
stampanti 3d, alle frese cnc, al taglio laser. Chiunque ha la possibilità di accedere
di Gabriella Parmesan,
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liberamente a strumenti ed attrezzature tramite un semplice tesseramento che
consente di avvalersi della consulenza di tutor, di lavorare in gruppo e di
conservare il proprio lavoro in sede. Da novembre sono attivi corsi formativi e
workshop in materia di produzione e modellazione tridimensionale, di
prototipazione rapida di progetti e fabbricazione seriale di pezzi unici.
KID PASS è la start up insediata in VegainCube che a fine maggio 2014 lancia in
Italia la guida urbana ai luoghi e agli eventi a misura di bambino. una piattaforma
web interattiva, dotata di due motori di ricerca per pc, tablet e smartphone , che
segnala luoghi ed eventi che offrono spazi e servizi dedicati ai bambini da 0 a 12
anni nelle principali città italiane e tratta gli approfondimenti su questo tema nel
blog, testata giornalistica registrata.
Hanno aderito al progetto e alla filosofia di Kid Pass importanti istituzioni come
le Scuderie del Quirinale, La Triennale di Milano, La Biennale di Venezia e grandi
gruppi come La Feltrinelli, Librerie Coop, Starhotels, UNA Hotels, Best Western
Hotels e amministrazioni pubbliche come il Comune di Milano e il Comune di
Venezia.
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La fabbrica del futuro è intelligente, efficiente e connessa
L'innovazione passa anche dalle
fabbriche. Questi luoghi, nei
secoli passati, sono stati il
simbolo della Rivoluzione
industriale che ha modificato la
vita delle persone e delle città.
Oggi però lo scenario è cambiato
e siamo di fronte ad un'epoca
sempre più globale e digitale. E
per affrontare questa sfida anche
il settore industriale, come molti
altri comparti, ha bisogno di rinnovarsi seguendo i criteri dell'innovazione
tecnologica.
Il tema dell'innovazione tecnologica negli stabilimenti industriali è stato al centro
dell'evento dal titolo “Smart Factory” che è si è svolto lo scorso 5 febbraio presso
I3P, l'Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino. All'incontro
hanno partecipato imprenditori, direttori di produzione e molti addetti ai lavori,
interessati a conoscere i miglioramenti tecnologici che possono rendere più
“intelligenti” gli stabilimenti.
Nel corso dell'evento sono state evidenziate le caratteristiche della cosiddetta
“Smart Factory”: la fabbrica del futuro, per vincere la sfida dell'innovazione,
dovrà essere “intelligente, efficiente e connessa”. In che modo? Ottimizzando, ad
esempio, il controllo di stabilimento attraverso soluzioni wireless industriali,
risparmiando energia e controllando i consumi di aria compressa, realizzando
movimentazioni precise e a basso consumo energetico, sfruttando inoltre le
potenzialità della prototipazione attraverso la stampa 3D. «Questi - ha
sottolineato Marco Cantamessa, presidente di I3P - sono solo alcuni esempi delle
soluzioni innovative che le start up incubate presso I3P hanno sviluppato per le
imprese manifatturiere che intendono incrementare la propria competitività».
di Alessandro Tibaldeschi,
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Wiicom, Phi-Drive, Safen e 3Doers. Sono i nomi delle quattro start up incubate
presso l'I3P che hanno presentato a “Smart Factory” le loro innovazioni per
rendere più “smart” una fabbrica. Oltre a tracciare il profilo della fabbrica del
futuro, “Smart Factory” ha infatti offerto risposte concrete alle esigenze di
innovazione degli stabilimenti, attraverso un’area espositiva dei prodotti e dei
servizi ideati dalle start up incubate presso I3P.
Wiicom è una azienda innovativa nel settore dell'Internet of Things. Produce
moduli elettronici embedded Wi-Fi compatti e potenti, per portare sistemi,
macchine e prodotti nella rete Internet. Grazie ai suoi dispositivi, ogni apparato,
industriale o domestico, diventa connesso e capace di comunicare per fornire
informazioni e ricevere istruzioni.
Realizzare movimentazioni precise e a basso consumo energetico in linee di
produzione automatizzate. È invece l'obiettivo di Phi-Drive, start up che sviluppa
e commercializza posizionatori e motorizzazioni innovative. Alta precisione nel
posizionamento, un’anima green, bassi consumi energetici, la riciclabilità e
l’assenza di lubrificanti, sono le caratteristiche che rendono i prodotti Phi-Drive
adatti ad innumerevoli campi di applicazione.
Safen è una start up che produce soluzioni innovative per il risparmio energetico
nel campo dell’ingegneria dei fluidi. Nata nel marzo 2011, Safen ha declinato
questa filosofia in una serie di prodotti industriali installabili nelle principali
utenze pneumatiche che permettono una riduzione che arriva fino al 90% del
consumo energetico, solamente recuperando l'aria compressa utilizzata dagli
stabilimenti.
3Doers è una piattaforma online dedicata alla stampa di oggetti 3D in
crowdsourcing, una vera e propria “copisteria diffusa di stampa 3D”. Il suo
intento è quello di aggregare utenti e professionalità diverse per permettere a
designer professionisti e progettisti di stampare il proprio prototipo. 3Doers sta
per lanciare online il proprio servizio rivolto agli operatori del settore, designer e
R&D units di piccole e medie aziende produttrici.
«Le innovazioni di queste start up offrono un'opportunità alle imprese per
affrontare la sfida di un mondo produttivo globale. Non è a caso – ha concluso
Marco Cantamessa - che siano nate in un territorio che, da sempre, ha saputo
interpretare e rinnovare il concetto di “fabbrica”».
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Convegno Capitani Coraggiosi
Italian food: da leader di prodotto a leader di mercato
Le strategie di successo per i campioni del Nord-Est
Sabato 23/05/2015, h 10:00-13:00
Aula Baratto, Ca' Foscari
Università Ca' Foscari Venezia
Iscriviti gratuitamente ora: http://bit.ly/1JYWrjo
SALUTI
Michele Bugliesi, Rettore Università Ca' Foscari
Stefano Bianchi, Presidente ALEA
RELATORI
prof. Stefano Micelli, Università Ca' Foscari Venezia
Andrea Rigoni, Presidente Rigoni Asiago
Giuseppe Da Re, Presidente Bibanesi
Fabio Brescacin, Presidente e AD Ecor NaturaSì
Domenico Scimone, Sales&Marketing Director Carpenè Malvolti
Modera: Michele Bianco
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Il Convegno Capitani Coraggiosi si pone orami quale stabile
appuntamento annuale di confronto tra protagonisti del Nord-Est
italiano, capace di illuminare la necessaria metamorfosi nel ruolo
imprenditoriale e manageriale per competere a livello internazionale nei diversi
settori cruciali per l'economia del nostro territorio. Ideato e organizzato da Ca’
Foscari Alumni e ALEA (Associazio ne Laureati in Economia Aziendale – Ca'
Foscari), in seno alle iniziative realizzate dall'Ateneo veneziano, il convegno
affronta temi aziendali della massima attualità discutendone con influenti
accademici, grandi imprenditori e manager di successo.
Il convegno costituisce tradizionalmente l'apice del festivAlumni, la settimana di
eventi dedicata ai laureati dell'Università Ca' Foscari Venezia per presentare il
meglio delle iniziative dell'Ateneo e dell'Associazione Ca' Foscari
Alumni. In pochi giorni si concentrano convegni, conferenze, laboratori, sport,
cultura e numerose altre iniziative programmate per far tornare i laureati a Ca'
Foscari e valorizzare l'identità cafoscarina.
In considerazione del tema di Expo 2015, l'edizione di quest'anno del Convegno
Capitani Coraggiosi è dedicata al settore alimentare. In tutto il mondo è
riconosciuta all’Italia una leadership di prodotto in tale campo. Non a
caso, i prodotti italiani sono tra i più ricercati e vengono riconosciuti come vere
“eccellenze” a livello globale. Questa forza è raggiunge un livello talmente
rilevante che si accompagna di frequente nel mercato mondiale al fenomeno
del “falso Made in Italy”. Secondo alcune recenti stime, il risultato del food
contraffatto genererebbe un fatturato pari addirittura a circa la metà del valore
delle nostre esportazioni alimentari.
La sfida per le imprese italiane, raccolta con successo da alcuni protagonisti
indiscussi del mondo alimentare, consiste quindi nel tradurre la leadership
riconosciuta in termini di “prodotto” in una leadership di “mercato”,
adottando quindi un approccio strategico di sviluppo globale del business che
porti a dominare i più importanti mercati internazionali con un’offerta mirata ed
efficace.
Il convegno intende discutere con un panel qualificato di imprenditori e manager
del settore alimentare quali siano i fattori critici di successo per le aziende
del Nord-Est al fine di valorizzare le eccellenze alimentari del “Made in Italy”
nel mercato globale.
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Ca' Foscar Alumni è l’Associazione ufficiale degli ex-studenti dell’Università
Ca’ Foscari Venezia e rappresenta la rete dei Cafoscarini. Fondata dall'Ateneo
stesso, l'Associazione intende valorizzare l’identità dei laureati Cafoscarini,
creando un esteso network di persone e competenze. Ca' Foscari Alumni conta
oltre 35.000 laureati in newsletter sparsi in 82 paesi del mondo e 4.000 nuovi
iscritti. Oltre a benefit e agevolazioni per i Soci, l'Associazione realizza numerose
iniziative, fra cui Alumni in Visita (esclusivo programma di visite aziendali),
Alumni Career (piattaforma di servizi alla carriera), il Premio Ca' Foscari
Alumnus (celebrazione della carriera di Cafoscarini di successo), Ca' Foscari
Forward (appuntamento autunnale di reunion per Soci Premium), Ca' Foscari
Alumni APP (per geolocalizzare e interagire coi Cafoscarini nel mondo).
ALEA è la storica Associazione dei Laureati in Economia Aziendale all’Università
Ca’ Foscari Venezia che fin dal 1985 agisce quale dinamico attore per lo sviluppo
della cultura aziendale e manageriale. Nel corso di quasi trent'anni di attività,
ALEA ha saputo dimostrarsi un tassello fondamentale nella creazione di un ponte
tra università e mondo delle imprese, capace di tessere una capillare rete di
relazioni con i protagonisti del tessuto produttivo del Nord-Est. Presieduta da
Stefano Bianchi, l'Associazione ha stretto un'alleanza strutturale con Ca' Foscari
Alumni che ha portato alla realizzazione di importanti convegni e all'avvio del
Memorial Maurizio Bortali, programma di project work per neolaureati nelle
maggiori realtà aziendali del territorio.
La partecipazione al convegno è libera, gratuita e aperta a tutti (anche ai non
Cafoscarini).
Iscriviti su capitanicoraggiosi.eventbrite.it