Alcune notazioni sul Dlgs 9 aprile 2008 n. 81, dal punto di vista dei

tecnici

• Marco Caldiroli

• Tecnico della Prevenzione

• Le note che seguono si limitano ad alcune note “di primo acchito” su alcuni aspetti prescrittivi di carattere tecnico del Dlgs 81/2008; non verranno trattati nel dettaglio aspetti relativi a principi normativi e/o alla parte del decreto relativo alla organizzazione della sicurezza aziendale e al ruolo delle diverse figure della prevenzione (datori di lavoro, preposti, lavoratori, RSPP, RLS, medico competente)

La prevenzione• «prevenzione»: il

complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolaritàdel lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integritàdell’ambiente esterno

In quanto bene protetto dalla Costituzione della Repubblica …

.. è indispensabile che le norme sulla sicurezza e la salute dei lavoratori siano particolarmente chiare, definire obblighi e diritti precisi per i diversi soggetti, così da costituire uno strumento affidabile per la vigilanza al fine di attuare, con i diversi mezzi a disposizione, la prevenzione dei rischi lavorativi

Se i tecnici ….• Se i tecnici della

prevenzione sono in numero inadeguato (intorno al 40 % degli “standard” da Roma in su), vengono demotivati, accusati di inefficienza e non dispongono di strumenti normativi chiari, la vigilanza è una chimera o solo una questione di “numeri” per i mass media o qualche ente locale

Allo stato i “tecnici della prevenzione” sono in uno stato di “sofferenza”, con diverse graduazioni ma presente in tutte le ASL italiane. In particolare la inadeguatezza numerica, la mancanza o le limitazioni di mezzi tecnici (anche solo per spostarsi), di aggiornamento, di riconoscimento del ruolo, le iniziative regionali spesso confuse e contraddittorie e per lo più di immagine contribuiscono a una disaffezione da parte del personale ispettivo (che peraltro deve rispondere alle richieste provenienti dalla magistratura).

• La eclatante vicenda degli omicidi presso la Thyssen ha anche provocato un aumento degli esposti (di per sé positivo) ma con segnalazioni spesso improprie o impostate in modo “rivendicativo”, come il colloquio telefonico (reale) che segue:

• - Pronto, ASL? Vorrei segnalare che nel cantiere vicino alla mia abitazione vi sono dei lavoratori sul tetto a piedi nudi.

• - A piedi nudi ? Forse intende dire senza scarpe antiinfortunistiche.• - E che ne so, non riesco a vederli.• - Senta, ma intorno all’edificio in costruzione non vi è un ponteggio,

se esiste non è detto che l’attività in corso sia rischiosa.• - Se non volete venire a verificare chiamo i Carabinieri e riferisco

che vi siete rifiutati di uscire.(Il sopralluogo è stato svolto ma non vi erano i rischi segnalati, il vicino

aveva in corso da tempo un contenzioso con l’impresa che operava in cantiere per i disagi – rumore, polveri – dovuti alle attivitàcostruttive)

I due “corni” della questione• Fattori decisivi per raggiungere

e mantenere condizioni di sicurezza e salubrità del lavoro adeguate comprensive della efficacia degli interventi (preventivi e repressivi) degli organi di vigilanza sono sostanzialmente due.

• Interventi impiantistici (macchine, impianti, attrezzature, luoghi di lavoro, manutenzioni) e interventi gestionali basati su attività di conoscenza/consapevolezzadei soggetti (formazione, organizzazione, autocontrollo, procedure)

La protezione intrinseca e quella “costruita”

• Alla (parziale) sicurezza intrinseca dovuta alle protezioni applicate (ad esempio sulle macchine) occorre aggiungere e “costruire” ulteriori misure protettive (in relazione alle specifiche caratteristiche della singola impresa) incluse quelle conoscitive

Dlgs 626/94 – Dlgs 81/2008 i primi obblighi dei datori di lavoro

a) la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza;

b) la programmazione della prevenzione, mirata ad un complesso che integri in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive dell’azienda nonché l’influenza dei fattori dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro;

c) l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico

La valutazione “virtuale”, una occasione ancora persa ??

• I datori di lavoro fino a 10 addetti possono autocertificare la valutazione dei rischi (fino al 2012), il Dlgs81/01 prevede l’introduzione di “procedure standardizzate” con un futuro decreto interministeriale

• Il Dlgs 81/2008 mantiene ancora la possibilitàdella autocertificazione per la valutazione del rischio per le piccole imprese (il Dlgs 626/94 aveva inizialmente previsto l’obbligo di un documento per tutte le attività qualunque fosse il numero dei lavoratori subordinati, ma di fronte alle protesto delle associazioni artigianali tale obbligo era stato eliminato quasi subito) nonostante siano queste quelle a maggiore rischio in particolare per carenze organizzative sulla sicurezza. Vedremo prossimamente come evolverà tale obbligo. In ogni caso, nello stesso tempo in cui si mantiene tale semplificazione per queste imprese, le norme “punitive” nuove si estendono in modo significativo comprendendo anche aspetti “solo” documentali.

“Maggiore severità” mediante lo strumento della sospensione della attività

• in caso di gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro individuate con decreto del Ministero del lavoro e della previdenza sociale le violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro che costituiscono il presupposto per l’adozione del provvedimento di sospensione dell’attivitàimprenditoriale sono quelle individuate nell’allegato I.

Casi di sospensione (allegato 1)Quando :

• Mancata elaborazione del documento di valutazione dei rischi;• Mancata elaborazione del Piano di Emergenza ed evacuazione;• Mancata formazione ed addestramento;• Mancata costituzione del servizio di prevenzione e protezione e

nomina del relativo responsabile;• Mancata elaborazione del piano di sicurezza e coordinamento

(PSC);• Mancata elaborazione piano operativo di sicurezza (POS);• Mancata nomina del coordinatore per la progettazione;• Mancata nomina del coordinatore per l’esecuzione.

Ovvero inadempimenti sostanzialmente “documentali”

Ulteriori motivi di sospensione• Mancato utilizzo della cintura di sicurezza;• Mancanza di protezioni verso il vuoto.• Mancata applicazione delle armature di sostegno, fatte

salve le prescrizioni desumibili dalla relazione tecnica di consistenza del terreno.

• Lavori in prossimità di linee elettriche;• Presenza di conduttori nudi in tensione;• Mancanza protezione contro i contatti diretti ed indiretti

(impianto di terra, interruttore magnetotermico, interruttore differenziale

• Mancata notifica all’organo di vigilanza prima dell’inizio dei lavori che possono comportare il rischio di esposizione ad amianto.

Maggiore severità ???• La maggiore severità sopra

ricordata presenta delle smagliature, ad esempio:

• Se l’intervento sull’amianto (rimozione) è soggetto a inoltro del piano di lavoro alla ASL anziché a notifica non si può sospendere !

• Se i lavoratori sono esposti a cancerogeni o altri tossici senza protezioni, non si può sospendere l’attività !

Maggiore severità ???• Se in una azienda molte

macchine utensili non sono “a norma” non si può sospendere l’attività;

• E cosa significa esattamente e come verificare la reiterazione dei reati ????? (ad esempio nelle imprese edili, per definizione estremamente mobili su territori con competenze diverse)

Dulcis in fundo ….• Avverso i provvedimenti di

sospensione (…) è ammesso ricorso, entro 30 giorni, rispettivamente, alla Direzione regionale del lavoro territorialmente competente e al presidente della Giunta regionale, i quali si pronunciano nel termine di 15 giorni dalla notifica del ricorso. Decorso inutilmente tale ultimo termine il provvedimento di sospensione perde efficacia.

E se …..• Non sarebbe stato meglio

“riformare” l’istituto del sequestro per dargli un ruolo nell’ambito della procedura sanzionatoria del Dlgs 758/1994 ???

• Un sequestro “light”, principalmente gestito dagli UPG quale forma per costringere a interventi correttivi immediati ….

L’ASL alla “caccia” delle imprese ?

• Non è più prevista la comunicazione delle nomina del RSSP alla ASL; la mancata notifica di inizio delle attivitàindustriali è sottoposta a sola sanzione amministrativa ….

• In altri termini le ASL non hanno più uno strumento diretto per seguire l’evoluzione territoriale delle imprese

La macchine: la norma è salda• Il datore di lavoro mette a

disposizione dei lavoratori attrezzature conformi ai requisiti di cui all’articolo precedente, idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al lavoro da svolgere o adattate a tali scopi che devono essere utilizzate conformemente alle disposizioni legislative di recepimento delle direttive comunitarie.

La sicurezza a prova di errore èconfermata

• Se gli elementi mobili di un'attrezzatura di lavoro presentano rischi di contatto meccanico che possono causare incidenti, essi devono essere dotati di protezioni o di sistemi protettivi che impediscano l'accesso alle zone pericolose o che arrestino i movimenti pericolosi prima che sia possibile accedere alle zone in questione

Gli impianti e i dispositivi di sicurezza, destinati alla prevenzione o all'eliminazione dei pericoli, vengano

sottoposti a regolare manutenzione e al controllo del loro funzionamento (art. 64 Dlgs 81/08)

Anche questa aveva bisogno di manutenzione !!

Sanzioni Dlgs 626/94 e Dlgs 81/08

• (626/94) arresto da tre a sei mesi o ammenda da Euro 1.549,37 a Euro 4.131,65 (1.083,90 €)

• (81/08) Il datore di lavoro è punito con la pena dell’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.000 a 10.000 (2.500,00 €)

• Per motivi non chiari il Dlgs 81/2008 distingue gli obblighi tra macchine con marcatura CE (dal settembre 1996) a quelle senza la marcatura CE, queste ultime sono dotate di prescrizioni di sicurezza “generali” ma a cui non sono più collegate specifiche sanzioni, rendendo più difficile l’intervento da parte dei tecnici della prevenzione.

• Inoltre sono riproposte norme tecniche su macchine specifiche superate dalla evoluzione tecnologica, non necessarie proprio per la presenza, anche nella normativa previgente, di prescrizioni generali utilizzabili(dettagliate e oramai rodate) anche su macchine di nuova concezione e funzione (v. Dlgs459/96 che rimane in vigore).

Qualche aggiornamento tecnologico ??

• I telai meccanici di tessitura e telai meccanici per la fabbricazione di tele o tessuti metallici o di altre materie devono essere provvisti di apparecchio guidanavettaapplicato alla cassa battente, atto ad impedire la fuoruscita della navetta dalla sua sede di corsa.

• Rimane, in alcuni ambiti, uno sbilanciamento sanzionatorio, ancor più evidente per effetto dell’incremento dell’entità delle sanzioni. Ad esempio, in un cantiere, l’assenza totale di opere provvisionali (con maggior rischio infortunistico) è punito meno (un solo articolo) della realizzazione di opere (es. ponteggio) che presentano più difetti (ad ogni difetto le norme, anche precedenti, prevedono una distinta sanzione). Nello stesso tempo (sempre nei cantieri) delle norme antiinfortunistichefrequentemente contestate e che causano infortuni (come quelle sulle passerelle e sulle distanze tra edificio e ponteggio) sono state “alleggerite”.

Unum o pluribus ?• In un cantiere non viene

realizzato il ponteggio perimetrale, punito con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.500 a 5.000 euro (1.250,00 €)

• In un cantiere c’è il ponteggio ma, in alcuni punti manca il corrente intermedio, il fermapiede e vi sono delle aperture:

• 3.000 + 3.000 + 625 = 6.625,00 €

“Vecchio testo” (dpr 164/56)• Le andatoie devono avere

larghezza non minore di m. 0,60, quando siano destinate soltanto al passaggio di lavoratori, e di m. 1,20, se destinate al trasporto di materiali.La loro pendenza non deve essere maggiore del 50 per cento.Le andatoie lunghe devono essere interrotte da pianerottoli di riposo ad opportuni intervalli; sulle tavole delle andatoie devono essere fissati listelli trasversali a distanza non maggiore del passo di un uomo carico.Le andatoie e le passerelle devono essere munite, verso il vuoto, di normali parapetti e tavole fermapiede.

Nuovo testo• 1. Le andatoie devono avere

larghezza non minore di m 0,60, quando siano destinate soltanto al passaggio di lavoratori e di m 1,20, se destinate al trasporto di materiali. La loro pendenza non deve essere maggiore del 50 per cento.

• 2. Le andatoie lunghe devono essere interrotte da pianerottoli di riposo ad opportuni intervalli; sulle tavole delle andatoie devono essere fissati listelli trasversali a distanza non maggiore del passo di un uomo carico

Queste situazioni continuano a non essere a norma

Ma questa ???• (164/65) Le tavole devono

essere assicurate contro gli spostamenti e ben accostate tra loro e all'opera in costruzione; è tuttavia consentito un distacco dalla muratura non superiore a 20 centimetri soltanto per la esecuzione di lavori in finitura.

• (81/08) Ė consentito un distacco delle tavole del piano di calpestio dalla muratura non superiore a 30 centimetri.

Da un articolo all’altro del 81/08• 4. L'altezza dei montanti

deve superare di almeno metri 1,20 l'ultimo impalcato o il piano di gronda.

• Si può derogare alla disposizione di cui all’articolo 125, comma 4, a condizione che l'altezza dei montanti superi di almeno 1 metro l'ultimo impalcato o il piano di gronda;

Il materiale di demolizione non deve essere gettato dall'alto….

DemolizioniPrima e dopo

• La demolizione dei muri deve essere fatta servendosi di ponti di servizio indipendenti dall'opera in demolizione.E' vietato fare lavorare gli operai sui muri in demolizione.Gli obblighi di cui ai comma precedenti non sussistono quanto trattasi di muri di altezza inferiore ai cinque metri; in tali casi e per altezze da due a cinque metri si deve fare uso di cinture di sicurezza.

• 1. La demolizione dei muri effettuata con attrezzature manuali deve essere fatta servendosi di ponti di servizio indipendenti dall'opera in demolizione.

• 2. E' vietato lavorare e fare lavorare gli operai sui muri in demolizione.

• 3. Gli obblighi di cui ai commi 1 e 2 non sussistono quando trattasi di muri di altezza inferiore ai due metri.

Esposizione ad amianto, nulla cambia (ma rimangono delle ambiguità interpretative)

• Nei casi di esposizioni sporadiche e di debole intensità e a condizione che risulti chiaramente dalla valutazione dei rischi di cui al comma 1 che il valore limite di esposizione all’amianto non èsuperato nell'aria dell'ambiente di lavoro, non si applicano gli articoli 250, 259 e 260, comma 1, nelle seguenti attività:

• a) brevi attività non continuative di manutenzione durante le quali il lavoro viene effettuato solo su materiali non friabili;

• b) rimozione senza deterioramento di materiali non degradati in cui le fibre di amianto sono fermamente legate ad una matrice;

• c) incapsulamento e confinamento di materiali contenenti amianto che si trovano in buono stato;

• d) sorveglianza e controllo dell’aria e prelievo dei campioni ai fini dell'individuazione della presenza di amianto in un determinato materiale.

L’informazione e la formazione

Il Dlgs 81/08 distingue meglio informazione e formazione e relativi obblighi

• La durata, i contenuti minimi e le modalità della formazione di cui al comma 1 sono definiti mediante accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano adottato, previa consultazione delle parti sociali, entro il termine di dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo.

Il problema è sempre stato verificare le attività svolte, ora si può chiedere il “libretto”

( o no ?)• Le competenze acquisite a

seguito dello svolgimento delle attività di formazione di cui al presente decreto sono registrate nel libretto formativo del cittadino di cui all’articolo 2, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni. Il contenuto del libretto formativo èconsiderato dal datore di lavoro ai fini della programmazione della formazione e di esso gli organi di vigilanza tengono conto ai fini della verifica degli obblighi di cui al presente decreto. (art. 37 Dlgs81/08)

Ma …ci si è dimenticata la “pena”!• 4. Il datore di lavoro e il

dirigente sono puniti:• a) con l’arresto da due a

quattro mesi o con l’ammenda da 800 a 3.000 euro per la violazione degli articoli 18, comma 1, lett. b), e), g), i), m), n), o), p), 34, comma 3, 36, commi 1, 2 e 3, 43, comma 1, lett. a), b) e c);

• Fortunatamente è sanzionata la norma generale sull’obbligo di informazione, formazione e addestramento (art. 18 c. 1 lettera l))

Formazione specifica per attrezzature specifiche…

• 4. Il datore di lavoro provvede affinché i lavoratori incaricati dell’uso delle attrezzature che richiedono conoscenze e responsabilità particolari di cui all’articolo 71, comma 7, ricevano una formazione adeguata e specifica, tale da consentirne l’utilizzo delle attrezzature in modo idoneo e sicuro, anche in relazione ai rischi che possano essere causati ad altre persone.

Speriamo di non attendere troppo….ilcontenuto tecnico specifico dipende dalle

Regioni• 5. In sede di Conferenza

permanente per i rapporti tra Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sono individuate le attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori nonché le modalità per il riconoscimento di tale abilitazione, i soggetti formatori, la durata, gli indirizzi ed i requisiti minimi di validità della formazione (art. 73 Dlgs 81/08)

• L’art. 73 non possiede sanzione …….per fortuna ce l’ha l’articolo 71 !!

Cosa cambia, nel complesso ?• Sotto il profilo tecnico il

DLgs 81/08 è costituito dall’assemblaggio (non sempre riuscito) delle normative precedenti con alcuni varianti e aggiunte. Agli strumenti sanzionatori precedenti si aggiunge (principalmente) il potere di sospensione per gravi e reiterate violazioni

Se aumentano gli importi delle sanzioni (ferme dal 1994) aumentano anche gli oneri e le responsabilità dei tecnici della prevenzione a fronte del mantenimento di ambiguitàprescrittive di carattere tecnico come pure di nuovi problemi interpretativi prima inesistenti

Ma soprattutto, le Regioni sapranno mettere i tecnici della prevenzione nelle condizioni idonee per operare ??

Le nuove norme unitamente alle condizioni degli organi di vigilanza sono sufficienti per garantire un adeguato livello di

sicurezza nei luoghi di lavoro (e di serenità dei lavoratori) ?