ALCHIMIA DEL TAI CHI CHUAN e pratica del Tai Chi Chuan Questo testo parte da una ispirazione...
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ALCHIMIA
DEL
TAI CHI CHUAN
DI
PAOLO BELLI
INDICE
PRESENTAZIONE PAG. 1
INTRODUZIONE PAG. 6
PARTE TECNICA PAG. 12
SIMBOLOGIA ESOTERICA PAG. 45
ALCHIMIA DEL TAI CHI CHUAN PAG. 66
NUMEROLOGIA DEL TAI CHI CHUAN PAG. 79
I 5 ELEMENTI O WU HSING PAG. 82
IL LIBRO DEI MUTAMENTI PAG. 84
PAN MEN – GLI 8 CANCELLI PAG. 95
IL CICLO DI KKIENN E KKUNN PAG. 100
UNA MEDITAZIONE IN MOVIMENTO PAG. 105
BIBLIOGRAFIA PAG. 109
Alchimia e pratica del Tai Chi Chuan
Questo testo parte da una ispirazione idealistica nel 1985, quella cioè di mettere assieme diverse Vie
di conoscenza nei loro punti centrali sia teorici che tecnici e se possibile riscontrare una unità pur
nella differenza. Se ne fece una dispensa didattica per i praticanti di Tai Chi Chuan della nostra
Associazione Satya Dharma, che in seguito divenne un libercolo pubblicato.
Oggi nel novembre del 2017 è cambiato il modo di leggere i libri, ed anche per questo verrà messo
a disposizione di tutti i soci nella galleria del nostro sito, assieme ad altri. Il metodo di ricerca
utilizzato è l’immedesimazione nel personaggio che cerca, ciascuno a suo modo, l’illuminazione, la
verità, l’unità, il sapere, l’oro filosofale e di farne il metro di misura in parallelo con le varie vie
iniziatiche. Nella ricerca e nelle spiegazioni sono stato stringato perché questo lavoro vuole essere
una mappa non il territorio. Proprio come avremo modo di approfondire sull’Alchimia, tutto è in
trasformazione, vi è illusione, impermanenza, vacuità. Allo stesso modo nel dato tecnico ho
mantenuto le direzioni delle figure del Tai Chi, ma ho cambiato i raccordi che legano le figure
tenendo nascosti i veri passaggi che costituiscono l’energetica. Dunque? Nascondimento proprio
dell’Alchimia. Poi, come critica i vari capitoletti andrebbero approfonditi come per esempio il ciclo
di Kkienn e Kkunn, e lo facciamo, ma durante la lezione di Tai chi. Infatti è un lavoro pratico, come
Gli otto cancelli Pa men, che vengono specificati verbalmente. Il testo, infatti, nacque come
dispensa interna al nostro Centro e va bene che rimanga tale.
Infine un merito a Sandra che mi ha dato una grande mano nel capitolo sulla simbologia esoterica,
sulla numerologia estrapolati dalla sua tesi di laurea e, non da ultimo, ha creato tutte le figure del
Tai chi, non tutte precise ma valide. Un ringraziamento anche a Maurizio Gandini che ha scritto la
prefazione e, dopo tanti anni, vorrei risentirlo in forma come era.
PAOLO BELLI
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Presentazione
Nell’ultimo decennio il Taijiquan ha avuto un’enorme diffusione nei paesi europei;
oggi si può annoverare fra le discipline orientali più praticate.
Esso viene apprezzato sia dai praticanti di altre arti marziali che di altre discipline
psicofisiche.
Purtroppo spesso viene proposto privilegiando solo uno dei suoi molteplici aspetti; chi
lo propone come arte marziale, chi come meditazione in movimento, chi per i suoi effetti
terapeutici.
In realtà il Taijiquan è molto di più; come le altre pratiche taoiste esso si propone di
conoscere, conservare, sviluppare la propria energia vitale.
Le prime forme codificate nascono attorno al 1600 e nascono con una connotazione
atta ad un impiego specifico per le esigenze marziali del tempo.
Non a caso con l’avvento delle armi da fuoco la forma esteriore cambia, i movimenti
diventano più morbidi, meno marziali, più raccolti.
In realtà il Taijiquan deriva da antiche pratiche taoiste basate sulla contemplazione
degli animali e dei fenomeni della natura.
In Europa assistiamo ad una introduzione della disciplina soprattutto per i suoi aspetti
terapeutici, mentre negli USA viene conosciuto soprattutto per i suoi aspetti marziali.
Questa distinzione non si può certo imputare ai maestri che si sono fatti promotori
della diffusione, è molto più facile che la cosa sia avvenuta per lo specifico bisogno degli
allievi, che hanno colto solo uno dei molteplici aspetti di questa disciplina; atteggiamento
tipico occidentale di non voler vedere le cose nella loro globalità e di volerle ottenere al più
presto con il minor dispendio possibile di energia
Purtroppo tutto questo ha lasciato spazio a numerosi speculatori, che approfittando del
crescente bisogno di soddisfazione spirituale delle persone, hanno trovato una nuova merce da
vendere e non sempre a buon mercato.
Avviene così che chi predilige l’aspetto marziale si dedica alla pratica dello stile Chen,
indubbiamente dall'aspetto armonico, ma soprattutto vigoroso; chi predilige l'aspetto
meditativo, terapeutico alla pratica dello stile Yang.
Le influenze del pensiero occidentale hanno raggiunto anche la Cina e abbiamo quindi
assistito alla diffusione di innumerevoli forme “Inter stile”, apprezzate soprattutto per l'aspetto
esteriore.
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Il confronto costruttivo e creativo di un tempo è stato sostituito dalle competizioni
sportive, con la conseguente riduzione di queste discipline a semplici esercizi ginnici.
Nella maggior parte dei casi vengono praticate le varie forme per il loro aspetto
esteriore, senza tener in alcun conto il contesto storico preciso in cui sono nate.
In realtà l’aspetto marziale del Taijiquan andrebbe visto con una proiezione di 360°.
Saper affrontare le difficoltà della vita implica una notevole forza d'animo e le
difficoltà le riscontriamo sia nel combattimento fisico che contro gli agenti patogeni, le
malattie; la forza interiore va quindi coltivata nella sua interezza, non si può pensare di
affrontare un combattimento se si è cagionevoli di salute e altrettanto non ci si deve illudere di
poter accrescere le difese del nostro organismo a prescindere dal confronto con gli eventi
materiali esterni.
Il processo di crescita è soprattutto interiore e richiede tempo e impegno.
Il lavoro sul corpo è indispensabile per ritrovare quei segni di memoria storica che
l’hanno conformato nel modo attuale; scoprire, attraverso il movimento, quale tipo di
relazione dialettica esista tra il nostro presente e la nostra dimensione cosmica.
Si vorrebbe invitare ad affrontare queste pratiche con più tranquillità e meno
ambizioni; senza la pretesa di diventare invincibili e immortali in breve tempo.
I risultati arrivano col tempo, con la costanza, con l’umiltà.
Molti si dedicano a queste pratiche per scaricare la propria aggressività o per cercare
una via di fuga dalla cruda realtà quotidiana; in realtà queste discipline sono un vero tesoro
sopravvissuto a tutti i rivolgimenti storici; come ogni tesoro andrebbe ben custodito.
Lo sviluppo industriale occidentale ci permette di esaminare queste pratiche in modo
scientifico, di conseguenza renderle accessibili a tutti.
Negli ultimi anni sono stati fatti numerosi studi sulla caratteristica del movimento e
sullo sviluppo del Qi, soprattutto sulla sua natura fisica.
In questo senso noi rivolgiamo la nostra pratica e ricerca e salutiamo con entusiasmo
l’iniziativa di Paolo Belli.
Ciò che nell’elaborazione teorica di Paolo Belli viene fatto nella sua opera “Alchimia
del Ta Chi Chuan”, è un notevole sforzo per ricondurre a denominatori comuni l’alchimia
orientale, che si è tramandata fino ai nostri giorni, con quella occidentale, persasi alla fine del
medio evo. Nello stesso tempo nell’elaborazione tecnica ha creato il movimento dell’8
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rovesciato che collega le varie figure così da nascondere volutamente i veri raccordi della
sequenza Yang. Non si regalano le perle ai porci.
Nella società industrializzata, globalizzata attuale, gli uomini sentono sempre più il
bisogno di ritrovare in un qualche modo se stessi, la propria parte spirituale.
E’ più che naturale che la cerchino in quelle pratiche sopravvissute allo sviluppo
industriale, proprie di quelle popolazioni meno “civilizzate” che hanno mantenuto in forma
più o meno arcaica le proprie tradizioni, quali i tibetani, gli indiani d’America, gli africani, i
popoli sudamericani ecc.
La meccanizzazione e la robotizzazione hanno allontanato sempre più l’individuo
dalla contemplazione del prodotto, che il suo dispendio energetico ha contribuito a creare. La
creatività intellettuale e manuale degli artigiani delle manifatture è stata via via sostituita nel
tempo, a ritmi sempre più accelerati, dal lavoro meccanizzato industrializzato; questo ha sì
dato la possibilità di produrre a minor costo i prodotti, ma solo un minor costo in termini di
denaro, inversamente proporzionale a un aumento indiscriminato di dispendio di energie
umane.
La soddisfazione dell’elaborazione della materia attraverso degli strumenti è stata
sostituita sempre più dal denaro, che l'individuo usa non più per soddisfare quelli che sono i
propri bisogni immediati di sopravvivenza, ma per l'acquisto di surrogati. La separazione
della propria opera dal prodotto oggettivizzato, genera una sensazione di insoddisfazione e
vuoto mentale, che rende le attuali otto ore di lavoro assai più pesanti di quanto potessero
essere nel secolo scorso.
L’individuo è quindi portato a soddisfare i propri bisogni interiori con l’acquisto di
altri prodotti, non strettamente necessari alla propria sopravvivenza, ma che lo gratificano
almeno in parte di essersi riappropriato di una certa quota della propria energia vitale.
Tutto questo ha portato ad un senso diffuso di malessere e ad un indebolimento delle
risorse creative e delle difese della specie umana, soprattutto nei paesi industrializzati.
Da qui la necessità di spostare le proprie attenzioni a quei prodotti che soddisfino
maggiormente le necessità spirituali.
L’originalità del lavoro di Paolo Belli sta nel cercare nel proprio passato elementi di
connessione con le tradizioni etniche di altre culture del pianeta, in particolare con quella
cinese, attraverso il buddhismo e il taoismo.
Anziché immedesimarsi in popoli di altra collocazione geografica e altra storia, come
è tendenza comune, egli cerca di legare dialetticamente gli aspetti esoterici e alchemici
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derivati dalla pratica del Taijiquan, con le conoscenze dell'alchimia nostrana. Invece di
guardare all’erba del vicino, la osserva per scoprire le proprie radici.
Questo metodo è senz’altro ammirevole, in quanto fa sì che il suo lavoro personale
vada ad arricchire il lavoro di altri sullo stesso argomento. Inoltre il lavoro tecnico è stato
curato appositamente in maniera tale che i raccordi dell’8 rovesciato, il simbolo dell’infinito,
non permettano di eseguire i veri movimenti di raccordo per trovare la vera energia. Pur
risultando gradevoli i movimenti dell’8 rovesciato sono un inganno per i saccheggiatori, i veri
raccordi devono rimanere nascosti proprio come nel lavoro alchemico vi è un iter preciso,
certe sostanze non vengono fatte trovare a tutti.
Indubbiamente alcuni esperti di alchimia occidentale e orientale, potrebbero rilevare
imprecisioni, inesattezze e contraddizioni, ma l'elemento importante del suo lavoro non è
questo, bensì il metodo dialettico da lui utilizzato che fa del suo lavoro personale un lavoro
collettivo.
Per ricollegarsi in modo dialettico con le pratiche orientali è necessario osservare
quello che è stato lo sviluppo del pensiero filosofico occidentale nel tempo.
E’ comune, per tutte le popolazioni primitive, l’asservimento alla natura e alle sue
leggi. La necessità della coltivazione della terra ha portato allo studio dei mutamenti climatici
e dell’influenza degli astri, sole e luna in primo piano, sui risultati dell’operosità umana.
Questi elementi influenti furono all’inizio vissuti come deità.
Col passare dei secoli l’uomo ha appreso a calcolare i tempi e i cicli stagionali e il
tramandarsi dell’esperienza ha fatto sì che gli umani si assumessero sempre più la
responsabilità di calcolare i cicli stagionali prevedendo e progettando di conseguenza le varie
colture. Questo potere, della mente umana, liberò gradualmente gli individui
dall’asservimento alla apparente casualità dei fenomeni climatici e la ragione si sostituì alla
superstizione.
Sole e luna persero la loro valenza mistica di Dei bizzarri che facevano il bello e il
cattivo tempo a proprio piacimento, conservando però la loro valenza di astri influenti.
In occidente di svilupparono quindi le scienze che ebbero comunque dei grossi
ostacoli nel loro sviluppo opposto dai vari poteri politico – religiosi.
L’avvento della macchina a vapore trasforma radicalmente il modo di produzione e dà
il via alla rivoluzione industriale.
Il nuovo modo di produzione capitalistico che si impone su quello medioevale, da vita
a nuove forme di pensiero filosofico.
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Ai concetti metafisici si contrappone la “ragione”.
L’osservazione dei fenomeni della natura e della loro influenza sugli uomini viene
fatta in modo sempre più tecnico, grazie allo sviluppo dei sistemi di produzione e
comunicazione sempre più sofisticati.
E’ così che la scienza si sostituisce alla religione.
Purtroppo con questo si perdono molti valori morali e spirituali e si arriva alla
degenerazione dei nostri giorni, dove anche le azioni più naturali e semplici vengono mediate
strumentalmente; dai metodi anticoncezionali, ai rimedi per la virilità perduta.
La riscoperta di denominatori comuni tra le varie esperienze culturali è l’unica strada
che può permettere all’uomo di riconoscersi non tanto quanto individuo a se stante, quanto
come individuo facente parte di una specie in stretta relazione con la natura, in armonia e non
in competizione con essa.
E’ l’unica strada che permetta di rompere con gli antagonismi determinati da fattori di
razza e nazione e che possa creare un blocco da contrapporre al crescente pericolo di conflitti
sempre più estesi e pericolosi, non solo per l’uomo, ma per tutta la natura.
Ci auguriamo che siano molti a seguire la strada intrapresa da Belli Paolo.
Maurizio Gandini.
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Introduzione al Tai Chi Chuan
Il Tai Chi Chuan1 o Taijiquan è anche detto più o meno impropriamente Yoga cinese,
infatti, l’obiettivo spirituale del Tai Chi Chuan, come anche dello Yoga indiano, è pervenire
ad uno stato di consapevolezza cosmica.
L’ideatore mitico del Tai Chi Chuan fu il monaco taoista Chang Sanfeng (12° - 14°
sec.), che rielaborando l’esercizio originale Shaolin accentuò l’importanza della respirazione e
del controllo interiore anche se questa è da ritenersi una leggenda, il dato certo è che il Tai
Chi Chuan sia nato in un ambiente prettamente taoista, senza per questo escludere a priori
successive minime influenze buddhiste.
La leggenda narra, che il Tai Chi fu rivelato a Chang durante una meditazione del
mezzogiorno; vide dalla finestra dell’eremo una gazza che cercava di attaccare un serpente.
Il serpente schivava tutti i colpi della gazza con movimenti circolari, attorcigliandosi
rapidamente in spirali. Da questo nacque la natura inviolata del cerchio, che si ripropone in
tutti i movimenti della sequenza Tai Chi.
Di generazione in generazione nacquero nuovi metodi di insegnamento e nuovi
eccellenti maestri. Documenti ufficiali registrarono il Tai Chi Chuan nel 17° sec.; Chen
Chang Hsin (1771-1853), unificò e semplificò la forma precedente fondando lo stile Chen che
si divise successivamente in tre importanti scuole.
Yang Luu Chan (1799-1872), riuscì ad apprendere la segreta forma dello stile Chen e
fondando lo stile Yang, divenne talmente famoso, da essere chiamato alla corte imperiale ad
insegnarla.
Lo stile Yang è oggi in Occidente lo stile più conosciuto, si divide anch’esso in forma
breve, media e lunga.
Gli allievi di Yang ebbero un allievo, Wu Chian Chyan (1870-1942) che come il
1 Tai Chi Chuan è translitterato col metodo Wade-Giles, mentre Taijiquan lo è col metodo Pinyin. Nella trat-
tazione ho utilizzato il primo metodo per semplice comodità espositiva.
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Maestro Yang raggiunse vette eccelse di destrezza, tanto da riuscire a creare un altro stile, che
prese il suo nome: Wu. Anche Sun Lutang è da menzionare, in quanto aggiungendo alcuni
elementi non propri del Tai Chi Chuan, creò una nuova forma, lo stile Sun.
Le differenze esistenti negli stili individuati: Chen, Yang, Wu e Sun, sono tanto tipiche
quanto le loro forme, mentre la finalità è comune per tutte. Si evidenzia negli anni ’50 in
Cina, lo stile chiamato 24 Forme di Pechino, insegnato in scuole e ospedali.
La principale applicazione della forma Yang è la coltivazione della salute, mentre gli
aspetti marziali sono velati dai movimenti lenti e all’apparenza innocui.
I maestri tenevano spesso all’oscuro gli allievi circa le possibili applicazioni marziali,
questo è forse per un senso di pudore, oppure la consapevolezza dell’inadeguatezza degli
allievi. E’ noto che Chao Chin (1883-1936), definì e regolò una forma Yang, senza mai
rivelare il grossissimo potenziale applicativo di questa straordinaria forma.
Certo è, che per comprendere il Tai Chi Chuan, occorre conoscere anche la sua
filosofia e scienza.
Il Tai Chi Chuan è nato dal Wu-Chi o ultima vacuità. Esso è l’origine delle condizioni
statiche e dinamiche, ed è la madre dello Yin e dello Yang, fermi si combinano, muovendosi si
separano. Questa alternanza dà vita alla forma Tai Chi, che si ispira all’alternanza cosmica dei
cicli naturali, concretizzandosi nei movimenti che il praticante esegue.
La vita è sorretta dall’energia Chi, Prana in India, Ki in Giappone e si apparenta al
termine greco Pneuma. Il Chi (inteso come varie energie), viene studiato percependolo
durante i movimenti della sequenza, infatti vi sono più Chi, con colori, forza e percezioni
differenti. Essi sono: Jin, Chi, Shen a livello corporeo, energia terrestre, cosmica e universale
a livello esterno.
Inoltre, il Tai Chi Chuan diventa meditazione in movimento, per assistere la
respirazione nel condurre il Chi lungo i canali psichici del corpo. Questa alchimia, è
conosciuta come Piccolo Circuito Celeste e Grande Circuito Celeste, ed ha lo scopo di
migliorare la salute e allungare la vita, ma, ancora di più, con successive pratiche può
condurre lo spirito all’universale. Infatti, nella leggenda il creatore del Tai Chi Chuan divenne
L’immortale taoista.
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Uno sguardo d’insieme
Applicando quindi la filosofia taoista dell’alternanza equilibrata di Yin e Yang, in
movimenti morbidi e circolari, simili a quelli di un serpente che vince la rigidità della gazza
formando continuamente un cerchio col proprio corpo, e utilizzando gli 8 esagrammi (PA
MEN) de I Ching si forma un’unica sequenza che favorisce lo sviluppo interiore dell’energia
Chi.
Il Tai Chi Chuan è la risultante di tre forze: il diagramma del Tao, il libro dei
Mutamenti (I Ching) e la ricerca di energia interna seguendo il ritmo del respiro abbinato alla
lentezza dei movimenti.
Questa arte marziale favorisce lo sviluppo armonico del corpo, guarendo e prevenendo
svariate malattie, dona equilibrio fisico-mentale, e permette l’acquisizione di tecniche valide
per l’autodifesa. Tuttavia l’aspetto principale è dato dal risveglio del Chi attraverso la pratica
costante, comprendendo sia la perfezione fisica che quella spirituale: raggiungibile attraverso
questa meditazione in movimento.
Purtroppo oltre alle forme classiche tradizionali oggi vengono anche a mancare
l’ideale interiore e tutta la conoscenza esoterica e filosofica che fungeva da supporto; ci si
limita ad eseguire la sequenza solo in modo esteticamente piacevole, morbido e plastico, quasi
un ballo privo di risonanza interna. Proprio per questo motivo si sono voluti nascondere i veri
movimenti di raccordo sostituendoli con quelli dell’8 rovesciato, che essendo infiniti si
adattano a qualsiasi movimento creando un grazioso movimento estetico.
E’ tipica del mondo moderno la divisione fra corpo e mente, impedendone l’unione,
focalizzando l’attenzione e le cure in fasi alterne, ora rivolgendosi esclusivamente all’uno o
all’altro. Questo è testimoniato dalle numerose palestre specializzate nella fabbricazione di
corpi statuari; senza curarsi di potenziare contemporaneamente la concentrazione, la
consapevolezza, l’equilibrio interiore e il perfezionamento del carattere.
E’ auspicabile un revisionamento di questi valori troppo epidermici e coreografici,
tornando all’origine autentica del Tai Chi Chuan che convoglia la perfezione nelle tre parti
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dell’uomo: corpo, mente, Spirito.
Il Tai Chi Chuan è un’arte marziale molto sofisticata, in quanto i movimenti morbidi e
lenti, appena accennati, celano vere e proprie tecniche di difesa. Infatti anticamente in Cina, in
certi periodi, le arti marziali erano vietate e venivano divulgate sotto forme velate e simili ad
una danza. Allo stesso modo era strettamente tenuto segreto l’insegnamento esoterico e
iniziatico che sta alla base dei movimenti del Tai Chi Chuan; infatti venivano insegnati
movimenti fantasma che ingannavano gli allievi presuntuosi. Movimenti tipo dell’8
rovesciato.
Si tratta di un’arte marziale morbida e interna, che mira allo sviluppo del Chi
attraverso le varie pratiche di respirazione (Chi Kung), una posizione bassa e stabile
soprattutto nello stile Chen, l’attenzione al basso ventre, la consapevolezza del proprio corpo,
la costanza della disciplina quotidiana, sia riferita allo studio della sequenza che allo studio
del Sé interiore.
Con la nascita del Tai Chi Chuan si è verificata una separazione all’interno delle arti
marziali cinesi (Kung Fu), in scuole esterne, come lo Shaolin o lo stile della Mantide
Religiosa, simili al Karate, e scuole interne come il Pa-Kwa e o il Hsing-I. Le prime
caratterizzate da movimenti veloci e potenti con grande dispendio di energia fisica, le seconde
da movimenti fluidi, lenti, circolari, con poco dispendio fisico ma grande concentrazione
interiore.
Tutte le discipline marziali, in modo particolare quelle interne, tendono al
potenziamento di questa energia interna chiamata Chi e percepita attraverso la ripetizione di
movimenti e tecniche di respirazione. Il Chi permette di compiere senza sforzo, fluidamente e
perfettamente ogni impresa; vari Maestri l’hanno sperimentato, riuscendo a scaraventare gli
avversari a molti metri di distanza limitandosi a sfiorarli.
Il Chi è il flusso vitale interno che dal Tan Tien (centro sotto l’ombelico) si diffonde in
tutto il corpo, il quale rappresenta l’involucro che racchiude anima e Spirito. Partendo dalla
concezione che ogni singola persona simboleggia un microcosmo, che ha in sé i due principi
opposti, si giunge alla scoperta del macrocosmo, cioè l’unione universale del tutto.
La forma del Tai Chi Chuan presenta svariate ripetizioni, questo indica la necessità di
identificarsi profondamente in essa, praticandola quotidianamente e senza disperdersi troppo
in diverse esperienze.
Secondo me, il Chi è strettamente collegato al processo evolutivo interiore descritto
dalla Via iniziatica: mentre si raggiunge la perfezione, di pari passo si fa emergere il Chi.
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E’ giusto rivelare i veri movimenti di raccordo?
Anche i prestigiatori compiono grandi imprese ma non possiedono il Chi: prima di
tutto chi lo trova non lo esibisce, ma lo conserva gelosamente, sentendosene quasi indegno;
coloro che lo ostentano non lo possiedono veramente, in quanto sono appannati dall’orgoglio.
Al contrario, ci si mostra sereni e pieni d’amore sprigionando calma ed energia al
tempo stesso: si è invincibili grazie a questa forza interiore.
In questa opera sarà presentata una elaborazione della sequenza di Tai Chi Chuan, che
pur mantenendo le 108 figure dello stile Yang, consente al praticante di sperimentare
direttamente l’Opera alchemica in tutte le sue dimensioni. La dimensione energetica viene
evidenziata, e percepita, attraverso movimenti a otto rovesciato, e da altri sempre inediti, che
non sono i veri movimenti di raccordo, i veri vengono rivelati ai puri di cuore, ma sono volti a
realizzare praticamente le parti teoriche successivamente descritte.
Dal momento che questa sequenza simboleggia il procedimento alchemico che parte
dalla materia vile (piombo) per essere convertita in argento e oro, non è possibile tralasciare
alcuni passaggi, perché ciò significherebbe omettere di aggiungere sostanze, oppure tenere il
fuoco ad una temperatura non appropriata, non consentirebbe di giungere allo scopo.
Il vero studioso di Tai Chi Chuan deve conoscere gli stili fondamentali, ma studiarne
uno in particolare, proprio per allargare e approfondire la conoscenza.
Il metodo qui esposto è il più completo, perché fornisce non solo una base esoterica
interiore, se correttamente insegnata con i reali movimenti e tempi, è anche un’arte marziale
fra le più efficaci.
Oltre alla pratica della concatenazione, vi è un grossissimo potenziale in due differenti
forme, composte da movimenti, svolti da una parte e dall’altra, in modo da compenetrarsi,
così praticando la forma A si può fronteggiare chi pratica la forma B in un movimento fluido,
scorrevole e marziale simbolico.
Ovviamente queste due forme, supplementari rispetto alla sequenza fondamentale di
108 passaggi, devono essere apprese per impadronirsi dell’efficacia marziale, assieme al TUI-
SOU, al TA-LU e allo studio delle applicazioni dei 108 movimenti, mentre per preservare la
salute è sufficiente la pratica della forma integrale.
Questa sequenza di Tai Chi Chuan si fonda su concetti estremamente simbolici ed
esoterici, perciò nulla viene lasciato al caso e tutto è spiegabile in chiave numerologica.
Secondo la Magia, i numeri sono dotati di un potere che si esplica attraverso
l’identificazione con essi e col loro significato nascosto. Se ci si identifica profondamente in
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un numero si acquistano e si dominano le sue prerogative.
Poiché la forma rappresenta il percorso verso l’assoluto, ogni movimento viene
volutamente reso unico e irripetibile, oppure viene effettuato un determinato numero di volte,
utilizzando sempre dei numeri pregnanti e significativi. Perciò come vedremo in seguito, tutta
la sequenza racchiude la potenza dei numeri, attraverso la quale si verifica il progresso. Il
numero complessivo dei passaggi (108 : I+0+8 = 9) racchiude l’indicazione della perfezione
(il numero 3), perseguibile nei tre piani. Allo stesso modo saranno descritti i vari passaggi,
che ripetendosi in un rituale magico, determinano quella crescita interiore.
Il concetto di iter iniziatico viene ribadito attraverso tutti i linguaggi. Quello pratico e
marziale: svolgendo la forma in cui dopo i movimenti più pesanti e chiusi della prima parte si
sale in un crescendo mediante tecniche aeree di calcio della seconda e terza parte. Attraverso
il linguaggio dei numeri: si utilizzano man mano simboli di volta in volta più elevati
spiritualmente.
Secondo il linguaggio simbolico ed esoterico: si parte dalla consapevolezza di una
condizione iniziale problematica e ricca di contraddizioni, perché si è preda del dualismo
degli opposti e di un carattere tutto da plasmare.
Nel corso della sequenza si provvederà a bruciare le scorie, ad eliminare
progressivamente l’orgoglio e l’egoismo, giungendo alla scoperta del vero Sé e dell’unione
col tutto, riunificando gli opposti.
Similmente il linguaggio alchemico: ripropone in modo evidente il tema
dell’evoluzione, partendo dal piombo, simbolo della morte del vecchio Io si attua un processo
di trasformazione interiore parallelamente alla manipolazione dei metalli e allo svolgimento
della forma prima parte (terra).
Il progressivo manifestarsi di vari colori nel crogiolo, indicano i mutamenti della
materia che passa dal regime di un metallo vile a quello di un metallo sempre più puro.
Quando la materia assume il colore bianco (Regime della luna e dell’argento) si
conclude il Piccolo Magistero, così come si conclude la seconda parte (Uomo) del Tai Chi
Chuan, mediante la quale si ottiene la perfezione del carattere.
Infine si otterrà attraverso la Rubedo (Regime del sole, oro) la Pietra filosofale l’elisir
di lunga vita tanto ambito, e la possibilità di trasmutare qualunque metallo in oro.
Allo stesso modo la terza parte (cielo) indica sia la realizzazione interiore, sia la
capacità di aiutare anche gli altri a trovare in sé l’oro filosofale.
Il Tai Chi Chuan poggia sulla filosofia taoista de I Ching (libro dei Mutamenti) infatti
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è nato dall’applicazione degli 8 esagrammi (gli 8 cancelli) ai vari movimenti della sequenza.
La parte finale culmina con l’abbinamento dei movimenti esteriori della sequenza ai
vari esagrammi de I Ching, probabilmente questa analogia è stata anche individuata dal
fondatore del Tai Chi Chuan, il monaco taoista Chang Sanfeng.
Infine, ai 12 esagrammi fondamentali de I Ching che rappresentano il ciclo completo
di Kkien e Kkunn, sono associati i movimenti di energia interna prodotta attraverso il respiro
consapevolmente posto sotto controllo. Questa attitudine troverà il suo apice nella pratica
della meditazione, a cui sono strettamente connessi i meridiani lungo i quali scorre l’energia
stimolata dal respiro.
Parte tecnica
Tai Chi Chuan
I nomi delle figure che si susseguono al ritmo cadenzato del respiro sono di varia
natura, originati da analogie con animali (scimmia, serpente, airone, gallo, tigre…) o cose
(nuvola, liuto, arcolaio…) o azioni (afferrare il passero per la coda, cercare l’ago in fondo al
mare, agitare le mani, tirare l’arco…) oppure dalla fantasia e dall’astronomia (sette stelle, la
posizione iniziale e finale rivolta a nord).
Questi nomi suggestivi richiamano immediatamente l’immagine rassomigliante al
movimento che il praticante sta effettuando, quasi un’identificazione con esso, e ne facilita
l’apprendimento mnemonico.
Inizio del Tai Chi Chuan parte Terra.
A piedi uniti, rivolti simbolicamente a nord, per rispetto alla
tradizione, si saluta avvolgendo con la mano sinistra il pugno destro
all’altezza della fronte, poi mentre si sposta il piede sinistro alla
distanza delle spalle (posizione naturale), si abbassano le mani con i
palmi verso l’alto e compiendo un doppio circolo, simboleggiante
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l’infinito (l’8 rovesciato) portando le mani ai lati delle coscie.
Tutto il corpo è rilassato, le ginocchia leggermente flesse, il
bacino spostato in avanti, colonna vertebrale diritta, mento
rientrato, si prende coscienza del proprio corpo si espira.
Braccia, gambe, tronco formano 5 archi.
Fig.1
1. Dare il via all’energia, CHI – SHIH.
Si sollevano le braccia verso l’alto, giungendo all’altezza delle spalle, si flette il Kwa
durante l’inspiro, poi mentre si espira si abbassano le braccia avvicinandole con un
semicerchio al tronco, portandole davanti ai fianchi coi palmi rivolti in basso e continuando a
operare col Kwa le ginocchia morbide. (Fig.1)
2. Afferrare il passero per la coda a dx (LAN – CHIAO WEI).
Ora si porta il peso a sx mentre la mano dx si gira palmo verso l’alto e la sx si solleva
formando con la dx una palla all’altezza gola-ombelico, portandola al lato sx, poi mentre il
peso del corpo va a dx, si ruota la palla leggermente davanti a sé e la si porta rigirata a dx, poi
si riportano sia il peso che la palla all’altezza dell’ombelico nuovamente a sx.
Infine si compie davanti a sé un ultimo giro orizzontale con le mani separandole e
andando in posizione (Fig.2) compiendo un passo a Sud-Est, mentre la mano dx è portata
parallela al suolo all’altezza del tronco col palmo rivolto all’interno e la mano sx all’altezza
del fianco col palmo in basso e braccio disteso.
NOTA: ogni movimento è circolare e
ondulatorio, simile a quello del serpente. Le mani
seguono sempre il peso del corpo
accompagnandolo; inoltre le braccia e le gambe non
vengono mai tese completamente, ricordando la
forma dell’arco. Come in natura esistono cinque
elementi, così col Tai Chi il corpo riproduce cinque
archi, attraverso il tronco, le braccia e le gambe. I
movimenti sono sempre in embrione nascondendo
ciascuno, tecniche marziali segrete. Ogni
14
movimento è sempre prodotto dall’avvitamento dell’anca, Fig. 2
le braccia si limitano a seguire il tronco.
3. Afferrare il passero per la coda a sx (LAN –
CHIAO WEI).
Seguendo la posizione precedente si porta il peso
a sx sollevando la punta del piede destro e portando le
mani a sx circolarmente formando una palla, poi il peso
passa a dx, abbassando la punta del piede dx, mentre
anche le mani si spostano a dx ruotando la palla formando
nuovamente un “8” rovesciato.
Infine compiendo con le braccia un movimento Fig. 3
orizzontale circolare, si separano nuovamente portando il piede sx a nord-est (Fig.3),
la mano sx davanti al tronco e la mano dx palmo verso il suolo. Si tratta della posizione
complementare e simmetrica alla precedente.
4. Parare inclinato (PENG).
Portare il peso del corpo a dx sollevando la
punta del piede sx, mentre le braccia e le mani
formano una palla a sx ripetendo i movimenti dell’ “8”
rovesciato, poi mentre si avanza con un passo verso est
si abbassano le mani per raccogliere energia (la loro
distanza è rappresentata dalla dimensione del proprio
ventre), portandole in avanti (Fig.4), il braccio e la
mano dx sono all’altezza delle spalle il palmo è
all’interno, la mano sx è vicina sotto l’avambraccio dx
con la punta delle dita verso l’alto ed il gomito flesso
verso il basso come una T.
Fig. 4
5. Tirare indietro (LU).
15
Il peso del corpo ruota a dx e poi indietro e contemporaneamente le mani si
capovolgono e, quasi tenendo una piccola palla, si abbassano circolarmente a sx. La gamba sx
è piegata e la dx è quasi diritta, le ginocchia sono sempre in linea con la punta dei piedi, anche
in tutte le altre posizioni. (Fig.5)
6. Premere avanti (CHI).
Riportare il braccio dx nella posizione di “parare inclinato” e la mano sx leggermente
premuta contro il centro dell’avambraccio dx, il gomito è flesso verso il basso e le mani
formano una croce ricordando il movimento circolare della svastica orientale che diede
origine alla terra ed alla vita sul pianeta. (Fig.6)
Fig.5 Fig.6
7. Spingere (AN).
Si portano le mani (incrociandole) parallele al suolo e
con un movimento circolare si aprono e si portano
indietro, assieme al peso del corpo verso l’emitorace
(come per liberarsi da una presa al collo), infine si
16
porta il peso in avanti spingendo circolarmente, dal basso all’alto, le mani in avanti. (Fig.7)
Fig. 7
8. Frusta semplice (TAN PIEN).
Ruotando il peso del corpo a sx e sollevando la punta del piede dx, ci si bilancia
portandosi verso nord-ovest mentre le braccia compiono un ampio cerchio orizzontale
davanti al tronco, infine si abbassa il piede a dx trasferendovi sopra il peso mentre la mano dx
raggruppa morbidamente le dita (dopo aver compiuto 360°) il braccio dx si distende
all’altezza delle spalle, la mano sx passa col palmo girato davanti al viso compiendo un
cerchio verticale fino a colpire a sx col palmo verso nord accompagnando il peso e facendo un
passo ad ovest contemporaneamente. (Fig.8)
9. Sollevare le mani (TI SHOU SHANG SHIH) e fare un passo.
Portando il peso a dx le braccia ripetono a dx e a sx il movimento dell’infinito
precedentemente descritto. Quindi il peso va a sx e le braccia si aprono in cerchio orizzontale,
infine si richiudono con il braccio dx disteso in avanti con palmo a ovest e polso all’altezza
delle spalle mentre la mano sx va col palmo vicino al gomito dx.
Contemporaneamente si solleva la gamba dx appoggiando il tallone in avanti a nord a
distanza delle spalle (Fig.9). Mentre si abbassano verticalmente le braccia si ruota il bacino
verso ovest, si avanza di un passo verso nord-ovest sfiorando col palmo sx il braccio dx
colpendo con la spalla verso dx.
Fig. 8 Fig. 9
17
10. Ali spiegate di candido airone (PAI HAO LIANG CHIH).
La mano dx compie un ampio cerchio verticale portandosi
verso la tempia dx circa, la mano sx compie lo stesso giro opposto
verso il basso, mentre il piede sx avanza di un piccolo passo verso
ovest appoggiandosi sulla punta (Fig.10). Infine la mano dx passa
circolarmente e verticalmente davanti al viso abbassandosi, e la mano
sx si alza simmetricamente compiendo lo stesso movimento.
Fig. 10
11. Sfiorare il ginocchio e fare un passo (LOU HSIH AU PU).
Abbassando la mano sx a dx, si solleva la mano dx circolarmente portandola
all’altezza dell’orecchio caricando energia, mentre si avanza di mezzo passo con la gamba sx
ad ovest, la mano sx circolarmente sfiora il ginocchio sx, mentre la mano dx colpisce in avanti
col palmo aperto e punta delle dita verso il cielo (Fig.11).
12. Suonare il liuto (SHOU HUI PI PA).
Portando ulteriormente il peso in avanti si solleva il ginocchio dx, abbassando il
braccio dx verso il ginocchio sx, sollevando leggermente il braccio sx. Riportando il piede dx
al suolo, indietro di mezzo passo, si porta il peso a dx, si sollevano in un cerchio verticale le
due braccia proprio come per suonare un liuto, contemporaneamente si solleva il ginocchio sx
avvicinando la gamba e appoggiando il tallone al suolo, sempre in sincronia col movimento
del corpo, si distende il braccio sx in avanti, gomito leggermente flesso a mano dx al gomito
sx (Fig.12).
NOTA: la posizione di arrivo è simile ma invertita alla Fig.9.
18
Fig. 11 Fig. 12
13. Sfiorare il ginocchio e fare un passo (LOU HSIH AU PU) sx.
Appoggiando la punta del piede sx al suolo si
abbassa la mano dx verso il fianco dx con palmo
verso l’alto, si porta la mano sx sopra la mano dx
formando una palla, eseguendo un mezzo passo in
avanti con la gamba sx. La mano sx si abbassa
circolarmente fino quasi a sfiorare il ginocchio sx,
mentre, contemporaneamente, si solleva la mano dx
circolarmente all’orecchio dx e la si distende in
avanti verso ovest colpendo col palmo, il movimento
è esattamente uguale al n. 11.
Fig. 13
14. Sfiorare il ginocchio e fare un passo (dx).
Avanzando di un passo verso ovest con la gamba dx si eseguono gli stessi movimenti
speculari del passaggio n. 13. (Fig.13)
15. Sfiorare il ginocchio e fare un passo (sx).
Sempre avanzando verso ovest questa volta con la gamba sx si eseguono gli stessi
movimenti del passaggio n.11 (Fg.11)
16. Suonare il liuto (SHOU HUI PI PA).
I movimenti sono gli stessi del passaggio n. 12 e Fig.12.
NOTA: i movimenti già descritti non verranno più spiegati.
19
17. Sfiorare il ginocchio (sx).
Stessi movimenti del passaggio n.11.
18. Colpire l’avversario con un pugno circolare (PI SHEN CHUI).
Portare la parte superiore del corpo indietro sollevando la punta del piede sx, chiudere
il pugno dx e abbassarlo circolarmente verso sx sollevandolo verticalmente colpendo con le
nocche a nord-ovest all’altezza del proprio viso, contemporaneamente la mano sx compie un
cerchio verticale all’altezza del torace, abbassando la punta del piede sx a sx, appoggiandovi
sopra il peso e sollevando il tallone dx. (Fig.14)
Fig. 14
19. Fare un passo, piegarsi in basso, parata e pugno (CHIN-PU-PAN-LAN-CHUI).
Sollevare il piede dx e fare un passo laterale avanzando ad ovest. Portare indietro al
fianco il pugno dx con le nocche verso il basso.
Sollevare la mano sx all’altezza della gola circa spingerla in avanti, palmo ad ovest,
sollevare e girare il tallone del piede sx (questo movimento è RO PANG, passo laterale).
Spostare il centro di gravità sul piede dx sollevando il corpo, fare un passo in avanti
20
col piede sx appoggiandovi il peso, mentre la mano sx esegue una parata circolare orizzontale
Fig. 15 Fig. 16 Fig. 17
portando la mano all’interno del braccio dx con palmo a nord, mentre il pugno dx colpisce
avanti circolarmente all’altezza dell’addome. (Fig.15 – 16 – 17)
20. Apparenza di chiusura (JU FENG SHIH PI).
Portare la mano sx con un cerchio antiorario,
palmo verso l’alto, sotto il gomito dx, poi palmo in
basso, eseguire con entrambe le braccia un doppio
movimento circolare e orizzontale, portando
entrambe le mani all’altezza dei fianchi trasferendo il
peso sulla gamba dx. Spingere in avanti il peso e le
mani verso ovest come per il movimento n. 7 ma
speculare (Fig.18)
Fig. 18
21. Portare la tigre in montagna (PAO HU KWEI SHAN).
Girare la parte superiore del corpo a nord mentre il
piede sx gira a dx verso nord, acquattarsi e portare le mani
all’altezza delle cosce incrociandole come per raccogliere
qualcosa e spostare il centro di gravità a sx. Portare il piede dx
a sx con mezzo passo, alla distanza delle spalle (come la
posizione di partenza). Sollevarsi ed incrociare le mani
davanti al petto il centro di gravità è su entrambi i piedi
(Fig.19).
Fig. 19
Qui termina la parte terra, ora è possibile chiudere il ciclo oppure continuare con la
21
parte successiva, la parte uomo.
Inizia qui la parte uomo.
22. Parare inclinato verso l’alto, tirare indietro, premere avanti, spingere (PENG – LU –
CHI – AN).
Girare la parte superiore del corpo a dx, verso est. Il centro di gravità è spostato sul
piede dx e poi sul sx, fare un passo avanti col piede dx verso sud-est, sfiorando il ginocchio
dx col palmo della mano dx verso dx, mentre la mano sx va in basso, circolarmente indietro,
sale verso l’orecchio (Fig.20).
Portando il braccio disteso in avanti colpire col palmo (Fig. 21 – come “sfiorare il
ginocchio”).( Il braccio dx compie 360°). I movimenti seguenti sono i medesimi dei passaggi
n.5 (“tirare indietro”), n.6 (“premere avanti”) e n. 7 (“spingere”).
Fig. 20 Fig. 21
23. Frusta semplice diagonale (HSIA TAN PIEN).
Girare la parte superiore del corpo a sx fino a guardare a nord, il centro di gravità è
spostato al piede sx.
Entrambe le mani compiono un ampio circolo orizzontale, dall’esterno all’interno;
riportando il peso del corpo a dx si solleva la gamba sx facendo un passo diagonale verso
nord-ovest. I restanti movimenti delle mani sono i medesimi del passaggio n.8, muta solo la
direzione. Il baricentro è a sx, col ginocchio piegato. (Fig. 8)
22
24. Pugno sotto il gomito (CHOU TI CHUI).
Girare la parte superiore del corpo a dx,
spostando il baricentro sul piede dx, avvicinando
circolarmente le mani al petto, palmi in fuori.
Avanzare di mezzo passo verso nord col
piede sx, abbassare a spirale le mani
formando una palla con la mano dx al fianco
sx, con palmo rivolto l’alto, centro di gravità
a sx, e la mano sx all’altezza del petto con
palmo in basso. Mentre
il baricentro si sposta
sul piede dx, Fig. 8
compiere con le mani un giro orizzontale sempre al fianco sx, la
mano dx va al fianco dx chiudendo il pugno, la sx si solleva
circolarmente e perpendicolarmente verso l’alto, col gomito
piegato all’altezza della spalla.
Il pugno dx viene portato in avanti sotto il gomito, verso
ovest, contemporaneamente si solleva il ginocchio sx
appoggiando il tallone al suolo con la punta del piede verso
l’alto. (Fig.22)
Fig. 22
25. Un passo indietro e respingere la scimmia a dx (TAO
NIEN HOU – YU SHIH).
Abbassare la mano sx, orizzontalmente con il palmo in
basso, aprire il pugno dx, abbassarlo, con il palmo verso
l’alto, portandolo circolarmente indietro e sollevarlo vicino
all’orecchio dx.
Fare un passo indietro della distanza delle proprie
spalle, girare il tallone dx a dx, con la punta ad ovest.
23
Spingere avanti la mano dx col palmo aperto, mentre la mano sx va indietro all’ombelico con
il palmo rivolto verso l’alto. Fig. 23
Abbassare il corpo con il centro di gravità sul piede sx, entrambe le gambe sono
piegate. (Fig.23)
26. Un passo indietro e respingere la scimmia a sx (TAO NIEN HOU – TSO SHIH).
Abbassare la mano dx, palmo verso il basso, mentre
circolarmente la mano sx va indietro verso l’alto, fino
all’orecchio sx. Fare un passo indietro col piede dx, assestare il
piede sx a sx, distendere la mano sx avanti, come per colpire
col palmo, mentre il palmo dx gira, palmo in alto, portandolo
indietro vicino all’ombelico.
Abbassare il corpo col peso a dx. Anche il ginocchio sx
è leggermente piegato. (Fig.24)
Fig. 24
27. Un passo indietro e respingere la scimmia.
I movimenti sono i medesimi del passaggio n. 25.
28. Un passo indietro e respingere la scimmia.
I movimenti sono gli stessi del passaggio n. 26.
29. Un passo indietro e respingere la scimmia.
I movimenti sono gli stessi del passaggio n. 25.
30. Volo inclinato (HSIA FEI SHIH).
Abbassare il palmo dx, avvicinare la mano sx
in avanti verso dx, come per portare qualcosa,
formando un palla verso il fianco dx, spostando il peso
sulla gamba dx, (consentendo al piede sx di girare a
24
sx), girare il piede sx a nord-ovest.
Riportare il peso sul piede sx, capovolgere Fig. 25
la palla ruotandola sul lato sx.
Simultaneamente si solleva la gamba dx avanzando di un passo ampio a nord, mentre
le mani compiono un mezzo giro separandosi, la dx sale col gomito piegato e palmo rivolto ad
ovest, mentre la mano sx scende verso il fianco, distendendo il braccio, con palmo
al suolo. (Fig.25)
31. Sollevare le mani e fare mezzo passo (TI SHOU SHANG SHIH).
Portare le mani a dx come per reggere qualcosa, sollevare il ginocchio sx in un
movimento di carica riportarlo indietro di mezzo passo capovolgendo la palla. Sollevare le
mani compiendo lo stesso movimento della figura n. 9.
32. Ali spiegate di candido airone.
I movimenti sono gli stessi del passaggio n. 10.
33. Sfiorare il ginocchio e fare un passo.
I movimenti sono gli stessi del passaggio n. 11,
anche la direzione rimane la stessa.
34. Cercare l’ago in fondo al mare (HAI TI CHEN).
Trasferire il peso del corpo totalmente sul piede sx,
sollevando la gamba dx; abbassare la mano dx e sollevare un
poco circolarmente la mano sx. Riportare di mezzo passo
indietro, circa, il piede dx assieme al peso del corpo, tenendo Fig. 26
il ginocchio flesso, avvicinare la gamba sx, con punta del piede al suolo e tallone sollevato.
Contemporaneamente inclinare leggermente in avanti il tronco mantenendolo sempre
diritto. Compiere con le mani un secondo cerchio verticale puntando le dita della mano dx in
basso vicino al ginocchio, tenendo il braccio disteso, mentre il palmo sx si avvicina
all’avambraccio dx, come per formare una croce.
35. Ventaglio (SHAN TUNG PEI).
25
Avanzare di mezzo passo verso ovest col piede sx, spostando il peso a sx. Compiere
col braccio dx un circolo verticale fermandosi alla tempia dx col palmo verso nord, mentre il
braccio sx si solleva circolarmente fino a colpire in avanti col palmo a ovest. Fig.27
Fig. 27
36. Girare e colpire l’avversario con un pugno circolare (CHUAN SHEN PI SHEN
CHUI).
NOTA: In questo passaggio vi sono diverse tecniche, anche se il titolo è al singolare.
Girare il corpo e le mani a dx fino a guardare a nord. Il centro di gravità è spostato sul
piede dx. Stringere il pugno compiendo un circolo verso
il basso, davanti al tronco, mentre la mano sx rimane a
protezione della tempia con palmo a nord.
Ritrasferire il peso a dx colpendo col gomito dx
come un cuneo circolarmente verso nord-est. Trasferire
il peso del corpo a sx, sollevando la gamba dx; la mano
sx scende all’altezza del petto, mentre il pugno dx si
avvicina circolarmente a sx. Avanzare di un passo con
la gamba dx verso est, colpendo con le nocche della
mano dx all’altezza del viso a sud-est. Il centro di
gravità è sul piede dx. Fig. 28
Tirare indietro circolarmente il pugno dx al fianco dx, col dorso verso il basso, mentre,
ruotando l’anca, si colpisce col palmo sx, distendere il braccio verso est. (Fig. 28 – 29 – 30)
26
Fig. 29 Fig. 30
37. Avanzare di un passo in avanti, piegarsi in basso, parare e colpire.
Portare il peso del corpo a sx sollevando, col ginocchio piegato, la gamba dx, mentre il
palmo sx va al fianco sx verso l’alto, la mano dx va sopra, col
palmo in basso come per portare un palla, effettuando una
carica. Portare nuovamente la gamba dx in avanti, avanzando
di un passo con la punta del piede rivolta a sud, mentre il
tronco è a est ed il peso del corpo è sulla gamba dx,
sollevando il tallone sx: questo movimento è chiamato RO
PANG, ossia “passo laterale”. Simultaneamente rigirare la
palla, portando nuovamente il pugno dx al fianco ed il palmo
sx, col braccio disteso, ad est (Fig. 15). I movimenti sono
descritti nel passaggio n. 19. (Fig.31)
Fig. 31
38. Fare un passo, parare inclinato, tirare indietro, premere avanti e spingere.
I movimenti sono gli stessi dei passaggi n. 4 – 5 – 6 – 7.
27
39. Frusta semplice.
I movimenti sono identici al passaggio n. 8.
40. Agitare le mani nelle nuvole (YUN SHOU).
Portare il peso del corpo a dx girando a nord, assestare il piede sx, ripetendo il
movimento dell’ “8” rovesciato con le mani. Avvicinare la gamba dx, piede parallelo, alla
gamba sx (posizione naturale) (Fig.32), riportare il peso a dx,
spostando lateralmente con un passo a sx il piede sx (posizione
del cavaliere), sollevando la mano dx con un movimento
circolare a dx, col gomito piegato all’altezza delle spalle con il
palmo verso nord, mentre la mano sx scende al fianco dx col
palmo verso est (Fig.33).
Trasferire il peso a sx abbassando circolarmente la mano
dx all’ombelico col palmo verso l’alto, mentre la mano sx sale
col palmo verso il viso, fino ad arrivare col gomito piegato
all’altezza delle spalle, circa, e la mano dx a protezione del
fianco sx. Fig. 32
Questo è un intero movimento che verrà ripetuto altre due volte, sempre avvicinando
la gamba dx e spostando la sx. (Fig. 34 e 35)
Fig. 33 Fig. 34 Fig. 35
41. Frusta semplice.
28
Avvicinando il piede dx a sx, nella posizione naturale, portare la mano sinistra sotto la
dx, circolarmente, come per tenere una palla, verso dx, trasferendo il peso del corpo a dx,
distendere il braccio dx, raggruppando le dita. Sollevare circolarmente la mano sx verso l’alto
e fare un passo ad ovest, ripetendo esattamente i movimenti della Fig. 8.
42. Accarezzare il cavallo (KAO TAN MA).
Sollevare leggermente il piede dx, trasferendo il peso in
avanti a sx, riportare piede e peso a dx, avvicinando di un
mezzo passo la gamba sx, col tallone sollevato e la punta del
piede al suolo, in direzione ovest. Simultaneamente portare
circolarmente la mano dx, passando dall’orecchio dx,
spingendo il palmo in avanti, mentre la sx scende, col palmo
verso l’alto, circa all’altezza del emitorace. (Fig.36)
Fig. 36
43. Separare il piede dx (YU FEN CHIAO).
Portare le mani circolarmente a dx, come per reggere una palla, eseguire il movimento
dell’ “8” rovesciato facendo con la gamba sx un passo avanti, aprire le braccia, peso a sx,
tenendo i palmi ad ovest. Ritrasferire il peso del corpo sulla gamba dx, ruotando il piede sx a
sx, abbassare le braccia riportando il peso a sx, sollevando contemporaneamente le braccia
davanti al petto (mano e braccio sx all’esterno) con palmi all’interno verso il tronco
contemporaneamente sollevare la gamba dx e calciare con la gamba orizzontale verso nord-
ovest, colpendo con la punta.
Continuando il giro delle braccia separarle di lato in alto. (Fig.37 – 38)
29
Fig. 37 Fig. 38
44. Separare il piede sx (TSO FEN CHIAO).
Ripiegare il ginocchio dx, formare una palla sul lato sx (movimento inverso al
precedente), abbassare il piede verso nord-ovest, eseguire il movimento dell’ “8” rovesciato
(inverso al precedente).
I movimenti che seguono sono simmetrici al passaggio precedente, bilanciandolo
sempre il corpo e calciando a sud-ovest. (Fig.39 e 40)
Fig. 39 Fig. 40
45. Girare e calciare con pianta del piede (CHUAN
SHEN TENG CHIAO).
Ripiegare il ginocchio a sx, girare il corpo
verso est, appoggiando al suolo la punta del piede sx,
far scendere le braccia, risollevarle incrociate, col
braccio sx all’esterno, separarle sollevandole di lato in
alto, calciando simultaneamente con la pianta del
piede, senza stendere completamente il ginocchio.
(Fig.41)
Fig. 41
30
46. Sfiorare il ginocchio e fare un passo con la sx e con la dx (TSO YU LOU HSIH AU
PU).
I movimenti delle mani sono gli stessi descritti al passaggio n.14. La mano sx,
scendendo, sfiora il ginocchio sx, e la dx passa circolarmente dall’orecchio colpendo col
palmo in avanti.
Si avanza con la gamba dx ripetendo esattamente i movimenti opposti, facendo
riferimento alle fig. 42 e 43.
Fig. 42 Fig. 43
47. Fare un passo e colpire in basso (CHIN PU TSAI CHUI).
Portando indietro il centro di gravità al piede sx,
sollevare leggermente il piede dx, eseguire un circolo
orizzontale indietro a dx ed al fianco con la mano dx,
tenendo le nocche verso il basso. Durante il movimento fare
con la mano sx un giro simile a dx; abbassare il piede dx ed
avanzare di un passo verso est, sfiorare con la mano sx il
ginocchio sx, inclinando il tronco a 45° in avanti e colpire
con un pugno in basso. (Fig.44)
Fig. 44
31
48. Girare e colpire l’avversario con un pugno circolare (CHUAN SHEN PI SHEN
CHUI).
Il movimento è il medesimo del passaggio n.36, ma in direzione opposta alla
precedente. Viene svolto sempre con le stesse parti del corpo, colpendo con il gomito a sud-
ovest. (Fig.45)
Colpire con le nocche del pugno dx ad ovest (Fig.46) e con il palmo sx. (Fig.47)
Fig. 45 Fig. 46 Fig. 47
49. Fare un passo, piegarsi in basso, parare e colpire.
I movimenti sono gli stessi del passaggio n.37,
andando in direzione ovest invece che est.
50. Il piede dx calcia in alto (YU TI CHIAO).
Portare il peso indietro sul piede dx, separare le
mani, abbassarle, riportare il peso in avanti, dopo aver
spostato il piede dx davanti al sx con la punta al suolo ed il
tallone sollevato. Contemporaneamente sollevare le braccia
incrociandole di fronte, con mano dx all’esterno della
mano sx, mentre il piede dx si solleva in avanti, calciando
verso l’alto con la punta. I calci non sono mai
32
effettivamente alti, è solo un simbolismo. Fig. 48
Allo stesso modo separare le mani di lato in alto, con i gomiti circa all’altezza delle
spalle (il calcio è verso ovest). (Fig.48)
51. Colpire la tigre a sx (TSO TA HU).
Richiamare le braccia circolarmente con un movimento antiorario a sx formando
simbolicamente una palla, richiamare la gamba appoggiando il piede dx (distanza delle spalle)
a nord-ovest portare il peso (formando con le mani il classico “8” rovesciato simbolo
dell’infinito).
Sollevare la gamba sx e fare un passo a sud-est, continuando il movimento circolare
delle braccia colpire col pugno dx in un semicerchio davanti al proprio ombelico con le
nocche verso l’alto, mentre il pugno sx sale colpendo col pugno chiuso (la bocca di tigre
guarda verso il basso) in un semicerchio all’altezza degli occhi. (Fig.49)
52. Colpire la tigre a dx (YU TA HU).
Portare il peso del corpo a dx girando il piede sx a sx riformare il movimento dell’ “8”
rovesciato in senso questa volta orario e ripetere i movimenti identici ma speculari rispetto al
precedente andando in direzione nord-ovest. (Fig.50)
53. Il piede dx calcia in alto (YU TI CHIAO).
Portare il peso del corpo sulla gamba sx, abbassando le braccia, circolarmente verso i
fianchi, avvicinare di mezzo passo la gamba dx, punta del piede al suolo e tallone sollevato,
Fig. 49 Fig. 50 Fig. 51
33
richiudere le braccia, incrociandole dal basso verso l’alto, dx all’esterno, sollevando il
ginocchio dx calciare con la pianta verso nord, mentre le braccia si separano di lato in alto con
i gomiti a livello delle spalle. (Fig.51)
NOTA: Il movimento delle braccia è quello di un “8” verticale.
54. Colpire l’avversario alle orecchie con entrambi i pugni
(SHUANG FENG KUAN ER).
Richiamare la gamba dx, ginocchio piegato, avvicinare le
mani, palmi verso l’alto, alle ginocchia. Scendendo circolarmente
sotto il ginocchio fare un passo ampio in avanti col piede dx,
trasferendovi il peso del corpo, sollevare circolarmente le braccia.
Contemporaneamente stringere i pugni colpendo davanti a sé
all’altezza delle orecchie, e tenendo le nocche una di fronte all’altra.
(Fig.52)
Fig. 52
55. Il piede sx calcia in alto (TSO TI CHIAO).
Trasferire il peso del corpo a sx,
sollevando la punta del piede dx, girarlo verso
sx, bilanciandosi. Contemporaneamente
abbassare le braccia circolarmente verso le
cosce, ritrasferire il baricentro a dx, girare il
tronco, avvicinando il piede sx a dx verso sud-
ovest.
Incrociare le braccia attraverso un
movimento a “8” verticale, sollevare il ginocchio
sx, calciando verso ovest, mentre le braccia si
aprono sollevandosi di lato con i gomiti all’altezza Fig. 53
34
delle spalle. (Fig.53)
56. Girare intorno e calciare con pianta del piede dx (CHUAN SHEN TENG CHIAO).
Richiamare il ginocchio e richiudere le braccia incrociandole davanti al tronco (destra
all’esterno); appoggiare la punta del piede sx dietro il piede dx ruotando il tronco verso nord
trasferendovi il peso del corpo. Contemporaneamente
aprire le braccia in un movimento a spirale dall’alto al
basso e nuovamente verso l’alto davanti al tronco (dx
all’esterno) compiendo un giro di 225°. Il tronco è
rivolto ad ovest; si avvicina il piede dx piegando il
ginocchio e calciando orizzontalmente verso ovest,
mentre le braccia salgono di lato coi gomiti all’altezza
delle spalle. (Fig.54)
Fig. 54
57. Colpire l’avversario con un pugno circolare.
Abbassare il piede dx in un passo avanti verso ovest, trasferendovi il peso del corpo;
abbassare le braccia colpendo con le nocche del pugno dx all’altezza del viso.
I movimenti sono gli stessi del passaggio n. 18, ma la gamba dx è avanti.
58. Fare un passo, abbassarsi, inclinati, parare e colpire.
I movimenti sono gli stessi del passaggio n. 19.
59. Apparenza di chiusura.
I movimenti sono gli stessi del passaggio n. 20.
60. Portare la tigre in montagna.
I movimenti sono gli stessi del passaggio n. 21.
Termina qui la parte Uomo ed inizia la parte Cielo.
35
Inizia qui la parte Cielo.
61. Parata inclinata in alto, tirare indietro, premere in avanti, spingere.
Tutti i movimenti sono descritti nel passaggio n. 22.
62. Frusta semplice diagonale.
I movimenti sono gli stessi del passaggio n. 23.
(Fig.55)
63. Separare la criniera del cavallo selvaggio a dx
(YEH MA FEN TSUNG YU SHIH).
Trasferire il peso del corpo a dx, sollevando la
punta del piede sx, formando una palla a dx, poi a sx
col movimento dell’ “8” rovesciato, trasferendovi
anche il baricentro. Fig. 55
Formare con le braccia un cerchio
orizzontale, separarle avanzando di un passo ad
est col piede dx, portando la mano dx verso l’alto
col palmo a nord ed il gomito all’altezza delle
spalle, mentre la mano sx scende verso il basso
distendendo il braccio (Fig.56 – identica a “volo
diagonale).
Fig. 56
64. Separare la criniera del cavallo selvaggio a sx (TSO SHIH).
Tutti i movimenti sono simmetrici ai precedenti, avanzando verso est. (Fig. 57)
36
65. Separare la criniera del cavallo selvaggio a dx.
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 63.
66. Afferrare il passero per la coda a sx.
I movimenti sono gli stessi del passaggio
n.3, ma in direzione nord.
67. Fare un passo, parare inclinato in alto,
tirare, premere, spingere.
I movimenti sono gli stessi dei passaggi
n. 4 – 5 – 6 – 7. Stessa direzione.
68. Frusta semplice orizzontale.
Stesso movimento e direzione del passaggio
n. 8. Fig. 57
69. Dama di giada lavora all’arcolaio (YU NU CHUAN SHU).
Trasferire il baricentro a dx spostando il piede sx,
riportare il peso del corpo a sx, abbassando la mano dx e
avvicinando la mano sx col palmo in basso all’altezza della
gola sopra il palmo dx, come per portare una palla.
Contemporaneamente sollevare il piede dx appoggiandolo
al suolo con la punta verso est, trasferendovi il baricentro,
girare la palla, sollevare il tallone sx, rimanendo sulla
punta, mentre le mani si avvicinano alla parte dx del
tronco. Poi avanzare col piede sx in direzione nord-est
trasferendovi il peso del corpo, mentre le mani ruotano
verticalmente: la mano sx va a protezione delle fronte, Fig. 58
gomito piegato, il braccio dx è disteso in avanti col palmo a nord-est, mentre il palmo sx è a
nord. (Fig.58)
70. Dama di giada lavora all’arcolaio a dx.
37
Portare il peso del corpo a dx girando il tronco verso sud.
Girare la punta del piede sx verso dx, mentre le mani si avvicinano al capo, palmi
all’esterno. Avvicinare il piede dx parallelo al sx, distanza delle spalle, rigirare la sfera a dx
(movimento dell’ “8” rovesciato) riportando
il baricentro a sx, riformare la sfera a sx.
Sollevare quindi il piede dx, fare un
ampio passo verso nord-ovest trasferendovi
il peso del corpo, mentre la mano dx sale a
protezione della tempia, con palmo verso
nord, ed il palmo sx, col braccio disteso,
colpisce a nord-ovest. (Fig.59).
Fig. 59
71. Dama di giada lavora all’arcolaio a sx.
Si compiono gli stessi movimenti del secondo passaggio della “Dama di giada”, ma in
direzione sud-ovest. (Fig.60)
72. Dama di giada lavora all’arcolaio a dx.
Si compiono gli stessi movimenti del secondo passaggio della “Dama di giada” ma in
direzione sud-est. (Fig.61)
38
Fig. 60 Fig. 61
73. Afferrare il passero per la coda.
Si ripetono gli stessi movimenti del passaggio n. 66.
74. Fare un passo, parare inclinato, tirare indietro, premere, spingere.
Si ripetono gli stessi movimenti del passaggio n. 67, anche la direzione è uguale.
75. Frusta semplice.
Sono gli stessi movimenti e direzione del passaggio n. 68.
76. Agitare le mani nelle nuvole (3 passi).
Si ripetono gli stessi movimenti nella stessa direzione del passaggio n. 40.
77. Frusta semplice.
Stessi movimenti e direzione del passaggio n. 41.
78. Far salire il serpente (SHE SHEN HSIA SHIH).
Portare il peso del corpo indietro, sul piede sx,
piegandosi il più possibile verso il basso, far scendere la
mano sx sotto il ginocchio, col taglio verso il basso,
mentre il braccio dx scende seguendo il corpo.
Il tronco si mantiene diritto. (Fig.62) Le dita
mano dx sono raggruppate.
Fig. 62
79. Gallo d’oro sopra la gamba dx (CHIN CHI TU LI YU SHIH).
Avvicinare la mano sx sotto la mano dx al fianco dx, sollevarsi
trasferendo il baricentro a sx eseguendo con le mani il movimento a “8
rovesciato”.
Quindi si solleva il ginocchio dx, coscia parallela al suolo, mentre le
mani si separano: la dx è perpendicolare al suolo, le dita verso il cielo, il
palmo a sud; la sx col palmo girato in basso vicino all’inguine (Fig.63).
Fig. 63 Il ginocchio sx è leggermente piegato.
39
80. Gallo d’oro sopra la gamba sx.
Portare il piede dx indietro di un passo, mentre le
mani formano una palla sul lato sx eseguendo un movimento
antiorario. Contemporaneamente trasferire il baricentro a dx
ruotando la palla a dx, sollevare il ginocchio sx piegato,
mentre il braccio sx si solleva circolarmente e
perpendicolarmente al suolo, col gomito piegato sopra il
ginocchio ed il palmo verso nord. La mano dx si abbassa con
palmo al suolo vicino l’inguine. (Fig.64)
Fig. 64
81. Un passo indietro e respingere la scimmia.
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 25 – 26 – 27 – 28 – 29.
82. Volo inclinato.
Sono gli stessi movimenti e direzione del passaggio n. 30.
83. Sollevare le mani e fare mezzo passo.
Sono gli stessi movimenti e direzione del passaggio n. 31.
84. Ali spiegate di candido airone.
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 10.
85. Sfiorare il ginocchio e fare un passo.
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 11.
86. Cercare l’ago in fondo al mare.
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 34.
40
87. Ventaglio.
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 35.
88. Serpe bianco mette fuori la lingua (CHUAN SHEN
PAI SHE TU HSIN).
I movimenti sono i medesimi del passaggio n. 36.
L’unica differenza consiste nel portare il palmo
aperto al fianco, invece del pugno chiuso, e di colpire con
un “mano aperta” invece del “pugno chiuso”. Queste
differenze sono molto sottili.
Anche la direzione è la stessa del passaggio n. 36.
(Fig.65)
Fig. 65
89. Fare un passo, piegarsi, parata e colpo.
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 37.
90. Fare un passo, parare inclinato, tirare indietro, premere, spingere.
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 38.
91. Frusta semplice orizzontale.
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 8.
92. Agitare le mani nelle nuvole (3 passi).
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 40.
93. TAN PIEN.
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 41.
94. Accarezzare la criniera del cavallo selvaggio.
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 42.
41
95. Mani incrociate (SHIH TZU SHOU).
Fare mezzo passo in avanti col piede sx,
allungando il braccio sx, col palmo verso l’alto, in
avanti all’altezza della gola, mentre si abbassa la
mano dx in avanti sotto il gomito sx, col palmo in
basso. L’avambraccio dx è di fronte al tronco.
(Fig.66)
Fig. 66
96. Girare ed incrociare le gambe (CHUAN SHEN SHIH TZU TUI).
Spostare il centro di gravità a dx, spostando
a dx il piede sx, girare il capo verso nord,
avvicinando le mani circolarmente al capo con i
palmi a nord. Contemporaneamente riportare il
peso del corpo a sx, abbassare le braccia alle cosce,
incrociarle e sollevarle con l’avambraccio sx
all’esterno, palmi all’interno, mentre si avvicina la
gamba dx, piegata e sollevata, calciare
orizzontalmente a est con la pianta del piede
sollevando simultaneamente le braccia di lato,
gomito piegato all’altezza della spalla. (Fig.67)
Fig. 67
97. Sfiorare il ginocchio e colpire l’avversario in basso (LOU HSIH CHI TANG CHUI).
Appoggiando in avanti verso est la gamba dx con un passo, sfiorare il ginocchio come
nel passaggio n. 14; avanzare e colpire in basso come nel passaggio n. 47. (Fig.68)
98. Fare un passo, parare inclinato, tirare indietro, premere, spingere.
42
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 38.
Fig. 68
99. TAN PIEN.
Sono gli stessi movimenti e direzione del passaggio n. 8.
100. Far salire il serpente.
Sono gli stessi movimenti del passaggio n. 78.
101. Formare le 7 stelle (CHI HSING).
Avvicinare la mano dx verso il fianco dx, formando una
palla con la mano sx che sta sotto col palmo verso l’alto.
Contemporaneamente trasferire il peso del corpo sulla gamba sx
ruotando in senso orario la mano sx davanti al tronco
orizzontalmente con le nocche verso nord.
La mano dx si distende in avanti sotto la sx, incrociando
gli avambracci, mentre le nocche sono verso ovest.
Simultaneamente sollevare la gamba dx parallela al suolo,
colpendo in basso con la pianta del piede. Rimanere in questa
posizione di equilibrio col peso sulla gamba sx tenendo il
ginocchio leggermente flesso. (Fig.69) Fig. 69
43
102. Ritirata a cavallo di tigre (TUI PU KUA HU).
Riportare il piede dx indietro trasferendovi il peso del
corpo, separare le mani: la dx va verso l’alto, di lato alla tempia
dx, mentre la sx va in basso a sfiorare il ginocchio, come il
passaggio n. 10. (Fig.70)
103. Girare intorno e calcio di loto (CHUAN SHEN PAI
LIEN).
I movimenti sono gli stessi del passaggio n. 56. (Fig.71)
Ma le mani vengono portate all’altezza del petto circa e i
palmi paralleli al suolo colpiscono i piedi.
Fig. 70
104. Uccidere la tigre con l’arco (WAN KUNG SHE HU).
Portare il piede dx avanti trasferendovi il baricentro, mentre si sposta il peso in avanti,
abbassare circolarmente le mani verso dx, stringendo i pugni, sollevarle colpendo a ovest con
le nocche verso l’alto, come se si tendesse un arco. I gomiti sono leggermente flessi. (Fig.72)
Fig. 71 Fig. 72
44
105. Colpire l’avversario con un pugno.
Sono i medesimi movimenti del passaggio n. 18 e n. 57.
106. Fare un passo, piegarsi in basso, parare inclinato, parata e pugno.
Tutti i movimenti sono gli stessi del passaggio n. 58.
107. Apparenza di chiusura.
Il movimento è uguale al passaggio n. 20.
108. Conclusione della Grande Meta (HE TAI CHI).
Girare il corpo e le braccia portando il peso a dx, fino a guardare verso nord, mentre le
dita del piede sx si assestano.
Sollevare leggermente le mani circolarmente a nord,
all’altezza del capo, riportare il baricentro sul piede sx, mentre si
abbassano le mani alle cosce. Contemporaneamente avvicinare il
piede dx parallelo al piede sx, (nella posizione naturale come
quella di partenza), incrociando e sollevando le braccia all’altezza
del petto, e piegando l’anca, il peso su ambedue i piedi. (Fig.19)
Mentre le braccia ritornano verso il basso con un circolo,
salendo dall’esterno all’altezza delle ascelle, con i palmi a nord, si
portano ai lati delle cosce circolarmente in basso, sollevando il
Kwa. (Fig.73)
Fig. 73
Si rimane fermi, cercando di percepire l’effetto di tutta la sequenza; poi si avvicina la
gamba sx al tallone dx, si saluta rispettosamente, terminando il ciclo.
Quando il praticante avrà appreso tutta la sequenza, così che risulti senza irregolarità o
interruzioni, potrà praticare l’intera forma all’inverso.
Lo stile sinistro (o inverso) consiste nel svolgere i movimenti in senso opposto. Ossia i
movimenti svolti col piede destro, ora lo saranno col piede sinistro, e i movimenti della mano
destra saranno svolti con quella sinistra. Così anche i giri del tronco a destra diventeranno a
sinistra e viceversa.
Questo allenamento consentirà al praticante l’acquisizione di notevoli benefici psico –
fisici, e una abilità fuori dal comune.
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Simbologia esoterica
del Tai Chi Chuan
(iter iniziatico)
Il Tai Chi Chuan è diviso un tre parti.
La prima parte è la parte Terra, ossia tutto ciò che riguarda il lato più basso, materiale
e negativo del carattere, indica il superamento del corpo, modellandolo e rendendolo perfetto.
A livello spirituale simboleggia la lotta per vincere gli istinti più bassi: il
combattimento va intrapreso su vari fronti contemporaneamente. Quando si perfeziona il
corpo, parallelamente si perfezionano anche il carattere e lo Spirito.
Nella prima parte l’approccio è soprattutto col corpo.
Mentre si esegue questa lotta col corpo, si sarà portati a lottare dentro di sé, a
raggiungere la perfezione come gli alchimisti che, mentre cercavano l’oro nei loro alambicchi
e riuscivano a produrlo, parallelamente lo trovavano in loro stessi
La ripetizione di varie figure nelle tre parti indica la necessaria costanza durante la
lotta contro l’ego; inoltre occorre rispettare anche la simbologia dei numeri: ad esempio il
numero 3 è considerato sacro e indica la costanza dell’azione; la ripetizione fa risultare
l’attacco più incisivo senza dispersioni.
I passaggi nella sequenza del Tai Chi Chuan stile Yang sono 108, secondo la
numerologia si ottiene il numero 9, numero 3 volte perfetto (3 X 3), cosicché il praticante si
identifica nella perfezione in tutti i tre piani.
1. Inizio del Tai Chi Chuan: CHI SHIH.
Simbolicamente significa aprire il proprio Io, renderlo manifesto, per esaminarlo e
modificarlo. Tutta la sequenza è la manipolazione dell’ Io che viene sublimato, si tratta di un
rituale sacro di purificazione: è necessaria la sincerità, in quanto l’Io deve per prima cosa
essere messo a nudo; divenendo duttili e costanti e ciò rende possibile il suo miglioramento.
(L’Io è inteso come ego, e anche come corpo, anima e Spirito). Ci si rivolge a nord
perché fin dall’inizio dobbiamo avere una direzione ben precisa simboleggiata dalla stella
polare.
46
2. – 3. Afferrare il passero per la coda, dx e sx.
I passi sono a sud-est e nord-est, il primo perché il passo indica lo yang e il secondo
perché è yin, sono gli opposti caldo, freddo, luce, buio, giorno e notte. Essi sono
complementari, uguali e in direzione opposta; simboleggiano il principio maschile e
femminile presenti nella personalità equilibrata.
4. Parare inclinato verso l’alto.
L’uomo è il solo artefice del proprio destino, raccoglie dal basso l’energia, la fa salire
in alto proiettandola davanti a sé, ma senza scagliarla lontano, anzi la controlla e la riporta
indietro: questo simboleggia la lotta che si sostiene contro il proprio Io, che continuamente si
ribella alla manipolazione.
5. Tirare indietro.
Simboleggia il cedere che deve far parte del corretto comportamento umano, inoltre
indica la continua presenza dei 2 opposti (avanzare e cedere), spostarsi a dx e a sx.
6. Premere avanti.
E’ l’alternanza e il fluire degli opposti, in cui ancora ci si dibatte, non avendo ancora
scoperto la causa unica.
7. Spingere (liberarsi).
Simboleggia la lotta ininterrotta che stiamo sostenendo.
8. Frusta semplice.
Si arriva alla massima apertura: è la prima vittoria relativa, è un aprirsi a sé stessi, ci si
riconosce.
9. Sollevare le mani.
E’ la conseguenza della prima vittoria ci si ferma in una posizione piuttosto stabile e
rigida rispetto alle altre: è come se ci si illudesse che il combattimento sia finito. La tecnica
continua con fare un passo e colpire di spalla o di gomito, perché la lotta continua e si
scaraventa via l’Io.
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10. Ali spiegate di candido airone.
Le ali simboleggiano lo spirito sempre presente, è la salvezza, il tendere istintivo verso
l’alto, l’airone è pronto a spiccare il volo ed infatti è la preparazione di sfiorare il ginocchio.
11. Sfiorare il ginocchio.
E’ una posizione stabile e ferma, mediante la quale si assapora una vittoria illusoria; in
realtà la battaglia è appena iniziata e la presunta sicurezza viene disillusa per altre tre volte.
La posizione appare sicura e stabile, mentre è temporanea e ingannevole, essendo
sempre presente lo squilibrio dovuto all’avversario che non permette la quiete.
12. Suonare il liuto.
La differenza fra il liuto e sollevare le mani è la seguente: nel liuto la posizione è
chiusa perché è in atto il combattimento mentre in sollevare le mani si è carichi di energia, le
braccia sono aperte e si assapora la vittoria, perciò si è vulnerabili, non essendo in posizione
difensiva.
13. Sfiorare il ginocchio e fare un passo – vedi n. 11.
14. Sfiorare il ginocchio e fare un passo – vedi n. 11.
15. Sfiorare il ginocchio e fare un passo – vedi n. 11.
16. Suonare il liuto – vedi n. 12.
17. Sfiorare il ginocchio – vedi n. 11.
18. Colpire l’avversario con un pugno circolare.
Indica colpire l’avversario in alto, ciò non conduce alla vittoria, in quanto occorre
prima di tutto tagliare le radici del male, è circolare per avere più forza, e verso l’alto per
colpire la cima della montagna, in realtà per far crollare il nostro ego di terracotta occorre
colpire alla base.
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19. Fare un passo piegarsi in basso e pugno (Chin pu – pan – lan – chui).
Tutta la sequenza ricorda che è presente il dualismo e lo spirito sta lottando contro
l’ego, ora colpiamo in basso, cioè iniziamo a essere consapevoli della nostra natura e
cerchiamo di colpirla alla base. Il colpo di taglio indica la liberazione dalla materia più
grossolana. Ormai la prima parte è finita, perciò occorre tagliare con decisione certe negatività
del carattere spingendole lontane.
20. Apparenza di chiusura.
Dopo la lotta sostenuta si ha un momentaneo riposo in cui si raccolgono le forze prima
di iniziare la seconda parte.
Seconda parte Uomo.
Uomo perché si lavora soprattutto sul carattere e sulla mente (Anima), ecco perché è
così lunga rispetto alla prima parte, in cui ci si limitava ad una sommaria pulizia, a togliere la
parte più grossolana. Ora il lavoro si presenta più analitico e minuzioso, richiede tempo,
perciò è più lungo. Si è ad un piano superiore, sia tecnico (come padronanza fisica), sia
mentale, in quanto compare già un barlume spirituale, simboleggiato dai movimenti più ampi
tendenti verso l’alto, certamente più difficoltosi, perché si è in grado di padroneggiare il corpo
e richiedono una maggiore concentrazione .
I movimenti più ampi (in potenza perché in realtà non si fanno), indicano una
maggiore apertura verso gli altri, che necessariamente deve avvenire nel carattere, in quanto
esiste una correlazione fra la pratica di questi movimenti e i mutamenti che avvengono
all’interno dell’animo.
Quindi si giungerà all’amore e alla comprensione degli altri, ma se ne parlerà in modo
più esauriente nella terza parte dedicata al Cielo, allo Spirito e alla perfezione.
21. Portare la tigre in montagna.
La tigre sei tu, devi diventare forte, potente, morbido e agile come una tigre,
identificandoti in essa, poiché devi diventare verso te stesso feroce come una tigre.
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22. Parare inclinato, tirare, premere, spingere.
La partenza riassume il combattimento duro sostenuto all’inizio, per affermare la
costante idea della lotta, evitando vana gloria e superbia, poiché la vittoria di una battaglia
(prima parte) non significa nulla, occorre essere sempre pronti a ricominciare da capo, ecco
perché ci sono tecniche che si ripresentano uguali nelle tre parti. Proprio per ricordare che
nulla è mai definitivamente superato, certe bassezze si possono verificare anche quando si è
avanti, e con umiltà bisogna nuovamente riaffrontarle.
23. Frusta semplice diagonale.
Segue sempre una vittoria provvisoria è un momento di trinfo; è diagonale perché ora
si è padroni di più direzioni ed è possibile agire a più livelli, sia il corpo che la mente possono
espandersi maggiormente.
24. Pugno sotto il gomito.
Indica la costante lotta e la necessità di essere vigili, non ci si può rilassare aprire,
altrimenti si diventa vulnerabili.
Occorre essere morbidi ma lucidi e vigili, non rilassati mollemente godendo un trionfo
illusorio, che non è certo umile né giusto; questa morbidezza deve aiutare il combattimento,
non l’ozio: la lotta è dura. Il pugno è sotto il gomito perché l’uno è un numero maschile ed
esprime l’eccezionale momento di lotta, da non ripetere più, il pugno è basso perché colpisce
il punto vitale basso dell’avversario. Infatti, pugno sotto il gomito non sarà più ripetuto.
25. Un passo indietro e respingere la scimmia (26. 27. 28. 29.).
Si respinge per 5 volte perché la scimmia è l’animale che più ricorda la bassezza
umana, è l’uomo della parte Terra che torna.
E’ un colpire cedendo, qui yin e yang sono uniti, è 5 volte perché è il numero
dell’uomo, dei 5 elementi, del 3+2, cioè del divino e dello yin, per indicare la fermezza unita
alla dolcezza. Il 2 è femminile i 3 è attivo, ma è superiore all’uno perché l’uno indica la
brutalità maschile, è l’unione dell’ 1 e del 2.
Indicando un superamento questa difesa deve essere costante, ferma e duttile. La
costanza è rappresentata dal 2.
50
30. Volo inclinato.
Dopo la vittoria sulla scimmia si è carichi di energia, infatti i movimenti delle braccia
sono ampi e aperti.
31. Sollevare le mani fare passo e colpo di spalla o di gomito.
Il movimento orizzontale ampio permette di assaporare la forza accumulata: le braccia
ne sono cariche, se ne è circondati. Tuttavia anche questa è una vittoria apparente, perché
dopo il lampo d’orgoglio l’ego si rafforza quindi occorre ricominciare la lotta ancora più
duramente, scaraventando via il nemico.
32. Ali spiegate di candido airone.
Vedi n. 10: ancora non ci si è appropriati pienamente della consapevolezza, si è agli
inizi.
33. Sfiorare il ginocchio – vedi n. 11.
34. Ago in fondo al mare.
La posizione col tronco inclinato indica che ci si sta abbassando, cioè si sta
realizzando l’umiltà. La figura indica l’impresa ardua di trovare l’ago, cioè la parte più
piccola e nascosta, nel mare delle sovrastrutture del carattere; cioè bisogna arrivare al nucleo,
all’ Io più profondo. Si tratta di un esame minuzioso, perché mentre si scende in fondo al
mare si vedono tutte le altre cose, ossia si devono scolpire tutti i lati del carattere, solo alla
fine si trova l’ago.
35. Ventaglio.
Indica un combattimento verso aspetti ben precisi del carattere: ci si apre come un
ventaglio, il raggio di azione è vasto.
Dopo che si sono esaminati i vari aspetti negativi da cambiare, si diventa un’arma da
taglio vivente, perché ci si seziona, si combatte una lotta interiore. Il nemico è la parte bassa
di te, ma tu possiedi un ventaglio per difenderti e tagliare, se non la testa, almeno qualche
membra dell’ego. Infatti, non è ora il momento di uccidere, sarebbe come tagliare la testa
51
dell’Idra: da ogni testa tagliata ne rinascerebbero 7, cioè l’ego riaffiorirebbe perché ogni
soddisfazione di vittoria, anche inconsciamente può generare orgoglio, e determinare un
allentamento della difesa.
(L’ego ne approfitterebbe per risollevarsi).
36. Girare e colpire l’avversario con un pugno.
Il movimento di girare le braccia in modo ampio sta ad indicare la raccolta di ogni
forza, ma anche il pugno e il gomito sono tecniche grossolane che non possono uccidere, per
ora, l’ego definitivamente.
37. Chin pu – pan – lan – chui.
Continua il combattimento grossolano precedente.
38. Fare un passo parare inclinato, tirare premere spingere.
Sarebbe un ripetere, vedi numeri precedenti.
39. Frusta semplice.
Vedi n. 8 questo movimento si presenta dopo tutte le battaglie più faticose per indicare
un attimo di pausa, un raccogliere le energie dopo la vittoria provvisoria.
40. Agitare le mani nelle nuvole.
I movimenti ampi, circolari e armoniosi indicano la ricchezza di energia che si è
conseguita. L’immagine è suggestiva, parla di nuvole perché dopo una vittoria contro l’ego ci
si innalza oltre la materia, in quanto si è momentaneamente purificati. Viene eseguito il
movimento tre volte perché è il numero sacro della trinità divina e alchemica simboleggia il
superamento degli opposti, l’unione dell’ 1 col 2 per tornare all’unità. Viene ripetuto tre volte
in tutto il Tai Chi perché è la realizzazione sui tre piani.
Infatti questa posizione è particolarmente simbolica nell’indicare la salita dell’energia,
il suo rimescolamento e il desiderio di elevazione, per un totale di 9 movimenti perché 3 volte
sacro.
41. Frusta semplice.
Qui non indica più solo energia e gioia per la vittoria, ma la necessità di estendere
52
amore a tutti.
42. Accarezzare il cavallo.
Praticamente ora si ricomincia andando in posizione di difesa e attacco, ci si prepara
ad un’altra lotta ancora più impegnativa delle precedenti. Ora si dovrà diventare elastici
(sovrapponendo il sx al dx circolarmente) perché ora predomina la parte femminile.
Durante la battaglia contro l’ego non sempre è possibile attaccare con durezza, ma
occorre essere dolci e morbidi, pur mantenendo la fermezza. (Si tratta di una presa che
immobilizza e solleva, togliendo all’avversario la possibilità di nuocere.)
43. Separare il piede dx.
Il nemico ora è indebolito quindi si può scaraventarlo con un calcio basso, togliendogli
le forze, perché l’ego ha necessariamente bisogno di un contatto costante con la materia.
Si usa un calcio basso perché non si ha ancora la forza di sostenersi a lungo su una
sola gamba, pur riuscendo a svincolarsi dalla materia più pesante. Tutte le tecniche di calcio
evidenziano questo: oltre a colpire il nemico scaraventandolo lontano, indicano la capacità di
innalzarsi, e di rinunciare per tempi sempre più lunghi al contatto con la materia, ma ancora
non si possiedono le ali dello spirito, pur avendo toccato le nuvole.
44. Separare il piede sx.
Si abbassano le mani racchiudendole davanti, per verificare tutta l’energia disponibile
preparandosi agli altri attacchi, (l’energia specie all’inizio, la senti scorrere lungo le braccia e
le mani come se si sostenesse qualcosa di soffice e leggero; col tempo ti sentirai circondato e
accompagnato nei movimenti da un involucro impalpabile).
Ora le braccia si aprono perché non si colpisce solo col piede, ma anche con l’energia:
è come se dalle proprie mani si lanciassero frecce. Questo indica il raggiungimento di un
livello superiore, ormai si è padroni del corpo, avendo raggiunto equilibrio, forza, capacità di
elevazione e di mantenere col suolo un contatto sempre più ridotto.
45. Girare e calciare con pianta del piede sx.
Il significato è il medesimo, la ripetizione indica la costanza dell’azione, si gira perché
si è in grado di dominare lo spazio.
53
46. Sfiorare il ginocchio e fare un passo con la sx e con la dx.
Questo indica che ogni tanto si ripropongono vecchi errori di comportamento, di
valutazione da superare, per cui anche i passi si ripetono. Gli errori non sono grossolani come
la prima parte ma più fini, benché la matrice sia la stessa. (Per quanto riguarda la
enumerazione dei passaggi, non si tratta di una questione burocratica tesa ad ottenere il
numero. Il fatto è che all’inizio occorre puntualizzare ogni cosa, in seguito non serve, infatti
qui abbiamo in una sola enumerazione 2 passi, ossia nella prima parte si dividono
distintamente tutti i passi per rendere meglio la pesantezza della materia, mentre nella seconda
parte i 2 passi sono raggruppati perché la pesantezza è ridotta a metà, cioè un passo della
prima parte corrisponde a 2 passi della seconda parte).
I due passi indicano anche che sono presenti in egual misura i due principi, che col
tempo cesseranno di lottare per essere fusi insieme.
Questo è considerato un passo molto stabile infatti su questo devi costruire il tuo
carattere: senza la costanza e la stabilità non puoi costruire alcuna cosa.
47. Fare un passo e colpire in basso.
Il fatto di colpire in basso indica che i difetti vanno colpiti alla radice, non appena si
manifestano. Richiama l’ago in fondo al mare questo perché si rende necessaria l’umiltà di
riconoscere i propri errori che vanno colpiti, mentre in ago in fondo al mare dovevano ancora
essere cercati, qui si sa bene quali sono.
48. Girare e colpire l’avversario con un pugno circolare.
Una volta individuato il difetto da eliminare, è necessario un duro lavoro: prima si
sgrezza il carattere (la pietra grezza, il tartaro) con colpi grossolani, in seguito lo si modella in
modo più raffinato usando colpi di taglio (pietra cubica).
Comunque le battaglie e le vittorie sono sempre provvisorie e tutto può essere messo
in discussione.
49. Chin pu – pan – lan – chui.
E’ comunque la continuazione del discorso precedente, la tecnica viene intesa a un
livello superiore ma il significato è il medesimo.
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50. Il piede dx calcia in alto.
Questa sequenza è molto bella perché indica la decisione che occorre per iniziare,
infatti è il piede dx che prende l’iniziativa e aggredisce. Per iniziare ogni combattimento tocca
alla parte maschile, che indica la tendenza a cambiare, mentre la sx è la tendenza a
conservare, la dx è il furore distruttivo, la sx è la dolcezza riparatrice. Ecco perché di solito si
inizia con la parte dx, la stessa sequenza inizia a dx anche se poi è indispensabile il
bilanciamento a sx altrimenti si avrebbe solo una distruzione, la sx assicura la maternità
quindi la costruzione.
Perciò non basta distruggere i difetti occorre costruire e rinsaldare la base positiva.
51. Colpire la tigre a sx.
E’ ancora la tigre della fine della prima parte, gli istinti si ripresentano, e occorre
colpirli con la loro stessa ferocia. Si colpisce a sx per equilibrare l’attacco precedente a dx: la
parte femminile deve contribuire quanto quella maschile al miglioramento del carattere, anche
se con mezzi diversi, unendo alla decisione la consapevolezza.
52. Colpire la tigre a dx.
Ogni passo va equilibrato con il suo opposto: spesso si verificano situazioni
simmetriche, questo perché l’energia non va usata in modo unilaterale ma in ogni direzione,
formando un carattere equilibrato.
53. Il piede dx calcia in alto.
Questa serie di attacchi di calcio indica una lotta molto dura, ma anche il desiderio di
elevazione. Il calcio dx serve a indicare che spetta alla parte maschile il lavoro più duro
fisicamente, a quella femminile spetta un lavoro meno spettacolare ma più interiore.
54. Colpire alle orecchie con entrambi i pugni.
Nonostante tutti gli attacchi ricevuti il nemico interno continua a tormentare, perciò il
colpire le orecchie indica la sua incapacità di ascoltare la voce dello spirito che non gli
permette di staccarsi dalla materia. (Il nemico interno è dentro di noi, siamo come divisi in
due, perciò la parte che sente la voce dello Spirito colpisce l’altra, come per richiamare la sua
attenzione alle orecchie, in modo che anch’essa possa prenderne coscienza: non è un tappare
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le orecchie, anzi è un tentativo di sbloccarle).
55. Il piede sx calcia in alto.
Ora è la volta della parte femminile che usa mezzi più dolci (simbolicamente), come la
comprensione, per coinvolgere la parte più bassa e spingerla in alto.
56. Girare intorno e calciare con pianta del piede dx.
Il fatto di girare intorno indica che si è padroni dell’intero essere ed è possibile agire in
ogni direzione. Il calcio dx è un bilanciare l’energia lanciata col sx, sono le due facce di
un’unica medaglia. Prima si calcia in una direzione sud-ovest con un piede (sx) poi anche col
dx ma verso ovest.
Dopo aver assaporato la propria potenza che consiste in un ampio giro in cui le braccia
sono estese, perché si sta raccogliendo energia, la si verifica e la si soppesa.
57. Colpire l’avversario con un pugno circolare.
Dopo aver verificato il proprio potenziale di energia si può nuovamente combattere,
ogni azione è bilanciata, seguita o preceduta da un attimo di pausa durante il quale si prende
consapevolezza delle proprie capacità e in base a quelle si decide il tipo di attacco.
Perciò non si tratta di un continuo e furibondo combattimento, né di una quiete totale
yin e yang, ma di un alternarsi benefico dei due momenti. Il raccordo fra un passo e l’altro è
costituito da movimenti di braccia che raccolgono energia: in tutti i movimenti ampi delle
braccia, tan pien, sollevare le mani, indicano che si è carichi di energia, le braccia ne sono
piene, perciò si può affrontare un combattimento aspro. Ma anche tutti gli altri raccordi
servono a raccogliere le energie, che invece di essere così esplicite, vengono introiettate,
infatti sono contemporanee al momento dell’inspiro.
I raccordi migliori sono equilibrati ed essenziali, gli arzigogoli risultano più dispersivi.
La cosa migliore è formare un cerchio in cui convogliare e rendere manifesta la
propria energia. [Tuttavia molti Maestri sono affascinati dai movimenti aggraziati, perciò ne
abbondano: il risultato, secondo me, è un impoverimento dell’energia.]
58. Chin pu – pan – lan – chui.
Si tratta di un combattimento ormai ritualizzato che si ripropone ad un livello
superiore, indica che non si è ancora liberi dai vecchi difetti.
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59. Apparenza di chiusura.
Come nella prima parte dopo un combattimento molto duro e vittorioso non ci si deve
illudere, infatti, anche qui la chiusura è solo apparente, resta ancora molto lavoro da compiere.
E’ indicativo come i passaggi conclusivi delle due parti siano così simili, proprio per
insegnare a non essere superbi.
60. Portare la tigre in montagna.
Come nella prima parte dopo il combattimento che è stato faticoso è necessario un
attimo di riposo (momento yin) durante il quale si raccolgono le energie per prepararsi al
combattimento seguente che è l’inizio delle terza parte che riguarda lo Spirito il Cielo.
Terza parte Cielo.
Ci si è svincolati dalla parte più pesante e grossolana (prima parte) inoltre si è lavorato
in modo sistematico, rendendo perfetto il carattere (seconda parte): l’ultimo movimento
ricorda che per coronare questa perfezione è necessaria l’umiltà. Ora è possibile sollevarsi
verso l’alto ne sono simbolo i due passaggi di mani nelle nuvole. (Ormai ci si è innalzati
perciò tutti i movimenti della terza parte sono la metà più leggeri di quelli della seconda parte
anche se entrambi i piedi toccano il suolo: ciò che conta è la disposizione d’animo).
Se vogliamo quantificare, nella prima parte abbiamo il 100% di pesantezza, nella
seconda parte il 50%, nella terza parte lo 0%, perciò qualunque movimento che si faccia ora è
come se si camminasse sulle nuvole, mentre nella seconda parte, quelle stesse nuvole sono
state toccate solo per poco e solo con le mani.
Seguendo la logica dei passi e dei movimenti della prima e della seconda parte, la
terza parte dovrebbe essere composta di numerosi balzi (vedi la terza parte dello stile Chen)
proprio per indicare che ormai si è parte del cielo, in realtà succede il contrario, perché non si
sarebbe compresi, questa è una verità incomunicabile.
In precedenza si è realizzato il volere poi si è conseguito il sapere quindi il potere. Ora
si ha l’obbligo di tacere.
Nella prima parte sei ancorato al terreno in tutti i sensi e anche gli altri ti vedono così,
nella seconda parte ti stai svincolando, ma rimani ancora ben visibile a tutti perché sei ancora
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parzialmente legato alla materia. Nella terza parte non lo sei più, tuttavia questo non è visibile
né può essere comunicato agli altri: ecco perché il numero dei calci è inferiore.
61. Parata inclinata verso l’alto, tirare indietro, premere avanti, spingere.
E’ da notare che la terza parte inizia come la seconda, perché richiama l’idea della
ripetizione dei movimenti, la parata inclinata è uguale a sfiorare il ginocchio perché ora
possiamo abbreviare e giungere più rapidamente a una parata e a fare un attacco più deciso,
dal momento che le nostre capacità sono aumentate, come accaduto per l’inizio della seconda
parte rispetto la prima parte. Proprio perché ogni combattimento va ripetuto a un livello
superiore e i problemi risolti in precedenza possono riproporsi, tutte le tecniche che si
ripetono stanno a indicare il pericolo sempre presente dell’orgoglio, che va combattuto
costantemente.
62. Frusta diagonale.
Proprio ad indicare che ci si è innalzati sopra l’orizzonte e da questo momento si
cammina sulle nuvole.
63. 64. 65. Separare la criniera del cavallo selvaggio.
Poiché si sta salendo in alto i movimenti ampi indicano la ricchezza di energia
conseguita, ora si possiedono le ali dello Spirito (hai fatto tue le ali dell’airone). I 3 passi
simboleggiano il superamento dei 2 opposti.
66. Afferrare il passero per la coda.
Nella prima parte i due passi indicano la netta separazione fra yin e yang. Qui al
contrario, ne ribadiscono la complementarietà, la necessaria fusione e compresenza.
Mentre nella prima parte si accentuava la separazione, qui si sottolinea l’unione. Il
passo verso nord indica un nuovo punto di partenza, simile a una rinascita.
67. Fare un passo parare inclinato in alto, tirare, premere, spingere.
Si tratta sempre del rituale già trattato, perché occorre sempre essere vigili, soprattutto
mentre si sta raggiungendo la vetta.
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68. Frusta orizzontale.
Indica una stasi che precede il lavoro seguente femminile, non c’è cambiamento, è un
consolidare la posizione raggiunta.
69. 70. 71. 72. Dama di giada lavora all’arcolaio.
Ogni miglioramento non è più violento, ma sottile, impercettibile, occorre ascoltare la
parte più dolce e soprattutto occorre far emergere il lato più amorevole del carattere.
L’arcolaio ricorda il lavoro virtuoso e ripetitivo delle donne, capace solamente alla
fine di dare gioia e soddisfazione : è un lavoro paziente, non certo appariscente, né richiede
forza fisica, rimane a un livello interiore e anziché distruggere costruisce e sa dare gioia agli
altri. Questo indica la metodicità necessaria, la dedizione e l’abnegazione.
Si sviluppa nei 4 angoli per indicare che si deve elargire gioia e amore
indifferentemente a tutti e in eguale misura. L’energia deve espandersi nei quattro punti
cardinali dell’universo simboleggiando la circolarità: infatti, non si tratta dei 4 punti ben
definiti, sono invece volutamente a caso, pur essendo ben ordinati per indicare l’estensione a
tutti. Ogni direzione è un passaggio per sottolinearne l’importanza; il fatto che ora sia il lato
femminile ad agire, donando senza farsi notare, indica un’importante condotta che va ripetuta
4 volte, cioè 2 volte per 2, 2 volte femminile.
La donna indica il lato yin che va sviluppato allo stesso modo del lato yang, perciò
l’immagine è quella di una dama. La giada è verde, il colore di venere, inoltre è preziosa e
resistente nei secoli, per indicare l’importanza dell’Opera e la sua costanza e durata.
73. Afferrare il passero per la coda.
Poiché non si ha mai una vittoria definitiva, anche dopo aver combattuto sia in modo
yang che yin, il nemico può ripresentarsi.
Il nome significa che è una cosa impossibile e contronatura tentare di immobilizzare le
ali dello Spirito: tutti cercano di impadronirsene, ma se ci sono estranee non è possibile
afferrarle. Occorre farsele crescere.
Ora queste ali sono cresciute, le possediamo, mentre all’inizio ci erano estranee. Chi
volesse impadronirsene prima del tempo, otterrebbe solo ali di Icaro. Anche in Alchimia ha
importanza il principio volatile (il mercurio), proprio per indicare la necessaria spinta verso
l’alto senza la quale non è possibile realizzare La Grande Opera, ma questo è trattato più
ampiamente nel capitolo riservato al Tai Chi e Alchimia.
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Ogni passaggio e figura del Tai Chi Chuan, costituiscono una tappa dello sviluppo
interiore, le parole stesse delle figure e passaggi ripetuti, evocano magicamente per analogia
la tendenza alla sua realizzazione; ecco perché ripetendo coscientemente la sequenza,
attraverso l’identificazione si attua in sé stessi questo sviluppo.
Naturalmente questo insegnamento viene tramandato da Maestro a discepolo
attraverso una trasmissione diretta e segreta. Di conseguenza questo trattato dà solo una
conoscenza velata, mentre una conoscenza reale ed esplicita viene trasmessa solo direttamente
ai discepoli più avanzati.
74. Fare un passo, parare inclinato, tirare indietro, premere, spingere.
Finché non si avrà una completa fusione dei due principi non si raggiungerà
l’equilibrio: perciò si ripropone la lotta e il dualismo, sia pure a livelli sempre più sottili.
75. Frusta orizzontale.
E’ necessario aprirsi raccogliendo tutte le possibili energie, è orizzontale perché si
tratta di un momento di stabilità: dopo la lotta sono indispensabili riposo e assestamento.
Il fatto che sia orizzontale, inoltre, indica che è stato raggiunto un momentaneo
equilibrio.
76. Agitare le mani nelle nuvole.
Questo momento simboleggia il volo, infatti quello che ora si stanno movendo non
sono le mani bensì le ali, che servono a salire dalla posizione stabile di tan pien.
77. Frusta orizzontale.
Dopo il volo si ha un nuovo momento di pausa, come sempre i movimenti vanno
dosati con le pause. Essendo una posizione ampia permette alle mani di raccogliere energia e
alle gambe di trovare una posizione stabile di riposo, prima di continuare.
78. Far salire il serpente.
Rivolgendosi agli altri ormai si è in grado di fare emergere tutto il meglio che c’è in
loro, aiutandoli a sollevarsi a loro volta. Naturalmente questo è rivolto anche a sé stessi:
occorre scendere dentro di sé e far salire la parte migliore. Equivale a trovare l’oro alchemico.
Il serpente può entrare ovunque è agile e duttile, morbido e veloce, essendo sottile può
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aprirsi un varco anche nel sottobosco, nell’animo più intricato, può anche salire verso l’alto.
Perciò l’uomo può scegliere identificandosi con esso, rimanere dentro il buio di una
caverna oppure salire verso il sole. Si tratta dello stesso principio che nello Yoga è chiamato
Kundalini, l’energia primordiale che dorme raggomitolata nella sua sede alla base della
colonna vertebrale, ma opportunamente risvegliata, sale in alto verso la luce.
79. 80. Gallo d’oro sopra ginocchio dx e sx.
Il fatto che ora compaia un metallo prezioso come l’oro, indica che si è vicini al
compimento della Grande Opera. La posizione su una gamba ricorda che si possiede un
grande equilibrio fisico – mentale.
Inoltre si è eretti e non troppo coperti, in quanto ci si sente pieni di energia e nulla
sembra che possa colpirci.
Poiché è la gamba sx a sostenerci all’inizio, sottolinea la tranquillità interiore, anche se
non si tratta di una posizione completamente passiva. Quando il peso passa a dx e si solleva la
gamba sx, indica il principio che domina il Tai Chi, dell’alternanza delle forze, inoltre si
esegue un passo indietro fra la prima posizione e la seconda posizione per preparare alla
cedevolezza necessaria del passaggio successivo.
81. Respingere la scimmia cinque volte.
I cinque passi stanno a indicare la definitiva vittoria contro i cinque elementi del
mondo materiale. La lotta è esclusivamente interiore, si ha un ritorno alla brutalità materiale
che va vinta e controllata con ferma dolcezza.
82. Volo inclinato.
Si ripropone la figura della seconda parte naturalmente tutto risulta su un piano
superiore, più elevato anche se non si è mai esenti dal pericolo. Anche nel volo inclinato
riceviamo un attacco, però ne usciamo vincitori e carichi di energia.
83. Sollevare le mani e fare mezzo passo (come prima).
84. Ali spiegate di candido airone (come prima).
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85. Sfiorare il ginocchio.
Si ripetono i passaggi già effettuati riproponendo lo stesso combattimento in tutte e tre
le parti, perché il cambiamento da effettuare e difficile, soprattutto ora che stiamo lavorando
sul sottile.
86. Cercare l’ago in fondo al mare.
Stessa essenza della seconda parte, mentre prima si lavorava sulla pietra grezza per
ottenere la pietra cubica, ora occorre squadrarla ulteriormente per trovare la pietra filosofale, o
elisir di lunga vita, perciò occorre cercare con maggior attenzione.
87. Ventaglio.
Simile alla seconda parte, è il lavoro di rifinitura, è un tagliare via le parti superflue o
dannose al carattere.
88. Serpe bianco mette fuori la lingua.
L’immagine del serpente ricorda quella precedente con tutti i riferimenti del
combattimento che ci accompagna costantemente.
L’elemento nuovo qui non è l’attacco, ma il colore bianco indicante la purezza e la
liberazione che stiamo conseguendo. In Alchimia il bianco era il colore immediatamente
precedente al rosso, che ne indicava la parte conclusiva, il bianco corrispondeva all’argento
Piccolo Magistero, Albedo, mentre il rosso simboleggiava l’oro Grande Magistero, Rubedo.
Nella seconda parte (girarsi e colpire circolarmente con pugno) doveva indicare un
attacco e una difesa ben evidente, con vari colpi, qui invece è sufficiente una immagine
simbolica (la tecnica rimane però uguale), poiché il combattimento è ancora più sottile e
interiore. Il fatto che esteriormente risulti uguale nei movimenti sta a sottolineare che i
combattimenti si ripropongono all’infinito, sempre per gli stessi motivi.
Il nome di serpe bianco mette fuori la lingua ha un preciso riferimento simbolico, e
serve a far capire, o comunque a porsi domande, sulle differenze e somiglianze. E’ necessario
che gli allievi ragionino su quello che stanno facendo, altrimenti rischiano di ripetere la
sequenza in modo monotono e inconsapevole, mentre occorre praticare assaporando ogni
passo, e sentirlo vibrare e agire in sé.
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89. Chin pu – pan – lan – chui.
Serve a ribadire l’umiltà e la vigilanza estrema, fino alla fine, perché non ci si può mai
considerare arrivati.
90. Fare un passo, parare inclinato, tirare indietro, premere, spingere.
Vale il discorso precedente anche per questo passaggio, tuttavia il ripetere quasi
pedissequo indica la metodicità del lavoro interiore che va praticato quotidianamente.
91. Frusta semplice orizzontale.
Perché dopo ogni lotta è necessario un breve periodo di pausa.
92. Agitare le mani nelle nuvole – tre passi.
Questi tre passi simboleggiano il raggiungimento della perfezione, la fusione dei due
opposti, il ritorno all’unità attraverso l’Uno e il Due, il nuovo essere che sta nascendo è il loro
superamento e contiene in sé le parti migliori dello yin e dello yang. Anche in Alchimia il
compimento della Grande Opera era raffigurato da un bambino, il figlio perfetto, una rinascita
superiore. Corrisponde alla Difficoltà iniziale de I Ching ( il libro dei mutamenti) dal quale il
Tai Chi Chuan prese origine, corrisponde alla simbologia numerica del 3 unendo il creativo
col ricettivo.
Come la Difficoltà iniziale indica il mutamento che si deve compiere così agitare le
mani nelle nuvole è un momento di passaggio e di elevazione.
93. Frusta semplice orizzontale.
Si tratta di un momento di stasi, si è fermi per assaporare meglio la beatitudine.
94. Accarezzare la criniera del cavallo selvaggio – come n. 42.
95. Mani incrociate.
Ora si raccolgono tutte le energie, attraverso un’ultima analisi del lavoro svolto. La
posizione di incrocio richiama la figura della croce di perfezione ed equilibrio, poiché i
quattro bracci sono uguali, per indicare l’equilibrio raggiunto, e tutti convergono in un centro
preciso. L’analogia con la croce alchemica e astrologica che compone i vari simboli grafici è
la medesima che troviamo in questo passaggio e nel successivo, tuttavia esiste analogia anche
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con la svastica orientale composta sempre da quattro braccia uguali e indica il flusso e il
riflusso dell’esistenza.
Anche in Occidente è presente il simbolismo della croce, quella cristiana ricorda la
perfezione raggiunta dal Cristo attraverso il suo superamento della morte. Le quattro braccia
della croce sono però uguali a due a due, in quanto ricordano il luogo del suo martirio.
96. Girare e incrociare le gambe.
Ormai si sente la perfezione in ogni parte del proprio essere, il girare indica che si è
padroni dello spazio, avendo superato i concetti di spazio – tempo.
97. Sfiorare il ginocchio e colpire l’avversario in basso.
Si colpisce in basso perché si scende sempre più profondamente, si è giunti al nocciolo
dell’ Io interiore, si è praticamente al centro della croce.
98. Fare un passo parare inclinato, tirare indietro, premere, spingere.
Questo passaggio inizialmente indicava una lotta fra i due opposti, o comunque contro
il proprio ego, qui simboleggia la dialettica della vita in generale, poiché ormai facciamo parte
dell’assoluto, quindi stiamo solo osservando ciò che accade nel mondo.
99. Frusta orizzontale.
E’ sempre un momento di stasi poiché siamo al di fuori e al di sopra di tutto, quindi si
è interiormente immobili.
100. Far salire il serpente.
E’ la parte terminale della sequenza: Kundalini è giunta al suo luogo ideale, l’unione è
ormai raggiunta; questo passaggio si trova solo nella terza parte poiché il risveglio vero e
proprio si ha solo dopo che si è perfezionata la base.
101. Formare le sette stelle.
Siamo padroni del cielo, ormai conosciamo il nostro fine ultimo. le sette stelle sono
quelle fondamentali per l’orientamento, universalmente conosciute: sono le stelle del carro di
cui l’Orsa Minore punta il Nord: ecco perché il Tai Chi Chuan inizia e termina guardando
quella direzione.
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102. Ritirata a cavallo di tigre.
Poiché ora si cavalca la tigre, ci si serve della sua energia sublimandola. La posizione
è uguale a quella dell’airone, ma l’immagine della tigre è più potente della figura eterea
dell’airone, della quale già si posseggono le ali, ora ci si impadronisce anche della potenza
della tigre sovrastandola. (La tigre simboleggia tutto ciò che è fisico: la materia, il corpo,
l’ego). La posizione è chiamata ritirata perché per dominare non serve la forza fisica, è
sufficiente la forza dolce quindi femminile. Qui è la forza e il potere di chi conosce tutto,
poteri sui cinque elementi, poteri di chiaroveggenza, ecc… Dal momento che tempo e spazio
sono superati, l’energia sarà usata per scopi benefici.
103. Girare intorno e calcio di loto orizzontale.
Essendo padroni dello spazio si domina ogni direzione: entrambe le braccia compiono
movimenti uguali formando un vortice di cui si è il centro, i gomiti leggermente flessi
richiamano l’idea di una spirale e di un cerchio. Il loto rappresenta il candore dello Spirito che
nasce anche nelle condizioni più avverse. Il calcio serve a staccarlo dalla matrice materiale
innalzandolo ed elevandolo.
Naturalmente ogni distacco è inizialmente traumatico e doloroso, come appunto indica
il calcio, perché continuamente finché siamo in vita siamo sottoposti alla legge dei contrari,
anche se riusciamo a elevarci, è contro ogni rischio di orgoglio, occorre sempre tenere
presente la nostra condizione precaria, fino alla fine non si è perfetti.
104. Uccidere la tigre con l’arco.
Dopo che abbiamo raccolto il meglio e che sappiamo dominare la materia, questa non
ha più potere su di noi e dobbiamo aiutare gli altri a ucciderla definitivamente. Si usano l’arco
e le frecce perché richiedono tutta la nostra concentrazione: il colpo deve essere uno solo,
perciò non si può sbagliare. L’identificazione con la freccia indica che dobbiamo essere
altrettanto accuminati, veloci, e con un obbiettivo preciso da raggiungere (l’aiuto vero gli
altri).
Nella figura il colpo viene inferto con due pugni per ottenere l’equilibrio fra le due
braccia, delle quali una funge da arco e l’altra da freccia: l’arciere tiene alzate entrambe le
mani, circa alla stessa altezza.
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105. Colpire l’avversario con un pugno circolare.
Il pugno circolare richiama la fine del giro (la realizzazione), è il compimento
dell’Opera il rientro nell’assoluto, richiama la figura del serpente che si morde la coda,
indicando il tutto indifferenziato, l’ Uruborus.
106. Chin pu – pan – lan – chui.
E’ l’ultimo dono che lasci all’umanità insegnando ciò che hai imparato, comunicando
come superare la dialettica della vita materiale, come superare gli opposti e giungere insieme
alla realizzazione.
107.Apparenza di chiusura.
Possiamo decidere di tornare in terra per aiutare gli altri, ecco perché può essere un
nuovo inizio, naturalmente ciò rappresenta un grande sacrificio, ma potremo servire
maggiormente a tutti.
Il sacrificio è perché vivi in terra straniera, probabilmente non sarai compreso proprio
perché sei diverso, non è la terra in cui si vuole vivere. Può trattarsi di una chiusura relativa,
perché prelude un nuovo inizio: o nel cielo dello Spirito, o di nuovo in terra.
108.Conclusione della grande meta.
Il n. 107 e 108, sono scanditi pur essendo un unico passaggio per costringere a vivere
più intensamente questo momento. Abbiamo deciso l’una o l’altra via, ma in entrambi i casi
siamo nell’eternità come indica la posizione ferma e immobile, ben stabile: entrambe le vie
sono valide, a te spetta la decisione.
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Alchimia del Tai Chi Chuan
Anche nel Tai Chi Chuan sono riscontrabili determinati passaggi che denotano
l’evoluzione dell’allievo, che da semplice apprendista diventa Maestro e trova in sé la verità
chiusa nel cuore. Come in Alchimia troviamo 12 processi così nel Tai Chi Chuan ritroviamo
12 momenti fondamentali, la ripetizione dei quali determina una maggiore consapevolezza.
Come l’alchimista per lungo tempo lavorava alla pietra grezza, così il praticante di Tai
Chi Chuan deve ripetere la sequenza con costanza curandola e osservandola, scoprendo nuovi
particolari giorno per giorno.
Poiché la verità è unica, ma esistono vari linguaggi per comunicarla, la verità
racchiusa nel Tai Chi Chuan è comunicabile anche col linguaggio alchemico. Infatti si tratta
di un iter iniziatico, in cui sono compresi molti passaggi, per cui è possibile trovare analogie
con gli arcani maggiori dei Tarocchi, con miti antichi, con I Ching con lo Yoga e con tutto ciò
che può portare luce ed evoluzione all’uomo.
I 12 passaggi alchemici sono connessi coi 12 mesi e i 12 segni zodiacali che invece di
essere mensili sono annuali in Cina. Questi formano il ciclo completo dell’anno, in cui la
natura nasce, cresce, muore e rinasce, nell’alternanza dello yin e yang.
I processi sono:
1. CALCINAZIONE, riscaldamento in presenza di aria del metallo vile fino a ridurlo in
polvere finissima o cenere, questo processo viene fatto con calore moderato da mantenere
un anno. Distruggendo la forma esterna del metallo e delle sue caratteristiche superficiali,
parallelamente si distruggono gli aspetti esteriori e negativi del proprio carattere,
attraverso l’autovigilanza e l’autodisciplina del corpo. Possiamo dire che la prima parte
del Tai Chi Chuan (Terra) costituisce l’intero processo della calcinazione.
2. SOLUZIONE, la polvere calcinata viene dissolta in un’acqua minerale che non bagna le
mani, probabilmente è riferito al mercurio. Poiché in Alchimia i metalli sono considerati
acqua coagulata, ridurli nuovamente ad acqua significa tornare alla loro Materia Prima,
purificandoli. Questo corrisponde al processo di autoanalisi e al profondo disgusto di sé, il
mercurio dissolve con la sua visione intelligente tutte le caratteristiche superficiali.
Corrisponde dalla fine della prima parte fino a pugno sotto il gomito.
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3. SEPARAZIONE, l’alchimista lascia depositare il materiale liquido nel recipiente perché
si separi da solo. Anche l’alchimista (praticante di Tai Chi Chuan) sente il proprio essere
diviso in due. Comprende cercare l’ago in fondo al mare e il Ventaglio.
4. CONGIUNZIONE, lo zolfo (anima e natura passionale), viene unito al mercurio (freddo
intelletto) attraverso calore costante e moderato, riconciliando i due principi opposti.
Termina con agitare le mani nelle nuvole.
5. PUTREFAZIONE, sottoponendo la materia a calore umido (vapore) il materiale diventa
nero liberando il tanfo di sepoltura (Nigredo): - In verità vi dico, se il granello di frumento
caduto in terra non muore, resta infecondo: se invece muore produce molto frutto -.
L’iniziato ora è nel grembo interamente ripiegato in sé stesso, si abbandona alla morte
mistica. Questo processo arriva fino a colpire le orecchie.
Questo processo trova una forte analogia con il Bardo Thodol ( il libro tibetano dei morti),
dove il cadavere viene vegliato con delle recitazioni, che consentiranno all’anima del
defunto la reincarnazione in uno stato più adatto alla sua evoluzione spirituale. Anche in
questo antico testo sono descritti i passaggi o stati di coscienza possibili.
6. COAGULAZIONE, quando lo Spirito e la Materia Prima sono riuniti, nella sostanza
liquida si cristallizza un solido bianco, corrispondente al sorgere della Terra asciutta del 3°
giorno della creazione. Questa pietra bianca trasforma ogni cosa in argento. Con questo
processo si conclude la seconda parte (Uomo).
7. CIBAZIONE, il materiale viene cibato di latte e carne, con moderazione, per nutrire la
pietra embrionale di nuova energia vitale. La cibazione si conclude al secondo tan pien
della terza parte.
8. SUBLIMAZIONE, il materiale solido viene riscaldato fino a vaporizzarsi, il vapore
viene raffreddato fino a condensarsi nuovamente nello stato solido: questo viene ripetuto
più volte. Il simbolo per descrivere questa fase era il cigno e la colomba che volano in
cielo e tornano sulla terra e simboleggiano la purificazione. Termina al terzo tan pien della
terza parte (questo processo unisce il corpo allo Spirito).
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9. FERMENTAZIONE, il materiale si colora di giallo e diventa oro, pur non essendo
interamente perfetta, la Pietra acquista ora la capacità di tramutare i metalli vili per effetto
dello zolfo. Nella fermentazione l’anima della Pietra si riunisce al corpo già purificato.
Termina al secondo gallo d’oro.
10. ESALTAZIONE, la Pietra assume il colore rosso (Rubedo) e diventa fissa e durevole. Il
calore viene alzato al massimo e appare la vera Pietra Filosofale, la Rossa Tintura, l’Elisir
Rosso, l’Uno, Nirvana, Samadhi. Il corpo e l’anima si uniscono allo Spirito. Questo
processo comprende dal precedente fino al quarto tan pien.
11. MOLTIPLICAZIONE, attraverso le Nozze Regali dell’anima e dello Spirito (sole e
luna) la Pietra diventa fertile e in grado di trasmutare quantità di metalli vili molto
superiori alle sue dimensioni e peso. Dal precedente fino al quinto tan pien.
12. PROIEZIONE, dopo l’unione degli opposti, e la Realizzazione Divina, l’adepto proietta
il perfetto oro rosso a tutti gli esseri. Con questo processo termina il Cielo e la sequenza
Tai Chi Chuan giungendo al termine chiamato: la Grande Meta.
Passiamo ora ad interpretare i vari passaggi della sequenza con l’ottica dell’Alchimia
esoterica occidentale, facendo un raffronto comparativo proficuo, ossia evidenziando che la
ricerca interiore è una costante archetipica sia in Oriente che in Occidente.
In fondo, l’alchimista è il filosofo il ricercatore della verità, così come filosofo è il
taoista e il praticante di Tai Chi Chuan, per cui una filosofia comparativa che evidenzi questa
comunanza di fondo può produrre delle possibilità; da non intendersi come dogma o un’
apriori, ma semplicemente possibilità, che l’uomo possiede ed ha a sua disposizione per il
mutamento e la dialettica.
All’intera prima parte (Terra) corrisponde il primo processo chiamato Calcinazione;
l’unico processo simboleggia l’impulso maschile iniziale. Col dare il via all’energia si
intende combinare i due principi, mercurio e zolfo, che all’inizio appaiono ben distinti e
separati.
Nei primi due passi afferrare il passero per la coda l’ego viene riconosciuto e portato
alla luce, quindi ci si aspetta un lungo lavoro di analisi prima di operare le trasmutazioni, la
mano davanti indica che la prima cosa da imparare è l’autocontrollo.
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Parare inclinato verso l’alto, tirare indietro, premere avanti, spingere: è
indispensabile la massima sincerità, non ci si deve nascondere nulla, l’autocontrollo va
appreso gradualmente dopo lungo tempo. Secondo la simbologia esoterica la velocità e
l’ampiezza delle braccia indicano sia la competenza dell’allievo sia il livello spirituale
raggiunto, così come l’aspetto marziale; in realtà nella sequenza o forma non si verificano
variazioni esteriori, questo per evitare differenze in un tutto unitario.
La velocità si mantiene lenta e costante, in quanto è scandita dalla respirazione. La
respirazione è il fuoco stimolatore che permette tutte le variazioni di stato della materia, è la
fiamma. Dopo aver purificato la materia originaria, operando una prima trasformazione, la
riportiamo nella sede iniziale (Tan Tien) per condensarla ed esaminarla, notando i
cambiamenti ottenuti.
Tan Pien: indica la necessità di osservare tutto scrupolosamente: la mano che passa
davanti agli occhi indica che si deve vedere e conoscere bene la forza che si sta scatenando, il
che implica la capacità di controllo su di essa, altrimenti si rischia di esserne distrutti.
Sollevare le mani e fare un passo: raccoglie e condensa, quantificando la materia che
si tiene in mano. Il colpo di spalla indica la forza necessaria a operare cambiamenti, usando
un fuoco molto alto che porterà all’evaporazione successiva.
Ali spiegate di candido airone: in cui le mani, partendo dal basso si aprono in un
grande cerchio verso l’alto per indicare la dispersione.
Sfiorare il ginocchio: l’energia va portata alla gola perché dopo il primo grande
mutamento che è servito a bruciare una parte dei nostri difetti, dobbiamo verificare nei
rapporti con gli altri tale cambiamento, la gola è il punto che regola il linguaggio, la voce e le
cose dette dagli altri. Si ripete per diverse volte per indicare il rimescolare delle forze e delle
energie.
Suonare il liuto: il liuto serve a fissare i componenti della materia per depositarli
momentaneamente, per continuare continuare l’analisi.
Colpire con pugno circolare: alzando il fuoco si determina un movimento di energia
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maggiore, perciò la materia depositata sul fondo del recipiente viene convertita a livello
gassoso e vola verso l’alto.
Chin pu – pan – lan – chui: il fuoco si mantiene alto perciò la materia si mescola e si
muove in circolo.
Apparenza di chiusura: indica che il fuoco viene abbassato, perciò i movimenti non
sono verticali ma orizzontali.
Abbracciare la tigre: in particolare denota un momentaneo raffreddamento e un
depositarsi della materia. Si tratta di una condensazione portando l’energia sul cuore, in
quanto la seconda parte (Uomo) ne sarà l’argomento, mentre la prima parte trattava il ventre
(Terra) e la testa riguarderà la terza parte (Cielo).
In conclusione la parte Terra riguarda i rapporti con sé stessi, la parte Uomo riguarda i
rapporti con gli altri e la parte Cielo il rapporto con l’assoluto. Nella parte Uomo i processi
alchemici sono cinque, perché si giunge alla quintessenza dell’uomo, dove il corpo
rappresenta solo un involucro, l’attenzione si volge all’anima e al carattere.
Parare inclinato, premere …: si parte con un primo tentativo di unificare i principi
opposti componenti la materia, questo spiega i movimenti che mimano questo rimescolare.
Tan Pien diagonale: si osserva la materia (sé stessi) come principio base da cui partire.
Pugno sotto il gomito: la mano puntata verso l’alto è simile ad un radar perché capta le
energie dall’alto, al tempo stesso è una freccia perché vi tende. Il pugno simboleggia la
massima condensazione della materia, per indicare la forza e la concentrazione che sono
necessarie. Termina il processo di Soluzione e inizia la Separazione.
Respingere la scimmia: è un rimescolare le energie, un rimetterle in circolo, il passare
la mano all’orecchio indica la nostra sensibilità all’esterno, cioè la nostra capacità di sentire
gli altri, oltre che noi stessi, e tutto questo per merito del cuore, i passi sono cinque come gli
elementi naturali.
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Volo diagonale: è un’apertura quindi una volatilizzazione della materia.
Sollevare le mani e fare un passo: la materia viene condensata per lo stesso principio
di alternanza.
NOTA: [Tutte quelle figure e passaggi che non vengono menzionati sono una ripetizione di
quelli già trattati, naturalmente ad un livello superiore.]
Cercare l’ago in fondo al mare: è un precipitare della materia: l’ego sta trasmutando e
va osservato dalle sue radici proprio perché nessun difetto venga tralasciato, quindi è giusto
che avvengano le precipitazioni e le condensazioni per esaminare ogni mutamento che il
fuoco ha portato.
Ventaglio: si sottopone al fuoco la materia, dal momento che la perfezione è ancora
lontana: si tratta di un lungo tirocinio, paragonabile alla vita, dove giorno per giorno si cerca
di migliorare. Termina il processo di Separazione ed inizia la Congiunzione.
Girare e colpire l’avversario con un pugno circolare: è necessario un fuoco molto
vivo per permettere alla materia di amalgamarsi bene cambiando stato: ridotta allo stato
aeriforme la materia si muove circolarmente perciò è facilmente amalgamabile, (si bruciano
scorie esteriori del carattere).
Il fuoco molto vivo sono i rimorsi dovuti alla autocoscienza, il passaggio così
combattivo simboleggia il duro lavoro indispensabile, dal momento che si è profondamente
insoddisfatti di sé stessi e si vuole assolutamente provocare un miglioramento perciò il primo
passo è l’annientamento di sé, bruciando tutta la parte esteriore per giungere così all’essenza
spirituale simboleggiata dallo stato aeriforme. Mentre lo stato liquido o solido indicano
rispettivamente il carattere e il corpo, è una simbologia perché lo stato solido è il più pesante,
perciò rende meglio l’idea del corpo.
Chin pu – pan – lan – chui: è lo stesso processo che continua, per indicare la costanza
necessaria a questo lavoro: non si tratta di una fiammata improvvisa che si spegne alla prima
contrarietà, bensì un fuoco costante e sempre ben controllato, giorno e notte, sempre ben vivo
e alla stessa temperatura. Pur comprendendo sia attenzione che vigilanza, indica il bruciante
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desiderio di evolvere e giungere allo spirito: proprio perché si tratta di un desiderio e non di
un capriccio il fuoco rimane costante.
Parare inclinato, tirare…: la materia dallo stato gassoso passa allo stato liquido, il
fuoco diventa più moderato e i movimenti alterni yin e yang indicano il progressivo ritorno
verso il fondo del recipiente, finché tutto diventa una massa morbida, solida e calda perciò
facilmente plasmabile.
Tan Pien: prima di modellarla è bene esaminare il composto ottenuto, naturalmente
non è certo perfetto, perciò occorre nuovamente bruciare, quindi lasciamo che si espanda
nuovamente.
Agitare le mani nelle nuvole: attraverso una purificazione si espande energia facendola
salire dal basso verso l’alto passando per il cuore. Qui termina la Congiunzione e inizia il
processo di Putrefazione.
Con tan pien esaminiamo la materia.
Accarezzare il cavallo: si tratta di un momento di stasi per prendere coscienza del
mutamento avvenuto ora si dovrà agire con più determinazione, è necessario alternare
momenti di attività a momenti di contemplazione. La mano al fianco ripara la milza, quello
avanti colpisce l’avversario.
Separare il piede dx e sx girando: presuppone un fuoco vivo che consente di purificare
a lungo la materia, perciò dobbiamo bruciare quasi tutto di noi, ecco perché ci si volge in
diverse direzioni.
Sottoposta al fuoco purificatore la materia viene praticamente dissolta e ridotta in
cenere resta solo la parte indistruttibile e aeriforme, Putrefazione perché dovrà rimanere a
lungo a macerare in sé, ermeticamente chiusa ed isolata, trovando esclusivamente in sé stessi
la forza per risorgere. I calci, simboleggiano salendo verso l’alto, le lingue di fuoco.
La materia viene rimestata con: sfiorare il ginocchio.
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Con colpire in basso il fuoco ora viene abbassato, permettendo una condensazione.
Girare colpire con un pugno e chin pu – pan – lan – chui: in questi passaggi la materia
è ancora imperfetta perciò il fuoco viene nuovamente alzato.
Calcio dx: è un fuoco molto sostenuto, inizia il processo che dal nero di morte porta
verso l’alba della vita, il calcio indica la nostra ascesa.
Colpire la tigre a sx e dx: indica con i pugni, il combattimento contro la tigre che è in
noi, alchemicamente continua il fuoco molto alto, è un primo tentativo di riunione degli
opposti, (ma uno resta più in basso), sono un simbolo i pugni uno alto e uno basso, perciò non
si è ancora verificata: accadrà dopo il calcio dx, con colpire le orecchie dove i pugni sono uno
di fronte all’altro. Qui termina la Putrefazione e inizia la coagulazione che porterà alla
resurrezione alla conclusione del Piccolo Magistero (Albedo), argento, bianco. Qui si attua il
risveglio, perciò i movimenti sono pieni di energia.
Calcio sx: il fuoco va tenuto alto fino alla fine. Solo all’ultimo passaggio si permette
alla materia bianca di depositarsi sul fondo. Praticamente ora con girare e colpire, e chin pu –
pan – lan – chui abbiamo eliminato i metalli più vili con i peccati a loro connessi: il piombo
di Saturno con l’avarizia, lo stagno di Giove con la gola, il ferro di Marte con l’ira, il rame di
Venere con la lussuria.
Ora abbiamo ottenuto l’argento della Luna vincendo la sua pigrizia, resta da
conseguire l’oro del Sole e combattere l’orgoglio.
Prima del manifestarsi dell’Albedo il crogiolo si colora coi colori dell’arcobaleno,
questo processo è chiamato Coda di pavone in cui i sette metalli appaiono coi loro colori
prima di fondersi e unirsi nel bianco che comprende tutti i colori.
Come quando si troverà l’oro, ora si possono trasmutare con questo argento tutti i
metalli vili in argento. Hai superato tutte quelle negatività elencate prima compresa la pigrizia
e stai lavorando sull’orgoglio, che finora grazie all’autoanalisi e all’autocritica è stato
debellato nelle sue forme più grossolane, ma ancora si manifesta in modo sottile.
La materia venendo a contatto separatamente con ciascun metallo, affrontando
ciascuna volta il regime di essi, mentre eliminava il difetto incamerava il pregio
corrispondente al metallo. Lavorando sul piombo ne incorporava la parca austerità, il suo
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rigore essenziale, di Giove assimilava la bonaria fiducia e disponibilità verso gli altri, mentre
Saturno il rigore verso sé stessi. Da Marte otteneva il coraggio e l’audacia necessari per
intraprendere il lavoro, da Venere la costanza delle proprie azioni e l’amore per l’Opera e per
gli altri, dalla Luna si otteneva la sensibilità e la chiaroveggenza, l’intuito che non permette
più errori. Infine dal Sole si realizzava la verità e l’illuminazione, perché è il principio unico,
la ragione di tutto. Il metallo iniziale è Urano che ha in sé l’idea del divenire insito nella
materia, come indica il suo simbolo grafico formato da un cerchio sovrapposto da una freccia
per indicare che tutto il mondo indifferenziato tende verso l’alto.
Il suo difetto è l’invidia, il suo pregio è l’impulso all’evoluzione per sé e per gli altri
che deve sempre accompagnare l’adepto fin dall’inizio.
Abbracciare la tigre: questo è una condensazione dell’argento, perciò si conclude il
Piccolo Magistero, permettendo di trasmutare gli altri metalli, in quanto stiamo diventando
per gli altri come un lievito col nostro esempio
La terza parte comprende sei processi alchemici, per indicare che il 3, numero perfetto
viene ripetuto 2 volte, ottenendo anche la perfezione di tutte le qualità femminili, cioè dopo
aver seguito nel corso della seconda parte la via maschile Secca della regione in cui si
Bruciava con acqua ora ci si abbandona alla via Umida femminile dell’intuizione e della
dedizione, in cui si Lava col fuoco.
Ogni processo è scandito da un tan pien, che come sempre indica un momento di
pausa e di contemplazione necessaria. La terza parte inizia col processo di Cibazione perché
la materia per progredire ha bisogno di altro materiale cioè si intraprende un nuovo cammino,
dove, mentre si nutriva la mente per evolvere il carattere, perciò si era attivi, ora si nutre lo
Spirito e si è passivi, lo nutriamo nella apparente passività, seguendo la via dei mistici anziché
dei magi. Mentre il mago è l’artefice del proprio destino, una specie di demiurgo, il Mistico si
abbandona al tutto.
Parare inclinato, tirare, …: ne abbiamo già parlato.
Tan Pien: la materia viene fusa ed amalgamata, quindi si esamina il risultato ottenuto.
Il passare la mano davanti agli occhi indica che abbiamo sviluppato la capacità di
veggenza. I tan pien sono tutti sul lato sx perché indicano un lavoro di analisi paziente e
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costante perciò yin.
Separare la criniera del cavallo selvaggio: alziamo il fuoco per permettere
l’evaporazione della materia dopo che sono stati aggiunti nuovo elementi.
Afferrare il passero per la coda: alla materia iniziale sono state aggiunte altre sostanze
e ora, muovendosi circolarmente vengono amalgamate, vengono portate in un altro recipiente
perché il colore le fa salire verso l’alto, il nuovo recipiente indica un cambiamento di vita, una
salita dello Spirito. [I passaggi non menzionati sono già stati trattati in precedenza per evitare
inutili ripetizioni].
Tan Pien: si conclude la Cibazione e inizia il processo della Sublimazione, indica il
prevalere di un atteggiamento yin, come si vedrà anche nei passaggi seguenti, il materiale è
sedimentato.
Dama di giada lavora all’arcolaio: la materia viene nuovamente sottoposta a calore
come indicano i movimenti delle mani verso l’alto, nei quattro angoli perché coinvolgono
l’intero essere, qui il fuoco non indica più il bruciare i difetti, si tratta del fuoco dello Spirito,
si percepisce sempre più distintamente l’anelito divino. [I passaggi successivi sono già stati
menzionati.]
Tan Pien: termina la Sublimazione inizia il processo della Fermentazione mediante il
quale si otterrà la Rubedo.
Agitare le mani nelle nuvole: mediante un forte calore la materia sublimata si
amalgama, permettendo all’alchimista di vedere colorarsi di oro il recipiente.
Tan Pien: termina la Sublimazione e inizia la Fermentazione.
Far salire il serpente: si tratta di un momento di trionfo in cui la materia depositata si
solidifica, come indica la posizione bassa.
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Gallo d’oro sopra la gamba dx e sx: si ha la fissazione del metallo come indica la
posizione ferma e stabile in equilibrio su una sola gamba, per il momento si è ottenuta la
Pietra Filosofale. Tuttavia l’opera non può ancora dirsi conclusa, in quanto è necessario far
partecipi tutti gli uomini di questa grandezza.
Nelle fasi successive si riuscirà a trasmutare, mediante una piccola quantità di oro, una
grande massa di piombo. Già col Magistero della Luna era possibile trasmutare gli altri
metalli in argento, questo potere è rimasto ma da ora in poi viene ulteriormente potenziato.
Respingere la scimmia: inizia il processo di Esaltazione, attraverso i movimenti
circolari della materia (braccia), tutto, viene nuovamente rimesso in circolo somministrando
un fuoco dolce.
In tutta la terza parte si lava col fuoco.
Con le tecniche seguenti continua la fase precedente, perché fanno parte di un unico
processo in cui la materia viene costantemente amalgamata, essendo allo stato gassoso.
Suonare il liuto: inizia il progressivo condensamento della materia: i movimenti
verticali delle braccia fanno pensare allo stato liquido.
Cercare l’ago in fondo al mare: è la cristallizzazione.
Ventaglio: si ha il fuoco vivo e la materia diventa più leggera e aeriforme.
Serpe bianco mette fuori la lingua: praticamente si è ottenuta la purezza nei tre piani,
come indica il colore bianco: naturalmente ora si è concentrati sullo Spirito, come indicano i
movimenti di braccia.
Continua la sequenza di fuoco vivo in cui la materia è di colore rosso nei passaggi
prima di tan pien.
Tan Pien: si conclude la fase dell’Esaltazione, inizia il processo di Moltiplicazione.
Mani nelle nuvole: la materia viene applicata ad altri metalli, e il suo diffondersi e
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moltiplicarsi viene reso dai movimenti delle braccia.
Accarezzare il cavallo: sottoponendo all’unione i diversi metalli sotto il calore del
fuoco spirituale si hanno le cosidette Nozze alchemiche o Regali, dove i principi opposti
(l’oro e gli altri metalli) vengono condotti all’Uno. La necessità del fuoco vivo che permette
la fusione dei metalli viene ribadita anche nei passaggi seguenti.
Mentre per colpire le orecchie avveniva l’unione del principio femminile e quello
maschile all’interno della stessa materia, qui si verifica l’unione fra la materia già riunita
(l’oro) e un’altra materia (metallo vile), in cui l’oro simboleggia la parte maschile che agisce e
l’altra materia che è femminile e passiva.
Mani incrociate, e gambe incrociate ecc…, fino a tan pien comprendono tutti lo stesso
processo.
Tan Pien: inizia il processo di Proiezione.
Far salire il serpente: è l’innalzamento del metallo vile che diventa oro a sua volta, in
questa fase ci si rivolge esclusivamente agli altri, il compimento della Grande Opera si attua
attraverso la dedizione, favorendo la Realizzazione di tutti. Infatti, una mano punta in basso e
l’altra mano è puntata verso l’alto e noi fungiamo da tramite.
Formare le sette stelle: la materia ora è fissata e solida, come indica la posizione. Il
richiamo alle stelle e al cielo, in particolare al punto cardinale per eccellenza, simboleggiano
che abbiamo ben chiaro il fine ultimo.
Ritirata a cavallo di tigre: l’immagine molto forte indica il predominio maschile,
infatti la tigre è un simbolo solare. La scelta del nome non è casuale, infatti se fosse chiamato
airone avrebbe reso un’immagine leggera e femminile. Qui indica l’oro riscaldato che viene
fuso agli altri metalli, tutta questa fase lo riguarda.
Girare intorno e calcio di loto: l’oro gira vorticosamente per effetto del fuoco (il
fervore spirituale), in circolo è a spirale per indicare il coinvolgimento di tutti, è la forza
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necessaria simboleggiata dall’energia del calore. Il calcio di loto indica la controparte
femminile della materia da trasmutare e il suo innalzamento.
Uccidere la tigre con l’arco: la tigre simboleggia la parte maschile attiva che ora viene
uccisa per annullarsi, indica il fuoco in cui ci si fonde.
Colpire l’avversario con un pugno e chi pu – pan – lan – chui: i movimenti circolari
indicano l’annullamento di sé e la nostra fusione nella massa dorata.
Parvenza di chiusura: continua il discorso precedente, ora la nostra personalità è
annullata.
Conclusione della Grande Meta: si conclude la Grande Opera entrando a far parte, con
tutti gli esseri, dell’Uno. E’ improbabile che si possa in una sola vita riuscire a far raggiungere
a tutti la Realizzazione, perciò molti grandi maestri decidono di tornare; anche se la loro
sofferenza non è più rivolta a loro stessi ma agli uomini.
Il saluto, finale e iniziale, è un momento di riflessione, concentrazione e rispetto
necessari per cominciare e finire la sequenza, conferendole quella sacralità che le compete.
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Numerologia del Tai Chi Chuan
I passaggi complessivi del Tai Chi Chuan sono 108, secondo il procedimento della
numerologia i vari numeri vengono sommati e in questo caso si ottiene il 9, numero sacro per
eccellenza, in quanto ripete per tre volte il numero 3, simbolo della divinità. Il numero 3
richiama anche l’ideale della perfezione al quale il praticante di Tai Chi Chuan deve
identificarsi. Tale perfezione va ricercata sui tre piani: corpo, anima e Spirito, collegati alle tre
parti costitutive della sequenza del Tai Chi Chuan.
La prima parte (Terra) è composta da 20 passaggi: sempre con lo stesso procedimento
numerologico si ottiene il 2, numero per eccellenza femminile che simboleggia la madre terra
fertile e generatrice, nutrice di tutti gli esseri, è il simbolo della natura, dell’acqua, della luna,
della notte e dell’intuito (yin).
La seconda parte (Uomo) è composta da 39 passaggi che danno origine al numero 3,
questi è il simbolo del figlio partorito dal 2, nato dall’unione sacra dell’ 1 principio generatore
maschile, solare, attivo, raziocinante) e del 2 che indica la riunificazione degli opposti e
l’inizio di un nuovo ciclo a livello superiore, in quanto sintetizza le doti migliori dei due
principi.
La terza parte (Cielo) è composta da 49 passaggi che determinano il numero 13 ed
infine il 4. Mentre il numero 2, indica la separazione fra soggetto e oggetto ribadendo il
principio degli opposti in eterno conflitto, il 4 ne indica il superamento e il loro governo
attraverso l’ordine e la sottomissione dei 4 elementi. Indica altresì il possesso da parte
dell’iniziato dei 4 verbi sacri: sapere, volere, osare e tacere, indica il dominio sullo spazio e
tempo, sulle 4 stagioni e sui 4 punti cardinali, infine il compimento della Grande Opera
simboleggiata anche da una pietra cubica, perfettamente squadrata e disciplinata.
Sommando tutti i passaggi che compongono complessivamente la sequenza (108) si
ottiene nuovamente il numero 9, ribadendo l’ideale della perfezione raggiunta attraverso
questa Via iniziatica.
Il numero dei passaggi non è casuale, bensì è la risultante di particolari simboli che
devono far riflettere il praticante del Tai Chi Chuan. Durante la sequenza vi sono certi
movimenti che si ripetono in un rituale ben preciso come ad esempio agitare le mani nel
nuvole che viene eseguito per 3 volte a gruppi di 3 passi ciascuno: i passi di respingere la
scimmia vengono fatti all’indietro per indicare il femminile cedere, così come il numero 2;
però tutto ciò è bilanciato dalla somma complessiva dei 10 passi che ci riportano al
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maschile 1, donando equilibrio all’intero passaggio
Tan Pien vien effettuato solo a sinistra per ben 11 volte: questo indica il suo aspetto
doppiamente femminile (il lato sinistro lunare e il numero 2 ottenuto dal numero 11), in
quanto rappresenta un attimo di pausa riflessiva prima di ricominciare la lotta interiore.
Afferrare il passero per la coda viene effettuato 3 volte, con la sinistra e una volta a
destra per indicare la necessità di seguire entrambe le Vie (via secca maschile, via umida
femminile) per poter afferrare lo Spirito, cioè il volatile che si innalza verso l’alto, per
conseguire così la Realizzazione. Il tre è un numero attivo e serve a bilanciare la passività
della parte sinistra, mentre un solo passo (maschile) è sufficiente per la parte destra altrettanto
maschile.
Nel dama di giada lavora all’arcolaio i 4 passi indicano oltre al conseguimento della
Realizzazione, la necessità di seguire la via umida della dedizione suggerita dal ripetere 2
volte il numero 2. Simboleggia la costanza e la pazienza necessaria e infine indica il lavoro
segreto di gestazione attraverso il quale si realizza l’Opera.
Far salire il serpente viene ripetuto 2 volte perché significa innalzare ciò che l’uomo
comune tiene premuto verso terra, cioè lo Spirito e la sete di conoscenza, 2 volte perché nella
terza parte si opera secondo la via umida, mentre nella seconda parte si seguiva la via secca
della conoscenza. Seguendo lo stesso principio anche gallo d’oro sopra la gamba si trova
nella terza parte per 2 volte, indicando il compimento della Grande Opera, l’oro filosofale,
l’elisir di lunga vita.
Colpire la tigre è ripetuto 2 volte nella seconda parte a destra e a sinistra, ciò indica un
bilanciamento degli opposti, la loro complementarietà, la loro necessaria fusione, che sarà
concretizzata in colpire le orecchie quando il pugno destro e sinistro si troveranno vicini e alla
stessa altezza, perciò verrà ripetuto una sola volta. Quando le figure vengono ripetute una sola
volta sono tappe che indicano grande determinazione e attività creativa e sono inoltre uniche
per l’energia che richiedono, sono momenti eccezionali che non possono più verificarsi.
Per concludere l’analisi sommaria dei passaggi più significativi esaminiamo le
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tecniche di calcio, alcune delle quali sono accompagnate da un movimento a vortice ruotando
il tronco e adottando nomi diversi: sono 9, simboleggiando nuovamente l’idea della
perfezione conseguita attraverso l’elevazione spirituale come appunto indica il calcio che sale
verso l’alto.
Sostanzialmente anche questo breve capitolo ripete utilizzando il linguaggio dei
numeri, le stesse enunciazioni e teorie del linguaggio alchemico, de I Ching e dei simboli
dell’esoterismo, ribadendo l’unicità della Via iniziatica e di un unico Centro al quale
convergono tutti i raggi.
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I 5 elementi o Wu Hsing
Secondo i filosofi cinesi antichi la natura si componeva attraverso la combinazione di
5 elementi: legno, fuoco, terra, metallo, acqua, che interagivano fra loro circolarmente
attraverso 4 tipi di rapporti.
Il primo era quello di creazione, secondo il quale dal legno si genera il fuoco, il fuoco
diventa cenere perciò forma la terra, nella terra si trovano i metalli, infine i metalli diventano
acqua, la quale a sua volta genera le piante quindi il legno.
Questo principio determina quello di vicinanza, cioè ogni elemento si trova vicino a
quello che lo genera. Tuttavia esistono altri due principi opposti ai precedenti, il principio di
distruzione, ogni elemento è in grado di distruggere quello a cui è strettamente vincolato dai
rapporti precedenti. Infine il principio di natura determina una sorta di timore fra i vari
elementi.
Secondo l’antica medicina cinese i 5 elementi vengono associati agli organi del corpo
umano: il legno al fegato, il fuoco al cuore, la terra alla milza, il metallo ai polmoni, l’acqua ai
reni. A differenza della medicina occidentale che cura il singolo organo malato, in Oriente si
teneva conto dello stretto rapporto esistente fra gli organi che venivano esaminati e curati nel
loro insieme.
Allo stesso modo il Tai Chi Chuan favorisce oltre allo sviluppo mentale e spirituale,
anche quello fisico, dal momento che ogni movimento viene associato ad un elemento e
quindi anche al beneficio dell’organo che simboleggia: al metallo si collega un passo in
avanti, al legno una ritirata, all’acqua guardare a sinistra, al fuoco guardare a destra e alla terra
l’equilibrio centrale.
Volendo azzardare un parallelo secondo gli antichi filosofi occidentali gli elementi
componenti la natura erano 4: acqua, fuoco, aria, terra. A questi elementi era infine collegata
la quintessenza che potrebbe rappresentare l’etere o comunque un elemento più rarefatto e
impalpabile. Perciò esiste una marcata analogia fra le due filosofie e i loro simboli. Entrambe
sostengono che l’acqua è il principio generatore e femminile, attraverso il quale si attua la
vita; la sua caratteristica è il liquido e la capacità di scendere verso il basso riempiendo ogni
cavità.
Al contrario il fuoco è l’elemento maschile, e mentre l’acqua rappresenta il freddo
umido, il fuoco racchiude la qualità di secco e caldo e di salire verso l’alto. L’aria è
l’elemento leggero che riempie tutto lo spazio, e possiede la qualità di umido e caldo.
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Infine la terra è l’elemento più duro e resistente, le sue prerogative sono il freddo ed il
secco. La quintessenza è l’elemento più rarefatto e costituisce un superamento dei primi 4,
tuttavia era conosciuta e valutata solo da certi pensatori, coloro che soprattutto si
avvicinavano alla Via alchemica ed esoterica.
Ai 4 elementi si collegano i punti cardinali, i 4 semi delle carte da gioco e i 4 geni
della natura: ondine, salamandre, silfidi e gnomi.
Mentre la scienza orientale ha utilizzato in modo pratico (medicina) questo sapere, la
scienza esoterica occidentale ha mantenuto un livello più teorico e spirituale conservando il
segreto di questa conoscenza.
Cinque elementi Legno Fuoco Terra Metallo Acqua
Direzioni Est Sud Centro Ovest Nord
Stagioni Primavera Estate Lunga estate Autunno Inverno
Colori Verde Rosso Giallo Bianco Nero
Gusti Aspro Amaro Dolce Acido Salato
Organi Fegato Cuore Milza Polmoni Reni
Organi dei sensi Occhi Lingua Bocca Naso Orecchie
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Il libro dei Mutamenti e il Tai Chi Chuan
Il Tai Chi Chuan è una sequenza di rituali iniziatici simili all’Alchimia, e corre in
parallelo anche con gli esagrammi de I Ching, in quanto presenta con essi analogie riguardanti
le immagini che evocano. Anche ne I Ching è insita l’immagine dell’evoluzione, perciò le sue
immagini simboliche producono nell’adepto una conoscenza e un avanzamento simile a
quello provocato dalla pratica del Tai Chi Chuan. In definitiva: I Ching costituiscono la teoria
su cui furono poi costruiti i movimenti del Tai Chi Chuan, che ne costituisce la pratica.
I Ching sono il supporto filosofico e religioso mentre l’Alchimia è il supporto
esoterico e simbolico, attraverso questi molteplici linguaggi si giunge alla scoperta di una
unica realtà e, alla fine del percorso, ci si rende conto che tutte queste parole sono superflue se
soltanto si avesse il coraggio di abbandonarsi con fiducia senza ricercare nulla.
Di solito l’iter si divide in due momenti: prima c’è l’esigenza di accontentare la
ragione (in particolare per l’Occidente, tuttavia l’uomo in genere è lo stesso dovunque), poi
nasce l’esigenza di seguire la voce dello Spirito.
I Ching sono visti come divinatori proprio perché è un libro di grande verità, e per la
gente comune questo è diventato l’aspetto più rilevante, in realtà ciò che dovrebbe realmente
interessare è l’aspetto più profondo e filosofico. Un modo per studiare il testo è porre
domande coinvolgenti, e leggere con attenzione i responsi, anche se c’è il pericolo di
fraintendere il significato degli esagrammi , perché di difficile interpretazione, però, magari a
distanza di tempo, verranno sicuramente compresi.
Gli esagrammi de I Ching usati come corrispondenti ai movimenti del Tai Chi Chuan,
sono inferiori al numero complessivo di 64, in quanto sono stati utilizzati solo i più
rappresentativi, quelli dotati di grande significato simbolico e analogico col Tai Chi Chuan,
gli altri non menzionati sono impliciti negli altri passaggi ma più difficilmente collegabili.
La scelta degli esagrammi collegati al Tai Chi Chuan non è né casuale né recente,
bensì risale a secoli fa, quando nacque il Tai Chi Chuan.2
Nella trattazione invece di elencare i nomi corrispondenti ai passaggi del Tai Chi
Chuan, (per evitare ripetizioni), sono sostituiti dal numero del passaggio corrispondente.
2 L’unico testo che tratti l’argomento, purtroppo in modo sommario, è in DA LIU, Tai Chi Chuan e I Ching
Kegan Paul, London, 1981.
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1° P.) Corrisponde a TSINN (esagramma 35 - il Progresso), indicante la presenza equilibrata
dei 2 principi yin e yang pronti a fondersi. L’immagine simboleggia una grande vitalità
iniziale.
2° e 3° P.) Corrisponde a KKIENN (esagramma 1 - il Creativo), indica l’inizio della
consapevolezza, attraverso questo movimento usciamo dalla stasi spirituale, ecco perché è
necessario questo esagramma yang, dotato di forza e potenza. Infatti per operare un radicale
cambiamento occorre una grande determinazione, dal momento che per noi ora inizia una
nuova vita. Naturalmente nella prima parte il significato è riferito al cambiamento da produrre
sul corpo, nella seconda parte è relativo al carattere e alla mente, cioè all’anima, e nella terza
parte è riferito alla realizzazione del Sé. In ogni serie comunque indica un impulso vitale che
provoca una nascita o un cambiamento.
4° P.) E’compreso nel Creativo, nella serie che segue invece di esagrammi abbiamo dei
trigrammi doppi fondamentali, pur essendo solo punti di passaggio è bene sottolineare
l’importanza attribuita al cedere, lo yin.
5° P.) Corrisponde a KKUNN (esagramma 2 - il Ricettivo), dopo il creativo è il ricettivo.
6° P.) Corrisponde a KKANN, l’Abissale, dopo il creativo e il ricettivo ecco il generato, il
figlio, l’acqua. E’il simbolo della vita ma può costituire un pericolo in quanto nasconde nei
suoi abissi insidie insospettate è l’inconscio, il profondo, la Grande Madre, la notte, la luna,
tutto ciò che è misterioso, le tenebre che non permettono di distinguere chiaramente le
suggestioni. Poiché siamo agli inizi, l’acqua costituisce un elemento primordiale istintivo, non
ancora sottoposta alla ragione. Simboleggia la terra ancora in formazione, l’inesperienza, la
giovinezza, perciò ogni azione impulsiva può risultare sconsiderata, quindi portare sciagura.
7° P.) Corrisponde a LI, il Risaltante, dopo le tenebre della notte e dopo l’acqua è il momento
del fuoco, della luce del sole e della ragione, contrapposto all’intuizione. Tutto questo
passaggio rappresenta le 4 stagioni questa è l’estate, il passaggio precedente l’inverno, il
Creativo la primavera, mentre KKUNN l’autunno, per indicare che l’uomo come la natura è
soggetto alla legge dell’alternanza: nasce, cresce, invecchia e muore. I momenti del passaggio
sono scanditi per indicare che sono molto densi di significato. Il significato di base rimane lo
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stesso in tutte e tre le parti, naturalmente quando si ripeterà nella seconda parte indicheranno
sempre le stesse virtù di energia, intuito, forza, costanza e determinazione, ma saranno
consoni ai piani superiori seguenti: si riferiranno cioè alle doti del carattere che in seguito si
utilizzeranno per giungere al proprio Sé o Spirito. Si può dire che il corpo fisico deve essere
equilibrato come la natura, seguire leggi ben precise per conservarlo nei migliori dei modi,
perché la sua efficienza è una base molto importante su cui costruire un carattere altrettanto
equilibrato e perfetto, per poi proseguire sulla via dello Spirito.
8° P.) Corrisponde a KO (esagramma 17 - il Seguire), questo esagramma comprende sia
sollevare le mani che suonare il liuto in quanto la posizione finale è uguale. Indica
l’atteggiamento mite e fiducioso di chi decide di intraprendere la Via, in quanto presuppone
un grande abbandono e una docilità senza pari, qui è riferito al corpo, nella seconda parte
all’anima, e nella terza parte allo Spirito che psicologicamente è il proprio Sé. Sempre
compreso in questo passaggio è fare un passo e colpire con la spalla: TA CIUANG
(esagramma 34 – la Potenza del grande): dopo un passo yin ne segue uno yang ed entrambi
sono compresi nello stesso passaggio proprio ad indicarne la complementarietà, ossia dopo il
cedere si colpisce con forza.
10° P.) Corrisponde a PPI (esagramma 22 – l’Avvenenza), il fuoco indica il calore che fa
evaporare l’acqua, perciò determina il sollevare le braccia. Si è in una posizione aperta, ma
pronta alla difesa, si è fermi esteriormente ma attivi interiormente. L’airone indica l’eleganza
dei movimenti, la bellezza che va ricercata su tutti i piani, la compostezza, l’autocontrollo.
11° P.) Corrisponde a KU (esagramma 18 – l’Emendamento), questo esagramma è abbinato
al passaggio n. 11 proprio perché il movimento è molto rilassato, quasi una quiete prima della
tempesta, tuttavia è una calma apparente. Il sfiorare il ginocchio infatti denota un allontanare
le cose guaste e fare pulizia allontanandosi con un passo
12° P.) E’ uguale al passaggio n.9, e al relativo esagramma.
13°. 14°. 15° P.) Sono uguali all’11° passaggio, resta inteso il medesimo esagramma.
16° P.) E’ uguale al 9° e al 12° passaggio.
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17° P.) E’ uguale al 13°, al 14° e al 15° passaggio.
18° P.) Corrisponde a TING (esagramma 50 – il Crogiolo), il pugno circolare ricorda, come
immagine, l’atto del cucinare rimestando tenendo in pugno un cucchiaio. L’idea
dell’alimentazione richiama la necessità della crescita e del nutrirsi in maniera corretta sui tre
piani.
19° P.) Corrisponde a U (esagramma 16 – il Fervore), abbiamo un combattimento che non
può venire ostacolato, perché ci sentiamo interiormente forti e attivi, capaci di grandi imprese
dal momento che ormai abbiamo compreso i principi basilari. Dimostrato da: chin pu – pan –
lan – chui.
20° P.) Corrisponde a MING I (esagramma 36 – l’Ottenebramento della Luce), indica la
necessaria prevalenza delle tenebre, secondo l’alternanza dei due principi. E’ il sentimento
della devozione e dell’abbandono indispensabili per proseguire questo lavoro sotterraneo:
ogni movimento yin presuppone il raccoglimento e l’interiorizzazione.
21° P.) Corrisponde a KENN (esagramma 52 – l’Arresto), si tratta di un esagramma di quiete
interiore in seguito al combattimento avvenuto, continuando l’analisi e l’introspezione.
Costituisce una pausa prima di un nuovo inizio. La tigre è dentro di noi, anzi noi siamo la
tigre, e ci rifugiamo dentro la montagna per meditare.
22° P.) E’ uguale al 4° al 5° al 6° e al 7° passaggio con gli stessi esagrammi e trigrammi.
23° P.) E’ uguale all’8° passaggio e relativo esagramma, così per tutti i tan pien.
24° P.) Corrisponde a I (esagramma 27 – L’Alimentazione), anche qui le mani richiamano il
significato grafico dell’esagramma, infatti una è in alto e una in basso, delimitando il tronco e
il capo dell’uomo, ad indicare che bisogna alimentare a livello animico soprattutto questo
settore, essendo il corpo già stato reso docile, ora ci si rivolge alla mente. Il pugno sotto il
gomito infatti colpisce l’addome dell’avversario.
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25°, 26°, 27°, 28° e 29° P.) Corrisponde a TUN (esagramma 33 – la Ritirata), secondo
l’alternanza delle forze ora è necessario ritirarsi in se stessi in un maggiore raccoglimento,
proprio in funzione del compito che ci siamo prefissi, perciò l’esagramma esprime una
posizione yin evidenziato dalla scimmia che si ritira.
30° P.) Corrisponde a HUANN (esagramma 59 – la Dissoluzione), anche questa è una
posizione yin che è necessario adottare in caso di pericolo, perché un attacco deciso non
sarebbe ora la soluzione migliore. La cedevolezza indica saggezza e attraverso la parata si
disperde la forza avversaria. Proprio come il vento che dall’alto spazza l’acqua e la disperde,
allo stesso modo disperdiamo la forza dell’avversario con un volo inclinato.
31° P.) E’ uguale al 9° passaggio.
32° P.) E’ uguale al 10° passaggio.
33° P.) E’ uguale al 11° passaggio.
34° P.) Corrisponde a SIAU KUO (esagramma 62 – la Preponderanza del piccolo), anche
questa non è una posizione aggressiva, benché interiormente ci sia forza per sondare il proprio
Io, all’esterno si appare deboli e tranquilli, proprio perché tutta la lotta si verifica
interiormente. Dobbiamo inchinarci umilmente puntando la ricerca nel nostro inconscio,
cercando l’ago in fondo al mare.
35° P.) Corrisponde a TA CCIU (esagramma 26 – la Forza domatrice grande), si è in una
condizione di grande energia e forza interiore accumulata dal passaggio precedente dove si
cercava e si studiava. Ora teniamo intensamente alcuni pezzi di verità, ed esternamente siamo
aperti come un ventaglio che ai tempi attuali è sostituito con un radar. Perciò siamo in grado
di eseguire grandi imprese ed attraversare la grande acqua.
36° P.) Corrisponde a TA KO (esagramma 28 – la Preponderanza del grande), ora abbiamo
il caso opposto, dal momento che siamo ancora sottoposti alla legge dei contrari, di
conseguenza anche questo esagramma è instabile, indica mutamento, perché è l’esatto
contrario dell’esagramma n. 34.
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E’ un momento di grande fatica, ma è solo un momento, non ci si ferma.
37° P.) E’ uguale al 19° passaggio.
38° P.) E’ uguale al 4°, 5°, 6°, 7° passaggio.
39° P.) E’ uguale all’8° passaggio.
40° P.) Corrisponde a CIUNN (esagramma 3 – la Difficoltà iniziale). Nel agitare le mani
nelle nuvole il movimento delle braccia indica la generazione della vita, dal caos nasce
l’ordine, dopo i movimenti vorticosi dove l’acqua si mescola ai tuoni, nasce la calma che
permette di generare, mentre il vortice indica l’atto creativo. Contiene entrambi i principi yin
e yang che qui si mescolano per dare inizio alla vita. Il carattere si forma attraverso il vortice
dell’esistenza, riuscendo nonostante tutto a trovare il proprio equilibrio. Riferito alla terza
parte lo Spirito si forma nel vortice delle numerose vite, maturando ogni volta.
41° P.) E’ uguale all’8° passaggio.
42° P.) Corrisponde a LU (esagramma 56 – il Viandante), indica la separazione definitiva
della materia, perché ora sappiamo dominarla. La materia è rappresentata dal cavallo, mentre
noi siamo il cavaliere. Siamo anche dei viandanti lungo il sentiero della realizzazione, per cui
è opportuno non darsi troppe arie per il percorso svolto fino ad ora, è niente. Anche se
possiamo amare la natura e sapere ciò che è bene.
43° e 44° P.) Corrisponde a CENN (esagramma 51 – l’Eccitante il Tuono), il tuono è energia
che sale, così come testimoniano i calci e la posizione delle braccia. E’ una posizione yang
che serve ad innalzarsi, naturalmente questo viene fatto in modo palese, dal momento che
riguarda la parte maschile e quindi più esteriore. E’ anche l’ascesa della divinità.
45° P.) Corrisponde a U UANG (esagramma 25 – l’Innocenza), il vortice di questo
movimento spazza via tutte le sovrastrutture accumulate nel corso dell’esistenza, perciò è
indispensabile ritornare all’innocenza e, (nella terza parte), ad uno Spirito puro e cristallino
come un diamante.
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46° P.) E’ uguale all’ 11° passaggio sfiorare il ginocchio.
47° P.) Corrisponde a KKIENN (esagramma 15 – la Modestia), si tratta di una dote
indispensabile nello sviluppo del carattere, e, mentre l’umiltà indica mancanza di orgoglio e
prepotenza, la modestia indica mancanza di superbia e di esibizione. La terra viene esaltata
stando al di sopra del monte, evidenziata proprio da: fare un passo e colpire in basso.
48° P.) E’ uguale al 36° passaggio: girare e colpire l’avversario con un pugno circolare.
49° P.) E’ uguale al 19° passaggio.
50° P.) Corrisponde a MONG (esagramma 4 – la Stoltezza giovanile), dopo che si è tornati
alla purezza originaria è necessario cominciare da capo procedendo per gradi, ricercando tutti
gli insegnamenti che possono colmare le nostre lacune, con costanza e modestia. Questo
esagramma può costituire un progresso rispetto a U UANG in quanto prima si era come
neonati, ora si è studenti. Il calcio infatti è verso l’alto.
51° e 52° P.) Corrisponde a I (esagramma 42 – l’Accrescimento), a questo punto sta iniziando
la Via della dedizione dal momento che corpo e mente sono ormai domati e si iniziano ad
avvertire i primi veri impulsi dello Spirito, dati da colpire la tigre a sx e a dx.
53° P.) E’ uguale al 50° passaggio, dato che si calcia in alto.
54° P.) Corrisponde a SCI HO (esagramma 21 – il Morso che spezza), ormai si giunge
all’unione degli opposti come per riunire le labbra è necessaria l’energia del morso così per
riunire la mano dx con la sx occorre determinazione. Si colpisce l’avversario alle orecchie.
55° P.) E’ uguale al 50° passaggio.
56° P.) E’ uguale al 45° passaggio, anche se la gamba che calcia è la dx ed il giro del corpo è
più ampio, il significato è il medesimo.
57° P.) E’ uguale al 18° passaggio.
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58° P.) E’ uguale al 19° passaggio.
59° P.) E’ uguale al 20° passaggio, tenendo conto del maggiore abbandono.
60° P.) E’ uguale al 21° passaggio, tenendo conto che abbiamo terminato la seconda parte
quindi, che si è ad un livello importante di introspezione.
61° P.) E’ uguale al 4°, 5°, 6° 7° passaggio, certi passaggi si ripetono ma a un livello
superiore, evidenziati dalla terza parte.
62° P.) E’ uguale all’ 8° passaggio.
63° P.) E’ uguale al 30° passaggio, cambia nome perché è cambiata la consapevolezza, ma la
posizione è la stessa, quindi anche l’esagramma.
64° P.) E’ uguale al 63° passaggio, anche se il passo è fatto con la gamba sx.
65° P.) E’ uguale al 63° passaggio.
66° P.) E’ uguale al 2° passaggio, anche se il passo è verso nord con la gamba sx.
67° P.) E’ uguale al 4°, 5°, 6°, 7° passaggio.
68° P.) E’ uguale all’ 8° passaggio.
69°, 70°, 71°, 72° P.) Corrisponde a TSIE (esagramma 60 – la Delimitazione), qui la
delimitazione viene tracciata dalle 4 direzioni in cui ci si muove, i 4 limiti sono le virtù che
dobbiamo possedere, i 4 verbi dell’iniziato, le 4 stagioni, per indicare i limiti che ci dà il
tempo, i 4 punti cardinali che limitano il nostro spazio, questo per ricordarci di non abusare
del nostro potere. Nell’ ambito dello Spirito non ci sono limiti, essi si riferiscono al nostro
corpo e al nostro carattere perché nei confronti degli altri abbiamo sempre degli obblighi. Le
virtù sono elencate anche dalla teologia cristiana: forza, saggezza, prudenza, temperanza, in
quanto sono i cardini su cui deve muoversi l’esistenza e i rapporti col prossimo. In Alchimia
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sono i 4 verbi dell’iniziato: Sapere, Osare, Potere e Tacere. In ogni caso abbiamo dei limiti.
73° P.) E’ uguale al 2° e al 66° passaggio.
74° P.) E’ uguale al 4°, 5°, 6°, 7° passaggio.
75° P.) E’ uguale all’ 8° passaggio.
76° P.) E’ uguale al 40° passaggio, naturalmente ad un livello di esagramma più spirituale.
77° P.) E’ uguale all’ 8° passaggio.
78° P.) Corrisponde a SCI (esagramma 7 – l’Esercito), qui viene ribadito il concetto di
disciplina e di regole a cui ci si deve sottoporre. Internamente c’è fermento, perciò tanto più
ci si sente potenti, tanto più ci si deve disciplinare. E’ l’acqua che scorre nel sottosuolo
proprio come un serpente.
79° P.) Corrisponde a CIUNG FU (esagramma 61 – la Veracità intrinseca), la posizione di
attesa, di passività, di apertura su un piede solo, indica l’equilibrio, la fiducia, una sicurezza
serena delle proprie forze e delle proprie capacità senza mai giungere all’orgoglio. Indica le
doti di protezione e amore verso i più deboli. Facendo un collegamento l’Esercito non è inteso
come un’oppressione esterna, ma è sempre una lotta interiore in cui il rigore della spada
indica la severità verso se stessi, mentre nei confronti degli altri si deve sempre essere miti e
amorevoli. L’Esercito indica la grande forza e l’energia conquistata, si potrebbe dire il
risveglio di Kundalini che va guidata verso l’alto, dove sfociando nel gallo d’oro si trova la
verità. E’ la mitezza e solidarietà verso gli altri, che si esplica nella giustizia cinese con la
comprensione e il perdono.
80° P.) E’ uguale al 79° passaggio, ma eseguito con la gamba sx.
81° P.) E’ uguale al 25° passaggio.
82° P.) E’ uguale al 30° passaggio.
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83° P.) E’ uguale al 31° passaggio.
84° P.) E’ uguale al 10° passaggio.
85° P.) E’ uguale al 11° passaggio.
86° P.) E’ uguale al 34° passaggio.
87° P.) E’ uguale al 35° passaggio.
88° P.) E’ uguale al 36° passaggio.
89° P.) E’ uguale al 19° passaggio.
90° P.) E’ uguale al 4°, 5°, 6°, 7° passaggio.
91° P.) E’ uguale all’8° passaggio.
92° P.) E’ uguale al 40° passaggio.
93° P.) E’ uguale all’8° passaggio.
94° P.) E’ uguale al 42° passaggio.
95° P.) Corrisponde a TA YU (esagramma 14 – il Possesso grande), le due braccia unite a
croce indicano la potenza e la chiarezza della conoscenza unita alla forza. Di fronte a questa
nulla può opporsi, la sequenza e l’evoluzione procedono senza arresti. La croce richiama le
parole di Gesù: “Beati i mansueti poiché possederanno il regno della terra”. L’immagine è
quella del sole che porta alla luce il bene e il male, per cui si è consapevoli.
96° P.) Come il 45° passaggio.
97° P.) Come l’11° e il 47° passaggio.
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98° P.) Come il 4°, 5°, 6°, 7° passaggio.
99° P.) Come l’8° passaggio.
100° P.) Come il 78° passaggio.
101° P.) Corrisponde a FONG (esagramma 55 – la Copia, l’Abbondanza), ormai stiamo per
compiere la Grande Opera, perciò è un momento di massima ricchezza e splendore anche
spirituale. E ciò non è concesso a tutti.
102° P.) Corrisponde a SCIONG (esagramma 46 – l’Ascendere), si è ormai arrivati all’apice
dopo aver coltivato le migliori virtù e si sta verificando l’ultimo grande mutamento in noi,
permettendoci di trascinare nella nostra ascesa anche gli altri.
103° P.) Corrisponde a UE TSI (esagramma 64 – Prima del compimento), si è agito con
grande saggezza e la prudenza di una vecchia volpe, riuscendo ad attraversare la grande acqua
l’impresa volge al termine: da giovani e inesperti si è diventati maestri.
104° P.) Corrisponde a HIE (esagramma 40 – la Liberazione), avendo conseguito la
realizzazione e la liberazione dello Spirito si è capaci di grande magnanimità verso tutti
attraverso un aiuto amorevole. E’ come una pioggia liberatrice, sei diventato in grado di
purificare gli altri.
105° P.) E’ uguale al 18° passaggio.
106° P.) E’ uguale al 19° passaggio.
107° P.) E’ uguale al 20° passaggio.
108° P.) E’ uguale al 21° passaggio e corrisponde all’esagramma 52 – KENN, si tratta di una
ripetizione, sia pure a livello superiore, i movimenti sono gli stessi, ma noi internamente
siamo cambiati. Il cerchio si chiude prima di ricominciare nuovamente, siamo tornati al punto
di partenza trasmutati, e pronti a trasmutare gli altri. E’ il fine e l’inizio della Grande Opera.
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Pa Men – Gli 8 cancelli –
Il Tai Chi Chuan è nato dallo studio e dall’applicazione di 8 esagrammi de I Ching,
che ne riassumono le principali direzioni e angoli. Secondo la filosofia taoista partendo dal
concetto di vacuità (WU CHI) si attua il n. 1, l’essere iniziale attivo, maschile, l’io esteriore
manifesto, lo YANG.
Dalla cognizione dell’io nasce in non – io, cioè l’oggetto che deve essere conosciuto
dal soggetto perciò è il n. 2 passivo femminile, lo YIN.
La combinazione fra la linea intera dello YANG con la linea spezzata dello YIN
determina la nascita dei quattro (4) diversi simboli chiamati: grande yang , piccolo yin
, piccolo yang , grande yin .
Dalla combinazione dei 4 simboli nascono 8 trigrammi, gli 8 cancelli o Pa Men, che
costituiscono la base del movimento del Tai Chi. (vedi Fig.)
Attraverso il movimento circolare e la conseguente unione degli 8 trigrammi si ottiene
la nascita di 64 esagrammi che costituiscono il Libro dei Mutamenti (I Ching) e tutti i
possibili accadimenti che avvengono in terra e in cielo.
I 4 cancelli simboleggiano le 4 direzioni (i punti cardinali):
il 1° è KKIENN il cielo a Sud ed è abbinato a Peng parare
il 2° è KKUNN la terra a Nord ed è abbinato a Lu ritirarsi;
il 3° è KKANN l’acqua ad Ovest ed è abbinato a Chi premere;
il 4° è LI il fuoco ad Est ed è abbinato ad An spingere.
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Gli altri 4 cancelli rappresentano i 4 angoli:
il 1° è SUNN il vento a Sud-Ovest abbinato a Tsai tirare in basso;
il 2° è CENN il tuono a Nord-Est ed è abbinato a Lieh dividere;
il 3° è TUI il lago a Sud-Est abbinato a Chan colpo di gomito;
il 4° è KENN il monte a Nord-Ovest abbinato a Kao colpo di spalla.
I primi 4 trigrammi sono collegati alla pratica del Tui-shu, una tecnica da eseguire in
coppia in posizione stabile e statica. Attraverso queste posizioni stabili nelle 4 direzioni si
attua esternamente un quadrato, mentre all’interno si è permeati da una energia circolare,
perciò nel quadrato viene graficamente inscritto un cerchio.
Viceversa nelle posizioni dei rimanenti 4 trigrammi, che sono associati alla pratica del
Ta-lu (in coppia), ma facendo dei passi, all’esterno appaiono i movimenti morbidi e circolari
ma interiormente ricchi di forza ed energia, perciò graficamente all’esterno viene prodotto un
cerchio, che internamente ha inscritto un quadrato.
In questo modo le 2 figure si fondono, simboleggiando l’unione dello yin e dello yang,
ottenendo la quadratura del circolo che tutti i saggi ricercano perché e la Realizzazione.
Il 1° cancello KKIENN è composto da 3 linee intere, dotate di energia creativa, si
tratta della manifestazione dell’Io, solare e maschile. Il sole è fonte di continua forza e
saggezza, il mezzogiorno o Sud costituisce il suo apice di splendore; allo stesso modo il
praticante di Tai Chi Chuan deve essere consapevole sia del proprio bagaglio tecnico che del
suo potenziale di energia, dosandoli durante la pratica, in modo che uno non prevalga
sull’altro, così come il sole dosa la luce (conoscenza) col calore (energia).
La parata è qui intesa sia a livello difensivo che di attacco, proprio come conseguenza,
poiché il Tai Chi Chuan non rappresenta un’arte marziale dura. La posizione bassa permette al
Chi di fluire dai piedi lungo le gambe, avviluppando di energia il praticante dal basso verso
l’alto, trovando nel punto mediano (TAN TIEN) la sua sede ideale, manifestando l’energia del
Peng Chin.
Il 2° cancello KKUNN è composto da 3 linee spezzate, simboleggia il Nord e la terra
durante i mesi invernali, mentre fa germogliare e crescere nel suo grembo i frutti che
spunteranno in primavera. Questo simboleggia il cedere, e il lavoro nascosto al buio in
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opposizione al lavoro manifesto ed esplicito del segno precedente.
Al contrario di KKIENN simboleggia l’Io nascosto, l’inconscio, il lato femminile yin.
Di conseguenza viene associato al movimento ritirarsi ruotando, consentendo
all’avversario di attaccare, senza tuttavia permettergli di colpire, sbilanciandolo e utilizzando
la sua stessa forza, proprio come fa il torero nei confronti del toro, tramite l’energia Lu Chin.
Il 3° cancello KKANN rappresenta l’acqua e l’Ovest (l’acqua scende verso il basso
così il sole scende ad ovest al tramonto), composto da 1 linea interna in mezzo a 2 linee
spezzate.
Ciò spiega il principio dell’acqua, nel quale è insito il pericolo. Apparentemente
cedevole, inconsistente, morbida e fluida l’acqua nasconde in sé una forza insospettabile,
capace di travolgere e corrodere la roccia più resistente. Questa è l’immagine del Tai Chi
Chuan, esteriormente morbido e fluido, ma interiormente costituisce una pericolosa arte
marziale. Allo stesso modo il praticante dovrà sviluppare un atteggiamento docile
esteriormente, ma profondamente risoluto nei propri ideali interiori. Come l’acqua preme
riuscendo ad infiltrarsi persino nelle rocce, così il Chi, indica il premere riuscendo a
sbilanciare l’avversario, oppure, a chiudersi impedendogli di trovare aperture in cui entrare:
utilizzando l’apertura e la chiusura del corpo nello stesso movimento. Perciò il segno
KKANN contiene sia la parte femminile che la parte maschile, conseguendo l’energia Chi
Chin.
Il 4° cancello LI, corrisponde al fuoco a Est e al trigramma composto da 1 linea
spezzata interna e 2 linee intere esterne.
L’Est indica il sole che sale verticalmente verso l’alto, così come il fuoco che
bruciando si alza dalla terra. Le due linee forti indicano aggressività durante il combattimento,
una linea spezzata suggerisce una riflessione e l’uso della cedevolezza qualora ci si ritrovi di
fronte ad un avversario più forte di noi. Il paragone può essere anche come una grande ondata
che sommerge gli scogli, mentre l’acqua precedente era calma.
Corrisponde ad An spingere, e il movimento viene effettuato verso l’alto. Anche nella
pratica del Ti shou si eseguono movimenti circolari anche verticali, per sviluppare l’energia
An Chin.
Il 5° cancello è SUNN e rappresenta il primo angolo a Sud-Ovest ovest perché tira
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verso il basso (tramonto), Sud perché prevalgono le 2 linee forti sopra una debole, è
rappresentato dal vento che avvolge ogni cosa: allo stesso modo è necessario permettere al
Chi di circolare perfettamente mantenendo il capo diritto e la posizione sempre abbassata.
Tirare verso il basso (Tsai) nel Tai Chi Chuan è rappresentato da cercare l’ago in
fondo al mare dove facendo leva su un braccio dell’avversario lo si può facilmente far cadere,
anche se è molto più pesante e forte di noi. Il vento si muove circolarmente sollevando ogni
cosa, così il praticante di Tai Chi Chuan adotta questa leggerezza apparente ruotando con tutto
il corpo, riuscendo così a sbilanciare ogni avversario con apparente facilità. E’ necessario
essere avvolti dall’involucro formato dalla consapevolezza e dalla concentrazione,
sviluppando l’energia del Tsai Chin.
Il 6° cancello è CENN il tuono rappresentato dal Nord-Est, nord perché due linee forti
spingono verso il basso la linea debole; ma questa (l’Est) sale verso l’alto con grande fragore .
Il movimento circolare riappare qui estremamente energico simile ad un vortice a spirale, a un
gorgo che non permette scampo. Il gorgo riporta ancora al simbolismo dell’acqua: il
praticante di Tai Chi Chuan deve essere altrettanto fluido, cedevole e potente.
E’ abbinato a Lieh dividere: durante un attacco è possibile utilizzare a nostro
vantaggio la forza messa in circolo dall’avversario fino a farla tornare indietro contro di lui,
con l’energia del Lieh Chin.
Il 7° cancello è TUI il lago, è a Sud-Est perché è alla pienezza yang 2 linee intere
sotto, simboleggiate dal Sud, si unisce una linea debole sopra. Questo è il lago, che
esternamente sembra calmo e tranquillo, ma l’intima natura dell’acqua è pericolosa. Il lago è
l’immagine della serenità e della calma propria del praticante del Tai Chi Chuan, il quale si
muove nel mondo coi movimenti aggraziati delle onde, nascondendo in sé la potenza
dell’energia circolare. A questo movimento viene abbinato il colpo di gomito Chan: le 2 linee
forti ne indicano la potenza mortale, la linea debole indica la necessità di nascondere il
movimento accennandolo appena.
Tutto il corpo è coinvolto nel movimento, il gomito è tutt’uno non solo col braccio e la
mano (pugno) ma segue il movimento del bacino e delle gambe, utilizzando l’energia Chan
Chin.
L’ 8° cancello è KENN il monte, corrisponde all’angolo Nord-Ovest è formato da una
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linea debole in alto e 2 forti in basso. Il Nord indica la parte femminile, l’Ovest indica il
volgersi verso il basso cioè mantenere una posizione stabile, esattamente come una montagna.
Il praticante di Tai Chi Chuan deve possedere una posizione ampia e bassa che gli
consente la stabilità, inoltre ogni suo movimento è ben consapevole per non sprecare energia.
Il monte simboleggia un grave ostacolo per ogni viandante (specialmente
anticamente), è formato da roccia, quindi resistente agli attacchi avversari, e potente durante i
contrattacchi. Dopo aver utilizzato la forza del pugno e del gomito, ora è la volta del colpo di
spalla Kao. Anche qui interviene il coordinamento dell’intero corpo che, compatto ed elastico,
riesce ad atterrare l’avversario, tramite il movimento di energia chiamato Kao Chin.
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Il ciclo di Kkienn e Kkunn
Il principio del Tai Chi Chuan è espresso attraverso la pratica del corpo armoniosa e
lenta, caratterizzata da concentrazione e vuoto mentale, in cui il respiro e l’energia ne sono
funzione fondante.
Attraverso l’energia (CHI) sprigionata dal ritmo naturale del respiro vengono
potenziati i meridiani e le ruote di energia. Il ciclo è costituito da un movimento circolare che
si protrae all’infinito partendo dal basso raggiunge il suo apice nel punto conosciuto come:
Cuscino di giada, poi inizia il movimento discendente partendo dalla sommità del capo,
giungendo alla base della zona pelvica. Questo riguarda i canali di energia interna, ma sempre
seguendo il ritmo del respiro avviene un altro movimento che parte dal perineo e sale
verticalmente fino alla sommità del cranio e ritorna al perineo, ricordando il processo
alchemico della sublimazione.
Questi cicli si verificano contemporaneamente, hanno alcuni punti in comune,
generano entrambi lo stesso tipo di energia e di fuoco interiore che permette di sublimare e
purificare gli istinti. Affinché sia meglio avvertita e distribuita uniformemente in tutto il
corpo, è indispensabile l’attenzione al respiro.
I 2 cicli d’energia sono complementari, quella più grande comprende tutto il corpo
attraverso i meridiani e ne regola lo stato di salute fisica e nervosa e il senso di benessere,
mentre quella più piccola riguarda un movimento di energia più sottile e spirituale,
determinando la progressiva apertura delle Ruote o Campi man mano che si verifica
l’evoluzione spirituale. Naturalmente i 2 cicli vanno di pari passo e si aiutano a vicenda. Il
primo è anche conosciuto come Piccolo circuito celeste e il secondo ha una sorprendente
analogia con il canale centrale Susumna descritto nel Kundalini Yoga. Successivamente, dopo
aver instaurato il Piccolo circuito celeste si passerà a far circolare l’energia in tutti i meridiani
attraverso la pratica del Grande circuito celeste.
Il flusso e l’accumulo di energia durante la pratica del Tai Chi Chuan è spiegata dalla
conoscenza dei 12 esagrammi che rappresentano il Ciclo di KKIENN e KKUNN scoperta del
filosofo Meng Hsi, vissuto durante la prima dinastia Han. (vedi Fig.)
Ciascun esagramma si collega a una Ruota di energia, a un mese dell’anno, a un segno
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zodiacale e a un punto dell’agopuntura.
Il primo esagramma è FU (il Ritorno –
esagramma 24), come all’inizio della pratica
del Tai Chi Chuan i piedi sono ben solidi al
suolo, dal quale traggono forza, similmente
alle radici di un albero, così l’esagramma
parla dell’inizio del movimento, dell’apertura
di un nuovo ciclo dove però tutto è ancora in
embrione e si prepara una nuova gestazione
sotterranea. Corrisponde al solstizio
invernale, in cui la terra riposa in silenzio
maturando nel suo grembo i nuovi germogli,
e ai mesi di Novembre e Dicembre.
In questa prima parte l’energia sale
dalla pianta dei piedi fino alla base della
colonna vertebrale. Graficamente
l’esagramma è composto dal segno KKUNN
in alto che simboleggia il ricettivo, e dal segno CENN il tuono, complessivamente sono
cinque linee deboli e una linea forte in basso che progressivamente salirà verso l’alto durante
gli esagrammi seguenti fino a raggiungere un esagramma composto da sole linee forti, per poi
decrescere e terminare il ciclo con l’esagramma esclusivamente yin.
Segue l’esagramma 19, LINN (l’Avvicinamento), ora l’energia sta crescendo sia per il
praticante del Tai Chi Chuan che avverte il corpo rinvigorito, sia per la natura che sente
l’avvicinarsi della primavera. Corrisponde al periodo Gennaio-Febbraio. Graficamente il
segno è composto da KKUNN sopra e da TUI, il Lago, sotto, complessivamente da quattro
linee deboli e 2 forti che salgono.
Segue l’esagramma 11, TTAI (la Pace), come l’esagramma indica l’esatto equilibrio e
armonia dovuto al bilanciamento degli opposti: 3 linee deboli e 3 linee forti. Così il praticante
del Tai Chi Chuan acquisisce calma e morbidezza esteriore mentre internamente è forte e
splendente, similmente al cotone sostenuto da un’anima di filo di acciaio. Il perfetto equilibrio
fra interiorità e movimento esteriore determina il grado di competenza raggiunto. Il segno è in
coordinazione con i mesi di Febbraio-Marzo dove le forze della natura preparano la
primavera.
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Citando un verso di Goethe: - Per orientarti nell’infinito; distinguer devi e poscia
unire -. L’energia è ora arrivata all’altezza dei reni nel campo di energia chiamato Cancello di
Vita.
Segue TA CIUANG (esagramma 34 – la Potenza del Grande), come in primavera la
forza della natura è prorompente e impulsiva e, cielo e tuono sono alleati producendo grande
forza, così il praticante di Tai Chi Chuan sta per diventare Maestro della sua arte e di se
stesso, giungendo a saper amministrare questa energia per non esserne dominati, usando
prudenza e costanza. Graficamente il segno è formato dal tuono e dal cielo e corrisponde ai
mesi di Marzo-Aprile. L’energia è salita lungo la colonna fino ai polmoni.
Segue KUAI (esagramma 43 – la Decisione), la natura è piena di vitalità essendo
prossimo il raccolto, ma quando si possiede molto occorre essere generosi ed elargire
eliminando il superfluo. Questo deve essere fatto dal praticante del Tai Chi Chuan, il quale
accumulando energia deve dare aiuto a chi ha bisogno e curare soprattutto il proprio carattere
eliminando i difetti con sincerità e senza oppressioni. L’esagramma è formato dai segni TUI,
il Lago, e KKIENN, il Creativo, complessivamente 5 linee forti e una debole. Corrisponde ai
mesi di Aprile-Maggio.
Segue KKIENN (esagramma 1 – il Creativo), l’esagramma richiama l’immagine del
drago che vola in cielo, indicando le altezze dello Spirito e il moto circolare e continuo. Allo
stesso modo il Tai Chi Chuan insegna che proprio attraverso i suoi movimenti costanti e
circolari si ottiene forza ed energia nel corpo e nello Spirito, diventando uomini perfetti
(Chen-Jen). Graficamente le 6 linee yang indicano l’impulso creativo e produttivo della
stagione primaverile, (allo stesso modo il praticante rende sé stesso forte e instancabile),
preparandosi al solstizio d’estate in cui verranno raccolti i frutti del lavoro dei lunghi mesi
precedenti. Con questo esagramma l’energia creativa è al suo apice, giungendo sul capo nel
punto YU CHEN Cuscino di giada, tuttavia questa situazione, seguendo il ciclo
dell’alternanza di Kkienn e Kkunn non può durare, infatti quando successivamente una linea
yin si collocherà all’inizio indicherà il principio del ciclo che culminerà nel ricettivo dopo
aver compiuto la discesa opposta.
Segue KOU (esagramma 44 – il Farsi incontro), indica che sia in natura che
nell’ambito del Tai Chi Chuan esistono 2 forze che necessariamente vengono strettamente
unite e si alternano nelle varie fasi: i 2 principi yin e yang sono necessari e complementari
perciò presenti ovunque. Quando cielo e terra ci vengono incontro tutte le creature giungono
alla prosperità. Allo stesso modo nel Tai Chi Chuan abbiamo movimenti in cui si avanza
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alternati a movimenti cedevoli, inoltre i movimenti circolari ricordano l’alternanza degli
opposti.
Graficamente il segno è composto dal vento che è sottomesso al cielo, indicando la
presenza di una linea debole che avanza iniziando il movimento di riflusso. Allo stesso modo
la stagione si avvicina all’estate in cui dominerà la raccolta dei frutti donati dalla Madre
Terra, indicando la femminilità anche in questo aspetto. Corrisponde ai mesi di Giugno-
Luglio, al solstizio d’estate. L’energia ha qui raggiunto la corona del capo dove il TUMO, o
canale di controllo (yang) incontra JENMO, il canale mediano anteriore (yin).
(Pare dai testi classici che poi si trasformi in saliva e arrivi così al Tan Pien). E’ il
medesimo principio del Kechari Mudra nello Hatha Yoga.
Segue TUNN (esagramma 33 – la Ritirata), dal momento che non è possibile sempre
un attacco deciso arriva il tempo di ritirarsi e cedere come ad esempio si verifica nel Tai Chi
Chuan in respingere la scimmia. Non si tratta di una ritirata disordinata e precipitosa in cui si
perde compostezza e dignità, ci si mantiene eretti per fronteggiare comunque il nemico,
misurati e sereni nel giudizio per agire lucidamente: si tratta cioè di mantenere la posizione
acquisita e riorganizzare le forze per un successivo attacco. La corrispondenza stagionale è
coi mesi di Luglio-Agosto, mentre graficamente unisce il cielo e il monte, indicando la
saldezza necessaria. L’energia scende al livello della gola, al centro chiamato HSUAN CHIH.
Segue PI (esagramma 12 – il Ristagno), si è giunti in una situazione ferma in esatto
equilibrio di cielo e terra, dove avanzano le linee deboli simboleggianti la forza oscura di
fronte alla quale è bene rinunciare e combattere ritirandosi in segretezza. Questo corrisponde
all’equilibrio raggiunto attraverso la pratica del Tai Chi Chuan in esatto dosaggio di yin e
yang.
Dal momento che una lotta sarebbe sconsiderata e rovinosa, né d’altra parte è giusto
allearsi con la forza oscura, l’unica soluzione consiste in un momentaneo ritiro, coltivando le
proprie virtù e i propri ideali, infatti non si sarebbe compresi. Corrisponde ai mesi di Agosto-
Settembre; l’energia scende fino al cuore, punto mediano dell’uomo, il SHUAN CHUNG.
Segue KUANN (esagramma 20 – la Contemplazione), l’immagine del vento che
penetra in ogni angolo della terra costringendo l’erba a piegarsi al suo passaggio indica
l’energia e la forza conseguita attraverso la via del Tai Chi Chuan: si tratta di una forza mite,
costante e ferma, capace di imporsi con dolcezza. La contemplazione richiama anche
l’atteggiamento mentale di vuoto interiore ottenuto attraverso esercizi di respirazione, in
particolare la meditazione. Corrisponde al periodo stagionale di Settembre-Ottobre.
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L’energia si avvicina al Tan Tien. Per ora è al plesso solare CHUNG WAN.
Segue PO (esagramma 23 – lo Sgretolamento), come il monte poggia solido e largo
sulla terra, così il praticante di Tai Chi Chuan assume una posizione stabile e rilassata, senza
l’impiego di forza muscolare, come indicano le 5 linee deboli.
Poiché la forza oscura è decisamente avanzata è opportuno coltivare quelle doti di
calma interiore, di mitezza e dedizione, in quanto ciò significa adattarsi docilmente alle
condizioni che non è oggettivamente possibile cambiare. Corrisponde ai mesi di Ottobre-
Novembre. L’energia è giunta al Tan Tien.
KKUNN (esagramma 2 – il Ricettivo), col segno del ricettivo si conclude il ciclo, sia
riferito alla natura sia al ciclo dell’energia e del respiro dell’uomo, e si pongono le basi per
iniziarne uno nuovo. Il Ricettivo indica quell’atteggiamento fisico e mentale che deve essere
conseguito dal praticante del Tai Chi Chuan, consistente in serenità e mancanza di forza
esteriore.
Infatti il segno è composto da 6 linee deboli che simboleggiano la terra generatrice di
vita. Corrisponde ai mesi di Novembre-Dicembre, in cui la terra ha in gestazione i semi che
produrranno frutti nella successiva primavera, perciò si trova in posizione di quiete e di riposo
esteriore, ma di grande attività nascosta. L’energia interna conclude il proprio circolo
giungendo quasi al punto di partenza, quando il basso addome è rilassato può essere assorbita
dalle ossa e da tutte le parti del corpo, perché ora si è resa fertile l’energia attraverso il
movimento e il respiro, perciò, è in grado di nutrire tutto il corpo.
Il Ciclo di KKIENN e KKUNN ricomincia con l’esagramma FU – il Ritorno.
Questo ciclo evidenzia ancora una volta la profonda analogia fra la filosofia taoista e
la filosofia alchemica occidentale, quasi come se il bisogno della ricerca dell’uomo fosse una
costante, un’archetipo universale. Senza stabilire un’apriori archetipico costante, mi sembra
appropriato e confortante rilevare un concetto pertinente, e cioè, che vi sia unità pur nella
differenza.
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Una meditazione in movimento
La pratica della meditazione consente di raggiungere alte vette, sia fisicamente,
donando un corpo sano pieno d’energia, dotato di una buona circolazione sanguigna e un
saldo sistema nervoso, sia mentalmente, permettendo di raggiungere serenità interiore,
equilibrio mentale, concentrazione e attenzione potenziata, infine spiritualmente favorendo il
progresso lungo la Via.
E’ di fondamentale importanza comprendere l’intima connessione fra la pratica del Tai
Chi Chuan e quella della meditazione, che potrebbero essere quotidianamente svolte, in
quanto il progresso dell’uno arricchirà quello dell’altra.
La posizione può mantenersi sia seduta, che sdraiata (con un piccolo cuscino), purché
si mantenga la colonna vertebrale ben eretta, il mento rientrato, gli occhi semichiusi e fissi su
un punto vicino davanti a sé (per impedire distrazioni), le labbra chiuse ma non serrate.
Tutto il corpo deve essere piacevolmente rilassato, per consentire l’attenzione al
respiro e al Tan Tien (basso ventre). Il respiro è tranquillo, naturale, ventrale.
All’inizio si tenderà a sentire la posizione e il corpo, in un secondo tempo si percepirà
il respiro.
Prima di ogni meditazione è consigliabile, ma non fondamentale, salutare a mani
giunte in segno di rispetto agli antichi maestri, così come alla fine; poi si emetteranno
profonde respirazioni per calmare il mentale, quindi si lascerà il respiro addominale libero di
agire, seguendolo con la massima consapevolezza. Tutto qui.
Mediante queste semplici indicazioni, chiunque può intraprendere questa pratica,
inizialmente per 20 minuti al giorno, poi si aumenterà fino ad un’ora circa, o secondo le
indicazioni del proprio Maestro, del consigliere Spirituale o del proprio Sé.
Dalla mia esperienza e sinceramente posso assicurare che i benefici di questa pratica
sono notevoli. Da situazioni di grave stress si possono ricavare equilibrio e beneficio.
Comunque consiglierei di associare alla pratica della meditazione anche una pratica fisica,
come ad esempio lo Yoga, il Tai Chi Chuan, o a seconda delle varie esigenze, in modo che il
corpo avanzi parallelamente alla mente.
Alla meditazione e al CHI KUNG (controllo del respiro) sono strettamente collegati i
meridiani, canali lungo i quali scorre l’energia attivata dal respiro.
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I canali fondamentali sono 12 più 8 vasi di concezione, facilmente percepibili anche
attraverso l’agopuntura e la digitopressione, queste manipolazioni sono in grado di agire
facendo scorrere energia fino all’organo a cui si collegano.
Pure secondo la filosofia tantrica indiana, e nello Yoga, nel nostro corpo scorrono ben
72.000 canali (Nadi), tuttavia vengono comunemente presi in considerazione solo i canali
fondamentali che salgono lungo la colonna vertebrale, Susumna, Ida e Pingala.
Purtroppo non si è in grado di affermare, anche se l’ipotesi attira molto, che la teoria
tecnica cinese combaci perfettamente con quella indiana, unificando così il sapere tecnico
pratico delle due scuole.
Invece si può affermare con esattezza l’unicità della ricerca delle due scuole sul fine
ultimo spirituale.
La meditazione in posizione seduta descritta precedentemente, può diventare
meditazione in movimento applicandola al Tai Chi Chuan, ma con una consapevolezza
centrata alla energia, o alle varie energie interne.
Tale attenzione all’energia interna, la quale scorre attraverso i meridiani e gli otto
canali psichici, determina una potente Alchimia con la conseguente nascita dell’embrione che
diventerà l’uomo nuovo.
Per prima cosa occorre, nell’apertura iniziale della sequenza, far scorrere l’energia
attraverso quello che è chiamato Piccolo Circuito Celeste, determinando il primo ciclo di
purificazione, cioè l’unione del fuoco e dell’acqua, i due trigrammi sono rispettivamente LI e
KKANN.
Successivamente iniziando i movimenti della sequenza, la mente dovrà guidare il Chi
attraverso il Grande Circuito Celeste, attivando così oltre ai centri del circuito precedente,
anche i meridiani e gli otto canali psichici del corpo.
La differenza fra piccolo e grande circuito è relativa sempre alla natura, tenuta in
grande considerazione dai filosofi taoisti, infatti nel primo c’è l’analogia con i movimenti del
sole e della luna durante le ventiquattro ore, mentre nel secondo i movimenti sono in rapporto
fra loro durante l’intero anno con le relative stagioni.
Sebbene questi circuiti interni possono essere aperti con il solo ausilio della mente e da
fermi, i principianti troveranno più agevole far scorrere l’energia, e percepirla più
intensamente attraverso i movimenti tipici del Tai Chi Chuan, piuttosto che in una
posizione seduta.
E’ altresì importante, alla fine della sequenza, riportare il Chi al Tan Tien, evitando di
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dissipare l’energia, e, accumulandola al CENTRO preposto. Così avremo sempre a nostra
disposizione energia di riserva, da utilizzare in caso di momenti eccezionali, oppure sarà
riutilizzata e ulteriormente purificata nel prossimo Piccolo e Grande Circuito Celeste.
Le tavole seguenti illustrano i vari meridiani, indicano i punti su cui agisce
l’agopuntura e gli organi ad essi corrispondenti, e possono servire per visualizzare i vari
percorsi energetici, così da percepire e far scorrere meglio il Chi durante la sequenza.
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