Alberto Oliverio Raffaele Mantegazza IL CERVELLO CHE...
Click here to load reader
Transcript of Alberto Oliverio Raffaele Mantegazza IL CERVELLO CHE...
Raffaele MantegazzaFINIRE UN PO’PRIMARiflessioni pedagogiche sul suicidioCastelvecchi, Roma 2017
Spero di potertrovare un posto
di pace e felicità, un posto in cui poteressere abbastanza bambino per viveree abbastanza uomo per sopravvivere.Il suicidio lucido, il suicidio veramentescelto al riparo dalla disperazione, nonvuole a!endere, non vede mo"vi perfarlo. Perché finire un po’ prima e nonstare a vedere come va a finire?Un libro commovente, da leggere tu!od’un fiato pur nella complessità e nellavas"tà del tema. Di fronte alla morte ealla morte per suicidio di una personacara non possiamo non restare spiazza", arrovellarci perché forse potevamo fare qualcosa, perché non abbiamocapito… è estremamente difficile confrontarsi con un argomento che ci pone davan" alla fine. Chi si suicida nonc’è più improvvisamente e non restaneppure il tempo di un saluto, il tempodi capire cosa fare delle sue cose, chebene o male rimangono a chi resta…tu!o finisce. Un fiore spezzato, comenell’evoca"va immagine del fiore in coper"na, avvolto nel bianco del nulla.Secondo l’autore si giunge a questascelta al termine di un processo educa"vo forma"vo e autoforma"vo, ungesto che assume una dimensione pedagogica. In pra"ca, suicidi si diventa.Ecco allora la domanda: “Perché finireun po’ prima e non stare a vedere come va a finire?” Nell'ul"ma parte deltesto si cerca la strada della riflessionepedagogica in grado di portare a unanuova consapevolezza della vita e dellamorte, ci si chiede come riuscire acreare percorsi educa"vi che aiu"no lepersone a trasformare il suicidio da gesto di morte a gesto di vita. Ma la pedagogia da sola non è sufficiente, entrain gioco l’aspe!o sociale, la poli"ca, lacostruzione di un mondo in cui sia possibile per tu% vivere una vita dignitosa.Da qui la più grande urgenza dell’umanità: la costruzione di un posto dove vivere ora e basta.
Marta Versiglia
Alberto OliverioIL CERVELLO CHEIMPARANeuropedagogiadall’infanzia allavecchiaiaGiunti, Firenze 2017
Leggere i tes" delprof. Oliverio, purnella complessità
degli argomen", è entrare dentro unvor"ce di curiosità, mistero, desideriodi scoperta. È proprio questo quelloche accade inoltrandosi nei meandridel nostro cervello e la bravura e capacità dell’autore di condurci per manoa!raverso questo labirinto, è forsel’elemento che maggiormente colpisce. Il cervello che impara è la formacartacea di Neuropedagogia, un testouscito in formato ebook che ha subitosuscitato grande interesse. Capire come avviene l’apprendimento, perché ibambini possono imparare in determinate condizioni, quanto il movimentosia significa"vo ai fini di quest’ ul"mo,quanto il contesto sia fondamentaleper apprendere. Tu% elemen" che inqualche modo le persone di scuola conoscono, ma finora nessuno si era preso la briga di codificarle e spiegarle inmodo a!ento e puntuale. Il cervelloche impara è a mio avviso un testo folgorante, tu% gli insegnan" lo dovrebbero leggere e rileggere per fissare nella mente alcune cose fondamentali: tener conto di tu% gli elemen" possibiliper poter costruire lezioni adeguateall’età dei bambini, alla loro capacità dia!enzione e all’importanza del movimento nell’imparare. Il testo è stru!urato in maniera cronologica, dal cervello del neonato a quello del nonne!o.Un cervello che, se s"molato opportunamente, può dare il meglio di sé. Ilcervello che impara è un viaggio affascinante tra la scienza e la pedagogia,indicazioni preziose per tu%, dagli insegnan" agli educatori ai figli e nipo".Sapere quali sono le corre!e modalitàdi approccio per consen"re un apprendimento finché c’è vita, credo importan"ssimo oggi, vista l’età media dellanostra popolazione. E ritorno sul fascino: la materia è di per sé molto s"molante e la forma è eccelsa. Da leggereassolutamente e da u"lizzare a pieno.
Paola Cosolo Marangon70