Alba e Bra - RECEPIMENTO PERCORSO DIAGNOSTICO … · 2018. 2. 5. · Kim YB. J Gynecol Oncolo. 2008...
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PROCEDURA GENERALE
RECEPIMENTO PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO-
ASSISTENZIALE DEL CARCINOMA DELL’
ENDOMETRIO
Cod: PGSGQ 80 Data: 17.11.2014 Rev. 0 Pagina 1 di 25
RECEPIMENTO PERCORSO
DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO-ASSISTENZIALE DEL CARCINOMA
DELL’ENDOMETRIO
Descrizione modifica: revisione 0 Preparato e verificato : I componenti del GIC tumori ginecologici e da : Dr Enrico Ravera Dr.ssa AnnaMaria Ponchione Dr. Daniele Saglietti Dr.ssa Maria Grazia Ciofani
Approvazione : I componenti del GIC tumori ginecologici : �Dr.ssa Marinella Destefanis Dr. Mario Ardizzoia �Dr. Massimo Foglia Dr.ssa Natalia Dogliani Dr. Giampiero Murialdo �Dr. Dario Fraire �Dr. Salvatore Di Santo �Sig.ra Tiziana Marcarino
Verifica formale Servizio Qualità Direttore Dr. Luciano Vero
Emesso Direttore D.S.P.O. Dr.sa M.C. Frigeri
PROCEDURA GENERALE
PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO-
ASSISTENZIALE DEL CARCINOMA DELL’
ENDOMETRIO
Cod: Data: 27/10/2014 Rev. 0 Pagina 2 di 25
1.PREMESSA........................................................................................................................................... 3
2.SCOPI E OBIETTIVI ............................................................................................................................ 3
3.CAMPO DI APPLICAZIONE.............................................................................................................. 3
4.MODIFICHE ALLE REVISIONI PRECEDENTI................................................................................ 4
5.DEFINIZIONI........................................................................................................................................ 4
6.DIAGRAMMA DI FLUSSO................................................................................................................. 6
7.DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’................................................................................................... 8
7.1 GRUPPO INTERDISCIPLINARE CURE (GIC)............................................................................... 8
7.2 FIGURE PROFESSIONALI COINVOLTE....................................................................................... 8
7.3 DIAGNOSI ......................................................................................................................................... 8
7.4 ASPETTI ANATOMO-PATOLOGICI.............................................................................................. 9
7.5 TERAPIA CHIRURGICA................................................................................................................ 16
7.6 RADIOTERAPIA ADIUVANTE..................................................................................................... 17
7.7 CHEMIOTERAPIA ADIUVANTE ................................................................................................. 18
7.8 TERAPIA DELLA RECIDIVA E TERAPIA DELLA MALATTIA METASTATICA................. 19
7.9 FOLLOW-UP.................................................................................................................................... 20
7.10 APPROCCIO PSICOLOGICO....................................................................................................... 21
7.11 TERAPIA ANTALGICA ............................................................................................................... 22
8. MODALITA’ DI ACCESSO ALLE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE ....................................... 23
9. CENTRO ACCOGLIENZA SERVIZI (CAS) ................................................................................... 24
10. VERIFICA/INDICATORI/PARAMETRI DI CONTROLLO ......................................................... 24
11. LISTA DI DISTRIBUZIONE........................................................................................................... 25
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1.PREMESSA
Il carcinoma dell’endometrio è la quarta causa di cancro nel sesso femminile, dopo il carcinoma della
mammella, del colon e del polmone (1). In Italia si verificano circa 7.750 nuovi caso ogni anno.
Il cancro dell’endometrio è più frequente nei Paesi Industrializzati e ciò fa ipotizzare che fattori
ambientali, dietetici (dieta ricca di grassi, ipercalorica), sedentarietà e sovrappeso rappresentino un
fattore di rischio per lo sviluppo di questa neoplasia. La terapia ormonale con estrogeni senza
l’aggiunta di progestinici, utilizzata per alleviare i sintomi della menopausa, aumenta il rischio di
tumore dell’endometrio (2). Anche la terapia con tamoxifene, farmaco utilizzato come trattamento
ormonale adiuvante per il cancro della mammella è associato ad una maggior incidenza di cancro
dell’endometrio (3).
Bibliografia 1 .AIRTUM Working Group. I Tumori in Italia, Rapporto 2010. La prevalenza dei tumori in Italia. Epidemiologia e
Prevenzione. Anno 34 (5/6) settembre-dicembre 2010 (supplemento N° 2); http: //www.registri-tumori.it
2. IARC. Hormonal contraception and post-menopausal hormonal therapy: IARC Monographs on the Evaluation of
Carcinogenic Risks to Hormones, vol. 72, Lyon: International Agency for Research on Cancer, 1999
3. The effects of adjuvant hormonal therapy on the endometrium and ovary of breast cancer patients. Kim HS, Jeon YT,
Kim YB. J Gynecol Oncolo. 2008 Dec; 19(4): 256-60. doi: 10.3802/jgo. 2008. 19.4.256.Epub 2008 Dec 29
2.SCOPI E OBIETTIVI Il presente documento ha lo scopo di recepire presso l’ASL CN 2 le Linee Guida elaborate a livello
Nazionale e i Documenti supportati dalla Letteratura Medico Scientifica Internazionale inerenti le
neoplasie dell’endometrio. Questo al fine di ottenere il miglior approccio diagnostico-terapeutico con
conseguente miglioramento della prognosi e qualità di vita delle pazienti.
Il documento esplicita i principali aspetti del percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale delle
pazienti affette da neoplasia dell’endometrio sia in fase precoce che metastatica.
Il documento potrà essere pubblicato sul sito internet dell’ASL e condiviso al fine di ridurre la
variabilità dei comportamenti assistenziali.
3.CAMPO DI APPLICAZIONE
La presente procedura si applica a tutti gli ambiti operativi, diagnostici e terapeutici, che interagiscono
nel trattamento di questa patologia.
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4.MODIFICHE ALLE REVISIONI PRECEDENTI
La presente procedura viene emessa per la prima volta in data 27/10/2014
Si prevede di rivalutare la presente procedura con cadenza annuale.
5.DEFINIZIONI
Glossario
- Procedure Generali (PG): sono i documenti che descrivono come le regole definite
dall’Organizzazione nel rispetto della legislazione vigente, inclusi i requisiti di accreditamento
istituzionale trovano applicazione. Contengono le responsabilità e le modalità di esecuzione delle
attività svolte dal personale per la conduzione aziendale. Le Procedure Generali descrivono processi
aziendali.
- Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA): sono piani interdisciplinari di assistenza
costruiti per specifiche categorie di pazienti, predisposti e usati da chi eroga le prestazioni sanitarie
sulla base delle migliori Linee Guida esistenti; identificano la migliore sequenza di azioni da effettuare
al fine di raggiungere obiettivi di salute definiti a priori, con un’efficacia ed un’efficienza ottimali
(Aress 2009).
Siglario
CAS = Centro Accoglienza Servizi
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CPSE = Coordinatore Personale del Comparto
DD = Direttore di Dipartimento
DG = Direttore Generale
DocsPA = Protocollo Informatico e Gestione dei flussi Documentali
DS = Direzione Sanitaria d’Azienda
DSC = Direttore Struttura Complessa
DSPO = Direzione Sanitaria di Presidio Ospedaliero
GIC = Gruppo Interdisciplinare Cure
IO = Istruzione Operativa
MMG = Medici di Medicina Generale
MOD = Modello
OI = Opuscoli informativi
PDTA = Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale
PG = Procedura Generale
PrS = Procedura specifica
PrST = Procedura specifica Trasversale
QRMU = Servizio Qualità, Risk Management, URP
RQR = Referenti Qualità Rischio clinico di SOC
RSA = Responsabile Sistema Accreditamento
RSPP = Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione
RU = Regole di Unità
SOC = Struttura Operativa Complessa
SITRPO = Servizio Infermieristico Tecnico Riabilitativo Preventivo Ostetrico
URP = Ufficio Relazioni con il Pubblico
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6.DIAGRAMMA DI FLUSSO
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PDTA CARCINOMA ENDOMETRIO
ASL CN2
MMG RADIOLOGIA ONCOLOGIA
ACCESSO SPONTANEO
CAS
SOC GINECOLOGIA: -ECOGRAFIA TRANSVAGINALE
-ISTEROSCOPIA -RESETTOSCOPIA
ANATOMIA
PATOLOGICA
RADIOLOGIA
MEDICINA NUCLEARE RM, TC, ecografia, PET,
ecc. DIAGNOSI DI CARCINOMA ENDOMETRIO
GIC MALATTIA INOPERABILE (stadi azione, comorbidità, età,
ecc.)
MALATTIA OPERABILE
TERAPIA CHIRURGICA
TERAPIE
ADIUVANTI (RT,CT, OT)
TERAPIE MALATTIA
METASTATICA O LOCALMENTE
AVANZATA (RT,CT,OT)
RT,CT,OT
FOLLOW-UP
TERAPIA ANTALGICA SUPPORTO PSICOLOGICO
NUTRIZIONE CLINICA CURE PALLIATIVE
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7.DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’
7.1 GRUPPO INTERDISCIPLINARE CURE (GIC)
Le neoplasie dell’endometrio vanno valutate, indipendentemente dallo stadio iniziale, nell’ambito del
GIC specifico, che vedrà coinvolte diverse figure professionali.
L’approccio ad ogni singolo caso dovrà considerare le raccomandazioni delle Linee Guida Nazionali e
Regionali e le evidenze scientifiche della letteratura internazionale più recenti.
Nell’ASL CN 2 il GIC delle neoplasie dell’endometrio è stato definito con la determinazione 1394 del
12/12/2013 e successive integrazioni, che ne individua finalità e componenti:
◦ Oncologo dr.ssa M. Destefanis -referente
◦ Ginecologi dr. M. Ardizzoia, dr. M. Foglia
◦ Anatomopatologo dr.ssa N. Dogliani
◦ Radiologi dr. G. Murialdo, dr. D. Fraire
◦ Palliativista dr. S. Di Santo
◦ Infermiere Professionale T. Marcarino
7.2 FIGURE PROFESSIONALI COINVOLTE Nell’ approccio diagnostico-terapeutico-assistenziale delle pazienti affette da neoplasia dell’endometrio
sono coinvolte plurime figure assistenziali: ginecologo, radiologo, anatomo-patologo, oncologo clinico,
radioterapista, medico di medicina generale, personale infermieristico, personale amministrativo,
psicologo, dietologo.
Il presente documento è stato redatto, oltre che dai membri del GIC sopracitati, da
◦ dr. E. Ravera anestesista
◦ dr.ssa A. Ponchione anestesista
◦ dr. D. Saglietti psicologo
◦ dr.ssa M.G. Ciofani psicologa
7.3 DIAGNOSI Nella maggior parte dei casi l’esordio clinico del cancro dell’endometrio è rappresentato da un
sanguinamento vaginale anomalo, sia nella donna in menopausa, che in età fertile; di rado la diagnosi è
accidentale in paziente asintomatica.
Nel sospetto di patologia di pertinenza dell’apparato ginecologico la paziente spontaneamente o tramite
invio del Medico di Medicina Generale giunge all’osservazione dello Specialista Ginecologo.
Il primo esame che viene eseguito è l’ecografia trans-vaginale (1), che consente di valutare lo
spessore dell’endometrio e l’eventuale presenza di ispessimenti focali; si ritiene sospetto uno spessore
> di 5 mm in menopausa, mentre in età fertile lo spessore può variare tra 1 e 14 mm a seconda del
periodo del ciclo mestruale. L’ecografia trans-vaginale viene eseguita presso i presidi ospedalieri di
Alba e di Bra.
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I casi sospetti all’ecografia trans-vaginale verranno sottoposti a prelievi bioptici mirati in corso di
isteroscopia; l’esito istologico consentirà di escludere o di porre diagnosi di carcinoma
dell’endometrio.
Il successivo esame strumentale nel percorso diagnostico è rappresentato dalla risonanza magnetica
con mezzo di contrasto, che consente di valutare il grado di infiltrazione del miometrio con una
sensibilità pari all’87%, l’infiltrazione dello stroma della cervice con una sensibilità dell’80% e delle
pareti della vagina. Inoltre permette di valutare l’infiltrazione del tessuto adiposo dei parametri e la
presenza di linfoadenomegalie pelviche o lombo-aortiche con un’ accuratezza del 76%. (2)
La tomografia assiale computerizzata (TC) presenta una scarsa accuratezza diagnostica, ma riveste
un ruolo nella stadiazione (valutazione di organi come il fegato).
La tomografia ad emissione di positroni (PET) con F-18 fluorodeossiglucosio è una metodica
recentemente proposta nel carcinoma dell’endometrio ed ha un ruolo nella stadiazione pre-chirurgica,
in particolare per la rilevazione di metastasi linfonodali (3) e nel follow-up post operatorio.
La scintigrafia ossea total body è da effettuare esclusivamente nei casi clinicamente sospetti di
localizzazione ossea
Bibliografia 1. Savelli L, Ceccarini M et al. Preoperative local staging of endometrial cancer: transvaginal sonography vs. magnetic
resonance imaging. Ultrasound Obstet Gynecol 2008 May; 31 (5): 560-6
2. Manfredi R, Mirk P et al. Loco-Regional Staging of Endometrial Carcinoma: Role of MR Imaging in Predicting Surgical
Staging. Radiology 2004; 231: 372-8
3. Suga T, Nakamoto Y et al. Clinical value of FDG-PET for preoperative evaluation of endometrial cancer. Ann Nucl Med
2011 May; 25 (4): 269-75. Epub 2011 Mar 9
7.4 ASPETTI ANATOMO-PATOLOGICI L’adenocarcinoma dell’endometrio comprende gruppi di neoplasie biologicamente ed istologicamente
differenti. Neoplasie estrogeno dipendenti (tipo I), di basso grado associate ad iperplasia spesso atipica
in pazienti con fattori di rischio (obesità, diabete, terapia con tamoxifene). Neoplasie non estrogeno
dipendente (tipo 2), compaiono in età più avanzata, insorgono su endometrio atrofico, spesso di alto
grado associate ad istotipi come carcinoma sieroso o carcinoma a cellule chiare. Sono caratterizzate da
un comportamento più aggressivo.
Le modalità di presentazione della neoplasia endometriale possono essere rappresentate da un
sanguinamento anomalo in menopausa AUB (5-15% carcinoma e polipi), dall’aumento di spessore
della rima endometriale riscontrata in corso di ecografia o dal riscontro di anomalie di cellule
ghiandolari AGUS in citologia cervicovaginale. La diagnosi iniziale viene fatta con il campionamento
di tessuto endometriale prelevato mediante curettage o biopsie.
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ITER DIAGNOSTICO Biopsia endometriale- modalità di prelievo La caratterizzazione istologica da biopsia endometriale
(con o senza curettage endocervicale) dovrebbe essere sufficiente per pianificare il trattamento
definitivo. Tasso di falso negativo 10%.
� Curettage (anestesia generale con dilatazione del collo) Complicanze 1-2%, falsi negativi
10-20%
� Minicurettage”VABRA” o biopsia endometriale con Pipelle (problema superficie di
campionamento 41% vabra, 4% per Pipelle). Diagnosi di carcinoma 80%, falsi negativi 15% dovuto
alla focalità delle lesioni
� Isteroscopia (senza anestesia e dilatazione del collo, < complicanze): visualizzazione cavità
uterina e la descrizione delle lesioni-Prelievi mirati.
Isteroscopia consente la valutazione della cavità endometriale in tutte le parti, delle pareti e degli osti
tubarici. La sede delle eventuali formazioni (anteriore, posteriore) la focalità ed estensione ,la distanza
dal canale cervicale (falsi negativi dell’interessamento cervicale 7,9 %). La metodica combinata:
isteroscopia con biopsia endometriale permette una visualizzazione diretta della cavità endometriale e
prelievi mirati . Non è applicabile come esame di screening di massa , è operatore dipendente con costi
elevati ed è applicabile a pazienti selezionate (sanguinamento uterino anomalo, alterazioni della rima
endometriale, citologia endometriale positiva e sospetta). Nel sospetto di neoplasia il campionamento
deve essere effettuato su tutta la cavità con prelievi da collo e corpo separati, il prelievo deve
comprendere le porzioni basali e i corni tubarici (sede prediletta di carcinomi e polipi). La biopsia
guidata successiva a isteroscopia diagnostica permette di ottenere una quantità di tessuto sufficiente per
una diagnosi istologica.
Malgrado alcuni studi riportino una “detection rate “per il carcinoma endometriale variabile dal 86%
per il Vabra ed il 97% del Pipelle la problematica di queste metodiche resta la superficie di
campionamento. Accuratezza (curettage frazionato - biopsia mirata / reperto chirurgico) 74% curettage
e 92% isteroscopia con biopsia. Sensibilità e specificità (67% e 77% rispettivamente per curettage e 90
e 92% per l’isteroscopia (13,19).
Biopsie endometriale con isteroscopia resettoscopica: multiple resezioni sotto guida isteroscopia,
spessore 5 mm, mirate, con alta rappresentatività del campione cavitario per migliorare accuratezza
nella valutazione dell’ istotipo e del grading preoperatorio (concordanza dei report finali del 95 %).
Non consente una valutazione dell’invasione miometriale (4).
Materiale diagnostico La finalità della biopsia-curettage endometriale è l’inquadramento diagnostico.
Il materiale deve essere prelevato in quantità adeguata ed è rappresentato da frustoli o frammenti di
alcuni mm che vengono fissati in formalina al 4%. Deve essere inviato tutto al laboratorio che
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processerà tutto il materiale. I prelievi se multipli, inviati in contenitori separati, sono descritti e
processati singolarmente.
Il referto istologico in presenza di materiale rappresentativo deve riportare:
� Eventuale valutazione fasi maturative (non richiesta in caso di patologia neoplastica)
� Metaplasia ciliata , ossifila, a cellule chiare
� Endometrio atrofico
� Endometrio iperplastico / neoplastico
� Mucosa del canale cervicale
� Valutazione lesioni intramurali
(sottomucose, miometriali, dello stroma endometriale) presenza di epitelio ghiandolare
endocervicale
� Problematiche da contaminazione da sangue e muco (curettage)
In caso di iperplasia i criteri morfologici sono codificati sec.WHO 1994 (15) Iperplasia (tipica)
• semplice senza atipia
• complessa senza atipia (adenomatosa)
Iperplasia atipica
• Iperplasia semplice atipica (infrequente)
• Iperplasia complessa atipica (adenomatosa con atipia)
La frammentazione e gli artefatti possono limitare il giudizio e vanno riportati nell’esame istologio.
L’accuratezza della diagnosi dipende dall’adeguatezza del campione e dai passaggi tecnici. Il patologo
deve correlare la diagnosi con il quadro clinico endoscopico. La diagnosi deve essere formulata
seguendo i criteri WHO 2002 (18)
Immunoistochimica La diagnosi istologica rimane essenzialmente morfologica ma l’utilizzo di metodiche
immnoistochimiche con marcatori come P-53 e WT1 possono rivelarsi utili nel discriminare il
carcinoma sieroso di tipo 2 rispetto alla variante papillare del carcinoma endometrioide o lesioni
benigne come metaplasia superficiale quando mimano una citologia di tipo sieroso.(1)
Conclusioni In condizioni ottimali il carcinoma può essere diagnosticato con ogni metodica e per lo più in
modo agevole. Il tasso di falsi negativi è intorno al 10%. In caso di biopsia negativa e persistenza della sintomatologia è consigliabile la ripetizione del prelievo
con dilatazione e curettage in anestesia.
L’isteroscopia può essere utile nel valutare l’endometrio , come nel caso di polipo, specie nelle pazienti
con sanguinamenti ricorrenti.
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La diagnosi di iperplasia comporta un fattore di rischio di sviluppare neoplasia che varia dall’1-2%
nell’iperplasia semplice o complessa senza atipie all’ 11-23% dell’iperplasia atipica (follow-up)(18).
Identificare neoplasie di alto grado permette di pianificare in corso di isteroannessiectomia una
successiva linfoadenectomia. Per quanto riguarda la concordanza grado tra biopsia endometriale ed
isterectomia concordanza è bassa per G1 del 45%, 63,3% per grado 2 e significativamente migliore per
i G3 (75,6% circa). L’accuratezza è indipendente dal dispositivo usato per il campionamento, età della
paziente ed intervallo tra biopsia ed intervento chirurgico (12 ), Grading preoperatorio (da biopsia o
curettage è sottostimato nel 15-20% dei casi (14). WANG concordanza bassa, sottostima da G1-G2
40%,specificità e valore predittivo per G3 90,7% e 89,9%.(17)
Rischio di disseminazione endoperitoneale transtubarica durante l’isteroscopia è assente quando
l’isteroscopia viene effettuata mantenendo una pressione intrauterina < 40 mm di Hg.(5).
Valutazione intraoperatoria del pezzo chirurgico L’accurata distinzione preoperatoria tra gli stadi Ia e Ib permette di selezionare pazienti a rischio che
necessitano di trattamento linfoadenectomia e trattamento radicale.
L’esame intraoperatorio consente :
• Valutazione invasione miometrio macro-microscopica–misurazione con indicazione alla
linfoadenectomia lomboaortica se invasione interessa la metà esterna del miometrio
• Valutazione macroscopica cavità con diametro-estensione della neoplasia
• Valutazione dell’interessamento cervicale
• Controllo del grading (specie se di alto grado)
Definizione del rischio di coinvolgimento linfonodale sulla base dell’infiltrazione miometrio
(invasione Miometrio <50% N +: 2-9%,basso rischio; invasione M >50% N +:17-40% alto rischio).
Accuratezza infiltrazione miometrio su sezioni criostatiche: 85-88% (7,9).
La valutazione della estensione miometriale è più accurata nelle lesioni piccole < 2 cm e nelle
neoplasia G1(93%) per scendere al 80,4 % per i G2 e 58,6% nei casi G3. L’accuratezza aumenta con
l’uso combinato di una valutazione macroscopica e di sezioni criostatiche. (6,8,15 ) ed è condizionata
dall’esperienza del patologo.
TECNICHE DI CAMPIONAMENTO
Valutazione intraoperatoria del pezzo chirurgico Dopo l’apertura della cavità uterina si individua la neoplasia, se ne descrivono l’aspetto, dimensioni e
la sede. Si eseguono tagli trasversali della stessa valutando il livello di maggior infiltrazione (superiore
o inferiore al 50%) si procede a misurazione dello spessore della neoplasia e dello spessore del
miometrio non infiltrato. Alla valutazione macroscopica segue la valutazione microscopica su sezioni
criostatiche.
DEFINIZIONE ANATOMOPATOLOGICHE- TECNICHE DI CAMPIONAMENTO
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Pezzo operatorio (a fresco)-isteroannessiectomia ( 1) Metodiche di sezione e inclusione Sezione del pezzo chirurgico a fresco/fissato - Orientamento
utilizzando come riferimenti: il rivestimento peritoneale (si estende inferiormente più sulla faccia
posteriore che su quella anteriore), legamenti rotondi (anteriori) e ovaie, se presenti (posteriori).
- Misurazione dell’utero in toto e la cervice,(lunghezza, larghezza e spessore). - Marcatura con nero di
china i tessuti molli paracervicali e parametriali.
-Inserimento di specillo nel canale cervicale e sondaggio della cavità endometriale
-Sezione con coltello a lama lunga sul piano frontale ottenendo due metà anteriore e posteriore.
- Sezione longitudinalmente la cervice sino all’orifizio uterino interno (al segmento uterino inferiore)
.Sezionare trasversalmente il corpo uterino con sezioni trasversali di 0,5 cm di spessore
- Descrizione dell’aspetto, le dimensioni e la sede del tumore.
Campionamento
- Sezioni di tumore che dimostrino il massimo spessore
- Sezioni anteriori e posteriore dell’istmo
- L’endometrio non coinvolto
- Cervice anteriore e posteriore
- Se gli annessi sono presenti eseguire sezioni trasversali dell’ovaio (almeno due) e della
salpinge (almeno tre sezioni comprendenti istmo,ampolla e infundibulo) con i tessuti molli adiacenti.
- Linfonodi , suddivisi per sedi e lato ;descrizione numero, diametro ed aspetto macroscopico.
Valutazione istologica Il grado di differenziazione della neoplasia ,l’invasione miometriale e l’istotipo sono i più importanti
fattori prognostici e predittivi di interessamento linfonodale. Il tasso di interessamento linfonodale
pelvico va da 0-5% (in donne con tumore ben differenziato, istotipo endometrioide, invasione
miometriale < 50%) al 35-40 % (tumore scarsamente differenziato, istotipo aggressivo ed invasione
miometriale > 50%.(10, 11). Al fine di consentire il successivo iter terapeutico in base alla categorie di
rischio il referto definitivo deve contenere i seguenti dati:
� Tipo istologico
� Grado di differenziazione WHO 2002/FIGO
� profondità di invasione miometriale
� Estensione cervicale
� Coinvolgimento spazi linfovascolari
� Dimensione del tumore � Estensione ai parametri ed annessi
� Stato linfonodale
� Stadio/ pTNM/FIGO
� Codifica SNOMED
Citologia peritoneale ( TMN 2009 la citologia positiva non modifica lo stadio).
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� Tipo istologico: istotipo più frequente è l'adenocarcinoma endometriode che costituisce
l'80% dei casi. Prognosi migliore rispetto alle neoplasia ad istotipo raro
� Istotipi speciali 3-6% adenocarcinoma a cellule chiare e 5% adenocarcinoma sieroso tipo 2
(comparsa più tardiva rispetto al carcinoma endometrioide, piccole dimensioni su polipo con crescita
extrauterina , comportamento aggressivo e frequente interessamento linfonodale con tassi di recidiva).
Grado di differenziazione
La classificazione istologica del carcinoma endometriale segue la classificazione WHO del 2002/FIGO
(15,18 ). Il grado di differenziazione del carcinoma endometrioide si basa sul pattern architetturale:
- G1 meno del 5% del tumore è costituito da componente solida(non squamosa , non morulare)
- G2 dal 5 al 50% del tumore è costituito da componente solida(non squamosa , non morulare)
- G3 più del 50% è costituito da componente solida(non squamosa , non morulare)
Sono escluse dalla valutazione del grading le componenti squamose-morulari. Il polimorfismo cellulare
fa aumentare di un grado. Istotipi di alto grado: carcinoma sieroso a cellule chiare,
a piccole cellule ed indifferenziato (3,17). Stadiazione Stadiazione TMN e FIGO sec. UICC TNM
Classification of malignant Tumors. 7° edizione Endometrio applicabile ad adenocarcinoma
dell’endometrio e carcinosarcomi per le sedi istmo, fondo dell’utero ed endometrio
REFERTO L’utilizzo di check lists diagnostiche consente una adeguata standardizzazione del
referto.(1 ) ADENOCARCINOMA DELL'UTERO. pT pN stadio FIGO Sede: Tipo istologico: Grado
istologico (sec FIGO): Grado nucleare (solo per tipo endometrioide): massimo spessore di infiltrazione
miometriale: mm Spessore del miometrio nell' area di massima invasione tumorale: mm Invasione
endocervicale: Invasione vascolare: Endometrio non neoplastico: Miometrio non neoplastico: Annessi:
Bibliografia 1. Ackerman Rosai Surgical Pathology 10° edizione 2011
2. Bakkum-Gamez J.N.,Gonzalez-Bosquet J,Laack N.M,Mariani A.,Dowdy S.C Current Issue in the management of
endometrial cancer Mayo Clinic Proc.Jan 2008;83(1):97-112
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8. Frumovitz M.,Singh D.K,Meyer L.Smith D.H.,Wertheim I.Resnik E.,Bodurka D.C.Predictors of final Histology in
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ENDOMETRIO
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adenocarcinoma.Gynecol Obstet nvest 2000;49:62-6.
10. Mariani A, Keeney G.L.Aletti G,Webb MJ, Haddock M.G PodratzKC Endometrial carcinoma: paraortic
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11. Mariani A.Dowdy S.C.,Cliby W.A.,Gostout S.,Jones M.B.,Wilson T.O.,Podratz K.C.Prospective assessment of
lymphatic dissemination in endometrial cancer:a paradigm shift in surgical staging.Gynecol.Oncol 109(2008)11-18
12. Mitchard J., Hirschowtz.Concordance of FIGO grade of endometrial adenocarcinomas in biopsy and hysterectomy
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13. Narducci.F,Lambaudie E,,Sonoda Y,Papageorgiou T.,Taieb S,Cabaret V,Castelain B,Leblanc E.Querlen D.Controverses
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14. NCCN Guidelines Version 2.2011Uterine Neoplasms
15. Quinlinvan J A, Petresen RW,Nicklin JL.Accuracy of frozen sections for operative management of endometrial
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17. Wang X.,Pan Z,Chen X,Lu W.,Xie X.Accuracy of tumor grade by preoperative curettage and associate clinicopathology
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18. WHO classification of tumours.Pathology and genetics.Tumors of the breast and female genital organsIARC Press Lyon
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19. Protocollo “Valutazione preoperatoria dell’infiltrazione miometriale e del grading istologico nell’adenocarcinoma
endometriale .R.Maggi, MP Odorizzi,R Tagliabue,E Filippi,C Bertalero,G Quadri,A Tisei. Febbraio 2008
TECNICHE DI CAMPIONAMENTO
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7.5 TERAPIA CHIRURGICA
L’intervento chirurgico rappresenta la terapia d’elezione per tale neoplasia. Infatti esso consente
una corretta stadiazione e l’individuazione delle pazienti ad alto rischio di recidiva e, di
conseguenza, di porre l’indicazione all’eventuale terapia postchirurgica. Attualmente la
classificazione più moderna per il trattamento chirurgico delle neoplasie uterine è quella di Querleu-
Morrow che ha soppiantato quella di Piver.
La classificazione di Querleu prevede le seguenti possibilità:
- tipo A isteroannessiectomia extrafasciale (corrispondente alla vecchia Piver I)
- tipo B1 sezione del pametrio laterale a livello dell’uretere
- tipo B2 come sopra, ma con l’asportazione dei linfonodi paracervicali(corrispondente
alla vecchia PIVER II)
- tipo C isterectomia allargata con sezione del legamento utero-sacrale (parametrio
posteriore) in corrispondenza del retto; del legamento vescico-uterino (parametrio anteriore)
a livello della vescica; parametrio laterale alla parete pelvica ecc. Il tipo C riguarda il
trattamento del carcinoma della portio e corrisponde nelle grandi linee alla vecchia Piver III
o all’isterectomia allargata secondo Wertheim-Meigs
Il trattamento chirurgico del carcinoma endometriale è funzione dello stadio, dell’istotipo e del
grading della malattia. Nei casi di istotipo endometrioide ( che rappresenta di
gran lunga l’istotipo più comune) ci si comporta come segue:
-Stadio I isteroannessiectomia totale extrafasciale (tipo A)+ washing peritoneale + colpectomia del
terzo superiore della vagina + esame estemporaneo al congelatore per la valutazione della
diffusione della malattia. Se questa supera la metà del miometrio si esegue la linfoadenectomia
pelvica e lomboaortica fino all’arteria mesenterica inferiore.
- Stadio II isteroannessiectomia radicale di tipo B + linfoadenectomia pelvica e lomboaortica.
- Stadio III e IV trattamenti integrati:
- con malattia resecabile debulking chirurgico + RT/CHT;
- con malattia non resecabile RT+CHT.
Negli istotipi aggressivi ( tumori a cellule chiare o sieropapilliferi) si effettua una stadiazione come
per il carcinoma epiteliale dell’ovaio e il trattamento chirurgico si compone di
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un’isteroannessiectomia radicale di tipo B + omentectomia + biopsie random peritoneali + washing
+ linfoadenectomia pelvica e lomboaortica ecc, come nel carcinoma ovarico.
La linfoadenectomia può essere quindi omessa in caso di grading G1 - G2 ed infiltrazione
miometriale inferiore al 50% (Stadio IA - IB) per la scarsa frequenza di metastasi linfonodali
pelviche ed aortiche.
La linfoadenectomia pelvica è ritenuta opportuna in tutte le pazienti con linfonodi palpabili
intraoperatoriamente, in caso di neoplasia G3, nei tumori di qualsiasi grado istologico con invasione
superiore al 50% del miometrio, quando vi è infiltrazione dello stroma cervicale ( documentata
nella biopsia diagnostica eseguita in concomitanza dell’isteroscopia), nei casi di neoplasia con
istotipo diverso dall’adenocarcinoma endometrioide.
L’isterectomia vaginale trova indicazione preferenziale nelle pazienti obese e/o con gravi patologie
concomitanti che controindicano l’intervento per via addominale. L’isteroannessiectomia in
videolaparo può essere indicata nelle stesse situazioni.
Bibliografia Querleu D, Morrow CP; Classification of radical hysterectomy; Lancet Oncol 2008; 9:297-303
7.6 RADIOTERAPIA ADIUVANTE Nelle pazienti a basso rischio (stadio IA-IB G1-G2 invasione miometriale <50%, G1-G2) dopo
l’intervento chirurgico non è necessario alcun trattamento adiuvante.
Nelle pazienti a rischio intermedio (IA-IB G3; IC G1-G2; IIA invasione miometriale >50%, G1-
G2) o alto la radioterapia transcutanea ha dimostrato un impatto significativo sul controllo locale
della malattia, senza modificare però la sopravvivenza globale ed è gravata da tossicità
gastrointestinali (1).
Nelle pazienti a rischio intermedio ed alto la brachiterapia vaginale deve essere effettuata; anche se
è meno efficace nel contenere le recidive pelviche, riduce il rischio di ricadute vaginali con una
tossicità trascurabile e miglior qualità di vita (2).
Fattori prognostici sfavorevoli oltre all’invasione del miometrio ed al grading tumorale sono
l’infiltrazione degli spazi linfovascolari e l’età maggiore di 60 anni.
Bibliografia 1.ASTEC/EN.5 Study Group. Adjuvant external beam radiotherapy in the treatment of endometrial cancer: pooled trial
results systematic review and meta-analysis. Lancet; 373:137-46, 2009.
2.Nout RA, Smit VT et al. Vaginal brachytherapy versus pelvic external beam radiotherapy for patients with
endometrial cancer of high-intermediate risk (PORTEC-2): an open-label, non-inferiority, randomised trial. Lancet
375:816-23, 2010
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7.7 CHEMIOTERAPIA ADIUVANTE Nelle pazienti sottoposte ad intervento chirurgico con intenti di radicalità, ma con un rischio elevato
di recidiva locale e di diffusione a distanza, dev’essere preso in considerazione un trattamento
chemioterapico adiuvante.
Il rischio elevato è identificabile nei seguenti stadi: IC G3, IIB, III, IV A.
In particolare per lo stadio IC G3 le pazienti dovrebbero essere inserite in trial clinici randomizzati
(1)
I farmaci chemioterapici più comunemente utilizzati sono cisplatino, ciclofosfamide, adriamicina,
paclitaxel, carboplatino somministrati per almeno 3 cicli, fino ad un massimo di 6-8 cicli.
Una recente metanalisi (2) sul ruolo della chemioterapia adiuvante nelle neoplasie dell’endometrio
ha analizzato 5 studi randomizzati su 2197 pazienti randomizzate dopo un intervento chirurgico a
ricevere una chemioterapia a base di platino versus una radioterapia o nessun trattamento. Dalla
metanalisi è emerso un aumento significativo della sopravvivenza globale, un aumento significativo
della sopravvivenza libera da progressione e una riduzione assoluta del rischio di sviluppare la
prima recidiva a distanza del 5% a favore della chemioterapia. Dalla metanalisi emerge una minore
efficacia della chemioterapia rispetto alla radioterapia nel controllo locale di malattia, ma un effetto
sinergico quando i due trattamenti vengono somministrati insieme.
Nelle pazienti con malattia a rischio intermedio/alto ed alto la chemioterapia adiuvante può
contribuire a migliorare la sopravvivenza, mentre la radioterapia contribuisce a ridurre il rischio di
recidiva locale e quindi probabilmente queste pazienti potrebbero beneficiare di un’integrazione di
radioterapia e chemioterapia. Questo andrebbe però confermato in ampi studi clinici controllati con
attenta selezione delle pazienti.
E’ sicuramente doveroso, in assenza di indicazioni precise sul trattamento adiuvante del carcinoma
dell’endometrio, informare adeguatamente la paziente sui rischi e benefici delle diverse opzioni
terapeutiche o della sola osservazione.
Nel tumore dell’endometrio di tipo 1 il ruolo di un’ormonoterapia adiuvante è stato valutato in una
recente metanalisi; sono stati considerati 7 studi randomizzati, in cui 4556 pazienti hanno ricevuto
un’ormonoterapia adiuvante versus la sola osservazione. Non è stato evidenziato alcun vantaggio in
termini di riduzione del rischio di morte per malattia, ma è stato riportato un rischio del 5% di
eventi tromboembolici nelle pazienti sottoposte a ormonoterapia (3).
Bibliografia 1. Creutzberg CL, Van putten WL, et al. Outcome of high-risk stage IC, grade 3, compared with stage I endometrial
carcinoma patients: the Postoperative Radiation Therapy in endometrial Carcinoma Trial. J clin oncol, 22:1234-41,
2004
2. Bryant JN, Miles T, et al. Adjuvant chemotherapy for endometrial cancer after hysterectomy. The Cochrane
Collaboration; 1-25, 2012
3. Martin-Hirsch PP, Bryant a, et al. Adjuvant progestagens for endometrial cancer. Cochrane Database Syst Rev. 2011
Jun 15;(6). Review.
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7.8 TERAPIA DELLA RECIDIVA E TERAPIA DELLA MALATTIA METASTATICA
In presenza di recidiva vaginale isolata, nelle pazienti che non hanno ricevuto una precedente
radioterapia, l’approccio radioterapico è curativo nel 75-80% dei casi (1); invece nelle pazienti che
hanno già ricevuto una precedente radioterapia l’opzione chirurgica diventa il trattamento di prima
scelta.
Nelle pazienti con malattia metastatica l’approccio terapeutico ha intenti palliativi e prevede
l’utilizzo della chemioterapia sistemica o dell’ormonoterapia.
Tra i chemioterapici più attivi abbiamo il platino, le antracicline ed i taxani: utilizzati in
monoterapia producono tassi di risposta di circa il 20%.
Due studi randomizzati hanno dimostrato un vantaggio in termini di sopravvivenza libera da
progressione (PFS), ma non di sopravvivenza globale (OS) per la combinazione Cisplatino-
Doxorubicina verso la monoterapia con Doxorubicina (2).
Lo studio GOG 177 ha arruolato 273 pazienti con carcinoma dell’endometrio avanzato e/o
recidivato; lo studio ha riportato un vantaggio significativo in termini di risposte al trattamento
(57% vs 34%), di sopravvivenza libera da progressione (8.3 mesi vs 5.3 mesi) e di sopravvivenza
globale (15.3 mesi vs 12.3 mesi) per la combinazione Cisplatino-Adriamicina-Paclitaxel (TAP)
verso Cisplatino-Adriamicina (3). Va però sottolineato che la tripletta era gravata da morbidità
(neurotossicità di grado 2 e 3 del 39% vs 5%) e mortalità (5 morti tossiche vs nessuna morte);
quindi si pone il problema della fattibilità di questo trattamento in una popolazione generalmente
anziana con spesso associate delle comorbidità.
Diversi studi di fase II sono stati pubblicati con la combinazione di Carboplatino-Paclitaxel; tassi di
risposta molto interessanti e variabili dal 40 al 90%. Sulla base di questi studi è stato condotto un
trial randomizzato (GOG 209) che ha confrontato la combinazione TAP verso la doppietta
Carboplatino-Paclitaxel. I risultati dello studio in fase di pubblicazione hanno evidenziato una
uguaglianza in termini di efficacia per i due bracci di trattamento a fronte di una maggior tossicità
per il TAP. Pertanto l’attuale standard per il trattamento di prima linea del carcinoma
dell’endometrio avanzato e metastatico è l’associazione Carboplatino-Paclitaxel. Al momento non esistono indicazioni assolute per il trattamento di seconda linea del carcinoma
dell’endometrio avanzato e metastatico. Alcuni farmaci chemioterapici sono stati valutati in studi di
fase II ed hanno di solito dimostrato risposte limitate e di breve durata. Tra i farmaci più attivi
ricordiamo: ifosfamide (risposte obiettive: 24.3%), oxaliplatino (13.5%), doxorubicina liposomiale
pegylata (9.5%), topotecan (9%), docetaxel (7.7%).
Il tumore dell’endometrio tipo 1 (endometrioide) è una malattia ormonoresponsiva e pertanto la
terapia ormonale può essere presa in considerazione in particolare nelle pazienti con condizioni
cliniche generali e/o con comorbidità associate che non consentono un trattamento chemioterapico
sistemico. Tra i farmaci più utilizzati abbiamo il tamoxifene ed i progestinici; con questi ultimi sono
riportate in letteratura risposte obiettive variabili dal 15 al 20% e sopravvivenze globali di 7-11
mesi. La maggior parte delle risposte sono parziali e di breve durata; il tasso di risposte è maggiore
nei tumori ben differenziati e che esprimono recettori ormonali (4). L’ associazione
tamoxifene/progestinici non ha dimostrato di essere più efficace rispetto alla sola terapia con
progesterone (5). Una metanalisi pubblicata di recente ha analizzato 6 trial randomizzati su 542
pazienti con tumore dell’endometrio metastatico o avanzato trattate con vari tipi di ormonoterapia
in monoterapia o in combinazione; non è stato dimostrato alcun vantaggio in termine di
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sopravvivenza libera da progressione o di sopravvivenza globale. Pertanto l’ormonoterapia con
tamoxifene o con progestinici rappresenta un’opzione terapeutica in casi selezionati. Alcuni studi hanno valutato l’efficacia degli inibitori dell’aromatasi, ma i risultati sono stati
deludenti (6).
Bibliografia 1. Huh WK, Straughn JM, Mariani A et al. Salvage of isolated vaginal recurrences in women with surgical stage I
endometrial cancer: a multiinstitutional experience. Int J Gynecol Cancer. 2007 Jul-Aug; 17 (4): 886-9
2. Thigpen Jt, Brady MF, Homesley HD et al. Phase III trial of doxorubicin with or without cisplatin in advanced
endometrial carcinoma: a GOG study. J Clin Oncol 2004; 22:3902-08
3. Fleming GF, Brunetto VL, Cella D, Look KY et al. Phase III trial of doxorubicin plus cisplatin with or without
paclitaxel plus filgrastim in advanced endometrial carcinoma: A Gynecologic Oncology Group study. J Clin Oncol.
2004; 22 (11): 2159-66
4. kokka F, Brockbank E, et al. A Hormonal therapy in advanced or recurrent endometrial cancer. Cochrane Database
Syst Rev. 2010 Dec 8; (12). Review
5. Fiorica M, Brunetto VL et al. Phase II trial of alternating course of megestrol acetate and tamoxifene in advanced
endometrial carcinoma: a GOG study. J Clin Oncol 2011; 19:364-7
6. Altman AD, Thompson J et al. Use of aromatase inhibitors as first-and second-line medical therapy in patients with
endometrial adenocarcinoma: a retrospective study. J Obset Gynaecol Can. 2012 Jul; 34(7):664-72
7.9 FOLLOW-UP
Le pazienti sottoposte ad intervento chirurgico con intenti di radicalità per neoplasie
dell’endometrio vengono sottoposte ad un programma di follow-up che può vedere coinvolte tutte
le figure specialistiche che hanno partecipato al percorso diagnostico-terapeutico iniziale.
Da una recente revisione sistematica della letteratura in merito al follow-up del carcinoma
dell’endometrio (1) è emerso che il 13% delle pazienti presenta una recidiva di malattia.
La maggior parte delle recidive vengono diagnosticate entro il terzo anno di follow-up.
Il trial italiano retrospettivo multicentrico (2), condotto nel 2006, che ha coinvolto otto istituzioni
italiane, ha valutato non solo la sede e il timing delle recidive, ma ha descritto anche le politiche di
follow-up adottate in Italia per le pazienti affette da neoplasie dell’endometrio. Dallo studio è
emerso che la mediana di sopravvivenza delle pazienti asintomatiche al momento della ripresa della
ripresa di malattia e di 92,3 mesi, mentre per le pazienti sintomatiche è di 40,3 mesi (p=0,0003).
Berchuck et al. (3) indicano come fattore prognostico sfavorevole il grading e, dai dati pubblicati,
emerge che la sopravvivenza aumenta per recidive vaginali isolate rispetto alle altre sedi di recidiva
(localizzazioni a distanza).
Per quanto riguarda la periodicità dei controlli esiste una maggiore omogeneità tra i dati presenti in
letteratura e quelli emersi dallo studio multicentrico italiano: si suggerisce, per i primi due anni di
sorveglianza un controllo clinico ogni 3-4 mesi, un controllo semestrale dal terzo al quinto anno,
per poi passare a controlli annuali.
Al contrario, il tipo di procedure adottate nel follow-up e soprattutto la frequenza della loro
applicazione sono risultate molto variabili, evidenziando essenzialmente due tipologie di
monitoraggio: “minimalista” (esecuzione del solo esame clinico comprensivo della visita
ginecologica) e “intensiva” (esame clinico, indagini strumentali, pap-test, marcatori). Al momento
attuale non disponiamo di dati definitivi che siano in grado di affermare che il follow-up
“intensivo” rispetto a quello “minimalista” abbia un impatto positivo sulla sopravvivenza. La
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risposta a questo quesito emergerà dai dati di uno studio randomizzato TOTEM, attualmente in
corso.
Bibliografia 1. Fung-Kee-Fung M, Dodge J, Elit L, Lukka, H et al. Follow-up after primary therapy for endometrial cancer: a
systematic review; Cancer Care Ontario Program in Evidence-based Care Gynecology Cancer Disease Site Group.
Gynecol Oncol. 2006 Jun; 101 (3): 520-9.Epub 2006 Mar 23. Review
2. E. Sartori, B. Pasinetti L. Carrara, et al. Pattern of failure and value of follow-up procedures in endometrial and
cervical cancer patients Gynecol Oncol. 2007 Oct; 107 (1 Suppl 1): S 241-7. Epub 2007 Sep 10.
3. Berchuck A, Anspach C, Evans AC et al. Postsurgical surveillance of patients with FIGO stage I-II endometrial
adenocarcinoma. Gynecol Oncol 1995; 59: 20-4.
7.10 APPROCCIO PSICOLOGICO
ACCESSO SPONTANEO
CHIRURGIA GINECOLOGIA ASL CN2 ONCOLOGIA ASL CN2
ACCESSO DELLA PAZIENTE ALLA CONSULTAZIONE PSICOLOGICA
CONSULTAZIONE UNICA INTERVENTO PSICOLOGICO
a seconda delle necessità della persona e degli standard professionali di riferimento
CRITERI DI ACCESSO:
• Contenimento emotivo
• Chiarificazione dei significati personali attribuiti all’esperienza di malattia
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• Condivisione modifiche non-visibili dell’immagine di sé (intimità violata e finita, gli aspetti
relativi alla femminilità, sessualità e fertilità vanno ridefiniti), condivisione difficile con gli
altri significativi perché trattasi di modifiche invisibili
• Attivazione di adeguate strategie di fronteggiamento del processo di cura
• Facilitazione all’adherence
• Modificazione delle variabili psicologiche che incidono negativamente sull’evento critico o
sul processo di cura
• Riorientamento del proprio progetto di vita
• Supporto per i controlli
• Supporto in caso di recidiva
MODALITA’ DI ACCESSO:
Direttore S.O.C. Psicologia: dott. Daniele SAGLIETTI
e-mail: [email protected], tel.: 0173.316071.
Referente Area Critica: dott. M. Grazia CIOFANI
e-mail: [email protected], tel.: 0173.316305.
Specialiste:
1. dott. Cristina BESSONE, e-mail: [email protected]
tel.: 0173.316445 – Martedì e Giovedì h. 13-15
tel.: 0172.420363 – Lunedì h. 13.30-15.30 e Mercoledì h. 9-14
2. dott. Laura GRIMALDI, e-mail: [email protected]
tel.: 0173.316445 – Martedì e Venerdì h. 9-14
7.11 TERAPIA ANTALGICA Generalmente la paziente affetta da carcinoma dell’endometrio afferisce per la prima volta all’ambulatorio di
Terapia Antalgica su richiesta dell’oncologo,quando, una volta subito il piano di cura che prevede cicli di
chemioterapia, ci sia la necessità di un accesso venoso impiantato.
Nel Servizio di Terapia Antalgica infatti ci sono medici e infermieri dedicati anche agli impianti di cateteri
venosi sia centrali che periferici.
E’ prevista prima dell’impianto ,che verrà effettuato in sala operatoria, una visita ambulatoriale dedicata
all’informazione, alla valutazione e alla scelta del catetere venoso migliore per quella paziente e alla
programmazione dell’impianto.
Compito della Terapia Antalgica è poi il trattamento del dolore che di solito compare nella fase più avanzata
di malattia (solitamente legato alla diffusione metastatica della neoplasia).
Negli ultimi anni si è assistito ad un duplice fenomeno: da una parte è diventato legge dello Stato il diritto a
vivere senza dolore, dall’altra il progresso scientifico tecnico e farmacologico ha permesso alla medicina del
dolore di progredire sensibilmente tanto da restituire al sofferente apprezzabile qualità di vita.
Questo ha determinato un incremento del numero di pazienti che accedono alla Terapia Antalgica .
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Le pazienti arrivano alla consulenza antalgica inviate dal medico curante o dall’oncologo o dai medici dei
diversi reparti per le pazienti ricoverate.
La presa in carico della paziente consiste nell’accoglimento, nella conversazione e nella ricerca della
strategia terapeutica ottimale valendosi sia della terapia farmacologica sia di tecniche microinvasive.
Spesso la strada dell’analgesia è un percorso complesso a gradini che coinvolge la stessa paziente nelle
diverse scelte terapeutiche.
Per questi motivi dopo la prima visita in ambulatorio la paziente ha la possibilità di aver un contatto diretto
in qualunque momento con i componenti dell’equipe sia attraverso il numero di telefono dell’ambulatorio
nelle ore di apertura sia attraverso un numero di cellulare nelle ore e nei giorni in cui non c’è attività in
ambulatorio.
ORARIO ATTIVITA’ AMBULATORIO TERAPIA ANTALGICA ALBA
LUNEDI’ MARTEDI’ GIOVEDI’ dalle ore 8,30 alle 16
Telefono 0173/316284
Cellulare terapia antalgica 335 6414220 ORARIO ATTIVITA' AMBULATORIO DI TERAPIA ANTALGICA di BRA: - LUNEDI' dalle ore 8.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 16.00 - MARTEDì dalle ore 8.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 16.00 - MERCOLEDI' dalle ore 8.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 16.00 - GIOVEDI' dalle ore 8.00 alle ore 13.00 e dalle ore 13.00 alle ore 16.00 - VENERDI' dalle ore 8.00 alle ore 14.00 Telefoni: 0172 420269 - 420806
8. MODALITA’ DI ACCESSO ALLE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE L’ecografia trans-vaginale può essere eseguita presso le S.O.C. di Ostetricia e Ginecologia
dell’ASL CN2; la prenotazione è da effettuarsi al CUP (Centro Unico Prenotazioni) e la paziente
necessita di impegnativa del medico curante oppure del medico specialista ospedaliero.
L’isteroscopia può essere eseguita presso le S.O.C. di Ostetricia e Ginecologia dell’ASL CN2 in
regime di D.H. (Day Hospital); la prenotazione viene effettuata presso le S.O.C. suddette.
Il materiale prelevato in corso di isteroscopia viene sottoposto a diagnosi istologica presso la
S.O.C. di Anatomia Patologica dell’ASL CN2.
Gli esami radiologici (risonanza magnetica, tomografia assiale computerizzata, Rx torace,
ecografia dell’addome) sono eseguibili presso i Presidi Ospedalieri dell’ASL CN2.
Gli esami di medicina nucleare (tomografia ad emissione di positroni, scintigrafia ossea total
body) non sono eseguibili presso l’ASL CN2, ma presso ASO S. Croce e Carle di Cuneo. Le pazienti con diagnosi istologica di neoplasia dell’endometrio all’isteroscopia verranno sottoposte
ad intervento chirurgico che dovrà tenere conto dell’esito degli esami strumentali precedentemente
effettuati (RM, TC, ecc.), delle eventuali comorbidità e dell’età della paziente.
L’approccio chirurgico può essere eseguito presso le S.O.C. di Ostetricia e Ginecologia dell’ASL
CN2 in regime di ricovero ospedaliero.
Nelle pazienti candidate a radioterapia il Servizio non è presente presso i presidi ospedalieri
dell’ASL CN2 e il riferimento è quello del Polo Oncologico di Sud Ovest ASO S. Croce e Carle di
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Cuneo; è disponibile il trasporto dalle due sedi dell’ASL CN2 all’ Ospedale di Cuneo tramite il
servizio dell’ASAVA. Le richieste per il suddetto trasporto vengono effettuate presso il CAS.
L’eventuale approccio chemioterapico sia in fase adiuvante, che per la malattia metastatica può
essere effettuato presso le S.O.C. di Oncologia dell’ASL CN2.
9. CENTRO ACCOGLIENZA SERVIZI (CAS)
Il CAS ha il compito di assistere la paziente con sospetto o con diagnosi di neoplasia
dell’endometrio durante tutto il percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale, fornendo
informazioni in merito ad aspetti organizzativi ed amministrativi.
Il Centro Accoglienza indirizza le pazienti ai GIC (Gruppi Interdisciplinari Cure) per la valutazione
diagnostica terapeutica del caso specifico. Inoltre rappresenta elemento di integrazione tra i diversi
specialisti ospedalieri dell’ASL CN2 e di altri ospedali con i Medici di Medicina Generale (MMG)
presenti sul territorio. Il C.A.S. nell’ambito dell’ASL CN2 Alba-Bra è situato in un ufficio presso i locali della S.O.C. Oncologia
del P.O. S. Lazzaro di Alba al III piano, ed è rappresentato da
sig.ra E. Manuello (full time) e Sig.ra F. Cravero (part time), segretarie
sig.ra B. Grasso, referente infermieristico
dr. F. Castiglione, referente medico
Orario di apertura al pubblico: 9-13; 14-16 (tel. 0173-316494)
10. VERIFICA/INDICATORI/PARAMETRI DI CONTROLLO
Allo scopo di valutare l’efficacia e l’efficienza del PDTA, si individuano i seguenti parametri che
monitorano le diverse fasi del processo
- intervallo tra la diagnosi patologica e la chirurgia inferiore a 30 giorni nel 95% dei casi
- intervallo tra chirurgia e referto istologico inferiore a 20 giorni nel 95% dei casi
- intervallo tra chirurgia ed inizio della chemioterapia adiuvante, ove indicata, inferiore alle 8 settimane nel
95% dei casi
- attivazione entro 15 giorni dall'invio di un' unica figura psicologica (della SOC Psicologia - Area Critica)
che funga da riferimento continuativo per la paziente nella sua storia clinica, insieme alle diverse specialità
mediche coinvolte nel percorso di cura, garantendo una continuità terapeutica degli interventi nel 95% dei
casi, sia che avvengano in ambito ospedaliero che ambulatoriale o territoriale.
Questi parametri saranno valutati con periodicità annuale, in apposito incontro dell’intero gruppo di lavoro,
convocato dal referente GIC. In tale incontro si valuterà anche l’opportunità di introdurre modifiche che
aggiornino il PDTA alle variazioni tecnologiche o strutturali subite dal processo. In questo caso la
valutazione delle variazioni deve terminare entro il termine perentorio di 30 giorni.
In assenza di modiche il PDTA viene invece considerato confermato fino alla successiva verifica annuale.
Si prevede inoltre di arricchire il presente PDTA acquisendo, in occasione del primo aggiornamento, il
contributo dei MMG.
PROCEDURA GENERALE
PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO-
ASSISTENZIALE DEL CARCINOMA DELL’
ENDOMETRIO
Cod: Data: 27/10/2014 Rev. 0 Pagina 25 di 25
11. LISTA DI DISTRIBUZIONE
- tutti i DSC, i CPSE ed i Responsabili delle strutture operative coinvolte (mediante DocsPA):
Ginecologia, Oncologia, Anatomia Patologica, Psicologia, Anestesiologia, Radiologia
- personale appartenente alle UU.OO. coinvolte (con firma per ricevuta ed eventuale specifica
riunione di reparto)