al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa...

16
Dal 14 marzo al 6 giugno presso la Biblioteca Comunale di Monfalcone in via Ceriani, 10 ilGiovedì delLibro primavera2013

Transcript of al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa...

Page 1: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Dal 14 marzo al 6 giugnopresso la Biblioteca Comunale di Monfalcone in via Ceriani, 10

ilGiovedìdelLibrop r i m a v e r a 2 0 1 3

Page 2: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Biblioteca Comunale di Monfalconevia Ceriani, 10

Comune di MonfalconeAssessorato alla Cultura

in collaborazione con:

Page 3: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Incontri con autori e presentazioni di opere di narrativa, poesia, saggi di storia locale, tesi di laurea relative al territorio, ricerche scientifiche.

Page 4: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Giulio Mellinato, laureato in Storia con-temporanea presso l’Università di Trie-ste, ha conseguito il Dottorato di Ricerca presso l’Università di Pavia. Ha collabora-to in qualità di ricercatore con Università ed istituzioni culturali, sviluppando alcuni progetti riguardanti la storia economica e sociale della Venezia Giulia. Ha insegna-to storia economica presso l’Università di Trieste (2001-2008) e dal dicembre 2008 è ricercatore di storia economica presso l’Università di Milano-Bicocca. I

suoi interessi di studio riguardano la storia marittima, dalla metà del XIX secolo all’età presente, la storia dei trasporti, della cantieristica e, in genere, la storia sociale e imprenditoriale dell’Europa contem-poranea dal XIX secolo in poi, con particolare riguardo alle forme dell’intervento degli Stati nell’EconomiaBiagio Mannino, laureato in Scienze Politiche con indirizzo Politico Internazionale presso l’Università degli Studi di Trieste, dove ha anche conseguito il Master in Analisi e gestione della comunicazione pubblica e di impresa. Ha avuto modo di dedicarsi allo studio dell’urbanistica, dell’economia e della finanza. Considera la politica una scienza che, per essere compresa al meglio, necessita di una visione completa sot-to la molteplicità degli aspetti che la compongono. Autore di numerosi articoli politologici è studioso e divulgatore di queste tematiche. Col-labora presso Associazioni e Circoli e, in particolare, con il Circolo di Cultura Istro Veneta Istria in qualità di analista politico.

Gli studi contenuti nel libro hanno l’ambizione di superare le consuete immagini della storia e dell’identità istriana, per tentare di ricostruirne l’evoluzione nel tempo, a partire dalle condizioni di vita delle comunità che vi hanno risieduto e delle prospettive di sviluppo (soprattutto dal punto di vista economico) che si sono succedute negli anni, dall’inizio del Nove-cento ad oggi.Mediante uno studio effettuato e tramite una raccolta di opinioni di figure istituzionali, aventi a che fare con la realtà istriana, vengono analizzate la situazione politica e le sue prospettive nell’Istria croata, slovena ed italiana.Alla vigilia dell’entrata della Croazia in Europa ed alla conseguente cadu-ta dell’ultimo confine, la realtà geopolitica appare ricca di prospettive e di volontà al cambiamento, ma, nonostante tutto, permangono delle difficoltà che solo il passare del tempo potrà eliminare.

Presentazione a cura di Fabio Scropetta

geopolitica appare ricca di prospettive e , nonostante tutto, permangono

re del tempo

petta

giovedì 14 marzoore 18:00

Istria Europa. Economia e sto-ria di una regione perifericaLivio Dorigo, Giulio Mellinato, Biagio ManninoCircolo Istria, 2012

Page 5: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Miriam Blasich nasce nel 1979 a Roma, poi, a causa del lavoro del padre, si spo-sta di città in città per tutta l’infanzia, scoprendo una grande passione: i fumet-ti. Diplomata Maestra d’arte presso l’Isti-tuto d’Arte di Lucca, nel 1998 partecipa a vari corsi di specializzazione con grandi maestri italiani come Davide Toffolo e Andrea Artusi, Il primo fumetto a puntate di Miriam nasce nel 1999: Vesna. Tre episodi più

un quarto speciale pubblicati unicamente on-line. Nel 2001 la prima versione di Anjce, realizzata assieme a Giacomo Pueroni e a Luca Vergerio.Dal 2005 inizia una collaborazione, tutt’ora in corso, con la rivista bilingue Isonzo Soča di Gorizia, sulla quale pubblica Anja: la storia, in parte autobiografica, di una adolescente appena trasferitasi a Gorizia, alla scoperta del territorio friulano.Nel 2011 pubblica Amarangelo con Cagliostro E-press.Nel 2012 inizia la sua collaborazione con ProGlo Edizioni con la versio-ne riveduta e corretta di Anjce, mentre nel 2013 è prevista l’edizione in volume di Anja.

Per uno strano fenomeno sconosciuto, alcuni esseri umani si risvegliano dopo la morte. Con un corpo differente, in mezzo alle galassie e come cielo solo le stelle. Chiamano se stessi i rinati.Anjce è una rinata, che vive nella sua casa, sulla sua isola che vaga nello spazio, mangiando cioccolato e ascoltando la musica, con la sola compa-gnia di una piccola talpa, pure lei golosa di cioccolato. Ma forse questa piccola talpa è davvero il più prezioso dei compagni. Perché in questo mondo hai bisogno di alleati. Forse in questo mondo ap-parentemente celestiale si insinuano pericoli, che potrebbero minacciare Anjce, la rinata.Questa è la vita di Anjce. E questa è la storia di come imparò a rendere piena la sua esistenza, ad accettare la sua nuova vita e ad avere uno scopo: ritrovare chi aveva amato nella vita pre-cedente. Le storie scritte e disegnate da Miriam Blasich sono raccolte per la prima volta in un volume. In questa edizione riveduta e corretta un episodio completamente inedito.

Presentazione a cura di Roberto Franco

giovedì 21 marzoore 18:00

Anjce. Horo, amore e cioccolatoMiriam BlasichProGlo, 2012

Page 6: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Francesco Tomada è nato nel 1966 e vive a Gorizia. Dalla metà degli anni Novanta ha partecipato a letture ed incontri nazionali ed internazionali, così come a trasmissioni radiofoniche e te-levisive in Italia e all’estero. I suoi testi sono apparsi su numerose riviste, anto-logie, plaquettes e siti web e sono stati pubblicati in traduzione in una decina di stati diversi.La sua prima raccolta, L’infanzia vista

da qui (Sottomondo, 2005), ha vinto il premio Nazionale “Beppe Manfredi” per la migliore opera prima. La seconda raccolta, A ogni cosa il suo nome (Le voci della Luna, 2008), ha ricevuto riconosci-menti in diversi concorsi (Premio Città di Salò, Premio Litorale, Pre-mio Baghetta, Premio Osti, Premio Gozzano, Premio Percoto).Ha inoltre vinto il Premio Internazionale Calla 2007 ed il Premio Ca’Dmnicu 2008, entrambi per testi inediti.

“Un uomo”, scrive Borges, “si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regioni, di montagne, di baie, di navi, di isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l’immagine del suo volto”.Quale volto del Friuli Venezia Giulia esce dai tanti scrittori grandi e piccoli, universali e locali, famosi ed anonimi, che in prosa e in versi si sono raccontati, e dunque hanno proposto l’anima della terra cui sono stati legati, per nascita o per percorsi di vita? Difficile rispon-dere, soprattutto perché, in realtà, non esiste un volto unico ed unitario. Una regione? No, in realtà quattro province. Quattro province? No, in realtà centinaia di Comuni. Centinaia di Comuni? No, in realtà un pulviscolo di frazioni caratterizzate da una propria specifica identità. In mezzo a questo vortice di storia e di storie, per fare chiarezza interviene la Letteratura, unico grande strumen-to che abbiamo per conoscere i luoghi e il tempo in cui viviamo.Questa Antologia di Scrittori racconta Gorizia e la sua provincia, per conoscerla, per amarla.

Presentazione a cura di Roberto Covaz

mpito diopola i,

ene

tanti osi ed ntati, esono stati icile rispon-

lt i

giovedì 28 marzoore 18:00

Gorizia. Antologia dei Grandi scrittoriFrancesco TomadaBiblioteca dell’Immagine, 2012

Page 7: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Marina Bressan è germanista, traduttrice, docente anche presso l’Università di Trieste, collabora con l’Università di Stoccarda. Si occupa di diversi temi, in particolare della storia del viaggio e del turismo; cura la collana presso la casa editrice Edi-zioni della Laguna sulla memoriali-stica e propaganda austro-tedesca della prima Guerra Mondiale. Ha al

suo attivo circa una trentina di titoli, fra cui le monografie su “Ver Sacrum” e “Der Sturm”.

Allo scoppio della prima Guerra Mondiale, intellettuali austriaci aderirono con entusiasmo a partecipare, ognuno nella propria funzione, al conflitto. Il libro, raccolta di reportage di scrittori aderenti al Kriegspressequartier (Quartiere della Stampa di guerra) e destinati al fronte dell’Isonzo, ci con-sente di considerare la totalità dell’evento secondo un’analisi di intera-zione tra guerra e società, in particolare delle èlite culturali. Alexander Roda, Karl Marilaun, Siegfried Geyer, Zoltán Franyó, Emil Kläger, ed in particolare Alice Schalek, conosciuta per il suo libro Isonzofront, apprez-zato dal pubblico italiano, ma ancora “sconosciuta” per l’ulteriore produ-zione giornalistica, ci offrono uno spaccato della vita al fronte e delle città coinvolte nel conflitto, scevro da livore e da odio nei confronti dell’Italiano, ma progres-sivamente sempre più nostalgico verso la fine, quando ormai Trieste pare perduta per sempre.

Presentazione a cura di Marco Mantini, Gruppo ricerche e studi grande guerra SAG CAI Trieste

ek, conosciuta per il suo libro Isonzofront, apprez-no, ma ancora “sconosciuta” per l’ulteriore produ-frono uno spaccato della vita al fronte e delle cittàscevro da livore e dataliano, ma progres-nostalgico verso

ai r

po ricerche eG CAI Trieste

giovedì 4 aprileore 18:00

Scrittori austriaci sul fronte dell’IsonzoMarina BressanEdizioni Della Laguna, 2012

Page 8: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Božidar Stanisic, Visoko, Bosnia 1956. Saggista, critico letterario, autore di testi radiofonici e di racconti per infanzia. Agli inizi degli anni Novanta fugge dalla guerra civile in Bosnia, rifiutandosi di vestire alcuna divisa, e si stabilisce con la famiglia in Ita-lia, a Zugliano (Udine). Nel 1993 pubblica I buchi neri di Sarajevo, con una prefazione di Paolo Rumiz. Un racconto di questa raccolta è stato inserito anche nel Dizionario di un Paese che scompare (Roma, Manifestolibri,

1994). Con l’Associazione “Ernesto Balducci” di Zugliano ha dato alle stampe tre raccolte poetiche, Primavera a Zugliano (1994), Non-poesie (1996) e Metamorfosi di finestre (1998), e il libro di prosa Tre racconti (2002). Del 2003 è Bon Voyage (Portogruaro, Nuova Dimensione), mentre fra le più recenti pubblicazioni troviamo Il cane alato e altri racconti (Verona, Perosini, 2007), La chiave in mano/Kljuã na dlanu (Udine, Campanotto editore, 2008), La cicala e la pic-cola formica (Trieste, Bohem Press Italia, 2011).Diverse prose e poesie sono apparse in antologie italiane e straniere. È autore del testo teatrale Il sogno di Orlando, edito in edizione pri-vata nel 2006 e poi pubblicato sulla rivista on line Kúmá. Creolizzare l’Europa, n.13, 2007.Attualmente è presidente del Centro Balducci.

Fra il 1991 e il 1999, date d’inizio e fine dei conflitti che hanno insanguina-to i territori della ex-Jugoslavia, migliaia di persone hanno abbandonato le proprie case, moltissime per non farvi più ritorno. Le ferite di quella guerra e la diaspora che ne è seguita sono al centro della narrazione ‘translingue’ di Božidar Stanisic, le cui storie fermano, come istantanee, voci, luoghi e ricordi di un Paese che non c’è più, attraverso una scrittura che potremmo definire di resistenza e di memoria. Fra le pieghe del suoi racconti, Stani-sic sembrerebbe suggerirci quanto la sua Storia ci sia vicina, e non solo geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa, il suo specchio, la sua interiorità e la sua verità”.

Presentazione a cura di Pierluigi Di Piazza

ofa jugoslava Rada Ivekovic, i Europa, il suo specchio, la sua

giovedì 11 aprileore 18:00

Piccolo, rosso e altri raccontiBožidar StanisicCosmo Iannone, 2012

Page 9: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Marco Pispisa dopo la laurea in Con-servazione dei beni culturali, ha con-seguito il diploma di archivista alla Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Trieste e il titolo di dottore di ricerca in Scienze Bibliografiche presso l’Uni-versità di Udine.Ha collaborato con biblioteche annes-se a musei ed è stato bibliotecario

presso l’Università di Udine.Attualmente lavora in una biblioteca di ente locale.È stato co-curatore de Il fondo musicale dei conti de Brandis (2008) e dell’allestimento e catalogo della mostra Ferruccio de Brandis fotografo. Immagini della Collezione de Brandis (2009)

La storia della biblioteca familiare dei nobili de Brandis, vissuti in Friuli per circa settecento anni, è delineata in quest’opera attraverso una puntuale analisi delle relazioni tra i nuclei tematici della raccolta e la vita, le pro-fessioni, gli interessi e la dimensione intellettuale dei diversi componenti del casato. L’autore documenta, attraverso uno studio biblioteconomico e un’indagine archivistica, l’evoluzione di questa biblioteca storica dalle origini fino alla donazione testamentaria che l’ha trasformata da privata a pubblica, da memoria particolare e familiare a patrimonio di un’intera comunità

Presentazione a cura di Alessandra Sirugoa cura di Alessandra Sirugo

giovedì 18 aprileore 18:00

La biblioteca dei conti de Bran-dis del Friuli (1500-1984). Marco PispisaForum, 2012

SEZIONE FRIULI VENEZIA GIULIA

Page 10: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Mitja Juren è nato nel 1969 a Gorizia. Esperto fotografo e profondo conoscitore del Carso, da anni si dedica alla ricerca dei luoghi più nascosti del fronte isontino tra Italia e Slovenia. È so-cio del Gruppo ricerche e studi Grande Guerra della Società Alpina delle Giulie di Trieste. Suoi articoli vengono regolarmente pubblicati sulla rivista Uniformi & Armi. Per la Gaspari ha scrit-to Nad Logem la collina fra due mondi storia e itinerari tra il Vallone di Gorizia e il Carso di Comeno (2007). Paolo Pizzamus è nato nel 1964 a Trieste. Socio

del Gruppo Ricerche e Studi Grande Guerra della Società Alpina delle Giulie di Trieste, da anni compie escursioni sui campi di battaglia del Carso isontino e sloveno dedicandosi alla ricerca delle “iscrizioni di guerra” e allo studio dei sistemi difensivi contrapposti. Per la Gaspari ha curato il volume I tracciati delle trincee della Grande Guerra La conquista del Carso di Comeno (2006).Nicola Persegati Nato a Legnago, nel 1964. Da anni collabora con Antonio Scrimali e il Gruppo Ricerche Studi Grande Guerra – CAI – SAG di Trieste alla riscoperta e valorizzazione delle vestigia custodite dal Carso di Comeno e dalle quote goriziane, senza contare la ricerca in archivi e biblioteche di diari, testimonianze e foto riguardanti questi fronti di guerra. Per la Gaspari ha pub-blicato: Battaglie senza monumenti Panowitz, San Marco e Vertojba Itinerari sconosciuti in Slovenia alla riscoperta delle imprese degli Arditi di Bassi (2005); Il volto di Medusa L’abisso quotidiano delle trincee (2006); Il San Gabriele l’orizzonte di fuoco (2006); La Grande Guerra di Spaldo, il Diario di guerra di Aldo Spallicci medico, repubblicano e poeta di Romagna (2008); con Silvo Stok, La trincea delle Frasche (2004).

Gli Autori sono riusciti con le loro pagine scritte sull’onda di grande passione storica e affetto verso un’inobliabile generazione di uomini – soldato, a far parlare quell’an-golo poco conosciuto di Carso concedendo ampio spazio al dramma umano di un esercito di fanti, bersaglieri, arditi, artiglieri, bombardieri, jäger, gebirgschützen, pionier e honved che si sentivano abbandonati, nell’isolamento forzato imposto dalla natura di quel terreno cosparso di doline. Impossibilitati o quasi a co-municare la precarietà della loro vita, delle sofferte ore di trincea, ma soprattutto delle angoscianti attese che precedevano gli assalti.Esplorando il terreno per ricostruire l’evoluzione dei combatti-menti tra l’ottobre e il novembre 1916, ci si rende conto che ciascuna dolina custodisce memorie e testimonianze di gran-de rilievo, sia storico che umano. La passione, l’ago della bussola e le mappe ci spingono ad abbandonare i sentieri più frequentati guidandoci verso le zone più recondite e meno note del Nad Logem, Lokvica, Nova Vas, Nad Bregom e delle quote 208 sud e nord. Il silenzio è il tratto distintivo di questo mondo, qui si prova un senso autentico di isolamento ed estraniazione dal mondo reale. “Le Patrie” scriveva Antonio Scrimali nel 1997 “hanno dimenticato i fanti, bersaglieri, genieri, zappatori, honved, jäger, landsturm, …Ma noi no”. Noi con l’aiuto di questa guida, siamo in grado di ascoltare, in pieno Carso, un fiume di racconti...

Presentazione a cura di Marco Mantini, Gruppo ricerche e studi grande guerra SAG CAI Trieste

, j g , g g ,i, nell’isolamento forzato impostoImpossibilitati o quasi a co-ferte ore di trincea, mavano gli assalti.e dei combatti-de conto chenze di gran-’ago dellasentieri

ndite e Nadè il undal li nelenieri, no”. Noicoltare, in

Trieste

giovedì 2 maggioore 18:00

Guida agli itinerari incontami-nati del Carso dimenticatoMitja Juren, Paolo Pizzamus, Nicola PersegatiGaspari, 2010

Page 11: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

giovedì 9 maggioore 18:00

#Odissea. Il viaggio di Ulisse ai tempi di TwitterIlaria DotLa Caravella, 2012

Ilaria Dot, nata nell’ultimo giorno del 1984 a Monfalcone, ha vissuto a Parma e a Màlaga per poi tornare alla città natia. Laureata in Giornalismo e Cultura Edito-riale, scrive dacché ha memoria e twitta compulsivamente. Tra una collaborazione a progetto e l’altra, trova anche il tempo di aggiornare un blog.

Le avventure di Ulisse e dei suoi compagni di viaggio rivisitate in una satira moder-na, ironica e sarcastica. Personaggi che scendono dal piedistallo della solennità per trasformarsi in followers, dando vita ad un continuo tam tam, ad un fitto passapa-rola, ad uno scambio di brevi messaggi ed alla condivisione di links.

Presentazione a cura di Clara Giangaspero.

Page 12: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Anna Maria Sanguineti è nata e vive a Monfalcone. Ha frequentato nella città natale il Liceo scientifico e a Venezia l’università Ca’ Foscari laureandosi in Lingue e Letterature Straniere.Ha insegnato lingua tedesca alle scuole medie di Monfalcone, di Fogliano-Redi-puglia, al Liceo Scientifico di Monfalco-ne e alla Scuola Superiore per il Turismo “J.F.Kennedy” di Gorizia.

Ha scritto:La Colonìa della Solvay edito da Edizioni della Laguna, 2007La cucina goriziana di Casa Rubbia edito dalla LEG, 2011La fresca aria della giovinezza stampato in proprioAngeli stampato in proprio.Nata in una terra di confine. Ricordi monfalconesi stampato in pro-prioNel 2008 ha curato la mostra per immagini Solvay. Dalla soda alla plastica allestita a Monfalcone

Anna Maria Sanguineti

SOLVAYUNA SODIERA A MONFALCONE

1911-1969

La sodiera di via Timavo è stata attiva a Monfalcone dal 1912 al 1969, prima con la socie-tà austriaca Adriawerke e, dal 1928, con la società belga Solvay. L’impatto economi-co generato dalla presenza di Solvay sul terri-torio monfalconese, inteso in termini di reddito, di acquisto di beni e di servizi, di produzione e di occupazione, è stato di notevole spessore. Attraverso un’accurata documentazione storica il libro se-gue il passaggio da Adriawerke a Solvay, rappresentando con ciò un’interessante testimonianza di archeologia industriale. Il libro percorre poi il lungo periodo della gestione Solvay, illustrando le numerose riforme previdenziali e sociali che la Società belga ha posto in essere negli anni della sua presenza a Monfalcone.Il mondo legato alla storica sodiera ha una sua storia appassionante, affonda le sue radici nei primi anni del Novecento, è passato attraverso due sanguinose guerre ed ha contribuito incisivamente alla crescita della città. Allo stabilimento era collegata, con una sorta di cordone ombelicale, la cosiddetta Colonìa, il villaggio operaio, composto da una comunità fatta di tante famiglie unite da un forte senso di appartenenza ad una Società chimica che molto dava ai suoi dipendenti, sì che con quella fabbrica dalle ciminiere fumose si era creato un forte legame affettivo.

Presentazione a cura di Daniela Magrin

avo è alcone

ma con la socie-ke e, dal 1928, cony. L’impatto economi-enza di Solvay sul terri-teso in termini di reddito, di servizi, di produzione e di i notevole spessore. a documentazione storica il libro se-riawerke a Solvay, rappresentando constimonianza di archeologia industriale. Ilgo periodo della gestione Solvay, illustrando revidenziali e sociali che la Società belga ha posto in essere

giovedì 16 maggioore 18:00

SOLVAY – Una sodiera a Monfalcone 1911-1969Anna Maria SanguinetiStampato in proprio, 2013

Page 13: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Riccardo Martinelli è professore as-sociato di storia della filosofia presso l’Università di Trieste.Accanto agli studi sul pensiero dal Settecento all’età contemporanea, la filosofia della musica figura da tempo tra i suoi interessi di ricerca principali.

A un primo sguardo, musica e filosofia sembrano due attività umane di-sparate, lontane tra loro quanto possono esserlo la morbida sensualità del canto e il silenzioso rigore del pensiero razionale. Eppure, fin dall’antichità, emerge l’idea di una segreta affinità tra musica e filosofia, che ne intreccia i destini. A partire dalle idee sulla musica dei filosofi antichi, attraverso le concezioni medievali e rinascimentali, il volume considera l’impatto della rivoluzione scientifica, la stagione illuminista e gli sviluppi ottocenteschi, per giungere infine al ricco dibattito teorico contemporaneo.

Presentazione a cura di Filippo Juvarra.

giovedì 23 maggioore 18:00

I fi losofi e la musicaRiccardo Martinelli Il Mulino, 2012

Page 14: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Valdino Tomasin friulano, nato a Ronchi dei Legionari nel 1936.

Tra le sue esposizioni più rappresentative ricordiamo:Gruppo Artecom – Centro d’Arte Cadaim e Palazzo delle Esposizioni, RomaGalleria Carlevaro e Greminger, GenovaCircolo degli artisti, AlbisolaGalleria Galpon Margarita, Venezuela

Per commemorare il 500° anniversario della scoperta dell’AmericaGalleria Comunale del Carso, TriestePolveriera Napoleonica, PalmanovaAntiche Mura e La Rocca, Monfalcone

Villa Manin per il 50° anniversario del Centro Arti Plastiche di Udine

Ha pubblicato: Bolaffi, il QuadratoRivista d’Arte Quid Catalogo artisti Friuli Venezia Giulia 1961-2011

In questa pubblicazione, Valdino Tomasin, attraverso sei racconti brevi e autobio-grafici, accompagnati dalla riproduzione di una cinquantina delle sue opere, fornisce al lettore uno strumento per entrare nell’universo magico e surreale della sua arte che, a sua volta, è espressione quanto mai pura e sincera della sua visione del mondo. A caratterizzare le sue realizzazioni è la stretta comunicazione tra vissuto e rappresentato che si materializza in un linguaggio iconico dalla forte componente emotiva : i suoi lavori sono immediati, impulsivi, dettati dallo stato d’animo del momento che si confronta con una esperienza così come con un ricordo riaffioran-te. Tutta l’esistenza di Tomasin è quella incredibile di un viaggiatore curioso e mai stanco, ingenuo e fragile e, nello stesso tempo, indomito nel cercare se stesso an-che attraverso il rischio ed il dolore. Una esperienza di vita turbinante che lo porta in giro per il mondo, soprattutto in Sud America dove si determina , in particolare, uno stretto legame con la cultura e gli ambienti del Venezuela che gli suggeriranno una cifra espressiva primordiale e simbolica che ritornerà più volte nelle figurazioni e nella intensa e ardita tavolozza cromatica dei suoi quadri. Quello di Tomasin è un metalinguaggio totale, costruito per segni criptici e per parole sospese, in una allegoria nella quale la dissoluzione della razionalità è presa di coscienza dell’imma-nenza quotidiana sospesa tra la sua accettazione e la fuga da essa. “ L’albero della felicità “ è allora la summa finale dove la parola e l’immagine si siedono, con Valdino, a dialogare, sulla panca dell’età con noi, attorno, ad ascoltare.

Presentazione a cura di Fabio Favretto

giovedì 30 maggioore 18:00

L’albero della felicità Valdino TomasinStampato in proprio, 2012

ddiddd ssoluzione della razionalità è presa di coscienza dell imma-sssasss tra la sua accettazione e la fuga da essa.è allora la summa finale

gine si siedono, conlla panca dell’età oltare.

Page 15: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

Ada Ingrao, nata a Ronchi dei Legionari, residente a Grado da circa vent’anni, vive da sola nella sua piccola casa af-facciata sulla laguna, dividendo il suo tempo tra pianoforte e computer . Sere-na come può esserlo una donna dall’età “importante”, continua a scrivere per il bisogno profondo di parlare con se stes-sa e con gli altri e per la gioia di essere letta e capita.Ha pubblicato romanzi e racconti tra cui: Tracce D’ombra (Edizioni della laguna,

2003) Questa Gioia Violenta e altri racconti (Campanotto, 2005), Laurent ( Campanotto, 2005).

Morte di uno Sciamano è un lungo racconto che Ada Ingrao ha scritto come sotto ipnosi, come guidata da una misteriosa presenza che ha catturato i suoi sensi e la sua anima. Un fatto tragico, accaduto in Francia, colpisce in modo così totale e strano la sua psiche da fare sbocciare improvvisamente in lei un amore grande e impossibile. Ed è sulla scia di questo innamoramento che si svolge tutta la narrazione, interval-lata però da pagine diaristiche, per cui il libro prende a tratti le caratteristiche di una confessione, di un grido interno, ritmico, screziato da flash lirici appassionati e appassionanti. Sono i momenti in cui l’autrice s’inoltra nel racconto della sua vita reale, passando dalla rappresentazione di quest’amore immaginario, vissuto con l’intensità di un sentimento vivo e doloroso, alla più dura concretezza della vita. Gli accenti si fan-no riflessivi quando intende spiegare le ragioni della sua infatuazione: lei è infatti perfettamente consapevole che la sua passione ha trovato terreno fertile in una dolorosa vicenda della sua vita, vissuta in tutta la drammaticità di quegli eventi che non di rado sconvolgono i ritmi abituali di ogni esistenza.È da notare che Ada Ingrao ha la sapiente capacità di passare da un’apparente leggerezza dell’essere a un’acuta e disarmante interrogazione del perché di tanti angosciosi accadimenti. È un gioco sulla scacchiera della vita che presenta aspetti ora lieti e affascinanti, ora tristi e dolorosi, come il cambiamento fisico o la morte di una persona cara.Un libro poetico e innocente. Di notevole bellezza, la scrittura della Ingrao, in cui la parola trova sempre la sua giusta collocazione.

Presentazione a cura di Marco Vianello.

giovedì 6 giugnoore 18:00

Morte di uno sciamanoAda IngraoAgèmina, 2013

cuta e disarmante interrogazione del perché di tantigioco sulla scacchiera della vita che presenta aspetti

g p

sti e dolorosi, come il cambiamento fisico o la morte

Di notevole rao, in cuigiusta

o Vianello.

Page 16: al 6 giugno Giovedì delLibro · 2013. 3. 11. · geograficamente. Come ha scritto la filosofa jugoslava Rada Ivekovic, “i Balcani sono il rimosso e l’inconscio dell’Europa,

14 marzo Dorigo, Mellinato, Mannino Istria Europa. Economia e storia di una regione ..

21 marzo Miriam Blasich Anjce. Horo, amore e cioccolato

28 marzo Francesco Tomada Gorizia. Antologia dei Grandi scrittori

4 aprile Marina Bressan Scrittori austriaci sul fronte dell’Isonzo

11 aprile Božidar Stanisic Piccolo, rosso e altri racconti

18 aprile Marco Pispisa La biblioteca dei conti de Brandis del Friuli (1500-1984)

2 maggio Juren, Pizzamus, Persegati Guida agli itinerari incontaminati del Carso dimenticato

9 maggio Ilaria Dot #Odissea. Il viaggio di Ulisse ai tempi di Twitter

16 maggio Anna Maria Sanguineti SOLVAY – Una sodiera a Monfalcone 1911-1969

23 maggio Riccardo Martinelli I fi losofi e la musica

30 maggio Valdino Tomasin L’albero della felicità

6 giugno Ada Ingrao Morte di uno sciamano

Stam

peria

Com

unale

mon

falco

ne 20

13