Aiutiamoli a Vivere - Marzo 2013 / anno 17 / numero 1 27 ... · non fosse lei che ce lo chiedesse....

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Aiutiamoli a Vivere - Marzo 2013 / anno 17 / numero 1 e-mail: [email protected] • web site: http//www.aiutiamoliavivere.it Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: "Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 2, DCB (Cremona C.L.R.)" AIUTIAMOLI A VIVERE giornale della fondazione APRITE LE PORTE ALL’ACCOGLIENZA Non abbiate paura!

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Aiutiamoli a Vivere - Marzo 2013 / anno 17 / numero 1 e-mail: [email protected] • web site: http//www.aiutiamoliavivere.it

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.)"

AIUTIAMOLI A VIVEREgiornale della fondazione

APRITE LE PORTE ALL’ACCOGLIENZA

Non abbiate paura!

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BILANCIOA

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Editore:Fondazione Aiutiamoli a Vivere

Via XX Settembre, 166 - TerniStampatore:

Società Editrice Lombarda srlVia De’ Berenzani, 6 - Cremona

Fotolito impianti:Bama - Vaprio d’Adda (MI)

La Redazione della Fondazione:Fabrizio Pacifici - Enrico Cherubini

Sandro Bernardi - Davide Bonetti

Direttore responsabileAlberto Favilla

Periodico Trimestrale stampa in 8.000 copie

Spedire i testi e fotografie alla redazioneDavide Bonetti

Via Agordat, 2 - 20127 Milanotel. 02 36633057

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FONDAZIONE AIUTIAMOLI A VIVERE

Sede Nazionale Via XX Settembre, 166

05100 TerniTel. 0744/279560-220079

Fax 0744/282460E-mail: [email protected]

NN.. 11AAnnnnoo 1177

Iscrizione Tribunale di Terni n. 2del. 27/03/1998

c/c bancario: IT82 Z010 0514 4000 0000 0013 711c/c postale: IT27 H076 0114 4000 0001 2001 053

DESCRIZIONE PREVENTIVO

PRATICHE ACCOG.ZA MINORI 251.000,00

VOLI AEREI ACC. MINORI 640.000,00

VOLI AEREI ORDINARI 31.500,00

PROGETTO. SCUOLA FABBRICA 10.000,00

PROGETTO. VACANZE LAVORO 46.000,00

PROGETTO TIR DELLA SPERANZA 14.000,00

PROGETTI SANITARI 30.000,00

PROGETTO AFRICA 50.000,00

PROGETTO SERGIO GALLIA 6.500,00

ADOZIONE STUDENTI UNIVERSITARI 43.500,00

MICROPROGETTI IN BELARUS 28.500,00

VIAGGI FORMATIVI PER LE FAMIGLIE 19.200,00

CONVEGNO NAZIONALE 40.000,00

CONTRIBUTI A FONDAZIONE 14.500,00

CONTRIBUTI PER COMITATI 19.200,00

RIMBORSI DA ASSICURAZIONE 5.600,00

ENTRATE DI BENEFICENZA IN BELARUS 7.500,00

CONTRIBUTO 5 X MILLE 90.000,00

INTERESSI BANCARI 1.200,00

TOTALI 1.348.200,00

ENTRATE GENERALI 2013

TOTALE

ENTRATE GENERALI 1.348.200,00

SPESE AMMINISTRATIVE 257.800,00

SPESE PER EROGAZIONI 1.090.400,00

TOTALE SPESE 1.348.200,00

DISAVANZO DI GESTIONE ///

DESCRIZIONE PREVENTIVO

SPESE PER SEDE MINSK 42.000,00

SPESE PER SEDE TERNI 25.000,00

SPESE DI SEGRETERIA 800,00

SPESE DI CANCELLERIA 1.100,00

SPESE TELEFONICHE 28.500,00

SPESE DI SPEDIZIONE 6.200,00

SPESE ASSICURATIVE 54.000,00

VALORI BOLLATI 600,00

SPESE TIPOGRAFICHE 2.200,00

SPESE PUBBLICITARIE 3.200,00

ATTREZZATURE D'UFFICIO 2.500,00

MANUTENZIONE ATTREZZ. UFFICIO 5.800,00

SPESE PER AUTOMEZZI 4.200,00

RIMBORSI SPESE VIAGGIO 32.000,00

COMPENSI A COLLABORATORI 24.000,00

IMPOSTE E RITENUTE PREVIDENZIALI 3.200,00

SPESE PER ADEGUAMENTO AMM.VO (Consulenza fiscale)

16.000,00

SPESE DI RAPPRESENTANZA 2.400,00

SPESE VIDEO E FOTOGRAFICHE 1.600,00

SPESE PER GIORNALI, LIBRI E RIVISTE 900,00

SPESE BANCARIE 1.600,00

TOTALI 257.800,00

RIEPILOGO GENERALE 2013

SPESE AMMINISTRATIVE 2013

DESCRIZIONE PREVENTIVO

SPESE PER VOLI AEREI PER ACCOG.ZA BAMBINI 610.000,00

SPESE VOLI AEREI ORDINARI 31.500,00

SPESE PER GIORNALE DELLA FONDAZIONE 14.000,00

PROGETTO SCUOLA FABBRICA 10.000,00

PROGETTO VACANZE LAVORO 46.000,00

PROGETTO TIR DELLA SPERANZA 14.000,00

PROGETTI SANITARI 25.000,00

PROGETTO AFRICA 50.000,00

PROGETTO SERGIO GALLIA 6.500,00

FORUM STUDENTI 2013 - BAMBINI E DISABILITA' 19.500,00

ADOZIONE STUDENTI UNIVERSITARI 39.500,00

MICROPROGETTI IN BELARUS 28.500,00

VIAGGI FORMATIVI PER FAMIGLIE 17.000,00

CONVEGNO NAZIONALE 32.000,00

CENTRO STUDI 30.400,00

GIROFONDI A COMITATI 19.200,00

RIMBORSI SPESE INTERPRETI 33.200,00

RIMBORSI QUOTE REGIONALI 21.000,00

RIMBORSI PER RICOVERI OSPEDALIERI 5.600,00

BENEFICENZA IN BELARUS 7.500,00

FONDO IMPREVISTI 12.000,00

FONDO DI RISERVA 18.000,00

TOTALI 1.090.400,00

SPESE EROGAZIONI FONDAZIONE 2013

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EVedendo le immagini che

scorrevano sul mio

computer, dal letto del-

l’ospedale dove è tuttora rico-

verato Padre Vincenzo, era ar-

rivata la notizia che la Chiesa

aspettava, forse senza saperlo,

da quasi 1700 anni, da quando

con Teodosio, imperatore Ro-

mano, la religione cristiana,

diventata religione di Stato,

aveva potuto finalmente uscire

dalla clandestinità, mostrarsi a

viso aperto, puntare ad avere i

suoi luoghi di culto e a farli

sempre più grandi, più ricchi,

più sontuosi e splendidi.

I suoi paramenti si fecero pre-

ziosi; i suoi vasi sacri, prima di

coccio o di vetro o di metallo

vile, cominciarono a predilige-

re l’oro e con l’oro comparvero

anche le gemme preziose.

Col tempo tutto questo crebbe

a dismisura, fino a rappresen-

tare veri oltraggi alla semplici-

tà evangelica. I patrimoni ec-

clesiastici erano secondi solo a

quelli del re, tanto che non di

rado proprio per il dominio di

quelle terre si combatterono

autentiche crociate e guerre

rovinose tra Chiesa e Stato.

Eppure la Chiesa può vantare il

più povero e innamorato di

Madama Povertà, come il giul-

lare di Dio, Francesco d’Assisi.

Ma perché scrivere tutto que-

sto mentre scorrevano le im-

magini dell’elezione di Papa

Francesco vicino ad un letto di

ospedale dove, mestamente ed

emotivamente, assistevo a que-

sto evento con un padre fran-

Pazienza, sobrietà, impegno: elementi fondamentali

in Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”per seguire l’insegnamento di Francesco

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tori dove la Fondazione “Aiu-

tiamoli a Vivere” vorrebbe arri-

vare.

Papa Francesco invita tutta la

Chiesa e i suoi fedeli a “CAM-

MINARE ed EDIFICARE“ così

come fece Francesco d’Assisi

con la Chiesa di San Damiano e

come ci hanno insegnato a fare

tutti i volontari della Fonda-

zione “Aiutiamoli a Vivere” che

in questi primi vent’anni della

sua storia non hanno mai

smesso di edificare attraverso

l’azione concreta dei Tir della

Speranza, delle Vacanze-Lavo-

ro, della Scuola Fabbrica e so-

prattutto non hanno mai

smesso di camminare attraver-

so il sostegno alle famiglie ita-

liane e ai Comitati che si prodi-

gano volontariamente ogni

giorno per non far mancare l’a-

more, la fratellanza verso

chiunque lo chieda.

Questo è il nostro essere fran-

cescani dal giorno della costi-

tuzione della Fondazione “Aiu-

tiamoli a Vivere”, dal suo di-

ventare e operare come Orga-

nizzazione Non Governativa

cescano come Padre Vincenzo?

Perché è come si vivesse un se-

gno e durante questa nuova

primavera che sta vivendo la

chiesa di Roma ritrovi la varie-

tà dei suoi segni, dei suoi no-

mi, delle sue parole, di tutto

ciò che ha portato a dire a Papa

Francesco nella sua prima

omelia che la Chiesa deve ri-

trovare se stessa: “Altrimenti

sarebbe una semplice ONG ca-

ritatevole”.

Io e Padre Vincenzo ci siamo

guardati e abbiamo cominciato

a sorridere, ricordando tutte le

volte che quella frase ricorreva

nei nostri ragionamenti.

Avevamo con tutte le nostre

forze lavorato per riconoscere

la Fondazione “Aiutiamoli a Vi-

vere” Organizzazione Non Go-

vernativa e da sempre abbiamo

pensato che la solidarietà si po-

tesse concretizzare attraverso

l’accoglienza temporanea di un

minore straniero e che questa

azione, centrale, per le fami-

glie italiane potesse far deter-

minare quella spinta, quella

voglia e quella passione indi-

spensabile per concretizzare

l’aiuto umanitario, il sostegno,

l’educazione e le cure di tutte

quelle popolazioni infantili in

difficoltà nei luoghi e nei terri-

nel mondo: un francescanesi-

mo ispirato a Francesco Vesco-

vo romano, versione moderna

e credibile di Francesco d’Assi-

si, abbastanza distante da quel

brand nel quale Assisi non sta

più per Francesco, nel quale,

invece, Francesco sta sempre

più per Assisi.

Un’aria nuova, in questa nuova

primavera che si respira in

ogni piega della Fondazione

“Aiutiamoli a Vivere”, a comin-

ciare dall’impegno profuso dai

volontari appartenenti ad ogni

livello dell’organizzazione, tut-

ti protesi a cercare soluzioni

per aiutare le famiglie ospitan-

ti, per aiutare i Comitati ad ab-

battere le spese, ad operare per

conoscere nuove soluzioni in

ogni campo e in ogni contesto,

insieme tutti in CAMMINO per

EDIFICARE, senza mai stan-

carsi, perché consapevoli di

quanto realizzato e vogliosi di

costruire un nuovo protagoni-

smo con azioni di concreta so-

lidarietà.

Fabrizio Pacifici

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ne; tutte e tutti hanno inciso nellacoscienza , nel modo di agire, dan-do una lettura diversa del fare vo-lontariato.Affermo con convinzione che, sen-za la presenza delle famiglie acco-glienti, la Fondazione rientrerebbenel cammino piatto di tutte le ONGattive al servizio del disagio.Noi celebriamo la vita e la vita di-

gnitosa con tutta la sua sofferenza possibi-le: è un dono ed un miracolo insuperabileed imperdibile; se vi è qualcosa di sacrosulla terra, è il vivere con dignità ed il cer-care di fare vivere con dignità.A fine maggio 2012, il terremoto infieriscesull’Emilia con conseguenze devastanti;immediatamente le nostre famiglie e i no-stri Comitati, dopo un momento di smarri-mento e di perplessità, con raziocinio, consaggezza e con infinito senso del vivere in-sieme, decidono di continuare a fare acco-glienza.Quale prova mag-giore può essercidel desiderare diaccogliere nellapropria famigliaun minore in dif-ficoltà pur viven-do un momentoaltamente trau-matico e dram-matico?Hanno compre-so e vissuto nelloro intimo chel’accoglienza, pur fatta nel disagio, era ilsolo segnale per ricominciare il camminodella normalità, era un messaggio lancia-to alle singole famiglie, alla comunità in-tera, affinché si unissero tutte le forze perallargare e condividere il valore della soli-darietà.In questi anni di crescita impetuosa e tu-multuosa, siamo stati fagocitati dai trop-pi problemi burocratici e finanziari; len-tamente,senza accorgercene abbiamoperso lo smalto per dialogare, presenzia-re, illustrare, ascoltare, vivere il quotidia-no delle famiglie accoglienti e di quelle

potenziali, fatto di dubbi, dibisogni, di incertezze, di ri-chieste, di slancio solidale,di visioni sfocianti in veritàdiverse.Dobbiamo riacquisire, se inparte era smarrito, il donodel rispetto della sensibilitàaltrui e comprendere il do-no della disponibilità.Forse il nostro cuore è dive-nuto secondario rispetto alpeso dei bisogni materialiche incombono e ci pressa-

La sala è gremita, mai in questi anni lapresenza è stata così alta, non puòcertamente essere solo dovuta al ce-

lebrarsi del ventennale di vita della Fonda-zione.Nel viso delle persone si legge il desiderio dipartecipare, di confrontarsi, di parlare edesprimere il senso dell’appartenenza e dellavolontà di essere promotori di solidarietà.Tutto questo si verifica nonostante tuttinoi siamo coinvolti in un periodo di trans-izione e di smarrimento sociale: è un se-gnale costruttivo e tranquillizzante.Fra i molti ruoli che la vita ci assegna, alcu-ni ci sono imposti ed altri li scegliamo; ditutte le scelte essere volontari per garanti-re la dignità delle persone e, in special mo-do, permettere il sogno del consegnare “lachiave della libertà” a tutti i bambini è undiritto ed un privilegio; non esiste compitoetico superiore a questo.Da sempre viene affermato, e ne siamoconvinti, che il bene e la ricchezza dellaFondazione è rappresentato dai minori indifficoltà e dalle famiglie accoglienti o vici-ne che compongono i Comitati.La Fondazione è l’unica ONG italiana chepuò presentarsi come depositaria di un ca-pitale umano e di vissuto sociale che per-mette di essere un esempio concreto e rea-lizzativo nell’ascoltare, nell’affrontare e neltentare di risolvere con cuore e coscienzale problematiche che affliggono i minori indifficoltà e il vissuto che li circonda.L’accoglienza è la trasformazione della ca-rità in solidarietà.L’accoglienza ci pone come interlocutoridei bisogni e ci insegna a non fornire giudi-zi irrazionali e precostituiti.In questi 20 anni di vita della Fondazionesono passati migliaia di minori e di fami-glie nella storia della nostra organizzazio-

no; forse abbiamo smarrito la strada del-l’essere famiglia, dell’essere comunità.Nella vita molti fanno quello che possono enon quello che vorrebbero perché condi-zionati; nella vita ogni atteggiamento eogni decisione hanno un prezzo, anche sesi pagherà dopo.Quante volte incontriamo persone - omagari noi stessi – che, vittime di scon-forto, affermano: “quel paese, quei bam-bini, sono irrecuperabili, perché la lorovita è spesa nel torpore e nella nullitàquotidiana; quindi, è inutile sperperareenergie e denaro in Belarus ed è oppor-tuno aiutare coloro che vivono accantoa noi e che appartengono al nostro po-polo”.Chi non viene disturbato dal non essereinteressato dal dolore di questo Paese,che continua a trovarsi in continuaemergenza, e non cerca di fare alcunchéper soccorrere, mi auguro che lui e la

sua famiglia continuino la loro vita abi-tudinaria fatta di piccole cose.Noi li ignoriamo, probabilmente non san-no cos’è il dolore e l’abbandono, la soffe-renza e l’empatia, ma questa è la vita.Bisogna scegliere chi amare; dobbiamocontinuare con tutte le nostre forze ad im-pegnarci per accogliere i minori in difficol-tà di questo paese; dobbiamo con calore,con convinzione, con sicurezza, con chia-rezza, con profondità di animo, ritornare aparlare al nostro interno e all’esterno, perfar comprendere la necessità dell’acco-glienza; perché solo attraverso questo stru-mento si coglie l’osmosi di emozioni posi-tive e negative, si coglie l’essenza del vissu-to quotidiano dell’infanzia che ha bisognoe della realtà in cui è immersa.Solo così si realizzerà la storia futura dellaFondazione; noi non possiederemo mai laverità se non saremo disponibili ad accetta-re anche ciò che non ci aspettiamo.Solidarietà e sobrietà, per alimentare spe-ranza nei giovani.Se insieme alla testa non useremo il cuoree l’anima, non aiuteremo nessuno.

Lino Dal Monte

Non cessa l’emergenza ed il disagio(accoglienza, accoglienza)

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Dal 11 al 15 marzo si èsvolto a Minsk, nell’O-spedale pediatrico n° 4,

uno stage di chirurgia maxillo-facciale organizzato dalla Fon-dazione “Aiutiamoli a vivere”,al quale hanno partecipato iprofessori Roberto Brusati del-l’Ospedale S. Paolo di Milano eClaudio Marchetti dell’Ospe-dale S. Orsola Malpighi di Bo-logna.

I chirurghi italiani hanno ese-guito complesse operazioni dilabiopalatoschisi in equipe coni colleghi bielorussi, molto in-teressati alle moderne tecni-che di intervento correttivo digravi malformazioni funziona-li ed estetiche.

Del gruppo operatorio faceva-

no parte i due giovani chirur-ghi venuti in Italia varie voltead acquisire nuove tecniched’intervento presso i due ospe-dali italiani.

Tutto il personale dell’ospedaleha collaborato con entusiasmodandoci la soddisfazione di ve-dere il nostro lavoro moltocondiviso e apprezzato.

Il primo giorno sonostate effettuate 25consultazioni conampia discussionesulle urgenze dei varicasi, sulle tecniche diintervento ricostrut-tivo da applicare esulla composizionedel gruppo operato-rio.

Il secondo e il terzo giorno so-no stati dedicati alleoperazioni vere e pro-prie, che hanno risol-to in modo pressochéperfetto gravi malfor-mazioni labiali e delpalato che hannocomportato comples-si innesti ossei. Tutte

le operazionisono state tra-smesse in di-retta dalle 9.00 alle15.00 in una sala confe-renze e seguite con at-tenzione da circa 20/25chirurghi maxillo-fac-ciali provenienti dallevarie regioni della Bie-lorussia.

Poiché non era dispo-nibile un parti-

colare tipo di telecame-ra da poter applicare al-la lampada scialitica, èstato necessario che unassistente ed io, dandocispesso il cambio, fun-zionassimo da videope-ratori. Alla fine di ognioperazione avevamo lebraccia di legno, ma lasoddisfazione di vedere

PROGETTI SANITARI:STAGE DI CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE IN BIELORUSSIA

Foto 1

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Foto 3

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tanti medici attenti a seguireciò che avveniva in sala opera-toria compensava ampiamentela fatica.

Il quarto giorno i professoriBrusati e Marchetti hanno te-nuto una serie di lezioni su va-ri argomenti, tendenti ad illu-

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Le foto 1-2-3 si riferiscono alle consultazioni preoperatorie, lefoto 4-5-6 riguardano momenti delle operazioni, le foto 7- 8 il-lustrano le lezioni post operatorie, mentre la foto 9 è relativa al-la conferenza finale dello stage.

strare metodiche sia sempliciche di avanguardia,con lo sco-po di evitare che il primo in-tervento, sbagliato, abbia ri-percussioni negative sui suc-cessivi, non essendo più possi-bile correggerli in modo otti-male.

In definitiva, anche a parere ditutti i medici bielorussi, è sta-ta un’esperienza molto positi-va ma soprattutto formativa,che ha risposto così alle inten-zioni iniziali del progetto: laformazione di un piccologruppo di chirurghi in gradodi essere loro stessi dei forma-tori nella loro patria.

Sapere poi che, due giorni do-po lo stage, uno dei medici haeffettuato con successo un’o-perazione con il metodo illu-strato dal prof. Brusati ci ha

fatto capire ancora dipiù la validità delprogetto.

Un grazie sentito al-l’ufficio di Minsk ealla dottoressa Ma-rianna Zorich, chemi hanno aiutato nelcoordinamento ditutta l’organizzazio-ne in Bielorussia.

Enrico Cherubini

Foto 5 Foto 6

Foto 7 Foto 8

Foto 9

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Il Progetto Adozione Studen-ti Universitari (A.S.U.), gra-zie ai contributi delle fami-

glie e dei Comitati italiani, hadistribuito nel 2012 in Belarus250 borse di studio ad altrettan-ti studenti. Si sono laureati ben41 studenti mentre 1 ragazzo siè ritirato dagli studi e 3 sonostati espulsi per scarso rendi-mento.L’Organizzazione del I° Forumdegli Studenti, nel 2011 a Minsk,è stata la svolta per far conoscereil Progetto A.S.U. nel mondo uni-versitario bielorusso.La collaborazione fra la Fondazio-ne “Aiutiamoli a Vivere” e le Uni-versità che ospitano i ragazzi be-neficiari delle borse di studio au-menta ogni anno sempre di più.Ad ogni nostro viaggio per la con-segna delle borse di studio trovia-mo sempre i Rettori delle Univer-

sità a fare gli onori di casa peresprimere la gratitudine verso laFondazione e le famiglie italianeche contribuiscono al ProgettoA.S.U. e richiedere nuove collabo-razioni.Nel 2013 la Fondazione “Aiutia-moli a Vivere”, in collaborazionecon la Regione Veneto e il CentroServizi per il Volontariato di Rovi-go, promuove uno stage, nel pe-riodo dal 24/03 al 04/04, con 14studenti universitari bielorussi

insieme a 14 studenti italiani,sul volontariato, la progettuali-tà e la cooperazione internazio-nale e sulla comunicazione.Nel mese di Maggio, nei giorni10 – 11 – 12, presso l’UniversitàI.P.Shamiakina di Mozir verràrealizzato il 3° Forum degliStudenti. Tra le altre prove è ri-chiesta anche la presentazionedi un progetto di solidarietà, daparte delle Università, dal titolo

“Bambini e disabilità”. I progettisaranno discussi e premiati all’in-terno del Forum con un contribu-to economico importante per laloro realizzazione.Verrà inoltre organizzato il 1°Concorso Canoro “Radio Friendse Son” fra i ragazzi di tutte le Uni-versità della Bielorussia che ha lafinalità di diffondere il Progetto eraccogliere fondi a sostegno deiprogetti di Volontariato.

Luciano Braconi

Progetto A.S.U.:un aiuto concreto per un futuro ormai prossimo

Di solito presentiamo i numeri diquesto progetto, ma questa volta,

con il contributo degli interpreti chenelle varie università hanno affiancatol’Amministratore della FondazioneLuciano Braconi, vogliamo presentar-vi alcuni dei 250 studenti che hannobeneficiato di questo progetto.L’appuntamento per la consegna del-le borse di studio, infatti, è anchel’occasione per ascoltare i giovaniuniversitari bielorussi che racconta-no le proprie esperienze, i propri so-gni e aspettative per un futuro che èsempre più vicino e in qualche caso ègià iniziato.

• Università Statale di Medicina diMinsk

Martines Innokenty, MoskalenkoRoman e Radiuk Galina consegui-ranno la laurea a maggio. Roman ègià impegnato con i corsi di praticapresso il Pronto Soccorso di Minsk,mentre Galina e Innokenty sono inattesa di un posto di praticantato.

• Università Statale di Gomel –Università di PolitecnicoKhakimoncikova Alesia: frequentail 4° anno della Facoltà Tecnologi-ca Meccanica; sarà un futuro inge-gnere; ha fatto parte della delega-zione bielorussa che è venuta inItalia dal 29/11/2012 al 10/12/12per partecipare a uno stage di per-fezionamento sulla costituzionedei Comitati in Bielorussia e sulla

pubblicizzazione delle iniziativetramite Radio Friends.

• Università Statale di Gomel –Università del Trasporto Hilevich Galina: al 5° anno dellaFacoltà di Costruzioni, si laurea ilprossimo anno e lavorerà per unacompagnia edile.Matveeva Eughenia: al 5° annodella Facoltà, è già un’esperta del-la Gestione dei Trasporti e già èoccupata presso un’azienda spe-cializzata.Safonava Yulia: anche lei al 4° an-no della Facoltà delle Costruzioni eprenderà la laurea al 30/06/13. Fre-quenta già un corso di specializza-zione.

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una famiglia alla quale dedica granparte della giornata, ma lo studioprocede ottimamente. Il suo obiet-tivo è quello di diventare un bravogiudice.Martinovich Maria: 4° anno di Cul-tura Fisica. Ancora non ha decisose entrare nel mondo dello sport(Atletica) o dedicarsi all’insegna-mento.Anatoli Melekhavets: al 5° annodella Facoltà Fisica e Matematica,decisamente preferisce l’insegna-mento.Nazharchuk Alexander: 2° anno diEducazione Fisica, si dedicherà al-lo sport.Stepantsova Viktoria: al 3° annodella Facoltà di Pedagogia e Meto-dologia dell’insegnamento prima-

rio, al conseguimento della laureasi dedicherà ai metodi di insegna-mento alle scuole elementari.Tsiblienko Nadesda: al 5° anno del-la Facoltà di Tecnologia ed è giàimpegnata nella pratica. La sera,per mantenersi agli studi, fa la tas-sista. La ragazza ha anche vinto il3° Premio fra i dieci candidati del-le varie Università al Forum degliStudenti 2012.Yanscina Oksana: studia le linguestraniere ed è al 3° anno. Ha dettoche preferisce l’italiano perché èuna lingua molto dolce.

• Università A.S. Pushkina diBrest Busco Yulia: 3° anno della Facoltàdi Geografia con specializzazioneTurismo ed Ospitalità. Ha fatto giàesperienze lavorative nel campodel turismo accompagnando grup-pi a Parigi, Copenaghen e Berlino.In futuro, dopo la laurea e un pe-riodo lavorativo di due anni per ri-pianare il credito verso lo statobielorusso, ha l’obiettivo di aprireun’agenzia viaggi.Frunze Irina: frequenta il 5° annodella Facoltà di Matematica con

• Università statale di Gomel –Università di Medicina Antisihanovich Yulia: 4° annodella Facoltà Terapeutica. La re-sponsabile elogia la ragazza per ilsuo impegno nello studio che laporterà sicuramente verso la libe-ra professione nel campo della ri-abilitazione.

Maslovskij Serghei: 3° anno diDiagnostica; il suo sogno è quellodi specializzarsi e lavorare inOspedale.Pikulin Yuri: 5° anno della FacoltàTerapeutica. Lavora già in una Cli-nica di Gomel.Vegera Svetlana: al 4° anno di Me-dicina. Spera di cominciare subitoa lavorare, perché vuole aiutare lasua numerosa famiglia, in quantosuo papà è lontano da casa e datempo non dà sue notizie.

• Università I.P. Shamiakina diMozirDubrovski Egor e KalitinonkovNikolai: frequentano il 5° annodella Facoltà di Tecnologia. Si lau-reano a giugno e hanno già un po-sto di lavoro.Kascevarova Anna: 4° anno dellaFacoltà di Filologia. Il suo obietti-vo è quello dell’insegnamento.

Kozinets Daria: frequenta il 2° an-no di Pedagogia e Metodologia. Fagià pratica presso un asilo vicinocasa e i bambini la entusiasmano. Litinova Vera: è al 3° anno di Giu-risprudenza, la sua seconda laureadopo quella Pedagogica. Ha già

specializzazione informatica e lin-gue straniere. la sua aspirazione èquella di diventare insegnante dilingue straniere e fra tutte predili-ge l‘inglese.Kapuza Ludmila: 4° anno dellaFacoltà di Cultura Fisica. Si staspecializzando nelle attività moto-rie sportive e la sua aspirazione èquella di aprire una struttura perattività di recupero, assistenza erieducazione sociale e civile.Lukianciuk Ilia: 4° anno della Fa-coltà di Cultura Fisica. È impe-gnato nel mondo dello sport, nelcampo dell’atletica e del calcionella squadra dell’Università. Infuturo pensa di diventare un alle-natore di calcio.Pankratova Anna: 4° anno di Fa-coltà di Matematica con specializ-zazione informatica. Sta facendopratica in un’azienda locale per larealizzazione di un programma dimagazzino merci.

• Università J.Kupali di GrodnoGhilevskaia Vera e Golovach Han-na: al 2° anno di Economia e Ge-stione. Il loro obiettivo è quello difare l’insegnante a tempo pieno.Lytneva Vera: frequenta il 3° annodella Facoltà di Biologia ed Ecolo-gia. Il suo sogno è quello di lavo-rare nel campo della ricerca.Romanovich Alexandr: è al 5° an-no della Facoltà di Economia e stagià facendo pratica presso unostudio commercialista.Scindin Viktor: frequenta il 3° an-no di Cultura Fisica e vorrebbe ri-manere nel campo dello sport. At-tualmente fa parte di una societàlocale di atletica.Shendrikova Tatyana: frequenta il5° anno di Pedagogia e sta già fa-cendo pratica con il suo bambino.Fa già la maestra d’asilo.

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nonostante la crisi economica chenon ha intaccato la capacità di re-cuperare fondi per i progetti, mitrovo a constatare che un numeroridotto di famiglie lissonesi, sediciper l‘esattezza, hanno deciso diaderire al progetto d‘accoglienzaper il corrente anno.Varie concause potrebbero averportato a questo.È forse venuto meno lo slancio al-truista che induceva le famiglie amettersi in gioco e a partecipareai progetti?Sono motivi famigliari o di altranatura?Se la situazione del Comitato lis-sonese è quella che ho descritto,immagino quali possano essere ledifficoltà che hanno gli altri Co-

Fin dalla fondazione del Co-mitato di Lissone “ Aiutia-moli a Vivere“ , avvenuta

nel 1999, non si è mai affievolitoil mio entusiasmo e la mia attivapartecipazione ai progetti d‘acco-glienza organizzati localmente ea tutte le numerose iniziative po-ste in essere da Terni per aiutare iminori. In questi anni, grazie allaparticolare situazione economicadel territorio nel quale opero, co-me Presidente non ho mai dovu-to affrontare difficoltà insormon-tabili nel reperire fondi, tanto chele famiglie aderenti ai progettid‘accoglienza non sono mai stateinvitate a versare quote di parte-cipazione alle stese sostenute.Eppure ora, inaspettatamente,

mitati, soprattutto quelli cheoperano in ambiti territoriali du-ramente colpiti dalla situazioneeconomica nazionale.Mi piacerebbe che a queste do-mande rispondessero i Presidentidi altri Comitati.Sento l‘esigenza di confrontarmicon loro, sia per capire la situa-zione generale sia per uno scam-bio d‘idee che possa proficua-mente aiutare tutti a trovare pos-sibili soluzioni per la sopravvi-venza dei Comitati stessi e per unrilancio dei progetti.Vi invito dunque ad organizzareun incontro in Lombardia e sonodisponibile a offrire una strutturain grado d‘accoglierVi insieme airappresentanti dei vari Comitatiche vorranno partecipare.Cordialissimi saluti.

Il PresidenteRuggero Pezzoni

LETTERA APERTA

Questa lettera è stata inviata dal Presidente del Comitato di Lissone al Presidente e al CdA della Fondazione, ai quali ri-volge un invito specifico, ma è idealmente rivolta a tutti i membri della Fondazione stessa.Il documento, partendo dall’analisi di una situazione specifica, di fatto affronta una questione di carattere generale, cheha trovato spazio più volte nel corso degli ultimi Convegni della Fondazione ma che, per il rilievo che assume nella sto-ria e nella vita quotidiana della Fondazione, merita di essere sempre tenuta in considerazione.Il Giornale della Fondazione la offre alla riflessione di tutti, invitando chi lo desidera a fornire un proprio contributoscrivendo al Giornale, che volentieri ospiterà gli interventi pervenuti, in una sorta di confronto virtuale che potrà trova-re ulteriore sviluppo nelle specifiche sedi di incontro, locale o nazionale.

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handicap, sia da parte delle educa-trici presenti.In questi anni, partendo dalla po-sitiva esperienza dell’istituto diRiasno, i Comitati hanno altresìraccolto la richiesta di nuove ser-re agricole, che sono state posi-zionate in diversi ambiti scolasticidella provincia.Questi tre interventi (tra i tantirealizzati), portati a compimentograzie anche alla fattiva collabora-zione delle autorità della provin-cia di Dribin (che riteniamo fon-damentale), evidenziano come at-traverso l’aiuto materiale si possaavere un risvolto sociale impor-tante. È questo sicuramente l’a-spetto che ha spinto sinora i Co-mitati ad impegnarsi molto ed èsu questa linea che pensiamo sidebba continuare.

Il progetto è sostanzialmente so-stenuto con raccolta di fondi che icomitati realizzano attraverso ini-ziative, manifestazioni, banchivendita e con la proposta di “ado-zione a distanza del progetto”.Inoltre abbiamo sempre avutotanta fiducia (come è sempre av-vento in questi anni) nelle dona-zioni di persone e/o enti.Il cammino di questa “bellissimastoria di solidarietà” vuol conti-nuare anche in questo anno 2013;in questi mesi, i Comitati di Trez-zo sull’Adda, Filago e Ponterani-ca, si sono ritrovati a discutere eprogrammare il nuovo anno di at-tività e hanno cercato di trovaredelle soluzioni che tengano pre-sente anche la realtà delle fami-glie italiane.La crisi economica non ci aiuta ealcune delle nostre famiglie sonostate toccate direttamente dallacrisi, alcune hanno anche “perso”il lavoro. Non è facile in questa si-

tuazione programmare un pro-getto di aiuto; è difficile trovarefondi economici.È comunque nostro impegno darecontinuità al: • “Progetto Accoglienza” dei bam-bini per una vacanza di risana-mento • “Progetto Dribin” cercando di ca-pire quale possano essere gli inter-venti futuri e le modalità.Nella provincia di Dribin sono at-tivi il Progetto “Per la Vita” (unaiuto alla lotta contro alcolismo)della Fondazione “Aiutiamoli a Vi-vere” e l’Associazione GiovaniUlipka (giovani studenti italiani)che in questi anni sono stati vicinialle famiglie e ai bambini del ter-ritorio.Sarà nostra premura discutere in-sieme alle autorità della provinciadi Dribin queste proposte in occa-sione del nostro prossimo viaggioin Bielorussia, perché vogliamocontinuare ad essere presenti sulterritorio e solidali, vicini, nellenostre possibilità, all’esigenza del-la popolazione.Tutto questo sempre con uno spi-rito di collaborazione.Laddove è possibile, realizzare gliinterventi di sistemazione/ristrut-turazione in collaborazione conditte/aziende/persone bielorussecontando sull’impegno personaledel Presidente e dei suoi collabo-ratori per il reperimento di talirisorse.La presenza dei volontari (Comi-tati) è comunque garantita conprofessionisti italiani (idraulici,muratori, elettricisti….) per sup-portare il lavoro ma anche per ve-rificare che gli interventi venganorealizzati a regola d’arte.Comitato “Aiutiamoli a Vivere”

di Trezzo sull’Adda

Il “PROGETTO DRIBIN” è natocome proposta del Comitato diTrezzo sull’Adda per cercare di da-re continuità al progetto acco-glienza della Fondazione “Aiutia-moli a Vivere”, ed è stato poi so-stenuto e portato avanti, in questiultimi anni, in collaborazione conaltri Comitati.Con “dare continuità all’acco-glienza” intendiamo volere condi-videre le difficoltà ed intervenirein aiuto ai bisogni della popolazio-ne del territorio della provincia diDribin, con una particolare atten-zione verso i bambini. Il primo grande aiuto dal 2002 al2006 presso la Scuola Internat(Istituto) di Riasno e poi, tra i tan-ti interventi fatti in questi annisul territorio della provincia diDribin, il Priut di Belaja è stato si-curamente quello più importante:sistemazione della struttura permigliorare le condizioni di vita deibambini che per brevi e/o lunghiperiodi devono soggiornarvi.Successivamente si è intervenutiall’Asilo di Pudovnia: sistemazio-ne di parte della struttura (in par-ticolare i bagni e la pavimentazio-ne dei corridoi) per realizzare “uncampo estivo” sulla provincia. Ilcampo estivo è iniziato e lo scorsoanno sono state fatte delle attivitàanche con la collaborazione deigiovani di “Ulipka”, che ogni annosono presenti per un periodo di“animazione” nell’istituto di Ri-asno e non solo.Lo scorso anno si è intervenuti alCentro correzione-sviluppo, inse-gnamento e riabilitazione di Dri-bin: sistemazione della struttura(rifacimento pavimento, porte erealizzazione di un bagno) per mi-gliorarne l’utilizzo sia da parte deibambini e ragazzi portatori di

“Progetto Dribin: un cammino di solidarietà”

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L’”Accademia dei Volontari” èstata creata nel 2010 pressola Facoltà di Pedagogia So-

ciale dell’Università Statale diBrest “A. Pushkin”. È un’associa-zione di studenti e professionistidella Facoltà impegnata in attivitàdi volontariato: il suo scopo è svi-luppare negli studenti – futurispecialisti nel settore socio uma-nitario – il loro orientamento pro-fessionale attraverso l’incrementodi iniziative di volontariato fina-lizzate alla soluzione di problema-tiche educative, psicologiche e digrande rilievo sociale.In particolare gli obiettivi dell’as-sociazione sono:

• formare motivazioni, interessi,attitudini dei futuri professionistidel settore socio umanitario ad at-tività volontarie e professionali;• aggiornare le conoscenze teori-che degli studenti attraverso espe-rienze pratiche;• agevolare l’offerta di supportosociale, pedagogico e psicologico adiverse categorie di persone a ri-schio;• sviluppare attività di prevenzio-ne nel contesto della diffusionedell’HIV;• organizzare attività di informa-zione per la diffusione del concet-to di importanza e dei vantaggi delvolontariato per la società moder-na e per la promozione del volon-tariato tra i giovani;

• creare le condizioni per la diffu-sione delle attività sociali degli stu-denti, orientate alla soluzione diproblematiche socio-culturali, psi-cologiche ed educative, per forma-re la loro cittadinanza attiva e le lo-ro qualità morali e di leadership; • istituzionalizzare il volontariatoall’Università;• raccogliere e diffondere le buo-ne pratiche del volontariato;• promuovere l’acquisizione daparte degli studenti di specificheesperienze di interazione con di-verse tipologie di istituzioni so-ciali;• impegnare futuri professionistidel settore socio-umanitario inprogetti psicologici, pedagogici esociali.L’Associazione include un gruppodi studenti in rappresentanza del-le facoltà di Psicologia, Pedagogia,Storia, Filologia, Pedagogia socia-le (ma è possibile inserire studentidi altre facoltà desiderosi di essere

coinvolti nelle attività di volonta-riato). L’organizzazione delle attività èbasata sui principi di volontarietàe autogoverno. La struttura ge-stionale è l’Assemblea generaledei soci che è eletta dal Consigliodi Coordinamento dell’Accade-mia, costituito dai rappresentantidelle sopracitate facoltà. L’Assem-blea esamina i piani di lavoro,ascolta i rapporti sulle attività delConsiglio e dei soci. L’organo su-premo di autogoverno è il Consi-glio di Coordinamento guidato dalsuo Presidente, che è eletto tra imembri del Consiglio.La struttura dell’Accademia puòessere così rappresentata:• il consulente scientifico – Vice-rettore dell’Università• il coordinatore – il decano dellafacoltà di Pedagogia Sociale• il responsabile – studente postu-niversitario di Pedagogia• i docenti - lo staff docente del-l’Università

ESPERIENZE DI VOLONTARIATOALL’UNIVERSITÀ DI BREST

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• i curatori – i leader del movi-mento di volontariato• i volontari – persone che studia-no all’Accademia del Volontariato.Il lavoro dell’Accademia è svoltoin accordo con la pianificazione ein corrispondenza con gli orienta-menti dell’attività di volontariato,che sono stabiliti in base alle ne-cessità dei suoi potenziali parteci-panti e destinatari:- orientamento psicologico e pe-dagogico: riguarda l’impatto sullasalute, sul comportamento e sullostato emotivo dei destinatari e deivolontari (terapia clown come so-stegno socio psicologico dei bam-bini con bisogni speciali del cen-tro di riabilitazione per l’infanziadi Brest; sostegno socio pedagogi-co per le persone con problemi divista; sviluppo di progetti socialicome “La mia mano nella tua” ri-volto ai bambini oncologici, “Vainella direzione giusta” che riguar-da la tratta di persone, “DottorClown” per l’umanizzazione deiprocessi di riabilitazione dei mi-nori in ospedale…);- orientamento sociale: riguardail sostegno agli interessi e ai biso-gni materiali, morali, familiari enazionali (organizzazione di atti-vità di beneficenza e di mutuo-aiuto; “Il sole è alla tua piccola fi-nestra” per aiutare le persone solein vista del periodo autunno-in-verno; “I sogni si realizzano” peraiutare gli orfani e i bambini conproblematiche nello sviluppo;

“Buon cuore” in aiuto dei veteraninelle iniziative per le celebrazionidel Giorno della Vittoria; “ABCFamiglia” per formare un atteg-giamento responsabile dei giovaniverso i futuri legami parentali; or-ganizzazione di iniziative per laTerza Età in collaborazione con icentri sociali locali nel distrettoLenin…)- orientamento valoriale: per l’e-ducazione a uno stile di vita salu-tare degli studenti e dei destinata-ri (informazioni sulla prevenzio-ne dell’HIV tra i giovani, sulla tu-bercolosi, diabete, alcolismo, con-sumo di sostanze, fumo alla popo-lazione cittadina; “pensa adesso altuo futuro” è diretto alla preven-zione dell’alcolismo da birra tra igiovani; “Sii sano” riguarda la tu-bercolosi…)- orientamento socio-culturale:riguarda l’innalzamento del livel-lo culturale, organizzazione di at-tività di tempo libero (discotecatematica per studenti, gare di po-ster, di disegno su strada, di pub-blicità sociale, organizzazione diconcerti, festival, intrattenimentiper orfani e bambini con bisognispeciali, salotti letterari, laborato-ri creativi per anziani soli…)- orientamento alla prevenzione:per prevenire le emergenze deigiovani emarginati (punti infor-mativi sui pericoli di alcool, dro-ghe, fumo, tratta di persone e pre-venzione HIV, giochi di ruolo performare un’attitudine responsabi-

le ai legami parentali, prevenzio-ne degli abusi sui minori in fami-glia…)- orientamento alla leadership:formazione di una cittadinanzaattiva negli studenti, sviluppo del-la loro iniziativa (addestramentoalla leadership, alla comunicazio-ne, gruppi di dibattito, café didat-tici sulla gestione del tempo, rac-colta fondi…)E necessario organizzare un lavo-ro speciale con gli studenti persviluppare nel contempo attivitàaccademiche ed extracurricolarifinalizzate all’aiuto, consentendoai futuri professionisti dell’areasocio-umanitaria di entrare nelladimensione sociale, impegnarsicon la comunità professionale,poiché la partecipazione al lavorovolontario può produrre uno sta-bile orientamento sociale e pro-fessionale della personalità, ingrado di percepire a attribuire va-lori morali, per agire in sintoniacon le proprie convinzioni, of-frendo l’opportunità per una pie-na soddisfazione personale e unosviluppo professionale

Tatiana V. SokolovaStudentessa del Master

di Pedagogia all’Università di Brest

Responsabile dell’“Accademiadei Volontari” dell’Università

di Brest

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Nuovo viaggio in Bielorussia alseguito dei TIR “pacchi perso-nalizzati”.

Il mio intento, quando chiesi di par-tecipare a questa missione, era di co-noscere e comunicare a quelle fami-glie del mio comitato che, come me,non sapevano quale fosse la stradache i nostri pacchi percorrono primadi giungere ai nostri bambini.La mia sarà una cronaca (spero il piùfedele possibile) che intende raccon-tare ciò che avviene a quelle scatoleda noi riempite, indirizzate ai “nostribambini bielorussi” e portate alla se-de del comitato.Dai comitati e dalle associazioni, ipacchi vengono raccolti presso il ma-gazzino di Soresina che stiva e orga-nizza anche i TIR della speranza e levacanze lavoro della Fondazione.Presso il magazzino ci sono dei vo-lontari che organizzano i vari “scari-chi” siglando con delle grosse letterecolorate i vari gruppi di scatole, se-gnalando il posto dove verranno con-segnati, e che preparano tutti glielenchi e la documentazione neces-

saria alla spedizione.Ricevuti tutti i pacchi, entro il mesedi ottobre, vengono caricati duegrossi autoarticolati autorizzati aviaggi extra nazionali che partirannoalla volta di Rogaciov in Bielorussiadove presso una scuola verranno sca-ricati all’interno di una sala (il tea-tro), poi sigillata, a disposizione delladogana che provvederà ai controlli.Al termine di queste pratiche buro-cratiche, a dicembre, entra in scena ilgruppo al quale ho partecipato, cheprovvederà alla consegna materialenei vari punti di scarico.La pattuglia è composta da Aldo daVenezia, Angelo e Diego dalla provin-cia di Bergamo, Aldo Cicoria (capo dinoi tutti e rappresentante della Fon-dazione) ed io.Volo su MINSK (fino a qualche annofa la spedizione avveniva via terra) eincontro con le due interpreti: Julia,moglie di Diego, e Natascha, più ilnostro autista Ivan.

Immediato trasferimento a Rogaciovsull’autostrada imbiancata. Nevica,tutto è buio e vuoto, salvo poche luciche sfilano accanto a noi quali fosse-ro navi lungo la costa di un mare

candido. Saremo alloggiati in due ca-mere presso un ostello per studenti. Mangiamo in camera un boccone delcibo che ci siamo portati dall’Italia.Il mattino ci trasferiamo alla scuoladove aspetteremo i due TIR bielorus-si commissionati dall’ufficio di Minskche ci accompagneranno nel nostroviaggio. Entriamo nella stanza dove sono ac-catastati in magico equilibrio, dal pa-vimento al soffitto, i circa 1800 pac-chi e iniziamo a fare i primi controlli. Arrivano alcuni ragazzi della scuolache, indossando i loro camici da lavo-ro, ci aiuteranno a fare il carico. Spuntano finalmente i due camion esi presenta la prima difficoltà: la trop-pa neve impedisce al camionista diportare il suo mezzo vicino al magaz-zino. Provvidenziale giunge un trat-tore che trascina il primo TIR al suoposto.Aperto il telo, si spalancano i 15 me-tri del cassone. Formiamo una cate-na umana che trasporta il carico. Laprocedura è minuziosa, prima si ca-ricano i pacchi dell’ultimo scarico,via, via tutti gli altri fino a completa-re con il primo. Vengono verificatitutti i pacchi con l’elenco, non ci de-vono essere errori o pacchi mancan-ti. Per l’una finiamo. La scuola ci ha preparato in un’aula ilpranzo: patate con il pollo, aringa, sa-lame, pane, prosciutto, cetrioli e, alcentro del tavolo, la bottiglia dellavodka e il vino di amarene.Nel pomeriggio completiamo il cari-co del secondo TIR.

Sulle strade dei pacchi

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mentre cercavamo di versarlo nelserbatoio. Rimediamo caricando piùvolte il nostro pulmino.Anche il TIR ha i primi problemi colcarburante, viaggia a scatti con unamedia di 30 chilometri all’ora e, allafine, si ferma definitivamente.Cosa fare? I pacchi sono troppi e ilpulmino di Ivan non più sufficiente.Riusciamo via telefono a trovare unfurgone che ci porta ad un altro scari-co. Il camion nel frattempo ripartema, dopo 20 chilometri, si fermanuovamente con i freni del rimor-chio bloccati. È buio ormai. Lascia-mo gli autisti del TIR che ci promet-tono di lavorare tutta notte per risol-vere il problema. Raggiungiamo Ulu-kovie dove ci aspettano per la notte.Ci ospitano nell’infermeria dell’isti-tuto che accoglie bambini con pro-blemi di crescita. Incontriamo unaragazza che, parlandoci in dialettobergamasco e veneto, ci accompagnaalle nostre camere. La cena ci vienepreparata al refettorio ed è l’occasio-ne per parlare un poco con le respon-sabili dell’istituto. Purtroppo non ab-biamo con noi i pacchi ma speriamoper il giorno successivo.Sveglia alle 6 speranzosi ma, le noti-zie sono pessime; servirebbe un tubi-cino per freni ma l’unico posto dovepotremmo comprarlo è Minsk, lonta-nissimo. Partiamo per Dobrush,scuola del terzo scarico. Julia e Ivansi attaccano ai telefonini. Dobbiamotrovare un furgone o un camion masembra impossibile. Inaspettatagiunge la telefonata dall’autista del

TIR: sono partiti e fra poco dovrebbe-ro arrivare. Giunti alla scuola, aller-tiamo i ragazzi che dovranno aiutar-ci. Armati di pale partono per smus-sare dalla neve le curve che portanoalla scuola, nulla più deve impedirel’arrivo dei doni. Finalmente il ca-mion parcheggia sulla strada di fron-te alla scuola. Guardandolo, capiamocome è stato risolto il problema dellaruota bloccata. Per non sbloccarla èbastato togliere il pneumatico e, sor-reggere il mozzo con una cinghiaviaggiando così zoppo ma non bloc-cato.

La catena umana si attiva e in pocotempo il carico è stivato nel salonedella scuola pronto per la distribuzio-ne.Effettuiamo gli scarichi di Rechiza eKalinkovichi. Ottimo, se ci sbrighia-mo, recupereremo il tempo perduto.Risaliamo sul pulmino e partenza.Fuori dal cancello vediamo il camionche avrebbe dovuto già essere partitoper la destinazione successiva. Un’al-tra cattiva notizia, ora altre due ruotesono bloccate, non si possono certotogliere anche loro.La disperazione dura un attimo, Ivaningrana la marcia e si mette a rincor-rere lampeggiando i fari, un furgoneche ci è passato davanti. L’insegui-mento si protrae per una decina diminuti con noi che “facciamo i fari” el’inseguito che accelera. Finalmentesi ferma davanti a casa e Ivan tenta diconvincerlo ad aiutarci. Purtroppo ègià carico per il viaggio del giornosuccessivo e non può aiutarci.È sera e rientriamo mesti alla scuola.Ma Ivan non è certo rassegnato; sipiazza in mezzo alla strada e attendeal varco furgoni di passaggio. Riesce abloccare uno stupendo Mercedesnuovissimo, tanto che non ha ancorala targa. Confabula qualche minutocon l’autista e si avvicina sorridente.C’ è la disponibilità, bisogna trattareil compenso. Accordo raggiunto! Ilfurgone è grande, riusciamo a carica-re più di cento pacchi. Scaricando lenostre valigie riusciamo a completa-re il carico sul nostro pulmino.Giunge anche un altro furgone sulquale carichiamo LelchitsI.Via ora per Mozyr con 149 scatole.Due ore di viaggio e giungiamo alloscarico. Una folla ci attende, circa 80genitori ci stanno aspettando, sono le19,30 e avremmo dovuto essere quiper le 12,30. La catena stavolta è dop-pia, potente e rapida.Ancora un carico per Petrikov, tantichilometri e anche una tormenta dineve e siamo tornati in tabella previ-sta.È ora di rientrare a Kalinkovichi, do-ve Irina e Natasha ci ospiteranno perla notte. Giungiamo a casa loro amezzanotte, declinando l’offerta del-la cena; troppo stanchi ci mettiamo aletto. Il mattino ci sveglia il gatto di casapasseggiando sulle nostre coperte. Incucina troviamo Irina con uova al-l’occhio di bue, caffè e chai bollenti.Grati salutiamo e ripartiamo per veri-ficare se il TIR è risorto nuovamente.Il miracolo non è avvenuto. Ci man-cano ancora gli scarichi di Glinka,Pinsk e Telekani.

Circa 300 pacchi sono già a destina-zione, verranno ritirati dalle famigliedirettamente qui a Rogaciov.Non fa troppo freddo (circa - 10 gra-di), però soffia un vento che gela ilsudore sulla mia barba.Il carico è completo, tutti i pacchi so-no presenti all’appello scandito daDiego. I due camion partono per ledestinazioni.Domattina noi ci divideremo sui duepulmini: Aldo Cicoria, Angelo, Natas-ha e il loro autista in direzione nord,Julia, Aldo, Diego, Ivan ed io in dire-zione sud.Il gruppo lavora in piena sincronia, imiei compagni sono dei veterani cheda anni operano in Bielorussia, e i lo-ro racconti fanno ormai parte dellevicende epiche della Fondazione.Tanto entusiasmo e allegria scandi-scono il nostro lavoro.Partenza! Oggi 4 tappe: Bobruisk,

Sosnovibor, Dobrush e Ulukovie.Chilometri da percorrere: 320 circa.Nei posti di scarico, le famiglie deivillaggi vicini, preavvisate, si recanoper ritirare i loro pacchi munite diun documento d’identità.I destinatari dei pacchi hanno un nu-mero di telefono al quale trovano deiresponsabili che comunicano l’arrivocerto delle scatole.Sulla strada alle 7 è ancora buio euna macchia azzurra sulla neve ac-canto alla strada attira la mia atten-zione. Non ci sono villaggi in vista,una bambina tutta sola, alta poco piùdi un metro con una giacca a ventoche le arriva alle ginocchia, il cap-puccio con il pelo tirato sulla testa,due gambaletti rossi e uno zainettosulla schiena cammina spedita versola scuola. È un piccolo fantasma co-lorato che mi ricorda per chi siamoin Bielorussia.Il camion ha i primi problemi, lestrade colme di neve gli impedisconodi avvicinarsi ai magazzini. Il furgo-ne che dovrebbe fare da spola non ri-esce a partire, il gasolio gela, la tem-peratura è scesa a - 18.In Bielorussia hanno iniziato a ven-dere gasolio a basso costo provenien-te dalla Russia e la qualità è pessima.L’abbiamo visto gelare nell’imbuto

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Per fortuna Sasha, l’autista del Mer-cedes, ci aveva dato il suo numero dicellulare.Cinque minuti ed è con noi. Due sca-richi sul suo furgone e l’ultimo sulnostro pulmino con ancora 300 chi-lometri da percorrere.Gli inconvenienti dei giorni passatici hanno ormai vaccinato. Negli ul-timi tre scarichi tutto è filato liscio,arriviamo a TELEKANI dove dormi-remo e ci giunge la notizia che an-che la spedizione diretta a nord haavuto un problema. Tutti gli scari-chi (Kostiukovici, Klimovichi, Dri-bin, Sklov, Vitebsk, Liozno, Vetrino,Molodechno, Minsk, Molchad, eZhabinka) sono avvenuti ma il loropulmino si è rotto e sono a piedi.Tocca ad Ivan mettersi in viaggio,170+170 chilometri per recuperarei naufraghi.A sera, tutti di nuovo riuniti. Final-mente una doccia calda ed un’allegracena nella mensa dell’istituto con ledue responsabili. Una telefonata ci riporta a Kalinkovi-chi. La polizia stradale ci chiede in-formazioni in merito ad un camionfermo, davanti ad una scuola, checrea problemi al traffico e gli autistisostengono di essere parte di un aiu-to umanitario. Ne sappiamo qualchecosa?Poveri autisti, sono ancora bloccati.Un poco di stanchezza ma tanto or-

goglio, fieri di aver compiuto la no-stra missione.A consuntivo, abbiamo consegnato adei bambini che ci aspettavano circa1800 pacchi e percorso con i nostripulmini circa 2900 chilometri.Tutti a nanna in un’unica camerata.La mattina è il profumo del caffè diAldo che ci sveglia.Sono le cinque e ancora 220 chilo-metri ci separano dall’aeroporto. Sulpulmino stracarico barzellette si al-ternano a sonore russate, per fortuna“Ivan il Grande” veglia su tutti noi.Questo che vi ho raccontato è solo“l’ultimo stadio” di un’organizzazio-ne grande e precisa.Le persone che la realizzano, dai vo-lontari alle interpreti, agli autisti so-no persone animate da un’energiache travolge e, a volte, supera i limiti.Un ultimo pensiero prima di chiude-re.A volte, parlando con le altre personedel nostro comitato, a Rosangela e ame è capitato di sentire alcuni discor-si in merito all’opportunità o meno di

inviare ai nostri bambini, per Natale,il dono del pacco. Valutare se fossemeglio spedire loro del denaro con ilquale potessero acquistare ciò chevogliono. Di sicuro credo che sarebbe meglio epiù facile, per noi prendere semplice-mente delle banconote dal portafo-glio e metterle in una busta.Di sicuro sarebbe meno faticoso per ivolontari se il numero dei pacchi fos-se inferiore.Ma noi pensiamo che sarebbe un er-rore. Mai regaleremmo a una perso-na a cui vogliamo bene del denaro senon fosse lei che ce lo chiedesse.Recuperare la scatola, scegliere conche cosa riempirla, cercare il donopiù gradito, quello che esprime me-glio il nostro pensiero, chiuderla,controllare che tutto sia corretto,mettere l’indirizzo e spedirla, attivaquel movimento che ci rimette incontatto con Nastia e la sua famigliae, per noi, ciò è cosa buona.Il racconto di un’insegnante incon-trata in una scuola mi ha confermatola nostra convinzione: “mio figlio, or-mai universitario, ancora riceve il suopacco dalla famiglia italiana e l’attesaè ancora così grande che mai mi per-metterebbe di aprirlo prima di lui”

Raffaele VezzolaComitato Santa Barbara -

Lodrone (Tn)

Anche quest’anno siamo riusciti a portare a termine il progetto “ Pacchi Personalizzati”. Ci sono state delle difficoltà. Pochis-

simi Comitati hanno rispettato il termine stabilito per la consegna dei pacchi. Circa il 70 % dei pacchi sono stati consegnati

nel periodo indicato come “in via eccezionale”.

Da quel momento è iniziata una corsa contro il tempo per selezionare, catalogare, raggruppare per indirizzi i pacchi, individuare

i referenti per i 21 punti di scarico, preparare dei pacchi personalizzati per i bambini degli Istituti che si sobbarcano questo impe-

gno, prenotare il Tir, siglare tutti i pacchi per renderli facilmente individuabili per le consegne. Abbiamo deciso, calcolato il volu-

me dei pacchi, di prenotare un camion con rimorchio anzichè due Tir, per risparmiare sulle spese di spedizione. Purtroppo , per

la presenza di numerosi “pacchi” fuori misura (biciclette e varie attrezzature sanitarie)che davano un ingombro difficilmente cal-

colabile, non siamo riusciti a caricare circa 100 pacchi. Abbiamo rimediato con una spedizione “Groupage” dei pochi pacchi ri-

masti. Le pratiche doganali sono andate bene, i documenti di sdoganamento erano pronti prima dell’arrivo dei nostri volontari.

Julia ha avuto una disavventura nel viaggio per la Bielorussia. La partenza era nel giorno del caos ferroviario di Trenord e ha

perso l’aereo. È partita due giorni dopo. All’arrivo hanno trovato le temperature invernali bielorusse: tra i 10 e i 20 gradi sotto-

zero e neve.

Un Tir è riuscito a fare solo poche tappe di quelle previste (si trattava di fare oltre 1000 Km con dieci scarichi), ma grazie all’in-

traprendenza di Ivan i nostri volontari sono riusciti con mezzi di fortuna a consegnare tutti i pacchi nei tempi stabiliti. Il secon-

do Tir non ha avuto problemi; in compenso dopo l’ultima consegna si è rotto il furgone su cui viaggiavano Aldo e Angelo che so-

no stati recuperati sempre da Ivan alla fine del proprio percorso. Ivan è l’autista del furgone che accompagna molti di noi nelle vi-

site in Bielorussia, ma è molto più di un autista, è uno di noi (inteso come Fondazione Aiutiamoli a Vivere).

Realizzare questo progetto è sempre un’avventura, anche per la stagione in cui si realizza.

Tenteremo di anticipare un po’ i tempi, anche se non sarà facile. Siamo riusciti, nonostante le disavventure a contenere i costi

(abbiamo speso meno dello scorso anno) e con i tempi che corrono, l’aspetto economico è essenziale. È auspicabile che sempre

più le famiglie aderiscano a questo progetto, che rimane valido anche per chi ha cessato di accogliere i bambini in Italia, ma man-

tiene ancora rapporti con la famiglia bielorussa.

Alessandro Tironi

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Inoltre puoi sostenere la Fondazione Aiutiamoli a vivere con offerte che sono deducibili e detraibili.

I versamenti, intestati alla Fondazione Aiutiamoli a Vivere, possono essere effettuati tramiteBanco Posta IBAN IT 27 H 07601 14400 000012001053Banca Popolare di Spoleto IBAN IT 72 B 057 0414 4000 0000 0017 416

Con la norma denominata + DAI - VERSI, D.L. 35/2005 - art. 14 comma 1 - e successive modificazioni e integra-zioni TUIR - art. 15, comma 1, lett. i - bis) TUIR - art. 10, comma 1, lett. g), per le agevolazioni fiscali sono validele seguenti possibilità:a) La deducibilità nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato, fino all’importo massimo di 70.000,00eurob) La detrazione dall’IRPEF del 19% dell’erogazione (calcolata sul limite massimo di 2.065,83 euro)c) La deducibilità nei limiti del 2% del reddito complessivo dichiarato

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NUOVE SPERANZE DI VITA INBIELORUSSIAFonti d’agenzia (BELTA) riferisco-no del primo trapianto di cuore pe-diatrico in Bielorussia. L’operazio-ne, durata più di 4 ore, è avvenutalo scorso 13 febbraio presso il Cen-tro di Ricerca Cardiologica diMinsk su una bambina di 11 anniaffetta da cardiomiopatia dilatativacongenita e ha visto l’intervento diun team di 12 specialisti del centro,guidati dal Prof. Yuri Ostrovsky. Lapiccola paziente ha già lasciato ilreparto di terapia intensiva ed è inbuone condizioni. Il Direttore delCentro, Alexander Mrochek, ha ri-ferito che altri 5 bambini sono inattesa di trapianto, che dovrebbeavvenire in un prossimo futuro. Nelcorso del 2012 in Bielorussia sonostati effettuati 21 trapianti di cuoresu pazienti adulti e, in generale,274 trapianti organici: la cifra col-loca la Bielorussia al primo posto inquesto settore tra gli stati che ap-partengono alla CSI (Comunità diStati indipendenti, dell’ex URSS)con un dato di 29 trapianti per mi-lione di abitanti, rispetto ai 9.1 del-la Russia e ai 2.2 dell’Ucraina.

(N.d.R)

CROLLA IL TETTO DELLA CEN-TRALE DI CHERNOBYLSulla stampa francese (L’Express –12/2/2013) è apparsa la notizia delcrollo di una parte di tetto e di unmuro della sala turbine a pochi me-tri dal sarcofago del reattore 4 dellacentrale nucleare di Chernobyl. L’e-pisodio, senza vittime, ha interessa-to una zona che non è oggetto di la-vori in corso e viene considerato discarso rilievo dalle autorità bielo-russe. Tuttavia il personale deigruppi francesi che lavorano al can-

tiere di confinamento del sarcofagoè stato evacuato per precauzione esono in corso misurazioni del livellodi radioattività.Greenpeace Russia esprime preoc-cupazioni sulla stabilità del sarcofa-go, che vengono respinte dalla dire-zione della centrale. I lavori comun-que dovrebbero riprendere a breve,dopo un sopralluogo dei responsa-bili della centrale, e dovrebberoconcludersi alla fine del 2015.

(N.d.R.)

ESPERIENZA DI OSPITALITÀNel mese di settembre abbiamo de-siderato vivere personalmente l’e-sperienza di accogliere nella nostracasa una bambina bielorussa, e ilnostro pensiero è tornato su quellapoesia di Helen Walter, che ci fumostrata al nostro primo incontrocon il Comitato di Vignate di Aiutia-moli a Vivere e dice così:Senti un po’: /chiudi gli occhi e con-centrati. /Cerca di immaginare unapersona, /proprio come te, /dellatua stessa età / e di circa la stessaaltezza, / pressoché la stessa stazza,/ con gli stessi capelli /e le stessesperanze e idee. / Solo che un gior-no / Le sue speranze sono state di-strutte. / Sta soffrendo per colpa delvento. / Perché il vento ha soffiatonella loro direzione / In quella gior-nata fatidica del 1986. /Tu la puoiaiutare.I bambini sono quelli che hanno piùpagato per questa situazione; io emio marito abbiamo capito pertan-to che ospitare, accudire, prendersicura, aiutare, accompagnare questibambini, non doveva essere unaesperienza banale, ma una vera“ACCOGLIENZA” predisponendoun atteggiamento interiore, un mo-do di essere e di porsi in relazionecon “l’altro”, facendo spazio dentrose stessi, aprendosi a considerare ilbambino, a conoscerlo e riconoscer-lo.Abbiamo condiviso anche con le al-tre famiglie ospitanti le stesse emo-zioni, le stesse idee, rendendoci par-tecipi del destino di persone “estra-nee”, con un “comune sentire”. La

sensazione reale che ti accompagnadal primo giorno è quel “mi fido dite”, un messaggio, una richiesta chetanti bambini bielorussi ci rivolgo-no con gli occhi, con i sorrisi, congli abbracci.Abbiamo accolto Sasha con la gioianel cuore, offrendole la semplicità el’esempio di una famiglia serena,abbiamo lasciato spazio alla suapersonalità, imparando ad ascolta-re, ad accogliere ciò che voleva co-municare, sorprendendoci per lepiccole cose che ci ha saputo dona-re. Le abbiamo offerto le cose essen-ziali per la sua vita, senza farci coin-volgere dalla voglia di “dare”. È sta-to bello capire che nella diversitàlinguistica ci è stata l’opportunità discoprire che il linguaggio del cuoreè stato il miglior canale comunica-tivo.Abbiamo conosciuto così anche al-cune maestre dei bambini, gli ac-compagnatori, le interpreti, dellepersone veramente “belle dentro”,capaci di costruire un legame di af-fetto, di sincera amicizia, solo con-dividendo gli stessi obiettivi, senzafalse ideologie o discriminazioni dipensiero, cultura.È stato difficile il momento del dis-tacco, dei saluti all’aeroporto, siacon gli adulti, sia con i bambini, èstato come perdere una parte di noiche ormai era entrata nel loro mon-do, fatto di semplicità, di concretez-za, di veri rapporti di condivisione:un vuoto interiore che verrà colma-to nuovamente con il prossimo pe-riodo di permanenza in Italia, ilquale ci regalerà ancora emozioniindimenticabili!

Maria Elena Genovinie Fabrizio Piacenti

Comitato di VIGNATE (MI)

L’angolo della posta

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“lasciati andare, andrai ovunque,sino alle porte del cielo, e sarai ven-to, vento per sempre, voglio pen-sarti e vederti con gli occhi del cuo-re in quell’angolo di cielo azzurrodove stanno le persone buone, dovenon vi è dolore e paura”.

Lino dal Monte

CERCANDO MARIA“La storia di una bambina che nonpuo’ farne dimenticare migliaiad’altri”.In occasione del 27° anniversariodello scoppio della centrale diChernobyl, al cinema Garden diClusone (Bg) a cura dell’associazio-ne Aiutiamoli a Vivere -Altopiano diClusone verrà proiettato il film“CERCANDO MARIA”. Ci sarà unaproiezione giovedi 18 aprile alle ore21.00 per tutto il pubblico, allaquale sarà presente il regista dell’o-pera Franco Diaferia, mentre almattino del giorno 19 aprile ci saràuna proiezione per gli alunni dellescuole superiori. Tutto questo av-

IL PAESE SOSPESOQuando vuoi bene a qualcuno nonconta dove si trova, ma conta soloche tu possa ascoltare la sua presen-za nel tuo cuore.L’età, gli acciacchi, l’incertezza han-no segnato il cammino fatto all’in-terno della Fondazione e tante voltemi ritrovo a pensare al niente; chebello non pensare a niente, non pen-sare a niente è avere per intero l’ani-ma propria.Rivivendo gli ultimi vent’anni dellamia vita, ritrovo in continuazione etotalmente la Fondazione e la Bela-rus, un intreccio di vissuto che miha forgiato il vivere.Dovrei avere imparato a lavorare in-sieme costruendo comunicazione,conoscenza, fiducia. Considerare lavisione e il sentire degli altri comeinsegnamento di verità diverse. Smi-nuire il mio desiderio per non limi-tare il desiderio degli altri. Praticarela passione come base di lavoro pro-duttivo e solidale. Rinviare giudizi,per proporre e scambiare osservazio-ni; tutti siamo meritevoli e rispetta-bili indipendentemente dai risultati,perché ciascuno impara attraversol’esperienza personale e da quelladegli altri.È doloroso e impegnativo il cammi-no del convivere, pensare di non ri-uscire sufficientemente a rendereproficuo l’impegno e il lavoro quoti-diano ed essere logorati da una si-tuazione in continua sospensione efluttuazione del paese Belarus e delmio vivere quotidiano.Sono in un guscio di cartone e ascol-to ciò che racconta il vento, eppuresono ancora qua e ogni volta assapo-ro l’aria pungente della solitudine.Attraversiamo un periodo di trans-izione, un periodo cupo e di volgari-tà, un periodo segnato da chiusureed egoismi, un periodo dove regnal’imperativo del distruggere.Non pensare a niente è il vivere inti-mamente il flusso e il riflusso dellavita; allora scopro che la Fondazioneè fatta da uomini e donne umili, giu-sti, impegnati, silenziosi, sempre allavoro, disponibili alla solidarietà.Questa è la fortuna e la ricchezzadella Fondazione. Questa è stata ed èla mia fortuna: essere stato accettatoe accolto all’interno di questa fami-glia, essere stato istruito a crescereed essere al servizio.Dico a me stesso, e vorrei potere direai miei compagni di viaggio, al quasimio paese Belarus:

viene grazie alla disponibilità dellaParrocchia di Clusone e della Fon-dazione Cariplo.La pellicola narra di un gruppo digiornalisti che, incaricati di realiz-zare ricerche su argomenti connes-si all’incidente alla centrale giappo-nese di Fukushima, si imbattono inun episodio del 2006 relativo a unabambina, di nome Maria, accoltaper un soggiorno terapeutico e poitrattenuta in Italia dalla famigliaospitante e nascosta, fino all’esplo-dere del caso a livello internaziona-le. L’indagine giornalistica si spostaallora a Kiev, dove un sacerdotecattolico mostra di sapere moltecose su quella vicenda e più in ge-nerale sul movimento delle adozio-ni internazionali, ma andando allaricerca della piccola Maria scopriràmolte verità dolorose. “Cercando Maria” – afferma il regi-sta – contiene nel titolo una doppiavalenza: il riferimento religioso alfatto che un prete cattolico sia pro-tagonista della vicenda, ma soprat-tutto che tutto ciò che accade nelfilm sia generato dalla volontà dioperare in favore della bambinaquale metafora e trasposizione ditutti i bambini che vivono condi-zioni di forte disagio.

Comitato dell’Altopianodi Clusone- AAV

Consegnato il primo premiodella sottoscrizione a premi nazionale

È stata consegnata alla famiglia MANTOVANELLI ELISA del Comitatodi Vigasio (VR) l’autovettura CAPTIVA CHEVROLET, 1° premio dellasottoscrizione a premi nazionale organizzata dalla Fondazione “Aiutia-moli a Vivere” in occasione del suo ventennale (1992 -2012).Un grazie a tutti i comitati della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” ONGche hanno partecipato allasottoscrizione a premi e chehanno reso possibile taleevento con l’auspicio che ifondi raccolti possano conti-nuare a sostenere lo sforzodelle famiglie italiane checontinuano incessantemen-te a rendere possibile l’acco-glienza temporanea di unbambino bielorusso.