A.I.D.O. - L’ARCOBALENO · 2020-07-28 · cuore d’atleta e quanto altro possa servire. Lettera...

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L ’Associazione italiana donatori organi, come Le è noto, si è espressa criticamente su alcune disposi- zioni della Legge n. 91/99, in particolare alla richiesta di notifica del cittadino, ritenendo che l’eccessiva burocratizzazione del censimento di manifestazione di volontà alla donazione di organi e tessuti potesse bloc- care le attività di trapianto. A distanza di sette mesi dall’approvazione della predet- ta legge l’intero sistema trapiantologico italiano risente della mancata emanazione di importanti Decreti Ministeriali che avrebbero permesso una m:igliore organizzazione del Sistema Sanitario Nazionale in mate- ria di prelievi e trapianti di organi. In realtà l’auspicata chiarezza e omogeneità degli interventi in siffatta mate- ria ha fatto sì che la nuova disciplina organizzativa, che avrebbe dovuto dare nuovo impulso ai trapianti, ha subito l’ennesima battuta di arresto. La nomina del Direttore Generale del Centro Nazionale per i trapianti (tra l’altro membro di diritto della Consulta tecnica per i trapianti non ancora costi- tuita), può indubbiamente costituire motivo di diffi- coltà nella scelta a causa dell’esistenza di diverse scuo- le di pensiero in merito all’organizzazione di prelievi e trapianti di organi. Certamente occorre sottolineare che in questi anni l’Italia, nonostante le croniche carenze organizzative, ha saputo trovare, con alcune organizzazioni Regionali, risposte sorprendenti nella promozione dei prelievi e dei trapianti di organi e tessuti. I n particolare la Regione Toscana importando in Italia il modello organizzativo spagnolo, cui tutta l’Europa guarda come modello di riferimento, ha rag- giunto risultati strabilianti raggiungendo 30 donatori per milione di abitanti. Signor Ministro Le saremmo grati se provvedesse quanto prima alla nomina del Direttore Generale del Centro Nazionale per i trapianti tra coloro che hanno attuato strategie e metodologie vincenti come sopra cennato e che, se applicate, potrebbero collocare il nostro Paese nei primi posti in Europa. Per quanto attiene invece all’emanazione dei decreti sulla manifestazione di volontà, tenendo conto della ben nota complessità e dei lunghi tempi tecnici con- nessi sia alla corretta informazione del cittadino che all’informatizzazione dei vari centri di prelievi e tra- pianti sul territorio nazionale, si prospettano necessa- riamente tempi più lunghi; ciò tuttavia non preoccupa l’Associazione perché l’art. 23 della Legge 91/99 con- sente comunque di procedere al prelievo di organi e tessuti salvo che il soggetto abbia esplicitamente nega- to il proprio assenso, e tali vigenti disposizioni transi- torie, speriamo in vigore per lungo tempo, possono produrre fin d’ora risultati positivi. A nostro parere in questo momento si prospetta peraltro urgente ed indifferibile dare attuazione all’art. 2 della Legge 91/99 inerente alla promozione dell’informazione. A tale proposito siamo a chiederLe di vigilare sulla corretta informazione fornita ai citta- dini e di predisporre eventuali criteri di accredita- mento per le associazioni di volontariato chiamate a collaborare con le istituzioni nell’informazione. Sarebbe altresì auspicabile cogliere l’occasione della Giornata nazionale per la donazione ed i trapianti di organi per iniziare, attraverso i mezzi di comunicazio- ne di massa, una vasta campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della donazione di organi; in tale giornata si potrebbe prevedere la dispo- nibilità dei medici del settore ad incontrare i cittadini e a rispondere alle loro domande. L’Aido esprime inol- tre profonda preoccupazione in merito alla scarso controllo delle notizie scientifiche e ravvisa come sia indispensabile ed indifferibile la istituzione di un garante per la informazione scientifica. Per questo motivo l’Associazione plaude al disegno di legge n. 4213 di iniziativa del Senatore Di Iorio, Bernasconi ed altri, già comunicato alla Presidenza del Senato della Repubblica in data 21.9.1999, per l’istitu- zione della Autorità garante della corretta diffusione della informazione scientifica. Confidando che quanto esposto possa essere oggetto della Sua attenzione, con l’occasione si inviano defe- renti ossequi. Trimestrale dell’Associazione Italiana Donatori Organi - Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica - Reg. Tribunale di Roma n° 224/98 del 19 maggio 1998 Iscritto al Registro Stampa del Garante per l’Editoria - Spedizione in abbonamento postale -45% - Art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Roma. Direzione: Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma - Tel. e Fax 06/3728139 - Internet: http://www.aido.it - Email: [email protected] - Si contribuisce alle spese di stampa come amici: Socio Aido L. 20.000 - Ordinari L. 50.000 - Sostenitori L. 100.000 - Versamenti sul c/c/ postale n. 22957005 intestato a L’ARCOBALENO - Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma oppure sul c.c. 11000/D intestato a Aido Nazionale - Banca Antoniana Popolare Veneta, Agenzia 1 - via Crescenzio, 86 - ABI 5040 CAB 03201. Anno 2 - n°4 Dicembre 1999 In questo numero: Musumeci: devono riprendere i trapianti al S. Camillo di Nella Cerino C’era una volta l’ora di scienze di Loretta Cavaricci Amore a prima vista? Ma questo è solo un film Povera Boralevi... di Anna Maria Montanaro “Aspettavo un cuore nuovo, arrivò un figlio. Anzi due...” Prevenire il chirurgo Il nostro segreto della comunicazione indiretta di Josefina R. Espiau Le parole che usiamo di Franco Orsi Pag Daniele Masala Penso a colui che ha nascosto per tutta la vita i suoi averi sotto la mattonella, in gran segreto, così che alla sua morte nessuno ne fruirà mai. Chi ha la fortuna di possedere una dote dovrebbe gioi- re nel pensare che un giorno un’altra persona ne potrà godere. La donazione è un trasferimento di beni che comunque non saremmo più in grado di utilizzare. Non un trasferimento di beni spirituali. Chi lo sostiene mi fa solo sorridere perché mi ricorda alcune popolazioni primitive attuali che fuggono davanti alla macchina fotografica per il timore che gli venga rubata l’anima. Sarò entusiasta di lasciare la mia dote: il mio cuore d’atleta e quanto altro possa servire. Lettera aperta della presidente dell’Aido al ministro Bindi Caro Ministro, è urgente! DOTT .SSA VINCENZA P ALERMO 2 7 8 3 6 il valore della donazione L’ARCOBALENO per una cultura della donazione associazione italiana donatori organi associazione italiana donatori organi Atleta Dalle religioni un coro di sì ai trapianti Dalle religioni un coro di sì ai trapianti Pag. 4-5: Mons. E. Sgreccia, il pastore H.M. Uhl, il rabbino R. Di Segni Se il tuo abbonamento a L’ARCOBALENO sta per scadere, ricordati di rinnovarlo! Versamenti sul c/c postale n. 22957005 intestato a L’Arcobaleno - Via Silvio Pellico 9, 00195 Roma La foto a fianco e quelle delle pagine 4-5 sono di Filippo Pistilli SISTEMI PER RETI PACS ECOGRAFIA ECOCARDIOGRAFIA WWW .ACUSON.COM TEL. 02.982591 SISTEMI PER RETI PACS ECOGRAFIA ECOCARDIOGRAFIA WWW .ACUSON.COM TEL. 02.982591

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L’Associazione italiana donatori organi, come Le ènoto, si è espressa criticamente su alcune disposi-

zioni della Legge n. 91/99, in particolare alla richiestadi notifica del cittadino, ritenendo che l’eccessivaburocratizzazione del censimento di manifestazione divolontà alla donazione di organi e tessuti potesse bloc-care le attività di trapianto.A distanza di sette mesi dall’approvazione della predet-ta legge l’intero sistema trapiantologico italiano risentedella mancata emanazione di importanti DecretiMinisteriali che avrebbero permesso una m:iglioreorganizzazione del Sistema Sanitario Nazionale in mate-ria di prelievi e trapianti di organi. In realtà l’auspicatachiarezza e omogeneità degli interventi in siffatta mate-ria ha fatto sì che la nuova disciplina organizzativa, cheavrebbe dovuto dare nuovo impulso ai trapianti, hasubito l’ennesima battuta di arresto.La nomina del Direttore Generale del CentroNazionale per i trapianti (tra l’altro membro di dirittodella Consulta tecnica per i trapianti non ancora costi-tuita), può indubbiamente costituire motivo di diffi-coltà nella scelta a causa dell’esistenza di diverse scuo-le di pensiero in merito all’organizzazione di prelievi etrapianti di organi.Certamente occorre sottolineare che in questi annil’Italia, nonostante le croniche carenze organizzative,ha saputo trovare, con alcune organizzazioniRegionali, risposte sorprendenti nella promozione deiprelievi e dei trapianti di organi e tessuti.

In particolare la Regione Toscana importando inItalia il modello organizzativo spagnolo, cui tutta

l’Europa guarda come modello di riferimento, ha rag-giunto risultati strabilianti raggiungendo 30 donatoriper milione di abitanti.Signor Ministro Le saremmo grati se provvedessequanto prima alla nomina del Direttore Generale delCentro Nazionale per i trapianti tra coloro che hannoattuato strategie e metodologie vincenti come sopracennato e che, se applicate, potrebbero collocare ilnostro Paese nei primi posti in Europa.Per quanto attiene invece all’emanazione dei decreti

sulla manifestazione di volontà, tenendo conto dellaben nota complessità e dei lunghi tempi tecnici con-nessi sia alla corretta informazione del cittadino cheall’informatizzazione dei vari centri di prelievi e tra-pianti sul territorio nazionale, si prospettano necessa-riamente tempi più lunghi; ciò tuttavia non preoccupal’Associazione perché l’art. 23 della Legge 91/99 con-sente comunque di procedere al prelievo di organi etessuti salvo che il soggetto abbia esplicitamente nega-to il proprio assenso, e tali vigenti disposizioni transi-torie, speriamo in vigore per lungo tempo, possonoprodurre fin d’ora risultati positivi.

Anostro parere in questo momento si prospettaperaltro urgente ed indifferibile dare attuazione

all’art. 2 della Legge 91/99 inerente alla promozionedell’informazione. A tale proposito siamo a chiederLedi vigilare sulla corretta informazione fornita ai citta-dini e di predisporre eventuali criteri di accredita-mento per le associazioni di volontariato chiamate acollaborare con le istituzioni nell’informazione.Sarebbe altresì auspicabile cogliere l’occasione dellaGiornata nazionale per la donazione ed i trapianti diorgani per iniziare, attraverso i mezzi di comunicazio-ne di massa, una vasta campagna di sensibilizzazionedell’opinione pubblica sul tema della donazione diorgani; in tale giornata si potrebbe prevedere la dispo-nibilità dei medici del settore ad incontrare i cittadinie a rispondere alle loro domande. L’Aido esprime inol-tre profonda preoccupazione in merito alla scarsocontrollo delle notizie scientifiche e ravvisa come siaindispensabile ed indifferibile la istituzione di ungarante per la informazione scientifica.Per questo motivo l’Associazione plaude al disegno dilegge n. 4213 di iniziativa del Senatore Di Iorio,Bernasconi ed altri, già comunicato alla Presidenza delSenato della Repubblica in data 21.9.1999, per l’istitu-zione della Autorità garante della corretta diffusionedella informazione scientifica.Confidando che quanto esposto possa essere oggettodella Sua attenzione, con l’occasione si inviano defe-renti ossequi.

Trimestrale dell’Associazione Italiana Donatori Organi - Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica - Reg. Tribunale di Roma n° 224/98 del 19 maggio 1998Iscritto al Registro Stampa del Garante per l’Editoria - Spedizione in abbonamento postale -45% - Art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Roma.Direzione: Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma - Tel. e Fax 06/3728139 - Internet: http://www.aido.it - Email: [email protected] - Si contribuisce alle spese di stampa comeamici: Socio Aido L. 20.000 - Ordinari L. 50.000 - Sostenitori L. 100.000 - Versamenti sul c/c/ postale n. 22957005 intestato a L’ARCOBALENO - Via Silvio Pellico9 - 00195 Roma oppure sul c.c. 11000/D intestato a Aido Nazionale - Banca Antoniana Popolare Veneta, Agenzia 1 - via Crescenzio, 86 - ABI 5040 CAB 03201.

Anno 2 - n°4 Dicembre 1999

In questo numero:Musumeci: devono riprendere i trapianti al S. Camillo di Nella Cerino

C’era una volta l’ora di scienze di Loretta Cavaricci

Amore a prima vista? Ma questo è solo un film

Povera Boralevi... di Anna Maria Montanaro

“Aspettavo un cuore nuovo,arrivò un figlio. Anzi due...”

Prevenire il chirurgo

Il nostro segreto della comunicazione indiretta di Josefina R. Espiau

Le parole che usiamo di Franco Orsi

Pag

DanieleMasala

Penso a colui che ha nascosto per tutta la vita i suoi averi sotto la mattonella, in gran segreto,così che alla sua morte nessuno ne fruirà mai. Chiha la fortuna di possedere una dote dovrebbe gioi-re nel pensare che un giorno un’altra persona nepotrà godere.

La donazione è un trasferimento di beni checomunque non saremmo più in grado di utilizzare.Non un trasferimento di beni spirituali. Chi losostiene mi fa solo sorridere perché mi ricordaalcune popolazioni primitive attuali che fuggonodavanti alla macchina fotografica per il timoreche gli venga rubata l’anima.

Sarò entusiasta di lasciare la mia dote: il miocuore d’atleta e quanto altro possa servire.

Lettera aperta della presidente dell’Aido al ministro Bindi

Caro Ministro, è urgente!DOTT.SSA VINCENZA PALERMO

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il valore della donazione

L’ARCOBALENOper una cultura della donazione

associazione italiana donatori organi associazione italiana donatori organi

Atleta

Dalle religioni un corodi sì ai trapiantiDalle religioni un corodi sì ai trapiantiPag. 4-5: Mons. E. Sgreccia, il pastore H.M. Uhl, il rabbino R. Di Segni

Se il tuo abbonamento a L’ARCOBALENO sta per scadere,

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associazione italiana donatori organi associazione italiana donatori organi

Èstanco e affamato il prof. Francesco Musumeci. Èappena riuscito a tirarsi fuori da un intervento di

emergenza che lo ha tenuto impegnato per tutta lamattinata. Vorrei rinviare il tutto e lasciarlo riposare.“Due minuti per un panino e sono da lei!” mi assicuracon gentilezza, tanto lui a questi ritmi è abituato.Da quando, nel settembre dello scorso anno è statochiamato da Cardiff a operare al S. Camillo di Roma,l’attività chirurgica sui by pass è quasi raddoppiata(330 interventi dal 1° settembre 1998 al 30 settembre1999 contro i 196 dell’anno precedente) e la mortalitàè scesa da circa 15 per cento del 1996 al 3 per centodel 1999, pur con numerosi (72) interventi eseguiti insituazioni di urgente emergenza.Tra gli addetti ai lavori si parla spesso di questi risulta-ti, ma lui è reticente e più che parlare vuole fare.“Sto cercando di riorganizzare questa struttura ridan-dole quel ruolo che aveva in passato. Qui al S. Camilloè nata la prima cardiochirurgia in Italia; all’inizio deglianni ‘70 era il punto di riferimento a livello nazionalee riconoscibile a livello internazionale. Negli ultimianni, però, ha perso decisamente tono ed io mi sonopreso l’impegno di rilanciarla cercando di portareavanti un discorso aperto in passato: il trapianto car-diaco. Nei primi anni ‘80 il nostro è stato uno deiprimi centri in Italia ad eseguire il trapianto di cuoread opera del prof. D’Alessandro. L’attività è stata poiinterrotta per diversi motivi per non essere più ripre-sa. È mia intenzione invece farlo anche alla luce dellamia esperienza personale maturata nei paesi anglosas-soni. Per diversi anni sono stato aiuto in un centro chea fine anni ‘80 eseguiva 220-300 trapianti annui, unnumero enorme, se si pensa che allora in Italia il tra-pianto di polmone non era ancora iniziato e il numerodi quelli cardiaci era esiguo per cui, in questo centrolondinese afferivano pazienti dall’Italia e un po’ datutta l’Europa. Ho avuto modo di accumulare in queglianni un grossissimo bagaglio di esperienza che oravoglio investire riorganizzando questa struttura eriprendendo l’attività trapiantologica”.E la scarsità delle donazioni non la preoccupa?“C’è un problema culturale di fondo che non riguardasolo la donazione degli organi.Diciamoci le cose comestanno. Al Sud - ed io sono siciliano - c’è un attacca-mento viscerale a tutto,alla terra,agli averi...una formadi egoismo che si traduce anche in una scarsa dispo-nibilità a donare gli organi, il sangue. Perché non dona-re il sangue? Queste culture vanno cambiate conl’informazione ma soprattutto con la formazione alivello delle strutture sanitarie. Non intraprenderò unprogramma di trapianti senza considerare questoaspetto”.Con tutti questi progetti dove trova il tempo da dedi-care a se stesso?“Mi sono calato in una impresa che non è da poco maspero che una volta che l’attività si stabilizzi io possariuscire a trovare un po’ di tempo da dedicare a qual-che hobbies. C’è tantissimo da fare sul piano organiz-zativo che è legato soprattutto alla mia presenza mapresto si raggiungeranno degli obiettivi che faranno inmodo che la struttura possa funzionare indipendente-mente da un figura di riferimento”.Tutto questo da realizzarsi nel prossimo anno?“L’anno che verrà, vedrà l’assestarsi delle situazionicreate fino ad adesso. Ma vorrei soprattutto vedere ilrealizzarsi dell’obiettivo a cui tengo di più: la ripresadell’attività di trapianto.Aspetto solo il segnale di par-tenza”.E nel momento in cui me lo dice mi rendo conto cheha riacquistato lo sprint, il telefono squilla di continuodalla sala operatoria che lo reclama e lui non riescepiù a stare seduto sulla sedia, come un podista sullalinea di start.

Musumeci: devono riprendere

i trapianti al S.Camillo

L’ARCOBALENO

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NELLA CERINO

I ragazzi vogliono sapere: “Quando un organo è adatto altrapianto?”. In una scuola media di Firenze la donazione è materia di studio

C’era una volta l’ora di scienzeLORETTA CAVARICCI

Progetto Salute

C’era una volta l’ora di scien-ze.Firenze,scuola media SS.

Annunziata, oggi la professores-sa Eda Bruni parla di… trapian-ti. L’insegnante, 48 anni, tuttispesi in determinazione e spiri-to di iniziativa, si garantisce dasé: “mi hanno fatto problemi?Non c’è da scherzare, con ilcaratteraccio che ho…”Dunquenessun ostacolo: anziché unaombrosa e tradizionale lezionesui libri a parlare di chissà qualecomplicato sistema scientifico,una lezione che prenda spuntodalla realtà “e che aiuti i ragazzia sviluppare una propria affetti-

vità e a condividere con i com-pagni relazioni di bene”, dicel’insegnante Eda Bruni.Questo lo spirito con cui è nato,dalle sue mani, ormai diversianni fa, il progetto Salute rivoltoalle tre classi della scuolamedia. Con i ragazzi e con l’au-silio di esperti medici, sia geni-tori di allievi che volontari – tracui la dottoressa AdrianaMenicucci del Policlinico diCareggi nonché socia Aido -, siparla della donazione del san-gue e degli organi, il primoanno scolastico; di alcool, ali-mentazione e tabagismo, inseconda media; di tossicodipen-denze, Aids, malattie a trasmis-sione sessuale e contraccezio-ne, con i più grandi della terza.Un mese circa per ogni classe,6-8 ore a corso, contando quellein più, al pomeriggio, fuori ora-rio di lezione.“Ho cominciato molto presto acercare di sostituire il program-ma scolastico nozionistico conqualcosa di inerente la realtà,che potesse interessare i mieiallievi di una età compresa daidieci ai quattordici anni. Certo,quando iniziai l’insegnamento –racconta a L’Arcobaleno la pro-fessoressa Bruni, e si riferisce a24 anni fa – non si parlava anco-ra di educazione alla salute.

Ma io già portavo in classegiornali, riviste; ho sempre

creduto nell’interesse dell’attua-lità, anche tra i più giovani”. Esoprattutto,sottolinea soprattut-to, tra più giovani.Questa è statala rivelazione per la professores-sa:“La curiosità e l’interesse peri temi della solidarietà è moltoviva in età scolare. Quello chenon riesco a spiegarmi è dovequesta catena si spezzi, forsecon il crescere nascono senti-menti di sfida, di ribellione o èsoltanto l’emulazione di atteg-giamenti critici che porta alla

critica”. Insomma, un’ora discienze tutta particolare. Dopogli interventi dei tecnici, i ragaz-zi si prendono il tempo perriflettere, disegnare, appuntareun’idea, costruire cartelloni,dire la propria. “I bambiniamano il mondo, non sannocosa sia l’individualismo checonnota l’adulto.Rimangono esterrefatti di frontealla possibilità di donare sangueo midollo osseo; di ottenereorgani di ricambio, nel sensopiù buono del termine; sonomolto interessati alle prove daeseguire per capire quando unorgano è adatto o meno al tra-pianto. I bambini subisconoveramente il fascino della natu-

ra. Che con non molto, in effet-ti, si possa dare la vita e rinno-varsi in essa, è per loro qualcosadi magnifico”. Sono loro a dareuna lezione a noi, lascia inten-dere la professoressa Bruni. “Epoi, non si spaventano, nulla diquesti temi crea loro disagio.Hanno avuto perfino pazienzadi leggere la nuova legge e con-frontarla con la vecchia: su ven-tisette allievi soltanto una hadetto no al silenzio-assenso”.

Tutto il lavoro di preparazio-ne della lezione sui trapian-

ti e sugli altri temi del progettoSalute, è lasciato all’iniziativadell’insegnante. Anche dalpunto di vista economico:“Nessun rimborso, tutto volon-

senza camice

NIT: colpa dei giornali se le donazioni diminuiscono

Trapianti in calo nelle regioni settentrionali. Lo denuncia il NIT, Nord Italia Transplant.Nei primi dieci mesi del 1999, il numero dei trapianti eseguiti rispetto allo stesso perio-

do del 1998 è diminuito, da 978 si è passati a 939, nonostante un aumento, pari al 9 percento, delle segnalazioni.Due le ragioni fondamentali: l’aumento dell’età dei donatori segnalati - il 22 per cento diquesti aveva più di 60 anni, per cui non sempre è stato possibile utilizzare cuore, fegato epancreas - e la cattiva informazione. Questo il dato più preoccupante. Lo scorso anno leopposizioni al prelievo da parte dei familiari erano state del 10,2 per cento, oggi del 15,5per cento.Tutto ciò, secondo il NIT, è coinciso con due eventi: l’acceso dibattito sulla legge e una cam-pagna avversa alla donazione ospitata da alcuni quotidiani durante l’estate.

Solidarietà...Niente è più bello e importante di collaborare allasalute di tutti perchéfra tutti c’è ancheciascuno di noi

Eleonora Ferrara

Donazione...Credo che essere donatori di organi sia una scel-ta su cui ognuno dovrebbe riflettere e non essereindifferente

Maria Gabriele

... non c’è confronto tra la vita di una persona equalche grammo in più di cenere. Non riesco per-ciò a capire come si possano bruciare, così senzasenso, le speranze di vita di un’altra persona

Tommaso Scaffei

Siccome quando siamo morti a noi gli organi nonservono, possiamo anche cederli a gente a cui puòsalvargli la vita

Tancredi Maria Fani

Gli alunni della III media dell’Istituto S.S. Annunziata e la prof.ssa Eda Bruni

tariato – dice Eda Bruni -.Sarebbe però più giusto poteraccedere ad un fondo particola-re per retribuire tutte questeore di lavoro in più del previsto,specie se si entra nell’ottica disentire, come è, l’educazionealla salute un investimento perlo Stato. E cominciare dallascuola significa tutelare il citta-dino del domani”.

Ma la professoressa Bruni,due figlie ventenni con la

passione per la scienza, in effet-ti, si accontenterebbe di moltopoco: il suo sogno è un ricono-scimento, uno di quelli che tipuoi conservare in cornice, tra iricordi che hanno segnato la tuaprofessione. Perché, un’altrasoddisfazione, quella forse piùimportante, la professoressaBruni se l’è già presa: “Volevofare il medico, poi ho studiatomatematica…”, ma il cuore ascuola – e non solo quello inplastica – è riuscita a portarlo lostesso.

Aido...Poche parole per direcos’è l’Aido: 1° amore, 2° altruismo, 3°... ma soprattutto...solidarietà!

Giorgia Robicci

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La Commissione igiene e sanità del Senato ha approvato definitivamente, in sede deliberante, la proposta di legge che consente il tra-pianto parziale di fegato tra viventi. Il testo è stato varato il 25 novembre. Questa tecnica potrà favorire soprattutto i bambini. Infatti, il

fegato trapiantato, con il tempo cresce in armonia con la crescita del bambino. Inoltre le moderne tecniche chirurgiche permettono di pre-levare, senza menomazioni significative per il donatore, parti di fegato funzionalmente autonome e le cui cellule riescono a moltiplicarsi.Ecco il testo della legge “Norme per consentire il trapianto parziale di fegato”.

Art.1. (Trapianto parziale di fegato)1. In deroga al divieto di cui all’articolo 5 del codice civile è ammesso disporre a titolo gratuito di parti di fegato al fine esclusivo deltrapianto tra persone viventi.2.Ai fini di cui al comma 1 si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni della legge 26 giugno 1967, n. 458.

Art.2 (Entrata in vigore)1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Sì del Parlamento per donare in vita parte del fegatoNOVELLA ONOFRI

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associazione italiana donatori organi associazione italiana donatori organiL’ARCOBALENO

Il 20 luglio il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la deli-bera che istituisce la Banca regionale dei tessuti della Toscana.

Nella sua organizzazione presenta caratteristiche innovative rispettoalle strutture analoghe d’altre regioni.È concepita come funzione regionale e non come servizio d’unaazienda sanitaria o altro tipo d’istituzione. La sua organizzazione pre-vede un comitato di coordinamento, tanti comitati scientifici quantisono i programmi di trapianto di tessuto, i centri d’analisi e conserva-zione, un ufficio di segreteria.Ogni programma di trapianto di tessuti ha un responsabile regionaleche presiede lo specifico comitato scientifico costituito dai responsa-bili di tutte le unità organizzative interessate dal programma di pre-lievo e di trapianto del singolo tessuto o cellula e dai responsabili deicentri di conservazione. Il Comitato di coordinamento rappresenta ilmomento di sintesi cui giungono le proposte dei singoli comitatiscientifici.I centri di conservazione sono laboratori destinati a svolgere l’attivitàper conto della Banca regionale. Il Centro per la conservazione dellevalvole cardiache avrà sede a Pisa, per le cornee a Lucca, per la cute aSiena, per il cordone ombelicale e per il tessuto osseo a Firenze.

In questo modo la Banca regionale dei tessuti nasce come una fun-zione regionale inserita in un processo di donazione e trapianto deitessuti. Infatti, con quest’organizzazione la banca rappresenta solo lafunzione analisi-conservazione-distribuzione, mentre le scelte di poli-tica di donazione rimangono competenza della Commissione tecnicaregionale e funzione della rete di coordinamento.In tal modo la pianificazione dei programmi di donazione di tessutisarà integrata con la pianificazione della donazione d’organi, evitandocome accade in alcune regioni, d’avere pianificazione e scelte “schi-zofreniche”.Con un successivo atto del 28 settembre, il Consiglio regionale dellaToscana, alla luce dell’art. 15 comma 2 della legge 91/99, ha appro-vato una delibera che detta i criteri con cui i Centri per la conser-vazione dei tessuti e cellule sono tenuti a registrare i movimenti inentrata ed in uscita dei tessuti prelevati, compresa l’importazione.Detti criteri riguardano tessuti prelevati nelle strutture sanitarieregionali, tessuti prelevati in altre regioni e tessuti importati dall’e-stero. Trimestralmente i responsabili dei centri trasmettono i datirelativi ai donatori e ai riceventi al Centro di riferimento regionaletrapianti.

Collabora attivamente col Centro di riferimento dei trapianti

La Banca regionale dei tessuti:opportunità nuova per molti malati

VINCENZO PASSARELLI

Toscana

Èvero che l’Amore a prima vista esiste, ma quello firmato daVincenzo Salemme per il grande schermo è troppo: lei, Nina,

moglie di un maggiore dei carabinieri, muore sotto le ruote di un’autoe dona le cornee; lui, Bruno, un delinquente napoletano, ha bisogno diun trapianto per conservare la vista. E allora, ecco l’occasione. Le cor-nee di Nina – aveva solo un difetto: tanto innamorata di suo marito –vanno a Bruno e lui che fa? Si innamora alla follia del marito, di Nina,ovviamente,tale Fortunato.Virtuosismi della celluloide.La realtà è tuttoun altro copione. E la scienza lo garantisce.Tanto che, su questa inve-rosimile storia, ai medici non si strappa nessun parere:“la prego… nonmi faccia commentare”, risponde a L’Arcobaleno il professor RiccardoNeuschuler, primario oculista all’ospedale Fatebenefratelli dell’IsolaTiberina a Roma. Il quale preferisce,naturalmente,parlare di medicina.“La cornea è la parte anatomica anteriore dell’occhio da cui passa laluce. È quindi una membrana trasparente – spiega -, corrisponde alvetro del nostro orologio. È un tessuto poco nobile perché costituitodi cellule semplici; non è vascolarizzato, cioè non vi passa circolazio-ne sanguigna né linfatica e si alimenta per essudazione dell’umoracqueo di cui è ricco l’occhio, una sorta di filtrazione”.E il trapianto come avviene? “La cornea malata viene asportata con l’u-tilizzo di trapani circolari raffinati con i quali si esegue un taglio dellembo. Una volta portato via il tessuto malato, questo viene sostituitocon una cornea sana, suturata a misura sull’occhio con un filo di nai-lon sottilissimo, che poi si sfila dopo un anno. È una operazione abba-stanza semplice ma occorrono i giusti mezzi tecnici e la competenzaper eseguirla senza inconvenienti”. Sui tempi di ripresa il professorNeuschuler non ha dubbi:“Dalle due alle quattro settimane per rive-dere bene”. E il rigetto? “La cornea di per sé non dà problemi, proprio

perché priva di circolazione. Negli ultimi anni il rischio rigetto è statopoi, controllato in modo eccellente dalla tecnica chirurgica ma anchedalla migliore qualità delle cornee utilizzate che oggi passano, quasitutte, attraverso una banca (come quella di Mestre e quella appenanata di Lucca,ndr) che le analizza e le conserva. L’unica difficoltà puòessere l’assestamento del lembo sul nuovo occhio. Un mancato o par-ziale adattamento della cornea trapiantata è scambiato a volte perrigetto, ma neanche in questi casi si può parlare veramente di rigetto.In tanti anni di attività ne ricordo solo due o tre”.Il trapianto di cornea è indicato per ogni malattia che modifichi la tra-sparenza o la forma di questo tessuto: l’opacizzazione può esseredovuta a trauma, ad infezione, come nella cheratite erpetica, oppuread una operazione di cataratta, o ancora può essere congenita. Laforma della cornea si altera invece, nei casi di cheratocono, una malat-tia degenerativa che porta la cornea ad assumere la forma di un conoe di conseguenza è come se si vedesse attraverso uno specchio defor-mante. Il trapianto restituisce una vista normale; solo per due settima-ne circa è necessario assumere del cortisone, poi bastano trattamentilocali. E neppure per sempre. L’operazione dura circa quarantacinqueminuti; qualcuno lo fa anche in anestesia locale.All’Isola Tiberina neeseguono quaranta l’anno. Il professor Neuschuler si lascia andare airicordi:“Il trapianto di cornea è stato mitizzato per anni, quando all’o-spedale il lembo arrivava con l’aereo, di corsa, come un cuore da uti-lizzare o subito o mai più.Oggi le cornee si conservano benissimo conliquidi specifici. Niente più affanni, niente più trapianti “a caldo” conil rischio di utilizzare un tessuto rovinato. Le banche schedano le cor-nee e in sala operatoria arrivano solo quelle in ottime condizioni. Earrivano per posta celere”.

Lo specialista, prof. Neuschuler, spiega cos’è davvero il trapianto di cornea

Amore a prima vista?Ma questo

è solo un filmLORETTA CAVARICCI

Il caso

Bruno e Roberta (Vincenzo Salemme e Mandala Tayde) nel film “Amore a prima vista”, attualmente in programmazione

PoveraBoralevi...

ANNA MARIA MONTANARO

Può capitare, mentre si gioca col teleco-mando in una normale serata, di

imbattersi in un programma televisivo cheper una semplice parola o una immagineci colpisce e cattura la nostra attenzione.Mi è capitato venerdì 17 novembre:Retequattro, uno studio televisivo, la gior-nalista Antonella Boralevi che chiedevacon una espressione di ostentata partecipa-zione ad un signore:“Ma lei non si sente incolpa nel desiderare questo trapianto (pol-mone) per la sua bambina, poiché un altrobambino dovrà morire, non pensa al padredi quel bambino?”. E il signore imbarazza-to:“No, non ci penso” (Che uomo malvagio,verrebbe da pensare).Il campo si allarga, è inquadrato tutto lostudio. Sono presenti, tra gli altri, lamamma di Marta Russo e, presentata dallasig.ra Boralevi, la giovane donna che haricevuto il cuore di Marta.Non pongo la questione se sia etico avvici-nare un partente così prossimo di un dona-tore e il ricevente l’organo, poiché il seguitopone, a mio giudizio, quesiti più inquie-tanti.

La conduttrice dopo aver scambiato delleparole con la signora Russo circa la

decisione di donare gli organi della “suabambina”, sulle implicazioni emotivesapendo di essere “vicina al cuore, ad unaparte di sua figlia” etc., presenta la signoracon il cuore di Marta Russo.Le chiede cosa prova ad avere nel suo pettoil cuore di Marta, se nutre dei sensi dicolpa. La signora, molto imbarazzata eemozionata dice che lei, già prima del tra-pianto, aveva deciso di rinunciarvi a favo-re di chi, forse, ne aveva più urgenza, piùbisogno di lei...Dallo schermo rimbalzava il desiderio diquella signora di sprofondare, di demate-rializzarsi, si giustificava intimorita comese in qualche modo lei fosse colpevole per ilfatto stesso di essere lì, mentre Marta nonc’era più.E ancora la Boralevi: “C’è uno scienziatoamericano il quale ha dichiarato che chiriceve il cuore di un individuo sente e vivedelle emozioni che sono riconducibili aldonatore”. E alla povera signora: “Lei cosasente, cosa prova adesso che vive con ilcuore di Marta”.La signora diceva che non lo sapeva, cheforse qualcosa sentiva, che lei dopo il tra-pianto ha attraversato un momento moltodifficile e delicato e che stava tentandoancora di superarlo. Innanzi a tanto paleseimbarazzo e dolore la Boralevi incalzava:“Ma lei è proprio sicura che non vive emo-zioni, pensieri che prima non le appartene-vano, ci pensi bene, com’è cambiata la suavita?”.

Tanta insistenza, televisiva per giunta,attendeva una risposta affermativa che

la provera signora ha timidamente offertoalle telecamere. Ora la trasmissione potevaterminare. È vero che il programma si inti-tolava “Linea d’ombra”, ma quello a cui hoassistito è stato lo zibaldone nel buio piùnero di una corretta informazione, di unsano modo di interpretare la donazione e iltrapianto d’organo, della delicatezza disentimenti che albergano nella psiche dipersone che hanno vissuto sulla propriapelle tale avventura.Martedì 2 novembre: Piero Angela a SuperQuark ha presentato un servizio breve suitrapianti, o meglio, circa il momento in cuisi può affermare che un paziente diventapossibile donatore al di fuori dell’umanoerrore. Poche parole semplici, chiare chenon lasciavano spazio ad alcuna “linead’ombra”.

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L’ARCO

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associazione italiana donatori organi

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Mons. Elio Sgreccia è lo studioso cattolicopiù esperto di problemi etici del trapianto.Direttore dell’Istituto di Bioeticadell’Univesità Cattolica di Roma, ha pub-blicato il “Manuale di Bioetica” Ed.Vita ePensiero, che è fra i più aggiornati edapprofonditi.

Per la Chiesa Cattolica, come siimposta il problema etico dei tra-pianti d’organo?È lecito il trapianto omoplastico a questecondizioni: il donatore (se vivo) nondovrà subire danno sostanziale e irrepa-rabile alla propria vita e alla propria ope-ratività. È il caso del donatore di organidoppi (rene) in cui, perfezionandosi letecniche, normalmente il donatore puòcontinuare a vivere e lavorare, se ha unrene sano e integro.Si comprende come la morale cattolica,che all’inizio dell’esperienza dei trapiantiera piuttosto renitente ad ammettere laloro liceità, sia andata progressivamenteallargandosi fino a raccomandare la dona-zione degli organi post mortem: l’atteg-giamento sulla liceità dipende dalla riu-

scita tecnica anzitutto nella conservazio-ne della vita del donatore.La seconda condizione è che si dovràavere e accertare un’alta possibilità diriuscita sul paziente ricevente: il sacrifi-cio del donatore deve avere una certaproporzionalità con le possibilità di van-taggio reale sulla vita del paziente bene-ficiario.Inoltre la vita del paziente è pur essasacra e può essere sottoposta ad un trat-tamento rischioso e così invasivo soltan-to se ci sono fondate speranze di ottene-re un reale prolungamento della vita.Vanno quindi condannati moralmente itrapianti a carattere talmente rischioso daessere considerati prevalentemente spe-rimentali: il trapianto dovrà risultare l’u-nico rimedio valido per prolungare la vitadel paziente (per il trapianto renale l’op-portunità del trapianto si presenta quan-do la dialisi renale non è più praticabilecon successo e a lungo) ed inoltre cidovrà essere la chiara constatazione dimorte del donatore, quando si tratta diprelievo da cadavere.Quali i criteri da utilizzare nella

selezione dei pazienti per l’in-tervento?Abbiamo individuato tre diversi criteri: ilcriterio utilitarista, il criterio casuale ed ilcriterio terapeutico. Secondo il criterioutilitarista, la distribuzione degli organiandrebbe effettuata sulla base del criteriodella produttività sociale per cui si scegliecome ricevente preferibilmente chi unavolta guarito tornerà alla vita lavorativa. Ilcriterio casuale si basa sul principio del-l’imparzialità e affida la distribuzione degliorgani da trapiantare al caso, secondo lepriorità delle richieste. Infine il criterioterapeutico, che ci sentiamo di condivide-re, tiene presenti alcuni parametri clinici,tra cui: l’urgenza, la possibilità di riuscitadel trapianto in relazione alle condizionidel paziente, la previsione di attecchimen-to dell’organo e, in ultima istanza, la prio-rità della richiesta. La scelta del pazienteda sottoporre all’intervento deve essereinoltre informata dal principio di nondiscriminazione: per nessuna ragione, nésociale né razziale,chi ha realmente neces-sità e indicazioni all’intervento deve vede-re preclusa la possibilità di accesso.

Per la Chiesa evangelico-luteranarisponde il pastore Hans-MichaelUhl.

Il credo evangelico-luterano ponedegli ostacoli alla donazione e altrapianto degli organi?In linea di principio non esistono osta-caoli alla donazione e al trapianto di orga-ni, di fronte a Dio l’integrità individualenon dipende dall’integrità fisica, organi-ca, altrimenti i mutilati di guerra sarebbe-ro esclusi dalla speranza della resurrezio-ne. I punti cruciali sono piuttosto le pro-cedure per l’accertamento della morte eda chi e quando deve essere dato il con-senso per l’espianto. Nella nostra comu-nità cerchiamo di promuovere l’opportu-

nità di portare sempre con sé una tesserache certifichi la volontà di essere donato-re di organi.Come può contribuire la Chiesaluterana ad una cultura della dona-zione?Sentiamo fortemente l’esigenza delrispetto per la vita di chi ha bisogno diun trapianto, ma anche attenzione e sen-sibilità verso la volontà dei familiari deldonatore, in questa prospettiva cerchia-mo di educare preventivamente ad un“non rifiuto” verso la donazione degliorgani.Per noi divulgare una cultura della dona-zione in campo di trapianto di organisignifica soprattutto approfondire laconoscenza dei vari aspetti coinvolti inuna scelta che deve essere consapevoleed individuale, senza forzare o convince-re a tutti i costi chi non vuole donare.Ci sono difficoltà riguardo alladonazione nella sua comunità?Nella mia opera di Pastore cerco di esse-re vicino a chi si trova ad affrontare ilbisogno di un trapianto per sé o per unfamiliare, perché oltre al dramma dellamalattia e alle difficoltà pratiche esistesempre il peso morale di sapere che lapropria vita o quella della persona caradipende dalla morte di un’altra. Un’altraproblematica particolarmente sentita dainostri fedeli,che impedisce un approcciosereno nei confronti della donazione, èquella del traffico clandestino di organidel terzo mondo.

La nuova legislazione italiana con-sidera donatore chiunque, a menoche non abbia espressamentenegato il proprio consenso. Cosane pensa?Sappiamo che l’attuale legge italiana hastabilito il silenzio-assenso, ma da unpunto di vista critico anche se possiamoessere d’accordo su un consenso tacito,prevale indubbiamente il rispetto per isentimenti e la volontà della famiglia deldefunto.Ci sono differenze di posizione frale varie comunità protestanti lute-rane nel mondo? Il Protestantesimo fondamentalista ameri-cano è molto tradizionalista, arroccato alpassato e duro verso i cambiamenti socialirispetto al Protestantesimo europeo (fin-landese, svedese, tedesco) che mostra unosforzo di apertura nei confronti del pro-gresso scientifico e delle inevitabili pro-blematiche di ordine etico-morale che laricerca medica propone.Qual è la sua personale opinionesui trapianti di organi?Vorrei esprimere una riflessione sul con-cetto di trapianto che non dovrebbe maiessere inteso come la possibilità dellamedicina di sostituire gli organi umanicome “pezzi di ricambio” usati male erotti. Un’azione preventiva con una con-dotta di vita sana sono il primo traguardoda raggiungere,pensando sempre che nelMondo esistono paesi dove il valore dellavita umana è praticamente nullo.

Nella selezione dei pazienti vale il criterio terapeutico

Nessuna preclusione per chiha necessità di un trapianto

DOTT.SSA MARTA BENETOLLO

Ascoltare anche il volere dei familiari

“I nostri devono portare con séuna tessera che attesta il sì”

CRISTIANA BERNAUDO

Dalle religioni un coCattolica

Evangelico-Luterana

A CURA DI LORE

Scienza e fede sono ne di organi e tessucommerci, nessun saresponsabile e donachi sostiene la donata solo a non proibmusulmani, fino al limitazione. Diverseoppure primaria virminoranze religioseunici contrari: per i

Tanti paesi in uno. L'Italia è sePaese di persone provenienti dae protestanti guadagnano 7 pu27,4%.Anche i seguaci delle reliE questi sono i numeri degli appmi mesi.

Testimoni di Geova 400 mila;28 mila circa; Avventisti del 7°aderenti; Ebrei 35 mila; Chiesabattista Italia 5 mila battezzati e

Islamismo: il Corano non

è contrario IMusulmani hanno cambiato opinione.

"Non abbiamo nessuna legislazionecontro la donazione degli organi e tessu-ti fin quando questa viene fatta conrispetto verso il deceduto e per il bene-ficio del ricevente". Si è espresso così ildottor Abdel Rahma Osman,direttore delCentro della Comunità Musulmana delMaryland.Ma non sempre nella storiadell'Islamismo la posizione sui trapianti èstata così positiva: le idee infatti, fino al1983 erano ben altre; il ConcilioReligioso Mussulmano si era espressocontrariamente alla donazione degliorgani da parte dei seguaci dell'Islam.Oggi, la posizione è totalmente invertita,ammesso che si rispettino certe condi-zioni. Prima fra tutte che i donatori scri-vano precedentemente il loro consenso -in alternativa vale quello dei parenti -.Dunque è permesso destinare il propriocorpo o una parte di esso al prelievodopo la morte, ma il cadavere deve esse-re trattato con lo stesso rispetto e riguar-do riservato alla persona vivente. E gliorgani dei musulmani devono essere tra-piantati immediatamente e non conser-vati in apposite banche. Naturalmente lecondizioni per effettuare una operazionedi questo tipo devono essere tali per cuiil trapianto è il miglior trattamento pos-sibile. E il responso scientifico, nonché ladecisione, spettano ai medici curanti chedevono esprimersi all'unanimità o a mag-gioranza a favore del trapianto. Quandosi tratta, invece di una donazione davivente, il donatore deve avere garanziesulla propria salute: il prelievo dell'orga-no non deve comportare rischi per chidona, quest'ultimo deve essere consen-ziente.I principi del codice etico per gli islami-ci sono quelli presenti nel Corano, cheracchiude la parola di Dio rivelata al mes-saggero Muhammad, al quale è attribuitoil detto "I fedeli sono come i mattoni diuna stessa casa... si sorreggono a vicen-da". "Chiunque salva la vita di un uomo,sarà come se avesse salvato l'umanitàintera", recita il Corano e ancora "lanecessità fa eccezione alla regola e rendelecito ciò che altrimenti sarebbe vietato".Quello dei trapianti è un tema moltodibattuto: in sintesi, nell'islamismo c'èchi interpreta il Corano in modo tale daapprovare i trapianti e chi lo fa in modotale da permetterli, ma non vi è - attual-mente - nessuna disposizione nell'eticaislamica che li proibisca od ostacoli.

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OBALENO associazione italiana donatori organi

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oro di sì ai trapianti

L'approccio del mondo ebraico (chesolo in Italia conta 35.000 persone)al tema dei trapianti, al pari dimolte altre religioni, è sostanzial-mente positivo, anche se permango-no alcune perplessità. Ne parliamocon il dott. Riccardo Di Segni, rabbi-no, medico all'azienda ospedalieraSan Giovanni di Roma.

Dottor Di Segni, esiste una posi-zione ufficiale del mondo ebrai-co in materia di trapianti?No, in quanto non esiste un'autoritàreligiosa centrale, quindi è possibileche ci siano delle disparità di opinionianche su argomenti importanti comequesto. Si possono quindi dare dellelinee tendenziali, tenendo ben presen-te i temi cardine della nostra religione.Quali?Il tema della solidarietà sociale e quel-lo della salvezza umana sono fonda-mentali nella religione ebraica, quindila necessità di salvare una vita umana,qualsiasi vita umana, è una prioritàassoluta di fronte alla quale tutto ilresto passa in secondo piano.Considerate in maniera indiffe-rente i trapianti tra viventi equelli da cadavere a vivente?Anche per il mondo più rigoroso, ladonazione da vivente a vivente è con-siderata positivamente. Se qualcunodesidera donare un rene per salvare lavita di un suo parente è un fatto posi-tivo, un'azione meritoria ed è ancheconsigliato farlo. Ovviamente sto par-lando di una donazione fatta per affet-to, basata su un gesto di solidarietàsociale ed umana, certamente non perscopo di lucro. Ma anche per quantoriguarda i trapianti tra persone nonconsanguinee, la religione ebraicamantiene un atteggiamento positivo,solo subordinato al fatto che si tratticomunque di una donazione volonta-ria, di un atto di generosità, senzacostrizione alcuna.Per quanto riguarda invece iprelievi da cadavere? È senz'altro un tema più complesso.Cisono alcune tipologie di espianti chenon presentano particolari problemi,come le cornee o lembi di pelle. Inquesti casi la scelta è tra il rispetto el'integrita del cadavere e il beneficioche si può trarre per salvare una vitaumana o migliorare la qualità dellavita. E la scelta è la vita.E per gli altri tipi di trapianti? Come ho detto in precedenza, per sal-vare una vita umana, tutto passa insecondo piano. Tutto, tranne, però,alcuni aspetti che sono principi fonda-mentali della legge ebraica. Per noi,tutte le vite sono sullo stesso piano.Allora, se è lecito fare di tutto per sal-varne una, la sola cosa che non è leci-to fare è sacrificarne un'altra, qualeche sia il suo stato, anche se si tratta di

un agonizzante. Finchè una personanon è morta, non si è in diritto di toc-carla.Parliamo quindi dei prelievi acuore battente.Sì,e più specificamente dei trapianti difegato e di cuore. Qui il problema nonè quello del trapianto, quanto quellodella definizione del momento dellamorte. Proprio su questo aspetto l'e-braismo più ortodosso si è diviso indue tronconi: c'è chi ritiene che fin-ché il cuore batte, la persona è viven-te, e quindi non si possono effettuareespianti, e c'è chi ritiene che ilmomento della morte possa esseredefinito anche se il cuore batte anco-ra, purché siano accertati i criteri dimorte cerebrale e respiratoria, caso incui l'espianto è ammesso.Quindi c'è stata una vera spacca-tura all'interno del mondoebraico.Sì è cosi. La prima opinione è statasostenuta da gruppi rigoristici moltoautorevoli. Mentre la seconda è stataaccettata dal Rabbinato centrale delloStato di Israele con una sentenza del1987, accompagnata da una appendi-ce tecnica preparata da medici esper-ti, che contiene una serie di criteri perla definizione della morte. Questo èciò che ha consentito allo Stato diIsraele di poter effettuare i trapianti.Questi criteri sono assimilabili aquelli italiani? Sono molto più rigorosi di quelli italia-ni, che noi consideriamo assolutamen-te insufficienti. Nel giugno di que-st'anno, 1'Assemblea dei Rabbini italia-ni ha deliberato di schierarsi con laposizione del Rabbinato in Israele,adottando i suddetti criteri che, insostanza, stabiliscono alcune modalitàdi esami clinici - non presenti nellalegislazione italiana - e portano da seia dodici le ore di osservazione di unapresunta morte.Non si tratta quindi di una que-stione religiosa, ma scientifica.Deve sapere che nell'ebraismo esisto-no una quantità enorme di dottrineche riguardano il destino del corpodopo la morte, ma tutte queste dottri-

ne sono messe assolutamente da partenella discussione bioetica riguardo itrapianti. L'aspetto più difficile e deli-cato è trovare le modulazioni più equi-librate da un punto di vista giuridicoed etico.

I rabbini italiani ritengono insufficiente la legge delnostro Paese e guardano a quella del rabbinato in Israele

“Salvare una vita umana è una priorità assoluta”

NOVELLA ONOFRI

Ebraica

ETTA CAVARICCI

d'accordo: nessuna religione vieta la donazio-uti. Sempre che si rispetti una moralità: nienteacrificio senza speranza di riuscita, paziente

atore consenziente, valgono per tutte. C'è poiazione, chi la incoraggia, ma anche chi si limi-irla. E le idee possono cambiare: è il caso dei1983 contrari, oggi favorevoli con qualche

e definizioni: donare è un sacrificio amorevole,rtù, per altri addirittura un diritto. E tra lee si distacca dal coro soltanto quella dei gitani,il bene dell’anima, dicono.

I mille volti della fedeempre più un arcobaleno di colori. Tra i 4-5 mila nuovi ingressi nel nostroa altre parti del mondo i cristiani mantengono il 29% mentre gli ortodossi

unti percentuali (che si sottragono alla quota di musulmani) e arrivano aligioni orientali conquistano spazio: un punto in più.partenenti alle diverse religioni presenti qui da noi.Dati aggiornati agli ulti-

Mormoni 15 mila; Islamici 800 mila (dato approssimativo); Tavola valdese° Giorno 25 mila; Assemblee di Dio in Italia 54 mila battezzati e 161 milaa evangelica luterana ital. 7 mila e 45 mila aderenti; Unione chiesa evang.e 25 mila aderenti.

Fonte: Ministero dell'Interno e Caritas, Dossier statistico immigrazione

Buddismo: che vinca

la compassione

Una questione di coscienza indivi-duale. La vede così il Buddismo 1a

donazione degli organi. Non vi sonorisoluzioni scritte che ne parlino ma ilfondatore del tempio buddista diChicago, reverendo Gyomay Masao, haavuto modo di dichiarare che si onoranoquelle persone che donano i loro corpie organi per il progresso della scienzamedica e per salvare la vita degli esseriumani. Per il Buddismo quello che èimportante, infatti, è praticare la com-passione, anche nel momento dellamorte, una compassione fondata sureale solidarietà. La pratica della dona-zione è 1a prima virtù del buddista: si vadalla donazione di beni materiali, diinsegnamenti, a quella del corpo. Ladonazione degli organi - è stato scritto -si configura come un caso particolare diun più ampio processo di scambi: ilcorpo è un sistema aperto che scambiasostanze,energia, informazioni con l'am-biente. Quello dei defunti, a secondadelle culture, può essere inserito in que-sta catena di scambi, lasciandolo inpasto ad animali affamati, dato per nutri-mento alla terra, cremato o offerto perla cura del malato.Si tratta tuttavia di una posizione origi-nale: essendo ad esempio il cuore, ilfegato, la cornea elementi del corpo,della sua realtà fisica, il trapianto di essiè atto puramente tecnico che non haimplicazioni vere e proprie di tipo reli-gioso. Per il buddismo l’impatto di unorgano trapiantato su un'altra personasemmai, comporta problemi di naturapsicologica.

E per gli altri...AMISH, solo se il risultato è certo

BATTISTI, solo se c’è reale speranza di riuscita CHIESA CRISTIANA, nessuna proibizione

Chiesa di Cristo, non sarebbe un problema religioso

SCIENZIATI CRISTIANI, non prende posizione, liberi

CHIESA EPISCOPALE, riconosce i benefici e incoraggia

GRECI ORTODOSSI, non si oppongono GITANI, contrari perché l’anima

torna sui passi del corpo INDÙ, decisione individuale

EVANGELISTI CONSERVATORI INDIPENDENTI, non si oppongono

TESTIMONI DI GEOVA, non si oppongono, ma pulire gli organi dal sangue

GIUDAISMO, salvare una vita, prima di tutto LUTERANI, approvano:

è sacrificio amorevole (se c’è interv. togliere) MORMONI, secondo coscienza:

seguire la via che da pace PRESBITERIANI, incoraggiano ed appoggiano

AVVENTISTI DEL SETTIMO GIORNO, è un diritto CHIESA UNITA DI CRISTO,

sì quando c’è il consenso del donatore METODISTI UNITI,

incoraggiano lo sviluppo, il progresso

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“Non conosco di loro nome né volto masono state due donne a darmi tutto:

una mi ha reso padre, l’altra mi ha restituitola vita”. A parlare così è Renato Carrera, 50anni, calabrese, impiegato del comune diCinquefrondi, suo paese natale, in provinciadi Reggio Calabria. Lavora per l’ufficio eletto-rale. La storia che Renato racconta comincianel 1985: cattiva respirazione, affanno. AGenova i medici gli diagnosticano un passag-gio di sangue da un ventricolo all’altro. Il suocuore è un po’ malandato ma non sembracosì grave.Lui crede di star bene, dopotutto, continua lasua vita, ha solo un cruccio: non riesce adavere un figlio da sua moglie Antonella,anchelei calabrese, sposata tanti anni addietro.Allora decidono insieme per l’adozione earriva Bernadette, una piccola indiana cheoggi ha dodici anni. Poco dopo però il cuoredi Renato torna a fare i capricci, e questavolta fa sul serio: cardiomiopatia dilatativa. Ilresponso è chiaro: passeranno pressappocodue anni ma non rimarrà che il trapianto. Imedici, questa volta, non lasciano dubbi. Lui,intanto,va a trovare Madre Teresa di Calcutta:è la seconda volta che le fa visita.Ma se la malattia non si lascia attendere, lo

stesso, nel medesimo istante, vale anche perla speranza, pure la speranza non si lasciaattendere. Era quella idea, ormai rimossa, diavere un bambino. Sembra ancora incredulomentre lo ricorda Renato: “dopo quindicianni di matrimonio, mia moglie mi comunicala notizia. E Francesco, oggi sette anni, nasce,come me, il 25 marzo. Era il 1992, io mi sen-tivo sempre più debole…”.

Passano altri tre anni, la malattia avanza,Renato non riesce a salire due gradini. E

non riesce neppure a prendere il figlio inbraccio, questo il ricordo più brutto. Ma final-mente è il momento del ricovero,uno di quel-li decisivi, al Policlinico Umberto I di Romasubito dopo Ferragosto “e a dicembre entro inlista d’attesa. Cercavo un cuore nuovo”.Eppure a Renato non bastava sentirsi ai confi-ni della vita per poter aspettare la scomparsadi un’altra persona che donasse a lui l’organo.Tanto che sperava, piuttosto, di tirare avantiancora un po’ed arrivare magari all’epoca deitrapianti transgenici, quelli che utilizzanoorgani di animali trattati.Ma i tempi non lo permettevano: lui torna inCalabria e intanto l’ospedale esamina i cuoridisponibili. “Sono stato chiamato ben duevolte, ma in entrambi i casi gli organi nonpotevano essere utilizzati”.

Fino al 3 febbraio 1996, il giorno del trapianto,casualità vuole che sia calabrese perfino il chi-rurgo, il professor Papalia:“non so niente deldonatore – dice Renato – solo che era unadonna ed aveva 35 anni,un’altra donna che miha cambiato la vita, anzi mi ha permesso dicontinuarla”. E il pensiero per un momentotorna all’altro volto, sconosciuto, della donnache ha dato alla luce la sua figlioletta indiana.La famiglia che si allargava proprio mentrelui non sapeva se ce l’avrebbe fatta, è stata lacombinazione degli eventi che il destino oDio – Renato è credente – ha scelto per lui.Ma come racconta il trapianto ai suoi figli,oggi, dopo tre anni e mezzo dell’operazione?“Come lo avrebbe raccontato mia madre cheda ragazzo, ai miei primi lavori non retribuitimi diceva sempre: meglio un amico in piazzache cento denari in tasca. Voleva dire, siigeneroso e vedrai che ti tornerà”.

Renato Carrera oggi sta bene. L’unico ricor-do concreto della malattia sono le medici-

ne che deve prendere, quelle anti-rigetto “ilmio pane quotidiano”e gli anti-ipertensivi “machi non soffre di pressione alta!”, dice scher-zando. Gli amici, sì, lo hanno aiutato in questianni.Adesso che tutto è passato lo ribattezzanoperfino:“ma quale Renato! Tu al posto della let-tera E hai messo una I… e sei ri-nato”.

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associazione italiana donatori organi associazione italiana donatori organiL’ARCOBALENO

Renato Carrera, trapiantato al Policlinico Umberto I tre anni fa, si racconta

“Aspettavo un cuore nuovo,arrivò un figlio. Anzi due...”

LORETTA CAVARICCI

Roma prevenire il chirurgo

a cura di LORETTA CAVARICCI

Perché avere un “cuore grande” fa male alla salute?

PERCHÉ SI PERDE FORZA.Quando il cuore diventa più grande dellesue dimensioni naturali – per esempio nellacosiddetta cardiomiopatia dilatativa – essotende inevitabilmente ad affaticarsi.L’affanno per il cuore si traduce in una dif-ficoltà a contrarsi: la pressione che esercitacon i suoi battiti, circa 72 al minuto – quin-di con le contrazioni delle sue cellule – èfondamentale a che il sangue ossigenatopossa entrare nelle arterie e portare nutri-mento a tutto il corpo. Da un cuore sano, ariposo, in ogni minuto escono 5 mila milli-litri di sangue che dal ventricolo destroprendono la strada dei polmoni (piccolocircolo) e una pari quantità di sangue parte,nello stesso minuto, dal ventricolo sinistroper il resto del corpo (grande circolo). Maquando il cuore pulsa in modo irregolare omeno efficace, il sangue ristagna e l’organi-smo perde ossigeno e quindi energia.Nella cardiomiopatia dilatativa avviene unadilatazione delle camere cardiache, cioèdegli atri e dei ventricoli; pur rimanendo lepareti di queste quattro camere dello stessospessore. Si ha dunque, una sorta di sfianca-mento del muscolo come una borsa che aforza di portare pesi perde la sua forma ori-ginale. E perde inoltre buona parte del suotono: non dimentichiamoci che il cuore èessenzialmente una pompa, anzi una dop-pia pompa – la regione destra è del tuttoseparata da quella sinistra – e nel caso diquesta malattia viene a diminuire notevol-mente la spinta propulsiva, della sistolica,che il cuore, appunto, dà al sangue. Avereun cuore grande non è affatto vantaggioso!E state certi: qui i sentimenti proprio nonc’entrano.Tutte le cardiomiopatie sono malattie serie.Ma la forma dilatativa lo è ancora di più. Diquesta, le cause possono essere tossiche,dovute ad intossicazione da farmaci, alcool;oppure metaboliche, come in presenza dideficit della vitamina B1 o per la diminu-zione di fosfati nel sangue;e ancora, ci sonoforme immunologiche ed altre virali.

PREVENIRE IL CHIRURGO CONSIGLIA: controllare il cuore in tutti i casi di malattiavirale: se necessario, oltre alla visita, esegui-re indagini più approfondite come elettro-cardiogramma ed ecocardiogramma, stru-menti che rendono possibile studiare illavoro delle cellule – una vera e propria atti-vità elettrica – e misurare le cavità cardia-che. Ma anche nei casi di uso prolungato difarmaci, un occhio al cuore non fa male.Attenzione: la causa della cardiomiopatiadilatativa non sempre è così netta. In ognicaso, una cura farmacologica tempestiva èfondamentale per evitare lo scompensograve, che significa, inevitabilmente, tra-pianto.

La ricostruzione di un cuore sano

Oggettive e sensibli: questi i dueaggettivi che meglio descrivono

le pagine dedicate ad un figlio assassi-nato da un padre coraggioso. Il libroparte da una cronaca lucida e spietatadei drammatici momenti vissuti dallafamiglia Green, senza indulgere infacili pietismi e retorica scontata. Ciracconta poi chi era Nicholas, anchequi senza parole altisonanti o esalta-zioni emotive: semplicemente unbambino, come tanti altri bambini, dicui viene affettuosamente descritta lasua proverbiale incapacità per le atti-vità sportive e la sua sete di conosce-

re e sapere, con una particolare predilezione per la storia e perl’Italia. Poi, la tragedia. Nicholas, a bordo di un’auto presa a noleg-gio dal padre, viene ucciso nel corso di un tentativo di rapina sul-l’autostrada Salerno-Reggio Calabria.Dalla tragedia nasce comunque un seme di speranza. È questo ilmessaggio che ci dà Reg Green raccontandoci “l’effettoNicholas”, che, nei giorni immediatamente successivi la suamorte, ha addirittura fatto quadruplicare gli iscritti alle associa-zioni donatori di organi e che ha sicuramente contribuito a farraddoppiare le donazioni in Italia rispetto all’anno in cui morì.“Fu la più facile delle decisioni importanti – afferma Green rife-rendosi al prelievo degli organi – che avessimo mai preso: il bam-bino che conoscevamo non abitava più in quel corpo”. Si susse-guono così i racconti dei tanti appuntamenti, trasmissioni tv inogni parte del mondo, incontro, cui, scientemente, i coniugiGreen partecipano proprio nel ricordo del loro bambino, masoprattutto nella speranza e nella consapevolezza che l’ondata dinotorietà potesse portare a qualcosa di buono e che tutto quelloche era successo non fosse stato vano.“Oltre ogni possibile previsione ci ha arricchito conoscere i rice-venti di Nicholas” afferma poi Reg Green. E oltre ogni possibileprevisione la famiglia Green è riuscita a inviare un messaggio disolidarietà in tutto il mondo,al punto che,a cinque anni di distan-za,ancora tutti noi ci sentiamo un po’orfani di Nicholas e il modopiù bello per ricordarlo sarà far germogliare quel seme di spe-ranza che ci ha lasciato.

N. O.

leggiamoli insieme

Reg Green

Il dono di NicholasRizzoli Ed. - Milano, 1999(pag. 302 - L.29.000 )

La Commissione nazio-nale giovani continua

la sua attività di studio ed’analisi della condizionegiovanile, al fine di indivi-duare canali idonei adivulgare una correttacultura della donazione.In questa esplorazionedel mondo giovanile, delsuo linguaggio è nato il progetto di realizzare uno spot pubblicitarioda presentare al 2° festival video del volontariato indettodall’Osservatorio Ilaria Alpi; tale progetto veniva presentato alConsiglio nazionale, il quale lo approvava e sosteneva.A dare maggio-re impulso al progetto è stato l’incontro con lo scrittore-giornalistaRomano Battaglia, sempre attento e sensibile alle problematiche ine-renti alla donazione e al trapianto di organi, offrendo la sua indubbiaesperienza nel campo della comuncazione impegnandosi concreta-mente nella sua realizzazione.Dopo numerosi incontri di studio finalizzati ad individuare ed elabo-rare un messaggio chiaro ed inequivocabile, vicino ai giovani, è nata lasceneggiatura finale dello spot, che vede protagonista lo scrittoreRomano Battaglia e il piccolo Michele Piselli, seduti su una panchina,sullo sfondo del meraviglioso parco della “Versiliana” a Marina diPietrasanta (LU).La realizzazione dello spot è stata possibile grazie alla collaborazionedi tutti i referenti giovani regionali, del gruppo giovani di La Spezia,dalla presenza della referente nazionale giovani, dall’opera prestatagratuitamente dall’emittente televisiva T.L.S. nelle persone del diretto-re generale, del regista Saul Carassale del tecnico del suono e montag-gio Sara, dello speaker Giorgio Colombo. Calandosi nel mondo giova-nile, nelle sue problematiche e paure, Battaglia ci ha donato momentidi grosso impatto emotivo, con profonda semplicità e riflessione checontraddistingue tutte le sue opere, ha elaborato un messaggio chiaroed inequivocabile.“Il Bosco nasconde tanti misteri, ma fra tutti i miste-ri c’è n’è uno più grande che si chiama vita. Quando un albero è mala-to, tutti gli altri si avvicinano e danno la loro linfa vitale, e così l’albe-ro fiorisce. Se lo fanno gli alberi, potrebbero farlo anche gli uomini.Non è mai troppo tardi per donare la vita. Ricordatevi quando sarà ilmomento donate i vostri organi”.

“Non è mai troppo tardiper donare la vita”

ELISABETTA DI CASALE

Uno spot pubblicitario, conprotagonista lo scrittore Romano BattagliaAido Giovani

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associazione italiana donatori organi associazione italiana donatori organiL’ARCOBALENO

La mancanza di organi è un problema mon-diale e per questo l’obiettivo principale di

qualsiasi programma di trapianti è il poterdisporre di un numero elevato di donatori diorgani e tessuti. La Spagna occupa, da varianni, il primo posto nel numero di donatorieffettivi per milione di abitanti che un paesepuò conseguire. Ci sono vari fattori che pos-sono spiegare il fenomeno: una rete efficacedi coordinatori; le azioni messe in atto neiconfronti degli operatori sanitari non trapian-tatori che sono, secondo alcune inchieste rea-lizzate, uno dei settori più restii a donare;l’informazione alla popolazione.Altri fattori, come le credenze e la cultura, allequali si imputavano molte delle opposizionifamiliari, pare che influiscano meno di quelloche si pensava nell’attitudine della popolazio-ne. La sensibilizzazione sociale mediante leinformazioni, è risultato essere un fattorechiave al momento di conseguire donatori. Eper tanto, dare informazione, nell’ospedale efuori di questo, è uno dei compiti del coordi-natore dei trapianti, perché se si ha unabuona informazione extraospedaliera, siridurranno le opposizioni delle famiglie adonare, e se si ha una buona informazionenell’ospedale,esisterà interesse al programmadi trapianto e pertanto, nel ricercare donato-ri. I mezzi di comunicazione,bene utilizzati,cimettono a disposizione un eccellente stru-mento,per trasmettere il messaggio “donare ènecessario”,“senza donatori non si hanno tra-pianti”, “donare è dare la vita”,“con la dona-zione nasce la vita dalla morte” o qualsiasialtro modo per dire che la donazione è asso-lutamente necessaria, quando questi organi etessuti non ci servono più.

La stampa o la tv?

Se vogliamo utilizzarli in modo efficace,dobbiamo conoscerli meglio possibile.

In primo luogo i mezzi di comunicazione nonsono dei servizi pubblici ma delle impresepubbliche o private che devono conquistareun mercato. Competono per un prodotto,l’audience. I mezzi di comunicazione oggigiocano un ruolo molto importante nellanostra vita: vediamo, ascoltiamo, leggiamomessaggi continuamente, per informarci,intrattenerci, esprimere i sentimenti oapprendere.Sono potenti ed influenti poiché creano opi-nione, rafforzano attitudini e possiamo perfi-no chiederci se non giungano ad alterare ivalori. Sono “pericolosi” perché per mezzo diquesti si possono distorcere i messaggi, perignoranza, malafede, disinformazione, interes-si o incalzare del tempo.Non si possono controllare e colpisconotanto chi trasmette il messaggio come il gior-nalista. Offrono una realtà sempre complessache influenza il donatore ed i suoi familiari, lepersone trapiantate ed i loro congiunti, leéquipe di trapianto e tutti quelli che inter-vengono nella logistica del processo di dona-zione e di impianto di organi e tessuti. Lastampa, la radio e la televisione posseggonociascuna caratteristiche proprie.La stampa ha un vantaggio importante sullealtre due: quello di permettere di interpretar-

la con una “chiave propria”.Tramite lo scrittosi parla alla “ragione”.Tuttavia giunge a pocopubblico, questo non cresce (il numero deilettori è simile a quello degli anni 50) e si haun analfabetismo di ritorno fino al 40%.Avendo un pubblico scarso, ha scarsa impor-tanza sociale, però ha forte influenza politica.La radio e la televisione si caratterizzano perla “simultaneità” che connota sempre l’emit-tente. Occupano, ogni giorno di più, spazionel tempo libero degli spagnoli, con unamedia di 4 ore al giorno secondo alcuneinchieste, motivo per cui i messaggi ottengo-no una grande diffusione. Gli audiovisivi per-mettono di selezionare il pubblico in funzio-ne delle fasce orarie di trasmissione. Hannouna grande importanza sociale.Gli audiovisivitrasmettono emozioni, per cui colpiscono alcuore.

Anche la pubblicità fallisce

Imezzi di comunicazione appaiono imme-diatamente molto adeguati per far giungere

messaggi alla popolazione, data la grandepenetrazione che oggi hanno nella vita quo-

tidiana di qualsiasi persona, indipendente-mente dalla sua età, sesso o livello di educa-zione.a) Le campagne dirette sono convenienti? Nel1990 il Ministero della sanità diede incaricoad una agenzia esperta nella diffusione di“messaggi” la realizzazione di una campagnache fu chiamata “Rifletti”con ambito naziona-le ed un costo di 60 milioni (di peseta, ndr).Questi furono investiti in carta stampata,spazi radiofonici, posters e pieghevoli. Il risul-tato della campagna fu scarso. Il dr. Matesanznell’analizzarla giungeva alle seguenti conclu-sioni: 1) La campagna aveva un carattere isti-tuzionale: i messaggi provenienti dalla pubbli-ca amministrazione risvegliano molte voltepiù indifferenza e avversione che credibilitàed accettazione; 2) Costo della campagna:essendo l’impatto dei messaggi, quasi sempredirettamente proporzionale all’investimentorealizzato, come potevano competere i 60milioni della campagna del Ministero dellasanità, con i 559.000 milioni di peseta spesiper i poderosi grandi magazzini, marche dimacchine, bibite, ecc.? 3) Scelta dei mezzi dicomunicazione: essendo l’investimento pic-colo, non poterono essere coperti né tutte lecomunità autonomiche né tutti i mezzi dicomunicazione di distinte tendenze. Unodegli esclusi pubblicò un articolo sul com-mercio di organi in un supplemento settima-nale: “Trapianti: vita in compravendita”. Saràstato un caso? 4) Contenuto dei messaggi:qualsiasi campagna divulgativa sulla donazio-ne deve parlare di morte.Questo è un tema “tabù” nella nostra societàche lo ha relegato insieme al dolore agli ospe-dali ed ai cimiteri.Pensare alla morte produce

un’angoscia insopportabile che probabilmen-te portò ad effettuare lo zapping o il cambiodi emittente.b) Vantaggi delle campagne di pubblicità“indiretta”.I trapianti sono comparsi varie volte neimezzi di comunicazione sino a che non èdiventato un fatto prestabilito e programma-to.Tanto per il giornalista come per la popo-lazione il tema dei trapianti è attraente: siparla di generosità, altruismo, solidarietà…valori che sono importanti per la popolazionein un mondo che apparentemente è carentedegli stessi valori. Il giornalista non mai saràqualificato “amico del giaguaro” quando sipone, in questo tema, a favore del Serviziosanitario. I trapianti al contrario sono tecno-logia avanzata, la logistica che li accompagnaè spettacolare.Per questo, le notizie sui trapianti, attività cheper alcuni anni è stata realizzata in modospontaneo, può essere convertita in un’operaprogrammata suscettibile di essere appresa eperfezionata quotidianamente. Questo mododi fare, vale a dire, mantenere campagne con-tinue di pubblicità indiretta nei diversi mezzidi comunicazione sfruttando il fenomeno cul-turale attuale della “mediocrazia”, è quelloche si definisce nella ONT (Organizzazionenazionale per i trapianti) come politica infor-mativa.

Un coordinatore spagnolo spiega limiti e successi nell’uso dei mediaIsola d’Elba

Il nostro segreto della comunicazione indiretta

PROF. JOSEFINA RIPOLL ESPIAU

Gentile Redazione,siamo lieti di comunicare che, grazie al con-tributo della Fondazione Cassa di Risparmiodi Torino, il Gruppo Comunale Aido “M.Cavallotto”di Alessandria, ha inviato in omag-gio a tutti i propri tremila iscritti il numero diottobre del nostro giornale nazionale, nellacertezza che la sua divulgazione giova allamigliore conoscenza della nostra associazio-ne e fornisce una corretta informazione sulletematiche della donazione e del trapianto ascopo terapeutico, sia da un punto di vistascientifico, che etico-morale.

PROF. SSA GRAZIELLA GIANI

Gruppo Comunale “M. Cavallotto” - Torino

Caro Direttore,leggendo il numero di ottobre del periodicoL’Arcobaleno, che lei dirige, e di cui apprez-zo la capacità di approfondimento di temati-che così difficili come quelle inerenti i tra-pianti di organo,mi sono imbattuto in un arti-colo, riguardante la Sicilia ed il Centro Ismettdi Palermo, a firma del signor Ottorino DiFrancesco.L’estensore dell’articolo scrive testualmente:“Tuttavia il 20 luglio è stato effettuato ilprimo trapianto di fegato a Palermo, unicarealtà a sud di Roma in grado di eseguire taleintervento”;pur comprendendo l’entusiasmo

di chi ha redatto l’articolo vorrei ricordare alsignor Di Francesco che non si può preten-dere dagli altri una corretta informazione senon si è in grado di darla in prima persona oper disinformazione o per errori, involontari,di battitura.Vorrei segnalare al signor Di Francesco cheda alcuni anni sono operativi a Napoli dueCentri per il trapianto di fegato e che anchea Bari è attivo il Centro trapianti di fegato, dicui sono responsabile, che fa parte integran-te dell’Airt.Presso questo Centro, nel primo anno di atti-vità, sono stati eseguiti nove trapianti di fega-to e nella nostra regione stiamo assistendo,anche grazie a questa attività, ad un costanteincremento delle donazioni e della attivitàtrapiantologica.Nel complimentarmi ancora per l’ottimolavoro di informazione che il Periodico stasvolgendo, Le invio i più cordiali e distintisaluti.

PROF.VINCENZO MEMEO

Responsabile Sezione di chirurgia generalee trapianto di fegato – Università di Bari

Caro direttore,sono il presidente di un gruppo comunale inun piccolo paese della provincia di Vicenza.Ho letto il suo articolo “Lacrime di coccodril-lo” sull’ultimo numero de L’Arcobaleno del-l’ottobre 1999.Voglio riferirmi alla frase:“Ciòè compatibile con la confusione tra comaprofondo e irreversibile, quando fra l’uno el’altro c’è l’esatta differenza tra la vita e la

morte?”. Il sottoscritto con altri due inse-gnanti, ha frequentato dei corsi a livello pro-vinciale e regionale dell’Aido. Inoltre, andia-mo a parlare anche nelle scuole. Nostrapreoccupazione è che l’informazione siachiara e corretta il più possibile. Ho l’impres-sione che questa sua affermazione si prestiun po’ a creare confusione invece che chia-rezza.Frequentando i corsi, ci hanno sempre dettoche la parola “coma” non significa assoluta-mente “morte” (coma = parola derivante dalgreco che signica sonno profondo). Quindi,quando si parla di morte non bisognerebbemai usare il termine coma (per quanto irre-versibile possa essere),ma il termine morte ovolendo specificare, morte cerebrale. Se unapersona è in coma, è solo in coma ma non èmorta.Mi scuso se le faccio questa osservazione, manasce dal fatto che anche noi abbiamo biso-gno di chiarezza e correttezza visto l’attivitàche svolgiamo e dobbiamo stare attenti a nonfare mala-informazione. Per cui, quando noientriamo in merito parlando nelle scuole,non parliamo mai di “coma irreversibile”bensì di “morte cerebrale”. In questo modo sicapta meglio la differenza tra la vita e lamorte.

ROBERTO FONTANA

Presidente Gruppo comunale Aido – Arsiero

Le espressioni “coma irreversibile” e “mortecerebrale” alle quali abbiamo fatto riferi-mento, in realtà sono termini usati corren-temente dai giornali.Bene fa l’Aido ad utilizzare termini chiaried inequivocabili quale quello di “mortecerebrale” per non creare confusione nel-l’informazione dell’opinione pubblica.

lettere dei lettori

Perché non farlo tutti?

Coma irreversibileo morte cerebrale?

Il fegato si trapiantaanche a Napoli e a Bari

La dottoressa Josefina Ripoll Espiau, coordinatrice del programma di trapianto dellaRegione Navarra (Pamplona), è stata docente al corso italo-spagnolo sulCoordinamento della donazione di organi e tessuti, organizzato dalla Commissionetecnica della donazione della Regione Toscana e svoltosi dal 26 al 30 settembreall’Isola d’Elba. È stata la prima coordinatrice spagnola a venire in Toscana, a Lucca,nella primavera del 1996, per realizzare una giornata di studio sulla donazione diorgani. Negli anni successivi ha offerto la sua piena collaborazione per la nascitadella rete del coordinamento toscano.L’Aido Toscana ha assegnato alla dottoressa Ripoll Espiau una medaglia d’oro, per ilsuo impegno nel consentire lo sviluppo della donazione di organi in Toscana.

La prof.ssa Josefina Ripoll Espiau assieme al prof. Remigio Verlato, Presidente della FITO

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Direttore Responsabile: PAOLO SCANDALETTI

Collaboratori: ENRICO ARTESI, ANTONINO AUGUSTO, ADRIANA

BAZZI, CRISTIANA BERNAUDO, UMBERTO CARUSO,LORETTA CAVARICCI, NELLA CERINO, MIRELLA ELIA,MASCIA FERRI, MARIO FILIPPO (fotografo), MICHELE

GATTA (videoimpaginatore), CECILIA GIOBBE, ALES-SANDRA LUPPI, CARLA MASSI, VINCENZO MORGANTE,DODO NEUBERT, NOVELLA ONOFRI, FRANCO ORSI,VINCENZO PASSARELLI, ROSSELLA PIETRANGELI (segre-taria), LAURA TRASSINELLI (pubblicità), PIERGIORGIO

VOCE (amministratore).

Si collabora a titolo gratuito

Proprietario: AIDO - Via Novelli, 10/A - 24122 Bergamo -http://www.aido.it

Progetto grafico: LUCA SCANDALETTI per Studioroma srl, VialeMedaglie d’Oro, 414 - 00136 Roma

Tipografia: TIPOLITOGRAFIA TRULLO - Via delle Idrovore dellaMagliana, 173 - 00148 Roma - Tel. 06/6535677 (5 linee r.a.) Fax 06/6535976

Finito di stampare nel mese di dicembre 1999

Tiratura copie 13.000

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L’ARCOBALENOper una cultura della donazione

associazione italiana donatori organi associazione italiana donatori organiL’ARCOBALENO

F. Mosca è il nuovo presidente della S.I.T.O.

Il nuovo consiglio direttivo dellaSocietà italiana trapianti d’organo(SITO) è così composto: F. Moscapresidente; D. D’Amico vice presi-dente; C.U. Casciani segretario; A.Famulari tesoriere; L. Berardinelli, P.Berloco, V. Boffo, M. Castagneto, A.Faenza consiglieri.

Più cautela sugli xenotrapianti

Il Comitato nazionale di bioeticadice di sì alla proposta di una mora-toria sugli xenotrapianti. Il pareredel Comitato fa seguito a una rac-comandazione - la 1399 del 29 gen-naio ‘99 - con la quale il Consigliod’Europa invitava tutti gli Statimembri ad adottare una moratoriasugli xenotrapianti, in attesa che laconoscenza scientifica documenti irischi per la salute umana.

(Il Sole 24 Ore, 30 nov. 1999)

Trapianto di cornea senza ricovero

Anche in Italia, come negli StatiUniti e nel Nord Europa, si può ese-guire il trapianto di cornea senzaricovero. L’operazione in day-hospi-tal viene oggi attuata nel nostropaese a Bologna (Centro Salus), aPadova (Ospedale Civile S.Antonio), a Roma (Centro di Micro-chirugia oculare). L’intervento ègratuito presso gli ospedali pubbli-ci; nelle strutture private costa 2,5milioni per la cornea (costi del pre-lievo, conservazione, spedizione) e5 milioni per l’intervento.

(Corriere Salute, 14 nov. 1999)

Un “manifesto nazionale” per la donazione

Un centinaio di deputati ha già fir-mato il “manifesto nazionale”a favo-re della donazione degli organi,presentato per la prima volta aBologna durante il convegno orga-nizzato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Centro regionale tra-pianti “Una chiara informazione peruna scelta consapevole”. Il “manife-sto” intitolato “Un gesto d’amoreper la vita” ha in calce le firme dionorevoli di vari gruppi politici,raccolte grazie all’impegno diMarida Bolognesi, presidente dellaCommissione affari sociali dellaCamera.(La Repubblica/Salute, 11 nov. 1999)

Primo trapianto in uteroUna coppia di genitori tedeschi si èrivolta alla Clinica pediatricadell’Università di Brescia, dove perla prima volta al mondo, grazie a untrapianto in utero di cellule stami-nali della madre, è stato possibileguarire un feto colpito da una graveimmunodeficienza ereditaria, la sin-drome di Omenn. L’intervento èstato eseguito dal dott. Fulvio Portain collaborazione col prof. LuigiDaniele Notarangelo.

(L’Eco di Bergamo, 10 nov. 1999)

Un cuore artificiale che puòfunzionare per sempre

È stato chiamato “cuor di leone” ilprimo cuore artificiale di lungadurata, impiantato, su un uomo di67 anni, da un’équipe di medicitedeschi guidata dal prof. ReinerKoerfer. L’intervento è durato 5 ore.Il cuore funziona senza cavi o fili,grazie a una minipompa elettrica,di1,6 kg e una minibatteria. Il cuore

artificiale può funzionare indefini-tamente.

(Corriere della Sera, 28 ott. 1999)

Infezioni: come prevenirequelle dopo il trapianto

Centri di trapianti collegati in rete,per studiare più a fondo e preveni-re le infezioni che costituiscono leprime cause di decesso dopo untrapianto. È questo uno degli obiet-tivi di un programma nazionale diprevenzione coordinato dagli infet-tivologi Giuseppe Ippolito e PaoloGrossi e presentato al Ministerodella sanità.Spesso, le infezioni dopo un tra-pianto di rene, fegato, cuore o pol-moni sono scatenate da microrgani-smi presenti nell’aria, nell’acqua onel cibo e, talvota, anche i farmaciantirigetto le possono favorire.

(Viversani, 22 ott. 1999)

Trapianto di pelle a un dodicenne

Un bambino di 12 anni è stato sot-toposto a un delicato trapianto dipelle nel Policlinico Umberto I diRoma, eseguito dall’équipe direttadal prof. Nicolò Scuderi, ordinariodi chirurgia plastica. Per l’asporta-zione di un enorme neo che rico-priva gran parte del suo corpo èstata utilizzata l’epidermide prele-vata dal padre e da un cadavere,proveniente da una banca dellapelle americana. La tecnica di solitoviene usata per curare malati congravi ustioni.

(Il Messaggero, 21 ott. 1999)

Diabete: si avvicina la soluzione-trapianto

“È stato scoperto negli Usa unnuovo farmaco antirigetto”, haannunciato Riccardo Calafiore,ricercatore nell’università diPerugia, “il CD 154, un anticorpomonoclonale già approvato dallaFda per uno studio pilota. La carat-teristica del farmaco è la scarsa tos-sicità perché si tratta di un immu-nosoppressore molto selettivo epotrebbe rivelarsi di buon auspicioper i giovani diabetici di tipo 1 che,finora, non hanno potuto beneficia-re del trapianto proprio per la peri-colosità di una immunosoppressio-

ne generalizzata che può causareinfezioni e tumori”.Antonio Secchi, associato diMedicina interna al San Raffaele diMilano, ha illustrato invece il tra-pianto di insule, il primo del generein Italia non associato a trapianto direne, che sarà effettuato con l’équi-pe chirurgica di Valerio Di Carlo, suun paziente diabetico.(La Repubblica/Salute, 14 ott..1999)

Fegato artificiale: parte daPadova la sperimentazione

L’Azienda sanitaria di Padova haavviato la sperimentazione sul fega-to bioartificiale. L’applicazione diquesta ‘dialisi epatica’ per la primavolta in Italia è avvenuta su unaragazza di 32 anni di Pordenone,affetta da una epatite fulminante edin imminente pericolo di vita. E iltrattamento ha avuto successo.Il fegato bioartificiale è stato utiliz-zato per una seconda volta, coneffetti positivi, su un’altra paziente.Il fegato bioartificiale è un sistemaextracorporeo temporaneo, unasorta di ‘dialisi epatica’, pertantonon impiantabile o trapiantabile: sitratta di una macchina in cui vieneseparata la parte liquida del sangueda quella corpuscolata, il liquidoviene immesso nel ‘reattore’ delfegato bioartificiale che immettecellule di maiale in azoto liquido abassissima temperatura. Si capiceche è una soluzione-ponte in vistadi un trapianto di fegato risolutivo.

(Adnkronos Salute, nr. 38/1999)

Trapianto di rene e fegatoper la prima volta su un bambino di 5 anni

Un trapianto combinato di fegato erene è stato eseguito per la primavolta in Italia su un bambino di soli5 anni con insufficienza renale ter-minale. L’intervento, che ha avutoesito positivo, è stato eseguito pres-so l’Ospedale Maggiore di Milanoda una équipe composta dal dott.Giorgio Rossi, responsabile dell’atti-vità pediatrica del centro trapiantidi fegato diretto dal prof. RaineroFassati del Policlinico, e dalladott.ssa Luisa Berardinelli, professo-re associato di chirurgia sostitutivadei trapianti d’organo Policlinico,per il rene.

(Adnkronos Salute, nr. 43/1999)

notizie per noi

DOTT. FRANCO ORSI

DialisiPuò essere semplicemente definito come un espediente per la fil-trazione artificiale del sangue. I reni normalmente sono deputati adespletare questa delicata funzione che, grazie ad un complicatomeccanismo, garantisce la filtrazione “intelligente” del sangue disostanze selezionate che accumulandosi risulterebbero tossiche,preservando il bilancio di altre sostanze entro un delicato range(omeostasi). Inoltre mediante questo meccanismo i reni riescono amantenere in equilibrio anche alcune caratteristiche biochimichedel sangue come il pH (rapporto tra acidità/basicità), la pressioneosmolare (capacità del sangue di trattenere i liquidi) etc. Quando ireni non sono in grado di svolgere queste funzioni si parla di insuf-ficienza renale possono usufruire della dialisi per ovviare artificial-mente al non funzionamento del meccanismo di filtrazione natura-le. Il sangue arterioso viene condotto all’esterno attraverso un tubi-cino (catetere) fino ad un apparecchio che attraverso complicatipassaggi in speciali e costosissimi filtri emula l’attività renale. Unavolta “dializzato” il sangue viene nuovamente immesso nell’organi-smo attraverso una vena. A seconda della gravità dell’insufficienzarenale il paziente viene sottoposto ad una o più sedute di dialisi asettimana. La cura definitiva a questo quadro patologico è ovvia-mente il trapianto di rene. La dialisi è infatti un espediente artificia-le per mantenere in vita i pazienti in attesa di trapianto.

Terapia GenicaOggi è noto che molte patologie riconoscono un’origine geneticacome chiave fondamentale nell’espressione organica della malattia.Tutti i tumori, ad esempio, indipendentemente dall’agente (noto omeno) che li ha determinati hanno alcune caratteristiche che liaccomuna come la crescita incontrollata, la disseminazione di meta-stasi, la creazione di vasi neoformati necessari alla loro stessa nutri-zione etc.Tutte queste caratteristiche dipendono da errori presentia livello del corredo genetico (genoma) delle cellule neoplastiche.Stesso discorso vale per alcune patologie non tumorali dove risultapiù evidente la stretta correlazione con le espressioni della malattiae la loro origine genetica (diabete, distrofia muscolare etc.). La tera-pia genica si propone di correggere il danno genetico riparando ildanno a livello cromosomico o fornendo la corretta sequenza diDna alle cellule malate responsabili della patologia. Uno dei metodiprevede l’inoculo di una molecola simil-virale creata in laboratorioche contenga il frammento di cromosoma necessario all’espleta-mento di alcune funzioni non svolte dalla cellula malata. Questamolecola “infettando” la cellula malata libererebbe il frammento diDna corretto a livello del nucleo, ove si integrerebbe con il genomacellulare ristabilendone la corretta sequenza genica. La terapia geni-ca, ancora agli albori, sembrerebbe essere la vera e definitiva armacontro le patologie neoplastiche.

* Radiologo interventista Istituto Europeo di Oncologia - Milano

le parole che usiamo

Semplice, chiaro, completo è ilvolantone realizzato dall’Aidonazionale per informare corretta-mente i cittadini sulla legge“Disposizioni in materia di prelievie trapianti di organi e di tessuti”approvata il 31 marzo 1999.La nuova legge impone una presa diposizione riguardo la volontà omeno di donare i propri organi:saràinsomma un dovere civico rispon-dere secondo le proprie idee e con-vinzioni. Un cambiamento legislati-vo motivato dalla sempre maggiorerichiesta di trapianti e dalla mediaitaliana di donatori ancora moltolontanta da quella europea (13,8donatori per milione di abitanticontro i 19,8 europei).

Il pieghevole è uno strumento utileper gli ambulatori medici, i distret-ti socio-sanitari, le farmacie, lebiblioteche e le scuole. All’internoè inserita una scheda che contienenella parte superiore la domandadi adesione all’Associazione e inquella inferiore la dichiarazione divolontà.

C.B.

IL NUOVOVOLANTONE

AIDO

Aido teca Aido teca

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LL’’AARRCCOOBBAALLEENNOOIn questo numero:Piemonte: È partito il progetto “Formare iformatori”. Paola, la prima trapiantata di cuorea None (TO)

Lazio: Aperte le porte alla filosofia

Marche: Corso di aggiornamento sulle donazioni per docenti e dirigenti scolastici

Lombardia: Patrizia racconta i suoi 25 annicon l’Aido. Un libro con le storie dei donatorimantovani

Friuli Venezia Giulia: Dieci anni di Aido aTriesteTrentino Alto Adige: La sezione diBolzano festeggia 25 anni di fondazione

Veneto: A Venezia quasi 4 persone su 100iscritte all’Aido. A Feltre, Aido e Usl assiemepromuovono incontri e convegniToscana: 7° torneo di calcio tra Aido eTelecomValle d’Aosta: L’Aido sbarca in Tunisia. Ilvolontariato nella Commissione mista dell’Asl

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LE REGIONIper

Direzione: Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma - Tel. e Fax 06.3728139

Internet: http://www.aido.it - Email: [email protected]

Il dott. Gianfranco Cantoni ribadisce

“Cambiare per valorizzare la nostra esperienza culturale”Ho letto sull’ultimo numero del giornale degli

interventi che mi chiamavano in causa diretta-mente in relazione ad una mia proposta preceden-temente pubblicata. Non voglio entrare in polemicacon nessuno,ma mi sembra corretto fare alcune pre-cisazioni per evitare malintesi o incomprensioni.Alcuni mesi fà mentre relazionavo sulle tematichespecifiche dell’attività nelle scuole, in una riunionedi aggiornamento regionale, avevo allargato la miarelazione, per far capire pienamente ciò che propo-nevo, alle finalità ed all’operatività complessive che,a mio avviso, l’Associazione (e questo termine nonpuò proprio definirsi improprio, come dice il signorPozzi, visto che dalla nascita ad oggi mi sembra cheAido stia per Associazione italiana donatori organi)dovrebbe assumersi nel prossimo futuro. Mi si chie-se poi, in quella sede, di fissare quei concetti in unarticolo da pubblicare su L’Arcobaleno in modo dacontribuire ad un dibattito che si riteneva fosse utileall’Associazione stessa.Questo è stato pubblicato sulnumero 2 dell’anno II° ed è stato seguito da dueinterventi nel numero 3 nella rubrica “Il dibattito sulfuturo dell’Aido”.Niente da dire sull’intervento del signor Brumat cheripropone il vecchio modello con correzioni diforma più che di sostanza. Non sono certo io adover decidere ciò che si deve o non si deve fare;rilevo solo che, a mio avviso, quella è una propostaseria e che lo scopo del dibattito dovrebbe essereproprio quello di discutere proposte serie.A lato l’intervento del signor Leonida Pozzi, a partela scorrettezza di staccare frasi dal contesto e stra-volgerne i significati, non solo non propone nulla,ma segnala una mancanza di conoscenzadell’Associazione del passato e della nuova realtàche dovremo affrontare.E questo lo conferma, se mai ce ne fosse bisogno,con la richiesta finale:“...pubblicare un articolo sulla

chiarificazione dell’oggi più che una dissertazionesull’ipotetica organizzazione futura...” premettendoche si affida alla “... tua (del Direttore) esperienzaassociativa...” rimarcando, con questo, che lui non èin grado di farlo.Ritengo utile richiamare alcuni concetti già espressi.1. Un’associazione di volontariato nasce su una esi-genza precisa della società civile: l’esistenza di biso-gni non soddisfatti da Istituzioni che non vogliono onon possono incidere sugli stessi.2. Quando le Istituzioni modificano il loro interven-to su questi bisogni è ovvio che l’associazione devecambiare: o trova all’interno di quell’area situazioniche richiedono un suo ulteriore impegno o cessa diesistere.Quando ho scritto il mio intervento la nuova leggesul trapianto degli organi era alle porte; ora è statapromulgata. Forse qualcuno non si è accorto diquanto questa legge modifica lo scenario attuale edel fatto che attribuisca alle strutture sanitarie e aglienti locali tutto, dico tutto, ciò che è inerente a que-sto problema, informazione inclusa. Ne consegueche se vogliamo ancora incidere nella nostra realtàdobbiamo cambiare: non è solo opportuno cambia-re, non è solo utile cambiare, è assolutamente neces-sario cambiare, pena la nostra sopravvivenza.Che piaccia o meno è finito il tempo degli “aidini”:ritenere, come sostiene il signor Leonida Pozzi, chesiamo adeguati all’oggi come lo siamo sempre stati èun atteggiamento non solo superficiale, ma suicida.Torno a ribadire il senso della mia proposta di cam-biamento: valorizzare al massimo l’esperienza cheabbiamo accumulato in questi anni sul piano cultu-rale, darci delle strutture adeguate e offrirle alleIstituzioni preposte.Per il futuro dell’Aido io ritengo occorra dibattere sutemi concreti e presentare proposte, non criticaresuperficialmente quelle altrui.

Abruzzo: 1200 abbonamenti

A favore della donazione di organi e trapianti si sonomossi 75 artisti toscani (tra cui Alinari, Possenti,Faraoni, Venturi) e un gruppo di piemontesi. Le operedonate all’Associazione trapiantati di fegato (Aitf) dellaToscana, costituiscono la mostra “Arte per la vita”, tenu-tasi a Pisa dal 10 al 16 ottobre scorso e che farà tappaanche in altre città, “soprattutto del sud, dove le dona-zioni non decollano e c’è più bisogno di promuovere lacultura dei trapianti”, dice Giovanni Caprio presidentedella sezione toscana dell’Aitf e ideatore della manifesta-zione. L’immagine del manifesto della mostra è stato rea-lizzato gratuitamente da Oliviero Toscani.

“I veri campioni sono le persone che vivono la spe-ranza di un trapianto... che forse non verrà...”, diceMargherità Parini (al centro) - campionessa delmondo di snow-board -, nella foto con FrancescaCanepa (sinistra) - campionessa italiana di snow-board - e Enrica Bonaiti, presidente dell’Aidod’Aosta, in gita sul Monte Bianco.

Vicenza 452Chieti 352Pescara 279Bolzano 263L’Aquila 245Teramo 224Aosta 171Milano 148Roma 147Ravenna 123Bologna 109Mantova 100Foggia 97Venezia 87Modena 76Treviso 65Savona 65Reggio E. 61Sondrio 56Pisa 44Verona 43Parma 43Livorno 34

Taranto 33Ancona 30Pistoia 28Frosinone 28Macerata 27Alessandria 27Palermo 25Lucca 25Ascoli P. 22Reggio C. 22Caserta 21Imperia 20Brindisi 18Bari 16Forlì 16Bergamo 14Arezzo 11Genova 10Massa C. 7Catanzaro 5Biella 4Grosseto 4Torino 4

Cuneo 3Latina 3Piacenza 3Isernia 2Lecce 2Padova 2Siena 2Agrigento 1Brescia 1Ferrara 1La Spezia 1Napoli 1Nuoro 1Pordenone 1Siracusa 1Ragusa 1Rieti 1Rovigo 1Trento 1Udine 1Viterbo 1Perugia 1

“Hit Parade” degli abbonati a L’ARCOBALENO

Ancora dibattito sul futuro dell’Aido

Oliviero ToscanI

L’Aido Regionale Abruzzo ha sottoscrit-to l’abbonamento per tutti i medici dibase della propria Regione, iniziandola campagna per sensibilizzare alladonazione una categoria che potrebbefare molto per raggiungere le finalitàdella nostra Associazione.

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associazione italiana donatori organi associazione italiana donatori organi

LL’’AARRCCOOBBAALLEENNOO

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Il Centro studi filosofici e scientifici Luca Cicchitti si è costi-tuito nel gruppo comunale Aido di Cisterna di Latina da

circa un anno.Il Centro studi ha come scopo quello di portare all’attenzionedella collettività il risultato, aggiornato annualmente, dellaricerca svolta dagli studiosi sui temi esistenziali del sensodella vita, del suo valore e del suo scopo.Per dirla con le parole di Fernando Savater “Come farò arispondere alle domande che mi pone la vita? E se non riescoa rispondere in modo convincente, come farò a capiremeglio? A volte capire meglio ciò che ci si domanda è giàquasi una risposta”. La nuova istituzione ha in programmal’organizzazione, ogni anno, di un convegno sulle tematichesopraccennate, con la partecipazione di studiosi di fama inter-nazionale (filosofi, sociologi, psicologi, biologi, teologi, poeti,ecc.).Il primo convegno, dal titolo “L’uomo e il suo viaggio”, artico-lato in tre incontri, si è tenuto presso la scuola media “A.Volpi”.Questa iniziativa rappresenta il punto di partenza per avviareriflessioni e stimolare considerazioni personali sui temi fon-damentali della vita, così come stanno emergendo in questofine millennio.

LLEE RREEGGIIOONNIIper

Marche

È partito il progetto“Formare i formatori”

MARIAVITTORIA DELPIANO

Nell’ambito del progetto di formazione/informazione perla promozione del volontariato organizzato e la cultura

della donazione di organi – finanziato dal Centro servizi per ilvolontariato Univol Csv di Torino – lo scorso 23 ottobre hapreso il via in Alessandria il 1° corso formativo “Formare i for-matori”, promosso ed organizzato dall’Aido.Creare e formare una struttura organizzata in grado di rap-portarsi in modo corretto e coerente con il mondo esterno,capace di comunicare, ascoltare e farsi ascoltare: questo l’o-biettivo principale del programma che, attraverso sei incon-tri quindicinali, ha avuto lo scopo di formare dirigenti evolontari.I temi, trattati da esperti delle varie discipline con particolareattenzione agli aspetti pratici e gestionali, toccano le più rile-vanti sfacettature del grande capitolo della comunicazione.Lerelazioni, o meglio conversazioni, hanno coinvolto in modocompleto una platea molto attenta, interessata e partecipe.In questi incontri, gli esperti, creando un’atmosfera di accat-

A Cisterna l’Aido aprele porte alla filosofia

Latina

Lazio

Si è svolto ad Ancona, nel mese di ottobre, un corso di aggiorna-mento per docenti e dirigenti scolastici, autorizzato dal

Provveditorato agli studi e patrocinato dalla Regione, dalla Provinciae dall’Ordine dei medici, sul tema “La cultura della donazione e i tra-pianti di organi e tessuti”. Organizzato dalla Sezione provincialeAido, ha avuto, come coordinatore scientifico, il coordinatore regio-nale trapianti dott. Testasecca. All’inaugurazione sono intervenuti,oltre ad un rappresentante del Provveditorato, l’Assessore regionalealla sanità, il direttore generale dell’Asl, che ha messo a disposizioneun’aula per gli incontri, e il Vice-presidente nazionale Aido VincenzoPassarelli, che ha svolto la prima relazione esaminando i pregi e idifetti della nuova legge.Nei tre pomeriggi destinati al corso si sono succeduti relatori di altis-simo livello, docenti universitari o primari ospedalieri: un medicolegale (Tagliabracci) - due rianimatori (De Pace e Pennacchioni) - unaneurologa (Del Pesce) - una referente registro donatori midollo(Scalari) - un cardiochirurgo (Piccoli) - un nefrologo (Pacchiarotta) -un urologo (Muzzonigo) - un oculista trapiantatore (Borgioli) oltre adun teologo (Bisacco).A tutti va il ringraziamento dell’Aido per averaccettato di partecipare e per aver svolto le relazioni con competen-za, chiarezza ed entusiasmo.Tutto bene, quindi? No. A questo punto dobbiamo esprimere lanostra grande delusione per lo scarso numero dei partecipanti. Ilcorso era destinato a 50 docenti e a 15 dirigenti scolastici, ma hannofrequentato regolarmente, con molta attenzione e molta soddisfazio-ne, soltanto 19 docenti! Eppure lo stesso Provveditore si era congra-tulato con noi per l’alto livello dei relatori e per l’importanza dell’at-tualissimo argomento proposto. Noi avevamo provveduto ad inviareil programma particolareggiato a tutte le scuole,che avevano già rice-vuto l’elenco dei 103 corsi approvati.Avevamo anche esposto dellelocandine, nelle stesse scuole, ma il risultato è stato deludente, se sitiene conto del nostro impegno, delle spese affrontate, della disponi-bilità dei relatori. Vorremmo capire dove abbiamo sbagliato, ma nonè facile penetrare nella mentalità altrui.Uno dei motivi che siamo riusciti a scoprire è stato quello della scar-sa disponibilità dei dirigenti scolastici. Alcune docenti, che si eranoiscritte, ci hanno comunicato che non era stato loro consentito diassentarsi dalle sedute di programmazione previste proprio nei trepomeriggi del corso, sedute che, secondo noi, avrebbero potutobenissimo spostare.Noi crediamo che, se questi corsi sono stati auto-rizzati dai Provveditori, i dirigenti dovrebbero facilitare e favorire lapartecipazione dei docenti.Se è vero che la scuola va rinnovandosi,è anche vero - ci sembra - cheai docenti spetti sempre di più il compito di fare da tramite fra lasocietà, con i suoi problemi, e i giovani che debbono imparare aconoscerli. Quando ancora insegnavo, consideravo questo un mioprecipuo dovere, per cui cercavo continuamente di informarmi, diaggiornarmi, di capire. Suppongo che i 19 docenti che ci hannoseguiti e ringraziati, siano stati spinti da questo stesso zelo e possanocostituire un esempio per i loro colleghi.

“Vogliamo capire doveabbiamo sbagliato”

CARMELA ZINGALES

Piemonte

AlessandriaAncona

Cento abbonamentiper Provincia

Ogni Sezione provin-ciale con i gruppi comu-nali è impegnata a rag-giungere il traguardominimo dei cento abbo-namenti.

Lo ha stabilito il Consiglio nazionale

dell’Aido.

tivante complicità, hanno affrontato argomenti di particolarepeso, fra i quali “La comunicazione verbale e non verbale”,“Griglie autodiagnostiche”, “Strumenti e tecniche di miglio-ramento”,“Il ruolo e le dinamiche nei gruppi”. Né sono man-cate simulazioni di public speaking particolarmente coinvol-genti.I partecipanti al corso, i futuri “formatori”, avranno il compitod’informare in modo corretto ed attendibile, per accrescere laconoscenza e quindi la consapevolezza di cosa significhi, adesempio, diventare donatori, per se stessi e per la collettività equesto oggi più che mai, dopo l’approvazione da parte delParlamento della nuova legge sull’organizzazione dei trapiantie sulla manifestazione di volontà di prelievo che regolamen-terà il consenso alla donazione.Finalizzato all’acquisizione delle competenze che permettonol’utilizzo combinato di linguaggi,mezzi e messaggi, il percorsoformativo che si svilupperà organicamente sino ai primi mesidel 2000, fornirà agli operatori supporti tecnici e psicologiciindispensabili per gestire meglio il rapporto con la pubblicaopinione, intesa nel senso più ampio, volendo raggiungereindistintamente ceti più o meno colti, giovani e meno giovani,città e campagne.

Paola, la prima tra-piantata di cuore a

None

Il gruppo comunale Aido "Marina Rimonda" di None (TO) eL'Admo Regionale, alla presenza di autorità cittadine, della

presidente Acti signora Adriana Ruzza (trapiantata di cuore),della dottoressa Anna Mirone esperta settore trapianti e molteassociazioni locali, hanno premiato per il 6° anno consecutivogli alunni della terza media che hanno partecipato al concor-so Aido-Admo svolgendo un compito in classe sulla donazionee trapianti.Erano presenti per l'occasione le famiglie Melis e Rimonda diNone che hanno perso i loro cari e dato il consenso al prelie-vo degli organi; anche a loro è stata consegnata una pergame-na ricordo con un ringraziamento da parte nostra e in parti-colare dalla Presidente dell'Acti.Con l'occasione è stata consegnata una pergamena per la col-laborazione a tutte le autorità presenti e una targa ricordo -ritirata dal figlio - alla signora Paola Danese trapiantata di cuorenel mese di luglio 1999.

PAOLA DANESE

Ciao vita, sono pienamente felice dirituffarmi ed immergermi dentro

di te, pronta per assaporarti, contem-plarti e goderti completamente in tuttele tue sfaccettature. Qualcosa mi scop-pia dentro. Forte e incontenibile. È lagratitudine per il preziosissimo dono,“un cuore nuovo vivo e palpitante”chemi è stato dato con un gesto generosoe spontaneo da qualcuno che possiedeuna elevata nobiltà d’animo tale daessere stato in grado di trasformareuna tragedia in una speranza.Mi chiamo Paola Danese, 49 anni ela mia storia iniziò circa cinqueanni fa, quando dopo alcune prime avvisaglie, fui ricoverata pres-so l’ospedale Agnelli di Pinerolo (TO). Fu lì che dopo una serie diapprofonditi esami clinici mi fu diagnosticata una cardiomiopa-tia dilatativa con un’unica soluzione:“il trapianto”. La conoscen-za di questa dolorosa verità mi amareggiò e scoraggiò. Mi rende-vo conto col tempo che la mia energia vitale era esclusivamentementale.Col tempo mi accorsi però che alla mia amarezza, al mioscoraggiamento, prevalsero dentro di me una grande forza, deter-minazione e tanta sicurezza. Queste scaturirono sempre di più,grazie all’accurata attenzione e alla splendida disponibilità dell’é-quipe medica ed infermieristica del sopra menzionato reparto, chemi aiutarono ad affrontare un lungo percorso di cadute ma anchedi vittoriose risalite. La sicurezza che ce l’avrei fatta fu determi-nata anche dalla consapevolezza dell’esistenza di persone con unforte spirito di responsabilità verso le sofferenze altrui. Questa mifu trasmessa da un membro dell’Aido di None (TO) dopo una inte-ressante conversazione sulla necessità di sensibilizzare l’opinionepubblica sulla donazione di organi.Infine, finalmente il 14 luglio di quest’anno la telefonata più desi-derata, il ricovero e l’intervento nel Reparto di cardiochirurgia delprofessore Michele Di Summa presso l’ospedale “Le Molinette diTorino” dove con grande competenza e magistrale preparazione,fu reso possibile che potessi ricevere il dono della vita una secon-da volta. Per questo concludo con un accorato appello: teniamo inalta considerazione la vita, la cosa più preziosa da custodire.

Torino

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LLEE RREEGGIIOONNIIper

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associazione italiana donatori organi associazione italiana donatori organi

Icori “Castel Flavon e “Le Pleiadi” si sono esibitisabato 31 ottobre presso il teatro della “Casa della

Cultura” per festeggiare il 25° anniversario di fonda-zione della sezione Aido provinciale di Bolzano.La serata canora è stata preceduta dagli interventidel presidente della sezione Michele Legato, delconsigliere nazionale Aido Roland Rienzner e delfondatore dell’associazione cav. Giorgio Brumat.Hanno portato il loro saluto il sindaco GiovanniSalghetti Drioli, il dott. Antongiulio Dell’Eva, funzio-nario dell’assessorato alla sanità ed il dott. HermannThaler, presidente del consiglio provinciale;La celebrazione si è conclusa il giorno successivo,presso la chiesa “Tre Santi” con la S. Messa inmemoria del donatori d’organi, presenti numerosifamiliari.L’officiante - mons. Alfredo Canal, coadiuvato dadon Italo Tonidandel - ha sottolineato, durante l’o-melia, l’alto significato della donazione quale gestod’amore verso il prossimo.Al termine è stata consegnata ai familiari una per-gamena riportante il nome del donatore.Il momento più toccante è stato la consegna dellastessa da parte di un trapiantato di rene che dopoanni di sofferenze ha potuto trovare la gioia dicostruirsi una famiglia allietata dalla nascita di unabambina.Ampio risalto è stato dato alla ricorrenza

La sezione di Bolzanofesteggia 25 anni

MICHELE LEGATO

Avevo 20 anni quando, nel giugno del1973, conobbi per caso l’Aido. Mia madre

mi chiese di accompagnarla a ritirare la tesse-ra dell’Aido (Associazione che da poco più diun anno era nata a Bergamo) ed alla qualeaveva aderito; io proprio non sapevo cosafosse,né di cosa si occupasse.Ero troppo “gio-vane”, spensierata, impegnata nel mio lavoropresso una importante Azienda industriale;mettevo in pratica la mia conoscenza dellalingua francese ed inglese, lavorandonell’“Ufficio Clienti esteri”.Inoltre, dopo 8 ore di lavoro, mi recavo allascuola serale dove studiavo ragioneria.L’incontro con il “signor Brumat”, (così lochiamai per circa 2 anni), fu determinante: mispiegò le finalità dell’associazione, quali fos-sero i problemi che lo avevano spinto a crear-la, il lavoro che si doveva fare per divulgarenell’opinione pubblica questo nuovo edimportante messaggio, quali fossero le diffi-coltà, la necessità di essere sempre disponibi-li verso il prossimo, soprattutto quello cheaveva maggior bisogno di un sostegno mora-le perché troppo spesso lasciato solo adaffrontare gravi problemi di salute.Ciò mi coinvolse a tal punto che, nelle ore incui nell’Azienda si scioperava, correvo allapiccolissima sede dell’Aido, al Monterosso,per dare una mano:“Il signor Brumat” mi det-

tava le risposte alle centinaia di lettere chearrivavano ogni settimana, da ogni parted’Italia; io stenografavo e poi scrivevo a mac-china per ore ed ore; risposte bellissime a let-tere che mi lasciavano a bocca aperta, tantoerano belle ed alcune, a volte, angosciose.Poi, evasa la corrispondenza, via con la prepa-razione delle tessere: tante, tantissime.All’epoca erano solo 5 o 6 le sezioni costitui-te e pertanto era la sede di Bergamo che prov-vedeva al “tesseramento” per tutta Italia.Anche se ancora non fosse conosciuto e dif-fuso come oggi, il “volontariato” mi piacevamolto. Un giorno Brumat mi disse: la nostraAssociazione si sta sviluppando ed avrebbebisogno di una impiegata a tempo pieno. nonè più sufficiente l’aiuto di pochi volontari.

Purtroppo però ci sono “pochi soldi” (nonc’era la certezza di ricevere contributi ed

aiuti ogni mese). La sera stessa ne parlai conmio padre al quale dissi che sì, il lavoro cheavevo era “sicuro”, mi garantiva lo stipendioogni fine mese, ma le soddisfazioni moralinon erano più come quelle dei primi anni.“Voglio licenziarmi e lavorare per l’Aido”.Stupore, perplessità, incredulità? No, sul voltodi mio padre non vidi nemmeno uno di que-sti atteggiamenti: egli aveva capito da tempoche il mio entusiasmo, il mio interesse, eranoa favore dell’Aido e non del lavoro nella gran-

de azienda, nella quale i rapporti umani nonavevano alcun significato.Pertanto mi disse:“pensaci bene, il lavoro chehai ora è sicuro, sono certo che con il tuoimpegno, la tua serità e la tua grinta, potrestiarrivare dove vuoi…”. E aggiunse: “se ora timancano le soddisfazioni, le emozioni e sequesta è la scelta che vuoi fare non ho nullain contrario; se ci saranno difficoltà si supere-ranno”.Era la metà di dicembre ed una mattina arri-vai sul posto di lavoro con la mia “lettera didimissioni” ed ero felicissima. Era sì un saltonel buio, ma ero sicura della mia scelta; lavo-rare per gli “altri” era bellissimo. In questi 25anni ho conosciuto centinaia e centinaia dipersone, ho ricevuto tanto affetto, amicizia,rispetto. Le gioie e le soddisfazioni sono statemolte, le delusioni non le ricordo più.Non mi sono creata una “mia famiglia”, ma neho trovata una “grande grande”, che ora èanche mia… l’Aido.

Un libro con le storie dei donatori

Il gruppo comunale Aido di Sermide (MN),in collaborazione con i gruppi Aido di

Felonica, Carbonara, Revere, Ostiglia,Magnacavallo, Villapoma, Poggio Rusco, haorganizzato, il 28 ottobre, un convegno daltitolo:“La donazione delle cornee: un percor-so possibile”.Sono intervenuti il dott. Roberto Canova, pri-mario della divisione oculistica del “CarloPoma” di Mantova; il prof. Carlo Gelmi,responsabile della Banca degli occhi del poli-clinico S. Mattedo di Pavia; il dott. RobertoCeccuzzi, aiuto medico del medesimo istitu-to; Dalmazio Balasini, presidente provincialeAido Mantova. Moderatore il dott. RobertoPedrazzoli, l’aiuto nella divisione medicaospedale di Nogara (VR).Il tema trattato è di particolare importanza,considerando che il fabbisogno annuo inItalia è di 10.000 trapianti, mentre se ne ese-

guono solo la metà, obbligando spesso ipazienti ad attendere in lista o andare all’e-stero.Il dott. Canova ha illustrato, attraverso, diapo-sitive, l’anatomia dell’occhio, la funzione dellacornea, la tecnica del trapianto, nonché lemalattie che lo rendono necessario. Fra que-ste, oltre alle cause congenite, ci sono il che-ratocono (una deformazione della cornea), leinfezioni da virus e i traumi da infortunio.Il prof. Germi ha ricordato che per eseguirequesti interventi la legge italiana prevedemolti controlli a vari livelli, garantendo sicu-rezza e correttezza. Il dott. Ceccuzzi ha pre-cisato un aspetto estremamente importantedella donazione delle cornee: l’accertamentodella morte, in questo caso, può essere fattosul cadavere a cuore fermo, con elettrocar-diogramma piatto per venti minuti, senzadover constatare la morte cerebrale. Il dona-tore deve aver compiuto almeno 3 anni di etàmentre non è previsto un limite massimo dietà.Alla presenza di un pubblico numeroso einteressato, Dalmazio Balasini ha presentato ilquadro delle donazioni dei mantovani: dasegnalare che nel ‘95 sono state 18 su 370mila abitanti (più di 50 per milione di abitan-ti), il triplo della media europea, il quintuplodi quella italiana e doppio di quella spagnola,leader in Europa. Dal 1973 ad oggi, i donatorimantovani sono stati 84. Il prelievo di cornearispetta la media nazionale. L’Aido ha pubbli-cato,probabilmente iniziativa unica in Italia, ilLibro della Vita, dove è riportata la storia ditutti i donatori mantovani.Al termine la presidente Aido di Sermide,ElisaMenghini, ha consegnato ai relatori una targain vetro, eseguita da artisti locali, a ricordodella serata.

La segretaria racconta i suoi primi 25 anni con l’Associazione

“Voglio licenziarmi e lavorare per l’Aido”

PATRIZIA MAGGIONI

Lombardia

Bergamo

Mantova

Dieci anni di Aido a TriesteANTONINO AUGUSTO

Nel decennale della fondazione della Sezione provinciale Aido di Trieste è stata organiz-zata, in collaborazione con il comune, presso il Circolo Ufficiali, una tavola rotonda sul

tema:“Trapianti, attualità e prospettive”. Dopo l’introduzione del presidente della sezione,Antonino Augusto, è intervenuto il sindaco di Trieste Riccardo Illy, socio dell’Aido, che hatra l’altro ricordato il suo personale e reiterato interessamento nei confronti dei Ministridella sanità pro tempore al fine di accelerare l’iter della nuova legge sui trapianti.Sono quindi seguiti gli interventi dei relatori: Mario Scalamogna, Consigliere del Nord ItaliaTransplant, Primario immunoematologo del Policlinico di Milano (Situazione dei trapian-ti in Italia); Ugolino Livi, Primario della divisione di cardiochirurgia dell’ospedale di Udine(Il trapianto, ieri, oggi, domani); Gianfranco Sinagra, Primario della divisione di cardiolo-gia dell’ospedale Maggiore di Trieste (Problematiche presentate dal trapiantato); FrancoSepiche, due volte trapiantato di cuore (Valore del vivere grazie ad un dono); GiampaoloSaltini, Segretario nazionale Aido (L’Aido portatore di valori nella società italiana).Scalamogna ha messo in evidenza come di fronte ad una domanda crescente di organi(oltre 10.000 in lista di attesa) ci sia una donazione fortemente disomogenea fra le diverseregioni del Paese. Mentre il Nord è a livelli europei (20 donatori per milione di abitanti), ilCentro e il Sud si collocano su medie di gran lunga inferiori.Livi ha sostenuto che il Centro trapianto di Udine ha raggiunto un elevato standard di effi-cienza ma si registra, nell’ultimo anno, nella Regione Friuli–Venezia Giulia un calo nelnumero di donazioni. Sinagra ha sottolineato quanto sia importante per il trapiantato ilsostegno psicologico dei medici, dei familiari e di persone amiche che hanno già effettua-to il trapianto.Sepiche,dopo aver raccontato la sua personale esperienza (ha affrontato duetrapianti cardiaci,nel 1988 e nel 1997) ha detto di essere sereno, in buona salute,di apprez-zare più di prima i veri valori e di dedicarsi particolarmente alle persone in attesa di tra-pianto che hanno tanto bisogno di essere sostenuti psicologicamente.Saltini dopo aver espresso stima e gratitudine al fondatore dell’Aido, Giorgio Brumat, harimarcato che in questo periodo l’azione dell’Aido deve essere improntata alla capillare dif-fusione della cultura della donazione al fine di reperire un maggior numero di organi da tra-piantare.Al termine il comandante militare regionale generale Francesco Cipriani ha dona-to ai relatori una pubblicazione sul Circolo ufficiali.

L’ARCOBALENOpromuove la cultura della donazione,

racconta storie di trapianti,

di eventi e convegni scientifici.

Il Forum approfondisce i grandi temi

che accompagnano la pratica dei trapianti.

Per abbonarsi versare sul cc postale n.22957005 intestato a: «L’Arcobaleno»

Via S. Pellico, 9 - 00195 Roma

da radio tv e stampa locale con interviste al presi-dente della sezione, ad un trapiantato di rene ed alpadre di una giovane donatrice.

Friuli Venezia Giulia Trentino Alto adige

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associazione italiana donatori organi associazione italiana donatori organi

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LLEE RREEGGIIOONNIIper

Venezia

Quasi 4 persone su100 iscritte all'Aido

ANDREA MIHALICH

Il risultato di 30.220 soci, 15 donatori di orga-ni e 447 donatori di cornee (risultati del 1999

al 30 settembre) dimostra quanto la provinciadi Venezia abbia lavorato in 25 anni di attività.Statisticamente parlando, il 3,78% della popo-lazione veneziana è iscritta all'Aido; abbiamoavuto oltre 20 donatori di organi per milionedi abitanti, e 546 donatori di cornee per milio-ne di abitanti.Nella nostra provincia esistono quattro Usl dicui una è per metà in provincia di Venezia eper metà in provincia di Padova.Prima della razionalizzazione sanitaria le Uslpresenti in provincia di Venezia erano sette eper ognuna delle quali l'Aido veneziana avevacreato un responsabile di zona con compiti dicoordinamento dei gruppi e referente nell'Usldi competenza.È chiaro che questo non è un traguardo ma sipuò leggerlo come un buon risultato alla lucedelle molteplici difficoltà incontrate, tenendopresente che solo due ospedali su sette effet-tuano prelievi di organi, mentre in tutti si pre-levano cornee.Tutto ciò è frutto di anni di semina, di tantotempo dedicato all'informazione/sensibilizza-zione, di bandi di concorso nelle scuolemedie inferiori, di tavole rotonde, di manife-stazioni sportive, teatrali e musicali; di ore eore investite nei colloqui con i medici affin-

ché sia applicata la legge al fine di migliorarela qualità della vita di alcune persone se nonridare la vita stessa.Oggigiorno si assiste ad una serie di prezioseiniziative: l'Ordine dei medici che organizzacorsi di aggiornamento ai medici di base sullatematica dei prelievi e trapianti di organi e tes-suti, l'Associazione mogli dei medici, che orga-nizza incontri informativi, la Fondazione bancadegli occhi del Veneto,di cui noi siamo stati trai primi collaboratori che organizza campagneinformative, raccoglie, analizza, conserva edistribuisce le cornee in base alle richieste alfine di destinare al paziente la cornea più adat-ta, e la FITO (Fondazione per l'incremento deitrapianti d'organo, un nostro rappresentanteregionale fa parte del consiglio di amministra-zione), forma ed informa il personale dei repar-ti di rianimazione ed effettua corsi di aggiorna-mento al personale docente delle scuole ele-mentari, medie inferiori e superiori.Di anno in anno poi, durante una manifesta-zione pubblica molto significativa, vengonoricordati alla presenza dei familiari coloro chehanno donato.Sperando che al più presto anche gli altri cin-que ospedali della provincia effettuino gliaccertamenti della morte con criteri neurolo-gici, si attende che anche qui, da noi, vengaintrodotta la figura del coordinatore locale deitrapianti prevista dall'ultima legge così comegià funziona nella Regione Toscana. Solo e sol-tanto dopo potremmo pensare di chiuderel'Associazione per obiettivo raggiunto.

A Feltre, Aido e Usl assieme

per la donazioneSANTI PIERA

Il 29 ottobre presso la sala riunioni dell’ospe-dale di Feltre si è svolto il primo dei due

incontri dal titolo “Donare come e perché”,organizzato dall’Aido Feltrino in collaborazione

L'Aidosbarca in Tunisia

Dopo la gita socialedel 9 maggio con

meta Sotto il Monte(Bergamo), i parteci-panti, pieni di entusia-smo per la buona riu-scita della stessa, hannoespresso il desiderio difare un viaggio di unasettimana.I responsabili dell'Aidonon hanno persotempo e hanno datocomunicazione ai socie simpatizzanti tramiteil giornale L'Arco-baleno, che il viaggioda loro desiderato stavadiventando realtà, gra-zie alla collaborazionedell'Agenzia Valair diAosta.Il viaggio si è tenutodall'11 al 18 ottobre

scorso e la meta è stata Port El Kantaoui, ridente cittadina sulmare della Tunisia centrale.Hanno risposto in 63 persone,chealla data fissata per la partenza si sono ritrovati ad Aosta e ad

altre fermate durante il percorso, per il trasferimento all'aero-porto della Malpensa. Raggiunta la bella cittadina di Port ElKantaoui ci ha accolto un sole splendido con una temperatu-ra estiva, cosa gradita avendo lasciato un clima autunnale.Tanto entusiamo e soddisfazione per l'ottimo trattamentoriservatoci dal Club Salime e per le belle gite fatte, ha fattoaumentare il rimpianto del ritorno. Non sono mancati imomenti di riflessione sulle attività dell'Aido, in un clima diserenità, cordialità e socializzazione. I partecipanti hanno rin-graziato l'Aido per questa opportunità tanto gradita, sperandoche al più presto ci si possa incontrare ancora, magari la pri-mavera prossima per un altro viaggio. L'Aido ringrazia laValair, in particolare Patrizio e Marco.

Il volontariato nellaCommissione mistadell’Azienda sanitariaIl 7 luglio 1998 si è insediata la Commissione mista conci-

liativa dell'Azienda Usl Valle d'Aosta. Prevista dal Presidente

del Consiglio dei ministri con decreto del 19.5.95 in riferi-mento alla "Carta dei servizi pubblici sanitari", è composta daun rappresentante della Usl, da un rappresentante dellaRegione e da un rappresentante delle associazioni di volonta-riato.È presieduta dal difensore civico regionale che riceve leosservazioni, opposizioni, denunce o reclami contro gli atti ocomportamenti che negano o limitano la fruibilità delle pre-stazioni di assistenza sanitaria e sociale, e dispone l'istruttoriae le segnalazioni necessarie.A rappresentare le associazioni divolontariato è stato nominato l'Aido regionale nella personadel responsabile.L'ultima seduta si è tenuta il 30 settembre scorso, ove sonostate esaminate diverse problematiche, trovando per ognicaso proposta di soluzione o definizione.La Commissione è così composta:presidente, la professoressaMaria Grazia Vacchina; rappresentante Usl, il dottore PietroBosso; rappresentante Assessorato sanità, la signora PaolaBullio; rappresentante delle associazioni di volontariato, lasignora Enrica Bonaiti Quinto.Il percorso dell'Aido è sempre più qualificante con la parte-cipazione in concreto alla vita attiva della società reale.

Aosta

con l’Usl2. Il direttore sanitario dr. GiulianoMariotti, nella relazione d’apertura ha dimostra-to un notevole interesse verso questa tematica,annunciando anche il lavoro che sta svolgendoassieme alla responsabile Piera Santi, alla stipu-la di una convenzione fra l’Ulss2 e l’Aido e diaver posto all’interno del programma del comi-tato di Bioetica, recentemente costituito, anchela tematica della donazione di organi.L’incontro è continuato con il dr. Flavio De-vetag primario della div. di Neurofisiopatologiache ha illustrato il funzionamento del cervelloe spiegato l’accertamento e la definizione dimorte cerebrale, lasciando poi il compito del-l’etica e della morale a don Giulio Perotto, checon la sua proverbiale forza e simpatia,non soloha dissipato dubbi inerenti alla donazione, maha ricordato che il primo trapianto lo ha fattoDio “con la famosa costola che Adamo donò adEva”. Proficuo lo scambio di idee alla fine del-l’incontro fra i vari medici presenti, basilare gliinterventi del Primario della rianimazione dr. C.Chiarini e del dr. A. Antonucci Primario dellanefrologia e dialisi che hanno ricordato alcuneproblematiche organizzative, e proposto solu-zioni per migliorare la situazione.Sabato 6 novembre il prof. Remigio Verlato,Coordinatore regionale per i trapianti e diretto-re della FITO, ha svolto non solo la parte ineren-te la legislazione e la situazione dei prelievi etrapianti in Italia e nel Veneto, ma ha portato lasua esperienza diretta di tanti anni passati alreparto di rianimazione. Il pomeriggio è conti-nuato con l’intervento di alcuni trapiantati dicuore, di rene, e di cornea che con l’aiuto delladott.ssa Sara Mascarin,pedagogista,hanno coin-volto i presenti con il racconto della loro vita,testimonianze toccanti, a volte difficili soprat-tutto per chi vorrebbe dimenticare ma è consa-pevole che parlarne è importantissimo per aiu-tare gli altri a capire l’importanza del dono checome più volte è stato ripetuto deve essere gra-tuito. Aurelia, Marino, Renato, Marco ovvero lepersone trapiantate che hanno deciso di colla-borare attivamente alla campagna d’informazio-ne messa in atto dall’Aido Feltrino, non si sonofermati a questo ma hanno raccontato aRaffaella giornalista del “Gazzettino” molto sen-sibile alla tematica della donazione di organi, laloro storia e lei ha saputo trasmettere le loroemozioni, i pensieri, la gioia della rinascita in unarticolo a piena pagina.

Valle d’Aosta

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Livorno

7° torneo di calcio tra Aido e Telecom

Domenica 24 ottobre, a Livorno presso ilcampo sportivo “Le cinque Querce” si è

svolto il 7’ torneo di calcetto intitolato allamemoria della bambina Sara Mazzi di annidue, che nel gennaio 1990, per volere deigenitori donò i suoi organi.Il Torneo è stato realizzato in collaborazionetra Aido Provinciale di Livorno e il Cral dellaTelecom di Livorno,ove lavora Claudio Mazzipadre della bambina.Alla manifestazione riuscita bene hanno par-tecipato, oltre ai dipendenti Telecom, chehanno disputato il torneo, anche molti spet-tatori e i rappresentanti dei gruppi comunaliAido della provincia compresa l’Isola d’Elba,che hanno offerto le coppe per i vincitori.Sport e solidarietà in un connubio vincentehanno reso questa manifestazione interessan-te tanto che le squadre partecipanti dellaTelecom erano intervenute da Piombino e daPisa proprio a testimoniare l’interesse per ilproblema, ed il ricavato derivato della mani-festazione è stato versato da ogni singolo gio-catore che ha partecipato al torneo e devo-luto all’AIDO prov. di Livorno.Alla premiazione sono intervenuti tra le variepersonalità di Livorno anche l’arbitro inter-nazionale Piero Ceccarini, il coordinatore deitrapianti dr. Sirio Malfatti, il vice comandantedella polizia Municipale di Livorno RuggeroSomigli ed il presidente della 4ª circoscrizio-ne Marco Cavicchi.

Toscana

Il programma per il 2000

- Conferenza al Centro addestramento alpini (ex scuola militare alpina)

- Primo corso per docenti

- L'Aido e il mondo clericale (convegno per i religiosi)

- "Cantano per la vita": Maura Susanna e altriartisti in concerto. Teatro Giacosa (Aosta), il 29 marzo

- Giornata della donazione e trapianto di orga-ni, il 19 marzo

- Raccolta di materiale di alluminio sabato 3 giugno

VEneto