[Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

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SUPPLEMENTO N. 1 AL N. 3 DI VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - MARZO 2005 - ANNO XXIII - ISSN 1120-3005 - MENSILE - UNA COPIA € 3,00

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SUPPLEMENTO N. 1 AL N. 3 DI VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - MARZO 2005 - ANNO XXIII - ISSN 1120-3005 - MENSILE - UNA COPIA € 3,00

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ommaUodeljioJh la rrwdeìtm oMti&m fwÀfrtlms dell azienda acfkàm, del (fkiklùw, dell otta

4 Calendari di marzo e aprile

5 Tappeto erboso - Piante annuali, biennali e perenni6 Piante acidofile8 Bulbose e tuberose9 Rosai10 Siepi, arbusti, alberi11 Piante acquatiche e laghetto11 Piante in vaso da fiore per terrazzo e balcone13 Agrumi in vaso14 Piante d'appartamento

18 Progetto grafico di un orto di 27 metri quadrati21 Progetto grafico di un orto di 200 metri quadrati23 Progetto grafico di coltivazione di ortaggi e fiori

su un terrazzo di 16 metri quadrati28 Progetto grafico di coltivazione di un orto

di aromatiche e officinali di 27 metri quadrati16 Ortaggi27 Piante aromatiche e officinali

<l31 Pomacee: melo, pero, nashi, cotogno35 Drupacee: pesco e nettarina, albicocco, susino, ciliegio41 Agrumi44 Castagno46 Olivo49 Specie da frutto minori', actinidia, azzeruolo, carrubo,

fico, giuggiolo, kaki, mandorlo, nespolo comune,

11 prato percorso da un lungofilare di vite maritata all'aceroe la siepe di platano piantatalungo il fossato: un tempo eraquesto il tipico paesaggio dellapianura veneta. Per i lavorimeno pesanti venivanoattaccate al giogo anche levacche; qui trainano un erpiceper sminuzzare il letamedistribuito durante l'inverno.Erpicatura primaverile dei prati - Campagne intorno aSandrigo (Vicenza), primi anni '60 - Archivio fotografi-co della Biblioteca «D. Pittarmi» di Sandrigo (Vicenza).

nespolo del Giappone, nocciòlo, noce, pistacchio53 Piccoli frutti: lampone, mirtillo, mora giapponese,

ribes, rovo, uva spina

57 Progetti grafici dì rotazione delle colture56 Cereali vernini (frumento tenero, grano duro, orzo, farro)59 Colture primaverili-estive (mais, soia, girasole)63 Colture foraggere (prati avvicendati, erbai,

prati stabili e pascoli)

65 II vigneto per la produzione di uva da vino70 II vigneto per la produzione di uva da tavola73 L'uva fragola

aeaniùia74 Progetto e lavori per una produzione fino a 10 hi di vino74 Lavori nella piccola cantina per autoconsumo familiare

(yfl boseo76 Progetto e lavori nel bosco e nell'arboreto da legno76 Bosco naturale78 Arboreto da legno78 Siepe campestre

li aUeuammU81 Progetto grafico di un piccolo allevamento familiare80 Pollaio: anatre, faraone, galline ovaiole, oche,

polli da carne, tacchini83 Colombaia - Conigliera - Porcilaia84 Stalla: capre, pecore, cavalli85 Animali da compagnia: cani, gatti, piccoli roditori,

piccoli uccelli

88 Progetto grafico di un apiario familiare90 Progetto grafico di un laboratorio di apicoltura88 Lavori in apiario90 Lavori in laboratorio

VITA IN CAMPAGNA - // mensile di agricoltura part-time con la maggior diffusione pagata in Italia (certificazione ADSjVita in campagna non è in edicola. Viene inviata solo in abbonamento - La tiratura del presente numero è stata di 103.100 copie

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AccertamentoDiffusione StampaCertificato n. 5228del 2/12/2004

FEDERAZIONE ITALIANAEDITORI GIORNALI

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Le ore di levata e di tramonto della luna e del sole

12345

789

101112

141516171819

212223242526

293031

MAR.

MER.

GIO.

VEN.

SAB.

DOM.

LUN.

MAR.

MER.

GIO.

VEN.

SAB.

DOM.

LUN.

MAR.

MER.

GIO.

VEN.

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DOM.

LUN.

MAR.

MER.

GIO.

VEN.

SAB.

DOM.

LUN.

MAR.

MER.

GIO.

O23.50-09.02

3 00.00-09.31

3 01.04-10.08

( 1 02.18-10.55

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#05.13-14.27

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$ 07.54-22.03

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C109.22-00.21

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©10.52-02.24

O 11.47-03.14

O 12.48-03.55

O 13.52-04.29

O 14.57-04.58

O 16.01-05.22

O 17.06-05.43

O 18.12-06.03

O 19.18-06.22

O21.28-07.43

O 22.40-08.06

3 23.54-08.34

3 00.00-09.08

3 01.09-09.52

0

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0

06.45-18.00

06.44-18.01

06.42-18.03

06.40-18.04

06.39-18.05

06.37-18.06

06.35-18.07

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06.32-18.10

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06.22-18.17

06.20-18.18

06.19-18.19

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06.12-18.23

06.10-18.24

06.08-18.26

06.07-18.27

06.05-18.28

06.03-18.29

07.01-19.30

07.00-19.31

06.58-19.32

06.56-19.33

06.55-19.34

Le temperaturemin. e max 2004

medie dall'I al 10marzo 2004

Verona+ 0,1+ 8,4=e.t. 8,3Roma+ 2,4+11,1 =e.t. 8,7Cagliari+ 4,3+15,0=e.t.10,7

medie dall'11 al 20marzo 2004

Verona+ 5,7+16,0=e.t.10,3Roma+ 6,7+15,0=e.t. 8,3Cagliari+ 9,3+16,4=e.t. 7,1

medie dal 21 al 31marzo 2004

Verona+ 5,8+14,0=e.t. 8,2

Le precipitazionidi marzo 2004

Verona 59,1 mmRoma 66,2 mmCagliari 74,0 mm

Le date importantida ricordare

e* 20 marzo:

primavera

e* 27 marzo:

u* 27 marzo:

l'ora legale

inizia la

Pasqua

torna

prima dopo

1 VEN. O 02.19-10.47ÌÉI 06.53-19.35

2 SAB. 3 03.21-11.55^1 06.51-19.37

3 DOM. O 04.11-13.10-^1 06.50-19.38

Le temperaturemin. e max 2004

medie dall'I al 10aprile 2004

4 LUN. CI 04.50-14.290 06.48-19.39 Verona+ 6,6+16,5=e.t. 9,9

5 MAR. <9 05.22-15.47006.46-19.40 Roma

6 MER.+ 9,4+15,8=e.t. 6,4

# 05.48-17.03 >Ì| 06.45-19.41 Cagliari8,7+19,5=e.t.10,8

7 GIO. # 06.11-18.17j$ 06.43-19.42

8 VEN. # 06.33-19.29?$ 06.41-19.43

9 SAB. # 06.55-20.41 j $ 06.40-19.44

10 DOM. #07.19-21.52006.38-19.45

11 LUN. # 07.46-23.030 06.36-19.47

12 MAR. €> 08.18-00.000 06.35-19.48

13 MER. i ) 08.56-00.10?$ 06.33-19.49

14 GIO. 09.42-01.12Ì<Éf 06.31-19.50

15 VEN. €) 10.35-02. 06.30-19.51

medie dall'I 1 al 20aprile 2004

Verona+ 8,1+16,0=e.t. 7,9R o m a

+ 9,5+15,8=e.t. 6,3Cagliari+10,6+18,0=e.t. 7,4

medie dal 21 al 30aprile 2004

Verona+ 9,5+22,3=e.t.12,8Roma+10,5+19,0=e.t. 8,5Cagliari+11,0+19,7=8.18,7

Le precipitazionidi aprile 2004

16 SAB. €) 11.35-02.520 06.28-19.52

17 DOM. O 12.38-03.29JÉI 06.27-19.53

18 LUN. O 13.42-03.59-^ 06.25-19.54

19 MAR. O 14.46-04.24^06.24-19.55^ Verona 88,4 mm

20 MER. O 15.51-04.46006.22-19.56 Roma 140,1 mmCagliari 121,7 mm

21 GIO. O 16.56-05.07'6 06.21-18.58

22 VEN. O 18.02-05.26*Q 06.19-19.59

23 SAB.

24 DOM.

O 19.11-05.46-^06.18-20.00 Le date importantida ricordare

0 06.16-20.01

25 LUN. O 21.39-06.35j$É 06,15-20.02

26 MAR. Q 22.56-07.070 06.13-20.03

27 MER. O 00.00-07.480 06.12-20.04

28 GIO. Q 00.10-08.41006.10-20.05

29 VEN. 01.16-09.46,0 06.09-20.06

30 SAB. O 02.09-11.00-;$ 06.08-20.07

9 Luna. Marzo. Luna piena: 25 marzo. Luna nuova: 10 marzo. Luna crescente: dall' 11 al 24 marzo. Luna calante: dall' 1 al 9 marzo e dal 26 al 31marzo. Aprile. Luna piena: 24 aprile. Luna nuova: 8 aprile. Luna crescente: dal 9 al 23 aprile. Luna calante: dall' 1 al 7 aprile e dal 25 al 30 aprile.0 Sole. I dati della levata e del tramonto del sole, giorno per giorno, si riferiscono a Roma (fino al 26 marzo: ora solare; dal 27 marzo: ora legale).Temperature. Le temperature minime e massime riportate sono quelle rilevate negli stessi mesi dello scorso anno 2004. Sono espresse in gradicentigradi e sono medie decadiche riferite a tutti i giorni dei periodi 1-10, 11-20 e 21-ultimo del mese. L'escursione termica (differenza tra la tem-peratura massima e minima) è indicata con la sigla e.t.Precipitazioni. Le precipitazioni riportate sono quelle rilevate negli stessi mesi dello scorso anno 2004. Esse sono epresse in millimetri (il numero dimillimetri di pioggia caduta equivale al numero di litri per metro quadrato) e riguardano le precipitazioni verificatesi nel corso di tutto il mese.Temperature e precipitazioni sono state rilevate dal Servizio meteorologico dell'aeronautica militare.

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TAPPETO ERBOSO

Lavori

In marzo l'allungamento delle V.giornate e le temperature miti sonomolto favorevoli al recupero dei piccolidanni invernali e al miglioramento del-l'aspetto estetico del tappeto erboso.

Concimazione. Se non l'avete giàfatto a fine febbraio, non aspettate oltreper effettuare la prima concimazionedella stagione, che da una spinta decisi-va per il ritorno dell'erba alle miglioricondizioni di colore e di densità. Poteteusare un concime granulare specificoper tappeti erbosi (come ad esempio ilFloranid Prato-Compo) alla dose indica-tiva di 2,5-3 chilogrammi ogni centometri quadrati. Se il clima dovesse rima-nere asciutto per alcuni giorni dopo ladistribuzione del concime, effettuateuna leggera irrigazione per consentireun rapido scioglimento e dunque unapronta assimilazione degli elementi nu-tritivi contenuti nei granuli.

Taglio. Dal mese di marzo le rasatu-re del tappeto erboso si faranno via viapiù frequenti a causa della crescita sem-pre più rapida. Cercate di eseguire il ta-glio con una frequenza tale da non doverasportare ogni volta più di un terzo del-la lunghezza delle foglie. In questo mo-do il tappeto erboso tende ad infittirsigrazie all'emissione di nuove foglie la-terali. Un problema frequente per l'erba,quando viene lasciata crescere troppo, èla tendenza ad ingiallire alla base permancanza di luce ed aria; quando poiviene tagliata l'ingiallimento diviene vi-sibile ed in genere permane per alcunigiorni. Una frequenza di taglio indicati-va potrebbe essere quella di un tagliosettimanale, da eseguirsi possibilmentecon erba asciutta (meglio dunque le orepomeridiane) e con il rasaerba sempre inbuona efficienza e con lame affilate.

Questo periodo è molto favorevolealla crescita dell'erba, pertanto i taglidovranno essere via via più frequenti

Con la trasemina potete migliorarela qualità di un tappeto erbosoche si è nel tempo degradato

Arieggiatura e carotatura (o buca-tura). Un'operazione molto utile, daeseguire almeno una volta all'anno o an-che due se non raccogliete il residuo ditaglio, è l'asportazione del feltro, dettaanche arieggiatura. Dopo aver rasato co-me di consueto il tappeto erboso passatela macchina a lame verticali detta verti-cut; la potete noleggiare presso i riven-ditori di macchine da giardinaggio o an-che in alcuni magazzini di prodotti per ilfai da te (tipo brico-center). Le lame,che vanno regolate in modo da sfiorareappena il terreno senza inciderlo, solle-vano l'erba morta che si accumula vici-no al terreno che andrà poi raccolta ma-nualmente con il rastrello ed eliminata.

Un'altra operazione utilissima, spe-cialmente nei terreni compatti non mol-to sabbiosi, è la cosiddetta carotatura obucatura. L'operazione consente la pe-netrazione di ossigeno a livello delle ra-dici, migliorando la salute del tappetoerboso. Le macchine per effettuare que-sta operazione sono meno diffuse diquelle per il verticut, anche se per picco-le o piccolissime superfici è possibileimpiegare un attrezzo manuale chiama-to forca carotatrice.

Trasemina. Se il tappeto non è nellemigliori condizioni e in certe zone si èdiradato, il mese di marzo è molto favo-revole alla cosiddetta rigenerazione chesi ottiene con un'energica arieggiatura econ la successiva trasemina. In questo

caso mantenete le lame dell'arieg-giatore a un'altezza che consentauna leggera incisione del terreno edeffettuate almeno due passaggi in-crociati. Subito dopo distribuite la

semente alla dose di circa 35-40grammi per metro quadrato. Potete im-piegare sia un miscuglio di semi similea quello usato in occasione della primasemina, oppure del loietto perenne inpurezza, come si fa normalmente neicampi sportivi. Questa specie infatti èquella che ha la più alta velocità di ger-minazione e di insediamento, anche se,in alcune situazioni poco favorevoli, nonè molto persistente negli anni.

Lotta alle infestanti. Generalmentein un tappeto erboso ben curato e bennutrito le infestanti difficilmente pren-dono il sopravvento, anche se è inevita-bile che in una certa misura siano co-munque presenti. Per eliminare le erbecosiddette a foglia larga (come ad esem-pio tarassaco, stellaria, veronica), cioèin generale un po' tutte quelle che nonappartengono alla famiglia delle Grami-nacee di cui fanno parte le erbe fini deitappeti erbosi, potete usare un diserban-te selettivo.

ADovete fare attenzione a non distri-buirli in giornate di vento e a stare

a una certa distanza da cespugli, bordu-re e fiori, perché potenzialmente tossiciper tutte le piante che non appartengonoalla famiglia delle Graminacee. Diser-banti di questo tipo possono essere ingranuli da distribuire direttamente, co-me ad esempio Diserbo Dicotiledoni-Linfa, o inglobati nei granuli di concime,come ad esempio Floranid Prato con Di-serbante-Compo. Da diluire in acqua edistribuire con pompa a spalla o altra at-trezzatura irrorante è invece Dicotil Ex-tra-Ital-Agro (100 mi in 10-15 litri di ac-qua per 100-150 metri quadrati di tappe-to erboso).

PIANTE ANNUALI, BIENNALIE PERENNI

Lavori

A marzo si apre per il giardino il pe-riodo dell' anno in cui sono più intensi icambiamenti. Se all'inizio del mese,specie nelle zone del settentrione d'Ita-lia, molte piante perenni si attardano nelloro sonno invernale, a fine aprile saran-no tutte in pieno sviluppo e il giardinie-re attento dovrà seguirle e aiutarle inquesta ripresa di vita vegetativa determi-nante per il resto dell'anno. Le paroled'ordine sono: pulizia e potatura, tra-

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

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Jpianti, semine, moltiplicazione, conci-mazione e innaffiatura.

Pulizia e potatura. In assenza pro-lungata di gelate notturne eliminate i re-sti della pacciamatura invernale. Ripuli-te le aiole e i bordi misti dalle ultime fo-glie secche facendo attenzione a nonestirpare i nuovi germogli di perenni er-bacee come geranium rustici, primulee aromatiche come melissa, valerianae menta. Potate a 10 cm da terra i pic-coli arbusti come eeratostigma, pero-vskia e Fuchsia magellanica. Se ave-te arbusti come ceanothus, budleia,Hydrangea paniculata, Spiraea ja-ponica, caryopteris eliminate rami rot-ti o malformati nel primo anno dall'im-pianto, mentre in piante di due o più an-ni accorciate di un terzo i rami della sta-gione precedente. Siate cauti nel potarei rami dell'anno perché potreste ottene-

/ \ re una crescita verde rigogliosa maZ_Anessun fiore.

Trapianti. Approfittate dell'ampiascelta di piante disponibili in questo pe-riodo presso i vivai per ripopolare glispazi vuoti di aiole e bordure miste. Unsuggerimento prezioso: create nel tempoun archivio fotografico del vostro giardi-no in modo da poter valutare colore esuccessione delle fioriture, ingombri eforme, nelle diverse stagioni. Su questabase vi sarà facile inserire le nuove pian-te perenni e annuali che più si armoniz-zano con il contesto esistente. Ci sonomatrimoni felici da realizzare subito.Ecco di seguito alcuni esempi.-Acquistate e trapiantate a mezz'ombraVHelIeborus atrorubens e la berge-nia «Silver Light»: all'inizio della pri-mavera i fiori bianco rosati della berge-nia sovrasteranno di poco quelli porporascuro dell'elleboro creando un contrastodavvero eccezionale.

- Il Leucothoe fontanesiana «Rain-bow» sarà felice di mescolare le sue fo-glie lanceolate verdi e rosa con i grandifiori bianchi di una peonia erbacea«Baroness Schroeder».- Ancora: il giallo oro delle foglie dellaBerberis thunbergii «BonanzaGold» (una nuova e più compatta va-rietà che resiste bene al sole) sarà sfon-do ideale per i fiori bianchi di una Ibe-ris sempenirens.

Semine. Verso fine marzo potete ini-ziare a seminare all'aperto molte annua-li: calendula, campanula, coreopsis,portulaca, tagete, Salvia splendens,verbena e zinnia seminate adesso sa-ranno pronte per il trapianto in giardinoa fine aprile.

Moltiplicazione. È tempo di molti-plicare per suddivisione i cespi di molte

Verso fine marzo potete iniziarea seminare all'aperto molte annuali,

come ad esempio la calendula

perenni come ad esempio campanula,ophiopogon, Acanthus mollis, ane-mone e hosta. Non toccate le piante giàin vegetazione o in fioritura come quelladi aubretìa, prìmula, viola e Belìispe-rennis; per hypericum e pachysandraricorrete alla moltiplicazione per talea.

Concimazione. L'intenso sviluppodelle piante in questo periodo richiedeun'efficace concimazione. Presso i gar-den center sono disponibili diversi ferti-lizzanti (come ad esempio il Basatop-16-Compoagricoltura) a lenta cessione ericchi di azoto, potassio, magnesio, fer-ro, ecc, necessari per una crescita rigo-gliosa.

Innaffiatura. Il giardino primaverileha bisogno di acqua per rinverdire rapi-damente. Seguite l'andamento stagiona-le e, in assenza di piogge, innaffiate re-golarmente evitando i ristagni che dan-neggerebbero le piante più giovani.

I-Afide (Aphis gos-sypii, mm 2).2-Mal bianco (Oi-dium chrysanthe-mi) su crisantemo.3-Occhio di pavo-ne (Heterosporiumechinulatum) su ga-rofano

Interventi fìtosanitari

In genere in questo periodo le piantedel giardino non sono interessate da par-ticolari infestazioni di insetti e da attacchidi microrganismi fungini.

Eventuali attacchi di afidi possono es-sere facilmente eliminati con imidaclo-prid-17,8 (ad esempio Confidor 200 SL oConfidor Giardino-Bayer, non classifica-to), alla dose di mi 0,5 per litro d'acqua,mentre le infezioni iniziali di mal biancopossono essere bloccate con un tratta-mento di bitertanolo-45,5 (ad esempioProclaim-Bayer, non classificato), alladose di 0,5 mi per litro d'acqua, o con unpaio di interventi, distanziati una settima-na l'uno dall'altro, con prodotti a base dizolfo bagnabile-80 (ad esempio KumulusDF-Compo e Zolfo bagnabile-Bayer, bio,non classificato), alla dose di grammi 30per 10 litri d'acqua.

In presenza di macchie rossastre di oc-chio di pavone (Heterosporium echinula-tum) sulle foglie e sulle ramificazioni del-le piante di garofano realizzate un paio diinterventi, distanziati l'uno dall'altro di 7-10 giorni, impiegando mancozeb-75 (adesempio Micene MZ-Sipcam, irritante),alla dose di grammi 2 per litro d'acqua.

PIANTE ACIDOFILE

Lavori

Marzo e aprile sono i mesi più impor-tanti per la coltivazione delle acidofile.La maggior parte delle piante del grup-po, durante questo periodo dell'anno,porta a termine le due fasi più importan-ti del ciclo biologico: la fase riprodutti-va, che coincide con la fioritura, e la fa-se di crescita, che si conclude con lo svi-luppo vegetativo e quindi con la produ-zione di nuovi germogli e rami. A se-conda delle fasce climatiche e di parti-colari condizioni ambientali (luoghiprotetti come serre, la vicinanza a caseriscaldate, o viceversa a zone ombreg-giate e/o fredde, ecc.) queste due fasipossono subire anticipi o ritardi rispettoa quello che diremo qui di seguito.

Le prime piante che si risveglianodopo il lungo riposo della brutta stagio-ne sono sicuramente le camelie prima-verili (Camellia japonica) e le pieris,che in alcune zone sono già in fioritura afine inverno; fanno eccezione le came-lie invernali {Camellia sasanqua, Ca-mellia vernalis, Camellia hiemalis, Ca-mellia sinensis, ecc.) che hanno già con-cluso la loro fioritura e che ritardano laripresa vegetativa rispetto alle camelie

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Jprimaverili. Seguono i rododendri -vasto gruppo che comprende anche leazalee - che a seconda della specie e/ovarietà, possono essere particolarmenteprecoci ed essere in fioritura già a Nata-le (come nel caso delle azalee da forza-tura) o avere una fioritura particolar-mente tardiva, come nel caso di alcunevarietà di rododendro a fiore grande chesono in piena fioritura a maggio.

Le skimmie, che avevano i loro pa-nicoli (infiorescenze a forma di pannoc-chia) fiorali già pronti durante l'inverno,hanno un comportamento intermedio,cioè fioriscono a cavallo tra marzo eaprile. Le kalmie. invece, hanno unafioritura particolarmente tardiva, che avolte si protrae fino a giugno. Hanno in-vece un ciclo biologico completamentedifferente sia le ortensie che le garde-nie, in cui la fase di crescita vegetativaprecede quella della fioritura.

La prima fase, quella della fioritura, èper così dire una «fase passiva» durantela quale potete tranquillamente goderedella bellezza dei fiori senza effettuarealcun intervento; al limite potete segna-re su un'agenda le caratteristiche di co-lore e forma delle singole varietà.

Innaffiatila. Durante la fioritura lepiante hanno bisogno di un costante ap-porto di acqua affinchè i petali carnosi ri-sultino particolarmente turgidi e dai colo-ri vivi; mantenete, quindi, il terricciosempre umido, ma non troppo impregna-to di acqua. In questa fase non è invecenecessario che concimiate, infatti la bel-lezza e la qualità dei fiori dipendono dal-le favorevoli condizioni ambientali delmomento della formazione delle gemmefiorali (cosa che avviene durante tutta laprecedente stagione) e dal buono stato fi-siologico in cui si trova la pianta.

Già a fine fioritura comincia il perio-do più impegnativo dell'anno per quantoriguarda i lavori da farsi sulle piante aci-dofile. In un lasso di tempo molto breve,dopo la fioritura e prima della produzio-ne di nuovi germogli, dovete portare atermine tutte le operazioni necessarie albenessere delle piante per tutto l'arcodell'anno. Molto spesso occorre comin-ciare ad operare già a fine fioritura; infat-ti, soprattutto con l'arrivo delle primegiornate calde primaverili, le alte tempe-rature raccorciano la durata degli ultimifiori e stimolano la pianta a schiudere legemme vegetative; in questo caso dove-te intervenire in tempo con le operazionicolturali che ora descriviamo.

Eliminazione dei fiori appassiti. So-litamente non è necessario rimuovere ifiori appassiti se non per un puro fattoestetico; unico caso in cui la rimozione

Eliminate manualmente le infiorescenzeappassite dei rododendri alfine dì stimo-lare la produzione di nuova vegetazione

dei fiori può essere di giovamento è quel-lo dei rododendri a fiore grande, che sen-za l'infiorescenza appassita sono mag-giormente stimolati a produrre nuova ri-gogliosa vegetazione; analogo discorsopuò essere fatto per alcune varietà di Pie-rìsJHponica e di Skimmia japonica.

Potatura. Vedi articolo sul numeronormale apag. 17.

Concimazione. Sempre dopo la fio-ritura è opportuno iniziare la concima-zione delle piante sia in piena terra chein vaso. Soprattutto per la coltivazionein vaso, una prima avvertenza è quella di

A non esagerare nelle dosi, che pos-sono essere, se in eccesso, più sfa-

vorevoli che altro.Impiegate concimi con titolo 13-5-

9+2, 12-10-11+2 o simili. Con questo ti-po di fertilizzanti, siano essi in forma gra-nulare o liquida, non dovete assoluta-mente esagerare nelle quantità; dimezza-te eventualmente le dosi consigliate sullaconfezione, ripetendo il trattamento per3-4 volte a distanza di 2-3 settimane.

Nel caso utilizziate concimi compostia lenta cessione (particolarmente indicatiper le piante coltivate in vaso), non dove-te invece preoccuparvi di esagerare con lequantità, in quanto il concime presenteall'interno delle capsule viene rilasciatonel tempo in maniera costante. In questocaso il concime, la cui durata, indicatasulla confezione, è solitamente garantitaper 6 mesi, è sufficiente a coprire, inun'unica somministrazione, tutto l'anno.

Rinvaso e messa a dimora in pienaterra. Ultime operazioni di questo pe-riodo sono il rinvaso in un contenitorepiù grande (vi sconsigliamo di sceglierevasi di dimensioni superiori di 1/3 ri-spetto al precedente) e/o la messa a di-mora in piena terra. Non effettuate maiA queste operazioni quando la pianta

è in piena vegetazione in quanto

potrebbero rovinarsi completamente inuovi germogli che rimarrebbero pocovigorosi. Se non è strettamente necessa-rio rimandate il rinvaso, o la messa a di-mora in piena terra, ai mesi di settembre-ottobre, periodo in cui la pianta è già inriposo vegetativo, ma ancora mantieneattività di crescita dell'apparato radicale.

In molti casi comunque è necessariosostituire il vaso con uno più grande omettere a dimora in piena terra. Se il pa-ne radicale, visibile sfilando delicata-mente il vaso, non è troppo affastellato esi vedono solo alcune giovani radicibianche, cercate di effettuare l'operazio-ne mantenendo il pane radicale il più in-tegro possibile. Se invece questo è for-mato da un groviglio fitto di radici affa-stellate (caso non raro in piante appenaacquistate) dovete procedere a una pota-tura radicale da bilanciare eventualmen-te anche con potature della chioma. Ta-gliate con un paio di forbici, o una lamaaffilata, parte delle radici che ormai sisono spiralizzate sul fondo del vaso eche quindi ostacolano l'uscita di nuoveradichette e la penetrazione di acqua nelterriccio. Rimuovete, senza timore diesagerare, queste radici che spesso simostrano di colore bruno o giallo scuroe non di colore bianco, come dovrebbe-ro essere le giovani radici adibite all'as-sorbimento. Ponete quindi l'apparato ra-dicale a contatto con del nuovo terriccio(terriccio per acidofile in commercio, ouna miscela di torba e terra di bosco inparti uguali, e non sola torba bionda)eventualmente pressando un po' ai latiper favorire il contatto e l'eliminazionedi aria. Ricordatevi a questo punto di ef-fettuare, soprattutto per i primi giornidopo questa operazione, abbondanti in-naffiature affinchè il terreno si assesti ela pianta possa venire ben rincalzata enon soffra per disidratazione.

Interventi fitosanitari

Controllate le piante per rilevareeventuali avvizzimenti vegetativi di par-ti dell'apparato fogliare conseguenti amarchimi del colletto o delle radici cau-sati da Phytophthora cinnamomi. Allacomparsa dei primi sintomi è bene distri-buire nel terreno, nell'area di proiezionedella chioma, fosetil alluminio-80 (adesempio Aliette-Bayer o Arcel DF-Com-po, m to) in granuli, alla dosedi grammi 10 per metro quadrato. Inter-rate il prodotto con una superficiale lavo-razione e, affinchè venga solubilizzato ra-pidamente, fate seguire una innaffiatura.

La fioritura di rododendri e azaleepuò essere danneggiata da attacchi di

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Jovulinia e da attacchi di muffa grigia.

L'ovulinia (Ovulinia azaleae) deter-mina la comparsa, sui fiori, di macchiedecolorate coperte da una sostanza dal-l'aspetto gelatinoso. Più tardi i fiori col-piti avvizziscono e rimangono a lungoappesi alla pianta. In presenza di elevataumidità ambientale e basse temperature,sulle parti colpite compaiono croste ro-tondeggianti di colore nero, del diametrodi 3-10 mm e dello spessore di circa 1mm (sclerozi), costituite da un addensa-mento della vegetazione fungina. Questeformazioni rimangono a lungo aderentiai tessuti oppure si distaccano e cadonoal suolo consentendo al fungo di conser-varsi fino alla successiva primavera.

Le infezioni di muffa grìgia (Botrytiscinerea) sono favorite da condizioni dielevata umidità ambientale. Sui fiori com-paiono piccole macchie decolorate che siallargano fino a causare l'imbrunimentodell'intero fiore e i tessuti colpiti dallamalattia si ricoprono di muffa grigia.

Per il contenimento di ambedue lemalattie si può intervenire in presenza difiori semichiusi realizzando un tratta-mento con iprodione-50 (ad esempioIprosid-Cifo, non classificato) o con ti-ram-49 (ad esempio Pomarsol 50 WG-Bayer, non classificato), alle rispettivedosi di grammi 15 e 25 per 10 litri d'ac-qua. Per abbassare il potenziale d'inocu-lo dei due funghi è opportuno raccoglie-

1-Marciume causato da Phytophthoracinnamomi su azalea. 2-Ovulinia (Ovu-linia azaleae) su fiore di rododendro. 3-Mujfa grigia (Botrytis cinerea) su aza-lea. 4-Larva (mm 10) di fillominatrice(Gracilaria azaleella) su azalea

re e distruggere i fiori colpiti.Se le azalee sono interessate da attac-

chi larvali della fillominatrice Gracila-ria azaleella, le piante possono subireforti defogliazioni. Le larve immaturepresenti nelle foglie cadute al suolo pos-sono poi risalire sulla pianta per attacca-

Bulbose e tuberose nel giardino di campagnaLe bulbose e le tuberose a fioritura esti-vo-autunnale regalano al giardino co-lore e profumo sino al primo autunno.Vi suggeriamo qui alcuni accostamentiche le vedono protagoniste con altrepiante, sia erbacee che arbustive.• Lilium, gladioli chiari e piante ar-gentate: i gladioli e i lilium bianchi erosa si illuminano in una cornice ar-gentata di artemisìa, senecio, lavanda,santolina e Stachys lanata. E la com-posizione riesce sublime con l'aggiun-ta di Ceratostigma plumbaginoides.• Agapanti blu ed erbe dorate: aga-panti blu, come la varietà «Ben Ho-pe», piantati in gruppo risaltano par-ticolarmente in mezzo ad aiole di sof-fici graminacee dorate come pennise-to, Eragrostis curvala, Deschampsiacespitosa «Goldtau», Stipa tenuissi-ma e Stipa arundinacea.• Crocosmie e gerani odorosi: su untappeto di gerani odorosi oppure dìheuchera, le crocosmia, siano esse afiore grande o a fiore piccolo, sprizza-

no tutta la loro allegria.• Canne alte, dalie, mais tricolore efinocchio nero: dalie e canne dellevarietà alte piantate in grandi gruppiinsieme al mais «Harlequin» (a fogliaverde, rossa e bianca) conferisconomassa alle aiole e sembrano ancorapiù belle se affiancate dal finocchiodella varietà «Purpureum» (colorbronzo), da zinnie «Persìan Carpet»(a fiore arancio), coleus, tageti aran-cio e bronzo.• Gladioli e lantana: piantati in grup-pi in vari punti di un 'aiolà di Lantanacamara in tinta i gladioli creano inte-ressanti macchie di colore.• Gloriosa e impatiens: la gloriosa è digrande effetto quando si arrampica suun tutore; con un impatiens rosso aisuoi piedi sembra ancora più bella.• Crocosmia rossa e timo dorato: suun fazzoletto di terra illuminato daThymus pulegioides «Aureus» due otre gruppi della rossa crocosmia «Lu-cifer» si fanno notare da lontano.

re nuove foglie e causare conseguente-mente forti defogliazioni. Per contrasta-re le infestazioni di questa piccola far-falla potete intervenire con cartap-20(ad esempio SanvexSG-Sipcam, nonclassificato), alla dose di grammi 15 per10 litri d'acqua. Onde evitare possibilimanifestazioni di tossicità per le piante,è opportuno effettuare il trattamento convegetazione asciutta e durante le ore cal-de della giornata affinchè le foglie pos-sano asciugarsi rapidamente.

BULBOSE E TUBEROSE

Lavori

La temperatura è mite e il sole scaldail terreno: è tempo di mettere a dimorabulbose e tuberose a fioritura estiva.

Bulbi e tuberi contengono tutto ciò dicui hanno bisogno per vegetare e fiorire,ma se non hanno la possibilità di far cre-scere in tempo le radici avranno uno svi-luppo deludente, quindi non attardatevi,correte al vostro vivaio di fiducia e acqui-statene in quantità, così da avere strepito-se fioriture per tutta la bella stagione.

Le infinite soluzioni a cui si prestano ibulbi da fiore rivelano ancora una volta lastraordinaria versatilità di queste piante.

In vaso o in giardino l'allegria dellebulbose estive non sfugge alla vista. Lecorolle di gigli, gladioli, calle, dalie,canne, ornitogalo, oxalis, agapantoe gloriosa incantano lo sguardo e l'ol-fatto grazie alle loro intense fragranze.

Se volete cimentarvi con soluzioninuove e originali, provate ad accostare igladioli con vegetali insoliti come gli arbu-sti e le piante erbacee: scoprirete infinitesoluzioni adatte a soddisfare la vostra sen-sibilità compositiva. Ecco alcuni suggeri-menti: per un angolo del giardino dai cro-matismi brillanti piantate i gladioli in varipunti di una aiolà di Lantana camara.Scegliete gladioli come il «Prinses Mar-garet Rose» o il «Peter Pears» e creere-te delle interessanti macchie di colore.

Se avete voglia di una composizionefresca e insolita interrate bulbi di gladiolo«Spring Green» alternandolo a felci eeucomis. Per un accostamento ricercato esuggestivo, abbinate, ai gladioli chiari,lilium bianchi e rosa e illuminateli condel senecio, della lavanda e deH'artemi-sia e per un tocco sublime aggiungetel'azzurro dei fiori di ceratostigma.

Gli accostamenti delle bulbose estivecon altre piante possono essere infiniti,poliedrici, giocati sulla ricerca del con-trasto o dell'armonia, e sempre in gradodi rivelare il carisma di questi fiori che

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\ Jsanno essere protagonisti indiscussi del-le più svariate composizioni.

Quando la fioritura delle bulbose etuberose a fioritura primaverile sarà con-clusa è necessario che le foglie continui-no la loro attività vegetativa affinchè sipossano accumulare nei loro organi sot-terranei tutte quelle sostanze di riservache garantiranno una rigogliosa fioriturail prossimo anno. Non tagliate mai le fo-

A glie prima che si siano seccate dasole. Per mascherare la presenza del

fogliame che sta ingiallendo, piantate,davanti ad esse, bulbose e tuberose a fio-ritura estivo-autunnale, in modo che que-ste ultime coprano con il loro fogliame ei loro fiori le piante ormai non più belle.

Interventi fitosanitari

Le piante di lilium allevate in ambien-te protetto possono essere attaccate dallacriocera (Lilioceris lìlii), i cui adulti so-no facilmente visibili per il loro appari-scente colore rosso. Essi si nutrono com-piendo erosioni fogliari e distruggendo ifiori. Al rinvenimento degli adulti sullepiante, raccoglieteli e schiacciateli primache avvengano gli accoppiamenti e leovideposizioni oppure effettuate un trat-tamento con deltametrina-1,63 (come adesempio Decis Jet, irritante), alla dose dimillilitri 0,8 per litro d'acqua.

Le begoniette possono già presentarefoglie «minate» (cioè scavate all'interno)dalla mosca Pegomyia bicolor, nel qualcaso potete asportare e distruggere le fo-glie colpite senza ricorrere a trattamenti.

Eventuali infezioni di mal bianco [Oi-dium begoniae) possono essere arrestatecon zolfo bagnabile-80 (ad esempio Ku-mulus DF-Compo e Zolfo bagnabile-Bayer, bio, non classificato) o con biterta-nolo-45,5 (ad esempio Proclaim-Bayer,

n classificato), alle rispettive dosi digrammi 3 e millilitri 0,5 per litro d'acqua.

ROSAI

Lavori

Messa a dimora. Nelle zone più fre-sche della penisola, tutto il mese di mar-zo è un ottimo periodo per continuare amettere a dimora i rosai a radice nuda,mentre nelle zone montane l'impiantova rimandato sino al completo sciogli-mento della neve. In ogni caso quasi tut-to l'anno si possono eseguire i trapiantidi rose allevate in contenitore, soprattut-to quando i rosai a radice nuda non sonopiù in commercio. Tale operazione è/ \ sconsigliabile solo in pieno inverno,

L—A quando il terreno è gelato, e in piena

I-Criocera (Lilio-ceris lilii; l'insettoadulto misura mm6-8) su giglio. 2-Larva (mm 10 cir-ca) di Pegomyia bi-color. 3-Mal bianco(Oidium begoniae)su begonia

estate, quando caldo e siccità potrebberomettere a repentaglio il nuovo trapianto.

Siete ancora in tempo per sceglierequalche nuova rosa da impiantare e, sevolete nascondere un alto muro, anzichérosai rampicanti, scegliete i rosai da par-co, cioè quelle piante che hanno uno svi-luppo notevole in altezza (possono rag-giungere i 2,50-3 metri), senza avere ilportamento dei rampicanti. Fra i tantiscegliete «Nevada», dai fiori semi-dop-pi bianco avorio con un tocco di rosa, ri-fiorente a intermittenza; «Westerland»,dai fiori grandi, doppi, arancio ramato,una fioritura abbondante e ripetuta du-rante tutta la buona stagione; «Rush»,densa di rami che nascono in continua-

j••|':.:Xvi^i;"v;:P^%\^?:::::S. ^-M:

Se volete creare un angolo fioritosenza ricorrere a complicate struttu-re inferro, realizzate questa specie dipiramide di rose, seguendo le istru-zioni riportate nel testo qui a destra

zione dalla radice, con fiori semplici,bianchi bordati di rosa, che sbocciano aprofusione per tutta la buona stagione.

Anche se la terra del vostro giardinoè essenzialmente acida, quella che staalla base di un muro risulta di certo leg-germente calcarea a causa dello sfalda-mento del muro stesso; le rose apprezza-no particolarmente i terreni neutri o leg-germente calcarei e cresceranno quindipiù rigogliose. Se il terreno si presentaimpoverito o troppo compatto, incorpo-rate della torba e del terriccio preparatoappositamente per le rose (come adesempio il Compo Sana Terriccio perRose), che tra i componenti di base haanche la torba; questa garantisce unaperfetta circolazione dell'aria attorno al-le radici e trattiene l'acqua, che verràgradualmente assorbita dalle radici.Questi terricci sono inoltre fertilizzati eassicurano perciò alle piante un nutri-mento diluito nel tempo. Aggiungete co-munque un buon fertilizzante specifico(come ad esempio il Baycote Rose dellaBayer) e uno a lenta cessione (come adesempio cornunghia), attenendovi allequantità consigliate sulle confezioni.

Se volete creare un angolo fiorito sen-za ricorrere a complicate strutture in fer-ro, interrate un robusto palo al centro diuno spazio; alla sommità (almeno 2,5 me-tri dal suolo), fissate 8 fili di ferro robustie plastificati, che tenderete a coppie, equi-distanti fra loro, fissandoli con dei pic-chetti al terreno a circa un metro di distan-za dal palo. Piantate alla base di ogni cop-pia di fili una rosa (ad esempio «Pierrede Ronsard», un rosaio rampicante cheperò non supera i 2,5 metri con grandi fio-ri a coppa bianchi e rosa, rifiorente), otter-rete in breve tempo una piramide fiorita.

Potatura. Terminate i lavori di pota-tura (iniziati nel mese di febbraio) entrola metà di marzo, per non arrecare dan-no alle piante che già iniziano a vegeta-re; procedete sempre con attenzione nel-l'effettuare i tagli considerando le diver-se tipologie di arbusti (vedi «i Lavori» digennaio-febbraio 2005, pag. 8).

Pulizia. Asportate e bruciate tutti iresidui delle potature, eliminate la pa-glia legata attorno al tronco dei rosai adalberello e ricorrete alla spazzolatura delfusto con una comune spazzola di saggi-na, per eliminare le eventuali infestazio-ni da parassiti; infine allontanate il muc-chietto di terra che avete addossato alpunto di innesto dei rosai trapiantati inautunno per ripararlo dal gelo.

Sarchiatura e concimazione. Sar-chiate e ripulite il terreno attorno ai diver-si arbusti; fertilizzate con un concimespecifico per rosai, attenendovi alle quan-

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Jtità riportate sulla confezione e interrateleggermente il tutto mischiandovi anchela pacciamatura invernale residua.

Pacciamatura. Solo verso la fine diaprile o a maggio dovrete stendere unnuovo strato di pacciamatura per limita-re l'evaporazione e riparare le radici dalcalore estivo.

Interventi fitosanitari

La giovane vegetazione viene preco-cemente attaccata dalle prime coloniedell'afide Mcicrosiphum rosae e, talora,dalla cicalina verde {Edwardsiana ro-sae). Le infestazioni di questi due inset-ti possono essere eliminate attraverso ununico intervento con imidacloprid-17,8(ad esempio Confidor Giardino-Bayer,

to) alla dose di millilitri 5per 10 litri d'acqua.

Se sono già visibili foglie coperte dauna debole muffa farinosa biancastra pro-dotta dal mal bianco (Sphaerotheca pan-nosa var. rosae) è opportuno intervenireprontamente con zolfo bagnabile-80 (adesempio Kumulus DF-Compo e Zolfobagnabile-Bayer, hio, n )alla dose di grammi 3 per litro d'acqua,oppure con bitertanolo-45,5 (ad esempioProclain-Bayer, ni to) alla do-se di millilitri 0,5 per litro d'acqua.

In genere in questo periodo i rosai nonsono interessati da altri attacchi di funghie di insetti. Se tuttavia notate isolate mac-chie di ticchiolatura (Marssonina rosae),ai preparati più sopra indicati potete ag-giungere ossicloruro di rame-50 (ad esem-pio ossicloruro-50 WP Siapa, ir te) al-la dose di grammi 3 per litro d'acqua.

SIEPI, ARBUSTI E ALBERI

Lavori

Marzo e aprile sono i mesi in cui do-vete veramente iniziare ad aiutare le sie-pi, gli arbusti e gli alberi del vostro giar-dino dopo il riposo invernale.

Potatura. In questi mesi, passato ilpericolo delle gelate, è il momento dipotare le piante che fioriscono sui ramidell'anno come ad esempio lagerstroe-mia, ortensie. Aprile è anche il mesemigliore per potare gli olivi ornamenta-li del giardino, i leeci ed eventualmenteanche le conifere. Generalmente nessu-na pianta, in condizioni normali, neces-sita di potature, a meno che non si trattidi favorirne la fioritura e la fruttificazio-ne, di ridurne lo sviluppo per motivi dispazio o dì aiutarne ìa ripresa nel casoabbia subito un grave trauma.

I-Afidi (Macrosiphum rosae, mm 1,5) sugermoglio di rosa. 2-Cicalina verde(Edwardsiana rosae, mm 2) su paginainferiore di foglia di rosa. 3-Mal bianco(Sphaerotheca pannosa) su foglie di ro-sa. 4-Ticchiolatura (Marssonina rosae)su foglie di rosa

Con il clima più temperato, e di con-seguenza con la ripresa vegetativa, lepiante sono in grado di rimarginare ve-locemente le ferite causate da tagli più omeno profondi. Per quanto riguarda glialberi e i grossi arbusti controllate beneche sui tronchi non ci siano ferite causa-te da attacchi parassitari che possono di-ventare gravi per noci, salici e pioppi.

Messa a dimora. In questi due mesiè anche possibile mettere a dimora gio-vani alberi e/o arbusti coltivati in conte-nitore nei punti più disadorni del vostrogiardino. A questo proposito vi consi-gliamo sempre di affidarvi a un espertoprima di procedere alla messa a dimora

Aprile è il mese migliore per potaregli olivi ornamentali del giardino

di piante che vi sono piaciute duranteuna visita in un vivaio: potreste piantare/ \ specie sbagliate in terreni o ambien-

i—A ti non adatti o in posizioni sbagliate.Al momento dell' acquisto prestate at-

tenzione alla qualità della pianta che sta-te scegliendo: valutate se la zolla, o il va-so, sono di dimensioni proporzionate al-lo sviluppo della sua chioma; controllateche la pianta sia esente da tagli drastici,potature eccessive, ferite e sbucciature;nel caso di piante coltivate in contenitore,accertatevi che abbiano radicato bene.

Altri lavori. Nei mesi di marzo eaprile zappettate bene tutte le aiole delgiardino, con lo scopo di favorire il con-tatto dell'aria con le radici delle piante,e controllate, anche se già doveva esserefatto prima dell'inverno, che non ci sia-no ristagni d'acqua nel terreno.

Dovete sempre porre la massima curanel trattare gli apparati radicali delle vo-stre piante del giardino in quanto da essidipende la loro sopravvivenza e il buonosviluppo. Nello smuovere il terreno attor-no fate attenzione a non strappare le pic-cole radici capillari dalle quali le pianteprendono nutrimento. Una volta smossoil terreno procedete alla somministrazio-ne di sostanza organica da distribuire inragione di 5-10 kg nel caso di alberi adul-ti (5-10 m di altezza) e di 1-2 kg per arbu-sti di medie-piccole dimensioni (1,5-3 mdi altezza). Utilizzate concime organicoin pellet, facilmente reperibile, oppureancora meglio stallatico proveniente di-rettamente da allevamenti di bovini oequini; deve però essere ben maturo, vec-chio di almeno sei mesi.

Tenete presente che, portando in giar-dino del concime organico naturale nonessiccato e pellettato, si porta anche unaenorme quantità di semi di erbe infestan-ti, cosa della quale è bene tenere conto.

Agli arbusti coltivati in vaso som-ministrate un concime a lenta cessio-ne, tipo Osmocote, alle dosi consiglia-te in etichetta.

Inoltre è bene che controlliate il fun-zionamento degli impianti di irrigazionea goccia e a pioggia, in modo da poterliattivare già in questo bimestre qualoral'andamento climatico si presenti seccoe siccitoso.

Interventi fitosanitari

Con l'emissione della nuova vegeta-zione si presentano puntualmente le pri-me colonie di afidi, tanto su siepi che suarbusti e alberi. Le siepi di lentaggine (Vi-burnum tinus) e i cespugli di viburno pal-la di neve (Viburnum opalus) sono sog-getti agli attacchi di Aphis viburni. Le ro-

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\ Ibinie (Robinia pseudoacacia) e il mag-giociondolo sono invece attaccati dal-l'afide nero (Aphis craccivora), le cui co-lonie invadono anche i grappoli fiorali.Gli aceri (Acer platanoides e Acer pseu-doplatanus) sono spesso già invasi dadense colonie di afidi del genere Pe-ryphillus, mentre sui cipressi riprendonoa moltiplicarsi le colonie di Cìnara cu-pressi che hanno superato l'inverno loca-lizzate sul lato più riparato dei rami e deltronco. Nei confronti dei suddetti afidipotete intervenire con pirimicarb-17,5(ad esempio Pirimor-17,5-Syngenta, ;

ificato) o con pirimicarb-13,5 (adesempio Afitox-13,5 WDG-Siapa, n

issificato) oppure con imidacloprid-17,8 (ad esempio Confidor 200 SL, non

ificato), alle rispettive dosi di gram-mi 20 e millilitri 5 per 10 litri d'acqua.

PIANTE ACQUATICHEE LAGHETTO

Lavori

Certe specie vegetali sono destinatead ornare e abbellire il giardino acquati-co; tra queste vi sono le ninfee, detteanche «rose delle acque».

Queste robuste piante acquatiche so-no dotate di un rizoma carnoso, solido,ramificato e spesso enorme. Da questorizoma partono numerosi piccioli cilin-drici, lunghi, che portano foglie galleg-gianti, abbastanza coriacee e lisce, op-pure fiori.

Installazione. Al momento dell'in-stallazione è importante rispettare le in-dicazioni consigliate per ogni specie.Una profondità di 60-80 centimetri inogni modo soddisfa le esigenze dellamaggior parte di ninfee; un'acqua pocoprofonda, comunque, si riscalda più ra-pidamente e favorisce una fioritura ge-nerosa e precoce.

Per i piccoli laghetti scegliete speciedi sviluppo ridotto (come ad esempio«Pygmaea Helvola», «Perry's BabyRed») che si adattano a crescere anchein 15 centimetri d'acqua. Nei grandi la-ghetti scegliete specie di grande svilup-po (come ad esempio «Alba Plenissi-ma», «Gladstoniana») che sopportanoprofondità anche di due metri; tenetepresente che con questa profondità lafioritura diminuisce.

Le ninfee possono essere piantate invaso o in piena terra. I vasi (solitamentedi materiale plastico) devono avere unadimensione proporzionata al vigore del-la pianta, comunque non inferiore a 25cm di diametro; devono avere pareti fo-

1-Aphis viburni (mm 2) su viburno palladi neve. 2-Afide dell 'acacia (Aphis crac-civora, mm 2). 3-Peryphillus testudina-ceus (mm 2) su acero. 4-Cinara cupres-si (mm 2) su cipresso

rate per permettere alle radici più pic-cole di continuare a crescere al di fuo-ri del vaso. Per evitare che la terra escada questi fori rivestite il vaso con un te-lo di juta. Preparate un composto utiliz-zando il 50% di terra da giardino (piùargillosa che sabbiosa), il 25% di sabbiae il 25% di terriccio universale. A que-sto va aggiunto un concime a lenta ces-sione, granulare o in compresse, ricco di

azoto, fosforo e potassio, nella quantitàdi 50 grammi per vaso.

Se desiderate effettuare invece lamessa a dimora in piena terra, pote-te piantare i rizomi da aprile a ottobre,interrandoli verticalmente nel suolo si-no al colletto. Ogni pianta deve disporredi almeno un metro quadrato di superfi-cie ed è utile mantenere il livello dell' ac-qua costante.

Le ninfee richiedono almeno sei oredi sole al giorno.

A Evitate che spruzzi d'acqua causa-Z_^ti da zampilli, fontane e cascate ba-gnino continuamente fiori e foglie.

Interventi fìtosanitari

Nessun intervento fitosanitario è ne-cessario in questo bimestre.

PIANTE IN VASO DA FIOREPER TERRAZZO E BALCONE

Lavori

A marzo, anche se le temperatureesterne sono ancora abbastanza basse,le piante avvertono l'arrivo della bellastagione. In questo periodo hanno deigermogli lunghi dai 5 ai 20 centimetrie poche vecchie foglie. La vegetazionecresciuta durante l'inverno è però mol-to debole, sottile e con foglie di un ver-de molto chiaro con lunghi e deboli pic-

A quale profondità mettere a dimorale piante del laghetto

blocchi di pietra

È importante, al momento della messa a dimora delle piante del laghetto, ri-spettare le profondità tipiche dì ogni specie. Le piante palustri come ad esem-pio la typha-1, lapontederia, l'equisetum, ecc. vanno posizionate a una profon-dità di circa 30 cm; le ninfee rustiche-2, le piante ossigenanti come l'Elodeacanadensis-3 e le ninfee tropicali-4 vanno poste a una profondità di circa 60-80 cm. Ilfior di loto-5, invece, desidera avere solo alcuni centimetri dì acquasopra il vaso, perciò il contenitore deve essere immerso per circa 20 cm; sel'acqua è troppo profonda predisponete sotto il vaso dei blocchi di pietra, o al-tro materiale inerte, alfine di raggiungere l'altezza voluta

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 11

Page 11: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

Y J

La potatura delle piante in vaso da fiore (nella sequenza potatura di geranio). 1-Ecco come si presenta la pianta di geranio prima della potatura. 2-Asportate com-pletamente i rami malati, quelli marci o troppo sottili, avendo cura di disinfettare leforbici passando da una pianta all'altra per non rischiare di trasmettere malattie. 3-Dopo questa pulizia potate i rimanenti rami lasciando su ciascuno solo due-tregemme. ^-Assicuratevi che l'ultima gemma sia rivolta verso l'esterno: in questomodo la pianta crescerà armoniosa lasciando la sua parte centrale aperta alla cir-colazione dell'aria. 5-6-Togliete solo le foglie secche, marce o quelle che si sovrap-pongono (vedi freccia). 1'-Finita la potatura innaffiate moderatamente per circa 10giorni, evitando di bagnare la vegetazione per scongiurare la formazione di danno-si marciumi. 8-Ecco come si presenta la pianta di geranio a fine lavoro

cioli: il grande lavoro sarà quello di «ri-strutturare» la pianta, cioè ridarle unaforma che le permetta uno sviluppo ar-monioso.

Controllate lo stato delle radici: sva-sando le piante dovete trovare radici dibuono spessore con punte di un bel bian-co puro e non devono inoltre essere pre-senti insetti o larve di qualsiasi genere.Per prevenire indesiderati marciumi ve-rificate che, dopo ogni innaffiatura, i va-si si asciughino nel giro di 2-3 giorni;assicuratevi infine che non vi sia mai ac-qua stagnante nei sottovasi per più di 8-10 ore.

La scelta dei nuovi vasi. I nuovi va-si devono avere un diametro di almeno3-4 cm, fino a un massimo di 6-8 cm inpiù rispetto a quelli vecchi. La forma, ilmateriale e il colore sono indifferentiper una buona riuscita della coltura;l'importante è che ci siano sufficienti fo-ri di drenaggio sul fondo.

Un'unica avvertenza riguarda i vasiche saranno esposti al sole diretto sufacciate, balconi o superfici riflettentimolto calde. In questo caso sono da pre-ferire quelli in terracotta, o cemento po-roso, che, traspirando, raffrescano unpoco le radici durante le ore più calde. In

commercio vi sono anche dei vasi dimateriale sintetico con intercapedineisolante, assai efficaci. Non utilizzateA. mai quelli neri in plastica che, oltre

Z__^ ad essere poco estetici, attirano for-temente il calore del sole.

L'importanza del terriccio. Il ter-riccio è il fattore più importante, oltreche per la sanità della pianta, per unabuona riuscita di tutta la futura coltura;esso deve infatti nutrire e dissetare lapianta ed essere sempre arieggiato inmodo da fare respirare le radici.

Per tutte le vostre piante in vaso dafiore per terrazzo e balcone è indispen-A sabile che utilizziate esclusivamen-

Z_A te terricci nuovi e mai terricci vec-chi e già usati.

Il terriccio ideale per le vostre piantein vaso da fiore deve essere composto ilpiù possibile da torbe bionde (quelle nerenon dovranno superare il 40-50%). Do-mandate se il terriccio contiene già delconcime a lenta cessione, altrimenti ag-giungetene in ragione di 2 grammi perogni litro o di 1-2 bastoncini per ogni va-so. Non risparmiate al momento dell'ac-quisto del terriccio: uno di buona qualitàha indicativamente un prezzo medio dicirca 15-18 euro per un sacco da 60 litri.

Rinvaso. Il rinvaso deve essere ese-guito con piante poco bagnate: aspetta-te almeno 2-3 giorni dopo l'ultima in-naffiatura per procedere a questa opera-zione. Lo stadio vegetativo nel quale sitrovano le piante da rinvasare è indiffe-rente: possono essere ancora nella fasedi riposo (nelle regioni settentrionali) oin piena ripresa vegetativa con germo-gli lunghi, teneri e acquosi (regioni delcentro-sud).

Con piante di un solo anno non scuo-tete le radici dal vecchio terriccio, maponete l'intera zolla in un vaso nuovocon un diametro di 6-8 cm più granderispetto a quello vecchio. Con piante diqualche anno di vita è buona cosa inve-ce asportare 2-3 cm della parte ester-na del vecchio terriccio e rimetterle, sepossibile, in un vaso nuovo con diame-tro di 3-4 cm più grande rispetto a quel-lo vecchio.

Sui fori di drenaggio del nuovo vasoposizionate dei cocci capovolti ed even-tualmente 2-3 cm di argilla espansa cheha il pregio di essere leggera e quindinon appesanti sce il vaso.

La pianta si dovrà trovare con il «col-letto» (zona posta tra la base del fusto el'inserzione delle radici) allo stesso li-

A vello del vaso; non mettetela mai amaggior profondità per evitare

marciumi del colletto./ \ II terriccio non deve essere com-

L ^presso e deve risultare anch'esso alivello del bordo vaso; poi col naturalecompattamento si abbasserà di 1-2 cm,sufficienti per consentire la sommini-strazione della giusta dose di acqua.

Per i rinvasi con piccole differenze didiametro dal vecchio al nuovo vaso, uti-lizzate un bastoncino per fare scendere ilterriccio; inoltre, con dei piccoli colpi(lasciando «cadere» il vaso dall'altezzadi pochi centimetri) aiutate l'iniziale in-dispensabile assestamento.

Moltiplicazione. Per quanto riguardafucsie, gerani, latitane, ecc. e in gene-re tutte le piante semiarbustive si pos-sono recuperare le punte dei rami dellepiante sane (solo quelle!!!) per fare unamoltiplicazione delle varietà che più cisono piaciute l'estate precedente (vedi «iLavori» di marzo-aprile 2004, pag. 12).

Per le verbene ed altre piante conuna crescita a cuscino, strisciante oricadente, invece, dovete dapprimaprovvedere ad una potatura rigeneranteper poter poi utilizzare i nuovi germoglicome talee. A questo scopo è importan-te farle rivegetare in un ambiente nontroppo caldo ma molto luminoso in mo-do da ottenere nuovi rami robusti, pocoacquosi e con internodi corti.

12 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 12: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

JProcedete poi nella stessa maniera

adottata per le piante semiarbustive, conla differenza che le talee devono presen-tare almeno 7-8 gemme (o internodi).

Innaffiature. Durante marzo e aprilei fabbisogni d'acqua cominciano a cre-scere molto rapidamente con l'aumenta-re della lunghezza delle giornate; ricor-datevi sempre però di non esagerare conl'acqua: è sempre meglio darne poca chetroppa.

Usate acqua a temperatura ambiente,mai troppo fredda per non favorire mar-ciumi radicali. Allo scopo potete lascia-

A re riposare l'acqua, ma solo peri—A qualche ora e non per settimane:questo per non favorire la formazione dialghe che poi si possono propagare alterriccio.

Concimazione. Con il sopraggiun-gere della bella stagione le piante co-minciano a crescere e quindi ricomin-ciano ad aver bisogno di concimazioniadeguate.

Fino al momento del rinvaso, se lepiante ricominciano a vegetare, provve-dete a concimarle una-due volte la setti-mana con un concime specifico perpiante da fiore (quindi con un alto titolodi fosforo e potassio); se invece le pian-te sono ancora «ferme» concimateleogni 15 giorni impiegando metà dose ri-spetto a quella consigliata in etichetta.A Non concimate assolutamente per

un mese circa le piante dopo il rin-vaso perché devono riformare le radici epoiché il nuovo terriccio è già sufficien-temente concimato. Concimazioni trop-po precoci limitano la crescita delle ra-dici che «si impigriscono» poiché trova-no gli alimenti direttamente con l'acquad'irrigazione e non si devono sforzare atrovarli nella terra.

Interventi litosani tari

Negli ambienti caldi, su surfinie e ge-rani possono essere riscontrate infesta-zioni dell'aleurodide Trialeurodes va-porariorum (vedi foto a pag. 12 de «iLavori» di gennaio-febbraio), nei con-fronti delle quali potete intervenire conottimi risultati impiegando imidaclo-prid-17,8 (ad esempio Confidor Giardi-no-Bayer, n io), alla dose dimillilitri 7 per 10 litri d'acqua.

In alternativa al trattamento foglia-re potete utilizzare imidacloprid-2,5 inpastiglie (ad esempio Provado Facile-Bayer) inserendo nel terreno una o piùpastiglie in funzione del diametro delvaso. Questi preparati sono efficaci an-che nei confronti di precoci infestazionidi Aphis gossypii su fucsia.

AGRUMI IN VASO

Lavori

Con l'arrivo della primavera le tem-perature vanno gradatamele aumentan-do e anche gli agrumi in vaso riprendo-no la loro attività vegetativa. Tra il mesedi marzo e il mese di aprile potete quin-di iniziare a togliere le piante dal lororicovero invernale e a portarle all'ester-no, tenendo comunque sempre in consi-derazione il clima della vostra zona e isuoi capricci.

Fate molta attenzione alle brinate tar-dive che possono compromettere sia lafioritura che la nuova vegetazione pri-maverile.

Dopo averle portate ali 'estemoeseguite sulle vostre piante di agrumiin vaso la potatura di contenimento

Innaffiatila. Con il cambiare dellecondizioni atmosferiche si impongonoanche frequenze di irrigazione differentirispetto a quelle invernali. Inoltre le oredi esposizione al sole, il rapporto fra lagrandezza del vaso e quella della pianta,la quantità di frutti, il tipo di zona (umi-da o ventilata) sono tutti fattori che inte-ragiscono sulla frequenza di irrigazione.

Come accennato ne «i Lavori» digennaio-febbraio, a pag. 12, è impor-tante irrigare le piante di agrumi sem-pre in modo abbondante e ripetuta-mente, anche 2-3 volte a distanza di unquarto d'ora circa, e ripetendo l'ope-razione quando gli strati più superfi-ciali del terreno si presentano asciutti.

Periodicamente è inoltre molto impor-tante controllare il drenaggio del vasoA in modo da evitare dannosi ristagni

di acqua.Quando il terriccio si asciuga, la zolla

si restringe e si stacca dalle pareti; in que-sto modo l'acqua scende rapidamenteverso il fondo passando all'esterno dellazolla senza penetrare a livello delle radi-ci. Se vi limitate quindi a innaffiare unasola volta, l'acqua se ne andrà via e lapianta soffrirà per insufficiente umidità.

Concimazione. Con la ripresa del-l'attività vegetativa verso la metà dimarzo è importante concimare le piantedi agrumi in vaso con concimi granularia lenta cessione specifici a base di azoto,fosforo, potassio e microelementi, tipoChicchi di Sole-Azienda Oscar Tintoriin modo che la pianta trovi a disposizio-ne tutti gli elementi nutritivi di cui ne-cessita in questo periodo.

Potatura. Dopo averle portate al-l'esterno eseguite sulle piante di agrumiin vaso la potatura di contenimento.

Sugli esemplari che hanno passato unbuon inverno e che non si presentanoquindi particolarmente defogliati, doveteeliminare quei rametti che dopo la frutti-ficazione hanno perso il loro vigore, quel-li disseccati o senza foglie e procedere aldiradamento della chioma per permettereuna maggiore penetrazione della luce.

Se le piante hanno subito un eccessi-vo defogliamento dovete invece attende-re la ripresa vegetativa per poter effet-tuare un intervento di potatura di mag-giore entità al fine di ridurre la lunghez-za dei rami e facilitare il ricaccio di ve-getazione dal basso.

Se quando togliete le piante dal rico-vero invernale la gran parte delle foglieall'improvviso cade, ciò vuoi dire che lapianta durante l'inverno ha sofferto lasete: si dovrà quindi procedere a una po-tatura più radicale.

Interventi fitosanitari

I limoni portati all'aperto riprendonoa vegetare con l'emissione di nuovi ger-mogli, frequentemente esposti alle infe-stazioni AtÌY afide verde {Aphis spiraeco-la) e dell'afide bruno (Toxoptera auran-tii). Il primo causa forti accartocciamentidelle giovani foglie impedendo in tal mo-do lo sviluppo dei nuovi germogli conconseguenti forti rallentamenti vegetati-vi, dannosi soprattutto per le giovanipiante. Il secondo afide è meno comune ele sue colonie vengono spesso decimateda parassitoidi. Nel medesimo momentole foglie sono spesso esposte anche alleinfestazioni della minatrice serpentina

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 13: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

'i/m J(Phyllocnistis citrella). Le larve di questoinsetto, lunghe appena 3 mm, scavano,all'interno delle foglie, gallerie serpenti-formi dall'aspetto argentato con lineamediana continua di colore rossastro co-stituita dagli escrementi liquidi e ossidatilasciati dalla larva. Le foglie, spesso inte-ressate da più mine (gallerie), si deforma-no e le parti minate più tardi seccano. Peril contenimento delle infestazioni del-l'afide verde e della minatrice serpentinaè sufficiente un unico intervento con imi-dacloprid-17,8 (ad esempio Confìdor 200SL-Bayer, non classificato) alla dose dimillilitri 7 per 10 litri d'acqua.

Se la vegetazione è infestata da acari{Tetranychus urtìcaè) potete invece in-tervenire con fenpiroximate-5,04 (adesempio Miro-Bayer, irritante), alla do-se di mi 10 per 10 litri d'acqua.

PIANTE D'APPARTAMENTO

Lavori

Passato l'inverno e avvicinandosi laprimavera, con incremento della lumi-nosità e della temperatura, anche lepiante in appartamento cominciano adaumentare l'attività vegetativa.

In questo periodo dovete quindi au-mentare la frequenza delle innaffiatureed incominciare a concimare.

Innaffiatura. La frequenza delle in-naffiature varia in base alle condizioni am-bientali e allo stadio di sviluppo dellapianta; per questo dovete intervenirequando il terriccio sta effettivamente perasciugarsi; il sistema migliore per verifi-carne lo stato di umidità è quello di tocca-re la sua superficie con le dita. Quando ba-gnate dovete farlo in modo corretto, l'ac-qua non deve essere somministrata in do-si scarse, anche se frequenti, ma deve es-sere calibrata in base alla dimensione del-la pianta. Vi consigliamo dunque di ba-gnare finché si vede filtrare l'acqua nelsottovaso; in tal modo sarà inumidita lazolla intera e non solo lo strato superficia-le. Trascorso qualche minuto, necessario ache la pianta assorba il liquido, potete pro-cedere allo svuotamento del sottovaso.

Alcune piante (felci, filodendro,spiili lillà, dracene, cissus) richiedonoun terriccio sempre tendenzialmenteumido, altre devono essere bagnate do-po che il terriccio si è asciugato (ficus,sansevieria, ciclamini).

L'innaffiatura si deve eseguire possi-bilmente al mattino, evitando di bagnarele foglie e bagnando solo il terriccio.L'acqua del rubinetto è adatta a quasitutte le piante; l'ideale sarebbe lasciar

I-Afide verde (Aphis spiraecola, mm1,5-2) su foglie di limone. 2-Afide bruno(Toxoptera aurantìi, mm 2). 3-Foglìe dilimone colpite da minatrice serpentina(Phyllocnistis citrella). 4-Femminaadulta (mm 0,5) e uovo di acaro Te-tranychus urticae

I-Foglie di Ficus elastica infestate daPlanococcus citri, mm 3. 2-Pseudococ-cus longispinus, mm 2,5

riposare l'acqua durante la notte in mo-do che perda una parte del eloro disciol-to e raggiunga la temperatura ambiente.Per capire quando intervenire potete an-che prendere in considerazione questisemplici segnali di avvertimento.1) L'apporto di acqua è insufficiente: lefoglie appassiscono e presentano unacrescita stentata; le foglie basali, piùvecchie, appassiscono, ingialliscono ecadono per prime; i margini delle foglieseccano e imbruniscono; i fiori appassi-scono e cadono velocemente.2) L'apporto di acqua è eccessivo: lefoglie si afflosciano e compaiono mac-chie marcescenti; le punte delle foglieimbruniscono; le radici appaiono scuree mollicce.

Concimazione. Della concimazioneparleremo in modo più dettagliato ne «iLavori» di maggio-giugno, comunque inquesto periodo iniziate a concimare le vo-

stre piante d'appartamento con concimi li-quidi, alle dosi consigliate in etichetta.

Rinvaso. Questo è anche il momentopiù indicato per effettuare i rinvasi.

Innanzitutto occorre verificare la rea-le necessità dell'operazione osservandole radici. Se queste hanno occupato qua-si tutto lo spazio disponibile è ora di rin-vasare la pianta. Alcune specie hanno unapparato radicale che si sviluppa lenta-mente (palme da interni come ad esem-pio kentia, cocos, chamaedorea, dra-cene); potete quindi aspettare anche al-cuni anni prima di rinvasarle.

Quella del rinvaso è un'operazioneda effettuare in primavera al momentodel risveglio vegetativo e comporta unaumento del diametro del nuovo vaso dipochi centimetri (ad esempio si passa da14 a 16 cm). Nell'operazione maneggia-te la pianta con cura, tenendola per il fu-sto ed evitando di danneggiarne l'appa-rato radicale. Non occorre rompere ilpane di terra né tagliare le radici ecce-denti; esse troveranno una comoda siste-mazione nel nuovo vaso, sul fondo delquale avrete già posto del terriccio; met-tete altro terriccio a riempire gli spazi ri-masti, senza però comprimere eccessi-vamente per non compattarlo. L'innaf-fiatura completerà l'operazione.

Il momento del rinvaso è utile ancheper effettuare una «toilette» della pianta:si asportano parti malate o secche e si in-terviene (nel caso ad esempio di un Ficusbenjaminn) con modeste potature dicontenimento o estetiche, riducendo ramitroppo lunghi e disordinati. Questa pota-tura ha solo funzioni estetiche ma i ramitagliati possono essere utilizzati per faretalee e produrre nuove piante (vedi «i La-vori» di gennaio-febbraio, pag. 13).

Un buon terriccio per il rinvaso dellepiante d'appartamento deve presentarealcune caratteristiche fondamentali:consistenza sufficiente a consentire unbuon ancoraggio delle radici; buona po-rosità per permettere la circolazione del-l'aria e impedire il ristagno dell'acqua;presenza di nutrienti in proporzioni equantità adeguate alle esigenze nutrizio-nali dei vari tipi di piante; disponibilitàdi sostanza organica per favorire la ri-tenzione dell'acqua e la vita dei micror-ganismi utili che rendono fertile il ter-riccio; valore del pH subacido (6-6,5).

Oggi il mercato offre molteplici ter-ricci pronti, oppure è possibile preparar-si una miscela casalinga formata da tor-ba a cui, per offrire un buon drenaggio,cioè una buona possibilità di passaggiodell'acqua e dell'aria, è opportuno mi-scelare materiali inerti di diametro tra i2 e 4 millimetri, come la perlite o del po-

14 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 14: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

listirolo macinato. La percentuale deveessere mediamente 80% di torba e 20%di materiale inerte. Vanno poi mescolaticon cura tutti gli ingredienti.

A Evitate di unire alla torba sabbia o/ \ terra, perché riducono la porosità equindi il drenaggio, mentre è utile ag-giungere compost o humus (20% in vo-lume), che migliorano le caratteristichefisico-chimiche del terriccio.

Sempre nella fase di preparazione, èopportuno miscelare al terriccio anchedel concime granulare specifico perpiante d'appartamento (come ad esem-pio Osmocote) nella dose di circa 2-3grammi ogni litro di terriccio.

J

Interventi fitosanitari

Presenze anche minime di coccini-glie farinose (Planococcus citri e Pseu-dococcus longispinus), di aleurodidì(Trialeurodes vaporariorum, vedi fotoa pag. 12 de «i Lavori» di gennaio-feb-braio) e dell'afide Aphis gossypii (ve-di foto a pag. 6), sono potenzialmentepericolose in quanto possono origina-re, con il trascorrere del tempo, infesta-zioni di notevole entità. Un solo inter-vento con imidacloprid-17,8 (ad esem-pio Confidor Giardino-Bayer, non clas-sificato) alla dose di millilitri 0,7 per li-tro d'acqua, riesce a debellare le popola-zioni dei suddetti insetti e a mantenere lepiante esenti da infestazioni per un lun-go periodo di tempo. In alternativa pote-te impiegare le pastiglie di Provado Fa-cile-Bayer già citate per le piante in vasoda fiore per terrazzo e balcone.

A cura di: Giovanni Lombardi (La-vori: Tappeto erboso); Elena Taber-na - Le erbe dei Griggi Montù (La-vori: Piante annuali, biennali e peren-ni); Andrea Corneo - Società italianadella Camelia (Lavori: Piante acidofi-le); Centro internazionale dei bulbi dafiore (Lavori: Bulbose e tuberose); An-na Furlani Pedoja (Lavori: Rosai); An-drea Moti (Lavori: Siepi, arbusti e albe-ri); Gianni Ricci - Vivaio Età Beta (La-vori: Piante acquatiche e laghetto); Lui-gi Vasarri Azienda Lazzeri (Lavori:Piante in vaso da fiore per terrazzo e bal-cone); Alberto Tintori - Azienda OscarTintori (Lavori: Agrumi in vaso); LuigiOggioni - Fondazione Minoprio (Lavo-ri: Piante d'appartamento); Aldo Polli-ni (Interventi fitosanitari: Piante annua-li, biennali e perenni - Piante acidofile -Bulbose e tuberose - Rosai - Siepi, arbu-sti e alberi - Piante acquatiche e laghetto- Piante in vaso da fiore - Agrumi in va-so - Piante d'appartamento).

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SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 15

Page 15: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

ORTAGGI

Lavori

Ortaggi in piena aria. In marzo \ »e aprile i lavori nell'orto richiedonosempre maggiore impegno perché ini-zia, o prosegue, il ciclo di coltivazionedi molte piante orticole, che forniranno iloro prodotti dalla primavera avanzataall'autunno.

Ma la primavera è una stagione contempo instabile. E perciò una regola chesi verifichino ritorni di freddo o che sisusseguano giornate piovose. Questocomportamento del tempo, per partedella primavera, è frequente e non solonel nord Italia. Siate quindi prudenti nel-l'eseguire semine e trapianti perché que-sti lavori attuati con troppo anticipo po-trebbero compromettere la riuscita di al-cune colture.

AE comunque necessario che evitia-te di lavorare i terreni quando sono

bagnati o molto umidi specialmente inpresenza di suoli compatti o tendenti alcompatto. Può succedere infatti che siverifichino primavere piovose e che nonsia stato lavorato, o sia stato lavorato so-lo parzialmente, il suolo nell' autunno-inverno. In questo caso bisogna attende-re che il terreno si asciughi a sufficienzaper poter eseguire con facilità le lavora-zioni. Se operate su terreno bagnato, in-fatti, rischiate di compromettere la strut-tura del suolo che rimarrà con zolle digrosse dimensioni, poco arieggato equindi non idoneo all'ottimale sviluppodelle radici e all'attività degli organismipresenti nel terreno, organismi che sonodeterminanti per il nutrimento dellepiante e quindi per la riuscita delle col-ture. Quindi, soprattutto in un piccoloorto, eseguite sempre le lavorazioni del

Dopo avere sminuzzato le zolledi maggiori dimensioni, spianate il

terreno con un rastrello a denti robusti

Ultimata la semina, per favorire e ren-dere più uniforme la germinazione, po-tete stendere sulle aiole un velo di tessu-to non tessuto

suolo, tanto di fondo come quelle super-ficiali, con la massima cura.

In presenza di suoli pesanti, se nonsiete riusciti a lavorare i terreni nell'au-tunno-inverno, per evitare che si formi-no grosse zolle, le quali richiedono poiuna faticosa e difficoltosa frantumazio-ne, potete limitarvi ad eseguire una «la-vorazione minima». Questa si effettuacon estirpatori (coltivatori, erpicatori,arieggiatoli) piuttosto pesanti, cercandodi affondare il più possibile gli organi la-voranti nel suolo e operando più voltenelle aiole in senso longitudinale e tra-sversale. In questo modo si smuove ilterreno senza formare zolle di grosse di-mensioni. Nello stesso tempo potete in-terrare compost maturo e letame moltodecomposto (cioè ridotto a terriccio do-po 10-12 mesi di permanenza in conci-maia). In seguito procedete ai consuetilavori di preparazione superficiale e al-l'attuazione delle varie colture. Usate dipreferenza la pacciamatura perché con-tribuisce notevolmente a mantenere sof-fice il terreno.

Nelle aiole già vangate, quando pre-parate il terreno per iniziare le nuovecoltivazioni, curate in modo particolarela sistemazione degli strati più superfi-ciali soprattutto se possedete suoli pe-santi e dovete affidare al terreno semiminuti come quelli di carote, lattughe,cicorie, ecc. Dopo aver sminuzzato lezolle di maggiori dimensioni impiegan-do una zappa, e/o un solido erpicatore-arieggiatore, spianate il terreno con unrastrello a denti robusti e appuntiti o con

uno spianatoio. Continuate poi conlo stesso rastrello le operazioni di li-vellamento, amminutando nel con-tempo le parti del suolo che risulta-no ancora grossolane fino a quando

le aiole sono pronte per la semina.Per ottenere una superficie ancora più li-scia e piana ripassate di nuovo con leg-gerezza il suolo con lo spianatoio o conil dorso del rastrello. Se temete che lepiogge rovinino il lavoro svolto, copritele aiole a mezzo di teli plastici uguali aquelli che si impiegano per la pacciama-tura. Per fissare in modo provvisorio imateriali plastici potete usare dei grossisassi o qualche badilata di terreno (op-pure di sabbia) o dei sacchi riempiti diterra o sabbia che collocherete ai bordidei teli stessi e che toglierete prima diprocedere al trapianto o alla semina.

Eseguite la semina possibilmente arighe per tutte le colture, perché in segui-to sarete facilitati nel compiere le opera-zioni di coltivazione (zappature, estirpa-ture superficiali, diserbo, diradamenti,assolcature, ecc). Per collocare le file agiusta distanza servitevi di alcune assi-celle, che segneranno le righe, e di unmetro, per determinare la distanza tra unafila e l'altra, o meglio di un segnarigheanche costruito da voi stessi. Le quantitàmedie di seme da impiegare per le variecolture sono indicate nelle tabelle ripor-tate a pag. 19, 20, 22; ricordate però chevi sono delle differenze talvolta sensibilinelle dimensioni delle sementi in rappor-to alle diverse varietà coltivate. In ognicaso conoscere le quantità medie di semeda impiegare per le varie colture è deter-minante per la riuscita delle coltivazioni.Le tabelle servono inoltre per calcolare,in rapporto alla superficie coltivata,quanta semente è necessario acquistareper ogni singola specie e varietà.

Una volta ultimate le operazioni disemina, per agevolare e rendere più uni-forme la germinazione, potete stendereun velo di tessuto non tessuto sulle aio-le. Questa tecnica molto semplice da at-tuare e poco costosa non ha ancora tro-vato, come meriterebbe, una vasta appli-cazione nei piccoli orti. Ricordate cheoltre ad agevolare la germinazione, iltessuto non tessuto protegge i seminatidai danni provocati dagli uccelli e da al-tri animali (come ad esempio i gatti chescavano nel terreno soffice e fresco).Probabilmente anche gli attacchi di lu-mache e limacce sono meno intensi.

Il trapianto di numerosi ortaggi (po-modoro, melanzana, peperone, zucchi-no, melone, cetriolo, ecc.) inizia in pie-na aria in pianura padana verso la fine diaprile. Se però, quando iniziate la messa

16 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 16: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

J

Come eseguire il trapianto nei terreni difficili(di piantine con pane dì terra e di piantine a radice nuda)

1 piccoli orti sovente sono collocati in terreni compatti di difficile lavorazione e, anche se i lavori di fondo e di rifiniturasuperficiale sono stati eseguiti correttamente, il suolo può presentarsi ancora non ben sminuzzato e le piante potrebberoavere difficoltà ad attecchire per bene. In questi casi, si può operare nei due seguenti modi.

Piantine con pane di terra

A-Si scava, con una paletta o attrezzo simile, una buchetta un po' più grande del pane di terra.

B-Nella buchetta si pone una manciata di terriccio torboso (mescolato con sabbia nella misura del 10-15% in volume).

C-Si colloca la piantina con il pane di terra nella buchetta e si colmano accuratamente gli spazi vuoti con altro terriccio.

©

Piantine a radice nuda

D-Anche in questo caso si scava una buchetta un po' più grande dell'apparato radicale della piantina.

E-Sz colloca poi la piantina nella buchetta con le radici ben distese verso il basso.

F-Si riempie quindi con attenzione la buchetta con il terrìccio in modo che le radici siano completamente affondate e cir-condate dal terriccio stesso.

Nota bene: di regola dopo il trapianto, tanto di piantine con il pane di terra che dì piantine a radice nuda, si innaffia,con quantità di acqua limitate (specialmente in terreni compatti e pesanti) ma ripetutamente.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 17

Page 17: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

V (Mi) J

Progetto di coltivazione di un piccolo orto di circa 27 metri quadratia cura di Alberto Locatelli

Esempio di orto formato da 3 aiole, con aggiornamento mensile della situazione, in riferimento all'Italia centro-settentrionale; per le altre zone d'Italia si veda la cartina geografica riportata a pag. 19

E

N < \ > S

O

Come si presenta Torto a fine marzo Come si presenta l'orto a fine aprileAglio Cipolla

colorata ,

Lattuga e cicoria da taglio- Ravanello - Rucola Prezzemolo t§/

(solo in una ^parte dell'aiolà)

2 SedanoBietolada coste

Pisello

! Aglio Cipolla j ,colorata t ^ j

Lattuga e cicoria da taglio- Ravanello- RuCOla ctd*Lt»

ss»Lattuga e

^ cicoria da

ir "° ZBietolada coste jjfe Pomodoro |f* Kg

Prezzemolo- Sedano - Basilico

Zucchino

3 Fagiolino nano $? Pisello M

— m 8,00 - m 8,00 -

Stadio prevalente della coltura. ^ = semina; w/ = trapianto; ifttf = in fase di raccolta;~2 = ortaggio in coltura protetta; ~^\ - aiolà libera in attesa di coltivazione; 11° = secondo raccolto.

I disegni a colori rappresentano i singoli ortaggi in fase di coltivazione.

Per l'impostazione generale dell'orto e la scelta delle colture si veda il numero 1/2002 a pag. 25-26.

a dimora, la temperatura di notte scen-desse sotto i 12° C, collocate dei piccolitunnel provvisori (40-50 cm di larghez-za per 40-50 cm di altezza) sulle coltureper rendere più facile l'attecchimentodelle piantine e difenderle da possibilidanni che il freddo può causare. Ricor-date però di arieggiare in modo costanteanche queste piccole protezioni.

Quando eseguite i trapianti preferitepiantine con il pane di terra rispetto aquelle a radice nuda. Le prime hanno uncosto più elevato, ma i vantaggi che ap-portano alle colture sono così evidenti(attecchimento rapido e uniforme, piùelevata precocità, impiego di varietà mi-gliori, ecc.) che conviene senz'altro so-stenere una maggiore spesa. Vi è inoltreda rilevare che con il trascorrere deglianni diminuisce il numero di produttori(vivaisti orticoli) che dispongono dipiantine a radice nuda. Alcuni produco-no in contenitore anche piantine che nonpongono problemi per il trapianto a ra-dice nuda, come cipolle e porri. In mol-ti casi è semplice e facile produrre da sestessi piante con il pane di terra (detteanche con zolla o zolletta): provare a uti-lizzare questa tecnica, ad esempio con lozucchino da coltivare in pieno campo,può risultare un'esperienza utile ancheper un piccolo orticoltore (meno di 30

metri quadrati di superficie coltivata) aiprimi tentativi di coltivazione.A In ogni caso non mettete a dimora

Z A piantine «invecchiate» dentro il lo-ro contenitore, altrimenti potete correreil rischio di non ottenere i vantaggi pri-ma esposti.

A E opportuno poi che evitiate di tra-Z_A piantare troppo presto ortaggi chehanno bisogno di caldo come pomodori,peperoni, melanzane, meloni, cocomeri,cetrioli, zucche e zucchine. Un ritorno

Dopo aver distribuitoi concimi, interrateli a mezzo

di una leggera zappatura

di freddo può bloccare la vegetazioneper lungo tempo e compromettere sia laprecocità che la quantità complessivadel prodotto ottenuto. Se volete racco-gliere con un po' di anticipo puntate suvarietà precoci e attuate almeno partedelle colture, specialmente delle pianteappena menzionate, sotto protezioni.

Utilizzate poi la pacciamatura conteli plastici per molte colture (pomodo-ro, peperone, melanzana, melone, angu-ria, cetriolo zucchino, ecc), accoppian-do, se possibile, le manichette per l'irri-gazione. Se non desiderate pacciamarele aiole con teli plastici, potete usare lapaglia che di solito in campagna si trovafacilmente, oppure gli appositi fogli dicarta che si degrada una volta interratanel suolo, fogli che però non sono facilida reperire. Va comunque ricordato cheesiste in commercio, anche in piccolequantità, un telo plastico derivato daamido di mais (BioTelo Agri) che unavolta utilizzato viene interrato con unanormale lavorazione e si decompone nelterreno. La sua durata, a seconda degliimpieghi, va da 1 a 3 mesi e più in rap-porto soprattutto al tipo e allo spessoredei teli stessi. Si può impiegare tanto incoltura protetta che in pieno campo.

Nel caso fosse necessario, irrigate inpieno campo, ma con molta prudenza.

18 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 18: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

JOrtaggi in coltura protetta. È con-

sigliabile che installiate per tempo i tun-nel che verso la metà di marzo dovrannoappunto accogliere le colture che sonoesigenti in fatto di calore. Coprendo inanticipo con i tunnel le aiole in cui ver-ranno trapiantati questi ortaggi, il terre-no si riscalda e così le piante messe a di-mora riprenderanno più rapidamente lavegetazione.

Arieggiate le protezioni sempre più alungo, in particolare nelle giornate dipieno sole, via via che aumentano le oredi luce e si innalzano le temperature.Può succedere che, se non si aprono itunnel, si raggiungano o si superino,specialmente in aprile, valori termici pa-ri a 40° C e anche più elevati. Queste al-A t e temperature sono dannose per le

piante orticole perché bloccano lavegetazione e possono ostacolare l'im-pollinazione dei fiori fino a compromet-tere la formazione dei frutti. Vi sarebbeinoltre una differenza troppo elevata trale temperature del giorno e quelle dellanotte, differenza che metterebbe ancoradi più in difficoltà gli ortaggi.

Se si verificassero invece giornatefredde e perturbate lasciate pure aperti itunnel per consentire la riduzione dellacondensa che si forma all'interno delleprotezioni, ma il meno possibile. In ca-so però di tempo molto perturbato tene-teli chiusi. Marzo poi in molte località ècaratterizzato dalla frequente presenzadel vento. In questo caso aprite le prote-zioni dalla parte opposta a quella da cuisoffia il vento.

Nel mese di aprile togliete le prote-zioni da ortaggi come lattughe, ravanel-li e radicchi da taglio che per vegetare eprodurre non hanno bisogno di condi-zioni termiche elevate, anzi da questevengono danneggiati.

Sotto tunnel sono indispensabili ap-porti d'acqua (a temperatura ambien-te, perché irrigazioni con acqua freddabloccano la vegetazione) sempre più fre-quenti, ma senza esagerare nelle quan-tità che saranno proporzionate all'au-mento della vegetazione, al numero diore giornaliere di luce e quindi alle tem-perature.

Eseguite la pacciamatura delle aio-le con teli di materiale plastico scuro ocon paglia (o usando entrambi i materia-li, ad esempio ricoprendo con teli plasti-ci le aiole e i percorsi tra un'aiolà e l'al-tra con la paglia). Specialmente nel ca-so adoperiate teli plastici, potete impie-gare per l'irrigazione l'apposita mani-chetta forata da porre sotto la pacciama-tura stessa.

Per i trapianti utilizzate comunque

Le fasce climatiche d'ItaliaNe «i Lavori» e nei calendari in gene-re che vengono pubblicati su Vita inCampagna ci si riferisce al clima del-la pianura padana (0). Orientativa-mente i lettori delle zone a clima piùmite dovranno anticipare le pratichecolturali fino a 25-30 giorni (Sicilia—25/30). In ogni caso queste indica-zioni vanno prese in modo molto ela-stico. Ad esempio la semina, del pomo-doro, che in pianura padana cominciain pieno campo a fine aprile, in Siciliasi può anticipare agli inizi di aprile odanche prima. Nelle zone di bassa col-lina del nord Italia dovrà invece esse-re ritardata fino al IO maggio

+ 10/20 |

-05/10 | |-10/20 f I-20/25 I I-20/30 I I-25/30 I 1

piantine con il pane di terra di varietàadatte alle colture protette (vedi «i Lavo-ri» di novembre-dicembre 2004 e «i La-vori» di gennaio-febbraio 2005). Soloadottando varietà adatte alle colture pro-tette potrete ottenere raccolti veramente

precoci ed elevate quantità di prodotto.

Concimazione. Concimate semprecon moderazione tanto al momento incui preparate le aiole per semine e tra-pianti, quanto nel periodo di vegetazio-

Le semine di marzo in coltura protetta (pianura padana)(per le altre zone d'Italia si faccia riferimento alla cartina riportata qui sopra)

Periodo

Fino allametà delmese (col-tura protettariscaldata)

Da metàmarzo aiprimi diaprile

Per tuttoil mese(semenzaioin colturaprotetta)

Ortaggio

Anguria n. semi per vasetto (2)Cetriolo n. semi per vasetto (2)vlelone n. semi per vasetto (2)Zucca n. semi per vasetto (2)Zucchino n. semi per vasetto (2)

Anguria n. semi per vasetto (2)Cavolo verza estivo (3)Cetriolo n. semi per vasetto (2)Fagiolo nanoFagiolino nanoIndivia riccia (-')Vlelone n. semi per vasetto (2)Zucca n. semi per vasetto (2)Zucchino n. semi per vasetto (2)

Basilico (3)Melanzana (3)Peperone (3)Pomodoro (3)Sedano (3)

Quantitàdi seme

g/m2

1-21-21-21-21-2

1-21,5-21-2

8-128-12

0,3-0,51-21-21-2

0,51,2-1,51,5-2

0,8-1,20,2-0,3

Semi pergrammo

n.

10-2030-3525-35

35-8

10-20200-300

30-351-42-4

600-80025-35

35-8

750-850200-220140-150320-350

1800-2000

Duratadella coltura

giorni (')

90-12070-11080-115110-150

60-70 (90)

90-120130

70-11065-75 (90)

50-6590-11080-115110-150

60-70 (90)

60-120(150)150-240170-240

80-130(180)90-130(150)

(') Numero approssimativo dei giorni che vanno dalla semina (germinazione del seme) alla raccolta. I da-ti tra parentesi riguardano le colture che si attuano in condizioni non ottimali o che devono trascorrere nelterreno la stagione autunno-invernale. (2) Semina in vasetti o contenitori simili per successivo trapiantocon pane di terra. (') Quantitativo per semine in cassettìne di polistirolo di cm 30x50 circa. Si può esegui-re la semina direttamente in contenitore alveolato collocando un seme per alveolo (5-8 per il basilico con-servando in seguito tutte le piantine che germinano) oppure due tenendo, dopo la germinazione, la pian-tina migliore. La semina diretta nei contenitori evita - al contrario di quella in cassettine - di eseguire iltrapianto nei contenitori alveolati. Per il sedano invece, date le dimensioni minori dei semi, è più conve-niente la semina in cassettina ed il successivo trapianto in contenitore.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 19

Page 19: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

otto

Le semine di marzo in piena aria (pianura padana)(per le altre zone d'Italia si faccia i iferimento alla cartina di pag. 19)

Periodo

Per tuttoil mese(piena aria)

Ortaggio

Bietola da costaBietola da ortoCarotaCavolo cappuccio primaveri-le-estivo (2)Cicoria da taglioCipolla bianca (pieno campo)Cipolla colorata (semenzaio) Q)Cipolla colorata (pieno campo)CipollinaLattuga a cappuccio (2)Lattuga da taglioPiselloPrezzemoloRavanelloRucolaSpìnacio

Quantitàdi seme

g/m2

1,5-2,51,5-2,50,5-1

1,5-26-8

0,5-13-3,50,5-1

4-8(10)0,3-0,7

6-1010-20

2,5-3,51,5-20,5-12-4

Semi pergrammo

n.

5075-95

850-1000

300600-750250-300250-300250-300250-300

8008002-6500

80-120500

80-100

Duratadella coltura

giorni (')

60-80(210)70-110

100-140(240)

100-12060-80(150)

120-210(240)140-180140-180120-15070-10050-8060-150

70-110(210)25-40 (70)40-70 (90)

70-90(180-210)

(') Numero approssimativo dei giorni che vanno dalla semina (germinazione del seme) alla raccolta. I da-ti tra parentesi riguardano le colture che si attuano in condizioni non ottimali o che devono trascorrere nelterreno la stagione autunno-invernale. (2) Quantitativo per semine in cassettine di polistirolo di cm 30x50circa. Si può eseguire la semina direttamente in contenitore alveolato collocando un seme per alveolo op-pure due tenendo, dopo la germinazione, la piantina migliore senza poi - al contrario di quanto avvienecon la semina in cassettine - dover effettuare il trapianto nei contenitori alveolari. (3) 1'er la cipolla, pur es-sendo ancora valida la produzione di piantine in semenzaio, per semplicità è consigliabile seminare in con-tenitore (meglio due semi per alveolo tenendo poi la piantina migliore).

ne delle piante, cioè in copertura.Per avere un punto di riferimento,

impiegate i quantitativi di fertilizzantisuggeriti negli articoli della rivista chetrattano delle tecniche di coltivazionedei singoli ortaggi, quantità che potetediminuire se disponete di terreni fertili.

Ultimate le concimazioni di base(con letame molto maturo, compostugualmente maturo, fertilizzanti organi-ci e organo-minerali ammessi nelle col-ture biologiche, concimi contenenti fo-sforo e potassio, a seconda delle dispo-nibilità e delle scelte individuali) nelleaiole in cui la raccolta di prodotti inver-nali è ormai conclusa. Iniziate a conci-mare in copertura, senza mai esagerare,le piante orticole che hanno trascorsonel terreno la stagione invernale comeaglio, cipolla e porro, e anche ortaggi dapoco seminati e in fase di crescita (comead esempio la carota).

ANelle colture protette non eccedetecon le concimazioni perché le favo-

revoli condizioni climatiche che si verifi-cano sotto le protezioni potrebbero rende-re troppo rigogliosa la vegetazione (comead esempio nella melanzana e nel melone)a scapito della precocità, della produttivi-tà e della sanità complessiva delle piante.

Se non desiderate utilizzare fertiliz-zanti prodotti dall'industria chimica po-tete impiegare concimi contenenti gua-no che si possono utilizzare pure in co-pertura. Di regola questi fertilizzanti sitrovano piuttosto facilmente, ma sonoabbastanza costosi.

Dopo aver distribuito i concimi, in-terrateli a mezzo di una leggera zappatu-ra e/o eseguite un'irrigazione.

In marzo potete mettere a dimorain pieno campo piantine di cipolle

bianche ottenute da semenzai autunnali

Utilizzo del compost. Utilizzate ilcompost con le stesse modalità e nellequantità indicate ne «i Lavori» di gen-naio-febbraio, pag. 16. In questo perio-do però la concimazione di fondo del-l'orto e del giardino va limitata alle aio-le che hanno fornito la loro produzionenel periodo invernale (cavoli, porri,ecc.) oppure che non è stato possibilevangare in precedenza.

Potete impiegare il compost ancheper coltivazioni in contenitore di pianteornamentali (vasi e cassette). In questocaso la decomposizione dei materialidovrà essere molto spinta (non meno di12 mesi, meglio 18-24 mesi). Di solito ilcompost, specialmente quello meno ma-turo, viene mescolato con torba (50%circa, o in quantità maggiori se si colti-vano piante acidofile come azalee, rodo-dendri, eriche), ma potete aggiungereanche sabbia (5-15%) o argilla espansain rapporto alla compattezza del terric-cio, alle dimensioni e al tipo di vaso usa-to, alle piante coltivate. Si può arrivareanche al 15% e oltre quando il compostsi presenta piuttosto umido o volete pre-parare un terriccio più leggero. Potetemescolare pure una parte di terra del-l'orto o del giardino, dove però sonopresenti semi di piante infestanti che do-vranno essere tolte non appena i semistessi germineranno.

Per facilitare lo sgrondo dell'acquaponete sul fondo dei vasi uno strato diargilla espansa che deve essere tanto piùspesso quanto maggiori sono le dimen-sioni dei vasi (ad esempio da 2 a 7 cen-timetri e anche più per vasi di 40 cm didiametro).

Maggiore è il periodo di maturazionedel compost, minore è la necessità che aquesto mescoliate altri materiali. Adope-rando compost di due anni (ben vagliatoper mezzo di una rete o di un setacciocon fori di un centimetro di lato) poteteriempire vasi anche con il 70-90% (almassimo) di compost, specialmente secoltivate piante annuali, gerani, fucsie esimili. In ogni caso saranno le conoscen-ze acquisite nel tempo che potranno dar-vi indicazioni su come utilizzare nel mo-do migliore possibile il compost ancheper le coltivazioni in vaso.

Se disponete di compost maturo ineccedenza potete conservarlo nei sacchiche prima contenevano terricci o torbe.

Acetosa, crescione. Seminate en-trambe le piante e raccogliete il crescio-ne anche in pieno campo.

Aglio, cipolla bianca e colorata, ci-polline, porro, scalogno. Per tutto ilmese di marzo potete mettere a dimora i

20 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 20: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

etto J

Progetto di coltivazione di un orto familiare di circa 200 metri quadratia cura di Alberto Locatelli

Esempio di orto formato da 14 aiole, con aggiornamento mensile della situazione in riferimento all'Italiacentro-settentrionale; per le altre zone d'Italia si veda la cartina geografica riportata a pag. 19

Per le possibili alternative consultate le tabelle delle semine e dei trapianti nonché i testi delle singole colture.

Come si presenta l'orto a fine marzo

N < I > S

Yo Come si presenta l'orto a fine aprile

7 Lattuga e cicoria da taglio Rava-nello col

8 Pisello

9 CarotaLattugaa cappuccio

10 Bietola da coste e da orto Cipolla colorata e cipolline

m 12,00

Tunnel per pro-durre piantine

Prezze-^molo %

Sedano Aroma-tiche I Fragola

2 Pomodoro;Peperone epeperoncino

3 Pomodoro

4 Melanzana r/V Zucchino

5 Melone

6 Cocomero e/o zucca

7 Lattuga e cicoria da taglio Rava-nello

Ru-cola '

8 Pisello

9 Carota Lattugaa cappuccio

10 Bietola da coste e da orto Cipolla colorata e cipolline

11 Aglio

12 Cetrioloe cetriolino

Cipolla biancaCavolocappuccio

Invidia riccia e scarola '

13 Fagiolino nano e rampicante

14 Fagiolino nano e rampicante

m 12,00 JVi proponiamo il progetto di coltivazione di un orto familiare dì circa 200 metri quadrati, adatto alle esigenze di una famigliadi quattro persone. Ogni bimestre aggiorneremo il progetto indicando in quale fase si trovano le colture che proponiamo.

Stadio prevalente della coltura. ^ = semina; wy = trapianto; lÉiP = in fase di raccolta;

| | = ortaggio in coltura prole/iti; \ \ - aiolà lìbera in attesa di coltivazione.

I disegni a colorì rappresentano i sìngoli ortaggi in fase dì coltivazione.

piccoli bulbi di aglio e di cipolle colorate,facilmente reperibili presso i rivenditoridi sementi da orto. Talora sono disponibi-li pure piccoli bulbi di cipolla bianca. Po-tete inoltre trapiantare i bulbi di scalogno,ma per quest'ultimo scegliete terreni chesgrondino particolarmente bene l'acqua.Da qualche anno è possibile trovare se-

menti e piantine di scalogno ibrido.Concimate in copertura, senza ecce-

dere, e lavorate in superficie il suolospecialmente nelle coltivazioni messe adimora in autunno (aglio e cipolle bian-che). Per eseguire questa operazionecolturale impiegate un piccolo estirpato-re con il quale potete lavorare facilmen-

te tra le piante, che in genere nelle aiolesi pongono a distanze ravvicinate.

In marzo potete seminare le cipollebianche in pieno campo (varietà estivetipo Agostana) e anche mettere a dimo-ra piantine ottenute da semenzai autun-nali, o seminate precocemente in coltu-ra protetta, di varietà più precoci (ad

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 21

Page 21: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

V J

Le semine di aprile in piena aria (pianura padana)(per le altre zone d'Italia si faccia riferimento alla cartina di pag. 19)

Periodo

Per tutto ilmese

Da metàmese

Dalla finedel mese

Ortaggio

Bietola da costaBietola da ortoCarotaCavolo cappuccio estivo (:)Cicoria da taglioCipolla colorataLattuga a cappuccio primave-rile-estiva (2)Lattuga da taglioPorro (semenzaio) (3)PrezzemoloRavanelloRucolaSpinacio (primaverile-estivo)

FagioloFagiolino

Anguria (4)Basilico (2)Cetriolo e cetriolino (4)Indivia riccia (2)Melone (4)PomodoroScarola (2)Sedano (2)Zucca (4)Zucchino (4)

Quantitàdi seme

1,51,5

0,5-11.5-26-8

0,5-1

0.3-0,46-10

2,5-3.52,5-3,5

1.5-20,5-10

2-4

Semi pergrammo

n.

7-12/15-228-12

0,5

0.3-0,5

0,1-0,20,3-0,50.2-0,3

5075-95

850-1000200-300600-750250-300

800800400500

80-120500

80-100

1-42-4

10-20750-850

30-35600-80025-35

320-350600-800

1800-20003

5-8

Duratadella coltura

giorni (0

60-80(210)70-110

100-140(240)100-120

60-80(150)140-180

70-10050-80

150-24070-110(210)25-40 (70)40-70 (90)

70-90(180-210)

65-85(100)50-65

90-12060-120(150)

70-11090-10080-115

80-130(180)110-140

90-130(150)110-150

60-70 (90)

(') Numero approssimativo dei giorni che vanno dalla semina (germinazione del seme) alla raccolta. I dati traparentesi riguardano le colture che si attuano in condizioni non ottimali o che devono trascorrere nel terrenola stagione autunno-invernale. (:) Quantitativo per semine in cassettine di polistirolo di cm 30x50 circa. Sipuò eseguire la semina direttamente in contenitore alveolato collocando un seme per alveolo (5-8 per il ba-silico conservando in seguito tutte le piantine che germinano) oppure due tenendo, dopo la germinazione, lapiantina migliore. La semina diretta nei contenitori evita- al contrario di quella in cassettine - di eseguire iltrapianto nei contenitori alveolati. Per il sedano invece, date le dimensioni minori dei semi, è più convenien-te la semina in cassettina ed il successivo trapianto in contenitore, p) Per il porro, pur essendo ancora validala produzione di piantine in semenzaio, per semplicità è consigliabile seminare in contenitore (meglio duesemi per alveolo tenendo poi la piantina migliore). (4) Semina in buchette (2-4 semi per ciascuna).

Le semine di aprile in coltura protetta (pianura padana)(per le altre zone d'Italia si faccia riferimento alla cartina di pag. 19)

Periodo

Primi di aprile

Ortaggio

Anguria (2)Cetriolo (2)Indivia riccia (3)Melone (2)Zucca (2)Zucchino (2)

Quantitàdi seme

g/m2

0,3-0,5

Semi pergrammo

la-20~30-35

600-80025-35

35,8

Duratadella coltura

70-11090-10080-115110-150

60-70 (90)( ') N u m e r o appross ima t ivo dei giorni che v a n n o da l la s e m i n a (ge rminaz ione del s e m e ) alla raccol ta . I dati

tra parentesi riguardano le colture che si attuano in condizioni non ottimali 0 che devono trascorrere nel ter-reno la stagione autunno-invernale. (-) Semina in vasetti o contenitori simili ( 1 -2 semi per ognuno) per suc-cessivo trapianto con pane di terra. Solo in località a clima mite, ma sempre in coltura protetta, si può effet-tuare la semina diretta in piena terra (3-5 semi per buchetta). (3) Quantitativo per semine in cassettine di po-listirolo di cm 30x50 circa. Si può eseguire la semina direttamente in contenitore alveolato collocando un se-me per alveolo oppure due tenendo, dopo la germinazione, la piantina migliore senza poi - al contrario diquanto avviene con la semina in cassettine - dover effettuare il trapianto nei contenitori alveolati.

esempio Bianca di giugno e sue selezio-ni). Seminate anche le cipolle coloratesia in pieno campo che in semenzaio(varietà estive tipo Dorata di Parma, Ra-mata di Milano, Rossa di Firenze verni-na e loro selezioni). Trapiantate le pian-tine ottenute nei semenzai autunnali (va-rietà precoci a semina autunnale), maper le cipolle colorate difficilmente neipiccoli orti si impiegano varietà precoci.In aprile (inizio del mese) ultimate le se-mine e gli eventuali trapianti precoci.

Ricordate che in un piccolo orto con-viene pacciamare con teli plastici scurile aiole dove si trapiantano le cipolle,specialmente quelle estive. I lavori d'im-pianto sono più laboriosi, ma in seguitonon si dovrà intervenire con il diserbo,determinante per le cipolle, e anche leirrigazioni risulteranno più contenute. Irisultati produttivi e qualitatitivi sarannopoi più che positivi.

Sempre in marzo e fino ai primi diaprile seminate in pieno campo anche lecipolline. Molto diffusa è la Borettanaperché si conserva anche nella stagionefredda. È consigliabile che eseguiate,pure in questo caso, la semina a righe.

In marzo lavorate in superfìcie il ter-reno (con una zappa o un estirpatore)nelle aiole di porro trapiantate a fineestate-inizio autunno. Concimate even-tualmente in copertura, ma con modera-zione. Ponete in bianco le piante a mez-zo di assolcature e raccogliete i porri piùsviluppati. In aprile ultimate le raccoltee seminate (semenzaio in piena aria) perraccolte di fine estate-autunno.

Verso la fine di aprile, volendo, pote-te utilizzare qualche cipolla bianca fre-sca (trapianti di ottobre).

Anguria (cocomero), cetriolo,melone. Seminate queste piante ortico-le in vasetto sotto protezioni fino ai pri-mi di aprile. Da queste semine otterretepiantine con il pane di terra da mettere adimora in piena aria già da fine aprilenelle località con clima più mite.

Da fine marzo potete trapiantare sot-to ampi tunnel piante (tranne che di ce-triolino) con il pane di terra ottenute daprecedenti semine (coltura protetta ri-scaldata). Ultimato il trapianto irrigatecon limitate quantità di acqua a tempe-ratura ambiente.

Negli ultimi giorni di aprile comin-ciate le semine in pieno campo, lavoroche dovete rinviare se l'andamento sta-gionale fosse freddo. Nel caso di seminee trapianti in questo periodo sarebbeconveniente proteggere le colture conpiccoli tunnel e/o tessuto non tessuto fi-no a quando le temperature saranno di-ventate più adatte alle esigenze di queste

22 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

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\ J

Progetto di coltivazione di ortaggi e fiori su un terrazzo di 16 metri quadratia cura di Alberto Locatelli

Esempio di terrazzo con 14 contenitori, con aggiornamento mensile della situazione in riferimentoalla pianura padana; per le altre zone d'Italia si veda la cartina geografica riportata a pag. 19

Per le possibili alternative consultate le tabelle delle semine e dei trapianti nonché i testi delle singole colture.I numeri di ogni contenitore corrispondono a quelli che identificano, nel testo, le diverse specie

0 < > E

Ts

Come si presenta il terrazzo a fine marzoPorta-finestra

I

Come si presenta il terrazzo a fine aprilePorta-finestra

a

Marzo. Cicoria da taglio-7: seminate senon lo avete già fatto; nella coltura in atto ir-rigate se necessario. Erba cipollina-12: sevolete attuare una nuova coltura potete par-tire dai semi o dalle piantine che si trovanocon facilità. Solo se disponete di piante suf-ficientemente sviluppate potete, in media,iniziare le raccolte da fine mese. Lattugada taglio-10: innaffiate con prudenza.PrezzemoIo-5: seminate e proteggete contessuto non tessuto. Rucola-4: irrigate mo-deratamente. Rosmarino-14: utilizzatequalche rametto. Salvia-13: le piante co-minciano a vegetare, però di regola non èancora possibile usufruire delle foglie. Vio-le del pensiero-8 e 9: irrigate e concimatecon moderazione.

m

14

13

12

11

Aprile. Basilico-11: seminate o trapiantatepiantine con pane di terra. Cicoria da ta-glio-7: irrigate e raccogliete. Erba cipolli-na-12: irrigate e concimate; raccogliete.Lattuga da taglio-10: irrigate e raccoglie-te; seminate un altro contenitore. Peperonee peperoncino-3: trapiantate due piantinecon pane di terra in ogni contenitore. Prez-zemolo-5: irrigate moderatamente. Pomo-doro-1 e 2: trapiantate una piantina con ilpane di terra in ogni contenitore. Rucola-4:irrigate e raccogliete. Rosmarino-14: rac-cogliete. Salvia-13: a fine mese raccoglietealcune foglie. Sedano-6: trapiantate pianti-ne con il pane di terra. Viole del pensiero-8 e 9: irrigate e terminate le concimazioniche devono essere sempre molto contenute.

5

6 "

m4,00 m4,00

Stadio prevalente della coltura. ^ = semina; $ / = trapianto; HHF = in fase di raccolta;(™) = ortaggio in coltura protetta; (^) contenitore lìbero in attesa di coltivazione.

I disegni a colori rappresentano i singoli ortaggi e i fiori in fase di coltivazione.

piante orticole (i valori minimi dellatemperatura perché vegetino sono di 12-13° C). E consigliabile inoltre che adot-tiate la pacciamatura, possibilmente conteli plastici scuri. Quando eseguite il tra-pianto, per forare i teli e nello stessotempo preparare l'incavo in cui colloca-re il pane di terra delle piantine, poteteadoperare un piantabulbi.

Per il cetriolo e il cetriolino è opportu-no coltivare sotto protezioni, ma anche inpieno campo, le piante su sostegni. Po-nete quindi in opera i tutori che sarebbepiù razionale installare prima del trapian-to o della semina. Come pacciamatura,

specialmente per il cetriolo da mensa, po-tete impiegare un abbondante strato dipaglia che potete usare anche per le altrecolture se ne avete a disposizione.

Se decidete di effettuare la coltura inverticale pure del melone, e/o dei coco-meri a frutto piccolo, installate robustestrutture (costituite da pali, rete di mate-riale plastico, filo di ferro zincato oppu-re reti elettrosaldate del tipo impiegatoin edilizia) sempre prima di eseguire lasemina o il trapianto di piantine con ilpane di terra.

Asparago. In marzo, se necessario,ultimate i lavori di formazione delle aio-

le sopraelevate per l'asparago bianco.In coltura protetta potete, in linea: di

massima, iniziare la raccolta. Anche inaprile raccogliete sia sotto tunnel che inpieno campo. Per raccogliere gli aspara-gi bianchi impiegate gli appositi robusticoltelli che si possono affondare con fa-cilità nel terreno. Per quelli verdi, che sitagliano invece a livello del suolo, ado-perate normali coltelli per la raccoltacon la lama ben affilata.

Sempre nell'asparago bianco mante-nete costantemente ben formati i cumu-li. Togliete le piante infestanti se si svi-luppassero.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 23

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J

I trapianti di marzo in piena aria (pianura padana)(per le altre zone d'Italia si faccia riferimento alla cartina di pag. 19)

Periodo

Per tutto il mese

Attorno alla metà del mese

Ortaggio

AglioCavolo cappuccioCipolla (da semenzaio)Cipolla (piccoli bulbi)Lattuga a cappuccio

Patata (')

Distanze e

tra le filecm

25-4050-70

15-25 (40)15-25 (40)

30-35

65 (50-70)

('} La durata del ciclo di coltivazione della patata si aggira sui 100-140 giorni in rapportora effettuata e alla maggiore o minore precocità delle diverse varietà.

'impianto

sulla filacm

10-1540-5015-2515-2525-30

30 (25-35)

al tipo di coltu-

I trapianti di marzo in coltura protetta (pianura padana)(per le altre zone d'Italia si faccia riferimento alla cartina di pag. 19)

Periodo

Da metà marzo (coltureprotette ampie)

A fine marzo-primi di apri-le (colture protette ampie)

Ortaggio

Melanzana (')Peperone (')Pomodoro (')

Anguria (:)Cetriolo (2)Melone (2)Zucchino (2)

Distanze e

tra le filecm

120-15070-80

70-100

150-250150-200150-200140-160

(') Trapianto effettuato di regola con piantine munite di pane di terra. (2) Trapianto da estdo esclusivamente piante prodotte con pane di terra.

'impianto

sulla filacm

60-7040-50

50 (30)-70

100-12050-6050-10060-100

guire adoperan-

Basilico. Seminate in marzo, ma an-cora in coltura protetta. Solo alla fine diaprile potete seminare (sia in contenito-re che direttamente nelle aiole) e anchetrapiantare in piena aria. Seminare il ba-silico con foglie molto piccole (basilicofinissimo a palla e/o Greco e basilico afoglia fine) può risultare una novità permolti piccoli coltivatori (vedi indirizzi afine rubrica). Questo tipo di basilico rie-sce bene in vasi, o contenitori simili, eanche dal punto di vista estetico si pre-senta meglio degli altri tipi.

Bietola da coste e da orto. Semina-te in entrambi i mesi (pure la bietola dataglio). Zappate ed eventualmente conci-mate in copertura le aiole di bietola dacoste messe a dimora a fine estate. Nellaseconda quindicina di aprile potete di so-lito iniziare la raccolta (prima che vadanoa seme). Sempre in aprile eseguite il dira-damento nelle colture seminate per pri-me, tanto di bietola da coste che da orto,se sono sviluppate in modo sufficiente.

Concimate limitatamente in copertu-ra e, se necessario, pulite le aiole dalle

piante infestanti.Carciofo. Tra la fine di marzo e i pri-

mi di aprile entrano in produzione lepiante delle varietà tardive come il car-

Ai primi di marzo, nelle carciofaie,si può ancora effettuare

la scarducciatura di fine inverno

ciofo di Roma o «romanesco». La rac-colta delle varietà precoci del tipo «Ca-tanese» iniziata nel mese di ottobre èterminata in quasi tutte le carciofaie, macontinua nelle zone più fredde, dove lebasse temperature posticipano la raccol-ta anche di qualche mese.

Nei primi giorni di marzo si può an-cora effettuare la scarducciatura di fineinverno, cioè quella pratica finalizzataall'eliminazione dei germogli che si for-mano dalle gemme poste sulla parte sot-terranea della ceppaia; normalmente ditutti i carducci che si sono formati, nevengono lasciati 2-3 (i più vigorosi) cheil prossimo anno produrranno capolinipiù grossi e precoci.

I carducci da destinare all'impianto diuna nuova carciofaia si devono staccaredalla pianta madre con una porzione diradice pochi giorni prima di metterli adimora; al fine di conseguire buoni risul-tati è preferibile che provengano da pian-te sane di 2-3 anni, che si siano dimostra-te precoci e produttive. Per ottenere unbuon attecchimento si consiglia di sce-gliere carducci con altezza di 20-40 cm,provvisti di 4-5 foglie a lamina intera,che rappresenta un indice di precocità; siconsiglia di evitare quelli a foglie setta-te certamente più tardivi. Prima di effet-tuare l'impianto della nuova carciofaia(piantamento dei carducci) è preferibileeseguire una lavorazione profonda a 40-50 cm, alla quale dovete far seguire la-vorazioni più superficiali con frangizollee erpici, al fine di garantire le condizio-ni ideali per l'attecchimento delle pian-tine. Nel caso si disponga di letame benmaturo se ne suggerisce la somministra-zione, nella dose di circa 5 kg per metroquadrato, e l'interramento, in concomi-tanza con la lavorazione profonda.

Dopo la messa a dimora dei carducciè necessario assicurare una continuaumidità del terreno.

Se necessario, contemporaneamentealla scarducciatura, si può intervenirecon una leggera sarchiatura tra le file inmodo da eliminare le infestanti nate nelperiodo invernale, evitando così gli effet-ti competitivi dovuti alla sottrazione diacqua e di elementi nutritivi dal terreno.

Quando il clima decorre siccitoso, giànella prima metà di marzo risulterà ne-cessaria una prima irrigazione; come in-dicazione generale bisogna tener presen-te che le carciofaie necessitano di appor-ti d'acqua tali da garantire un costante li-vello di umidità nel terreno; scarsità e ri-stagni d'acqua risultano dannosi per laproduzione e la sanità delle piante, quin-di sono da preferire irrigazioni brevi mafrequenti. Negli orti in cui l'acqua viene

24 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 24: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

\otto J

somministrata per scorrimento, prima diiniziare gli interventi irrigui si consigliadi dare una risistemata ai solchi.

Carota. Seminate in entrambi i mesidistribuendo il seme a file. Pulite le aio-le dalle piante infestanti e smuovete ilterreno in superfìcie nelle aiole già se-minate. Adoperate a questo scopo unapiccola zappa o un estirpatore a mano diridotte dimensioni.

Concimate in copertura con modera-zione. Procedete al diradamento dellepiantine iniziando con le colture messe adimora per prime.

Catalogna. Vedi radicchio.Cavolo cappuccio e cavolo verza.

In marzo potete iniziare il trapianto del-le piantine di cappuccio ottenute preco-cemente in coltura protetta. Seminate levarietà primaverili-estive. In aprile con-tinuate i trapianti di varietà precoci e se-minate le varietà estive. Pulite e conci-mate, limitatamente, in copertura, leaiole trapiantate in precedenza.

Se desiderate coltivare la verza anchenel presente periodo, seminate in marzoin coltura protetta, ma solo varietà esti-ve. Nella prima quindicina di marzo ingenere vengono ultimate le raccolte diverze delle varietà invernali.

Cetriolo. Vedi anguria (cocomero).Cicoria. Vedi radicchio.Cipolla. Vedi aglio.Crescione. Vedi acetosa.Fagiolo e fagiolino. Attorno a me-

tà marzo seminate in coltura protetta im-piegando varietà precoci nane. Volendopotete seminare anche in contenitori al-veolari trapiantando in seguito le pianti-ne con il pane di terra nelle prime fasi dicrescita (le radici devono trattenere tut-to il terriccio che si trova nell'alveolo eil pane di terra non si deve sbriciolare).Da metà aprile iniziate la semina in pie-no campo tanto di varietà nane che ram-picanti; rinviate la semina se l'andamen-to stagionale fosse freddo. Potete aiutarela germinazione nelle aiole seminate perprime (anche sotto tunnel) stendendo sul-le aiole un velo di tessuto non tessuto.

Fregola. Nelle coltivazioni protettearieggiate il più possibile in modo daagevolare l'opera degli insetti che ese-guono l'impollinazione.

In aprile potete lasciare aperte le pro-tezioni anche di notte a meno che non siverifichino periodi di tempo freddo eperturbato. Seguite le colture a mezzo diripetute irrigazioni e concimate utiliz-zando fertilizzanti solubili in acqua(cioè attuando la fertirrigazione) oppuregranulari a lenta cessione (ad esempioNitrophoska Gold-Top, Bayfolan MultiOrti, Agri slow) che collocherete sotto la

I trapianti di aprile in piena aria (pianura padana)(per le altre zone d'Italia si faccia riferimento alla cartina di pag. 19)

Periodo

Dai primi di aprilein poi

Dalla fine di aprilein poi

• ' • ! ' ^ .

Ortaggio

Cavolo cappuccio primaverile-estivoCipolla colorataIndivia ricciaLattuga a cappuccio primaverile-estiva

Anguria (')BasilicoCetriolo e cetriolino (')MelanzanaMelone (')Peperone e peperoncinoPomodoroSedanoZucca (')Zucchino (')

V) Trapianto esclusivamente di piante con pane di terra.

Distanze d

tra le filecm

50-7015-25 (40)

30-3530-35

150-25020-30

150-20080-150150-25070-8050-10040-60

200-400140-160

'impianto

sulla filacm

40-5015-2530-3525-30

100-15020-3040-6050-7050-10040-5040-5030-40

100-15060-80

I trapianti di aprile in coltura protetta (pianura padana)(per le altre zone d'Italia si faccia riferimento alla cartina di pag. 19)

Periodo

Primi di aprile(colture protette ampie) (')

Prima quindicina di aprile(colture protette di piccoledimensioni)

Ortaggio

Anguria (2)Cetriolo (2)Melone (2)Zucchino (2)

Melanzana (3)Peperone (3)Pomodoro (3)

Distanze d'impianto

tra le filecm

150-250150-200150-200140-160

100-15070-8070-100

sulla filacm

100-12050-6050-8060-80

60-7040-50

(40) 50-70

(') Più si posticipa il periodo di trapianto, meno vi è necessità di ampie protezioni. (2) Trapianto esclusivamen-te di piante con pane di terra. (3) Trapianto eseguito di regola con piante munite di pane di terra.

pacciamatura praticando dei piccoli foricon un trapiantatoio o con un bastoneappuntito. Sarebbe però opportuno in-terrare leggermente pure questi concimi.Anche in questo caso potete sostituire iconcimi minerali con fertilizzanti orga-nici o organo-minerali ammessi nellecolture organiche (biologiche).

Se non avete ricoperto le aiole con te-li di materiale plastico scuro (cioè senon avete eseguito la pacciamatura) di-stribuite sul terreno uno strato di pagliain modo che quando i frutti toccano ilsuolo non si sporchino.

Dai primi di marzo, potete iniziaregli impianti di varietà rifiorenti (Reginadelle Valli, Fern, Selva, Tudla) purchénon vi sia più pericolo di gelate. Que-ste varietà si dimostrano particolarmen-te adatte ai piccoli orti familiari perché

hanno un periodo produttivo molto piùlungo rispetto a quelle che hanno unasola fioritura pur non presentando, diregola, durante l'estate frutti di eleva-ta qualità.

Nelle zone di pianura e collina delnord spesso sarebbe conveniente proteg-gere, con piccoli tunnel sempre aperti daentrambi i lati, anche le normali colturein pieno campo per ripararle da eccessi-ve precipitazioni e dalla grandine.

Indivia riccia e scarola. A marzoseminate, ma solamente in coltura pro-tetta, le varietà primaverili di indivia ric-cia. In aprile continuate a seminare sot-to protezioni, se si verificassero periodifreddi, altrimenti potete seminare incontenitore (preferite, pure in questo ca-so, la produzione di piantine con il panedi terra) in piena aria. Se necessario rin-

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 25

Page 25: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

Jviate anche i primi trapianti.

Da fine aprile seminate la scarolain contenitore (oppure in semenzaio).Rinviate le semine se si verificasseroperiodi freddi.

Lattuga a cappuccio e da taglio. Inmarzo mettete a dimora in pieno campopiantine, possibilmente con il pane di ter-ra, di lattughe a cappuccio dei vari tipi eseminate ancora varietà primaverili. Ini-ziate sotto tunnel la raccolta via via che icespi raggiungono le dimensioni caratte-ristiche delle varietà di appartenenza.

In aprile seminate le varietà primave-rili-estive. Ultimate le raccolte sottoprotezioni e iniziate quelle in pienocampo. In entrambi i mesi attuate legge-re lavorazioni al terreno (impiegate unpiccolo estirpatore) ed eseguite con cau-tela le irrigazioni, indispensabili in col-tura protetta.

Sia in marzo che in aprile proseguitele semine di lattuga da taglio. Anche inquesto caso potete seminare a righe, uti-lizzando un segnarighe per operare conmaggiore razionalità. Per gli altri lavoriseguite quanto indicato per le lattughe acappuccio.

In marzo, ma anche per parte di apri-le nelle località più fesche, manteneteprotette da tessuto non tessuto le aiole incui avete seminato, trapiantato e quellein vegetazione.

Tra le tante varietà diponibili di lat-tuga provate la Gentilina che, pur essen-do diffusa già da diversi anni, è anco-ra poco conosciuta a livello dei picco-li produttori.

Melanzana, peperone e peperon-cino, pomodoro. In marzo proseguitele semine in contenitore, per ottenerepiante con il pane di terra da utilizzareanche per i trapianti in pieno campo.

Attorno a metà mese mettete a dimo-ra sotto ampi tunnel le piantine, in ognicaso con il pane di terra. Dopo il trapian-to irrigate con modeste quantità d'ac-qua. Nella prima quindicina di apriletrapiantate sotto piccoli tunnel. Dalla fi-ne di aprile eseguite gli impianti anchein pieno campo, a meno che non si veri-fichino ritorni di freddo. Adottate, sepossibile in tutte le situazioni di coltiva-zione, la pacciamatura con teli plasticiscuri. Potete usare altresì la paglia oppu-re fogli di carta degradabile nel suolo,che però non si trovano facilmente.

Quando inizia la fase di fioritura, selo ritenete opportuno, aiutate l'allega-gione per mezzo di ormonature (peresempio con Sedlene, Sedlene melanza-na, Nuovo Apiren). Seguite con moltaattenzione le istruzioni riportate sulleconfezioni, in particolare per quanto ri-

Quando inizia la fioritura del pomodoro,se lo ritenete opportuno, aiutate

Vallegagione per mezzo di ormonature

guarda la diluizione e la distribuzionedel prodotto. Intervenite nelle ore piùfresche della giornata (mattina presto osera tardi) tenendovi a 20-25 centimetridai fiori aperti.

Se per favorire la formazione deifrutti non volete effettuare le ormonatu-re, potete eseguire le stesse operazionidi spruzzatura dei fiori previste per que-sta operazione, ma senza diluire nell'ac-qua (distillata) la sostanza ormonica.Nel pomodoro anche scuotere con deli-catezza le piante più volte al giorno puòaiutare l'allegagione.

Vi sono comunque varietà di melanza-na (come ad esempio Talina, Rondona eGaline, tutte ibride) particolarmente adat-te alla coltura protetta che hanno la ten-denza ad allegare senza che vi sia la fe-condazione dei fiori, fenomeno chiama-to partenocarpia. Anche nel pomodoro visono varietà che producono il frutto sen-za che vi sia la fecondazione del fiore, masono molto difficilmente reperibili.

L'ormonatura (o interventi simili), siesegue in tutto il periodo in cui le tem-perature notturne scendono sotto i 12-13° C. Questa operazione, nelle gran-di colture protette, viene sostituita dal-l'impiego di insetti impollinatori (bom-bi) che non comporta quindi l'uso di so-stanze chimiche e che diminuisce l'im-piego di manodopera. Nei piccoli or-ti familiari tale operazione, pur possi-bile, è difficile da realizzare per gli al-ti costi che ancora comporta. In gene-re nel peperone e nel peperoncino nonè necessario che effettuiate l'ormonatu-ra dei fiori.

Dalla fine di aprile, se il tempo loconsente, seminate il pomodoro in pienocampo; la semina diretta però è un'ope-

razione che viene sempre meno esegui-ta, almeno nei piccoli orti.

Installate con molta cura i sostegnisoprattutto per varietà di pomodoro checrescono di continuo in altezza (indeter-minate) dotate di maggior vigore vege-tativo, impiegando solidi tutori alti an-che oltre due metri e mezzo fuori terra.Pure le melanzane e i peperoni coltivatisotto tunnel necessitano di sostegni, masarebbe molto utile sorreggere anche lecolture attuate in pieno campo.

Per la melanzana sono sempre più di-sponibili, pure in un numero limitato diesemplari, piante innestate su pomodoriresistenti specialmente alla verticilliosi.Dato l'elevato costo di queste piante èopportuno che le adottiate dove vi sonoveramente problemi causati dalla verti-cilliosi o, per prova, in terreni in cui lamelanzana dimostra di riuscire in modostentato (ad esempio in suoli piuttostosassosi). In alcuni casi, sempre se dispo-nibili, potrebbe essere utile l'impiegoanche di piantine di pomodoro innestatosu selezioni resistenti a malattie (comead esempio a fusariosi e verticilliosi) e aparassiti (come ad esempio nematodi oanguillule del terreno).

L'innesto si dimostra valido per potercoltivare, con buona sicurezza, varietà«deboli», come sono molte di quelle dif-fuse localmente ma in grado di fornireun prodotto di qualità.

Melone. Vedi anguria (cocomero).Patata. Attorno a metà marzo potete

iniziare l'impianto dei tuberi a iniziareda quelli pregermogliati (vedi «i Lavo-ri» di gennaio-febbraio, pag. 21). Se ta-gliate quelli di maggiori dimensioni fa-telo solo in senso verticale, una settima-na circa prima della messa a dimora.Dopo l'impianto, effettuato in solchettiprofondi circa 8-10 cm, ricoprite i tube-ri con 4-5 cm di terreno. Se lo riteneteopportuno pacciamate con teli plasticiscuri anche parte della superficie desti-nata alle patate. Oltre a una maggioreprecocità, questa tecnica risolve quasidel tutto il problema del controllo dellepiante infestanti, consente di impiegaremeno acqua per irrigare e fornisce tube-ri di aspetto esteriore molto attraente.

In aprile tenete pulite le colture amezzo di leggere zappature, concimatein copertura ed eseguite l'assolcatura.

Peperone. Vedi melanzana.Pisello. Seminate per tutto marzo. In

aprile pulite le aiole e lavorate in super-ficie il terreno a mezzo di leggere zappa-ture o estirpature. Ponete a dimora i so-stegni nelle varietà rampicanti e di me-dio sviluppo (mezza rama).

Pomodoro. Vedi melanzana.

26 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 26: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

JPorro. Vedi aglio.Prezzemolo e sedano. Seminate in

pieno campo il prezzemolo per entrambii mesi possibilmente a righe. Pulite concura dalle piante infestanti le aiole semi-nate a fine estate-inizio autunno. Irrigatese necessario. Raccogliete prima in col-tura protetta e poi in pieno campo.

Per tutto marzo e fino all'inizio diaprile seminate il sedano in coltura pro-tetta. Dalla fine di aprile seminate (incontenitore o in semenzaio) e trapianta-te in piena aria. Pure nel caso del prez-zemolo e del sedano aiutate la germina-zione e/o la ripresa vegetativa ricopren-do le aiole con tessuto non tessuto.

Radicchio, cicoria e catalogna. Siain marzo che in aprile seminate le varietàdi cicoria da taglio, anche in questo casopossibilmente a righe. Irrigate qualorafosse necessario. Tenete le aiole costante-mente pulite dalle piante infestanti (usateun piccolo estirpatore) anche per renderepiù facile, in seguito quando raccogliere-te, la pulizia delle foglie prima del consu-mo. Eseguite la raccolta, tanto di varietàda taglio che da cogliere, prima sotto tun-nel e poi in pieno campo.

Ravanello. Seminate a righe per en-trambi i mesi. Tenete le aiole pulite dallepiante infestanti a mezzo di lavorazionisuperficiali eseguite con un piccolo estir-patore. Per gli altri aspetti della coltiva-zione regolatevi come per il radicchio.

Rucola. Vedi valerianella,Scalogno. Vedi aglio.Scarola. Vedi indivia riccia.Sedano. Vedi prezzemolo.Spinacio. In marzo seminate, meglio

se a righe, ma solamente varietà adatteal periodo primaverile-estivo (vedi «i La-vori» di gennaio-febbraio, pag. 23). Pu-lite le aiole dalle piante infestanti, smuo-vete il terreno in superficie adoperandouna piccola zappa o un estirpatore di li-mitate dimensioni. Irrigate se necessario.Raccogliete a mano a mano che le pian-te raggiungono lo sviluppo caratteristicodella varietà di appartenenza. Per la rac-colta usate un coltellino a lama robusta ecorta che possa facilmente penetrare nelterreno e recidere le radici.

Valerianella e rucola. Raccoglie-te ancora sia la valerianella che la ruco-la in coltura protetta (primi di marzo) epoi in pieno campo. Seminate la ruco-la (in piena aria) tanto in marzo che inaprile. Anche in questo caso potete ese-guire la semina a righe. Potete seminarepure la rucola selvatica i cui semi si tro-vano con facilità presso i rivenditori disementi da orto.

Zucca e zucchino. Seminate tantozucchino che zucca (questa da metà mar-

Per la raccolta dello spinacio usateun coltellino a lama robusta e cortache possa facilmente penetrare nelterreno e recidere le radici

zo) in vasetto, o contenitore simile, sottoprotezioni fino ai primi di aprile, otterretecosì piantine con il pane di terra da mette-re a dimora in piena aria già da fine aprilenelle località con clima più mite.

Dalla metà di marzo potete trapian-tare lo zucchino sotto ampi tunnel uti-lizzando piante con il pane di terra ot-tenute da precedenti semine (colturaprotetta riscaldata). Dopo metà marzo,via via che le giornate si allungano e letemperature giornaliere si innalzano,sono necessarie protezioni sempre me-no ampie. Durante le prime fasi dellacoltura irrigate con limitate quantità diacqua a temperatura ambiente.

A fine aprile cominciate le semine e itrapianti in pieno campo, lavori che rin-vierete se l'andamento stagionale fossefreddo (per lo zucchino la temperaturaminima di germinazione è attorno ai 10°C). Nel caso di semine e trapianti in que-sto periodo sarebbe conveniente proteg-gere - come visto per cetriolo, cocome-ro, melone - le colture con piccoli tun-nel e/o tessuto non tessuto fino a quandole temperature diventeranno più adattealle esigenze di zucca e zucchino.

È consigliabile inoltre che adottiatela pacciamatura possibilmente con teliplastici scuri, ma è valida anche la pa-glia. Questa tecnica è da raccomandarepure per la zucca.

Interventi fitosanitari

Patata. Nelle regioni meridionali la ve-getazione può essere già invasa dagliadulti della dorifora (Leptinotarsa de-cemlineata). Se le presenze sono nume-rose la giovane vegetazione può subirenotevoli danni per cui può rendersi op-

portuno un intervento con deltametrina-1,63 (ad esempio Decis Jet-Bayer, initante), alla dose di millilitri 8 per 10 litrid'acqua. Questo trattamento è contem-poraneamente efficace anche nei con-fronti di larve delle nottue terricole(Agrotis segetum) che, nascoste pocosotto la superficie del terreno, troncanoil fusto delle piante.Ravanello. Se la stagione decorre caldae asciutta le altiche (varie specie del ge-nere Phyllotreta) possono compromette-re lo sviluppo delle piante con le nume-rose piccole erosioni rotondeggianti cheeffettuano sulle foglie. Per arrestare i lo-ro danni potete intervenire con deltame-trina-1,63 (irritante), alla dose indicatasopra contro la dorifora della patata.Aglio e cipolla. Già in marzo gli adultidella mosca {Delia antiqua) sono pre-senti in campo per deporre le uova, dal-le quali nascono larve che penetranonelle piante, causandone la morte. Allacomparsa delle prime foglie avvizzite inseguito all'attacco larvale intervenitecon deltametrina-1,63 (irritar te), alla do-se indicata per la dorifora della patata.

PIANTE AROMATICHEE OFFICINALI

Lavori

Si comincia a respirare un'aria diver-sa, più frizzante, più briosa. Le giornatesi allungano; nel cielo, reso terso dalvento della primavera, si rincorrono cin-

1-Adulto di dorifora (Leptinotarsa de-cemlineata, mm 12). 2-Larva di Agrotissegetum, mm 45. 3-Altica (mm 2) su fo-glia di ravanello. 4-Adulto di mosca del-la cipolla (Delia antiqua, mm 6)

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 27

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\ J

Progetto di coltivazione di un piccolo orto di aromatiche e officinali di circa 27 m2

a cura di Lorenzo Roccabruna

Esempio di orto di aromatiche e officinali formato da 3 aiole, con aggiornamento mensile della situazione inriferimento all'Italia centro-settentrionale; per le altre zone d'Italia si veda la cartina geografica riportata a pag. 19II progetto prevede la presenza delle principali aromatiche e officinali, in aggiunta a quelle trattate nel corrente anno 2005

Come si presenta l'orto a fine marzo

N < I > S

0 Come si presentii Torto a fine aprileRosmarino Salvia Finocchio selvatico Levi- »•,

StlCO *

Origano Melissa Rabarbaro

Santoreggia

,1 ttMaggiorana Lavanda Dragoncello

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Finocchio selvatico 1 L'M-

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Origano Melissa

H ARabarbaro

Santoreggia Maggiorana Lavanda Dragoncello

m 8,00 - m 8.00

Stadio prevalente delia coltura. Jp = semina; 9 / = trapianto; Wmf = in fase di raccolta;| | = ortaggio in coltura protetta; \ \ = aiolà libera in attesa di coltivazione.

I disegni a colori rappresentano le singole piante aromatiche e officinali in fase di coltivazione.

I lavori del bimestre

Marzo. Dragoncello: rimuovete la pacciamatura, elimi-nate ogni residuo della passata vegetazione e rincalzate. Alcolletto cominciano ad essere visibili le gemme che pro-durranno i nuovi ricacci. Finocchio selvatico: le vecchiepiante iniziano ad emettere ciuffi di foglie dalla base deivecchi fusti; eliminate ogni parte secca. Lavanda: esegui-te una potatura riducendo e dando la forma desiderata allaparte aerea, stimolerete così l'emissione di nuovi germo-gli dalla porzione inferiore dei cespugli. Levìstico: pone-te a dimora gli eventuali esemplari che avete in vaso; ini-ziate le semine in semenzaio. Maggiorana: ripulite i ce-spi dalle parti secche o troppo legnose. Melissa: elimina-te tutta la porzione aerea rimasta riducendola fino a 5 cen-timetri dal suolo, in questo modo stimolerete i nuovi ger-mogli che si originano dai corti rizomi superficiali; conti-nuate a realizzare nuovi impianti trapiantando le giovanipiante ottenute da seme. Origano: continuate gli impian-ti per divisione dei cespi; tagliate a livello del suolo tuttala parte aerea delle vecchie piante. Rabarbaro: conclude-te i nuovi impianti dividendo i vecchi ceppi; ripulite lepiante già esistenti dalle parti secche. Rosmarino: proce-dete con le raccolte per scopo culinario; potate le parti cre-sciute in modo disarmonico cercando di contenere lo svi-luppo della parte legnosa dell'arbusto. Salvia: la piantacomincia a presentare i giovani germogli alla base dei fu-sti; raccogliete con moderazione per i consueti usi alimen-tari. Santoreggia: mettete a dimora giovani piantine ac-quistate in vivaio; in seguito rincalzate in modo da stimo-

lare l'emissione di nuove radici dalle porzioni legnose deicespi. Aiole libere: lavorate il terreno non utilizzato emantenetelo sgombro dalle malerbe.

Aprile. Dragoncello: cominciano a svilupparsi i giovanigetti che, in caso di ritorni di freddo, devono essere protetticon tessuto non tessuto. Pinocchio selvatico: continua ri-goglioso lo sviluppo delle foglie che si possono raccoglieree utilizzare per insaporire pietanze ed insalate. Lavanda: siallungano i germogli e tutto il cespuglio assume un bel-l'aspetto compatto. Levistico: inizia l'emissione delle fo-glie portate da robusti gambi; per uso culinario raccoglietequalche foglia da porre nelle minestre. Maggiorana: dalcespo si generano teneri germogli che possono essere usatiper scopi culinari. Melissa: i nuovi germogli presentanograndi foglie di un bel colore verde intenso; potete iniziarele prime raccolte per uso alimentare. Origano: come per lamaggiorana, anche l'origano presenta getti robusti e com-patti; se lo desiderate potete raccogliere qualche getto perinsaporire le vivande. Rabarbaro: si sviluppano grandi fo-glie picciolate. Rosmarino: la pianta è in prefioritura, è ilmomento ideale per iniziare la raccolta delle cimette per usierboristici; continua inoltre la raccolta per uso culinario.Salvia: lo sviluppo della pianta è rapido; raccogliete le ci-mette per i consueti usi alimentari ed erboristici. Santoreg-gia: il cespo presenta alcuni germogli, se lo desiderate po-tete, cautamente, iniziare la raccolta delle cimette. Aiole li-bere: mantenetele libere dalle infestanti.

28 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 28: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

Jguettando i passeri, mentre ai primi cal-di raggi del sole sbocciano fiori tra l'er-ba nuova del prato.

Dopo il lungo riposo invernale tuttala natura ci spinge a riprendere con lenai lavori divenuti nel frattempo necessarinel nostro orto officinale.

Dedicatevi al riordino generale del-l'orto officinale, risistemate i sentieri diaccesso alle colture, pulite e rendetefunzionali tutti i canali di sgrondo delleacque meteoriche rovinati dalla stagionefredda, eliminate soprattutto ogni resi-duo vegetale che fosse rimasto sul terre-no dall'autunno in quanto potrebbe averdato rifugio a numerose forme svernan-ti di parassiti.

Se poi durante l'inverno qualche col-tura si fosse esaurita, procedete imme-diatamente alla lavorazione del terrenoeseguendo una profonda vangatura;

A evitate, comunque, nel modo piùassoluto interventi sul terreno trop-

po umido o bagnato, soprattutto se ar-gilloso, in modo da non provocare dan-ni alla sua struttura rendendolo compat-to e asfittico.

A seconda delle zone, a partire daquelle più soleggiate fino alle più fre-sche, iniziate le semine in pieno campo.Procedete in questo modo: dopo averpreparato il terreno con una profondavangatura, affinatelo in superficie usan-do un rastrello di ferro e livellatelo inmodo che non presenti alcun avvalla-mento; provvedete quindi alla delimita-zione dello spazio da dedicare alla semi-na utilizzando dei paletti collegati da unfilo o da un nastro in plastica.

Disponete il seme in un contenitoree, nel caso in cui le dimensioni del semestesso fossero molto piccole, aggiunge-te segatura fine o sabbia asciutta inquantità pari a quella del seme, mesco-late accuratamente e accingetevi allacollocazione sul terreno.

La semina a file è da consigliarsi ri-spetto a quella a spaglio in quanto lesuccessive operazioni di pulizia e dira-damento risultano più semplici ed effi-caci: è possibile infatti intervenire tra lefile eliminando le infestanti già allo sta-dio di plantule.

Se quello che allestite non è un se-menzaio in pieno campo ma una vera epropria semina a dimora, rispettate tra lefile il sesto d'impianto consigliato per lacoltura stessa, provvedendo poi duranteil diradamento alla spaziatura necessariasulla fila.

Verso la fine di marzo possono, inol-tre, essere iniziati i trapianti delle semi-ne fatte in serra o in luogo protetto neimesi di gennaio e febbraio.

Quando i semenzalihanno raggiuntoun'altezza di circa 8-10centimetri e presentanole prime foglie vere,sistemateli nelle appositebuchette comprìmendopoi delicatamenteil terreno attornoalle radici (nel disegnopiantine di camomilla)

A buon conto tenete presente chebruschi ritorni di freddo, anche se di bre-ve durata, sono frequenti nel mese dimarzo e sempre possibili anche nel me-se di aprile, mese in cui possono provo-care seri problemi dato lo stadio di svi-luppo già avanzato delle colture.

In questi casi una copertura di emer-genza con film plastico sorretto da ar-chetti metallici o con tessuto non tessutodisposto direttamente sulla coltura è, dinorma, sufficiente a evitare gravi danni.

Se marzo è il mese del risveglio, apri-le è senza dubbio il mese dell'esplosio-ne della primavera, il ritmo di sviluppodelle piante diventa straordinariamenterapido: è l'epoca della messa a dimora,dei trapianti.

Quando i semenzali hanno raggiuntoun'altezza di circa 8-10 centimetri e pre-sentano le prime foglie vere, scalzatelidelicatamente dal terreno, possibilmen-te con un po' di pane di terra, e sistema-teli nelle apposite buchette che avreteprovveduto a preparare in campo se-guendo il sesto d'impianto.

Comprimete delicatamente il terrenoattorno alle radici e innaffiate con cura,seguite costantemente l'impianto finoalla ripartenza delle piantine che vi ver-rà indicata dalla rinnovata turgidezza edalla rinvigorita colorazione dei tessu-ti vegetali.

Dalla seconda metà del mese pone-te attenzione allo sviluppo delle pianteinfestanti che, anch'esse rigogliose, co-minciano a invadere le colture: provve-dete a un diserbo manuale o ad una sar-chiatura.

Se l'andamento stagionale si presentaparticolarmente caldo possono presentar-si situazioni di insufficiente umidità delterreno; occorre quindi irrigare mode-ratamente, preferibilmente nelle ore delmattino, al contrario dei mesi estivi du-rante i quali si bagnerà nelle ore serali.

Camomilla: nel caso di semine ese-

guite a fine estate dell'anno scorso, ci ri-troveremo nel nostro giardino piante inpieno sviluppo che si apprestano ad in-nalzare lo stelo; se invece desideriamoprovvedere a semine primaverili è la se-conda metà del mese di aprile l'epocaindicata per effettuarle. La preferenza vadata alla semina a file, distanti 40-50centimetri tra di loro. La camomilla, do-po un periodo di emergenza durante ilquale teme la competizione con le ma-lerbe, diventa essa stessa quasi infestan-te e, se si eccettuano alcune irrigazionidi emergenza e alcuni diserbi tra le file,non necessita di altri interventi.

Cardo maritino: la semina del cardomariano si esegue in primavera, preferi-bilmente nel mese di aprile, con un sestodi impianto che prevede file distanziate70-80 centimetri tra loro, con una di-stanza sulla fila di 35-40 centimetri.Queste distanze tra le piante permettonouno sviluppo ideale, la produzione di ca-polini più grossi con la conseguentemaggior resa in frutti.

Fiordaliso; la semina del fiordaliso,da eseguirsi preferibilmente in semen-zaio in contenitori alveolari, è possibilegià da marzo; nella seconda metà diaprile si trapianta a dimora. Data la par-ticolare caratteristica ornamentale delfiore questo tipo di semina e di trapiantoci permette di creare all'interno del no-stro giardino angoli molto suggestivi.

Salvia sclarea: dalla seconda metàdel mese di aprile sono possibili le semi-ne in pieno campo; il sesto di impiantoprevede distanze di 50 centimetri tra lefile e di 25 centimetri sulla fila. La dura-ta della coltura è normalmente di dueanni, ma la pianta può restare sullo stes-so terreno anche per 3 o 4 anni di segui-to fornendo buone rese in infiorescenze.

Tarassaco: dall'inizio del mese dimarzo si possono effettuare semine siain semenzaio che in campo; si preferiscequest'ultima soluzione trattandosi di

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 29

Page 29: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

V J

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Myzus persicae,mm 2-3

una pianta con sviluppo tendenzialmen-te infestante.

Timo serpillo: la tecnica più comu-nemente utilizzata per la riproduzioneprevede il prelievo delle talee da vecchicespi, la radicazione in contenitore o inbancale con successivo trapianto a di-mora. Le talee, che devono avere unalunghezza di 8-10 centimetri e possede-re una porzione lignificata, presentanouna spiccata tendenza all'emissione diradici tanto che, in alcuni casi, si pongo-no a radicare direttamente a dimora.

Se preferite iniziare l'impianto par-tendo dal seme, ponetelo in semenzaioin marzo, coprendolo in modo leggeris-simo (solo pochi millimetri) al fine dipermettere una emergenza omogenea erapida dei semenzali.

Interventi fltosanitari

Con l'aumentodelle temperature edell'umidità si pos-sono evidenziare at-tacchi da parte degliafidi {Myzus persi-cae) che possonoessere combattuticon prodotti a basedi piretro naturale-4(non classificato e irritante) alle dosi con-sigliate dalle case produttrici, con tempodi sicurezza di tre giorni.

A cura di: Silvio Caltran (Lavori: Or-taggi); Sandra Iacovone (Lavori: Car-ciofo); Aldo Pollini (Interventi fitosani-tari: Ortaggi); Lorenzo Roccabruna(Lavori e interventi fitosanitari: Piantearomatiche e officinali).

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30 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 30: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

POMACEE

Lavori

Le indicazioni che di seguito V,forniamo sono valide per tutte le po-macee: melo, pero, nashi, cotogno.

In questo bimestre le pomacee esco-no dal riposo invernale per iniziare lanuova stagione vegetativa. La fiorituradi tutte le specie si compie nel mese diaprile e va assecondata con il massimoimpegno da parte del frutticoitore.

Prima dell'inizio della nuova stagioneproduttiva ultimate la potatura di produ-zione ed eliminate la ramaglia con il trin-ciasarmenti. Se avete potato alberi colpitida cancri rameali ricordate che è megliorimuovere dal frutteto i rami infetti pernon creare fonti di infezione dei funghiresponsabili degli attacchi. Tali rami pos-sono essere destinati a legna da ardereuna volta messi al riparo dalle piogge op-pure bruciati subito. Anche nel caso in cuinella vostra zona vi siano focolai di colpodi fuoco batterico, una pericolosissimamalattia delle pomacee, ed abbiate sento-re che qualche ramo possa essere infettoper la presenza di cancri del legno, vi con-viene bruciare la ramaglia di potatura.

Controllate che la struttura dell'im-pianto, pali e fili, sia efficiente e rinno-vate le legature usurate dal tempo in mo-do che gli alberi siano saldamente assi-curati ai fili di sostegno.

Se avete ancora da completare lamessa a dimora degli astoni nei nuoviimpianti potete farlo fino ad inizio ger-mogliamento. Ricordate che gli impian-ti tardivi sono sempre più rischiosi diquelli autunnali poiché, se gli astonivengono messi a dimora con l'apparatoradicale un po' disidratato, il loro attec-chimento risulterà quantomeno difficol-toso e non è raro che si verifichino ger-mogliamenti molto tardivi o addiritturala morte degli astoni, specie se mettete adimora piante ramificate.

Per ovviare a questi inconvenienti,effettuando impianti tardivi è raccoman-dabile immergere gli astoni in acqua peruna giornata prima di impiantarli e pro-cedere immediatamente ad una abbon-dante irrigazione localizzata subito dopola messa a dimora.

Potatura di allevamento. Appena fi-niti i rigori invernali potete eseguire lapotatura di allevamento. Effettuate que-sta operazione con estrema cura per im-postare correttamente la forma di alleva-mento e predisporre al meglio i giovanialberi all'entrata in produzione.

Nashi. La fioritura del nashi è sempremolto abbondante poiché le gemme afiore sono presenti sia sui rami vecchiche su quelli di un anno

Pomacee. Prima della ripresa vegetativaripristinate tutte le legature usurate o rottein modo che gli alberi siano sempre salda-mente assicurati alla struttura di sostegno

In particolare dovete avere ben chia-ra la struttura scheletrica di base dellaforma di allevamento che avete scelto.

Per il fusetto essa è costituita dall'as-se centrale e da una serie di 4-6 branchebasali inserite tra i 60 ed i 100 centime-tri da terra. Per il palspindel oltre all'as-se centrale vi devono essere le due bran-che laterali inserite a 40-50 cm da terra.Infine per il vaso vi devono essere trebranche inserite solitamente ad un'altez-za di 70-100 cm da terra.• Per ottenere il fusetto, al primo annod'impianto le tecniche di potatura sonoessenzialmente due, in rapporto al tipodi astoni che avete messo a dimora.

Se avete impiantato astoni con unbuon rivestimento di rami anticipati, oggifacilmente reperibili sul mercato vivaisti-co specializzato in meli e peri, vi convie-ne lasciare integro il prolungamento del-l'asse centrale e procedere solo al raccor-ciamento dei rami laterali che andranno acostituire il palco di branche basali. Que-sti rami si devono raccorciare di circa unterzo qualora la loro lunghezza superi i 50cm circa per favorire un migliore rivesti-

mento vegetativo. Quelli di lunghez-za inferiore vanno lasciati integri.Qualora il numero di rami anticipatifosse molto alto, oltre 10-12, alloraconviene anche procedere al loro

sfoltimento tagliando per intero quel-li più vigorosi e inseriti nella parte alta.

Se invece avete messo a dimora unastone privo di ramificazioni laterali, allo-ra conviene procedere alla cimatura dellostesso all'altezza di 100 cm da terra circa.

Per ottenere il palspindel e il vaso,con qualsiasi tipo di astone, convienesempre procedere alla cimatura dellostesso per favorire subito uno sviluppo ditre buoni germogli che andranno a costi-tuire la struttura scheletrica di base. Perottenere il palspindel, si cima a circa 50cm da terra mentre, per il vaso, all'altez-za a cui si desidera avere l'impalcatura.• La potatura di allevamento del secon-do anno è rivolta soprattutto ad armo-nizzare lo sviluppo dei rami che costi-tuiscono la struttura scheletrica di basedegli alberi. Vanno quindi tagliati per in-tero tutti i rami sviluppatisi al primo an-no in concorrenza con quelli presceltiper formare asse e branche. Le punte diquesti vanno liberate dai rami concor-renti in modo che risulti un solo prolun-gamento. I brindilli, rami deboli ben for-niti di gemme a fiore, sono i rami mi-gliori da selezionare come rivestimentodella struttura scheletrica.

Un'altra operazione importante delsecondo anno è l'inclinazione delle bran-che in tutte le forme di allevamento. Essevanno poste nella posizione definitiva so-lo se il loro sviluppo è buono, altrimenticonviene lasciarle ancora in posizione li-bera ed inclinarle l'anno successivo.

Nel melo allevato a fusetto le branchevanno poste in posizione orizzontalementre nelle altre pomacee, nel pero inparticolare, l'angolo di inserzione deveessere meno aperto (cioè deve essere dicirca 60° rispetto all'asse) per non inde-bolire eccessivamente il loro sviluppo.

Nel palspindel inclinate a 45° le duebranche laterali solo se il loro sviluppo èpari all'asse centrale; se sono più debolilasciatele in posizione assurgente un al-tro anno per non indebolirle troppo.

Nel vaso date alle tre branche l'incli-nazione di circa 45° qualora lo loro lun-ghezza sia simile. Altrimenti inclinatesolo le più vigorose lasciando liberequelle deboli per dar loro modo di recu-perare vigoria rispetto alle altre.

In genere, in tutte le forme, i prolun-gamenti di asse centrale e branche nonvanno cimati.• Al terzo anno completate l'inclinazio-ne delle branche lasciate libere negli an-

SUPPl .EMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 31

Page 31: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

V Jni precedenti. Tagliate per intero tutti irami vigorosi in concorrenza con assecentrale e branche, specie quelli cresciu-ti nelle parti terminali.

Diradate i rami di rivestimento in ec-cesso, selezionando sempre quelli più de-boli ed inseriti con angolo aperto. Proce-dete all'inclinazione di quelli più lunghi.

Qualora il rivestimento della stratturascheletrica con brindilli e lamburde (leclassiche gemme a fiore delle pomacee)sia già buono, si può procedere al primoleggero raccorciamento dell'asse centralee delle branche più lunghe, deviando il lo-ro prolungamento su un brindillo laterale.

Sugli alberi al secondo e terzo anno,verso la fine del bimestre, allorquandol'attività vegetativa riprende intensa dopola fioritura, procedete allo sfoltimento delmazzetto che solitamente si forma al-l'estremità di asse centrale e branche co-me indicato nelle foto a pag. 33 in basso.

Interventi per frenare la vigoria.Nel frutteto familiare non è raro osserva-re alberi di pomacee dalla vigoria ecces-siva, o per potature troppo severe, o acausa di distanze d'impianto insufficien-ti per il portinnesto adottato nonché peresagerate concimazioni. Tale eccesso divigoria si rende chiaramente evidenteper l'abbondante sviluppo di succhioninelle parti alte della chioma. In questi ca-si generalmente si ha anche una riduzio-ne della produttività, sia sotto l'aspettoqualitativo che quantitativo.

In genere non è semplice riequilibra-re tali alberi, specie nel caso di distanzed'impianto troppo fitte, tuttavia qualco-sa si può fare, non aspettandosi però ri-sultati miracolosi al primo anno. Gli in-terventi principali consistono nel:- sospendere la concimazione {intantoche gli alberi non riprendano a produrreabbondantemente;- ritardare la potatura fino al periodo im-mediatamente precedente la fioritura;- praticare un'incisione anulare sul fu-sto all'inizio del germogliamento, ese-guendo con un seghetto due tagli a semi-cerchio distanziati di 5-10 cm e profon-di 2-3 cm, nel tratto compreso tra il pun-to d'innesto e l'impalcatura delle bran-che. In alternativa a questa pratica si puòoptare per il taglio delle grosse radici, daeseguire sempre ad inizio germoglia-mento. In tal caso si deve scalzare leg-germente la pianta e, con un attrezzo dataglio adeguato (una scure o simili), ta-gliare di netto la radice più grossa. Se ta-le operazione deve essere eseguita su in-teri filari si può far passare nel terrenouna robusta lama (di solito il coltello diun aratro assicurato ad un telaio sul trat-

Melo. Questo astone ramificato dì melosu EM 9 appena messo a dimora rendeevidente il fatto che l 'entrata in produ-zione di questa specie è praticamenteimmediata poiché già nell'anno di im-pianto si può avere fruttificazione. Tutta-via è buona pratica eliminare manual-mente tutte le mele allegate nell'anno diimpianto per consentire una migliore at-tività vegetativa e non innescare subito ilfenomeno dell'alternanza di produzione

\

Pomacee. bifase di allevamento occorredare la giusta inclinazione alle branchebasali del fusetto. Sul melo esse devonoessere poste in posizione orizzontalementre sul pero (nella foto) devono averela punta leggermente assurgente. Se l'in-clinazione della giovane branca è ecces-siva, come si vede nella foto, essa si inde-bolisce troppo favorendo poi lo sviluppodi rami vigorosi ed assurgenti per tutta lasua lunghezza, rami che non sono idealiper la corretta formazione della chiomae devono per questo essere eliminati

tore) lungo ambedue i lati del filare aduna distanza non superiore a 30-40 cmdai fusti. Ricordate che i tagli delle radi-ci diminuiscono l'ancoraggio degli albe-ri, per cui vanno fatti solo dove è presen-te una solida struttura di sostegno.

Concimazione. La concimazionedelle pomacee deve essere sempre pro-porzionata alla vigoria ed alla produttivi-tà di ogni pianta. Una concimazione me-dia indicativa per alberi in normali con-dizioni vegetative e buona produttività ècostituita da 4-8 kg di azoto, 2-3 kg di fo-sforo e 8-10 kg di potassio ogni 1.000metri quadrati. Tali quantitativi possonoessere aumentati fino ad un massimo del20-30%, nelle condizioni più sfavorevo-li, vale a dire per alberi che produconomoltissimo o che hanno scarsa vigoria acausa del terreno poco fertile, come suc-cede ad esempio nei terreni sabbiosi po-co dotati di sostanza organica.

Al contrario, nel caso abbiate alberimolto vigorosi e scarsamente produttiviriducete drasticamente la concimazionedelle pomacee, fino anche a sospenderlanelle piante che presentano eccessiva vi-goria. Si ricorda, ad esempio, che nelmelo la nota alterazione dei frutti, chia-mata butteratura amara, si verifica mol-to di più in alberi troppo concimati.

La concimazione va frazionata in dueinterventi: una distribuzione si effettua algermogliamento apportando tutto il fosfo-ro e circa la metà dell'azoto e del potas-sio; una seconda, con il rimanente azoto epotassio, ad allegagione avvenuta (circametà-fine maggio) solo sugli alberi chepresentano una buona produzione. Si pos-sono impiegare sia concimi chimici cheorganici e le quantità da usare vanno cal-colate in base ai titoli dei vari elementi.Ad esempio, per apportare le quantità dielementi indicati ad inizio paragrafo, po-tete distribuire 15-30 kg di solfato ammo-nico-20, 10-15 kg di perfosfato semplice-19 e 15-20 kg di solfato di potassio-50.

Se impiegate un concime misto-orga-nico che contiene tutti gli elementi nu-tritivi, vi conviene distribuire tutta laquantità al germogliamento. I fertiliz-zanti, sia chimici che organici, vanno lo-calizzati lungo i filari nell'area di proie-zione della chioma sul suolo.

Se avete già concimato con letame inautunno alle dosi consigliate, in primaveranon servono altri apporti di fertilizzanti.

Se nel frutteto praticate già da qual-che anno la trinciatura sul posto del pra-to sottostante e della ramaglia di potatu-ra, l'apporto di sostanza organica è note-vole e aumenta considerevolmente lafertilità del suolo, motivo per cui con-

32 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 32: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

Jviene in tal caso diminuire la concima-zione di produzione.

Nei peri innestati su cotogno si veri-ficano con una certa frequenza degli in-giallimenti fogliari dovuti a scarsità diferro, più che altro causata dalla parzia-le disaffinità d'innesto che non consenteun passaggio ottimale dell'elementodalle radici alla chioma. Per ovviare aquesto inconveniente potete eseguiredue trattamenti con concimi fogliari abase di ferro, uno prima e uno dopo lafioritura, oppure optare per l'apporto alterreno. Quest'ultima pratica si effettuaall'inizio del germogliamento con il ter-reno in buone condizioni di umidità, im-piegando uno dei tanti prodotti a base dichelati di ferro reperibili sul mercato. Ladose da distribuire è di circa 20-40grammi per pianta a cui va abbinata unapari dose di nitrato o solfato ammonicoche aumenta l'assimilabilità del ferro daparte delle radici. I due concimi vannosciolti in abbondante acqua e distribuitisotto le piante con il palo iniettore o in-terrati in tre-quattro piccole buche perpianta in modo che non ricevano la lucesolare che li può degradare.

Concimazione fogliare. Per il picco-lo produttore tale pratica trova giustifica-zione solo in casi particolari e cioè quan-do l'andamento climatico in primaverasia veramente avverso, e tale da ostaco-lare fortemente il lavoro delle radici, oquando si hanno alberi con qualche pro-blema di affinità d'innesto, fenomenoche ostacola il regolare passaggio dei sa-li minerali dalle radici alla chioma.

In ambedue i casi l'aspetto della ve-getazione, con ingiallimenti più o menointensi delle foglie, rende evidente lostato di sofferenza della pianta.

Quando si verificano queste situazio-ni si possono effettuare due-tre tratta-menti, a cavallo della fioritura, con unodei tanti concimi fogliari reperibili sulmercato, impiegandoli alle dosi e con lemodalità indicate nelle etichette.

In alternativa ai concimi pronti perl'uso, considerando che l'elemento piùimportante da apportare per via fogliareè l'azoto, vanno molto bene anche due-tre trattamenti con urea-46 o nitrato po-tassico-13/45 alla dose di 200-250grammi per 100 litri d'acqua. Tali conci-mi possono essere miscelati con i comu-ni anticrittogamici impiegati in primave-ra contro la ticchiolatura.

Tra tutte le pomacee sicuramente è ilpero innestato su cotogno la specie chepiù frequentemente mostra problemi didisaffinità e quindi si avvantaggia dellaconcimazione fogliare primaverile.

Pomacee. In tuttele forme di

allevamento giàdai primi anni si

devono eliminarei rami assurgenti e

vigorosi inconcorrenza conl'asse centrale ol'estremità dellebranche come si

vede in questomelo di 2 anni

prima (1) e dopo(2) la potatura

Non è raro anche il caso delle varietàdi mele del gruppo Morgenduft-RomeBeauty innestate su EM 9 o 26 che pre-sentano sintomi di insufficienza di po-tassio per scarso assorbimento radicale esi giovano delle concimazioni fogliaricontenenti questo elemento.

Impollinazione. Nelle pomacee l'im-pollinazione incrociata è molto importan-te per garantire una buona produzione,specialmente su melo e nashi. I fiori benimpollinati daranno origine a frutti gros-si e dalle ottime caratteristiche gustative.

Se ne avete la possibilità, quindi, èsempre consigliabile introdurre gli al-veari nel frutteto durante la fioritura. Intal caso, quando inizia l'apertura dei pri-mi fiori, abbiate cura di sfalciare il pratosottostante il frutteto per indurre le api abottinare sugli alberi.

Se avete piante che abitualmente pro-ducono poco a causa della mancata im-pollinazione incrociata (un aspetto spessosottovalutato dal frutticoitore inesperto),vi conviene procurarvi dei rami fioriti diuna varietà impollinatrice. Essi vanno ap-

Pomacee. Uno degliinterventi di potatu-ra verde pia impor-tanti in fase di alle-vamento è seni 'altrolo sfoltimento delmazzetto di germo-gli che si forma al-l'estremità dell'assecentrale e delle bran-che in tutte le fonnedi allevamento (1).E un intervento faci-le da eseguire poi-ché consiste nel la-sciare un unico ger- ' ÌÈY-J^SXSÉLmJKk À taÌJ»J.44Ì&,ìiS*Ì ' \moglio di prolungamento eliminando manualmente tutti gli altri (2). In genere va effet-tuato nei primi due-tre anni e il suo scopo è favorire il buon rivestimento con gemme ebrindilli delle partì basali dei rami che costituiscono la struttura scheletrica

pesi sulla pianta da impollinare, entrocontenitori riempiti d'acqua che ne ga-rantiscano la vitalità per qualche giorno.Come impollinatore va bene qualsiasi va-rietà diversa da quella da impollinare poi-ché in genere tutte le varietà hanno unabuona capacità di impollinarsi a vicenda.

Difesa antibrina. Nel bimestre il ri-schio di brinate è molto forte nella pia-nura padana e nelle valli alpine per cui,se disponete di un impianto di irrigazio-ne antibrina, accertatevi della sua fun-zionalità in modo da essere pronti allor-quando si presenta questo rischio. Pertutto quel che riguarda questa problema-tica si rimanda all'articolo pubblicato suVita in campagna n. 2/2004 a pag. 23.

Reinnesti. Nel bimestre si possonoeseguire i reinnesti di piante adulte dicui volete cambiare la varietà. Se ese-guite l'operazione all'inizio del bime-stre, su alberi ancora in riposo vegetati-vo, il tipo di innesto più consigliato èquello a triangolo, mentre dopo la ripre-sa vegetativa si innesta a corona.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 33

Page 33: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

JInterventi fltosanitari

Per l "individuazione dei diversi stadi ve-getativi del melo e del pero si veda la«Guida illustrata alla difesa antiparas-sitaria del frutteto e del vigneto fami-gliare», supplemento al n.2/2005, allepagine 4 e 8.

Su queste specie, nella fase di gemmeingrossate, indicativamente verso la metàdi marzo, intervenite contro i cancri ra-meali e, in via preventiva, contro la tic-chiolatura, trattando con prodotti ramei-ci, come ad esempio ossicloruro di rame-50 (bio, irritante) alla dose di grammi 800per 100 litri di acqua, oppure poltigliabordolese-20 (bio, non classificato) alladose di kg 1,5 per 100 litri di acqua.

Dopo circa 7-8 giorni, nella fase diapertura delle gemme del pero e di «orec-chiette di topo» del melo, è opportunointervenire ancora con ossicloruro di ra-me-50 (bio, irritante) alla dose di gram-mi 250 per 100 litri di acqua, per conti-nuare la protezione nei confronti dellaticchiolatura. Nello stesso periodo, nelcaso in cui durante la potatura o alla rac-colta nell'anno precedente aveste notatola presenza di cocciniglie, intervenitecon olio bianco-80 (bio, non classifica-to) alla dose di 2,5-3 litri per 100 litri diacqua. Questo intervento svolge un'azio-ne collaterale nei confronti degli acari,degli afidi e delle forme svernanti di va-ri insetti. L'ossicloruro di rame e l'oliobianco sono tra loro miscelabili.

Successivamente, in caso di presenzadi afidi, in particolare dell'afide grigiodel melo, intervenite con pirimicarb-17,5(non classificato). Questo intervento vaeffettuato, alla comparsa degli afidi, nel-le fasi di apertura delle gemme nel pero edi «orecchiette di topo» nel melo, e quin-

Pero. Il pero innestato su cotogno soffrefacilmente per insufficiente assorbimen-to di ferro che si manifesta con estesi in-giallimenti delle foglie. Nella maggiorparte dei casi tale insufficienza non deri-va dalla mancanza dell 'elemento nel ter-reno ma dalla sua ridotta traslocazionedalla radice alla chioma dovuta alla nonperfetta compatibilita d'innesto. Ciò èevidente nella foto dove, accanto a periclorotici (a sinistra), si vedono vegetareperfettamente ì meli del filare contiguo,posti sullo stesso terreno

di in miscela con ossicloruro ed oliobianco, oppure più tardivamente, nellafase di mazzetti fiorali ben differenziati.

Nel caso in cui il pirimicarb, negli an-ni precedenti, non avesse fornito risultatisoddisfacenti, è possibile intervenire inalternativa con imidacloprid-17,8 (nonclassificato) alla dose di 50 grammi per100 litri di acqua. In questo caso però bi-sogna avere l'accortezza di trattare alme-no 10 giorni prima della fioritura, perchéil prodotto può essere dannoso per le api.

In linea di massima la scelta dell'imi-dacloprid va limitata al melo, poiché sulpero l'efficacia del pirimicarb è ancorabuona e quindi è preferibile utilizzarequesto prodotto per la sua maggiore se-

lettività. Sul pero, inoltre, raramente ènecessario trattare gli afidi prima dellafioritura; di solito è preferibile interveni-re dopo questa fase.

•In agricoltura biologica, contro gliafidi, utilizzate azadiractina-1 (bio,

non classificato), alla dose di grammi300 per 100 litri di acqua. Per l'impiegocorretto di questo insetticida è necessa-rio acidificare l'acqua di impiego (primadi immettere I'azadiractina) ad esempiocon acido acetico alla dose di grammi250 per 100 litri di acqua. In alternativa,sempre in agricoltura biologica, è possi-bile impiegare la miscela di piretro-4(bio, irritante o non classificato) e oliobianco-80 (bio, non classificato) alle ri-spettive dosi di grammi 100 e grammi500 per 100 litri di acqua. In entrambiquesti interventi i prodotti non vannomiscelati con altri antiparassitari.

Nella fase immediatamente preceden-te la fioritura, in particolare con anda-mento stagionale piovoso, intervenite an-cora contro la ticchiolatura con ossiclo-ruro di rame-50 (bio, irritante) alla dosedi grammi 150 per 100 litri di acqua.

Nelle coltivazioni di pero, prima dellafioritura, è possibile installare le trappolecromotropiche tipo Rebell, per la catturadegli adulti di tentredine {Hoplocampabrevis). L'intervento è giustificato al rag-giungimento della soglia di 20 adulti cat-turati durante il periodo della fioritura.L'impiego delle trappole è consigliabilesolo se la superficie coltivata a pero rag-giunge una certa dimensione (ad esempio5.000 metri quadrati). Diversamente lecatture non sono molto significative. Al-tro metodo per valutare il rischio di attac-co è verificare se l'anno precedente si so-no avuti danni da tentredine.

Contro questo insetto, che depone leuova sui calici fiorali e le cui larve dan-

JyjL Pomacee. Operazioni colturali in corso (•)m/i\ nel mese di marzo

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iante adulte per cambiare varietà.lavorazione del terreno nei fruiteli non inerbili.

34 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 34: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

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1-Frutticini di melo colpiti da ticchiolatura. I-Cocciniglia di S. Josè (mm 1,8) su pero. 3-Afide grigio (mm 1,8-2,5) su fogliedi melo. 4-Frutticini di pero danneggiati dalla tentredine. S-Melo colpito dall'oidio

neggiano le giovani perine, intervenite acompleta caduta petali con rotenone-6(bio, tossico) più olio bianco-80 (bio,

in classificato) alle dosi rispettivamen-te di grammi 250 e grammi 1.000 per100 litri di acqua. Questo intervento èefficace anche contro gli afidi.

A In ogni caso ricordate di non fareL A nessun tipo di intervento insettici-da nel periodo della fioritura.

Nel periodo successivo alla fioritura,in base all'andamento meteorologico, edin particolare alle piogge, si possono ve-rificare diverse infezioni di ticchiolatu-ra. Dopo ogni pioggia che determina unabagnatura della vegetazione di almeno 8-10 ore, è necessario intervenire tempesti-vamente (entro 24-36 ore) con ossicloru-ro di rame-50 (bio, irritante) alla dose digrammi 100 per 100 litri di acqua. Que-sto tipo di intervento sarebbe molto piùefficace se applicato prima della pioggia,per cui se le previsioni meteorologicheprevedono una perturbazione, è megliointervenire preventivamente.

Nelle zone in cui la ticchiolatura è fa-vorita da condizioni climatiche ottimaliper lo sviluppo della malattia (piogge fre-quenti, nebbie persistenti, rugiade), èconsigliabile impiegare bitertanolo-45,5(non Gassificato), alla dose di grammi 50per 100 litri di acqua. Questo fungicidapuò essere impiegato entro 2-3 giornidall'inizio della pioggia infettante, fermorestando che quanto più tempestivamen-te si interviene dopo la pioggia, tanto mi-gliori saranno i risultati dell'intervento.

Alcune varietà di pero, in particolareAbate Fétel, Conference, Decana del co-mizio, Passa Crassana e Kaiser, sonosensibili agli attacchi di maculaturabruna, causata da Stemphilium vescica-rium. Questa malattia causa macchiescure su foglie e frutti; in particolare suifrutti queste macchie diventano marce-scenti e determinano danni rilevanti.

Contro la maculatura bruna, solo nel-le zone dove questa malattia è diffusa,come ad esempio la pianura padana, ènecessario intervenire a turni fissi, par-

tendo dalla fase di fine fioritura, trattan-do settimanalmente se le condizioni me-teorologiche sono predisponenti (piog-ge, nebbie, forti rugiade). Il prodotto dautilizzare è l'ossicloruro di rame-50(bio, irritante) alla dose di grammi 100per 100 litri di acqua.

Sul melo, successivamente alla fiori-tura, si possono verificare attacchi di oi-dio. Se avete optato, nel controllo dellaticchiolatura, per il bitertanolo, ricordateche questo prodotto ha anche una buonaefficacia nei confronti dell'oidio. Diver-samente intervenite utilizzando zolfo ba-gnabile-80 (bio, non classificato) alla do-se di grammi 300 per 100 litri di acqua,abbassando il dosaggio a grammi 200con l'innalzarsi delle temperature.

Sempre dopo la fioritura, sia su meloche su pero, si possono verificare attac-chi di afidi, soprattutto se non si sono ef-fettuati interventi prefiorali. Particolareattenzione deve essere rivolta all'afidegrigio, che determina l'accartocciamen-to delle foglie e la deformazione deifrutti. I prodotti da utilizzare sono quel-li consigliati per il periodo prefiorale. Siricorda che l'imidacloprid, da utilizzaresul melo, non può essere impiegato piùdi una volta all'anno e che, qualunquesia il prodotto che scegliete, è bene trat-tare alle prime presenze di afidi, in par-ticolare se si tratta di afide grigio, primache le foglie si accartoccino e che quin-di gli afidi diventino difficili da colpire.A Si rammenta infine di non miscelare

tra loro lo zolfo e l'olio bianco, anzidi lasciar passare un periodo di almenoquindici giorni tra un intervento e l'altro.

Verso la metà del mese di aprile si de-vono collocare le trappole per il control-lo del volo della carpocapsa. Le trappo-le vanno poste ad altezza d'uomo (perpiccole superfìci, inferiori al mezzo etta-ro, una è sufficiente, se le piante sonopoche non è opportuno collocarle), inmezzo al frutteto. Controllate settima-nalmente le trappole per verificare il pe-riodo del volo ed il numero di farfallecatturate, indice della presenza più o

meno abbondante dell'insetto nel vostrofrutteto. Ne «i Lavori» di maggio-giu-gno vedremo quali sono gli interventinecessari contro questo insetto.

La difesa contro la carpocapsa puòessere attuata anche con il metodo della«confusione sessuale», che consiste nel-l'installare nel frutteto un certo numerodi diffusori, che emettono il feromone,cioè il segnale di richiamo, della femmi-na di carpocapsa. I maschi, confusi ap-punto da questi richiami falsi, non rie-scono ad individuare le femmine e, man-cando l'accoppiamento, non danno ori-gine alla nuova generazione. L'installa-zione degli erogatori deve essere effet-tuata verso la metà di aprile. La superfi-cie interessata deve essere di almeno unettaro. Si devono applicare da 300 a1.000 erogatori per ettaro, a seconda deltipo, aumentando il numero in corrispon-denza dei bordi dell'appezzamento.

Nei frutteti dove si applica la confu-sione si devono comunque installare letrappole, per verificare il volo dagliadulti. Se non ci sono catture ci sonobuone possibilità che il metodo stia fun-zionando, anche se è opportuno control-lare anche i frutti, per verificare che nonci siano attacchi imprevisti.

DRUPACEE

Lavori

Pesco e nettarina

Nuovi impianti. A marzo potete an-cora effettuare nuovi impianti con astonidi uno o due anni a radice nuda. Se dove-te effettuare degli impianti in questo pe-riodo seguite le indicazioni fornite ne «iLavori» di gennaio-febbraio e ricordate-vi di non trascurare l'irrigazione subitodopo la messa a dimora e nel periodosuccessivo: le giornate di sole che inmarzo riscaldano l'aria possono far ve-getare la pianta anche se le radici non so-no ancora attive. Un'irrigazione con cir-

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 35

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ca 20 litri di acqua ogni settimana puòbastare allo scopo.

Dopo la potatura della parte aerea de-gli astoni ricordatevi di mettere del ma-stice nel punto di taglio per evitare ma-lattie e perdite per disidratazione.

Potatura verde del primo anno. Su-gli astoni impiantati durante l'inverno,quando la nuova vegetazione ha rag-giunto la lunghezza di una ventina dicentimetri (aprile), si deve operare lascelta dei germogli che andranno a co-stituire lo scheletro della pianta; la for-ma di allevamento è già stata scelta nelmomento in cui avete effettuato l'im-pianto con idonee distanze, tenendoconto del portinnesto adottato.

A questo punto si possono presentaredifferenti situazioni, ad esempio un astoneben rivestito di numerosi germogli, o unastone con uno o due germogli nella parteterminale, oppure uno o più germogli chepartono in prossimità dell'innesto.1) Se la forma di allevamento che avetescelto è quella a vaso, e l'astone ha datoorigine ad una decina di germogli, nonvi sarà difficile sceglierne tre di egualelunghezza, inseriti sul fusto alla distan-za di circa 5 cm nel senso della lunghez-za ed equidistanti tra loro. Cimate i ger-mogli restanti con le unghie o le forbici,eliminando quelli che crescono ad unatrentina di cm da terra. Scartate anche ilgermoglio posto all'estremità poichétende a vegetare più degli altri.2) Se l'astone ha emesso due soli germo-gli della stessa pezzatura, è convenienterimandare l'operazione a fine aprile-primidi maggio, quando i germogli hanno rag-giunto la lunghezza di circa 40 cm e allabase delle foglie iniziano a germogliaregli anticipati. I germogli principali vannotagliati a metà in corrispondenza degli an-ticipati. Questi daranno origine ad una ve-getazione di uguale vigoria, dalla qualesuccessivamente si sceglieranno i tre cheformeranno lo scheletro.3) Se l'astone ha emesso un germoglio vi-goroso ed uno debole, il vigoroso si devecimare dove vi sono dei germogli antici-pati, come descritto nel caso precedente.Successivamente ne sceglierete tre cheandranno a formare le branche del vaso.4) Qualora invece vi siano uno o più ger-mogli che nascono solo nella parte basa-le del fusto, sceglietene uno, possibil-mente quello più vigoroso e inserito vici-no al punto di innesto. Quindi, effettuan-do un taglio sull'astone, eliminate tutti glialtri. Questi tipi di germogli non hannobisogno di essere legati ad un tutore poi-ché sono inseriti profondamente nel le-gno e difficilmente subiscono rotture a

Pesco. I-Se l'astone messo a dimora du-rante l'inverno ha emesso una decina digermogli è facile scegliere i tre che an-dranno a costituire le future branche. Es-si devono avere la stessa pezzatura, esse-re inseriti sul fusto a circa 5 cm di distan-za l'uno dall'altro ed essere ben orienta-ti. 2-Quelli inseriti ad un 'altezza inferio-re ai 30-40 cm da terra vanno asporta-ti, mentre quelli in soprannumero, rispet-to ai tre scelti, vanno cimati. La cimaturaserve a bloccarne lo sviluppo a vantag-gio di quelli selezionati come branche

causa del vento. Il successivo interventoin verde si effettuerà quando il germoglioavrà superato di una ventina di centimetril'altezza alla quale desideriamo far parti-re le future branche (circa 50-70 cm).

Innesti. Liberate gli innesti a gemmadormiente o a scheggia che avete effet-tuato in autunno dall'eventuale carta cheavete messo a protezione e cimate il sel-vatico a circa 30 cm sopra l'innesto. IImozzicone che si formerà servirà cometutore per il germoglio nato dalle gem-me innestate. Se dopo aver tolto la cartanotaste della gomma, asportartatela de-licatamente con le dita.

Quando la corteccia si lascia facil-

Pesco. Per eliminare i fiori che si trova-no nelle parti terminali delle branchepassate la mano attorno al ramo, dal-l'alto verso il basso tenendola semichiu-sa. Anche pochi frutti presenti all'estre-mità delle branche nelle piante in alleva-mento potrebbero con il loro peso trasci-narle verso il basso, compromettendoneper sempre la posizione o la stabilità

mente staccare dal legno si può effettua-re l'innesto a gemma vegetante. È op-portuno immergere in acqua, per ungiorno, la parte basale delle marze prele-vate durante il periodo invernale, per fa-vorirne l'attecchimento. Per quanto ri-guarda l'esecuzione manuale, essa è deltutto eguale a quella dell'innesto a gem-ma dormiente. Vale comunque la solitaraccomandazione di incidere solo la cor-

A. teccia evitando di tagliare il legnoL—A sottostante, se non si vogliono ave-re poi forti emissioni di gomma.

In questo periodo si può eventual-mente effettuare anche l'innesto a coro-na che, anche se di facile esecuzione, èpoco praticato poiché facilmente sogget-to a scosciature anche dopo diversi anni.Anche per l'innesto a corona è necessa-rio raccogliere le marze durante il perio-do invernale e conservarle in locali fre-schi, protette in sacchi di plastica neri econ le gemme rivolte verso l'alto. Primadi procedere all'innesto immergete i ra-mi-marza nell'acqua per un giorno.

Quello a triangolo è uno degli inne-sti che si possono eseguire senza conser-vare le marze, ma prelevandole diretta-mente dalle piante. I rami-marza devonoavere il diametro di circa 1 cm e le mar-ze, della lunghezza di circa 15 cm, devo-no essere prive di rami anticipati. L'in-nesto a triangolo, pur presentando qual-che difficoltà rispetto all'innesto a gem-ma, ha il vantaggio che non si scoscia.

Interventi da effettuare prima del-la fioritura sulle piante in allevamento.Dalle piante di due-tre anni, prima dellafioritura, all'incirca a metà marzo, è op-portuno togliere i bottoni fiorali che sitrovano negli ultimi 30 cm della branca,operazione che si effettua passando lamano semichiusa dall'alto verso la basedella branca. L'asportazione dei fiori po-sti nella parte terminale è quanto mai uti-le, poiché bastano alcuni frutti in quellaposizione per piegare la bianca verso ilbasso deformandola per sempre.

Inoltre, se la fioritura si presenta ab-bondante si devono eliminare i rami de-boli inseriti nelle parti basse, che porte-rebbero comunque frutti di piccola pez-zatura e di scarso colore e sapore.

Se invece la presenza di fiori è scarsa,non effettuate tagli, ma eliminate solo ifiori posti nelle parti alte delle branche.

In questo periodo vanno eliminati an-che eventuali rametti danneggiati dal ge-lo o colpiti da malattie come citospora,fusicocco e monilia. È sempre valida la/ \ raccomandazione di togliere i frut-

L—A ti marciti nell'estate precedente(«mummie») i quali costituiscono la

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Pesco. La potatura si può effettuare anche durante la fioritura, specialmente su quellevarietà che sappiamo essere poco produttive, senza compromettere l'allegagione. Nel-le foto una branca prima (1) e dopo (2) la potatura

Pesco. Se le branche sono robuste e quindi difficili da piegare si può ricorrere a dei tagli da eseguire nella parte ventrale del-la branca con un seghetto ben affilato (1), distanziandoli di circa 2 cm l'uno dall'altro (2). Questi devono interessare i due ter-zi del diametro della branca ed essere il più possibile perpendicolari ad essa. Nella parte superiore della branca, in corrispon-denza dei tagli, non vi devono essere rami o nodi altrimenti sì corre il rìschio di rotture. Durante l'operazione dovete sorreg-gere la branca, poiché con i tagli, specialmente se sono numerosi, diventa molto elastica (3). La branca va quindi legata condegli spaghi ancorati a terra o steccata con dei legni (4). La piegatura delle branche fatta con l'ausilio del seghetto non com-promette la produzione o la vitalità futura delle stesse

fonte di ulteriori infezioni a carico difiori, germogli e frutti.

Prima della fioritura si possono met-tere in assetto e nella giusta posizione lebranche se non lo si è fatto in preceden-za. In questa fase il legno è molto mor-bido e si domina con estrema facilità. Sele branche si sono eccessivamente in-grossate si possono effettuare dei taglialla base della branca, nella sua parte in-feriore (vedi foto qui sopra)

Interventi da effettuare prima dellafioritura sulle piante in produzione. Inprefioritura, sulle piante in produzione, sipossono aggiustare le operazioni di pota-tura in relazione alla carica di bottoni fio-rali rimasti dopo i freddi invernali.

In marzo, osservando le piante si puòvalutare la carica di gemme a fiore e sequeste sono abbondanti si può interveni-re eliminando i rametti deboli che si tro-vano nelle parti basse o quelli nelle par-ti alte che con il peso della produzionepotrebbero compromettere la stabilitàdella pianta. Se invece la fioritura si pre-senta scarsa, o se siete incerti sul da far-si, potete rimandare tutto al momentodel diradamento. In questa fase si do-vranno eliminare anche i rami ammalatio danneggiati dal gelo.

Trinciatura dell'erba. Nei fruttetiinerbiti, durante la fioritura del pesco è/ \ opportuno non effettuare la trincia-

L—Mura dell'erba. Le erbe a fiore gial-lo, come il tarassaco o radicchio selvati-co, attirano i tripidi che durante la fiori-tura del pesco si localizzano nella partebassa del calice causando, con le loropunture, la deformazione del frutticino oestese rugginosità. I fiori di colore gial-lo, presenti sul tappeto erboso, attraggo-no gli adulti dei tripidi che lasceranno

così indisturbati i fiori del pesco. Se sa-rà necessario, si potrà procedere allatrinciatura dell'erba dopo la fioritura.

Concimazione. Se adottate la trincia-tura dell'erba e del legno di potatura, do-po alcuni anni potrete eliminare la conci-mazione organica. Con questa pratica inmolti pescheti, siti anche in terreni discarsa fertilità, la concimazione organica

Pesco. La scacchiatura, operazione checonsiste nell 'asportare con le mani gio-vani germogli, va effettuata sia sullepiante in allevamento che in produzio-ne. Devono essere asportati solo queigermogli che, se lasciati, potrebberocrescere molto vigorosi comprometten-do la vigoria della branca

è stata ridotta al minimo, cioè viene ef-fettuata ogni 4-5 anni e solo in previsio-ne di annate di grande produzione.

Se invece è prassi asportare sia l'erbache il legno, è conveniente effettuareogni anno una concimazione organicacon del letame maturo oppure con deiconcimi organici confezionati in pellet,disponibili presso ogni rivenditore diprodotti per l'agricoltura.

Se impiegate del letame ben maturo,ad una pianta in piena produzione dove-te somministrarne circa 50 kg, mentre èsufficiente qualche chilogrammo diquello confezionato.

Per quanto riguarda la concimazionechimica per poter avere un giusto orien-tamento dovreste disporre di una analisidel terreno fatta negli ultimi 4-5 anni. Ilpesco è una pianta che abbisogna di azo-to e potassio mentre i fabbisogni di fo-sforo sono molto limitati. Tra i microe-lementi il ferro è particolarmente utileper dare colore e consistenza, anche sela pianta difficilmente manifesta soffe-renza a causa di insufficienza di ferro.

Tra i concimi chimici composti nepotete scegliere uno con un buon tenorein azoto e potassio ed un basso contenu-

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 37

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Vto in fosforo, tipo un NPK 12-6-18, dasomministrare in ragione di 500 grammiper albero alle piante in piena produzio-ne che forniscono 50-70 kg di frutti. Ilconcime deve essere distribuito alla pe-riferia della chioma.

La concimazione successiva verrà ef-fettuata, se sarà necessario, dopo il dira-damento. Se la produzione è inferiore aquella suggerita in precedenza, gli ap-porti vanno di molto ridotti.

Per quanto riguarda le piante poste adimora in inverno, ad aprile potretesomministrare una prima concimazioneazotata con solfato ammonico-20 o ni-trato ammonico-26 in ragione di 50grammi per pianta, da ripetere ogni 8-10giorni (a partire da metà maggio fino atutto giugno). Per le piante al secondo oterzo anno potete somministrare un con-cime composto NPK 12-6-18 in ragionedi circa 200 grammi per pianta.

Irrigazione. A metà-fine aprile po-trebbe rendersi necessaria una prima irri-gazione, specialmente se le piante sonoinnestate su portinnesti deboli comeMRS 2/5, Jaspi, Julior. Situazioni di in-sufficenza d'acqua nella fase di ingrossa-mento del frutticino potrebbero causarescarse allegagioni. Le piante innestate suportinnesti di buon vigore come GF 677,Cadaman, Montclar, difficilmente in que-sto periodo hanno necessità di acqua.

Difesa dalle gelate tardive. In casodi gelate tardive, se il vostro frutteto èdotato di impianto di irrigazione soprachioma o sotto chioma potete ricorrere

Albicocco. Piantina ali 'inizio del secondoanno di vegetazione. In questa fase poteteancora scegliere le branche che andrannoa costituire lo scheletro evitando però diasportare rami, poiché blocchereste la ve-getazione per un lungo perìodo di tempo

all'irrigazione antibrina. Si veda a taleproposito l'aticolo pubblicato su Vita inCampagna n. 2/2004, a pag. 23.

Albicocco

Potatura verde. Le giovani piantemesse a dimora durante l'inverno, adaprile possono presentare una vegeta-zione abbondante su tutta la lunghezzadel fusto. Eliminate tutti i germogli svi-luppatisi al di sotto dei 30-40 cm da ter-ra e sceglietene tre o quattro di lunghez-za e pezzatura uguali, uniformementedistribuiti sul fusticino, da lasciare in-tatti; gli altri devono essere cimati. Que-sta operazione, che dovrà essere ripetu-ta nel tempo (circa ogni mese fino a set-tembre) ha il vantaggio di togliere po-ca vegetazione, favorendo l'espansionedell'apparato radicale e un buono svi-luppo dei germogli che avete lasciato.È importante che i germogli scelti cre-scano vigorosi per creare una strutturascheletrica duratura nel tempo.

Per quanto riguarda le piante in alle-vamento di due o tre anni ponete atten-zione alla carica di fiori che si possonotrovare nelle parti terminali dei rami. Lebranche con un'eccessiva produzionelocalizzata nelle parti alte potrebberopiegarsi verso il basso e ciò ne compro-metterebbe per sempre la stabilità. Libe-ratele quindi dai bottoni fiorali per unacinquantina di centimetri poco primadella fioritura, passando attorno al ramo,a partire dall'altro, una mano semichiu-sa (vedi foto a pag. 36).

Sulle piante in produzione potete an-cora effettuare qualche intervento di pota-tura, specialmente se la fioritura si presen-ta abbondante. Dovete osservare le stesseregole valide per il pesco e cioè togliere ilmaggior numero possibile di rami debolisiti nelle parti in ombra delle branche.

L'albicocco è una pianta particolar-mente sensibile agli attacchi di monilia,specialmente in fase di fioritura, per cuicercate di togliere le mummie eventual-mente rimaste dopo la potatura invernale,ma anche quei rametti che si presentanoparzialmente secchi o con delle emissio-ni più o meno abbondanti di gomma. Eli-minate anche eventuali rami di due o treanni che presentassero gli stessi sintomi.

Diradamento dei frutti. A fine apri-le, se l'allegagione è stata abbondante, sidovrà procedere al diradamento. Elimi-nate i frutti che si trovano nelle parti ter-minali delle branche, specialmente nellepiante in allevamento.

Sui rami misti ed in modo particola-re sui brindili] togliete i fratti piccoli o

Pesco. Durante la fioritura delle drupa-cee è opportuno non sfalciare o trincia-re le erbe sottostanti. 1fiori gialli attrag-gono in modo particolare i tripidi, inset-ti particolarmente dannosi, distoglien-doli dai fiori del pesco

deformi ed operate in maniera che quel-li rimasti, ingrossandosi, non abbiano aspingersi tra loro. L'eccessivo infitti-mento di frutti produce delle microlesio-ni che possono aggravare la presenza dimarciumi da monilia.

Concimazione. L'albicocco è unapianta rustica che raramente necessita diessere concimata. Se l'albero avesse unavegetazione stentata, con dei rami del-l'annata inferiori ai 50 cm, allora poteteintervenire con una concimazione organi-ca ed anche chimica. Un buon letame bo-vino in ragione di 50 kg per albero, o deiconcimi composti organici, da impiegarealla dose di 2-3 kg per albero possono ri-spondere allo scopo. Si può anche effet-tuare una concimazione chimica impie-gando del concime composto NPK 12-6-18 in ragione di 300 grammi per albero.

I concimi organici o minerali vannosparsi alla periferia della chioma, anchese questa fosse molto ampia.

Irrigazione. Raramente in questo pe-riodo l'albicocco abbisogna di irrigazioni,essendo quasi sempre innestato su portin-nesti vigorosi il cui apparato radicaleespandendosi molto nel terreno riesce asoddisfare i fabbisogni di acqua dellapianta. Un'eventuale irrigazione di soc-corso deve essere effettuata solo dopo l'al-legagione ed in caso di terreni seccagni.

Altri lavori. Per quanto riguarda latrinciatura dell 'erba e la difesa dalle ge-late tardive valgono le indicazioni dateper il pesco.

Susino

Potatura verde. Gli astoni che aveteimpiantato in inverno ora dovrebberoavere una vegetazione di una trentina di

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Jcentimetri sull'intera piantina. Asporta-te tutti i germogli che si trovano fino a30 cm da terra, scegliete i tre-quattro cheandranno a costituire la futura impalca-tura e cimate tutti gli altri. L'operazionedi cimatura andrà ripetuta nel tempo(una volta al mese fino a luglio) e servi-rà, come detto per le altre drupacee, arafforzare i germogli scelti.

In prefioritura, passando una manosemichiusa a partire dall'alto, liberate lepiante di due-tre anni dai bottoni fioraliche si trovano all'estremità delle bran-che. Nel susino questa operazione deveessere fatta per tempo, cioè quando siintravedono i bottoni fiorali, poiché suc-cessivamente, quando si saranno svilup-pati i peduncoli dei fiori, risulterà al-quanto difficoltosa.

Togliere i fiori all'estremità dellebranche in produzione risulta indispen-sabile in modo particolare sulle varietàcino-giapponesi che hanno un porta-mento cadente.

Dalle piante in produzione, in prefio-ritura, eliminate anche le eventualimummie sfuggite in precedenza.

Se la fioritura si presentasse abbon-dante togliete i rami deboli siti nelle par-ti in ombra. Ricordate che i frutti checrescono in ombra sono poco sapidi enon si conservano a lungo.

Gestione del suolo. Il susino, in faseprefiorale, è colpito da un insetto, la ten-tredine (Hoplocampa flava), che deposi-ta un uovo alla base del calice fiorale dalquale nasce una larva che deturpa suc-cessivamente il frutticino. Questo, seaperto, emette un odore forte, simile aquello della cimice.

La tentredine è favorita dalla presen-za del cotico erboso e dalla pacciamatu-ra d'erba. Per limitare i danni, qualoranegli anni precedenti ne sia stata accer-tata la presenza, è opportuno lavorare ilterreno sottostante alle piante.

Irrigazione. Valgono le stesse indi-cazioni fornite per l'albicocco, poichéanche il susino di norma è innestato suportinnesti vigorosi che in questa fasedifficilmente abbisognano di acqua.

Concimazione. Sostenete le piantein allevamento con concimazioni orga-niche e chimiche allo scopo di favorireun rapido sviluppo della chioma. A que-sto scopo bastano alcune forcate di leta-me e circa 200 grammi per albero di unconcime composto tipo NPK 12-6-18,da spargere alla periferia della chioma.

Per quanto riguarda le piante in pro-duzione, pochi sono i fabbisogni nutriti-

vi: basta una concimazione organicaogni 2-3 anni se le piante manifestanouna riduzione di vigoria.

Per la concimazione chimica si puòutilizzare del concime NPK 12-6-18 inragione di circa 300 grammi per albero.

Ciliegio

Potatura. Se non avete ancora effet-tuato interventi di potatura, rivedete iconsigli dati ne «i Lavori» di gennaio-febbraio e ricordatevi di imbiancare lebranche principali (per proteggerle dalsole estivo) nel caso in cui abbiate dovu-to effettuare grossi tagli di ritorno chehanno tolto parte della zona alta dellachioma. Ricordatevi anche di coprirecon cera o mastice da innesti le superfi-ci rimaste scoperte dopo i tagli.

Innesti. Chi innesta i ciliegi su por-tinnesti già a dimora ricorre spesso al-l'innesto a spacco; ricordate però chequello a triangolo è il più indicato. Adogni modo, qualunque sia il tipo di inne-sto praticato, e nel caso in cui venganoadoperate due o più marze, raccoman-diamo di utilizzare poi, per l'allevamen-to dell'albero, soltanto uno dei germoglisviluppatisi da una delle marze. Sui ra-mi anticipati di questo, o sui nuovi ramiche cresceranno da questo nell'annosuccessivo, imposterete la forma di alle-vamento preferita.

Altra raccomandazione riguarda l'am-piezza dell'angolo di inserzione dei ger-mogli che daranno luogo alle brancheprincipali; questo angolo deve esseremolto ampio (l'ideale sarebbe che fosseaddirittura di 90°), in modo da assicurarea ciascuna branca un impianto solidissi-mo sul tronco.

Nel caso che vogliate allevare l'albe-ro a palmetta, scegliete i due germogliche dovranno dare origine alle primedue branche laterali in modo che risulti-no uscire dall'astone almeno a diecicentimetri di distanza l'uno dall'altro,sulla verticale.

Impollinazione. Se non possedete ci-liegi di varietà autofertili, non trascurateil problema dell'impollinazione e ricor-date che, affinchè questa avvenga nel mi-gliore dei modi, è indispensabile averealmeno due (meglio tre) varietà diverse icui alberi siano vicini fra loro; e poi chevi sia abbondanza di insetti che visitanoi fiori. Queste due condizioni sono parti-colarmente importanti per alcune varietài cui fiori, avendo un periodo utile di im-pollinazione piuttosto breve, devono es-sere impollinati entro un paio di giorni

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Albicocco. A fine aprile si può procedereal diradamento dei frutti Questa opera-zione è necessaria per ottenere frutti dìgrossa pezzatura, di buon colore e di buonsapore. 1 frutti devono avere la possibilitàdi crescere senza spingersi tra loro: si evi-teranno così le microlesioni che sono vei-colo di infezioni da monilìa. Nelle foto unramo prima (1) e dopo (2) il diradamento

Albicocco. Spesso i danni da freddo cau-sano delle lesioni sulla corteccia nellaparte bassa del fusto. Queste, oltre a for-mare delle estese ferite, si evidenzianocon abbondanti emissioni di gomma

Susino. Prima della fioritura si devono to-gliere i bottoni fiorali all'estremità dellebranche, specialmente sulle piante in alle-vamento, per non causare defonnazioni orotture in caso di eccesso di produzione

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 39

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fuih Jdalla loro apertura. Ne è un esempio tipi-co la varietà veronese «Mora di Cazza-no», a torto ritenuta poco produttiva.

Concimazioni. Durante o subito do-po la fioritura, cade il momento per ef-fettuare la concimazione azotata del-le piante che ne hanno necessità. E puòanche essere eventualmente quello ilmomento di effettuare una concimazio-ne completa nel caso in cui non abbiateeseguito la distribuzione in autunno deiconcimi fosfopotassici.

Per le piante in allevamento, se dove-te effettuare solo la somministrazione diazoto, in un terreno di media fertilità po-tete distribuire circa 150 grammi di ni-trato ammonico-26 a una pianta di dueanni, per passare progressivamente acirca 250 grammi per una pianta di 5 an-ni. In un terreno di fertilità scarsa si de-ve partire da 200 grammi per arrivare acirca 400 grammi per pianta.

Se non avete effettuato la concima-zione fosfopotassica autunnale, potetericorrere ad un concime composto del ti-po NPK 12-12-12 in terreno di mediafertilità o ad uno tipo NPK 20-10-10 sela fertilità è scarsa. Distribuitene circa300 grammi ad una pianta di 2 anni perarrivare a circa 500 grammi per un cilie-gio di 5 anni.

Per le piante in produzione, occorretenere conto del portinnesto. Se avete ci-liegi su portinnesto tradizionale, come ilfranco o il malebbo, che devono solo sod-disfare il fabbisogno familiare, non avetemolto da preoccuparvi; importante saràeffettuare qualche irrigazione nel periodocompreso tra l'invaiatura e la raccolta.

Se invece avete alberi su portinnestiche riducono lo sviluppo, e che hannoquindi un apparato radicale meno esteso,come per esempio il Gisela 5 o il Gisela6, utilizzate circa 600-700 grammi per al-bero di nitrato ammonico-26 se occorresomministrare soltanto azoto, oppure unastessa quantità di un composto tipo NPK24-8-16 se non avevate effettuato la con-cimazione fosfopotassica in autunno.

Interventi fitosanitari

Per I'individuazione dei diversi stadi ve-getativi di pesco, albicocco, susino e ci-liegio si veda la «Guida illustrata alladifesa antiparassitaria del frutteto e delvigneto famigliare», supplemento aln.2/2005, alle pagine 12-14-16-20.

Sul pesco, nella fase di pre fioritura,quando le gemme a fiore iniziano a schiu-dersi e si intravedono gli abbozzi dei«bottoni rosa», è opportuno intervenire

Susino. In alcuni casi, se non vi è statauna buona fecondazione, Vallegagione

risulterà scarsa

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• •

-A;

Ciliegio. Questo è il momento miglioreper scegliere i germogli che dovrannoformare l'impalcatura e cimare quellinon adatti allo scopo

nuovamente, dopo l'intervento di feb-braio, contro la bolla, il corineo ed even-tualmente le batteriosi, utilizzando ossi-cloruro di rame-50 (bio, ini tante), alla do-se di grammi 250 per 100 litri di acqua.

Su pesco, susino e ciliegio, contro lecocciniglie è possibile intervenire, sem-pre in questa fase, con olio bianco-80(bio, non classificato), alla dose di gram-mi 2.000 per 100 litri di acqua.

Nella fase di «bottoni rosa», quando lafioritura è imminente, in particolare su al-bicocco, susino e ciliegio e se la stagionedecorre umida e piovosa, bisogna inter-venire contro la monilia, utilizzando bi-tertanolo-45,5 (non classificato) alla dosedi grammi 50 per 100 litri di acqua.l É P ^n agricoltura biologica è possibile^Sx utilizzare, con efficacia minore,proteinato di zolfo-45 (bio, n<cato) alla dose di grammi 1.000 per 100litri di acqua. Non dimenticatevi che traquest'ultimo intervento ed eventuali

trattamenti con olio bianco devono pas-sare almeno 15 giorni.

Nel caso verificaste la presenza di afi-di, intervenite, sempre nella fase di pre-fioritura, con pirimicarb-17,5 (non classi-ficato) alla dose di grammi 200 per 100litri di acqua. Se questo intervento avessemostrato dei cali di efficacia nella passa-ta stagione, potete sostituirlo con imi-dacloprid-17,8 (non classificato) alla do-se dì grammi 50 per 100 litri di acqua.Questo trattamento deve essere effettuatoalmeno 10 giorni prima della fioritura,perché il principio attivo è tossico per leapi, inoltre può essere impiegato solo unavolta all'anno. Quindi, se il vostro frutte-to è composto da specie diverse vicine traloro, se ad esempio i peschi sono viciniad albicocchi e susini già fioriti, è oppor-tuno rinviare l'impiego di questo prodot-to alla fase di post-fioritura./ijB|\ In agricoltura biologica impiegate

r piretro-4 (bio, irritante o non clas-sificato) alla dose di grammi 100 per100 litri di acqua, in miscela con oliobianco-80 (bio, non classificato) alla do-se di grammi 500 per 100 litri di acqua.A questa miscela è meglio non aggiun-gere altri prodotti.

Sempre nella fase di bottoni rosa, so-lo su nettarine, se nell'annata passataavete avuto problemi di (ripidi, insettiche in alcuni casi possono provocaredanni di un certo rilievo, potete interve-nire con rotenone-6 (bio, tossico) alladose di grammi 250 per 100 litri di ac-qua, in miscela con olio bianco-80 (bio,non classificato) alla dose di grammi1.000 per 100 litri di acqua. Questo in-tervento ha una certa efficacia anche neiconfronti degli afidi.

Dopo la fioritura, in particolare su albi-cocco, susino e ciliegio, è importante in-tervenire di nuovo contro la monilia, so-prattutto se l'andamento stagionale è umi-do e piovoso. Il prodotto da utilizzare è ilbitertanolo-45,5 (non classificato), alladose di grammi 50 per 100 litri di acqua.,*M's In agricoltura biologica utilizzateW? proteinato di zolfo-45 (bio, non

classificato) alla dose di grammi 700 per100 litri di acqua. Il trattamento andrà inseguito ripetuto se la stagione decorreumida e piovosa.

Sempre dopo la fioritura può capitaredi verificare la presenza di afidi. Questopuò accadere perché non siete intervenu-ti in pre-fioritura, o perché l'interventofatto non ha funzionato adeguatamente.

Contro questi insetti, che sono peri-colosi in particolare sulle nettarine, in-tervenite utilizzando pirimicarb-17,5(non classificato) alla dose di grammi200 per 100 litri di acqua, oppure, su pe-

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Page 40: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

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sco e susino, con imidacloprid-17,8(non classificato) alla dose di grammi 50per 100 litri di acqua. Ricordate chequesto insetticida può essere utilizzatouna sola volta all'anno.

I In agricoltura biologica impiegatepiretro-4 (bio, irritante o non classi-

ate) in miscela con olio bianco-80 (bio,non classificato) alle rispettive dosi digrammi 100 e grammi 500 per 100 litri diacqua. Se gli attacchi sono localizzati, sipossono trattare solo le parti colpite.

Sul susino si possono verificare at-tacchi di tentredine. Questo insetto de-pone le uova sui fiori, le larve che ne na-scono penetrano nei frutticini, facendolicadere. Se avete verificato i danni diquesto parassita nell'annata scorsa, trat-tate a caduta petali con imidacloprid-17,8 (non classificato) alla dose di gram-mi 50 per 100 litri di acqua.

j In agricoltura biologica utilizzate* rotenone-6 (bio, tossico) alla dose

di grammi 250 per 100 litri di acqua, ad-dizionato ad olio bianco-80 (bio, nonclassificato) alla dose di grammi 500 per100 litri di acqua. Questi prodotti sonoattivi anche contro gli afidi.

Alla fine di marzo è il momento diposizionare le trappole per la cattura de-

gli adulti di cidia o tignola del pesco,che possono attaccare i germogli ed ifrutti del pesco.

Alla fine di aprile invece dovete posi-zionare le trappole di anarsia. Collocatele trappole ad altezza d'uomo, in nume-ro di tre per ettaro e per ogni specie (persuperfici inferiori al mezzo ettaro è suffi-ciente una trappola per specie). Control-latele settimanalmente per verificare ilvolo e quindi la reale presenza dei sud-detti insetti nel frutteto. Per la difesa sa-ranno date indicazioni ne «i Lavori» dimaggio-giugno.

Nel caso in cui si disponga di un frut-teto di discrete dimensioni, almeno un et-taro, è possibile combattere la cidia eT anarsia col metodo della «distrazione»(impropriamente chiamato «disorienta-mento»). Questa tecnica consiste neh1' ap-pendere ai rami degli erogatori che dif-fondono nell'aria l'odore di una sostanzaormonale (feromone) prodotta dalle fem-mine di cidia o di anarsia. I maschi dellerispettive specie sono orientati verso que-ste «false femmine» e, non riuscendo adaccoppiarsi, non danno origine alla gene-razione successiva. Installate circa 2.000diffusori per ettaro, collocandone un nu-mero superiore sui bordi.

I-Susino colpitoda bolla. 2-Ramodi pesco consintomi delcorineo. 3-Fiorìdi albicoccoavvizziti inseguito ad unattacco dimonilia. 4-Afidi(mm 1,2-2,5) sufrutticino dì pesco

Nel caso di superfici inferiori all'et-taro applicate 300 diffusori ogni 1.000metri quadrati, ma i risultati possono es-sere molto inferiori.

Applicate comunque le trappole ses-suali, per verificare l'efficacia del meto-do. Se verificate catture, anche basse, è ilcaso di intervenire. Se non vi sono cattu-re è comunque opportuno effettuare con-trolli sui germogli e sui frutti, perché avolte possono esserci danni lo stesso.

AGRUMI

Lavori

Raccolta. In questo periodo si raccol-gono l'arancio Tarocco nelle aree inter-ne e il mandarino tardivo. Cominciaanche la raccolta dell'arancio «ValenciaLate» e dell'«Ovale» (Calabrese). Inmarzo continua, anche se in misura mi-nore, la raccolta del limone invernale.Consultate «i Lavori» di gennaio-feb-braio per tutte le precauzioni necessariea prevenire le malattie in post-raccolta.

Potatura. Negli appezzamenti in cuii frutti sono stati raccolti è tempo di ef-

\ j ^ V | Drupacee. Operazioni colturali in corso (•)nel mese di marzo

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(') In alternativa, lavorazione del terreno nei frutteti non inerbiti.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 41

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itteto Jfettuare la potatura delle piante. Comeregola generale è bene rispettare una fre-quenza biennale per la maggior parte de-gli agrumi. Vi sono però delle differenzelegate alle specie e alle varietà.

Sulle varietà più pregiate di arancio, ecioè il «Tarocco nucellare» e le nuove li-nee risanate di Tarocco quali «Scirè» e«Gallo», intervenite con cadenza annualee con tagli di ridotta entità al fine di preve-nire lo stimolo di ricacci eccessivi sullebranche principali, che in genere non por-tano frutti, e la conseguente alternanza diproduzione. Si deve sfoltire la parte inter-na della chioma eliminando i rami vecchied esauriti, mentre i rami esterni e rica-denti, più produttivi, vanno soltanto pulitida eventuali seccumi o affastellamenti. Sidevono anche asportare alla base i nuovigetti assurgenti, avendo cura di lasciarnealcuni che vanno solo cimati. Ciò è utilese si desidera consentire uno sviluppo inaltezza della chioma, in rapporto alla pro-fondità del terreno e al sesto d'impianto.

Per le varietà tardive quali il «ValentiaLate» la potatura è condizionata dall'epo-ca della raccolta. Con cadenza biennaleva sfoltita la parte interna della chioma.In nessun caso si deve aprire eccessiva-A mente la parte superiore della chio-

Z_Ama, onde evitare l'esposizione di-retta della corteccia delle branche ai rag-gi solari e la formazione di un ambientefavorevole all'insorgenza di infestazionidi cocciniglie.

Il mandarino, specie tendenzial-mente alternante, si pota nell'anno di ca-rica diradando la maggior parte dei get-ti assurgenti che emette in primavera.Una pratica interessante è quella di po-sticipare la potatura all'estate, in mododa dimensionarne l'entità in rapporto al-

A la carica di frutti. Sono comunquesempre da evitare tagli eccessivi.

Il limone è una specie particolarmen-te vigorosa che richiede tagli frequenti edeliminazioni di rami assurgenti in sopran-numero. Una buona pulizia dai seccumipuò aiutare nella prevenzione del malsec-co. Se la stagione ha però un decorso fred-

Agrumi. Erpice con dischi; non danneg-gia la struttura del terreno e le radici,ma si può utilizzare solo con sesti d'im-pianto larghi

do e piovoso, rimandate la potatura per-ché c'è ancora rischio di infezioni.

Per tutte le specie è consigliabile eli-minare i rami vicini al terreno, sebbenesiano portatori di buon frutto, poichél'arieggiamento della parte basale deltronco limita l'insorgenza di fitoftore.

Per le piante giovani è necessario for-mare il palco principale di branche entroil secondo-terzo anno di età scegliendotre-quattro rami principali ed eliminandoquelli soprannumerari o incrociati. Suc-cessivamente si eliminano soltanto i suc-chioni dal tronco, per consentire la rapidaformazione di una chioma folta e densa.

Concimazioni. In questo periodo gliagrami richiedono un grande apporto dielementi nutritivi. La soluzione più sem-plice per soddisfare quest'esigenza, ingrado di coprire quasi tutte le necessità,è quella di somministrare 2-3 kg per

Agrumi. 1-Trinciasarmenti per lo sfalcio delle erbe invernali e per la triturazionedei legni piccoli della potatura. 2-Interfilare di agrumi sfalciato

pianta di un concime granulare compo-sto con un tenore in azoto (N), fosforo(P), potassio (K) intorno a 20-10-10 (esi-stono in commercio numerose formula-zioni). La distribuzione può essere effet-tuata a mano o con uno spandiconcime.

Oppure si possono utilizzare concimisemplici quali il solfato ammonico-20(da preferire in terreni calcarei) alla do-se di 2-2,5 kg per pianta o il nitrato dicalcio-15 alla dose di 2-3 kg per piantaper gli apporti azotati; il perfosfato mi-nerale-19 e il solfato di potassio-50, en-trambi alla dose di 1-1,5 kg per piantaper gli altri due elementi fondamentali.

Questa soluzione è più economicacome costo dei fertilizzanti, però com-porta la miscelazione in campo dei con-cimi. Consente anche di differenziare ilmomento della distribuzione per singoloelemento, per cui fosforo e potassio van-no anticipati (vedi «i Lavori» di gen-naio-febbraio), mentre l'azoto può esse-re frazionato in due-tre interventi nelcorso dei successivi mesi. Le dosi mag-giori vanno utilizzate per il limone cheproduce frutti in 2-3 periodi dell'anno eper le piante di dimensioni maggiori.

Se si dispone di un impianto irriguolocalizzato (aspersione o goccia) si pos-sono apportare azoto e fosforo per fertir-rigazione (sotto forma di nitrato ammoni-co-26 e acido ortofosforico rispettiva-mente). Per l'immissione della miscelaacqua-concime nell'impianto si può an-che utilizzare la comune motopompa perle irrorazioni fogliari. Ricordate di farfunzionare l'impianto mezz'ora prima,per pulire le condutture, e un'ora dopol'immissione del concime, per consentirela totale fuoriuscita del concime e favo-rirne la penetrazione nel terreno.

Se infine si sono effettuate analisi fo-gliari nel precedente autunno, si può de-finire con maggiore accuratezza la dosedi fertilizzante da somministrare (veditabella a pag. 38 de «i Lavori» di gen-naio-febbraio). Non è raro trovare terre-ni e quindi piante con una buona dota-zione naturale di fosforo o potassio, percui in alcuni anni l'apporto di questi ele-menti può essere sospeso. Per le piccolepiante si possono utilizzare concimicomplessi ricchi anche in microelemen-ti quali zinco e manganese, sommini-strandoli a piccoli dosaggi, pari a 100-200 grammi per pianta, e ripetendo lasomministrazione nei mesi successivi incorrispondenza delle irrigazioni.

Lavorazioni del terreno e diserbo.Dopo la raccolta del frutto e la fertilizza-zione è opportuno effettuare una lavora-zione del terreno per eliminare le erbe

42 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

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Agrumi. I-Danni da cimicetta verde (7-8 mm); l'insetto punge o taglia alla base i piccoli germogli, ma soltanto in annate conscarsa presenza di bottoni fiorali arreca danni alla produzione. 2-Germogli infestati da afide del cotone (1-2 mm), il quale pro-duce molta melata ma raramente danneggia i germogli e i boccioli fiorali. 3-Coccinella (mm 5-7) che si nutre di afidi. 4-Ragnorosso panonico su limone (0,5 mm); compare soltanto dopo trattamenti ripetuti con insetticidi. 5-Formiche che disturbano unpredatore di afidi. 5-Formiche attaccate alla colla spalmata su un tronco adulto dì agrumi. Per un buon risultato è necessarioanche eliminare i punti di contatto tra chioma e terreno. La colla non va utilizzata su piante dì età inferiore ai 10 anni

infestanti invernali e interrare i concimi.Si può utilizzare la fresatrice, regolandoal minimo la profondità delle zappetteper non distruggere il capillizio radicalesuperficiale. Se la distanza tra le piantelo consente, si possono anche usare glierpici con dischi o con punte che incido-no meno pesantemente sulla strutturadel terreno. In alternativa si può utilizza-re il trinciasarmenti, con il duplice in-tento di eliminare le infestanti e il mate-riale di risulta della potatura.

In agrumeti con sesti d'impiantomolto stretti, nei terrazzamenti e in altrearee di difficile accesso si può ricorrereal diserbo chimico utilizzando glypho-sate-30,4 (non classificato) alla dose di50-150 millilitri per 400 metri quadrati,diluiti in 10 litri di acqua, utilizzando ledosi maggiori per le erbe più resistenti.

Nelle aree pianeggianti si può ricorre-re al diserbo basato su una lavorazionepost-invernale e una serie di applicazioni

localizzate di prodotti di contatto, qualiglyphosate o altri, in tarda primavera-estate. Questo metodo è senz'altro da pre-ferire al diserbo totale perché favoriscel'arieggiamento del terreno, la percolazio-ne dell'acqua, l'apporto di sostanza orga-nica, l'interramento dei fertilizzanti e, nonultimo, esclude l'utilizzo di diserbanti adazione residuale, tossici per l'ambiente.

Nuovi impianti. In questi mesi sipuò procedere alla messa a dimora dinuove coltivazioni di agrumi, in quantoè garantito un maggior attecchimentodelle piantine grazie alle condizioni cli-matiche più favorevoli.

Si è già detto dell'importanza di pre-notare e selezionare per tempo le mi-gliori partite di piantine (vedi «i Lavori»di gennaio-febbraio). All'atto dell'inter-ramento, la base del tronco detta «collet-to» va tenuta alcuni centimetri al di so-pra del livello del terreno, perché è una

parte della pianta molto suscettibile aimarciumi e alle infezioni fungine.

I sesti d'impianto variano in rapportoalle diverse specie e varietà di agrumi. Dinorma si preferisce un sesto rettangolarecon il lato corto da 3,5 metri fino a 4,5 me-tri e con il lato lungo da 4,5 metri fino a 7metri. Le distanze maggiori vanno adotta-te per piante vigorose quali il limone el'arancio «Tarocco nucellare», mentrequelle più ristrette per gli ibridi di tagliaridotta come il «Nova». Va seguito unorientamento nord-sud dei filari per unapiù omogenea illuminazione delle piante.

Alla base del tronco, lungo il filare, sipuò adagiare il tubo di irrigazione, senzainterrarlo; ciò comporta costi d'impiantomolto ridotti. Tenuto conto dei sempremaggiori costi dell'irrigazione si posso-no impiegare le ali con gocciolatori.

Altri lavori. Negli impianti di due-treanni, se in settembre avete seminato il fa-

sV Agrumi. Operazioni colturali in corso (•)-i K nel mese di marzo

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(') Da rimandare in caso di stagione piovosa. (2) Si può effettuare anche inestate. (3) Se le temperature lo consentono

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«V Agrumi. Operazioni colturali in corso (•)• a v nel mese di aprile

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(') Da rimandare in caso di stagione piovosa.(2) Si può effettuare anche in estate.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 43

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V Jvino, è il momento di effettuare il sove-scio. Questa operazione contribuisce adincorporare nel terreno una notevolequantità di sostanza organica e di azoto,con giovamento per le piccole piante.

Interventi fitosanitari

In corrispondenza con la ripresa vege-tativa si segnalano le infestazioni di inset-ti che si nutrono a carico dei nuovi ger-mogli e dei boccioli fiorali. Il più preco-ce è la cimicetta verde che punge i nuovigetti provocandone il distacco e la cadu-ta. Tuttavia è raro che ciò determini unareale riduzione di produzione. In caso diforti attacchi coincidenti con una bassaquantità di bottoncini fiorali sui nuovigermogli, si consiglia un intervento conmalation-40 (non classificato) alla dosedi 200 millilitri per 100 litri di acqua.

Successivamente si hanno le infesta-zioni di afidi, in particolare di afide delcotone. Questi insetti raramente provo-cano danni alla produzione delle pianteadulte, per cui i trattamenti sono da con-sigliare soltanto per piccole piante sul-la cui regolare crescita le infestazionipossono incidere negativamente. Si puòutilizzare una miscela di piretro-4 (bio,non classificato o irritante) + rotenone-6(bio, tossico) + olio bianco-80 (bio, nonclassificato) alle dosi rispettivamente di100 + 250 + 400 millilitri per 100 litri diacqua. Oppure si può utilizzare un afi-cida specifico quale imidacloprid-17,8(non classificato) alla dose di 50 milli-litri per 100 litri di acqua.

Sulle piante adulte invece è preferibi-le attendere l'operato naturale di cocci-nelle, crisope e imenotteri parassitoidi.

In primavera si possono avere attacchidel panonico o nuovo ragno rosso con-tro il quale l'olio minerale-80 (bio, nonclassificato) è efficace alla dose di 2 kgper 100 litri di acqua. Se le infestazionituttavia persistessero, potete utilizzare te-bufenpirad-25 (non classificato) alla do-se di 40 millilitri per 100 litri di acqua, danon miscelare con olio minerale.

L'attività delle formiche e in parti-colare della formica argentina aumentasensibilmente con l'innalzarsi della tem-peratura. Questi insetti si nutrono dellesostanze zuccherine emesse dagli afidi eda altri insetti dannosi e disturbano sen-sibilmente l'azione dei predatori natura-li. Inoltre possono danneggiare diretta-mente i germogli teneri. Esse costrui-scono formicai sotto terra dai quali fuo-riescono in primavera portandosi sullapianta attraverso il tronco, il tubo di irri-gazione e le erbe infestanti.

La lavorazione del terreno disturba i

Agrumi. I-Trappola gialla al feromoneper la cattura della cocciniglia rossa de-gli agrumi; è utile per seguire con pocafatica le infestazioni dell 'insetto e pro-grammare i trattamenti e i lanci di inset-ti utili. 2-Maschi di cocciniglia rossa (1mm) catturati con una trappola spalma-ta di colla

formicai. Si possono anche spalmare col-le a base di esano o polibutene sui tron-chi delle piante adulte, avendo cura di eli-minare altri punti di passaggio delle for-miche quali erbe alte o rami striscianti.Potete anche utilizzare clorpirifos-eti-le-75 (non issificato) alla dose di 140grammi per 100 litri di acqua, bagnandoil tronco dal colletto sino all'impalcaturadei rami e parte del terreno sottostante.

Sin d'ora si può iniziare a program-mare la lotta alla cocciniglia rossa, ilparassita più dannoso per gli agrumi.Si possono infatti collocare ad altezzad'uomo trappole gialle al feromone, per

Castagno. La potatura di produzione con-siste in un modesto sfoltimento che con-senta lo sviluppo di nuovi rami di un annoed eviti l'alternanza di produzione. Si ef-fettua mediante tagli dì ritorno che vannoeseguiti su branche e sottobranche

catturare i maschi della cocciniglia. Seravvisate catture di alcuni individui sulletrappole e le temperature non sono rigi-de potete effettuare già da marzo i primilanci di Aphytis melinus, un imenotteroche vive a spese della cocciniglia.

Se alla ripresa vegetativa si manife-stano ancora infezioni da fitojtorà confuoriuscita di gomma (vedi «i Lavori»di gennaio-febbraio), si può intervenirecon fosetil alluminio-80 (non classifica-io) alla dose di 300 grammi per 100 litriacqua (non ammesso su clementine).

Infine, nell'evenienza che si verifi-cilino condizioni favorevoli al mal seccodei limoni e cioè vento, grandine, freddoo piogge, intervenite con ossicloruro dirame-50 (bio, irritante) alla dose di 450grammi per 100 litri di acqua.

CASTAGNO

Lavori

Nuovi impianti. I nuovi impianti dicastagno nelle regioni del centro-sud edel sud devono essere completati entro ilmese di marzo, mentre nelle regioni delcentro-nord e del nord la messa a dimo-ra va conclusa entro il 10-15 aprile.

Normalmente i nuovi impianti ven-gono effettuati in questo periodo quan-do, per motivi diversi (difficoltà inizialedi reperimento delle piantine, terrenogelato o innevato, terreno non ancorapreparato per l'impianto, ecc) , non èstato possibile eseguire la messa a dimo-ra nel periodo autunnale. Rimandiamopertanto alle indicazioni fornite ne «iLavori» di novembre-dicembre 2004.

Nel caso di messa a dimora di pochepiante destinate a rimpiazzare quelle mor-te per asfissia radicale o in seguito ad at-tacchi di mal dell'inchiostro e cancro del-la corteccia, operate nel seguente modo:aprite una buca profonda 70-75 cm e con80-90 cm di lato, estirpate tutti gli spezzo-ni di radici e disinfettate il terreno con300-400 grammi di solfato di ferro. Sel'impianto si effettua a fine inverno la bu-ca deve essere stata scavata e disinfettatanei mesi di settembre-ottobre. È buonanorma chiudere la buca almeno un meseprima dell'impianto, in modo da favorireun regolare assestamento del terreno.

Ultimata la messa a dimora, per evi-tare fratture dell'asse centrale dellapianta e favorire uno sviluppo eretto del-la stessa, si consiglia l'applicazione, perogni soggetto, di un palo tutore che ri-sulti almeno 3-3,5 metri fuori terra; perimpedire la diffusione del cancro dellacorteccia è opportuno che il palo tutore

44 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

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A non sia di castagno, ma di acacia odi altra specie legnosa.

Potatura. La potatura delle piante inallevamento interessa in particolare ifrutteti di castagno. Le operazioni dasvolgere sono le seguenti:- taglio dei rami laterali sviluppatisilungo l'asse centrale fino all'altezza di3,5-4 metri, altezza alla quale si otterràla prima impalcatura (se fosse più bas-sa, in fase di produzione le branche ca-riche di ricci si curverebbero verso terracreando problemi al lavoro dell'operato-re ed al passaggio dei mezzi meccanici);il taglio deve essere fatto rasente il fustoe va subito disinfettato con un prodottotipo Bayleton SK;- taglio dei polloni sviluppatisi a livellodel ceppo e disinfezione con poltigliabordolese industriale-20 (bio, nonsilicato), alla dose di 400 grammi per li-tro di acqua;- legatura dell'asse centrale al palo tuto-re fino all'altezza di 3,5-4 metri.

Normalmente la potatura di alleva-mento viene effettuata per la durata di 2-3 anni sulle piante di castagno giappo-nese, per la durata di 3-4 anni sulle pian-te di castagno ibrido eurogiapponese eper la durata di 5-6 anni sulle piante dicastagno europeo.

Per quanto riguarda la potatura dellepiante in produzione occorre distinguere.• Nei frutteti specializzati di castagno,quando le piante hanno superato i 9-10anni di età è opportuno che venga effet-tuato, oltre al taglio dei polloni svilup-patisi a livello del ceppo, anche un inter-vento sulla chioma teso a realizzare unmodesto sfoltimento che consenta losviluppo di nuovi rami di un anno edeviti l'alternanza di produzione. La po-tatura si effettua mediante tagli di ritor-no che vanno eseguiti su branche e sot-tobranche. Va precisato che la potaturadeve risultare leggera sulle piante cheevidenziano un buon vigore vegetativo epiuttosto severa sulle piante che manife-stano un ridotto vigore, facilmente rico-noscibile dalla lunghezza dei rami di unanno presenti sulla chioma. Quandocioè i rami di un anno presentano unalunghezza inferiore ai 20-25 cm lo sfol-timento deve risultare accentuato, taleda ridurre del 30-35% il volume dellachioma. Questo tipo di potatura, che vaeffettuata ogni 2-3 anni, è indispensabi-le sulle piante degli ibridi eurogiappone-si, ma è consigliabile anche sulle piantedi castagno europeo ed in particolare sulmarrone, se si vuole mantenere elevatala pezzatura dei frutti.• Nei boschi di castagno da frutto, devo-

Castagno. I grossi tagli sulle branche de-vono essere disinfettati mediante una pen-nellatura con un prodotto a base di rame

Castagno. In questo periodo si possonoeffettuare diversi tipi di innesto. Nellefoto: innesto a triangolo (1) e innesto acorona (2)

Castagneto. OperazioniHÉgà colturali in corso (•) nei^ ^ ^ mesi di marzo e aprile

Operazioni

Nuovi impianti

Potatura

Taglio dei polloni

Rastrellaturafoglie e ricci

Concimazioneorganica

Concimazionechimica

Innesti

Falciatura erba

Irrigazionidi soccorso

Trattamentiantiparassitari

Raccolta

Marzo

Aprile

(') Entro il 10-15 aprile e solo nel nord e centro-nord.

no essere eliminati i polloni sviluppatisia livello del ceppo e, se risulta necessa-rio, deve essere effettuato anche un leg-gero sfoltimento della chioma con il ta-glio dei rami rotti o lesionati dalla nevee dei rami che evidenziano attacchi piùo meno diffusi di cancro della corteccia.Sulle piante vecchie presenti nei boschidi castagno da frutto può essere necessa-ria una potatura di ringiovanimento, me-diante la capitozzatura delle branche esottobranche al fine di favorire il rinno-vo quasi totale della chioma. Questaoperazione, da effettuare su piante checonsentono di realizzare una produzione

A^ pregiata, comporta il rischio di inci-• V denti e, per questo motivo, deve es-sere eseguita da personale specializzato.

I grossi tagli sulle branche devono es-sere disinfettati mediante una pennella-tura con una miscela costituita da 1 litrodi olio cotto di lino e 40 grammi di ossi-cloruro di rame-50 (bio, irritante). I taglidi potatura eseguiti a livello del ceppo elungo il tronco vanno invece disinfettaticon un trattamento localizzato a base dipoltiglia bordolese industriale-20 (bio,non classificato) oppure ossicloruro dirame-50 (bio, irritante) in ragione digrammi 120 per 10 litri di acqua.

Concimazione. La concimazione,che si può considerare normale nei frut-teti specializzati di castagno, viene ese-guita raramente nei boschi di castagnoda frutto e mai nei boschi cedui di casta-gno. Nei frutteti di castagno con la con-cimazione è previsto lo spargimento deiseguenti fertilizzanti:-per piante in fase di allevamento (da 1 a3-4 anni per gli ibridi eurogiapponesi e da1 a 5-6 anni per il castagno europeo), sisomministra un concime complesso 20-10-10 alla dose di grammi 400 per piantadopo il primo anno di impianto fino ad ar-rivare a kg 1,5 alla fine della fase di alle-vamento, per un raggio crescente attornoal ceppo da cm 150 fino a 3 metri;- per piante in fase di produzione, sepresentano un elevato vigore vegetativocon una produzione scarsa va distribuitoil concime complesso 8-24-24S, se inve-ce evidenziano uno scarso vigore si con-siglia la distribuzione di un concimecomplesso più ricco di azoto tipo 15-9-15S+2MgO; entrambi i fertilizzanti van-no distribuiti in ragione di kg 500-600per ettaro, corrispondenti a 2,5-3 kg perpianta; per gruppi di piante isolate sonoconsigliabili kg 5-6 per pianta per unraggio di 5-6 metri attorno al ceppo.

La distribuzione dei fertilizzanti vaeffettuata entro il mese di marzo dopo larastrellatura del fogliame.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 45

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JInnesti. Sul castagno possono essere

eseguiti tutti i tipi di innesto; quelli at-tualmente più praticati sono l'innesto adoppio spacco inglese, a triangolo, a cu-neo o a spacco pieno, a spacco diametra-le e a corona.

Interventi fitosanitari

Nessun intervento antiparassitario èprevisto in questo periodo sul castagno.

OLIVO

Lavori

Potatura. Una volta passato il peri-colo di ritorni di freddo intenso è il mo-mento di procedere alla potatura.

Ne «i Lavori» di marzo-aprile delloscorso anno ci siamo soffermati in parti-colare sui criteri da seguire per la pota-tura di allevamento delle piante nei pri-mi anni dopo la piantagione. Ora cer-cheremo di illustrare come intervenire,con la potatura cosiddetta di produzio-ne, sulla chioma di olivi adulti, prenden-do ad esempio alberi nei quali, o per tra-scuratezza o per errori di potatura neglianni precedenti, la parte aerea tende asvilupparsi soprattutto in alto.

Quando si verifica questa condizioneè evidente che si rendono più difficili,più lunghi e costosi tutti gli interventi dacompiere sulla chioma, rappresentatiprima di tutto dalla raccolta ma anche

dalla potatura e dalla difesa dai parassi-ti eventualmente necessaria.

In una pianta «affamata» di luce co-me l'olivo la potatura di produzione de-ve mantenere l'equilibrio fra l'attivitàvegetativa e quella produttiva e si basaprincipalmente sul rinnovo delle bran-chette fruttificanti.

Si osserva che, di solito, le olive nel-l'anno precedente hanno fatto piegare inbasso, limitandone la crescita, le bran-chette che le portavano. Alla base diqueste si sono formati nuovi rami chedaranno produzione quest'anno. Con lapotatura si elimina la branchetta che hafruttificato ed è esaurita.

Inoltre, e soprattutto nel centro-norddove la luminosità è meno intensa, occor-re evitare che le ramificazioni tendano asvilupparsi prevalentemente verso l'alto;e questo si ottiene effettuando diradamen-ti proprio nelle zone alte della chioma econ eventuali e razionali tagli di ritorno.

Non va tuttavia dimenticato che an-che distanze di piantagione troppo limi-tate possono ad un certo momento crea-re ombreggiamenti reciproci fra gli al-beri e favorire la tendenza ad uno svilup-po... verso il cielo.

Per riportare la chioma a svilupparsinelle parti basse si può ricorrere a due ti-pi di intervento: uno è rappresentato dal-la capitozzatura che consiste nel tagliarele branche ad una certa altezza da terra(circa 1,5 m) e nell'allevare poi la nuovavegetazione; è evidente che questo siste-

Olivo. I-Albero di Frantoio, allevato a vaso, prima della potatura; si nota una brancamolto più sviluppata delle altre. 2-Dopo la potatura: si veda come la chioma è statadiradata e come è stata alleggerita la branca troppo alta per evitarne un 'ulteriore ec-cessiva crescita e favorire il rivestimento delle sue parti basse

ma fa perdere la produzione almeno pertre anni. L'altro tipo di intervento consi-ste nel procedere annualmente e gradual-mente alla riduzione delle parti alte e di-sordinate della chioma in modo da man-tenere all'albero una certa produttivitàmentre si prepara la strada ad un mag-giore sviluppo di vegetazione in basso. Ea questo tipo di intervento che dedichia-mo questa volta la nostra attenzione (ve-di illustrazioni alla pagina seguente).

Innesti. Chi deve effettuare innesti,può fin d'ora ricorrere all'innesto atriangolo; eventuali fallanze potrannoessere eliminate dopo la ripresa vegeta-tiva con innesti a corona o a gemma.

Concimazione azotata. Salvo il ca-so di piante lussureggianti e poco pro-duttive a causa della eccessiva vigoria, ilperiodo di marzo-aprile è quello adattoper l'esecuzione di una concimazioneazotata. Se disponete di irrigazione, da-te la metà o due terzi del concime subi-to, completando poi la distribuzione do-po la fioritura quando vi potrete rendereconto se l'allegagione è elevata o meno.Altrimenti somministrate subito tutto ilquantitativo necessario che, per gli albe-ri adulti, viene calcolato in circa 270grammi di azoto (per esempio 1.000-1.100 grammi di nitrato ammonico-26)ogni 10 kg di olive raccolte nel novem-bre-dicembre passato.

Alle piante in allevamento, si puòsomministrare lo stesso nitrato ammoni-co-26, in quantità di 300-400 grammiper piante di due anni, per arrivare a700-800 grammi per piante di 4 anni.

Difesa dalle erbe infestanti. Questadifesa è importante nei primi 3-4 anni dicrescita delle piante; il modo più sem-plice per realizzarla è rappresentato dal-la pacciamatura con polietilene nero ocon fiscoli dismessi dal frantoio. Ma po-tete anche, ogni anno, accumulare intor-no al piede delle piante erba fresca gros-solana e pestata.

A seconda dell'andamento stagiona-le, è probabile che in alcune zone si deb-ba in aprile passare con il trinciaerba sulterreno inerbito.

Controlli alle piante giovani a di-mora. Verificate che i sostegni siano so-lidi e che eventuali legature non provo-chino strozzature pericolose.

Decorticazione anulare. Verso la finedi aprile, e comunque quando è già co-minciata la ripresa vegetativa, potete ef-fettuare la decorticazione anulare su gio-

46 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

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Olivo. Nella foto e nel disegno 1: branca di olivo che presenta un eccessivo sviluppo nella parte alta con varie branche didiametro più o meno uguale. Queste si ombreggiano reciprocamente favorendo lo sviluppo di rami sempre più in alto. Idisegni 2 e 3 mostrano il risultato rispettivamente di una prima potatura, basata sull'individuazione del naturale prolun-gamento della branca (A), e di una seconda potatura, effettuata l'anno successivo, che riduce ulteriormente la presenzadelle branche in alto. Una terza potatura eliminerà definitivamente le branche a eh. Questo modo di procedere permettedi eliminare Vombreggiamento sulle branche laterali e, d, e, f favorendone lo sviluppo

vani branche che devono essere elimina-te. Ricordiamo che l'anello di cortecciada togliere, in questo caso, deve avereun'altezza simile al diametro della bran-ca stessa nel punto della decorticazione.

Danni da gelo. Nel momento in cuiscriviamo queste note non si ha ancorauna visione precisa della situazione, ma ilsusseguirsi di basse temperature durantequesto inverno 2004-2005 fa temere chein qualche zona si siano verificati dannida gelo agli olivi. Riteniamo pertanto op-portuno richiamare l'attenzione su comei danni stessi si possono manifestare e sucome intervenire per rimediarvi.

Uno degli effetti meno gravi del fred-do è rappresentato dal congelamentodelle foglie e dei rametti più giovani inseguito al congelarsi della brina o dellaneve sulla chioma. Lo chiamiamo danno«meno grave» soltanto perché non pre-giudica la sopravvivenza dell'interachioma, ma può compromettere a volteper intero la produzione dell'annata.

Manifestazioni maggiori sono rap-presentate da fessurazioni e distaccodella corteccia di rami e branche, per ar-rivare alla morte dell'intera parte fuoriterra, come accadde in tante parti d'Ita-lia nell'inverno del 1985.

Qualunque sia l'entità apparente deidanni, conviene attendere l'epoca dellaripresa vegetativa prima di effettuarequalunque intervento. Avvenuto il ger-mogliamento ci si potrà rendere conto diquali sono le parti morte da asportarequando il danno è limitato all'apparato

fogliare e ai giovani rami, anche se tal-volta il danno stesso si manifesta nellasua interezza all'epoca della fioritura.

Nei casi più gravi, dopo che ci si saràresi conto che purtroppo tutto l'albero èmorto, non resta che confidare sulla gran-de capacità di sopravvivenza del pedale,dal quale potranno essere allevati uno opiù polloni per ricostituire l'albero. Sullemodalità da seguire per la ricostituzioneabbiamo già detto su Vita in Campagnan. 10/2004, a pagina 33-34. Qui vogliamoripetere la raccomandazione di provvede-re subito al taglio del tronco morto pocoal di sotto del livello del terreno e sfonda-re il pedale per evitare che, con il tempo,il legno marcisca e le sostanze derivantidal marciume intossichino i polloni chesono stati allevati.

Se la neve ha provocato rotture di ra-mi o branche, effettuate tagli netti e rego-lari in modo che non rimanga alcuna par-te scoperta dalla corteccia.

Interventi fìtosanitari

Durante le operazioni di potatura os-servate la pianta con maggiore attenzio-ne per rilevare problemi fitosanitari pas-sati inosservati o per valutarli meglio. Seintervenite con tagli di una certa consi-stenza alle branche o al tronco o con ope-razioni come la slupatura, rammentateche dovete disinfettare e proteggere lesuperfici di taglio con mastici cicatriz-zanti per prevenire l'insorgenza di malat-tie come la rogna e la carie.

Questo periodo è ottimale per inter-

venire contro l'occhio di pavone. Que-sta è una malattia dell'olivo presente intutte le aree olivicole italiane ed è causa-ta dal fungo Spilocea oleagina, ma simanifesta nelle varie zone con diversaintensità e ciò dipende essenzialmentedal clima; infatti l'elevata umidità, lepiogge continue, la scarsa ventilazione ele temperature miti sono ideali per favo-rire sia l'insorgere che la diffusione del-la malattia. Inoltre ci sono anche varietàparticolarmente suscettibili all'occhio dipavone, come Coratina, Ogliarola, No-cellara del Belice, Frantoio, Casaliva,Moraiolo, ecc.

La malattia è facile da individuare ediagnosticare. Gli organi colpiti sono so-prattutto le foglie, sulle quali compaionodelle macchie scure che al termine del lo-ro sviluppo hanno forma circolare, con undiametro massimo di 10-12 mm e con zo-ne concentriche di vario colore (dal verdeal giallo al rosso scuro). Tali macchie so-no molto evidenti nel periodo estivo e lapresenza delle zonature concentriche ri-corda gli occhi presenti sulle penne delpavone (di qui il nome tipico di questamalattia); questi aloni concentrici deriva-no dall' alternarsi dei periodi di accresci-mento con quelli di stasi della macchia.

Le foglie colpite cadono precocemen-te e se l'intensità della malattia è fortel'abbondante defogliazione produce unindebolimento della pianta e i rami piùcolpiti possono anche seccarsi. In caso diforti attacchi si possono manifestare lemacchie anche sulle drupe. Quando il nu-mero di foglie colpite è notevole, la loro

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Jcaduta precoce determina una riduzionedella produzione futura, specie se avvie-ne quando non è ancora terminata la fasedi differenziazione delle gemme.

Il fungo è molto attivo in primavera ein autunno e, se in questi periodi si veri-ficano piogge abbondanti, si avrannonuove infezioni, poiché la pioggia con-tribuisce a diffondere i conidi del fungo.Negli ambienti meridionali caratterizza-ti spesso da inverni miti e piovosi l'atti-vità del fungo può proseguire ininterrot-ta per fermarsi solo nel periodo estivo acausa delle alte temperature e della scar-sa umidità, mentre negli ambienti set-tentrionali il fungo subisce una stasi sianel periodo estivo che invernale per lebasse temperature.

L'occhio di pavone si combatte ridu-cendo man mano la massa di inoculopresente sulla pianta e ciò si ottiene fa-cendo cadere le foglie infette. Le fogliecadute sul terreno non rappresentanouna fonte di inoculo in quanto i conididel fungo hanno una scarsissima mobili-tà e pertanto non sono in grado di infet-tare altra vegetazione.

La caduta delle foglie (filloptosi), siottiene effettuando un trattamento a basedi rame in primavera prima della ripresavegetativa: il rame penetra nel tessuto fo-gliare attraverso le ferite provocate dal

Olivo. Operazioni colturali^ . ^ in corso (•) nei mesi di

marzo e aprile

Operazioni

Lavorazioniterreno

Trinciaturaerba

Potatura

Innesti

Concimazioneazotata

Difesa dalleinfestanti

Controlloalberi giovani

Irrigazioni

Trattamentiantiparassitari

Raccolta

Preparazioneterreno nuoviimpianti

Nord

marzo

aprile

e

Centro-Sud

marzo

aprile

Olivo. I-Foglie colpite dall'occhio dipavone con le tipiche macchie circolari.2-Piombatura: i primi sintomi compaio-no sulla pagina inferiore sotto forma dipiccole macchie di forma irregolare e dicolore grigio scuro che, crescendo, con-fluiscono sino ad interessare l'intera su-perficie fogliare

fungo e, poiché ha una azione tossica perle fogie, ne provoca la caduta. I prodottida usare possono essere la poltiglia bor-dolese-20 (bio, ni classificato), alla do-se di kg 1 per 100 litri di acqua, o l'ossi-cloruro di rame-50 (bio, irritante) alla do-se di 500 grammi per 100 litri d'acqua.

Se l'oliveta è fortemente attaccato, sesiamo in presenza di varietà suscettibilie se si verificano piogge abbondanti sipuò effettuare un secondo trattamentoutilizzando gli stessi prodotti oppuredodina-65 (ir inte) alla dose di 100grammi per 100 litri di acqua.

Per quanto attiene l'uso della dodina,poiché provoca una minore caduta dellefoglie rispetto ai prodotti rameici, è consi-gliata solo se in presenza di forti attacchi,in questo modo si evita che la pianta subi-sca una forte filloptosi (caduta di foglie).Infatti le forti defogliazioni comunque de-terminano gravi ripercussioni sulle fun-zioni vegetative e produttive della pianta.

Contro l'occhio di pavone non solo siinterviene con trattamenti chimici ma an-che creando condizioni sfavorevoli al suosviluppo: una buona potatura può contri-buire a ridurre le infezioni in quanto favo-risce una buona aerazione della chioma.In una chioma in cui c'è ventilazione, incaso di pioggia le foglie si asciugano piùin fretta e il minor tempo di bagnatura ri-duce lo spostamento dei conidi del l'ungoe quindi le nuove infezioni.

Una regola generale da ricordare èche una buona potatura e una equilibra-ta concimazione rendono la pianta piùresistente e quindi in grado di contrasta-re meglio gli attacchi di vari parassiti co-

me insetti e funghi, che invece trovanoterreno fertile là dove la pianta è squili-brata e indebolita.

Il trattamento rameico primaverilenei confronti dell'occhio di pavone è ef-ficace anche nei confronti del fungo Mv-cocentrospora cladosporioides, agentedella piombatura dell'olivo. La Myco-centrospora è un fungo che attacca so-prattutto le foglie. I primi sintomi com-paiono sulla pagina inferiore sotto formadi macchie di forma irregolare e di colo-re grigio scuro, inizialmente piccole, cheman mano si accrescono e confluisconosino ad interessare l'intera superficie fo-gliare. In corrispondenza di tali macchiesulla pagina superiore si formano dellearee inizialmente giallastre che in segui-to necrotizzano e si disseccano.

Le foglie colpite cadono precocemen-te e la vegetazione assume una colorazio-ne grigio plumbea da cui deriva il nomedella malattia; la pianta a causa della de-fogliazione e della minore attività foto-sintetica delle foglie colpite si indeboli-sce e ha una minore produttività. Il fungopuò colpire anche i giovani rametti, suiquali compaiono le stesse macchie gri-giastre; in caso di forte infezione si puòavere anche il disseccamento del rametto.Sono colpite anche le drupe, nelle quali lemacchie si presentano irregolari, di colo-re rosso scuro e infossate.

Il fungo è maggiormente attivo nelperiodo primaverile e autunnale.

Gli interventi agronomici e chimicivalidi per l'occhio di pavone vanno be-ne anche per la piombatura. Riassumen-do: mantenete le piante in buono statovegetativo, potate in modo da avere unabuona aerazione della chioma, effettua-te un trattamento con poltiglia bordole-se in marzo-aprile e un altro, utilizzandolo stesso prodotto, a ottobre-novembre.

I trattamenti rameici effettuati nel pe-riodo primaverile sono utili anche neiconfronti della rogna. In particolare, se siverificano una grandinata o una nevicatache possono determinare delle lesioni acarico dei rami dell'olivo, si deve effet-tuare non appena possibile un trattamentoa base di rame per evitare che nelle feritesi insedi il batterio Pseudomonas syrin-gae pv savastanoi, agente della rogna.

Se l'oliveto è affetto dal fleotribo,durante le operazioni di potatura dovetelasciare nel campo i rami che fungeran-no da rami-esca: non appena su questirami saranno visibili le tipiche rosureche evidenziano la presenza del fleotri-bo, dovete bruciarli; infatti contro que-sto insetto, non essendoci interventi chi-mici efficaci, si può solo intervenire ri-ducendo la popolazione presente.

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JSPECIE DA FRUTTO MINORI

Lavori

Actinidia. In questo bimestre si pos-sono ancora effettuare i nuovi impiantidi actinidia, specialmente con piantineallevate in vaso di uno o due anni.

La profondità di impianto non deveessere eccessiva, la zona del colletto de-ve trovarsi 1-2 cm sotto il livello del

A terreno. Non comprimete la terral—\ con i piedi per farla aderire alle ra-dici poiché, essendo queste fragili, cor-rereste il rischio di romperle; date solouna decina di litri di acqua prima di rico-prirle completamente. L'acqua serve afar aderire bene la terra alle radici favo-rendone l'attecchimento.

La parte aerea va cimata ad una tren-tina di centimetri da terra. Se la pianta èin vegetazione e i germogli hanno lalunghezza di una ventina di centimetri,perché impiantate a fine aprile, non ef-fettuate interventi di raccorciamento. Seinvece la vegetazione fosse più lunga(30-40 cm), fatto abbastanza raro a fineaprile se le piante sono state conservateall'aperto, dovete ridurre la vegetazionea metà. Effettuate questa operazione an-che per eventuali impianti eseguiti suc-cessivamente, ricordando che più si ri-tardano gli impianti e maggiori sono i ri-schi di mortalità. Vanno comunque cura-te con particolare attenzione l'irrigazio-ne e la concimazione.

Per quanto riguarda gli impianti ef-fettuati in inverno con piantine di un an-no, in questo periodo dovete dotare lepiante di un tutore e iniziare le opera-zioni di potatura verde.

Se volete ottenere delle piante di buonvigore con un apparato fogliare e radica-le ben sviluppati effettuate pochissimi ta-gli. La piantina che avete cimato a circa30 cm emetterà una serie di germogli chea fine aprile dovete gestire. Cimate uno odue germogli che crescono vicini al terre-no, non cimate i rimanenti, anche se fos-sero numerosi, ma cercate invece di te-nerli insieme legandoli in fascio con unospago o della plastica. Questa operazioneeviterà che i germogli si rompano sotto laspinta del vento favorendo anche unabuona vigoria. Nei mesi successivi si pro-seguirà nelle legature senza effettuareasportazioni o cimature.

Sulle piantine alla fine del primo an-no-inizio del secondo, che avete cimatoa circa 50 cm come suggerito nel bime-stre precedente, in aprile dovete sceglie-re il germoglio migliore, che andrà a co-stituire il futuro fusto della pianta, e ci-mare gli altri. Si devono asportare solo

Actinidia. Le piantedi un anno poste

a dimora durantel'inverno, ad

aprile inizianoa vegetare.

Se voleteche la pianta

si sviluppirigogliosa non

effettuate nessuntaglio sulla

vegetazione,asportate solo

i germogliche toccano terra

Actinidia. Delle piante al secondo annodi vegetazione che avete cimato a circa50 cm, a fine aprile dovete scegliere ilgermoglio più bello, cimando gli altri

Actinidia. Dalle piante al secondo annodovete togliere i germogli che cresconosul fusto. E questa una operazione chedovete ripetere ogni decina dì giorni perevitare che la pianta soffra

quelli che toccano il terreno.La scelta del germoglio più bello può

risultare a volte difficoltosa; spesso sisceglie quello più lungo o quello cheparte più in alto. Il germoglio più bellopuò invece partire anche dalla metà odalla base del fusticino. Esso deve esse-re peloso, di spessore più grosso deglialtri, con la punta rossa e ricurva verso ilbasso. Anche se al momento della scelta(fine aprile) risulta di lunghezza inferio-

re agli altri, avrà tutto il tempo per so-vrastarli. Se vi trovate con due o più ger-mogli robusti e siete indecisi sul da far-si, scegliete quello inserito più in bassocimando gli altri. Il motivo di questascelta è quello di evitare di avere nume-rose ferite sul fusto quando andrete adeffettuare la potatura invernale.

Sulle piantine all'inizio del secondoanno, che nell'anno precedente hannoavuto una vegetazione molto lunga e cheavete allevato fino al filo del cordonepermanente, ora dovete effettuare laspollonatura. Questa operazione va fat-ta quando i germogli sono lunghi pochicentimetri, quindi ogni decina di giorni.

Sulle piante al terzo e quarto anno, sevolete ottenere un cordone permanenteuniforme e ben sviluppato, che possa ri-vestirsi su tutta la sua lunghezza di nu-merosi tralci fruttiferi, dovete effettuarein questo periodo degli oculati interventidi potatura verde.

A fine aprile, oltre che curare la spol-lonatura dei fusti, dovete asportare i ger-mogli pelosi (cioè vigorosi) che nasconoin corrispondenza dei grossi tagli. I ger-mogli vigorosi, se lasciati, toglierannoforza a quello che dovrà diventare uncordone permanente robusto. Gli inter-venti di potatura verde, in questo perio-do, vanno effettuati sui fusti e sul cordo-ne permanente.

Sulle piante in produzione, oltre cheeliminare qualche germoglio che nascelungo il fusto (saranno più numerosi neimesi successivi) dovete asportare tuttiquelli vigorosi, pelosi, con la punta ros-sa o piegata ad arco, che nascono lungoil cordone permanente o su branche dipiù anni. Questi, se lasciati, diventerannoeccessivamente grossi ed inutili, poichémolto spesso non danno produzione.

Dovete porre particolare attenzione aipunti in cui il cordone permanente ha del-le deviazioni o forcellature, tanto da nonrendere ben riconoscibile il vero cordone.Con la potatura verde potete sceglierequale tenere e quale eliminare con laprossima potatura secca. Su quello cheandrà eliminato dovete togliere, fin d'ora,tutti i germogli che potrebbero diventaretralci a frutto, cosicché, quando effettue-rete la potatura secca invernale, sarà piùfacile individuare quello da eliminare.

Anche sulle piante maschili doveteeffettuare alcuni interventi in verde.Asportate tutti i succhioni vigorosi chenascono sul cordone permanente o sullegrosse branche i quali, se lasciati, diven-teranno eccessivamente grossi e invade-ranno lo spazio occupato dalle femmineo si abbarbicheranno sui rami dellepiante vicine. Questo tipo di rami da ori-

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Jgine a fioriture troppo anticipate rispettoa quella dei fiori femminili. Se questigermogli vengono eliminati fin d'ora,sarà molto più agevole e veloce anche lapotatura secca futura.

Le piante di actinidia soffrono spessoper insufficienza di ferro, specialmentenei terreni ricchi di calcare o eccessiva-mente irrigati. Al germogliamento se nepossono già vedere i sintomi con ingial-limenti più o meno estesi. Se questi nonvengono curati per tempo e la pianta an-drà in fioritura (metà-fine maggio) in-giallita, anche i frutti alla raccolta avran-no la polpa gialla, poco sapida e di scar-sa conservabilità.

Se in autunno non avete effettuatouna cura preventiva con solfato di ferro,ora dovete provvedere. La soluzione mi-gliore è quella di intervenire sulle pianteche manifestano il problema, all'iniziodel germogliamento, con la sommini-strazione di solfato di ferro, alla dosedi 1 o 2 kg per pianta, da interrare 50 eralontano dal fusto, concentrati in uno spa-zio di 30-50 cm sia a destra che a sinistradella pianta, nel senso del filare. L'azio-ne del solfato di ferro risulta miglioratase viene coperto con del letame o dellaterra. L'effetto non sarà immediato, masicuramente duraturo nel tempo.

In sostituzione del solfato di ferro sipossono anche impiegare dei chelati diferro, da interrare in ragione di 50-100grammi per albero. L'operazione si puòeffettuare tracciando con una zappa, nelsenso del filare, due solchi, profondi cir-ca 10 cm e lunghi un metro, uno da unaparte e uno dall'altra del fusto e lontanida esso circa 50 cm.

Si deve inoltre effettuare ogni setti-mana un trattamento fogliare con 100-200 grammi di un chelato di ferro fo-gliare, fino all'inizio della fioritura.

Se invece le piante hanno una vegeta-zione verde fin dalle prime fasi di vege-tazione, non servono interventi né al ter-reno né per via fogliare.

A fine aprile, una volta terminato il«pianto» (il gocciolamento della linfanei punti di taglio), allo scopo di miglio-rare l'impollinazione e quindi otteneredei frutti di grossa pezzatura, si possonoeffettuare sulle piante femminili degliinnesti a spacco laterale con marze dirami maschili foggiate a «becco di luc-cio». L'innesto va fatto sul fusto, nellaparte alta, e allevato poi come fosse unramo di una femmina.

Se su tutte le piante femminili vieneeffettuato un innesto con un ramo maschi-le sarà poi possibile, quando saranno at-tecchiti, eliminare la pianta maschile cheè sempre molto difficoltosa da gestire.

Actinidia. L'insufficienza di ferro va cura-ta con solfato di ferro o con chelati di fer-ro da distribuire al terreno o per via fo-gliare. Il solfato di ferro (nella foto) va di-stribuito a 50 cm dal fusto e sparso per 50cm da ambo le partì nel senso del filare;meglio sarebbe coprirlo con della sostan-za organica o della terra. I chelati dì ferrodistribuiti al terreno, per potere svolgereal meglio la loro azione, vanno interrati

Giuggiolo. Se la chioma è troppo folta,effettuate una potatura diradando

i rami più alti e centrali

Per effettuare questo tipo di innestodovete aver prelevato le marze a feb-braio e averle conservate in ambientefresco. Prima di procedere all'innesto èbene immergerle con la parte basale inacqua, per un giorno.

A marzo potete iniziare la concima-zione delle piante in produzione. Di nor-ma per una pianta che produce 50 kg difrutti servono 300-500 grammi di unconcime composto tipo NPK 12-6-18che potrete eventualmente ridistribuire afine maggio. Se le produzioni sono infe-riori riducete di molto la quantità.

In aprile, quando la vegetazione del-le piante poste a dimora durante l'inver-no ha raggiunto i 30 cm di lunghezza,potete effettuare ogni 10 giorni una con-cimazione azotata con 50 grammi disolfato ammonico-20 o nitrato ammoni-co-26, aggiungendo qualche grammo diun chelato ferrico al terreno.

Per la difesa dalle gelate tardive siveda l'articolo pubblicato su Vita in Cam-pagna n. 2/2004, a pag. 23.

Azzeruolo. Se il terreno è di buonafertilità e l'albero non mostra segni di de-

bole vegetazione, e se avete avuto mododi somministrare del concime organicoin autunno, non dovrebbe essere necessa-ria alcuna concimazione. Altrimenti adun albero adulto potete somministrare al-la ripresa vegetativa 1.000-1.100 grammidi solfato ammonico-20 o 800 grammicirca di nitrato ammonico-26.

Per quanto riguarda le piante giovani,per favorire una rapida formazione delloscheletro, potete somministrare circa 250grammi di solfato ammonico-20 a quelledi due anni, aumentando poi progressiva-mente la dose fino a 600-650 grammi pel-le piante di quattro-cinque anni.

Carrubo. Per avere la produzione difrutti è necessario coltivare piante a fiorifemminili insieme a piante a fiori ma-schili (anche se si hanno piante a fiori er-mafroditi). Nel caso di esemplari isolati,per ottenere l'impollinazione si può effet-tuare sulla pianta femminile un innestocon un ramo prelevato da una pianta afiori maschili. All'inizio della primavera,quindi, sulle giovani piante si innesta uti-lizzando marze della varietà prescelta.

Anche i semenzali possono essere in-nestati a gemma. In questo caso i miglioririsultati si hanno nella tarda primavera.

Nelle zone più fredde (il carrubo si ri-trova anche in Toscana e Liguria) si con-siglia di effettuare la messa a dimora apartire dalla fine del mese di marzo, sce-gliendo per l'impianto i luoghi più caldie protetti dai venti. È opportuno, inoltre,preferire terreni in cui non vi siano rista-gni d'acqua, poiché sono proprio questele condizioni letali per quest'albero tan-to rustico e longevo. Il trapianto si effet-tua con il pane di terra, in quanto il car-rubo non sopporta i trapianti a radice nu-da. Le giovani piante, in queste regioni,devono essere protette dai ritorni di fred-do e dalle gelate tardive; in previsione diquesti eventi si possono coprire con deisacchetti di tessuto non tessuto.

Dall'inizio di aprile si può eseguire lapotatura degli alberi adulti. Le feritedevono essere disinfettate e, nel caso digrossi tagli, coperte con mastice.

Fico. Il fico è una pianta molto rusticaed adattabile e quindi non dovrebbe esse-re necessaria alcuna concimazione azo-tata. Si può invece procedere alla pota-tura, se necessaria, diradando i rami altise troppi, in modo da favorire un allarga-mento della chioma: questo renderà in se-guito più facile la raccolta; ricordate chearrampicarsi sul fico è più pericoloso chearrampicarsi su altri alberi.

Se dovete effettuare una potaturaenergica, con taglio di rami di grosso dia-

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\ Jmetro, effettuate i tagli stessi con moltacura, vicini, ma non troppo, all'inserzio-ne di un altro ramo; disinfettate poi le su-perfici di taglio con un prodotto a base dirame, per esempio poltiglia bordolese in-dustriale-20 (bio, non classificato) alladose di 300 grammi per 10 litri d'acqua.

Se dovete effettuare innesti, aspetta-te la fine di aprile-primi di maggio.

Giuggiolo. Può essere utile, perpiante giovani in un terreno magro, unaconcimazione azotata con solfato am-monico-20; alle piante di due anni distri-buitene circa 180 grammi e arrivate a400-420 grammi per alberi di 6 anni.

Se la chioma è troppo folta, effettua-te una potatura diradando i rami più al-ti e centrali, in modo che poi la raccoltarisulti più agevole.

Kaki. Conviene ritardare il più pos-sibile la potatura, in modo da averemaggiori probabilità di sfuggire ai dan-ni di eventuali ritorni di freddo.

Anche in questo caso diradate i ramipresenti all'interno e nelle parti più altedella chioma, in modo da diminuirel'ombreggiamento reciproco della vege-tazione; questo, infatti, può fare aumenta-re la cascola dei frutti in giugno-luglio.

Accorciate leggermente una parte deirami lunghi, per evitare che poi, con la for-mazione di frutti sulle punte, i rami stessisi pieghino in basso e siano più facilmen-te sottoposti all'azione del vento che, fa-cendoli dondolare, può rendere facili abra-sioni sui frutti da parte di altri rami.

Potete poi speronare altri rami lunghi,rimasti dopo un opportuno diradamento,per provocare il sorgere di nuovi ramifruttiferi che sostituiranno, nel prossimoanno, quelli che hanno prodotto. In que-sto modo si riesce a mantenere la chiomabene sviluppata in basso, mentre con lasperonatura di tutti (cioè con il loro ac-corciamento a pochi centimetri dalla ba-se) si provoca lo spostarsi progressivoverso l'alto della chioma fruttificante, co-me evidenziato dalle due foto in alto.

Dal punto di vista della concimazio-ne, il kaki adulto è un po' come il cilie-gio: per una produzione familiare in unterreno di media fertilità, non ha bisognodi particolari cure; gli è però molto utile illetame o altro concime organico (se nonl'avete distribuito in autunno, spargetelosubito); soprattutto dovete assisterlo conirrigazioni nel periodo estivo per evitareun eccesso di cascola di frutti e/o la lorospaccatura più o meno profonda.

Alle piante vecchie, indebolite, potràinvece essere utile una concimazioneazotata con solfato ammonico-20 in

Kaki. La potatura a sperone (1), tanto irrazionale quanto cara a molti che hannoun kaki in giardino, non fa che spostare continuamente la chioma in alto (2), ren-dendo sempre più faticosa e lunga la raccolta dei frutti

quantità di 350-700 grammi per albero,a seconda che abbiate o no avuto la pos-sibilità di somministrare letame.

Mandorlo. Nel mese di marzo si ef-fettuano i nuovi impianti utilizzandopiantine con pane di terra. Al momento

A dell'impianto fate attenzione a noninterrare il colletto degli alberi, per

evitare un ritardo di crescita e, nei terre-ni pesanti e asfìttici, l'eventuale soffe-renza radicale.

In questo periodo si possono eseguireinnesti solo se si utilizza come portinne-sto il pesco selvatico o un incrocio di pe-sco e mandorlo perché questi portinnestisi trovano ora in ripresa vegetativa, per cuila loro corteccia si distacca facilmente.

È anche il momento di procedere al-la potatura di allevamento. In questimesi primaverili, dalle gemme prece-dentemente lasciate in seguito alla capi-tozzatura delle piante a 60-100 cm (ope-razione eseguita l'anno precedente) sisviluppano numerosi germogli, dei qua-li se ne devono selezionare tre - posizio-nati in modo da formare tra loro angolidi 120° circa - destinati a costituirel'impalcatura dell'albero. Nelle varietàcon portamento assurgente può tornareutile aprire l'angolo di inserzione dellebranche avvalendosi di pesi o di caval-ietti. Gli altri germogli, anziché elimina-ti, possono essere cimati.

La fioritura, che in alcune zone dellaSicilia è cominciata già a fine dicembre,continua in questo periodo anche nellealtre zone della penisola con le varietà afioritura tardiva (prima metà di marzo)come Cristomorto, Mission, Tuono.

Dopo la fioritura nelle zone più fred-de del centro e del nord si esegue la po-tatura di produzione.

Le erbe infestanti spuntate in seguitoalle piogge invernali e che hanno protet-to il suolo dall'erosione e dal calpestiodevono essere, adesso, tagliate primadella fioritura. Così facendo se ne evite-rà la fruttificazione e la successiva disse-

minazione che potrebbe dare vita a peri-colosi competitori per l'approviggiona-mento di nutrienti e acqua.

Da marzo-aprile fino alla metà di giu-gno, è il momento di intervenire con l'ir-rigazione ove necessario, poiché la do-manda del mandorlo in fatto di riforni-mento idrico è massima in questi mesi.

Nespolo comune. Se la vegetazionedell'anno passato è stata modesta, è orautile una concimazione azotata con sol-fato ammonico-20 o addirittura con unconcime composto tipo NPK 24-8-16 indose di circa 900 grammi per pianta adul-ta; per piante in allevamento, la dose au-menta da 250 a 600 grammi passando dalsecondo al quarto-quinto anno di vita.

Nespolo del Giappone. In alcunezone, se il freddo non ha danneggiato lafioritura, è probabile che alla fine diaprile già si abbiano frutti maturi; cerca-te di ritardare il più possibile la raccol-ta, in modo che le nespole risultino benricche di zucchero e ben saporite. Se do-vete venderne, raccoglietele e confezio-natele con delicatezza per evitare che labuccia presenti più tardi segni scuri chedeprezzerebbero il prodotto.

Nocciòlo. L'impianto di nuovi noc-cioleti va completato entro il mese dimarzo. Nei nuovi impianti specializzati,

Nespolo del Giappone. In alcune zone,alla fine di aprile già è possibile

effettuare la raccolta

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 51

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J

Nocciòlo. Noccioleto dopo la potatura

anche quando la messa a dimora riguardapoche piante, dovete tener presente che ilnocciòlo, per produrre, necessita di im-pollinazione incrociata. Per questo moti-vo occorre inserire sempre le varietà im-pollinataci. Oltre alle piante di nocciòloselvatico che consentono una discretaimpollinazione va precisato che la varie-tà Tonda Gentile delle Langhe viene im-pollinata dalla Tonda Gentile Romana edalla Mortarella; la Tonda Gentile Roma-na viene impollinata dalla Tonda di Gif-foni, dalla Tonda Gentile delle Langhe,dalla Mortarella e dalla Nocchione; laTonda di Giffoni viene impollinata dallealtre Tonde e dalla Nocchione.

Per i nuovi impianti la forma consi-gliata è quella a vaso cespugliato, chefacilita la raccolta, la lavorazione delterreno e la eliminazione dei polloni.

Oltre al taglio dei polloni sviluppati-si numerosi a livello del ceppo, sullepiante vecchie e parzialmente deperitepotete eseguire una potatura di ringio-vanimento che prevede lo sfoltimentodel cespuglio con il diradamento dellepertiche, lo sfoltimento della chioma ela scelta di qualche pollone in sostitu-zione delle pertiche eliminate.

Anche nel noccioleto in piena produ-zione può rendersi necessario ogni 4-5anni un intervento di potatura teso asfoltire leggermente la chioma e il tagliodi qualche branca o pertica che risultaattaccata dal tarlo del nocciòlo (agrilo) olesionata dal peso della neve.

Entro il mese di marzo, quando lepiante sono in numero limitato, convieneraccogliere le gemme anomale ingrossa-te per effetto dell'infestazione dell'eriofi-de del nocciòlo. Le ramaglie derivate dal-la potatura e le gemme colpite dall'eriofi-de vanno distrutte con il fuoco.

Per quanto riguarda la concimazione,alle piante in allevamento distribuite unconcime complesso tipo 20-10-10, alladose di grammi 250 per pianta, per unraggio di cm 100-120 attorno al ceppo al-

Noce. Effettuare la potatura, eseguendoun leggero diradamento dei rami alti edinterni alla chioma e l'eliminazione ac-curata dei rami deperiti

la fine del primo anno di impianto, finoad arrivare a grammi 500-600 al quinto-sesto anno, per un raggio di 2,5-3 metri.

Per le piante in produzione impiegatedel concime complesso 15-9-15S+2MgOin ragione di kg 500-550 per ettaro neinoccioleti specializzati. Le piante singolenecessitano kg 1,2-1,5 di concime, distri-buito per un raggio di cm 250-300.

Noce. La concimazione azotata del-le piante giovani può essere più o menouguale sia per le varietà europee che perquelle californiane. Usando solfato am-monico-20 ne potete dare circa 270grammi alle piante di due anni per arri-vare progressivamente a circa 1.350grammi agli alberetti di 6 anni.

Una distinzione va invece fatta per glialberi adulti: alle piante di varietà euro-pee conviene, del predetto concime, som-ministrare da 2,5 a 3,5 kg per albero men-tre per le varietà californiane possono es-sere sufficienti da 1,5 a 2 kg per albero.

Per quanto riguarda la potatura, è be-ne effettuare un diradamento leggero deirami alti ed interni alla chioma e relimi-nazione accurata dei rami deperiti. Dopoche le ferite di taglio avranno cessato diemettere linfa, disinfettateli con un pro-dotto a base di rame, per esempio ossi-cloruro di rame-50 (bio, irritante) in dosedi 120 grammi per 10 litri di acqua.

Pistacchio. In marzo la pianta di pi-stacchio presenta, generalmente, le gem-me gonfie per cui (pur resistendo ai fred-di invernali) è molto sensibile ai ritorni difreddo primaverili che risultano, così,dannosi alla fioritura e alla produzione.

In Sicilia dove la fioritura si ha a pri-

mavera avanzata (seconda o terza decadedi aprile-primi di maggio) le piante diffi-cilmente sono danneggiate dalle gelateprimaverili, ma nelle zone in cui si posso-no verifìcare ritorni di freddo è consiglia-bile proteggere le piante procedendo al ri-scaldamento temporaneo dell'aria e allaformazione di nubi di fumo mediante bru-ciatura di erba verde, residui di potaturaumidi o balle di fieno umide. Se le piantesono poche e non troppo alte si possonocoprire con dei teli di tessuto non tessuto.

Sempre nel mese di marzo si può ese-guire la semina in semenzaio di semi diPistacia vera e degli ibridi di pistacchiocon terebinto.

Per quanto riguarda invece la messaa dimora di nuove piante, questa opera-zione si dovrebbe eseguire durante il pe-riodo di riposo vegetativo, solitamente afine marzo-inizio aprile. Le piante devo-no essere collocate in terreni forniti diun buon drenaggio, in quanto sia Pista-cia vera che altre specie utilizzate comeportinnesti sono sensibili ai ristagnid'acqua ed alle condizioni di elevataumidità del suolo. In quei terreni in cuisi verificano le suddette condizioni èconsigliabile piantare alberi innestati suterebinto. Quest'ultimo presenta infattiresistenza ai ristagni d'acqua, all'attac-co di Phytophthora parasitica, e tollerabene i terreni poveri e difficili.

All'inizio di marzo, quindi, scavatele buche che dovranno accogliere lepiante. Solitamente la buca è un quadra-to di un metro di lato e con profonditànon eccessiva (non più di un metro) inquanto il punto di innesto deve affiorarerispetto al livello del terreno.

Sul fondo della buca si pongono 3-4kg di letame maturo ed 1 kg di concimecomposto tipo NPK 15-15-15. Al centrodella buca si sistema la pianta acquista-ta solitamente in contenitore (sacco injuta, vaso o rete in plastica, fitocella).

Nel trasferire le piante a dimora libe-rate le radici dall'involucro (che incidere-te ai lati per rendere l'operazione più age-vole) e mantenetele nel pane di terra.

Riempite quindi la buca con della ter-ra che va poi pressata ed eseguite unaleggera irrigazione.

Interventi fitosanitari

Nessun intervento fitosanitario è pre-visto in questo periodo per actinidia,a/./.cruolo. fico, giuggiolo, kaki, ne-spolo comune, nespolo del Giappo-ne, nocciòlo.

Carrubo. Le principali avversità inquesti mesi sono l'oidio e il batterioPseudomonas ciccaronei, responsabili di

52 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 52: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

Jvistose defogliazioni. Il rame è un prin-cipio attivo che funzione bene contro labatteriosi. Si può utilizzare l'ossiclorurodi rame-50 (bio, irritante) alla dose di400-600 grammi per 100 litri d'acqua,da distribuire nelle parti basse delle pian-te. Non utilizzatelo durante la fioritura edin condizioni di umidità relativa elevatae temperatura piuttosto bassa.

Per quanto concerne Voidio, nei casidi vistosi attacchi è raccomandato untrattamento con zolfo bagnabile-80 (bio,

n classificato) alla dose di 200 gram-mi per 100 litri d'acqua.

Le piogge possono favorire la com-parsa di marciumi e carie per cui si puòanche eseguire l'intervento per risanareil tronco da carie.

Mandorlo. Nel caso in cui si sianoverificate, nella precedente annata, pre-senze di cancri rameali, intervenite allaripresa vegetativa con ossicloruro di ra-me-50 (bio, irritante) oppure poltigliabordolese-20 (bio, non classificato) allerispettive dosi di grammi 400 e grammi1000 per 100 litri di acqua.

Ad inizio fioritura, in presenza dicondizioni di prolungata bagnatura del-la vegetazione, è opportuno intervenirecontro la monìlia con bitertanolo-45,5(non classificato) alla dose di grammi 50per 100 litri di acqua.

§& In agricoltura biologica interveniteSr con proteinato di zolfo-45 (bio,

non classificato) alla dose di grammi1.000 per 100 litri di acqua.

Noce. Se nel corso della passata sta-gione avete riscontrato danni da antrac-nosi, intervenite nella fase di gemme in-grossate con ossicloruro di rame-50(bio, irritante), oppure poltiglia bordole-

se-20 (bio, non classificato) alle rispetti-ve dosi di grammi 800 e di grammi2.000 per 100 litri di acqua.

PICCOLI FRUTTI

Lavori

1 nuovi impianti di piccoli frutti de-vono essere effettuati entro il mese dimarzo (ad esclusione del mirtillo che vamesso a dimora più tardi, in aprile). Perle piante appena messe a dimora e in ca-so di scarsa piovosità può essere neces-saria qualche irrigazione di soccorso.

In marzo, dopo lo spargimento deiconcimi, va eseguita una leggera erpica-tura. In aprile, nei terreni inerbiti devo-no essere effettuate le periodiche falcia-ture dell'erba.

Concimazione piccoli frutti. Esclu-so il mirtillo, tutte le altre specie di pic-coli frutti devono essere concimate nelseguente modo:- per piante in fase di allevamento (dueanni per lampone, rovo e mora giappo-nese; tre anni per ribes, josta e uva spi-na), nel mese di marzo potete integrarela concimazione organica autunnale abase di letame con la distribuzione delconcime complesso 20-10-10 in ragionedi grammi 50 a metro quadrato, per unraggio di 50-60 cm attorno ad ogni ce-spuglio o per una larghezza di 50-60 cmper lato lungo del filare;- per piante in fase di produzione, inte-grate la concimazione autunnale a basedi letame con la distribuzione del conci-me complesso 15-9-15S+2MgO in ra-

Lampone. Con la potatura vanno elimi-nati ì tralci vecchi che hanno prodotto evanno tagliati a livello del ceppo quelli diun anno in soprannumero. I tralci sele-zionati, in numero di 5-6per ceppo, aper-ti a ventaglio, vanno legati al filo di ferroposto all'altezza di 90-100 cm e spuntati10 cm sopra la legatura

gione di 50-60 grammi per metro qua-drato. Lungo il filare va concimata unastriscia di terreno larga 70-80 cm per la-to. I fertilizzanti devono essere distribui-ti dopo la potatura e dopo la rastrellatu-ra delle ramaglie e delle foglie.

Lampone. In questo periodo è ne-cessario effettuare la potatura. Nellevarietà unifere (Mailing Promise, GlenClova, Glen Moy, Camby, Willamette,Zeva 2, ecc.) vanno eliminati i tralcivecchi che hanno prodotto e vanno ta-gliati a livello del ceppo quelli di un an-no in soprannumero. I tralci selezionati,in numero di 5-6 per ogni ceppo, apertia ventaglio, vanno legati ad un filo diferro posto all'altezza di 90-100 cm espuntati 10 cm sopra la legatura.

Nelle varietà bifere (Zeva rifiorente,

jKrfl Piccoli frutti. Operazioni colturali in corso (•)« Ì ' 6 nel mese di marzo

Specie

Lampone bil'ero

Lampone uniferoe lampone nero

Mirtillo

Mora giapponese

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Rovo senza spine

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P to Piccoli frutti. Operazioni colturali in corso (•)• a © nel mese di aprile

Specie

Lampone bifero

Lampone uniferoe lampone nero

Mirtillo

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SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 53

Page 53: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

JHeritage, Scepter, Rossana, ecc.) i tral-ci di un anno, che hanno prodotto nellaparte terminale Testate-autunno delloscorso anno, vanno spuntati sotto il ra-metto secco del residuo fiorale più bas-so; in ogni cespuglio devono essere la-sciati 5-6 tralci che vanno poi aperti aventaglio e legati al filo presente sul fi-lare all'altezza di 70-80 cm.

Nel lampone nero i tralci che hannoprodotto lo scorso anno vanno tagliati al-la base, mentre quelli di un anno, sceltiin numero di 4-5, vanno aperti a venta-glio e legati al filo di ferro situato all'al-tezza di 110-120 cm lungo il filare. I tral-ci dopo la legatura vanno spuntati all'al-tezza di 12-15 cm sopra il filo. Conside-rata la spinosità della specie si consigliadi proteggere le mani dalle punture.

Mirtillo. I nuovi impianti si effettua-no durante la prima e seconda decade diaprile, possibilmente in fase di luna cre-scente. Questa specie, per sopravvivere eper produrre, ha necessità di essere colti-vata in un terreno acido, cioè con un pHoscillante da 4,5 a 5,5. Un terreno mode-ratamente acido, cioè con pH 6, crea dif-ficoltà di vegetazione alla pianta e deveessere corretto con la distribuzione di tor-ba acida e con solfato di ferro in ragione,rispettivamente, di kg 1 e grammi 70-80per metro quadrato. Se il pH supera il6,5-7 la coltivazione del mirtillo è possi-bile solo adottando degli accorgimentispeciali e piuttosto costosi (dentro bidonidi metallo riempiti di terriccio acido).

Prima dell'impianto distribuite, su unasuperficie di 1.000 metri quadrati, letamebovino ben maturo nella quantità di quin-tali 50 (è preferibile il letame prodottocon la lettiera di foglie di castagno), per-fosfato minerale-19 alla dose di kg 40-50,solfato di potassio-50 alla dose di kg 30-35, solfato ammonico-20 alla dose di kg40-50. Anche se il trapianto avviene a fi-ne inverno la concimazione e lo scassodel terreno devono essere stati effettuatinell'autunno dell'anno precedente.

Mirtillo. I-Piante di mirtillo gigantevengono prodotte in vaso e sono pronteper la messa a dimora. I-La potatura sibasa prevalentemente su tagli di ritornovolti a ridurre la chioma del 30-40%

Ribes. La potatura di produzione consi-ste nel rinnovo delle branche vecchie chehanno superato i 5-6 anni e che vannosostituite con i polloni che si sviluppanoannualmente a livello del ceppo. Si elimi-nano poi i polloni in soprannumero e sieffettua una serie di tagli di ritorno sullebranche del cespuglio. Nelle foto: unapianta prima (1) e dopo (2) la potatura

Poco prima del trapianto erpicate ilterreno in modo da renderlo fine. Per lamessa a dimora scavate una piccola bucasufficiente a contenere la zolla che avvol-ge la radice di ogni pianta. Le piante dimirtillo gigante vengono prodotte a livel-lo vivaistico esclusivamente nei vasi o in

Esempio di miscela antiparassitaria unica costituita da prodotti miscibilitra di loro (per la lotta alle più comuni malattie e parassiti delle piante da frutto)

Pomacee:- Prodotto commerciale a base di pirimicarb-17.5 grammi 200- Prodotto commerciale a base di zolfo bagnabile-80 (') grammi 200- Prodotto commerciale a base di ossicloruro di rame-50 grammi 250-Acqua litri 100

Drupacee:- Prodotto commerciale a base di pirimicarb-17,5 grammi 200- Prodotto commerciale a base di bitertanolo-25 grammi 75- Acqua litri 100

(') Escluso il pero e le varietà di melo guppo Delicious rosso

fitocella, di conseguenza se il trapiantoviene eseguito in modo razionale e se lapiantina viene irrigata periodicamenteper alcune settimane le probabilità di at-tecchimento si avvicinano al 100%. Ledistanze di impianto sono di metri 3 tra lefile e metri 1-1,2 lungo la fila.

Il mirtillo entra in produzione al ter-zo anno dalla messa a dimora e necessi-ta di una razionale potatura che nelleregioni soggette ad abbondanti nevicateva eseguita a fine inverno, in marzo-ini-zio aprile. La potatura si basa prevalen-temente su tagli di ritorno volti a ridurrela chioma del 30-40%. In piante chehanno superato i 10-15 anni dovete gra-dualmente rinnovare le branche del ce-spuglio utilizzando i polloni che ognianno si sviluppano dal ceppo.

La concimazione delle piante in pro-duzione si effettua in marzo distribuen-do per ogni metro quadrato di superficie(nel caso di un filare, per una larghezzadi 2,5 metri, cioè di metri 1,25 per lato),grammi 60-70 di una miscela costituitadal 40% di solfato ammonico-20, dal30% di perfosfato minerale-19 e dal30% di solfato di potassio-50.

Per le piante in fase di allevamentovanno distribuiti, sempre per metro qua-drato, grammi 60-70 di una miscela co-sì composta: 60% di solfato ammonico-20, 25% di perfosfato minerale-19 e15% di solfato di potassio-50. È oppor-tuno precisare che per la concimazionedel mirtillo è tassativo l'impiego di fer-tilizzanti fisiologicamente acidi.

ANon è consigliabile impiegare con-cimi ricchi di calcio (scorie Tho-

mas, calciocianamide, nitrato di calcio),così come non è opportuno irrigare conacqua dura, cioè contenente calcare.

Mora giapponese. La potatura sieffettua tagliando a livello del ceppo itralci secchi che hanno prodotto lo scor-so anno; vanno poi selezionati 4-5 tralcidi un anno i quali, aperti a ventaglio,vanno legati ad un filo di ferro situato al-l'altezza di 110-120 cm e spuntati 10 cmsopra la legatura. Su questa pianta siconsiglia di operare con i guanti di cuoioperché i tralci sono spinosi.

Ribes (rosso, rosa, bianco, nero).La potatura delle piante in produzioneallevate a cespuglio o a spalliera consi-ste nel rinnovo delle branche vecchieche hanno superato i 5-6 anni e che van-no sostituite con i polloni che si svilup-pano annualmente a livello del ceppo. Sieliminano poi i polloni in soprannumeroe si effettua una serie di tagli di ritomosulle branche del cespuglio.

54 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 54: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

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Con la forma di allevamento a spal-liera i rami del cespuglio vanno aperti aventaglio e legati ad un filo di ferro si-tuato all'altezza di 50-60 cm.

ROTO senza spine. Anche per que-sta specie la potatura invernale prevedeil taglio, alla base del ceppo, dei tralciormai secchi che hanno prodotto nel2004 e il taglio dei tralci di un anno insoprannumero. I 5-6 tralci prescelti perogni ceppo sono dotati di tralci seconda-ri che vanno spuntati dopo la quarta-quinta gemma, aperti a ventaglio e lega-ti ad un primo filo situato all'altezza di80-90 cm e ad un secondo filo teso al-l'altezza di 170-180 cm. Dopo la legatu-ra i tralci vanno spuntati all'altezza di12-15 cm sopra il filo più alto.

Uva spina. La potatura di questa spe-cie è identica a quella che si effettua sul ri-bes ma richiede l'impiego di robusti guan-ti di cuoio per proteggere le mani dallelunghe e pungenti spine della pianta.

Interventi fitosanitari

Nessun intervento fitosanitario è pre-visto in questo periodo per lampone,mirtillo, mora giapponese, ribes, ro-vo senza spine.

Per l'uva spina, contro l'oidio, checausa gravi danni attaccando foglie, ger-mogli e frutti, non è possibile utilizzare lozolfo, perché è un prodotto molto tossicoper questa specie. Dovete intervenire trat-tando, all'inizio della cascola dei fiori eripetendo il trattamento dopo 15 giorni,con dinocap-18,25 (non classificato) alladose di 10 grammi ogni 10 litri di acqua.

A cura di: Giovanni Comerlati (Lavori:Pomacee); Giovanni Rigo (Lavori: Dru-pacee-Actinidia); Raffaele Bassi (Lavori:Castagno-Nocciòlo-Piccoli frutti); Gior-gio Bargioni (Lavori: Olivo-Ciliegio-Az-zeruolo-Fico-Giuggiolo-Kaki-Nespolocomune-Nespolo del Giappone-Noce);Paolo Solmi (Interventi fitosanitari: Po-macee-Drupacee-Castagno- Actinidia- Az-zeruolo-Fico-Kaki-Nespolo comune-Ne-spolo del Giappone-Nocciòlo-Noce-Pic-coli frutti); Filadelfo Conti (Lavori e In-terventi fitosanitari: Agrumi); Anna Per-coco (Intei-venti fitosanitari: Olivo); Lore-dana Trapani (Lavori e Interventi fito-sanitari: Mandorlo-Carrubo-Pistacchio).

Ricordiamo le classi di tossicità attribuiteagli antiparassitari, nell'ordine dal massimoal minimo: molto tossico - tossico - nocivo -irritante - non classificato. L'aggiunta di bio,significa che l'antiparassitario è ammessonell'agricoltura biologica.

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SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 55

Page 55: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

CEREALI VERNINI

Frumento tenero

All'inizio di marzo il frumento V .tenero si trova nella fase di svilup-po in altezza della pianta (levata), chesi conclude nella seconda metà di aprilecon l'emissione della spiga (spigatura).

In questa fase è molto importante ga-rantire alla coltura una adeguata dispo-nibilità di azoto, sia per ottenere produ-zioni elevate che per una buona qualitàdella granella. All'inizio di marzo effet-tuate quindi la seconda concimazioneazotata di copertura distribuendo 100-200 kg per ettaro di urea-46.

Applicate la dose di concime più ele-vata nei terreni fertili delle regioni set-tentrionali e centrali e quella più bassanei terreni poco fertili e nelle regionimeridionali e insulari. Distribuite il con-cime quando il terreno è asciutto per li-mitare il compattamento dovuto al pas-saggio del trattore con lo spandiconci-me; a tale scopo si consiglia inoltre diusare trattori leggeri e con pneumatici alarga sezione.

Se non avete già provveduto nei mesiscorsi, in presenza di erbe infestanti inter-venite all'inizio di marzo con un tratta-mento diserbante (diserbo in post-emer-genza), seguendo le modalità descritte ne«i Lavori» di gennaio-febbraio.

Nel periodo che va dalla levata allamaturazione della granella il frumentotenero è soggetto ad attacchi da parte dialcune malattie fungine (oidio o malbianco, fusariosi, ruggine e septoriosi),che possono provocare sensibili riduzio-ni della produzione (indicativamente del10-20%) e un peggioramento qualitativodel prodotto, anche per la contaminazio-ne da parte di sostanze tossiche (mico-tossine) prodotte dai funghi parassiti.

In condizioni ambientali ed agronomi-che in cui il frumento tenero può raggiun-gere produzioni elevate (superiori ai 60quintali per ettaro), ovvero nei terreni fer-tili delle regioni settentrionali e centrali,si consiglia quindi di effettuare un tratta-mento fungicida nella fase di spigatura(seconda metà di aprile). I prodotti utiliz-

wn/io

Concimazione azotata in coperturadi una coltivazione di frumento tenero

in fase di levata

zabili sono molti; tra questi si consiglia iltebuconazolo-4,35 (Folicur SE, nisificato, dose 5 litri per ettaro) per la bas-sa tossicità e per la buona efficacia su tut-te le malattie che possono colpire il fru-mento tenero in questo periodo.

In presenza di afidi su almeno l'80%delle piante, si consiglia di aggiungereal fungicida un insetticida. Anche inquesto caso i prodotti utilizzabili sonomolti; tra questi va preferito il pirimi-carb-17,5 (Pirimor, non classificato, do-se 200 grammi ogni 100 litri d'acqua)data la bassa tossicità per l'uomo e pergli insetti utili.

Effettuate il trattamento quando ilterreno è asciutto per limitare il compat-tamento; inoltre, per limitare i danni sul-la coltura già sviluppata, utilizzate untrattore provvisto di pneumatici a sezio-ne stretta.

Sulle coltivazioni condotte con ilmetodo biologico, se non avete già

provveduto nei mesi scorsi, all'inizio dimarzo effettuate la concimazione azota-ta di copertura utilizzando un concimeorganico azotato ammesso in agricolturabiologica (')• Più precisamente in questoperiodo fate ricorso a concimi il cui azo-to si renda disponibile per la coltura in

tempi brevi, come quelli a base diresidui animali idrolizzati; adesempio si può utilizzare il Bioa-zoto 12 N della ditta Organazoto,oppure il Fertorganico della dittaUsa, in dose variabile in funzione

delle fertilità del terreno (indicativa-mente 5-6 quintali per ettaro).

Si evidenzia che un'adeguata nutri-zione azotata del frumento tenero è im-portante anche per le coltivazioni con-dotte con il metodo biologico; ciò al fi-ne non solo di garantire una produzionesoddisfacente, ma anche per la qualità(contenuto in proteine) del prodotto chedipende soprattutto dalla disponibilità diazoto. Distribuite il concime seguendole modalità descritte per le coltivazioniconvenzionali ed interratelo con l'erpicestrigliatore, a cui va fatto ricorso ancheper eliminare le erbe infestanti (non ol-tre l'inizio della levata).

Grano duro

A marzo il grano duro ha ormai ter-minato la fase di accestimento e inizia lalevata. Effettuate in questo mese la se-conda concimazione azotata di coper-tura, infatti una buona disponibilità diazoto permette l'allungamento degli in-ternodi e lo sviluppo della spiga.

È importante ricordare che il granoduro ha necessità di disporre di azotonelle ultime fasi di sviluppo, pertanto viconsigliamo di ritardare il più possibilela seconda concimazione stando attenti anon arrecare danni da calpestamento.

Da subito è necessario porre atten-zione alla presenza di erbe infestanti.Oggi i prodotti in commercio permetto-no di programmare l'intervento di di-serbo dallo sviluppo della terza-quartafoglia fino alla fine dell'accestimento eoltre. Occorre innanzitutto verifìcare sele infestanti sono rappresentate da gra-minacee, quali avena, loietto (Lolium),scagliola (Phalaris), ecc. o da infestantia foglia larga quali papavero, convolvo-lo, senape selvatica, camomilla, fruma-ria, ranuncolo, ecc.

Non è semplice riconoscere questepiante nei primi stadi di sviluppo, ma esi-

Malattiefungine chepossono colpireil frumentotenero in questoperiodo:oidio (1),fusariosi (2),ruggine (3),septoriosi (4)

56 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 56: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

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Tre esempi di rotazione quadriennale per il Nord, il Centro e il Sud Italiaa cura di Umberto Grigolo

In questo progetto grafico sono riportati tre tipi (uno per il Nord, uno per il Centro e uno per il Sud Italia) di rotazione quadriennale delle col-ture erbacee più diffuse nei diversi ambienti. L'applicazione di queste rotazioni comporta in pratica la successione nel 2005 e nei prossimi treanni, sullo stesso appezzamento di terreno, delle diverse colture seguendo nel tempo l'ordine orizzontale in cui sono qui sotto elencate. Non ènecessario partire al primo anno (2005) con la prima coltura; l'importante è rispettare l'ordine con cui sono elencate: se in un appezzamento alNord nel 2005 si coltiva il mais (vedi esempio 1), nel 2006 si coltiverà sullo stesso appezzamento il frumento tenero, nel 2007 il mais e nel 2008la soia; se invece nel 2005 si coltiva il frumento tenero (vedi esempio 2), nel 2006 si coltiverà terreno in attesa f colturasullo stesso appezzamento il mais, nel 2007 la soia e nel 2008 il mais. ~ di essere seminato \ ' ~ in min

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II

La situazione nel marzo 2005 La situazione nell'aprile 2005

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Mais

Frumento tenero

Soia

2006

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2007

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1 soia

2 mais 2 soia 2 mais

3 mais 3 frumento t. 3 mais

Note. Nelle zone meno fertili o più siccitosesi consiglia di sostituire la soia con il giraso-le o con il pisello proteico, il frumento conl'orzo, il mais con il sorgo.

La situazione nel marzo 2005 La situazione nell'aprile 2005

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1 girasole

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2 girasole 2 grano duro 2 mais

3 grano duro 3 mais 3 grano duro

Note. Nelle zone meno fertili o più siccitosesi consiglia di sostituire il girasole con il col-za, il grano duro con l'orzo, il mais con il sor-go o con la fava. In alternativa al grano duropossono inoltre essere coltivati il frumentotenero e l'avena.

La situazione nei marzo 2005 La situazione nell'aprile 2005

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1 grano duro

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1 fava

2008

1 grano duro

2 fava 2 grano duro 2 colza

3 grano duro 3 colza 3 grano duro

Note. La fava può essere sostituita dal cece,il grano duro da quello tenero, dall'orzo edall 'avena.

Principali operazioni colturali, g ^ l

fMLjj§, = semina ,:.. • gff .t,. >, - diserbo N

= letamazìone = aratura _ preparazione pKletto di semina —^

: _ concimazionepresemina

concimazioneazotata in copertura

= sarchiatura = irrigazione = raccolta

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 57

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V. ea/ì*

•**. *

Trattamentofungicidasu unacoltivazionedi frumentoteneroin fasedi spigatura

stono tavole per la classificazione redatteda diverse ditte produttrici di diserbanti.

Di solito il cereale è infestato da erbea foglia larga, ma in alcuni casi, quandonon si sono rispettate correttamente lerotazioni e si è preparato sommariamen-te il letto di semina, si può avere anchela presenza di avena e di loietto.

Per combattere le infestanti a foglialarga esistono molti prodotti, spesso pre-parati in miscela, con caratteristiche spe-cifiche riguardo all'efficacia nei confrontidelle diverse malerbe e al periodo di uti-lizzo. I più usati appartengono al gruppodelle solfoniluree, che sono indicate con-tro quasi tutte le infestanti, ma di scarsaefficacia nei confronti di Galium, veroni-ca, fumaria ed equiseto, come il Granstar(tribenuron-metile) e il Marox DF (misce-la di tribenuron-metile+tifensulfuron-me-tile), o prodotti da utilizzare precocemen-te come il Logran (triasulfuron) che èmolto attivo su ombrellifere e crucifere, oil Taums (metsulsuron-metile) che svolgeuna notevole efficacia su crisantemo, ve-ronica e camomilla, o il Legion (amido-sulfuron) che controlla il Galium.

Tra le miscele una molto utilizzata è1 ' Ariane (clopiralid+MCPA+Fluroxipir),ma risultano ancora efficaci vecchi pro-dotti come Certrol H (ioxinil+MCPP) oBuctril M (bromoxinil+MCPA).

Per contenere le graminacee sono di-sponibili prodotti come Illoxan (diclofop-metil), efficace anche contro il loietto, To-pik 240 EC (clodinafop) attivo anche abassi dosaggi e miscibile con molti altri er-bicidi, Grasp (tralkoxidim), Proper Energye Gralit Max (fenoxoprop-p-etile).

Per la preparazione di miscele in gradodi permettere il controllo sia delle infe-stanti a foglia larga che di quelle a fogliastretta è necessario innanzitutto verificarecon molta attenzione la miscibilità dei va-ri prodotti. Oggi comunque esistono diser-banti già pronti, come ad esempio HussarOF (iodosulfuron-metil-sodium+fenoxa-prop-P-etile +mefenpir-dietile antidoto),

in grado di controllare sia infestanti a fo-glia larga che stretta.

Prima di effettuare qualsiasi inter-vento, è comunque necessario che con-sultiate sempre un tecnico specializzatoper utilizzare il prodotto adeguato allospecifico caso, definire le dosi ed il pe-riodo di intervento, verificare la miscibi-lità dei vari prodotti e l'eventuale possi-bile utilizzo sulla specifica coltura.

# Le aziende biologiche che non aves-sero ancora effettuato la concima-

zione devono intervenire entro marzo conprodotti, da somministrare liquidi con labarra da diserbo, tipo HSL dell'Agrifu-max, Mira dell'Italpollina o Take-Up del-la Biolchim in ragione di litri 2-10 per et-taro, a seconda del formulato.

Orzo

All'inizio di marzo l'orzo si trovanella fase di sviluppo in altezza dellapianta (levata), che si conclude nella pri-ma metà di aprile con l'emissione dellaspiga (spigatura).

Se non si è già provveduto nei mesiscorsi, all'inizio di marzo effettuate laconcimazione azotata di copertura e ilcontrollo delle erbe infestanti seguen-do le modalità descritte ne «i Lavori» digennaio-febbraio.

Nelle coltivazioni condotte con ilmetodo biologico, se non si è già

provveduto nei mesi scorsi, all'inizio dimarzo effettuate la concimazione azota-ta di copertura, seguendo le modalità de-scritte per il frumento tenero, riducendoperò del 20-25% la dose di concime.

Entro la prima metà di marzo effet-tuate la semina dell'orzo primaverile,seguendo le modalità descritte ne «i La-vori» di gennaio-febbraio.

All'inizio della levata effettuate laconcimazione azotata di coperturadell'orzo primaverile, distribuendo 50-100 kg per ettaro di urea-46. Applicatela dose di concime più elevata nei terre-

ni fertili delle regioni settentrionali ecentrali e quella più bassa nei terreni po-co fertili e nelle regioni meridionali e in-sulari. Distribuite il concime quando ilterreno è asciutto per limitare il compat-tamento dovuto al passaggio del trattorecon lo spandiconcime; a tale scopo siconsiglia inoltre di usare trattori leggeriej^on pneumatici a larga sezione.

: All'inizio della levata effettuate laconcimazione azotata di copertura

anche dell'orzo primaverile coltivatocon il metodo biologico, seguendo lemodalità descritte per il frumento tene-ro, riducendo però del 40-50% la dose diconcime.

Farro

Nel mese di marzo, con l'innalza-mento delle temperature il farro comple-ta la fase di accestimento e le piante oc-cupano tutti gli spazi disponibili sul ter-reno. La coltura si presenta come un tap-peto uniforme costituito da piante piut-tosto sottili e di colore verde brillante.

È opportuno fin d'ora controllare lapresenza di erbe infestanti ed in parti-colare di quelle che potranno sovrastarein altezza il cereale. Se tutte le operazio-ni di preparazione del terreno sono stateeffettuate correttamente e avete even-tualmente eseguito interventi di striglia-tura, sarà molto scarsa la presenza di in-festanti e saranno riscontrabili solo pic-cole aree infestate che hanno resistito al-l'intervento meccanico dello strigliatoree al freddo. Noterete ad esempio lo stop-pione (Cirsum arvense), il romice (Ru-mex obtusifolius e Rumex crispus), la se-nape (Senapis arvensis) e l'avena (Ave-na fatua o Avena sterilis).

Vi consigliamo, vista la limitatezzadegli interventi e considerata l'elevatis-sima capacità di competizione di questocereale nei confronti delle malerbe, diintervenire manualmente sulle infestan-ti senza effettuare diserbi.

Inoltre il farro non necessita, di nor-ma, di interventi di concimazione se losi coltiva seguendo una normale rotazio-ne colturale in terreni di media fertilità.

A. L'utilizzo di concime azotato in co-l—Apertura comporta un esagerato svi-luppo nella fase di levata che determinaspesso fenomeni di allettamento e un ri-tardo nella maturazione. Se però la coltu-ra segue una precedente coltivazione cheha sfruttato il terreno (ad esempio il gira-sole o un altro cereale) vi consigliamo dieffettuare una concimazione di copertu-ra con 1-2 quintali per ettaro di nitratoammonico-26 da suddividere possibil-mente in due interventi: il primo all'ini-

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mm/w j

zio dell'accestimento (primi di marzo) edil secondo dopo circa 20-30 giorni.MÈk Le aziende biologiche possono ef-

J fettuare una concimazione con deiprodotti autorizzati per l'agricoltura bio-logica (Allegato II del Reg. Cee 2092/91e successive modificazioni). Utilizzatefin dai primi di marzo dai 3 ai 5 quintaliper ettaro di fertilizzanti che abbiano undiscreto titolo di azoto come ad esmpio:Organ 6 o OrganlO dell'Agrifumax,Guanito dell'ltalpollina, Super 7 delleDistillerie Bonollo, Agrofertil 6 del-l'Agrofertil, o concimi a base di cornun-ghia torrefatta prodotti dalla Biolchim, oconcimi a base di cornunghia, lana estallatico come Azocor 6-8 della Fomet,o a base di cuoio torrefatto come Fertilprodotto da Usa o Ecolenergy prodottoda Sala G., o il letame o la pollina essic-cata prodotti da diverse ditte.

E opportuno che tali concimi sianopellettati perché ne sia facilitata la distri-buzione con un normale spandiconcime.

Dopo la distribuzione è utile effettua-re almeno un intervento di strigliaturaper interrare il concime e continuarel'azione di controllo delle malerbe.

In alternativa, entro la fine di marzo,potete utilizzare prodotti da sommini-strare liquidi, con la barra da diserbo, ti-po HSL dell'Agrifumax, Mirn del-l'ltalpollina o Take-Up (leonardite) del-la Biolchim, in ragione di litri 2-10 perettaro, a seconda del formulato.

COLTURE PRIMAVERILI-ESTIVE

Mali

Effettuate per tempo la preparazio-ne del letto di semina. La preparazioneanticipata del terreno (20-30 giorni pri-ma della semina) consente infatti il suoassestamento, favorendo così una rego-lare emergenza della coltura e la nascitadelle erbe infestanti che vanno elimina-te prima della semina con una o più er-picature o con un trattamento diserban-te. E la cosiddetta tecnica della «falsasemina» (consigliata soprattutto sui ter-reni molto infestati) la quale, pur non ri-solutiva, agevola il successivo controllodelle erbe infestanti.

In pratica procedete nel seguente mo-do: con zolle di notevoli dimensioni ef-fettuate una lavorazione con un coltiva-tore (estirpatura) o con un erpice a di-schi (discatura) per un primo affinamen-to del terreno, a cui faranno seguito unoo due passaggi con un erpice a denti ela-stici (nei terreni sciolti) o con erpice ro-tante (nei terreni tenaci) per la definitiva

Preparazione del letto di semina per lecolture primaverili-estive: con erpicerotante (1) in un terreno zolloso e conerpice a denti elastici o vibrocoltivatore(2) in un terreno sciolto

Mais: concimazione in pre-semina

Concimi

Concimazione azotata:- urea-46Concimazione fosfatica Q):- perfosfato triplo-46oppure- perfosfato semplice-19Concimazione potassica ('):- solfato di potassio-50oppure- cloruro di potassio-60

Concimazione unica conconcimi composti NPK (4):- 15-15-15oppure- 12-12-12

Q u a n t i t à ( ' )(kg per ettaro)

150-250

150-250

400-600

150-200

150-200

500-800

700-1.000

(') Apportate le quantità di concimi più elevatenei terreni vocali per il mais (produzioni mediesuperiori a 100 quintali per ettaro) e su varietàmedio-tardive (classe 600) e medio-precoci (clas-se 500). Nei terreni meno vocali (produzioni me-die inferiori a 100 quintali per ettaro) e su varietàprecoci (classe 400 e 300) apportate invece lequantità più basse.(2) In alternativa alla distribuzione a pieno campoin pre-semina, si possono apportare 100-150 kgper ettaro di perfosfato triplo-46 alla semina loca-lizzata sulla fila, utilizzando una seminatriceprovvista di spandiconcime.(') Solo nei terreni con meno di 120 mg di potas-sio per kg di terreno (vedi analisi del terreno).(') Nei casi in cui sia necessario apportare azoto,fosforo e potassio o non si disponga delie analisidel terreno.

preparazione del letto di semina. Neiterreni non eccessivamente zollosi sonosufficienti una o due erpicature.

Nella preparazione del letto di semi-na si deve avere l'accortezza di non affi-nare eccessivamente il terreno, soprat-tutto se limoso, per evitare la formazio-ne della crosta superficiale che ostacolal'emergenza della coltura.

Se in autunno o in inverno non avetedistribuito letame o altri reflui zootecni-ci (liquami o pollina), prima dell'erpica-tura effettuate la concimazione in pre-semina seguendo le indicazioni riporta-te nella tabella qui sotto. I concimi van-no distribuiti a tutto campo con unospandiconcime centrifugo o pneumati-co; in alternativa il concime fosfatico(non quelli contenenti azoto e/o potas-sio) si può distribuire localizzato sullafila di semina, utilizzando una semina-trice provvista di spandiconcime.

Poco prima della semina eliminate leeventuali erbe infestanti emerse con unao due erpicature superficiali, da effet-tuarsi con l'erpice a denti fissi o con l'er-pice strigliatore, oppure con un tratta-mento diserbante (diserbo in pre-semi-na). I prodotti utilizzabili sono quelli abase di glufosinate-ammonio (Basta,non classificato, dose 4-7 litri per ettaro)oppure quelli a base di glifosate (adesempio Roundup Bioflow, non classifi-cato, dose 1,5-3 litri per ettaro). Le dosipiù basse vanno applicate su infestanti aiprimi stadi di sviluppo (fino a 4 foglie),mentre quelle più alte su infestanti inavanzata fase di accrescimento.

Il ricorso al trattamento diserbante inalternativa alle erpicature è inevitabilein presenza di infestanti in avanzata fasedi accrescimento, su cui vanno preferi-bilmente applicate le dosi massime indi-cate di Roundup Bioflow.

L'epoca di semina del mais va dallaterza decade di marzo alla prima di mag-gio. La semina anticipata (fine marzo-primi di aprile) comporta numerosi van-taggi rispetto alla semina in epoca suc-cessiva (fine aprile-primi di maggio),che si traducono in un aumento dellaproduzione (indicativamente del 10-15%), in una riduzione dei costi (di irri-gazione e di essiccazione della granella)e del rischio di contaminazione da mico-tossine (2).

Il mais va seminato con una seminatri-ce pneumatica di precisione con interriladi 75 cm, regolata in modo tale da depor-re un seme ogni 21-22 cm sulla fila convarietà medio-tardive (classe 600), 18-19

,cm con varietà medio-precoci (classe500) e 16-17 cm con varietà precoci (clas-se 400 e 300). Indicazioni più precise, in

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ea/ri

base alle caratteristiche specifiche dellavarietà e dell'ambiente di coltivazione,vengono fornite dalle ditte produttrici del-le sementi e riportate sui cataloghi e sulleconfezioni delle sementi stesse.

Il seme va interrato alla profondità di3-4 cm. La quantità di semente necessa-ria per un ettaro è pari a 2,5-3,5 dosi da25.000 semi.

Nella tabella qui a fianco sono elenca-te le varietà (ibridi) di mais consigliate.Per semine entro la prima decade di apri-le su terreni fertili e con buona disponibi-lità di acqua impiegate varietà medio-tar-dive (classe 600) o medio-precoci (classe500), mentre per semine in epoca succes-siva (entro comunque la prima decade dimaggio) impiegate esclusivamente varie-tà medio-precoci (classe 500). Per semi-ne più tardive o nel caso sia necessarioraccogliere il prodotto molto presto (giànella terza decade di agosto), impiegatevarietà precoci (classe 400 o 300). Fatericorso a varietà precoci anche in situa-zioni di scarsa fertilità e scarsa disponibi-lità di acqua.

Tra gli ibridi precoci (classe 400 o300) vengono segnalate tre varietà congranella vitrea, adatte per la produzionedi farina da polenta e di becchime per gliavicoli (polli, galline, ecc); per i suddet-ti utilizzi possono essere impiegate an-che varietà locali (Marano vicentino,Nostrano di Storo, Pignoletto, ecc).

Va evidenziato che con gli ibridi vi-trei si ottengono produzioni inferiori del20-25% rispetto a quelle che si ottengo-no con gli ibridi a granella farinosa; lostesso dicasi per le varietà locali la cuiproduzione è inferiore del 40-50% ri-spetto a quella degli ibridi vitrei. Di con-seguenza con queste varietà vanno adot-tate tecniche di coltivazione meno inten-sive; in particolare vanno proporzional-mente ridotte le quantità di concimi.

Per la bassa produttività e le ridotteesigenze colturali i mais vitrei, in partico-lare le varietà locali, si adattano bene adambienti marginali (terreni collinari e di

Lavorazionesuperficialecon erpicestrigliatoreper eliminarele erbeinfestantiprima

I della semina

fondo valle) e all'agricoltura biologica.È consuetudine alla semina del mais

distribuire un insetticida granulare (geo-

Mais: varietà consigliate (')

Varietà medio-tardive(classe 600)

DKC6530

Coventry

Jeff

Kermess

PR32F10

Helen

Varietà medio-precoci(classe 500)

PR33A46

Karen

Geral

LG3562

Chalcao

Cuartal

Tonachi

Narbone

Varietà precoci(classe 400-300)

DKC5143

Cisko

Sterri

Belgrano (vitreo)

Doblone (vitreo)

Sisred (vitreo)

Dittaproduttrice

Dekalb

LG

Renk Ventinoli

Kws

Pioneer

NK

Dittaproduttrice

Pioneer

Kws

Dekalb

LG

Verneuil

Apsovsementi

Si vani

Maisadour

Dittaproduttrice

Dekalb

NK

Agra

LG

Verneuil

Sis

(') Le varietà consigliate sono state individuatesulla base dei risultati della sperimentazione varie-tale condotta da istituzioni pubbliche nelle zone dicoltivazione del mais del nostro Paese. Più preci-samente, nell'ambito di ogni classe, sono state in-dividuate le varietà migliori considerandone unaper ditta produttrice. Le varietà sono elencate inordine decrescente di produttività.

disinfestante) per il controllo degli in-setti terricoli, in particolare degli elate-ridi (ferretti), oppure impiegare semen-te conciata con insetticidi (Gaucho, Re-gent, Cruiser) per lo stesso scopo. Inrealtà tali pratiche possono essere utilisolo in un numero assai limitato di casi(semine dopo prato, terreni torbosi, ter-reni frequentemente letamati) e, comun-que, il costo dell'insetticida e della se-mente conciata è superiore all'eventualedanno arrecato alla coltura.

Va inoltre evidenziato che l'impiego digeodisinfestanti o di semente conciata coninsetticidi ha un effetto incerto e comun-que non risolutivo nei confronti della dia-brotica (Diabrotica virgifera vìrgifera), uninsetto parassita del mais di recente intro-duzione nel nostro Paese, per il quale van-no adottate altre misure di controllo (3).A Si consiglia quindi di non distribui-

l—Are geodisinfestanti e di non utilizza-re semente conciata con insetticidi.

Altra pratica che sta trovando unacerta diffusione è quella della distribu-zione localizzata sulla fila di semina diconcimi microgranulari o liquidi conte-nenti sostanze umiche (humus), fosforo,azoto ed altri elementi nutritivi (magne-sio, zinco, ecc), ai quali viene attribuitala funzione di stimolo della germinazio-ne e dello sviluppo iniziale della coltura(il cosiddetto «effetto starter»). Conside-

A rata la mancanza di effetti cer-ti sulla produzione e il costo dei

suddetti prodotti, se ne sconsiglia l'im-piego su mais.

Dopo la semina effettuate un tratta-mento diserbante (diserbo in pre-emer-genza). I prodotti utilizzabili sono mol-ti; si consiglia di ricorrere a quelli menotossici e attivi sia sulle graminacee (in-festanti a foglia stretta) che sulle dicoti-ledoni (infestanti a foglia larga), comead esempio il Primagram Gold (irritarte, dose 4-4,5 litri per ettaro) e il CadouMais (irritante, dose 1 confezione per 1-1,2 ettari).

Su terreni infestati da Abutilon theo-phrasti (il cosiddetto «cencio molle») siconsiglia di aggiungere ai suddetti pro-dotti il Merlin (non classificato), alla dosedi 60 grammi per ettaro nei terreni ghiaio-si o sabbiosi o limosi, 70 grammi per etta-ro in quelli di medio impasto o argillosi,80 grammi per ettaro in quelli torbosi.

Essendo il Merlin non perfettamenteselettivo per il mais, si raccomanda il ri-spetto delle dosi sopra indicate e una

A. corretta distribuzione della miscelaL—A diserbante, evitando in particolaresovrapposizioni tra zone già trattate.

Nei casi in cui al mais seguirà un ce-reale vernino (frumento, orzo, ecc.) con

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V (30earn

semina su terreno non lavorato (seminasu sodo), si consiglia di diserbare con ilWing (irritante, dose 3,5 litri per ettaronei terreni ghiaiosi o sabbiosi, 4,5 litriper ettaro negli altri casi).

Nei terreni poco infestati il diserbopuò essere localizzato sulla fila di semi-na, utilizzando una seminatrice provvi-sta di irroratrice, riducendo così del 50-70% la quantità di diserbante necessariarispetto alla distribuzione a tutto campo.Tra le file le infestanti verranno elimina-te con una o più sarchiature e/o rincalza-ture. Nei terreni poco infestati il diserbopuò inoltre essere rimandato a dopol'emergenza della coltura (diserbo dipost-emergenza), secondo le modalitàche verranno descritte ne «i Lavori» dimaggio-giugno.étÈk La tecnica di coltivazione biologi-

Si'1' ca del mais differisce da quellaconvenzionale per i seguenti aspetti:- impiego di prodotti ammessi per laconcimazione in agricoltura biologica;- impiego di semente biologica;- ricorso esclusivo a mezzi meccaniciper il controllo delle erbe infestanti.

Se in autunno o in inverno non sonostati distribuiti letame o altri reflui zoo-tecnici (liquami o pollina), prima delle la-vorazioni per la preparazione del letto disemina distribuite un concime organicoNP o organo-minerale NPK ammesso inagricoltura biologica (')• Tra i molti pro-dotti utilizzabili vanno scelti quelli chehanno un titolo (percentuale) di azoto, fo-sforo e potassio pressoché uguale. Adesempio si possono distribuire 25-30quintali per ettaro di pollina essiccata epellettata, prodotta da numerose ditte(Italpollina, Fomet, ecc).

Per il reperimento della semente bio-logica chiedete informazioni all'Ente na-zionale sementi elette (4). In caso di nondisponibilità si deve richiedere allo stes-so ente, almeno 30 giorni prima della se-mina, la deroga per l'utilizzo di sementeconvenzionale che comunque non deveessere conciata con prodotti (fungicidi einsetticidi) non ammessi in agricolturabiologica. Le varietà consigliate sono lestesse indicate per le coltivazioni con-venzionali (vedi tabella a pag. 60).

Per le coltivazioni biologiche, conside-rata l'epoca di semina avanzata per facili-tare il controllo delle erbe infestanti, uti-lizzate varietà medio-precoci (classe 500)per semine entro la prima decade di mag-gio su terreni fertili e con buona disponi-bilità d'acqua, mentre per semine in epo-ca successiva e/o su terreni poco fertili e/o con scarsa disponibilità di acqua adotta-te varietà precoci (classe 400 o 300).

Per il controllo delle erbe infestanti,

Semina del maiscon seminatrice

di precisioneprovvista di

spandiconcime perla concimazione

fosfaticalocalizzata

sulla filadi semina

Larva di elateride (cm 2-4) su semedi mais in fase di germinazione

oltre alle misure agronomiche di caratteregenerale da adottare a livello aziendale(rotazione colturale, ecc), si consiglia di:- preparare con anticipo il terreno perconsentire l'emergenza delle erbe infe-stanti, che vanno eliminate prima dellasemina (ai primi stadi di sviluppo) tra-mite uno o due passaggi con l'erpicestrigliatore o con l'erpice a denti rigidi(tecnica della «falsa semina»);- seminare non prima della terza decadedi aprile, così da ottenere una più veloceemergenza e sviluppo iniziale della col-tura e quindi un maggior effetto compe-titivo sulle erbe infestanti.

Dopo l'emergenza della coltura le er-be infestanti vanno eliminate con l'erpi-ce strigliatore o con l'erpice a stella (ro-tocoltivatore) e con sarchiature e/o rin-calzature, come verrà descritto ne «i La-vori» di maggio-giugno.

Soia

Nel periodo che va dalla metà di apri-le alla metà di maggio va seminata lasoia. Effettuate quindi per tempo la pre-parazione del letto di semina seguendole stesse modalità indicate per il mais.

Nei terreni che non sono stati arati(perché non eccessivamente compattati)

è sufficiente effettuare una minima lavo-razione con un erpice a dischi o con unerpice rotante o con una zappatrice. Se ilterreno risulta inerbito con infestanti inavanzata fase di sviluppo, la lavorazionedel terreno va preceduta da un tratta-mento diserbante (diserbo in pre-semi-na) con un prodotto a base di glifosate,ad esempio con il Roundup Bioflow( to, 3 litri per ettaro).

Prima dell'erpicatura effettuate laconcimazione in pre-semina seguendole indicazioni riportate nella tabella dipagina 62.1 concimi vanno distribuiti atutto campo con uno spandiconcimecentrifugo o pneumatico; in alternativail perfosfato triplo-46 (non i concimicontenenti azoto e/o potassio) si può di-stribuire localizzato sulla fila di semina,utilizzando una seminatrice provvista dispandiconcime.

Come già detto, l'epoca ottimale perla semina della soia va dalla metà diaprile alla metà di maggio; è possibilecomunque posticipare le semine fino al-la fine di maggio, senza subire perditerilevanti di produzione. La semina va ef-fettuata con una seminatrice pneumaticadi precisione con interfila a 45 cm, rego-lata in modo tale da deporre un semeogni 5-6 cm sulla fila alla profondità di2,5-3 cm. La quantità di semente neces-saria per un ettaro varia da 80 a 100 kgin funzione della grossezza del seme,caratteristica che dipende dalla varietà.

Prima della semina effettuate l'ino-culazione della semente (anche nel casodi terreni in cui è già stata coltivata lasoia) con il rizobio specifico della soia(Bradyrhizobium japonicum), il batterioche si instaura nelle radici e fissa l'azo-to presente nell'aria cedendolo allapianta. Si tratta di una operazione fonda-mentale per assicurare una adeguata nu-trizione della coltura e rendere quindiinutile l'apporto di concimi azotati. Ge-neralmente si ricorre a preparati in pol-

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 61

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vere o liquidi che vengono acquistaticon la semente e che vanno conservati inun luogo fresco (a 5° C) e al buio.

L'inoculo va accuratamente mescola-to con la semente prima della semina; incaso di quantitativi elevati di semente dainoculare, si può ricorrere all'ausilio diuna betoniera o di una attrezzatura simi-le, avendo comunque l'accortezza dievitare eccessivi scuotimenti che posso-no danneggiare la semente. In caso di in-terruzione delle semine la semente giàinoculata va riposta in un luogo fresco eal riparo dai raggi solari; se l'interruzio-ne supera le 24 ore, è necessario ripete-re l'inoculazione.

Nella tabella di pagina 63 sono elen-cate le varietà di soia consigliate. Si evi-denzia che la soia della varietà Hilario -costituita in Italia e commercializzatadalla ditta Sis (3) - può essere utilizzatatal quale nell'alimentazione umana e de-gli animali perché, a differenza delle al-tre varietà, ha un basso contenuto di so-stanze naturali nocive (i cosiddetti «fat-tori antinutrizionali») che vengono eli-

Soia: concimazione in pre-semina

Concimi

Concimazione azotata (2):- urea-46

Concimazione fosfatica (3):- perfosfato triplo-46oppure- perfosfato semplice-19

Concimazione potassica (4):- solfato di potassio-50oppure— cloruro di potassio-60

Concimazione unica conconcimi composti NPK oPKey.- 8-24-24oppure- 0-20-20

Quantità (')(kg per ettaro)

50-100

150-200

350-450

100-150

100-150

300-400

350-450

( ') Apportate le quantità di concimi più elevate neiterreni vocati per la soia (produzioni medie supe-riori a 35 quintali per ettaro); nei terreni meno vo-cati (produzioni medie inferiori a 35 quintali perettaro) apportate invece le quantità più basse.(2) Solo nei terreni freddi (limosi).(!) Solo nei terreni con meno di 20 mg di fosforoper kg di terreno (vedi analisi del terreno). In al-ternativa alla distribuzione a tutto campo, il per-fosfato triplo-46 si può distribuire localizzato sul-la fila di semina, utilizzando una seminatriceprovvista di spandiconcime.(4) Solo nei terreni con meno di 120 mg di potas-sio per kg di terreno (vedi analis del terreno).(5) Nei casi in cui sia necessario apportare più diun elemento nutritivo o non si dispone delle ana-lisi del terreno.

Prima della semina della soiaeffettuate l'inoculazione della semente

con il rizobio specifico

minate solo con le alte temperature neiprocessi industriali di lavorazione (to-statura) a cui il prodotto viene general-mente sottoposto.

Anche per la soia sta trovando una cer-ta diffusione la distribuzione localizzatasulla fila di semina di concimi microgra-nulari o liquidi; sulla validità di tale prati-ca si veda quanto detto per il mais.

Dopo la semina effettuate un tratta-mento diserbante (diserbo in pre-emer-genza). I prodotti utilizzabili sono molti;si consiglia di ricorrere a quelli menotossici e attivi sia sulle graminacee (infe-stanti a foglia stretta) che sulle dicotile-doni (infestanti a foglia larga), come adesempio il Cadou Soia (irritante, dose 1confezione per 1-1,2 ettari) o la miscelacostituita dal Dual Gold (irritante, dose1,2 litri per ettaro) e dallo Stomp 330 E(irritante;dose 1,5 litri per ettaro).

Nei terreni poco infestati si può loca-lizzare il diserbante sulla fila di semina,utilizzando una seminatrice provvista diirroratrice, riducendo così del 50% laquantità di diserbante necessaria rispet-to alla distribuzione a tutto campo; tra lefile le infestanti verranno eliminate conuna o più sarchiature.

Sempre nei terreni poco infestati ildiserbo può inoltre essere rimandato adopo l'emergenza della coltura (diserbodi post-emergenza), secondo le modali-tà che verranno descritte ne «i Lavori»di maggio-giugno.$Sk La tecnica di coltivazione biologi-

J ca della soia differisce da quellaconvenzionale per i seguenti aspetti:- impiego di prodotti ammessi per laconcimazione in agricoltura biologica;- impiego di semente biologica;- ricorso esclusivo a mezzi meccaniciper il controllo delle erbe infestanti.

Nei terreni poco fertili, prima delle

lavorazioni per la preparazione del lettodi semina, distribuite 8-10 quintali perettaro di un concime organo-mineraleNPK a basso titolo di azoto (3-4%), am-messo in agricoltura biologica ('); adesempio si può fare ricorso al Dung 3-6-12 della ditta Fomet oppure al Bio-Tdella ditta Timac.

Per il reperimento della semente bio-logica chiedete informazioni all'Entenazionale sementi elette (4). In caso dinon disponibilità si deve richiedere allostesso ente, almeno 30 giorni prima del-la semina, la deroga per l'utilizzo di se-mente convenzionale. Le varietà consi-gliate sono le stesse indicate per le colti-vazioni convenzionali ed elencate nellatabella di pagina 63.

Per il controllo delle erbe infestanti,oltre alle misure agronomiche di caratteregenerale da adottare a livello aziendale(rotazione colturale, ecc), si consiglia di:- preparare con anticipo il terreno perconsentire l'emergenza delle erbe infe-stanti, che vanno eliminate prima dellasemina (ai primi stadi di sviluppo) tra-mite uno o due passaggi con l'erpicestrigliatore o con l'erpice a denti rigidi(tecnica della «falsa semina»);- seminare non prima della seconda de-cade di maggio, così da ottenere una piùveloce emergenza e sviluppo inizialedella coltura e quindi un maggior effettocompetitivo sulle erbe infestanti;- utilizzare una seminatrice con interrilaa 75 cm (come per il mais), così da au-mentare la superficie lavorabile con lasarchiatrice.

Dopo l'emergenza della coltura le erbeinfestanti vanno eliminate con l'erpicestrigliatore o con l'erpice a stella (rotocol-tivatore) e con sarchiature, come verni de-scritto ne «i Lavori» di maggio-giugno.

Giratole

Prima di effettuare gli ultimi ripassi,per la preparazione del letto di semi-na, è essenziale eseguire una adeguataconcimazione. Il girasole ha la necessitàdi disporre di azoto solo nella prima par-te del ciclo produttivo (terza-quarta fo-glia, al massimo fino alla fioritura), men-tre successivamente sarà in grado diprovvedere autonomamente ai proprifabbisogni grazie all'efficiente apparatoradicale di cui dispone. Inoltre risultapoco esigente nei confronti del fosforo,mentre risente fortemente di eventualiinsufficienze di potassio.

Somministrate in prossimità della se-mina circa 300-400 kg di perfosfato mi-nerale-19, 150-250 kg di urea-46 e 300kg di solfato di potassio-50 nei terreni

62 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 62: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

\ Jche sono sprovvisti, utilizzando i quan-titativi minimi per le colture in asciuttae massimi per la coltura irrigua.

Prima di effettuare una concimazioneè comunque sempre opportuno conosce-re le caratteristiche fisico-chimiche delterreno attraverso un'analisi.

Normalmente per la semina si utiliz-zano ibridi a ciclo medio o medio-preco-ce (100-130 giorni), preferendo i cicli piùlunghi nei terreni fertili o irrigui, e ciclipiù brevi in quelli più asciutti e di collina.

Nella pratica si tende ad anticipare lasemina fino ai primi di marzo nei terreniasciutti, per permettere alla coltura di av-vantaggiarsi delle piogge primaverili edutilizzare precocemente le riserve d'ac-qua del terreno per l'accrescimento degliacheni (semi). Al contrario, colture se-minate con troppo anticipo in ambientiumidi o irrigui possono subire danni perla presenza di limacce o l'insorgenza dimalattie fungine.

Un altro elemento che dovete tenerein considerazione è la densità di semina,effettuando investimenti di 5-6 piante perettaro in ambienti asciutti e di 6-8 piantein ambienti più fertili. La semina si effet-tua abitualmente con seminatrici di preci-sione posizionando il seme a distanze trale fila variabili dai 45 ai 75 cm e sulla fi-la a 30-40 o 15-20 cm. Le semine a di-stanze più ravvicinate riducono l'alletta-mento e permettono una migliore unifor-mità colturale, ma non consentirannosuccessivi interventi meccanici di sar-chiatura per il controllo delle infestanti.• Le aziende biologiche, vista la no-

tevole capacità di competizione diquesta coltura nei confronti delle infe-stanti, possono facilmente effettuarne lacoltivazione, attuando una precoce pre-parazione del terreno accompagnata dallatecnica della falsa semina. In questo mo-do si riuscirà ad evitare il diserbo ed inol-tre la semina a file distanziate consentirà

Soia: varietà consigliate (')

Varietà

Dekabig

Nikir

Pacific

Regie

Giulietta

Lory

Nikko

Hilario

Volania

Atlantic

Ditta produttrice

Asgrow

Pioneer

Sis

Pioneer

Agra

Emilseme

Asgrow

Sis

Agra

Renk Venturoli

(') Le varietà consigliate sono state individuatesulla base dei risultati della sperimentazione va-rietale condotta da istituzioni pubbliche nelle zo-ne di coltivazione della soia del nostro Paese. Piùprecisamente sono state individuale le varietà piùproduttive, considerandone al massimo due perditta produttrice. Le varietà sono elencate in ordi-ne decrescente dì produttività.

di intervenire con successive sarchiature.Normalmente si effettua un intervento

di diserbo in pre-emergenza, utilizzan-do, appena completata la semina, prodot-ti come Goal o Caligan (oxyfluofen), oSciandor (trifluralin e linuron).

COLTURE FORAGGERE

Prati avvicendati

Erba medica. Nel medicaio in que-sto periodo sono presenti infestanti gra-minacee. Queste scompariranno dopo ilprimo taglio di fieno e contribuirannocomunque a fornire una produzione piùabbondante ed anche più appetibile per

gli animali. In questo periodo non sononecessari interventi.

Trifoglio pratense (violetto). Perquesta foraggera vale quanto detto per lamedica. Non sono necessari in questoperiodo interventi sulla coltura.

Erbai

Erbai autunno-primaverili. Senon avete già provveduto in febbraio, al-V inizio di marzo effettuate la concima-zione azotata di copertura degli erbaiautunno-primaverili, costituiti da grami-nacee (avena, orzo, loiessa, ecc.) o da le-guminose (veccia, trifogli, ecc.) o mi-scugli di graminacee e leguminose (ave-na-veccia, orzo-favino, ecc), seguendole modalità descritte ne «i Lavori » digennaio-febbraio.

Gli erbai coltivati nelle regioni piùcalde e le specie più precoci raggiungo-no in aprile la fase ottimale per la rac-colta. L'erbaio di avena si raccoglie nelperiodo compreso tra la spigatura e lamaturazione lattea della granella e il fo-raggio va consumato fresco o conserva-to tramite affienamento; poco adatta aquesta specie è invece la conservazionetramite insilamento.

L'erbaio di orzo può essere consuma-to fresco o conservato tramite insilamen-to; non si presta invece per la produzionedi fieno. Nel primo caso (consumo fre-sco) va raccolto prima della spigatura,ovvero prima che le reste della spiga siinduriscano riducendo così l'appetibilitàdel foraggio; nel secondo caso (insila-mento) va invece raccolto, con una fal-ciatrinciacaricatrice, quando la granellaraggiunge la maturazione cerosa e lapianta inizia ad ingiallire.

L'erbaio di loiessa va raccolto alla spi-gatura e consumato fresco o conservatotramite affienamento o insilamento. In

\-Erbaio di loiessa in fase di levata. I-Erbaio di trifoglio incarnato in fioritura

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 63

Page 63: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

\ j

Spandiconcimein azioneper laconcimazionemineraledi un pratostabileall'iniziodellaprimavera

quest'ultimo caso si consiglia di procede-re allo sfalcio e all'andanatura, attenderequalche ora che l'erba appassisca e poitrinciarla ed insilarla. Una soluzione in-termedia tra l'affienamento e l'insila-mento è quella di lasciare appassire l'er-ba per poi pressarla in rotoballe fasciatecon un telo di materiale plastico.

Gli erbai di leguminose (veccia, trifo-gli, ecc.) vanno raccolti nel periodo com-preso tra l'inizio e la piena fioritura e,analogamente a quello costituiti da mi-scugli di graminacee e leguminose, il fo-raggio da essi prodotto va consumato fre-sco o conservato tramite affienamento.

Alcune specie, come ad esempio laloiessa e i trifogli, ricacciano dopo il pri-mo sfalcio dando origine ad una mode-sta produzione di foraggio che può esse-re raccolta o destinata al pascolo. Ciò ri-sulta interessante nei casi in cui, dopol'erbaio, non sia prevista la semina diuna coltura a ciclo primaverile-estivo.

Erbai primaverili. Proseguite nelmese di marzo la semina degli erbai pri-maverili, costituiti generalmente da mi-scugli di graminacee e leguminose (ave-na-veccia-pisello, avena-favino, ecc),seguendo le modalità descritte ne «i La-vori » di gennaio-febbraio.

Dopo 30-40 giorni dalla semina effet-tuate la concimazione azotata di copertu-ra, distribuendo 50-100 kg per ettaro diurea-46. Applicate la dose di concime piùelevata nei terreni fertili delle regioni set-tentrionali e centrali e quella più bassanei terreni poco fertili e nelle regioni me-ridionali e insulari. Distribuite il concimequando il ten'eno è asciutto per limitare ilcompattamente dovuto al passaggio deltrattore con lo spandiconcime.

Erbai primaverili-estivi, II mais è lacoltura più utilizzata come erbaio pri-maverile-estivo, in particolare nei terre-ni fertili ed irrigui delle regioni setten-trionali, per l'elevata produzione di fo-raggio a basso costo (il cosiddetto «mais

Ovini al pascolo nel meridione

ceroso» o «mais trinciato»). La tecnicadi coltivazione del mais da foraggio dif-ferisce da quella del mais da granella peri seguenti aspetti:- aumento del 20% della dose di conci-mi azotati e fosfatici;- aumento dell'80% della dose di conci-me potassico, ma solo nei terreni dovenon sono stati apportati letame o altri re-flui zootecnici;- impiego di varietà tardive (classe 700)o medio-tardive (classe 600) per semineentro aprile e di varietà medio-precoci(classe 500) per semine entro maggio;- distanza di semina sulla fila pari a 18-19 cm per le varietà tardive e medio tar-dive (classe 700 e 600) e a 16-17 cm perle varietà medio-precoci (classe 500).

Nelle zone non adatte al mais, in par-ticolare nelle regioni meridionali e insu-lari, si consiglia l'erbaio di sorgo, più re-sistente del mais alla scarsità d'acqua.

Prati stabili e pascoli

Frati stabilì. Quando i terreni risulta-no accessibili effettuate la concimazioneorganica dei prati stabili di montagnacon letame o liquame, se tali materialisono disponibili in azienda e, nel casodel letame, se non si è già provveduto inautunno. Più precisamente il letame vadistribuito in dosi massime pari a 200

quintali per ettaro e il liquame in dosimassime pari a 40 metri cubi per ettaro.

Se in autunno o in inverno non sonostati distribuiti letame o liquame, all'ini-zio della ripresa vegetativa (marzo-aprile)effettuate la concimazione minerale deiprati stabili distribuendo 250-500 kg perettaro di un concime composto NPK 15-15-15 oppure 12-12-12. Applicate la dosedi concime più elevata ai prati stabili dipianura e di bassa collina e quella più bas-sa ai prati di alta collina e di montagna.

Pascoli» Nei mesi di marzo e aprileinizia la stagione di pascolamento nelleregioni meridionali e insulari e nelle zo-ne a bassa quota degli Appennini. Lacorretta utilizzazione dei pascoli si basainnanzitutto su un carico animale otti-male, ovvero su un adeguato numero dianimali che possono pascolare su un et-taro di pascolo, in funzione della suaproduttività.

La sottoutilizzazione o l'eccessivosfruttamento portano al degrado del pa-scolo, con effetti negativi sulla sua pro-duttività, nonché sull'ambiente e sulpaesaggio (sviluppo di vegetazione infe-stante, dissesto del suolo, inquinamentodelle acque, ecc).

Il carico animale va stabilito in basealla produttività del pascolo e al tipo dianimali; nei pascoli delle regioni meridio-nali e insulari e delle zone a bassa quotadegli Appennini, il carico è indicativa-mente pari a 0,2-1 capi di bovini adultiper ettaro e a 2-6 capi di ovini per ettaro.

A cura di: Pietro Fiore (Farro - Grano du-ro - Girasole - Prati avvicendati); Umber-to Grigolo (Frumento tenero - Orzo - Mais- Soia - Erbai - Prati stabili e pascoli).

(') In agricoltura biologica possono essere uti-lizzati solo i concimi ammessi ai sensi dellaCircolare del Ministero delle politiche agrico-le e forestali (Mipaf) n. 8 del 13 settembre1999, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del-la Repubblica Italiana n. 258 del 3 novembre1999. Per informazioni rivolgersi all'Istitutosperimentale per la nutrizione delle piante -Via della Navicella, 2/4 - 00184 Roma - Tei.06 7005413 - Fax 06 7005711 - Sito internetwww.isnp.it - e-mail [email protected](2) Vedi Vita in Campagna n. 11/2004, a pag. 37.Q) Vedi Vita in Campagna n. 4/2004, a pag. 46.(4) Ente nazionale sementi elette - Via F. Wit-tgens 4 - 20123 Milano - Tei. 02 8069161 -Fax 02 80691649 - Sito internet www.ense.it(5) Sis - Società italiana sementi s.p.a. - ViaMirandola, 5 - 40068 San Lazzaro di Savena(Bologna) - Tei. 051 6223111 - Fax 0516257699- Sito internet www.sisonweb.com -e-mail [email protected]

C O N T R O L L O I N D I R I Z Z I A L L

64 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 64: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

IL VIGNETOPER LA PRODUZIONE

DI IVA DA VINO

Lavori

Potatura secca o invernale. Con lafine dell'inverno si considerano conclu-se le operazioni di potatura secca, manelle zone più fredde, o a seguito di ral-lentamenti per il maltempo, può accade-re che in questo periodo le viti non sia-no ancora state potate. In realtà le pian-te non potate superano meglio i rigori in-vernali, ma in questi casi conviene ulti-mare velocemente le potature per poterintervenire anche sulle strutture primadel germogliamento. Nei vigneti libera-ti dal peso dei sarmenti, ma ancora prividei delicati germogli primaverili, è pos-sibile effettuare la manutenzione dellestrutture con maggior facilità e senzaprovocare danni alle piante.

I tralci provenienti dalle potaturevanno sminuzzati con un trinciasarmen-ti e lasciati nel vigneto, poiché costitui-scono un'importante fonte di sostanzaorganica; essi vanno asportati solo se èpresente legno di grosso diametro forte-mente colpito da malattie del legno (maldell'esca ed eutipiosi). La trinciatura ingenere riduce i tralci in piccole porzionifacilmente degradabili dalla normalemicroflora del terreno, ma il legno dimaggiori dimensioni (proveniente dagrosse branche o da parti di tronco) puòrestare parzialmente integro, mantenereal suo interno i funghi portatori di malat-tie e dunque costituire una fonte di infe-zione per le piante sane contigue. Perquesto i ceppi disseccati a seguito dellemalattie del legno si devono tagliare se-paratamente e asportare prima di inizia-re le potature del resto del vigneto; que-

A sto legno non può nemmeno essere£—A accatastato ai bordi del vigneto, madeve essere distrutto (eventualmentebruciato) o allontanato.

Se intendete reinnestare delle viti conmarze prelevate dai vostri vigneti, ricor-datevi di asportare i tralci prima dell'in-nalzamento delle temperature e solo dal-le piante sane che avete precedentemen-te identificato.

Sistemazione dei pali e dei fili e le-gatura dei tralci. Una volta terminate lepotature, quando le strutture di sostegnosono state liberate dal peso della vegeta-zione, potete iniziare il controllo e la ma-nutenzione delle stesse: verificate la sta-bilità dei pali, sostituendo quelli rotti eraddrizzando quelli storti, mettete in ten-sione ed eventualmente sostituite i fili di

Tutte le operazioni di potatura seccadevono essere concluse prima

del germogliamento primaverile

ferro, se corrosi; controllate con grandeattenzione le testate, con i vari tiranti.

Sono lavori che comportano un gran-de dispendio di tempo ed energia, ma so-no fondamentali per assicurare stabilitàal vigneto in vista del carico della nuovaproduzione e in previsione dei violentitemporali primaverili ed estivi.

Per la legatura dei tralci, i vecchi vimi-ni di salice (nella foto) sono ormai statisostituiti dai legacci in pvc o in metallo,applicati manualmente o con l'ausilio dispecifiche macchinette

La corretta tensione dei fili, inol-tre, assicura il corretto assetto dellepiante e della vegetazione stagiona-le, evitando curvature del legno per-manente o collassamento dei tralci

verso rinterrila che potrebbero cau-sare problemi sanitari alle piante o diffi-coltà di gestione del verde e delle opera-zioni colturali; una distribuzione omoge-nea della vegetazione, inoltre, consenteuna migliore esposizione delle foglie edei grappoli migliorando l'efficacia delladifesa fìtosanitaria e la qualità delle uve./ \ Evitate di effettuare questi lavo-

ri—Ari a ridosso del germogliamento,per evitare di danneggiare o asportarele gemme in ingrossamento o in allun-gamento. Solo al termine di queste ope-razioni potrete procedere, nelle forme diallevamento che prevedono il posiziona-mento obbligato dei tralci, alle legature.

Nuovi impianti. Nelle regioni delcentro-nord, ma anche nelle zone meri-dionali, questo periodo è sempre piùspesso dedicato all'impianto del vigne-to, poiché la diffusione di barbatelle pa-raffinate ha permesso di spostare talioperazioni in un'epoca in cui non si pre-sentano importanti abbassamenti delletemperature e in cui i terreni sono più fa-cilmente praticabili. L'innalzamentodelle temperature di questo periodo, poi,consente un rapido avvio del germoglia-mento e contribuisce a garantire il buonattecchimento delle piante.

La paraffina che ricopre il punto di in-nesto e la marza protegge la parte aereadalla disidratazione, ma nei terreni sicci-tosi conviene intervenire con una irriga-zione localizzata a livello delle radici.

Non appena il terreno presenta lecondizioni ottimali per l'affinamentopotete procedere con le ultime estirpatu-re ed erpicature a cui seguirà immedia-tamente l'impianto. I lavori di ultimapreparazione del terreno, infatti, devo-no essere affrontati solo a ridosso del-l'impianto, poiché lo strato fine più su-perficiale rallenterebbe enormementel'asciugamento del terreno sottostante incaso di eventuali piogge.

Nel terreno opportunamente prepara-to procedete con il tracciamento del fu-turo vigneto, posizionando dei picchet-ti per segnare le distanze tra le file e sul-la fila. Negli impianti meccanizzati iltracciamento è più semplice, poiché lemacchine trapiantatrici utilizzano unraggio laser per assicurare una perfettalinearità dei filari.

Il sesto di impianto (distanze tra i fila-ri e tra le barbatelle ali'interno del filare)è condizionato dalla meccanizzazione

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 65

Page 65: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

itiwefo j

aziendale e viene deciso a tavolino, mal'orientamento dei filari deve essere stu-diato in campo, soprattutto negli appezza-menti collinari dove i cambi di pendenzao i confini irregolari rendono non sempreimmediata tale scelta. In termini generalipotete scegliere l'orientamento dei filariin base alle seguenti considerazioni:- il migliore orientamento dei filari èquello nord-sud, perché consente una piùuniforme insolazione della vegetazione;- i filari più lunghi (cioè quelli dispostinel senso della maggior lunghezza del-l'appezzamento) consentono un più effi-ciente utilizzo delle macchine;- in collina i filari devono essere dispo-sti lungo le curve di livello (girapoggio),se le pendenze sono basse, oppure lungole linee di massima pendenza (rittochi-no) per le pendenze più accentuate. In

A tutti i casi evitate le diagonali ri-spetto alle curve di livello, poiché

generano pendenze anomale nel filare erelativa difficile percorribilità;- assicurate sempre un ottimo accesso eun'ottima percorribilità alle macchineoperatrici.

L'impianto manuale può essere effet-tuato con diversi metodi (mettendo a di-mora le barbatelle in un solco aperto conun piccolo vomere, o in buche scavatecon la vanga, oppure utilizzando unaforcella che spinge la barbatella nel ter-reno), ma in ogni caso curate che le ra-dici siano il più lunghe possibile, ben di-stese e con il terreno ben aderente.

Attualmente si sta notevolmente dif-fondendo l'uso delle macchine trapianta-trici per la messa a dimora delle barbatel-le, grazie alla loro rapidità di lavoro, al ri-dotto impiego di manodopera e alla buo-na qualità del lavoro. Tali macchine assi-curano un ottimo allineamento dei filari eun buon attecchimento delle piantine, fa-cilitato dal fatto che le barbatelle vengo-

1-Nei vari ambienti viticoli, la messa adimora delle barbatelle per il nuovo im-pianto si può effettuare anche nel corsodei mesi primaverili, se, per varie cause,non si è potuto farlo prima. 2-Per l'usodelle macchine trapiantatrici, è fonda-mentale che il terreno sia in tempera,cioè nelle migliori condizioni di umidità

I tralci di potatura possono esseretrinciati e lasciati sul posto, oppureasportati e bruciati con precauzione

I pali di sostegno che, per varie cause,risultano danneggiati, devono essere

sostituiti al più presto

no poste a dimora in un solco aperto daun vomere e poi rincalzate a profonditàcostante; le radici in accrescimento, quin-di, si trovano in un terreno ben smosso earieggiato e le piante si avviano al germo-gliamento in modo uniforme.

Il costo di un impianto meccanizza-to può essere valutato in circa 0,20-0,31euro per barbatella (a seconda delle di-mensioni del vigneto, della sua giacitu-ra, ecc.) e comprende il tracciamentodell'impianto e la messa a dimora del-le barbatelle.

In genere, a carico dell'azienda, resta

anche il costo di preparazione delle bar-batelle (leggera spuntatura delle radici,se questo non è stato effettuato in vivaio,e posizionamento delle stesse a bordodel campo).

È difficile, invece, dare indicazionisul numero di barbatelle che è possibilemettere a dimora in un giorno (da 3.000a 10.000), poiché questo viene notevol-mente influenzato dalla lunghezza dei fi-lari, dal sesto di impianto, dalla percor-ribilità del terreno, ecc.

Terminate le operazioni di impiantoavviate immediatamente l'impianto deipali e dei tutori, in modo da concluderetali operazioni prima del germogliamen-to ed evitare così di danneggiare i ger-mogli in allungamento, che in questa fa-se sono delicatissimi.

Programmate la consegna dei pali,dei tutori e del filo di ferro e la loro di-stribuzione in campo in modo da assicu-rare la disponibilità dei materiali nonappena questo si renda necessario. Ilcompletamento delle strutture in tempibrevi consente di intervenire razional-mente lungo la fila e nelPinterrila, inparticolare contro le malerbe, senza dan-neggiare le barbatelle.

Negli impianti effettuati in autunno,con barbatelle non paraffinate, è giuntoil momento di scalzare il terriccio cheavevate accumulato sopra le piantine perproteggerle dalle gelate e dalla disidra-tazione; munitevi di una zappa leggeraA e fate attenzione a non danneggiare

le gemme o i primi germogli.Nei nuovi impianti che hanno termi-

nato la fase di allevamento e che vengo-no portati alla forma definitiva, una vol-ta che avete finito le legature potete in-tervenire sulla porzione basale del fustoasportando le gemme quando queste so-no nella fase di gemma cotonosa: taglia-tele con la forbice restando rasenti al fu-sto, (cioè, con termine tecnico, «acce-candole» completamente); se il lavoroviene fatto con accuratezza eviterete laformazione dei polloni in quella posi-zione per tutta la vita della pianta.

Rimpiazzo delle viti mancanti. Manmano che il vigneto invecchia aumenta-no le fallanze dovute alla mortalità dellepiante (per danni meccanici o per malat-tie parassitane). Per evitare cali di pro-duttività conviene ricostituire, periodica-mente, l'integrità del vigneto mettendo adimora delle barbatelle.

Tale operazione costituisce una rego-la negli impianti con medio-alta densitàdi ceppi per ettaro e con forme di alleva-mento ad altezza contenuta (cordone po-sizionato a 50-80 cm da terra); negli im-

66 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

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Jpianti con forme di allevamento piùespanse le nuove piantine si trovano adover affrontare una fortissima concor-renza a livello radicale, con il terreno giàesplorato dalle piante presenti, ma so-prattutto a livello superficiale, con l'om-breggiamento della chioma da parte del-le viti contigue; per evitare l'inconve-niente di avere delle piantine stentate,che raggiungono la forma desiderata so-lo dopo svariati anni, conviene porre inessere alcuni accorgimenti:- preparate le buche utilizzando unavanga, una trivella o anche un piccoloescavatore e smuovete bene il terreno li-berandolo dalle radici eventualmentepresenti e dalle erbe infestanti;- effettuate il rimpiazzo utilizzando bar-batelle con portinnesto vigoroso (K5BB,1103P, Ruggeri, ecc); attualmente sonoin commercio delle barbatelle, destinate aquesto scopo, che hanno lunghezza mag-giore (60 cm), per ridurre la competizio-ne della vegetazione spontanea;- collocate le barbatelle superficialmen-te (15-20 cm al massimo di profondità),nello strato di terreno che si scalda piùvelocemente e che ne anticipa il germo-gliamento;- accompagnate l'impianto con un leg-gero apporto di concime azotato, ancheorganico, da posizionare sotto le radicima non a contatto con le stesse;- posizionate attorno alle barbatelle un tu-bo di plastica che riduca la concorrenzadelle malerbe e protegga la piantina daiventi freddi; per questa operazione si im-piegano i tubi di plastica utilizzati in edi-lizia del diametro di 12-20 centimetri elunghi circa 40-50 centimetri che vengo-no posti attorno alla barbatella e legger-mente interrati. Attualmente sono in com-mercio appositi tubi plastici specifici pervigneto e frutteto, già preparati e di diver-so diametro. Queste protezioni difendonoefficacemente i germogli anche dagli ani-mali selvatici e spesso sono utilizzati an-che nei nuovi impianti; si tolgono a finestagione, sfilandole dall'alto, quando lanuova pianta ha perso le foglie;- contenete la vegetazione delle viti li-mitrofe con una opportuna potatura, perevitare l'ombreggiamento delle nuovepiantine.

La messa a dimora di nuove barbatel-le negli impianti in produzione può esse-re prevista anche per infittire un impian-to progettato con sesto di impianto trop-po largo, ritenuto non più adeguato.L'infittimento ha ottimo successo quan-do accompagna il reinnesto, poiché la ri-dotta vigoria delle piante sovrainnestateconsente un adeguato sviluppo dellenuove barbatelle.

L'interramento dei pali va effettuatocon la massima precisione, anche nei

terreni più difficili

In tutti i casi le barbatelle impiegatenell'infittimento o nelle sostituzioni ren-dono più problematiche le lavorazionisulla fila e vanno opportunamente protet-te dagli organi meccanici; inoltre sonopiù sensibili alle situazioni di mancanzad'acqua, per questo vanno attentamenteseguite per tutta la stagione vegetativacon grande dispendio di manodopera.Per questi motivi le operazioni di rim-piazzo e/o di infittimento vengono previ-ste a rotazione solo per piccole superficifacilmente controllabili durante l'annatadalle forze disponibili in azienda.

Innesto dei giovani impianti e rein-nesto degli impianti in produzione.L'innesto in campo è oggi in continua ri-duzione, per la mancanza di manodoperaspecializzata e il costo elevato della stes-sa, per il pericolo di scarso attecchimen-to se le condizioni ambientali sono sfavo-revoli e per il lungo periodo della fase diallevamento. In alcune zone, però, talepratica è ancora inserita nelle tradiziona-li fasi di messa a dimora del vigneto. Al-la fine dell'inverno, con l'approssimarsi

della ripresa vegetativa, cade il periodoper innestare in campo gli impianti effet-tuati con barbatelle franche.

In genere si interviene con un innestoa spacco, facendo attenzione a utilizzaremarze dello stesso diametro del portin-nesto, a fare aderire perfettamente le zo-ne di taglio, a legare strettamente marzae portinnesto e infine a coprire la feritacon terra, sabbia o, meglio, con mastice.

Nei vigneti in produzione, invece,l'innesto viene utilizzato per un velocecambio di indirizzo produttivo se il vi-gneto esistente non rispecchia le esigen-ze aziendali per i più disparati motivi.

Gli appezzamenti destinati al reinne-sto, detto anche sovrainnesto, devono es-sere sani, senza fallanze, con strutture disostegno in buono stato e sufficientemen-te giovani da ammortizzare nel tempo icosti dell'intervento (circa 1,50 euro perpianta) e dell'anno di mancata produzio-ne. Il momento più indicato per tale ope-razione è quello che anticipa immediata-mente il germogliamento, quando la linfache ha ripreso a circolare nella pianta as-sicura la rapida formazione del callo di ci-catrizzazione e la nutrizione delle marze.

Il materiale di innesto può essere pre-levato al momento da un vigneto già esi-stente, può essere stato preparato antici-patamente in azienda o può essere acqui-stato da un vivaista. I tralci raccolti inazienda da piante sane si devono immer-gere in una soluzione di acqua e antibo-tritico (ad esempio procimidone) alle do-si indicate in etichetta e poi si devonoporre in un sacco di nailon, munito di al-cuni fori per garantire il mantenimentodell'umidità senza causare lo sviluppo difunghi. Il tutto deve essere mantenuto inun luogo fresco, anche in frigo eventual-mente, fino al momento dell'utilizzo.

Le varie fasi del lavoro sono tutte ma-nuali e, se le piante sono numerose, ri-chiedono la presenza di diverso persona-le, poiché la capitozzatura, lo spacco,l'innesto, le legature e la copertura con

\-Anche i tutori, preferibilmente metallici, vanno posti in opera al più presto. 2-Leeventuali fallanze devono esser periodicamente sostituite con giovani piantine, og-gi protette anche da appositi contenitori

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 67

Page 67: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

J

1-Dafine inverno a metà primavera, rispettivamente al sud e al nord d'Italia, cadeil momento migliore per l'innesto a spacco in campo, sia per i nuovi vigneti, sia peril reinnesto dei vigneti già in produzione. 2-Le corrette concimazioni si fondano suobiettivi produttivi chiari, sulla conoscenza della fertilità naturale del terreno e del-le precise esigenze della vite

mastice devono avvenire in rapida se-quenza, prima che si secchi la superficiedi taglio. Si opera con il seguente sche-ma di lavoro:- preparazione delle marze, con il taglioad una gemma e idratazione delle stesse;- capitozzatura delle piante da reinnesta-re ponendo attenzione all'altezza del ta-glio, che deve permettere lo sviluppodella nuova pianta prima che questa arri-vi a contatto con le strutture di sostegno.Il taglio del ceppo può essere effettuatocon cesoie manuali, se il diametro è con-tenuto, oppure con piccole motoseghe ocon cesoie pneumatiche se il diametro èmaggiore; il taglio non deve essere slab-brato e irregolare, ma deve avere una su-perficie uniforme e la corteccia deve ade-rire al legno fino alla zona di taglio;- spacco pieno diametrale;- messa a dimora di due marze curan-do la perfetta adesione dei lembi di ta-glio con le pareti dello spacco nella zo-na del cambio;- legatura con rafia o con nastro adesivo;- copertura del taglio con sabbia o ma-stice per innesti.

Talvolta, nella zona dello spacco,viene utilizzata della cera, eventualmen-te addizionata di sostanze che favorisco-no la formazione del callo di innesto.

Circa due mesi dopo il germogliamen-to vanno tolte tutte le legature per evitarestrozzature della pianta, ma l'utilizzo dinastro adesivo (quello isolante utilizzatodagli elettricisti) permette di ovviare a ta-le inconveniente, poiché è elastico e si di-lata con l'accrescersi della pianta.

Talvolta in occasione del reinnesto siprocede, come già accennato, all'infitti-mento dell'impianto, approfittando del-la ridotta concorrenza delle piante rein-nestate sulle barbatelle dell'infittimento.Con la messa a dimora di una o più bar-batelle tra le piante presenti, si ha la pos-

sibilità di convenire il vecchio impiantoin un vigneto moderno e in grado di for-nire produzioni di alta qualità. Dal pun-to di vista operativo si agisce come indi-cato precedentemente per il rimpiazzodelle viti mancanti (vedi pag. 67).

Concimazioni. A completamento del-le concimazioni effettuate in autunno do-po la vendemmia, in questo periodo (finefebbraio al sud e fine marzo al centro-nord) vanno distribuiti l'azoto e gli ele-menti necessari a correggere eventuali in-sufficienze nutritive.

L'azoto è l'elemento che presiedeprincipalmente allo sviluppo vegetativo.Se distribuito come concime minerale èvelocemente assimilabile dopo la sua di-stribuzione, ma viene altrettanto rapida-mente dilavato dalle piogge. Per evitarequesti inconvenienti sono stati messi a

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Nei terreni calcarei e in mancanza di com-binazioni d'innesto appropriate, fin dalgermogliamento possono comparire sìn-tomi di clorosi ferrica, prevenibili con ladistribuzione al terreno e per vìa fogliaredi chelati di ferro, di zolfo o di solfato diferro al suolo e, non da ultimo, dove pos-sibile, con l'adozione dell'inerbimentopermanente con essenze erbacee pocoesigenti di acqua e di elementi nutritivi

punto dei concimi, per lo più di origineorganica, con azoto a lenta cessione,cioè che viene messo a disposizione del-la pianta più lentamente, per un periodoanche di sei mesi. Questi concimi sonoda preferire in viticoltura, poiché assicu-rano un apporto di azoto costante duran-te tutto il periodo vegetativo, senza squi-librare la pianta. Bisogna tener presente,/ \ infatti, che un eccesso di apporto

Z_A azotato comporta un eccessivolussureggiamento della vegetazione epuò favorire l'attacco di parassiti fungi-ni (peronospora, muffa grigia, oidio,ecc.) che si avvantaggiano di condizionidi scarso arieggiamento della vegetazio-ne o della presenza di tessuti verdi e po-co lignificati.

Indicativamente potete distribuire dai50 ai 100 kg di azoto per ettaro, a secon-da della vigoria del vigneto, che corri-spondono a 1-2 quintali di urea-46 perettaro o a 2-4 quintali di nitrato aramo-nico-23 sempre per ettaro.

Il germogliamento rappresenta ancheil momento migliore per curare o preve-nire stati di insufficienza di macroele-menti o, soprattutto, microelementi. Que-sta fase di tumultuosa crescita dei tessutie di abbondante utilizzo di elementi nu-tritivi deve essere accompagnata, nei casidi accertate mancanze, dalla distribuzio-ne degli elementi nutritivi necessari alterreno o per via fogliare non appena siabbia la distensione delle prime foglie.

Fate riferimento ai tecnici della zonaper interpretare esattamente i sintomi ecalibrare l'intervento correttivo, che co-munque andrebbe sempre valutato sullabase di esatti dati analitici. Al costo di60-80 euro è possibile conoscere l'esat-ta presenza nel vostro terreno dei princi-pali elementi nutritivi (azoto, fosforo epotassio) e dei principali oligoelementi(ferro, magnesio, calcio) oltre alle prin-cipali caratteristiche fisico-chimiche(tessitura, salinità, pH) e alla presenza disostanza organica.

I campioni di terreno si devono prele-vare in modo casuale su tutto l'appezza-mento da esaminare, a una profondità dicirca 20-30 cm, avendo cura di elimina-re la parte superficiale con il cotico; suc-cessivamente li si deve mescolare a for-mare un'unica massa omogenea che an-drà consegnata al laboratorio di analisi.Se il terreno cambia consistenza e carat-teristiche (cosa molto comune in collina)fate fare più analisi, tante quante sono letipologie di terreno. I risultati delle ana-lisi vi permetteranno di valutare l'effetti-va disponibilità di elementi fertilizzantinel terreno e di calibrare opportunamen-te gli interventi, evitando di distribuire

68 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

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Jprodotti inutili o addirittura dannosi.

Per l'interpretazione dei dati è sempreopportuno fare riferimento a dei tecnicispecializzati, ma sono sempre più diffuseanalisi di buona affidabilità, con com-menti specifici per le singole colture.

Gestione del terreno. Le diversescelte operative sulla gestione del suolosono motivate da numerosi fattori: la ti-pologia del suolo e del clima, la giacitu-ra oppure fattori culturali.

In ogni caso tali scelte influisconosull'efficienza operativa dell'azienda esulla fisiologia della vite.

• Nella viticoltura di qualità è ormairitenuto importante V inerbimento delsuolo nell'interrila, poiché questo riducel'eccessivo rigoglio vegetativo e miglio-ra l'equilibrio delle piante, oltre a elimi-nare i costi di lavorazione del terrenocon macchine spesso mosse dalla presadi forza e a limitare i fenomeni di ero-sione nei terreni collinari.

Numerose sperimentazioni hanno di-mostrato che la presenza del cotico nelvigneto ha influenza su quantità e qualitàdella produzione, deprimendo la prima emigliorando la seconda; una sua oculatagestione consente di valorizzare i benefi-ci e di limitare gli aspetti negativi.

L'inerbimento, grazie anche al mi-glioramento della struttura del terreno,consente alle radici delle viti di esplorarela zona più superficiale, che è la più riccadi ossigeno e di elementi nutritivi e che siscalda più velocemente in primavera, mi-gliora la penetrazione delle acque meteo-riche nel terreno e inoltre permette di in-tervenire con le macchine all'interno delvigneto anche nei periodi piovosi, poichémigliora la portanza del terreno.

D'altra parte però il cotico si può ri-velare un importante concorrente delleviti, in fatto d'acqua, nei terreni o neiperiodi siccitosi; per questo, soprattuttonelle zone centro-meridionali o in quel-le collinari, si applica la tecnica del-l'inerbimento controllato, che prevedela presenza dell'erba solo nei periodi in-vernale e primaverile con una flora natu-rale poco competitiva, per poi lasciarespazio al controllo delle malerbe trami-te diserbo con prodotti chimici a bassoimpatto ecologico (ad esempio glifosateo glufosinate ammonio) e a basso do-saggio solo nel periodo tardo-primaveri-le ed estivo. Nei momenti particolar-mente critici si può eliminare completa-mente il cotico con una leggera lavora-zione o con un diserbo a dose piena, manegli ambienti del nord Italia, anche col-linari, la trinciatura molto bassa può ba-stare ad arrestare completamente lo svi-

l-Nei vigneti inerbiti pennanentemente, il taglio dell'erba va programmato in funzionedella piovosità e delle specie presenti. 2-11 controllo delle infestanti lungo la fila può es-sere facilmente effettuato con l'ausilio di erbicidi ad azione sistemica o per contatto

luppo della vegetazione spontanea.L'inerbimento naturale, negli am-

bienti più freschi, può essere favorito giàall'avvio del secondo anno di vita del vi-gneto: la rapida propagazione delle spe-cie naturali a fine inverno generalmenteassicura una sufficiente copertura delterreno prima del calpestamento dovutoall'effettuazione dei trattamenti anchenei giovani impianti.

Dove si vuole ricostituire veloce-mente l'inerbimento, sempre alla finedell'inverno (le semine autunnali spessovengono compromesse dalla stagioneinvernale) si può intervenire con la se-mina dell'interrila. In questi casi utiliz-zate miscugli di piante erbacee perenni,ad alta copertura e resistenza al calpe-stamento, preferendo le graminacee(loietto, festuche, poa, ecc.) e limitandole leguminose (trifogli, medica). Le spe-cie vegetali da utilizzare sono quellepresenti naturalmente nella zona, ma neivigneti del nord Italia possono essereutilizzati anche i miscugli per gli im-pianti sportivi comunemente in com-mercio. La semina può essere effettuataa mano, ma anche con una seminatriceopportunamente predisposta per i semipiccoli. L'erba in accrescimento nell'in-

terfila deve essere sfalciata regolarmen-te quando raggiunge i 20-30 cm di altez-za con un trinciasarmenti o con una fal-ciatrice a lame rotanti. Le due macchinedifferiscono per meccanismo di lavoro eper effetto sulla vegetazione:- il trinciasarmenti è costituito da un as-se orizzontale che ruota rapidamente eporta dei martelli snodati che trituranol'erba e i sarmenti. La superficie di ta-glio è irregolare e consente di rallentarela cicatrizzazione delle ferite e la suc-cessiva ripresa dell'accrescimento. Lapresenza di superfici irregolari o di pic-coli sassi non comporta particolari limi-tazioni all'uso di tale macchina;- gli organi lavoranti della falciatrice, in-vece, sono delle lame orizzontali portateda assi verticali; il taglio avviene graziealla lama tagliente che gira velocementeparallela al terreno ed è piuttosto netto.Tale macchina è più indicata quando lasuperficie dell'interrila è piuttosto regola-re e orizzontale, anche con cotico moltorigoglioso, ma con assenza di sassi, poi-ché questi compromettono rapidamentel'efficienza delle lame. Non può essereutilizzata per triturare parti legnose.

Posticipando la trinciatura dei sar-menti di potatura alla fine dell'inverno,

Con le primelavorazioni

di fine inverno-inizio primavera,

vanno interratianche gli eventuali

concimi mineralied organici

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 69

Page 69: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

Jquando riprende la crescita dell'erba, sirisparmia un intervento di sfalcio.

• La gestione del terreno sulla fila,invece, prevede diverse opzioni, che po-tete scegliere anche in funzione dellameccanizzazione aziendale:- per mantenere l'inerbimento del terrenosulla fila dovrete prevedere l'utilizzo dimacchine con organi rientranti per lo sfal-cio sottochioma o il diserbo chimico condisseccanti a basso dosaggio. Negli ultimianni, infatti, si sta diffondendo l'inerbi-mento controllato anche del verde sulla fi-la, che prevede l'utilizzo di disseccanti,specifici per vigneti e frutteti, a basso im-patto ambientale utilizzati a basso dosag-gio in modo tale da limitare la crescitadelle erbe mantenendo però la coperturadel terreno per evitarne l'erosione;- l'utilizzo del diserbo a pieno dosaggioconsente di eliminare completamente leinfestanti senza muovere il terreno, limi-tando così il pericolo di erosione delsuolo. Per la distribuzione vengono uti-lizzate delle campane in vetroresina cheportano uno o due ugelli e consentono dievitare dispersioni di prodotto; le cam-pane stesse sono snodate per consentireil rientro in corrispondenza dei pali edelle piante se si lavora all'interno dellafila. L'inerbimento controllato risulta didifficile attuazione nei terreni molto fer-tili e freschi, dove il cotico ha grande vi-goria ed è in continuo accrescimento du-rante tutta la stagione vegetativa;- la lavorazione del terreno sulla fila, in-vece, si può effettuare con diversi stru-menti (piccoli aratri, fresatrici o zappatri-ci rientranti oppure lame sarchiatrici),

Infezione precoce di oidio su ungiovane tralcio dì vite

preferendo quegli attrezzi che non sonomossi dalla presa di forza e che quindiconsentono di ridurre i costi di esercizio.

La lama sarchiatrice è costituita dauna lama di acciaio lunga 50-60 cm elarga circa 10 cm collegata ad un asseverticale; essa lavora parallela al terrenoa pochi centimetri di profondità taglian-do le radici e smuovendo il terreno gra-zie a delle alette inserite nella parte su-periore; un tastatore consente il rientrodella lama in corrispondenza delle pian-te, dei pali e dei tutori. È una macchinamolto precisa, veloce, che non utilizza lapresa di potenza. Ultimamente si stannodiffondendo sul mercato delle fresatricirientranti ad asse verticale i cui organilavorano su un piano orizzontale. Que-ste macchine assicurano un perfetto li-vellamento del terreno smosso sulla filaed una grande accuratezza (l'organorientrante può essere controllato da ta-statori), ma devono utilizzare la presa dipotenza della trattrice.

Tutte le lavorazioni con macchine cheutilizzano organi rientranti vengono ral-lentate da impianti fitti con limitate di-stanze tra vite e vite; in questi casi, è beneoptare per il diserbo localizzato sulla fila.

Interventi fìtosanitari

Nell'Italia meridionale e, più in gene-rale, nelle zone collinari, gli attacchi di oi-dio possono essere molto precoci. È quin-di opportuno iniziare ad intervenire con-tro questa malattia molto precocemente,quando i tralci sono lunghi 6-8 cm.

Trattate con zolfo bagnabile-80 (bio,non classificato) alla dose di grammi300 per 100 litri di acqua. In alternativapotete impiegare zolfo in polvere-80(bio, non classificato) da distribuire conl'impolveratrice, alla dose di kg 2,5-3per 1.000 metri quadrati di superficie.

IL VIGNETOPER LA PRODUZIONE

DI UVA DA TAVOLA

Lavori

Potatura secca e sistemazione deipali e dei fili. Come ricordato per la viti-coltura da vino, in particolare con viti al-levate a tendone o a pergola, è bene chequeste operazioni siano ultimate al piùpresto, prima fra tutte il controllo dellestrutture di sostegno e la legatura dei tral-ci, soprattutto in quei vigneti che andran-no coperti da marzo nell'intento di ricer-care un buon anticipo di maturazione.

^SBEBÌ Vigneto per uva da vino. Operazioni colturalijfiffi® in corso (•) nei mesi di marzo e aprile

Operazioni

Impianto

Potatura secca invernale

Concimazione con azoto

Concimazione con fosforo e potassio

Falciatura erba (')

Potatura verde

Trattamenti antiparassitari

Concimazione fogliare

Irrigazione

Vendemmia

marzo

aprile

(') In alternativa, lavorazione del terreno nei vigneti non inerbiti

dratì* Vigneto per uva da tavola. Operazioni colturali*§§§§&> in corso (•) nei mesi di marzo e aprile

Operazioni

Impianto

Potatura secca invernale

Concimazione con azoto

Concimazione con fosforo e potassio

Falciatura erba (')

Potatura verde

Trattamenti antiparassitari

Concimazione fogliare

Irrigazione

Vendemmia

marzo

•(2)

aprile

• 6

(') In alternativa, lavorazione del terreno nei vigneti non inerbiti.O Per la viticoltura da tavola in ambiente protetto.

70 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 70: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

JTerminata la potatura, asportate e bru-

ciate i tralci di potatura, in particolare neivigneti più vecchi, più soggetti a rischi dimalattie del legno quali mal dell'esca edeutipiosi. Nei vigneti più giovani e sani,se disponete di macchine trinciasarmenti,trinciate i tralci e lasciateli sul posto uni-tamente all'eventuale erba che si è svi-luppata con le piogge invernali.

Nuovi impianti. La messa a dimoradelle giovani piantine per i nuovi impian-ti va ultimata al più presto anche se, trat-tandosi di una coltivazione diffusa so-prattutto nel meridione d'Italia, si prefe-risce porre a dimora le barbatelle in pie-no inverno, al fine di sfruttare appieno leprecipitazioni invernali o il terreno resoumido dalle piogge di fine autunno.

Riguardo alle distanze d'impianto,dovete sceglierle in funzione della for-ma di allevamento che andrete ad adot-tare (spalliera, tendone, pergola, ecc),della vigoria del portinnesto e della va-rietà, della fertilità naturale del terreno edei vostri obiettivi produttivi.

Anche per le uve da tavola valgono leregole indicate per le viti da vino, cosìcome per le piante da frutto in genere.Pertanto, la migliore produzione si ot-terrà con:- l'adozione di una varietà che, oltre adottimali caratteristiche del frutto (acino egrappolo), presenti un'epoca di matura-zione adatta al vostro ambiente, quindivarietà a maturazione precoce per gliambienti del nord Italia e di alta collina;- la scelta di materiale vivaistico (in par-ticolare di barbatelle innestate) selezio-nato, garantito e prenotato per tempo;- la scelta di un portinnesto adatto al ti-po di terreno, al clima e, naturalmente,al vitigno adottato;- la miglior esposizione al sole delle fo-glie, grazie alla scelta di un sistema diallevamento appropriato, all'adozione dicorrette distanze d'impianto e all'esecu-zione di razionali potature;- il miglior equilibrio tra attività vegeta-tiva e attività produttiva della pianta, permezzo di concimazioni, irrigazioni, ge-stione del suolo, potature verdi, ecc, im-postate in modo corretto.

Difesa dal vento. Anche in vignetida tavola posti in zone litoranee oppuresu colline ben esposte, in primavera sipossono avere forti danni da vento. Inparticolare sono in pericolo i teneri ger-mogli, che possono essere asportati an-che in grande quantità, compromettendola produzione.

Per la prevenzione nei vigneti alleva-ti a tendone o a pergola, si possono ap-

1-Nei vigneti di uva da tavola ponete la massima attenzione al numero di germogli edi grappolini, alfine di normalizzare al più presto la produttività potenziale. 2-Per laviticoltura da tavola in ambiente protetto è ormai prossima la fase di fioritura. È per-tanto necessario garantire un regolare sviluppo dei grappoli facendo in modo che ab-biano a disposizione una superficie fogliare ben esposta e dì sufficiente ampiezza

plicare le reti protettive, con funzioneanche antigrandine, le quali devonopoggiare su strutture solide e resistenti.

Per i vigneti allevati a spalliera, oltread alberature laterali con olivastri, euca-lipti e altre specie caratterizzate da unrapido sviluppo, si possono adottare ap-posite strutture frangivento, con reti spe-cifiche, sorrette da robusti pali in ce-mento armato e da fili metallici.

Potatura verde. Data la precocità digermogliamento delle viti di uva da ta-vola (così come di quelle da vino) in Si-cilia, Puglia, Abruzzo, ecc , ad aprilepuò rendersi già necessario un primo in-tervento di potatura verde anche in am-biente non protetto, in particolare con leoperazioni di spollonatura (eliminazio-ne dei ricacci lungo il fusto), scacchia-tura (eliminazione dei germogli chenon portano grappolini) e diradamentodei giovani germogli fertili o uviferi.

Riguardo al controllo del numero deigermogli e al loro eventuale diradamen-to, è bene ricordare che la produzione diuva perfettamente matura, sana e di buo-na qualità, è strettamente legata ad unacorretta presenza di grappoli per ceppo,in vigneti non eccessivamente vigorosi;in particolare, con investimenti di 2.000-2.500 ceppi per ettaro, sono da ricercareproduzioni non superiori ai 9-10 chilo-

grammi per pianta, corrispondenti a 200-250 quintali di uva per ettaro. Questo si-gnifica che, con grappoli di peso medioalla maturazione variabile tra i 600 e i1.000 grammi in funzione della varietà edella tecnica di gestione, dovete lasciaresulla pianta non più di 13-15 germogliuviferi che, con una fertilità media di 1-1,2, corrispondono a 15-17 grappoli inmedia per ceppo. Potrete poi eliminare inestate, con uno specifico diradamento, igrappoli presenti in numero eccessivo.

A seguito di germogliamenti abbon-danti (anche due germogli per ogni gem-ma), con un elevato numero di grappoli-ni sui germogli stessi e con particolari si-tuazioni colturali (ad esempio in vignetigiovani), dovete pertanto intervenire sindal mese di aprile per controllare il nu-mero dei germogli, eliminando quelli ineccesso, mantenendone uno per gemmae facendo in modo che essi siano ben di-stribuiti lungo il tralcio di potatura.

Queste operazioni favoriscono l'arieg-giamento della vegetazione e, soprattut-to, l'esposizione al sole delle foglie vici-ne ai grappolini, le quali svolgono la fun-zione di veri e propri «polmoni verdi»della produzione.

Viticoltura da tavola in ambien-te protetto. Un discorso diverso va fat-to per la viticoltura da tavola sotto ser-

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 71

Page 71: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

Jra fredda o sotto tunnel che dir si vo-glia, in particolare nel comprensorio diVittoria in Sicilia. In questo caso, infat-ti, grazie alla copertura con film plasticosin dal mese di gennaio, le viti di varietàprecoci saranno in questo momento giàsviluppate e nella seconda metà di mar-zo cadrà la fase di fioritura in quasi tut-ti gli impianti.

Per esse, dopo aver effettuato nel me-se di febbraio la spollonatura e il dira-damento dei germogli in eccesso, è oranecessario provvedere all'eliminazionedei grappolini male posizionati, di quel-li in eccesso o deformati e alla prima ci-matura dei germogli quando, 1-2 setti-mane dopo la fioritura, avranno raggiun-to la lunghezza necessaria.

Trattandosi di impianti sotto serra e,soprattutto, posti in ambienti caldo-ari-di, può essere necessario dare il via an-che ai primi interventi irrigui, even-tualmente in combinazione con la fer-tirrigazione (se l'impianto d'irrigazio-ne è già predisposto), molto utili in que-sti ambienti e per la viticoltura da tavolain particolare.

Riguardo al tipo di concime, preferi-te quelli più solubili e con titolo appro-priato (ad esempio con un rapporto di 3-1-4-1 tra azoto, fosforo, potassio e ma-gnesio), prestando molta attenzione alledosi che non devono superare i 25-30chilogrammi di azoto per ettaro, perogni intervento irriguo.

Naturalmente, se nel corso dell'inver-no avete già apportato potassio ed even-tualmente fosforo e magnesio, ora dove-te limitarvi al solo apporto di azoto sottoforma di concimi semplici quali nitratoammonico-26 oppure di urea-46.

Molto utili, per questo tipo di viti-coltura, risultano anche alcune conci-mazioni fogliari con prodotti contenen-ti azoto, potassio e, in misura minore,ferro e boro.

Anche per la viticoltura da tavola tra-

dizionale, tra la fine di febbraio e la finedi marzo a seconda dei vari ambienti,cade il momento migliore per la conci-mazione e si deve distribuire gran partedei concimi minerali azotati ed even-tualmente organici.

Rispetto alle indicazioni riportate perla viticoltura da vino, vi sono alcune dif-ferenze, soprattutto per quanto riguardale dosi. Infatti, con produzioni che risul-tano superiori di due-tre volte rispetto aquelle dell'uva da vino, anche le quanti-tà di elementi minerali che dovete resti-tuire al terreno con le concimazioni so-no proporzionalmente superiori.

Le dosi riportate per la viticoltura davino vanno quindi raddoppiate per pro-duzioni previste di 300-350 quintali diuva da tavola per ettaro ed addiritturatriplicate con produzioni di 500-600quintali per ettaro per le varietà più pro-duttive.

Un altro lavoro da compiere in questimesi è il controllo delle erbe infestan-ti nel caso dei terreni lavorati (che sonola quasi totalità nei tradizionali ambien-ti di coltivazione dell'uva da tavola)considerando anche la possibilità di in-terrare i concimi con lo stesso interven-to. Si può invece intervenire col tagliodell'erba, unitamente alla trinciaturadel legno di potatura, nel caso dei terre-ni inerbiti permanentemente.

In ogni caso intervenite solo se neces-sario, quando l'erba è presente in quanti-tà sufficiente e limitatevi a lavorazionipiuttosto superficiali, soprattutto se nelcorso dell'inverno si è avuta una buonapiovosità.

Innesto in campo. Sia per l'uva datavola che per l'uva da vino, a fine inver-no-inizio primavera, cade il momento ot-timale per l'innesto in campo, col meto-do a spacco pieno bilaterale, delle pian-tine portinnesto messe a dimora l'annoprecedente.

Nello stesso periodo, sempre col me-todo a spacco pieno bilaterale, è possibi-le procedere al reinnesto delle viti adul-te, per cambiare la varietà o per rime-diare a errori nella scelta del materialevivaistico.

Interventi fìtosanitari

Ne «i Lavori» di gennaio-febbraioabbiamo parlato delle operazioni da ese-guire per eliminare nei vigneti gli incon-venienti conseguenti ad attacchi di maldell'esca, marciumi radicali, virosi, coc-ciniglie, ecc. Nei mesi di marzo ed apri-le, con il germogliamento della vite e losviluppo della vegetazione, è consiglia-bile controllare meglio la sanità dellepiante e, in caso di anomalie, provvede-re ad una ulteriore eliminazione di pian-te malate o di parti di esse.

Al risveglio vegetativo della pianta, laprima preoccupazione del viticoltore de-ve essere quella di accertarsi se vi è pre-senza di attacchi di escoriosi sui tralcidell'anno precedente. Questi si manife-stano con lesioni che arrivano a interessa-re anche i tessuti legnosi più profondi. Lespore del fungo infettano i nuovi germo-gli verdi che si originano al germoglia-mento delle gemme. Se non si intervieneprontamente si hanno attacchi sui tralciverdi e si osservano lesioni brunastre chesi evidenziano facilmente in quanto con-trastano con il verde dei tralci.

Eseguite i primi due trattamenti apartire già dalla schiusura della gemma,distanziandoli di circa otto giorni e im-piegando mancozeb-80 (irritante), alladose di 200 g per 100 litri d'acqua.

Successivamente la malattia si con-trolla con trattamenti antiperono sporicia base di mancozeb-80 (irritante) alladose di 150 g per 100 litri d'acqua.

All'inizio del germogliamento vi pos-sono essere attacchi dell'eriofide Cale-pitrimerus vitis, responsabile dell'aca-

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I-Sintomi di escoriosi su tralci verdi. 2-Acarìosi della vite. I germogli rachitici e con internodi raccorciati, le foglie piccole,bollose e con presenza di numerose macchie puntiformi denunciano la presenza dell'eriofide Calepitrimerus vitis. 3-11 primosintomo della peronospora consiste nella comparsa delle «macchie d'olio» sulle foglie. 4-Manifestazioni dell'attacco del tri-pide Frankliniella occidentalis su un grappolo di uva da tavola

72 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 72: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

\ Jriosi della vite. Le infestazioni possonotrasmettersi con le barbatelle provenien-ti da vivai infestati o dalle marze utilizza-te per gli innesti. Lo svernamento del-l'acaro avviene nelle gemme, nei puntidi intersezione con i tralci.

Al germogliamento gli acari si dif-fondono sulla pagina inferiore delle fo-glioline e depongono le uova dalle qualiavranno origine le forme attive. A segui-to degli attacchi, i germogli si presenta-no rachitici e con internodi raccorciati,le foglie rimangono piccole e bollosecon presenza di numerose macchie pun-tiformi. Solo per questo periodo inquanto il tempo di sicurezza è lungo (90giorni), va utilizzato il bromopropilato-25 (non classificato), alla dose di 200 miper 100 litri d'acqua.

Quando i tralci raggiungono circa 10cm di lunghezza, la temperatura è supe-riore ai 10° C e in presenza di pioggeabbondanti iniziano le infezioni di pe-ronospora.

La peronospora attacca le parti piùgiovani della vite e il primo sintomo è lacomparsa di aree decolorate, le cosidette«macchie d'olio», sulla pagina superioredelle foglie. Le parti delle foglie attacca-te si seccano, si lacerano e possono cade-re. Conseguenza di ciò è l'interruzionedella fotosintesi clorofilliana e quindidella nutrizione degli organi della piantacon gravi danni per la produzione.

Le infezioni possono intaccare anchei grappoli provocando il loro incurva-mento ad uncino e la comparsa di unacolorazione brunastra, come se il grap-polo fosse stato scottato (allessatura). Sepersiste l'umidità si può notare anche lacomparsa di una muffetta bianca sullapagina inferiore delle foglie.

Per eseguire i trattamenti è consiglia-bile attendere la comparsa della prima«macchia d'olio». Quando ciò avvieneoccorre intervenire tempestivamente,perché le successive infezioni possono

risultare devastanti.Anche in assenza di infezioni occor-

re eseguire due interventi cautelativi, inpre-fioritura e post-allegagione, conprodotti sistemici di lunga persistenza(ad esempio iprovalicarb-6 + mancozeb-60, irritante, alla dose di 250 grammi in100 litri d'acqua).

Quando si interviene con attacchi giàpresenti nel vigneto, oltre ai prodotti giàindicati occorre impiegare cimoxanil-40( Beato), alla dose di 60 gram-mi per 100 litri d'acqua.

A differenza della peronospora, chein alcuni anni non è presente nelle regio-ni dell'Italia centro-meridionale caratte-rizzate da clima caldo-arido, Voidio omal bianco è presente costantemente intutte le regioni d'Italia e in tutti gli anni.

I trattamenti iniziano con un inter-vento cautelativo da eseguirsi in pre-fio-ritura per proteggere particolarmente ilgrappolo durante la delicata fase dellafioritura e della formazione degli acini(allegagione).

La difesa preventiva è attuata conpenconazolo-10,2 (non i cato), al-la dose di 30 mi per 100 litri d'acqua.

L'oidio si manifesta con la formazio-ne di un'efflorescenza biancastra sullefoglie, sui tralci e sui grappoli; in questiultimi si ha lo spacco degli acini. Attra-verso queste lesioni si insediano muffe ebatteri.

Un insetto temibile per l'uva da tavo-la che può preoccupare verso la metà diaprile è il tripide Frankliniella occiden-talis. L'attacco avviene in pre-fioritura,durante la fioritura e fino all'allegagio-ne. La sua presenza si può accertarescuotendo il grappolo e facendo caderesu un foglio bianco gli insetti, oppurecollocando nel vigneto le trappole cro-motropiche azzurre. Ciò per effettuare itrattamenti soltanto quando vi è la pre-senza degli insetti.

Sulla vite i danni riguardano gli acini:

Anche perle piantedì uva fragola,ricercatecon la massimaattenzioneun numero ottimaledi germoglie un adeguatonumerodi grappolini

gli insetti per nutrirsi provocano la for-mazione di macchie biancastre, che suc-cessivamente diventano scure e si spacca-no; sulle lesioni si possono in seguito ma-nifestare attacchi di muffe e marciumi.

Gli interventi di lotta vanno eseguitiprima e durante la fioritura con acrina-trina-7,01 (non classificato), alla dose di100 mi per 100 litri d'acqua, oppure spi-nosad-44,2 (non classificato), alla dosedi 25 mi per 100 litri d'acqua.

Generalmente due-tre trattamenti di-stanziati di quattro giorni sono sufficien-ti per controllare l'insetto.

L'UVA FRAGOLA

Lavori

Entro il mese di marzo va completa-ta la potatura delle viti ed i tralci vannolegati ai fili di ferro della pergola o del-le spalliere. Asportate e bruciate i sar-menti derivati dalla potatura o, se dispo-nete di macchine trinciasarmenti, trin-ciateli e lasciateli sul posto unitamenteall'eventuale erba già presente.

Per le viti in fase di allevamento (pri-mi tre anni di vita) effettuate la concima-zione azotata distribuendo ad ogni pian-ta, per un raggio di circa 1,5-3 metri, 300-500 grammi di nitrato ammonico-26.

Ad ogni pianta in fase di produzionedovete distribuire 1,5-2 kg di concimecomplesso tipo 15-9-15S+2MgO (oppu-re con titolo 12-6-18-2) per un raggio at-torno al ceppo di 3-4 metri. Se, però,fosse stato distribuito del letame nel pe-riodo autunnale è fondamentale dimez-zare le dosi di concime, o non distribuir-ne affatto nel caso in cui le piante risul-tino già molto vigorose.

Entro metà primavera vanno eseguiti inuovi impianti con barbatelle di uno odue anni, sia franche (cioè semplici taleefatte radicare l'anno prima), che innestate.

La produzione di barbatelle franchedi uva fragola nera e uva fragola biancanon è difficile ed è alla portata di tutti iproduttori, anche dei meno esperti.

Interventi fitosanitari

© Per l'uva fragola non sono neces-sari trattamenti antiparassitari.

A cura di: Filippo Giannone (Lavori: IIvigneto per la produzione di uva da vi-no); Enzo Corazzina (Lavori: II vignetoper la produzione di uva da tavola - L'uvafragola); Paolo Solmi (Interventi fito-sanitari: Uva da vino); Mario Colapietra(Interventi fitosanitari: Uva da tavola).

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 73

Page 73: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

LA FILTRAZIONE DEL VINONELLA PICCOLA CANTINA

In questa stagione i lavori da ef-fettuare in cantina sono: la difesadel vino dalle alterazioni, l'imbotti-gliamento e di conseguenza i lavori diillimpidimento del vino con la chiarificae la filtrazione, per evitare la formazionedi depositi e velature in bottiglia o neicontenitori di stoccaggio (damigiane,vasche e serbatoi).

La filtrazione è una tecnica d'illimpi-dimento che consiste nel far passare ilvino attraverso una superficie filtrante sucui si depositano le impurità in sospen-sione. Le aziende di piccole dimensionipossono impiegare con successo duetecniche di filtrazione utilizzando glistrati filtranti e la farina fossile.

Filtrazione con strati filtranti. Perla facilità di impiego, è il sistema piùutilizzato dalle piccole cantine.

Questo sistema richiede un filtro apiastre. La filtrazione avviene attraversodei cartoni di cellulosa alimentare, chia-mati «strati filtranti», posizionati tra lepiastre di filtrazione.

La composizione degli strati è unamiscela di cellulosa trattata in manieradiversa per avere gradi di porosità di fil-trazione differenti. La diversità di poro-

Filtrazione con strati filtranti: filtro acartoni con piastre dì cm 20x20

sita consente di avere diverse tipologiedi strati:- sgrossanti e chiarificanti, per filtrarevini da molto velati a velati;- brillantanti per filtrare vini limpidi;- sterilizzanti, per filtrare vini brillantidestinati ali ' imbottigliamento.

Il costo per litro della filtrazione constrati filtranti è maggiore di quello confiltro a farina fossile; in compenso, conquesto sistema, si ha il vantaggio della fa-

cilità d'impiego, si filtra tutto il vinoe i filtri sono di facile reperibilità.

Filtrazione con farina fossile.La farina fossile è costituita da resi-

dui minerali di alghe microscopicheche si estraggono da giacimenti costitui-ti dall'accumulo di questi scheletri sili-cei di origine preistorica. La farina fos-sile è una polvere molto leggera di colo-re bianco e rosa e presenta vari livelli diporosità i quali consentono di ottenerefiltrazioni più o meno strette.

Per la filtrazione con farina fossile, sipossono utilizzare un filtro a sacco (in te-la, di forma conica o a manica, tipo filtroolandese) o filtri di acciaio inossidabile,«a sacco» o «ad alluvionaggio continuo».

La filtrazione a sacco è un vecchio si-stema che viene ancora utilizzato dal-l'hobbista per filtrare le fecce, i vini mol-to torbidi o in fermentazione. L'inconve-niente di questo metodo è di ossigenaretroppo il vino causando la perdita deiprofumi fruttati e la fragranza del vino.

Consigliamo, prima di utilizzare ilfiltro a sacco, di lavarlo e di lasciarlo abagno per circa un'ora in acqua calda(circa 30-40° C) contenente 20-30 gram-mi per litro d'acido citrico e 2-4 grammiper litro di metabisolfito di potassio, e disciacquarlo con abbondante acqua inmodo da togliere eventuali odori di stan-

Progetto di piccola cantina per una produzione inferiore a 10 ettolitri di vino(per ulteriori informazioni si veda l'articolo pubblicato su Vita in Campagna n. 1/2005, a pag. 65)

a cura di Giuseppe Carcereri de Prati

Area riservata aila pigiatura dell'uva

Pianta di una piccola cantina per la produzionedi 10 ettolitri di vino, dotata di serbatoi per la vi-nificazione e lo stoccaggio del vino (calcolati conun aumento di volume pari al 30-40% per effet-tuare agevolmente le operazioni di cantina), areepredisposte per la vinificazione, l'imbottigliamen-to, lo stoccaggio delle bottiglie.

Legenda. I-Ingresso. 2-Area riservata alla pigia-tura e alla vinificazione. 3-Serbatoi o vasche da 4e 5 ettolitri. 4-Semprepieni da 3 ettolitri. S-Depo-sito damigiane (da 54-35-25-10-5 litri). 6-Depo-sito attrezzature (pompa, tubi, filtro, ecc). I-De-posito bottìglie.

Deposito attrezzaturepompa, tubi, filtro, ecc.

Operazioni da effettuare nei mesi di marzo e aprile

r-itravaso

y—yf

filtrazione imbottigliamento

74 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 74: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

\Miniimi

Jtio e di muffa. Si raccomanda di non la-varlo con detersivi profumati.

Alla superficie interna del filtro asacco, ancora umido, si fa aderire dellafarina fossile, in modo da formare unospessore di 2-3 millimetri; al vino si ag-giunge poi, prima di versarlo nel sacco,altra farina fossile alla dose di 30-100grammi per ettolitro, in funzione dellavelatura (500 grammi per ettolitro nelcaso in cui si debbano filtrare fecce o vi-ni molto torbidi).

La filtrazione è lenta perché avvieneper gravita; per questo motivo vi consi-gliamo, onde evitare l'inacidimento delvino per il prolungato contatto con l'aria,di eseguire l'operazione in un localechiuso coprendo il filtro con del nailonper proteggerlo dalla polvere e dai mo-scerini e, inoltre, di lavare bene il filtrodopo ogni ciclo di filtrazione.

La filtrazione con filtro in acciaioinox munito di pompa può essere: a sac-co per le piccole aziende con produzio-ne di vino inferiore a 10-30 ettolitri ocon supporti di filtrazione in rete di ac-ciaio inossidabile per capacità di filtra-zione superiori a 30-50 ettolitri.

Rispetto alla filtrazione con strati fil-tranti l'utilizzo di questo sistema richie-de una buona manualità, che si acquisi-sce con l'esperienza, ed è consigliato al-le aziende che devono filtrare i vini spes-so e per tutta l'annata.

La filtrazione a farina fossile ha ilvantaggio di avere un minore costo di fil-trazione per litro dato il basso costo d'ac-quisto della materia prima e il basso do-saggio della stessa (circa 30-100 grammiper ettolitro), e il vantaggio di una mag-giore portata oraria di filtrazione.

ARRESTI DI FERMENTAZIONEPER LE BASSE TEMPERATURE

L'arresto di fermentazione si verificaquando i lieviti smettono di fermentareprima di avere esaurito gli zuccheri.Questo problema, segnalato ne «i Lavo-ri» di novembre-dicembre 2004, si veri-fica generalmente con il rallentamento eil successivo arresto della fermentazionealcolica a causa del freddo invernale.

Controllate la temperatura del vino:quando raggiunge i 16-18° C è possibileiniziare le procedure di rifermentazione.1) Eseguite un travaso, non all'aria, ag-giungendo 4 grammi di metabisolfìto dipotassio per inibire la presenza di batte-ri della fermentazione malolattica o bat-teri acetici che possono influenzare ne-gativamente la fermentazione alcolica.2) Reidratate 30 grammi per ettolitro dilievito del genere Bayanus (in commer-

Filtrazione con farina fossile. I-Filtro a cono in cotone da 30 litri. Può essere in-serito in imbuti o appeso. 2-11 filtro olandese è composto dalla rete e dalla manicain cotone pieghettato che aumenta la superficie filtrante. Dopo avere chiuso la par-te inferiore della manica in cotone e dopo averla inserita all'interno della rete, po-tete riempire il filtro olandese con vino e mosto molto torbido o feccia

I-Prodotti e attrezzaturanecessaria per l'utilizzo deilieviti. 2-11 lievito reidrata-to in acqua deve essere me-

scolato ad una soluzione dì vino, acqua e zucchero prima di essere aggiunto al vinoin arresto di fermentazione. Questa fase è molto importante perché il lievito deveabituarsi al vino che dovrà fermentare. La non corretta esecuzione di questa opera-zione può causare la morte del lievito

ciò esiste anche il genere Cerevisie ma èmeno adatto alla rifermentazione), inmezzo litro d'acqua calda (38° C), allaquale è stato precedentemente aggiuntoun cucchiaino raso di zucchero.3) Dopo 20, al massimo 30 minuti, ag-giungete il mezzo litro di lievito ad unasoluzione di acclimatazione così ottenu-ta: 2 litri di vino in arresto di fermenta-zione, 1 litro d'acqua, 200 grammi dizucchero e un cucchiaino raso di attivan-te di fermentazione. La differenza tra la

/ \ temperatura del lievito (mezzo litro)l—\ e quella della soluzione di acclimata-zione (3 litri) non deve superare i 10° C.4) Attendete 8, al massimo 12 ore, e ag-

giungete la soluzione alla massa del vi-no in arresto di fermentazione. Per favo-rire la rifermentazione consigliamo diaggiungere anche 30 grammi per ettoli-tro di attivante di fermentazione.

La temperatura di fermentazione ot-timale è di 18-22° C. Evitate le tempera-ture inferiori a 18° C e superiori a 26° C.Se l'operazione è stata eseguita corretta-mente il tempo necessario per completa-re la fermentazione è di 5-20 giorni.

A cura di: Giuseppe Carcereri de Prati.

Si ringrazia per la collaborazione la ditta«Enologia la Dama» di Caldiero-Verona.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 75

Page 75: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

Nel numero scorso de «i Lavori»abbiamo visto cosa si deve fare(sfolli, diradamenti) quando la den-sità degli individui di un bosco o diun arboreto è troppo elevata. In que-sto numero ci occupiamo del proble-ma opposto: vediamo cioè cosa farequando la densità è troppo bassa.

Il bimestre che ci sta davanti è idealeper tutti i tipi di impianto di giovanipiante. Quest'anno, vista la scarsità dirisorse messe a disposizione, in tutto ilPaese, dai Piani di sviluppo rurale per inuovi imboschimenti, ci concentriamosu interventi che hanno lo scopo di mi-gliorare i popolamenti già esistenti.

BOSCO NATURALE

Rinfoltimenti, arricchimenti e sot-topiantagioni. In un bosco naturale lacopertura del suolo da parte della vege-tazione forestale può essere insufficien-te per vari motivi: danni da incendio;schianti da vento o da neve; invecchia-mento senza rinnovazione naturale; re-cente insediamento su terreni un tempoagricoli. In alcuni casi si può attenderepazientemente il lavoro della natura(rinnovazione naturale). Questo peròspesso segue tempi e modi non accetta-bili per il proprietario (ad esempio lun-ghe fasi dominate da specie arbustive;insediamento diffuso di specie di scarso

,2-^fPer rinfoltimenti, arricchimenti e sotto-piantagioni si possono impiegare pianti-ne forestali allevate in vaso (1) o a radi-ce nuda (2)

o nullo valore produttivo, ecc).In molti casi è dunque opportu-

no intervenire artificialmente, met-tendo a dimora giovani piante di ti-po forestale. A seconda dei contesti

in cui si opera, questa operazioneprende nomi diversi:- rinfoltimento: impianto diffuso o agruppi in aree dove la copertura del bo-sco presenta delle discontinuità, ad esem-pio perché il bosco si è spontaneamenteinsediato su un pascolo abbandonato;- arricchimento: messa a dimora loca-lizzata o a grappi di piantine di speciepregiate in aree che hanno buone poten-zialità ma dove, a causa di una cattivagestione passata (tagli eccessivi, pasco-lamento, incendio), il bosco è povero dispecie di pregio;- sottopiantagione: introduzione in mo-do diffuso di specie di pregio in aree acopertura rada di un bosco di scarso pre-gio ed invecchiato (ad esempio un boscodi robinia di 50-60 anni).

Prima di eseguire gli impianti ripuli-te attentamente le superfici da rimbo-schire. Se vi è presenza di grandi arbustio di alberelli di specie di scarso pregio,prima del decespugliamento eseguite untaglio della vegetazione legnosa mag-giormente sviluppata con l'utilizzo del-la motosega, recuperando magari un po'di legna da ardere.

Per la pulizia della superficie è idea-le l'impiego del decespugliatore a spal-

Progetto e lavori di marzo-aprile nel bosco naturale e nell'arboreto da legnoLegenda

= linee di livello

= strade forestali

= arboreto da legno

= bosco naturale di ceduo matricinato

= bosco naturale di ceduo composto

= bosco ad alto fusto

= zona di rimboschimento

- seminativi e altre colture agrarie

Lavori nel bosco naturale e nell'arboreto da legno

Utilizzazioni del bosco Diradamenti e sfolli Sistemazione delle aree utilizzate Rimboschimenti, Difesa dei nuovi impiantirinfoltimenti e sottopiantagioni dai danni da selvaggina

76 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 76: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

V Jla, utilizzando modelli robusti e dotati didischi per il taglio della vegetazione le-gnosa. Se la superficie è poco pendentee priva di asperità, per la preparazionedel terreno potete ricorrere anche ad untrinciasarmenti di tipo forestale (a maz-ze), portato da un trattore, che ha ancheil vantaggio di sminuzzare la vegetazio-ne e di lasciare sul terreno un tappeto divegetazione legnosa triturata.

In ogni caso, dopo il taglio, accata-state le ramaglie residue in aree limitatein modo da lasciare libera la superficieper le operazioni di impianto e per lesuccessive operazioni di manutenzione.

A In nessun caso date fuoco ai cumu-li ma lasciate che marciscano poco

a poco, creando interessanti zone di ri-paro per la fauna selvatica.

Visto che il terreno non può essere la-vorato su tutta la superficie, l'impiantova effettuato a buche. Queste dovrannoessere profonde almeno 40-50 cm e lar-ghe almeno 40x40 cm. Lo scavo può es-sere manuale oppure agevolato da unatrivella. In questo secondo caso poneteattenzione a non costipare le pareti dellaA buca di impianto; se necessario, ter-

L A minato lo scavo meccanico, con unvanghetto rompete le pareti della buca.

Nei rinfoltimenti e negli arricchi-menti, piuttosto che un impianto di tipodiffuso ad ampia spaziatura, realizzateun impianto a piccoli gruppi di 5-10 in-dividui di una sola specie, spaziati tra lo-ro solo 1-1,5 metri, localizzati nei trattidi terreno migliore (soffice, profondo,ben drenato, lontano dalla concorrenzadi alberi preesistenti). In tal modo le gio-vani piante saranno in grado di compe-tere meglio con la vegetazione circo-stante ed un domani, da ogni nucleo, po-trete selezionare uno o più individui dipregio.

Nel caso particolare delle sottopian-tagioni invece, piantate in modo regola-re soprattutto nelle zone dove la coper-tura del manto forestale è più rada e laluce solare raggiunge più facilmente lasuperficie del suolo. Nelle sottopianta-gioni dovete utilizzare soprattutto speciein grado di sopportare un certo grado diombreggiamento. In ogni caso ponetegrande attenzione nella scelta delle spe-cie da utilizzare. Innanzitutto impiegatesolo specie in sintonia con i caratteriecologici del posto; a tale riguardo, senon vi sentite sufficientemente esperti,vi conviene chiedere consiglio ad unprofessionista o all'amministrazione fo-restale della Regione o della Comunitàmontana.

Tra le specie cercate di favorire quel-le di maggior pregio produttivo (in grado

1-Nellepiantine al-levate in va-so eseguite deitagli radiali sul pane diterra per eliminare even-tuali attorcigliamenti del-le radici. 2-Preparazione diuna piantina forestale a ra-dice nuda: eliminate i rami latera-li (a) concorrenti con la cima; pota-te le radici rispettando quelle prin-cipali ed accorciando a 3-5 cm il ca-pillizio radicale (b)

A A

A • A

• A • A

Schema di impianto di un arboretoda legno consociato. Ad una specieprincipale sono associate due spe-cie di accompagnamento, una arbu-stiva, piantata lungo i filari dellaspecie principale, ed una arborea,piantata tra i filari

£ = specie principale

A = specie di accompagnamento

Q = arbusto

di fornire un domani legna da ardere dibuona qualità o legname da lavoro) o dimaggior valore naturalistico (produttricidi frutti ricercati dalla fauna selvatica);un occhio di particolare riguardo va sem-pre dedicato alle specie di interesse api-stico, in grado di fornire alle api nettare,polline o melate di buona qualità.

In tutti i casi dovete porre una grandeattenzione alla provenienza delle pianti-ne, privilegiando sempre quelle di origi-ne locale, prodotte cioè ricorrendo a se-mi di piante vegetanti in un'area geogra-fica ed in condizioni ecologiche prossi-me al sito del vostro intervento.

Come materiale di propagazione po-tete utilizzare piantine tanto a radice nu-da quanto con pane di terra. Nel primocaso, prima della messa a dimora, prepa-rate sia la chioma che le radici: nella par-te aerea vanno eliminati i rametti lateralidi grosse dimensioni, lasciando soloqualche brindillo e la cima vigorosa; rin-frescate i punti di taglio delle radici prin-cipali e riducete la lunghezza del capilli-zio radicale a 3-5 cm. Per fare questaoperazione tenete con una mano la pian-tina in posizione orizzontale e con l'altramano pettinate le radici e potatele comeindicato (vedi disegno in alto). Megliosarebbe effettuare l'inzaffardatura delleradici, immergendole in una fanghigliaprodotta mescolando 1/3 d'acqua, 1/3 diterreno fine ed 1/3 di letame fresco (o dialtro ammendante vegetale).

Ponete infine a dimora le piantine,creando una leggera soprelevazione delterreno rispetto al piano campagna e cu-rando che il colletto si venga a trovare0,5 cm sotto il livello del terreno. In talmodo, con l'assestamento del terreno, lapiantina si verrà a trovare nella posizio-ne più corretta (colletto al livello del pia-no di campagna).

Nel caso delle piantine con pane diterra (più costose ma più pratiche da uti-lizzare) controllate bene che non si sia-no formati attorcigliamenti dell'appara-to radicale e, in tal caso, rompeteli prati-cando dei tagli in senso radiale (vedi di-segno in alto) per favorire l'emissione dinuove radici ben impostate nel terreno.

Affiancate sempre a tutte le pianteuna canna o un paletto con la testa colo-rata di rosso perché sia più facile il ritro-vamento delle stesse durante le opera-zioni di ripulitura delle superfici imbo-schite che effettuerete a partire dai mesidi maggio e giugno.

Se necessario, difendete le piantinedagli attacchi della fauna selvatica conl'ausilio dei dispositivi di difesa indivi-duale (vedi Vita in Campagna n. 1/2005,a pag. 49).

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 77

Page 77: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

JArboretoda legno senzaaccompagnamentoe mal potato: saràmolto diffìcileottenere qui dellegno di qualità

SIEPE CAMPESTRE

ARBORETO DA

Arricchimento della composizionedei giovani arboreti. Negli ultimi annimolti piccoli proprietari hanno realizza-to piantagioni di latifoglie pregiate (no-ci, ciliegio selvatico, ecc.) su terreniagricoli. Per scarsa conoscenza dellamateria purtroppo in molti casi le pian-tagioni sono state realizzate in purezza ea grande spaziatura, come se si trattassedi un pioppeto o di un frutteto. La ricer-ca scientifica ha da tempo dimostratoche per ottenere buoni risultati nella col-tivazione delle latifoglie pregiate biso-gna realizzare degli impianti misti, con-sociando alle specie pregiate una o piùspecie di accompagnamento.

Le specie di accompagnamento uti-lizzabili sono molto numerose: tra gli al-beri grande impiego hanno trovato gliontani (nero e napoletano) e la robinia;tra gli arbusti Eleagnus umbellata (unprofumato arbusto di origine cinese, do-tato di spiccata capacità di azotofissazio-ne), il sambuco, la frangola, il nocciòlo.

L'accompagnamento, soprattutto ne-gli arboreti più maturi, può avere anche lafunzione di preparare una successiva tra-sformazione in bosco permanente. In que-

sto caso esso assomiglia ad una sottopian-tagione (vedi quanto indicato nel capito-lo dedicato al bosco naturale) e si posso-no impiegare alcune specie indigene ca-paci di sopportare bene l'ombreggiamen-to (acero campestre, carpino bianco).

La figura di pag. 77 in basso mostrauno schema, molto semplice ed efficace,in cui ad una specie principale sono as-sociate due specie di accompagnamen-to, una arbustiva, piantata lungo i filaridella specie principale, ed una arborea,piantata tra i filari.

La messa a dimora delle piante va fat-ta secondo le tecniche ordinarie. Lungole file della specie principale l'impiantova effettuato a buca; negli interfilari, sel'arboreto è ancora giovane, si può primapassare con un ripuntatore lungo la lineadi impianto e poi scavare le buche.

Vista l'elevata fertilità dei siti d'im-pianto e la bassa densità con cui si ese-gue questo tipo di intervento, è consi-gliato l'utilizzo di piantine forestali«forti» (ben sviluppate e con ottimo rap-porto tra altezza e diametro al colletto:se espressi entrambi in centimetri, talerapporto deve essere comunque inferio-re a 80), di uno o due anni di età, a radi-ce nuda o con zolla.

Rinfoltimento delle vecchie siepi.Raramente, al giorno d'oggi, le siepicampestri rimaste tra i campi hanno unadensità colma (priva di spazi vuoti lun-go la siepe). Ciò è dovuto a decenni diabbandono e scarso interesse, in cui lesiepi sono diventate spesso solo un trat-to marginale dell'appezzamento, magariconservate per funzioni paesaggistiche onaturalistiche ma senza troppa attenzio-ne alla loro funzionalità e produttività.

Ora che il loro insostituibile ruolo siè nuovamente imposto all'attenzione deiproprietari, ci si trova spesso di fronte asituazioni gravemente compromesse,che necessitano di un energico interven-to di recupero.

Innanzitutto eliminate in modo rego-lare la vegetazione arbustiva, effettuan-do una sistematica riceppatura delleceppaie di arbusti. In tal modo vengonoeliminate anche le macchie di rovi, i ce-spi invasi dalla clematide, i nuclei dellespecie indesiderate.

Per quanto riguarda lo strato arboreo,se vi sono alberi a ceppaia o a capitozzae se l'età dei polloni è matura o strama-tura, provvedete contestualmente anchealla loro ceduazione. Degli alberi ad al-to fusto, infine, valutate attentamente laqualità (specie, portamento, qualità delfusto) e la funzione. Eliminate gli indi-vidui malformati o appartenenti a spe-cie di scarso valore produttivo, ponendocomunque attenzione a lasciare qualche

Esempio dì siepe cam-pestre prima (1) e do-po il rinfoltimento (2):sono state dopo le ri-puliture e la ceduazio-ne delle ceppaie e del-le capitozze sono statemesse a dimora gio-vani piante di speciepregiate

78 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 78: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

Jgrande albero con funzione estetico-na-turalistica.

Accumulate tutte le ramaglie di risul-ta in andane parallele alla siepe e prov-vedete alla loro eliminazione attraversola trinciatura (utilizzando trinciasarmen-ti forestali a mazze).

AEvitate in ogni caso di accenderefuochi che, se anche non pericolo-

si, provocano l'emissione di grandiquantitativi di fumi altamente inquinan-ti (fumi di legna verde che bruciano abassa temperatura).

Approfittando delle aperture che sisono così create, potete provvedere ascavare nuovamente i fossi o gli scoliaziendali, riportando il terreno non so-pra le ceppaie ma appena al di fuori del-la siepe, coprendo eventualmente i resi-dui delle ripuliture e delle utilizzazioni.

A questo punto, sul terreno ben ripu-lito, potete mettere a dimora le giovanipiante di alberi ed arbusti, secondo lacomposizione e lo schema di impiantoche avete deciso di adottare (vedi anchela «Guida illustrata alla coltivazione del-le siepi», supplemento al n. 10/1999). Inlinea di massima mantenete le seguentidistanze tra gli individui:- per arbusti, 1 metro dal soggetto più vi-cino;- per alberi a ceppaia, 2 metri dall'albe-ro più vicino;- per alberi ad alto fusto, almeno 6 me-tri dall'albero ad alto fusto più vicino.

Per gli impianti utilizzate anche inquesto caso piantine «forti» (semenzaliben sviluppati di uno o due anni). L'im-pianto va effettuato a buche, scavate amano o con l'ausilio di una trivella. Nelcaso di siepi facilmente accessibili si puòutilizzare anche uno scavatore, smuoven-do un volume di circa 0,5 metri cubi perogni piantina. Coprite il terreno attornoalle giovani piante con cortecce, rama-glie cippate, paglia in modo da creareuna buona pacciamatura organica.

Affiancate ad ogni pianta una solidacanna o un palo (alti almeno 1,5 metri)in modo da poterla facilmente ritrovarela prossima primavera quando le erbe edi ricacci della siepe si svilupperanno congrande vigore. Completate l'impiantodistribuendo una o due forcate di letamematuro in un'area di un metro quadratoattorno alla base delle giovani piante.

Se, dopo il ringiovanimento della sie-pe, saranno spariti i vecchi alberi ricchidi cavità, ricreate un ambiente favorevo-le agli uccelli cavicoli (cinciallegra, tor-cicollo, civetta, upupa, ecc.) sistemandodelle cassette nido.

A cura di: Giustino Mezzalira

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SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 79

Page 79: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

POLLAIO

Nel pollaio preso qui in conside-razione (vedi progetto a pag. 81) so-no presenti anatre, faraone, gallineovaiole, oche, polli da carne, tacchini.

Anatre

Lavori

Gli anatroccoli che avete acquistatonei mesi precedenti ora sono già al pa-scolo. Per non danneggiare il terreno aloro destinato vi consigliamo di mante-nere una concentrazione di 1 capo per15 metri quadrati di superficie. Se avetela possibilità di disporre di un corsod'acqua o di un laghetto, il terreno ne-cessario può diminuire; le anatre infattipassano molto tempo in acqua alimen-tandosi anche delle erbe che cresconosul fondo e sulle sponde.

La miscela alimentare deve essere di-stribuita al pomeriggio per incentivare ilpascolo alla mattina. Sempre alla matti-na poi, se disponibile, è utile distribuireverdure ed erbe tritate in apposite ra-strelliere, diminuendo così la sommini-strazione di miscele di cereali.

Gli anatroccoli di germano reale e mu-schiata nati in azienda devono essere toltialla madre appena asciutti e allevati artifi-cialmente con l'apposita lampada (da 250Watt) per almeno 5 settimane. A questeanatre si deve somministrare del mangimetipo pulcini per tutto il primo mese di vita,passando al tipo ingrasso nei mesi succes-sivi. Anche gli anatroccoli di Comtrice in-diana e Kaki Campbell, fatti schiudere

Orari di accensione e spegnimentodella luce negli ambienti chiusi

destinati a pollaio

Periodo

Dal 1 " al 10/3

Daini al 20/3

Dal 21/3 al 10/4

Dall' 11 al 30/4

Accenderealle ore

3,30

4

4

4,30

Spegnerealle ore

6,30

6,30

65,30

con l'incubatrice o con la tacchina chioc-cia, devono essere allevati artificialmente.

Interventi sanitari

Nessun intervento sanitario è previ-sto per questo periodo.

Faraone

Lavori

In questi mesi le faraone iniziano ladeposizione delle uova che vanno rac-colte per l'incubazione. Anche se l'uovodi faraona può essere utilizzato a scopoalimentare, specialmente per la prepara-zione casalinga della pasta, si consiglial'incubazione per poter allevare pulcinivivaci e rustici. Alla nascita i piccoli di

faraona devono essere riscaldaticon una lampada: per 100 capi è ne-cessaria una lampada da 250 Watt,mentre una lampada da 150 Watt vabene per 50 capi.

Chi ha acquistato le faraone in feb-braio deve predisporre le necessarie at-trezzature per il pascolo. Verso fine marzo,infatti, queste faraone devono essere am-bientate al pascolo con gradualità al fine dievitare le malattie respiratorie. In pratica ènecessario predisporre un piccolo recintoesterno al ricovero con dimensioni ali'in-circa simili a quelle dell'ambiente interno.Durante le giornate calde le faraone devo-no poter accedere al parchetto per 1 -2 ore,le più calde della giornata. Ogni giorno ilpascolo sarà un po' più lungo e così viaper almeno 4-5 giorni. Completato l'am-bientamento, le faraone potranno accede-re al pascolo liberamente.

Interventi sanitari

Vaccinate contro la pseudopeste (ri-volgetevi al veterinario).

Galline ovaiole

Lavori

Le ovaiole al pascolo trovano condi-zioni ideali per il benessere, in specialmodo nelle aziende in cui si pratical'agricoltura biologica che vieta l'uso digeodisinfestanti e di diserbanti chimici.In questi casi le ovaiole agiscono comeefficaci cacciatrici di insetti e le moltespecie di giovani piantine offrono loroun elemento ricco di proteine e vitami-

Anatre. Le anatre passano molto tempo in acqua alimen-tandosi anche delle erbe che crescono sul fondo e sullesponde. Se avete la possibilità di disporre di un corso d'ac-qua o di un laghetto la superficie necessaria per il pascolopuò anche essere inferiore a 15 metri quadrati a capo

Faraone. Verso fine marzo le faraone allevate in ambientichiusi devono essere ambientate al pascolo gradualmentealfine di evitare fastidiose malattie respiratorie; allo sco-po è necessario predisporre un piccolo recinto esterno alricovero di allevamento (vedi testo)

80 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

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li aJIawnenUJ

Progetto di piccolo allevamento familiare di avicoli, colombi,conigli, maiali, capre, pecore e cavalli

a cura di Giuseppe Cipriani

L'allevamento è condotto in prevalenza al chiuso(pollaio, colombaia, conigliera, porcilaia) e inuna piccola stalla (capre, pecore e cavalli). Il pre-sente progetto costituisce soltanto un esempio;nel testo sono descritte possibili alternative.© Pollaio. Nell'edificio a sinistra è stata ricava-ta la pulcinaia per l'allevamento di tutti gli avico-li da carne. Nell'edificio a destra è stato ricavatoil pollaio che ospita 15 galline ovaiole e 2 galli.@ Colombaia. Ospita 15 coppie in un ambientechiuso di circa 8 metri quadrati con adiacente vo-liera esterna con pavimento in terra.© Conigliera. È ricavata in due ambienti, uno peri riproduttori (9 femmine e 3 maschi), in gabbie, euno per i soggetti all'ingrasso, in box a terra.(4) Porcilaia. Ospita 3 maiali all'ingrasso in unlocale chiuso di circa 16 metri quadrati con adia-cente parchetto esterno.

© Stalla. Ospita 3 capre più 1 becco, 5 pecorepiù 1 ariete, 2 cavalli da lavoro e diletto, e preve-de un pascolo di 2.000 m2 almeno-

LAVORI DI PUNTA DI MARZO-APRILE

ANATRE-OCHE FARAONE

Pollaio

GALLINE

Colombaia Conigliera Porcilaia

POLLI TACCHINI COLOMBI CONIGLI MAIALI CAPRE

StallaPECORE CAVALLI

Pascolo , Riproduzione , Riproduzione ; Acquisto anim

ne. Ovviamente il numero di galline de-ve essere proporzionato alla superficiedi pascolo: non più di 1 gallina ogni 10metri quadrati di terreno. La sommini-strazione di semi germinati (avena e fru-mento) aumenta la deposizione.

Interventi sanitari

Con la bella stagione le galline pos-sono subire l'attacco di parassiti dellapelle (pidocchio pollino, pidocchio ros-so, acaro delle penne e acaro delle zam-pe) che provocano fastidio agli animalie diminuzione della produzione. Perprevenire questi attacchi e per favorireuna difesa attiva da parte delle galline èpossibile realizzare delle buche di sab-bia e cenere (mescolate in parti eguali)dove gli animali possano fare il cosid-detto «bagno di sabbia»; fate in modoche la buca di sabbia sia sempre asciuttain modo da agevolare la penetrazionedella polvere fino alla base delle penne.

Galline ovaiole. Per prevenire i fastidiprovocati dai parassiti esterni (pidoc-chio pollino, pidocchio rosso, acari) eper favorire una difesa attiva da partedelle galline, ma anche di tutti gli altriavicoli da cortile, è utile realizzare del-le buche di sabbia e cenere (mescolatein parti uguali) dove gli animali possa-no fare il cosiddetto «bagno di sabbia»

Oclie

Lavori

Le oche da riproduzione sono in pie-na attività. Vi consigliamo di sommini-strare giornalmente 60 grammi a capo digranaglie (avena, mais e frumento inparti eguali) oltre a 60 grammi di man-gime in pellet per ovaiole.

Le ochette nate in aprile possono es-sere alimentate con una miscela costitui-ta dal 60% di mangime per pulcini me-scolato al 40% di mais macinato. Già alsecondo mese di vita si mandano al pa-scolo (si somministra la stessa alimenta-zione del primo mese). A 9-10 settima-ne raggiungono il peso di 4 kg e sonopronte per la mensa. Ricordiamo chegranoturco da foraggio, carote e barba-bietole da zucchero affettate sono ottimialimenti da aggiungere alle miscele sec-che fornite nelle mangiatoie.

Alle oche acquistate in gennaio deve

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 81

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Oche. Le ochettenate in aprilepossono esserealimentatecon una miscelacostituita dal 60%di mangimeper pulcinimescolatoal 40% di maismacinato

essere garantito l'accesso al pascolo e aicorsi d'acqua in modo che si possanoalimentare anche delle erbe che cresco-no sul fondo e sulle sponde.

Interventi sanitari

Nessun intervento sanitario è previ-sto per questo periodo.

Polli da carne

Lavori

Dalle covate di marzo si ottengono lepollastre che vanno a sostituire le vec-chie galline in autunno, i pollastri da ar-rosto per il periodo estivo e i capponi pel-le festività natalizie. Anche in un picco-lo allevamento familiare vi consigliamodi mettere a covare 60-70 uova utiliz-zando una piccola incubatrice o tre tac-chine: ogni chioccia cova 20-25 uovache dopo tre settimane schiudono i pic-coli. Dopo la schiusa, per i primi 7-10giorni vi consigliamo di allevare i pulci-ni all'interno dell'arca per evitare che siperdano in quanto difficilmente riesconoa seguire la tacchina al pascolo; solo do-po questo periodo i pulcini sono veloci epossono essere liberati con la chioccia.

La loro alimentazione dev'essere co-stituita da un mangime per pulcini con laseguente composizione media: proteinegrezze 23%, grassi grezzi 3-4%, fibragrezza 4%, ceneri 7-8%, metionina0,4%. In seguito il mangime verrà dilui-to con quote sempre maggiori di maisaziendale.

In questo periodo i pollastri vengonoallevati assieme anche se il loro destinocambierà nei prossimi mesi. Dai circa60 pollastri si devono infatti ottenere: 30polli (maschi e femmine) da destinare alconsumo in agosto, 15 capponi da ca-strare a metà maggio e destinare al con-sumo durante le festività natalizie, 15pollastre (rimonta) che in ottobre sosti-

Tacchinì. In questi mesi alle tacchinechiocce si possono far covare le uova dialtre specie: 20-25 uova dì gallina, 15 dìtacchina, 12 di pavone, 24 di faraona

tuiranno le vecchie ovaiole.Quanto ai polli acquistati invece a

inizio anno, in questi mesi è necessariomettere a loro disposizione un ampiopascolo con una concentrazione di nonpiù di 1 capo ogni 10 metri quadrati disuperficie.

È slato riammessol'ingozzamento forzato

di anatre e oche

La legge n. 306 del 27-12-2004, pub-blicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 302del 27-12-2004 ha tolto il divieto al-l'ingozzamento forzato di anatre eoche per ottenere il fegato grasso ofoie gras (ricordiamo che questa pra-tica era stata vietata dal decreto legi-slativo n. 146 del 26-3-2001 nell'am-

\ bito delle norme sulla protezione deglianimali negli allevamenti)

Interventi sanitari

La laringotracheite è un'infezionevirale che colpisce i pulcini dopo il pri-mo mese di vita, ma ancor più gli adul-ti. La malattia si diffonde quasi sempreper contatto diretto tra soggetti sani esoggetti ammalati o portatori del virus.L'infezione può colpire fino al 100% deicapi e la mortalità varia dal 20 al 70%.

Gli animali colpiti manifestano unostato di abbattimento; nella forma acutahanno imponenti disturbi respiratori(asfissia, effusione di sangue da becco enarici) oltre a lacrimazione con respira-zione a becco aperto.

Non ci sono rimedi efficaci e quindivi consigliamo, quando la malattia èpresente nel comprensorio, la vaccina-zione oculo-nasale all'età di circa 50-60giorni (rivolgetevi al veterinario).

Tacchini

Lavori

In questi mesi alle tacchine chioccesi possono far covare le uova di altrespecie: 20-25 uova di gallina, 15 di tac-china, 12 di pavone, 24 di faraona. I ni-di, costituiti da casse o cassette capaci,basse e ben provviste di paglia, è prefe-ribile che vengano messi in una stanzaumida, meglio se con il pavimento interra battuta, con esposizione a nord econ poca luce. Le buone tacchine sonocapaci di portare a termine 4 o 5 covatedi seguito, se non vengono disturbate, evanno alimentate in questo periodo congranaglie (mais e sorgo). Ogni giorno sideve farle uscire dal nido affinchè possa-no mangiare, bere e defecare.

Chi, lo scorso febbraio, ha acquistatoun gruppo di tacchinotti, a fine marzodeve impegnarsi nell'ambientamento alpascolo degli animali (vedi quanto dettoper le faraone).

Interventi sanitari

Diversi sono i tipi di vermi che pos-sono infestare i tacchini; tra i più comu-ni abbiamo i nematodi (vermi cilindrici)e i cestodi (tenie). Il contagio avvieneper ingestione di alimenti e materialecontaminato o per ingestione di ospitiintermedi come lumache, lombrichi,mosche, ecc. che veicolano il parassita.I tacchini colpiti mostrano un rallenta-mento della crescita e un aumento delconsumo di mangime.

Le infestazioni di vermi possono es-sere prevenute effettuando buone puliziee disinfezioni, oltre a mantenere asciut-

82 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

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ta e abbondante la lettiera. Questa infat-ti, abbinata alle deiezioni degli animali,da inizio a un processo di fermentazioneche provoca calore a distrugge le uovadei parassiti presenti nelle deiezioni.

COLOMBAIA

Lavori

In questi mesi le coppie trovano con-dizioni ideali per riprodursi. Controllateche non manchi la miscela minerale (grit)a disposizione dei riproduttori tenuti alchiuso. Una buona miscela di granaglie èla seguente: mais giallo 25%; piselli30%; frumento 22%; sorgo 23%.

L'accrescimento dei piccioncini èsorprendente se si considera che appenaschiusi pesano 20 grammi l'uno e chedetto peso raddoppia nel giro di 2-3giorni; nel primo mese di vita il piccio-ne aumenta di ben 50 volte il peso ini-ziale! Gli allevatori modenesi per aiuta-re maggiormente le coppie riproduttricidanno in primavera ai colombi la se-guente miscela di semi: veccia 70%, pi-sello 10%, mais 5%, frumento 5%, ca-napa 3%, miglio 3%, riso 4%.

Tenete controllate le ciotole in terra-cotta che servono da nido per evitare chemanchi la paglia, facendo attenzione anon disturbare troppo i colombi, in spe-cial modo se sono già state deposte leuova o sono nati i piccioncini.

In questi mesi è inoltre opportuno se-lezionare i piccioni che in settembre-ot-tobre andranno a sostituire i vecchi ri-produttori.

Interventi sanitari

Si consiglia in questo periodo unaparticolare attenzione riguardo alla tri-comoniasi, una malattia molto diffusatra i colombi e senza dubbio quella cheprovoca più danni in allevamento. Ladiffusione tra gli animali adulti avvieneattraverso l'acqua di bevanda e gli ali-menti inquinati.

I riproduttori colpiti presentano ab-battimento, ali cadenti, inappetenza e di-magrimento. Nei nidiacei, alla secondasettimana di vita, compaiono in bocca ein gola delle placche gialle e caseose.

La tricomoniasi può essere prevenutaseguendo le normali norme di igiene:pulizia degli ambienti, delle mangiatoiee degli abbeveratoi, impiego di nidi dicartone usa e getta, possibilità degli ani-mali di accedere a una voliera esterna,ecc. In questo modo vengono aiutate an-che le difese naturali degli animali.

Colombi. L'accrescimento dei piccion-cini è sorprendente: appena schiusi pe-sano 20 grammi, ma nel primo mese divita il loro peso iniziale aumenta di ben50 volte!

Colombi.Nei piccionicolpiti datricomoniasicompaionoin bocca e ingola delleplacche giallee caseose(vedi testo)

CONIGLIERA

Lavori

Per controllare la capacità lattiferadelle coniglie è bene pesare i conigliettidell'intera figliata all'età di 3 settimane.Le femmine che, a parità di razza, risul-teranno con figliate più pesanti sarannocertamente le più lattifere, visto che iconiglietti fino a 21 giorni si alimentanopraticamente solo di latte materno.

Destinare alla riproduzione giovanimaschi nati da coniglie altamente latti-fere diffonde nei soggetti in allevamen-

Conigli. Le femmine che a parità di razzapresentano le figliate più pesanti sono si-curamente le più lattifere, visto che i coni-glietti fino a 21 giorni di vita si alimenta-no praticamente solo di latte materno

to tale qualità fisiologica.Nei nidi abbondate nel mettere la let-

tiera che servirà ai piccoli come riparo,dato che si possono ancora avere degliabbassamenti di temperatura.

Alle coniglie allattanti e relative fi-gliate non fate mancare mangime pellet-tato nella mangiatoia a tramoggia e fie-no nelle rastrelliere, oltre all'acqua puli-ta negli abbeveratoi.

Per tutto il mese somministrate ai co-nigli del fieno ben conservato più man-gime in pellet al quale potete aggiunge-re un 10% di orzo in granella.

Interventi sanitari

Non dimenticate di vaccinare i coni-gli contro la mixomatosi. Si tratta di unamalattia virale in grado di causare altamortalità che si manifesta inizialmentecon irrequietezza e in seguito con emis-sioni di un secreto oculare acquoso ac-compagnato da gonfiore alle palpebre.Segue gonfiore anche ad altre parti delcorpo: orecchio, naso, genitali, ecc.

Per un'idonea prevenzione vi consi-gliamo di vaccinare i conigli a un mesedi vita. Ai riproduttori la vaccinazioneviene ripetuta due volte all'anno: in pri-mavera e in autunno.

PORCILAIA

Lavori

L'acquisto di suinetti di 30 kg di pe-so è da raccomandare in questi mesi peravere soggetti da macellare ben maturientro l'anno. I suini di razza Large Whi-te (orecchi dritti) e Landrace (orecchipendenti), e i loro incroci, assicurano lemigliori rese.

Sino al raggiungimento del peso di 50kg va somministrato agli animali un buonmangime del commercio tipo «magroni»al 18% di proteine. Dopo i 50 kg di pesova somministrata una miscela preparatain azienda: farina di orzo 85% + 15% difarina di estrazione di soia al 50% di pro-teine. La somministrazione giornaliera dipaglia, oltre a consentire la formazione diun'ottima lettiera, fornisce un alimentoregolatore della funzionalità intestinale.

Negli allevamenti di suini condottinaturalmente a fine marzo si possono os-servare i parti primaverili. Alcuni giorniprima del parto è consigliabile sommini-strare abbondanti foraggi, erbe o verdureper facilitare l'espulsione naturale deisuinetti ed evitare costipazioni intestina-li. Nei giorni seguenti al parto la femmi-na non manifesta una grande fame ma ha

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 83

Page 83: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

li aUmanimtir

Suini. L'acquisto di suinetti di 30 chilo-grammi di peso è da raccomandare inquesti mesi per avere soggetti ben matu-ri entro l'anno

molta sete e pertanto l'acqua non deveassolutamente mancare. Per una scrofacon 8 suinetti, ai fini di una buona latta-zione, si consiglia, dopo il parto, di se-guire il seguente programma alimentare:il giorno del parto solo 0,5 kg di razione,il secondo giorno 1,5 kg, e così via au-mentando di 1 kg al giorno sino al sestogiorno in cui si somministra una razionedi 5,5 kg; dal settimo giorno in poi la ra-zione è costituita da 6 kg giornalieri.

Utilizzando un nucleo commercialeper riproduttori (proteine grezze 23-25%, grassi grezzi 4-6%, cellulosa grez-za 5-6%, ceneri 13-15% e lisina 1,3%) siconsiglia la seguente miscela aziendale:cereali 50%, nucleo 40%, cruschello digrano 10%.

Interventi sanitari

Nessun intervento sanitario è previ-sto per questo periodo.

STALLA

Nella stalla presa qui in considera-zione (vedi progetto a pag. 80) sono pre-senti capre, pecore, cavalli.

Lavori

Ci avviciniamo al periodo di mag-giore soddisfazione per l'allevatore inquanto la stagione sta evolvendo positi-vamente. Le giornate si allungano, ilpascolo comincia a offrire i frutti pri-maverili e la copiosa produzione di lat-te trova adeguato sostegno; non dovràmai mancare comunque la necessariaintegrazione con mangimi in stalla.

Se il mercato non è troppo favorevoleconviene selezionare le giovani femmineche possono rimanere in stalla per sosti-tuire le capre più vecchie (rimonta).

La mungitura delle fattrici è il mo-mento essenziale per il controllo dellafisiologia dell'animale. Deve essere ac-curata, a orari fissi, in quanto gli anima-li sono abitudinari e ben volentieri siadattano alla ripetitività dei gesti quoti-diani; lo svuotamento della mammella ètra l'altro un bisogno fisiologico.

L'arrivo della stagione primaveriledetermina un migliore apporto nutrizio-nale dal pascolo, ma si debbono tenerein stalla gli animali nelle prime ore delmattino per evitare gli effetti delle brina-te, dannose sia per il pascolo che per glianimali. Se il pascolo ha ancora bisognodi essere integrato è buona norma lascia-re a disposizione fieno a volontà.

I mangimi concentrati vanno distri-buiti nella misura di 100-400 grammi acapo a seconda della produttività, me-glio se somministrati in due volte nel-l'arco della giornata.

Particolare attenzione va posta al-l'alimentazione dei capretti che, partico-larmente in fase di svezzamento, non de-vono passare troppo repentinamentedall'alimentazione lattea al fieno, in mo-do da consentire, in maniera graduale,un idoneo sviluppo del rumine.

Capre.La mungituradelle fattricideve essereaccurata, a orarifissi, in quantogli animali sonoabitudinarie ben volentierisi adattanoalla ripetitivitàdei gesti quotidiani;lo svuotamentodella mammellaè tra l'altroun bisognofisiologico

Pecore. In questi mesi la domanda diagnelli registra la massima intensità

Interventi sanitari

In allevamento si devono osservarebuone regole di igiene e verificare chenon manchi mai acqua fresca e pulita,come pure la lettiera.

Pecore

Lavori

Nel periodo pasquale la domanda diagnelli registra la massima intensità e installa si lavora a raccogliere quantitàman mano crescenti di latte.

Con il risveglio vegetativo primaveri-le la composizione floristica del pascolomigliora sensibilmente le caratteristicheorganolettiche del latte. In stalla l'ali-mentazione è integrata con fieno e/oconcentrati laddove l'alimentazione alpascolo non sia ancora sufficiente.

Per una migliore gestione degli ac-coppiamenti di fine aprile-maggio è me-glio separare ora i montoni. Alimentatei maschi in maniera opportuna per pre-disporli al meglio agli imminenti accop-piamenti. Allo stesso modo va sostenutala produzione di latte nelle pecore in fa-se di mungitura.

Interventi sanitari

Massima attenzione va riservata al-l'igiene e a tutte le buone norme di pre-venzione per scongiurare malattie comele mastiti, l'eccessivo sviluppo diparas-sitosi interne ed esterne, l'insorgenza dizoppìa, soprattutto in ambienti umidi easfittici (terreni fortemente argillosi).

Alla prima insorgenza di mastiti iso-late i soggetti malati per evitare contagi,quindi curate direttamente la mammellae il capezzolo in particolare usando an-tibiotici, sempre seguendo scrupolosa-mente i consigli del veterinario, in quan-to questi farmaci richiedono tempi di so-

84 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 84: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

li alkuanmliJspensione adeguati (tra la fine del tratta-mento e l'utilizzo del latte).

È invece opportuno rinviare gli inter-venti di sverminazione a periodi nei qua-li il gregge si trasferisce all'alpeggio; ilcambio di località eviterà che i parassitiespulsi con le feci abbiano la possibilitàdi contaminare nuovamente l'ospite.

Cavalli

Lavori

In questo periodo occorre seguire lefattrici a termine di gravidanza e prende-re decisioni riguardo alle monte da effet-tuarsi nella stagione.

Bisogna senz'altro che le fattrici inprossimità del parto dispongano di unbox separato e tranquillo, il più ampiopossibile e mantenuto costantementeben pulito./ \ Ispezionate con cura le pareti onde

L Raccertarvi che non vi siano ganci,chiodi, bordi taglienti o asperità contro iquali fattrice e puledrino possano ferirsi.E anche opportuno che i cavalli dei boxlimitrofi non abbiano la possibilità disporgere testa e collo in quello della fat-trice la quale, soprattutto se al primoparto, diventa irrequieta e nell'intento direspingere gli «intrusi» può facilmentetravolgere e calpestare il nuovo nato.

Le cavalle in età fertile iniziano inquesti mesi a manifestare calori regola-ri: ricordiamo che il periodo estrale(quello in cui le cavalle manifestano ildesiderio del maschio e, se accoppiate,possono dare inizio a una nuova vita)dura circa 6-7 giorni e si ripete ogni tresettimane. Dopo il parto il primo caloresi manifesta precocemente, in genere giàla settimana successiva: in concomitan-za di questo evento la presenza di estro-geni nel latte materno provoca nel pule-dro una forma di diarrea transitoria chenon deve preoccupare l'allevatore, il cuicompito sarà solo quello di mantenerepulita con una spugna imbevuta di acquatiepida e sapone la zona fra ano e coscedel nuovo nato, che altrimenti a causadelle feci che la imbrattano si irrita mol-to e si spela completamente.

Interventi sanitari

Una visita veterinaria a madre e pule-dro immediatamente dopo il parto èconsigliabile, sia per accertare che la ca-valla abbia portato a termine felicemen-te anche l'ultima fase del parto (vale adire l'espulsione della placenta), sia pervalutare la vitalità del nuovo nato. Aquest'ultimo il veterinario generalmente

Cavalli.Una visita

veterinariaa madre e puledro

immediatamentedopo il parto è

consigliabile peraccertare che la

cavalla abbiaportato a termine

anche Vultima fasedel parto

(l'espulsione dellaplacenta) e per

valutare la vitalitàdel puledro

inietta un siero polivalente che lo difen-derà dalle infezioni più comuni che lominacciano nei primi giorni di vita: taliinfezioni derivano il più delle volte daigermi presenti nella lettiera i quali, so-prattutto attraverso la cicatrice fresca delcordone ombelicale, attecchiscono facil-mente negli organi interni del piccolo.

Una scrupolosa pulizia del materiale dilettiera riduce parecchio i rischi di questogenere, ma anche l'accortezza di sistema-re la fattrice nel box da parto almeno 4 o 5settimane prima della data presunta del-l'evento può essere molto utile, poiché si èvisto che in tal modo la cavalla ha il tem-po di produrre anticorpi specifici per i ger-mi presenti nell'ambiente, anticorpi chepoi passeranno nel colostro e proteggeran-no efficacemente il puledro.

ANIMALI DA COMPAGNIA

In questa rubrica ci occupiamo deiprincipali animali da compagnia: cani,gatti, piccoli roditori, piccoli uccelli.

Cani

Lavori

Con la fine dell'inverno i cani perdo-no gran parte del pelo fitto di cui la na-tura li aveva forniti nei mesi scorsi. So-no soprattutto i cani a mantello corto efitto, come per esempio i pastori tede-schi, i pastori maremmani e tutti i caninordici (siberian husky, alaskan mala-mute, ecc.) nonché gli incroci da essi de-rivati, a manifestare una muta veramen-te imponente, con il sottopelo lanosoche si stacca a ciocche in gran quantità.

Per facilitare il ricambio del mantelloasportate le matasse di pelo morto me-diante frequenti spazzolature con il carda-tore (la spazzola munita di minuscoli den-tini metallici raffigurata a pag. 77 de «i

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Cani. Sono soprattutto i cani a man-tello corto e fitto, come per esempio ipastori tedeschi, a manifestare inquesti mesi una muta veramente im-ponente del pelo (vedi testo)

Lavori» di gennaio-febbraio 2005). L'ag-giunta alla razione quotidiana di uno spe-cifico integratore per la salute della pellee del pelo (ve ne sono moltissimi in com-mercio, fatevi consigliare dal vostro vete-rinario) favorisce un rapido e ottimalesvolgimento di questa muta stagionale.

Interventi sanitari

Verificate sul libretto sanitario delvostro cane se vi sono vaccinazioni inscadenza: ricordiamo che i richiami ri-guardanti le malattie infettive hanno ca-denza annuale. Se il vostro animale nonè ancora stato vaccinato occorrerà pro-cedere al programma vaccinale di base,che si compone di due o tre inoculazio-ni di vaccino nell'arco di un paio di me-si, a seconda del tipo di vaccino impie-gato. Le vaccinazioni difendono il canedalle malattie infettive più comuni chelo possono colpire: la gastroenterite vi-rale, il cimurro, Vepatite e la leptospi-rosi sono comprese nei preparati vacci-nali polivalenti di uso più frequente.Non si tratta di un'incombenza obbliga-toria nel nostro Paese, tuttavia ci sentia-

SUPPLEMEKTQ ts VVTX IN C kMJWQNA 3/2005 85

Page 85: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

i allevamenti'I

Ipiccoli roditori che d'inverno entranoin letargo (come il criceto della foto)

tornano in questi mesi in attività

mo vivamente di consigliarla e non soloper il benessere del cane, in quanto, fra

A le malattie citate, la leptospirosipuò colpire anche l'uomo e si trat-

ta di un'infezione assai grave.

Gatti

Lavori

Con l'arrivo della primavera i gatti siriscuotono dalla vita sedentaria trascor-sa nei mesi invernali: gli adulti non ste-rilizzati sono stimolati a una maggiorevivacità dagli impulsi ormonali che pernatura in questo periodo caratterizzanola stagione degli amori, ma anche i gattisterilizzati manifestano una certa irre-quietezza e desiderano uscire all'aperto,in particolare al mattino e verso sera.

Se i vostri gatti hanno usufruito neimesi scorsi di cucce e ripari all'aperto èora di risanarli, ripulendoli a fondo dapeli e sporcizia, lavando (o, se è il caso,eliminando) cuscini e stracci, rinnovan-do ciotole e lettiere eventualmente dan-neggiate. Fra poco imperverseranno dinuovo i parassiti esterni: acari, pulci ezecche, che saranno più facili da con-trollare se non troveranno cucce sporchee piene di pelo in cui annidarsi.

Interventi sanitari

Quelli ad avere maggiormente biso-gno del veterinario in questo periodo so-no i gatti maschi interi (non sterilizzati),che la natura spinge a girovagare in cer-ca di compagne, soprattutto nelle orenotturne, e che si cacciano di conse-guenza nei guai: cadute e investimentisono fra le cause principali di ferite efratture, ma assai frequentemente il gat-to torna a casa con ferite da graffio o damorso ricevute dai suoi simili nel corsodelle zuffe, che di regola si infettanoproducendo vistosi e dolorosi ascessi,localizzati principalmente a livello delle

guance e della testa in generale, oppurealla radice della coda. L'ascesso maturanaturalmente nel corso di pochi giorni,durante i quali il gonfiore si accentua,diviene caldo e dolente con notevole ab-battimento dell'animale che manifestafebbre alta e inappetenza, dopo di che diregola si apre da solo riversando al-l'esterno il suo contenuto purulento e ilgatto pare subito star meglio; ma il sol-lievo è momentaneo perché anche disin-fettando la ferita l'ascesso si riforma inpochi giorni: è infatti necessario che ilgatto riceva un'adatta cura antibioticaper via generale. Il ricorso ai consiglidel veterinario è quindi d'obbligo.

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Lavori

Tutti i piccoli roditori domestici ched'inverno entrano in letargo o perlome-no in uno stato di torpore (come eti e scoiattoli giapponesi) tornano orain piena attività: occorre fornir loro ali-mento fresco in abbondanza per risve-gliarne il metabolismo e favorire il recu-pero al meglio delle energie. Oltre al mi-scuglio di semi che costituisce la basedella razione, occorre nutrirli con pez-zetti di frutta e verdura fresca e magariun pezzettino di carne cruda una voltaalla settimana: tale accorgimento è par-ticolarmente consigliabile per integrarela dieta dei criceti allo scopo di preveni-re i frequenti episodi di cannibalismoche caratterizzano sovente gli insucces-si riproduttivi di questa specie.

Ai piccoli roditori che non gradisconol'alimento verde occorre somministrare lanecessaria integrazione vitaminica attra-verso l'acqua di bevanda o gli appositi«snack» vitaminizzati reperibili nei mi-gliori negozi di articoli per animali, senzatuttavia smettere di insistere con l'offertaquotidiana di un pezzettino di frutta o diverdura (di qualsiasi tipo); per invogliare ipiù pigri ad accettare l'alimento verde sipuò offrire loro qualche stelo di erba spon-tanea in fiore o in semente, scegliendo frale specie più comuni e non tossiche (pian-taggine, loietto, cicoria, stellarla o trifo-glio). Tali specie erbacee fanno anche lagioia delle cavie, che ne consumano vo-lentieri in gran quantità, mentre ai coniglinani, se non specificamente abituati, l'ali-mento verde è vivamente da sconsigliareper il pericolo di coliche e meteorismo.

Interventi sanitari

Per consentire a criceti e scoiattoliuna piena ripresa della forma fisica do-

Piccoli uccelli. Ricordate di non spostaredentro e fuori casa le gabbie degli uccelliche volete far nidificare, per i quali la sta-bilità dell 'ambiente è fondamentale per latranquillità necessaria alla riproduzione

pò i mesi invernali si consiglia l'integra-zione vitaminica della dieta mediantesomministrazione di cibi freschi o com-plessi polivitaminici, come suggeritopoc'anzi. L'eventuale rifiuto di cibo ver-de da parte di criceti e scoiattoli giap-ponesi può essere dovuto al gusto sog-gettivo e/o alla mancata assuefazione aquesto tipo di alimento in precedenza,ma è sicuramente un atteggiamento ano-malo nelle cavie: se questi animali rifiu-tano il cibo verde c'è sicuramente qual-cosa che non va; può trattarsi di un ma-lessere generale indice di qualche malat-tia oppure, se la cavia si accosta con in-teresse al cibo ma poi non se ne nutre, olo mastica brevemente senza inghiottir-lo, facilmente siamo in presenza di pro-blemi dentari (spesso crescita eccessivadei molari), molto diffusi fra le cavieadulte e che le conducono progressiva-mente a morte per denutrizione. La dia-gnosi e il trattamento di simili problemiè di competenza del veterinario, al qua-le occorre senz'altro ricorrere tempesti-vamente.

Piccoli uccelli

Lavori

I piccoli volatili ornamentali possonoessere posti all'aperto, perlomeno nellegiornate più tiepide, per un poco di salu-tare esposizione alla luce solare diretta,anche se consigliamo cautela per quantoriguarda i piccoli esotici abituati al cal-do e le cui gabbie andrebbero ancora ri-parate con una parziale copertura di pla-stica durante la permanenza all'aperto.Non vanno però spostate dentro e fuoricasa le gabbie degli uccelli che voletefar nidificare, per i quali la stabilità del-l'ambiente è fondamentale per la tran-quillità necessaria alla riproduzione.

I canarini nidificano facilmente in

86 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 86: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

colonia in voliere fornite di diversi nidi,anche se è assai più consigliabile isolareogni singola coppia, prima di tutto perpoter meglio controllare la paternità deinovelli e il loro regolare allevamento daparte dei genitori; secondariamente, laconvivenza di più coppie è generalmen-te disturbata dai litigi dei maschi che ol-tre a ferirsi a vicenda, devastano a voltei nidi con uova e novelli già nati.

Al contrario di quanto accade con i ca-narini, è più facile avere successi ripro-duttivi con i pappagalli come le cocoritese si allevano in colonia, poiché questi vo-latili vengono stimolati alla nidificazionedalla vista di altre coppie. Se disponete diuna voliera vi consigliamo quindi di met-tere a disposizione delle cocorite un nu-mero di nidi superiore di almeno una uni-tà rispetto a quello delle coppie e, per mi-nimizzare i litigi, collocati alla stessa al-tezza nella parte alta della voliera. Accer-tatevi anche di avere delle coppie affiata-te e che non siano presenti esemplari sin-goli spaiati che agirebbero come elemen-ti di disturbo. Nel caso invece, per neces-sità o per scelta, le coppie di cocorite ven-gano collocate in gabbie singole per la ri-produzione, vi consigliamo di sistemarlein modo che si vedano reciprocamente.

Altri tipi di pappagalli (inseparabili,parrocchetti, ecc.) vanno invece assolu-tamente isolati a coppie per tentarne lariproduzione, a meno che non si dispon-ga di voliere molto grandi, in quanto so-no dotati di spiccata aggressività verso ipropri simili.

Interventi sanitari

Per portare i volatili alla forma mi-gliore per affrontare le fatiche della nidi-ficazione non deve mai mancar loro ilnecessario apporto di calcio e mineraliper la corretta formazione del gusciodelle uova: osso di seppia, grit o sali mi-nerali devono quindi essere sempre di-sponibili all'interno della gabbia. Consi-gliamo anche una limitata integrazionecon preparati polivitaminici da aggiun-gere all'acqua di bevanda alle dosi ri-portate in etichetta (sono reperibili nelleuccellerie), per una settimana ogni me-se, mentre è da evitare la somministra-zione casuale di farmaci pre-cove quan-do non ve n'è l'effettiva necessità.

A cura di: Maurizio Arduin (Lavori eInterventi sanitari: Pollaio - Colombaia- Conigliera - Porcilaia); Manuela Coz-zi (Lavori e Interventi sanitari Capre -Pecore); Daniela Perniceni (Lavori eInterventi sanitari Cavalli - Cani - Gatti- Piccoli roditori - Piccoli uccelli).

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SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 87

Page 87: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

APIARIO

Lavori

Nei primi giorni di marzo, in una V .bella giornata di sole senza vento, ef-fettuate la prima visita primaverile (inzone con clima mite del centro-sud la vi-sita può essere stata fatta già alla fine difebbraio) per accertare lo stato di cresci-ta di ogni famiglia. Per questo controllooccorre rispettare le stesse precauzioniadottate durante la visita di fine invernoin quanto, anche se la stagione è più favo-revole, l'inclemenza del tempo può crea-re ancora disagio alle api. Per questo èimportante eseguirla durante le ore piùmiti e soleggiate della giornata, avendocura di predisporre prima di iniziare tuttoil materiale e gli attrezzi occorrenti.

In ogni alveare dovrete controllare leriserve di miele e polline presenti in cia-scun telaino, valutando anche lo statodella covata che in questo periodo è in fa-se di espansione. Per sfruttare al megliole risorse nettarifere della zona, dovretecontinuare a fornire l'alimentazione sti-

Neìle colonie con scarse riserve aggiun-gete qualche telaino di miele disoperco-lato per favorirne l'immediato utilizzoda parte delle api

molante (come precisato nello scorso bi-mestre); in tal modo incentivate l'ovide-posizione della regina e quindi la crescitadel numero delle api bottinatrici.

Nelle colonie con scarse riserve ag-

giungete qualche telaino di mielecon l'accorgimento di disopercolarloper favorire l'immediato utilizzo delcibo da parte delle api (questa tecni-ca viene adottata per stimolare le co-

lonie con un'alimentazione naturale,in alternativa all'impiego del candito).

Se manca o scarseggia il polline po-tete sopperire a tale inconveniente me-diante la somministrazione di sostanze(i cosiddetti succedanei del polline) cheper il loro contenuto in proteine possonosostituire per brevi periodi il preziosoalimento naturale: farina di soia sgrassa-ta, farina di legumi (fave, piselli, ecc),farina di castagne, lievito di birra, lattein polvere scremato, caseina, tuorlod'uovo, ecc. I più usati sono la farina disoia o di castagne e il lievito di birra evengono somministrati mescolandolicon sciroppo oppure con candito, permigliorarne l'assorbimento. Presso le ri-vendite di prodotti per l'apicoltura esi-stono preparati già pronti costituiti dacandito con aggiunta di farina proteica.

Le colonie che non presentano cova-ta sono senza dubbio orfane di regina e

Progetto di apiario costituito da 10 arnie con laboratorio annesso all'abitazionea cura di Alessandro Pistoia

Siepe di nocciolo LABORATORIO

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APIARIO

Prato di trifoglioladino nano

ligustro

Siepe di biancospino

More e fragole

Nei mesi di MARZO e APRILE dovrete osser-vare i residui caduti sul vassoio del fondo anti-varroa (1) per trame preziose indicazioni circa10 sviluppo della fami-glia di api. Nella pri-ma decade di marzodovrete anche effettua-re la prima visita pri-maverile (2), che puòessere ripetuta a di-stanza di 10-15 giorni.Qualora il tempo fosseavverso, in questo pe-riodo dovrete sommi-nistrare alimento disoccorso (3), che puòessere fornito con favidi miele o con candito.Le fioriture del perio-do, riferendoci allespecie presenti nel pro-getto qui a lato, offro-no sia nettare che pol-line. Per le api sono in-teressanti, oltre allefioriture dei fruttiferi (come melo, pero, ciliegio),anche quelle degli arbusti ornamentali quali lo-nìcera, biancospino, lauroceraso nano, ligustro.11 nocciolo può in qualche zona dare ancora pol-line ali 'inizio del mese di marzo.

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005

Page 88: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

r

1-È anche il momento di esaminare tutti i favi e di togliere quelli vecchi, deformi e ammuffiti. 2-Una regina di buona qualitàdeve presentare: turgore dell'addome, con peluria che conferisce un aspetto vellutato; ali integre; agilità nei movimenti

3-Nel caso notiate celle reali (freccia) significa che è in atto Vallevamento di api regine e che la colonia si prepara alla scia-matura. ^-Incomincia in questo periodo l'impiego del telaino indicatore trappola (T.I.T.) che viene introdotto negli alveari al-l'inizio dell'ovideposizione di covata maschile (vedi testo)

dovrete riunirle con altre colonie pernon rischiare di perdere l'intera fami-glia. Nell'incertezza sull'effettiva assen-za della regina, potrete ripetere la visitaa distanza di circa 10-15 giorni, per ilcontrollo minuzioso della popolazione.

È anche il momento di esaminare tut-ti i favi e di togliere quelli che appaionovecchi, deformi e ammuffiti. A secondadell'andamento stagionale potrete deci-dere di allargare lo spazio a disposizionedelle colonie mediante l'inserimento diun nuovo telaino con foglio cereo, oppu-re di un telaino di quelli con il favo giàcostruito l'anno precedente (che è statoconservato tutto l'inverno in magazzi-no). I telai ni che portano il foglio cereovanno collocati all'interno dell'alvearein posizione laterale in modo da non di-videre in due la colonia (sono in posizio-ne ottimale quando si collocano fra l'ul-timo favo di covata ed il primo di scorte).L'aggiunta del telaino con foglio cereodovrete comunque farla quando noteretedelle punte di cera bianca sulle steccheportafavo o sui bordi dei favi già costrui-ti perché ciò significa che le api ceraiole

hanno iniziato l'attività.Durante la visita, se il bel tempo per-

siste, potete anche dedicarvi alla ricer-ca della regina per valutarne l'efficienza.Una regina di buona qualità deve pre-sentare: turgore dell'addome, con peluriache conferisce un aspetto vellutato; ali in-tegre; agilità nei movimenti. Quando nonriuscite a scorgere la regina nell'alvearepotete osservare la covata e da essa dedur-re lo stato della regina (una regina giovanee di buona qualità presenterà una superfi-cie di covata compatta, abbastanza estesasul favo, uniformemente distribuita).

A distanza di 15 giorni dalla primavisita potete effettuare una seconda vi-sita per rilevare il consumo dell'alimen-to somministrato e osservare l'anda-mento della situazione nelle colonie chesono state sottoposte alle operazioni diriunione in quanto orfane.

Tra le cose importanti da osservare inquesto periodo vi sono le celle reali incostruzione: di norma vengono costruitesui bordi e sul fondo dei favi del nido cheospitano la covata, a differenza delle cel-le reali di emergenza che vengono co-

struite solo in caso di orfanità improvvisaricavandole da comuni celle di operaianella zona centrale dell'area di covata.Nel caso notiate celle reali significa che èin atto l'allevamento di api regine e la co-lonia si prepara alla sciamatura: è inutilea questo punto aggiungere il melario inquanto la colonia non sta lavorando percostruire nuovi favi per immagazzinareingenti quantitativi di scorte, ma si stapreparando a dividersi (la vecchia reginase ne andrà con una parte considerevoledi api per costituire una nuova colonia).

Il fenomeno della sciamatura natu-rale si presenta particolarmente vantag-gioso per le numerose celle reali chepossono essere impiegate per il cambiodella regina negli alveari che ne hannobisogno, senza dover ricorrere all'acqui-sto di regine, anche se l'acquisto di regi-ne selezionate è una pratica necessariaper migliorare i ceppi d'api.

Aprile è il mese propizio per iniziarein molte zone la produzione della pappareale e la raccolta del polline. La produ-zione della pappa reale viene general-mente associata all'allevamento delle re-

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 3/2005 89

Page 89: [Agricoltura] Vita in Campagna - 2005 n.03 - Supplemento - i Lavori Di Marzo-Aprile

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Progetto di piccolo laboratorio di apicoltura annesso a un apiario di 10 arniea cura di Alessandro Pistoia

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Ingresso principale a vetri

Magazzino-depositoper materie prime

(circa 7 metri quadrati)

Sala di lavorazione esmielatura

(circa 6 metri quadrati)

Sala di stoccaggio econfezionamento del miele

(circa 8 metri quadrati)

Punto di esposizionee vendita

(circa 9 metri quadrati)

Si tratta di un piccolo laboratorio di circa 30 metri quadrati (metri 3x10) diviso in quattro locali

Legenda. 1-melarì in deposito, 2-lavandino, 3-smielatore, 4-banco disopercolatore, 5-vasetti di miele confezionato pron-to per la vendita, 6-tavolo per il confezionamento, 7-maturatoli del miele, 8-scajfali per l'esposizione dei prodotti dell ' al-veare, 9-banco di vendita, 10-piccolo frigorifero per la conservazione del polline e della pappa reale.

Operazioni da effettuare nei mesi di MARZO e APRILE. Nel laboratorio si esegue la prepara-zione dei telaini (A), sia da nido che da melario, in vista sia dello sviluppo delle colonie di api chedella sciamatura. I telaini vanno preparati con il filo metallico già inserito in vista di applicarvi ilfoglio cereo prima dell'impiego; i telaini per il favo naturale vanno preparati con applicate le bar-re divisorie, pronti per l'inserimento negli alveari dove si intende sperimentare la produzione deifavi naturali. Per la lotta bio-meccanica all'acaro varroa si preparano i telaini T.I.T. (B), che an-dranno inseriti negli alveari fra la seconda metà di marzo e i primi giorni di aprile.

gine e in ogni caso comporta professio-nalità e attrezzatura adeguata. La raccol-ta del polline viene effettuata con l'appli-cazione di particolari trappole tra le qua-li è interessante citare il modello Fedriz-zi, per il fatto che si applica senza modi-ficare l'aspetto esterno dell'arnia e nonprovoca mortalità fra le api bottinatrici.

Se l'andamento stagionale è sfavorevo-le dovrete valutare l'opportunità di inter-venire ancora con nutrimento artificiale(sciroppo zuccherino formato da 1 kg dizucchero per ogni litro di acqua), special-mente per aiutare i nuclei appena formatio gli sciami appena sistemati nell'arnia.

Interventi sanitari

È in questi mesi che si possono mani-festare le malattie della covata come lapeste americana, lapeste europea, la no-semiasi, ecc. Inoltre dovrete effettuare iprimi controlli sulla covata per determi-nare l'infestazione della varroa. In casodi dubbi chiedete la visita in apiario di unveterinario dell'Asl o di un esperto apisti-co della locale associazione apicoltori.

Incomincia in questo periodo l'impie-go del telaino indicatore trappola(T.I.T.) che viene introdotto negli alveariall 'inizio dell'ovideposizione di covatamaschile. Nell'Italia settentrionale, in zo-ne al di sotto dei 500 metri di quota, pote-te introdurlo verso la seconda metà dimarzo-primi di aprile; la sua posizione ot-timale è al centro della covata, in quantoquesta è la zona più calda e le api costrui-scono immediatamente sul telaino. Conquesta tecnica si sfratta il fenomeno percui la varroa preferisce riprodursi all'in-terno delle cellette di covata maschile.

La raccolta del polline viene effettuatacon l'applicazione di particolari trap-pole tra le quali è interessante citare ilmodello Fedrizzi

.A Occorre ricordare che la tecnica sud-ai ^ detta deve essere applicata con mol-ta precisione: in caso di interruzione deicontrolli periodici e dell'asportazione delfavo contenente covata maschile operco-lata (ogni 7 giorni), il telaino indicatorediventerebbe infatti luogo di «allevamen-to» della varroa, con grande danno perl'apicoltore e per il territorio circostante.

LABORATORIO

In questo periodo potrete dotarvi ditelaini pronti con il filo metallico giàinserito, in maniera da poter prepararepiù in fretta l'arnia necessaria per la cat-tura di un eventuale sciame. I fogli cereivanno collocati nell'arnia al momentodell'uso, dopo aver proceduto a tendereil filo con la pinza zigrinatrice.

A cura di: Alessandro Pistoia.

Prodotti e attrezzature citati nell'articolo so-no reperibili presso i negozi specializzati inarticoli per l'apicoltura.

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