Agricoltura Sinergica Prima Semina

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U na volta preparate le aiuole rialzate, impiantata l’irriga- zione e sistemati i tutori permanenti, è il momento – prima ancora di pacciamare – di popolare l’orto. Il periodo migliore per semi- ne e trapianti è senz’altro la prima- vera, ma anche l’autunno può esse- re un buon momento. In ogni caso, ci faremo guidare dal clima e sarà senz’altro utile ascoltare i contadini del luogo per scegliere le piante più idonee e l’epoca più indicata per se- mine e trapianti. Ad ogni modo, giacché il terreno ha bisogno soprattutto di radici per vi- vere, quando l’orto è pronto, è bene effettuare semine e trapianti anche se le condizioni ambientali non sono le più opportune. Se la terra delle aiuo- le è idonea, si può subito iniziare con le semine degli ortaggi, altrimenti si possono utilizzare le cosiddette pian- te «pioniere» (es. piante foraggiere, senape bianca, cicorie, coste, ecc.), specie botaniche che meglio si adat- tano ai suoli poveri, contribuendo nel contempo a migliorarli. Il ruolo delle radici Come abbiamo visto nei precedenti articoli, le piante partecipano diret- tamente al mantenimento della fer- tilità del terreno tramite le radici vi- ve, che cedono in forma d’essudati fino al 25% dei composti carbonici fotosintetizzati dalle foglie (cosa che permette la vita ed il nutrimento dei batteri e di altri microrganismi bene- fici). Ma, la fertilità è accresciuta an- che dai residui vegetali delle piante morte, pertanto è consigliabile la- sciare sulle aiuole, come pacciama- tura e compostaggio di superficie, le parti aeree non utilizzate. Le radici non estirpate, una volta de- composte, rappresentano per gli ap- parati radicali dei giovani ortaggi sia una sorta di corsia preferenziale, at- traverso cui diventa più facile aprir- si un varco nel terreno, sia fonte di prezioso nutrimento. Per questa ra- gione, quando si effettua una succes- sione di colture, è bene alternare sempre piante che non lasciano radi- ci nel terreno (perché vengono rac- colte, per esempio carote) con altre che lasciano, dopo la raccolta, una biomassa sotterranea. Nelle succes- sioni, è anche necessario porre at- tenzione all’impiego di piante ap- partenenti a famiglie botaniche di- verse, per evitare di saturare la rizo- 70 novembre 2003 La conoscenza delle famiglie d’appar- tenenza è importante per definire le associazioni più indicate. Liliaceae: aglio, cipolle, porri, erba ci- pollina, lampagione, scalogno, aspa- rago. Chenopodiaceae: barbabietole, bieto- le, spinaci. Composite: carciofi, cardi, cicoria, lat- tuga, scorzonera, topinambur, barda- na, dragoncello, girasole, crisantemo, dente di leone. Crucifere: tutte le specie di cavoli, se- nape, ramolaccio, ravanello, ravanel- lo bianco, daikon, rucola, crescione, colza, cavolo marino. Cucurbitacee: tutte le specie di zucche, zucchini, cocomeri, cetrioli, meloni. Amarantaceae: amaranto. Labiate: basilico, menta, puleggio (menta romana), origano, salvia, ti- mo, carciofo di Gerusalemme. Leguminose: tutte le specie di fagio- li, fave, lenticchie, piselli, ceci, arachi- di, lupinella, lupini, erba medica, ci- cerchia. Malvaceae: okra. Ombrellifere: carote, sedano, prezze- molo, cerfoglio, coriandolo, finocchio, sedano di montagna, pastinaca, seda- no equino. Solanaceae: pomodori, melanzane, peperoni, patate, alchechengi giallo. Borraginaceae: borragine. Tropaeolaceae: nasturzio. Portulacaceae: portulaca, portulaca di Cuba. Ficoidaceae: spinaci della Nuova Ze- landa. Rosaceae: fragole, pimpinella. Valerianaceae: valerianella da insala- ta, valeriana officinalis. Graminaceae: grano, avena, segale, orzo, mais, riso, miglio. Poligonaceae: acetosa, grano sarace- no, rabarbaro. Convolvulaceae: patata dolce ameri- cana. Cyperaceae: chufas. Famiglie botaniche dei principali ortaggi La prima semina Di Fortunato Fabbricini e Antonio De Falco Continuiamo nell’illustrazione delle tecniche di coltivazione basilari dell’agricoltura sinergica. In questo mese è affrontata la semina e la scelta delle varietà.

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Una volta preparate le aiuolerialzate, impiantata l’irriga-zione e sistemati i tutori

permanenti, è il momento – primaancora di pacciamare – di popolarel’orto. Il periodo migliore per semi-ne e trapianti è senz’altro la prima-vera, ma anche l’autunno può esse-re un buon momento. In ogni caso,ci faremo guidare dal clima e saràsenz’altro utile ascoltare i contadini

del luogo per scegliere le piante piùidonee e l’epoca più indicata per se-mine e trapianti.Ad ogni modo, giacché il terreno habisogno soprattutto di radici per vi-vere, quando l’orto è pronto, è beneeffettuare semine e trapianti anche sele condizioni ambientali non sono lepiù opportune. Se la terra delle aiuo-le è idonea, si può subito iniziare conle semine degli ortaggi, altrimenti si

possono utilizzare le cosiddette pian-te «pioniere» (es. piante foraggiere,senape bianca, cicorie, coste, ecc.),specie botaniche che meglio si adat-tano ai suoli poveri, contribuendo nelcontempo a migliorarli.

Il ruolo delle radiciCome abbiamo visto nei precedentiarticoli, le piante partecipano diret-tamente al mantenimento della fer-tilità del terreno tramite le radici vi-ve, che cedono in forma d’essudatifino al 25% dei composti carbonicifotosintetizzati dalle foglie (cosa chepermette la vita ed il nutrimento deibatteri e di altri microrganismi bene-fici). Ma, la fertilità è accresciuta an-che dai residui vegetali delle piantemorte, pertanto è consigliabile la-sciare sulle aiuole, come pacciama-tura e compostaggio di superficie, leparti aeree non utilizzate. Le radici non estirpate, una volta de-composte, rappresentano per gli ap-parati radicali dei giovani ortaggi siauna sorta di corsia preferenziale, at-traverso cui diventa più facile aprir-si un varco nel terreno, sia fonte diprezioso nutrimento. Per questa ra-gione, quando si effettua una succes-sione di colture, è bene alternaresempre piante che non lasciano radi-ci nel terreno (perché vengono rac-colte, per esempio carote) con altreche lasciano, dopo la raccolta, unabiomassa sotterranea. Nelle succes-sioni, è anche necessario porre at-tenzione all’impiego di piante ap-partenenti a famiglie botaniche di-verse, per evitare di saturare la rizo-

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La conoscenza delle famiglie d’appar-tenenza è importante per definire leassociazioni più indicate. Liliaceae: aglio, cipolle, porri, erba ci-pollina, lampagione, scalogno, aspa-rago.Chenopodiaceae: barbabietole, bieto-le, spinaci.Composite: carciofi, cardi, cicoria, lat-tuga, scorzonera, topinambur, barda-na, dragoncello, girasole, crisantemo,dente di leone.Crucifere: tutte le specie di cavoli, se-nape, ramolaccio, ravanello, ravanel-lo bianco, daikon, rucola, crescione,colza, cavolo marino.

Cucurbitacee: tutte le specie di zucche,zucchini, cocomeri, cetrioli, meloni.Amarantaceae: amaranto.Labiate: basilico, menta, puleggio(menta romana), origano, salvia, ti-mo, carciofo di Gerusalemme.Leguminose: tutte le specie di fagio-li, fave, lenticchie, piselli, ceci, arachi-di, lupinella, lupini, erba medica, ci-cerchia.Malvaceae: okra.Ombrellifere: carote, sedano, prezze-molo, cerfoglio, coriandolo, finocchio,sedano di montagna, pastinaca, seda-no equino.Solanaceae: pomodori, melanzane,

peperoni, patate, alchechengi giallo.Borraginaceae: borragine.Tropaeolaceae: nasturzio.Portulacaceae: portulaca, portulaca diCuba.Ficoidaceae: spinaci della Nuova Ze-landa.Rosaceae: fragole, pimpinella.Valerianaceae: valerianella da insala-ta, valeriana officinalis.Graminaceae: grano, avena, segale,orzo, mais, riso, miglio.Poligonaceae: acetosa, grano sarace-no, rabarbaro.Convolvulaceae: patata dolce ameri-cana.Cyperaceae: chufas.

Famiglie botaniche dei principali ortaggi

La prima seminaDi Fortunato Fabbricini e Antonio De Falco

Continuiamo nell’illustrazione delle tecniche di coltivazione basilari dell’agricoltura sinergica.

In questo mese è affrontata la semina e la scelta delle varietà.

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sfera con lo stesso tipo di radici e perbloccare la proliferazione di elemen-ti patogeni (questo vale soprattuttoper le crucifere, come i cavoli).

Leguminose è meglioIn ogni caso, la presenza, nella stes-sa aiuola, di piante appartenenti afamiglie diverse evita la proliferazio-ne di parassiti animali e vegetali, co-me invece accade nelle monocolture.Nelle aiuole, dovranno quindi esse-re sempre presenti almeno tre fami-glie differenti, tra cui le leguminoseche com’è noto hanno la capacità difissare l’azoto atmosferico nelle ra-dici (grazie alla presenza di batterisimbionti). Azoto che viene poi li-berato (fino a 150 Kg per ettaro),soprattutto alla morte delle piante,arricchendo il terreno.Molte leguminose si possono utiliz-zare anche come concime verde, matrattandosi di un orto sarà bene sce-gliere specie commestibili, come fa-gioli, fave e piselli che andranno po-sizionati al centro delle aiuole. Le lenticchie ed i ceci, sebbene sianoanch’esse leguminose, non apporta-no molto azoto e nemmeno produ-cono tanta biomassa; la loro coltiva-zione sarà più appropriata fuori dal-l’orto in pieno campo, come vedre-mo più avanti.Nelle fasce laterali delle aiuole, si pri-vileggeranno le Liliacee, come aglio,cipolle o porri che, grazie alla loroforma longilinea, non impedisconol’accesso alla parte centrale dell’aiuo-la e non sbordano sopra i corridoi trale aiuole. Inoltre, tali specie presen-tano proprietà antibatteriche e anti-nematelmintiche, formando una bar-riera protettiva per gli altri ortaggi.Le liliacee andranno piantate a zig-zag, sfruttando l’altezza dei bordi e,nei vuoti, saranno inseriti vari tipid’insalata, dalla lattuga alla cicoria. Inquesto modo, si lascia anche una bio-

massa di radici nei lati delle aiuole. Inogni caso, è bene ricordarsi di non ri-petere la coltivazione degli stessi or-taggi nella medesima area di terreno,e questo sia per evitare la prolifera-zione dei parassiti che si trasmettonopiù facilmente quando si ripete peranni la coltivazione di uno stesso or-taggio sullo stesso terreno, sia perottimizzare la quantità di biomassa el’utilizzo della rizosfera nei lati deibancali (aiuole rialzate). Ovviamen-te, al momento della raccolta si avràcura di tagliare sola la parte aerea del-le piante, lasciando le radici al loroposto.

Ci sono famiglie e famiglieNei bordi e soprattutto alle estre-mità delle aiuole si potranno pianta-re anche aromatiche e fiori; in parti-colare calendula, tagete e nasturzioche oltre ad attrarre insetti benefici,svolgono una funzione antibattericae allontanano i nematodi ed altriparassiti. Inoltre, la presenza di fio-ri rende l’orto-giardino più piace-

vole, colorato e profumato.I lati delle aiuole potranno ospitareanche piante selvatiche perenni, uti-li e gustose, come ruchetta, silene, fi-nocchietto, pimpinella e raperonzo-lo, piante che comunque andrannocontrollate poiché essendo autocto-ne e molto forti tenderanno a preva-lere sulle altre.La parte piana delle aiuole, oltre al-le citate leguminose, conterrà le altrefamiglie degli ortaggi coltivati.Nel box a parte è stata stilata una li-sta degli ortaggi più comuni, rag-gruppati per famiglia. Nel prossimoarticolo vedremo come si possonoseminare e trapiantare nelle aiuole ealcuni esempi di successioni. l

Per contattare gli autori:Antonio De Falco, Regione San Dalmazzo 64,10090 Rivalba (To), tel 348.0561853, [email protected]; Fortunato Fabbricini, Associa-zione KanBio, Chiaves (To), tel. 0123.42153,[email protected]; Associazione "Basilico" c/oMarilia Zappalà, Via dell'Agnolo 64, 50122Firenze, 055.241522, [email protected]. La traduzione è di Francesca Morucci.

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agricoltura naturale

Una volta finito di preparare i bancali,prima di iniziare le piantagioni, è ne-cessario istallare i tutori, le cui funzio-ni vanno oltre quella di semplice sup-porto alle piante. In agricoltura siner-gica, si utilizzano tutori permanenti,costituiti da tondini di ferro «ritorto»da 12 mm e 6 metri di lunghezza (gli

stessi di quelli utilizzati in edilizia perarmare il cemento) che si conficcanonel terreno, ai lati delle aiuole, forman-do così gli archi. L’altezza dell’arco sa-rà data dalla distanza tra le punte del-le stecche (2 metri dal piano di pas-saggio è una buona misura). In ognipunto dove i tondini s’incrociano traloro, si legano con un filo metallico.

Sempre con filo metallico (di maggio-re spessore) si uniscono poi tutti gli ar-chi, da cuspide a cuspide, a partire dalprimo incrocio. Ai tutori, e ai fili metal-lici che li collegano, vanno appese del-le cordicelle in materiale biodegrada-bile (canapa, sisal…) che servirannoda guida ai pomodori e alle pianterampicanti nella loro crescita.

Tutori permanenti

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