XNEWS Anno2 Numero1- Tempo di semina

4
Garin Attaher era un rifugiato nige- riano, status che gli garantiva i me- desimi diritti civili che spettano agli italiani, come l’assistenza sociale, sanitaria e la pensione. La stampa locale ci ha messo un po’ prima di pubblicare il suo nome dopo la sua morte, il 13 gennaio. E nonostante l’impegno, subito sottolineato, dei dirigenti dei servizi sociali e dei me- dici leccesi, il signor Attaher è riusci- to a contrarre la scabbia. Il dramma rivela la fragilità delle politiche so- ciali leccesi: un pasto, un letto, un lavoro, non parliamo di un tetto e di un’idea di comunità, sono legati a una logica di eccezione. L’alternati- va è la strada. E intanto si aspettano da qualche parte i soldi che la Cari- tas e le istituzioni dovrebbero impie- gare nell’adeguamento di strutture ricettive dedicate. Dobbiamo ricor- dare che Tonino Bello, da vescovo, apriva la sua curia ai non abbienti? È un vuoto di politica quello che si avverte, perché la solidarietà dei cittadini è forte, ma per strutturare l’azione sociale bisogna passare dalle istituzioni. Garin non vedrà dove andrà a pa- rare questo 2012 che si annuncia molto duro, dai provvedimenti an- ticrisi cui Lecce si presenta con il primo posto in Puglia per il debito amministrativo, il ventesimo in Italia, con 1500 euro circa di carico base per ogni abitante, secondo il Sole 24 Ore, e con una famiglia su cin- que sulla soglia della povertà. Con le imprese a rischio e la presenza della città in quasi tutte le gradua- Editoriale TEMPO DI SEMINA LO SCENARIO SOCIALE, ECONOMICO E CULTURALE PONE LE AMMINISTRATIVE LECCESI AL CENTRO DELLA SFIDA AL CONCETTO DI CITTADINANZA torie del XIII rapporto Sos Impresa sull’usura. Con un modo di gestire la cosa pubblica che si commenta da sé nella vicenda del filobus, già per il gergo impiegato nel nome del conto “boiachimolla”, proseguendo di Andrea Aufieri In diverse circostanze e in più modi abbiamo attribuito chiaramente il nome alla nostra idea d’impegno civico e politico: partecipazione. Partecipare è all’origine del nostro stesso esistere come associazione Impegno cristiano sociale (Ics), mo- vimento di laici ispirati dal cristiane- simo. Mettere a parte, permettere che altri condividano il nostro pa- trimonio culturale, socio e politico (di singoli e di gruppo), così come espresso nel nostro manifesto, ed essere parte di un insieme di dina- miche, alcune svincolate da norme e precetti e più legate ai principi e ai valori della persona e altre rego- larizzate dalle leggi vigenti, che ge- stiscono la cosa pubblica. Mettere a parte, condividere il frutto anche emotivo delle nostre storie perso- nali, ed essere parte di quanti si ritrovano in queste storie. Mettere a parte di tutti, i desideri maturati e le azioni possibili, essendo parte di queste stesse azioni per il bene comune. Proseguire questo percorso signi- fica, oggi, partecipare assieme a chi rispetta la nostra identità e con il quale possiamo condividere la formula dei nostri principi. Vogliamo partecipare alla vita amministrativa di Lecce, concorrendo alla realizza- zione di un modello cittadino diver- so e, divenendo parte di un gruppo più grande, con un accordo in cui l’unico fine è dare forma a servizi molteplici per i più deboli, con il no- stro contributo diretto, per il miglio- ramento della gestione della cosa pubblica e dando visibilità concreta ai nostri intenti. Lo facciamo seguendo le regole del gioco secondo le quali, stabilito un perimetro, scegliamo una parte per non rimanere soltanto spettatori. E, in questa parte, un team che sia in grado di farci esprimere le potenzia- lità in funzione delle nostre caratte- ristiche, perché queste potenzialità possano essere a vantaggio della squadra e per il bene, il giusto e il bello di tutto il gioco. Fuor di metafora, possiamo e vo- gliamo dare voce a quanti, contenti e scontenti della situazione attuale, si riconoscono nella nostra sfida per il bene dei cittadini con l’asso- ciazione Impegno cristiano sociale, insieme all’Italia dei valori, all’inter- no di un patto più ampio con il cen- trosinistra. Lo facciamo come sempre “leali nei principi e moderati nel caratte- re”, come tappa di un percorso fatto come e con chi crede che il cam- biamento non solo sia possibile e nella natura delle cose, ma neces- sario non a vantaggio di pochi e soliti noti, ma per il bene dei tanti. Come si dice: “ci mettiamo la fac- cia”, come tappa e avvio di un nuo- vo pezzo di tracciato da fare insie- me con chi vorrà mettere a parte le sue idee, ciò che è, ed essere parte di questa esperienza entusiasman- te e interessante, che apre orizzonti rinnovati a favore di chi è più in dif- ficoltà e per il benessere di chi ha a cuore il miglioramento della vita collettiva. Noi ci crediamo e ci impegniamo a provarci. *Segretario generale associazione Ics, Impegno cristiano sociale L’impegno politico di Ics di Francesco Paolo Monaco * verso la campagna contro l’omofo- bia che proprio l’ex assessore ai trasporti Giuseppe Ripa è riuscito a scatenare con le sue dichiarazioni su Vendola. E ancora la violenza e le tensioni razziste riportate a gal- la dalle aggressioni al venditore di rose ambulante e al ragazzo pic- chiato dai militanti di Casa Pound. È un vuoto politico e culturale che at- tanaglia Lecce, da riempire e supe- rare con un risveglio di cittadinanza.

description

Lo scenario sociale, econimico e culturale pone le amministrative leccesi al centro della sfida al concetto di cittadinanza.

Transcript of XNEWS Anno2 Numero1- Tempo di semina

Page 1: XNEWS Anno2 Numero1- Tempo di semina

Garin At taher era un rifugiato nige-riano, status che gli garantiva i me-desimi dirit ti civili che spet tano agli italiani, come l’assistenza sociale, sanitaria e la pensione. La stampa locale ci ha messo un po’ prima di pubblicare il suo nome dopo la sua morte, il 13 gennaio. E nonostante l’impegno, subito sot tolineato, dei dirigenti dei servizi sociali e dei me-dici leccesi, il signor At taher è riusci-to a contrarre la scabbia. Il dramma rivela la fragilità delle politiche so-ciali leccesi: un pasto, un let to, un lavoro, non parliamo di un tet to e di un’idea di comunità, sono legati a una logica di eccezione. L’alternati-va è la strada. E intanto si aspet tano da qualche parte i soldi che la Cari-tas e le istituzioni dovrebbero impie-gare nell’adeguamento di strut ture ricet tive dedicate. Dobbiamo ricor-dare che Tonino Bello, da vescovo, apriva la sua curia ai non abbienti? È un vuoto di politica quello che si avverte, perché la solidarietà dei cit tadini è forte, ma per strut turare l’azione sociale bisogna passare dalle istituzioni.Garin non vedrà dove andrà a pa-rare questo 2012 che si annuncia molto duro, dai provvedimenti an-ticrisi cui Lecce si presenta con il primo posto in Puglia per il debito amministrativo, il ventesimo in Italia, con 1500 euro circa di carico base per ogni abitante, secondo il Sole 24 Ore, e con una famiglia su cin-que sulla soglia della povertà. Con le imprese a rischio e la presenza della cit tà in quasi tut te le gradua-

Editoriale

tempo di seminaLo scenario sociaLe, economico e cuLturaLepone Le amministrative Leccesi aL centro deLLa sfida aL concetto di cittadinanza

torie del XIII rapporto Sos Impresa sull’usura. Con un modo di gestire la cosa pubblica che si commenta da sé nella vicenda del f ilobus, già per il gergo impiegato nel nome del conto “boiachimolla”, proseguendo

di Andrea Aufieri

In diverse circostanze e in più modi abbiamo at tribuito chiaramente il nome alla nostra idea d’impegno civico e politico: partecipazione. Partecipare è all’origine del nostro stesso esistere come associazione Impegno cristiano sociale (Ics), mo-vimento di laici ispirati dal cristiane-simo. Met tere a parte, permet tere che altri condividano il nostro pa-trimonio culturale, socio e politico (di singoli e di gruppo), così come espresso nel nostro manifesto, ed essere parte di un insieme di dina-miche, alcune svincolate da norme e precet ti e più legate ai principi e ai valori della persona e altre rego-larizzate dalle leggi vigenti, che ge-stiscono la cosa pubblica. Met tere a parte, condividere il frut to anche emotivo delle nostre storie perso-nali, ed essere parte di quanti si ritrovano in queste storie. Met tere a parte di tut ti, i desideri maturati e le azioni possibili, essendo parte di queste stesse azioni per il bene comune.Proseguire questo percorso signi-f ica, oggi, partecipare assieme a

chi rispet ta la nostra identità e con il quale possiamo condividere la formula dei nostri principi. Vogliamo partecipare alla vita amministrativa di Lecce, concorrendo alla realizza-zione di un modello cit tadino diver-so e, divenendo parte di un gruppo più grande, con un accordo in cui l’unico f ine è dare forma a servizi molteplici per i più deboli, con il no-stro contributo diret to, per il miglio-ramento della gestione della cosa pubblica e dando visibilità concreta ai nostri intenti. Lo facciamo seguendo le regole del gioco secondo le quali, stabilito un perimetro, scegliamo una parte per non rimanere soltanto spet tatori. E, in questa parte, un team che sia in grado di farci esprimere le potenzia-lità in funzione delle nostre carat te-ristiche, perché queste potenzialità possano essere a vantaggio della squadra e per il bene, il giusto e il bello di tut to il gioco.Fuor di metafora, possiamo e vo-gliamo dare voce a quanti, contenti e scontenti della situazione at tuale, si riconoscono nella nostra sf ida

per il bene dei cit tadini con l’asso-ciazione Impegno cristiano sociale, insieme all’Italia dei valori, all’inter-no di un pat to più ampio con il cen-trosinistra. Lo facciamo come sempre “leali nei principi e moderati nel carat te-re”, come tappa di un percorso fat to come e con chi crede che il cam-biamento non solo sia possibile e nella natura delle cose, ma neces-sario non a vantaggio di pochi e soliti noti, ma per il bene dei tanti. Come si dice: “ci met tiamo la fac-cia”, come tappa e avvio di un nuo-vo pezzo di tracciato da fare insie-me con chi vorrà met tere a parte le sue idee, ciò che è, ed essere parte di questa esperienza entusiasman-te e interessante, che apre orizzonti rinnovati a favore di chi è più in dif-f icoltà e per il benessere di chi ha a cuore il miglioramento della vita collet tiva. Noi ci crediamo e ci impegniamo a provarci.

*Segretario generale associazione Ics, Impegno crist iano sociale

L’impegno politico di Icsdi Francesco Paolo Monaco *

verso la campagna contro l’omofo-bia che proprio l’ex assessore ai trasporti Giuseppe Ripa è riuscito a scatenare con le sue dichiarazioni su Vendola. E ancora la violenza e le tensioni razziste riportate a gal-

la dalle aggressioni al venditore di rose ambulante e al ragazzo pic-chiato dai militanti di Casa Pound. È un vuoto politico e culturale che at-tanaglia Lecce, da riempire e supe-rare con un risveglio di cit tadinanza.

Page 2: XNEWS Anno2 Numero1- Tempo di semina

275 strada ingiusta“I signori e i prìncipi sono l’origine di ogni usura, d’ogni ladrocinio e rapina; essi si appropriano di tut te le creature: dei pesci dell’acqua, degli uccelli dell’aria, degli al-beri della terra (Isaia 5, 8). E poi fanno divulgare tra i poveri il co-mandamento di Dio: “Non rubare”. Ma questo non vale per loro. Ri-ducono in miseria tut ti gli uomi-ni, pelano e scorticano contadini e artigiani e ogni essere vivente (Michea, 3, 2-4); ma per costoro, alla più piccola mancanza, c’è la forca.” Così scriveva Müntzer nel-la Confutazione ben fondata del 1524, e quasi niente è cambiato nelle dinamiche tra potere e cit ta-dini, natura e civiltà, giustizia e pri-vilegio, fat ta la dovuta eccezione per le grandi socialdemocrazie europee dove le politiche di svi-luppo umano sono per noi di un futuro inimmaginabile. All’interno di questo quadro si inserisce bene la questione nel basso Salento dell’allargamento della strada statale (ss) 275 da Maglie f ino a Montesano e la co-struzione ex novo di una faraoni-ca infrastrut tura sopraelevata che si estenderà in modo devastante f ino al capo di Leuca, in un’area a forte antropizzazione e carat teri-stica per le peculiarità geologiche e ambientali delle serre salentine,

lì dove poeti e pensatori fecero grande la storia della nostra pa-tria. Costo complessivo dell’opera 288 milioni di euro. Non conta la condanna unanime da parte del mondo scientif ico né tantomeno l’associazionismo, espressione più sana della società civile, non legit timato secondo il Consiglio di Stato ad alcun tipo di ricorso. Preferisco tralasciare le posizioni politiche e le assurdità giuridiche della questione, perché vorrei andare oltre, su binari divergenti. Trascendendo il sistema di vas-sallaggio di una classe politica sorda e di un sistema democra-tico palesemente in crisi, preferi-sco met termi a dialogare con la gente e a camminare con essa. E gioirei se i miei amici si rendes-sero conto del costo in termini economici e ambientali di un litro di benzina contrapposto alla co-modità e all’economicità di un si-stema ferroviario, fermo al primo dopoguerra; e gioirei se la gente ricominciasse a godere dei frut-ti della propria terra coltivandola con le proprie mani, contrappo-nendola al bitume e al cemento. Un’ alternativa a questo mondo malato? L’educazione e la con-vivialità. Farebbe bene certo non solo all’uomo ma anche alla na-tura.

Intervistaa Sabrina Sansonetti

FORGE S: “POVERI NOI”

Il Rapporto povertà 2011 Caritas-Zancan ci consegna una foto preoccupante del paese. Ne appro-fondiamo gli aspetti salienti con Guglielmo Forges Davanzati, docen-te di Storia del pensiero economico e di Economia politica all’Università del Salento.

Cos’è e cosa determina l’aumentare del passaggio dalla povertà relativa alla povertà assoluta in Italia ?

Ad oggi tra i paesi dell’Ocse l’Italia ha la peggiore distribuzione del reddito ed è una società fortemen-te polarizzata: pochi hanno molte risorse e gran parte della popolazio-ne ne ha pochissime. Questa forbice definisce la povertà relativa. La povertà assoluta è anche incapacità di avere uno standard di vita digni-toso, secondo l’Istat, legato al tipo di consumi delle famiglie italiane. Una condizione di povertà relati-va può essere assimilabile a una condizione di povertà assoluta: se la distribuzione del reddito peggiora, posso trovarmi in una condizione di povertà relativa nel senso che

è maggiore la distanza tra il mio reddito e il reddito delle fasce più alte, e questa condizione può valere per una condizione di povertà asso-luta. All’aumentare della forbice è maggiore la quota della popolazione che cade in condizione di povertà relativa e anche di povertà assoluta.

Una riflessione importante riguarda oggi quel che resta del welfare. Oltre ai soggetti ecclesiastici chi si occupa dei poveri?

Per una serie di fattori, ma anche per l’ideologia dominante e per l’accreditarsi delle teorie liberiste in ambito internazionale, è stato progressivamente smantellato il welfare, ed è cosa ampiamente nota. Smantellarlo significa, per esem-pio, ridurre la spesa pubblica sotto forma di partite correnti: pensioni e sussidi sono le voci principali della nostra contabilità pubblica, in termini di incidenza sul prodotto interno lordo. Questo è un proble-ma molto rilevante per i giovani, precari senza copertura né reti di protezione sociale. La riduzione di ammortizzatori sociali costituisce un problema in Italia, il meno generoso in assoluto tra i paesi Ocse nella loro erogazione. Per quanto riguarda l’impatto dei soggetti istituzionali nelle politiche sociali, in particolare per la disoc-cupazione giovanile, essi sono poco rilevanti. Negli anni Novanta- primi anni Duemila sono state molto forti

Tre domande a Sabrina Sansonet-ti (Italia dei valori), che condivide l’esperienza delle primarie del cen-trosinistra leccese, domenica 22 gennaio, con Carlo Salvemini (Sini-stra ecologia e libertà) e Loredana Capone (Partito democratico) in vista delle elezioni amministrative. Classe 1968, sposata e con un f iglio, è commercialista professionista dal 1991 e ha ricoperto svariati incari-chi per le istituzioni locali.Tenace, appassionata, cordiale e dinamica, con grandi capacità di mediazione e una visione ot timistica e d’insieme, a quanto si legge sulla sua bio on line (sabrinasansonet ti.it).Ci interessa conoscere la sua visio-ne della cit tà e il contributo che potrà dare alla coalizione di centrosinistra che andrà a sf idare un centrodestra al potere ormai dal ’98.

Risanamento economico, meritocra-zia e partecipazione sociale: come si conciliano e come potranno con-cretamente attuarsi le tre visioni prin-cipali della Lecce di Sabrina Sanso-nett i?

A breve i Comuni dovranno af fronta-re la spinosa questione del federa-lismo f iscale. Solo con un’at tenta e precisa programmazione gli ammi-nistratori potranno tenere i conti del bilancio, evitando che l’ente vada in dissesto. Il prossimo sindaco deve necessariamente essere accorto nel gestire le entrate e le uscite sen-za gravare sulle tasche dei cit tadini. La competenza degli amministra-tori, però, deve essere supportata anche dalle azioni di tut ti loro, che con at teggiamenti virtuosi, possono contribuire alla crescita della cit tà. Ecco perché è necessario che il Comune apra le porte al cit tadino e lo renda partecipe delle sue at tivi-tà: soltanto con la trasparenza e la partecipazione si possono ot tenere risultati inaspet tati. La lot ta contro ogni tipo di discriminazione ci carat-terizza da sempre. Vogliamo costru-ire un programma politico in cui al centro ci siano pari opportunità per tut ti i cit tadini. Vogliamo sviluppare il talento femminile esaltandone le potenzialità per far fronte alle sf ide del ventunesimo secolo, perché bi-

sogna uscire dai vecchi schemi e compiere una vera e propria rivolu-zione culturale. Le donne nel mondo del lavoro, infat ti, non costituiscono un problema etico, ma una neces-sità economica, un pilastro dello sviluppo economico e sociale. Cre-diamo nello sviluppo ecosostenibile per garantire ai nostri f igli una cit tà verde e vivibile. Insieme alle impre-se del set tore edile e dei servizi, agli ordini professionali e alle associa-zioni di categoria vogliamo costru-ire un programma per uno sviluppo urbano capillare secondo i det tami della bioedilizia, del risparmio ener-getico e della gestione razionale e ot timizzata dei rif iuti. Crediamo nello sport come at tività indispensabile a una sana crescita e coesione della nostra società. Vogliamo investire, migliorare e rendendo fruibili i centri esistenti, dotando tut te le scuole di palestre ben organizzate e creando in ogni quartiere un impianto sporti-vo o un luogo di ritrovo oppure una palestra polivalente.

Cosa contraddist inguerà i primi cen-to giorni del suo mandato?

Certamente un’at tenta analisi del-la salute economica dell’ente e lo studio delle strategie adeguate. Non è un mistero che il Comune stia at-traversando un periodo poco felice. Cercherò di recuperare tut te le risor-se disponibili e avvierò tut te le at ti-vità praticabili incentrate sul rispar-mio delle voci di spesa e la ricerca di nuove fonti di ricavo. La priorità della mia visione politica è quella di realizzare una cit tà sociale, un luogo in cui le risorse umane devono es-sere al centro di qualsiasi program-ma politico. Lecce è cit tà di solida-rietà e volontariato dif fuso, sintomo di una grande sensibilità e cultura. Vogliamo preservare e accrescere questo patrimonio dando alla fami-glia sostegno e supporto nella vita di tut ti i giorni. Vogliamo che il benes-sere sia un concet to dif fuso e cre-diamo che la coesione e il tessuto ricco di virtù della nostra cit tà siano il nutrimento primario per costruire un futuro di crescita. Per questo at-tiveremo immediatamente il dialogo con il terzo set tore operante a Lecce negli ambiti sociale, culturale e am-bientale.

Quale contributo darà alla coali-zione di centrosinistra, qualora non dovesse vincere le primarie, e quale ruolo desidererebbe rivest ire?

Non penso al ruolo che potrei rivesti-re; se ho scelto di candidarmi è solo per dare il mio contributo e met tere a disposizione le mie competenze all’interno del centrosinistra. Non di-mentichiamo, infat ti, che le uniche dif ferenze che ci sono tra me e gli altri candidati concorrenti sono solo su come af frontare determinate que-stioni e come risolvere alcuni disagi, ma lo spirito che ci accomuna è lo stesso.

(aa)

di Giacomo Cazzato

Guglielmo Forges Davanzati

Sabrina Sansonetti

Page 3: XNEWS Anno2 Numero1- Tempo di semina

ColophonXnews Cultura, politiCa e soCietà

Periodico fondato dall’associazione ICS Iscritto al n. 1903 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 4 luglio del 2011numero 1, Gennaio 2012 Chiuso in redazione il 16/01/2012editore Associazione Impegno Cristiano Sociale via G. Toma 71 - 73100 [email protected] Centro Stampa Zona Industriale-Taurisano (Le)

direttore responsabile Andrea Aufieridirettore editoriale Fabio Ungaro hanno Collaborato Francesco Paolo Monaco, Ablaye Seyé, Giacomo Cazzato, Francesca Garrisi, Giovanni MatteoFotoGraFia Bianca Moretti (pag 1)proGetto GraFiCo e impaGinaZione Alessandro Matteo

di Giovanni Matteo

FORGE S: “POVERI NOI”le imprese del no profit; c’è stata in economia un’ampia letteratura sugli effetti benefici che produce in condizioni di sostituzione rispetto all’intervento pubblico. Per quello che mi risulta il terzo settore sta soffrendo perché sottofinanziato e perché dopo, mettiamola così, l’ubriacatura dei primi anni Duemi-la molte imprese si sono accreditate come imprese del privato sociale non essendolo, essendo a tutti gli effetti imprese for profit.

Leggendo il Rapporto della Caritas, uno degli aspetti evidenziati è che andrebbe rovesciata la prospettiva d’intervento sul tema della povertà. Non più un approccio di carattere assistenzialistico, quindi semplicemen-te “a pioggia”. In questo contesto spe-cifico, che già è di sofferenza generale per l’economia, si può immaginare in concreto questo cambio di prospettiva?

La crisi che stiamo vivendo è una crisi che per molti commentatori, e stando all’evidenza empirica, è di intensità superiore alla più grande recessione che il capitalismo ha avuto finora, cioè la Grande de-pressione degli anni Trenta, ed è a rischio la tenuta dell’euro. A fronte di una prospettiva macroeconomica così ampia, dovremmo cominciare ad abituarci a ragionare in termi-ni sovranazionali, cioè il governo italiano non può far più di tanto rispetto a quello che decidono la Commissione europea e la Banca

centrale europea. Prevale la linea dell’austerità, cioè riduzione della spesa pubblica e aumento dell’im-posizione fiscale, che in Italia è già ai massimi storici. Questo è assolu-tamente irrazionale per i fini che ci si propone di raggiungere, cioè la Commissione europea ci chiede di ridurre il rapporto debito pubblico-prodotto interno lordo. Come fare per raggiungere questo obiettivo? A parte il fatto che l’obiettivo in sé è discutibile, perché di per sé un ele-vato debito pubblico non costituisce un problema. Al di là di questo, tale obiettivo si realizza con la riduzione della spesa pubblica e/o aumen-ti della pressione fiscale. Questo determina minore spesa pubblica e dunque una frana su occupazio-ne, perdita del potere contrattuale dei lavoratori, riduzione dei salari, quindi minori consumi, minore cre-scita economica, quindi riduzione del gettito fiscale, quindi maggiore difficoltà nel ripagare i debiti sovra-ni, i debiti pubblici. Ancora, molto banalmente, visto che ci viene chie-sto di ridurre il rapporto debito-Pil, se la riduzione del debito è ottenuta attraverso la riduzione della spesa pubblica, questo ha effetti negativi sull’occupazione, ed essendo mino-re il numero degli occupati, aumen-ta il rapporto debito pubblico-Pil, infatti siamo passati–con l’auste-rità–dal 107 per cento di questo rapporto nel 2007, al 120 per cento oggi. Cioè stiamo attuando poli-tiche recessive in regime di crisi,

che è quanto di più sbagliato possa farsi. Il problema non sta tanto nel fare politiche assistenziali o meno, il problema italiano ed europeo è quello di rilanciare la domanda, di far crescere consumi e investimenti, cioè creare occupazione. Ora stiamo perdendo posti di lavoro. Stiamo sperimentando queste po-litiche di ulteriore smantellamento del welfare dal 2009, o inizi 2010, con effetti devastanti, non soltanto per l’occupazione, non soltanto per i giovani, ma anche per l’im-poverimento delle classi medie, e anche per i profitti imprenditoriali, soprattutto delle aree più deboli del paese; il tasso di mortalità delle im-prese nel Mezzogiorno è altissima, perché sono imprese che fanno due cose: o lavorano sui mercati locali, e siccome la domanda cala hanno difficoltà a sopravvivere anche loro, oppure lavorano su subforniture delle imprese del Nord, le quali a loro volta lavorano su subfornitura di imprese tedesche. La crisi delle imprese del Nord determina minor domanda di subfornitura di produ-zioni intermedie per le imprese del Sud, e le imprese del Sud licenzia-no o falliscono. Quindi la domanda che lei mi ha posto va inquadrata in una prospettiva macroeconomica più ampia che fa riferimento a po-litiche economiche assolutamente irrazionali. Irrazionali sia per quello che le ho detto sia per la tenuta sociale.

Intervista di Francesca Garrisi

Diversi e ugualiNessuno è clandestino, siamo tut ti cit tadini del mondo.Discriminare un uomo, soppri-merne la vita, signif ica arrestare il progresso, perché oggi il f ine ultimo dello sviluppo altro non è che migliorare la qualità della vita delle persone.Non staremo rivivendo la storia?Congiungendo gli eventi del campo rom di Torino e il mas-sacro dei senegalesi a Parma, sembrerebbe di essere tornati nel Medio Evo. Questi avvenimenti recenti non sembrano essere permeati dalla visione di un mondo in cui la leg-ge riposa sul rispet to dei principi di uno stato di dirit to, dalla tutela della dignità umana, dalla propa-lazione di norme che si reggono in maniera diret ta sul costume onorevole o morale, anzi, essi sembrano provenire da dot tri-ne estremiste che fanno capo generalmente a organizzazioni dell’estrema destra, e che usano vecchie formule come il ricat to, l’intimidazione, le ritorsioni, la xe-nofobia e perf ino il crimine.Per far fronte a questo, non c’è solo il bisogno della divisione dei poteri, né dell’istituzione di strut tu-re che garantiscano il pluralismo.Si trat ta, più profondamente, di un modo dif ferente di concepire

l’integrazione dei popoli,una di-versa concezione dell’inserimen-to dell’individuo nella società. Si trat ta di riferirsi a punti certi, indi-viduabili e comuni per accordarsi e comprendere il senso della glo-balizzazione: è il momento che l’Europa, in generale, e l’Italia in particolare, apprendano un lin-guaggio egalitario, che adot tino una politica riformista, inclusiva e che bandiscano invece tut te le forme discriminatorie individuali o collet tive. È ora che volgano l’at-tenzione a forme di eguaglianza morale, che accompagna l’idea di Europa quando si pensa alla storia dell’eguaglianza in questo continente.Ma at tenzione, non è più il tempo di parlare semplicemente di tolle-ranza, di eguaglianza formale, di integrazione superf iciale, perché il dibat tito trascende ormai ogni considerazione conformista. È invece il tempo di realizzare con-cretamente una mondializzazione pluralista volgendosi alla compe-netrazione tra le culture, agli stili di vita, alle economie. E l’Africa in tut to questo ha un ruolo centrale, con le sue grandi risorse uma-ne, naturali ed energetiche, il cui equo impiego, e non la sua profa-nazione, potrebbe salvare l’uma-nità dalla crisi.

di Ablaye Seye

Dati sulla povertà a lecce e in puglia

lecce

- sei per cento* In un solo anno, le per-sone assistite dal Banco per le opere di carità a Lecce è cresciuto da 25mila a 41mila, poco più del cinque per cento dell’intera popolazione provinciale.- una famiglia su cinque* non ha il reddito sufficiente ad arrivare a fine mese- 7.578 euro** Reddito medio provin-ciale- 44 per cento** assorbimento occu-pazionale della cit tà di Lecce dal 1990 a oggi- 300.000 euro* Investimenti per la Funzione sociale della Provincia di Lec-ce per il 2011

puglia***

- 512.383 pasti serviti dalle 40 men-se dei poveri censite in Puglia nel 2009 (l’8,9% delle mense presenti su tut to il ter-ritorio nazionale), 1.404 pasti al giorno- 55,16 euro spesa sociale annuale procapite in Puglia nel 2007-2008 (Istat)- 5,7 euro voce della spesa sociale esclusivamente destinata all’area po-vertà (“interventi e servizi per ex detenuti, donne maltrat tate, persone senza fissa dimora, indigenti, persone con problemi mentali e altre persone in difficoltà non comprese nelle altre aree”)- Media nazionale: in Puglia si spen-de per il sociale la metà ma si incide il 4.9% in più

*Fonte: “Visti da noi. Lo sguardo del volontariato sui bisogni del territorio”, dossier 2011 Csv Salento e Banco opere di carità** Dati Istat e Comuni Italiani 2011*** “Poveri di dirit ti. Rapporto 2011 su povertà ed esclusione sociale in Italia” Caritas-Fondazione Zancan

Page 4: XNEWS Anno2 Numero1- Tempo di semina

Coop Siloe - sede legale: Via M. Saponaro, 3 - 73100 Leccecell. (+39) 328. 944 60 72 - e-mail: [email protected]