AGRICOLTURA PER TUTTI 1858 36 · guiti e curati. Ormai le piante estive sono esaurite e una vol-ta...

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vitatrentina - 29/10/2017 Copyright (c)2017 vitatrentina, Edition 29/10/2017 Ottobre 29, 2017 1:18 pm (GMT -1:00) Il bilancio e l’esercizio 2016-2017 superano per tutte le voci i precedenti. Liquidati ai viticoltori prezzi soddisfacenti in media 9 euro a bottiglia. I vignaioli e gli operatori che abbinano viticoltura e attività commerciale arrivano a 4 euro. I vini di Cavit non andrebbero oltre i 2 euro. L’ultima cifra risulterebbe dalla divisione degli ettolitri di vino venduti e di euro incassati. Dati non forniti nonostante precise e ripetute richieste. A chi paventa uno stato di soggezione delle cantine sociali rispetto a Cavit, Zanoni risponde: ”Respingo questa visione ideologica. Cavit non appiattisce le cantine di primo livello. L’adesione al Consorzio è volontaria. Cavit fornisce un supporto tecnico, ma non impedisce di valorizzare le specificità”. Postilla tecnica: l’assemblea ha ospitato il meteorologo Luca Mercalli che ha dimostrato l’invertibile progressione dei cambiamenti climatici e le conseguenze sull’attuale assetto varietale, geografico e altitudinale della viticoltura. I presidenti delle cantine associate a Cavit, dice il presidente Bruno Lutterotti, hanno capito che è necessario ricorrere alla genomica avanzata per ottenere fra 10-15 anni vitigni in grado di sopravvivere e produrre qualità anche in condizioni avverse. C’è chi - come il prof. Attilio Scienza - sollecita questa soluzione da quando è nata la Fondazione Mach (2009) e ha avuto inizio l’attività del Dipartimento di genomica molecolare applicata alla biologia di vite, mele e altri piccoli frutti? l chiave di volta per affrontare il mercato estero (80% del giro di affari di Cavit) e quello italiano porta a selezionare i tipi e le qualità dei vini commercializzati in base al valore oggettivo e alla provenienza. Qui si innesta il nodo che divide i sostenitori di Cavit e gli oppositori che vorrebbero riservare a Cavit l’attività commerciale rivolta al mondo globalizzato (con piena libertà di acquisto e vendita anche di vini non trentini), affidando alle cantine associate e ai vignaioli di eccellenza la produzione e la valorizzazione dei vini di territorio. Da una parte si afferma e sostiene che l’attuale gestione della realtà vitivinicola di Cavit va mantenuta perché consente di assicurare reddito ai viticoltori. Dall’altra si obietta che il sistema attuale, pur portando denaro nelle tasche dei viticoltori, condanna la vitivinicoltura trentina ad una piatta e irreversibile medianità. Si sostiene che i vini trentini di territorio meriterebbero di essere venduti a prezzi molto più alti degli attuali. I vini altoatesini spuntano Uva pagata a peso d’oro foto G. Michelon a cura di Sergio Ferrari e Giuseppe Michelon TO E GIARDINO F ino a non molti anni fa i giornalisti erano ammessi ad assistere con libertà di intervento all’assemblea di bilancio di Cavit. Successivamente si è deciso di tenere distinti l’assemblea (riservata ai rappresentanti delle cantine associate) e l’incontro con i giornalisti. Siamo quindi in grado di riferire non solo dati, risultati e prospettive, ma anche alcune risposte date a quesiti posti dai giornalisti. Iniziamo dal bilancio. Soddisfazione per gli ottimi risultati che premiano le cantine con un valore di conferimenti in ulteriore aumento rispetto all’anno precedente. Ricavi netti per oltre 182,5 milioni di euro, con un incremento del 2,6%. Particolarmente positivi i risultati commerciali sul mercato italiano (+ 7%). Significativo aumento della gamma degli spumanti cresciuti a due cifre (+14%). Offerta ampliata di vini per la ristorazione e le enoteche con inserimento di nuovi vini della fascia più alta (linea Maso, Trentini superiori, Bottega vinai). Bene anche il canale della GDO cui è dedicata la linea Mastri vernacoli (+15%). Consolidamento dei mercati esteri che rappresentano l’80% del giro di affari di Cavit. Buoni i risultati sui mercati degli Stati Uniti dove Cavit si conferma il marchio di vino italiano più diffuso. Crescita a due cifre per Russia e Canada, rafforzamento in Gran Bretagna, Germania e Austria. Continua la crescita dei vini Cavit sui nuovi mercati in particolare Cina, grazie all’accordo siglato lo scorso aprile con il gruppo COFCO (grande distribuzione e vendita telematica). Più che legittima quindi la dichiarazione del presidente Bruno Lutterotti: “Siamo lieti dei risultati raggiunti quest’anno e in particolare degli alti prezzi liquidati ai soci conferenti, obiettivo primario di Cavit”. Precisa e ferma la dichiarazione del direttore generale di Cavit, Enrico Zanoni, che sintetizza in una parola la linea maestra del suo mandato: segmentazione. A significare che la

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29 ottobre 2017

vita trentina36 AGRICOLTURA PER TUTTI 1858

Il bilancio e l’esercizio 2016-2017 superano per tutte le voci i precedenti. Liquidati ai viticoltori prezzi soddisfacenti

in media 9 euro a bottiglia. I vignaioli egli operatori che abbinano viticoltura eattività commerciale arrivano a 4 euro. Ivini di Cavit non andrebbero oltre i 2euro. L’ultima cifra risulterebbe dalladivisione degli ettolitri di vino venduti edi euro incassati. Dati non fornitinonostante precise e ripetute richieste.A chi paventa uno stato di soggezionedelle cantine sociali rispetto a Cavit,Zanoni risponde: ”Respingo questavisione ideologica. Cavit non appiattiscele cantine di primo livello. L’adesione alConsorzio è volontaria. Cavit fornisce unsupporto tecnico, ma non impedisce divalorizzare le specificità”.Postilla tecnica: l’assemblea ha ospitatoil meteorologo Luca Mercalli che hadimostrato l’invertibile progressione deicambiamenti climatici e le conseguenzesull’attuale assetto varietale, geograficoe altitudinale della viticoltura. Ipresidenti delle cantine associate aCavit, dice il presidente Bruno Lutterotti,hanno capito che è necessario ricorrerealla genomica avanzata per ottenere fra10-15 anni vitigni in grado disopravvivere e produrre qualità anche incondizioni avverse. C’è chi - come il prof.Attilio Scienza - sollecita questasoluzione da quando è nata laFondazione Mach (2009) e ha avutoinizio l’attività del Dipartimento digenomica molecolare applicata allabiologia di vite, mele e altri piccolifrutti?

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chiave di volta per affrontare il mercatoestero (80% del giro di affari di Cavit) equello italiano porta a selezionare i tipi ele qualità dei vini commercializzati inbase al valore oggettivo e allaprovenienza.Qui si innesta il nodo che divide isostenitori di Cavit e gli oppositori chevorrebbero riservare a Cavit l’attivitàcommerciale rivolta al mondoglobalizzato (con piena libertà diacquisto e vendita anche di vini nontrentini), affidando alle cantineassociate e ai vignaioli di eccellenza laproduzione e la valorizzazione dei vini diterritorio. Da una parte si afferma esostiene che l’attuale gestione dellarealtà vitivinicola di Cavit va mantenutaperché consente di assicurare reddito aiviticoltori. Dall’altra si obietta che ilsistema attuale, pur portando denaronelle tasche dei viticoltori, condanna lavitivinicoltura trentina ad una piatta eirreversibile medianità. Si sostiene che ivini trentini di territorio meriterebberodi essere venduti a prezzi molto più altidegli attuali. I vini altoatesini spuntano

Uva pagata a peso d’oro

foto G. Michelona cura di

Sergio Ferrarie Giuseppe Michelon

BREVIORTO E GIARD

INO

VECCHIE USANZERICCIAIA PROTETTA. Per prolungare la conservazione dellecastagne, dice Giorgio Tomasi di Povo, i produttori fanno ri-corso alla ricciaia. Consiste nel collocare in un angolo pros-simo al castagneto i ricci ancora chiusi, ma maturi, forman-do un cumulo alto al massimo un metro. Esso va coperto con

rami per creareun ambienteumido, ma an-che per proteg-gerli da variespecie di ani-mali ghiotti dicastagne: corvi,scoiattoli e ghi-ri in particola-re.

IN CAMPOPATATE BRU-CIATE. La gela-ta di aprile habruciato, masolo parzial-mente, i germo-gli delle patateseminate da po-co in Val di Gre-sta e nelle Giu-dicarie. Non èstato necessa-

rio ricorrere alla risemina. La stretta fisiologica ha però de-terminato uno scompenso ormonale nelle piante che di se-guito si sono sviluppate, ma hanno prodotto un numero in-feriore di tuberi. Quelli rimasti, in mancanza di concorrenti,hanno però potuto crescere meglio e raggiungere una buonapezzatura.

ERICA PER L’INVERNOA fine stagione i fiori scarseggiano anche nei giardini più se-guiti e curati. Ormai le piante estive sono esaurite e una vol-ta sradicate e lavorata la terra che le ospitava bisogna pen-sare a cosa piantare. Non sono molte le piante da scegliere.La calluna e l’erica sono tra le più gettonate. Sono piante ru-stiche che resistono bene al freddo e regalano macchie di co-lore con i loro cuscinetti caratterizzati da foglioline aghifor-mi e fiorellini campanulati riuniti nelle tante infiorescenzeterminali. Annaffiare bene dopo il trapianto e poi diradare lafornitura di acqua. Per facilitare e prolungare la fioriturasomministrare un pizzico di concime granulare rigorosa-mente per acidofile.

RAVANELLI PER NATALENei prossimi giorni si potranno trapiantare la lattuga trenti-na e procedere alla semina dei ravanelli rossi, tondi o bian-chi a candela precoci, nelle aiuole che poi più tardi andran-no protette con dei minitunnel in materiale plastico traspa-rente o con la stesura sul terreno di un tessuto non tessutodoppio. Si eviteranno possibili danni da gelate autunnali.Così facendo sarà possibile raccogliere questi ortaggi inprossimità delle festività di fine anno.

DALIE ALL’ASCIUTTOA partire dai primi di novembre dovranno essere sterrati ibulbi delle dalie e della canna indica. Si procede in questomodo: la vegetazione esterna va tagliata di netto vicino alterreno; quindi procedere per mezzo di una forca o tridentescavando delicatamente tutto attorno alla pianta in manie-ra da evitare danni alle radici. I rizomi vanno estirpati, puli-ti dalla terra e posti ad asciugare su uno strato di carta as-sorbente e su un ripiano riparato e arieggiato. Per mantene-re separate le diverse varietà è bene fornire ogni rizoma dietichetta. E’ in uso da parte di molti il lasciare le dalie in si-to per tutto l’inverno eseguendo una semplice pacciamaturacon strame, paglia o tessuto non tessuto. Ma lo sterramen-to e la conservazione in casa di bulbi e rizomi è sicuramenteda consigliare.

Castagne nel riccio

F ino a non molti anni fa igiornalisti erano ammessi adassistere con libertà diintervento all’assemblea di

bilancio di Cavit. Successivamente si èdeciso di tenere distinti l’assemblea(riservata ai rappresentanti dellecantine associate) e l’incontro con igiornalisti.Siamo quindi in grado di riferire nonsolo dati, risultati e prospettive, maanche alcune risposte date a quesitiposti dai giornalisti. Iniziamo dalbilancio.Soddisfazione per gli ottimi risultati chepremiano le cantine con un valore diconferimenti in ulteriore aumentorispetto all’anno precedente. Ricavinetti per oltre 182,5 milioni di euro, conun incremento del 2,6%.Particolarmente positivi i risultaticommerciali sul mercato italiano (+ 7%).Significativo aumento della gammadegli spumanti cresciuti a due cifre(+14%). Offerta ampliata di vini per laristorazione e le enoteche coninserimento di nuovi vini della fascia piùalta (linea Maso, Trentini superiori,Bottega vinai).Bene anche il canale della GDO cui èdedicata la linea Mastri vernacoli(+15%). Consolidamento dei mercatiesteri che rappresentano l’80% del girodi affari di Cavit. Buoni i risultati suimercati degli Stati Uniti dove Cavit siconferma il marchio di vino italiano piùdiffuso. Crescita a due cifre per Russia eCanada, rafforzamento in GranBretagna, Germania e Austria. Continuala crescita dei vini Cavit sui nuovi mercatiin particolare Cina, grazie all’accordosiglato lo scorso aprile con il gruppoCOFCO (grande distribuzione e venditatelematica).Più che legittima quindi la dichiarazionedel presidente Bruno Lutterotti: “Siamolieti dei risultati raggiunti quest’anno ein particolare degli alti prezzi liquidati aisoci conferenti, obiettivo primario diCavit”.Precisa e ferma la dichiarazione deldirettore generale di Cavit, EnricoZanoni, che sintetizza in una parola lalinea maestra del suo mandato:segmentazione. A significare che la

Pinot nero

foto G. Michelon