Agricoltura al femminile def...L’analisi dei risultati dell’indagine porta a presentare un...

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Assessorato all’Agricoltura Se.S.I.R.C.A. Assessorato ai Sistemi Informativi e Statistica Settore Gestione dei Sistemi Informativi Servizio Statistica Assessorato per le Pari Opportunità Settore Organizzazione e Metodo Servizio Pari Opportunità AGRICOLTURA AL FEMMINILE NOVEMBRE 2006

Transcript of Agricoltura al femminile def...L’analisi dei risultati dell’indagine porta a presentare un...

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AAsssseessssoorraattoo aaii SSiisstteemmii IInnffoorrmmaattiivvii ee SSttaattiissttiiccaa SSeettttoorree GGeessttiioonnee ddeeii SSiisstteemmii IInnffoorrmmaattiivvii

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AAGGRRIICCOOLLTTUURRAA AALL FFEEMMMMIINNIILLEE

NNOOVVEEMMBBRREE 22000066

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Premessa

La Commissione “Formazione, Lavoro, Agricoltura e Nuove Tecnologie” della Consulta

Regionale Femminile ha proposto un progetto, volto a verificare la consistenza e la

diversificazione della componente femminile in agricoltura circoscrivendo l’attenzione a specifici

comparti quali: agriturismo, agricoltura biologica, produzioni di qualità.

Poiché la carenza di dati e documentazioni specifiche, supportato da uno studio mirato e

pertinente, ne rende difficile la realizzazione, la Commissione ha fatto richiesta all’Assessorato

all’Agricoltura di realizzare un’indagine statistica ad hoc.

Per far fronte a tale richiesta l’Assessorato all’Agricoltura in collaborazione con

l’Assessorato alla Ricerca Scientifica e l’Assessorato per le Pari Opportunità, ha ritenuto

necessario attuare l’indagine mediante la somministrazione di un apposito questionario ad

aziende dei comparti sopra citati, inserite negli elenchi già in possesso dell’Amministrazione

Regionale.

L’Assessorato alla Ricerca Scientifica, avvalendosi di esperti informatico-statistici, su

indicazione degli Assessorati all’Agricoltura e alle Pari Opportunità ha predisposto e

somministrato il questionario di rilevazione, sulla base del quale è stata progettata, strutturata

e implementata una banca dati, in grado di riprodurre esattamente le domande contenute nel

questionario. Il software rappresenta un archivio dati consultabile e al tempo stesso uno

strumento per l’elaborazione statistica.

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1. L’imprenditoria agricola femminile

L’importanza di svolgere un’analisi dell’imprenditoria femminile in agricoltura in

Campania è stata dettata dalle recenti tendenze legate a politiche di pari opportunità a livello

nazionale ed europeo.

Il Reg. CE n. 1750/99 all’art. 2 si pone tra gli obiettivi da perseguire per lo sviluppo

rurale anche “l’abolizione delle ineguaglianze e la promozione delle pari opportunità fra uomini

e donne”. Tale obiettivo si persegue attraverso il sostegno ad azioni orientate a favorire una

presenza più ampia e attiva delle donne nel tessuto economico, sociale ed istituzionale delle

aree rurali.

Nel sistema di produzione agricolo, basato principalmente su aziende di tipo familiare,

più che in altri ambiti, la donna si è trovata ad assolvere un ruolo complesso, dovendo svolgere

una pluralità di attività informali. Tale situazione ha portato spesso a condizioni di isolamento

sociale, ma anche alla mancanza di un riconoscimento economico esplicito del lavoro svolto.

La cultura del lavoro familiare (soprattutto, ma non solo, nel meridione d’Italia) è molto

diffusa, e presenta caratteristiche peculiari, in quanto si tratta di modi di lavorare non orientati

solo alla produttività, ma anche ai bisogni umani, alla collaborazione. Non si può prescindere

da tali aspetti negli attuali processi di sviluppo delle aree rurali in cui la valorizzazione delle

risorse locali è affidata alla ricerca di una strategia efficace per far fronte alle disparità locali e

regionali.

È indiscutibile che il ruolo svolto dalle donne in tale ambito sia spesso indispensabile,

per questo motivo la loro valorizzazione economica e sociale è di primaria importanza. Esse

rappresentano un tramite importante tra l’attività produttiva e la riproduzione delle risorse

materiali ed immateriali; sono al centro di relazioni familiari e sociali dell’azienda-famiglia

attraverso cui il sapere locale si forma e viene trasmesso nel tempo; contribuiscono

efficacemente al carattere multifunzionale dell’agricoltura.

Per questi motivi la Politica Regionale dell’Unione Europea e la Politica Agricola Comune

evidenziano l’importanza delle donne in agricoltura, il loro contributo al carattere

multifunzionale dell’agricoltura europea e l’esigenza di rafforzare il ruolo nelle regioni rurali

nell’ambito delle iniziative relative allo sviluppo rurale. A tal proposito si inserisce il succitato

Reg. CE n. 1750/99 che gli stati membri, nella predisposizione dei principali strumenti operativi

previsti per l’attuazione delle politiche comunitarie rurali, avevano l’obbligo di recepire.

In realtà, la lettura di genere della programmazione dei fondi strutturali e di sviluppo

rurale 2000-2006 non rivolge nel nostro Paese un’opportuna attenzione a questa tematica, con

la mancanza di indicazioni puntuali nella traduzione di detti principi in azioni concrete. Nelle

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regioni Obiettivo 11 si riscontra una maggiore attenzione alla questione ed una maggiore

presenza fra i criteri di priorità e di selezione adottati di indicatori di genere.

L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania ha formulato la Misura POR 4.15 la

quale si prefigge il ricambio generazionale degli imprenditori per favorire il rilancio produttivo

delle aziende agricole e migliorarne parimenti il livello di competitività. A tale scopo, la misura

prevede l’erogazione di un premio una tantum per incentivare il primo insediamento di giovani

in agricoltura. Per “primo insediamento” s’intende l’acquisizione da parte del giovane

agricoltore di un’azienda agricola attraverso passaggio di proprietà o affitto. In tale ambito si è

posta un'attenzione particolare al requisito "sesso femminile", che ai fini della valutazione del

progetto da diritto a un punteggio maggiore, in special modo se combinato alla giovane età

dell’imprenditrice.

Per avere una prima visione della realtà dell’agricoltura al femminile in Italia si può fare

riferimento ai dati del V Censimento dell’agricoltura (ISTAT 2000). Tali dati evidenziano come

già al 2000 (quindi prima delle attuazione della programmazione operativa 2000-2006) in

Italia la percentuale di aziende rette da donne era pari al 30,9% del totale con un incremento

sul precedente periodo censuario pari all’1,7%. Si osserva, quindi, un trend positivo di crescita

che evidenzia il passaggio di un numero sempre maggiore di donne da posizioni sussidiarie a

posizioni centrali nella conduzione delle aziende agrarie.

1 Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.

5

2. Obiettivi e risultati dell’indagine

La presente indagine è volta a verificare la consistenza e la diversificazione della

componente femminile in agricoltura, per i comparti dell'agriturismo, dell'agricoltura biologica,

delle produzioni di qualità. Essa ha l'obiettivo di monitorare la presenza femminile nell'ambito

delle attività connesse ai comparti oggetto di studio, descrivere le motivazioni della scelta,

rappresentare lo stile di vita della donna in agricoltura, studiare il suo ruolo in azienda e

l'organizzazione data ad essa.

La raccolta dei dati è stata effettuata mediante un questionario d’indagine

somministrato alle aziende agricole campane con titolare donna presenti negli elenchi regionali

relativi ai comparti di appartenenza.

L’analisi è stata condotta, a seconda del fenomeno analizzato, in riferimento alla

localizzazione territoriale e/o al comparto di appartenenza dell’azienda.

L’analisi dei risultati dell’indagine porta a presentare un dettagliato quadro dell’

“agricoltura al femminile in Campania”.

Innanzitutto, si evidenzia come la dimensione media delle aziende agricole a conduzione

femminile sia di piccole dimensioni visto che oltre il 70% ha una superficie tra i 3 e 20 ettari.

Le coltivazioni più diffuse sono quelle dei seminativi, dell’ulivo, della vite e delle piante da

frutta. Un’altra peculiarità delle aziende agricole campane è la conduzione prevalentemente a

carattere familiare con una forma giuridica che quasi nella totalità dei casi è quella dell’azienda

individuale. La maggior parte delle aziende aderisce ad associazioni di categoria ed hanno

utilizzato come principale fonte di finanziamento pubblico quelle previste nel POR Campania

2000-2006.

Per quanto riguarda le caratteristiche delle titolari d’azienda, si evince come la figura

dell’imprenditrice agricola sia caratterizzata da un’età giovane (46% al di sotto dei 34 anni);

hanno un livello di istruzione basso (il 49,6% non va oltre la scuola media inferiore); la

motivazione principale per la donna imprenditrice è legata ad un interesse personale, all’aver

ricevuto l’azienda in eredità o al fatto di possedere superfici agrarie; la maggior parte di esse

incontra le difficoltà maggiori nella fase start-up.

Si dedicano principalmente alle fasi legate alla produzione e meno alla

commercializzazione occupando buona parte della loro giornata all’attività agricola a scapito

della famiglia e del tempo libero. Coloro che hanno figli tendono ad iscriverli principalmente

presso scuole pubbliche con un grado di soddisfazione buono-ottimo.

Le imprenditrici donne si affidano principalmente alla collaborazione di familiari

anch’esse donne, sia che si tratti di contratti a tempo determinato che indeterminato; poche di

loro dichiarano di aver beneficiato dei congedi parentali garantiti dalla legge 53/2000.

Infine, la promozione dei prodotti e servizi dell’azienda avviene principalmente

attraverso la partecipazione a fiere e a sagre, oppure mediante la diffusione di materiale

pubblicitario. L’accesso al mercato è scarso e si riferisce principalmente al mercato locale,

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mentre si fa poco uso di strumenti di vendite telematica: i prodotti vengono per lo più venduti

in azienda.

7

3. Scenario di indagine

Le aziende da intervistare sono state fornite da elenchi presenti negli archivi regionali,

ottenuti grazie a censimenti ed indagini svolti dall’Ente.

I comparti di appartenenza delle aziende agricole sono cinque:

• Agriturismo: l’elenco delle aziende agrituristiche campane è stato ottenuto

dall’indagine sugli agriturismi campani svolta nel 2003, che ha portato alla

redazione della guida agli agriturismi campani.

• Agricoltura biologica: elenco regionale delle aziende che effettuano agricoltura

biologica.

• POR Mis.4.15: elenco regionale dei beneficiari della misura 4.15 del POR.

• Produzioni di qualità di olio e vino: elenco regionale delle aziende che effettuano

produzioni di qualità di olio e vino.

• Produzione di miele: l’elenco delle aziende campane produttrici di miele è stato

ottenuto grazie al censimento apistico effettuato dalla Regione Campania.

Si tenga presente che un’azienda può appartenere a due o più comparti, nel caso in cui

figuri in più ambiti.

Delle 1.231 aziende campane alle quali è stato somministrato il questionario d’indagine

quelle risultate utili ai fini dell’analisi sono 1.162.

Esse risultano così distribuite sul territorio regionale:

Aziende per provincia

Provincia Aziende Percentuale

Avellino 142 12,2% Benevento 466 40,1% Caserta 139 12,0% Napoli 148 12,7% Salerno 267 23,0%

Totale 1.162 100,0%

Si osserva che la provincia di Benevento comprende il 40,1% delle aziende, con una

numerosità pari a 466 unità; segue Salerno con il 23% (267 unità), mentre Avellino, Caserta e

Napoli hanno una consistenza aziendale pressoché identica, con una percentuale compresa tra

il 12% e il 12,7%.

8

Aziende agricole per provincia

Avellino12%

Benevento40%

Caserta12%

Napoli13%

Salerno23%

Rispetto ai comparti di appartenenza delle aziende, occorre specificare alcune note

metodologiche:

• al fine di ottenere un’analisi coerente, che fornisca una corretta informazione, si è

deciso di tenere distinte le aziende che appartengono ad un solo comparto da

quelle che invece ne occupano più di uno;

• data l’esigua numerosità dei comparti Produzione di miele, Produzione di qualità di

olio e vino e Agricoltura biologica, si è ritenuto opportuno accorparli in un unico

comparto denominato Produzioni di qualità.

Rispetto ai comparti, le aziende si distribuiscono come segue:

Aziende per comparto di appartenenza

Comparto Aziende Percentuale

POR Mis. 4.15 788 67,8% Agriturismo 188 16,2% Produzioni di qualità: 122 10,5% Produzione di miele 77 6,6%

Agricoltura biologica 32 2,8%

Produzione di olio e vino 13 1,1%

Più comparti 64 5,5%

Totale 1.162 100,0%

9

Aziende agricole per comparto

POR Mis. 4.15

Agriturismo

Produzione di miele

Agricoltura biologica

Produzione di olio e vino

Più comparti

La maggior parte delle aziende appartiene al comparto POR, occupando con 788 unità il

67,8% del totale; ad esso seguono i comparti Agriturismo, con 188 aziende pari al 16,2%, e

Produzioni di qualità, con 122 aziende pari al 10,5%.

Il 5,5% delle aziende appartiene a due o più comparti:

Agriturismo Agricoltura biologica

Produzioni olio e vino

Produzione miele

POR Aziende

• • 24 • • 14

• • 8 • • 7 • • 3 • • 3 • • 1

• • • 2 • • • 1

• • • • 1

Totale 64

È evidente che i comparti più presenti sono il POR e l’Agriturismo, infatti 24 aziende

appartengono ad entrambi; il POR si accompagna all’Agricoltura biologica in 14 aziende;

l’Agriturismo all’Agricoltura biologica in 8 aziende e alla Produzione di miele in 7 aziende.

10

Diamo ora uno sguardo alla distribuzione delle aziende per comparto e per provincia:

Aziende per comparto e per provincia

Comparto Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno

POR Mis. 4.15 77 371 108 109 123 Agriturismo 30 49 17 13 79 Produzioni di qualità 24 19 10 19 50 Produzione di miele 17 10 6 10 34

Agricoltura biologica 6 6 3 4 13

Produzione di olio e vino 1 3 1 5 3

Più comparti 11 27 4 7 15

Totale 142 466 139 148 267

Aziende per comparto per ciascuna provincia

Comparto Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno

POR Mis. 4.15 54,2% 79,6% 77,7% 73,6% 46,1% Agriturismo 21,1% 10,5% 12,2% 8,8% 29,6% Produzioni di qualità 16,9% 4,1% 7,2% 12,8% 18,7% Produzione di miele 12,0% 2,1% 4,3% 6,8% 12,7%

Agricoltura biologica 4,2% 1,3% 2,2% 2,7% 4,9%

Produzione di olio e vino 0,7% 0,6% 0,7% 3,4% 1,1%

Più comparti 7,7% 5,8% 2,9% 4,7% 5,6%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Aziende per comparto per ciascuna provincia

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno

POR Mis. 4.15 Agriturismo Produzioni di qualità Più comparti

Si nota come in ciascuna provincia le aziende appartenenti al POR hanno un peso

maggiore rispetto agli altri comparti.

11

In particolare, la provincia di Avellino conta 77 aziende che appartengono al POR

(54,2%), 30 che si occupano di Agriturismo (21,1%) seguono le Produzioni di qualità con 24

aziende, pari al 16,9%.

La provincia di Benevento accoglie un numero considerevole di aziende appartenenti al

comparto POR, ben 371 su 466, con una percentuale che sfiora l’80%. Con percentuali minori

si presentano l’Agriturismo (10,5%) e le Produzioni di qualità (4,1%).

Caserta presenta valori simili a quelli di Benevento, infatti le aziende POR

rappresentano il 77,7% del totale, seguono l’Agriturismo con il 12,2% e le Produzioni di qualità

con il 7,2%.

La provincia di Napoli conta 109 aziende, sulle 148 totali, appartenenti al comparto POR

(73,6%), mentre si nota una tendenza inversa per gli altri comparti: le Produzioni di qualità

rappresentano il 12,8% delle aziende, segue l’Agriturismo con l’8,8%.

Salerno, infine, presenta una composizione differente in termini percentuali rispetto alle

altre province: il 46,1% delle aziende appartiene al POR, l’Agriturismo sfiora il 30%; peso

importante, con il 18,7%, è rappresentato dalla Produzioni di qualità.

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4. Caratteristiche delle aziende

Diamo ora una breve descrizione delle aziende oggetto dell’indagine, rispetto a:

• dimensione territoriale ed utilizzazione del terreno;

• sistema di conduzione e forma giuridica.

Considerando le aziende in termini di superficie, occorre innanzitutto premettere che

non tutte le aziende intervistate hanno fornito i dati utili a tale analisi: delle 1.162 aziende

oggetto di indagine, infatti, 1.136 hanno indicato la loro dimensione territoriale (in termini di

superficie totale) e 1.064 la loro superficie agricola utilizzata (SAU).

Effettuando un’analisi per classi di superficie, relativamente alla superficie totale

osserviamo che il 43,7% delle aziende presenta una dimensione territoriale che non va oltre i 5

ettari, il 74,9% non oltre i 10 ettari di estensione. Si evince inoltre che il 72,5% delle aziende

si colloca in una classe di dimensione territoriale compresa tra i 3 e i 20 ettari.

Relativamente alla SAU, osserviamo una situazione pressoché identica alla precedente:

il 47,6% delle aziende presenta una dimensione territoriale che non va oltre i 5 ettari, il 77,7%

non oltre i 10 ettari di estensione; il 69,4% ha una SAU compresa tra i 3 e i 20 ettari.

Aziende agricole per classi di superficie totale

Classi di superficie Aziende Percentuale Percentuale Cumulata

fino a 1 ettaro 81 7,1% 7,1% 1-2 77 6,8% 13,9% 2-3 92 8,1% 22,0% 3-5 246 21,7% 43,7% 5-10 355 31,3% 74,9% 10-20 197 17,3% 92,3% 20-30 47 4,1% 96,4% 30-50 19 1,7% 98,1% 50-100 12 1,1% 99,1% Oltre i 100 ettari 10 0,9% 100,0%

Totale 1.136 100,0%

Aziende agricole per classi di SAU

Classi di superficie Aziende Percentuale Percentuale Cumulata

fino a 1 ettaro 87 8,2% 8,2% 1-2 72 6,8% 14,9% 2-3 95 8,9% 23,9% 3-5 252 23,7% 47,6% 5-10 321 30,2% 77,7% 10-20 165 15,5% 93,2% 20-30 38 3,6% 96,8% 30-50 21 2,0% 98,8% 50-100 8 0,8% 99,5% Oltre i 100 ettari 5 0,5% 100,0%

Totale 1.064 100,0%

13

Aziende agricole per classi di superficie

0

50

100

150

200

250

300

350

400

fino a1

ettaro

1-2 2-3 3-5 5-10 10-20 20-30 30-50 50-100 oltre100

ettariC lassi di superficie

Azi

ende

Superficie totaleSAU

Relativamente all’utilizzazione del terreno, diamo una tabella di sintesi:

Aziende per tipologia di utilizzazione del terreno

Tipologia di utilizzazione del terreno Aziende Percentuale

Seminativi 873 75,13% -di cui in piena aria 387 33,30% --ortive 240 20,65% --fiori 12 1,03% -di cui coltura protetta 119 10,24% --ortive 67 5,77% --fiori 33 2,84% Fruttiferi 387 33,30% Vite 523 45,01% Olivo 635 54,65% Prati e pascoli 205 17,64% Allevamenti 429 38,37%

Notiamo come la coltivazione dei seminativi sia largamente diffusa, tanto da essere

praticata in 873 aziende su 1.162, pari al 75,13% del totale; l’olivo è presente in 635 aziende,

pari al 54,65%; la vite in 523 aziende (45,01%); i fruttiferi in 387 aziende (33,30%); i prati

permanenti e pascoli sono, inoltre, presenti in 205 aziende (17,64%). Per quanto concerne gli

allevamenti, dobbiamo premettere che, delle 1.162 aziende oggetto di indagine solo 1.118

hanno fornito una risposta utile ai fini dell’analisi. Di queste solo 429 hanno dichiarato di

utilizzare il proprio terreno per gli allevamenti, con una percentuale pari a circa il 38%.

Analizzando i dati relativamente a comparto di appartenenza dell’azienda e classe di

superficie totale, si nota che il 56% delle aziende che si occupano di Produzioni di qualità ha

una dimensione territoriale che non va oltre i 5 ettari, mentre le aziende appartenenti ai

comparti Agriturismo e POR si mantengono in linea con il dato generale. Le stesse

considerazioni valgono anche rispetto all’analisi dei dati per comparto e classe di SAU: il 61,1%

14

delle aziende che si occupano delle Produzioni di qualità ha una estensione territoriale fino a 5

ettari.

Aziende agricole per comparto e classi di superficie totale

Classi di superficie Agriturismo POR Produzioni di

qualità Aziende Perc. Aziende Perc. Aziende Perc. fino a 1 ettaro 5 2,7% 61 7,9% 14 12,1% 1-2 13 7,0% 43 5,6% 17 14,7% 2-3 17 9,1% 59 7,7% 10 8,6% 3-5 48 25,8% 165 21,4% 24 20,7% 5-10 50 26,9% 261 33,9% 22 19,0% 10-20 33 17,7% 136 17,6% 16 13,8% 20-30 9 4,8% 31 4,0% 2 1,7% 30-50 7 3,8% 7 0,9% 2 1,7% 50-100 3 1,6% 5 0,6% 3 2,6% oltre 100 ettari 1 0,5% 3 0,4% 6 5,2% Totale 186 100,0% 771 100,0% 116 100,0%

Aziende agricole per comparto e classi di SAU

Classi di superficie Agriturismo POR Produzioni di

qualità Aziende Perc. Aziende Perc. Aziende Perc. fino a 1 ettaro 7 4,2% 61 8,3% 16 14,8% 1-2 12 7,2% 44 6,0% 12 11,1% 2-3 22 13,2% 58 7,9% 10 9,3% 3-5 38 22,8% 174 23,8% 28 25,9% 5-10 48 28,7% 237 32,4% 19 17,6% 10-20 26 15,6% 115 15,7% 13 12,0% 20-30 5 3,0% 30 4,1% 1 0,9% 30-50 8 4,8% 7 1,0% 3 2,8% 50-100 1 0,6% 3 0,4% 3 2,8% oltre 100 ettari 0,0% 2 0,3% 3 2,8% Totale 167 100,0% 731 100,0% 108 100,0%

Considerando le aziende che hanno indicato la forma giuridica adottata ed il sistema di

conduzione scelto, si evince che l’88,6% impiega, in modo esclusivo o prevalente, manodopera

familiare; inoltre il 98% sceglie come forma giuridica quella dell’azienda individuale.

Assistiamo quindi ad uno scenario che privilegia la gestione quasi totalmente familiare

dell’azienda, dal titolare alla manodopera.

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Aziende per sistema di conduzione e forma giuridica Forma giuridica

Sistema di conduzione Azienda individuale

Società di persone

Società di capitali

Società cooperativa

Altra forma giuridica

Totale

Solo manodopera familiare 670 4 1 1 - 676

Manodopera familiare prevalente 336 1 2 1 - 340 Manodopera extrafamiliare prevalente 93 3 - 1 1 98 Conduzione con salariati 26 2 4 1 - 33 Altro sistema di conduzione - - - - - -

Totale 1.125 10 7 4 1 1.147

Rispetto all’adesione ad associazioni e consorzi, le aziende, che potevano scegliere più

di una risposta, si collocano per lo più nell’ambito delle associazioni di categoria, con una

percentuale del 64,55%, a cui seguono le associazioni di produttori e/o cooperative con il

30,69%.

Adesione ad associazioni e consorzi

Associazione di categoria

64%

Associazioni di produttori e/o cooperative

31%

Altro1%

Consorzi di tutela4%

Relativamente all’accesso ai contributi regionali, la maggior parte delle aziende ha avuto

accesso ai contributi POR, con 824 presenze, pari al 58,82% delle risposte totali, seguono i

contributi PSR (14,20%) ed i contributi POP (13,99%).

16

Accesso a contributi regionali

POP14%

POR59%

Reg. CE 2078/926%

Altri contributi5%

Reg. CE 797/04 (Miele)

2%

PSR14%

17

5. Caratteristiche delle titolari dell’azienda

Vediamo ora quali sono i caratteri che contraddistinguono le donne che si occupano di

agricoltura, rispetto a:

• nucleo familiare;

• età;

• titolo di studio;

• motivazione alla scelta.

Rispetto al nucleo familiare, l’analisi ha riguardato prevalentemente la collaborazione

dei familiari all’attività agricola. Dalle risposte fornite dalle titolari dell’azienda emerge che

possono contare quasi esclusivamente sull’aiuto del coniuge, solo in parte dei figli.

Familiari che collaborano all'attività agricola

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

Coniug

e

1° Figlio

2° Figlio

3° Figlio

4° Figlio

1° Frate

llo/S

orell

a

2° Fra

tello

/Sorell

a

1° G

enito

re

2° G

enito

re

1° Altr

o co

nvive

nte

2° A

ltro

conv

ivente

Non collabora

Collabora

18

Rispetto alla presenza di soggetti diversamente abili all’interno del nucleo familiare solo

il 3% dichiara di averne.

Nel suo nucleo familiare sono presenti soggetti diversamente abili?

si3%

no97%

Il maggior numero di donne titolari di azienda ha un’età che non supera i 34 anni,

rappresentando il 46% del totale, il 28% rientra nella fascia di età compresa tra i 40 e i 59

anni, segue con il 20,6% la fascia di età compresa tra i 35 e i 39 anni.

La provincia di Caserta vanta il maggior numero di giovani donne titolari di azienda

(56,3%), seguita da Napoli (52,8%) e Benevento (50,9%); ad Avellino e Salerno il maggior

numero di titolari di azienda ha un’età compresa tra i 40 e i 59 anni.

Titolari di azienda per classi di età e provincia

Classi di età Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Totale

fino a 34 34,8% 50,9% 56,3% 52,8% 35,0% 46,0% 35 – 39 19,1% 23,8% 18,0% 18,1% 18,5% 20,6% 40 – 59 39,7% 22,7% 19,5% 23,6% 37,4% 28,0% 60 e oltre 6,4% 2,5% 6,3% 5,6% 9,1% 5,4%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Procedendo ad un’analisi per comparto, si osserva che per l’Agriturismo e le Produzioni

di qualità la gran parte delle titolari ha un’età compresa tra i 40 e 59 anni, con percentuali pari

rispettivamente al 62,4% e 64,9%. Per il comparto Agriturismo si discostano notevolmente dal

valore regionale Avellino e Salerno.

Il comparto POR ha invece un’alta percentuale di giovani titolari (60,3%), ancor più

evidente per Caserta (69,6%) e Napoli (64,2%).

19

Titolari di azienda per classi di età e provincia per il comparto Agriturismo

Classi di età Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Totale

fino a 34 0,0% 5,0% 0,0% 10,0% 13,5% 7,6% 35 – 39 6,7% 5,0% 12,5% 0,0% 10,8% 8,2% 40 – 59 80,0% 72,5% 68,8% 60,0% 48,6% 62,4% 60 e oltre 13,3% 17,5% 18,8% 30,0% 27,0% 21,8%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Titolari di azienda per classi di età e provincia per il comparto POR

Classi di età Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Totale

fino a 34 57,9% 58,1% 69,6% 64,2% 56,8% 60,3% 35 – 39 30,3% 26,5% 20,6% 23,9% 25,4% 25,5% 40 – 59 11,8% 15,1% 7,8% 11,9% 17,8% 13,8% 60 e oltre 0,0% 0,3% 2,0% 0,0% 0,0% 0,4%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Titolari di azienda per classi di età e provincia per il comparto Produzioni di qualità

Classi di età Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Totale

fino a 34 8,3% 17,6% 0,0% 5,6% 14,6% 11,4% 35 – 39 8,3% 17,6% 0,0% 0,0% 12,5% 9,6% 40 – 59 62,5% 58,8% 71,4% 66,7% 66,7% 64,9% 60 e oltre 20,8% 5,9% 28,6% 27,8% 6,3% 14,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

20

Considerando il titolo di studio delle titolari di azienda, si nota che la gran parte di esse

(49,6%) è in possesso del solo diploma di scuola elementare e di media inferiore; il 42,9% ha

conseguito il diploma di scuola media superiore, solo il 7,5% delle titolari risulta in possesso di

un diploma di laurea o un titolo ad esso superiore.

Titolo di studio delle titolari di azienda

Titolo di studio Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Totale

Scuola elementare 9,9% 5,6% 10,1% 11,5% 9,0% 8,2% Scuola media inferiore 41,5% 47,7% 32,4% 35,1% 38,6% 41,4% Scuola media superiore: indirizzo agrario 5,6% 3,0% 4,3% 2,7% 4,1% 3,7% Scuola media superiore: di altro tipo 35,2% 38,5% 43,9% 40,5% 39,3% 39,2% Laurea o diploma universitario ad indirizzo agrario 0,7% 0,2% 0,0% 2,0% 1,9% 0,9% Laurea o diploma universitario di altro tipo 5,6% 4,7% 8,6% 6,8% 6,7% 6,0% Post-laurea ad indirizzo agrario 0,7% 0,0% 0,7% 0,7% 0,0% 0,3%

Post-laurea di altro tipo 0,7% 0,2% 0,0% 0,7% 0,4% 0,3%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

L’analisi per comparto evidenzia che per l’Agriturismo il 41% delle titolari ha conseguito

il diploma di scuola media inferiore; il 30,3% il diploma di scuola media superiore, l’8% è in

possesso del diploma di laurea.

Titolo di studio delle titolari di azienda per il comparto Agriturismo

Titolo di studio Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Totale

Scuola elementare 13,3% 24,5% 29,4% 30,8% 17,7% 20,7% Scuola media inferiore 56,7% 44,9% 41,2% 23,1% 35,4% 41,0% Scuola media superiore: indirizzo agrario 0,0% 4,1% 0,0% 7,7% 3,8% 3,2% Scuola media superiore: di altro tipo 23,3% 20,4% 23,5% 23,1% 34,2% 27,1% Laurea o diploma universitario ad indirizzo agrario 0,0% 0,0% 0,0% 7,7% 1,3% 1,1% Laurea o diploma universitario di altro tipo 6,7% 6,1% 5,9% 7,7% 7,6% 6,9% Post-laurea ad indirizzo agrario 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

Post-laurea di altro tipo 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

21

Il comparto del POR, che si distingue per avere le titolari più giovani, vanta inoltre

un’elevata percentuale di titolari istruite, delle quali il 48,3% è in possesso del diploma di

scuola media superiore e il 5,6% di diploma di laurea o post-laurea.

Titolo di studio delle titolari di azienda per il comparto POR

Titolo di studio Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Totale

Scuola elementare 3,9% 3,2% 3,7% 10,1% 3,3% 4,3% Scuola media inferiore 36,4% 48,9% 32,4% 39,4% 34,1% 41,8% Scuola media superiore: indirizzo agrario 9,1% 3,2% 4,6% 2,8% 4,9% 4,2% Scuola media superiore: di altro tipo 44,2% 41,1% 50,0% 42,2% 49,6% 44,1% Laurea o diploma universitario ad indirizzo agrario 1,3% 0,0% 0,0% 0,0% 2,4% 0,5% Laurea o diploma universitario di altro tipo 2,6% 3,5% 9,3% 4,6% 4,9% 4,6% Post-laurea ad indirizzo agrario 1,3% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,1%

Post-laurea di altro tipo 1,3% 0,0% 0,0% 0,9% 0,8% 0,4%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Infine, il comparto delle Produzioni di qualità presenta il 58,2% delle titolari con un

grado di istruzione che non va oltre il diploma di scuola media inferiore; solo il 23,8% di esse

ha conseguito il diploma di scuola media superiore, ed il 15,6% è in possesso del diploma di

laurea o post-laurea.

Titolo di studio delle titolari di azienda per il comparto Produzioni di qualità

Titolo di studio Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Totale

Scuola elementare 25,0% 5,3% 50,0% 5,3% 12,0% 15,6% Scuola media inferiore 25,0% 47,4% 20,0% 31,6% 58,0% 42,6% Scuola media superiore: indirizzo agrario 4,2% 0,0% 10,0% 0,0% 2,0% 2,5% Scuola media superiore: di altro tipo 29,2% 26,3% 10,0% 31,6% 20,0% 23,8% Laurea o diploma universitario ad indirizzo agrario 0,0% 5,3% 0,0% 10,5% 0,0% 2,5% Laurea o diploma universitario di altro tipo 16,7% 10,5% 10,0% 15,8% 8,0% 11,5% Post-laurea ad indirizzo agrario 0,0% 0,0% 0,0% 5,3% 0,0% 0,8%

Post-laurea di altro tipo 0,0% 5,3% 0,0% 0,0% 0,0% 0,8%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

22

Rispetto all’aggiornamento professionale, 765 titolari sulle 1.158 che hanno risposto alla

domanda dichiarano di dedicarvisi, prevalentemente attraverso riviste specializzate (41%).

23

Analizzando in linea generale le motivazioni che hanno condotto le donne a divenire

imprenditrici agricole, notiamo che alla base di tale scelta vi è nel maggior numero dei casi

l’interesse personale (35%), seguito dall’aver ricevuto l’azienda in eredità (22%) e dal

possesso di superfici agrarie (20%).

L’analisi per comparto porta alle medesime considerazioni, seppur con lievi scostamenti:

per il comparto Agriturismo l’interesse personale si attesta al 31% e il possesso di superfici

agrarie al 26%; per il comparto POR la possibilità di finanziamenti al 17%; per il comparto

Produzioni di qualità l’interesse personale al 39%, l’azienda in eredità al 25% e la possibilità di

finanziamenti al 5%.

Motivazione alla scelta

Interesse personale35%

Azienda in eredità22%

P ossesso di superfici agrarie

20%

Formazione pro fessionale

2%

P ossibilità di finanziamenti

14%

Co invo lgimento familiare e/o gruppo

7%

Motivazione alla scelta - Comparto Agriturismo

Interesse personale31%

A zienda in eredità21%

P ossesso di superfici agrarie

26%

Formazione pro fessionale

3%

Possibilità di finanziamenti

12%

Co invo lgimento familiare e/o gruppo

7%

24

Motivazione alla scelta - Comparto POR

Interesse personale34%

A zienda in eredità22%

Possesso di superfici agrarie

18%

Formazione pro fessionale

2%

Possibilità di finanziamenti

17%

Co invo lgimento familiare e/o gruppo

7%

Motivazione alla scelta - Comparto Produzioni di qualità

Interesse personale39%

A zienda in eredità25%

Possesso di superfici agrarie

21%

Possibilità di finanziamenti

5%

Co invo lgimento familiare e/o gruppo

9%Formazione

pro fessionale1%

25

Rispetto alle difficoltà che l’attività ha presentato, la maggior parte delle titolari

dichiarano di aver incontrato maggiori difficoltà nella fase iniziale, ben 847 sulle 1.061 che

hanno risposto alla domanda, pari al 79,4%; 159 dichiarano una difficoltà nella fase di sviluppo

(14,9%); solo 61 (5,7%) in fase di consolidamento. La difficoltà viene definita di tipo

organizzativo e finanziario.

Difficoltà incontrate

79%

15%6%

Fase iniziale Fase di sviluppo Fase di consolidamento

26

6. Stile di vita della titolare dell’azienda

Analizziamo ora lo stile di vita delle titolari di azienda, rispetto a:

• gestione della giornata;

• gestione dei figli.

Considerando la gestione della giornata, si è analizzata la percentuale di tempo che la

donna dedica all’azienda, alla famiglia e al tempo libero.

In generale, si nota che il tempo dedicato all’azienda è quantificabile per la maggioranza

delle donne (885 su 1.159) tra il 30% e il 70% della giornata, per 206 donne su 1.159 supera

il 70%; relativamente alla famiglia, su 1.104 donne 684 vi si dedicano per il 30% della

giornata, e 413 tra il 30% e il 70%; il tempo libero risulta quello maggiormente sacrificato,

infatti solo 781 donne dichiarano di averne e di queste per 744 non va oltre il 30% della

giornata.

Tempo dedicato all’azienda, alla famiglia e al tempo libero per conduttrice

Dedicata a Percentuale della giornata

Azienda Famiglia Tempo libero Fino al 30% 68 684 744 30-70% 885 413 37 Oltre il 70% 206 7 - Totale 1.159 1.104 781

Le 1.159 donne che dichiarano di dedicare tempo all’azienda, ne destinano la maggior

parte alla produzione, meno all’organizzazione e alla commercializzazione: notiamo infatti che

la maggior parte delle titolari dedicano una percentuale di tempo superiore al 30% alla

produzione, mentre fino al 30% all’organizzazione e commercializzazione.

Tempo dedicato alle diverse attività aziendali per conduttrice Azienda Percentuale della giornata

Organizzazione Produzione Commercializzazione Fino al 30% 771 298 801 30-70% 278 421 57 Oltre il 70% 42 398 3 Totale 1.091 1.117 861

Le 1.104 donne che dichiarano di avere tempo libero svolgono per lo più vita

associativa: su 582 che rispondono in tal modo, 343 dedicano ad essa oltre il 70% del proprio

tempo libero.

27

Tempo dedicato alle diverse attività legate al tempo libero per conduttrice Tempo libero

Percentuale della giornata Sport

Vita associativa Altro

Fino al 30% 98 129 89 30-70% 56 110 59 Oltre il 70% 14 343 153 Totale 168 582 301

Rispetto alla gestione dei figli, l’analisi del dato regionale evidenzia che il 66,8% delle

titolari iscrive i propri figli presso scuole pubbliche, esprimendo un grado di soddisfazione

buono-ottimo; solo il 5,1% preferisce le scuole private, esprimendo un grado di soddisfazione

buono, e il 26,1% che invece li affida ai parenti, con un grado di soddisfazione ottimo.

Nelle province di Avellino e Benevento la preferenza per le scuole pubbliche è pari,

rispettivamente, al 78% e 70,9%, di gran lunga superiore al dato regionale; Napoli e Caserta,

seppur quest’ultima in misura minore, mostrano una preferenza per le scuole pubbliche

inferiore al dato regionale, a vantaggio di scuole private ed affidamento ai parenti; per Caserta

e Salerno si evince una spiccata preferenza per l’affidamento alle baby-sitter.

Considerando le strutture e i servizi di sostegno, il dato regionale evidenzia che sono

presenti con il 24,8% i servizi di trasporto scolastico, seguono le strutture per attività sportive

(23,4%) e i servizi socio-sanitari (20,8%); poco presenti gli asili nido (12,2%).

Per le province valgono in linea di massima le stesse considerazioni, eccezion fatta per

Napoli che presenta un valore superiore a quello regionale per gli asili nido (19,3%) ma

inferiore ad esso per le strutture per attività extrascolastiche (20,3%) e servizi di trasporto

pubblico (21,4%), e Benevento che è dotata di un maggior numero di strutture per attività

extrascolastiche (20,9%).

Gestione dei figli

Gestione dei figli Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Totale

Scuole private 1,7% 3,6% 7,6% 13,4% 3,5% 5,1% Scuole pubbliche 78,0% 70,9% 56,2% 50,4% 68,1% 66,8% Affidamento a parenti 18,6% 24,5% 31,4% 35,4% 24,9% 26,1% Affidamento a baby-sitter 1,7% 1,0% 4,8% 0,8% 3,5% 2,1%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

28

Strutture e servizi di sostegno

Struttura Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Totale

Asili nido 10,2% 8,7% 13,4% 19,3% 14,5% 12,2% Strutture per attività extrascolastiche 17,3% 20,9% 17,7% 17,6% 17,2% 18,9% Strutture per attività sportive 23,8% 24,7% 22,6% 20,3% 23,2% 23,4% Servizi socio-sanitari 22,4% 20,9% 20,7% 21,5% 19,1% 20,8%

Servizi di trasporto scolastico 26,2% 24,9% 25,6% 21,4% 26,1% 24,8%

Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

29

7. Il lavoro in azienda

Per la sezione lavoro, l’indagine ha riguardato:

• numero di addetti presenti in azienda;

• conoscenza della normativa sui congedi parentali.

Rispetto al numero di addetti a tempo indeterminato alle dipendenze dell’azienda, è

emerso che il 53,54% delle aziende ha alle proprie dipendenze 1 addetto familiare, e nella

quasi totalità dei casi (86,96%) si tratta di donne; stesso discorso vale per gli addetti non

familiari.

Addetti a tempo indeterminato Familiari Non familiari Addetti

Totale di cui donne Totale di cui donne 1 53,54% 86,96% 42,11% 62,50% 2 28,74% 10,33% 34,21% 20,83%

>=3 17,72% 2,72% 23,68% 16,67%

Una situazione analoga si presenta per gli addetti a tempo determinato: il 44,37% delle

aziende ha alle proprie dipendenze 1 addetto familiare, quasi sempre donna, mentre il 32,06%

ha 2 addetti. Per gli addetti non familiari, notiamo una equa distribuzione percentuale tra le 3

classi di addetti.

Addetti a tempo determinato Familiari Non familiari Addetti

Totale di cui donne Totale di cui donne 1 44,37% 75,19% 33,33% 54,35% 2 32,06% 18,80% 32,89% 28,57%

>=3 23,57% 6,02% 33,78% 17,08%

30

Rispetto alla conoscenza della legge 53/2000 sui congedi parentali, il 43% delle titolari

dichiara di esserne a conoscenza, comunque interessata a conoscerla il 36%, solo il 4% delle

titolari dichiara di averne beneficiato.

Conoscenza legge 53/2000 sui congedi parentali

Sì, ne sono a conoscenza

43%

No, ma ho interesse a conoscerla

36%

No, non ho interesse a conoscerla

16%

Sì, ne ho beneficiato

4%

Sì, ne hanno beneficiato i miei

dipendenti1%

31

8. Promozione dei prodotti e servizi dell’azienda

La promozione dei prodotti e servizi dell’azienda vede una preferenza maggiore a favore

della partecipazione a fiere (26,67%), seguita dalla produzione di materiale pubblicitario

(24,90%), e dalla partecipazione a sagre (24,35%).

Promozione dei prodotti e servizi dell'azienda

Partecipazione a sagre24%

Partecipazione a fiere27%

Partecipazione a concorsi

7%

Produzione di materiale

pubblicitario25%

Sito web dell'azienda

17%

La vendita di prodotti avviene per lo più in azienda, infatti il 62,68% delle aziende

dichiara di vendere in sede oltre il 70% dei loro prodotti; rispetto alla vendita sul mercato,

vediamo in netta prevalenza quello locale, infatti il 46,96% delle aziende vende oltre il 70%

della propria produzione; la vendita sul mercato estero e on-line è per la gran parte delle

aziende (rispettivamente 83,87% e 76,92%) ridotta a meno del 30% della propria produzione.

Vendita dei prodotti Sul mercato Vendita dei

prodotti In azienda Locale Regionale Nazionale Estero

Via Internet

Fino al 30% 22,37% 28,87% 34,31% 35,35% 83,87% 76,92% 30-70% 14,95% 24,17% 35,78% 33,33% 16,13% 15,38% Oltre il 70% 62,68% 46,96% 29,90% 31,31% - 7,69% Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%