Agenzia Adiconsum - anno XX - n. 59 - 25 novembre 2008

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Coordinato da Claudio Lucchetta Registrazione Tribunale di Roma n. 350 del 9.06.88 – Iscriz. ROC n. 1887 Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 2, DCB Roma In questo numero: periodico settimanale di informazione e studi su consumi, servizi, ambiente noi consumatori Test noi consumatori Agenzia Adiconsum - anno XX - n. 59 - 25 novembre 2008 Stampato in proprio in novembre 2008 Lo squalo nel piatto L'Ue abolisce gli standard di vendita per l’ortofrutta In primo piano - Lo squalo nel piatto Argomenti - L'Ue abolisce gli standard di vendita per l’ortofrutta In breve - Ogm: pareri a confronto - Il pomodoro transgenico? È battuto dagli alimenti naturali, a costo zero - Alimenti per celiaci, depliant del Ministero e speciale on line - Alcol, a rischio 740 mila ragazzi - 44% degli adulti e un terzo dei bimbi obesi o in sovrappeso - Le “maniglie dell’amore” accorciano la vita - Olio: ismea, produzione in aumento del 10% - Carne bovina: in calo prezzi alla produzione, macellazioni e consumi - Via libera a nuove denominazioni di vendita per il riso - La newsletter della Coalizione ItaliaEuropa - Liberi da Ogm

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In primo piano - Lo squalo nel piatto Argomenti - L'Ue abolisce gli standard di vendita per l’ortofrutta In breve - Ogm: pareri a confronto - Il pomodoro transgenico? È battuto dagli alimenti naturali, a costo zero - Alimenti per celiaci, depliant del Ministero e speciale on line - Alcol, a rischio 740 mila ragazzi - 44% degli adulti e un terzo dei bimbi obesi o in sovrappeso

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Coordinato da Claudio Lucchetta

Registrazione Tribunale di Roma n. 350 del 9.06.88 – Iscriz. ROC n. 1887Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 2, DCB Roma

In questo numero:

periodico settimanaledi informazione e studisu consumi, servizi, ambientenoi consumatoriTestnoi consumatori

Agenzia Adiconsum - anno XX - n. 59 - 25 novembre 2008

Stampato in proprio in novembre 2008

Lo squalo nel piatto

L'Ue abolisce gli standard di vendita per l’ortofrutta

In primo piano - Lo squalo nel piatto

Argomenti - L'Ue abolisce gli standard di vendita per l’ortofrutta

In breve - Ogm: pareri a confronto

- Il pomodoro transgenico? È battuto dagli alimenti naturali, a costo zero

- Alimenti per celiaci, depliant del Ministero e speciale on line

- Alcol, a rischio 740 mila ragazzi

- 44% degli adulti e un terzo dei bimbi obesi o in sovrappeso

- Le “maniglie dell’amore” accorciano la vita

- Olio: ismea, produzione in aumento del 10%

- Carne bovina: in calo prezzi alla produzione, macellazioni e consumi

- Via libera a nuove denominazioni di vendita per il riso

- La newsletter della Coalizione ItaliaEuropa - Liberi da Ogm

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Test noi consumatori 2

In pRIMO pIAnO

Lo squalo nel piattoL’Italia è il maggior importatore europeo di carne di squalo.

Ma considerando che consumiamo (consapevolmente) soltanto spinarolo, gattuccio o verdesca, che fine fanno le tonnellate di

altri squaliformi che ogni anno entrano nel nostro paese?

Alcuni mesi fa un consumatore apprendeva da un programma della tv tedesca che l’Italia importa ogni anno diverse tonnellate di carne di squalo. Conoscendo le tradizioni alimentari del nostro paese, in cui

gli squali non rientrano certo nel novero dei prodotti ittici maggiormente gettonati, decideva di vederci più chiaro, e andava a chiedere conferme e chiarimenti direttamente all’Istat.

Avendo ottenuto una sostanziale conferma dell’informazione, suppor-tata da fotocopie di elaborazioni statistiche dell’import-export degli ultimi anni, si rivolgeva all’Adiconsum per sottoporre la questione alla nostra attenzione.

Il nostro primo passo è consistito nella verifica dei dati che ci erano stati sottoposti. Abbiamo consultato il data base del commercio estero dell’Istat (www.coeweb.istat.it) estrapolando i dati relativi all’import-export di carne di squaliformi fresca o congelata nel periodo gennaio 2005-marzo 2008. Con i nostri dati, più completi ed aggiornati, ci siamo quindi rivolti al Comando Generale del Corpo delle capitanerie di porto, il cui Centro Controllo Nazionale Pesca (CCNP) è deputato al controllo sulla pesca e sul commercio dei prodotti ittici e all’accertamento delle infrazioni alle leggi ed ai regolamenti che li riguardano.

Dopo una lunga serie di sollecitazioni, sia via e-mail che telefoniche, siamo finalmente riusciti ad attirare l’attenzione del CCNP sul problema. Tutti i centri di controllo area pesca periferici hanno infatti ricevuto una nota del CCNP, inviata per conoscenza anche all’Adiconsum, con la quale li si invita a pianificare l’attività di controllo tenendo anche conto della necessità di reprimere eventuali frodi in commercio rappresentate dalla vendita di carne di squaliformi di basso valore in luogo di specie ittiche più pregiate. Alla nota è allegata anche una breve ma illuminante relazione della dottoressa Tepedino, veterinaria consulente del CCNP.

Di seguito riproduciamo la nota del CCNP e la relazione della dottoressa Tepedino nonché le tabelle riassuntive dei dati import-export della carne di squalo dal gennaio 2005 al marzo 2008.

La nota del CCnp alle Direzioni marittime - Centri di controllo area

pescaArgomento: Attività di controllo sulla filiera commerciale dei prodotti ittici.

Ipotesi di frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.).Riferimenti: Nota 02.04.46/110678 in data 13.12.2006; Nota 02.04.07/58460

in data 19.06.2008.

Con le note in riferimento, questo Comando generale ha – prima – fornito indicazioni per mirate azioni di controllo dirette anche a reprimere il reato di frode nell’esercizio del commercio e – poi – confermato, raccogliendo l’atto di indirizzo del Sig. Ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali, come l'attenzione al

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controllo dei prodotti ittici di importazione, attraverso procedure adeguatamente finalizzate e minuziose, sia fondamentale per accertare e reprimere tale reato. Ciò premesso, si comunica che l’ADICONSUM, associazione dei consumatori con la quale questo Centro di controllo ha avviato un proficuo rapporto di collaborazione nel settore dell’informazione alimentare, è stata interessata da alcuni cittadini in relazione alla possibile frode derivante dalla vendita sul territorio nazionale di squaliformi di provenienza estera per “palombo” (Mu-stelus mustelus).

La predetta Associazione, si è – pertanto – rivolta a questo Centro di controllo evidenziando come, dall’analisi dei dati di import-export nazionale, disponibili su www.coeweb.istat.it, l’ingente quantitativo (in chilogrammi) di squali importati, sia freschi, refrigerati che congelati, non consenta di escludere la concreta possibilità che, in ragione• della circostanza che il consumo nazionale di squali si orienta quasi esclu-

sivamente verso la specie “palombo” (Mustelus mustelus);• della bassa percentuale di export;• della mancata identificazione – ai fini ISTAT – del prodotto importato con

la propria denominazione scientifica,

sotto la denominazione “palombo” (Mustelus mustelus) vengano venduti squaliformi di minor pregio commerciale e di scadente qualità quali la “verde-sca” (Prionace glauca), la “canesca” (Galeorhinus galeus) e molte altre specie provenienti da ogni parte del mondo (cfr. relazione Eurofishmarket, allegata in copia quale utile ausilio per le attività di controllo programmate).

Ciò posto, si prega di voler continuare a pianificare, anche nel senso indicato, l’attività di controllo della filiera ittica, non mancando di attuare le indicazioni di osservazione e di metodo condivise nel corso delle recenti tavole rotonde, alle quali hanno partecipato il servizio veterinario e il C.N.R.-ISMAR di Ancona.

Nel rimanere in attesa di conoscere i risultati dell’attività posta (attività particolarmente rilevante non solo per i riflessi sul diritto del consumatore alla corretta informazione nel campo alimentare, ma anche per l’indiretta tutela delle specie ittiche in pericolo, sempre più cacciate per far fronte al mercato), si rappresenta che, ancora una volta, la dott.ssa Tepedino (Medico veterinario responsabile della formazione – nel settore – del personale del Corpo, direttore di Eurofishmarket, specializzata in igiene, ispezione ed allevamento delle specie ittiche) ha offerto la propria elevata, garantita professionalità acconsentendo di fornire – anche vie brevi, nell’immediatezza del controllo – indicazioni e pareri tecnico-scientifici al personale operante.

Si prega di voler dare assicurazione di ricevuta e adempimento.

IL CAPO REPARTO

Breve relazione sul consumo di Squaliformi in Italia e in Europa

La qualità delle carni dei Selaci varia fortemente da specie a specie. Molto frequentemente tali pesci – in particolare gli Squaliformi – vengono commercia-lizzati in “mezzene” o “tranci” privi di testa e pinne, e può risultare problematico stabilire, anche al fine della repressione di eventuali frodi commerciali, l’appar-tenenza di tali prodotti ad una specie commercialmente pregiata piuttosto che ad una di scadente qualità. Fra le più pregiate sono le carni di “mako” (Isurus oxirinchus), attivamente commercializzato sui nostri mercati, a seguire lo “sme-riglio” (Lamna nasus) ed il il “volpe” (Alopias vulpinus); sono meno pregiate, ma maggiormente costose perché più conosciute dai consumatori, le carni di “palombo” (Mustelus mustelus), e proprio sotto tale denominazione vengono vendute pure le più diverse specie di Selaci, anche se di scadente qualità o di minor pregio commerciale, che il consumatore non è in grado di riconoscere, come lo “spinarolo” (Squalus acanthias), la “verdesca” (Prionace glauca), la “canesca” (Galeorhinus galeus) e molte altre specie provenienti sempre più da ogni parte del mondo. Tale abitudine, anche se legata alla consuetudine di denominare per comodità “Palombo” quasi ogni tipo di squaliforme commercia-lizzato al minuto, rappresenta una frode. Inoltre non è infrequente, soprattutto

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nel Sud Italia, la commercializzazione di tranci di grandi squaliformi in sostitu-zione del ben più pregiato pesce spada. Una buona conoscenza della sistematica dell’Ordine Squaliformi permette un corretto riconoscimento di questi Selaci quando i soggetti si presentano interi sui nostri mercati, in quanto presentano delle differenze sostanziali tra loro soprattutto in riferimento alla posizione delle pinne dorsali, della pinna anale e della forma della coda (schede morfologiche presenti sul sito: www.eurofishmarket.it).

I Selaci, a causa della conformazione del loro apparato urinario, eliminano composti catabolici attraverso la cute che – a causa di ciò – emana sempre un caratteristico odore ammoniacale; per questo motivo viene spesso tempesti-vamente spellato. Può essere quindi d’ausilio l’osservazione delle vertebre che permette, a seconda del tipo di calcificazione del centro vertebrale, la corretta attribuzione del prodotto in esame ad una famiglia o, perlomeno, ad un gruppo di famiglie (presenti nel Mediterraneo). E, per una conferma sicuramente più precisa, non resta che richiedere una analisi ìsoelettroforetica (è una meto-dica basata sull’esame delle proteine specie-specifiche di ciascun pesce) del muscolo del pesce e confrontare il tracciato ottenuto con gli standards degli Squaliformi posseduti in archivio. In Italia ci sono diversi Istituti universitari e Zooprofilattici attrezzati per effettuare questa analisi. Nei numerosi corsi ef-fettuati dalla nostra società per i consumatori, Eurofishmarket ha evidenziato che la maggioranza dei consumatori non è consapevole di consumare carne di “squaliformi”, e che quando acquista “palombi, spinaroli, canesche, verdesche, smerigli, ecc.” non li identifica come squali ma come pesci ossei. In effetti la carne degli squaliformi è una delle maggiormente richieste sul mercato nazio-nale ed europeo, poiché ha il vantaggio che ciascun trancio contiene solo una cartilagine centrale facilmente asportabile (dunque non esiste praticamente scarto in questo prodotto) ed inoltre ha un sapore alquanto neutro e, dunque, si presta molto bene al gusto dei bambini o di quelle persone che non amano particolarmente pesci dal gusto forte.

Valentina TepedinoMed. Veterinario.

Direttore di Eurofishmarket.Specializzata in Igiene, Ispezione ed Allevamento delle Specie Ittiche

I dati import-exportSpinaroli, congelati (quantità in kg)

pAESE2005 2006

import export import exportEUROPA 51.317 385 21.608 5.326AMERICA 73.388 0 44.216 0ASIA 672 0 0 0MONDO 125.377 385 65.824 5.326

pAESE2007 provvisorio 2008 provvisorio

import export import exportEUROPA 34.043 3.379 23.344 6.468MONDO 34.043 3.379 23.344 6.468

Gattucci, congelati (quantità in kg)

pAESE2005 2006

import export import exportEUROPA 14 0 0 0MONDO 14 0 0 0

pAESE2007 provvisorio 2008 provvisorioimport export import export

EUROPA 232 0 4.092 0MONDO 232 0 4.092 0

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Squali, esclusi gli spinaroli e gattucci, congelati (quantità in kg)

pAESE2005 2006

import export import exportEUROPA 437.831 29.929 530.717 35.045AFRICA 45.720 0 84.248 0AMERICA 25.356 0 14.001 0ASIA 154.786 0 215.056 0MONDO 663.693 29.929 844.022 35.045

pAESE2007 provvisorio 2008 provvisorio

import export import exportEUROPA 526.346 42.971 459.522 44.364AFRICA 73.705 8.956 102.479 0AMERICA 21.420 0 12.231 0ASIA 168.492 0 116.729 0OCEANIA EALTRI TERRITORI 0 0 0 6.342

MONDO 789.963 51.927 690.961 50.706

Dati accorpati (spinaroli, gattucci e altri squali) (quantità in kg)

pAESE2005 2006

import export import exportEUROPA 489.162 30.314 552.325 40.371AFRICA 45.720 0 84.248 0AMERICA 98.744 0 58.217 0ASIA 155.458 0 215.056 0MONDO 789.084 30.314 909.846 40.371

pAESE2007 provvisorio 2008 provvisorio

import export import exportEUROPA] 560.621 46.350 486.958 50.832AFRICA] 73.705 8.956 102.479 0AMERICA] 21.420 0 12.231 0ASIA] 168.492 0 116.729 0OCEANIA E ALTRI TERRITORI 0 0 0 6.342

MONDO 824.238 55.306 718.397 57.174

ARgOMEnTI

L'Ue abolisce gli standard di vendita per l’ortofrutta

Abrogate le norme di commercializzazioneapplicabili a 26 tipi di frutta e verdura.

Il 12 novembre gli Stati membri della Ue hanno approvato la propo-sta della Commissione europea di abolire gli standard di vendita in Europa di 26 prodotti ortofrutticoli sui 36 esistenti. Lo ha annunciato

l’esecutivo europeo, “soddisfatto” perché all’interno del Comitato di ge-stione Ue non si è formata una maggioranza di blocco e la proposta ha potuto ricevere il via libera.

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Il provvedimento sopprime le regole sulla dimensione, il peso e la qua-lità di origine di alimenti come cipolle, melanzane e albicocche, mentre lascia in vigore gli standard commerciali per dieci prodotti ortofrutticoli che Bruxelles ritiene rappresentativi per il mercato. Tra questi ci sono gli agrumi, le mele, le pesche e i pomodori. Anche per questi dieci prodotti ortofrutticoli, tuttavia, gli Stati membri potranno per la prima volta au-torizzare i negozi a vendere prodotti fuori norma purché siano etichettati in modo da distinguerli dai prodotti delle categorie extra, I e II.

“Una nuova era comincia per i cetrioli curvi e per le carote nodose”, ha commentato la Commissaria Ue all’Agricoltura, Mariann Fischer Boel, che ha aggiunto: “È un’iniziativa esemplare per eliminare adempimenti burocratici inutili. Non abbiamo certo bisogno di legiferare su questo tipo di questioni a livello europeo: è molto meglio lasciare quest’incombenza agli operatori del mercato”. È opportuno permettere ai consumatori di scegliere fra la più vasta gamma possibile di prodotti, sottolinea ancora Fischer Boel: “È assurdo buttar via prodotti perfettamente commestibili semplicemente perché non hanno una forma perfetta”.

In altre parole, la nuova normativa conferisce alle autorità nazionali la facoltà di autorizzare la vendita di tutti i prodotti ortofrutticoli, indipen-dentemente dalla loro forma e dimensione.

Le organizzazioni di categoria italiane hanno lanciato l’allarme. Per Confagricoltura a Bruxelles si è abbassata la guardia sui parametri di qualità dell’ortofrutta, mentre la Cia parla di “errore gravissimo”. Secondo Fedagri l’abrogazione degli standard di commercializzazione comporterà un inevitabile effetto di trascinamento verso il basso dei prezzi dei pro-dotti, a danno dei produttori che fanno qualità.

Dopo il via libera degli Stati membri, tuttavia, ormai la strada è spia-nata, e le nuove regole dovrebbero entrare in vigore dal 1° luglio 2009.

In BREVE

Ogm: pareri a confrontoSecondo Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche

Sociali, sulla vicenda degli Ogm occorre “sbloccare la moratoria di fatto che si è prodotta nel corso degli anni”. Lo ha dichiarato durante un dibattito sugli Ogm organizzato a Milano nell’ambito del Festival Internazionale dell’Alimentazione, primo evento sotto l’egida dell’Expo 2015. “Penso sia ora di sbloccare questa moratoria di fatto che si è prodotta in questi lunghi anni – ha detto Sacconi ai giornalisti – senza rinunciare alle caratteristiche della nostra produzione qualita-tiva e tradizionale che merita sempre un’etichettatura trasparente che la faccia riconoscere e per la quale la bioingegneria può dare contributi quando modera-tamente impiegata”. Secondo il ministro anche in Italia si deve applicare il “prin-cipio europeo della coesistenza tra diverse tecniche produttive, senza pregiudizi né sfavorevoli né favorevoli, né riferiti ai processi naturali che n on sempre sono di per se salutari, né avendo una fiducia cieca nella scienza i cui risultati devono essere rigorosamente testati”.

Intanto i ministri dell’Ambiente dell’Ue, incontratisi a Lussemburgo, si sono pronunciati “per un rafforzamento della valutazione ambientale degli Ogm e anche per una maggiore armonizzazione delle pratiche e dei metodi di esame dei rischi ambientali”. La presa poi in considerazione dei criteri socio-economici è stata valutata dai partner europei “importante e complessa”, in quanto la definizione dei criteri deve essere in linea con gli obblighi dell’Ue alla Wto.

I 27 sono apparsi più divisi sulla protezione dei territori sensibili: alcuni con-siderano la protezione già assicurata dalla normativa esistente, altri preferiscono ‘’un’applicazione più estesa del principio di sussidiarietà (la possibilità per ogni Paese di decidere singolarmente) permettendo ai partner che lo desiderano di stabilire zone senza Ogm per certi ecosistemi o agro-sistemi sensibili. Anche all’interno del governo europeo però le posizioni divergono. Al momento sono di fatto bloccate tutte le domande di autorizzazioni nell’Ue per le colture in campo aperto di Ogm che pongono problemi di coesistenza con le agricolture biologiche e tradizionali,

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mentre Bruxelles continua a dare il via libera ai prodotti Ogm importati.Per concludere, l’ennesimo sondaggio, questa volta promosso da Coldiretti-Swg.

Dall’indagine sulle abitudini alimentari degli italiani emerge che quasi tre italiani su quattro che esprimono una opinione (72%) ritengono che i cibi con organismi geneticamente modificati sono meno salutari di quelli tradizionali.

“Nonostante la crisi finanziaria e l’emergenza alimentare la grande maggioranza dei cittadini non giudica la diffusione degli organismi geneticamente modificati una soluzione positiva e al contrario – sottolinea la Coldiretti – si rafforza l’opposizio-ne da parte degli italiani (+5,2%). Le coltivazioni Ogm nel mondo non solo non hanno risolto il problema della fame, ma hanno anche aggravato la dipendenza economica dall’estero di molti Paesi in via di Sviluppo”.

“L’Italia – conclude la Coldiretti – con i primati conquistati qualitativi e nella sicurezza alimentare nell’agroalimentare ha peraltro una ragione in più per ri-spettare il principio della precauzione nei confronti dei consumatori che mostrano una forte opposizione agli Ogm in agricoltura”.

(Fonte: Reuters, Ansa, Asca)

In BREVE

Il pomodoro transgenico? È battuto dagli alimenti naturali, a costo zero

Abbiamo semplicemente visitato il sito internet di Flora (http://www.flora-fla-vonoids.eu/cms/), il progetto finanziato dalla Commissione Europea, per scoprire che la soluzione per essere più sani è a portata di mano: basta mangiare arance, pomodori, frutti di bosco, broccoli, olio di oliva, uva, basilico, legumi, cioccolata e bere the verde. Tanti flavonoidi, presenti in una dieta sana, che consentono al nostro corpo di tutelarci dall’insorgenza di malattie tumorali e cardiovascolari.

Eppure oggi il progetto Flora è sulla bocca di tutti per il pomodoro viola, ge-neticamente modificato per produrre antocianine, antiossidanti del gruppo dei flavonoidi. A chi può servire un pomodoro del genere?

Sicuramente ai soggetti che ne deterranno il brevetto, alle aziende che lo venderanno (ad un prezzo maggiorato!) e ai ricercatori che faranno carriera o compreranno azioni di aziende biotech.

Cosa sarebbe veramente utile fare per i cittadini?Utilizzare i risultati della ricerca Flora per favorire il consumo di flavonoidi

(ancora troppo scarso in Occidente, secondo i ricercatori di Flora) attraverso l’uso di alimenti naturali (già esistenti in abbondanza). E, quindi, vietare l’utilizzo di sostanze chimiche dell’agricoltura industriale. Ridurre la distanza tra “il campo e la tavola”. Fare delle leggi più stringenti per i prodotti industriali, spesso, ingannevoli, che non contengono ciò che dovrebbero: succhi al gusto di arancia senza arance, olio di oliva senza olive, vino senza uva, barrette di cioccolata senza cacao. Sono solo alcuni degli esempi delle contraffazioni alimentari legalizzate (dalle norme che regolano il settore).

Insomma, le soluzioni sono tante, ma hanno tutte un inconveniente: vanno ad erodere i profitti di grandi gruppi industriali e finanziari. Gli stessi che parteggiano per il pomodoro transgenico.

Simona CapognaEsecutivo Nazionale Verdi Ambiente e Società (VAS) Onlus

In BREVE

Alimenti per celiaci, depliant del Ministero e speciale on line

Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali - Settore salute ha aggiornato il Registro nazionale dei prodotti dietoterapeutici senza glutine per celiaci erogabili gratuitamente e facilmente identificabili grazie al logo ufficiale

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che le aziende possono apporre sulle confezioni. L’elenco dei prodotti è consulta-bile on line su www.ministerosalute.it insieme a un nuovo depliant “La celiachia: impariamo a conviverci” e a uno “speciale” con tutte le informazioni utili per co-noscere la malattia, le attività del Ministero e le prestazioni del Servizio sanitario nazionale. “Il Ministero - ha affermato il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini - è fortemente impegnato insieme alle Regioni nella piena attuazione della Legge 123 del 2005 che esprime l’obiettivo prioritario di proteggere e tutelare i diritti dei cittadini celiaci e delle loro famiglie nella vita di ogni giorno. L’azione del Ministero è finalizzata a favorire sul territorio una diagnosi precoce della malattia e a ottimizzare la prevenzione della sue complicanze, a garantire un’alimentazio-ne equilibrata e sicura non solo a casa ma anche durante le attività scolastiche, sportive, lavorative e le eventuali degenze ospedaliere, riconoscendo agli affetti da malattia celiaca il diritto all’erogazione gratuita dei prodotti dietoterapeutici senza glutine, a favorire l’educazione sanitaria del cittadino celiaco e della sua famiglia nonché a provvedere alla formazione e all’aggiornamento professionale del personale sanitario e degli operatori del settore turistico-ristorativo”. In Italia i soggetti a cui è stata diagnosticata la celiachia sono circa 60 mila, ma si stima che il loro numero sia almeno dieci volte superiore, in quanto un elevato numero di soggetti soffrirebbe della forma silente della malattia.

(Fonte: Settimanale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Newsletter Settore Salute)

In BREVE

Alcol, a rischio 740 mila ragazzi“In Italia paghiamo ancora un prezzo troppo alto per la mortalità a causa di

cirrosi epatiche e malattie croniche di fegato, così come per incidenti stradali, che in alcune province sono attribuibili, fino al 57% dei casi, al consumo di alcol. Accanto a queste condizioni particolarmente legate a dinamiche di dipendenza, abuso o uso dannoso non vi è dubbio che vi sono seri problemi relativi alla cono-scenza, all’informazione nonché alla responsabilità individuale. Il 70% degli italiani non ha idea di come si arrivi al limite di legge previsto per l’idoneità alla guida. Il 50% delle donne continua a bere in gravidanza. Il nostro compito è dunque quello di informare, sensibilizzare contesti, professionisti (a cominciare dai medici di famiglia), cittadini, a un corretto rapporto con l’alcol nel rispetto delle scelte individuali e della responsabilità collettiva.” Lo ha detto il Sottosegretario Euge-nia Roccella alla Prima Conferenza Nazionale sull’Alcol “Più salute, meno rischi. Costruire alleanze per il benessere e la sicurezza”, svoltasi a Roma il 20 e il 21 ottobre 2008, presso il Centro Congressi del Grand Hotel Parco dei Principi.

Promossa dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, in collaborazione con la Consulta nazionale sull’alcol e sui problemi alcolcorrelati, la Conferenza ha messo a confronto i rappresentanti del mondo scientifico, dei servizi, dell’associazionismo del privato sociale, delle istituzioni, della produzione per condividere e scambiare conoscenze, trasferire saperi e costruire alleanze in materia di problemi alcolcorrelati.

(Fonte: Settimanale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Newsletter Settore Salute)

In BREVE

44% degli adulti e un terzo dei bimbi obesi o in sovrappeso

“In Italia un terzo della popolazione infantile e il 44% di quella adulta è in sovrappeso od obesa”. Un fenomeno da tenere sotto controllo sia per evitare i rischi per la salute, sia per limitare i maggiori costi sociali e sanitari che l’obesità in particolare comporta. A ricordare i dati è stata Francesca Martini, sottosegretario al Welfare, a margine dell’incontro “Mangiare bene per vivere meglio”, promosso

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da “Repubblica Salute” il 13 e 14 novembre a Roma. “Questi dati ci devono far riflettere – dice Martini – perché l’istituzione deve occuparsi sicuramente della salute dei suoi cittadini, tenendo sotto controllo il piano epidemiologico. Ma si deve occupare anche del bilancio economico di questo Paese”. E oggi, secondo Martini, essere sovrappeso, e in particolare obesi, è un fattore di rischio per molte altre malattie. Come nel caso dei due principali nemici della salute degli italiani: cancro e malattie cardiovascolari.

“Problemi che hanno alti costi sociali e sanitari”, conclude il sottosegretario, sottolineando che sovrappeso e obesità incidono sulla qualità della vita e sulla produttività delle persone.

(Fonte: Adnkronos Salute)

In BREVE

Le “maniglie dell’amore” accorciano la vitaÈ maggiore il rischio di morte prematura per chi ha le “maniglie dell’amore”. Lo

sostiene una ricerca pubblicata dal New England Journal of Medicine, secondo cui l’eccesso di grasso attorno alla vita rappresenta un “potente indicatore” di rischi per la salute. In particolare, bastano circa 5 cm in più di circonferenza-vita per accrescere il pericolo di un decesso del 13% (per le donne) e del 17% (per gli uomini).

La ricerca è stata effettuata su un gruppo di 360.000 volontari provenienti da nove Paesi europei. All’inizio dello studio l’età media del campione era di 51 anni: il gruppo è stato seguito per dieci anni durante i quali 14.723 pazienti sono morti. Secondo gli studiosi, gli indici standard dell’obesità (il peso e l’indice di massa corporea) rimangono degli indicatori importanti per prevedere problemi di salute, come malattie cardiovascolari o il cancro. Tuttavia, il “rapporto fianco/vita” – che si calcola dividendo la misura della circonferenza vita con quella del fianco – e’ uno dei migliori indici per identificare coloro che saranno soggetti ai rischi maggiori.

“Vi sono alcune semplici caratteristiche individuali che possono aumentare i rischi di una morte prematura, indipendentemente dal fumo e dall’alcol”, ha spiegato Elio Riboli dell’Imperial College di Londra, che ha partecipato alla ricerca. “Siamo rimasti molto sorpresi”, ha aggiunto, “nel constatare come la misura della vita abbia un così potente effetto sulla salute dei pazienti e sulla morte prematura. La buona notizia è che non c’è bisogno di fare esami costosi o aspettare anni per valutare questo aspetto: non costa nulla misurarsi la circonferenza-vita e il fianco”.

(Fonte: Agi)

In BREVE

Olio: ismea, produzione in aumento del 10%La produzione di olio di oliva in Italia crescerà quest’anno del 10%. A fornire

la previsione è l’Ismea che, in collaborazione con le Unioni dei produttori (Aipo, Cno, Unapol, Unaprol, Unasco), ha condotto, a inizio novembre, un’indagine che porta a stimare attorno ai 6,3 milioni

di quintali il dato produttivo della campagna 2008/09, contro i 5,7 milioni indicati dall’Istat per la scorsa annata.

L’aumento - spiega l’Ismea - seppure diffuso su tutto il territorio nazionale, risulta particolarmente evidente nelle regioni centrali che l’anno scorso avevano invece subito le maggiori perdite, a causa del clima sfavorevole.

Nel dettaglio regionale si prevede una produzione di poco superiore a quella dell’anno scorso in Puglia, Sicilia e Sardegna, dove gli aumenti non andrebbero oltre il +5%. In Calabria l’incremento sarà invece compreso tra il 10% e il 15%, analogamente a quanto indicato dall’Ismea per la Campania, a fianco ad aumenti ancora maggiori attesi in Molise (+20-25%) e più modesti (+ 5/10%) in Basilicata. Al centro Italia il miglior risultato va alla Toscana (+35%), incrementi rilevanti anche in Umbria (+30%), nel Lazio e in Abruzzo (+30-35%) e nelle Marche(+25-30%).

Bene al Nord la Liguria, dove la produzione è prevista addirittura in aumento del 60/65% rispetto alla scorsa campagna, con prospettive di crescita anche nel Veneto attorno al 30%.

(Fonte: Ansa)

Page 10: Agenzia Adiconsum - anno XX - n. 59 - 25 novembre 2008

Test noi consumatori 10

In BREVE

Via libera a nuove denominazioni di vendita per il riso

È giunto anche il via libera al disegno di legge per la nuova disciplina del commercio interno del riso. Il provvedimento, che ora passerà all’esame delle Camere, prevede che le denominazioni oggi maggiormente utilizzate, patrimonio della filiera risicola italiana, diventino vere e proprie denominazioni di vendita. Il provvedimento, che punta al rafforzamento e al rilancio della filiera, ha sottoli-neato il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia “risponde a quei criteri di trasparenza e sicurezza alimentare sui quali abbiamo scelto di incardinare la nostra azione politica e sarà base per il rilancio competitivo del-l’intera filiera”.

In BREVE

Carne bovina: in calo prezzi alla produzione, macellazioni e consumi

“Il mercato del comparto bovino continua a segnare tendenze negative”. Lo ha rimarcato in una nota Confagricoltura che segnala, oltre all’andamento negativo dei prezzi alla produzione (-19%), la generale contrazione delle macellazioni, indice, se pur indiretto, dell’andamento produttivo dell’allevamento italiano: nei primi sette mesi del 2008, si registra una diminuzione del 5,7% per i vitelli e del 8,4% per i vitelloni, rispetto al medesimo periodo del 2007.

“Il diverso andamento dei prezzi al consumo – prosegue la nota – sta generando una costante diminuzione delle vendite e profondi mutamenti negli orientamenti dei consumatori”.

Page 11: Agenzia Adiconsum - anno XX - n. 59 - 25 novembre 2008

Coalizione Italia Europa Liberi da OGM

Segreteria: Tel 0172 436950 e-mail: [email protected]

Ufficio Stampa: [email protected]

Newsletter n° 6 11/11/2008

Il servizio newsletter è offerto dalla Coalizione Italia Europa Liberi da OGM, un vasto schieramento costituito dalle maggiori organizzazioni degli agricoltori, del commercio, della moderna distribuzione, dell’artigianato, della piccola e media impresa, dei consumatori, dell’ambientalismo, della scienza, della cultura, della cooperazione internazionale e delle autonomie locali. Leggi il Manifesto della Coalizione: “Il sistema agroalimentare cuore strategico dello sviluppo”. La newsletter è inviata agli iscritti al servizio e mira ad informare il pubblico sul tema degli OGM e sulle attività della Coalizione e delle organizzazioni che ne fanno parte; fornisce brevi notizie dall’Italia e dal Mondo che potete consultare e approfondire sul sito della Coalizione (http://www.liberidaogm.org). Invitiamo tutti a diffondere questa newsletter

Appuntamenti

Nutrire il Mondo Le colture GM sono adatte ad essere impiegate? Altrimenti a cosa servono? The Queen Elizabeth II Conference Centre London – 12 novembre 2008

I Ministri del Defra (Department for Environment, Food and Rural Affairs) hanno recentemente dichiarato il loro impegno a sostenere le colture geneticamente modificate lasciando agli oppositori un anno di tempo per provare la loro nocività. Tuttavia, un importante studio scientifico, l’International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development (IAASTD), ha messo in dubbio la sicurezza alimentare degli OGM e ha chiesto un slittamento dei tempi per la produzione alimentare. Ma sarà sufficiente? E’ possibile nutrire una popolazione in crescita su un pianeta finito e con le risorse in diminuzione? Con il sostegno e la partecipazione delle fondazioni, docenti universitari, ricercatori, ONG, agricoltori e responsabili politici del Regno Unito e dell'estero, questa conferenza porta un’impegnativa analisi a domande e problemi che sono troppo spesso strumentalizzati per fini propagandistici. La conferenza sarà organizzata dal Centro di ricerca biologica in collaborazione

con GM Freeze, Friends of the Earth, The Sheepdrove Trust, The Ecologist, The UK Food Group e Slow Food UK. Leggi la notizia in lingua originale (inglese), clicca qui. Scarica il programma definitivo, clicca qui.

Page 12: Agenzia Adiconsum - anno XX - n. 59 - 25 novembre 2008

Stato della Ricerca

Situazione della superficie mondiale coltivata ad OGM

[…] Nel 2007, per la dodicesima volta consecutiva, l’area coltivata con OGM è aumentata. E’ interessante osservare che lo sviluppo delle superfici è aumentato del 12% nell’ultimo anno, corrispondente a 12,3 milioni di ettari – il secondo aumento più alto della superficie destinata a varietà biotech negli ultimi 5 anni – raggiungendo un totale di 114,3 milioni di ha. E’ opportuno premettere che i dati e le immagini di seguito illustrati provengono dal rapporto ISAAA 2007 pertanto, data la vicinanza della fonte all’industria del biotech nonché l’unicità dei dati prodotti ripresi universalmente in assenza di verifica della loro validità, è necessaria una lettura critica degli stessi. Ci sono infatti degli artifici retorici e statistici da smascherare, primo tra tutti la sensazione, osservando le cartine, che interi paesi siano coltivati solo a OGM mentre in realtà questi sono localizzati solo in alcune aree, altro esempio sono i valori affiancati dal simbolo “<” i quali sono volutamente sovrastimati per arrotondare i numeri. […]

<<Estratto dalla bozza del dossier informativo che la Coalizione sta preparando, prossimamente disponibile online>>

Page 13: Agenzia Adiconsum - anno XX - n. 59 - 25 novembre 2008

Europa

Piano segreto Europeo per incrementare la produzione di colture GM G. Brown ed altri leader dell'UE in campagna per promuovere prodotti alimentari modificati Autore: Geoffrey Lean - The Independent – 26 ottobre 2008

Gordon Brown ed altri leader europei stanno preparando segretamente una campagna senza precedenti per diffondere colture e alimenti geneticamente modificati in Gran Bretagna e in tutto il continente; i documenti riservati sono stati ottenuti da “The Independent” e rivelati sul “Sunday”. Tali documenti sono stati estratti dai verbali di una serie di incontri privati dei rappresentanti di 27 governi e contengono piani per "accelerare" l'introduzione di colture e prodotti alimentari geneticamente modificati e per "affrontare" la resistenza dell’opinione pubblica. La notizia dei piani segreti è destinata a creare una tempesta di proteste in un momento in cui le preoccupazione dei cittadini nei confronti della tecnologia GM sono in aumento, e questo vale anche

per i paesi che finora l’hanno accettata. L'opposizione dell'opinione pubblica, in Gran Bretagna, ha impedito la coltivazione di qualsiasi coltura geneticamente modificata. La Francia, uno dei soli tre paesi in Europa dove sono cresciuti gli importi, ha sospeso la loro coltivazione e la resistenza ad esse è in rapido aumento anche negli altri due paesi, Spagna e Portogallo. Le riunioni segrete sono state convocate da Jose Manuel Barroso, il Presidente pro-GM della Commissione e presiedute dal suo capo di gabinetto, Joao Vale de Almeida. I primi ministri di ciascuno dei 27 Stati membri sono stati invitati a nominare un rappresentante speciale. I documenti mettono in chiaro che il Presidente Barroso sta andando al di là della mera esortazione cercando di arrivare ai primi ministri per annullare la propria agricoltura in favore degli OGM, ricordando "l'importanza per i primi ministri a guardare un quadro più ampio", invitando i partecipanti a "riferire le discussioni del gruppo di testa dei governi", e sottolineando "l'importanza di attirare la loro attenzione al dibattito in corso in sede di Consiglio [dei Ministri]". Per leggere l’articolo intero in lingua originale clicca qui.

Page 14: Agenzia Adiconsum - anno XX - n. 59 - 25 novembre 2008

Mondo

Caglio transgenico Una storia di formaggi e latticini Autore: Compartiendo – 16 ottobre 2008

Con lo sviluppo dell’ingegneria genetica è emersa la possibilità di utilizzare geni che sintetizzano gli enzimi del caglio di vitello (quimosina) per modificare geneticamente alcuni batteri, funghi, o lieviti e produrre quimosina ricombinante. La quimosina artificiale così prodotta è stata registrata e autorizzata dalla FDA (Food and Drug Agency) degli Stati Uniti d'America. La via più comune usata per produrre il caglio genetico è attraverso il fungo Aspergillus niger, un comune fungo del terreno, lasciato crescere in grandi fermentatori per la produzione dell’enzima ricombinante; un altro microrganismo usato nella produzione di caglio transgenico è il lievito Kluyveromyces lactis, in questo caso sono inseriti geni che sintetizzano le proteine transgeniche e dopo la fermentazione il lievito viene ucciso con acido benzoico ed isolato per il filtraggio della quimosina. Nel 1999, negli Stati Uniti, quasi il 60% di caglio è composto da quimosina geneticamente modificata, soprattutto perché questo tipo di caglio transgenico (Chymogen ®) è sviluppato dalla

Genencor International e commercializzato da Chr. Hansen's. La produzione di enzimi industriali è un business che all'inizio del XXI secolo si muove intorno a 1.600 milioni di dollari l'anno, di cui il 70% è dovuto ai prodotti del genere Bacillus. L'enzima quimosina genera profitti di $ 60 milioni l'anno per le multinazionali che lo producono. Per leggere l’intero articolo in lingua originale (spagnolo), clicca qui.

Evento: Salone del Gusto 2008

Conferenza: Senza OGM si può Autore: Coalizione Italia Europa Liberi da OGM

La Coalizione Italia Europa Liberi da OGM ha presentato, durante il Salone del Gusto 2008, la conferenza “Senza OGM si può” moderata da Roberto Burdese, Presidente di Slow Food Italia e Coordinatore della Coalizione Italia-Europa Liberi da OGM, nella quale sono intervenuti Marcello Buiatti, Docente di Genetica presso l’Università degli Studi di Firenze e Presidente della Fondazione Toscana Sostenibile; Raul Hernandez Garciadiego, Presidente delle organizzazioni Alternativas y Procesos De Partecipación Social e Central De Servicios Para El Desarrollo De Tehuacán, Messico; Samuel Karanja Muhunyu, Agronomo, Coordinatore di NECOFA (Rete per l’agricoltura sostenibile in Africa) e coordinatore di Slow Food Kenya; Joseph Stockinger, Vice Presidente della Rete delle Regioni Europee OGM-Free e Assessore all'Agricoltura della Regione Alta Austria (Oberösterreich) e Marie-Hélène Aubert, Vice Presidente del gruppo Verdi/EFA al Parlamento Europeo, Francia. Ci sono stati inoltre diversi interventi da parte del pubblico e di protagonisti dell’agricoltura sostenibile, come produttori e ricercatori, che hanno raccontato le loro esperienze su come hanno affrontato e risolto le criticità in agricoltura senza ricorrere agli OGM.

Page 15: Agenzia Adiconsum - anno XX - n. 59 - 25 novembre 2008

Se hai un sito internet e vuoi contribuire a sostenere l’attività della Coalizione…

…abbiamo preparato alcune proposte da inserire all’interno di pagine web al fine di diffondere in maniera veloce ed automatica ultime news e aggiornamenti riferiti alla questione degli OGM in Italia e nel Mondo e alla Coalizione. Potete visionare queste proposte all’interno della pagina “Contatti” di liberidaogm.org e ve ne diamo un’anteprima qua sotto:

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Verranno successivamente inserite altre proposte di banner con dimensioni e forme diverse al fine di dare maggiore scelta e adattabilità ai vostri siti. Per ricevere il codice da inserire nella vostra pagina o per richiedere particolari misure del banner a seconda delle vostre esigenze contattate:

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Test noi consumatori 16

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